Back to the stage

di ___Page
(/viewuser.php?uid=663813)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Riemergo dallo schedario dove stavo sistemando i moduli delle iscrizioni di quest’anno per passare il tempo quando sento finalmente il suono della chiamata che viene accettata dall’altro computer.
Il tempo di avvicinarmi alla scrivania e posare i gomiti, mentre Violet si sposta appena sulla sedia con le ruote per farmi spazio, ed ecco che la sua immagine prende forma sul monitor diventando sempre più nitida.
Ha i capelli turchini sciolti a incorniciarle il viso su cui subito si disegna un radioso sorriso nel metterci a fuoco, che le illumina i grandi occhi scuri.
-Ciao ragazze!!!- esclama entusiasta.
È quasi dieci giorni che non riusciamo a sentirla tra il fuso e impegni vari e stavamo cominciando ad andare in astinenza.
-Tesoro mio! Come stai?!- le domanda subito Violet, allungando una mano ad accarezzare la sua immagine sullo schermo e facendo sorridere me e Bibi divertite.
Scommetto che nemmeno Law si scioglie così quando si chiamano su Skype.
Anzi, considerato il soggetto è in effetti una certezza.
-Io sto bene! Voi?!-
-Qui tutto come al solito! Ti salutano tutti e chiedono continuamente di te e quando torni!- mi intrometto, smaniosa di parlare un po’ con lei.
È in Russia da settembre per un corso prestigioso di danza classica a cui è riuscita a farsi ammettere e che durerà fino a luglio.
Quando ce lo ha comunicato, a fine estate, la sua più grande preoccupazione era che potessimo prendercela perché se ne andava proprio l’anno dello spettacolo mentre noi, naturalmente, le abbiamo fatto una festa che non finiva più.
Oltretutto Kaya la sta sostituendo in modo splendido, come ha fatto Monet con Violet l’anno scorso, mentre era a casa in maternità.
Fatto sta che comunque ci manca, a noi, ai ragazzi, a Law chiaramente.
-Ci manchi!- le dico, seguendo il rapido filo dei miei pensieri.
-Anche voi mi mancate! Tutti quanti! Mi spiace se ci ho messo un po’ a connettermi ma ero in linea dall’altra parte con Perona e Margaret!- ci spiega, facendoci annuire.
-Una volta dovremmo organizzare una videoconferenza!- riflette Violet, scostando un pelucco dallo schermo con il polpastrello.
Margaret e Perona sono in America da un anno e mezzo, a frequentare una scuola di danza la cui durata è di quattro anni e non sappiamo se e quando torneranno.
Quando se ne sono andate la cosa è stata abbastanza drammatica, soprattutto per Pen che era tornato da poco e si è visto costretto a salutarla in capo a pochi mesi.
Fortunatamente l’arrivo di un paio di nuove allieve gli ha permesso di continuare a esibirsi in passi a due oltre che nel tip tap, moderna e hip hop, mentre Sabo è diventato ufficialmente il ballerino di Koala, anche se durante l‘anno di studio queste sono sottigliezze dato che di tempo o ragioni per montare coreografie in coppia ce ne sono poche.
Io e Ace abbiamo tenuto qualche lezione di passo a due più che altro per le nuove arrivate, entrambe trasferitesi da poco a Raftel, entrambe con un’ottima preparazione alle spalle, grazie alla quale si sono integrate subito nel gruppo.
Ora, a diciotto mesi di distanza, sembra che abbiano sempre ballato con noi.
-Anche loro non siamo riuscite a sentirle ultimamente! Come stanno?!- domando, mentre Violet beve un sorso d’acqua dalla bottiglietta.
-Stanno benissimo! Le conosci, sono sempre entusiaste per tutto!- sorride Bibi, appoggiando il mento ai palmi delle mani.
Un pensiero la colpisce, facendole aggrottare le sopracciglia.
-Violet ma è oggi che arriva Gladius?!- domanda, controllando poi rapida il calendario da tavolo che tiene sicuramente vicino al computer e su cui segna i giorni che mancano al suo ritorno.
È felice di stare là, per una ballerina classica un corso in quella scuola è il non plus ultra, ma so che le manchiamo noi e le manca lui.
-Scusa ma sai, con il fuso mi incasino un po’!- si giustifica poi.
-Sì è oggi! I ragazzi si sono offerti di andarli a prendere all’aeroporto, non sono stati adorabili?!-
Bibi si gira a cercarmi e nonostante le molte miglia e i cristalli liquidi tra noi ci basta un’occhiata per capirci al volo.
So che stiamo pensando la stessa cosa e cioè che l’offerta di Sanji, Zoro e Law è dettata dal loro irrazionale bisogno di tenerci d’occhio e tenere d’occhio chiunque possa intaccare il nostro benessere.
In questo caso si parla del benessere di Violet in particolare, visto che Gladius arriva diretto dall’America e dal suo passato.
Lei, d’altra parte, non è né stupida né ingenua ma talmente felice di riabbracciare il suo ex ballerino, nonché caro amico, che ora insegna proprio nella scuola dove hanno studiato, da non rendersi conto delle vere ragioni che spingono i nostri tre gentlemen ad agire.
Ragioni infondate, dico io.
È incredibilmente serena e, senza offesa per Sanji, se non sono preoccupata io non vedo perché dovrebbe esserlo lui.
Intanto è evidente che da quando sta con lui migliora ogni giorno di più per non parlare del bene che le ha fatto mettere al mondo Leo.
È rinata, letteralmente, come persona, come insegnante, come donna e come madre.
Fatto sta, però, che l’aereo di Gladius e Robb, suo allievo e astro nascente della scuola, arrivava a un orario assurdo, orario in cui noi ci trovavamo già qui per la lezione della sera, lezione durante la quale abbiamo deciso di assegnare i ruoli mancanti per il saggio e presentare i due ballerini che si uniranno a noi per questo spettacolo e questi tre ultimi mesi di prove, così ne abbiamo comunque approfittato.
-E il mio nipotino come sta?!- domanda Bibi, illuminandosi.
-Sta bene! Al momento è con il papà e gli zii!- afferma Violet, gli occhi sognanti al pensiero del suo frugoletto tra le braccia di Sanji.
Devo ammetterlo, quel casanova di un cuoco ha proprio l’aria del bravo papà.
L’aria, sì.
Se sta fermo, immobile, con Leo tra le braccia e si limita a respirare è un ottimo padre.
Ma provate a fargli cambiare un pannolino e ne riparliamo.
E gli altri due non sono da meno.
-Siamo proprio sicure che stia bene?- domanda Bibi con cautela, cercandomi con gli occhi.
Violet assume un’espressione perplessa, sbattendo le palpebre un paio di volte.
-Ma certo! Perché non dovrebbe?!-
-No così, sai… Insomma era tanto per chiedere davvero!-
-Ma sì, stai tranquilla! C’è anche Law con loro!-
-Appunto!- commenta con un sorriso imbarazzato.
Se fosse un cartone animato avrebbe di sicuro un’enorme gocciolona azzurra sulla nuca ora.
-E poi stasera lo tiene mia mamma, dopo la lezione andiamo a bere una cosa tutti insieme, io e Gladius abbiamo parecchio da raccontarci- spiega, facendoci tirare un sospiro di sollievo non appena nomina Hina.
Almeno con lei sappiamo che è al sicuro.
Un rumore fuori dall’ufficio attira la nostra attenzione, facendoci sollevare lo sguardo.
-Che succede?-
-È arrivato qualcuno!- la avviso prima di alzare un po’ la voce -Ciao!- esclamo, restando in ascolto.         
-Ciao!- risponde la voce di Pen in corridoio.
-Chi è?- domanda Bibi, curiosa.
-Pen- le comunica Violet -Pen, vieni qui! C’è Bibi su Skype!-
Pochi attimi ed eccolo varcare la porta, il ciuffo rosso perennemente spettinato, i pantaloni della tuta, la giacca di pelle e la borsa di danza sulla spalla.
Con un luminoso sorriso fa il giro della scrivania e si posiziona tra me e Violet.
-Ciao!- la saluta entusiasta e stavolta è Bibi ad accarezzare lo schermo con il polpastrello.
-Ciao cucciolo!- gli dice con un sorriso materno che ci fa ridacchiare e fa scuotere la testa a lui.
Nonostante ormai abbia ventidue anni ai nostri occhi resterà sempre un cucciolo, lo sappiamo noi come lo sa lui e alla cosa si è ormai rassegnato.
Neppure l’arrivo di Chopper nella compagnia è riuscito a liberarlo di quella nomea, soprattutto perché da quando si è messo con Shirahoshi, quasi due anni fa, ha acquisito una sicurezza in se stesso davvero impressionante.
Non che Pen non ce l’abbia, ne ha eccome, ne ha anche da vendere ma non ci possiamo fare niente, è così.
Ha proprio l’aria… l’aria da cucciolo!
-Ora vado a cambiarmi per la lezione Bibi! Mi raccomando goditi gli ultimi mesi e ricordati che ti aspettiamo!- la saluta, facendoci praticamente sciogliere, tanto è dolce.
-Forse è meglio se andiamo anche noi- la avviso, lanciando un’altra occhiata alla porta da cui Pen è appena uscito.
-Okay! Ci sentiamo presto allora!-
-Ma certo!- la rassicura Violet -Mi raccomando eh! Fai la brava!- la prende in giro non riuscendo a farla arrossire.
Una volta sarebbe bastato ma anche lei è cambiata e decisamente in meglio.
Ora, per farla arrossire, ce ne vuole.
-Anche voi!- ci ammonisce -E date un bacio a Leo, sempre che sia ancora possibile dopo stasera!-
Non riesco a non trattenere uno sbuffo di risa e Violet si acciglia.
-Che vuoi dire?!-
-Niente, niente!- si affretta a chiarire, faticando a contenere a sua volta una risata -Ciao ragazze!!!-
-Ciao!!!- mi intrometto, chiudendo decisa la telefonata.
Violet si gira a guardarmi, senza una parola.
-Ma non lo so cosa voleva dire!- mento dopo qualche istante di silenzio, affrettandomi poi fuori dall’ufficio, con un sorriso sul volto e la mia amica alle calcagna.
 

 
§
 

-Ma non è così!- esclama Zoro, al colmo della sopportazione, mentre Leo continua a strillare sul fasciatoio.
Ormai non lo sento nemmeno più, le mie orecchie si sono assuefatte al suo pianto ma vorrei fare qualcosa per quella povera creatura.
Ci abbiamo messo quasi venti minuti a capire che piangeva non per fame ma perché era andato di corpo e ora mi chiedo come abbiamo fatto a metterci tanto, visto l’odorino per niente discreto che emana.
Ora, gambe e piccolo organo genitale all’aria, attende di essere rivestito dopo essere stato accuratamente pulito dal sottoscritto.
Il problema?!
Né Zoro né Sanji riescono a mettergli il pannolino.
-Marimo, chi è il padre tra i due?!-
-Purtroppo per Leo sei tu! Ma stai pur certo che quando arriverà il momento non ti affiderò mai mio figlio!-
Ascolto vagamente ciò che dicono, le braccia incrociate al petto e gli occhi concentrati sull’involto bianco tra le mani di Zoro.
È solo un pannolino.
Non un rompicapo, non un esercizio di astrofisica.
Non serve una laurea per riuscire a capirne la dinamica.
E allora perché me ne sto qui a fissarli mentre mio nipote si rovina le corde vocali a furia di piangere?!
Perché la verità è che nemmeno io sono in grado di farlo, anche se non lo ammetterò mai ad alta voce.
Io lo so, Leo lo sa perché gliel’ho confessato la settimana scorsa, mia madre lo sa perché le ho dovuto chiedere aiuto, Bibi lo sa perché nessuno mi conosce come lei.
Ma questo è quanto.
Cerco di capire, studiando in silenzio e in disparte gli adesivi e il bambino.
Cerco di capire, inutilmente.
Leo continua a piangere, loro due continuano a sbraitare, io continuo a stare zitto.
Poi qualcosa scatta in me e non ce la faccio più.
Mi avvicino al fasciatoio, lo prendo in braccio, caricandomelo sulla spalla e lo faccio molleggiare riuscendo a calmarlo.
È come quando ci si addormenta con l’antifurto di un’auto nelle orecchie, quando smette finalmente di suonare ti svegli di botto, anche se è ridicolo.
Quella è la reazione dei miei amici, che si girano a guardarmi, colpiti dall’improvviso silenzio, incrociando i miei occhi grigi e determinati.
Mi costa cosa sto per dire, ma sono realista, più realista che orgoglioso e già solo non sentirlo piangere più mi ha scaldato il cuore, anche se le sue zone anatomiche scoperte sono gelate al momento e questo solo per colpa nostra.
-Noi tre non siamo in grado di prenderci cura di questo bambino- affermo, con un tono che non ammette repliche -Facciamocene una ragione. Ci serve una donna, almeno finche non avrà cominciato a usare il vasino-
Zoro aggrotta le sopracciglia, mentre Sanji si limita a sospirare dandomi silenziosamente ragione.
-Ne abbiamo tre di donne- mi fa notare il mio amico, facendo mandare gli occhi al cielo al cuoco -Cioè la tua al momento è in Russia ma…-
-Zoro!- lo interrompo con una luce omicida negli occhi -Non in quel senso!-
Zoro sposta lo sguardo perplesso da me a Sanji e poi di nuovo a me, focalizzandosi sulle natiche scoperte di Leo, ancora tra le mie braccia.
-Oh… Ooooh okay!- si illumina, per poi annuire serio e convinto -Capito!- 
Li osservo, domandandomi ancora e ancora come ho potuto essere così sconsiderato da aprire un’attività in società con loro due ma per fortuna devo dire che il ristorante va, inspiegabilmente, a gonfie vele.
Sarà il karma, forse devo cominciare a crederci.
Abbasso di nuovo gli occhi su mio nipote, sentendomi davvero un incapace, una sensazione a cui non sono abituato e che mi scoccia non poco.
-Non possiamo lasciarlo così- considero, parlando quasi più a me stesso che a loro.
-Ho un’idea!- afferma Sanji e io sollevo la testa in allerta.
Spero non mi proponga il body painting come quella famosa volta o lo scuoio vivo.
-Usiamo una paio dei nostri boxer! Solo finché non arriva Hina!-
Sgranò gli occhi, inebetito dalle sue parole.
Ma non fa sul serio vero?!
-Quelli del Marimo però!- aggiunge, facendo strabuzzare gli occhi a Zoro.
-Cosa?! Cuocastro ma io ti…-
-Oh su Zoro! Non essere egoista! I tuoi sono neri, se dovesse sporcarli…-
-Gli darei fuoco subito!- esclama, sconvolgendo me e Sanji.
Ci guarda un attimo, prima di capire e indignarsi.
-Ai boxer!!! Non a mio nipote!!!- esclama alzando la voce e disturbando Leo, che ricomincia a piangere.
-Oh Santo Roger- mormoro, mandando gli occhi al cielo e passando poi il bebè a suo padre che ha allargato le braccia nella mia direzione.
Sanji si allontana verso il corridoio per calmarlo mentre io mi afferro il ponte del naso.
-Come?! Come abbiamo fatto ad aprire un’attività?!-
Zoro mi osserva impassibile.
-Lo sai che a queste cose non ci credo ma a questo punto non può che essere il karma-
Lo fulmino di sottecchi, senza lasciarmi il setto nasale.
È il citofono a venirci in soccorso e subito mi affretto ad andare ad aprire, sapendo già di chi si tratta.
La aspetto sulla porta, stringendo lo stipite quasi spasmodico.
-Zia Hina!- esclamo sollevato, quando la vedo salire l’ultima rampa di scale.
-Law! Allora come andiamo?!- domanda e gli basta la mia espressione per capire che pochi minuti ancora e probabilmente non avrebbe più avuto un genero -Non preoccuparti! Ora ci pensa Hina!- afferma convinta, parlando di sé in terza persona come fa spesso e posandomi un attimo le mani sulle spalle.
Mi faccio da parte per lasciarla entrare, mentre si sfila la giacca e si sporge con il busto in avanti.
-Allora dov’è l’amore della nonna?!- domanda e io ringrazio il cielo silenziosamente, quando la vedo prendere Leo dalle braccia di Sanji e avviarsi per rivestirlo con un pannolino pulito.
Non avrei mai pensato di dirlo ma le donne sono una vera benedizione.
A parte che senza non ci potrei comunque fare un figlio ma anche crescerlo non so quanto sarebbe fattibile, non con il tipo di aiuto che mi si prospetterebbe.
Ma questo, fortunatamente, non è un rischio che corro, perché io la donna della mia vita l’ho trovata.
-Andiamo?! È ora se vogliamo arrivare in orario all’aeroporto!- ci ricorda Zoro e subito noto Sanji irrigidirsi per questa scomoda situazione.
Non è solo preoccupazione, anche se lui dice di sì.
C’è anche gelosia nei suoi occhi, la stessa gelosia che leggo in Zoro, e ansia di dover tollerare una complicità che teme di non avere ancora raggiunto con Violet, nonostante Leo e le premesse della loro relazione.
Ha paura e lo capisco ma, un po’ egoisticamente lo ammetto, io sono tranquillo.
Da fuori e razionalmente so che nessuno dei due ha niente da temere.
E per la prima volta in otto mesi, sono felice che Bibi sia in Russia.
Ghigno soddisfatto nel considerare che finalmente avrò tregua dalle frecciatine che di tanto in tanto mi tirano solo per vedermi geloso.
Non che io abbia mai dato loro la soddisfazione.
Afferro la giacca, mentre anche Zoro indossa la sua e Sanji è ancora fermo immobile nel corridoio.
-Andate tranquilli ragazzi, ci pensa Hina a questa meraviglia!- afferma mia zia, baciando un palmo di Leo, ora finalmente rivestito.
Sanji si riscuote a quelle parole.
-Andiamo- mastica a fatica, mentre la sua mano scatta a cercare le sigarette.
Non fuma quasi più da quando c’è Leo ma nessuno pretende che faccia a meno della nicotina stasera.
-Leviamoci il pensiero- mormora ancora, uscendo davanti a me e imboccando deciso le scale dietro a Zoro, mentre io mi chiudo la porta alle spalle. 
















Angolo dell'autrice: 
Ehilà!!! Gente!!!! Sono tornata con il seguito!!! 
Bentornati a tutti, benvenuti ai nuovi! Non credo di dover fare raccomandazioni a chi ha letto Shall we dance, sapete come funziona perciò sono qui solo per illustrarvi come dovete immaginare tre dei personaggi che saranno presenti in questa storia. 
Partiamo subito dal cucciolo di questo primo capitolo la cui fanart spaccio come fosse cocaina in ogni storia dove lo uso come protagonista e non, vale a dire il caro Penguin:

Image and video hosting by TinyPic

A seguire Chopper: 

Image and video hosting by TinyPic

E per finire Franky, com'era prima dell'incidente del Puffing Tom: 

Image and video hosting by TinyPic

Che altro aggiungere?! Grazie di cuore a chi è arrivato fin qui e spero mi seguirete anche stavolta! 
A presto! 
Piper. 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Scambio un’occhiata eloquente con Sabo mentre mi sfilo la maglietta restando a petto nudo, senza smettere di ascoltare il racconto di Franky, tanto sappiamo già tutti e due dove vuole andare a parare.
-E allora le ho detto: bambola sei Suuuuuuuuuper sexy con quel vestito!-
-E lei?!- domanda speranzoso Chopper, che non smette mai di fare il tifo per lui.
Franky lo osserva un istante prima di alzare le spalle.
-Il solito! Mi ha guardata come se fossi strano e se n’è andata con la sua amica ridacchiante!- ammette senza riluttanza né vergogna.
Non che non sia consapevole di cosa significhino due ragazze abbordate malamente al bar che se ne vanno ridendoti in faccia, è che proprio la cosa non lo tange.
Franky è fatto così, playboy mancato ma senza pudore, che adora starsene il più a lungo possibile senza pantaloni, come in questo momento, e non si fa il minimo scrupolo di apparire ridicolo o meno.
È se stesso, sempre e comunque, in qualsiasi situazione, eccentrico e divertente.
-Hai mai pensato di cambiare tattica?!- domanda Sabo, sollevando un angolo della bocca mentre si appoggia con gli avambracci alle cosce e intreccia le dita tra loro.
Mi cerca con gli occhi e io ridacchio, posando le mani sui fianchi, la maglietta di danza accartocciata in una mano, che aspetta di essere indossata.
Non lo stiamo prendendo in giro, è solo che davvero non si può non sorridere di fronte a questo suo essere così vero e senza filtri, fregandosene di tutto e tutti.
E infatti eccolo posizionarsi al centro dello spogliatoio con fare teatrale prima di ribattere a Sabo.
-Amico se non si rendono conto di cosa si stanno perdendo è un problema loro non mio!- afferma allargando le braccia e io già sento una risata risalirmi fino alle corde vocali -Voglio dire guarda qua!-
Un attimo dopo Sabo e Chopper sono piegati in due mentre io rido tenendomi il ponte del naso, le lacrime agli occhi, di fronte a Franky che ancheggia senza pietà, il sedere in fuori e le braccia unite sopra il capo.
Santo Roger!
Ma non può essere vero, secondo me è saltato fuori da un sacchetto di patatine!
-Cuttyflam, per tutti i kami, vuoi per lo meno metterti i pantaloni?!-
Una voce acida ci raggiunge dal corridoio e solo allora mi rendo conto che la porta è rimasta socchiusa e il solo spiraglio visibile è interamente occupato dal deretano del nostro amico, in movimento e fasciato dalle sue mutande di dubbio gusto.
Franky si gira di scatto prima di ghignare divertito nel riconoscerla, gli occhi lampeggianti e infastiditi, i capelli corvini raccolti in un’alta coda di cavallo e le mani sui fianchi in un gesto di rimprovero.
-Se ti da così fastidio perché mi stavi guardando?!- la provoca e Baby sgrana gli occhi indignata.
-Ma io ti trucido a colpi di kalashnikov!!!- sbraita partendo alla carica verso la porta del nostro spogliatoio.
Sento Chopper sospirare, scuotendo la testa.
È sempre così con loro due, da quando Baby è entrata a fare parte della nostra scuola, si scannano ogni secondo che passano insieme, nonostante lei abbia la mia età e sia cioè più grande di loro di due anni e quindi, si dovrebbe supporre, più matura.
La cosa impressionante e incredibile è che ballano insieme, proprio come coppia intendo, e sono così affiatati da lasciare a bocca aperta.
Non so come facciano, se io dovessi litigare costantemente con la mia ballerina credo che non riuscirei a montarci insieme due passi in croce.
Un mano si posa decisa sulla spalla di Baby, prima che possa varcare la soglia, portandola indietro.
-Baby calmati! L’omicidio è ancora un reato perseguibile!- le ricorda una voce, ironica e ragionevole al tempo stesso, prima che Koala appaia al suo fianco, lanciando un’occhiata dentro allo spogliatoio con uno dei suoi splendidi e comprensivi sorrisi sul volto.
Baby chiude gli occhi un istante, respirando a fondo, mentre Franky si decide a rendersi presentabile.
-Volevo solo aiutare la selezione naturale, eliminando un imbecille di troppo dalla popolazione!- argomenta e una risata divertita fa scattare Chopper come un fulmine.
Esce deciso dallo spogliatoio per raggiungere Shirahoshi, lasciandosi la porta aperta alle spalle e permettendo a Koala di allargare la propria visuale su di noi.
E, come sempre, da un paio di mesi a questa parte, non posso non notare come i suoi occhi si velano quando li posa su Sabo, una reazione che mi sconcerta sempre più.
Da come si comporta lui, non sembra esserci stata alcuna lite, non grave almeno.
Le sorride e ci scherza come sempre anche se, in effetti, mi sembra più teso del normale.
Un anno fa, avrei dato la colpa alla partenza di Perona e alla loro conseguente rottura ma so che ormai l’ha superata.
Eppure qualcosa non va tra loro ma non oso essere io ad affrontare il discorso, con nessuno dei due.
Sabo è il mio migliore amico, se vuole sfogarsi sa che può farlo e lo stesso vale per Koala.
-Allora bei maschioni, vogliamo andare a fare lezione oppure no?!- domanda Bonney passando davanti allo spogliatoio, facendoci ridere ancora di più e spingendo me e Sabo a seguire Franky in corridoio, dove è intento a guardarsi in cagnesco con Baby.
Mi soffermo un attimo mentre i miei compagni entrano alla spicciolata nella sala arancione, le borse sulle spalle, Shirahoshi e Chopper mano nella mano.
Li adoro.
Mi fanno stare così bene che mi domando come ho fatto a sopravvivere un anno all’estero senza vederli.
Una punta di malinconia mi infastidisce al centro del petto nel pensare che purtroppo io e Margaret ci siamo potuti godere pochissimo tempo insieme tra il mio ritorno e la sua partenza ma sono davvero felice per lei.
La sento spesso e poi la fortuna ha voluto che io non dovessi soffrire troppo la sua lontananza, almeno per quanto riguarda la danza.
Non la sento arrivare, anche se corre.
È più l’istinto a farmi scattare, facendomi afferrare le sue gambe che si stringono al mio costato mentre mi salta in spalla senza alcun preavviso o avvertimento.
Giro appena la testa mentre la sua risata pervade l’aria intorno a noi e la guardo con rimprovero.
Dai suoi capelli biondo scuro, legati in una treccia, si sprigiona un’ondata di pompelmo che mi impregna i polmoni in un attimo.
-Prima o poi finirai per cadere!- le dico, sentendola strusciare il naso contro la mia nuca.
-Non dire idiozie Pen! Tu non mi faresti cadere mai! È impossibile!-
Sorrido, mio malgrado, stringendo appena la presa.
È bello sapere che si fida tanto di me, anche se a conti fatti è una necessità questa, non ha molta scelta.
Non potremmo ballare insieme altrimenti.
E a me piace ballare con Lamy, mi piace davvero.
Perché mi mette di buonumore con la luce che le illumina sempre le iridi azzurre e il suo pensare sempre positivo.
È lei, la mia ballerina, il motivo per cui ho sopportato così bene la partenza di Margaret.
È arrivata insieme a Baby un anno e mezzo fa eppure mi sembra di ballarci insieme da sempre e conoscerla da anche di più. Mi fido ciecamente di lei, come lei si fida di me.
E allora mi domando perché mi fa un così strano effetto stasera sentirla schiacciata contro la mia persona e le sue mani che aderiscono alle mie spalle, perché mi fa fremere il suo respiro sul collo quando si china per parlarmi all’orecchio.
-Hai deciso di prendere esempio da Ace?!- mi domanda sottovoce, un po’ maliziosa, facendomi accigliare.
Aggrotto le sopracciglia, interrogativo, aprendo la bocca per chiederle di cosa sta parlando quando finalmente riesco a capire dove sta il problema.
E il problema è che sono ancora a petto nudo, la mia maglietta ancora accartocciata nella mia mano e Lamy completamente aderente alla mia schiena scoperta.
Ecco perché mi fa così strano, perché sento così caldo.
In un attimo divento paonazzo e punto lo sguardo davanti a me, prima di avvisarla che sto per lasciarla andare con un colpetto d’anca.
-Scusa eh!- mormoro, riposandola a terra e infilando in fretta la maglietta, sperando di sbollire l’imbarazzo nell’arco di questo gesto.
-Come stai?!- mi domanda e io mi giro a guardarla, trovandola che mi studia, come sempre sorridente e con le mani sui fianchi.
Le sorrido in risposta, portando in automatico una mano a scostarle dal viso una ciocca sfuggita alla treccia.
-Bene e tu?-
Si stringe nelle spalle, tirandomi appena la lingua, vitale ed energica  come solo lei sa essere.
-Non c’è male!- afferma.
Dei passi in avvicinamento mi obbligano a distogliere lo sguardo da lei, che si gira a sua volta incuriosita, in tempo per mettere a fuoco Law, Zoro e Sanji svoltare l’angolo insieme a due tizi, di cui riconosco subito il più alto e imponente.
I capelli sono un poco più lunghi da come li portava nelle foto delle coreografie con Violet che sono appese qua e là per le pareti della scuola, ma quello è senza dubbio Gladius, il suo ballerino quando stava ancora in America.
L’altro non l’ho mai visto ma mi basta un’occhiata per sentire a pelle che non mi piace.
Carnagione abbastanza pallida, capelli mori portati un po’ lunghi sulle spalle, sguardo atono e appena un accenno di barba sulle guance, sembra avere un paio d’anni in più di me.
No, non mi piace, nemmeno un po’.
Non mi piace lo sguardo saccente e superiore che mi scocca passandoci davanti mentre io e Lamy salutiamo i ragazzi.
E mi piace anche meno l’occhiata interessata, fin troppo interessata, che lancia a Lamy, facendole perdere il sorriso e deglutire.
Senza realmente pensarci, impercettibilmente, mi avvicino a lei protettivo, lasciandomi avvolgere dal suo profumo.
La guardo e lo stomaco mi si stringe nel trovarla leggermente imbambolata, mentre il quintetto entra nella sala arancione, lasciandoci soli nel corridoio, e, d’un tratto, questa intima parentesi mi diventa intollerabile.
-Ehi!- la riscuoto, sfiorandole il fianco con la punta delle dita -Entriamo?!-
Annuisce dopo essersi voltata a guardarmi e mi fa subito stare meglio notare come mi resta vicina mentre ci avviamo lungo il breve tratto di corridoio che ci separa dalla nostra meta.
Si stanno già tutti scaldando, chi alla sbarra chi per terra, e noi varchiamo la soglia proprio nel momento in cui Violet si lancia verso Gladius per abbracciarlo, sotto lo sguardo a dir poco assassino di Sanji.
-Gladius!!!-
Non posso non ridacchiare nel notare le occhiate dardeggianti di Zoro e Law. Sono iperprotettivi quei tre, ed è chiaro che stasera avremo ospiti per tutta la durata della lezione, e non mi riferisco ai nuovi arrivati.
In un angolo, Monet e Marco stanno provando una presa e si fermano, avvicinandosi insieme a tutti noi, quando Violet si gira per presentarci il duo.
-Ragazzi questi sono Gladius e Robb!- ci informa mentre noi li salutiamo, chi con un “ciao” chi con un cenno della mano.
-Non ci aveva detto che era il fratello separato alla nascita di Killer- bisbiglia Ace a Nami, beccandosi una gomitata in pieno stomaco che non gli fa perdere il sorriso -Dai è uguale!!!-
-Ma la vuoi finire?!- lo ammonisce lei con un sibilo, trovandosi tuttavia a piegare le labbra verso l’alto.
-Okay adesso vi assegniamo le parti che mancano per lo spettacolo, d’accordo?- prosegue Violet, ignara del ringhio che si libera costantemente dalla cassa toracica di Sanji, mentre Law e Zoro sembrano due bodyguard posizionati come sono uno a destra e l’altro a sinistra, le braccia incrociate al petto.
Una scarica di aspettativa attraversa la stanza mentre ci accomodiamo sul pavimento.
Siamo tutti mortalmente curiosi.
La seconda parte dello spettacolo sarà interamente dedicata ai musical ma non ci hanno ancora comunicato tutte le coreografie.
Sappiamo con certezza solo  di Cats, Hairspray,  Chorus Line e Grease.
Per tutto il resto hanno voluto aspettare l’arrivo di Gladius e Robb, che si uniranno a noi per compensare la scarsità di ballerini maschi, anche se personalmente non ne capisco il motivo.
Potevamo benissimo organizzarci tra di noi!
Poteva ballare Ace, per esempio!
Prendo posto accanto a Nojiko, che mi passa una mano tra i capelli scompigliandomeli un po’.
-Pen-chan come stai?!- mi chiede e io le lancio un sorriso in risposta, incrociando nel girarmi lo sguardo di Sabo che sembra volermi indicare qualcosa con gli occhi.
Accenna con la testa verso Violet e quando mi volto trattengo a stento una risata nel trovarmi a fissare la nostra insegnante al centro del semicerchio, anche lei a terra a gambe incrociate, in mezzo a Gladius e Sanji.
A essere assurda è ovviamente la presenza di Sanji che però ignora le occhiate divertite che tutti gli lanciamo e anche Lamy, accanto a me, soffoca un risolino.
Nami scuote la testa, posizionandosi tra le gambe di Zoro e contro il suo torace, imitata da Law seduto lì accanto.
-Allora ricapitolando…- comincia Violet, richiamando la nostra attenzione, gli occhi fissi sul blocco e la penna in mano -Mancano giusto due o tre pezzi da assegnare! Volevamo fare West Side Story con Bonney e Nojiko soliste, poi Pen se ti va di montare il pezzo di tip tap di Chorus Line con Sabo…- si interrompe sollevando lo sguardo e io annuisco senza esitazione, cercando anche l’approvazione del mio migliore amico -Ottimo! Poi Dirty Dancing per Franky e Baby!- prosegue e non possiamo fare a meno di scambiarci occhiate tra l’eloquente e l’incredulo quando si danno il cinque come se non si stessero scannando fino a un attimo prima -E per finire Cell Block Tango da Chicago e il Tango di Roxanne da Moulin Rouge!- conclude e una serie di maliziosi “oooooh” si solleva da tutti noi.
-Partendo con Cell Block Tango le coppie sono, com’era abbastanza prevedibile, Pen con Lamy, Franky e Baby, Shirahoshi e Chopper, Sabo e Koala…-
Istintivamente mi giro verso di loro e, come immaginavo, noto un irrigidimento immediato nella mia amica, che sembra quasi terrorizzata all’idea di dover ballare il tango con Sabo, un atteggiamento che non è proprio da lei, visto che non si ferma mai davanti a niente.
-…per il trio abbiamo pensato a Marco, Monet e Bonney e infine tu Nojiko balli con Gladius- la avvisa, sollevando la testa e ricevendo un cenno del capo in risposta, seguito da un radioso sorriso verso il suo futuro ballerino -Invece il Tango di Roxanne lo abbiamo pensato un po’ rivisitato e ci piacerebbe una coreografia a tre con una donna e due uomini. Nella fattispecie, Lamy insieme a Pen e Robb-
Come finisce di dirlo una scarica mi attraversa e mi ritrovo a contrarre le dita della mano quasi a voler accartocciare le liste di parquet sotto di me.
Perché non mi sfugge il sorrisetto che si disegna sulla faccia di Robb e l’occhiata che le lancia e, istintivamente, mi avvicino a lei come poco fa per proteggerla da non so nemmeno io cosa.
-Okay se è tutto chiaro direi che possiamo cominciare con le prove ragazzi!- ci avvisa Violet, battendo le mani e rimettendosi in piedi, imitati da quasi tutti i miei compagni.
Io però resto seduto ancora un attimo, a studiare la sensazione che mi attraversa, a cercare di capirla, finché una mano non si posa sul mio braccio e una voce richiama la mia attenzione, confondendomi ancora di più.
-Pen tutto bene?!-
Mi giro verso di lei, che mi osserva visibilmente preoccupata e a sopracciglia aggrottate e non posso fare a meno di sorriderle.
Anche se no, non va tutto bene.
-Certo! Dai forza!- la incito mettendomi in piedi e porgendole le mani per tirarla su, mani che afferra subito, senza esitazione -È ora di ballare!- le dico e lei si appoggia al mio petto per contrastare il contraccolpo.
Ed è più forte di me, le poso le mani sulle spalle, stringendo  appena, respirando a fondo.
E per la prima volta in tutta la mia vita, con Lamy così vicina, quasi tra le mie braccia, mi ritrovo a non avere alcuna voglia di ballare e la cosa mi spaventa non poco. 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Angolo dei ringraziamenti: 
Buonsalve gente!!!! Non mi dilungo troppo, vorrei solo ringraziare Emy e Luna per le recensioni lasciate al primo capitolo, sperando che la storia continui ad appassionarvi! Alla prossima!
Piper.
:*




 
-Bravi ragazzi! Ottimo lavoro!!!-
La voce di Nami fa partire in automatico gli applausi da fine lezione, anche se in realtà manca ancora qualche minuto, ma stasera ci abbiamo davvero dato dentro e ora ne sono felice.
Ballare mi aiuta da sempre a svuotare la mente e non pensare e sono tornato nuovamente sereno, senza contare che abbiamo davvero fatto faville.
Ovviamente c’entra il fatto che avevamo “ospiti” e non mi riferisco ovviamente a Zoro, Sanji e Law che, come da pronostico, si sono fermati per tutta la lezione e alla cui presenza siamo ormai abituati.
Mi guardo intorno respirando affannato, dopo essermi tamponato un po’ il sudore e avere bevuto un sorso d’acqua, trovando tutti appiccicosi e soddisfatti.
Un braccio si avvinghia alla mia vita e io mi giro per incrociare le iridi viola di Bonney che mi sorride divertita.
-È sempre uno spettacolo vederti ballare!- afferma, facendomi sorridere.
-La cosa è assolutamente reciproca!- la informo, dandole un bacio sulla fronte per poi allontanarmi appena e studiarla con attenzione.
Non mi sono sfuggite le occhiate che ha lanciato spesso e volentieri verso l’angolo dello stereo, occhiate non certo rivolte a Nami o Violet.
Ormai è passato molto tempo, lei sostiene di averla superata, ma io ho ancora qualche dubbio.
-Come stai?!- le chiedo, eloquente e lei mi guarda, capendo subito a cosa mi riferisco.
Forse davvero non è più innamorata di Zoro ma di sicuro vederlo le fa ancora un certo effetto.
E infatti eccola stringersi nelle spalle chinando appena il capo di lato con un mugugno che non vuol dire né “bene” né “male”.
Storto la bocca, posandole un palmo sul collo per trasmetterle la mia vicinanza.
È sempre stato così il mio rapporto con Bonney, molto fisico e senza malizia.
E infatti mi sorride e si allunga per darmi un bacio sotto lo spigolo della mandibola, prima di addossarsi con i gomiti alla sbarra alle nostre spalle.
-Allora che mi dici dei nuovi acquisti?!- domanda e io subito faccio una smorfia che per lei vale più di mille parole.
-Non capisco la necessità! Si poteva trovare un’alternativa!-
Lei mi guarda di sottecchi, sorridendo furba.
-Sai come la pensano! Hanno ballato due anni fa per dimostrare la loro bravura ma lo spettacolo è per noi non per loro che insegnano! Non è una questione di età anche se io al posto di Nojiko avrei preferito di sicuro ballare con Ace!-
-E perché?!- le chiedo, incrociando le braccia al petto e aggrottando le sopracciglia.
-Beh mi mette un po’ di soggezione, quel Gladius! E poi non è un paragone facile da reggere quello con Violet!-
-Nojiko è eccezionale! Voi tutte lo siete!- affermo con fervore e lei si volta a guardarmi così, come mi guardano sempre.
Come si guarda un cucciolo.
Faccio per sospirare davanti a quel muto “come sei dolce” ma lei allunga una mano ad accarezzarmi la guancia e io mi limito a sorridere.
-Eddai vi prego!!! Quando ci ricapita?!-
Ci voltiamo entrambi proprio verso Nojiko che sembra stare implorando Violet di qualcosa, facendola sospirare e voltare verso Gladius con uno sguardo tra l’interrogativo e il divertito.
-Non puoi biasimarli Violet!- interviene Nami, anche lei sorridente -Smaniano per vederti ballare un passo a due dal vivo, dovresti saperlo!-
Nojiko trattiene il fiato insieme a Shirahoshi mentre Violet si apre in un sorriso, mostrandosi ancora un po’ combattuta, probabilmente a causa della presenza di Sanji.
-A quanto pare Nojiko non si fa troppi problemi con il termine di paragone!- afferma Bonney, senza che nessuno dei due stacchi gli occhi dalla scena, in attesa della decisione di Violet.
-Te l’avevo detto!- le faccio notare proprio nel momento in cui la nostra insegnante rompe gli indugi.
-E va bene! Se Gladius se la sente!- annuisce sorridendo, mentre le guance le si imporporano appena.
Il tempo di vederlo accettare con un cenno del capo e un boato di esultanza percorre la sala prove, coprendo il ringhio incarognito di Sanji, mentre tutti riprendiamo velocemente posto.
Prima di riuscire a sedermi però, Nami mi fa un cenno dall’angolo dello stereo e io attraverso di corsa la sala, incrociando la coppia di ballerini intenta a posizionarsi al centro.
-Ti ricordi in che CD abbiamo Do you only wanna dance?!- mi domanda quando la raggiungo e subito annuisco, per poi spostarmi verso il porta CD e individuare rapidamente quello che ci serve.
Lo passo a Ace e decido di fermarmi ormai insieme a loro, addossandomi alle sbarra senza sedermi, accanto a Law che mi saluta con un ghigno e un cenno del capo.
Io rispondo e non mi sfugge che quel ghigno è molto più che semplice cortesia.
Sia lui che Zoro sembrano fremere e, memore della mania di Sanji di provocarli per vederli gelosi, deduco che per loro questa sia una bella rivincita, per quanto suoni bastardo.
Un brivido di aspettativa percorre la stanza, quando il silenzio cala e Violet si posiziona schiena contro petto vicina a Gladius.
Troppo vicina, mi avvisa il suono vibrante e roco che si libera dal torace di Sanji e subito scuoto la testa, sghignazzando.
Chissà perché chi non balla non capisce che è solo scena e recitazione!
Non lo capirò mai, credo, e smetto proprio di pensarci quando la musica parte.
 
[Do you only wanna dance - Mya]
 
Violet muove le spalle a ritmo di musica prima di sollevare un braccio e lasciare che Gladius glielo accarezzi in tutta la sua lunghezza per poi afferrarle la mano e farla girare lontana da lui senza mollarla.
 
Funny thing is when I look into your eyes
I sense something so sincere in your disguise
You whisper secrets I hear only in my dreams
Then I wake up to your tele-smoke screen
I wait patiently while you play your game
'Cause in the end, I'll be the winner all the same
 
Stanno ballando una salsa e non ci vuole molto ad immaginare Violet coi capelli sciolti sulle spalle e una gonna svolazzante che rende i suoi giri rapidi e precisi ancora più movimentati.
Sorride radiosa senza mai interrompere il contatto visivo mentre si riavvicina a lui avvinghiandogli una gamba intorno alla vita e poi gettare la testa all’indietro permettendogli di accarezzarla a palmo pieno dal collo al ginocchio.
-Ma non ballavano contemporaneo?!- sento Law chiedere sottovoce, trattenendo una risata bastarda quando Sanji fa scattare i denti, furibondo.
 
You'll see clearly when the song comes to a stop
I'll be the one blowing kisses from the top
 
(So baby, stop) Stop, you're surrounded
(I got my love) Love all around ya
(One wrong move) Move and I'll down ya
And that'll end ya
You should surrender
You'll never win
Unless you give in
 
Si spostano per tutta la sala, senza esitare nemmeno un istante, e Violet gira intorno a Gladius per prepararsi al ritornello che comincia con un tallevé all’indietro, durante il quale i loro occhi restano comunque incatenati, prima che Gladius la riprenda per il gomito, obbligandola a tornare verso di lui con una serie di chaines.
Si muovono come un corpo solo ed è evidente e chiaro a tutti che si divertono da morire.
Violet fa un giro sotto al braccio di Gladius prima di aderire completamente a lui e molleggiare insieme a ritmo di musica.
 
(So stop, baby, stop) Stop, you're surrounded
(I got my love) Love all around ya
(One wrong move) Move and I'll down ya
And that'll end ya
You should surrender
You'll never win
Unless you give in
So won't you give our love a chance?
Or do you only wanna dance?
 
-Vi ho mai detto che il ballerino di Nami è gay?!- domanda Zoro, senza riuscire a impedirselo, a sottolineare come lui non debba assolutamente preoccuparsi neppure di fronte a una coreografia così “spinta” e io non riesco a trattenere oltre le risate.
Risate che mi muoiono in gola quando, sollevato lo sguardo, Violet e Gladius, che si spostano per la sala a ritmo di salsa diventano invisibili, di fronte a Lamy che ride e scherza con il nuovo arrivato.
 
You put your lips very closely to my face
And then you run away and so begins the chase
I'll be the hunter, but boy, you better pray
'Cause when I want ya, I'll get you anyway
You know what I wanna do
It ain't nothing new
I'm tired of dropping clues
So, gonna step to you
Will you rise to my occasion?
Or will you make me change your station?
 
-Koala! L’hai notato anche tu?!-
M volto a cercare gli occhi di Shirahoshi che si è sporta verso di me, anche lei non più concentrata sulla splendida e perfetta coreografia che Violet e Gladius stanno ballando ma su qualcos’altro.
O meglio, su qualcun altro.
-È da quando è arrivato che fa così!- bisbiglia ancora la mia amica, facendomi voltare di nuovo verso Lamy e Robb.
Sì, l’ho notato.
Ho notato fin troppo bene come ci ride e scherza e come lo ha cercato più volte durante la lezione, quasi sperasse di vederlo con gli occhi puntati su di lei, cosa che si è effettivamente realizzata.
Ma a me non piace, non piace neanche un po’.
A pelle non mi piace e non mi piace come Lamy si comporta con lui.
 
Stop, you're surrounded
(I got my love) Love all around ya (Uh)
(One wrong move) Move and I'll down ya
And that'll end ya
You should surrender
You'll never win
Unless you give in
 
E meno di tutto mi piace lo sguardo perso di Pen quando torno a guardare la coreografia e lo vedo fissarli con occhi vacui.
Non è da lei, lo sappiamo tutti, lo sa soprattutto Pen.
Perché anche se Lamy è sempre sorridente e gentile con tutti, c’è molto di più nel suo sguardo.
Torno a concentrarmi sulla coreografia proprio mentre Gladius solleva Violet facendole fare un giro in aria con le gambe aperte a spaccata. La rideposita a terra e subito lei gli volteggia intorno per poi lasciarsi catturare e gettare la schiena all’indietro in un cambré.
Sono assolutamente splendidi e affiatati da vedere e siamo tutti senza parole, rapiti da questa loro intesa e dal loro muoversi prevedendo senza indugio i movimenti dell’altro.
 
(Stop) Stop, you're surrounded
(Oh, I got my love) Love all around ya
(One wrong move) Move and I'll down ya
And that'll end ya (Uh)
You should surrender (Uh)
You'll never win
Unless you give in
So won't you give our love a chance?
Or do you only wanna dance?
 
Gladius le posa una mano sulla schiena, trascinandosela contro deciso e obbligandola a seguirlo in un paio di passi base di salsa, prima di farla girare teatralmente, passando in un attimo in secondo piano.
E Violet a tornare ad aderire a lui muovendo le spalle sensualmente e portando una mano sulla sua nuca, un sorriso divertito sul volto.
Seguono gli ultimi accenti della canzone bloccandosi un attimo prima di riprendere a spostarsi per la sala, Violet con un palmo posato sul suo petto come se lo stesse spingendo via.
 
If you take my hands
And follow my lead
I'll make you dance (I can make you dance)
But if you get my feet (Get my feet)
And miss the beat (And miss the beat)
Then I can't take that chance (Then I can't take that chance)
If you take my hands (Oh)
And follow my lead (Oh, Oh, oh-oh)
I'll make you dance (I can make you dance)
But if you get my feet (Get my feet)
And miss the beat (And miss the beat)
Then I can't take that chance (I can't take it)
 
Lo sappiamo fin troppo bene tutti cosa sta succedendo qui.
Lo sappiamo perché lo abbiamo visto succedere mille volte, con Ace e Nami, Marco e Monet.
Lo sappiamo perché ormai ci stiamo passando anche noi.
Sembrano persi in una dimensione a se, sordi e ciechi a tutti, sembra che non esista nessuno a parte loro due ma è solo la musica, è il palco vuoto, è la danza.
 
If you take my hands
And follow my lead
I'll make you dance (I can make you dance)
But if you get my feet (Get my feet)
And miss the beat (And miss the beat)
Then I can't take that chance (Then I can't take that chance)
If you take my hands (Oh)
And follow my lead (Oh, Oh, oh-oh)
I'll make you dance (I can make you dance)
But if you get my feet (Get my feet)
And miss the beat (And miss the beat)
Then I can't take that chance (I can't take it)
 
Non significa niente, non ci sono per forza implicazioni sentimentali nel ballare insieme, per fortuna di Sanji.
Per fortuna di Sanji ma non di noi altri.
Mi giro mio malgrado vero Sabo, mi giro e lo trovo concentrato sui ballerini e intento ad ascoltare ciò che Rebecca e Baby stanno dicendo a proposito della coreografia, sicuramente complimenti, non si può dire altro.
 
(So stop it) Stop, you're surrounded
(I got my love) Love all around ya
(One wrong move) Move and I'll down ya
And that'll end ya
You should surrender
You'll never win
Unless you give in
 
Distolgo lo sguardo quando un noto fastidio al centro del petto torna a solleticarmi.
Mi ero ripromessa di non lasciarmene più sopraffare, anche perché diciamocelo, è a dir poco patetico dopo quasi due anni, ma ciò su cui poso gli occhi non mi fa sentire meglio.
Non mi fa sentire meglio vedere Pen così, chiaramente in sofferenza, incapace di smettere di guardare Lamy.
Perché anche se lo ha sempre saputo lo sta realizzando anche lui ora, che essere una coppia di ballerini non implica niente.
 
(So stop it) Stop, you're surrounded
(I got my love) Love all around ya
(One wrong move) Move and I'll down ya
And that'll end ya
You should surrender
You'll never win
Unless you give in
 
Gladius e Violet mi passano davanti ostruendomi la visuale.
Con una serie di rapidissimi chaines Violet torna verso di lui e si lascia andare, aggrappandosi al suo collo, mantenendo il corpo teso per permettergli di trascinarla verso un lato del palco, prima di prendere a vorticare, sollevandola.
È tutto lavoro di muscoli e addominali quello, Violet ha le gambe dritte come un fuso, Gladius la tiene su con un braccio solo e Sanji  è fuori di sé perché sono così vicini i loro volti.
 
