Moments

di Artemis Holmes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kamasutra ***
Capitolo 2: *** Bassifondi ***
Capitolo 3: *** Questione di destinatario ***
Capitolo 4: *** Test ***
Capitolo 5: *** Welcome to the world of… FANDOMS! ***
Capitolo 6: *** Pesce rosso ***
Capitolo 7: *** Furti pericolosi ***
Capitolo 8: *** Nozioni basilari ***



Capitolo 1
*** Kamasutra ***


John si godeva il meritato riposo della domenica mattina, gustandosi una tazza di tè e sfogliando le pagine del Daily Mail.
Sherlock se ne stava appollaiato sulla sua poltrona, sbuffando di tanto in tanto.
«E’ proprio necessario?»
«Che cosa?»
«Sbuffare così.»
«Mi annoio!»
 Il medico roterò gli occhi. Ci risiamo.
«Inventati qualcosa allora.»
Sherlock osservò John per qualche istante.
«Esco.»
Il detective si alzò dalla sua poltrona, afferrò il cappotto e uscì dall’appartamento.
John, scuotendo la testa, riprese a leggere il suo giornale. Ma chi me l’ha fatto fare?!
 
 

Erano passate circa un paio d’ore, quando Sherlock piombò nuovamente nell’abitazione.
«Dove sei stato?»
«In libreria.»
John lo guardò confuso.
«Tu in una libreria?! A fare cosa?»
Sherlock estrasse dalla tasca del cappotto un piccolo libricino.
«Mi annoiavo, così ho pensato di provare a leggere.»
«Fai vedere un po’!»
Il detective porse il libro a John.
Kamasutra.
«L’ho sfogliato mentre mi trovavo in taxi, ma non ho capito una cosa.»
Il medico sentì la gola seccarsi.
«John, potresti spiegarmi che cosa sia esattamente un sessantanove?»



 

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Capitolo 2
*** Bassifondi ***


Sherlock piombò improvvisamente nella stanza.
«John, c’è un problema! »
Il medico abbassò la finestra del suo blog sullo schermo del computer e si voltò verso il detective.
Nudo. Soltanto un piccolo asciugamano a coprirgli il pube; per il resto era completamente nudo.
John deglutì.
«Che genere di problema? »
Sherlock gli si avvicinò maggiormente.
«Un problema nei bassifondi. »
John sbatté più volte le palpebre, spalancando gli occhi, sicuro di non aver capito bene.
«Come scusa? »
«Abbiamo un problema nei bassifondi. »
John lo guardò confuso.
«Semmai “hai” un problema nei bassifondi. E perché lo dici proprio a me? »
Sherlock ghignò.
«E a chi dovrei dirlo?! »
Il medico sospirò, alzandosi in piedi.
«Senti, Sherlock, io non sono la persona adatta a questo tipo di problema… Non ho le competenze che servono…»
«Ti prego, John! Ci vorrà soltanto qualche minuto, niente di più! Sarà giusto per far ripartire le cose! »
Il medico era completamente in imbarazzo.
«Sherlock, io non me la sento di-»
Si interruppe, vergognandosi di quello che avrebbe voluto dire in seguito.
Sherlock roteò gli occhi e abbassò la testa.
«E va bene! Farò da solo. »
Il detective si voltò, deluso e sconfitto.
John sentì crescere dentro di sé un punta di rimorso. In fondo si tratta soltanto di “rimettere in moto le cose”… Che sarà mai?!
«Sherlock, aspetta! Dai, vieni qui. »
Sherlock si girò nuovamente e tornò da lui.
«Oh, molto bene John! Allora ti dò le istruzioni-»
«Sherlock, penso di sapere come si fa. Togliti l’asciugamano. »
Il medico si mise in ginocchio, sotto lo sguardo confuso di Sherlock.
«J-John, che cosa stai facendo? »
Il blogger sbuffò, stufo di tutta quella faccenda.
«Mi hai chiesto aiuto per un problema nei “bassifondi”, e allora ti aiuto. »
Sherlock sorrise.
«Infatti c’è un problema nei bassifondi: credo che i senzatetto a Oxford Circus non intendano più lavorare con me. Ti volevo chiedere se potevi andare a dare un’occhiata. »
John sbiancò. Ah, allora era di quello che Sherlock stava parlando! Merda!
Sherlock si voltò e si incamminò verso il bagno.
«Tranquillo, possono capitare degli equivoci. Soprattutto se si è ancora indecisi riguardo i propri gusti sessuali. »
«Io non sono gay, Sherlock! »



