Quattro morti di peste ed un matrimonio

di jomoon03
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione alle introduzione ***
Capitolo 2: *** Introduzione ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1: Tutti odiano Don Abbondio ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2: Hulk e Madre Teresa ***



Capitolo 1
*** Introduzione alle introduzione ***


INTRODUZIONE ALLE INTRODUZIONI

È verità universalmente riconosciuta che ogni Italiano abbia una conoscenza di base della trama dei “promessi sposi” di Alessandro Manzoni. La storia svolta in quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, è però molto più articolata di quanto una persona comune possa o voglia ricordare.  Nel mezzo del cammin di nostra vita ogni studente ha potuto constatare quanto lo studio di quest’opera sia sgradevole.  Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, tutti questi elementi si accavallano tra loro creando una gran confusione (si c’erano anche i cavalieri poiché, anche se il medioevo era passato la gente a cavallo andava comunque). Pertanto l’unica soluzione è ricorrere a comodi riassunti forniti da milioni di siti internet. Quello che proverò a fare è un riassunto che proverà a farvi avere almeno una sufficienza. Interessati? Non avevo alcun dubbio. Ebbene qui c’è il racconto capitolo per capitolo del romanzo più parodiato e conosciuto in Italia.
Pertanto cantami, oh wikipedia, dei contadini dall’ingegno non particolarmente aguzzo, dell’incomprensibile fiorentino e delle metafore di quest’opera. Cantami della Divina Provvidenza e delle ridicole rivoluzioni italiane, perché finché ci saranno interrogazioni che sembrano infinite, spiegazioni noiose e meccaniche e ore passate a studiare, libri della natura di questo non potranno non essere inutili.
 
 

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Capitolo 2
*** Introduzione ***


                INTRODUZIONE

La prima cosa che avete bisogno di sapere sui promessi sposi sarà difficile per voi da superare, pertanto ve lo dico subito così avrete tutto il tempo per assimilare il trauma: I promessi Sposi non comincia davvero con la frase “Quel ramo del lago di Como…”. Lo so siete disperati, la vostra infanzia è rovinata, tutto ciò in cui credevate è collassato ecc. ecc. Ma non piangetevi troppo addosso, prendetela come occasione per crescere e migliorare, comportatevi da adulti!
C’è un’introduzione al romanzo in cui l’autore cerca di spiegare alcuni punti del libro. Ma non perde occasione di vantarsi della sua stessa genialità, perché ben pochi scrittori sono capaci di non essere in pura adorazione di loro stessi. Quindi vi toccheranno una decina di pagine in cui Manzoni si esibisce nell'equivalente letterario dell’autoerotismo. E come fare questo senza far roteare gli occhi a chiunque lo legga? Introduce uno scrittore inventato di cui lui ha ritrovato il romanzo. E a pensarci è davvero geniale no? Puoi affidare ad un essere inesistente tutti gli errori, gli sbagli e i nomi che non ti venivano in mente, tanto sappiamo tutti che la critica lo capirà chi è il vero autore e vi additerà come genio per secoli. Insomma Manzoni usa il suo scrittore immaginario per sdoganarsi di parecchie colpe e per auto lodarsi sostenendo di aver migliorato molti punti e di aver scelto per esso una lingua adatta. Sulla questione linguistica Manzoni sostiene di aver usato il fiorentino per ragioni troppo complesse. Probabilmente ha solo usato la lingua che gli suonava meglio, ma perché interrompere il divertimento dei linguisti di tutto il mondo? Meglio pensare che ci siano profondi motivi per averlo scelto.
Manzoni usa l’introduzione per parlare di storia. Poiché lui è stato il primo a voler parlare di umili e non solo di re. State sicuri che Manzoni ti informerà della cosa molto chiaramente state tranquilli. Buona metà dell’introduzione è una scusa per parlare di quanto geniale sia questa idea e di quanto lui sia figo… cioè di quanto l’autore immaginario sia figo. “Evviva” direte voi. Ebbene urlate davvero evviva perché voi non avete dovuto leggerlo ma io sì.
Quindi con questa introduzione impariamo solo una cosa sui nostri protagonisti: che sono dei pezzenti. La trama immagino sia tutto da scoprire, come un profilo su un sito di appuntamenti. Ma diciamo la verità, non è rimasto molto da scoprire in un romanzo che ci è stato trasmesso probabilmente nell'utero.
Quindi no, gli alieni non rapiranno Lucia, Renzo non è un lupo mannaro e Lucia non ha una gemella cattiva. Però a fine libro saprete come allungare un discorso su qualcosa di inutile fino a farlo durare più di cento pagine, il che è più sempre un talento.
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 1: Tutti odiano Don Abbondio ***