(Stop, baby, stop) Stop, you're surrounded
(I got my love) Love all around ya (All around you)
Move and I'll down ya
And that'll end ya
You should surrender
You'll never win
Unless you give in
 
La rimette giù ripartendo subito con un’ultima serie di incroci complicatissimi che fatti da loro sembrano semplici come una diagonale di grand battements.
Lo sconforto mi pervade nel chiedermi se mai riuscirò a trovare quell’intesa con Sabo  e mi impongo a fatica di non tornare a cercarlo con lo sguardo.
Mi concentro su Violet che muove le spalle mentre Gladius le fa inarcare la schiena, prima di dare un calcetto e partire con gli ultimi volteggi.
 
(So stop) Stop, you're surrounded
(I got my love) Love all around ya (All around you)
Move and I'll down ya (Uh-uh-uh)
And that'll end ya (Uh-uh-uh!)
You should surrender (Uh-uh-uh!!)
You'll never win
Unless you give in
So won't you give our love a chance?
 
Violet gira intorno a Gladius passandogli una mano sulle spalle prima di allontanarsi con dei rapidi soutenue, mentre lui posa un ginocchio a terra e le afferra un lembo dei pantaloni, facendola tornare indietro.
Si alza in piedi e subito Violet si aggrappa alla sua spalla e alla sua mano, lasciandosi condurre nell’ultima, forsennata e assolutamente perfetta sequenza, in cui si incrociano e riuniscono con una precisione micidiale.
Non è una coreografia, è un autentico spettacolo questo.
Si bloccano al centro della sala sull’ultimo accento, respirando affannati ma felici e sorridenti e un boato di applausi si alza mentre la musica scema lentamente.
Mi unisco agli altri, senza riuscire a metterci l’entusiasmo che vorrei.
Perché gli unici che non stanno battendo le mani sono Sanji e Pen.
E io non riesco davvero a sopportare quella sua espressione delusa. 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Luna grazie di cuore per le recensioni e il supporto.
E grazie a chi mi sprona a continuare.
 



[Represent Cuba - Orishas] 

-Lasciala Pen!- esclama Ace quando lo vede chinarsi per fermare la traccia del CD che segue quella della coreografia di Gladius e Violet.
Lo guardo annuire apatico, ancora seduta accanto a Shirahoshi e il cuore mi si stringe ma non posso non sorridere quando vedo Violet avvicnarsi a Sanji, ancora imbronciato e scontroso e parlargli con un sorriso dolce, mentre gli passa le mani sulle spalle.
 
Hey, mi musica
Represent, Represent, Cuba,
Orishas underground de Havana
 
Poche parole ben calibrate ed eccolo seguirla al centro della pista, raggiungendo Bonney ed Ace che si strusciano già tra loro, senza malizia ovviamente, proprio come Marco e Monet.
 
Represent, Represent, Cuba,
Hey, tu musica
Te quiero Havana,
The rhythym' pumping in my heart,
In La Rosa we dance to the tempo of the
love, boy,
 
Gladius si avvicina a Nojiko e le porge una mano, che lei afferra senza esitazione lasciandosi tirare su, mentre anche Franky e Baby si portano al centro della pista e tutta la loro rivalità si dissolve a ritmo di musica.
Sembra di essere stati catapultati in un locale latino, di quelli dove fa tanto caldo e c’è poco spazio e ballare significa stare pelle contro pelle, mischiando sudore e passione.
 
Your hip's making a shift,
and you fall deep into its spell,
let your body talk, till voice in you
says,
say baby
 
Ed è esattamente quello che trasmettono Chopper e Shirahoshi, che si cercano con gli occhi e si accarezzano i dorsi del naso a vicenda, ballando schiena contro torace, e Nami e Zoro.
Li osservo e un sorriso mi increspa le labbra, ripensando a che disastro era Zoro due anni fa e a come invece adesso si muove bene e perfettamente in sincrono con lei.
 
I'm the one you find deep in that move,
that drives your body and your senses,
I'm the heat inside,
when rhythym and love collide,
Cuba, let me introduce myself
Cubaaaaaaaaaaa!
Represent, Represent, Cuba,
Orishas underground de Havana
 
Hanno un modo di amarsi così fisico, che vederli ballare insieme è qualcosa di veramente unico.
Sento che la musica mi sta entrando sotto pelle e le gambe mi fremono per la voglia di ballare.
È più forte di me, mi giro a cercarlo, mi giro stupidamente, aspettandomi chissà che e vedendolo invece voltare il capo, evitarmi persino con lo sguardo e poi chiedere a Rebecca di ballare.
Non mi stupisce davvero, in  fondo.
Lo so, lo sento chiaramente quando facciamo le lezioni di passo a due, che non riesce e non vuole ballare con me e a farmi più male è che questo sta rovinando la nostra amicizia, amicizia mantenuta a caro prezzo e lottando contro i miei sentimenti anche se, certo, lui non lo sa.
 
Represent, Represent, Cuba,
hey, mi musica
 
Represent, Represent, Cuba,
Orishas underground de Havana
Represent, Represent, Cuba,
hey, tu musica
 
Quando torno a guardare di fronte a me anche Lamy e Robb si sono uniti agli altri e mi rendo conto solo ora che qualcuno ha spento metà delle luci della sala creando un’atmosfera ancor più suggestiva.
Ma anche nella penombra non mi sfugge il movimento ai margini del mio campo visivo che mi avvisa che Rebecca ha accettato la proposta di Sabo e io lascio la delusione fluire cercando di liberarmene subito.
 
Ven que te quiero cantar de corazn asi
La historia de mis races
Rumba son y guaguanco todo mezclado
Pa' que lo bailes tu
Mira, ay quien no baila en la habana
 
È Law a venire inaspettatamente in mio aiuto quando lo vedo avvicinarsi a Kaya e, con un ghigno gentile e, ammettiamolo, dannatamente sexy, invitarla a ballare.
La vedo andare a fuoco, lei che si imbarazza persino per i complimenti di Usopp, figuriamoci davanti a uno come lui, ma inaspettatamente annuisce e in fondo non mi stupisco perché questa musica è molto più che trascinante.
È quasi ipnotica e ballare non è una scelta ma diventa una necessità.
Ed è quando Law si sposta verso gli altri che i nostri sguardi si incrociano e lui subito indica la pista da ballo con un cenno del capo, facendo ondeggiare appena il ciuffo rosso.
E finalmente sorrido.
Perché sì, ho voglia di ballare.
E sì, ballare con Pen è dannatamente bello visto che è in grado di farti fare qualsiasi cosa.
 
I'm the one you find deep in that move,
that drives your body and your senses,
I'm the heat inside,
when rhythym and love collide,
Cuba, let me introduce myself
Cubaaaaaaaaaaa!
 
 
Mi alzo in piedi e lo raggiungo, aderendo a lui senza esitazione, prendendo subito a muovere il bacino a ritmo di musica, senza preoccuparmi di non strusciarlo troppo contro il suo.
È così che si balla questa canzone, è sensuale, è così che tutti la stanno ballando, tranne Kaya e Law.
Pen si sporge appena all’indietro a cercarmi con gli occhi, accigliato.
-Koala che ti prende?!- domanda, preoccupato.
Non so bene a cosa si riferisca ma subito scuoto di nuovo la testa.
-Niente Pen! Ho solo voglia di ballare!- affermo, sapendo di mentire.
Mi ghigna storto e una strana luce gli accende di colpo gli occhi verdi.
-Bastava dirlo-soffia e io sgrano appena le iridi.
 
Represent, Represent, Cuba,
Orishas underground de Havana
Represent, Represent, Cuba,
Hey, mi musica
 
Non so come giro sotto al suo braccio e mi ritrovo con la schiena all’indietro e una gamba intorno alla sua vita.
Mi ritiro su e i nostri nasi si sfiorano, mentre la manica della mia maglia cade, denudandomi la spalla, e io sorrido.
Pen mi stringe, obbligandomi a seguire il suo corpo, e io lo lascio fare, arrendendomi a lui e alla musica.
 
Represent, Represent, Cuba,
Orishas underground de Havana
Represent, Represent, Cuba,
Hey, tu musica
 
Aderisco al suo torace con la schiena e piego le ginocchia, accarezzandolo con il mio corpo, mentre lui fa altrettanto con il suo palmo e il mio costato, senza perdere il contatto visivo.
Mi riafferra per la vita, facendomi girare ancora e ancora prima di un altro cambré, al ritorno del quale mi obbliga ad avvinghiargli un braccio intorno al collo.
 
Asi que mueve, mueve tu culete
a mi son como un chupete
Shake it, shake it,
trae queque, my flow
My life, my style,
sete peque, aqui mi ruso con el prete
aqui la cucu con el pepe
sientate, relajate,
escucha esto que ponemos
un poco de tó, de musica cubana,
rumba y sentimiento
cambio si, orishas,
move your body
Move your body, body,
Move your body, body
 
Spinge il suo bacino contro il mio per guidarmi in questa lentissima salsa, che ci sta isolando da tutto e da tutti.
Sono mesi che non ballo così, assolutamente senza pensieri.
Non m’importa di niente che non sia la canzone e Pen, che ora mi accarezza una guancia con il dorso della mano, con una malizia negli occhi che manda fuori di testa, malizia che so brillare anche nei miei.
Ho dannatamente caldo, il mio corpo è assolutamente scollegato dal cervello e non voglio che la musica finisca.
Ruoto lentamente la testa e Pen appoggia una mano alla base del mio collo dandomi l’input per farmi girare.
 
Bring down your last defence
Feel your innocence
Slip into the light,
Baby hold on tight
 
Mi blocca a tre quarti avvinghiandomi completamente con il braccio e io disegno un arco in aria con la gamba, piegando il capo all’indietro per cercare i suoi occhi.
Sono totalmente nelle sue mani e non ho paura, perché stiamo solo ballando e mi sento davvero al sicuro con lui, sento che ha voglia di ballare con me e questo mi fa dannatamente bene.
 
Bring down your last defence
Feel your innocence
Slip into the light,
Baby hold on tight
 
Gli giro intorno e mi accorgo che tutti si sono fermati allontanandosi per lasciarci spazio e la cosa mi tocca poco, una volta tanto.
Voglio godermi queste emozioni fino in fondo e dal suo sorriso capisco che lo vuole anche lui.
 
Mmmmmmmmmmh
Mmmmmmmmmmh
Let me introduce myself,
 
Mi appoggio alla sua spalla, abbassandomi con una gamba tesa all’infuori e l’altra piegata.
Gli giro intorno con un paio di soutenue e sento che mi segue con lo sguardo, pronto ad afferrarmi il gomito e trascinarmi di nuovo verso di lui.
 
Cubaaaaaaa
 
Represent, Represent, Cuba,
Orishas Orishas underground de Havana
Represent, Represent, Cuba,
Hey, mi musica
 
Lo raggiungo con un paio di rapidi chaines e affondo le dita nelle sue ciocche rosse mentre lui mi posa una mano sula vita e ci spostiamo per la sala, occhi negli occhi, solo noi due.
È giusto che sia così, è così che dovrebbe essere, con il proprio ballerino.
 
Represent, Represent, Cuba,
Orishas Orishas underground de Havana
Represent, Represent, Cuba,
Hey, tu musica
 
Si blocca deciso e io con lui.
Mi fa fare un ultimo giro e mi ritrovo di nuovo avvinghiata a lui con la gamba, una sua mano sulla coscia e l’altra a sostenermi la schiena, mentre disegno un semicerchio, ruotando lentamente il busto all’indietro.
Mi raddrizzo, ancora persa, quando la musica si interrompe e gli applausi esplodono.
È allora che ci svegliamo, guardandoci a occhi sgranati prima di sbuffare una risata insieme, respirando affannati, sudati ma felici.
Sì, è decisamente così che dovrebbe essere.
Il sorriso mi si allarga ancora di più quando Pen si inchina e poi mi spinge avanti a prendere la mia dose di applausi.
E, finalmente, per la prima volta da molte settimane ormai, mi sento di nuovo pienamente serena e soddisfatta per un passo a due.
 

 
§
 

-Ecco qua! Due mojito, due daiquiri, una piña colada e… il succo al mirtillo per Koala!-
Lancio un’occhiata storta a Nojiko, appena arrivata al tavolo con le nostre ordinazioni.
Lavora come cameriera qui all’Upper Yard e, anche se stasera non è di turno, le hanno lasciato portare il vassoio al nostro tavolo senza problemi.
Ci piace da morire venire qui e ci è sembrato piuttosto ovvio scegliere questo bar per il post-lezione in compagnia di Robb e Gladius.
Ci sembrava assurdo far aprire il Thousand Sunny a Sanji, Zoro e Law, una volta tanto che hanno deciso di prendersi una serata libera, anche perché quando andiamo là, con gli sconti che ci fanno e con quello che mangiano i ragazzi, secondo me, ci smenano e parecchio.
Sorrido appena nel sentire Bonney dare corda a Nojiko sul fatto che sono astemia.
O meglio, non è che sono astemia.
Non mi piace il sapore dell’alcool quindi se proprio devo bere preferisco gli shottini, che si buttano giù in una sorsata e via.
I cocktail comunque non fanno per me.
-Forse è meglio se evita di bere stasera! Mi sa che si è già un po’ ubriacata prima, la ragazza!- continua Bonney lanciandomi un’eloquente occhiata a sopracciglio alzato.
La guardo accigliandomi, fermandomi con il bicchiere di succo a mezz’aria.
Ma di che sta…
Sento le guance andare a fuoco quando capisco che si riferisce a Pen e subito le vedo sorridere, Nojiko e Bonney maliziose, Shirahoshi tra il divertito e il comprensivo.
-Ma che dite!!!- protesto, gonfiando le guance e  sentendo che sto arrossendo ancora di più.
-Oh dai, non essere timida!- mi dice Nojiko, sporgendosi verso di me -Insomma è comprensibile, Pen è così… così…-
-Bello?! Atletico?! Sexy da morire?!- snocciola Bonney, facendo ridere Shirahoshi senza ritegno -E poi quando ti fa ballare è una cosa da smenarci il cervello!- continua convinta, afferrando la cannuccia tra i denti e dedicandosi al suo mojito.
Mi passo una mano tra i capelli, cercando di calmare l’imbarazzo che mi fa sembrare un pomodoro ed è facilmente confondibile come un principio di cotta per il mio improvvisato ballerino, cosa che assolutamente non è.
Pen è un amico, un carissimo amico, un carissimo e molto molto sexy amico che balla divinamente ma pur sempre un amico.
-Dai basta poverina! La stiamo mandando a fuoco!- interviene Shirahoshi e io lancio un’occhiata grata alla mia migliore amica -Lo sappiamo tutte com’è ballare con Pen! Infatti io evito altrimenti sai che film mentali si farebbe Chopper?!-
-Non ce lo vedo tanto Chopper geloso!- afferma Nojiko, addossandosi al tavolo con gli avambracci.
-L’apparenza inganna, fidati!- l’avvisa Shirahoshi prendendo un sorso di piña colada e io riesco finalmente a rilassarmi, sentendo che ormai il discorso non è più incentrato su di me e le possibili reazioni che il mio corpo può avere o non avere avuto prima a lezione.
Faccio una panoramica del locale, individuando nella penombra il resto della nostra compagnia, un po’ sparpagliata in giro.
Rebecca ha accompagnato Baby fuori per fumare una sigaretta, gli insegnanti si sono seduti a un tavolo più ampio vicino al nostro, insieme a Gladius, Sanji, Law, Zoro, Marco e Monet, mentre i ragazzi si trovano attualmente al bancone.
Ad attirare la mia attenzione, però, una volta tanto, non è lui ma due persone in piedi  vicino al muro, che parlano fitto e decisamente troppo vicine.
Lamy e Robb.
Non riesco a spiegarmi che tipo di attrattiva possa avere quel tizio sulla nostra amica.
Lei è così solare, divertente, allegra.
Tutto il contrario di lui che, per carità, avrà anche il fascino del bel tenebroso ma a me da la sensazione di essere un saccente pieno di  sé.
Certo, può anche darsi che mi sbagli.
-Dopo comunque mi spieghi cosa ti è preso-
La voce di Shirahoshi sussurrata al mio orecchio mi fa sobbalzare appena e girare verso di lei, che si è sporta con il busto alla ricerca di un momento di intimità con me.
Scuoto appena la testa, presa in contropiede.
-Spiegarti cosa?!- domando un po’ stranita e lei mi guarda come a voler dire di non prenderla in giro.
-Ma hai una vaga idea di come avete ballato?!-
Sgrano gli occhi incredula, non riuscendo a capacitarmi di ciò che sembra stare insinuando.
-Shirahoshi lo sai che tra me e Pen non…-
-Non sto dicendo che provi qualcosa per Pen! So che non è così e non è quello il punto! Vorrei capire che problema hai con Sabo! Non ti ho mai vista ballare così con lui! Anzi a dire il vero quando ballate insieme non vi si può vedere!- dice senza troppi giri di parole, diretta come solo con me riesce a essere.
Trattengo un attimo il fiato, sentendo la delusione impadronirsi di me, ma non mi arrabbio con lei.
Sa che è un tasto delicato ma sa anche che solo parlandone posso sentirmi meglio, anche se all’inizio è inevitabile stare anche peggio.
Serro la mascella, tornando a voltarmi e cercando lui stavolta.
Lo vedo ridere al bancone, insieme a Pen e Chopper, per chissà quale uscita di Franky e deglutisco prima di confessare il problema alla mia migliore amica.
-È lui che non vuole ballare con me!- butto fuori mentre mi giro a guardarla, trovandola sbalordita -Non… Non è che me lo ha detto ma lo capisco, lo sento. È come se ce l’avesse con me- proseguo, stringendo appena il bordo del tavolo con le dita.
-Ma non capisco!- protesta Shirahoshi scuotendo la testa -Siete amici da sempre! Perché dovrebbe avercela con te?!-
Punto gli occhi sulle ginocchia mentre un amaro sorriso mi piega le labbra per poi tornare a guardarla negli occhi.
-Perché non sono Perona…-
La mia amica rimane zitta, sbattendo le palpebre, non sapendo che dire.
La vedo aprire la bocca ma non fa in tempo ad articolare nulla.
-Allora che ci siamo perse?!- domanda Baby, sedendosi al tavolo insieme a Rebecca.
Sembra avere gli occhi lucidi e arrossati, come se avesse pianto, e subito cerco con lo sguardo Rebecca che però scuote la testa, come a dire che ne parliamo più tardi, facendomi sospettare che c’entri di nuovo quello stronzo del suo ragazzo.
Mi domando come faccia Baby a stare ancora con lui, visto come la tratta.
-Niente di che! Parlavamo di Pen!- la informa Nojiko con una scrollata di spalle.
-Baby tutto bene?!- interviene preoccupata Bonney, posandole una mano sul polso.
Baby deglutisce pesantemente prima di mettere su un forzato sorriso.
-Ma certo!- esclama con decisione e vivacità, prima di accigliarsi guardandosi intorno -Ma dov’è Lamy?!-
Una muta comunicazione passa tra noi prima che Nojiko indichi con un cenno del capo l’assente all’appello.
Pochi attimi e ci ritroviamo tutti a fissare Lamy che ride divertita per chissà quale affermazione così divertente possa mai avere prodotto il cervello di un tizio del genere.
-L’abbiamo proprio persa eh?!- domanda atona Baby.
-Già- risponde altrettanto atona Bonney mentre io mi lascio andare ad un sospiro.
-Ma dai ragazze, diamogli il beneficio del dubbio! Lo abbiamo appena conosciuto, magari non è così male!- interviene Rebecca, sempre incline a cercare qualcosa di buono in tutti.
Percepisco che si sono girate tutte verso di lei, mentre io rimango con lo sguardo fisso sul resto del locale.
-Non è Lamy a preoccuparmi al momento, comunque!- affermo e ora sento i loro sguardi su di me.
-Di che parli?!- domanda Shirahoshi e io imito Nojiko, indicando con un cenno del capo il bancone.
-Di Pen!-
Le sento sporgersi e voltarsi verso la direzione indicata e quando torno a guardarle capisco che non è necessario aggiungere altro.
Perché per l’ennesima volta stasera Pen ha perso il sorriso, anche se si sforza di non darlo a vedere, e per quanto sembri coinvolto dai suoi amici continua a lanciare insistenti occhiate a Lamy.
E i suoi occhi, purtroppo, parlano per lui.
 

 
***
 

-E tu che ne pensi, Pen?!-

-Pen?!-
Una mano si posa sulla mia spalla in un a leggera pacca, riscuotendomi.
-Eh?! Come?!- salto su, tornando a guardare i ragazzi che si scambiano poco discrete occhiate tra loro.
-Stai bene?!- mi domanda Chopper, cauto.
-Ma certo!- esclamo immediatamente, forse un po’ troppo in fretta, portandomi una mano a massaggiarmi il retro del collo e guadagnandomi un’occhiata eloquente da Sabo.
Sa che sto spudoratamente mentendo e la cosa non mi stupisce affatto.
Se n’è accorto pure Franky!
-Fratello su! Un po’ di vita!- mi dice adesso, dandomi una pacca molto più potente di quella di Chopper, mozzandomi il respiro -Non ti abbattere! Stasera hai fatto faville con Koala!- aggiunge, dandomi di gomito e ammiccando.
Sgrano gli occhi, colto alla sprovvista.
Ma di che parla?!
-Abbiamo solo ballato!- gli faccio notare.
-Ah beh! Se quello è solo ballare!- commenta Chopper, sorseggiando il suo cuba libre.
Mi giro un po’ sconvolto verso di lui e non mi sfugge l’occhiata di Sabo, lievemente infastidita per non dire assassina.
-Insomma a me e Shirahoshi capita di ballare così quando siamo da soli e poi di solito finiamo per… insomma… mi sono spiegato no?!-
Sbatto le palpebre un po’ sotto shock, non so se per l’audacia dimostrata da Chopper che non sembra quasi più nemmeno lui o se per quello che stanno insinuando.
Io… L’ho solo fatta ballare come faccio con tutte!
Non era mia intenzione… non volevo certo…
Cerco Sabo con gli occhi, agitato, cercando di comunicargli che mi dispiace.
Mi sono accorto che sta male per quel muro che si sta formando tra lui e Koala e l’ultima cosa che volevo era contribuire al loro allontanamento.
Ma cosa avrei dovuto fare allora?! Lasciarla lì da sola a crogiolarsi nella delusione?!
-…siete Suuuuuuper da vedere quando ballate!!!- sta dicendo Franky a Chopper, mettendosi nella sua solita posa.
-Oh Franky ma cosa dici?!- ribatte il nostro amico, arrossendo e prendendo a gongolare suo malgrado, tornando il Chopper di sempre.
-Ma è vero! Come anche Lamy e Pen e…- prosegue ma si blocca di colpo.
Il silenzio cala per un attimo e anche se si è fermato in tempo la gaffe ormai è fatta.
Perché è palese a tutti che Sabo e Koala non riescono a ballare insieme, anche se non capiamo il perché visto che lo hanno sempre fatto nonostante la ballerina ufficiale del mio migliore amico fosse Perona fino a qualche mese fa.
E ora mi rendo conto di come il mio intervento di stasera abbia messo ancora più in risalto questa situazione.
-Come te e Baby!- intervengo senza pensare, cercando di tamponare là dove posso.
-È vero!- Chopper accorre subito in mio aiuto -Siete perfetti! Un’intesa pazzesca!-
-Mi domando come facciate, visto che litigate costantemente!- si aggiunge anche Sabo alla conversazione, riuscendo a farmi rilassare.
Non sembra più scocciato.
-È lei a essere insopportabile!- commenta un po’ infastidito Franky, facendo scuotere la testa a Chopper e Sabo mentre io rifletto su un dettaglio che non è la prima volta che noto, quando si parla del difficile rapporto tra Franky e Baby.
Mi dicono che sono bravo a leggere le persone e io non so se sia vero ma so che a volto colgo dei dettagli che ad altri sfuggono e non posso fare a meno di esporli quando ne ho l’occasione.
-Sai Franky, secondo me Baby soffre molto- dico senza pensarci troppo, ottenendo tutta la loro attenzione.
-Che vuoi dire fratello?!- si acciglia subito.
-Non lo so, quando si arrabbia e se la prende con te… a me sembra che ce l’abbia con qualcun altro ecco! È come se tu fossi la sua valvola di sfogo e al tempo stesso qualcuno a cui aggrapparsi e questo spiegherebbe anche perché quando ballate non avete nessun tipo di problema!- concludo, stringendomi nelle spalle.
Il silenzio che segue la mia teoria mi imbarazza appena e mi concentro sul mio screwdriver, avventandomi sulla cannuccia.
-Sia come sia- riprende la parola Sabo, riflettendo e lanciando un’occhiata al tavolo delle ragazze, intente a ridere e scherzare tra di loro -Io dico che chi disprezza compra-
Sorseggiamo i nostri cocktail, in attesa.
E nessuno dei tre riesce a trattenere un sorriso quando Franky si gira a cercarla con lo sguardo. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Osservo Rouge che mi versa una tazza di caffè mentre sbocconcello una fetta biscottata con la marmellata di arance amare.
Non potendo fermarci a pranzo stamattina io e Ace siamo venuti da lei a fare colazione, per passare un po’ di tempo insieme, come una famiglia.
Come due anni fa, con le prove dello spettacolo il tempo scarseggia ma per lei ne troviamo sempre, perché è la madre migliore che si possa desiderare.
-Allora come vanno le prove?!- domanda guardando alternativamente me e suo figlio.
Ace si strofina il naso lentigginoso prima di stringersi nelle spalle e allargare uno dei suoi sorrisi mozzafiato, uno di quelli da farti dispiacere che sia gay.
Una volta gli ho detto che piuttosto che vedere perduti quei geni gli faccio da madre surrogato per un bambino. Prima di conoscere Zoro ovviamente.
-Come al solito, tra alti e bassi!- risponde prima di lanciarmi un’occhiata -C’è giusto qualche problemino con una coppia e con Robb-
-Il ragazzo americano?!- domanda Rouge, aggrottando le sopracciglia.
Ace annuisce prendendo un sorso di caffè.
-Tende a fare di testa sua e ascolta solo Gladius che però non è qui in qualità di insegnante e non vuole toglierci autorità! E poi sembra non andare molto d’accordo con Pen!- aggiunge, cogliendo sua madre ancora più di sorpresa.
-Ma Pen è un ragazzo così tranquillo!- esclama, quasi incredula.
-Non è che non vadano d’accordo per semplice antipatia…- comincia Ace un po’ titubante.
Rouge si gira a guardarmi e io mando gli occhi al cielo.
Non so perché gli uomini abbiano così tanti problemi a parlare di queste cose, non lo capirò mai.
-È per Lamy! Sembra essere molto interessata  a Robb e Pen tende a essere iperprotettivo con lei! E manco a farlo apposta li abbiamo messi a ballare una coreografia dove se la contendono!- intervengo con decisione.
-Non è che c’è sotto qualcosa di più?!- domanda indagatrice e stavolta sono io ad aggrottare le sopracciglia.
-Ma no! Non direi proprio! Insomma, Pen è cotto di Margaret da sempre, lo sappiamo tutti!-
-Ma Margaret ora non è qui e Pen balla con Lamy da un anno e mezzo ormai!- ci fa notare Rouge, alzando un sopracciglio.
Io e Ace torniamo a guardarci, presi in contropiede da questa eventuale possibile interpretazione che finora non avevamo considerato, rendendoci conto che dopotutto non è così assurda e fuori dal mondo.
La vedo sorridere appena con la coda dell’occhio, prima di addossarsi al tavolo con gli avambracci.
-E la coppia?!- s’informa, sempre premurosa e attenta alle problematiche della scuola.
Stavolta è il mio turno di sospirare.
-Sabo e Koala- ammetto con dispiacere -Sono un disastro, non riescono a trovare un briciolo d’intesa e non riusciamo a capire come mai dal momento che hanno già ballato insieme!-
-Beh da quanto mi avete detto le coreografie di quest’anno richiedono una certa intimità! Non è facile per tutti!- ribatte con ragionevolezza e stavolta è Ace a intervenire.
-Ma è strano! È come se fossero arrabbiati tra di loro! E ormai non si parlano quasi più!- afferma convinto, senza cercare la mia approvazione.
Sa che la penso come lui e poi ne abbiamo già parlato.
-Beh anche nel loro caso ci sarà sotto qualcosa di più!-
-Ma da non riuscire a ballare?! Ci riescono persino Franky e Baby! Non sono più dei ragazzini!-
-Vent’anni non è un’età facile!- gli fa notare Rouge, con uno sguardo di lieve rimprovero.
-Sì ma non è più nemmeno piena adolescenza!-
Lo capisco dal sorriso che le increspa le labbra e dallo sguardo che gli rivolge cosa sta per dirgli e comincio già a ghignare quando la vedo sporgersi verso di lui per dargli un’affettuosa carezza.
-Amore mio, tu avevi vent’anni quando mi hai detto che eri gay e non ci hai dormito per giorni anche se io lo avevo già capito!-
Ace s’imbroncia mentre io scoppio a ridere divertita, guadagnandomi un’occhiataccia dal mio migliore amico mentre Rouge s’informa sulla salute di Marco.
-E con Zoro?! Tutto bene?!- si rivolge poi a me, posandomi una mano sul polso.
Io mi illumino e sorrido radiosa mentre annuisco felice.
Sono così innamorata di lui che ancora non mi sembra vero.
-Andiamo alla grande!- affermo e Rouge sorride felice.
-Bene!- mormora, appoggiandosi alla sedia -Allora quando me lo fate un nipotino?!-
Strabuzzo gli occhi, strozzandomi con il caffè.
Ho… Ho sentito bene?!
Ma scherza vero?!
-Come dici?!- m’informo, casomai me lo fossi immaginato.
-Oh dai! Siete il ritratto della felicità, non dirmi che state insieme da troppo poco, si vede che siete anime gemelle! E poi Sanji e Violet non sono stati lì a farsi troppi problemi!-
-Ma Leo non lo hanno cercato! E poi… Insomma…- boccheggio alla ricerca di un valido motivo per cui io e Zoro non dovremmo procreare.
È il turno di Ace di ghignare divertito e il mio di fulminarlo con lo sguardo.
Stavolta mi ha messa con le spalle al muro.
-Noi… non ne abbiamo mai parlato ecco!-
-Beh dovreste! Anche perché se aspetto loro due…- indica con un cenno del capo suo figlio che, di nuovo tirato in causa, sgrana gli occhi soprattutto quando sente cosa sua madre ha da aggiungere con un candore da fare spavento -È un vero peccato che tu sia gay, Ace, perché se Marco fosse una ragazza a quest’ora sono certa che avrei una nidiata di nipotini!-
-Mamma!!!- esclama sconvolto, deglutendo poi a fatica per l’imbarazzo.
Mi cerca con gli occhi e tra noi passa una muta comunicazione.
-Oh ma tu guarda!- esclamo con fare un po’ teatrale -Come vola il tempo! È già ora di andare!-
Ci alziamo in simultanea, raccogliendo le nostre cose, baciando Rouge sulla guancia, mentre lei rimane al tavolo, fissandoci sorniona.
-Vi voglio bene ragazzi!- ci dice mentre ci affrettiamo verso la porta.
-Anche noi!- rispondo per entrambi prima di uscire e chiudere l’uscio con un tonfo sordo.
Restiamo sul pianerottolo a fissarci qualche istante, sentendoci noi ora gli adolescenti alle prese con i primi discorsi di educazione sessuale.
-Non dire niente!- lo ammonisco puntandogli contro l’indice.
-Puoi stare tranquilla!- mi rassicura, ancora lievemente sconvolto, prima di avviarsi per le scale.
Le imbocco dietro di lui e sobbalzo quando mi accorgo che, senza pensare, mi sono portata amorevolmente una mano alla pancia.
 

 
§
 

Mi tampono il sudore mentre respiro con la bocca lievemente schiusa, scostandomi qualche ciocca rosa che mi si è attaccata alla pelle appiccicaticcia.  
Recuperando ossigeno, mi sposto lungo il bordo della sala per raggiungere la mia bottiglietta d’acqua, senza staccare gli occhi da loro.
Sto pregando silenziosamente che questa prova vada bene, non so nemmeno più se per il bene della coreografia o per il loro.
Abbiamo appena finito di provare senza i passaggi di coppia, con la scusa di vedere il balletto nel suo insieme ma adesso dobbiamo provare anche le parti mancanti e tocca a Sabo e Koala.
Anche se nella coreografia sono la prima coppia, Nami ha cercato di tirare in là sperando si riuscissero a rilassare, dando la precedenza agli altri, eccezion fatta per me Marco e Monet.
Non mi aspettavo che avrebbero affidato a me la parte di Velma, credevo avrei fatto la ballerina di appoggio, invece a quanto pare ci hanno tenuto a darmi più visibilità.
D’altra parte, a partire dall’anno prossimo, Marco e Monet diventeranno ufficialmente insegnanti della scuola, che si sta allargando sempre più, e non gli pesa avere un ruolo un po’ più secondario in questo spettacolo.
Raggiungo la mia bottiglia d’acqua, di fianco a Pen, seduto per terra, alla sinistra di Lamy e parzialmente infossato nel muro, che guarda con altrettanta apprensione la schiena di Sabo e Koala, visibilmente tesa e agitata.
Mi piego a recuperare la mia bevanda prima di sedermi accanto a loro e prenderne un sorso.
-Com’è?!- domando cauta.
L’ho visto da me come hanno ballato le parti uguali per tutti ma non si sa mai che mentre ero impegnata anche io non si siano un po’ sciolti e siano migliorati.
Pen e Lamy, invece, non prendono parte a questa coreografia e stanno guardando tutto da esterni.
E, con mio grande dispiacere, lui si volta a guardarmi e lei si sporge appena in avanti, entrambi con la stessa espressione sul volto.
Un’espressione tra il dispiaciuto e il rassegnato.
Storto la bocca in una piccola smorfia e torno a focalizzarmi su di loro che stanno provando senza neanche la musica, incrociando lo sguardo di Nojiko, in piedi vicino a Franky e Baby, tutti e tre demoralizzati quanto noi.
La verità è che sono un disastro.
Un vero disastro.
Sembra che non sappiano nemmeno dove mettere le mani uno sull’altro, che abbiano paura di toccarsi, e non me lo spiego, nessuno di noi se lo spiega.
Capirei un po’ di iniziale imbarazzo da parte di Koala, considerato quello che prova da sempre per Sabo ma la cosa qui ha raggiunto livelli tragici.
E dopo averla vista ballare con Pen l’altra sera, me lo spiego ancora meno.
Se la cavano meglio Nojiko con Gladius e Rebecca con Robb, con cui è la prima coreografia che fanno!
Vedo Nami passarsi indice e pollice sugli occhi, cercando poi Ace che si stringe nelle spalle, senza sapere cosa dire.
-Okay ragazzi, tranquilli, magari dopo ci fermiamo cinque minuti a studiarla un attimo meglio vi va?!- li interrompe Nami con un sorriso incoraggiante, facendoli annuire piano e ponendo fine a questa tortura -Bonney, Monet, Marco, possiamo provare la vostra?!- domanda, con sguardo quasi supplice.
Mi tiro su, stringendo meglio la coda alta in cui ho raccolto i miei capelli rosa.
Mi posiziono al centro della sala, fronte allo specchio ascoltando attentamente la musica per non sbagliare l’attacco.
 
My sister Veronica and I had this double act
and my husband Charlie travelled around with us
now for the last number in our act we did these 20 acrobatic tricks in a row
 
Cammino sensuale per raggiungere Marco e Monet, che senza la penombra che ci sarà poi sul palcoscenico sembrano due belle statuine, recitando in playback la mia parte.
 
1, 2, 3, 4, 5, backflips, flipflops splits, spread eagl…
 
Mi volto di un quarto, fissando il nostro riflesso, prima di posare le mani sulle spalle di Marco, avvicinando i nostri bacini e calandomi il più possibile nella parte, concentrandomi per coordinare corpo e bocca, quando la musica si interrompe di botto.
Ci immobilizziamo così come siamo, guardando interrogativi verso Nami, che si gira a sua volta verso Ace, che si stringe nelle spalle alzando le mani ai lati del viso a dimostrare che lui non c’entra nulla.
-Oh non dirmi che si è bloccato di nuovo lo stereo!- esclama quasi disperata Nami, alzando appena le braccia prima di farle ricadere e picchiarsi le cosce a palmo aperto.
-Tranquilla, Raggio di Sole! Se si è bloccato lo sblocchiamo come al solito!- le sorride incoraggiante Ace, non riuscendo comunque a non farla sospirare.
-Okay ragazzi! State fermi lì che facciamo in un attimo!- ci dice, correndo poi verso Ace che si è già accovacciato accanto allo stereo.
La osservo sbuffare sollevando in parte la frangetta, mentre abbasso il braccio che Marco mi teneva sollevato dal polso, posandolo sulla sua spalla e incrociando i suoi occhi.
-Giornatina rilassante!- commento, riferendomi soprattutto a Nami che già a inizio lezione sembrava strana e tesa.
Suppongo le stia arrivando il ciclo.
-Speriamo che Ace non s’addormenti mentre cerca di sistemare la cassa se no è la volta buona che gli provoca un trauma celebrale- afferma Marco, atono e inespressivo come sempre ed è allora che succede.
Un risatina a bocca chiusa, che libera comunque un’ondata di menta mista a qualcosa di acidulo, quasi agrumato, che mi investe e mi solletica il collo, facendomi rabbrividire.
Volto il viso per trovare quello di Monet a pochi centimetri dal mio e il suo odore mi invade le narici, dandomi un lieve capogiro.
Improvvisamente divento pienamente consapevole della sua mano ancora posata sulla mia coscia e deglutisco a vuoto, non riuscendo a impedirmi di studiarla rapita.
Mi domando se sia sempre stata così bella, la carnagione algida, gli occhi dorati che contrastano con il colore frizzante dei suoi capelli, ora tirati su un po’ disordinatamente, le ciglia lunghissime.
Mi sento come se la sala prove si fosse ridotta a uno stanzino per le scope dove ci siamo trovate chiuse dentro, mi dimentico persino di Marco di fronte a me, schiudendo di più le labbra, in debito di ossigeno.
Ma cosa diavolo mi prende?!
Scuoto decisa la testa per reagire, sbattendo più volte le palpebre e tornando a voltarmi bruscamente verso Marco, che solleva un sopracciglio.
Mi rendo conto di avere il volto in fiamme e mi asciugo una guancia con la spalla, mormorando che ho un gran caldo, sperando che se la beva.
Perché mi sento così strana?!
Perché la mia pelle sta andando a fuoco proprio dove il palmo di Monet mi sta toccando?!
Perché questa sensazione assomiglia pericolosamente a eccitazione e attrazione?!
Non ha senso! Proprio no!
A me piacciono gli uomini!
Uomini alti e muscolosi, prestanti, instancabili, possibilmente ben dotati!
Tipo Zoro!
Scuoto di nuovo la testa.
Okay no, questo non avrei dovuto pensarlo, soprattutto non trovandomi a pochi metri dalla sua compagna, soprattutto vista la fatica fatta per disinnamorarmi di lui.
Ma ciò non toglie che sia questa la verità.
Io sono etero.
Etero!
Non lesbica!
-Tutto a posto Bonney?!-
La sua voce mi raggiunge e mio malgrado mi ritrovo a fremere e a voltarmi di nuovo, stupidamente, verso di lei.
Mi guarda preoccupata e io perdo l’uso della parola, deglutendo ancora e limitandomi ad annuire.
Mi sembra di essere sul punto di esplodere quando finalmente la musica riparte, risvegliandomi e salvandomi  da qualunque cosa mi stia succedendo.
Torno a concentrarmi sulla coreografia, senza dare il tempo a Nami  di chiederci di ricominciare, lasciando basiti tutti quanti ma infischiandomene.
Devo farla fuori e uscire di qui il prima possibile.
Ed è esattamente ciò che faccio, non appena il nostro pezzo giunge al termine.
Mi allontano da loro due, sudando non so più se per lo sforzo fisico o cosa, e mi scuso dicendo che devo andare in bagno, raggiungendo lo spogliatoio in trenta secondi netti.
Mi precipito verso il lavandino, sciacquandomi ripetutamente la faccia e il coppino, per rinfrescarmi, cercando di calmare il mio cuore impazzito.
Mi passo una mano sulla fronte
Tutto questo è assurdo!
Non può essere quello che penso, non può!
Insomma io sono cresciuta con Nojiko, è da sempre la mia migliore amica, da piccole facevamo il bagno insieme, a volte pure la doccia per risparmiare tempo nemmeno troppi anni fa…
Se… Se fossi lesbica me ne sarei accorta, voglio dire Nojiko è gnocca!
Ma per tutti i Kami, cosa sto dicendo?!
Okay, Bonney, calma!
Prendo un profondo respiro, appoggiandomi al lavandino, lasciando cadere il capo a peso morto.
Una mano si posa tra le mie scapole e io sobbalzo come se mi avessero puntato una pistola alla tempia, prima di pietrificarmi quando metto a fuoco Monet accanto a me.
-Sei sicura di star bene?!- domanda corrucciata -Sei così pallida- mi fa notare ma io sono troppo impegnata a tenere a bada il calore che si sta propagando in tutto il mio corpo prendendomi soprattutto le gambe.
Scatto come scottata, allontanandomi da lei e passando una mano sui capelli tirati indietro e sudati.
-Oh sì! Sto… sto bene! Benone!- mento, senza riuscire a nascondere l’agitazione -Solo un po’…- mi interrompo deglutendo e cercando le parole -Il caldo sai!- esclamo colta da improvvisa ispirazione, facendomi aria con la mano.
Monet mi guarda fissa, studiandomi attentamente, e io mi sento sciogliere sotto quello sguardo dorato e penetrante, le gambe improvvisamente molli.
Poi, fortunatamente, prima che io faccia qualcosa di molto stupido e irreparabile, si stringe nelle spalle.
-Okay- mormora non del tutto convinta, girandosi verso la porta -Io torno di là ma…- si blocca con una mano sulla maniglia e mi guarda.
Trattengo il fiato nel notare la luce maliziosa che le accende gli occhi.
-Se hai bisogno di qualcosa chiamami- conclude, con un sorrisetto che è tutto un programma.
Esce dallo spogliatoio e io rimango immobile a fissare a occhi sgranati il punto dove si trovava poco prima per un tempo indefinito.
Porto una mano a strofinarmi il viso mentre la consapevolezza che ho un grosso problema da gestire si impadronisce di me. 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Tamburello impaziente sul volante, lanciando un’occhiata quasi infastidita all’orologio del cruscotto.
Sono in ritardo e questo dannato semaforo non si decide a scattare, facendomi imprecare mentalmente contro chiunque sia a decidere della posizione dei semafori e della durata della luce rossa.
Non capisco davvero a cosa possa servire in questa strada sperduta, dimenticata da tutti, isolata dal mondo, il luogo perfetto per un assassinio, da cui però mi vedo purtroppo costretta a dover passare per raggiungere la scuola, uno dei contro di avere i genitori ricchi e vivere in un villone immerso nel verde, un po’ fuori città.
Basterebbe uno stop e giusto per essere prudenti perché tanto da qui passa una macchina ogni morte di papa.
Mi guardo intorno valutando se ignorare il semaforo e avanzare lentamente ma, per quanto non sia una pessimista, non vorrei mai che un camion decidesse di arrivare a tutta velocità proprio ora, colpendo in pieno la fiancata della mia Mikan e spendendomi all’ospedale se non all’altro mondo.
È che, porca miseria, stasera proprio non ci voleva!
Volevo parlare con Bonney e sono partita così tardi che probabilmente questa sarà una delle rare occasioni, da segnare sul calendario, in cui riuscirò ad arrivare dopo di lei, che tra le due è decisamente la ritardataria.
Mi è sembrata così strano l’altro giorno alle prove, soprattutto dopo che è tornata dallo spogliatoio, pochi minuti dopo Monet.
Ho provato a parlarci e lei ha minimizzato dicendo che era solo stanca e vicina al ciclo ma io non me la bevo.
È la mia migliore amica, siamo cresciute insieme, mi basta uno sguardo per capire se mente.
E sono assolutamente determinata ad arrivare in fondo alla questione.
Sono ancora persa nelle mie riflessioni quando mi accorgo che finalmente la luce verde del semaforo-disperso-nel-nulla è scattata.
-Alleluja!!!- esclamo, schiacciando l’acceleratore.
La macchina parte sbuffando ma, fatto neanche un metro comincia ad andare a singhiozzo fino a fermarsi del tutto e spegnersi.
Rimango immobile, fissando il parabrezza con occhi vacui, sbattendo ripetutamente le palpebre.
Che succede?!
Afferro le chiavi infilate nel quadrante e giro, sentendomi sollevata quando la Mikan fa il suo tipico fracasso pre-partenza e tornare a sgranare gli occhi inorridita quando il motore muore nuovamente.
Ci provo ancora e ancora, incitando la mia macchina a ripartire ma è tutto inutile.
Sono bloccata in mezzo la nulla, in un luogo dove non passa mia nessuno e senza nessuno che può venirmi a prendere perché, guarda caso, i miei sono in vacanza.
-Porca di quella…- impreco, sbattendo un palmo sul volante e attivando involontariamente il clacson -Okay, Nojiko, calma!- mi dico ad alta voce, prima di passarmi una mano tra le ciocche lilla.
Cosa posso fare?!
Al di là di tutto, non sono ferma in un bel posto.
Ci scherzo spesso su ma davvero se ora passasse un maniaco qualunque sarei fregata.
Un brivido mi percorre la schiena e lancio un’altra occhiata all’orologio, rendendomi conto che ormai a lezione posso anche scordarmi di andare, nonostante mi renda conto non sia certo questo il mio più grosso problema la momento.
Ora devo capire come levarmi da qui prima che faccia buio, tanto per cominciare.
Poi, male che vada, più tardi chiamerò a scuola per spiegare come mai non sono andata alle prove.
Come lo penso mi batto la fronte con il palmo.
Ma quanto sono scema?!
È ovvio che la soluzione è chiamare a scuola!
Non ho nessuno a cui chiedere, figurati se Ace o Pen non si mettono in macchina e vengono a recuperarmi!
Mi allungo verso la borsa di danza e rovisto alla ricerca del cellulare, che trovo dopo qualche difficoltà e imprecazione.
Cerco rapida nella rubrica il numero di Nami e lancio la chiamata, guardandomi attorno un po’ in apprensione, mentre aspetto che qualcuno risponda.
-Nojiko?!-
La voce di Violet, interrogativa, mi riscuote.
-Violet! Ciao! Sono rimasta bloccata con la macchina!- le dico senza troppi preamboli.
-Ma è successo qualcosa?! Stai bene?!?!- domanda, la voce appena incrinata da una nota di preoccupazione che mi fa sorridere.
Da quando è nato Leo è diventata ancora più dolce e materna di quanto già non fosse.
-Sì sto bene ma sono tipo in mezzo al nulla e i miei sono via! Non sapevo chi chiamare!-
Da lontana, un po’ ovattata, la voce di Nami che chiede che sta succedendo giunge alle mie orecchie.
-È Nojiko! È bloccata con la macchina!- le spiega Violet staccando appena il telefono dall’orecchio.
Attendo in silenzio qualche istante e dei rumori mi fanno intuire che Violet sta passando il cellulare alla sua legittima proprietaria e a parlarmi ora, infatti, è proprio Nami.
-Ehi Nojiko! Che succede all’auto?!- mi chiede.
-Non lo so! Non parte!-
Provo a girare di nuovo la chiave, casomai decidesse di smentirmi ma niente.
Come prima accenna un rumorino, sobbalza e si spegne.
-Okay tranquilla!- mi rassicura Nami e la vedo sorridere con l’occhio della mente -Ora mando qualcuno a prenderti! Dimmi dove sei!-
Sento la tensione allentarsi e mi concedo un respiro di sollievo, cercando di non farmi sentire.
Non voglio che pensi avessi dubbi al riguardo, sapevo che qualcuno sarebbe venuto qui per me.
Le dico rapida dove mi trovo prima di ringraziarla e chiudere la telefonata.
Accendo la musica e mi rilasso sul sedile, smuovendo appena le spalle e considerando, dopo un’ultima fugace occhiata all’orologio, che, se sono fortunata, non mi perdo nemmeno la lezione.
 

