Midnight Express

di Corvero
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una notte molto fredda ***
Capitolo 2: *** Not in Winsconsin anymore ***



Capitolo 1
*** Una notte molto fredda ***


WISCONSIN

"Tutti in carrozza, signori e signore! Tutti in carrozza!" annunciò Graheme, agitando le braccia e giocherellando con il suo fischietto da capotreno. I pochi passeggeri si affrettarono a salire sul malconcio treno diesel. La locomotiva sbuffava e gemeva come un vecchio tubercolotico.

Salendo a sua volta nella prima carrozza, Graheme si strofinò le mani e soffiò sui suoi pesanti guanti neri. Il freddo polare di mezzanotte era letale nel Wisconsin, specialmente in quella stagione. Graheme si chiese, e non per la prima volta, chi lo avesse spinto ad accettare quel maledetto servizio notturno sull'unica tratta ferroviaria in servizio quella notte su quella linea.

Prima di effettuare il solito giro per il controllo dei biglietti Graheme prese lo specchietto che teneva nella sua borsa e si controllò capello e divisa. Erano perfettamente puliti, ed evidenziavano il suo volto autorevole e ancora privo di rughe o quasi. Graheme sorrise. Non era da tutti arrivare a sessanta anni e dimostrarne ancora al massimo cinquanta.

Inspirando profondamente, Graheme si concesse alcuni secondi per ripensare al litigio che aveva avuto con Selene. Nonostante avesse passato la cinquantina, sua moglie era ancora una bella donna, e Graheme era ancora geloso degli uomini affascinanti e colti che Selene incontrava, lavorando all'Università. "Ridicolo" mormorò a sè stesso Graheme "geloso a sessanta anni..non sei più un ragazzino". Si promise mentalmente di scusarsi con Selene una volta finito il viaggio, e incamminò verso la seconda carrozza.
************

La ragazza bionda sedeva nel sedile centrale della quinta carrozza, sprofondata nella lettura di un saggio dal titolo in tedesco. Luke sistemò la sua valigia e le rivolse un sorriso, che venne ricambiato da una occhiata sdegnosa.

"Freddina, la bionda" pensò Luke, sistemandosi i capelli, lisciandosi il biglietto e strofinando le mani sul suo sedile. "Si intona al clima" scherzò mentalmente. Luke era fatto così: non c'era praticamente fine alle sue battute senza senso e pochissime cose avevano il potere di abbatterlo.

Si guardò attorno: non c'erano altri passeggeri, a meno di non contare l'uomo accasciato nel sedile d'angolo, che, come si poteva facilmente capire dalla sua posa e dal cappello calcato sul volto, era fra le braccia di Morfeo e sarebbe rimasto nel mondo dei sogni ancora per molto tempo.

"Freddo glaciale, vero?" annunciò Luke alla ragazza, che si limitò ad alzare le sopracciglia. "Mi chiedo come mai non abbiano acceso il riscaldamento...dopotutto siamo clienti paganti, e il biglietto non era certo a buon mercato" continuò Luke, sbirciando la ragazza e tentando di cogliere ed incentivare ogni eventuale cenno di interessamento. La ragazza non rispose nè si mosse.

"Va a finire sempre così" si lamentò mentalmente Luke "Parlo, parlo e non mi degnano di uno sguardo..più sono belle meno ti calcolano". Luke sospirò. "Però anche io sono proprio furbo...sto qui a tentaredi fare conversazione sul tempo. Accidenti alla mia linguaccia, sono proprio senza speranze".

Marie, la ragazza bionda, alzò gli occhi al cielo. Perchè doveva essere sempre circondata da scocciatori? Perchè i passegeri dei treni non potevano essere tutti come l'uomo addormentato nell'angolo? "
"Se mi parla ancora del tempo, giuro che vomito" pensò Marie, alzando il libro sulla psicoanalisi che stava fingendo di leggere fino a nascondere il suo volto.

"Biglietti, prego" annunciò Graheme, entrando nella carozza e squadrando Luke e Marie. "Non avrei nemmeno avuto bisogno di controllare. Chi salirebbe senza biglietto su un treno come questo e sopratutto in una notte come questa? E' già incredibile che ci siano passeggeri paganti..." pensò Graheme, mentre Luke si affannava a frugare nel suo portafogli e Marie riponeva per un attimo il suo libro, porgendo a Graheme il suo biglietto.