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Salve a tutti/e!
Non posso credere di aver scritto veramente questa flashfic... In ogni caso, grazie per aver letto questo mezzo sclero!
Vorrei assolutamente ringraziare Sofyflora98, skinplease e BlackCobra per aver recensito, spendendo un po' del loro tempo per una matricola come me, tutti coloro che hanno aggiunto questa raccolta alle storie seguite... e tutti coloro che sono passati a leggere.
Per chi fosse interessato, gli aggiornamenti saranno presumibilmente ogni due, tre giorni (a meno che non sia in vacanza, il computer sia guasto, sia stata rapita dagli UFO...)
Ancora tanti e tanti grazie! Alla prossima!

 

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Capitolo 3
*** Questione di destinatario ***


Sherlock era alle prese con uno dei suoi esperimenti: tentativo di interruzione del processo di rigor mortis all’interno di un cadavere.
Si apprestava a elencare gli ultimi sviluppi della sperimentazione, quando il suo cellulare prese a vibrare.
Mycroft?!
Osservò l’icona del messaggio.
Ah, non ha disdetto l’appuntamento dal dentista!
Premette sull’avviso di notifica.
Ho provveduto a far spostare il turno di notte a domani sera. Alle dieci a casa mia. Porta il costume, Greg. Ho una sorpresa. MH
Sherlock strinse gli occhi e un ghigno gli si dipinse sul volto.
 
 
« Sai, John, dovrei insegnare a Mycroft come si utilizza correttamente uno smartphone. »
Il medico smise di mangiare, guardandolo confuso.
« Perché? »
Sherlock sorrise.
« Diciamo che ha ancora dei problemi con l’inserimento dei destinatari dei suoi messaggi. »
John continuava a non capire.

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Capitolo 4
*** Test ***


John Watson non aveva mai avuto problemi d’insonnia, a parte dopo il suo ritorno dall’Afghanistan, ma la convivenza con Sherlock aveva risolto anche quello.
Quando dormiva non c’era modo di svegliarlo.
Sherlock non riusciva a capire come fosse possibile avere un sonno così pesante. Dunque aveva deciso di sperimentare fino a che punto John si potesse dire “morto” durante il sonno.
Da un paio di settimane lo sottoponeva, infatti, a vari test: aveva già tentato di svegliarlo con il suono del suo violino (e soltanto con le note più alte) nella stessa camera in cui dormiva il medico, aveva provato a punzecchiarlo, a fissarlo- pensando che, con la fastidiosa sensazione di essere osservato, il blogger sarebbe saltato giù dal letto-, a sbatacchiare i coperchi di due pentole (che erano di proprietà di Mrs Hudson, per la cronaca)  e a emettere strani versi vicino al suo orecchio.
Il risultato era stato a dir poco deprimente per il consulente, dato che John, in ognuna di queste occasioni, aveva continuato a dormire come un angioletto.
Poi, una notte, l’ispirazione aveva improvvisamente colpito il detective.
 
Era sgattaiolato dentro la stanza di John, poggiando a terra l’occorrente: un secchio riempito di acqua tiepida.
Facendo attenzione a non svegliarlo, Sherlock sollevò la mano del blogger, immergendola nel recipiente.
Dopodiché uscì dalla camera.
 
E dopo un po’…
 
«Sherlock! Vieni immediatamente qui! »
Il detective si precipitò nuovamente nella stanza di John.
«Sì? »
«Guarda!- indicò il lenzuolo all’altezza del suo basso ventre- E’ tutto bagnato! Dimmi che non è ciò che penso che sia…»
Sherlock finse di scrutare con interesse la zona indicata.
«Invece temo che sia proprio quello. Urina. »
«Già, e sai perché? Perché “qualcuno” mi ha immerso la mano in un secchio d’acqua mentre dormivo! »
Il detective rimase in silenzio per qualche istante.
«L’ho fatto per il tuo bene, John. »
Il medico lo guardò furioso e confuso.
«Come sarebbe a dire “l’ho fatto per il tuo bene”?! »
«Mentre dormi, su una scala da uno a dieci, sei morto quasi sei. »
«Sherlock! »