 
§

 
Grugnisco lanciandole un’occhiata di sbieco e trovandola con le braccia incrociate sotto al seno e lo sguardo testardamente puntato fuori dal finestrino.
Ha il coraggio di essere infastidita quando qui l’unico che ne avrebbe il diritto sono solo io!
Se avessi immaginato che avrei avuto a che fare con una fottuta ragazzina viziata non avrei mai accettato di fare questo favore a Nami, quando mi ha chiamato mezz’ora fa per chiedermi se potevo andare a recuperare una delle sue allieve con il rimorchio, in questa cazzo di via sperduta nel nulla.
Non sapevo nemmeno che esistesse!
Da quando abbiamo riallacciato i rapporti con Bibi, due anni fa, io e Killer siamo usciti spesso con lei, quel cazzone del suo ragazzo e le altre due felici coppie cariadenti.
Ci troviamo bene con loro dopotutto, soprattutto io mi trovo bene con Roronoa, che conosce alla perfezione il significato della parola “discrezione”.
Ma con i loro allievi di danza non siamo mai usciti, nonostante ci abbiano invitato qualche volta.
Così quando sono arrivato a prendere sta rompiscatole, non solo ha fatto la difficile per scendere dalla macchina ma mi ha trattato come fossi un maniaco finché non le ho spiattellato sul parabrezza il biglietto da visita dell’officina e a quel punto ha tirato giù il finestrino domandandomi chi diavolo ero.
E poi se l’è pure presa perché a suo dire sono stato sgarbato!
Ma chi cazzo la usa più la parola “sgarbato”?!?!
-Devi proprio soffiare dal naso in quel modo a intervalli regolari?!- mi domanda, girandosi verso di me, altezzosa e scocciata.
Sgrano gli occhi senza staccarli dalla strada, rischiando di accartocciare il volante tra le mani, fuori di me.
Ma questa davvero cerca rogne!
-Senti un po’ ragazzina…-
-No senti tu, Kidd! È Kidd vero?! Non potresti sbuffare meno e accelerare di più?! Rischio di fare tardi!-
Mi giro sconvolto verso di lei, per poi fulminarla con lo sguardo.
 -Sto trainando la tua cazzo di macchina se non te ne fossi accorta!- le dico, omicida e lei solleva un sopracciglio.
-È un modo elegante per dire che questo catorcio non va più veloce di così?!-
-Che cosa?!- domando allibito.
Ma io la ammazzo!
La strangolo a mani nude, questa!
-Capito…- sospira, passandosi una mano sul viso prima di portarla insieme all’altra a sganciarsi bottone e zip dei pantaloni.
Sobbalzo senza più sapere che pensare.
-Cosa diavolo stai facendo?!- domando al limite dello shock, guardando la strada ma non riuscendo a non lanciarle occhiate di striscio per avere conferma che sì, si sta davvero spogliando nella mia macchina.
-Mi porto avanti!- afferma con una scrollata di spalle.
Si sfila le scarpe da ginnastica senza slacciarle prima di passare ai pantaloni.
-Avanti per cosa?!- ringhio quasi, esasperato e, mio malgrado, accaldato.
Non mi sfugge l’occhiata maliziosa e divertita che mi lancia, senza preoccuparsi di essere in mutande davanti a me, sul mio furgone.
-Tu che ne dici?!- soffia e io mi irrigidisco, sentendo un’ondata in mezzo alle gambe che non mi piace per niente.
È quando si mette a ridere che non posso non voltarmi verso di lei.
-Oh kami! Vedessi che faccia hai!!!- esclama, asciugandosi le lacrime.
Ha una bella risata, cristallina, contagiosa.
Non sembra affatto una ricca ragazzina viziata quando ride peccato io sia incazzato nero e la mia voglia di ridere sia inesistente al momento.
Anche perché non ci vedo niente di divertente.
-Parlavo della lezione! Mi porto avanti cambiandomi!- mi informa quando riesce a tornare seria, estraendo una gonnellina a pieghe dalla borsa e infilandola con un movimento fin troppo vistoso per i miei gusti.
Capisco che sta mettendo delle scarpe dai movimenti che capto con la coda dell’occhio e a cui smetto di pensare quando finalmente intravedo la scuola di danza e tiro un sospiro di sollievo senza farmi sentire.
Ci sono stato tipo due volte per riportare la macchina una volta a Bibi e una volta a Sanji ma per fortuna i tragitti li memorizzo in fretta.
Posteggio in modo da non dare fastidio con il rimorchio e tutto il resto e non faccio tempo a spegnere il motore che la portiera si è già richiusa alle spalle di Nojiko, scesa e corsa via senza nemmeno un saluto o un ringraziamento.
Sarà abituata così con il suo autista personale.
Cercando di mantenere la calma e non esplodere, scendo dalla macchina arraffando la fattura che devo dare a Nami per la riparazione alla macchina di Zoro, già che sono qui.
La recupero in poche falcate, essendo io praticamente il doppio di lei, e la vedo girare il viso di un quarto verso di me.
-Che fai?! Mi segui?! Non mi serve un baby-sitter!- esclama piccata e stavolta è il mio turno di divertirmi.
-A me sembra di sì- le dico, facendola indignare.
Senza un’altra parola la seguo all’interno della scuola ma, appena superata la porta d’ingresso scatta come una velocista e si precipita verso le sale prove.
È la prima volta che entro qui ma non è difficile orientarsi e, trovato il corridoio, basta seguire il brusio per azzeccare la stanza giusta, che è dipinta di un arancione acceso.
-Tutto bene?!- sta chiedendo Nami a Nojiko, le mani posate sulle sue spalle, facendola annuire.
-Mi spiace per il ritardo!- esclama ma Nami la interrompe con un cenno del capo.
-Tranquilla, stavamo per cominciare ora West Side Story! Non ti sei persa niente di irrecuperabile!- la avvisa facendola sorridere.
Si sposta veloce per scaricare la borsa a terra, ticchettando con le scarpe con tacco, mentre i suoi compagni si posizionano in attesa che la musica cominci.
Io dovrei solo dare a Nami sta fottuta fattura e andare ma c’è una tale tensione nell’aria che non oso interrompere.
Mi appoggio allo stipite e faccio una panoramica della stanza dove sono piazzate un paio di sedie e una sbarra orizzontale di legno.
Scruto i famosi allievi di Bibi e, quando la vedo fermarsi al centro, lanciando un sorriso radioso a una ragazza dai capelli rosa e una mora prosperosa, capisco che è lei l’indiscussa protagonista di qualsiasi cosa stiano per fare.
Ti pareva!
Nel passare posa una mano sulla spalla a un ragazzo dai capelli rossi e spettinati, seduto su una delle sedie in una posa abbastanza svaccata che allunga una mano e le sfiora la gamba in un intimo gesto di saluto.
Il silenzio cala e le loro espressioni diventano estremamente concentrate.
 
[West Side Story: America – Glee cast]
 
Noto che tutte le ragazze indossano delle gonnelline da quattro soldi, sotto le magliette a maniche corte o le canotte, e scarpe con un po’ di tacco, mentre i ragazzi sono in pantaloni della tuta e T-shirt comode, alcuni appoggiati alla sbarra di legno coi gomiti, altri in piedi e solo il rosso ancora seduto, una biondina dall’aria vivace accanto a lui che gli sorride radiosa, quasi a volerlo incoraggiare. 
 
Puerto rico
My heart's devotion
Let it sink back in the ocean
 
Nojiko comincia a cantare in playback, muovendosi teatralmente e dominando lo spazio lasciato vuoto dai suoi compagni, con fare seducente e ammiccante, facendo ridere le ragazze.
 
Always the hurricanes blowing
Always the population growing
 
Si sposta in diagonale girando su stessa e facendo volteggiare la gonna prima di disegnare un pancione immaginario con le mani, come se fosse incinta.
 
And the money owing
 
Strofina le dita in quel gesto che significa “soldi”.
 
And the sunlight streaming
 
Lancia un braccio in aria sorridendosi allo specchio.
 
And the natives steaming
 
Si fa aria con le mani, continuando a spostarsi per la sala.
 
I like the island manhattan - I know you do!
 
Allarga le braccia e la mora di prima le prende una mano facendola voltare verso di sé mentre sillaba la sua battuta.
 
Smoke on your pipe
And put that in!
 
Torna a guardare i ragazzi che hanno ora formato un gruppo compatto, puntando l’indice verso di loro, con aria di sfida.
È un attimo e sono tutti in piedi intenti a muoversi a in modo apparentemente confuso, le ragazze tenendo il ritmo con le mani.
 
I like to be in america
Okay by me in america
Everything free in america
 
Agitano le gonne posizionandosi e fanno un salto con una gamba piegata indietro, prima di girare verso destra con le mani sui fianchi.
Nojiko si ferma di fronte a un ragazzo biondo, che la guarda ghignando.
 
For a small fee in america
 
Le ragazze gli fanno segno di andare a quel paese, allontanandosi nella direzione opposta e sparpagliandosi in giro, insieme con i ragazzi.
 
Buying on credit is so nice
One look at us and they charge twice
 
Ora più che ballare stanno recitando ma continuando a muoversi incessantemente per la sala.
 
I have my own washing machine
What will you have not to keep clean?
 
È di nuovo il turno della mora e di un tipo dai capelli azzurri che le spunta alle spalle e lei spinge via infastidita con una mano sulla faccia.
 
Skyscrapers bloom in america
Cadillacs zoom in america
Industry boom in america
Twelve in a room in america
 
Nojiko torna in avanti girando, seguita a ruota dalla biondina e da un’altra con i capelli a caschetto mentre dietro di loro tutti continuano a ballare e mi rendo che faccio fatica anche io a stare fermo.
La cosa che mi impressiona di più è proprio lei.
 
Lots of new housing with more space
Lots of doors slamming in our face
I'll get a terrace apartment
Better get rid of your accent
 
Posso anche raccontarmi che è molto brava a recitare ma mi sto accorgendo che la parte della portoricana squattrinata, dal carattere forte e con le palle le calza a pennello.
È più che coinvolta.
È proprio se stessa e contrasta con l’etichetta di ragazzina viziata che le ho appioppato poco fa.
Smuovo le spalle a disagio.
Non so nemmeno che ci cazzo ci faccio ancora qui!
Ah già, la fattura!
 
Life can be bright in america
If you can fight in america
Life is all right in america
If you're a white in america
 
Si fronteggiano di nuovo ragazzi e ragazze, disposti ai due lati della sala, continuando a dibattere cantando su come sia sta benedetta vita in America, prima di riversarsi al centro, le donne sempre agitando le gonne.
La biondina e il rosso si incontrano al centro e lui la solleva facendola girare in aria, guardandosi negli occhi, mentre Nojiko si volta verso la porta e mi vede.
Mi sorride maliziosa e divertita, mentre tutti si scatenano facendomi venire voglia di gettarmi nella mischia, pensiero che mi fa trasalire non poco.
Ma mai quanto il rendermi conto che fatico a staccare gli occhi da lei.
Li registro a malapena i ragazzi che battendo decisi le mani invadono lo spazio vuoto al centro prima di lanciarsi nella loro coreografia, tutti perfettamente sincronizzati, fatta di salti e piedi pestati a terra.
 
Lalalala America
America
Lalalala America
America
 
Ma Nojiko sembra decisa a non mollarmi, cazzo e io non riesco a vedere nient’altro!
Finalmente mi volta le spalle, lanciandomi un sorrisetto furbo e tornando verso il ballerino biondo, mentre tutti formano le coppie al centro, incrociandosi però in modi differenti.
 
Here you are free and you have pride
Long as you stay on your own side
 
E un moto di fastidio mi pervade quando la vedo sorridere a lui come ha sorriso a me poco fa.
 
Free to be anything you choose
Free to wait tables and shine shoes
 
Ma che cazzo mi prende stasera?!
Scuoto la testa per riprendermi e quando riapro gli occhi sono di nuovo tutti al centro, mentre la musica raggiunge l’apice prima di avviarsi al gran finale.
 
I like to be in america
Okay by me in america
Everything free in america
For a small fee in america
 
Le ragazze ripetono i passi dell’inizio, gonna, salto all’indietro e giro con le mani sui fianchi, fermandosi ognuna davanti al proprio ballerino, tutti immobili ad aspettarle.
 
I like to be in america
Okay by me in america
Everything free in america
For a small fee in america
 
Le prendono in braccio, tenendole dalle spalle e da dietro le ginocchia, e girano su loro stessi ridepositandole a terra in un tripudio di colori. Fanno ancora un giro e con uno strano salto laterale si piazzano davanti ai ragazzi, coprendoli alla vista. Il biondo si sporge di lato per dire la sua battuta e poi tutti si scambiano di posizione con un salto.
 
Lalalala America
Lalalala America
Lalalala America
Lalalala America
 
Fanno due passi avanti e uno indietro girandosi per un attimo di schiena, per poi ruotare tutti su se stessi, fermarsi di nuovo fronte allo specchio e saltare all’indietro. Il biondo fa girare Nojiko sotto il suo braccio e gli altri fanno tutte cose diverse.
Poi si ferma e allarga le braccia continuando a cantare in playback prima di fare la posa finale sull’ultimo accento, portando i pugni sui fianchi, i lembi della gonna stretti in mano.
Il silenzio cala per un attimo, prima che un applauso e un’ovazione si levino nell’aria facendomi sobbalzare.
Solo ora mi rendo conto che dalla porta comunicante con l’altra sala, le allieve dell’altra lezione si sono intrufolate qui per guardarli provare.
Rimangono perfettamente immobili, respirando affannati ma sorridendo, finché l’applauso non cessa e Nami si complimenta con loro con un “Magnifico ragazzi” che li fa sorridere ancora di più e scambiarsi batti cinque e pacche sulle spalle.
Io non ci capisco un cazzo di sta roba però, in effetti, da profano, devo ammettere che mi sono sembrati perfetti.
Li guardo disperdersi per recuperare asciugamani e bottigliette d’acqua e io sono ancora fermo qui, contro lo stipite.
Ma prima di riuscire a staccarmi per raggiungere Nami, salutarla, darle la fattura e levarmi dalle palle una volta per tutte, Nojiko si gira a cercarmi e mi sorride di nuovo.
E io mi ritrovo a ghignarle in risposta, dimenticandomi di nuovo della fattura. 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Corrugo le sopracciglia, spostando gli occhi dal biglietto da visita al garage che si apre di fronte a me, per accertarmi di non essere finita nel posto sbagliata.
La foto sul cartoncino è piccola e un po’ sfocata, ma non c’è dubbio, si tratta della stessa officina.
Portando i capelli dietro l’orecchio destro mi avvio, la mano sinistra infilata nella tasca del giacchino di pelle.
Ieri sera, dopo essere tornata a casa, accompagnata da Bonney, ho ricevuto un messaggio da un numero sconosciuto.
 
Macchina pronta domani in tarda mattinata. Il biglietto da visita ce l’hai.
 
Non mi sono nemmeno posta il problema di indagare se il mittente fosse effettivamente lui, insomma non ci sono molti dubbi.
Suppongo che il numero lo abbia chiesto a Nami.
Non posso negare di essermi anche concessa un piccolo sorrisetto prima di mettere il den den mushi in modalità aereo e infilarmi sotto le coperte, ancora calda dalla doccia.
Lo ammetto, mi ha colpito.
Mi ha colpito molto il suo sguardo dorato, la zazzera rossa, il suo modo di fare burbero, il suo ghigno.
Mi ha colpito più di quanto voglia ammettere con me stessa e lo stomaco mi si contrae piacevolmente all’idea di rivederlo tra poco.
In fondo, è innegabilmente bello, quindi non vedo perché dovrei crucciarmi tanto per un po’ di sana attrazione fisica nei confronti dell’altro sesso.
Entro nel garage, avvertendo immediatamente il cambio di temperatura, sebbene lieve, e mi guardo intorno cercandolo tra le macchine, riparate o in attesa di cure.
Considerata la sua mole non dovrei avere problemi a individuarlo.
Avanzo ancora, ascoltando i miei passi riecheggiare appena per il locale silenzioso.
-C’è nessuno?!- domando a mezza voce, senza ricevere risposta.
Sento una punta di fastidio al centro del petto.
Se mi ha fatta venire fin qui per niente io…
-Buongiorno posso aiutarla?!-
Faccio un salto così, girandomi, mentre il cuore mi sale per un attimo in gola e io porto la mano in mezzo ai seni, chiudendo gli occhi per lo spavento appena preso.
Quando li riapro metto a fuoco un tizio alto e piazzato almeno quanto Kidd ma con i capelli biondi e lunghi.
Decisamente molto lunghi.
Così impressionantemente lunghi da catalizzare tutta la mia attenzione, distogliendola dal viso che si ritrova, che non è un viso di quelli che si vedono tutti i giorni.
Perfettamente regolare, senza difetti, con due occhi verde smeraldo che brillano di luce propria quando sorride come sta facendo ora.
-Non volevo spaventarla!- mi fa notare e io gli sorrido.
-Non si preoccupi!- lo rassicuro subito -Sono passata a ritirare la mia macchina!- gli dico poi, lanciando un’occhiata alle sue spalle e notando una chiave inglese posata a terra vicino a una macchina leggermente rialzata, sotto la quale stava probabilmente lavorando, sottraendosi alla mia vista.
Il biondo aggrotta le sopracciglia perplesso.
-Non l’ho mai vista!- mi fa notare.
-Oh! Sì ha ragione! È che l’ha portata qui Kidd ieri sera!-
I suoi occhi si accendono ancora di più e il suo sorriso si allarga, contagiandomi.
-L’amica di Kidd! Sei tu quindi!-
-Se mi si può definire sua amica!- mi stringo nelle spalle, un po’ scettica prima di allungare il braccio verso di lui -Mi chiamo Nojiko!-
-Killer!- si presenta a sua volta, per poi accigliarsi nuovamente -Aspetta ma… non sarai Nojiko Kurami! La figlia del magnate dei mandarini Kurami!-
Come lo dice, sento le guance imporporarsi e mi muovo appena a disagio per questa scena a cui ormai mi sarei dovuta abituare.
Nonostante io abbia frequentato scuole pubbliche e sia cresciuta in un ambiente perfettamente normale, non nella bambagia come crede qualcuno, la gente non può fare a meno di vedermi come la figlia del ricco imprenditore, un’etichetta questa che mi ha sempre imbarazzata, non collimando affatto con il tipo di persona che sono.
-Non sembri affatto una ragazzina viziata- considera Killer riottenendo tutta la mia attenzione.
Mi basta un’occhiata per capire che gli è sfuggito e non voleva dirlo davvero ad alta voce e infatti eccolo strabuzzare gli occhi e assumere un’espressione mortificata.
-Scusami io…-
-Tranquillo!- lo rassicuro subito, sorridente e decisa -So che non è farina del tuo sacco!-
Killer storta la bocca in un mezzo ghigno e infila le mani nelle tasche della tuta da lavoro.
-Lui è fatto così!- lo giustifica con un’alzata di spalle.
-Me ne sono accorta!- ribatto subito.
Cala il silenzio e noi restiamo fermi così, a guardarci senza parlare, continuando a sorridere.
Non so cosa mi prenda, sembra che l’aria si sia rarefatta e non mi sento affatto in difficoltà nonostante i suoi occhi puntati addosso che sembrano studiarmi nel dettaglio, facendogli continuamente allargare e diminuire il sorriso al ritmo dei suoi pensieri.
Mi riscuoto appena quando una vocina mi fa notare che potrebbe trattarsi di pensieri non proprio casti.
-Ehmmm… La macchina?!- domando e anche lui sbatte velocemente le ciglia come se fosse stato perso fino a un attimo fa.
-Laggiù-
Una voce assassina ci raggiunge facendoci voltare. E l’occhiata che ci sta rivolgendo non è da meno.
Avanza verso di noi e io ancora lo sto guardando, ignorando l’indicazione che mi ha appena dato.
Ha in mano una busta di plastica da cui spunta del pane e intuisco che sia appena tornato dal supermercato per comprare qualcosa per pranzo.
-Ciao!- lo saluto sorridendo ma lui si limita a grugnire.
La delusione si impadronisce di me.
Dopo come mi ha guardata ieri sera mentre ballavo, me lo aspettavo almeno più amichevole!
Ma è evidente che mi sono sbagliata e, come mia abitudine, anziché rimanerci male reagisco prendendola di petto.
-Sempre gentile ed educato!- mormoro passandogli accanto, diretta al bancone della cassa, dove recupero una penna per scrivere sul retro di uno dei loro biglietti da visita l’indirizzo di casa mia -Se potete mandarmi la fattura a casa…- lascio in sospeso la frase girandomi a cercare Killer con gli occhi, che subito annuisce, restituendomi un po’ di buonumore.
-Bene! Allora io vado! Le chiavi?!- domando, guardando scocciata Kidd che mi fulmina con gli occhi, infastidito.
-Sono già nel cruscotto-
Annuisco con un gesto secco del capo, cercando di sopprimere la frustrazione che il suo atteggiamento mi provoca.
Chissà perché poi?! Insomma, lo conosco appena!
-Grazie mille allora Killer! Kidd- li saluto premurandomi, un po’ vendicativamente lo ammetto, di sottolineare il mio diverso atteggiamento nei loro confronti.
-È stato davvero un piacere- mormora Killer mentre Kidd si cimenta nel suo ennesimo grugnito.
Gli sorrido un’ultima volta, a Killer naturalmente, per poi salire in macchina e mettere subito in moto, decisa ad allontanarmi il più in fretta possibile.
Ma quando lancio un’occhiata allo specchietto retrovisore e trovo il suo sguardo dorato a scrutarmi attraverso il parabrezza, un piacevole calore mi pervade e me ne vado dall’officina con un soddisfatto sorriso sul volto.
 

 
§

 
Mi concentro sul piccolo schermo di fronte a me, la musica bassa, riproducendo i passi di tip tap senza avere indossato le scarpe apposta.
Sto provando al volo dopo essermi già cambiato per la serata all’Upper Yard, in onore del compleanno di Baby.
Sospiro e mi passo una mano tra i capelli rossi, prima di estrarre il telecomando dalla tasca dei jeans scuri e fermare il video.
Non riesco a concentrarmi è inutile. Questa coreografia l’ho già fatta, quando sono stato un anno all’estero per quel prestigioso corso di tip tap ma ora non mi viene.
Quando provo con Sabo è diverso, mi scoccia farlo sbagliare, ma se sono da solo non riesco davvero a svuotare la testa, una cosa che francamente non ricordo essermi mai capitata prima.
Ballare è sempre stata una valvola di sfogo per me.
Indurisco appena la mascella nel considerare che è tutta colpa di quell’idiota.
Pensa davvero che non mi sia accorto di come la tocca quando proviamo quello stupido tango?!
E quel che è peggio a lei sembra non turbare affatto.
“Ma Pen è necessità scenica lo sai!”
Così mi ha detto, sinceramente perplessa dalla mia reazione.
Ma se devo essere onesto c’è molto poco di scenico nel modo in cui Robb la guarda e le mette le mani addosso.
Un fremito di rabbia mi scuote solo a pensarci.
Se s’azzarda a farle qualcosa io…
Soffio fuori un po’ d’aria, imponendomi la calma e stringendomi per un attimo il ponte del naso, prima di riafferrare il telecomando, riavvolgere la pellicola e far ripartire la coreografia, cantando in playback a fior di labbra e marcando i passi, giusto per ripassare.
 
[I can do that – A Chorus Line, dal minuto 0:43]
 
I'm watchin' Sis
Go pitterpat.
Said, "I can do that,
I can do that."
Knew ev'ry step
Right off the bat.
Said, "I can do that,
I can do that."
 
Comincio un po’ a rilento, senza guardarmi nemmeno troppo allo specchio, sentendo la tensione scemare.
 
One morning Sis won't go to dance class.
I grabbed her shoes and tights and all,
But my foot's too small, so,
 
 
Cerco di pensare solo alla coreografia e all’interpretazione e, finalmente, comincio a divertirmi sul serio.
 
I stuffed her shoes
With extra socks,
Run seven blocks
 
Mi concentro sui giri, cercando un punto fisso su cui focalizzarmi per non perdere l’equilibrio e fingo di avere i miei compagni schierati dietro di me, riprendendo finalmente possesso del mio corpo.
 
In nothin' flat,
Hell, I can do that,
 
Questo sono io!
 
I can do that!
 
È la sommessa risata che mi raggiunge nonostante la musica a bloccarmi, proprio sui primi passi di tip tap, facendomi voltare, leggermente in affanno, verso la porta.
Il cuore mi perde un battito quando la vedo lì, bellissima e  sorridente, la gonna corta e bianca a pieghe, il top blu viola che le fa brillare gli occhi chiari, incorniciati dal ciuffo color miele e dai capelli che le arrivano alle spalle.
È appoggiata allo stipite con l’avambraccio e mi osserva con ammirazione, appena un po’ persa, facendomi deglutire a vuoto.
-È uno spettacolo vederti ballare- soffia con gli occhi socchiusi e le labbra increspate, facendomi accelerare i battiti.
Porto una mano alla nuca imbarazzato.
-Lamy ma dai…- comincio ma lei entra nella sala, puntandomi contro l’indice con finto rimprovero, gli occhi che brillano.
-Non provare a negarlo!- mi ammonisce, fermandosi a pochi centimetri e portando le mani sul colletto della mia camicia bianca a maniche corte.
Il suo respiro di pompelmo si mischia al mio, provocandomi un lieve capogiro.
Inclina il capo di lato, gli occhi a mezzaluna, sorridendomi dolce.
-Da quanto non balliamo insieme tanto per?!- domanda e io sento la mia voce lontana e ovattata, come se stessi cadendo in trance.
-Da tanto…- riesco ad articolare, accorgendomi che mi sono chinato verso di lei.
Dannazione ma cosa mi prende?!
Sono troppo vicino, riesco a sentire il calore della sua pelle, il suo respiro sulle labbra!
Eppure… non voglio spostarmi e le mie mani si sollevano autonome per posarsi sui suoi fianchi ma non faccio in tempo.
-Io dico da troppo- sussurra prima di allontanarsi bruscamente con una lieve risata, risvegliandomi di botto.
Mi passo una mano sulla fronte, occhi sgranati.
Santo Roger, cosa stavo facendo?!
Sono ancora così stordito che ci metto un po’ a notare che Lamy si è spostata verso lo stereo ed è china in avanti, intenta a cambiare CD.
-Ehi, che fai?!- le chiedo e lei mi lancia un’occhiata da sopra la spalla.
-Tu che dici?!-
Sgrano gli occhi, incredulo.
-Ma Lamy, dobbiamo andare adesso!- protesto indicando la porta, restando qui immobile e interdetto.
Nel rialzarsi prende il ventaglio di Violet, sempre appoggiato sopra allo stereo, continuando a sorridere e guardarmi eloquente.
-Che vuoi che siano cinque minuti?!- mi domanda, stringendosi nelle spalle.
-Ma… siamo già vestiti per…-
-Tanto anche dopo si balla! Suderemo comunque!- mi fa notare prima di schiacciare “play”, senza staccare gli occhi da me.
 
[Bailando – Enrique Iglesias]
 
Si muove lungo il lato della sala, sorridendo maliziosa e io non posso non ricambiare, osservandola rapito.
Si blocca e apre il ventaglio con un gesto secco della mano, prima di voltarmi le spalle, muovendo bacino e braccia sinuosamente a ritmo di musica.
Accenna qualche passo di salsa, tenendo un lembo della gonna con la mano libera e facendo ruotare l’altro polso mentre disegna un arco con il braccio dall’alto verso il basso.
Mi ritrovo a trattenere il fiato, domandandomi se lei che è diventata sensuale di colpo o se sono io che ho qualcosa che non va stasera.
Fa un giro su se stessa, richiamando alla mente i passi di flamenco imparati allo stage tenuto da Violet l’anno scorso e a tre quarti di giro si immobilizza, voltandosi di scatto verso di me con il ventaglio a coprirle il viso, tranne gli occhi.
 
Yo te miro, se me corta la respiración
Cuanto tú me miras se me sube el corazón
(Aceleras o meu coração)
Y en un silencio tu mirada dice mil palabras
La noche en la que te suplico que no salga el sol
 
Chiude il ventaglio e si muove lateralmente, dando un colpo di bacino a ogni spostamento, ipnotizzandomi, prima di riportare gli occhi su di me sorridermi, in un modo che mi fa semplicemente impazzire.
Scuoto la testa divertito, ma senza staccare gli occhi da lei che fa un altro giro di flamenco, tenendo il tempo con i tacchi, prima di portare una gamba davanti, con un movimento deciso, e fare un rond in aria con l’altra, le braccia lungo i fianchi, prima di riaprire il ventaglio e fare due perfette pirouettes, usandomi come punto fisso per non sbilanciarsi.
 
(Bailando, bailando, bailando, bailando)
A noite aquecendo teu corpo mexendo
Subindo e baixando (subiendo y bajando)
(Bailando, bailando, bailando, bailando)
Este fogo ca dentro subindo e crescendo
Ardendo e queimando
 
È un attimo e intorno a noi è già scomparso tutto.
Non ci sono più gli specchi e le finestre, le sbarre alle pareti e lo stereo nell’angolo.
C’è solo la musica e lei che balla, davanti a me, per me, trasportandomi in un’altra dimensione.
Non mi ero mai reso conto di quanto fosse bella, di quanto sia fortunato a poter ballare con lei.
Continua con i passi di salsa e allunga un braccio, facendomi segno di avvicinarmi con il dito.
Io sbuffo una risata, valutando se tirarmi indietro ma mi ritrovo a sorriderle provocante e decido di lasciarmi andare, alla musica e a lei.
 
Con tu física y tu química también tu anatomía
La cerveza y el tequila y tu boca con la mía
Ya no puedo más (não aguento mais)
Ya no puedo mas (não aguento mais)
Com essa melodía es a minha fantasia
Com a tua folosofia
A minha mente esta vazia
Nao aguento mais (ya no puedo mas)
Nao aguento mais (ya no puedo mas)
 
La raggiungo con due chaines e lei sorridendo si allontana prima di girarmi intorno, il ventaglio aperto e la gonna in mano, attenta a non toccarmi, in un gioco di caccia e attesa che con il ballare insieme mi sembra avere ben poco.
Ma i suoi occhi che brillano e la sua risata sono estremamente contagiose e mi ritrovo a seguirla a ruota, muovendomi con lei improvvisando una salsa, abbastanza vicino da respirarla, senza però toccarla o prenderla per i fianchi.
Mi accarezza una guancia usando il ventaglio e io ne afferro un capo per tirarla verso di me, obbligandola a seguirmi e ritornando al flamenco.
 
Yo quiero estar contigo, vivir contigo
Bailar contigo, tener contigo
Una noche loca (una noche loca)
Ay besar tu boca (y besar tu boca)
 
Chi avrebbe mai detto che lo stage con Violet sarebbe tornato utile in qualche modo?!
Allargo le braccia mentre giriamo guardandoci negli occhi, tenendo il ritmo con i piedi.
 
Eu quero estar contigo
Viver contigo
Dançar contigo
E ter contigo uma noite louca
Uma noite louca...
(OOh, ooh, ooh, ooh)
 
Il suo odore di pompelmo si sprigiona ovunque quando fa un soutenue davanti a me, accarezzandomi le gambe con la gonna.
Scatto con il braccio e la blocco di nuovo afferrando il ventaglio, facendola girare sotto il mio braccio e agganciandola con i miei occhi.
Sembra persa anche lei ma faccio fatica a registrare questa informazione.
Non ho assolutamente il controllo su me stesso.
Mi sembra una battuta di caccia questa ma non è mi è chiaro chi è il predatore.
 
Tú me miras y me llevas a otra dimensión
(entro noutra dimensão)
Tu latidos aceleran a mi corazón
(teu suspiro acelera o meu coração)
(Que ironia do destino nao poder tocar-te)
Abrazarte y sentir la magia de tu olor
 
Con una lentezza quasi esasperante, e senza smettere di guardarmi, mi volta le spalle e solleva la gamba destra portandola in verticale e parallela alla parete, riabbassandola piegando il ginocchio.
Piego il capo, ritrovandomi a pochi centimetri dalle sue labbra mentre la obbligo a sollevare altrettanto lentamente il braccio sinistro e accarezzandoglielo senza realmente toccarla con il dorso della mano.
 
(Bailando, bailando, bailando, bailando)
A noite aquecendo teu corpo mexendo
Subindo e baixando (subiendo y bajando)
(Bailando, bailando, bailando, bailando)
Este fogo ca dentro subindo e crescendo
Ardendo e queimando
 
Sto per scoppiare eppure non voglio interrompere questo assurdo gioco che ci siamo inventati, questo ballare senza nemmeno sfiorarci.
Gira su stessa, portando le braccia sopra la testa e quando si ferma di fronte a me è il mio turno di fare un rond in aria con la gamba, mentre lei ridisegna la propria sagoma riabbassando le braccia, il tutto muovendosi sinuosamente a ritmo di musica.
Ripartiamo con la salsa e, quando la vedo che sta per piroettare lontana da me, mi chino in avanti e la obbligo a girare dalla parte opposta, afferrandole un lembo del vestito e tirando appena.
Fa due chaines, fermandosi con il busto leggermente piegato in avanti e mi sorride.
 
Con tu física y tu química también tu anatomía
La cerveza y el tequila y tu boca con la mía
Ya no puedo más (não aguento mais)
Ya no puedo mas (não aguento mais)
Com essa melodía es a minha fantasia
Com a tua folosofia
A minha mente esta vazia
Não aguento mais (ya no puedo mas)
Não aguento mais (ya no puedo mas) 
 
Incrocia le braccia davanti a sé e apre il ventaglio con un gesto secco della mano, prima di girare restando con il busto piegato, le braccia in diagonale, invitandomi di nuovo ad avvicinarmi a lei come poco fa e stavolta non esito nemmeno un attimo.
Non posso resistere.
Mi sono drogato del suo odore e ne voglio ancora.
La obbligo a girare sotto il mio braccio di nuovo, inspirando a pieni polmoni.
La stanza è impregnata di menta e pompelmo e sono seriamente sul punto di perdere del tutto la lucidità.
Non ho la più pallida di cosa stiamo facendo e di cosa mi prenda.
So solo che voglio continuare all’infinito.
 
Yo quiero estar contigo, vivir contigo
Bailar contigo, tener contigo
Una noche loca (una noche loca)
Ay besar tu boca (y besar tu boca)
 
Ripartiamo con la salsa ed è come se tornassimo in noi per un attimo, ritrovandoci a sorridere l’uno all’altra.
Mi concentro sui passi mentre il mio cervello cerca di convincermi a lasciar perdere la canzone e prenderla tra le braccia ma è troppo bello ballare così con lei.
 
Eu quero estar contigo
Viver contigo
Dançar contigo
E ter contigo uma noite louca
Uma noite louca...
(OOh, ooh, ooh, ooh....)
 
Questa intesa, questo improvvisare così è una cosa solo nostra.
Lo fa solo con me e io solo con lei.          
È intuitivo e naturale, sono i nostri corpi che comunicano.
È come fare l’amore.
Torniamo al flamenco, muovendoci per la stanza, uno il punto di riferimento dell’altra, lei sventolando il ventaglio io tenendo il ritmo con le mani.
Ha la pelle lucida di sudore e continua a sorridermi senza riserve e io mi rendo conto che non abbiamo mai ballato così.
Mai.
E, con una certa soddisfazione, che non ballerà mai così con nessun’altro.
Non so perché la cosa mi faccia tanto piacere.
Giriamo uno verso l’altra, scambiandoci di posizione, i nasi che si sfiorano e gli occhi incatenati.
Mi sento così incredibilmente bene, come se fossi tornato nel mio elemento per davvero.
Come se mi servisse Lamy per poter ballare.
O meglio come se mi servisse sapere che lei è la mia ballerina e di nessun altro.
 
Bailando amor, bailando amor
Es que se me va el dolor
 
Erano settimane che non mi sentivo così bene, nonostante le prove.
Faccio un passo in avanti e mi blocco mentre lei gira verso di me e apre il ventaglio davanti ai nostri volti sull’ultima nota.
Restiamo immobili, i corpi tesi l’uno verso l’altra, i respiri affannati sempre sorridenti.
La osservo mentre lentamente torno serio, considerando che la sua bocca sembra fatta apposta per incastrarsi con la mia.
Mi avvicino ancora e il cuore accelera quando noto che non indietreggia e che, anzi, sta socchiudendo le palpebre.
Deglutisco a vuoto e proprio in quel momento un rumore ci raggiunge, facendoci allontanare di botto.
Qualcuno applaude, lentamente, e Lamy, rossa in volto, chiude il ventaglio e si gira, sobbalzando appena nel riconoscere Robb sulla porta della sala.
Ci guarda atono ma io colgo subito una luce di scherno nei suoi occhi e mi ritrovo a stringere i pugni e digrignare i denti.
Maledetto ficcanaso bastardo!
-Complimenti- mormora monocorde -Davvero bravi-
Lamy abbassa gli occhi e si porta una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Perché si fa mettere così in soggezione?!
-Ora però dobbiamo andare Lamy o facciamo tardi-
Solleva la testa di scatto a occhi sgranati e schiude le labbra in evidente difficoltà.
Mi volto a fulminarlo omicida.
Non si deve permettere, non si deve permettere di trattarla così, di metterla in difficoltà.
-Non preoccuparti, Lamy viene in moto con me- intervengo deciso e furente, continuando a trucidarlo con gli occhi.
Mi giro verso di lei, trovandola ancora più sorpresa e trattengo il fiato.
Poi, con mio enorme sollievo, la vedo aprirsi in un sorriso e annuire e sento il cuore allargarsi e la stretta allo stomaco allentarsi.
La prendo per mano per portarla fuori dalla stanza e quando torno a voltarmi verso Robb noto la mascella indurita e i pugni stretti, sentendo un certo trionfo invadermi.
Me la trascino dietro, tenendola stretta, lasciandola solo per permetterle di infilare la giacca.
Anche se fa caldo, in moto è meglio coprirsi.
È lei a riafferrarmi la mano e cercarmi con gli occhi e di colpo mi sento scoppiare di gioia.
Non riesco a controllare l’istinto che ma la fa avvicinare e posarle un bacio tra le ciocche miele.
E in quel preciso momento realizzo cosa c’è di strano.
E c’è che, senza alcun preavviso, ora non mi basta più che Lamy sia solo la mia ballerina.
Una consapevolezza che torna stringermi lo stomaco perché lo sento lo sguardo di Robb che mi sta perforando da dietro e realizzo che quella che ho appena vinto è solo una battaglia e non la guerra.
Ma scaccio subito l’inquietudine, stringendo di più la presa su di lei mentre usciamo dalla scuola.
Perché per Lamy, me ne sono appena reso conto, sono pronto a tutto. 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Quando arriviamo all’Upper  Yard sono già tutti lì, tranne Robb che entra dopo di noi, ancora piuttosto incazzato, facendo assumere delle espressioni anche troppo eloquenti a Sabo, Chopper e Bonney.
Ci guardano con fin troppo interesse e io scuoto deciso la testa prima di avvicinarmi e salutare, la mano di Lamy ancora saldamente stretta alla mia.
-Ciao scusate il ritardo!-
-Ehi ciao!!!-
-Tutto bene?!-
-Sì, sì tutto a posto!- annuisco, sedendomi poi tra Sabo e una sedia vuota.
Law, dalla parte opposta del tavolo mi scruta attento prima di accennare un ghigno in segno di saluto, mentre Lamy si accomoda di fianco a me e allunga una mano verso la festeggiata per farle gli auguri.
Koala, manco a dirlo è ben lontana da Sabo, separata da lui da Chopper e Shiraoshi e vicina a Franky con cui ride e scherza, ignara anche del nostro arrivo.
Un gomitata mi fa girare verso Sabo e Chopper, sportosi oltre il mio migliore amico e con gli occhi puntati su di me.
-Ci devi dire niente?!- domanda Sabo prima di accennare con il mento verso Lamy.
Sta parlando con Baby ma le sue dita sono ancora intrecciate con le mie e Robb sta cercando di darmi fuoco con lo sguardo, lo noterebbe anche un cieco.
-No, niente!- affermo, scrollando le spalle con noncuranza e facendo scambiare loro un’occhiata eloquente, mentre stringo di più la presa su di lei.
Non ho la benché minima intenzione di lasciarla andare.
Mi appoggio al tavolo con il braccio libero, facendo una rapida panoramica e notando tre sedie ancora vuote tra Bonney e Zoro, accigliandomi appena.
Una è per Nojiko che tra poco smonta ma le altre due?!
-Come mai ci sono due sedie in più?!-
-Sono per quegli amici di Bibi, Nami e Violet!- mi spiega Sabo -Kill e Kidder-
Mi giro verso di lui prima di cercare Chopper con lo sguardo e vederlo mandare gli occhi al cielo.
-Vuoi dire Kidd e Killer- mormoro atono.
Non è una domanda.
Sabo sposta gli occhi da me a Chopper prima di scrollare a sua volta le spalle.
-È quello che ho detto!- afferma con una punta di fastidio e io e Chopper dobbiamo sforzarci per non scoppiare a ridergli in faccia.
Manco a farlo apposta i due meccanici arrivano proprio in quel momento dal bancone, sedendosi il rosso accanto a Zoro e il biondo tra lui e la sedia di Nojiko.
Bonney si gira un attimo verso di loro, il tempo di appurare che Nojiko non è ancora arrivata.
-Beh io direi che è ora di fare un brindisi alla festeggiata!- interviene Nami, sollevando il bicchiere e catalizzando la nostra attenzione.
Un attimo dopo stiamo tutti urlando i nostri auguri a Baby, le cui guance si imporporano appena mentre ringrazia.
Ha qualcosa di strano, come una luce negli occhi non del tutto serena e mi acciglio lievemente ma non faccio in tempo a studiarla con più cura che Franky interviene a sua volta, schizzando in piedi come una molla.
-E adesso è ora del Suuuuuuuper discorso!!!-
Baby sgrana gli occhi scioccata, non so se dal sempre esagerato entusiasmo del suo ballerino o dalla sua proposta e io sento Lamy ridacchiare accanto a me.
Mi giro un attimo e proprio in quel momento lei mi guarda, continuando a sorridermi e mandandomi in tilt.
-Io non faccio nessun discorso!!!- protesta Baby e, naturalmente, metà tavolo esplode richiedendone uno a gran voce.
L’incantesimo si spezza quando Lamy si unisce al coro di voci e io riporto la mia attenzione su Baby, senza riuscire a smettere di sorridere.
Non so davvero cosa mi prenda ma anche solo tenerla per mano mi sembra un paradiso.
Baby si passa una mano sul volto sospirando, prima di alzarsi in piedi tra le nostre ovazioni e sotto lo sguardo soddisfatto di Franky che si risiede senza staccarle gli occhi di dosso.
La vedo sillabargli un “io ti uccido” ma ciò nonostante sorride e io ho la netta sensazione che l’aria tra loro sia molto più distesa del solito.
-Allora…- comincia, schiarendosi la gola -Beh ci sono tante cose che potrei dire ma credo che mi limiterò alla più banale di tutte e cioè: Grazie! Grazie davvero per essere qui e per tutte le serate e le risate! Siete davvero un gruppo fantastico, degli splendidi amici e degli insegnanti eccezionali e capitare con voi è una delle cose migliori che potessero succedermi!- dice prima di sollevare il bicchiere e prendersi un’altra dose di applausi e auguri.
Si risiede contenta ed è allora, in quell’attimo di silenzio, che succede.
-Beh è proprio vero che chi si accontenta vive meglio-
Un soffio gelido percorre il tavolo mentre io, Sabo, Chopper e Franky ci giriamo omicidi verso Robb che ci sfida silenzioso.
-Robb che stai dicendo?- domanda Gladius, autoritario come sempre ma senza riuscire a fargli perdere il ghigno da pezzente qual è.
-Dico solo che i loro insegnanti sono senz’altro bravi, ho visto Violet ballare con te ma addirittura “eccezionali”, insomma… mi piacerebbe davvero vederla tutta questa eccezionalità-
Mi ritrovo a respirare affannato, sentendo che sto uscendo da me e solo lo sguardo di Law che mi impone di non perdere le staffe riesce a impedirmi di esplodere.
-A noi piacerebbe sentire meno la tua voce- ribatto con calma, facendo ridacchiare i miei compagni e a malapena realizzo che le dita di Lamy si sono appena sfilate dalle mie.
Una punta di delusione mi pervade, nel considerare che questo è proprio il momento in cui avrei avuto più bisogno del suo sostegno ma cerco di farmelo scivolare addosso.
Sono troppo impegnato a cercare di soffocare Robb con la forza del pensiero.
-Non è un problema accontentarti sai?-
È stato Ace a parlare e quando mi concentro su di lui lo trovo con la mascella indurita, segno che è piuttosto arrabbiato, anche se cerca di non darlo a vedere.
Cerca Nami con gli occhi, che a sua volta si gira verso Zoro, anche lui sul punto di commettere un omicidio.
China appena il capo verde per baciarla prima di soffiarle sulle labbra.
-Fagli vedere di cosa siete capaci-
Nami sorride e si alza in simultanea con Ace, sotto lo sguardo fiero e ghignante di Zoro, mentre il nostro insegnante di hip hop raggiunge rapido la postazione del DJ per richiedere una canzone.
Mi volto un attimo verso Lamy che ha gli occhi infossati sul legno del tavolo e mi acciglio un secondo.
Sto per chiederle cos’abbia ma ci ripenso subito.
Non mi pento di averli difesi e non capisco che problema abbia con quel bastardo di Robb ma ora voglio solo godermi lo spettacolo.
Nessuno ha ancora iniziato a ballare e la pista è completamente vuota.
Ace si trascina dietro una sedia e si posiziona al centro, di spalle al nostro tavolo, prendendo un profondo respiro in attesa che la musica inizi.
 
[Mozart hip hop remix]

Parte subito senza esitazione, muovendosi a scatti per sollevare le braccia prima di girarsi coprendosi il viso con gli avambracci sovrapposti e posando a terra prima un ginocchio e poi l’altro per poi rialzarsi in piedi formano un’onda con il corpo e fare dei movimenti secchi con il petto, tenendo il palmo aperto a pochi centimetri dal cuore.
Fa un salto all’indietro slanciando in fuori gamba e braccio, bloccandosi sulla gamba di terra, prima di prendere a girare come una trottola, in un movimento un po’ sporco, molto street style, per poi immobilizzarsi con il busto un po’ chinato in avanti e la mano come se stesse tenendo fermo un cappello sul capo, mentre Nami, scalza, fa la sua entrata con una serie di chaines.
Ci aggancia direttamente un tallevé in quarta prima di fare un rond con la gamba destra, muovendosi praticamente senza peso, intorno a Ace che resta perfettamente immobile.
L’eccitazione tra noi e a dir poco palpabile.
A parte che vederli ballare insieme è uno spettacolo ma qui ne va anche dell’orgoglio della scuola.
Sabo sta praticamente trattenendo il fiato e gli occhi di Koala brillano anche nel buio.
Non perdo tempo a girarmi per studiare le espressioni di Zoro e Marco e nemmeno quella di Robb per quanto l’idea mi alletti.
Nami posa una mano tra le scapole di Ace che si raddrizza e la afferra per il polso per riportarla verso di sé e farle una presa, facendola sedere sulla propria spalla.
Riconosco alcuni passi famigliari e capisco che stanno mischiando improvvisazione e una vecchia coreografia, e l’intesa che c’è tra loro è qualcosa da togliere il fiato.
Non so come facciano, è come se un incessante scarica elettrica scorresse tra i loro corpi anche quando non si toccano.
La parte di hip hop riprende e loro si muovono perfettamente all’unisono, stessi passi ma stili diversi.
Sento un fremito che mi attraversa e mi basta un’occhiata a Sabo per accorgermi che non sono l’unico che non riesce a stare fermo.
Nami si ferma davanti a lui che le avvolge la vita con un braccio e la obbliga a disegnare un arco in avanti con il busto, prima di farle fare una cosa come cinque o sei pirouettes sotto il suo braccio.
Nel locale non vola una mosca, sono tutti concentrati su di loro che al contempo però sembrano essersi isolati da tutto, come se stessero provando da soli.
Ripartono con la coreografia separata con un leggero ritardo tra loro, come se Nami imitasse i passi di Ace un attimo dopo che li ha fatti lui, finché Ace non fa una capriola a terra e Nami lo salta via con un jeté en tournant  e quando lui si rialza si rimettono a ballare in perfetta sincronia.
Si muovono in cerchio usando la sedia come fulcro e quando Ace si trova a pochi passi dallo schienale si avvicina e la fa roteare a terra su una gamba per poi bloccarla e sedersi a cavalcioni, lasciando di nuovo campo libero alla sua ballerina.
Non è precisa come Bibi ma quello che sta facendo adesso è un perfetto esercizio di danza classica.
Se avesse le punte sarebbe impeccabile.
Con una leggiadria da far venire la pelle d’oca parte con una serie di battement frappé alla seconda assurdamente veloci, per poi sollevare la gamba in retiré e le braccia in quinta posizione e ripetere l’esercizio dall’altra parte, il tutto con un radioso sorriso sul volto, quasi stesse facendo un massaggio che non quel mostruoso sforzo fisico.
Si sposta lateralmente dando l’impressione che la musica nasca dai suoi movimenti e si blocca di schiena per poi disegnare un arco con le braccia, il busto e la testa.
Ace con gli avambracci sulle schienale la osserva fiero, con un sorriso che di scenico ha ben poco.
Sembra una coreografia provata e riprovata, altro che improvvisazione.
Accenna una piccola diagonale, girando come una trottola e slanciando la gamba fino a portare il polpaccio all’altezza del capo per poi bloccarsi in mezza punta mentre Ace si alza di nuovo e la raggiunge.
Si appoggia alla sua spalla e lui la fa girare lentamente quasi fosse la ballerina di un carillon in piquet arabesque.
La afferra per una mano e per la vita e la porta in cambré fino a quasi farle toccare terra.
Quando si sollevano si allontanano con degli chaines e si preparano all’ultima parte della canzone, mettendoci una grinta incredibile e impressionante.
Saltano e girano con una facilità che lascia a bocca aperta.
Si bloccano per un attimo a gambe divaricate e sulla mezza punta, le braccia in alto, per poi lasciarsi andare e accasciarsi per un attimo al suolo da cui si rialzano con un salto micidiale e la gente intorno a noi non riesce più a contenere applausi e ovazioni.
Noi siamo ancora tutti immobili, in attesa del gran finale, che non si fa attendere.
Ace le si avvicina e la fa girare verso di sé e con un movimento fluido i loro gomiti si incastrano mentre Nami si da un colpo, appoggiando la sua schiena a quella di lui e divaricando le gambe per poi scendere dalla parte opposta e lanciarsi subito in una serie di pirouettes di cui francamente perdo anche il conto.
Ancora un paio di movimenti secchi, con la musica che sta chiaramente volgendo al termine, Nami fa l’ennesimo rond degno di una contorsionista prima di ritrovarsi tra le braccia di Ace che la fa scivolare in modo da farle mettere il corpo in diagonale con una gamba piegata e l’altra tesa e un braccio in quinta sopra la testa.
Si guardano sorridendo e respirando affannati mentre l’applauso esplode intorno a loro e noi ci alziamo in piedi come tre quarti del locale.
Si raddrizzano per inchinarsi e io mi spello quasi i palmi e non resisto alla tentazione di girarmi verso Robb che sembra sul punto di vomitare e non perché la coreografia gli abbia fatto schifo.
Non sono l’unico a guardarlo con trionfo e soddisfazione, perfino Kidd e Killer gli stanno lanciando certe occhiate.
Anzi a dire il vero il tavolo al completo lo fa.
Tutti tranne una.
Tutti tranne, noto con una stretta allo stomaco, Lamy. 