Luke fece un sospiro di sollievo. Il biglietto era in tasca, proprio dove avrebbe dovuto essere. Mentre Graheme controllava il documento di viaggio di Marie, ringraziandola, Luke fece del suo meglio per lisciare il suo biglietto, che,spiegazzato com'era, somigliava più a un fazzoletto usato che un documento.

Graheme alzò leggermente gli occhi al cielo e afferrò il biglietto stropicciato che Luke gli stava porgendo. Il sorriso di scusa del ragazzo era però così sincero che Graheme non se la sentì di rimproverarlo.

"Biglietti, signore" esclamò poi il capotreno, posizionandosi davanti all'uomo con il cappello calato sul volto. L'uomo non rispose."Completamente andato" commentò mentalmente Graheme. "Biglietti, prego, signore" ripetè a voce più alta. L'uomo continuò a non rispondere e a non muoversi dalla sua posizione.

Marie era tornata a sprofondarsi nel suo libro, senza realmente riuscire a concentrarsi sulle scritte che le danzavano davanti agli occhi. "Se almeno non fossi stata così orgogliosa.." si lamentò con sè stessa. "Potrei essere a Buffalo a casa di Jim, e non qui a congelarmi mentre cerco di rintracciarlo e di farmi perdonare..."

"Sonno pesante...forse dovremmo mandare la signorina a svegliarlo" commentò in tono allegro Luke. Marie e Graheme lo scrutarono: la ragazza appariva infastidita, il controllore stanco e leggermente innervosito. "Stupido! Perchè hai parlato?" ripeteva a Luke quella vocina severa che il ragazzo ascoltava di rado.

"Signore,si svegli, per favore." insistette Graheme, scuotendo delicatamente la spalla dell'uomo apparentemente addormentato. Il cappello scivolò improvvisamente giù dal volto dell'uomo, e il controllore emise un urlo soffocato.

Stupefatti, Marie e Luke si voltarono verso l'uomo, e urlarono a loro volta: Luke per un paio di secondi, Marie per un istante, prima di portarsi una mano alla bocca.

L'uomo nel sedile d'angolo era chiaramente morto: nessuno poteva avere quel colorito bluastro ed essere ancora vivo. Ma a rendere la scena ancora più inquietante c'era un pezzo di carta infilato nella bocca semichiusa del morto.

"Chiamiamo..facciamo..avvertiamo qualcuno!" mormorò fra sè e sè Luke, scrutando nervosamente Graheme e Marie. Il capotreno continuava a scuotere la testa, incredulo, mentre Marie si strofinava gli occhi e tentava di calmarsi, inspirando profondamente.

"Che facciamo?" si chiese a voce alta Luke, alzandosi in piedi di scatto. "Che cosa dobbiamo fare?" si mise ad urlare. Marie dondolava avanti e indietro, sbattendo gli occhi. Fu Graheme a riprendersi per primo. "Parlerò con il macchinista, gli dirò di fermarsi alla prossima stazione." proclamò con la voce che gli tremava, tentando inutilmente di rassicurare i due passeggeri.

"Non è vero" esclamò Marie scuotendo la testa "Non può essere vero, è un falso, una candid camera, o magari uno scherzo..." Graheme inspirò profondamente e posizionò due dita sul collo del morto sconosciuto. "E' veramente andato" annunciò in tono tetro. Proprio in quel momento il cadavere sussultò. Marie urlò, terrorizzata. "Non è nulla..è l'ultima contrazione prima del rigor mortis..." riuscì a balbettare Luke, tranquillizzandola solo in parte.

Il foglio di carta precipitò dalla bocca dell'uomo al pavimento, ma nessuno se ne accorse. "Oh mio Dio" ripeteva Graheme fra sè e sè "Oh mio Dio.." "Si riesce a capire come..come mai è morto?" si informò Marie, deglutendo vistosamente.

Lukw scosse la testa, alterttanto sconcertato. "Devo andare la notizia al macchinista. Voi due restate qui" ordinò Graheme ai ragazzi. Luke e Marie si scambiarono un'occhiata preoccupata.
*******

Graheme si precipitò fuori dalla carrozza, inspirando affannosamente nel tentativo di rallentare il cuore. Come diavolo aveva fatto Thompson Hardy, l'uomo di cui lui era geloso, a materializzarsi, morto, sul suo treno? "E' un incubo..non può essere altro che un incubo, ora mi tiro un pizzicotto e mi sveglio!" si ingiunse mentalmente.