CAPITOLO 1
Tutti odiano Don Abbondio

Avete presente quei paesini dimenticati dalla connessione internet in cui i vostri genitori vi trascinano in vacanza quando siete stati particolarmente cattivi? Quelli in cui vivono solo tre vecchiette, quattro cani e due vagabondi? È esattamente in uno di questi paesini che si svolge la nostra storia. Una località così sfigata che neanche il lago di Como ci passava, preferiva mandare un solo ramo (probabilmente quello più sfigato che perdeva a sasso- carta- forbice).
Ovviamente in un paesetto da nulla viveva un bel po’ di gente da nulla. E parlando di gente da nulla introduciamo Don Abbondio. Don Abbondio aveva capito molto cose delle vita: non litigava con nessuno, non aveva principi e si era fatto prete per tre pasti al giorno ed una domestica. Insomma viveva un sogno. Manzoni lo odiava. Ben più di tre pagine sono dedicate a quanto Manzoni odiasse quel prete che passava di lì per caso. Capirete che dopo tre pagine Don Abbondio non sta tanto simpatico neanche a me. In breve questo sfigatello camminava in una stradinetta leggendo i salmi (al tempo si poteva perché nessuno aveva ancora inventato i lampioni contro cui sbattere, o forse esistevano già ma in solo nelle grandi città, indagherò) Quando incappò nei Bravi. Chi sono i Bravi? Potrei dirvelo nei dettagli aggiungendo anche i cenni storici, ma d’altra parte voi potreste leggere il libro. Fatevi quindi bastare il fatto che i Bravi erano una gang di motociclisti senza motocicletta. Giravano con un pugnale, uno spadone e dei baffetti alla Zorro che erano ridicoli pure nel ’68, ne sono convinta. Comunque i Bravi si accostarono a Don Chissenefrega e con grazia ed eleganza gli dissero che “Questo matrimonio non sa’ da fare”. Per matrimonio si intende quello tra Lucia e Renzo, se non lo sapevate siete una vergogna per la comunità e chiaramente non avete vissuto in Italia. Piccolo spoiler: alla fine il matrimonio si farà ma questa unica frase è più famosa del matrimonio in sè. Diciamo quindi che i Bravi hanno avuto una rivincita nel campo del Fort Leben (cercate sul vocabolario che significa, tanto lo so che non lo sapete).
La gang minaccia il vaso di terracotta (si perché a quanto pare questo era Don Abbondio. Ricordatevi bene questa metafora e tatuatevela dietro al collo perché ve la ricorderanno spesso) dicendo di lavorare per Don Rodrigo, che sarà il vostro principale cattivo durante la durata di questi 38 capitoli. Dove queste allegre esortazioni i Bravi se ne vanno schioccando le dita e facendo giravolte (dovete immaginarli esattamente come se fossero una gang dei musical perché è quello che sono, notizia 100% accurata, chiedete a chi volete).
Spaventato e confuso dalle giravolte il Don torna a casa sua dove lo accoglie la sua cameriera gratuita, arrivata a quarant’anni single per scelta… degli altri secondo le sue amiche (belle amiche aveva!). Ovviamente come ogni donna che non ha una relazione dai tempi dello sbarco in America la domestica (che si chiama Perpetua, da cui prendono il nome tutte le cameriere dei preti, lo so che siete sempre stati tormentati dal non saperlo, pertanto ho deciso di salvarvi dalla vostra ignoranza) pretende di sapere ogni dettaglio della vita del suo datore di lavoro dicendosi una persona che sa mantenere i segreti. Don Abbondio non le ride in faccia ma poco ci manca. Comunque visto che aveva solo lei con cui parlare le confessa della minaccia della gang e la povera donna rimane traumatizzata a vita. Realizza poi che effettivamente è l’unica cosa vagamente interessante mai successa in quel buco più o meno vicino al lago di Como e sbatte ripetutamente la testa contro un muro perché ha promesso di non dirlo a nessuno.
Intanto Don Abbondio si lamenta. Si lamenta delle coppie, si lamenta dei signorotti che non lo capiscono e si lamenta del suo lavoro. Si lamenta così tanto che persino l’autore ha sentito il bisogno di chiudere il capitolo e passare ad qualcos’altro.