Angolo dell'autrice: 
Salve gente!!!! 
Scusate l'immane ritardo nel pubblicare! 
Vorrei giusto ringraziare Luna e Zorina per le recensioni! Grazie davvero di cuore e alla prossima! 
Piper.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


L’aria tiepida della sera mi sferza appena le gambe, gonfiando la mia gonna, mentre mi passo una mano sul retro del collo.
Quando Baby ha chiesto se qualcuno l’accompagnava a fumare non ho esitato un solo istante ad alzarmi in piedi e seguirla, bisognosa di aria e ossigeno. Mi sento terribilmente tesa, non so nemmeno io perché.
Tutta quella scena di poco fa, quell’accanirsi su Robb… beh mi ha dato fastidio. E so che in fondo se l’è cercata, che è stato poco carino e poco educato ma sono convinta che il suo fosse solo un modo per attirare l’attenzione. Sono convinta che dietro quell’aria arrogante si nasconda una persona insicura e forse anche sofferente.
E Pen poteva risparmiarsi quell’intervento e quelle occhiate.
-Ehi?!-
Mi giro di scatto, ritrovandomi a fissarlo, la brezza che gli scompiglia il ciuffo rosso e il suo sorriso da bimbo sul volto, e il cuore mi perde giusto un battito mentre sopprimo la voglia di rispondere piegando a mia volta le labbra. Indurisco appena la mascella mentre incrocio le braccia sotto il seno.
-Ciao- mormoro atona e lo guardo azzardare un paio di passi verso di me, visibilmente nervoso.
Odio vederlo così, deglutire a quel modo, dondolare appena il braccio ma stasera non riesco proprio a trovare un motivo per cui dovrei preoccuparmi per lui e rassicurarlo.
-Tutto a posto?!- domanda, mantenendo a fatica il sorriso che gli arriccia appena il naso.
Scuoto appena la testa, con noncuranza quasi, stringendomi un attimo nelle spalle.
-Si tutto bene- rispondo, per niente convincente e Pen si acciglia, deciso ora a scoprire cosa mi turba.
-Lamy che hai?!-
Lo fisso per un attimo, stringendo appena i denti e sentendomi stranamente agitata per quello che sto per dire, senza che abbia alcun senso. Io e Pen ci diciamo tutto, da sempre, neanche le critiche sono mai state un problema. Eppure mi sento agitata.
Non ci voglio discutere!
Ma non posso trattenermi dal rispondere.
-Ho che ti sei comportato da immaturo!- lo informo, secca, facendogli sgranare gli occhi verde smeraldo.
Mi fissa incredulo, la bocca leggermente schiusa, assimilando la cosa.
-Non stai parlando di Robb… vero?!- esita e un’ennesima stretta allo stomaco fa esitare anche me.
Stringo i pugni, stendendo le mani lunghi i fianchi e avanzando di un passo verso Pen.
-Certo che parlo di lui! Ma ti rendi conto di come lo hai trattato?!-
La sua bocca si spalanca del tutto prima di sbuffare una specie di risata e indurire a sua volta lo sguardo.
-E come lui ha trattato noi?! Di come ci tratta da quando è arrivato ti sei accorta?!-
-Oh ma per favore, tu sei sempre stato prevenuto su di lui!-
-Certo che sono prevenuto! Perché è uno stronzo!-
-Ma se non lo conosci neanche?!-
-E invece tu sì vero?! Tu ti stai impegnando a conoscerlo molto a fondo vero?!-
Sobbalzo sconvolta da questa sua ultima frase. Non sono le parole in sé, ma il tono con cui le dice, lo sguardo che le accompagna.
Mi trapassa da parte a parte trasmettendomi un sentimento che non gli ho mai visto rivolgere a me.
Disprezzo. Che mi fa sprofondare il cuore nello stomaco e mi manda in tilt.
Cosa ci sta succedendo?!
Ma qualunque cosa sia mi fa reagire nel peggiore dei modi, mandandomi su tutte le furie.
-Non è affar tuo chi io decido di voler conoscere bene oppure no- sibilo, fuori di me, rendendomi conto di stare esagerando perché in fondo non mi ha accusato di niente -Ma qui lo stronzo sei tu, che giudichi senza neanche conoscere-
Indietreggia come se lo avessi preso a ceffoni e io mi ritrovo a boccheggiare e sgranare gli occhi.
Cosa ho detto?!
Kami, cosa ho appena detto a Pen?!
I suoi occhi si riempiono di qualcosa di pericolosamente simile a delusione e io mi sento morire. Per un attimo provo solo il desiderio di coprire la distanza tra noi in due falcate e gettargli le braccia al collo, scusandomi e giurando che non lo penso davvero, ma non riesco.
Rimango immobile a fissarlo, a guardarlo guardarmi come se non sapesse chi ha di fronte finché qualcosa si spezza in me e io, incapace di reggere oltre, scatto, superandolo senza una parola e rientrando nel locale.
Mi dirigo senza esitare verso il bancone, la testa che gira leggermente, a causa anche dell’alcool ingerito, rendendomi conto di tremare.
Non capisco, non capisco cosa ci sia preso. Questi non siamo noi!
Io e Pen non litighiamo così, non ci diciamo certe cose!
Mi appoggio alla superficie fresca e macchiata qua e là dal segno dei bicchieri, segni che Wiper sta ripulendo per bene con uno straccio, e mi afferro le tempie con le mani.
Cosa ho fatto, come ho potuto?! Come, come, come?!
-Tutto a posto?-
Sollevo la testa di scatto e fremo incrociando i suoi occhi. La domanda è la stessa ma la voce più profonda, il tono monocorde.
Fremo non tanto per il suo essere attraente e magnetico. Lo vedo che è bello, non sono cieca, ma a me non fa quell’effetto. Mi da più una sensazione di sicurezza, quasi come un fratello maggiore, e per questo mi sento assurdamente sollevata di essere capitata proprio di fianco a lui in questo momento.
Apro la bocca per rispondere che sì, va tutto bene ma che senso avrebbe?!
Che senso avrebbe negare una realtà che i suoi occhi grigi hanno già letto come fossi la pagina di un libro?
!
Che senso ha mentire a Law?!
-No, non è tutto a posto! Gli ho dato dello stronzo! Capisci?! Ho dato a Pen dello stronzo!!!- mi agito, gesticolando a sgranando gli occhi, ancora incredula di quello che ho fatto -Pen che è la persona più dolce del pianeta e io… Ma è stato così… arrogante! E non mi piace, non mi piace quando fa così, non è da lui! Lui non è così! Non è così e non è nemmeno uno che giudica e allora non capisco, davvero non capisco che problema ha con Robb e che problema ha se io lo trovo simpatico! Non voglio che faccia la figura dello stronzo, non se lo merita, ecco perché gliel’ho detto ma lui è così… cocciuto, non ascolta!!! Perché non mi ascolta?! Lo ha sempre fatto! È il mio migliore amico mi dovrebbe ascoltare no?! Voglio dire siamo intimi da sempre! Cioè non intimi in quel senso, intimi emotivamente o psicologicamente o quello che è, anche se ballando insieme ovviamente siamo intimi anche in quel senso però non in quel senso senso e comunque non intendevo quello, è che mi ha sempre dato retta, ci siamo sempre ascoltati e non capisco cosa ci succede adesso e io non voglio, non voglio che le cose degenerino tra me e Pen!-
Ho il fiato grosso quando smetto di parlare e, nel guardare Law a occhi sgranati mi rendo solo ora conto dello sproloquio che gli ho appena riversato addosso e sento le guance scaldarsi per l’imbarazzo ma non posso non abbozzare un timido sorriso quando lui ghigna.
-È tutto molto chiaro ma forse non è a me che dovresti fare questo discorso- si limita a considerare, cogliendomi alla sprovvista.
Sobbalzo appena e lo osservo qualche istante, prima di annuire e sorridere più radiosa e meno timida di poco fa, per poi girarmi a setacciare agitata il locale, alla sua ricerca.
Ma quello che invade il mio campo visivo non è Pen ma Baby, che corre verso di me con un sorrisone e gli occhi che brillano. Mi sembra su di giri e quando mi raggiunge afferrandomi per il braccio capisco che è piuttosto alticcia e sulla buona strada per ubriacarsi.
-Lamyyyyy!- mi chiama entusiasta, aggrappandosi a me e sbilanciandomi in avanti sotto lo sguardo impassibile di Law -Il dj ci mette Dumb!!!- ulula quasi, al colmo dell’entusiasmo e io mi acciglio prima che lei finisca finalmente di spiegarmi dove vuole arrivare -Balliamola dai!!!- implora, tirandomi il braccio e io lancio un’occhiata alla pista, dove Koala e Nojiko aspettano, già convinte dalla festeggiata a esibirci in questa vecchia coreografia.
Ma dai, non può parlare sul serio! Qui davanti a tutti questi sconosciuti?!
L’abbiamo montata in due lezioni con Nami in cui, per una serie di motivi, c’eravamo solo noi quattro!
-Baby…- comincio decisa a protestare ma mi blocco subito quando tira un altro po’.
-Ti preeeeeego!- piagnucola, saltellando sul posto, prima di girarsi verso Law -Diglielo anche tu!!!- gli chiede e Law solleva un sopracciglio, facendomi sghignazzare.
Riporto l’attenzione sulla mia amica e noto qualcosa nei suoi occhi che non mi piace per niente. Per quanto luccichino a causa soprattutto dell’alcool, c’è dell’altro più a fondo, qualcosa di simile a delusione e sofferenza.
So da cosa dipende e sento la rabbia montarmi dentro.
Dannazione, è il suo compleanno!
Determinata cerco con gli occhi Koala e Nojiko, che allungano il collo verso di noi, in attesa, prima di riposare il mio sguardo su Baby.
Sì è il suo compleanno e non sarò certo io a deluderla.
-Andiamo!- le dico decisa e lei sgrana gli occhi prima di aprirsi in un sorriso e, con un urletto acuto, afferrarmi per il polso e trascinarmi sulla pista scartando tra i clienti, sotto lo sguardo divertito di Law.
Con un frenata improvvisa mi ritrovo vicino a Nojiko e Koala e le osservo per un attimo, le mani sui fianchi.
Nojiko è chiaramente stanca ma  sempre sorridente e Koala è particolarmente bella stasera, con la camicetta con i volant, i calzoncini corti e i capelli un po’ mossi con il ferro. Se solo non fosse per quello sguardo costantemente sconsolato.
-Che c’è?!- domanda, sgranando gli occhi indaco e io sollevo un sopracciglio.
-Le avete detto di sì- spiego ed è Nojiko ora a guardarmi scettica.
-Dico ma l’hai vista?!- domanda indicandola con un cenno del capo, mentre si sbraccia per avvisare il DJ di far partire la canzone.
Con un sospiro mi passo la mano sul volto, ridacchiando.
-Su mettiamoci in posizione- le avviso, mentre Baby ci raggiunge correndo e ci disponiamo tutte di schiena girate in quattro direzioni diverse, appoggiandoci una alle spalle dell’altra, la gamba destra in fuori e leggermente piegata sulla mezza punta.
 
[Dumb – The 411]

Above the feeling
This is revealing
Boy I didn’t know you cared
Must’ve been up on the weekend
In the club freakin’
Boy I could see you stare
You were lookin’ right at me
Lookin’ right back
We knew there was something there
And I know you knew that if we did do this
It would be an affair
 
‘Coz my man’s at home
Lookin’ at the finger his ring goes on
He got trust in me
How'm I gonna live with myself if i cheat?
 
Dumb diggi-diggi-di dumb di-dumb
And  though I know it would be fun to get some
Gotta run now, gotta go
Gotta get home
‘Coz my baby's boy's on his own
 
Cambiamo un paio di pose per poi allontanarci con degli chaines e prendere a ballare tutte voltate nella stessa direzione, da cui riusciamo a vedere il nostro tavolo. Non ho bisogno di pensare, i passi vengono naturali, suggeriti dalla musica direttamente al mio corpo che non si vergogna di muoversi sensuale su questa pista, in mezzo a questi sconosciuti, senza pudore né malizia mentre i miei occhi vagano per la sala.
Non voglio ammetterlo ma so benissimo alla ricerca di chi.
Non hanno mai visto questo balletto e voglio dare il meglio. Voglio che sia fiero di me.
Ragion per cui è micidiale la delusione che mi travolge quando lo vedo impegnato a parlare fitto con Sabo, senza degnarci di un solo sguardo.
Formiamo un’unica fila, mentre avanziamo e io non riesco a distogliere gli occhi da lui che va avanti imperterrito a fare finta di non sapere che stiamo ballando.
Mi fa una rabbia! Okay, abbiamo discusso ma una cosa del genere non l’ha mai fatta!
Sto ballando! Io a lui non lo farei mai!
Un formicolio mi fa girare appena il volto e il cuore accelera nell’incrociare lo sguardo di Robb fisso su di me, attento e, oserei dire, orgoglioso. Mi fa inaspettatamente bene e sento la delusione sparire mentre torno a sorridere e ballare senza freni, Pen ormai l’ultimo dei miei pensieri.
 
Better be Dumb diggi-diggi-di dumb di-dumb
And  though I know it would be fun to get some
Gotta run now
I gotta get home,
My baby boy's on his own,
 
Up on the dancefloor
Then ya go ask for a night in with me
But ya know that aint gon' happen
I wont get trapped in
This, see, it just ain’t me
And you can try seduce me
But its no use, see
I'm in love with my baby
And I won’t let you in
Mess up and move in
To do that I'd be crazy
 
‘Coz my man’s at home
Lookin’ at the finger his ring goes on
He got trust in me
How'm I gonna live with myself if i cheat?
 
Dumb diggi-diggi-di dumb di-dumb
And  though I know it would be fun to get some
Gotta run now, gotta go
Gotta get home
 
Muovo il bacino a destra e sinistra, prima di fare una paio di pirouettes usandoli come punto fisso per non perdere l’equilibrio. Non mi sono sfuggite le insistenti occhiate che Killer le ha lanciato per tutta la sera, così come ora non mi sfugge il sorriso e lo sguardo della mia migliore amica. Da tanto non la vedevo così e sono semplicemente al settimo cielo. Bonney è una tosta ma la mazzata di Zoro è stata davvero dura da superare per lei anche se, guardando Nami e quanto è felice, non si può desiderare che andasse diversamente da come è andata.
Disegno un cerchio con il busto, continuando a guardarli soddisfatta, prima di spostare appena lo sguardo e mettere a fuoco quella testa calda di Kidd. Appoggiato allo schienale, le braccia incrociate al petto e l’espressione perennemente infastidita, stavolta di sicuro per Killer non gli da minimamente retta. Mi accorgo anche con non poca sorpresa che ci sta guardando ballare e la cosa mi fa fremere appena. Ma quando lancia un’occhiata in tralice a Killer e Bonney non posso trattenere una mezza risata e sembra quasi che Killer la senta perché, proprio in quel momento, si gira verso di me, incrociando il mio sguardo e lanciandomi un sorriso complice che ricambio subito, perché in fondo sappiamo benissimo entrambi cosa sta passando nella testa dell’altro.
 
‘Coz my baby's boy's on his own
Better be Dumb diggi-diggi-di dumb di-dumb
And  though I know it would be fun to get some
Gotta run now
I gotta get home,
My baby boy's on his own,
 
There’s no way that I’m gon’ play
I don’t care what you gon' say
Even though you make me crazy
I won’t risk losing my baby
There’s no way that I’m gon' play
I don’t care what you gon' say
Even though you make me crazy
I won’t risk losing my baby
 
Mi sembra quasi di avere la testa staccata dal corpo, colpa dell’alcool sicuro ma anche perché sono felice di essere qui a ballare sotto gli occhi di tutti.
È quello che si merita, quello stronzo! Se si fosse degnato di presentarsi avrebbe potuto godere di questo spettacolo ma peggio per lui!
E io non ho intenzione di farmi rovinare il compleanno.
Girata di un quarto rispetto al tavolo, volto la testa verso di loro in simultanea con le altre, un sorriso malizioso sulle labbra, mentre disegniamo un’onda con tutto il corpo e mi ritrovo a deglutire a vuoto quando noto lo sguardo di Franky su di me.
Quel ragazzo è un vero deficiente a volte, e sempre quando si tratta di ragazze ma il modo in cui mi sta guardando ora mi mette non poco in difficoltà. Aiutata dai troppi mojito, vado per un attimo in tilt, continuando a ballare meccanicamente e dimenticandomi di tutto.
Dimenticandomi soprattutto di lui. Sorrido al mio ballerino, felice di sentirmi di nuovo così, di sentirmi bella e desiderabile, una sensazione ormai dimenticata. Tutti gli altri ragazzi presenti scompaiono nel nulla, non mi frega più niente di loro e continuo a cercarlo per accertarmi che mi stia ancora guardando.
Ed è solo quando, nel posizionarmi di schiena con le braccia sollevate sul capo e i polsi incrociati, lui sparisce dal mio campo visivo che mi rendo conto che parliamo di Cuttyflam e mi ritrovo a sgranare gli occhi sconvolta.
 
That'd be dumb diggi-diggi-di dumb di-dumb
And  though I know it would be fun to get some
Gotta run now, gotta go
Gotta get home
‘Coz my baby's boy's on his own
Better be Dumb diggi-diggi-di dumb di-dumb
And  though I know it would be fun to get some
Gotta run now
I gotta get home,
My baby boy's on his own,
 
Disegno un rond perfettamente circolare con la gamba esterna prima di girare e slanciare la stessa gamba in un grand battements, la testa appena reclinata all’indietro.
Sto cercando con tutta me stessa di concentrarmi solo sulla coreografia ma non c’è niente da fare, mi pesa.
Mi pesa che Sabo mi ignori persino quando ballo da sola. Mi pesa che Sabo mi ignori e punto.
Mai come in questo momento mi rendo conto che non sono affatto andata oltre, che sono ancora completamente persa per lui, e quanto sia assolutamente necessario che io la superi.
E quando mi ritrovo a guardare il bancone e quel ragazzo che mi fissa come se fossi un capolavoro vivente, decido di iniziare subito. Lo aggancio con lo sguardo e non lo mollo più per quel che rimane della coreografia, muovendomi sinuosa con le altre, sorridendo provocatoria mentre ripetiamo il movimento del bacino a destra e sinistra, sentendomi subito meglio.
So di essere brava, so di essere attraente.
Non è colpa di Sabo se lui questo non lo vede ma neppure colpa mia.
E, mentre mi avvicino alle altre per la posa finale, continuando a comunicare silenziosamente con questo sconosciuto, non mi sento cattiva nel considerare che tanto peggio per lui. 







Cambio POV:
- Nojiko
Baby
- Koala

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


-Ehi! Amico, rallenta un po’!-
Non mi giro nemmeno a guardare Killer, continuando imperterrito a camminare verso le nostre moto. Sono così nervoso che spaccherei qualcosa.
-Kidd!- mi chiama di nuovo, correndo per affiancarmi e adattandosi poi al mio passo senza fatica -Ohi ma che ti prende?!- domanda, quando vede che non rispondo e io soffio dal naso, incarognito.
Mi da una pacca per attirare la mia attenzione e un ringhio si libera dal mio torace.
-Che vuoi?!- lo fulmino, mentre mi decido a voltarmi verso di lui.
-Come che voglio?! Non mi parli!- protesta, sgranando gli occhi.
Io e Killer siamo amici da una vita e non si è mai scocciato per i miei scatti di rabbia e momenti di mutismo ma è anche vero che ci siamo sempre capiti al volo. E il fatto di non capire, questa volta, gli da fottutamente fastidio ma non me ne frega un cazzo perché io sono anche più infastidito di lui.
Assottiglio gli occhi e digrigno appena i denti prima di rispondere.
-Non mi hai filato di striscio per tutta la sera e ora vuoi parlare?! Fottiti!- ringhio prima di proseguire, lasciandolo lì interdetto.
Pochi passi e lo sento correre di nuovo per raggiungermi e afferrarmi per la spalla.
-Di cosa cazzo stai parlando?!-
-Del fatto che eri troppo impegnato a provarci con quella cazzo di ragazzina viziata!-
Aggrotta le sopracciglia, indurendo a sua volta la mascella prima di incrociare le braccia al petto, gli occhi che lanciano saette.
-Sei capace di dire solo quello?! Che sono tutte ragazzine viziate?! Stai diventando ancora più stronzo del solito?!-
Lo guardo qualche istante senza capire.
-Cosa cazzo vuol dire “tutte”?!-
-Lo hai detto di Nojiko l’altro giorno e di Bonney adesso! Solo perché ti stanno sul culo, cosa che si può dire del 90% della popolazione mondiale, non significa che…-
-Non parlavo di Bonney! Mi riferivo sempre a Nojiko!- lo fermo subito, senza neanche pensare e rendendomi conto solo ora che è quello ad avermi dato così fottutamente fastidio e non il fatto che Killer non mi abbia cagato.
Sobbalzo di fronte a questa consapevolezza, cercando di non dare a vedere quanto mi ha colpito ma l’espressione di Killer parla per lui e io mi metto subito sulla difensiva.
-Cosa c’è?!- abbaio e lo guardo piegare lentamente le labbra in un ghigno.
-Sei geloso- mormora e io strabuzzo li occhi.
Ma che cazzo dice?! Ma per favore?!
Geloso io!?
E di chi poi?!
-Tu sei geloso di Nojiko!- ripete, puntandomi contro l’indice.
Cerco di incenerirlo con lo sguardo e apro appena la bocca per ribattere, prima di decidere che non ne vale nemmeno la pena e avviarmi di nuovo verso le moto, ormai a pochi metri.
Raggiungo la mia e mi metto ad armeggiare con il sellino per aprirlo e tirare fuori il casco, mentre quel coglione del mio migliore amico mi raggiunge con calma continuando a ghignare come un fottuto deficiente.
Gli lancio un’occhiata di sottecchi e lo becco scuotere la testa divertito mentre anche lui apre il sellino e una scarica di rabbia mi attraversa.
Ma che cazzo ci trova di divertente?!
Mi giro in modo da escluderlo dal mio campo visivo ma la sua voce mi obbliga a voltarmi di nuovo.
-A me interessa Bonney-
Lo osservo impassibile, notando che ora non ride più, è serio e convinto e io deglutisco mentre davanti ai miei occhi passa un flash del sorriso che Nojiko gli ha lanciato l’altro giorno all’officina e ancora stasera mentre ballava.
E uno strano, incomprensibile spasmo mi stringe lo stomaco, senza alcun motivo.
Scrollo le spalle mentre sollevo le braccia per infilare il casco.
-Beh allora preparati a spezzare un cuore- lo avviso prima di calarmelo sulla testa e salire in sella, pronto a partire senza aspettarlo né salutarlo.
 

 
***

 
Mi sbilancio tutto a destra rischiando di cadere, quando si aggrappa al mio braccio, come una bambina al Luna Park con il papà.
-…mal di piedi!- piagnucola e io mando gli occhi al cielo, sospirando.
Porco Roger ma chi me l’ha fatto fare?!
Come mi è venuto in mente di offrirmi di accompagnarla a casa senza  nemmeno un mezzo di trasporto a disposizione?!
Certo mica potevo lasciarla da sola, a quest’ora e ubriaca marcia ma se me ne stavo zitto sicuro che ci avrebbe pensato qualcun altro.
Sono un deficiente! Anzi, un super-deficiente!
Che poi non sarebbe neanche più molesta del normale, non fosse per il…
-Mal.Di.Piedi!!!-
-E levati quei tacchi no?!?! Ma che bisogno avete di girare sui trampoli??- sbotto, girandomi verso di lei.
Baby si immobilizza, guardandomi omicida e con le braccia incrociate sotto il seno.
Senza volerlo mi ritrovo a studiarla, partendo proprio dalle sue scarpe e risalendo lungo le gambe kilometriche, lasciate quasi totalmente scoperte dal tubino inguinale che mette in risalto le sue forme.
Mi ritrovo a deglutire e sento improvvisamente caldo.
Sarà anche tremenda e violenta ma porco Roger se è bella!
Strabuzzo gli occhi non appena lo penso ma non faccio in tempo a formulare altro che la sua voce mi riporta alla realtà.
-Se fossi un vero uomo, Cuttyflam, mi porteresti in braccio!- afferma, sollevando il mento, altezzosa, la voce resa acuta e un po’ impastata dall’alcool.
Gli occhi mi schizzano fuori dalle orbite e la guardo incredulo.
-Ma te lo scordi!!!-
Socchiude le palpebre minacciosa, prima di piegare la bocca in un’espressione implorante.
-Ooooh ti preeeeego!!!- torna a lamentarsi, aggrappandosi di nuovo al mio braccio.
Dannazione, ma è super fuori!!!
Meno male che non ha mischiato, che ha bevuto un mojito a inizio serata e poi ci ha dato dentro di sambuca e basta se no a quest’ora sicuro che stava vomitando!
Mi libero dalla sua stretta, avanzando deciso e distanziandola di alcuni passi, per sottolineare che non ho intenzione di assecondarla ma mi fermo e mi giro quando non la sento seguirmi né lamentarsi.
Lo stomaco mi si contrae appena nel metterla a fuoco immobile dove l’ho lasciata, le braccia di nuovo strette sotto il seno e lo sguardo puntato al suolo, terribilmente sconsolato.
Sento uno strano formicolio pervadermi, gli occhi pizzicare appena e scuoto la testa deciso.
Questa reazione è del tutto ridicola! Dannazione è di Baby che parliamo! Quella che cerca sempre di uccidermi o almeno minaccia di volerlo fare!
Però è così giù poverina, che mi si stringe il cuore.
Ed è pure il suo compleanno.
Indurisco la mascella e stringo i pugni, determinato, mentre torno sui miei passi, raggiungendola di nuovo in tre falcate.
-Togli le scarpe- le intimo e lei solleva uno sguardo incredulo e infastidito, che non riesce a nascondere la sua sofferenza.
-Te lo scordi che cammino a piedi nudi-
-Togli le scarpe- ripeto più deciso e la guardo sgranare gli occhi prima di deglutire e ubbidire senza più protestare.
Si accovaccia e sfila i trampoli, tenendoli poi a penzoloni sulle dita e fa per proseguire verso casa sua, a cui manca davvero poco ormai, prima che io mi allunghi verso di lei, trascinandola indietro.
Sgrana gli occhi all’inverosimile quando le passo un braccio sotto le ginocchia e l’altro intorno alle scapole, caricandomela in braccio e contro al petto.
-Franky…- mi chiama in un soffio ma io la ignoro e prendo a camminare deciso verso casa sua, stringendola un po’ di più.
Lo so perché sta così, lo sappiamo tutti.
E so che questa sua richiesta di essere portata in braccio in realtà non è un capriccio ma un disperato bisogno di attenzione.
Maledizione a me e alla mia super-sensibilità!
La sento rilassarsi e posare la testa sulla mia spalla, mentre abbandona le scarpe sulla propria pancia insieme alla borsetta e io proseguo imperterrito verso la nostra meta.
Non pesa niente e a occhio e croce deve essere dimagrita non poco ultimamente. Non ci avevo fatto caso nonostante le molte prese che dobbiamo fare.
Svolto l’angolo e finalmente il suo condominio entra nel mio campo visivo.
Fortuna che mi è capitato di venire a prenderla per andare a scuola insieme. In effetti mi domando perché litighiamo sempre.
Forse ha ragione Pen, il suo avercela con me è solo uno sfogo.
-Baby mi servono le chiavi- le mormoro, accorgendomi che si è un po’ abbioccata.
Mugugna, sfregando la fronte contro il mio collo, per poi socchiudere gli occhi e frugare nella borsetta che sembra più la bustina dei trucchi di mia mamma.
Non so come faccio ad aprire il portone e la porta senza farla cadere o incasinarmi, fatto sta che per richiudere l’uscio del suo appartamento non ho alternative se non appoggiarmici di schiena, provocando un tonfo della miseria.
Serro i denti e sgrano gli occhi, sperando di non avere svegliato i suoi, rimanendo immobile e zitto nel buio dell’appartamento in ascolto. Sto già per sospirare di sollievo per l’assenza di rumori che indicano che i genitori di Baby si sono svegliati e stanno venendo a controllare quando una sommessa risata raggiunge le mie orecchie.
Abbasso lo sguardo ancora spalancato sulla mia ballerina, captando anche nel buio il movimento delle sue spalle, segno che sta ridendo, sempre più forte tra l’altro.
Magnifico, ci mancava solo quello!
-Baby! Sssssh! Smettila!!!- sibilo ma lei ride sempre più forte, senza neanche preoccuparsi troppo di soffocare le risate sul mio collo.
Strabuzzo gli occhi, guardando verso la camera dei suoi, in panico.
Cioè non ci credo! C’ha la sbronza divertente questa!!!
Mi affretto verso la sua stanza, dove entro a passo di carica, socchiudendo la porta fino quasi a chiuderla prima di dirigermi deciso verso il letto per depositarcela sopra e andarmene via il più velocemente possibile.
Suo padre è un bonaccione ma anche un armadio a due ante e non so come potrebbe interpretare una situazione del genere.
Il problema è che quando cerco di rimettermi dritto non ci riesco perché Baby si aggrappa ai baveri della mia camicia a maniche corte, tenendomi giù mentre getta la testa indietro, liberando un’altra risata.
-Baby, lasciami!!!- le intimo ma lei continua a ridere e io mi rendo conto che è praticamente al di là della sbronza ormai.
-Oh ma dai!- protesta appena riesce a calmarsi, guardandomi con malizia e muovendosi sinuosa sul materasso -Resta qui!-
Faccio appena in tempo a strabuzzare gli occhi mentre mi strattona, facendomi precipitare sul letto, che mi ritrovo a sgranarli ancora di più quando la sua bocca preme decisa sulla mia, solleticandomi subito con la punta della lingua.
La sento succhiare il mio labbro superiore e mi preparo a fare leva sulla mano posata sul cuscino accanto al suo viso per allontanarmi da lei.
Mi preparo sì ma non lo faccio.
Non so bene come succede.
È la sua mano che si immerge tra i miei capelli o forse quella che si infila sotto alla camicia e mi accarezza la colonna vertebrale, è il sapore di anice che si mischia al suo profumo, che conosco bene ma non mi ha mai fatto questo effetto, è il mugugno che emette, quasi fosse in paradiso, fatto sta che mi ritrovo a chiudere gli occhi e rispondere al bacio, posizionandomi meglio sul letto e portando la mano libera dal sorreggermi sul suo collo.
Mi dimentico di tutto.
Mi dimentico che è ubriaca, che non è in sé, che è Baby e che domani torneremo a scannarci come sempre.
Mi dimentico che è fidanzata.
Mi dimentico ma solo per un attimo e torno quasi subito in me, staccandomi da lei, il respiro di entrambi un po’ affannato e il cuore che mi batte super-veloce.
Ci fissiamo qualche istante sconvolti finché io non mi decido ad andarmene ma faccio appena in tempo a raggiungere la porta che la sua voce mi fa fermare di nuovo.
-Resta-
Non lo dice più provocatoria, è quasi un’implorazione.
Mi volto di nuovo e la trovo seduta sul letto.
Oh andiamo!!!
Perché deve avere quello sguardo così distrutto?!
Provo a resistere ma niente, mollo la maniglia e torno verso di lei, sedendomi al suo fianco e guardandola in attesa.
Si fissa le ginocchia prima di prendere fiato e parlare.
-Non voglio stare sola- ammette e io sento lo stomaco stringersi, portando veloce pollice e indice a sfregarmi gli occhi.
No! Non sto per mettermi a piangere! Proprio no!
La guardo stringere il bordo della gonna, prima di sollevare gli occhi su di me.
-Non mi ha neppure fatto gli auguri! Non si è presentato alla mia festa di compleanno!-
La ascolto, in silenzio, perché ciò di cui ha bisogno non sono parole di conforto ma sfogarsi.
E so bene di chi parla, so che parla di quello stronzo. Lo sappiamo tutti come la tratta e ancora ci chiediamo perché sta con lui.
-Mi tradisce! Ormai ne sono certa! Praticamente abbiamo una relazione telefonica e litighiamo e basta!- continua mentre le prime lacrime cominciano a rigarle le guance e io, senza neanche rendermene conto, porto una mano al suo fianco, accarezzandola piano -Ma almeno stasera poteva fare lo sforzo di farsi vedere no?!- riesce ad articolare prima di tapparsi la bocca con la mano.
La osservo intensamente, alzando l’altra mano per asciugarle le guance e trovandola a fissarmi implorante, in cerca di risposte.
-È solo uno stronzo- mormoro sottovoce -Meglio perderlo che trovarlo-
-Ma mi ha sempre detto che ha bisogno di me! Perché ora mi tratta così?!-
Deglutisco a vuoto, sofferente. È una tortura vederla così.
Le prendo il mento tra pollice e indice e la faccio concentrare completamente su di me.
-Perché non ti merita- affermo deciso e lei sgrana gli occhi blu, prima di abbozzare un timido sorriso e avvicinarsi a me.
-Franky resta qui- mi prega, afferrando il bavero della mia camicia -Per favore… resta qui…-
Trattengo per un attimo il fiato. Vorrei dire di no. Dovrei dire di no.
Ma non ci riesco.
Mi sfilo le scarpe prima di stendermi sul materasso accanto a lei, abbracciandola, mentre infossa il capo nella mia gola e intreccia una gamba alla mia.
La stringo dalle scapole, consapevole che domattina non ricorderà più niente e la sento aderire completamente a me. Ci sono abituato a sentire il suo corpo contro il mio ma questa situazione è totalmente diversa, così intima e senza nulla a che vedere con la danza.
Smetto di pensare quando la sento sospirare e rilassarsi contro il mio torace, rendendomi conto che mi fa sentire incredibilmente bene e mi viene naturale posarle un bacio tra i capelli.
-Ho bisogno di te…- soffia già praticamente addormentata e io le passo il palmo sul braccio nudo, rilassandomi a mia volta e addormentandomi con il suo respiro regolare a scaldarmi la pelle della gola.
 

§
 

Esco dal bagno, accompagnato dal suono dello sciacquone, i pantaloni a cavallo del braccio e un palmo a spannare l’occhio destro, le dita infilate tre le mie ciocche spettinate.
Sono super-rincoglionito, prima quando ho cominciato a svegliarmi, la tentazione di rispronfondare nel sonno è stata fortissima ma appena mi sono ricordato di dov’ero e con chi sono schizzato su come una molla. Mi ero ripromesso di andarmene prima che Baby si svegliasse e quindi eccomi qui, mezzo addormentato.
Abbandono i calzoni sul ripiano superiore del tiragraffi del gatto di Baby, posizionato proprio fuori dal bagno, e mi trascino in cucina, vestito solo di mutande e camicia completamente aperta.
Ho bisogno di acqua. Anche se non mi sono sbronzato, ci ho dato dentro anche io ieri sera e mi sento la lingua impastata dall’alcool.
Fortuna che ho una memoria visiva super e quindi mi ricordo sia dove si ubica la cucina che dove trovare acqua e bicchieri.
Senza neanche guardarmi intorno apro il frigo, prima di girarmi verso la dispensa e comincio a versarmi un bel bicchierone, attento a non fare disastri nonostante il rincoglionimento.
Me lo porto alle labbra, valutando se portarne uno anche a Baby, scacciando subito l’idea.
Non deve sapere che ho dormito qui!
Non voglio incasinarle la vita!
Lascio scoppiettare le bollicine sulla lingua qualche istante prima di deglutire e riavvicinare il bordo di vetro alle labbra.
-Buongiorno-
Faccio un salto alto così mentre mi giro di scatto, riuscendo per miracolo a non mandare in terra bottiglia e bicchiere nonostante lo spavento, e mi ritrovo a fissare un uomo biondo, pantaloni della tuta e maglietta a maniche corte con disegnato sopra uno strano smile, intento ad armeggiare con una padella ai fornelli.
Mi lancia un’occhiata sorridente prima di tornare a concentrarsi su quello che sta facendo e io mi sento gelare.
-S-Signor Donquijote…- comincio non sapendo bene cosa aspettarmi.
Insomma va bene che tutti dicono che sia un pezzo di pane ma sono pur sempre uscito dalla stanza di sua figlia in mutande e camicia e basta!
-Franky, giusto?! Il ballerino di Baby?!-
-Signor Donquijote non è come pensa…-
-Non preoccuparti ragazzo!- mi interrompe, voltandosi verso di me e appoggiando il gomito al piano cottura -Ah e puoi darmi del tu e chiamarmi Cora!- prosegue, sotto il mio sguardo incredulo e sgranato.
Sbatto le palpebre interdetto un paio di volte, senza riuscire a formulare alcunché finché non è di nuovo lui a parlare.
-Vuoi dei pancake?!- propone indicando verso la padella con il pollice e io riesco a riprendermi.
Scuoto la testa e sto per rispondere che è un’idea assolutamente Suuuuuper quando una fiammata improvvisa mi fa sobbalzare e mi ritrovo a fissare sconvolto la maglietta del padre di Baby andare a fuoco sulla spalla senza che lui si accorga di niente.
-Mia moglie è più brava ma neanche io me la cavo male- argomenta nel vedermi ancora interdetto e io boccheggio scioccato.
Ma non se ne accorge?! Non lo sente?!
-Fr…-
-Va a fuoco!- riesco finalmente a dire e lui gira con calma la testa scattando solo quando vede la fiammata, per spegnerla prima di ustionarsi.
Mi getto verso di lui per aiutarlo e afferro una pattina con cui lo percuoto per spegnere le fiamme mentre anche lui picchia il palmo aperto sulla propria spalla. Tiriamo entrambi un sospiro di sollievo quando vediamo finalmente il fuoco spegnersi, lasciando come unico danno il cotone sbrindellato sulla manica.
-Grazie ragazzo!- afferma Cora, dandomi una pacca sulla spalla e io gli sorrido.
Apro la bocca per ringraziare ma vengo interrotto di nuovo.
-Abbiamo ospiti- mormora una voce femminile, tranquilla e un po’ roca, alle mie spalle.
Mi giro per incrociare lo sguardo chiarissimo della madre di Baby, una donna bellissima da cui la mia ballerina ha ereditato molto, compreso il sorriso, materno e affettuoso come la luce che le accende gli occhi.
Lo so, solo un pazzo definirebbe Baby affettuosa e materna ma la verità è che ultimamente l’ho rivalutata molto, e soprattutto dopo l’accaduto di ieri sera.
Sento una sensazione come di panico impadronirsi di me, senza sapere da cosa dipende, mentre osservo Natsuki avvicinarsi al marito per rubargli un bacio a fior di labbra e lanciare un’occhiata tra il rassegnato e il divertito alla maglietta bucherellata dalle fiamme, prima di girarsi verso di me, le mani sui fianchi.
-Ciao Franky- mi saluta, piegando appena il capo di lato e io mi sento andare a fuoco quando la vedo abbassare un’eloquente occhiata verso le mie gambe.
O Porco Roger! Sono in mutande!
Cioè io sto spesso e volentieri in mutande ma non nella cucina della mia ballerina in presenza dei suoi genitori!
-Scusate io…- comincio ma Natsuki ridacchia, scuotendo una mano per fermarmi.
 -Non ti preoccupare, Baby ci ha detto di questa tua abitudine. Mi fa piacere sapere che ti senti così a tuo agio qui- mi dice, calma e sincera e io deglutisco a vuoto.
-G-grazie- mormoro, passandomi una mano tra i capelli.
Perché sono così agitato?! Non è da me! Io non so neppure cosa sia il pudore!
-Allora, vogliamo preparare questi pancake senza carbonizzarli?!- propone  Natsuki, girandosi verso Cora con un radioso sorriso e lui annuisce, prima di lasciarle campo libero e invitarmi a sedere.
Mi versa un bicchiere di succo d’arancia prima di sedersi di fronte a me e dopo poco anche un piatto di pancake viene posato sotto al mio naso.
Comincio a mangiarli e sento che riesco a rilassarmi, riuscendo a fare anche conversazione dopo appena pochi minuti, con estrema naturalezza.
Sembra che questo succeda in continuazione, sembro di casa qui.
A questo pensiero strabuzzo gli occhi, realizzando cosa mi fa andare così in panico e mi fa agitare tanto.
Sono rimasto a dormire con Baby, mi sono presentato in cucina in mutande e ora sto facendo colazione con i suoi come se fosse la quotidianità. Chissà cosa penseranno Cora e Natsuki.
Insomma non posso rischiare che loro pensino che… che Baby ed io…
Osservo il pezzo di pancake infilato sulla forchetta prima di appoggiare la posata al piatto e sollevare uno sguardo determinato su di loro.
-Non ditele niente!- esclamo, implorandoli con gli occhi e stupendoli appena -Lei non si ricorderà nulla, non ditele che ero qui! Non voglio… incasinarle la vita- mormoro rendendomi conto di quanto può essere equivocabile ciò che appena detto ma le loro occhiate e i loro sorrisi mi rassicurano che hanno capito.
Che sanno che non c’è stato niente tra noi e che mi riferivo ovviamente a non incasinarle ulteriormente le cose con quel deficiente del suo ragazzo.
Annuiscono piano, guardandomi con affetto e io torno a mangiare più sereno, complimentandomi con Natsuki per i pancake Suuuuuuper.
Ed è solo quando penso che devo darmi una mossa e andarmene da qui prima che Baby si svegli, che devo andarmene senza poterla vedere e salutare che, inspiegabilmente, lo stomaco torna a contrarsi. 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


-Franky?!?!-
Salto su come una molla nel sentire Pen e Koala chiamarmi all’unisono, il tono esageratamente alto.
-Che avete da urlare, fratelli?!- protesto, guardandoli storto e facendogli scambiare un’occhiata.
-Abbiamo che non sei qui con la testa?! Ma che ti prende?!-
Mi acciglio osservando Koala, senza capire di che parla.
-Ma di che parlate?!-
-Del fatto che non hai sentito una sola parola di quello che abbiamo detto ed è da quando siamo usciti dallo spogliatoio che continui a lanciare occhiate verso l’ingresso!- interviene Pen deciso, prima di corrugare le sopracciglia, colto da un pensiero -Aspetti qualcuno?!-
Sobbalzo appena sulla sedia, reazione che riesco a nascondere al mio rosso amico ma non certo a Koala.
Lei mi conosce come le sue tasche, senza contare che ha una capacità intuitiva che fa spavento, la sorella.
Mi scruta, curiosa, e io evito di incrociare il suo sguardo indagatore.
-Non aspetto nessuno e non è vero che continuo a guardare la porta!- affermo deciso, senza possibilità di replica e Pen si limita a sollevare un sopracciglio con scetticismo prima di tornare ad appoggiarsi allo schienale, guardando dentro la sala arancio, dove Chopper e Shirahoshi stanno provando e dove anche l’attenzione mia e di Koala si concentra.
Una risata cristallina irrompe nell’aria e un attimo dopo Lamy esce dalla sala seguita da Robb, lancia un’occhiata atona a Pen che sostiene lo sguardo di entrambi indurendo la mascella e prosegue insieme al fratello americano verso le macchinette.
Cercando di non essere troppo plateali, io e Koala lo guardiamo di striscio e sento il cuore stringersi nel vedere la sua espressione sofferente. Non sappiamo esattamente cosa sia successo tra loro, lo ha raccontato solo a Sabo ma qualunque cosa sia, le cose non vanno bene proprio per niente. Non c’è proprio niente di super.
Koala apre la bocca, la richiude subito, si gira a guardarmi e, dopo avermi osservato stringermi nelle spalle, opta per una carezza sulla testa, scompigliandogli il ciuffo rosso e facendogli abbozzare un mezzo sorriso.
-You can't stop an avalanche as it races down the hill. You can try to stop the seasons, but you know you never will. And you can try to…-
Una voce perfettamente intonata e cristallina risuona per il corridoio, precedendo il suo possessore e cantando il pezzo di chiusura dello spettacolo, ovvero “You can’t stop the beat” di Hairspray.
Il cuore mi perde istantaneamente un battito, prima ancora di mettere a fuoco Baby che gira l’angolo ed entra nel nostro campo visivo, già pronta con i vestiti per la lezione ma i capelli ancora sciolti sulle spalle e una luce negli occhi che non credo di averle mai visto.
Ma è sempre stata così bella?!
-… spinnin' round and round and my heart's keeping time to the speed of sound. I was lost till I heard the drums then I found my way. 'Cause you can't stop the beat-
Deglutisco a vuoto senza sapere che mi prende. Io adoro questa canzone, mi emoziona da morire, deve essere questo. Per forza!
-Ehi ragazzi!-
Ci sorride radiosa, coprendo i pochi metri che ci separano quasi saltellando e in un attimo la gola mi si secca.
-Ciao Baby- risponde atono Pen, continuando a fissare di fronte a sé o almeno credo dato che non riesco a staccare gli occhi da lei.
-Siamo euforiche stasera!- esclama Koala e dal suo tono capisco che sta sorridendo.
Un lampo che non riesco a identificare le attraversa le iridi blu e le sue labbra si tirano ancora di più, allargando il sorriso.
-Stai parlando con una ragazza felice… Felice e single- mormora, con un’occhiata maliziosa e il cuore mi si mette a battere superveloce.
Single?!
Ha detto single?!
Mi giro verso Koala per accertarmi di avere sentito bene e trovo la sorella a occhi super-sgranati, a conferma che sì, ho sentito bene eccome e schizzo di nuovo a cercarla.
Lo ha lasciato?!
Lo ha lasciato davvero?!
Un movimento improvviso ci fa voltare tutti, in tempo per vedere Pen entrare senza una parola in sala, lasciandoci un attimo interdetti.
Sospiriamo comprensivi, consapevoli che non voleva essere maleducato, che anzi lui non è geneticamente in grado di esserlo ma questa storia di Lamy lo sta distruggendo.
-Beh entro anche io!- ci riscuote Baby, tornando allegra e senza riuscire a smettere di sorridere.
Sollevo la testa e la trovo a osservarmi con uno sguardo che mi mozza il fiato, prima di premere un polpastrello sulla punta del mio naso.
-Ti aspetto dentro- sussurra roca, per poi varcare la porta della sala con un risolino.
Rimango fermo a occhi sgranati, il cuore che va a mille e la gola supersecca, finché un rumore come di qualcuno che si schiarisce la gola non mi fa girare verso Koala che mi fissa eloquente, le braccia incrociate sotto al seno.
-Di un po’… non mi devi raccontare niente?!- domanda e io arrossisco, colto in flagrante.
So che è perfettamente inutile mentirle e così mi passo una mano sul viso prima di prendere fiato e confessarle tutto. Ma stasera non sembra fatta per le confidenze e un’ombra si para davanti a noi, interrompendomi prima che io possa iniziare e facendoci sollevare lo sguardo, per scoprire che si tratta di Sabo.
Sabo che ci guarda truce, quasi fosse sul punto di commettere un omicidio e, appena apre bocca, capisco subito dov’è il problema.
-Nami dice di andare a provare in sala turchese che tra poco proviamo Cell Block…- mormora, scocciato, e lo sguardo di Koala si spegne all’istante.
Non c’è verso, non solo non riescono a ballare insieme ma sembrano proprio odiarlo. Quando devono provare sono sempre tutti e due di cattivo umore e arrabbiati addirittura.
La mano di Koala mi sfiora il retro del collo in un’amichevole carezza.
-Dopo mi racconti- mi dice con un sorriso tirato e torna mortalmente seria non appena si alza ed è costretta a rivolgersi a lui -Andiamo- soffia, incarognita e io li guardo avviarsi mantenendosi a debita distanza.
Torno a puntare lo sguardo sull’interno della sala arancio, senza realmente vedere nulla, riflettendo.
Non so cosa sta succedendo in questa scuola, cosa ci sta succedendo a tutti quanti. So solo che il mio stomaco si contrae piacevolmente nel ripensare alle parole che Baby mi ha rivolto poco fa e mi alzo, sorridendo e ancheggiando, per entrare in sala senza esitazione, mentre uno strano fremito mi percorre la schiena.
 