Graheme prese la pelle del suo braccio fra pollice ed indice, senza ottenere alcun effetto. La carrozza rimase dietro di lui, reale come la sua mano, o il suo viso. Non era un sogno. "Che cosa devo fare adesso? Fare fermare il macchinista nella prossima stazione? Chiamare la Polizia Ferroviaria? Avvertire la stazione più vicina?" si domandò, mentre il suo cuore ricominciava a battere furiosamente.

*******
"Dovremmo coprirgli il viso." continuava a ripetere Luke, strofinandosi maniacalmente il pizzetto. Marie fissava il cavere, come ipnotizzata.

"E' il professor Hardy!" urlava una voce nella testa di Marie "Che cosa ci fa qui?" . Marie ripensava ai complimenti pesanti del suo professore, e al litigio che aveva avuto solo una settimana prima con quell'uomo che ora era lì davanti a lei, morto stecchito.

"Hardy! E' Hardy! Gli dovevo dei soldi, maledizione!" strillava la voce di Luke nella sua mente. Non aveva mai restituito il prestito che quell'uomo gli aveva fatto: i soldi erano finiti in investimenti sbagliati e in scommesse perse. "Che razza di situazione è questa?" pensò Luke, tentando di controllare il suo respiro, che era ormai divenuto affannoso come quello di un maratoneta al termine di una gara.

*******
Il telefono di Graheme emetteva solo fruscii e fischi incomprensibili. Irritato e spaventato, il capotreno si diresse rapidamente verso la locomotiva. "Parlerò con i macchinisti..li farò rallentare..sistemerò tutto.." si promise mentalmente Graheme, aprendo con le sue chiavi speciali il pesante portellone che separava la locomotiva dal resto del treno.

All'interno della locomotiva lo attendeva uno spettacolo se possibile ancora più raccapricciante del morto nella carrozza cinque: la locomotiva era vuota. Non c'era nemmeno la minima traccia dei macchinisti.

Terrorizzato, Graheme si preciptò sulla leva del freno di emergenza e la tirò con tutte le sue forze.

********
Luke e Marie non osavano muoversi. Il ragazzo si mordeva nervosamente le unghie, mentre la giovane donna fissava il vuoto, come paralizzata. Lo stridio dei freni del treno li fece sobbalzare.

"Cosa è stato? " si chiese Luke, tentando di scorgere qualcosa nell'oscurità totale fuori dai finestrini. "Siamo fermi..ma perchè? Che cosa è successo? Non ci sono stazioni qui!" continuò Luke.

"Siamo fermi?" sussurrò Marie, rivolgendo a Luke un'occhiata impaurita. "Era il freno d'emergenza, se non sbaglio..." continuò Luke. "Ma perchè-"

"Sono stato io" lo interruppe Graheme, rientrando nella carrozza e facendolo urlare per lo spavento. "Il treno..non ci crederete, ma noi tre siamo gli unici rimasti...". Le occhiate sconvolte di Luke e Marie non lo fermarono. "Siamo soli..." concluse Graheme, sedendosi su un sedile e togliendosi il cappello da capotreno.

"Soli?  Come è possibile? Tutti gli altri passeggeri e i macchinisti...dove sono?" mormòrò nuovamente Marie. "Non lo so...davero, non lo so. Ora scendo e vado a cercare aiuto.." rispose Graheme in tono nervoso, avvicinandosi alla porta che separava la carrozza dal resto del mondo. Tirò la leva di apertura una volte, poi ancora, sempre più forte. "E' bloccata.." annunciò incredulo. Marie e Luke lo fissarono, sconvolti.

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Capitolo 2
*** Not in Winsconsin anymore ***


IL TRENO

"Come sarebbe a dire prigionieri?" si lamentò Luke, cominciando a battere i denti " Non si può alzare il riscaldamento? Sto congelando!" Marie si alzò improvvisamente in piedi e si tuffò sulla porta della carrozza, tirando la leva d'uscita con tutte le sue forze, senza successo.