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Capitolo 5
*** Welcome to the world of… FANDOMS! ***


«John! »
Sentendo urlare il suo nome, il medico si precipitò in soggiorno.
«Che c’è?! » Domandò distrattamente.
Sherlock rimase in silenzio, e allora John lo guardò con più attenzione: seduto al tavolo, stava utilizzando il suo portatile- “Cambia la password- dicevano- Sherlock non indovinerà mai quella nuova!” Sì, come no?!-, come sempre, del resto; ma vi fu qualcosa nel suo coinquilino che insospettì John: lo sguardo spaventato e fisso a osservare lo schermo del PC e la bocca semischiusa. Sembra… spaventato! Ma com’è possibile?!
«Sherlock! »
Gli picchiettò per un paio di volte la spalla, continuando a ripetere il suo nome, finché il consulente non si ridestò da quell’inquietante stato di trans.
«Ho scoperto una cosa, John! Una cosa che… E’ troppo inquietante, John! Nemmeno il caso dell’elefante nella stanza…»
«Elefante nella stanza…» Iniziò a ripetere il blogger, estremamente confuso.
«Nemmeno la signora in rosa…»
«La signora in rosa…»
«Nemmeno Baskerville….»
«Baskerville…»
«Nessuno dei casi che abbiamo affrontato fino a ora è così orribile, John! »
Il medico scosse il capo, respirando profondamente. Devo stare calmo. Qualunque cosa sia, devo stare calmo. Affronteremo anche questa… Devo stare calmo.
«Sherlock, calmati, per favore. Inspira ed espira, da bravo! »
Il detective fece come aveva detto John senza protestare, segno che doveva essere molto più scosso di quanto non fosse mai stato, pensò il medico.
«Adesso, con calma, spiegami quello che è successo. »
Sherlock lo guardò dritto in faccia, gli occhi sgranati, e deglutì.
«Ho visto cose, John… Cose che i normali esseri umani non possono nemmeno immaginare! »
John sospirò.
«Che cosa hai visto, di grazia?! » La solita drama queen!
Sherlock scattò in piedi, afferrando il computer e porgendolo con ben poco tatto al blogger.
«Ecco! Guarda tu stesso e dimmi se non è roba da pazzi! »
John, reprimendo la rabbia spontanea che gli stava salendo, dato che Sherlock gli aveva quasi tirato il suo PC nuovo, gettò un’occhiata allo schermo.
E che sarà mai?! Tanto lunga ce la sta fac- Oh mio Dio!
Senza pensarci due volte, lanciò il computer alla cieca, che finì fortunatamente sulla sua poltrona.
«E’ terribile, Sherlock! E’… è… agghiacciante! »
Gridò.
«Te lo avevo detto! Le finestre, è colpa delle finestre! »
«Sì, è di lì che ci hanno visti! Chissà che cosa avranno pensato! Oh mio Dio! »
«John, presto! In cucina non ci sono finestre! »
E così Sherlock e John si precipitarono in cucina, attenti a chiuderne bene la porta.
 
Intanto, sullo schermo del computer, ancora illuminato, si leggeva un titolo a caratteri cubitali:
The love story between Hat-Man and Robin.
 
Troppo tardi per Sherlock e John: i mondo dei fandom e delle slash aveva deciso di impadronirsi anche di loro, e quando avviene ciò, non c’è più via di scampo. Per nessuno.

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Capitolo 6
*** Pesce rosso ***


Sherlock non era mai stato un tipo amante degli animali: da bambino aveva avuto un cane, Barbarossa, ma a parte quel meraviglioso esemplare di Cocker Spaniel Inglese non ne aveva mai avuti. E nemmeno voleva averne! Li considerava una perdita di tempo e d’intralcio, dato che si deve essere sempre pronti a prendersene cura, e con la vita movimentata e sregolata che conduceva, il consulente non poteva decisamente prendersi un incarico come quello.
 