 
§

 
-Sabo basta, è inutile! Non ci viene!!!- sbotto esasperata, di fronte all’ennesimo tentativo fallito di rendere questi quattro passi in croce degni di essere chiamati “coreografia”.
Mi passo una mano tra i capelli sudati, più per la tensione che per lo sforzo fisico in sé.
Un disastro! È un disastro!
Noi siamo un disastro!
Non riusciamo, non riusciamo neppure a guardarci in faccia, come possiamo ballare insieme?!
Come possiamo ballare un tango?!?!
Mi passo una mano sul viso, mentre quasi mi viene da piangere e non solo per il fatto che lo spettacolo ormai è alle porte, Nami, Ace e Violet continuano a dimostrare un’incondizionata fiducia in noi e noi invece non riusciremo mai a essere pronti in tempo.
No, mi viene da piangere anche perché questi non siamo noi.
Io e Sabo non siamo, non siamo mai stati, questo. E mi importa poco di tutte le mie convinzioni di dovermene tirare fuori, mi importa poco del male che mi fa amarlo in silenzio e senza alcuna speranza di essere un giorno ricambiata, questo comportarci come due estranei mi sta distruggendo. Non voglio, non posso perderlo!
-Ci deve venire- sibila, obbligandomi a riportare l’attenzione su di lui e trovandolo truce e con i pugni serrati lungo i fianchi.
È ben oltre la rabbia e, se non fosse lui, se non fosse colui la cui sola presenza riesce a farmi sentire protetta e al sicuro, se non fosse quello che ho sempre considerato il mio migliore amico, confidente, la mia ancora, prima di rendermi conto che era diventato ben altro, ora avrei paura.
Ma è Sabo, anche così furente è sempre Sabo, che ha sempre un sorriso per tutti, che non tollera le ingiustizie, che per i suoi amici si getterebbe nel fuoco.
Il mio Sabo. Che mio per davvero non sarà mai.
Ed è questa consapevolezza a farmi esplodere, lasciando uscire tutto il dolore, la rabbia repressa, la frustrazione degli ultimi mesi, insieme alla voce, decisamente troppo alta perché questo si possa definire un civile confronto tra amici.
-E invece non ci viene!!! Non ci viene chiaro?!?! E non verrà solo perché secondo te “deve”, non verrà perché tu non vuoi farla venire!!! Non possiamo ballare insieme, fattene una ragione!!! Dobbiamo rinunciare, dobbiamo rinunciare a questo e a Grease e dobbiamo dirlo a Nami per farci sostituire!!!- urlo, fuori di me, senza che questo lo sconvolga in alcun modo, ulteriore conferma che le cose tra noi sono irrimediabilmente cambiate.
Ormai neppure vedermi così sofferente e arrabbiata lo tocca minimamente.
-Dobbiamo rinunciare noi o solo io?- domanda, perennemente omicida e sono io che sobbalzo, colta alla sprovvista.
Ma cosa sta dicendo?!
-Perché non mi sembra tu abbia avuto grossi problemi a ballare con Pen e sono abbastanza sicuro che non ne avresti nemmeno con Franky  o con il tipo dell’altra sera al bar-
Sgrano gli occhi senza parole, trattenendo il fiato.
Già solo il fatto che si sia accorto dello scambio di sguardi tra me e quello sconosciuto, che tale è rimasto nonostante tutti i miei buoni propositi, mi lascia senza parole ma a sconvolgermi è il fatto che mi sembra… Geloso?!
È geloso?! Sul serio?! Sul serio pensa di averne il diritto?!
E di cosa poi?!
Non di me certamente, ma del fatto che non riesco a ballare con lui e che lui non riesce a ballare con me perché, se Sabo ha un grosso difetto, è l’orgoglio e l’incapacità di accettare i propri limiti.
E sento la rabbia montarmi dentro ancora più di prima, mi sento al limite, mentre il vaso, ormai colmo, trabocca.
-Ma vaffanculo Sabo!!! Sei tu che hai un problema con me, chiaro?! Sei tu che non vuoi ballare con me!!! Non ti permetto di rinfacciarmi niente!!! Non ti permetto di trattarmi così solo perché sono chi sono!!! Non è colpa mia!!! Non posso farci niente se non sono Perona!!!- esplodo senza più filtri e stavolta riesco a provocargli una reazione.
Ci fissiamo alcuni istanti, respirando affannati, finché qualcosa scatta in me e mi precipito verso la porta, bisognosa di uscire da qui, di sfuggire a tutta questa afa, questa tensione, questo assordante silenzio.
Non mi rendo neanche conto dei suoi passi veloci, del rumore dello stereo che viene acceso e del cd che comincia a ruotare al suo interno a velocità supersonica, finché la musica non parte, facendomi bloccare un attimo con la mano sulla maniglia.

[Tous les mêmes - Stromae]


Mi metto in ascolto, riconoscendo vagamente la canzone ma scrollo le spalle per niente interessata a sapere cosa gli è venuto in mente e abbasso la maniglia decisa a uscire da qui. Anche perché l’opzione più probabile è che voglia continuare a litigare e abbia acceso lo stereo solo per coprire le urla ma io di proseguire questa discussione non ho le forze.
 
Vous les hommes êtes tous les mêmes
Macho mais cheap, bande de mauviettes infidèles
Si prévisibles, non je ne suis pas certaine
Que tu m'mérites, vous avez d'la chance qu'on vous aime
Dis-moi merci
 
E non le ho nemmeno per oppormi quando mi sento afferrare per il polso e tirare, per ritrovarmi faccia a faccia con lui che mi guarda con un’espressione indecifrabile, un misto di rabbia, sofferenza e implorazione che mi sconvolge e fa sgranare gli occhi
-Sabo…- lo chiamo senza fiato ma mi interrompe subito, tirandomi più vicina, passandomi una mano intorno alla vita per far aderire il mio corpo al suo e schiacciando la fronte contro la mia.
 
Rendez-vous, rendez-vous, rendez-vous au prochain règlement
Rendez-vous, rendez-vous, rendez-vous sûrement aux prochaines règles
 
Il cuore mi accelera all’inverosimile e chiudo gli occhi un istante, godendomi inevitabilmente il suo calore.
-Balla con me- soffia e io riapro gli occhi restando subito agganciata dai suoi -Non pensare a niente. Balla con me e basta-
E senza riuscire ad oppormi in alcun modo, obbedisco, o meglio il mio corpo lo fa. La mano libera si appoggia alla sua spalla, i piedi seguono i suoi movimenti a ritmo di salsa, mentre ci spostiamo di nuovo al centro della sala e io sento la mente svuotarsi completamente, affidandomi a lui e al mio istinto.
 
Cette fois c'était la dernière
Tu peux croire que c'est qu'une crise
Mate une dernière fois mon derrière
Il est à côté de mes valises
Tu diras au revoir à ta mère
Elle qui t'idéalise
Tu n'vois même pas tout c'que tu perds
Avec une autre ce serait pire
 
Ci blocchiamo e disegno un rond a terra aggrappandomi a lui e sentendolo stringere la presa, prima di farmi girare sotto al suo braccio e rimettersi a misurare la stanza insieme a me, bacino contro bacino, mentre io seguo tutti i suoi silenziosi ordini, guardandolo fissa. Non so cosa sta succedendo, stiamo improvvisando eppure è come se leggessi nei suoi occhi cosa devo fare, come devo muovermi. Non so come sta succedendo, ma stiamo ballando.
 
Quoi toi aussi tu veux finir maintenant?
C'est l'monde à l'envers
Moi je l'disais pour t'faire réagir, seulement
Toi t'y pensais
 
Incrocio un piede davanti all’altro mentre ci spostiamo di lato verso lo specchio, e lui mi obbliga a portare entrambe le mani a cingergli il collo, per poi scendere ad accarezzarmi a palmi pieni le braccia e il costato, fermandosi sui fianchi.
 
Rendez-vous, rendez-vous, rendez-vous au prochain règlement
Rendez-vous, rendez-vous, rendez-vous sûrement aux prochaines règles
 
Ruoto il bacino circolarmente sotto le sue mani calde, senza smettere di muovermi avanti e indietro con i passi base della salsa, e sento che sto riprendendo coscienza di me.
Non è più lui che dirige il gioco. Siamo noi ora, siamo insieme per davvero e mi ritrovo a sorridergli con ben poca innocenza, socchiudendo gli occhi e osservandolo ghignare in risposta.
Giro sotto il suo braccio una, due, tre volte, senza mai perdere il contatto visivo e chiudo gli occhi solo un istante quando il dorso della sua mano mi accarezza la guancia e scende verso il collo, facendomi accaldare più del sudore che impregna i nostri vestiti.
Li riapro e la sua mano si sposta decisa sulla mia coscia, accarezzandola fino al retro del ginocchio e facendo una leggera pressione per farmi sollevare la gamba e farmela avvinghiare intorno al suo bacino.
 
Facile à dire je suis gnangnan
Et que j'aime trop les blablablas
Mais non non non c'est important
Ce que t'appelles les ragnagnas
Tu sais la vie c'est des enfants
Mais comme toujours c'est pas l'bon moment
Ah oui pour les faire, là tu es présent
Mais pour les élever y aura des absents
 
 
Mi lascio andare in avanti, contro il suo petto, rimanendo in diagonale con l’altra gamba tesa mentre mi trascina attraverso la sala, fermandosi nell’angolo opposto e facendomi girare per l’ennesima volta prima di inginocchiarsi e farmi sedere sulla sua gamba destra piegata ad angolo retto. Accavallo le gambe un istante, prima di spalancarle in un rond in aria, sicura della sua presa sulle mie cosce, appoggiata al suo petto, inclinando il capo, per non perdere il contatto visivo, e ritrovandomi con le labbra a pochi centimetri dalle sue.
 
Lorsque je n'serai plus belle
Ou du moins au naturel
Arrête je sais que tu mens
Il n'y a que Kate Moss qui est éternelle
 
Mi allontano con un paio di chaines, e mi riavvicino con gli stessi giri quando lui mi afferra la maglia, tirando appena per farmi tornare verso di lui. Mi abbandono tra le sue braccia in un cambré all’indietro e lo sento sfiorarmi la gola con la punta del naso, inspirandomi a pieni polmoni.
 
Moche ou belle? C'est jamais bon!
Bête ou belle? C'est jamais bon!
Belle ou moi? C'est jamais bon!
Moi ou elle? C'est jamais bon!
 
Mi rimetto dritta e affondo le dita nelle sue ciocche bionde, ormai completamente persa in lui e la luce che gli accende gli occhi mi fa perdere completamente la ragione. Non so cosa sta succedendo. Ho l’impressione che non stiamo semplicemente ballando. Mi stringe spasmodico a sé, quasi avesse paura che io possa scivolargli via dalle mani.
 
Rendez-vous, rendez-vous, rendez-vous au prochain règlement
Rendez-vous, rendez-vous, rendez-vous sûrement aux prochaines règles
 
Mi afferra il polso facendomi girare di 180 gradi e agganciando la mia mano dietro al suo collo, il dorso del suo naso incastrato con il mio. L’altro suo braccio mi avvolge la vita e mi fa disegnare un’onda con il corpo insieme a lui mentre con la mano libera io gli accarezzo la coscia.
-Koala…-
Mi ritrovo di nuovo con il torace contro il suo, senza sapere come, la gamba attorno alla sua vita.
-Ascoltami bene…-
Mi fa piegare all’indietro e disegnare un cerchio con la schiena e quando torno dritta mi ritrovo a immettere nei polmoni direttamente il suo respiro.
-Io voglio ballare con te e nessun altro-
Lo soffia sulle mie labbra e io non capisco più niente. Sgrano gli occhi per le parole che ho appena sentito, per la serietà con cui le ha dette, per le implicazioni che sembrano avere. E non riesco più a pensare mentre il mio corpo segue il suo, senza che io possa fare altro.
Non riesco a pensare quando mi spinge contro lo specchio un po’ appannato per il caldo che viene da fuori e da noi.
Non riesco a pensare mentre i suoi occhi mi trapassano, il suo petto continua ad alzarsi e abbassarsi contro il mio, la sua mano sale al lato del mio collo mentre le mie stringono la maglietta di cotone di Sabo all’altezza dei suoi pettorali. Trattengo il fiato, in trance, il cuore che sembra pronto a uscirmi dal petto e ancora non riesco a pensare.
E non provo più nemmeno a pensare quando le sue labbra si posano decise sulle mie, schiudendole con un unico, fluido movimento della lingua.
 
Tous les mêmes, tous les mêmes, tous les mêmes et y en a marre
Tous les mêmes, tous les mêmes, tous les mêmes et y en a marre
Tous les mêmes, tous les mêmes, tous les mêmes et y en a marre
Tous les mêmes, tous les mêmes, tous les mêmes
 
Rispondo, senza esitazione, trascinandomelo contro con foga, affondando le dita nei suoi capelli, affondando in lui, graffiandogli il collo.
Mi sta baciando. Sabo mi sta baciando.
Non so nemmeno più da quanto desidero poter vivere questo momento. Non mi rendevo nemmeno più conto di volerlo così tanto ma ora che sta succedendo so solo che non voglio svegliarmi, che voglio continuare all’infinito, fino a svenire per la mancanza d’aria.
Mi spinge di più contro il muro, cercandomi con tutto il corpo, non solo con la bocca o con le mani.
Mi vuole, lo sento dal suo tocco, mi vuole e non riesco a spiegarmelo ma nemmeno mi interessa in realtà.
Inarco la schiena, schiacciando il seno contro il suo petto e spostando una mano ad accarezzarlo sul cavallo dei pantaloni, mentre lui mi morde il labbro inferiore e poi si sposta a marchiarmi il collo e la spalla, lasciata nuda dalla maglietta.
Sono già pronta a fare leva per saltargli in braccio e avvinghiare entrambe le gambe intorno al suo bacino quando il rumore della maniglia che viene abbassata ci risveglia da questo paradiso.
Spalanchiamo gli occhi e facciamo appena in tempo ad allontanarci bruscamente, l’uno dall’altra e io dallo specchio, prima che Nojiko entri nella sala.
Occhi sgranati e respiro affannato la fissiamo senza riuscire a parlare, mentre sposta uno sguardo perplesso da me e Sabo, accigliandosi appena.
-Tutto bene?!- domanda e io trattengo il fiato finché Sabo non la obbliga a girarsi verso di lui, rispondendo anche per me.
-Sì certo…- cerca di calmare il respiro -Che succede?!- chiede con noncuranza, portando le mani sui fianchi.
Nojiko lo guarda sospettosa prima di rispondere.
-Siamo pronti per provare Cell Block Tango e Nami mi ha chiesto di avvisarvi- spiega e Sabo annuisce con un unico, energico cenno del capo, gonfiando un po’ di più il petto.
-Arriviamo!- mi intrometto io e uno strano lampo le attraversa le iridi nocciola della mia amica, quando torna a incrociare il mio sguardo.
-Okay… Allora vi aspettiamo…- mormora cominciando a girarsi per uscire.
E io sobbalzo appena quando, prima di darci completamente le spalle, mi lancia un sorrisetto che è tutto un programma. 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Cambio Pov:
Azzurro = Franky
Viola = Koala
Rosa = Bonney 
Lilla = Nojiko









-Come sarebbe a dire?!-
Shirahoshi sgrana gli occhi sconvolta, piegando appena il busto verso di me e lanciando una fugace occhiata all’oggetto del nostro discorso, vicino al bancone insieme al suo fidanzato.
-Sarebbe a dire che non ne abbiamo più parlato!- ripeto sibilando e lanciandole un’occhiata che, nelle mie intezioni, dovrebbe chiudere il discorso.
Nelle mie ma non nelle sue.
-Koala vi siete baciati, tu e Sabo vi siete baciati e se Nojiko non fosse entrata al momento sbagliato avreste anche…- agita le mani per farsi capire senza dirlo esplicitamente e io mando gli occhi al cielo -E non ne avete più parlato?!? In cinque giorni?!?- domanda scioccata e io la osservo qualche istante prima di sospirare.
-Ma che dovrei fare seconde te?! Saltargli addosso?!?! Probabilmente era solo coinvolto per come avevamo ballato, Shirahoshi!-
La mia migliore amica apre un po’ la bocca, incredula.
-Koala!- mi chiama, acutizzando appena il tono -Tu ami Sabo da una vita, non puoi, tu non…- si interrompe senza parole, voltandosi compulsivamente verso lui e me e poi ancora lui, indicandolo -Tu devi sapere! Lui deve sapere!!!-
-Shirahoshi…- comincio, sconsolata.
-No! Koala sono mesi, mesi che pensi che lui non ti voglia come ballerina! Ti rendi conto di cosa ti ha detto?! Ti rendi conto che lui pensava lo stesso di te?! È un enorme malinteso!-
La osservo, senza sapere cosa dire, così coinvolta perché, certo, mi vuole bene ma forse anche perché lei, da fuori, vede tutto con più obbiettività come sta succedendo a tutti quanti con Lamy e Pen. Trattengo il fiato mentre uno strano calore si diffonde dal centro del mio petto e qualcosa di pericolosamente simile a speranza torna a  brillare in me. Mi volto a cercarlo e lo trovo che ride per chissà che motivo, perdendomi a guardarlo come non mi concedevo più da tempo.
È così bello, così solare, così… così…
-A-ehm!- mi giro di scatto verso Shirahoshi che mi osserva a sopracciglio alzato e sento le guance andare a fuoco.
Kami non posso credere di essere retrocessa a questi livelli! Dopo tutta la fatica per imparare a restargli indifferente!!!
Ma mi basta fare l’errore di ripensare per un attimo al bacio, di rievocare la sensazione delle sue labbra sulle mie, che mi sento invadere dal calore e dall’imbarazzo, perché so che a Shirahoshi basta un’occhiata per capire cosa sto pensando.
Un movimento nella zona dell’ingresso dell’Upper Yard attira la mia attenzione e mi salva da questa situazione.
-Oh guarda! Bonney!- esclamo e riesco a deviare l’attenzione di Shirahoshi, che si volta verso la nostra amica, un sorriso esagerato sul volto mentre si avvicina e ci saluta, per poi sedersi accanto a Nojiko, curiosa come tutti gli occupanti del tavolo.
Prendo una sorsata di cocktail analcolico, sollevata, ringraziando mentalmente il suo appuntamento con Killer.
 

 
***

 
-Ehi ragazzi!- rispondo al saluto di gruppo dei miei amici, accompagnandolo con un cenno del capo, un sorriso ebete e radioso perennemente stampato sulla faccia.
Per la prima volta dopo mesi e mesi mi sento, finalmente, felice.
Una parte di me vorrebbe essere ancora con lui ma la serata latina all’Upper Yard è un evento mensile a cui non manchiamo mai, per questo ho proposto a Killer un aperitivo che si è poi trasformato in una pizza.
Lo stomaco mi si rimescola ancora al pensiero del suo sorriso e di come mi sono sentita bene in sua compagnia.
Mi siedo accanto a Nojiko, che stasera non lavora ed è qui come cliente e basta insieme a noi, trovandola a braccia incrociate sotto al seno e un sorriso che è tutto un programma.
Sgrano appena gli occhi senza riuscire a smettere di sorridere e scuotendo appena la testa.
-Che c’è?!- domando, con noncuranza.
La mia migliore amica scatta, prendendomi sotto braccio e ridacchiando con me.
-Allora come è andata?!- mi chiede, eccitata e incapace di contenersi.
So che tutti mi stanno guardando e stanno tendendo le orecchie anche se cercando di non darlo a vedere, continuando a parlare tra loro. Tutti tranne Pen che arriva dopo, Chopper e Sabo che sono al bancone e Lamy e Robb che, come al solito, sono seduti con noi ma è come se non fossero qui.
Lo so ma non mi importa. Sono così dannatamente felice!
-Benissimo! Ti giuro Nojiko, non me lo aspettavo così dolce! Cioè non dolce stile donna mancata eh! Ma ha voluto offrire lui e poi…- abbasso un po’ di più la voce e mi accosto di più a Nojiko -Ha detto che forse dopo viene qui!-  
Uno strano lampo attraversa gli occhi della mia migliore amica a queste parole e la osservo lanciare un’occhiata verso la porta e poi tornare subito su di me.
-E ti ha detto se… viene da solo?!- domanda, ostentando un’indifferenza che con me non funziona.
Socchiudo appena gli occhi, scrutandola e sorridendo e subito le sue guance si arrossano appena, lei che non si imbarazza mai per nulla.
Apro la bocca per rispondere, indagare, insinuare al solo scopo di provocarle una reazione ma non faccio in tempo ad articolare alcunché che vengo interrotta.
-Ehilà!!!-
Un coro di voci si alza dal tavolo nel salutare Shachi, uno dei camerieri, spuntate proprio alle spalle mie e di Nojiko sulla quale si sta chinando per scoccarle un bacio sulla guancia.
-Come state?!-
-Non c’è male e tu?!-
-Benissimo!!! Sapete che adoro la serata latina!!!- esclama euforico, accennando un movimento di bacino e facendoci ridere tutti -Anzi vi spiace se ve la rubo qualche minuto?!- chiede, posando le mani sulle spalle di Nojiko -Mi è venuta voglia di cantare con lei!-
Faccio una panoramica del tavolo mentre tutti annuiscono e rispondono che non c’è problema, coro a cui mi unirei anche io se solo il respiro non mi si mozzasse e il cuore non si fermasse quando incrocio i suoi occhi dorati, fissi su di me.
Non mi ero neanche accorta che fosse seduta di fronte a me, i capelli verdi a incorniciarle il viso e uno dei suoi soliti sorrisi sul volto pallido.
Stringo il bordo del tavolo, agitata. Erano giorni che non mi capitava più, da quando ho conosciuto Killer al compleanno di Baby. Certo sento ancora quegli strani fremiti quando proviamo, ma il calore che mi attraversa ora è più simile a quello della prima volta e mi sembra di stare per esplodere.
Sento vagamente Shachi che continua a parlare con i miei amici, senza riuscire a staccare gli occhi da quelli di Monet, finché qualcosa si innesca in me, facendomi scattare in piedi, contemporaneamente a Nojiko che si alza per seguire Shachi sul palco.
Mi guarda, perplessa e io balbetto qualche istante alla ricerca di una scusa.
-Devo… d-devo andare... in bagno!- esclamo colta, da improvvisa ispirazione, sottraendomi allo sguardo indagatore della mia migliore amica e salutando al volo Baby che sta tornando al tavolo proprio dalla toilette.
 

 
***

 
La guardo di striscio tornare a sedersi di fianco a me e, come al solito, lo stomaco si lancia in una serie di capriole.
Non so che cavolo mi succede ma, qualunque cosa sia, è grave. Soprattutto se si pensa che sono qui al tavolo con lei, anziché al bancone con Chopper e Sabo, in attesa di Pen.
Ma da giorni, da troppi giorni ormai, il mio bisogno di stare vicino a Baby è diventato preoccupante.
La cerco sempre e costantemente, con gli occhi, con le orecchie, con l’olfatto. Non so davvero che mi prende ma non posso farne a meno. Vorrei chiedere consiglio a Koala ma anche la sorella non sembra tutta lei e poi è impegnata a parlare con Shirahoshi.
Seguo il suo movimento mentre si siede e le sorrido, sorriso che ricambia un po’ tirata, prima di voltarsi nuovamente, chiaramente in tensione, facendomi aggrottare le sopracciglia.
-Baby stai bene?!- domando, sinceramente preoccupato.
-Eh?! Come?!- si gira di scatto, un po’ spaesata -Sì certo! Sto benone Franky, tranquillo!- dice troppo in fretta, allargando un sorriso troppo falso.
Mi sporgo indietro con la schiena, facendo dondolare la sedia sulle due gambe posteriori e scruto nella direzione dove guardare lei poco fa. Grazie alla mia vista super la penombra non è un problema e mi bastano pochi attimi per individuarlo e metterlo a fuoco.
Sento la rabbia pervadermi. Quel bastardo!
È l’ex di Baby, seduto un paio di tavoli più in là, con un paio di amici e circondato da molte ragazze, tutte più nude che vestite, con le quali scherza, palpandole e continuando a lanciare occhiate a lei.
È vero che Baby non ci dovrebbe neppure dare peso, lo ha lasciato lei, ma così è davvero troppo! Comunque c’è stata male, comunque non è stato facile e questo super-stronzo non sa nemmeno cosa sia il rispetto!
E se non la smette di farla stare male, dovrà vedersela con il sottoscritto!
Mi volto verso il palco, dove Nojiko è ora un piedi insieme a Shachi, i microfoni gelato in mano, pronti a esibirsi dal vivo e un’idea mi colpisce. Senza esitare mi alzo in piedi e prendo Baby per mano, facendole sollevare uno sguardo interrogativo, ma non si oppone e intreccia le dita con le mie con naturalezza.
-Andiamo a ballare!- le dico mentre anche Monet si alza, affermando che deve andare in bagno.
La guardo sgranare gli occhi e lanciare un rapido sguardo alla pista prima di tornare su di me.
-Ma non c’è nessuno che balla, Franky! È ancora presto!-
Sorrido sollevando un sopracciglio.
-Non è mai troppo presto per ballare e poi è come dici tu, non c’è nessuno quindi… guarderanno tutti noi- le faccio notare, sottolineando la parola “tutti”, con un’eloquente occhiata.
E il cuore accelera di botto quando, dopo un attimo di sorpresa, si scioglie in un super-sorriso che le illumina gli occhi.
 
[Dance like this - Wyclef Jean & Claudette Ortiz]
 
I ain't come to fight tonight
Too many ladies up in here tonight
(Everybody report to the dance floor please! Grab a girl!)
 
La trascino verso la pista mentre Shachi comincia a parlare al microfono e me la tiro contro senza troppe cerimonie, ritrovandomi con le sue labbra a pochi centimetri e sobbalzando appena insieme a lei, mentre ci allontaniamo impercettibilmente l’uno dall’altra.
 
I never really knew that you could dance like this
She makes her man wanna speak spanish
Como se llama, Bonita? Mi casa, Su casa
 
-S-scusami-
-No no, tranquillo io…-
La guardo arrossire mentre cerca inutilmente le parole.
Tutto questo è ridicolo! Balliamo insieme da un pezzo ormai!
Ma è così diverso, stasera, è diverso il suo sguardo, è diverso come mi sento io.
Super diverso.
La sento riavvicinarsi facendo aderire il suo corpo al mio e torno a guardarla. Rispondo al suo sorriso e la stringo un po’ di più.
 
The way you move, you've got me hypnotized
Especially when I look into his eyes
Hey Papi, I wanna see you do the dance to the conga
 
Sì è diverso ma questo non è il momento di pensarci.
Ora ho solo voglia di ballare con lei.
E lo faccio, al ritmo della voce di Nojiko, smetto di pensare e lascio che il mio corpo parli per me.
 
Hey girl, I can see your body movin' and it's driving me crazy
And I did not have the slighest idea until I saw you dancin'
The way you walk up on the dance floor
Noobody could ignore the way you move your body, girl
And everything so unexpected the way you right and left it
So you could keep on digging it
 
Un paio di passi ed è già di schiena, addossata al mio torace contro cui scivola in giù e in su mentre la spallina del vestito le cade e io le accarezzo la spalla nuda, tenendola avvinghiata per la vita con l’altro braccio. Il suo ex ci sta guardando, lo so, e pure male, ma non me ne frega niente.
E la cosa più super è che, lo capisco dal suo sguardo fisso su di me, dal suo sorriso pieno e per nulla tirato come poco fa, non frega più niente nemmeno a lei.
 
Baila la calle de noche
Baila la calle de dia
Baila la calle de noche
Baila la calle de dia
 
Scarto rapida tra la gente, diretta al bancone del bar. Non so nemmeno io cosa mi sia preso, cosa sto facendo.
So solo che quando ho visto quella ragazza avvicinarsi a lui ho smesso di pensare. Non ho nessun diritto, lo so, ma la verità è che non posso rischiare di perdere Sabo senza nemmeno lottare.
Ammesso che ci sia qualcosa da perdere.
 
I never really knew that you could dance like this
She makes her man wanna speak spanish
Como se llama, Bonita? Mi casa, Su casa
 
-Sabo!- lo chiamo, alzando appena la voce per sovrastare quella di Shachi e lo stomaco mi si stringe nel vederlo sorridere a questa sconosciuta.
Si gira verso di me, impossibile dire se gli faccia piacere o no la mia interruzione.
Sono ancora in tempo per tirarmi indietro, inventare una scusa e andarmene ed esito.
Ho paura del suo rifiuto.
 
The way you move, you've got me hypnotized
Especially when I look into his eyes
Hey Papi, I wanna see you do the dance to the conga
 
Ma mi basta guardarlo negli occhi per tornare a cinque giorni fa e decidere che voglio riprovare quelle stesse sensazioni di nuovo. In fondo, lui si è esposto.
Ora tocca a me.
-Ti va di ballare?!-
Trattengo il fiato, finché il suo sorriso non si allarga e lui si alza dallo sgabello senza riuscire a staccare gli occhi da me.
 
Hey boy, now that I see your new rhythm
I'm in a state of shock now
The way I can see your body movin'
And I don't want you to stop now
I like the way you approach me so sensually
You got me in a daze, boy
I can't ignore the way you're dancin'
You got me in a trance and I can't explain it
 
Mi aggrappo a lui appena raggiungiamo la pista, le mani agganciate dietro al suo collo, muovendo il mio corpo con il suo. Mi basta un attimo per rendermi conto che non è come qualche giorno fa, che non sono tranquilla.
Ho paura che tutto questo duri solo il tempo di questa canzone ma le sue mani, che risalgono in una rassicurante carezza lungo la mia schiena, mi fanno sollevare lo sguardo. Mi perdo nei suoi occhi rilassandomi e avvicinandomi di più.
Non mi sto facendo illusioni, lo vedo chiaramente che vogliamo la stessa cosa e un attimo dopo mi ritrovo ad abbassare le palpebre, per godermi le sue labbra sulle mie.
 
Baila la calle de noche
Baila la calle de dia
Baila la calle de noche
Baila la calle de dia
 
Non è come il bacio dell’altro giorno, non c’è foga ma solo voglia di assaporarci a vicenda.
Ed è quello che faccio, mi imprimo il suo sapore sulle labbra e sulla lingua, lasciandomi prendere e smettendo di pensare, mentre lui fa lo stesso con me.
 
I never really knew that you could dance like this
She makes her man wanna speak spanish
Como se llama, Bonita? Mi casa, Su casa
 
Sento le sue labbra che si muovono sulle mie e stringo di più intorno ai suoi polsi.
Cosa sto facendo?!
Non so  come sia successo, appena l’ho vista entrare in bagno non ho capito più niente.
L’ho spinta contro il muro e ora la sto baciando.
Sto baciando Monet!
Io Jewellry Bonney sto baciando una donna! E mi piace pure!!!
 
The way you move, you've got me hypnotized
Especially when I look into his eyes
Hey Papi, I wanna see you do the dance to the conga
 
E neanche lei è da meno.
Risponde ed è quando sento un accenno di lingua solleticarmi per avere più accesso che torno a me e mi stacco da lei, affannata.
La guarda, scioccata e confusa, trovandola impassibile ma con gli occhi perennemente sorridenti.
Dannazione non ci capisco più niente!
 
Senorita, feel the conga
Let me see you move like you come from Havana
Ohhh, I didn't know you did it like that
 
Fino a cinque minuti fa non stavo nella pelle all’idea che arrivasse Killer.
E se solo ci penso lo stomaco mi fa le capriole eppure sono qui a resistere all’impulso di rigettarmi sulle labbra di Monet.
Com’è possibile?!?
 
Hey, you Papi, don't you stop it
I wanna see you move your body
Ohhh, I didn't know you did it like that
 
-Bonney- mi chiama, calma e materna.
Capisco che vuole dirmi qualcosa ma non ce la faccio e dopo solo un altro attimo di esitazione mi precipito verso la porta ed esco decisa dal bagno, passandomi una mano sul volto e sul collo sudato.
 
Baila la calle de noche
Baila la calle de dia
Baila la calle de noche
Baila la calle de dia
 
Ruoto il bacino a tempo, il microfono a pochi centimetri dalle labbra e la gonna appena tenuta su dalla mano libera.
Adoro queste serate, adoro questa canzone, adoro cantare con Shachi. È troppo divertente!
 
I never really knew that you could dance like this
She makes her man wanna speak spanish
Como se llama, Bonita? Mi casa, Su casa
 
Dal palco faccio una panoramica della pista, sorridendo alla vista dei miei compagni che si sono riversati al centro e stanno tenendo banco.
Franky e Baby sono così vicini che per separarli ci vorrebbe una fiamma ossidrica e non posso non socchiudere gli occhi compiaciuta quando vedo Sabo e Koala baciarsi.
Lo sapevo io che era successo qualcosa!
 
The way you move, you've got me hypnotized
Especially when I look into his eyes
Hey Papi, I wanna see you do the dance to the conga
 
Purtroppo però non sono gli unici due tra cui sta succedendo qualcosa.
Da questa posizione rialzata non mi sfugge niente e nessuno, men che meno Lamy e Robb che ballano, un po’ distaccati dagli altri, vicini, molto vicini, troppo vicini.
Non mi piace quel ragazzo, non mi piace neanche un po’.
 
Baila la calle de noche
Baila la calle de dia
Baila la calle de noche
Baila la calle de dia
 
Mi chiedo cosa ci trovi Lamy in lui ma me lo chiedo per poco, finché non mi ritrovo a fissare un ciuffo rosso e due occhi dorati che conosco fin troppo bene e mi fanno rivoltare lo stomaco.
 
Baila la calle de noche
Baila la calle de dia
 
Mi guarda ghignando dalla porta e io mi sento fremere in tutto il corpo.
È micidiale quello che riesce a farmi con un solo sguardo e mi accorgo che non riesco a staccare gli occhi da lui.
 
Baila conmigo!
Baila la calle de noche
Baila la calle de dia
Baila conmigo!
 
Baila conmigo!
I never really knew that you could dance like this
She makes her man wanna speak Spanish
Baila conmigo!
Como se llama, Bonita? Mi casa, Su casa
 
E mi domando se ora sto davvero ancora solo cantando o se sto parlando con lui.
Perché non posso fare a meno di sorridere maliziosa e di sentire la voglia di apparire sensuale come non mai. Di esserlo per lui, di esserlo ai suoi occhi.
 
The way you move, you've got me hypnotized
Especially when I look into his eyes
Hey Papi, I wanna see you do the dance to the conga
 
Disegno un’onda con il corpo, abbassando per un attimo le palpebre e quando le riapro mi ritrovo a fissare leggermente più a destra, mettendo a fuoco Killer.
Ma non è lui ad attirare la mia attenzione. È Pen, anche lui sulla porta, un’espressione indecifrabile.
Sembra devastato e io aggrotto le sopracciglia preoccupata, senza perdere il filo della canzone, dimenticandomi di Kidd.
 
I never really knew that you could dance like this
She makes her man wanna speak Spanish
Como se llama, Bonita? Mi casa, Su casa
 
Seguo il suo sguardo e sgrano appena gli occhi nel vedere Robb e Lamy che si baciano senza alcun pudore.
Torno su di lui in ansia, appena in tempo per vederlo uscire dall’Upper Yard, incapace di sopportare quella visione e Killer gli va subito dietro.
 
The way you move, you've got me hypnotized
Especially when I look into his eyes
Hey Papi, I wanna see you do the dance to the conga
 
Un lampo rosa mi avvisa che anche la mia migliore amica ha visto tutto e li ha seguiti a ruota e non vedo l’ora che la canzone finisca per correre da Pen e vedere come sta.
Canto le ultime parole con il cuore in gola e poi, senza nemmeno aspettare gli applausi, poso il microfono gelato e scendo dal palco, correndo a razzo tra la gente, mentre la musica scema alle mie spalle, diretta all’esterno del locale.
 

 
***

 
Grugnisco infastidito, stringendo le mani intorno alle braccia.
Cazzo, ma perché mi da così fastidio?!
Quando l’ho vista correre giù dal palco l’ho capito che non poteva essere per me, e tanto meglio visto l’espressione che aveva.
Ma non mi spiego perché debba farmi così incazzare che sia corsa dietro a Killer a quel modo!
Voglio dire, lei non è niente per me e sono abituato al fatto che quello stronzo abbia così tanto successo, infatti che la ragazzina rosa lo abbia rincorso proprio come Nojiko non mi tocca neanche un po’.
Sento lo stomaco contrarsi e la rabbia crescere ancora, rischiando di farmi esplodere. Decido di uscire per una boccata d’aria e solo dopo mi rendo conto che è una puttanata perché loro sono tutti e tre qua fuori.
Quello che non mi aspetto, però e che mi fa corrugare le sopracciglia è trovarli intorno a una quarta persona che cammina avanti e indietro come una belva in gabbia, furibondo e sul punto di commettere un omicidio, il ciuffo rosso che si spettina a ogni suo scatto.
-Pen, calmati!- sento Nojiko implorarlo quasi, ma il ragazzo sembra sordo a qualsiasi richiamo.
Stringe i pugni fino a sbiancare le nocche e la sua mascella è indurita in un’espressione rabbiosa.
Decido di avvicinarmi e registro appena Bonney aggrappata al braccio di Killer, un’espressione preoccupata sul viso mentre il mio migliore amico osserva il tutto, con le braccia incrociate al petto ed apparentemente impassibile.
Io che lo conosco da una vita leggo facilmente nei suoi occhi che è dispiaciuto e capisco dal linguaggio del suo corpo che è pronto a tirarsi Bonney dietro la schiena se il rosso dovesse perdere il controllo.
Affianco Nojiko e ci scambiamo una rapida occhiata prima che io mi focalizzi totalmente su Pen.
E non sento nemmeno il bisogno di fare domande a questo punto perché, anche se non lo conosco affatto e non ho idea di cos’abbia, mi basta uno sguardo per capire che, qualunque cosa sia successa, questo ragazzo sta davvero uno schifo. 








Angolo di Piper: 
Ehilà!! No, non mi sono dimenticata di questa storia! Sono contenta, Luna e Sara, che abbiate apprezzate il capitolo SaboKoala! ** ** ** Io li amo troppo! 
Comunque vorrei ringraziarvi per la vostra presenza, soprattutto tu Luna che non manchi mai! Robb fuori dalle palle!!! 
Grazie davvero di cuore a entrambe e a tutti voi che leggete silenziosamente questa ff! Alla prossima! 
Piper. 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


-Okay ragazzi, ottimo lavoro!!! Sistemiamo un attimo le luci e poi possiamo provare Summer Nights!-
La voce di Violet attraversa la platea fino al palco mentre gli ultimi applausi si spengono.
Siamo qui a teatro da stamattina per le prove generali e non mi sembra vero che sia già arrivato il giorno dello spettacolo.
È il momento che aspetto con più ansia e quello che, al tempo stesso, vorrei non arrivasse mai.
Quest’anno poi, con questa nuova compagnia con cui mi sembra di ballare da sempre, sono al colmo dell’emozione. Ci sto davvero bene qui e sono felice di salire sul palco con loro. Soprattutto con lui.
Mi volto a cercarlo con gli occhi, trovandolo intento a parlare fitto con Sabo e Chopper. Non so dove sia Pen, non me lo chiedo nemmeno, sono giorni ormai che vuole stare sempre solo e non spiccica mezza sillaba.
Mi guardo intorno per vedere se qualcuna delle mie compagne si è già cambiata per la prova di Grease, assottigliando gli occhi a causa della penombra.
Io uso lo stesso vestito di Dirty Dancing, quindi devo solo farmi la coda visto che io e Franky abbiamo provato poco fa.
Non so perché a pensarci lo stomaco mi si stringe in uno spasmo decisamente molto piacevole e un leggero calore si diffonde dentro di me, facendomi sorridere.
Anzi ridacchio proprio, quando rifletto a che razza di carneficina era il nostro rapporto fino a  qualche settimana fa. Certo ballare non è mai stato un problema, in quello c’è stata sempre una grande intesa.
Ora però, che l’intesa ce l’abbiamo anche al di fuori, sono anche più contenta, felice oserei quasi dire.
Non so come mi ritrovo a  mordermi il labbro inferiore e sento che sto già cedendo all’impulso di cercarlo ancora con gli occhi quando una voce profonda mi chiama e mi distrae.
-Baby?-                                            
Talmente presa dai miei pensieri non lo riconosco e mi giro in automatico senza perdere il sorriso, rimanendo basita solo quando lo metto a fuoco. Sgrano gli occhi, alzandomi subito dalla poltroncina in platea da cui sto assistendo alle prove dei balletti altrui.
-Drake!- esclamo, assumendo subito un’espressione omicida -Cosa fai qui?! L’accesso è solo per i ballerini!- sibilo, fuori di me.
Cosa diavolo vuole adesso?!
L’ho lasciato, è finita! Fi-ni-ta!
Cosa non gli è chiaro?!
E poi come si permette?! Dopo mesi ad ignorarmi che stavamo ancora insieme ora si presenta qui così?!
Ma io lo uccido! Gli sparo in mezzo agli occhi a sto deficiente!
-La porta tagliafuoco è aperta- mi spiega, indicando un’uscita sul lato della platea -Ho bisogno di parlarti- prosegue e io lo guardo incredula.
Mi prende per il culo?!
Ora mi vuole parlare?!
Ma può anche scordarselo e mettersi il suo discorso preparato a puntino su per dove dico io!
-Sparisci- soffio, girandomi per allontanarmi decisa.
Mi afferra per il polso, riportandomi indietro e trascinandomi verso di sé.
-Mol-la-mi-
-Se mi ascolti!- contratta subito e io lo trucido con gli occhi -Non ci vorrà molto-
Rimango immobile, valutando la situazione.
Se mi metto a protestare i ragazzi se ne accorgeranno e non voglio che finisca a rissa, cosa probabile conoscendo Franky, quindi la strategia migliore è accontentarlo, così da portarlo fuori dal teatro, lasciarlo parlare a ruota libera per poi dargli il ben servito.
Sì, mi sembra un ottimo piano!
-Fuori di qui però- gli intimo, liberandomi con uno strattone e fulminandolo ancora una volta prima di avviarmi per uscire dal teatro, in pieno sole.  
Mi sposto decisa sul retro, dove c’è l’ingresso che porta ai camerini e lo spiazzo per le macchine dei tecnici.
Torno a voltarmi verso di lui, incrociando le braccia al petto, l’espressione decisa e subito sobbalzo nell’incrociare il suo sguardo. Dispiaciuto, abbattuto, bastonato.
Qualcosa si smuove in me e scrollo le spalle a disagio. Non devo farmi prendere in giro, non stavolta, non da lui.
L’ho imparato ormai, non mi merita!
Eppure mi guarda così… così…
Scuoto la testa, imponendomi lucidità.
-Baby…- il suo tono di voce è improvvisamente più basso e contrito e allunga una mano verso di me, per accarezzarmi una ciocca di capelli, gesto a cui normalmente non mi sottrarrei.
Ma le cose non stanno più come una volta, adesso non attacca più.
-Piccola mi dispiace così tanto…- comincia e io mando gli occhi al cielo.
Ma per favore! Ma pensa davvero che possa funzionare ancora?!
Kami, guardalo!
27 anni buttati nel cesso!
Capace solo di spendere i soldi di suo padre e riempirmi di gioielli e fiori convinto che bastasse per nascondere tutte le volte che mi ha tradito! Ma come facevo a stare con questo deficiente?!?! Come ho potuto sminuirmi così?!
Non mi merita! Non è lui che mi merita!
Lui non è neanche lontanamente paragonabile a…
-Ti prego… Ho bisogno di te…-
Sgrano gli occhi senza parole mentre la rabbia mi pervade.
Ma quanto riesce a essere stronzo?!?!
-E ne hai bisogno sempre o solo quando Domino è impegnata?!- lo freddo prima di allontanarmi a passo di carica ma lui mi rincorre e mi si para davanti.
-Hai detto che mi avresti ascoltato!- mi ricorda, infastidito per il fallimento della sua strategia.
-Sì l’ho detto ma solo se hai davvero qualcosa da dire, perché tra poco ho le prove e non ho intenzione di concederti più tempo di quello necessario alle mie compagne per cambiarsi, quindi vedi di levarti la paglia dal culo!- gli intimo e lui sobbalza, sconvolto da questo mio lato che non è abituato a gestire.
Questo mio lato che fa più parte di me che non la mia arrendevolezza. Questo lato di me che solo una persona è sempre stata capace di gestire.
Tentenna un attimo, riordinando rapido i pensieri e poi comincia a parlare, spiegarsi, giustificare il suo comportamento.
Un gran mucchio di stronzate.
Ma mi conosco e non posso proprio rischiare che dica qualcosa che mi faccia vacillare. Non devo ascoltarlo.
E per riuscirci decido di usare una tecnica che mi ha suggerito una volta papà e cioè di cantarmi una canzone in testa fingendo di ascoltare, e fissare un punto nel vuoto poco oltre la spalla del mio interlocutore, così da dare l’impressione che lo sto guardando.

[Lips are moving - Meghan Trainor]
 
If your lips are moving, if your lips are moving
If your lips are moving, then you're lyin', lyin', lyin', babe
 
È un attimo e la sua voce scompare, la sua bocca si muove muta e io mi concentro sulle note che hanno preso a suonare nella mia testa.
 
If your lips are moving, if your lips are moving
If your lips are moving then you're lyin', lyin', lyin', babe
 
Kami ma quanto parla?! Ma è sempre stato così noioso?!
È tutto ingessato!
Non capisco davvero cosa ci trovassi in lui.
 
Boy, look at me in my face
Tell me that you're not just about this bass
You really think I could be replaced?
Nah... I come from outer space
And I'm a classy girl
I'm a hold it up
You full of something but it ain't love
And what we got is straight overdue
Go find somebody new
 
Con uno sbuffo mi soffio via la frangia dagli occhi, roteando appena gli occhi, mentre lui va avanti a gesticolare convulsamente per sottolineare parole che nemmeno sento.
Tanto non c’è niente che possa dire che mi farà cambiare idea.
Lo so che non mi ama e comunque io ormai non sono più sua. E quando se ne renderà pienamente conto non potrà che prendersela con se stesso e mangiarsi le mani per questo.
 
You can buy me diamond earrings
And deny-ny-ny, ny-ny-ny, deny-ny
But I smell her on your collar so goodbye-bye-bye
Bye-bye-bye
 
E poi succede, non so come ma succede.
So che è nella mia testa ma lo vedo come se stesse accadendo dietro la sua schiena.
Mi vedo, in testa al gruppo delle mie compagne al completo, con i vestiti di scena per Summer Nights, e non posso fare a meno di abbozzare un sorriso.
Il metodo di papà funziona davvero!
Con le mani sui fianchi avanziamo in gruppo compatto, ancheggiando e incrociando le gambe una davanti all’altra, mentre io canto, convinta.
 
I know you're lyin        
'Cause your lips are movin
Tell me do you think I'm dumb?
 
Solleviamo la mano destra e facciamo il gesto che vuol dire “parla, parla” continuando ad avanzare e poi io mi blocco indicandomi e guardando Drake con fastidio.
Non sono una cretina!
 
I might be young
But I ain't stupid
Talking round in circles with your tongue
 
Afferro la gonna e la agito piegandomi appena sulle ginocchia mentre le ragazze fanno due chaines a destra e due a sinistra alle mie spalle, tornando nelle posizioni iniziali.
 
I gave you bass, you gave me sweet talk
Saying how I'm your number one
 
Solleviamo le braccia sulla testa, incrociando i polsi e diamo due colpi di bacino, prima di girare su noi stesse lentamente, accarezzandoci il costato e allungare poi il braccio, l’indice teso che punta verso l’alto.
 
But I know you're lyin
'Cause your lips are movin
Baby, don't ya know I'm done
 
Riportiamo le mani sui fianchi e facciamo ruotare le spalle e poi le ragazze dietro di me si disperdono cambiando posizione, mentre anche i ragazzi fanno la loro comparsa.
 
If your lips are moving, if your lips are moving
If your lips are moving, then you're lyin', lyin', lyin', babe
If your lips are moving, if your lips are moving
If your lips are moving, then you're lyin', lyin', lyin', babe
 
Mi volto camminando decisa verso Franky e gli giro intorno, accarezzandolo sulle spalle a palmo pieno, mentre Koala e Shirahoshi fanno altrettando con Sabo e Chopper alla nostra destra e sinistra.
Facciamo pressione sulle loro spalle per farli inginocchiare e loro ubbidiscono senza staccarci gli occhi di dosso, e ci accarezzano la gamba quando si rimettono in piedi.
Afferro il mento di Franky con pollice e indice, sorridendo maliziosa prima di spingerlo via e tornare a cantare, coinvolta come non mai.
 
Hey, baby, don't you bring them tears
'Cause it's too late, too late, babe, oh
You only love me when you're here
You're so two-faced, two-faced, babe, oh
 
Lamy passa in mezzo a Robb e Pen che stanno per pestarsi e li spinge lontani senza degnarli di uno sguardo, raggiungendo me e Nojiko schierate davanti a Drake che, intanto, nella realtà, continua indefesso a parlare.
Mi mordo il labbro per trattenere una risata mentre io, Lamy e Nojiko, girate sul fianco, pieghiamo la schiena all’indietro muovendo sensuali le spalle.
 
You can buy me diamond earrings
And deny-ny-ny, ny-ny-ny, deny-ny
But I smell her on your collar so goodbye-bye-bye
Bye-bye-bye
 
Ricomincio a camminare, le mani sempre sui fianchi mentre gli altri si posizionano alle mie spalle.
Franky compare al mio fianco e io gli sorrido mentre mi passa alle spalle e mi prende il gomito, facendomi poi girare sotto il suo braccio. Mi fermo di fronte a lui e gli accarrezzo il petto lentamente, prima di spingerlo indietro insieme al resto del gruppo.
E quando riparte il ritornello, anche noi partiamo tutti insieme.
 