IN CONCLUSIONE: in realtà Don Abbondio non era altro che un adolescente incazzato con tutti ma che passa comunque la giornata a dormire sul divano senza far niente.

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Capitolo 4
*** Capitolo 2: Hulk e Madre Teresa ***


CAPITOLO 2
HULK E MADRE TERESA
Il principe di Condè dormì tranquillamente la notte prima di una battaglia. Don Abbondio non dormì la notte dopo le minacce subite cercando di trovare un modo per non sposare i due deficienti che andremo poi ad incontrare proprio in questo capitolo. Probabilmente il principe di Condè aveva sonniferi migliori. Comunque saltiamo al mattino seguente, dove Renzo decide di recarsi dal curato per sistemare quello che crede siano le ultime pratiche (povero ingenuo!). Lorenzo, detto Renzo perché Lorenzo e Lucia suonava male, è il protagonista maschile di questo romanzo. Come ogni protagonista maschile che si rispetti era orfano, non così povero da essere rachitico ed aveva seri problemi di controllo della rabbia.
Arrivato dal prete il caro Don comincia ad inventare scuse su scuse per rimandare il matrimonio. I due cominciano a discutere e Don Abbondio fa quello che ogni persona fa quando non sa cosa rispondere: comincia a sparare citazioni latine a caso sperando che l’altro non capisca. Ma Renzo non ha tempo per queste stronzate in latino. Ha ovviamente fatto lo scientifico. Comunque, poco convinto dalle due parole in croce smozzicate, Renzo va a cercare di capire che cosa sta succedendo spettegolando con Perpetua. Indovinate che fa la povera domestica con dubbi gusti in fatto di amicizie? Gli dice tutto. Complimenti Perpetua, 10 e lode. Renzo allora passa da contadino sfigato ad Hulk. È così incazzato che rientra a casa del prete senza neanche sfregarsi i piedi sul tappetino. Urla, minaccia di ammazzare tutti, rovescia una macchina, insomma le solite cose. Dopo un po’ si riprende, raccoglie i vestiti che si era strappato per enfasi, chiede scusa e va a dare la notizia alla non più quasi-moglie.
Sparito Renzo Don Abbondio chiama Perpetua e la accusa di aver detto tutto. Perpetua nega. In fondo lo sappiamo tutti che è stata la sua gemella maligna, Peppina.
Tornando a Renzo, che è pur sempre il protagonista, egli camminava incazzoso per la via riflettendo sulla condizione umana (era un contadino molto acculturato e profondo lui, quanto realismo, quanta sincerità!). Arrivato a casa di madama Lucia veniamo prima introdotti a Bettina, una bimbetta spastica, l’unica bimba che quando ci sono i matrimonio pensa al sogno d’amore realizzato e non al buffet. Comunque Lucia è il prossimo personaggio a cui si viene introdotti. Sei personaggi e una menzione del cattivo prima della protagonista femminile. Un applauso. Comunque presentiamo Lucia, a cui nessuno dava soprannomi. Lucia Mondella era una brava ragazza. Una di quelle che al confronto garantiscono un posto all’inferno a Madre Teresa. Aveva i capelli neri e a quanto scopriremo negli ultimi capitoli non era poi una gran bellezza. Ma era bella dentro. Così bella che i suoi polmoni erano apparsi sulla copertina di “Victoria’s secrets”.  Era ovviamente circondata dalle sue amiche e dalla madre Agnese, che come ogni reality sulle spose ci insegna sono più coinvolte nel matrimonio dell’attuale sposo.
Renzo prende da parte Lucia e Agnese e spiega l’intera faccenda. La cara Lucia si dispera, ma non si sorprende perché era da un po’ che sapeva che Don Rodrico voleva farle cose indicibili. Dirlo prima Lucy? (Visto che nessuno le ha dato un soprannome glielo do io). Quindi Lucy manda via le tizie con la scusa che il prete è malato. In realtà lei, Renzo e mammina dovevano trovare un modo per non buttare tutti i soldi che avevano perso per organizzare il matrimonio e che speravano di riavere grazie alla lista nozze.
Il capitolo si conclude con le amiche di Lucia, se ne vanno pensando a vari modi di rendere la storia più interessante, tra cui: lo sposo è gay, Lucia è incinta del prete. Il prete in realtà è un vaso di terracotta e non una persona capace di respirare e celebrare una messa.

IN CONCLUSIONE: non c’è un personaggio femminile in questo libro che abbia amici decenti.
 

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