"Il riscaldamento...dovremmo entrare in sala macchine" rispose Graheme dopo alcuni secondi. "Non c'è nessuno lì dentro.." concluse in tono cupo. "Bene, allora andiamo, no?" propose Luke "Se non possiamo uscire subito, cerchiamo almeno di stare più al caldo."
"Per conto mio voglio solo scendere da questo maledetto treno" annunciò Marie, disgustata. "E fare causa alle Ferrovie" si promise mentalmente. "La porta è bloccata" gli ricordò Graheme. Luke, facendo finta di non sentirlo, diede una spallata alla porta, riuscendo solo a farsi del male. "E' davvero bloccata" si lamentò. Graheme lo fissò freddamente. "Pensavate che scherzassi?" li rimproverò. "Potremmo aprirla con il meccanismo di sblocco, ma qualcuno deve rimanere qui e tenere la leva abbassata mentre gli altri escono..."

"Voi non mi lascerete qui con un cadavere!" lo interruppe Marie. "Tu" aggiunse, indicando Luke "ti pace fare il cavaliere, vero? E allora rimarrai qui e dimostrerai di essere utile aprendo quella porta" concluse, cercando di dare allo suo voce un tono meno nervoso e più autorevole. "Senti, bellezza, io ho cercato di essere gentile con te e mi ricambi così? Sei nata così acida o ti ci hanno allevato?" sbottò Luke, avvolgendosi nel suo cappotto. Marie rimase stupefatta dalla reazione di Luke, non meno di quanto Luke stesso fosse sorpreso dalle parole che aveva appena pronunciato.

"Non c'è ragione di litigare" lo interruppe Graheme, che sembrava avere riguadagnato parte della sua calma. "La azionerò io." Marie annuì con convinzione, rintanandosi nel suo sedile lanciando uno sguardo sprezzante a Luke. Il ragazzo, però, non se ne accorse: sembrava eccitato da una idea improvvisa."Nessuno di voi ha un telefonino?" chiese ai suoi compagni di viaggio. "Chiamiamo il pronto intervento, almeno qualcuno ci dirà cosa possiamo fare"
Il volto di Marie si illuminò per la prima volta. "Certo!" esclamò, afferrando la sua borsetta come un naufrago alla diperata ricerca di un approdo. Senza aspettare un secondo Marie digitò il 911, mentre Luke e Graheme attendevano eccitati. "Dai, suona, maledizione, suona..." mormorò Marie dopo alcuni secondi. "Non risponde" si lamentò , rimettendo il cellulare nella sua borsetta "Non c'è ricezione..." Luke sprofondò nel suo sedile, tenendosi la testa fra le mani.

"Sentite" propose Graheme "la vista di quel...cadavere ci sta innervosendo tutti. Direi di trasportarlo nella carrozza bagagli, almeno finchè non riusciamo a trovare qualcuno, o un modo per uscire da qui..o, qualcosa insomma" Luke e Marie annuirono. "Non contate su di me per trasportarlo, però!" rispose Marie. "Non toccherei quel cadavere nemmeno con un bastone..."

"Servono due persone per spostare un cadavere. Putroppo la scelta è fra trasportare il morto e rimanere da sola nella carrozza" le ricordò Graheme. Marie si morse le labbra. "Verrò con voi, ma non intendo toccarlo..." propose. Graheme annuì e fece un cenno a Luke "Apri la porta sul corridoio" gli ordinò.

Luke afferrò la maniglia e tentò di fare scivolare la porta sul corridoio, incontrando una inaspettata resistenza "Non si apre" si lamentò. Graheme gli fece cenno di tornare a sedersi e afferrò la maniglia sua volta. "Non è possibile, sono entrato da qui un minuto fa!" esclamò, quando si accorse che i suoi sforzi erano inutili. "E io che ti avevo detto? Non si apre!" rispose Luke, incrociando le braccia.

"Questo significa che dobbiamo rimanere qui..con lui?" urlò Marie, indicando il cadavere e rabbrividendo. "Io non ci penso nemmeno..rompete i finestrini!" "La compagnia li detrarrà dal mio stipendio, signorina, e a me quei soldi servono..." replicò Graheme. "Beh, ma questa è un'emergenza. Pagherà l'assicurazione.. e noi dovremo anche essere risarciti, no?" soggiunse Luke.

Graheme annuì debolmente. "Forse possiamo usare qualcosa per coprirlo...una giacca magari" suggerì. "Non pensate neppure di lasciarlo qui! Lo sposterete via, e alla svelta!" disse Marie con voce stridula. "E come facciamo ad uscire senza rompere qualcosa, poi? E' tutto bloccato!" specificò Luke.