I know you're lyin
'Cause your lips are moving
Tell me do you think I'm dumb?
I might be young
But I ain't stupid
Talking round in circles with your tongue
 
Chaines a destra, pas de bourré e poi slanciamo la gamba destra in un rond in aria, tutti perfettamente sincronizzati.
Un piccolo tallevé indietro, con la gamba destra piegata e aderente alla sinistra, e si scambiano di posizione con altri chaines mentre io faccio segno di no con il dito per poi farlo roteare rapido, disegnando cerchi in aria, il braccio sempre teso.
 
I gave you bass, you gave me sweet talk
Saying how I'm your number one
But I know you're lyin
'Cause your lips are moving
Baby, don't ya know I'm done
 
Agitiamo di nuovo le gonne mentre i boys si piegano sulle ginocchia muovendola a destra e sinistra, stile Elvis e io devo portarmi una mano alle labbra per sopprimere l’ennesima risata.
Questa coreografia me la devo segnare.
Faccio un movimento secco con la mano che può voler dire sia “hai rotto” sia “aria” e di nuovo il gesto che significa “parla” prima di voltarmi tenendo il viso girato verso Drake e le mani sui fianchi. Do un calcetto all’indietro prima di lanciarmi nella mischia con gli altri.
 
Come on say!
If your lips are moving, if your lips are moving
If your lips are moving, then you're lyin', lyin', lyin', babe
If your lips are moving (Alright now)
If your lips are moving (I wanna hear ya'll singing with me)
If your lips are moving
Then you're lyin', lyin', lyin', babe (Here we go!)
 
I ragazzi ci tendono il braccio e noi afferriamo le loro mani roteando verso di loro, liberandoci subito dalla loro presa. Mano destra, mano sinistra e saltiamo alle loro spalle allargando le gambe, aiutati dalla loro presa.
Giriamo di nuovo, cambiando ancora la presa delle mani, fermandoci davanti a loro e portando un braccio a circondargli il collo, piegando la testa all’indietro, tutte maliziose e sorridenti.
 
I know you're lyin
'Cause your lips are moving
Tell me do you think I'm dumb?
I might be young, but I ain't stupid
Talking round in circles with your tongue
 
Le ragazze si allontanano lasciandomi da sola al centro, dove continuo a cantare, muovendo spalle e bacino e spingendo via i ragazzi che si avvicinano uno per volta.
Pen, Sabo, Gladius, Chopper, Marco, Robb.
Ma quando è il turno di Franky, gli sorrido e sento il cuore accelerare a mille quando gli tendo la mano e volteggio tra le sue braccia. Mi posa una mano sulla schiena e io mi lancio in un esagerato cambré, disegnando un semicerchio con il busto, sorridendo come non mai.
 
I gave you bass, you gave me sweet talk
Saying how I'm your number one
But I know you're lyin
'Cause your lips are moving
Baby, don't you know I'm done
 
Si riversano tutti alle nostre spalle, ballando un po’ a caso, come se fosse una festa improvvisata, mentre io continuo a cantare, gli occhi che brillano.
Mi manca solo un microfono davanti!
Ripeto i gesti di prima, “aria” e “parla, parla” e sento un braccio avvinghiarmi la vita. Mi giro appena appoggiando il mio sulla spalla di Franky e canto l’ultima frase prima di chiudere una zip immaginaria tra le mie labbra.
-Baby?!-
Sobbalzo quando la voce di Drake torna udibile e mi rifocalizzo su di lui che mi guarda davvero scocciato. Mi rendo conto che sto sorridendo a labbra piene e che non ho sentito una sola parola di tutto il suo ben congeniato discorso.
Mi sento emozionata al massimo e ho il cuore che minaccia di uscirmi dal petto e forse so anche il perché.
Forse ho appena capito una cosa molto importante.
Lo vedo sorridere e rilassarsi e capisco che sta fraintendendo la luce che mi accende gli occhi. Lo guardo allungare una mano verso di me.
-Allora è tutto a posto, piccola?!- domanda speranzoso e io scoppio in una risata, afferrandogli il polso per bloccarlo.
-Oh sì che lo è!- lo informo, senza riuscire a smettere di sorridere -Bel discorso, qualunque cosa tu abbia detto naturalmente! Ora immagino tocchi a me quindi… mmmh…- mi fermo un attimo per essere sicura di non dimenticare niente, le mie dita ancora intorno al suo polso -Vedi di sparire, per sempre, e non farti più vedere nemmeno per sbaglio se ci tieni a tutti i tuoi arti! Ah e sono alta un metro e settantadue, non sono mai stata la tua piccola, men che meno ora che lo sono di qualcun altro!- concludo, piegando il capo di lato e godendomi la sua espressione sconvolta.
Sto per mollargli il polso e per salutarlo con un “Ciao Drake!” prima di voltarmi e rientrare che una voce mi chiama, precedendomi.
-Baby?!-
Mi volto di scatto, lasciando andare il mio ex, e subito deglutisco a vuoto, mentre lo stomaco mi fa le capriole nel metterlo a fuoco.
Noto la sua espressione, sembra arrabbiato, e subito mi acciglio e faccio per chiedergli se è tutto okay ma non mi lascia finire.
-Franky…-
-Siamo pronti per provare- mi dice, stranamente monocorde.
Io annuisco, un po’ in difficoltà, e lo guardo girarsi subito, quasi con urgenza. È stranamente rigido e capisco che si sta solo trattenendo dal non pestare a sangue Drake.
Mi affretto dietro di lui e lo affianco rapida e, senza più degnare di una sola parola o di un solo sguardo il mio ex, rientro in teatro insieme a Franky.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


 
Il cambio improvviso di luce mi fa riaprire per bene gli occhi e mi dirigo deciso verso il palco, su cui manchiamo solo noi, senza voltarmi né aspettarla. Ma non posso ignorare la sua voce che mi chiama, quasi spaventata.
-Franky?-
Mi giro verso di lei e provo una fitta allo stomaco.
Porco Roger ma che super-coglione sono stato!
Come ho potuto pensare che lei… che noi…
Eppure per un attimo, un lungo attimo ci ho creduto davvero. Almeno finché non l’ho vista qui fuori ridere e scherzare con quel bastardo del suo ex, tenendolo pure per mano.
Credevo fosse diversa, credevo fosse cambiata. Credevo fosse anche merito mio ma ora capisco.
Capisco che si è solo aggrappata a me, perché non aveva nessun altro e quello che ho scambiato per attrazione da parte sua era solo affetto per un amico.
Mi sorride, ora che mi sono finalmente deciso a guardarla, ma non mi sento di rispondere e, per fortuna, la voce di Ace arriva in mio aiuto.
-Ehi piccioncini, mancate solo voi!- ci richiama all’ordine e io mi affretto per salire sul palco, con Baby alle calcagna.
Sono certo che non si è resa conto della mia espressione a causa della penombra e ora che siamo pronti a provare non ho intenzione di lasciare che quello che provo si veda. Sul palco do sempre il 100%.
Ma smettere di pensare quello non riesco.
Butto un occhio alla scenografia, la panchina su cui è seduta Shirahoshi insieme a Lamy e Rebecca e la scalinata improvvisata dove Chopper, Robb, Sabo e Pen sono già in attesa.
Mi infilo al volo il chiodo e mi posiziono aspettando che la musica inizi e un attimo prima che le prime note riempiano il teatro lancio un ultimo sguardo a Baby che sorride in un modo che non avevo mai visto.
 
[Summer Nights - Glee Cast]
 
Come può essere così felice per colpa di quell’idiota?!
Come può non vedere quello che è chiaro a tutti?!
Stringo appena i pugni, perché vorrei davvero poterle aprire gli occhi ma, a questo punto, non so nemmeno io come fare.
 
Summer lovin', had me a blast
Summer lovin', happened so fast
Met a girl crazy for me
Met a boy cute as can be
 
Chopper e Shirahoshi cominciano a cantare e io cerco di concentrarmi sulla coreografia, ma non riesco a smettere di cercarla con gli occhi.
Credevo davvero che ci fosse qualcosa. Non pretendevo che Baby perdesse la testa per uno come me però penso anche di essere meglio di quello stronzo. Ma evidentemente non è questo che cerca.
 
Summer days drifting away
To, uh oh, those summer nights
 
Well-a, well-a, well-a, uh!
 
Tengo il tempo con la testa, prima di staccarmi dalla mia postazione, avvicinandomi di più a Chopper e lasciando lo spazio a Robb per sporgersi verso di lui. Muoviamo il bacino a tempo e io cerco disperatamente di concentrarmi sul balletto ma è tutto inutile.
 
Tell me more, tell me more
Did you get very far?
Tell me more, tell me more
Like does he have a car?
 
So tutto a memoria, passi e parole e non mi richiede alcuno sforzo e così il mio cervello resta concentrato su di lei che ora si piega verso Shirahoshi insieme alle altre, prima che Lamy la prenda sottobraccio cantando la sua frase, per poi alzarsi tutte e invadere il palco in un tripudio di gonne e colori, mentre noi saliamo verso lo scalino più alto, ascoltando Chopper con apparente estremo interesse.
 
She swam by me, she got a cramp
He ran by me, got my suit damp
Saved her life, she nearly drowned
He showed off splashing around
 
Vorrei davvero dirglielo, dirle ciò che penso, che Drake è come Danny Zuco. Un ragazzo che sembra tanto dolce ma poi alle spalle ne dice di ogni, con la differenza che Drake non si ferma alle parole.
Ma che senso avrebbe ormai?! Non posso neanche dire di averla persa, non l’ho mai avuta. E la cosa migliore che posso fare è dimenticarla il prima possibile.
 
Summer sun, something's begun
But, uh oh, those summer nights
 
È stata solo una parentesi, meglio che me ne faccia una ragione. Non saremo mai come Chopper e Shirahoshi se non su un palco.
 
Well-a, well-a, well-a, uh!
Tell me more, tell me more
Was it love at first sight?
Tell me more, tell me more
Did she put up a fight?
 
Saltelliamo intorno a Shirahoshi che sorride a trentadue denti, ma mai quanto me e non posso non cercarlo quando mi ritrovo di fronte rispetto alla loro postazione. Vedo Sabo cantare la sua frase e Pen dargli uno spintone e scoppio a ridere, felice come non mai prima di iniziare con gli chaines che creano un gioco di colori bellissimo.
Spero che mi stia guardando, nonostante sia concentrato su ciò che deve fare, perché sto dando il massimo solo per lui. Voglio che sia fiera di me, anche se so che lo sarà di certo quando gli racconterò cos’è successo con Drake. Aveva ragione, non mi merita.
 
Took her bowling in the arcade
We went strolling; drank lemonade
We made out under the dock
We stayed out till ten o'clock
 
Lui invece è tutt’altra storia.
È proprio come Danny Zuco, fa tanto il duro ma alla fine è uno dei ragazzi più dolci che abbia mai conosciuto.
Tiene davvero a me ma non è certo per questo che mi sono innamorata di lui.
Perché sì, lo ammetto!
Io Baby Donquijote mi sono innamorata di Franky Cuttyflam!
 
Summer fling don't mean a thing
But, uh oh, those summer nights
 
Mi basta pensarlo per sentirmi rigenerata e ho l’impressione che anche le mie compagne intorno a me siano state contagiate dalla mia energia.
Se stasera la balliamo così, facciamo il botto!
 
Tell me more, tell me more
But you don't gotta brag
Tell me more, tell me more
'Cause he sounds like a drag
 
Scambio un’occhiata con Koala, anche lei su di giri e i nostri sorrisi si allargano contemporaneamente mentre continuiamo a ballare e cantare, senza sentire nemmeno la fatica.
Kami, che bella sensazione!!!
Ricominciamo con i giri, scambiandoci di posizione senza sosta, mentre i ragazzi si muovono di lato sulla scalinata come se fossero in grado di scivolare e io non posso fare a meno di liberare una mezza risata, tanto mi sento bene.
 
He got friendly holding my hand
Well, she got friendly down in the sand
He was sweet, just turned eighteen
Well, she was good, you know what I mean
 
Shirahoshi domina il palco e anche Chopper ha tirato fuori la voce, sono semplicemente divini.
Lamy le si avvicina e le prende la mano, facendola voltare verso di sé e noi cominciamo a tornare un po’ per volta verso la panchina, mentre Chopper disegna con le mani la sagoma di una ragazza tutta curve, prima di raggiungere la metà della scalinata con un salto, seguito dagli altri.
 
Summer heat, boy and girl meet
But, uh oh, those summer nights
 
La circondiamo di nuovo come all’inizio attente però a restare sparpagliate perché il palco non risulti vuoto e io mi preparo visto che ora tocca a me.
 
Tell me more, tell me more
How much dough did he spend?
 
Sollevo subito lo sguardo per cercarlo. So che odia cantare da solista anche se solo una frase e ridacchio quando Sabo gli molla uno scenico scapellotto.
 
Tell me more, tell me more
Could she get me a friend?
 
La musica si interrompe e Shirahoshi si alza dalla panchina, mentre Chopper scende dalla scalinata, camminando lentamente verso la ribalta del palco.
 
It turned colder; that's where it ends
So I told him we'd still be friends
Then we made our true love vow
Wonder what he's doin' now
Summer dreams ripped at the seams
But, oh, those summer nights
Tell me more, tell me more.
 
È il loro momento ma restiamo tutti concentrati anche perché questa canzone a me emoziona sempre un sacco.
Mi trattengo a stento dal cantare a fior di labbra con Shirahoshi e mi sento così fortunata perché so che per me la fine dell’estate non significherà la fine di qualcos’altro. E di nuovo mi sento fremere, morendo dalla voglia di dirglielo.
Mi giro a guardarlo di nuovo e lo trovo concentrato sul suo amico, cosa che mi fa sorridere e me lo fa amare anche di più.
Poi, come se si accorgesse del mio sguardo su di lui, si volta dalla mia parte ma l’occhiata che mi rivolge ha qualcosa di sbagliato, qualcosa di sbagliato che mi fa rabbrividire.
Che sta succedendo?!
Mi acciglio e scuoto appena la testa e lo stomaco mi si chiude quando lui semplicemente distoglie gli occhi da me. Trattengo il fiato, agitata, dimenticandomi di cantare e pregando in silenzio che sia tutto uno scherzo ma quando la canzone finisce lo vedo schizzare verso le quinte come un razzo e, senza troppe cerimonie, gli corro dietro.
-Franky!!!- lo richiamo, in ansia come non mai.
-Dimmi- si gira, guardandomi con noncuranza e indifferenza, quasi freddo.
Cosa gli prende?!
Questo non è lui! Lui non è così!
Lui è sempre così… espansivo! Esagerato!
Che sia in positivo o in negativo!
Ma freddo e distaccato, quello mai!
E allora perché lo sta facendo con me?!
So che possono esserci un milione di ragioni ma uno strano brivido mi percorre la colonna vertebrale, facendomi capire che c’entro io, con totale e assoluta certezza ha a che fare con me.
E il cuore mi sprofonda giù nello stomaco, mentre la delusione mi pervade.
Ho sbagliato. Ho sbagliato di nuovo.
-Baby? Dovevi dirmi qualcosa? Perché avrei un paio di cose da fare e all’inizio manca solo un’ora e mezza e…-
-No, no!- lo interrompo, agitando una mano a palmo aperto davanti a me e abbozzando un sorriso tirato -Niente di che, tranquillo! Vai pure!- lo incoraggio, deglutendo a fatica.
Anche lui sembra avere il groppo in gola ma di certo è solo l’affanno per le prove.
Mi fissa un attimo prima di annuire deciso e tornare sui suoi passi.
Ed è allora che sento qualcosa di umido bagnarmi le guance mentre, ancora immobile qui dove sono, sul retro del palco, comincio a tremare.
-Baby-
Una voce sussurrata raggiunge le mie orecchie, mentre una mano si posa sulla mia spalla. Mi volto di scatto per incrociare lo sguardo preoccupato di Lamy e la fisso qualche istante, cercando qualcosa da dire.
Ma la mia gola è annodata e non riesco a fare altro se non gettare le braccia al collo della mia amica e scoppiare in lacrime tra le sue braccia, mentre lei mi stringe e mi accarezza i capelli, cercando inutilmente di calmarmi.
 

 
§

 
Mi accosto alla porta che da sul retro del teatro, inspirando a pieni polmoni mentre la penombra cala su Raftel.
È quasi ora e io mi sento fremere di emozione e impazienza.
Mi passo i palmi sulle braccia lasciando che queste sensazioni mi pervadano, scatenandosi libere in me. Adoro la sera dello spettacolo.
Adoro un po’ tutta la giornata in realtà, le prove generali, lo stare tutti insieme e poi ovviamente l’emozione di aprire il tutto.
Sistemo meglio la gonna del vestito di Grease, controllando nel riflesso della porta a vetro che i capelli siano in ordine, ripensando a due anni fa.
Due anni fa non me la sono goduta, proprio per niente.
Due anni fa non mi sono nemmeno preoccupata del fatto che il trucco potesse colarmi, tanto stavo male.
Due anni fa, a quest’ora, ero seduta sul muretto del parcheggio, piangendo disperata per Sabo e Perona con Bonney e Bibi impegnate a consolarmi.
Lo stomaco mi si stringe a quel ricordo ma si rilassa subito e un sorriso si dipinge sul mio volto.
Ora è tutto diverso, diverso in un modo che non osavo nemmeno sperare.
Certo quello che Sabo sente per me resta un’incognita ma so che mi vuole, mi vuole davvero, lo sento da come mi tocca e mi bacia che sia di sfuggita o mentre lo facciamo.
Perché sì, non ho saputo resistere, non sono capace di resistere se si tratta di lui.
Non ho resistito quando ho sentito che mi stavo innamorando, figuriamoci ora che so che qualcosa per me lo prova.
E sento che non riesco nemmeno a resistere all’improvviso impulso di andare a cercarlo, non fosse che mi accorgo di qualcuno che si aggira per il parcheggio sul retro. Aggrotto le sopracciglia nel riconoscere Pen, jeans e maglietta aderente, senza chiodo di pelle, che cammina con aria spersa e passandosi la mano nei capelli rossi.
Mi avvicino a lui, scricchiolando sulla ghiaia con le cuccarini, ma non mi sente nemmeno arrivare, finché non infilo una mano tra le sue ciocche fulve, facendolo voltare.
-Ehi!- lo saluto, con un affettuoso sorriso che ricambia a fatica.
-Ehi!- risponde, colto alla sprovvista.
-Come stai?!-
Infila le mani in tasca, dondolando un po’ a disagio.
-Tutto bene dai… un po’ agitato…- tentenna, stringendosi nelle spalle e io non posso non guardarlo comprensiva ed eloquente. So anche troppo bene cosa sta passando.
-Non ci devi pensare. Almeno per stasera. Stasera pensa solo a ballare. Per te- lo incoraggio, ripetendo il consiglio di Bonney per me, due anni fa.
Mi osserva per un attimo con il fiato sospeso, valutando se negare ma qualcosa si spezza in lui e si afferra il ponte del naso con due dita, premendo sugli angoli degli occhi, che risolleva su di me poco dopo e il cuore mi si stringe nel vederlo così sofferente.
-Perché fa così male?- mi domanda in un soffio e io non posso non portare una mano sulla sua guancia sorridendo a sopracciglia corrugate.
-Perché è dannatamente vero quello che senti- rispondo senza esitazione, permettendogli poi di abbracciarmi.
Poso una mano sulla sua nuca e con l’altra gli coccolo la schiena mentre qualcosa mi inumidisce la spalla nuda.
Non gli dico niente, lo lascio sfogare. Ne ha bisogno e, in fondo, la cosa migliore che posso fare per lui ora è regalargli tutto il mio affetto e la mia comprensione. 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


-Stai scherzando vero?!-
Guardo attonita Baby, seduta su una delle sedie del camerino che divide con me Shirahoshi, Rebecca e Lamy che è qui in piedi accanto a me.
-No, non scherzo- mi risponde.
Il suo tono è sconsolato e mi fa accigliare ma ho poco tempo per registrarlo perché quello che ha appena detto mi sconvolge di più.
-Ma non puoi rifiutarti di ballare con lui! Tra due pezzi c’è Dirty Dancing!-
Solleva uno sguardo lampeggiante su di me ma capisco subito che tutta quella rabbia non è per noi e non posso fare a meno di domandarmi per chi allora.
-Lo puoi ballare tu!- mi dice e io rimango interdetta, sbattendo le palpebre.
-Come?!-
-Prima di me eri tu la sua ballerina e mi hai sempre sostituita quando sono mancata alle prove. E poi Dirty Dancing lo sanno anche i muri- mormora priva di verve e io compenso con la mia reazione.
-Ma che c’entra?!?! Sei tu che devi ballare con Franky, voi due avete un’intesa pazzesca e poi che mi dici degli altri pezzi?!-
La guardo sospirare e scambio un’occhiata con Lamy, prima di prendere fiato per chiamarla ma la mia amica mi fa un’impercettibile segno di diniego con la testa e io mi zittisco.
Assottiglio appena gli occhi su di lei che, dopo un attimo, esce dal camerino in silenzio e io subito la seguo.
Si volta mentre mi fermo davanti a lei, le braccia incrociate sotto il seno e l’espressione dispiaciuta.
-È successo qualcosa?!- domando, senza preamboli e lei si appoggia al muro con la spalla.
-Oggi lo sospettavo a questo punto ne sono certa- sussurra -Dopo la prova di Summer Nights l’ho trovata nel retro palco che piangeva e Franky che si allontanava a passo di carica- mormora, corrugando le sopracciglia.
Io sgrano appena gli occhi e un attimo dopo è proprio la sua voce a risuonare per tutto il corridoio dei camerini femminili.
-Suuuuuuuper, fratello!-
Un lampo d’ira mi attraversa gli occhi e mette sull’attenti Lamy, che mi segue senza esitazione quando mi dirigo decisa verso di lui, intento a parlare con Chopper di non so cosa.
-Cuttyflam!- lo chiamo, i pugni stretti lungo i fianchi e lui si gira, strabuzzando gli occhi non appena vede il mio cipiglio e la mia andatura.
Sobbalza e fa per indietreggiare ma, tra me che lo raggiungo in poche falcate, Chopper e il muro, rimane bloccato e deglutisce a vuoto, rassegnato.
Mi conosce da una vita e sa cosa divento se mi arrabbio.
Sento un altro paio di persone avvicinarsi, sicuramente preoccupate per l’incolumità di Franky, ma non me ne curo.
-Che hai fatto a Baby?!- gli chiedo, omicida, e lui si acciglia per un secondo prima di irrigidirsi.
-Che ha?! Sta male?!- domanda e la nota preoccupata nella sua voce non mi sfugge e mi stranisce ancora di più.
No qui qualcosa non quadra.
Incrocio le braccia sotto al seno e lo osservo con attenzione.
-Non vuole ballare con te- lo informo, lapidaria e stavolta ne sono certa, è delusione quella che gli attraversa gli occhi.
In tutti questi anni non ho mai visto Franky sconsolato una sola volta, mai. Almeno fino adesso.
Abbassa lo sguardo, si passa una mano sul retro del collo a disagio, infossando l’altra nella tasca del pantalone.
-E io che posso farci?- chiede, cercando inutilmente di suonare spavaldo e senza incrociare i miei occhi.
 Un grave errore perché non si accorge del pericolo incombente.
Io pratico danza da quando ho otto anni. Ma da quando ne ho sei, zio Tiger mi da lezioni private di arti marziali per la mia sicurezza personale e tutti lo sanno. Anche Franky. E se questa cosa di Baby glielo ha fatto temporaneamente dimenticare, vedo bene che se ne ricorda quando si ritrova contro il muro, un mio braccio a tenerlo fermo dal torace e l’altra mano a torcergli il suo.
Stringe le labbra, soffrendo in silenzio, mentre dei movimenti trattenuti smuovono aria intorno a noi.
Nessuno si mette in mezzo, sanno che non gli farò più male del necessario e che è per una buona causa.
-Ascoltami bene, io non so cosa sia successo con Baby ma, qualunque cosa sia, deve essere stato questo pomeriggio perché stamattina stava che era un fiore- sibilo veloce e “persuasiva” -Quindi ora tu vai nel nostro camerino, parli con lei e non esci finché non hai chiarito e l’hai convinta a ballare, chiaro?!- proseguo, alzando la voce e guardandolo annuire rapido e terrorizzato.
Sorrido soddisfatta, liberandolo.
-Molto bene!- annuisco -Hai due balletti di tempo- lo informo, sottolineando il numero con le dita.
Ignoro Chopper che mi fissa sconvolto e tengo gli occhi puntati sulla schiena di Franky finché non lo vedo entrare in camerino e chiudersi la porta alle spalle.
Sento il bisogno di una boccata d’aria e salgo le scale che portano nel retro palco con l’intenzione di uscire sul piccolo balconcino che da sullo spiazzo sul retro.
Mi addosso alla balaustra afferrandola con le mani e pregando che tutto si sistemi e solo allora mi accorgo che qualcuno mi ha seguito.
Mi volto di scatto e metto a fuoco Sabo che mi guarda ghignando, le braccia al petto e una spalla addossata allo stipite della porta.
Il solito calore si diffonde in tutto il mio corpo e sento le guance imporporarsi appena, ringraziando mentalmente il buio.
-Che c’è?!- domando, scuotendo appena il capo con falsa noncuranza.
Ridacchia e mi raggiunge, affiancandomi mentre io torno a guardare di fronte a me.
Sento che mi squadra e trattengo un attimo il fiato. Mi fa ancora strano.
-E così ho una ragazza yandere!- mormora, addossandosi alla balaustra con gli avambracci.
Trattengo il fiato, restando immobile, cercando di non deglutire troppo rumorosamente.
-Io non sono la tua ragazza- sorrido nel girarmi a guardarlo, ostentando una sicurezza che non ho e facendogli sollevare un sopracciglio.
-Ah no?! Allora devo preoccuparmi per quello a cui ho assistito prima dell’inizio dello spettacolo?!- si informa ma sorride.
Decido di stare al gioco e assottiglio lo sguardo con un po’ di malizia, avvicinandomi appena.
-Oh non mi dire che sei geloso- lo provoco sottovoce e lui si rimette dritto, avvicinandosi di più e facendomi perdere lucidità in un attimo.
Abbasso lo sguardo, portando una ciocca dietro l’orecchio e tornando a mostrarmi vulnerabile.
-Hai visto solo una ragazza che consolava un caro amico- lo informo, lanciandogli un’occhiata di sottecchi e i suoi occhi si velano appena.
-Sta tanto male?-
Mi giro e perdo lo sguardo nel vuoto, sospirando.
-È piuttosto pesto, sì-
-Lo capisco- sospira anche lui, cogliendomi alla sprovvista.
Torno a guardarlo ad occhi sgranati.
-Tu?!- gli chiedo, incredula -Il consumato playboy, tu lo capisci?! Non sei mai stato single da quando ti conosco!-
Stavolta è Sabo ad abbassare per un attimo lo sguardo, sorridendo appena.
-Ma so cosa vuol dire passare mesi convinto che la ragazza che ami non ti ricambi- ammette con disarmante semplicità.
Un brivido freddo mi attraversa e scuoto le spalle. Stiamo entrando in una zona pericolosa e io mi allontano appena, distogliendo ancora gli occhi.
-Questo perché sei un baka. Perona è stata pazza di te fin da subito- commento, atona.
Il silenzio che segue è assordante e sto per cedere all’impulso di voltarmi e rientrare quando la sua voce sussurrata mi fa rabbrividire di nuovo.
-Non parlo di Perona-
Mi acciglio e sto già per chiedergli a chi si riferisce allora quando, improvvisamente, lo capisco da me. Spalanco gli occhi e rimango immobile qualche istante prima di girare lentamente il capo verso di lui.
Lo trovo con uno di quei sorrisi mozzafiato sul volto e deglutisco a fatica mentre gli occhi mi si velano appena.
-Tu… T-tu…- balbetto e aggrotto poi le sopracciglia -Mesi?!- chiedo scioccata e lui porta una mano alla nuca bionda, in imbarazzo.
-Ci ho messo un bel po’ a capirlo… Lo sai che sono un coglione, all’inizio pensavo di essere arrabbiato per Perona ma poi ho capito che stavo male per il fatto di sentirti così lontana e quando ho capito questo io… io… insomma…-
Lo ascolto a bocca aperta e annuisco piano.
-Sì, sei un coglione- confermo in un soffio, facendolo sorridere ancora di più.
-A mia discolpa, non l’avevo mai provato prima- mormora avvicinandosi ancora e stringendosi nelle spalle -Non l’ho mai detto a nessuna- continua e io mi sento sul punto di svenire.
Ma sta succedendo davvero?!
Sabo mi sta davvero dicendo che sono la prima?!
-Ma… Perona…-
-Provavo qualcosa di molto forte ma non le ho mai detto che… io non… l’ho mai sentito per nessuna prima-
Deglutisco sonoramente, lasciandolo avvicinare ancora, senza più difese.
-Non lo hai…- chiudo un attimo gli occhi per recuperare lucidità -Non lo hai detto nemmeno a me- gli faccio notare  e lui china il capo, posando le mani sui miei fianchi, tirandomi deciso verso di sé senza che io mi opponga.
-Ti amo-
Una scarica mi attraversa e mi ritrovo a usare il suo torace come appoggio nel sentire le gambe diventare molli.
Mi allungo, cercando già le sue labbra con le mie.
-Ridimmelo- soffio a metà tra un ordine e un’implorazione.
-Ti amo-
Affondo le dita tra le sue ciocche chiare e morbide, perdendomi sempre di più.
-Ancora…-
Lo sento sbuffare una risata ma ormai sono partita per la tangente.
-Ti amo…-
Prendo aria, inspirandolo a pieni polmoni.
-Anche io t…-
Non riesco a finire perché le sue labbra si posano decise sulle mie, in un tocco a cui non mi sono ancora abituata e mi lascio andare senza esitazione tra le sue braccia.
Mi stringe e accarezza la schiena, trasmettendomi quello che mi ha appena detto anche con il corpo e io faccio altrettanto.
Ora finalmente posso abbassare tutte le barriere, ora non ho più paura, ora so cosa prova.
E per la prima volta mi rendo pienamente conto di quello che provo io, dell’intensità del mio sentimento per lui e, finalmente, posso esserne felice.
Ci stacchiamo solo per mancanza d’aria, restando allacciati e guardandoci negli occhi. Mi appoggia un palmo sulla guancia e io gli sorride a labbra piene, gli occhi che brillano.
Sì, qui, nel retro del teatro, la sera del nostro spettacolo, con la musica che arriva da dentro, attenuata dalle quinte, tra le braccia del ragazzo che amo mi sento decisamente la donna più felice del mondo.
 

 
§

 
Chiudo la porta alle spalle, girando deciso la chiave nella toppa e mandando giù a fatica.
Baby è seduta di spalle alla porta e girata di tre quarti verso il muro e non riesco a vedere dallo specchio la sua espressione ma mi basta il suo linguaggio del corpo per capire che è sconsolata.
Ha una gamba piegata, il piede sinistro infilato sotto la coscia destra, sta torturando il laccetto delle cuccarini e, come se non bastasse, sospira.
Non si gira quando sente il tonfo, pensando di sicuro che sia Koala o Lamy ma sobbalza appena sente la mia voce.
-Baby?!- azzardo, avvicinandomi solo di un passo mentre lei si gira di scatto verso di me.
 Mi osserva per un attimo e io leggo più che semplice frustrazione nei suoi occhi. Sembra quasi disperata e una morsa mi attanaglia lo stomaco.
Un’idea si fa strada nella mia testa, un’idea che spero sia sbagliata ma che subito viene confermata dal suo assottigliare lo sguardo e reagire in modo aggressivo, una cosa che non capitava da settimane ormai.
-Esci di qui!-
-Perché non vuoi ballare con me?!- domando irruento anche io e lei sgrana appena gli occhi prima di tornare determinata.
-Problemi miei, chiaro?!-
Lo sapevo!
Lo sapevo, è tutta colpa di quel bastardo! Le avrà detto che non vuole vederla ballare con me!
Ma come può Baby rinunciare dopo tutti questi mesi di prove?! Come può umiliarsi così per uno stronzo?!
Non si accorge di quanto vale?!
Stringo i pugni furibondo, fino a sbiancare le nocche.
-È stato lui vero?!- chiedo rabbioso e cogliendola alla sprovvista.
-Lui chi?!- domanda, sinceramente confusa.
-Drake-
Non lo dico, il suo nome, lo ringhio. Mi costa fatica anche solo mettere insieme le lettere.
Lo odio!
Porco Roger quanto lo odio!
Ma non ho nessuna intenzione di permetterlo!
Me l’ha già portata via nella realtà non gli permetterò di farlo anche sul palco!
Almeno sul palco Baby è mia!
-Cosa c’entra Drake adesso?!-
-Vi ho visti parlare oggi e so che tipo è! Ti ha fatto una scenata vero?! Per quello non vuoi ballare con me! Ma come puoi permettergli di fare una cosa del genere?!-
Sgrana gli occhi, sconvolta, prima di alzarsi in piedi e fronteggiarmi furiosa.
Ma come siamo tornati a questo punto?!
La osservo lanciarmi saette con gli occhi e il cuore mi si stringe ma non ho nessuna intenzione di andarmene e non solo perché ho super paura di Koala se non faccio quello che mi ha detto.
La voglio convincere davvero perché davvero voglio ballare con lei.
-…questo il motivo?! Mi credi così senza spina dorsale?!?!-
-E allora dammi un motivo!!!-
-Non voglio e basta!!! E ora esci di qui, esci!!! Non voglio più ballare con te, né vederti, né parlarti, mai più!!! Trovati un’altra ballerina!!!- mi vomita addosso e mi sembra quasi che sia sul punto di scoppiare in lacrime ma quello che dice e come lo dice è fin troppo inequivocabile.
Eppure non me ne vado.
Anche quando smette di urlare continuando a fissarmi in cagnesco e affannata per la sfuriata io rimango immobile a fissarla.
-Baby non voglio un’altra ballerina… Ho bisogno di te…-
Neanche mi rendo conto di dirlo. La mia voce la sento come se stessi assistendo da fuori a tutto questo e mi rendo conto troppo tardi del mio errore.
Quella frase, il suo punto debole da sempre, quella che Drake ha sempre usato per ottenere ciò che voleva da lei.
E lo capisco da come sgrana lo sguardo e poi lo assottiglia che pensa che l’ho detto apposta.
Mi spalmo contro la porta e strabuzzo gli occhi quando la vedo stringere i pugni e cominciare a tremare impercettibilmente. Sembra una Furia!!!
-Ma cosa credi di fare, brutto bastardo?!?! Non mi hai già preso in giro abbastanza?!?! Non me ne frega niente del tuo ego e del tuo orgoglio e del tuo bisogno di salire su quel palco per gonfiarli entrambi e mostrare al mondo quanto sei Super chiaro?!?! Ti ho detto di trovarti un’al…-
-Non è per quello!- la interrompo, determinato.
-Non prendermi per il culo!-
-Non ti sto prendendo per il culo!-
-Oh ma per favore, Franky!!!-
-È la verità!-
-E allora perché…-
-Perché sei mia!!!- butto fuori, zittendola e scioccandola -Sul palco sei mia, cazzo!!! Ed è una sensazione… super, è fottutamente super poterti avere almeno per quei tre minuti e mezzo che dura una coreografia!!! Ti è chiaro ora?!?-
Adesso anche io respiro affannato e ci fissiamo per un tempo che mi sembra non finire mai.
La osservo, cercando di ignorare il fatto che mi sono appena dichiarato e ho scelto non solo la serata ma anche il momento della serata peggiore per farlo.
Complimenti, fratello!
Scuoto le spalle a disagio e mi passo una mano sul retro del collo, già pronto ad andarmene e scappare da questa situazione super-imbarazzante ma non faccio in tempo.
Non faccio in tempo a girarmi, aprire e uscire perché mi ritrovo Baby schiacciata contro il petto, che mi bacia con disperazione e affonda le mani nei mie capelli, sconvolgendomi.
Ma non riesco a pensare a niente e tantomeno a restare lucido appena il suo sapore e il suo odore mi circondano e mando a farsi fottere tutto e tutti, chiudendo gli occhi e stringendola, rispondendo con foga al bacio.
Non ci credo che sta succedendo davvero!
Se è un sogno non svegliatemi!
Le avvolgo un braccio intorno alla vita e porto l’altra mano tra i suoi capelli, sentendola gemere sulle mie labbra, sentendomi morire mentre invece Fratello Battacchio di sotto sembra più vivo che mai e pronto a un suuuuper-risveglio.
Faccio scivolare la mano sulla sua guancia quando ci stacchiamo per prendere aria e la trattengo un attimo prima che si ributti su di me perché, sì, sarò anche momentaneamente in paradiso ma vorrei starci il più a lungo possibile e ho bisogno di risposte.
-Baby…- la chiamo, senza riuscire a riprendermi del tutto -Ma Drake…-
-Perché sei ossessionato da Drake?- domanda a corto di fiato, facendo forza per riavvicinarsi.
-Perché vi ho visti oggi…- continuo, dandole un bacio a fior di labbra, incapace di resistere -So che vi siete rimessi insieme…-
Sgrana appena gli occhi, tornando un po’ di più in sé e poi, senza un apparente motivo, scoppia a ridere, visibilmente sollevata, come se avesse capito qualcosa.
-Rimessi insieme?!?! Ahahahahahahah! Franky sei veramente un deficiente!- esclama, al settimo cielo prima di tornare seria e guardarmi in un modo che non riesco a decifrare -L’ho mandato a quel paese! È da oggi pomeriggio che muoio dalla voglia di dirti che…- si interrompe e abbassa gli occhi.
-Che?!- la incoraggio, facendo leva per farle risollevare lo sguardo e trattenendo il fiato.
-Sono innamorata di te…- ammette, mordendosi il labbro, in tensione.
Tensione che svanisce quando io passo dall’incredulo al super felice e sorrido prima di riavventarmi sulle sue labbra.
Si spinge di più contro di me e io mi giro prendendola in braccio, le sue gambe avvinghiate alla mia vita, facendola appoggiare con la schiena alla porta ancora chiusa.
Scendo a baciarla sul collo mentre lei getta la testa all’indietro e infila le mani sotto alla mia camicia a maniche corte, nera e  totalmente aperta sul davanti, facendomi rabbrividire.
Sollevo gli occhi a guardarla e subito schiude le palpebre come a implorarmi di non smettere ma ho una cosa troppo importante da dirle.
-Anche io ti amo-
Trattiene il fiato e poi giù di nuovo a succhiarci, leccarci e morderci le labbra a vicenda finché non la sento mugugnare ma non di piacere e allora mi stacco da lei, guardandola interrogativo.
Ha le sopracciglia contratte e mi guarda un po’ stranita.
-Franky… Ma ci siamo già baciati?!- mi domanda e io sussulto appena, trattenendomi dallo strabuzzare gli occhi.
Okay non è il momento migliore per confessarle di averle nascosto quel piccolo, insignificante episodio che mi costerà almeno un calcio nelle palle, già lo so.
E poi dai! Non vale la pena perdere tempo ora e sprecare questo momento così!
-Te lo spiego dopo- le dico, tornando a torturarla a fior di labbra sul collo e ghignando quando la sento arrendersi subito, affondando le dita nei miei capelli.
Ghigno ma il cuore mi batte a mille per la felicità.
Un po’ per avere evitato il calcio nelle palle, lo ammetto.  
Ma soprattutto perché non ho più per forza bisogno di ballare per poterla tenere tra le braccia. 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Angolo di Piper: 
Buongiorno gente!!! Dunque sono qui per una rapida comunicazione ma prima devo ringraziare di cuore Sarathepooh per la recensione fluffosa dell'ultimo capitolo! Grazie di cuore! 
Ora a un certo punto del capitolo ci sarà uno dei miei soliti link a un video. Stavolta non c'è la descrizione della coreografia ma, se avete tempo, vi consiglio di guardarlo per capire meglio l'ultimo paragrafetto giù in fondo. Detto questo vi auguro una buona lettura e una buona giornata! 
Piper. 



 
Sbuffo, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi e passando una mano sulla fronte a tamponarmi il sudore.
Fa caldo in questo dannato camerino! Troppo caldo!
E questo corpetto è troppo stretto, non si vuole chiudere!
Maledetto ciclo che mi gonfia le tette!
Faccio un respiro profondo prima di rimettermi a litigare con i gancetti, torcendo il collo per controllare nello specchio di stare infilandoli negli alloggi giusti ma la fatica che devo fare continua a essere immane e rinuncio quasi subito.
-Porco Roger- impreco tra i denti e sto per dare un pestone a terra quando una voce mi fa voltare di scatto.
-Ti aiuto?!-
Trattengo il fiato nell’osservare Monet, già pronta con corpino e calze a rete, cercare qualcosa nella propria trousse, i capelli verdi tirati momentaneamente su per sopportare il caldo allucinante.
Non l’ho nemmeno sentita entrare e questa è la prima volta che ci ritroviamo da sole da quando è successo quello che è successo qualche sera fa all’Upper Yard. È da allora che la evito e non le rivolgo la parola, troppo imbarazzane e senza sapere cosa dirle.
Non so quanto per lei sia normale questa situazione, per me non lo è affatto e, come se non fosse già abbastanza complicato, c’è anche la questione di Killer.
-Bonney?!-
Sobbalzo, quando la sento chiamarmi di nuovo e realizzo che si è avvicinata.
-Ti aiuto o no?!-
Deglutisco a vuoto prima di annuire e voltarmi, trattenendo i capelli con una mano.
La sento agganciare il corpetto, bottoncino dopo bottoncino, tirando appena per contrastare la mezza taglia in più che mi è esplosa due giorni fa e rabbrividisco nel sentire le sue nocche sfiorarmi la pelle sudata.
Chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo, rendendomi conto che non posso continuare a ignorarla o fare finta di niente. Non posso proprio.
-Monet…- comincio, senza sapere nemmeno io cosa dire.
 -Bonney è tutto a posto!- mi interrompe, decisa ma sempre affettuosa.
Mi giro a occhi sgranati verso di lei, trovandola che sorride affettuosa.
-Capisco che tu sia confusa. Ma non è successo niente in fondo. Tranquilla, davvero- mi rassicura, prima di tornare a cercare quello che stava cercando poco fa nella trousse.
La osservo qualche istante, immobile e incredula e poi qualcosa si sblocca.
Mi avvicino in due falcate a lei e appoggio la mano al tavolo del camerino, piegandomi verso di lei.
-Monet, ci siamo baciate!- esclamo, sottovoce e lei mi lancia giusto un’occhiata prima di rimettersi a ravanare.
-Sì lo so- afferma, come se fosse normale.
Ma in fondo, per lei probabilmente lo è.
Insomma è evidente che Monet è lesbica ma io… io non so più cosa pensare!
E la persona che può darmi risposte e aiutarmi è la stessa con cui non dovrei parlare di questo.
-Killer mi piace! Da morire! Non mi è mai piaciuto nessuno così tanto a parte… Zoro…- abbasso ulteriormente la voce, casomai Nami o proprio Zoro stia passando qua fuori giusto ora.
In fondo è l’intervallo, non sarebbe così impossibile.
Monet smette di cercare quello che stava cercando e si gira a guardarmi. Una mano sul tavolo come me e l’altra al fianco, mi squadra qualche istante e poi sorride di nuovo.
-Sei bisessuale Bonney- mi dice e io sbatto le palpebre interdetta.
Che ha detto?!
-Sei bisessuale, non lesbica. Ti piacciono sia le donne che gli uomini, come a me. Quindi puoi stare tranquilla, non ti sta succedendo niente di strano, okay?! È come essere attratta da due ragazzi nello stesso momento! Ti sarà capitato no?!- conclude, stringendosi  nelle spalle, lasciandomi sempre più senza parole.
-Io… io…-
-Te lo ripeto per l’ultima volta Bonney! È tutto a posto! Ti devi solo abituare all’idea ma non credo cambierà molto le cose per te! Si vede lontano un chilometro che sei persa per Killer!- conclude, chinando appena il capo di lato e allargando il sorriso, prima di avviarsi per uscire dallo spogliatoio, il rossetto rosso in mano.
La osservo allontanarsi, scossa da un turbinio di sensazioni e pensieri in cui riesco e distinguerne ed esternarne uno.
-Monet!- la richiamo e lei si blocca sulla porta, girando il capo, interrogativa -Io…- tentenno, sollevando gli occhi su di lei -Grazie! E mi dispiace…-
Mi fissa ancora reclinando appena il capo all’indietro.
-Per cosa?! Io vado a letto con Gladius da quando è arrivato qui, non ti devi preoccupare per me!- mi informa con un sorriso a trentadue denti -Ci vediamo sul palco- mi avvisa poi, prima di sparire alla mia vista.
Ma dopo nemmeno un minuto eccola rispuntare sulla porta, la schiena inarcata all’indietro.
-Comunque, se tu e Killer aveste voglia di provare qualcosa di… diverso, diciamo…- mi dice, senza ombra di imbarazzo –Beh il mio numero ce l’hai!- conclude, strizzando un occhio e scomparendo di nuovo, lasciandomi sconvolta e senza parole, al centro del camerino.
 