Per questo quando, al luna-park con John e Jennifer, la nuova fiamma del medico, aveva accidentalmente vinto un pesce rosso al gioco delle anatre, si mostrò restio a portarselo al 221B di Baker Street.
«Posso tenerlo io, se vuoi. » Gli propose la ragazza di John.
Sherlock, allora, la squadrò dall’alto verso il basso e poi dal basso verso l’alto, con il suo solito sguardo altezzoso- che includeva, certamente, il sopracciglio alzato e gli occhi assottigliati-.
«No, grazie. Andiamo, John. »
Il blogger lo aveva guardato stupito e confuso.
«E il pesce? Non vorrai tenerlo, spero! »
Il consulente gli sorrise beffardo.
«Ovviamente sì, John. »
E si incamminò verso l’uscita del luna-park.
 
Due giorni dopo, il pesce era ancora vivo e vegeto nell’ampolla di vetro sul mobile della cucina, fatto che sorprese piacevolmente John.
«Non lo stai facendo accudire da Mrs Hudson, vero? »
«No, John. »
«Allora i miei complimenti, Sherlock! Non ti facevo così… materno! Soprattutto con un pesciolino rosso! »
«Sono un uomo dalle mille risorse, dovresti saperlo. »
Il medico rise di gusto.
 
Ma forse John aveva sbagliato a cantare vittoria così presto.
Il mattino seguente, mentre stava facendo il tè per sé e per Sherlock, quest’ultimo si trovava in cucina per cambiare l’acqua nell’ampolla e dare da mangiare al pesce rosso.
Il detective stava versando l’acqua in un piccolo contenitore per mettervi dentro il pesciolino, mentre puliva la sua boccia di vetro.
«Posso vedere come fai? »
Sherlock annuì, concentrato nel pulire l’ampolla con una spugna.
John osservava il consulente, sempre più sorpreso nel vederlo prendersi cura di quell’animaletto, quando lo sguardo gli cadde sul pesce, immerso nel contenitore provvisorio.
«Sherlock, non ti sembra che stia nuotando un po’ troppo velocemente? »
«Ma no, John! E’ soltanto perché non è la sua casa di sempre! »
John continuò a scrutare confuso il pesciolino per qualche istante, mentre Sherlock si apprestava a voltarsi verso questo per afferrarlo e rimetterlo nella sua boccia pulita.
Ma proprio nel momento in cui il detective si preparava a prenderlo, il pesce rosso smise improvvisamente di nuotare, salendo a pancia in su sulla superficie dell’acqua.
«Sherlock, che diamine… Sembra morto! »
Il consulente immerse, allora, la mano nell’acqua per controllare ciò che stava accadendo al pesce rosso, costatando che era effettivamente privo di vita. E con suo sommo orrore, Sherlock si accorse che l’acqua era bollente: aveva cotto il pesce, lo aveva arrostito!
Inutile dire che per il resto della mattinata il detective dovette sorbirsi una ramanzina da John riguardo l’importanza della vita degli animali e riguardo al fatto che avrebbe dovuto smetterla di assumersi responsabilità come quella soltanto per il gusto si sminuire le sue ragazze.
 
Sì, Sherlock Holmes non era affatto tagliato per prendersi cura degli animali. 

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Capitolo 7
*** Furti pericolosi ***


Piccolissimo avviso: per chiunque stia seguendo questa raccolta, vorrei avvisarvi che d'ora in avanti aggiornerò meno spesso poiché ho iniziato in contemporanea un nuovo progetto (per chi se lo stesse chiedendo, è questo il progetto: Dieci numeri + 1 ). Per le prossime due settimane, inoltre, sarò assente a causa vacanza. 
Sooo... A presto! (E buona lettura!)





John Watson e Sherlock Holmes si trovavano agli antipodi in fatto di somiglianza.
L’uno era un tipo tranquillo, amichevole e sempre pronto a buttarsi in nuove relazioni sentimentali; l’altro era incontenibile, ostile e irrimediabilmente sociopatico.
C’era soltanto una cosa che li accomunava: l’amore per il pericolo, che faceva di loro una squadra eccezionale.
 
Sherlock e John sedevano l’uno accanto all’altro su un taxi.
«Sei riuscito a prenderlo? »
Il detective si aprì il cappotto, estraendone un ombrello.
«Ovviamente. »
John lo guardò stupito.
«Come diamine hai fatto?! Non pensavo che ci saremmo riusciti davvero! »
«Soltanto un Holmes può ingannare un Holmes, John. »
John sorrise.
«Ah, aspettati una visita di mio fratello, questa sera. »
 
Quella sera le urla convulse di Mycroft furono udibili da tutta Baker Street.
Già, John Watson e Sherlock Holmes amavano profondamente il pericolo.