"Il servizio ferroviario..." si ricordò Graheme, schioccando le dita "vedranno un treno fermo su questa linea, interromperanno il traffico e manderanno una squadra a spostarlo...arriveranno presto!" "Il traffico?" escalamò stupito Luke "Intendi dire che c'è il rischio che un altro treno ci piombi addosso?" si informò, battendo i denti per il freddo e il terrore.

"Non fino alle sei di domattina... comunque ci hanno visto di sicuro, controllano tutte le linee, si accorgeranno subito di un treno fermo, sono professionisti" spiegò Graheme. "E se non si accorgono?" insistette Luke "Se non si accorgono cosa succede? Finiamo tutti schiacciati in un bell'incidente ferroviario?"

"Mi fate venire il mal di testa!" si lamentò Marie. "Tu" continuò, indicando Luke "rompi i finestrini, visto che il nostro amico ha paura di perdere lo stipendio...! Luke annuì e provò ad infrangere il vetro dei finestrini con un pugno. "E' difficile" si lamentò.

"E' più che difficile, è impossibile!" specificò Graheme "Ti servirebbe qualcosa di più robusto delle tue mani..un bastone, o un ombrello...ma perchè non aspettiamo i soccorsi senza rompere nulla? Così non rischieremo nemmeno di farci male con le schegge..."

"Senti, se tu vuoi mantere il tuo treno in ottime condizioni, fai pure!" lo rimbeccò Luke. "Io voglio uscire!" "E' pazzesco..pazzesco..una situazione assurda..bloccati in una carrozza ferroviaria con un cadavere..." mormorava Marie, allontanando lo sguardo dal corpo senza vita ancora appoggiato al sedile. "E' un incubo..." concluse, mordendosi le labbra e guardando nel vuoto.

Luke afferrò il suo zaino, aprendolo all'improvviso e rovesciandone il contenuto sul pavimento. Afferrò una torcia elettrica con aria soddisfatta e si avvicinò ai finestrini, sventolandola come una clava. L'impatto della torcia contro i finestrini non fece neppure il minimo rumore. "Di cosa sono fatti i vostri finestrini, diamante?" si lamentò con Graheme. "Forse sei tu a non essere abbastanza forte" suggerì Marie in tono velenoso.

Offeso, Luke fece oscillare la torcia di nuovo e la scagliò con forza contro un finestrino, ancora senza ottenere risultati. La torcia si limitò a cadere ai suoi piedi. "Che diavolo..." commentò, cercando di osservare il finestrino più da vicino. Non si era nemmeno piegato. "Grandioso, non si esce nemmeno in questo modo..." commentò Marie, alzando gli occhi al cielo.

Graheme, nel frattempo, aveva rimesso il cappello sulla testa del morto. "Cosa fai?" gli chiese Marie, sconcertata. "Almeno così non saremo più costretti a vederlo" spiegò Graheme. "Tiralo giù da quel sedile!" sbottò Marie, irritata. Luke si voltò verso i suoi due compagni di sventure, sconsolato. "Non c'è modo di rompere quei finestrini, o almeno, io non riesco a trovarne uno.."

"Non riesco a crederci..." sussurrò sarcasticamente Marie. Graheme afferò lntamente i pedi del cadavere, preparandosi a farlo scivolare verso il basso. Proprio in quel momento, però la carrozza riprese a muoversi e Luke cadde sul pavimento.

"Che cosa succede?" esclamò Marie, incredula. Il volto di Graheme era una maschera di orrore. "Non ho incontrato nessuno..non c'era nessuno in tutto il treno" mormorò. "Forse il centro di sicurezza cui parli ha mandato qualcuno..." esclamò Luke, sedendosi di nuovo. "Non è possibile..avrebbero controllato le carrozze" replicò Graheme.

"Forse, allora, i macchinisti c'erano, e tu non li hai visti" suggerì di nuovo Luke, mentre Marie scattava e in piedi e si avvicinava alla porta urlando "Ehi! Ci sentite? Siamo qui! Questa carrozza non è vuota! Siamo qui!" . Luke incominciò ad urlare a sua volta. "Ehi! C'è nessuno! Siamo qui, aprite la porta!"

Graheme si sedette, stupefatto. I macchinisti non c'erano, ne era sicuro, e non era possibile che un salvatore non avesse controllato la loro carrozza prima di mettere in movimento il treno..ma allora, chi o che cosa stava guidando il convoglio?