 
§

 
Do un calcio alla ghiaia sul lato del teatro, continuando a camminare alla ricerca di quel coglione.
Quando le luci si sono riaccese per l’intervallo si è alzato dicendomi che usciva un attimo e adesso sembra scomparso nel fottuto nulla.
Non so neppure io perché mi sto spostando sul retro ma l’istinto mi dice di fare così. In realtà non so neppure che cazzo ci faccio qui a vedere sta gente che manco conosco ballare ma ormai ci sono e tanto vale.
Tanto tra un’ora sta tortura sarà finita e io ne approfitterò per andare a bermi una birra, Killer o non Killer.
Dannazione, è diventato così insopportabile!
Grugnisco, infossando le mani in tasca e sollevo lo sguardo, accorgendomi che ho raggiunto ormai il retro, su cui le porte dei camerini si aprono.
Sollevo lo sguardo e mi immobilizzo sul posto, mettendo a fuoco una scena che mi fa sgranare gli occhi e mi provoca un improvviso, incomprensibile scatto di rabbia.
Questo è venuto a fare quel coglione?!
A portare dei fiori… a Nojiko?!?
Li osservo parlare, osservo lei che prende i fiori e sorride e annuisce, gli occhi che brillano, e Killer che si porta una mano sul retro del collo, aggiungendo ancora qualcosa.
Mi accorgo di stare tremando, di avere le mani chiuse a pugno e le nocche bianche.
Mi accorgo di essere sul punto di commettere un omicidio ma non mi accorgo di stare correndo verso il mio migliore amico finché non mi ritrovo a pochi passi da lui e la mia mano che scatta con l’intenzione di spaccargli il naso.
Cazzone bastardo!
Ma non gli interessava Bonney?! Deve sempre fare il playboy?!
Non poteva limitarsi alla sua cazzo di ballerina?!
Tendo il braccio e rischio di finire a terra, quando Killer scatta indietro, evitando il pugno con estrema facilità e lanciandomi poi un’occhiata sconvolta.
-Ma che ti prende?!-
-Kidd!- interviene Nojiko alle mie spalle ma la ignoro, soffiando dal naso come un toro imbizzarrito.
-Sei un pezzo di merda- gli ringhio contro sottovoce, facendogli sgranare ancora di più gli occhi, prima che gli assottigli, scrutandomi, piuttosto incazzato anche lui.
-Si può sapere cosa ti ho fatto?!-
-Non fare il cazzone con me! Lo sai benissimo!-
-Kidd, porca…-
-Stai zitto, stronzo!-
Lo guardo trattenere il fiato, mentre le sue iridi sbiancano, fuori di sé per le mie accuse.
Lo guardo e so che sta per attaccarmi ma, nonostante questo, non riesco a trattenermi quando la sento chiamarmi di nuovo, più decisa che mai.
Volto il viso di un quarto e la trovo che ci osserva a denti stretti, preoccupata sì ma dubito sia per me visto come stringe i fiori, possessiva, quasi fossero la sua ragione di vita.
I fiori che Killer le ha regalato.
Mi giro con tutte le intenzioni di usare il mio migliore amico come sacco da pugilato ma non appena riporto il collo dritto un dolore lancinante esplode nella mia testa mentre il mio zigomo si schianta sul pugno di Killer, mandandomi a terra.
Killer è l’unico che sia mai riuscito a battermi in una rissa ed è successo una volta soltanto. Da allora non ci siamo azzuffati spesso e comunque io ho imparato a non abbassare la guardia. Almeno fino a stasera.
Mi do del coglione da solo mentre colpisco il selciato con la schiena, sollevando polvere  e sassolini intorno a me e una voce si leva nell’aria.
-Ma che state facendo?!-
Dei passi veloci mi corrono accanto e poi un altro spostamento d’aria, stavolta più vicino, che mi fa socchiudere le palpebre. Sobbalzo nel mettere a fuoco Nojiko, inginocchiata accanto a me, le mani ai lati del mio viso, lo sguardo preoccupato.
-Stai bene?!- domanda, le sopracciglia contratte e io mi porto una mano alla fronte, trovandola impiastricciata di sangue, mentre mi sollevo con la schiena e sposto lo sguardo da lei a Killer, ostacolato da Bonney nel suo tentativo di riavventarsi su di me e pestarmi a sangue.
Ci trucidiamo con lo sguardo e lo vedo fremere di rabbia ma basta una leggera pressione della mano di quella sciocca mocciosa per calmarlo all’istante o almeno per dargli un buon motivo per calmarsi.
Mi volta le spalle allontanandosi per non cedere alla voglia di picchiarmi e io faccio leva per rimettermi in piedi e sparire ma una presa sul polso, delicata ma decisa, mi blocca e fa voltare interrogativo.
Nojiko mi sta fissando determinata, i fiori scomparsi non so dove e non sembra intenzionata a mollarmi, anche se mi basterebbe uno strattone per liberarmi. Però, per qualche strano motivo, non lo faccio.
-Vieni dentro che ti medico- mi dice e dal suo tono capisco che non accetterà nessun no anche se questo non basta a spiegarmi perché la seguo senza protestare.
Non so neppure dove stiamo andando, mi ritrovo in un corridoio invaso da borse e aste su cui sono appesi un sacco di strani abiti incartati nel cellophane, un caldo infernale e le porte di innumerevoli camerini spalancate da cui un mucchio di ragazzine fanno dentro e fuori, squadrandomi colpite dalla mia presenza.
Nojiko mi trascina dentro uno dei camerini prima di chiudere la porta.
-Siediti- ordina, afferrando decisa quello che suppongo sia il suo borsone e mettendosi a rovistare alla ricerca di non so cosa.
Mi lancia un’occhiata e io grugnisco distogliendo lo sguardo ma, quando torna a immergersi nella sacca non posso fare a meno di osservarla con più attenzione.
Non mi ero accorto, con la penombra, del suo abbigliamento.
Indossa calze a rete nere, un corpetto ultraderente che lascia poco all’immaginazione, culotte cortissime, tacchi neri e ha sostituito la sua fascia rossa con una identica ma nera.
È fottutamente attraente  e mi ritrovo a deglutire quando un certo calore si irradia da in mezzo alle mie gambe in tutto il corpo.
-A-ehm-
Sobbalzo nel sentirla tossicchiare e nel rendermi conto che si è girata e si è accorta, per forza se n’è accorta, di come la stavo guardando. Altrimenti perché quel sopracciglio alzato?!
Strabuzzo gli occhi e li abbasso, notando che tiene in mano una scatolina di latta, probabilmente un minikit per il pronto soccorso. La osservo con la coda dell’occhio posarla sul tavolo e aprirla prima di avvicinarsi a me e posarmi una mano sulla guancia per farmi voltare il viso verso di lei.
Mi sento andare a fuoco a quel contatto e i miei occhi si spalancano di nuovo mentre, tuttavia, la assecondo da vero rammollito quale sono diventato. Mi domando che cazzo mi sia preso.
-Cosa fai?!- abbaio ma le basta un’occhiata per zittirmi.
Comincia a tamponare con delicatezza la pelle sbucciata dello zigomo e io stringo i denti per il fastidio che il bruciore dell’acqua ossigenata mi provoca.
Dura meno di tre secondi perché, un attimo dopo, mi ritrovo concentrato sulla reazione che ha la mia pelle a contatto con la sua. Osservo il suo, concentrato e vicinissimo, così vicino che mi basterebbe sporgermi appena in avanti per…
-Avresti dovuto dirglielo- mormora severa, facendomi aggrottare le sopracciglia.
Di che cazzo parla?!
-È il tuo migliore amico, avrebbe capito. Oppure, se avevi deciso di lasciargliela allora non dovevi reagire così- prosegue e sembra quasi fare a fatica a dire quello che sta dicendo, qualunque cosa stia dicendo.
-Nojiko di che cazzo…-
-Di Bonney!- mi interrompe, fulminandomi -È evidente che ti interessa ma non puoi pretendere che Killer se ne accorga, non preso com’è! Avresti dovuto dirglielo se ti da così fastidio vederli insieme! E non avresti dovuto incazzarti così perché le ha voluto regalare dei fiori!-
Sbatto le palpebre incredulo. Che ha detto?!
-I… i fiori erano per Bonney?!- le domando, tanto per essere sicuro ed è lei ora quella colta alla sprovvista.
Smette di medicarmi e si raddrizza, le mani sui fianchi.
-Certo che sì! Per chi credevi che fossero?!- domanda e uno strano lampo le attraversa gli occhi.
Si rilassa di botto mentre le sue labbra si piegano in un sorriso che mi infastidisce e mi fa piacere al tempo stesso.
Oh cazzo, sono davvero da ricovero ormai!
Eppure, quando si ripiega su di me per riprendere a medicarmi, il suo tocco sembra diverso da prima e finisco per rilassarmi anche io e per ghignare anche io, lasciandomi andare contro lo schienale e godendomi la sua vicinanza, il suo calore, il suo profumo.
Avrei così tanta voglia di… di…
-Chiudi gli occhi-
Contraggo le sopracciglia in un’espressione interrogativa, senza obbedire, nonostante il suo soffio mi abbia leggermente stordito.
-Non vorrei che l’acqua ossigenata colasse e ti ci finisse dentro- spiega e io scrollo appena le spalle prima di abbassare le palpebre, in attesa.
È umida la sensazione che provo ma non è nel posto giusto. Non è sulla fronte e il cuore accelera di botto quando realizzo, nell’arco di mezzo secondo, che Nojiko mi sta baciando.
E cazzo, è fottutamente paradisiaca questa sensazione!
Senza riflettere o pensare, rispondo, afferrandola per i fianchi e trascinandola verso di me per farla sedere sulle mie gambe, avvolgendola possessivo con le braccia e sentendola aggrapparsi con disperazine al colletto della mia camicia.
Ci baciamo con sempre più foga e una mia mano si sposta ad accarezzarle la coscia.
Non mi chiedo cosa sto facendo, non mi frega un cazzo di sembrare patetico.
Lei è mia e mia soltanto e chi me la tocca è morto!
Getta la testa all’indietro, permettendomi di baciarle e marchiarle il collo, emettendo un verso gutturale che mi fa ghignare di piacere e mi manda ai pazzi.
La voglio!
Ora!
Qui!
La sua mano si infila tra le mie ciocche e io sono già pronto a scaraventarla sul tavolino e spogliarla, quando mi ritrovo improvvisamente con la bocca libera.
Apro gli occhi e la osservo truce quando capisco che mi sta tirando per i capelli per tenere il mio viso lontano da lei.
Ma a che cazzo di gioco sta giocando?!
Assottiglio lo sguardo e resto ancora più basito e confuso quando sento l’altra sua mano scorrere sul mio petto.
-Tra poco devo andare in scena- mi dice a corto di fiato, gli occhi velati di piacere e le labbra gonfie e arrossate.
Mi ritrovo nuovamente a ghignare a quelle parole.
-Se è solo per questo, non ci metterò molto- soffio, sicuro di me, afferrandola di nuovo e trascinandomela contro il petto.
Sgrana gli occhi indignata ma so che non può opporsi.
Non ho intenzione di farle male ma è la metà di me, non ha molte opz…
Stringo i denti e sbianco mentre un dolore atroce si irradia in tutto il mio corpo e le gambe mi si mozzano a causa della gomitata nelle palle che mi ha appena tirato.
-Eustass Kidd, vedi di darti una calmata!- mi ammonisce e io la guardo, scioccato e dolorante, piegare il capo di lato e accigliarsi -Che hai?!-
Come che ho?!
Mi osserva, trovandomi incapace di parlare e dopo un attimo si porta entrambe le mani alla bocca.
-Oddio ti ho preso nelle palle!- esclama, sinceramente sconvolta -Non volevo! Scusa miravo allo stomaco!!!-
Io la guardo senza parole, un po’ per il dolore, un po’ perché non credo alle mie orecchie.
Cioè ma dice sul serio?!
-Scusa, scusa, scusa!- ripete, sinceramente dispiaciuta, circondandomi il volto e baciandomi a fior di labbra mentre il dolore comincia a passare.
Cazzo che caratterino anche lei!
-T-tranquilla- la rassicuro e lei mi scruta ancora in ansia prima di sorridermi.
-Ora dovresti andare…- mi fa notare, alzandosi riluttante.
Senza nascondere quanto mi scoccia allontanarmi da lei mi avvio per andarmene ma, aperta la porta, mi blocco e mi volto, colpito da un pensiero.
-Dì a quel capellone americano di stare attento a dove mette le mani- la avviso e lei sobbalza appena prima di sorridermi a piene labbra e socchiudere le palpebre in uno sguardo malizioso.
-Kidd ricorda solo questo… Quello che vedrai tra poco è solo un assaggio di quello che vedrai dopo lo spettacolo…- soffia e io deglutisco a vuoto, sobbalzando appena, prima di ghignarle in risposta.
Faccio per uscire dal camerino, sentendomi più leggero ma torno indietro ancora una volta.
La raggiungo in due falcate e le avvolgo la vita con un braccio, cogliendola alla sprovvista e trascinandola verso di me per baciarla.
Si aggrappa di nuovo alla camicia, risponde, senza riuscire a resistere e mugugna infastidita quando mi stacco da lei.
Socchiude gli occhi e io la fisso felice e ghignante.
-In bocca al lupo- mormoro, lasciandola andare e decidendomi a tornare in platea una volta per tutte.
Riesco a individuare il mio posto un attimo prima che le luci si spengano e sono costretto ad accelerare per sedermi prima dell’apertura del sipario. Per fortuna abbiamo i posti sul corridoio e non sono costretto a chiedere a nessuno di alzarsi per farmi passare.
Mi lascio cadere sulla poltroncina, tra Law e Killer che tiene lo sguardo fisso davanti a sé. Trafalgar, invece, si gira a guardarmi con un ghigno che è tutto un programma.
-Tutto a posto Eustass-ya?!- domanda e mi basta un’occhiata per capire che, in un modo o nell’altro, è già venuto a conoscenza della rissa.
Grugnisco con fastidio, scrollando le spalle e distogliendo lo sguardo, portandolo inevitabilmente sul mio migliore amico. Anche nella penombra capisco che è a disagio e mi lancia un’occhiata di striscio, sobbalzando appena quando si trova i miei occhi puntati addosso.
Mi muovo sulla poltroncina, un po’ in difficoltà.
-Killer…-
-Mi spiace per il pugno- mi precede, borbottando.
Sgrano appena le iridi, colto alla sprovvista, ma subito mi rilasso.
-Sono io il coglione- sentenzio e finalmente si gira a guardarmi, lanciandomi un ghigno che vale più di mille “scusa”, “mi spiace” o “è tutto a posto”. È questo il bello di Killer e della nostra amicizia.
Siamo tipi di poche parole e poche parole ci servono per capirci.
Ghignando a mia volte e con il cuore più leggero mi riaccomodo proprio nel momento in cui il sipario si apre.
Sul palco illuminato da luci rosse e soffuse sembra siano state montate delle sbarre, tipo cella. La luce vira al giallo alzandosi pian piano mentre la musica prende a diffondersi e un tizio vestito di nero, quello coi capelli rossi, Pen se non sbaglio, entra per un attimo ripetendo in playback le prime parole della canzone e accennando due passi di tip tap.
 
[Cell Block Tango - Cast Chicago]
 
Qualche secondo di silenzio precede l’esplosione di applausi e ovazioni che mi fracassa i timpani. È meritatissimo, sono stati eccezionali ma io non riesco a muovere un solo muscolo, fissando scioccato il palco, a occhi molto più che sgranati.
Mi giro lentamente verso destra e trovo Killer nella stessa identica situazione. Lo guardo deglutire a vuoto e so cosa gli passa per la testa. Nojiko e Bonney erano molto più che nella parte e sembravano due assassine a sangue freddo più che due ballerine. Ci mancavano le pupille rosse ed erano a posto, cazzo!
Killer si gira verso di me, sconvolto e sbatte le palpebre un paio di volte prima di parlare, avvicinandosi appena per sovrastare il fracasso intorno a noi.
-Sai amico… Credo sia meglio non farle incazzare troppo…-
Lo osservo un istante prima di annuire. In tanti anni di amicizia, devo ammettere che non sono mai stato più d’accordo di così. 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Applaudo con foga unendomi al pubblico, protetto dalla quinta e al colmo dell’emozione.
Sono stati fantastici! Eccezionali!
Mi spiace non avere partecipato solo alla prima parte della coreografia, lo ammetto, ma adesso abbiamo il tango, anche se purtroppo si tratta di un balletto a tre. Mi basta questo pensiero per spegnere buona parte del mio entusiasmo e il mio sorriso si affievolisce mentre continuo ad applaudire indefesso, spostando però gli occhi a cercarla.
Quando ce l’hanno proposto ero semplicemente esaltato. Bella l’idea, bella la storia.
Il tango di Roxanne che parla di una prostituta che si innamora e viene uccisa per gelosia. Non facevamo che scherzarci le prime settimane, la nostra intesa intatta proprio come il nostro rapporto. Anche la scelta dei ruoli non poteva essere più azzeccata dal mio punto di vista, io nei panni dell’amante davvero innamorato e Robb in quelli dell’assassino a sangue freddo.
Peccato che i ruoli ora si siano invertiti. Non nel senso che io sia diventato un assassino a sangue freddo, ovvio, anche se l’istinto omicida quando vedo in giro quel bastardo di un americano a volte lo provo. Non è semplice gelosia. Glielo leggo negli occhi che non ci si può fidare di lui, che Lamy non è al sicuro con lui.
Resta il fatto che Lamy ha scelto lui, che ormai il nostro rapporto è ridotto in cenere, che siamo solo due ballerini e non siamo più amici, figuriamoci qualcosa di più. Tutto per colpa di quello stupido, maledetto litigio. È da allora che le cose sono peggiorate e io non so cosa fare, mi sento impotente.
Spero solo che tutto questo non si percepisca anche sul palco. Le coreografie finora sono andate tutte bene ma ballare questo tango con lei, così passionale e pieno di sentimento, se prima era divertente ed eccitante adesso per  me è diventata una tortura.
Mi acciglio nel notare che non è più dietro la quinta da cui ha seguito tutto Cell Block, i capelli sciolti sulle spalle e l’abito rosso di scena già addosso. Una cosa da fermare il cuore tanto è bella, dico davvero.
Mi domando dove sia andata ora.
-Ehi!-
Mi giro di scatto e il cuore mi si ferma davvero quando me la ritrovo davanti, il capo appena inclinato e un radioso sorriso sul volto, mentre i nostri compagni finiscono di prendersi i loro meritati applausi e il sipario comincia a chiudersi lentamente.
Tra poco libereranno il palco per noi e io vorrei fare loro i miei complimenti ma non riesco a muovermi da qui, mi sento come ipnotizzato. Da quanto non mi sorrideva così?!
Perché non posso fermare il tempo?!
-Ehi- rispondo, non riuscendo a non sorriderle in risposta.
-Agitato?!- domanda, avvicinandosi, gli occhi che brillano. Deglutisco a vuoto mentre il suo profumo agrumato mi avvolge e mi stordisce appena.
-Come prima di qualsiasi pezzo- rispondo portando una mano ad accarezzarmi la nuca mentre lei ridacchia.
È così vicina che mi basterebbe allungare una mano per poterla afferrare per la vita e trascinarmela contro e sto per cedere all’istinto e farlo per davvero quando i nostri compagni si riversano dietro le quinte e la vita di Lamy viene avvolta dal braccio di qualcun altro.
Mi pietrifico sul posto mentre Robb se la appiccica al fianco e la bacia sulla tempia.
-Tutto a posto?!- domanda poi, spostando lo sguardo da lei a me e fulminandomi.
Gli restituisco il favore, mentre indurisco la mascella e ringhio molto più che arrabbiato. Non è solo perché lo odio. Non è solo perché non sopporto di vederlo così con Lamy. È anche per l’espressione di Lamy in questo momento, nonostante sia appoggiata al suo petto con una mano, nonostante si stia complimentando con lui per la performance, c’è tensione nei suoi occhi e sono certo che non sia semplicemente una mia impressione il fatto che non sembri stare per niente bene lì dov’è.
Avanzo di un passo stringendo i pugni e mi trattengo a stento dall’intimargli di lasciarla andare.
Nessuno, nessuno può permettersi di far stare così Lamy!
-Ci vediamo tra un attimo sul palco allora- lo sento dire prima di baciarla di nuovo, facendola rabbrividire, stavolta non mi sfugge.
Si allontana, per bere o asciugarsi il sudore, non lo so e non mi frega e Lamy torna a dedicare totalmente la sua attenzione a me.
Sobbalza quando riporta gli occhi sul mio volto e io capisco che devo fare paura, ma non accenna neppure a indietreggiare di un passo.
-Pen che hai?- domanda, invece, le sopracciglia corrugate e il tono preoccupato.
-Perché?!- domando, quasi ringhiando, senza riuscire a trattenermi -Perché stai con lui, Lamy?! Non lo vedi che razza di persona è?!-
Sgrana gli occhi, sconvolta e incredula, non so se dalla mia rabbia o dal mio intromettermi così palesemente e poi li socchiude, portando le mani ai fianchi, visibilmente arrabbiata.
-Perché, sentiamo, che persona sarebbe?!-
Le mie iridi sbiancano e io resta senza parole per un attimo. Non posso crederci, non posso credere che siamo di nuovo a questo punto.
-Si vede lontano un chilometro che non vuoi stare con lui- sibilo -Sei quasi spaventata quando ti è vicino e non ti biasimo. Devi lasciarlo Lamy, mettere più distanza possibile tra voi. Non è affidabile, non è una brava persona- snocciolo, senza ormai più freni né filtri.
-Oh tu puoi permetterti di dirlo dopo un’accurata analisi del suo carattere portata a termine senza avergli mai nemmeno rivolto la parola vero?! Sai cosa Pen?! Questa è la mia vita! Sono le mie scelte e tu non devi metterti in mezzo, chiaro?! Non sono affari tuoi!- mi fredda e io indietreggio come colpito da un pugno.
Cosa… ha detto?!
Questa non è lei, non è la ragazza che conosco io, non è la mia Lamy!
E io non ne posso più!
Non ne posso più di stare così male, di litigare per causa di quel bastardo!
La guardo e sorrido, cattivo, me ne rendo conto ma non posso farci niente.
-Bene. Come vuoi. Poi però non venire a piangere da me quando le cose non andranno come pensavi- mormoro glaciale come non mai, sconvolgendola.
Rimane immobile a fissarmi, quasi tremante ma io non riesco a provare niente.
Riesco solo a squadrarla con qualcosa che assomiglia pericolosamente a disprezzo, prima di allontanarmi da lei senza una parola.
 

 
***

 
Rimango immobile dove sono, il respiro affannato e il cuore che pulsa a mille nella cassa toracica.
L’odore di Pen impregna ancora l’aria intorno a me e la sua voce rimbomba nella mia testa mentre mi porto una mano altezza seni.
Cosa diavolo è successo?!
Cosa sta succedendo?!
Quello… quello non era lui! Pen non mi direbbe mai… lui…
Mi sento improvvisamente vuota, lo stomaco stretto in una morsa e il cuore che urla per il dolore. Non capisco, non capisco cosa mi stia succedendo e porto svelta due dita a bloccare le lacrime che minacciano di uscire dagli angoli dei miei occhi, facendomeli pizzicare.
L’ho portato al limite, solo ora me ne rendo conto. È vero, avevamo litigato, lui non sarebbe mai stato d’accordo con la mia relazione con Robb ma non ho mai voluto perderlo. Eppure non ho fatto niente per sistemare le cose tra noi, convinta che, solo ora lo vedo, continuare a ballare insieme avrebbe riportato tutto alla normalità.
Ma non c’è niente di normale in quello che è appena successo, nel modo in cui mi sento, nel modo in cui mi ha parlato. Non c’è niente di normale in quello che mi ha detto perché non è da Pen dire quelle cose.
La mia mano si sposta sulla mia fronte mentre realizzo tutto questo in un’unica micidiale botta che mi sega le gambe, una situazione alquanto pessima visto che devo uscire sul palco tra un attimo.

[Il tango di Roxanne - Moulin Rouge]

Nel momento in cui lo penso le prime note del tango prendono a diffondersi per la sala, giungendo fino a me e riscuotendomi. Devo entrare in scena. Sbatto le palpebre e faccio un profondo respiro, imponendomi calma e lucidità prima di avanzare verso il centro del palcoscenico ancora completamente buio, senza preoccuparmi di controllare l’abito rosso e corto che indosso o senza verificare di avere messo abbastanza pece sulle suole.
Devo tornare in me, dannazione!
Mi fermo al centro esatto, chiudendo gli occhi per concentrarmi e contando mentalmente un po’ per essere sicura di non sbagliare l’attacco, un po’ perché ho bisogno di non pensare.
Ho disperatamente bisogno di non pensare.
L’occhio di bue si accende su di me quando la musica si fa più decisa e io sollevo sicura il braccio in un gesto secco, riportandolo in basso mentre disegno un rond a terra con la gamba opposta.
Il palco è mio adesso, senza nessun altro tranne il faro che mi illumina e segue i mie movimenti, mentre mi sposto, accennando dei passi di tango solitario in attesa di uno dei miei due partner.
Le luci cominciano ad alzarsi, prima soffuse e poi sempre più forti, il segnale che manca poco all’entrata di Robb e io cerco di svuotare la mente, facendo di questo momento una valvola di sfogo e non una semplice esibizione. Sento che sto riacquistando energie e tornando in me e la morsa allo stomaco si allenta un po’.
Sì, così va decisamente meglio.
Il sollievo è tale che mi devo trattenere dall’aprirmi in un sorriso, d’altra parte questa è una coreografia drammatica, e neanche mi accorgo di Robb che cammina verso di me a passo deciso finché non mi afferra il polso e mi fa voltare verso di lui, trascinandomi a sé con simulata violenza.
 
Roxanne
You don't have to put on that red light
Walk the streets for money
You don't care if it's wrong or if it is right
 
È strano, lo abbiamo provato per mesi ma non posso fare a meno di sobbalzare davvero spaventata. Mi ritrovo il cuore in gola mentre i suoi occhi agganciano i miei, rivelando una luce che non avevo mai visto. O, forse, a cui non avevo mai fatto caso.
Mi lascio andare contro di lui e trascinare lungo il palco ma una strana sensazione mi fa rabbrividire. Non mi sento al sicuro e questo non va bene per niente. Va bene l’immedesimazione ma così è troppo. Mi sento terrorizzata.
 
Roxanne
You don't have to wear that dress tonight
Roxanne
You don't have to sell your body to the night
 
Ma non è decisamente il momento, ora devo ballare e concentrarmi.
La presa sul suo polso non si allenta e fa quasi male mentre mi afferra la gamba dalla coscia e se la porta intorno alla vita, prima di farmi disegnare un semicerchio piegando la schiena in un cambré all’indietro.
Ci spostiamo verso il lato del palco, decorato con sedie e tavolini da bar, stile Moulin Rouge e, dopo un’ultima pirouettes mi lancio in una serie di chaines per tornare al centro da sola.
Mi immobilizzo e il cuore mi perde un battito.
 
His eyes upon your face
His hand upon your hand
His lips caress your skin
It's more than I can stand
 
Mi muovo verso Pen come in trance, mentre camminiamo in cerchio, avvicinandoci lentamente.
Tutt’a un tratto mi sembra di stare improvvisando tutto, non mi ricordo un solo passo, lo fa il mio corpo per me. Sono senza fiato per il fatto di essermelo ritrovato davanti così anche se lo sapevo che era la sua battuta d’entrata. Non so cosa mi sta succedendo.
Mi accarezza una guancia con il dorso della mano e io vorrei fermare il tempo mentre intanto mi piego appena per disegnare un nuovo rond a terra e annullare completamente la distanza tra noi.
 
(Roxanne)
Why does my heart cry?
(Roxanne)
Feelings I can't fight
You're free to leave me, but just don't decieve me
And please believe me when I say I love you
 
Mi getto tra le sue braccia ed è come una boccata d’aria dopo troppo tempo in apnea.
Mi lascio andare e un attimo dopo siamo solo io e lui, come quella sera prima del compleanno di Baby.
Gli giro intorno e mi appoggio al suo torace mentre slancio le gambe in aria, disegnando un semicerchio prima con una e poi con l’altra e mi dimentico che siamo sul palco, mi dimentico Robb, mi dimentico qualsiasi cosa che non sia Pen e la sensazione di sicurezza che mi da.
Sono passi di tango anche questi ma a ballarlo con lui diventa una cosa quasi dolce e mi rendo conto che sto improvvisando e che non me lo ha detto nessuno di farlo, quando gli accarezzo i capelli con la mano, fermandola sulla sua nuca.
Mi prende il polso per farmi voltare di centottanta gradi, ma è delicato e non so più se dipende dalla necessità scenica o è la mia percezione a essere cambiata.
Kami, ma che mi succede?!
Ancora degli chaines e sono di nuovo al centro del palco da sola.
Mi sento quasi una brava allieva che ripassa l’adagio della lezione precedente mentre spazio per il palco senza nessuno a intralciarmi, i miei ballerini di nuovo dietro le quinte in attesa del loro secondo ingresso.
Le luci si abbassano di nuovo fino a che mi trovo immersa nella penombra ed è questa improvvisa intimità con me stessa che mi manda in tilt. Non so se è il buio, la tensione ma ho paura.
Un brivido mi percorre la schiena e devo concentrarmi per rimanere focalizzata su cosa sto facendo ma mi sento spaventata ed è più forte di me, i miei occhi schizzano verso destra a cercarlo.
A cercare Pen. Non Robb.
Non voglio Robb, voglio Pen.
Voglio finire questa coreografia, in fretta, e non voglio più ballare con lui, mai più.
Ma la coreografia non è ancora finita e so cosa viene adesso e la paura che di sicuro si legge nei miei movimenti non è solo simulata. Non mi sento al sicuro, non mi sento al sicuro con Robb!
Non voglio più ballare!
Mi muovo per il palco completamente spaesata, mentre le luci si alzano di nuovo e io sono sull’orlo di un attacco di panico. I miei occhi schizzano da una parte all’altra mentre cammino, rischiando di inciampare e la musica sembra trapassarmi da parte a parte.
Da che quinta rientra Robb?!
Kami, sono in panico.  
Incrocio le iridi verdi e un lampo le attraversa.
Ha capito! Ha capito e sta venendo da me!
Il sollievo mi pervade e sto per lanciarmi verso di lui quando mi ritrovo a soffocare un grido nel sentirmi trascinare all’indietro.
 
(Roxanne)
Why does my heart cry?
(Roxanne)
Feelings I can't fight
(Roxanne)
You don't have to put on that red light
Roxanne
You don't have to put on that dress tonight
(Roxanne)
(Roxanne)
 
So che è così che deve essere ma non posso farci niente, mi sento morire quando mi ritrovo di nuovo tra le braccia di Robb. Una luce quasi sadica gli accende gli occhi e sento che sto per cedere al panico, se non che mi ritrovo a guardare Pen da sopra la spalla del mio ballerino e mi basta un’occhiata per tornare in me.
E, come previsto dal balletto, ora posso davvero correre da lui anche se solo per pochi attimi. Si fronteggiano a suon di pirouettes e tallevé, facendomi rimbalzare tra loro come la pallina di un flipper e io li lascio fare totalmente inerme. Ancora una volta la mia memoria corporea tampona quella mentale perché ora come ora tutto quello a cui riesco a pensare è che voglio stare tra le braccia di Pen, al sicuro.
Robb mi strappa a lui e io allungo un braccio oltre la sua spalla. Le nostre dita si sfiorano ed è come essere attraversata da una scarica elettrica. Non c’è recitazione nel mio dimenarmi per tornare da lui e lo inspiro a pieni polmoni quando mi prende in braccio, facendomi forza per arrivare in fondo a questa maledetta coreografia.
Mi deve quasi spintonare via per non farmi sbagliare il passo dopo e io mi ritrovo a girare come una trottola, passando dall’uno all’altro senza sosta, una presa a testa.
E finalmente ci siamo, al centro del palco io e lui, la mia mano che afferra la sua e Robb che ancora una volta mi trascina via per il gomito. Per l’ultima volta. Questa è l’ultima volta che glielo permetto, lo giuro.
Mi allungo verso di lui sinceramente disperata e giro intorno a Robb per tornare indietro, ma ora il suo braccio mi avvinghia per la vita e mi trattiene mentre con l’altra mano finge di tagliarmi la gola.
Mi lancia quasi fossi una palla e io mi esibisco in un’ultima catena di chaines per poi lasciarmi andare a peso morto tra le braccia di Pen che mi afferra e si piega nella posa finale prima che le luci si spengano e il buio torni a inghiottirci.
Assordante silenzio.
Questo è quello che segue mentre i miei occhi sgranati lo cercano nel buio. Dal poco che riesco a vedere anche lui sembra sconvolto e respiriamo affannati e immobili, senza alzarci per l’inchino finché l’applauso non esplode e ci riporta alla realtà.
Ci sbrighiamo a raggiungere Robb alla ribalta prima che le luci si riaccendano e non mi sfugge l’occhiata incarognita che mi lancia ma non mi importa. Rimango impercettibilmente più vicina a Pen mentre sorridiamo e ci inchiniamo insieme e faccio quasi fatica a prendere la mano di Robb quando entrambi mi accompagnano più avanti per prendere l’applauso dedicato a me.
Sorrido e mi inchino ma sento l’urgenza di abbandonare il palco.
E senza pensare, senza deciderlo in piena coscienza, mi ritrovo a correre verso la quinta da cui è uscito Pen, il più lontano possibile da Robb. 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Mi avvicino alla quinta, accostandomi nella penombra in attesa che il sipario si apra.
Percepisco da qui la loro tensione anche se è l’ultimo pezzo. O forse proprio perché è l’ultimo pezzo.
Sono stati eccezionali ed è ovvio che ci  tengono a mettere la ciliegina sulla torta.
Shirahoshi è già al centro del palco, pronta a farsi illuminare dall’occhio di bue, che respira profondamente per non cedere al panico, pronta a cantare dal vivo, mentre gli altri si sistemano intorno a lei, cercando di essere il più silenziosi possibile, alcuni ridacchiando istericamente, altri sinceramente felici.
Li scruto con attenzione, incuriosita, quando un fruscio accanto mi distrae dai miei allievi, facendomi voltare.
Le sorrido, prima di tendere il braccio e stringermela addosso.
Non ci aspettavamo il suo ritorno, è bello averla qui con noi.
Dopodomani riparte già per la Russia, per le ultime tre settimane di corso, ma stamattina, quando si è presentata qui a sorpresa, ha detto che lo spettacolo non poteva proprio perderselo.
-E a me niente?!- domanda Violet alle nostre spalle, mentre Bibi ricambia.
Ci giriamo a guardarla e scuotiamo la testa prima di accoglierla e stringerci tutte insieme come ai vecchi tempi, mentre il sipario si apre su richiesta di Ace che parla nel microfono che ci collega a Paulie, seduto su alla consolle.

[You can't stop the beat - Glee Cast]

Un brivido ci percorre mentre Shirahoshi avanza sul palco, incantando tutti con la sua splendida voce.
 
You can't stop an avalanche
As it races down the hill
You can try to stop the seasons,
But you know you never will
And you can try to stop my dancin' feet
But I just cannot stand still
Cause the world keeps spinnin'
Round and round
And my heart's keeping time
To the speed of sound
I was lost till I heard the drums
Then I found my way
Cause you can't stop the beat
 
-Sono stati eccezionali eh?!- domanda Bibi, senza distogliere gli occhi dalla ribalta, facendo sospirare teatralmente Violet.
-Non sono mai stata tanto orgogliosa di loro- afferma, mentre io continuo a studiarli immersi nella penombra a cui i miei occhi sono ben abituati.
-Vedete anche voi quello che vedo io?!- domandò dopo un po’, facendo corrugare loro le sopracciglia.
-Di che parli?!-
-Franky e Baby…-
Girano la testa di scatto verso di loro, immobili ad aspettare il loro attacco mentre la luce comincia ad alzarsi soffusa e lentissima, illuminandoli piano piano, ma il loro linguaggio del corpo è inequivocabile.
Si cercano con gli occhi e con le mani e quando torno su di loro le espressioni di Bibi e Violet sono indecifrabili.
-Ma… ma quando…-
-E anche Sabo e Koala eh!- considera Bibi, facendoci spostare di nuovo lo sguardo.
-Cosa combina Sabo?!- domanda subito Ace, avvicinandosi in fretta e cercando suo fratello adottivo con gli occhi per poi sorridere soddisfatto quando capisce di cosa stiamo parlando.
Ormai il palco è completamente illuminato e io sospiro dispiaciuta nel notare che l’espressione di Pen nell’arco della serata è solo peggiorata. Sembra tranquillo ma gli leggo negli occhi che non è così.
La sua è concentrazione per non sbagliare ma è tutto fuorché sereno.
 
5, 6, 7, 8
 
Ever since this old world began
A woman found out if she shook it
She could shake up a man
And so I'm gonna shake and shimmy it
The best that I can today
Cause you can't stop
The motion of the ocean
Or the sun in the sky
You can wonder if you wanna
But I never ask why
If you try to hold me down
I'm gonna spit in your eye and say
That you can't stop the beat!
 
Non riesco a capire cosa sia successo ma smetto di pensarci quando in un tripudio di colori prendono a scatenarsi sul palco, facendomi venire voglia di unirmi a loro, le gambe che non stanno praticamente ferme.
Koala, Baby e Shirahoshi fanno un rond in aria, continuando a cantare dal vivo, perfettamente in sincrono, mentre alle loro spalle gli altri si incrociano creando delle figure in costante movimento.
Oh come sono fiera di questa coreografia!
-Come mi mancherà tutto questo!- mi lascio sfuggire e subito mi mordo la lingua ma ormai si sono girati tutti e tre verso di me, uno più scioccato dell’altro.
-Raggio di Sole?!- mi chiama Ace in agitazione, mentre Bibi cerca di incrociare i miei occhi febbrile.
 
You can't stop today [No! ]
As it comes speeding 'round the track [oooh, child yes! ]
Yesterday is history [be gone! ]
And it's never comin' back! [Look ahead, cause...]
Tomorrow is a brand new day, and it don't know white from black [Yeah! ]


Cause the world keeps spinning
Round and round
And my heart's keeping time
To the speed of sound
I was lost till I heard the drums
Then I found my way
Cause you can't stop the beat
 
-Okay voi dovete stare calmi!- dico alzando le mani a palmo aperto ai lati del viso -Bonney mi sostituirà e sarà perfetta!- affermo, proprio mentre arriva il suo turno di cantare e avanza sul palco, spingendo via i ragazzi nel tragitto, con quella malizia che la contraddistingue da sempre.
-Dove vuoi andare?!- domanda Violet, al colmo della tensione.
-Da nessuna parte!- ribatto subito, cercando di tranquillizzarli, invano.
Sospiro prima di accennare un sorriso.
-Non lo abbiamo ancora detto a nessuno ma…- non finisco la frase e porto le mani ad appoggiarsi sul mio grembo, gli occhi che brillano.
Violet sgrana gli occhi mentre Bibi si porta le mani alla bocca, trattenendo il fiato.
-Oh kami!!!- esclama, prima di gettarsi in avanti e abbracciarmi, seguita dagli altri due.
Mi lascio stringere e Ace mi posa una mano sulla pancia.
-Ehi ha dato un calcio!!!-
Ci giriamo a guardarlo atone.
-Ace sono alla sesta settimana. Non li ha nemmeno i piedi- gli faccio notare ma lui continua a sorridere ebete, muovendo la testa a ritmo.
-Ti piace, eh, la canzone?!- chiede al mio ombelico e tutte e tre ci spalmiamo una mano in faccia.
-Sei irrecuperabile- mormora Violet.
Pen si para davanti alla nostra quinta, dandosi lo slancio per uno dei suoi micidiali e spettacolari salti e noi torniamo a guardare la coreografia.
 
Ever since we first saw the sun
A man and woman liked to shake it
'Till the day are done
So I'm gonna shake and shimmy it
With all my might today
'Cause you can't stop
The motion of the ocean
Or the rain from above
You can try to stop the paradise
We're dreamin' of
But you cannot stop the rhythm
Of two hearts in love to stay
Cause you can't stop the beat!
 
Si muovono perfettamente in sincrono, sono una gioia per gli occhi e non posso non sentire un fremito di emozione attraversarmi quando si immobilizzano, cantando con il cuore e stringendo i pugni tanto si sentono coinvolti.  
Non vorrei essere in nessuna altro posto per niente al mondo!
Persino Pen e Lamy sembrano stare bene anche se non mi sfugge come lei lo cerchi con gli occhi e lui invece la eviti, contrastando con tutte le altre coppie presenti sul palco.
 
You can't stop the beat!
You can't stop the beat!
You can't stop the beat!
You can't stop the beat!
 
Si lanciano nell’ultima serie di chaines, salti e prese, senza un ordine preciso e prestabilito, puro movimento e divertimento che coinvolge in modo irresistibile.
Se penso che una volta quelli eravamo noi…
Anche il gioco di luci è spettacolare, ricorda il finale dei fuochi d’artificio e si fermano solo quando la musica arriva al termine, insieme ai ragazzi, che si bloccano nelle pose finali, con il fiatone ma sorridenti.
Ci vuole qualche secondo ma, quando l’applauso esplode, è tra i più belli che abbia mai sentito e mi riempie il cuore.
Avanzano per inchinarsi, vedo Lamy e Pen prendersi finalmente per mano, un attimo di tregua e pace in nome della danza e del lavoro di molti mesi portato avanti insieme e, fino a poche settimane fa, con complicità e sostegno reciproco.
Poi indietreggiano e so che tocca a noi.
Ace e Violet sono corsi dal lato opposto del palco, facendo tutto il giro da dietro, per trovarsi nella quinta giusta. Un cenno del capo ed entriamo tutti insieme, sorridendo per celare l’imbarazzo che questo momento ci trasmette.
A noi sembra sempre di non aver fatto niente.
Ci apriamo a ventaglio e Ace si sposta a recuperare Kaya che quest’anno merita doppi riconoscimenti, come ballerina e come insegnante e io continuo ad applaudire, lasciando vagare lo sguardo sulla platea.
E, proprio come due anni fa, riesco a individuarlo nonostante le luci negli occhi.
Lo metto a fuoco che applaude, il suo bellissimo ghigno sul viso, l’espressione orgogliosa e fiera.
La stretta che provo allo stomaco non ha nulla a che vedere con quella dell’ultima volta che questa scena ha avuto luogo. Mi sembra impossibile che solo due anni fa fossimo sul punto di perderci. Mi sembra di amarlo da tutta la vita.
Smetto per un attimo di applaudire e sollevo un palmo in segno di saluto mentre poso l’altro sul mio grembo.
Lo vedo allargare il sorriso e illuminarsi ancora di più e poi succede.
Law e Sanji si girano verso di lui, uno lentamente l’altro di scatto. Uno ghignante, l’altro omicida.
E mentre il sipario si chiude sulla più improbabile delle scene io già rido perché so cosa sta per succedere.
Spero solo che non si pestino in platea e Sanji non si metta a urlare “Come hai osato mettere incinta la mia sfogliatina al cioccolato”, anche se sono certa che glielo dirà, senza farsi sentire da Violet, spero per lui.
Nel caso, comunque, fingerò di non averli mai visti né conosciuti.
Ma quando il telone rosso finisce di chiudersi e i miei allievi si lanciano in una silenziosa festa, abbracciandosi ed esultando a gesti, mi lascio andare a una liberatoria risata.
Perché sono  felice, felice come non lo sono mai stata in vita mia, con tutto ciò che ho sempre desiderato e amato concentrato qui, sul palco e nella platea di questo teatro.
 

 
§

 
Prendo una boccata d’aria, passandomi una mano tra i capelli, cercando di rilassare lo stomaco con scarso successo.
Mi sento vuota, priva di forze, come in stand-by. E so fin troppo bene che la stanchezza post spettacolo non c’entra niente, così come i brividi che ho non hanno nulla a che vedere con l’adrenalina che circola come una droga nelle vene dei miei amici, impegnati a fare baldoria dentro al locale di Sanji, Zoro e Law.
Io non ci riesco.
Non riesco a ballare, ridere e scherzare.
Non so cosa mi sia preso, non so cosa sia successo prima sul palco, qualunque cosa fosse mi ha mandata completamente in aria e mi passo una mano sul volto cercando di riordinare i miei confusi pensieri.
Mi sembra di avere vissuto le ultime settimane come sotto ipnosi e di essermi appena risvegliata, rendendomi conto solo ora di quanto mi sia mancato Pen in tutto questo tempo. Consapevolezza che mi ha travolta prima sul palcoscenico, sconvolgendomi totalmente. Uno shock da cui non riesco a riprendermi, soprattutto perché sembra che l’essermene resa conto non sia il primo passo verso nessuna riconciliazione, vedendo come si comporta lui.
È tutta la sera che mi ignora, tenendo fede a ciò che mi ha detto prima del tango, freddo e distante come un pezzo di ghiaccio.
E, quel che è peggio, non lo posso biasimare.
-Suuuuuuuper!!!-
Mi giro mentre la voce di Franky mi raggiunge, appena filtrata dal vetro, e lo vedo sollevare Baby e farla volteggiare in aria, prima di stringerla e baciarla senza vergogna.
Sorrido, un sorriso tirato e malinconico. Sono felice per loro, così felice, ma al tempo stesso fa male pensare che poco più di due mesi fa eravamo io e Pen quelli.
Certo senza tutto quell’entusiasmo tipico di Franky e senza i baci, ma pur sempre noi.
Lo stomaco mi fa una capriola a questo pensiero, non so perché.
Sospiro, rendendomi conto che devo rientrare, sono fuori da un po’ e prima o dopo arriverà qualcuno a chiedermi se è tutto a posto e quel qualcuno non sarà di certo Pen. E se quel qualcuno dovesse essere Koala o Baby, si renderebbero di certo conto che sto male.
Stringo i pugni imponendo alle mie gambe di muoversi ma una voce mi ferma, facendomi voltare di scatto.
-Ehi!-
Mi irrigidisco nell’incrociare i suoi occhi atoni e la sua espressione impassibile.
-Robb- lo chiamo, abbozzando un sorriso nervoso.
Eccola di nuovo quella sensazione di inquietudine che non avevo mai provato prima in sua presenza ma che ora mi fa solo venire voglia di scappare lontano. Non posso impedirmi di indietreggiare quando lui avanza verso di me.
Non sembra turbato dal mio improvvisamente strano comportamento e io deglutisco a vuoto, stringendo i pugni.
Vorrei solo allontanarmi da lui ma mi rendo anche conto che gli devo parlare, che devo farlo il prima possibile e che questa è l’occasione migliore.
-Senti… Io penso che… Tu torni in America tra pochi giorni no?- gli domando, prendendola un po’ alla larga.
Si limita ad annuire, silenzioso e impassibile e io provo una punta di fastidio.
È sempre stato così arrogante?!?!
-Beh il fatto è che…- esito, portando una ciocca bionda dietro l’orecchio e inspirando a pieni polmoni -Non penso che dovremmo continuare. In realtà non è perché tu torni in America e comunque è stato… bello, ma… Non provo le cose giuste, sarebbe solo una farsa- gli dico, riuscendo a sollevare lo sguardo senza registrare ovviamente nessuna reazione ma sentendomi più leggera.
È stato meno difficile di quanto pensassi.
-Non preoccuparti Lamy. Lo avevo già capito- mormora, impossibile dire se gli freghi davvero qualcosa o meno, se sia sofferente o del tutto indifferente.
-Mi dispiace…- ribatto piano, afferrandomi il braccio sinistro con la mano destra.
-Non preoccuparti davvero. Come dici tu, è stata una bella esperienza ma in fondo abbiamo sempre saputo che era una parentesi no?- mi fa notare, inaspettatamente comprensivo e io sgrano gli occhi, prima di sorridergli e annuire, sollevata che abbia capito.
Mi sento anche meno in apprensione e ora ho voglia di rientrare perché ne ho voglia non per fuggire da lui.
Mi giro senza esitazione e sto per proporgli di tornare alla festa quando una presa salda sul polso, troppo salda, e uno strattone mi riportano indietro, facendomi trattenere il fiato. Mi fa girare di prepotenza e mi spinge contro il muro, facendomi male.
Lo guardo con occhi pieni di terrore e il fatto che resti impassibile nonostante tutto mi spaventa ancora di più.
-Certo, mi ero aspettato un saluto un po’ diverso- mormora, avvicinandosi pericolosamente a me e prendendomi il volto in una mano, facendomi male.
I suoi occhi sono illuminati da una luce spaventosa, quasi sadica e io mi sento morire.
Vorrei urlare ma la sua stretta sulle guance me lo impedisce.
-Lasciami!- mugugno in preda al panico ma lui mi ignora, prendendo a leccarmi il collo e disgustandomi.
Sento una lacrima scivolare lungo la guancia.
Cosa sta succedendo?! Com’è possibile tutto questo?!
Sposta una mano a tapparmi la bocca nel caso mi venga in mente di urlare e io mi sento improvvisamente in debito di ossigeno. Mi agito e dimeno, mugugnando disperata e gli mollo un calcio sugli stinchi ma lui incassa e continua imperterrito a leccarmi e mordicchiarmi provocandomi delle ondate di nausea.
-Sta buona- protesta mentre la sua mano libera prende a vagare sul mio interno coscia, sotto la gonna e io sgrano gli occhi, scuotendo il capo terrorizzata.
No, no, no, no!!!
Non può essere!!!
Chiudo gli occhi e gli mordo la mano, preparandomi a urlare non appena mi libererà ma con mio sommo orrore sembra non avere sentito niente e ghigna invece, quasi divertito.
-È per il pel di carota vero?! Sai l’ho capito subito, appena ti ho vista, che ti piacciono i perdenti!- soffia con disprezzo, passando un dito lungo l’elastico delle mie mutandine, mentre la vista mi si offusca per le lacrime e i singhiozzi prendono a uscire dalla mia gola, in un suono soffocato a causa della mano di questo lurido bastardo. Mi sento squassare dal pianto e chiudo gli occhi reclinando il capo all’indietro, rassegnata a essere troppo debole per contrastarlo.
Qualcuno mi aiuti!!! Qualcuno venga a salvarmi!!!
Pen, dove sei?!?!
Serro le palpebre preparandomi a non so nemmeno io cosa quando improvvisamente un mio singhiozzo risuona nell’aria, forte, chiaro e libero da costrizioni.
Riapro gli occhi, confusa e fuori di me per la paura e cerco di mettere a fuoco attraverso la corte di lacrime, rendendomi conto che non c’è più nessuno davanti a me, che sono libera, che Robb è sparito.
-Cosa le stavi facendo, figlio di puttana!!!-
Mi volto di scatto, verso quella voce che urla omicida e li vedo.
Pen e Robb che si guardano con un sentimento che non si può nemmeno definire odio, a pochi centimetri l’uno dall’altro, respirando affannati.
Capisco che lo ha spinto via, lontano da me e, con una certa agitazione, capisco che vorrebbe pestarlo a sangue. Vorrei solo accasciarmi a terra e piangere ma non posso permettere che Pen si infogni in qualche casino per causa mia così mi riscuoto e corro verso di loro ma mi precedono entrambi, gettandosi l’uno contro l’altro.
-Pen!!!- lo chiamo, ancora più terrorizzata di prima ma sembra sordo a qualsiasi richiamo.
-Devi stare lontano da lei, hai capito?!?!?- ringhia tra i denti, mentre gli tira un cazzotto che Robb gli restituisce subito mandandolo quasi a terra e io mi porto entrambe le mani alla bocca.
Devo fermarli, devo fare qualcosa!!!
Ma sono come pietrificata e mi sento morire quando lo vedo tornare alla carica, dopo essersi asciugato il rivolo di sangue che gli esce dal labbro.
-Pen, no!!!-
Un lampo scuro accanto a me e dopo l’ennesima cascata di lacrime quello che vedo mi fa sentire per un attimo sollevata.
Law sta trattenendo Pen, impedendogli di avventarsi su Robb che si è immobilizzato a sua volta, sotto lo sguardo freddo e omicida del nuovo arrivato.
Freme e stringe  i pugni, chiaramente desideroso di finire ciò che ha cominciato ma basta un’occhiata di Law per farlo tentennare.
-Io non te lo consiglio- soffia glaciale, facendo rabbrividire anche me.
-Robb cosa sta succedendo?!-
La voce scioccata di Gladius si intromette e io mi giro, rendendomi conto solo ora che sono usciti tutti e che le mie condizioni, l’espressione sconvolta, il trucco sciolto ma soprattutto l’abito sgualcito sono inequivocabili per tutti.
E tutti fissano Robb come se volessero trucidarlo, Gladius compreso.
Mi asciugo rapida le tracce di lacrime e trucco che ancora mi macchiano le guance, mentre Baby si accosta  a me, chiedendomi come sto e passandomi i pollici sul volto.
Annuisco, dicendole di non preoccuparsi, mentre Gladius afferra Robb per un braccio per trascinarlo via e Pen si libera dalla presa di Law con uno strattone, alzando le braccia in segno di resa ma continuando a soffiare dal naso e lanciare saette con gli occhi.
Anche lui è spaventoso eppure vorrei solo correre tra le sue braccia.
-Mi dispiace Violet- mormora Gladius, attirando l’attenzione di tutti -Sono davvero mortificato-
Tutti si girano verso di loro, tutti tranne me che continuo a fissare il selciato e Pen che si è girato a guardare me.
-Ti chiamo domani- lo avvisa Violet e immagino che Gladius abbia annuito e basta perché non arriva nessuna risposta prima dei loro passi che si allontanano.
È quando non li sento più che riesco a prendere un profondo respiro, ricacciando indietro le lacrime e i singhiozzi, sentendomi ora gli sguardi di tutti puntati addosso e sollevando il mio.
Una mano si posa delicata sul retro del mio collo e io mi volto per incrociare le iridi grigie di Law che mi osservano determinate ma chiaramente preoccupate.
-Stai bene, Lamy?-
Annuisco, prima di girarmi verso Pen, che non mi guarda più ora, ma cammina avanti e indietro, calciando la ghiaia e tenendosi il ponte del naso.
Prendo fiato per chiamarlo ma quando i suoi occhi si sollevano su di me le parole mi muoiono in gola.
Cosa… cosa c’è di sbagliato?!
Non dovrebbe guardarmi così dopo una cosa del genere! Come… come se fosse colpa mia!
-Non te l’avevo detto, Lamy?!?! Non ti avevo detto di non fidarti di lui?!?!- urla fuori di sé e io sobbalzo scioccata.
-Pen!- lo chiama Sabo, avanzando di un passo, senza riuscire a ottenere la sua attenzione.
-Ma tu no!!! “Come fai a giudicarlo se non lo conosci” e chissà quali altre stronzate vero?!?! E se non fossi uscito in tempo?!?! Te lo immagini se non fossi uscito in tempo eh?!?!- domanda e io trattengo il fiato nel vedere che anche lui ha gli occhi pieni di lacrime.
Mi sento morire e avanzo verso di lui. Voglio abbracciarlo, stringerlo a me, fargli sentire che sto bene.
-Pen…- lo chiamo ma mi immobilizzo quando lui indietreggia bruscamente, ferendomi peggio di una pugnalata.
-No. Pen un cazzo. Io te l’avevo detto Lamy- sibila, prima di voltarmi le spalle e rientrare nel silenzio assordante che è calato intorno a noi, seguito velocemente da Sabo, Chopper e Franky.
Resto immobile e tremante per un tempo che mi sembra non finire mai, a fissare il punto dove è sparito, finché il rumore di ghiaia pestata non mi risveglia facendomi capire che anche tutti gli altri stanno lentamente rientrando.
Anche Law abbandona il mio fianco dopo una lieve carezza e il suo posto viene preso da Koala che, insieme  a Baby, mi porta verso un muretto poco distante per farmi sedere.
Mi lascio guidare come in trance.
-Dobbiamo portarla a casa- sento Baby mormorare, come se fosse a chilometri di distanza.
La mano di Koala mi accarezza la guancia e la sua voce mi chiama, facendomi voltare persa verso di lei.
Mi sorride e io la fisso con occhi vacui mentre qualcosa si tende dentro di me, fino a spezzarsi e un suono raggelante mi riempie le orecchie.
Mi ci vogliono parecchi secondi per capire che quel suono non sono che i miei singhiozzi e mi rendo conto di non riuscire più a fermarmi ora che ho iniziato.
Ma soprattutto, mentre annego nelle braccia delle mie amiche, abbandonandomi al dolore, mi rendo conto che, nonostante quanto appena successo, non è per Robb e ciò che mi hai fatto che sto così terribilmente male. 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