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Capitolo 8
*** Nozioni basilari ***


Sherlock Holmes era sicuramente una delle menti più geniali che John Watson avesse mai conosciuto; anzi, se non avesse contato quel pomposo di Mycroft- al quale, suo malgrado, si doveva comunque riconoscere un quoziente intellettivo assai notevole-, non avrebbe certamente esitato a definirlo come la persona più intelligente che avesse mai avuto la fortuna di incontrare in tutta la sua vita.
 
Nonostante le sue sviluppate facoltà mentali- il che includeva anche una memoria assai invidiabile-, Sherlock rifiutava, per puro punto preso, di occuparsi di ambiti che non avessero una stretta attinenza con il suo mestiere; così nozioni culturali di storia, geografia, politica e filosofia erano state mandate a farsi benedire senza il ben che minimo rimorso da parte del detective.
Ma John non poteva certo sospettare di tutta questa faccenda, e ne venne a conoscenza in modo del tutto casuale in un noiosissimo sabato pomeriggio.
 


Seduto sulla sua poltrona, John stava tranquillamente leggendo il suo Daily Mail; di fronte Sherlock si era cimentato nella lettura di un numero di Focus- per pura noia, sia ben chiaro-.
«John!»
«Sì, Sherlock? »
«Non mi è chiaro un concetto qui espresso. »
«Dimmi, Sherlock. »
«Alla terza riga si legge:” La regina Elisabetta II ha dato il suo appoggio…” eccetera, eccetera. Ma è evidente che ci sia un errore: è Elisabetta I, non II. »
Immediatamente il medico alzò lo sguardo confuso.
«Che vorresti dire Sherlock? »
«Intendo dire che non esiste alcuna Elisabetta II, ma soltanto Elisabetta I, che tra l’altro è vissuta nel ‘700.» Fece una breve pausa e ghignò «E poi… Lo sanno tutti che adesso abbiamo un re! »
Il Daily Mail cadde istantaneamente a terra, mentre i bulbi oculari di John strabuzzavano come se si trattasse di un cartone animato.
«Stai scherzando, vero Sherlock? »
«Niente affatto. »
John lo guardò ancora più sconcertato.
«Innanzitutto, Elisabetta I visse nel ‘500; in secondo luogo, adesso non abbiamo un re, ma una regina, che si chiama, per l’appunto, Elisabetta II. Ma come fai a non sapere queste cose?! »
Sherlock sembrò fermarsi a riflettere per un momento, e John non sapeva se fosse per realizzare il fatto che l’Inghilterra al momento avesse una regina, oppure se fosse per trovare una risposta plausibile alla sua domanda.
«Semplicemente non vedo come la reggenza del trono possa influenzare il mio stile di vita e il mio lavoro. »
«Ah, e il fatto che tu sia un cittadino inglese non conta niente, vero? »
«Un dettaglio irrilevante, direi. »
Il silenzio calò nuovamente e i due ripresero a leggere.
John si stava addentrando in un interessante articolo sulla medicina omeopatica, quando lo schiarirsi della voce di Sherlock lo costrinse a sollevare gli occhi e a prestargli attenzione.
«John, già che siamo in tema, avrei un’altra questione da porti…»
«Dimmi pure. »
«Olanda e Paesi Bassi sono per caso la stessa cosa? »
«Sherlock! »



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Signori e signore, dopo mesi e mesi di assenza totale da EFP, sono tornata! (suonate le trombe!)
Come in primavera le piante fanno i fiori, io risorgo dalle ceneri scolastiche e mi preparo all'estate, il che include anche tornare qui fortunatamente.
Sono molto dispiaciuta di aver abbandonato tutti i miei progetti, ma è stato un anno scolastico abbastanza pesante (che poi, in realtà, mi chiedo: quale non lo è stato?), anche se mi consolo pensando al fatto che tra un anno sarò libera dal liceo.
E... niente! Spero che abbiate gradito questa piccola flash di ritorno (tra l'altro c'è del vero in tutto questo, ma non vi dirò dove, così possiamo fare un quiz: chi indovina quale parte è ispirata a fatti veri riceverà... le mie congratulazioni al massimo, sorry) e che vogliate lasciare un segno di passaggio.
Alla prossima!

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