"Siamo qui! Siamo qui!" continuarono ad urlare Luke e Marie, battendo piugni sulla porta che dava sul corridioi, senza ottenere risposta. Il treno, anzi, fece un balzo e iniziò a correre sempre più velocemente. "Non è possibile..chi è il pazzo che sta guidando?" si chiese Graheme, quasi paralizzato dalla paura, dal freddo e dallo stupore.

"Niente..non rispondono..." concluse Luke, allontanandosi dalla porta. "Sono dei pazzi, chiunque essi siano!" urlò Graheme alzandosi in piedi. Marie e Luke lo guardarono stupefatti. "Fra due miglia c'è una curva a gomito molto stretta. Se ci arriviamo a questa velocità, deraglieremo!". Inorridita, Marie tempestò di pugni i finestrini, afferrando la torcia e scagliandolo contro i vetri più volte. "No!" la bloccò Graheme. "A questa velocità non possiamo saltare, ci uccideremmo! Cerchiamo piuttosto di abbattere la porta sul corridoio!" propose.

Luke e Marie annuirono e comiciarono a dare spallate alla porta, che non si mosse. I due non erano coordinati e finirono per intralciarsi, cadendo a terra. Graheme li superò di corsa e si tuffò sulla porta, usando tutto il suo peso per tentare di scardinarla. Non ottenne nulla, se non un dolore atroce alla spalla. Il treno aumentò ancora la velocità.

Mugolando di dolore Graheme cominciò a picchiare violentemente i pugni sulla porta. Luke e Marie cercavano di aiutarlo, ma ogni sforzo da parte loro sembrava solo far aumentare la velocità del treno. "Quanto..quanto tempo abbiamo?" piagnucolò Luke, torcendosi le mani indolenzite. "A questa velocità, meno di due minuti!" gli rispose Graheme, continuando a prendere a spallate la porta. Marie roteava le braccia, cercando di darsi forza e di picchiare sulla porta.

I tre si affollarono davanti alla porta, intralciandosi, sbagliando i colpi, finendo per picchiarsi a vicenda senza riuscire nemmeno a fare socchiudere la porta. "E' inutile..non riusciremo più a fermarci" mormorò Graheme in tono calmo, ormai senza più speranze.
Marie si portò le mani alla bocca, mentre Luke piagnucolava: "Non posso morire...sono troppo giovane! Oddio, no..no..no"

Graheme si allontanò dalla porta, trascinando con sè anche Marie e Luke, spinto da un 'idea improvvisa. "Mettiamoci sotto i sedili..forse così sopravviveremo all'impatto!" urlò. Luke e Marie non si fecero pregare, e si accovocciarono sotto ai loro sedili, tenendosi la testa fra le mani.

Graheme fece lo stesso, preparandosi all'impatto e mormorando una preghiera. Luke aveva iniziato a piangere, mentre Marie sembrava paralizzata. Il treno continuò ad aumentare la sua velocità, sempre di più.

Un rumore di tuono e un lampo di luce bianca riempirono la carrozza, ma il treno non deragliò. Dopo il lampo, in realtà, non successe nulla. Il treno non aveva neppure rallentato. "Non è possibile..." commentò ad alta voce Graheme, stupefatto. "A questa velocità era impossibile non deragliare.."

"Forse mentre eravamo fermi qualcuno è sceso e ha mosso gli scambi.." suggerì Marie. Graheme e Luke si voltarono nella sua direzione, stupefatti. "Uscivo con un uomo appassionato di trenini elettrici anni fa" spiegò Marie, sorridendo nervosamente.

D'improvviso Luke si alzò in piedi ed emise un gemito. "Venite a guardare! E'...è...assurdo!" urlò. Marie e Graheme si alzarono a loro volta, inebetiti.

Fuori dai finestrini non c'era più il buio della notte del Wisconsin. Al suo posto, un sole innaturalmente grande rosso illuminava un paesaggio roccioso, privo di vegetazione. Era una vista infernale: rocce nere si intervellavano a fiumi di lava e a una successione di grigi lastroni lisci che si incastravano l'uno nell'altro come i pezzi di un puzzle colossale.

Marie e Graheme rimasero a bocca aperta davanti allla vista terrificante. "Dove..dove siamo?" balbettò la ragazza. Luke fece una risata isterica "Beh, di sicuro posso solo dire che non siamo più nel Wisconsin" le rispose, scuotendo la testa.

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