-Cinque, sei, sette, otto!-
Sento Nami battere le mani e guardo senza vederle Baby e Koala partire ed eseguire la diagonale, perfette e pulite come solo loro sanno essere.
Vago con lo sguardo per la sala, trovandolo dalla parte opposta, vicino a Sabo, gli occhi puntati sulle mie amiche. Puntati su qualsiasi cosa che non sia io da giorni ormai.
Mi sembra di non averlo mai conosciuto, siamo lontani anni luce, siamo due estranei.
E tutto questo mi ferisce così tanto da mandarmi in tilt.
Mi accorgo dopo qualche istante che è arrivato il nostro turno e Shirahoshi è già partita in diagonale, lasciandomi indietro e io mi affretto a recuperare, senza preoccuparmi di finire un quattro tempi dopo di lei, non è un problema.
Il problema ce l’ho quando arriva il momento di cambiare direzione.
Perché girandomi lo vedo e vedo che mi sta guardando. Incrocio le sue iridi verdi e non so più cosa devo fare dopo il grand battement, immobilizzandomi nel bel mezzo della sala, la testa che ronza e il cuore stretto in una morsa.
È lo scontro a riscuotermi. Non la vedo, Nojiko che mi arriva addosso mentre ruota come una trottola, eseguendo uno chaines dietro l’altro, ma sento il colpo quando finiamo a terra.
La musica si interrompe mentre lei si puntella sulle braccia per non pesarmi addosso, chiamandomi preoccupata.
-Lamy ti sei fatta male?!- mi domanda e io la guardo spaesata e senza riuscire a rispondere.
Scuoto la testa ma l’espressione di Nojiko non si distende e, anzi, si fa sempre più tesa, non capisco perché. E capisco ancora meno perché la sua faccia si offusca e le mie guance mi sembrano ora umide.
Non lo capisco finché la mano della mia amica si posa sul mio viso e me lo asciuga con il pollice e io, con un battito di palpebre, riesco a schiarire la vista, ma solo per un attimo. E allora mi rendo conto che sto piangendo, imponendomi subito di smettere, tamponandomi le gote e mettendomi a sedere rapidamente.
Non voglio fare la figura della patetica, non voglio che mi veda così. E non sopporto la sua indifferenza di fronte a questo mio stato d’animo.
Quello non è il Pen che conosco io.
-Sto bene, tranquilla- mormoro flebile, consapevole che tutti mi stanno guardando e nessuno osa parlare o chiedermi niente.
Perché tutti sanno cosa sta succedendo, tutti sanno che sto male e perché e questo pensiero mi diventa in un attimo intollerabile.
In fondo, con chi posso prendermela se non con me stessa?!
Mi alzo rapida, spolverandomi i pantaloni e spostando la treccia da un lato all’altro mentre deglutisco a vuoto, gli occhi puntati a terra.
Mi sento formicolare e sento che sto per esplodere quando un’altra voce mi chiama dalla porta.
-Lamy!-
Mi volto, gli occhi ancora umidi, mettendo a fuoco Ace che mi sorride appoggiato allo stipite.
-Puoi venire un attimo con me? Volevo farti vedere una presa!- mi dice, cogliendomi alla sprovvista.
Ci metto qualche istante a mandare al cervello l’input di annuire e poi muovere le gambe verso di lui.
Lo sento posarmi la mano sul retro del collo e stringere appena, in un gesto affettuoso e rassicurante, quando lo supero, uscendo davanti a lui.
Non sposta la mano e io mi lascio guidare, ritrovandomi non so come nella sala viola dove mi fermo e mi volto in attesa.
Sorrido, falsa e tesa, facendo dondolare un braccio, picchiando la coscia con il pugno chiuso, la testa che duole e il cuore in tumulto.
Sto così male! Kami come sto male!
-Allora questa presa?- domando, sperando di apparire se non entusiasta almeno interessata.
E mi ritrovo a sgranare gli occhi quando Ace allarga le braccia, sorridendomi paterno, lasciando decidere a me se farmi abbracciare oppure no.
Tentenno, cercando qualcosa da dire, cercando di minimizzare, ma prima di riuscire ad articolare alcunché qualcosa si spezza dentro di me e mi lancio verso di lui, sopprimendo i singhiozzi contro il suo petto.
Sono giorni che mi trattengo, giorni che fingo che va tutto bene.
Non va bene, non va affatto bene! Niente va bene!
Mi aggrappo alla sua maglietta gialla, lasciando andare tutto, rischiando di farmi venire un attacco di nausea da tanto sto piangendo forte, cercando di trattenere un po’ del bene che mi fa sentire le sue mani strofinare la mia schiena nuda, bene che scivola subito via insieme alle lacrime.
È inutile, non sono queste le braccia che voglio.
-Non… n-non mi saluta nemmeno…- articolo a fatica tra un singhiozzo e l’altro, le spalle che fanno male per il sobbalzare troppo rapido.
-Devi dargli tempo- sussurra tra i miei capelli e si ferma quando un’altra scarica mi coglie, lasciandomi sfogare.
-Ho s-s-s-sbagliato… tutto…- butto fuori prima di annegare di nuovo nel suo torace per smorzare il mio pianto.
Sento la tensione diminuire e abbandonarmi man mano che lo sfogo volge al termine ed è solo quando ormai di singhiozzi non ne ho più, ma solo e ancora lacrime, che Ace mi allontana da sé per potermi guardare negli occhi.
 -Nessuno ha sbagliato niente. Non c’è un manuale per queste cose, Lamy. Succedono e basta- mormora, gli occhi che brillano e un sorriso comprensivo e affettuoso -Ma tu e Pen non avete ancora ballato la vostra ultima coreografia. Non so come, ma potete trovare il modo di sistemare le cose, ne sono certo. E ora calmati, asciugati le lacrime e rimettiti in sesto. C’è la serata cubana stasera all’Upper Yard- mi ricorda.
Apro la bocca per ribattere che non vengo ma mi anticipa senza permettermi di parlare.
-E non provare a dire che tu passi! Non ho intenzione di lasciartelo fare, ho deciso che mi devi un ballo!- afferma determinato e io lo fisso interdetta, lasciandomi rapire per un attimo dal suo sorriso, che è davvero contagioso, che mi fa davvero bene.
Ha davvero un bellissimo sorriso e non solo. È bello tutto ed è bello il suo carattere.
È una delle persone più dolci, gentili e altruiste che io conosca.
Mi acciglio un istante mentre tutti questi pensieri mi attraversano la mente.
Mi acciglio e per un attimo mi sento bene, mentre sollevo una mano e gli tiro un pugno contro il pettorale.
-Oh Ace!!!- protesto -Perché devi essere gay?!?-
 

 
§

 
Sospiro, posando il mento sul palmo e il gomito al tavolino.
L’Upper Yard è più gremito del solito stasera, la serata cubana attira sempre un sacco di clientela e normalmente è anche la mia preferita.
Dico normalmente perché stasera, per quanto dica e faccia, mi sento irrimediabilmente vuota.
A tratti certo.
Non mi sono sentita vuota mentre prendevo un drink al bancone con Baby e Rebecca, quando ho ballato con Ace, quando ho chiacchierato un po’ con Law.
Ma non appena resto sola con i miei pensieri, mi sento di nuovo vuota.
O forse il termine giusto è incompleta, come se mi mancasse qualcosa.
So che è solo un effetto collaterale del senso di colpa, e, certo, mi manca anche Pen ma voglio credere a Ace, voglio credere che sia questione di tempo e ci sia ancora uno spiraglio per recuperare il nostro rapporto.
Che poi io la buona volontà ce la metterei anche ma, ora come ora, è inavvicinabile.
Mi concentro sui miei amici, che danzano e ridono sulla pista da ballo e penso per un attimo, mentre una nuova canzone risuona nel locale, che vorrei proprio unirmi a loro ma subito mi si stringe lo stomaco.
 
[Satellite - Santana & Jorge Moreno]
 
Ballare è qualcosa che al momento non sono in grado di fare.
Ballare mi ricorda lui perché per me ballare e stare in sua compagnia, come all’inizio, come è sempre stato, sono due cose interconnesse se non la stessa cosa.
Ma posso sempre guardare e godermi lo spettacolo dei miei ballerini preferiti che lo fanno anche per me, anche per noi, per stare insieme e al tempo stesso da soli, l’uno con l’altra.
Koala si stringe a Sabo mentre Franky fa ruotare Baby sotto il proprio braccio prima di passarle possessivo un braccio intorno alla vita e io sorrido malinconica.
 
The world divides from the bitter sweetness love provides
I will redefine my place within this union
If the word is a lie and the better me can't show its side
I will try to find my way to higher ground
 
Nella mia vecchia scuola di danza c’erano tante coppie di ballerini ma nessuna nella vita reale. Qui invece sembra quasi una specie di incantesimo. Tutti quelli che ballano insieme finiscono per innamorarsi.
Sobbalzo appena a questo pensiero, sgranando gli occhi.
Beh, ovviamente non è questo il mio caso!
Anche se mi sembra ancora più ingiusto perché quello che vorrei io non è neppure una romantica storia d’amore ma ritrovarmi con il mio amico. Dovrebbe essere più semplice!
Mi hanno sempre detto che gli amici restano qualunque cosa succeda!
Illusa io a crederci.
 
Ah oh there's a million stories
And a million ways to get there from here
 
Torno a concentrarmi sulla pista  e intravedo Nojiko al bancone che strattona per un braccio Kidd, saldamente ancorato al suo sgabello, decisa a ballare con lui, seguendo l’esempio di Bonney che sta correndo tenendo Killer per mano, prima di voltarsi verso di lui, innamorata e felice e spiegargli come deve posizionare le mani.
 
Baby I'm gonna put your skin on mine, be inside you all my life
And if you let your heart open up your mind
Theres a whole new world on the other side
I'm gonna be your satellite n I'll hang over your world at night
And I can hear you sleep beneath the candle light
I can see your dreams like they were mine
 
Chopper e Shirahoshi attirano la mia attenzione, mentre lui la fa girare intorno a sé dopo averle fatto fare un cambré all’indietro e li vedo cercarsi con gli occhi, quelli di lei pieni di fiducia e desiderosi di farsi guidare.
Una stilettata mi attraversa il petto e inevitabilmente allontano lo sguardo dalla pista, facendolo vagare sul locale.
Non so dove sia e capisco anche meno questo mio improvviso, viscerale, incontenibile bisogno di individuarlo, scambiare anche solo un’occhiata con lui.
Voglio vederlo, voglio parlarci.
Se lo individuo giuro che piuttosto lo lego a un tavolo ma stasera mi deve ascoltare, io così non posso continuare.
Mi sollevo a metà sulla sedia, continuando a guardarmi intorno ma niente, sembra scomparso nel nulla.
Ora che ci penso, non so neppure se sia qui.
L’ho visto entrare al locale?! Ho dato per scontato che ci fosse e mi stesse evitando ma ora mi sorge il dubbio che forse se ne sia andato a casa.
La delusione mi pervade ancora più cocente e torno a sedermi senza riuscire ad alzare gli occhi dalla superficie del mio tavolino.
Se non stesse ballando, chiederei a Sabo.
 
When I, I hear you scream I hear you cry
It's makes me realise that I am only human
The world relies on the balance between love and pride
And I'll abandon all my pride and bring you love
 
So che è sbagliato pensarla così, ma improvvisamente sento che per me non ha più senso stare qua.
Per cosa?! Per chi?!
Ma perché poi?! Perché è così importante che ci sia?!
Smetto di farmi domande e mi alzo, avviandomi decisa per andarmene, ma un capannello di gente mi obbliga ad allungare il giro e avvicinarmi di più alla pista per raggiungere l’uscita.
 
Ah oh oh oh
There's a million reasons
And a million ways to get to your heart
 
Accade in un momento.
Una presa sul polso e neanche il tempo di voltarmi che mi ritrovo a girare, la gonna del mio abito fuxia che fa la ruota.
Quando mi fermo sono in mezzo alla pista e lui è lì.
Vestito di nero, con la camicia a maniche corte che lo fascia alla perfezione, bellissimo.
E mi guarda in un modo che mi ferma il cuore.
Apro la bocca per chiamarlo ma non faccio in tempo che mi ritrovo tra le sue braccia.
 
Baby I'm gonna make you step outside the corners of your world
And find that if you let your heart open up your mind
Theres a whole new world on the other side
I'm gonna be your satellite n I'll hang over your world at night
And I can hear you sleep beneath the candlelight
I can see your dreams like they were mine
 
Il suo calore e il suo odore mi avvolgono e non riesco più a pensare, agganciata ai suoi occhi con i miei.
Il corpo si muove da solo, seguendo quello di Pen, senza esitare, senza fare domande. Sono nelle sua mani, completamente, mentre giro sotto il suo braccio, mentre getto la testa all’indietro, mentre mi aggrappo alle sue spalle lasciandomi sollevare appena da terra.
Tutto sparisce intorno a noi, come quella sera, ma è tutto così diverso. Sono sopraffatta e boccheggio scioccata mentre sento una strana sensazione invadermi.
Ne voglio ancora. Ancora e ancora.
Mi stringe a sé, facendomi aderire completamente a lui, sento il suo bacino cozzare con il mio ed è come se qualcosa esplodesse nella mia testa, come i fuochi d’artificio.
Non so cosa stia succedendo, non riesco a parlare, non riesco a guardare altro che non sia la sua espressione concentrata, concentrata solo su di me.
E capisco che non è solo questione di volerne ancora.
È questione che voglio lui.
Mi ritrovo con la schiena contro il suo torace e un braccio intorno al suo collo. Apro la bocca per immettere più aria mentre mi obbliga a ruotare il bacino insieme a lui tenendo un braccio intorno alla mia vita.
Fremo quando sento le sue labbra sfiorarmi la pelle della spalla.
Io non so cosa sta succedendo qui. Quello che so è che non stiamo ballando.
Quando mi fa di nuovo girare verso di lui e mi trovo con le labbra a poco centimetri dalle sue, gli occhi socchiusi, il suo respiro alla menta nelle narici, lo so con certezza.
Questa non è una coreografia. Questo è sesso verticale.
Ed è con riluttanza che mi stacco da lui ma non posso che seguire inerme i suo comandi.
Giro sotto il suo braccio, intorno al suo corpo, riagganciandomi a lui di nuovo e sentendolo avvolgermi per farmi fare un cambré all’indietro in cui mi lancio senza esitazione.
Faccio appena in tempo a tornare dritta, ad accennare un mezzo sorriso sentendo la nostra vecchia intesa tornare, che mi obbliga a ruotare lontano da lui solo per afferrarmi il polso e riportarmi indietro.
Devo aggrapparmi al suo collo per non perdere l’equilibrio ed è allora che succede, senza che io me ne renda conto.
La sua bocca è sulla mia, la sue mani mi circondano il viso, e Pen mi sta baciando.
Mi sta baciando e io rispondo, le labbra che si muovono indifese come il mio corpo poco fa.
Mi sta baciando e io mi aggrappo a lui, mi perdo in lui, con disperazione.
È così bello, così buono, così giusto.
Pen mi sta baciando e non voglio che smetta ma purtroppo lo fa.
Si stacca e finalmente lo rivedo, è di nuovo lui, il mio Pen ma solo per un attimo.
Soffio il suo nome.
La luce nei suoi occhi cambia di nuovo e mi rendo conto che non voglio.
Non voglio questo Pen, così arrabbiato.
Voglio quello vecchio.
Rivoglio il mio Pen, lo rivoglio davvero.
 
Baby I'm gonna put your skin on mine be inside you all my life
And if you let your heart open up your mind
Theres a whole new world on the other side
I'm gonna be your satellite n I'll hang over your world at night
And I can hear you sleep beneath the candle light
I can see your dreams like there were mine
 
Ma niente da fare, sembra vittima di un incantesimo e anche se ora non vorrei più ballare, anche io sembro non avere scelta.
Lo guardo negli occhi senza rimedio, come ipnotizzata, lasciandogli fare tutto quello che vuole, ballando perché non ho alternative.
Mi ha baciata, Pen mi ha baciata.
Non voglio ballare, voglio baciarlo ancora e ancora e ancora e perdermi nelle sue braccia.
E voglio dirgli che è questo ciò che voglio.
Devo tenere duro solo un altro po’, è quasi finita.
E in fondo mi piace anche questo, mi piace la sua mano sulla mia gamba che si avvolge al suo bacino, mi piace il suo sudore che si mischia con il mio.
Mi piace come il nostro contatto visivo rimanga quando torno da un giro, mi piace il suo naso che mi sfiora la spalla mentre mi stringe da dietro. Mi piace sentirmi così al sicuro contro il suo petto.
Mi spinge via e mi ritira a sé, portando il mio braccio ad avvolgergli il collo e mi obbliga a disegnare un semicerchio con il busto. I nostri nasi cozzano quando torno dritta e abbasso le palpebre, pronta a perdermi di nuovo ma mi ritrovo a sgranare gli occhi quando con un movimento deciso mi fa girare lontano da lui.
Torno dritta, barcollando appena, e cercandolo spaesata.
E il cuore mi sprofonda quando, incrocio il suo sguardo e capisco, prima ancora che lo faccia, che mi sta lasciando qui da sola.
Sembra fare fatica anche lui a smettere di guardarmi ma alla fine ci riesce.
Tentenna un solo istante, l’espressione sempre dura, per poi voltarmi le spalle e sparire tra la folla, lasciandomi qui, sconvolta  e interdetta.
Apro la bocca alla ricerca di ossigeno, cercando di regolarizzare il respiro.
Cosa… cosa è appena successo?!
Non può essere quello che penso, non può essere stata la nostra ultima coreografia.
Il dolore torna a pervadermi per un attimo ma lo scaccio decisa.
No!
Questa volta no!
Non glielo permetto!
Sento vagamente Sabo che mi chiama e considero che deve avere assistito alla scena ma smetto di pensarci subito e mi lancio decisa dietro di lui, ignorando il mio amico.
Ma che si crede, l’imbecille, che può fare il bello e il cattivo tempo quando vuole lui?!
Scarto tra due gruppetti di persone, mettendomi di lato per non urtare nessuno, camminando decisa nonostante i tacchi.
Pensa di potermi prendermi, farmi quello che vuole, mandarmi in tilt a quel modo e poi lasciarmi qui senza colpo ferire?!
Dopo avermi fatto ballare in modo così… così…
Un lampo rosso cattura il mio sguardo e accelero il passo, riuscendo finalmente a raggiungerlo.
Afferro un lembo della camicia che gli fascia la schiena obbligandolo a voltarsi, all’altezza del guardaroba del locale, un paio di metri prima della porta d’ingresso.
-Ehi!- protesta, accigliandosi per poi sobbalzare quando mi mette a fuoco.
Sgrana appena gli occhi e sembra sopprimere a fatica l’impulso di indietreggiare.
Ohhhh adesso lo riconosco! Non che mi faccia piacere essere spaventosa, ma se serve a farlo tornare in sé!
-Lamy che vuoi?!- domanda, cercando di apparire scocciato ma non me la bevo.
Soffio dal naso inferocita.
-Che voglio?! Che voglio?!?! Cosa diavolo era quello Pen eh?! Cosa?!?! Un modo per passare il tempo?!?! Cosa significa?!?!-
Mi guarda spaesato prima di tornare serio e determinato come prima.
-Solo una coreografia- risponde duro e io spalanco gli occhi incredula.
-Solo…- mi interrompo, accigliandomi -Mi… mi prendi in giro?!- gli chiedo scioccata, senza ottenere reazioni.
-Mai stato così serio- mormora lapidario, prima di tornare a camminare verso l’uscita.
Lo osservo senza parole, le sopracciglia ancora corrugate.
Lo osservo allontanarsi ma non mi fa male. Fa solo rabbia ora.
E a quella rabbia lascio libero sfogo.
-Ti sei divertito?!- alzo la voce, per farmi sentire sopra la musica e nonostante i metri che ci separano e lo vedo bloccarsi e irrigidirsi -Perché è solo questo per te vero?! Un gioco!!! Volevi dimostrare a te stesso che anche tu puoi far uscire di testa qualcuno solo ballando no?!?! Volevi essere certo di essere all’altezza di Robb, no?!?!- proseguo senza pietà, nonostante mi renda conto di un lieve tremito che lo ha colto -Dimmi una cosa Pen! Quando ho smesso di essere la tua migliore amica e sono diventata il tuo fottuto trofeo?!?- buttò fuori e finalmente ottengo quello che volevo.
Non importa che la sua espressione sia furente e spaventosa.
Non importa che sembri pronto a prendermi a sberle.
Non importa perché finalmente posso vederlo in faccia e, anche se ancora non lo riconosco, so che non potrebbe mai e poi mai farmi del male. Per questo resto immobile quando torna verso di me in poche falcate, con l’andatura di un quarterback ma senza correre.
Resto immobile e mi impongo la calma nonostante i suoi occhi dardeggianti.
Resto immobile mentre si piega verso di me per sibilarmi tutta la sua frustrazione.
-Trofeo?! Trofeo?! Pensi davvero che mi importi qualcosa di essere come quel bastardo che ha osato metterti le mani addosso?! Mi fa schifo il solo pensiero Lamy!!!- alza la voce e lo vedo sempre di più, lo vedo tornare in sé anche se lentamente.
-E allora cosa diavolo era?!?!- urlo a mia volta, indicando la pista a braccio teso.
-La dimostrazione che mai, mai potrai ballare con qualcuno come balli con me!!! Mai Lamy!!! E non perché sei la mia ballerina e so che ti piace crogiolarti nell’idea che non è così ma tutto questo va al di là!!! Perché, che tu lo voglia o meno, tu mi ami e prima o poi lo capirai e spero per te che quando succederà non sia troppo tardi perché io non ho intenzione di aspettarti in et…-
Sgrana gli occhi quando mi aggrappo al suo collo e lo trascino verso di me, mordendogli le labbra.
Lo bacio e assaporo qualche istante per poi allontanarmi e fissarlo sconvolta e affannata almeno quanto lui.
Nessuno dei due riesce a parlare per alcuni interminabili secondi poi è lui a riscuotersi per primo.
-Cosa… cosa…- prova a domandare.
-Io lo voglio- soffio, sentendo l’adrenalina pervadermi, senza riuscire a credere a cosa sto per dire ma non stando più nella pelle di dirlo.
Mi fissa interrogativo e io sorrido, mentre la consapevolezza di quello che provo si impadronisce una volta per tutte di me.
-Voglio amarti- finisco e lo osservo sgranare gli occhi, senza parole.
Non riesce a crederci e come biasimarlo?!
Non ci credo nemmeno io!
Ma non sono mai stata più felice in vita mia e mi lancio verso di lui, trovando le sue braccia ad accogliermi.
Mi stringe mentre immergo le dita tra le sue ciocche rosse, mentre la mia bocca cerca la sua e le nostre lingue si intrecciano.
Ci baciamo senza sosta, finché non ci manca il fiato e quando ci stacchiamo sento il cuore esplodere nel rendermi conto che è tornato davvero.
Ed è felice, felice come non mai, e la sua felicità è la mia.
Come la mia è la sua.
Torno a baciarlo e non solo sulle labbra. Lo marchio ovunque mi sia possibile mentre le sua mani mi accarezzano la schiena.
Accosto la bocca al suo orecchio, aggrappandomi ai baveri della camicia.
-Sei mio?- domando incerta, ancora bisognosa di una conferma dopo tutto quello che è successo.
Conferma che non si fa attendere quando si gira per baciarmi di nuovo, quasi con disperazione. Mi perdo in lui e protesto quando si stacca da me, aprendo gli occhi e trovandolo che mi fissa intensamente .
-Da sempre- soffia e le gambe mi cedono ma ci pensa la sua presa così rassicurante a tenermi su.
Aveva ragione Ace.
Non era la nostra ultima coreografia.
Era solo la prima.
Lo capisco mentre riprende a baciarmi e mi spinge verso la porta del guardaroba.
Lo capisco quando la apre e mi fa entrare seguendomi.
Glielo leggo negli occhi, quando li incastra con i miei in una muta richiesta di permesso a continuare.
E io mi sento scoppiare, voglio che continui, voglio andare fino in fondo.
Sorrido maliziosa e annuisco.
Sì questa è solo la prima.
La prima di una lunga serie. 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


La guardo, le labbra schiuse e le palpebre abbassate per metà, mentre mugugna e sospira, sentendo il cuore accelerare.
È bellissima, semplicemente bellissima, con i capelli biondi sparsi sul cuscino e l’espressione così rilassata.
-Ah Pen…- soffia, schioccando la lingua, e io ghigno soddisfatto, senza smettere di muovere il polpastrello circolarmente.
Potrei stare ore a guardarla in questo stato, sdraiata sul mio letto. È così incredibilmente giusta qui sul mio letto, sembra incastrarsi alla perfezione con il materasso e anche con me quando si ferma a dormire, il che sta capitando molto spesso ultimamente.
Non so se sia perché l’ho quasi persa, forse è solo una scusa, ma sono sempre così riluttante a lasciarla andare che praticamente viviamo in simbiosi. So che è una cosa del primo periodo ma, finché dura, me lo voglio godere.
Ciò che spero non cambi mai è la costante voglia che abbiamo sempre di possederci e fare l’amore.
Solo dopo avere fatto l’amore con Lamy la prima volta ho capito quanto fosse idiota la mia convinzione che la danza fosse la massima espressione di sintonia tra due corpi in movimento.
Non che io fossi vergine sia chiaro. Solo, non aveva mai avuto un rapporto con Lamy.
La amo così tanto che mi sento quasi scoppiare.
Amo ballare con lei, amo andare al cinema con lei, amo persino discutere con lei.
Amo farci l’amore e amo farla stare bene come in questo momento.
Inspira a pieni polmoni e andrei avanti ancora se non fosse che dobbiamo trovarci con gli altri tra un quarto d’ora.
È strano pensare che quelle che prima erano uscite di un gruppo di amici ora sono uscite a quattro coppie ma non è che faccia poi molta differenza.
Franky e Baby continuano a discutere per tutto solo che ora Franky riesce a risolvere prendendola a baciandola di prepotenza, Sabo e Koala sono tornati quelli di un tempo a parte che ora è lui che pende dalle labbra di lei, un dettaglio per cui non manchiamo quasi mai di prenderlo in giro, e Chopper e Shirahoshi… beh sono Chopper e Shirahoshi.
Socchiude un occhio per guardarmi quando smetto di massaggiarla e io allargo di più il sorriso nel sentirla mugugnare una protesta.
-Dobbiamo andare o facciamo tardi- le spiego e lei si solleva con la schiena, puntellandosi su gomiti e avambracci.
Mi osserva attentamente mentre richiudo i bottoni della camicia, quasi malinconica per il fatto che mi sto rivestendo, e poi posa i suoi grandi occhi chiari sul mio volto, lasciandoli brillare innamorati. Mi toglie il fiato il modo in cui mi guarda. Come se fossi la cosa più bella sulla faccia della terra.
Mi allungo verso di lei, risvegliandola dalla sua trance con un bacio, che la fa sobbalzare appena ma al quale risponde quasi immediatamente, passandomi una mano tra i capelli.
Mi sollevo e lei si siede rapida sul letto per infilare i sandali, muovendo le dita con evidente sollievo.
-Ah Pen- sospira di nuovo come poco fa -Sei veramente un mago a fare i massaggi ai piedi-
 

 
***

 
-Cosa ne dici?!- mi domanda, le mani sui fianchi e il fiato un po’ corto per la tensione.
Studio attento il suo operato, rigirandomi in bocca la sigaretta spenta.
Ho imparato a non fumare più come prima da quando c’è Leo ma il bisogno di sentire il sapore del tabacco a volte è troppo impellente e così facendo ho trovato una mezza soluzione.
E stasera, non lo ammetterei mai ad alta voce, ma la verità è che il fatto che Zoro abbia cercato proprio il mio aiuto mi ha messo sotto pressione. Perché sarà anche un idiota muschiato e tutto il resto, un Marimo senza filtri, tatto, né senso dell’orientamento ma resta pur sempre un fratello e mi lusinga si sia affidato a me, anche perché so quanto per lui sia stata dura chiedermi supporto e quanto ci tenga ad imparare bene a fare questa cosa.
Senza contare che voglio essere un bravo zio.
Smuovo le spalle, cercando di autoconvincermi che sono un esperto in materia e non semplicemente appena meno incapace di lui in questa particolare attività, che ho imparato come si deve da neanche due settimane.
-Mi sembra ben fatto- gli concedo, da insegnante severo ma capace di riconoscere i meriti altrui quale sono -Di certo meglio dei cinque precedenti-
Zoro ghigna, annuendo secco, prima di lanciare un’occhiata all’orologio.
-Che dici, venti minuti saranno troppi?!- mi domanda, accigliandosi appena.
Lo guardo impassibile qualche istante, sentendomi molto Law, per poi riportare gli occhi sul bambolotto appoggiato sul tavolo, infilato in quello che sembra un ammasso di cotone tenuto insieme con lo scotch e senza una forma definita e, a dirla tutta, infilato pure un po’ storto.
Venti minuti?!
Ci ha messo venti minuti per metterglielo così?!
Glielo avesse messo alla perfezione, considerato che io ce ne metto ancora sette o otto per rivestire mio figlio, potrei dirgli che va bene ma così…
Alzo una mano e gliela batto sulla spalla, sentendolo sospirare sconsolato.
-Animo, Marimo! Abbiamo ancora sette mesi di tempo, non ti abbattere e prendi un altro pannolino!-
 

 
***
 
 
Continuo ad accarezzargli la coscia con la pianta del piede, mentre continuo a scaricare le foto che abbiamo fatto dopo la serata cubana su Whattsapp, dopo avere ringraziato Marco per avermele mandate.
Gli lancio un occhio e sorrido, sentendomi serena e giusta come non mai, qui sul divano di casa sua, con lui così rilassato, le mani intrecciate sul capo biondo, intendo a guardare “The Snacht”, uno dei suoi film preferiti.
Abbiamo scoperto di avere moltissimo in comune, io e Killer, e, nonostante quello che si potrebbe pensare vedendolo, è incredibilmente dolce con me. Mi porta la colazione a letto quando dormo qui, offre sempre lui se usciamo a cena o al cinema, viene a prendermi a danza quando non ho la macchina.
Le nostre serate non sono mai noiose, qualunque cosa decidiamo di fare, che sia guardare un film, chiacchierare, giocare alla playstation o fare l’amore.
Sì, lo chiamo già fare l’amore perché questo è per me e, anche se ancora non me lo ha detto, sento da come mi tocca e mi bacia che è lo stesso per lui.
E l’intesa sessuale che abbiamo... Quella è sicuramente la cosa in comune che mi soddisfa più di tutte. E niente mi rende felice come stare su a ridere e scherzare con lui dopo averlo fatto.
Sono felice, finalmente, dopo tanto tempo, posso affermare di essere davvero felice e Nojiko non fa che dirmi che me lo si legge anche in faccia e che tutto questo fa bene anche a lei.
Un’ondata d’affetto per la mia migliore amica mi pervade e decido di aprire una delle foto dove siamo vicine per guardarla più da vicino.
È uno scatto non in posa, solo del gruppo ballerini, fatto da Zoro e io e Nojiko stiamo ridendo per una battuta di una delle due, ora non ricordo quale. Basta questo semplice fotogramma per rendersi conto dell’intesa tra noi, di quell’amore che ci lega come fossimo sorelle, sin dall’infanzia.
Le voglio così bene che quasi mi viene da piangere per l’emozione.
Oh kami! Devo essere vicina al ciclo per piangere per una cosa del genere!
Maledetti ormoni!
Scuoto la testa per tornare in me e, già che ci sono, mi soffermo anche sulle facce degli altri. Questa foto è venuta davvero bene. Sghignazzo nel mettere a fuoco Koala che spinge indietro Sabo premendogli una mano sulla sua faccia, Franky che fa la sua posa super imitato da Chopper, con Shirahoshi che ride e Baby che li guarda a metà tra il rassegnato e il divertito. Bibi e Violet sono aggrappate alle braccia di Marco mentre Ace tiene una mano sulla pancia di Nami, con orgoglio mentre lei si pesta il pugno sulla fronte per chissà quale affermazione idiota uscita al futuro zio.
Sposto ancora gli occhi ed è allora che la metto a fuoco.
E come la metto a fuoco il calore mi pervade.
So che è colpa degli ormoni, non ho più dubbi ormai su quello che provo e per chi ma accidenti in questa foto Monet è davvero bellissima!
Deglutisco a vuoto, la pelle che formicola improvvisamente, imperlandosi appena di sudore.
"Comunque, se tu e Killer aveste voglia di provare qualcosa di… diverso, diciamo…Beh il mio numero ce l’hai!"
La sua voce risuona nella mia testa, facendomi sgranare appena gli occhi e muovere a disagio sul sofà.
Non posso credere di stare anche solo pensandolo!
Però… Insomma in fondo ho 24 anni, sono giovane, è giusto provare cose nuove, no?!
E poi se certe cose non le faccio ora che sono all’inizio di una relazione quando le faccio?!
Mi mordo il labbro inferiore, indecisa sul da farsi, aprendo e chiudendo un paio di volte la bocca.
Cosa faccio?! Cosa?!
E se si sciocca e scandalizza e non mi vuole più vedere?!
Mi soffermo a guardarlo, preso dal film.
In queste settimane ci siamo aperti completamente l’uno all’altra, parlandoci francamente di tutto.
Non è il tipo da scandalizzarsi e nemmeno che disdegna le cose strane.
Prendo un profondo respiro per chiamarlo.
-Killer…- soffio e lui si gira interrogativo verso di me, in attesa.
Lo fisso qualche istante, ancora un po’ titubante, finché qualcosa non scoppia dentro di me.
Oh al diavolo!
-Senti che ne dici di una serata un po’ alternativa?!-
 

 
***
 
 
Ridacchia contro la mia gola e io inspiro a pieni polmoni, godendomi il suo calore addosso, il suo calore che mi è mancato come l’aria.
Zoro e Nami sono da Violet e Sanji ma io e Bibi siamo rimasti a casa, a rischio di sembrare asociali. Avevamo troppo bisogno di passare del tempo da soli.
Le accarezzo la schiena, prima di stringermela addosso e baciarla tra i capelli, sentendo il corpo rilassarsi, rilassarsi per davvero dopo tutta la costante tensione in cui ho inconsciamente vissuto questi nove mesi.
So che mi ama, con tutta se stessa, ma è pur sempre stata in Russia circondata da ballerini di certo non messi male fisicamente parlando, indubbiamente molto bravi nella loro professione, che condividevano la sua più grande passione e che di certo sapevano che Lo Schiaccianoci non è solo l’attrezzo per aprire la frutta secca ma anche un balletto.
In poche parole, avevo paura che qualcuno potesse portarmela via e non perché non mi fido di lei. Era una paura generata dalla lontananza e che mi ha aperto gli occhi su quanto io sia effettivamente possessivo.
Ma mi importa poco, io sono fatto così quando si tratta della mia roba.
E lei è roba mia, eccome se lo è!
La sento sospirare e abbasso il viso cercando il suo, ancora premuto contro la mia carotide, per cercare il mio odore.
-A che stai pensando?!- le chiedo sottovoce, riuscendo a farle sollevare gli occhi felici e brillanti su di me.
Mi contempla un attimo, accarezzandomi dalla tempia alla mandibola, prima di confessarmi tutto quello che le passa nella testa, facendo di me il suo confidente e migliore amico, oltre che il suo uomo.
-Kaya è stata brava a sostituirmi quest’anno!- considera, cogliendomi alla sprovvista.
Mi fa strano che stesse pensando a quello, glielo abbiamo detto e ripetuto tutti per mesi e, per quanto sia zelante nel suo lavoro, ormai l’anno accademico è concluso, inutile continuare ad arrovellarsi su questo.
Un pensiero mi coglie improvviso, facendomi accigliare.
Non è che sta pensando di essere meno brava di lei?! Conoscendola, potrebbe essere benissimo.
E questo non mi sta affatto bene. Le scosto una ciocca dal viso, seguendo per un attimo il movimento della mia mano prima di infossare nuovamente i miei occhi nei suoi.
-È stata brava, molto brava, ma mai quanto te- le dico e subito le guance le si imporporano e si morde il labbro, senza però abbassare lo sguardo, gesto che un tempo avrebbe di sicuro compiuto.
Vorrei aggiungere che nessuno è eccezionale come lei ma non ci riesco, non è da me, e sono certo che comunque lo sa già, perché nessuno è capace di leggermi dentro come lei.
Tortura il bordo della mia camicia, sfiorandomi i pettorali con la punta delle dita, sgambettando nell’aria come una bambina e io so che qualcosa le frulla nella sua testolina azzurra, qualcosa che però è restia a dirmi.
-Bibi…- comincio ma si decide finalmente a parlare.
-Credi che sarebbe disposta a farlo ancora?!- mi domanda e il sangue mi si gela nelle vene.
Un senso di panico mi pervade mentre mi sollevo dalla posizione semisdraiata in cui mi trovo, in tensione e con il fiato sospeso.
-Di cosa stai parlando?- le chiedo, scosso, mentre nella mia testa un milione di possibilità prendono forma, tutte scartate in fretta perché troppo assurde o astruse, tutte formulate per evitare di pensare a quella più logica e ovvia.
Le hanno offerto un posto in Russia e lei vuole accettare e al solo pensiero mi sento male.
Dannazione!
-Law che ti prende?!-
La sua voce preoccupata mi raggiunge, risvegliandomi e quando torno a metterla a fuoco la trovo che mi osserva a sopracciglia corrugate.
-Amore, stai bene?!- chiede, circondandomi la mandibola e tirandosi su a sua volta.
-Perché vuoi che Kaya ti sostituisca?!- domando, consapevole che Bibi coglierà di sicuro qualcosa di strano nella mia voce.
E infatti eccola sgranare appena gli occhi e poi alzare un sopracciglio, lanciandomi un’occhiata di rimprovero.
-Cosa diavolo stai macinando nella tua mente contorta, Trafalgar Law?!-
La osservo, senza sapere cosa rispondere, senza parole, un’esperienza più unica che rara ma non le serve che io parli per capire.
-Non ho nessuna intenzione di tornare in Russia o di andare in nessun altro posto! Quest’esperienza mi è bastata, non metterti a farti film mentali inutili!- mi ammonisce e io rimango zitto senza sapere più cosa pensare.
-Ma allora perché…-
-Perché potrebbe servirmi una sostituta in futuro! Non so quando, non di certo a breve ma in un futuro non troppo lontano sì, perché ecco… insomma… Ora è il turno di Nami e Violet ha detto che per un po’ le basta e avanza Leo e quindi magari poi… sai…- prende a balbettare ed è il mio turno di sgranare gli occhi quando capisco di cosa sta parlando.
E un piacevole calore mi pervade mentre ghigno sghembo e porto una mano sul suo collo, obbligandola ad alzare gli occhi e guardarmi.
-Un futuro non troppo lontano?!- le chiedo conferma, sollevando il sopracciglio, strafottente e lei arrossisce ma sostiene il mio sguardo, sorridendo maliziosa.
-Ora come ora mi sembra prematuro ma sai…- soffia, ributtandosi su di me e avvicinandosi, provocandomi una scarica lungo la schiena -…nessuno ci  impedisce di cominciare ad allenarci- conclude, strusciando il bacino contro il mio.
Deglutisco a vuoto, sentendo la patta dei pantaloni tendersi e stringendo di più la presa su di lei per avvicinarmela ancora e soffiare direttamente sulle sue labbra, compiaciuto come non mai.
-Quanto sono stati lunghi questi nove mesi, Bibi?!- le chiedo e lei increspa le labbra ancora di più.
-Infiniti Law, sono stati infiniti-
 

 
***
 
 
Lo sento grugnire e addento la cannuccia della mia aranciata mentre mi giro a guardarlo, perplessa.
Lo trovo impegnato a ruminare la pizza da asporto che ho preso sulla strada per l’officina, decisa a fargli una sorpresa e so di esserci riuscita anche se dalla sua espressione e dai rumori che emette non sembrerebbe.
-Che hai Kidd?!- gli chiedo senza mezzi termini e lui sgrana gli occhi, voltandosi verso di me, colto in flagrante.
-Niente- borbotta e io sollevo un sopracciglio.
-Fammi il piacere!- lo ammonisco e lui finisce di masticare e mandar giù, prima di stringersi nelle spalle.
-Non capisco cosa ci sia di interessante a stare qui a guardare le stelle, sono sempre uguali, non cambiano mica!- esclama, con la sua rozza e rude semplicità e io non posso fare a meno di sospirare.
Sapevo di rischiare portandolo qui sulla collina di Amazon Lily a goderci la serata estiva nella sua macchina munita di tettuccio apribile, cenando con pizza e birra ma speravo cogliesse il gesto romantico che mi sono sforzata di fare.
Perché ammettiamolo, non è che il suo atteggiamento invogli molto a essere romantici, dato che lui manco di prova.
-Se vuoi ce ne andiamo!- lo avviso, trasmettendogli il mio fastidio, fastidio che lo raggiunge e lo fa irrigidire.
-Non ho detto che voglio andarmene!- mi fa presente e io lo fulmino.
Ma allora cosa vuole da me?!
-Senti, io volevo solo ritagliarci un po’ di tempo e farti rilassare visto che è un periodaccio al lavoro, ma se hai problemi con la mia idea, ripeto, ce ne possiamo andare! Portami alla mia macchina che me ne torno a casa!- sfurio, prima di incrociare le braccia al petto e infossare gli occhi nel cruscotto, imbronciata.
Cala il silenzio tra noi e io sto per cedere all’impulso di aprire la portiera e andarmene quando lui soffia dal naso e colgo con la coda dell’occhio che si sta passando pollice e indice sugli occhi, in un gesto stanco e per un attimo mi sento in colpa.
Non voglio aggiungere altro stress a quello che ha già.
Ma l’attimo passa così come è venuto e il sangue riprende a bollire nelle mie vene.
Che cavolo! Si sforzasse di godersi la mia presenza, forse lo aiuterebbe!
Apro la bocca per mandarlo al diavolo prima di andarmene ma la sua voce mi precede.
-Ti ho preso una cosa- esordisce, tentennante e io sgrano gli occhi.
-Come?!-
-Un regalo… una specie…- continua, lasciandomi sempre più interdetta.
Un brivido mi percorre nel comprendere che il suo apparente malumore era solo agitazione dovuta a questa cosa. So che non è bravo con sentimenti e annessi e connessi e il mio cuore prende a battere più forte, senza che io possa controllarlo.
Lo osservo attentamente infilare una mano nella tasca dei pantaloni ed estrarre un oggetto che lascia penzolare davanti a me, senza guardarmi.
Trattenendo il fiato, metto a fuoco una scarpetta da ballerina classica in miniatura, lilla, attaccata a una catenina e capisco dopo qualche attimo che si tratta di un portachiavi. Il dubbio che possa avermi preso una macchina mi fa per un attimo andare in bestia, perché sa che sono una a cui piace guadagnarsi le cose da sola, ma subito mi calmo nuovamente quando vedo che la chiave attaccata non è quella di una vettura ma più semplice, piatta e senza pulsanti.
Sembra la chiave di… di…
Oh kami!
Il cuore si ferma un attimo mentre lui si gira finalmente a incrociare i miei occhi.
-È la chiave di casa mia- mi informa e io emetto un verso inarticolato, incredula -Non ti sto chiedendo di venire a vivere con me!- si affretta ad aggiungere -So  che stiamo insieme da poco ma…- si interrompe un secondo, cercando le parole -…mi piacerebbe ti sentissi libera di venire e fermarti da me quando e quanto vuoi- conclude a fatica, muovendosi a disagio.
In un attimo, mi rendo conto di molte cose.
Di quanto riesce a essere dolce nella sua rudezza.
Di quanto effettivamente la mia presenza lui se la goda eccome e di quanto gli fa bene.
Di quanto sono immensamente e pienamente felice.
Non so come succede, non mi accorgo di essermi mossa finché non mi ritrovo a cavalcioni su di lui, le mani attorno al suo volto e la bocca premuta sulla sua. Lo bacio così passionalmente e inaspettatamente che rimane interdetto e ci mette qualche attimo prima di rispondere, grugnendo perché appena lo fa io subito mi stacco.
Ma devo dirglielo, non posso aspettare oltre.
Gli occhi mi brillano euforici e non lascio andare il suo volto.
-Ti amo, Kidd- soffio e lui sgrana gli occhi ma lo vedo bene il lampo che glieli attraversa.
E anche se so che è orgoglioso e non me lo dirà stasera, non m’importa, perché il gesto che ha fatto è la sua dichiarazione e tanto mi basta.
Così tanto che non gli lascio il tempo di ribattere in alcun modo, lo levo direttamene dall’impiccio, premendo decisa il palmo sulla leva del sedile per reclinarlo completamente, ritrovandomi sballottata sul suo petto, che è esattamente dove voglio stare.
Riprendo a baciarlo sulla gola e stavolta lo sento abbandonarsi subito e portare le sue grandi mani calde e rassicuranti sui miei fianchi, risalirli sollevando la maglietta e posarne una sulla nuca, per tenermi vicina, in un gesto così dolce che nessuno lo crederebbe possibile fatto da uno come lui.
Ma io lo conosco per quello che è e ci credo davvero, ci credo eccome che è proprio lui e che è qui con me.
Anche perché non vorrei nessun altro, stanotte, sotto questo cielo.
Devo essere onesta e quello che penso decido di dirlo anche a lui, ridendo, riuscendo anche a strappargli un roco sbuffo di divertimento.
-Non ho mai amato così tanto la mia macchina!- 






Angolo dell'autrice: 
E PAM! Tutta sulla macchina a consumare la batteria sperando di trovare un Kidd che ce la ripari! 
Ehhh ragazze/i anche questa è finita! 
Mannaggia come mi sono affezionata a sta scuola di danza! Non sapete quanto mi dispiace ma non potevo non aggiornare solo per non farla finire no?! 
Dunque per chi se lo stesse chiedendo, Zoro non ha imparato a mettere i pannolini durante questa serata ma prima della nascita della bambina sì! E Killer ha accettato la proposta di Bonney e ne è stato estremamente felice!
Io ringrazio di cuore tutti quelli che hanno letto, seguito, preferito la FF e in particolare Luna, Sara, Pandiva e Zorina per le recensioni, l'entusiasmo e il supporto! Mi avete fatto arrivare in fondo a questa storia e non so davvero come ringraziarvi! 
Vi mando un mega bacio e alla prossima folle storia! 
Piper. 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3114133