Inatteso

di Letizia25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. Birra ***
Capitolo 3: *** 2. Sguardi ***
Capitolo 4: *** 3. Stelle ***
Capitolo 5: *** 4. Consigli ***
Capitolo 6: *** 5. Pensieri ***
Capitolo 7: *** 6. Musica ***
Capitolo 8: *** 7. Incomprensioni ***
Capitolo 9: *** 8. Distanti ***
Capitolo 10: *** 9. Provare ***
Capitolo 11: *** 10. Litigi ***
Capitolo 12: *** 11. Feriti ***
Capitolo 13: *** 12. Guarire ***
Capitolo 14: *** 13. Parlare ***
Capitolo 15: *** 14. Pace ***
Capitolo 16: *** 15. Capodanno ***
Capitolo 17: *** 16. Amore ***
Capitolo 18: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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CAPITOLO REVISIONATO IL 13.07.2015

Prologo
 
 
 
Qualcuno dice che la vita è un gioco, e che è lei stessa la giocatrice migliore di tutti, che muove tutto con facilità e maestria, sconvolgendo ogni cosa, nella natura, nell'uomo e nei suoi sentimenti, nel rapporto tra le persone.
C'è invece chi sostiene che sia proprio l'uomo a poter decidere di ciò che ne sarà dei suoi giorni e che sia libero di poter fare qualsiasi cosa voglia, in ogni singolo momento, che sia libero di fare, pensare e credere tutto quello che vuole, che possa essere padrone di tutto ciò che lo riguarda.
C'è anche chi crede che sia tutto un disegno fatto da chi sta lassù - che qualcuno ci creda oppure no - e che la vita è solo uno di quei tanti mezzi che servono per un qualcosa di molto più grande, un qualcosa che potrebbe arrivare adesso oppure tra milioni di anni.
C'è chi proprio non ha opinioni e si lascia vivere, passivo, senza apprezzare niente in pieno e senza riuscire a capire la voglia di vivere e di sentire ogni singola cosa, senza capire la voglia di assaporare ogni cosa, anche quella più piccola.
C'è chi ringrazia ogni giorno che ha a disposizione per stare con le persone che ama e che mai vorrebbe lasciare, specie chi ha sofferto per le cause più disparate e ha una seconda possibilità che non vuole perdere in alcun modo, una possibilità in più a cui non vuole rinunciare per niente al mondo.
La vita è tante cose e ci vorrebbe un'infinità di tempo per descriverla al meglio in tutte le sue forme, per capirla anche solo un po' e per gustarsi ogni singola cosa che essa ha pensato per noi.
E quegli otto amici ancora non hanno idea di ciò che ha in serbo per loro, perché in fondo le cose della vita sono sorprese, sono inattese.

Michael Clifford vede la sua vita come una melodia che prende e stravolge ogni cosa, piena di alti e bassi, lenta e veloce, a seconda di quello che accade. Si lascia trasportare e ne assapora ogni istante quasi fosse l’ultimo. Una melodia che spesso ha delle pause, forse per far riprendere il ritmo prima di tornare a combattere, ad affrontare il  ogni cosa. E anche se sa di non essere abbastanza, per nessuna cosa, combatte, Michael, combatte per ogni cosa che gli sta a cuore. Probabilmente non merita l’amore, uno come lui, che comunque sa che non lo lascerebbe mai andare, una volta trovato.
 
Con il discorso sull’amore di Michael, Rebecca Wood è totalmente d’accordo, anche se per il resto vede le cose in maniera quasi totalmente differente. Perché per lei l’amore è la cosa più importante di tutte e, se trovato, va tenuto stretto fino alla fine, per non perdere quella parte importantissima della propria vita. Vita è sì musica, ma più la musica delle azioni che ogni persona compie. Perché è a causa delle proprie azioni se quello che c’è intorno cambia, poco o tanto, dipende tutto dalle persone, secondo Rebecca. Come concetto è davvero complicato e pure Rebecca stessa lo ammette. Però per lei è così, e come punto di vista non le dispiace per niente.
 
Per Lara Davis, invece, la vita è coraggio. Coraggio per affrontare amici, nemici, per combattere tutto quello che ci sta intorno e che minaccia di schiacciarci, di renderci inermi davanti alla potenza della vita stessa. Coraggio per proteggere se stessi e gli altri da qualcosa che potrebbe cambiare irrimediabilmente ogni cosa. Coraggio per mostrare chi si è davvero, senza paura di venir visti sotto una brutta luce. Per lei, la vita è anche il coraggio di lasciare andare le persone anche quando vorremmo che restassero con noi per sempre. Per lei è soprattutto il coraggio di ammettere di avere bisogno di aiuto e del bisogno di lasciarsi amare da qualcuno.


Ashton Irwin crede che invece la vita sia fatta di sincerità. Per lui la cosa più importante è essere sempre sincero, non importa quali conseguenze ci saranno. Fa così semplicemente perché non vede l’utilità di dover mentire agli altri, di mostrarsi per quello che non sì è. Lui non ha maschere, né peli sulla lingua. Per questo è quasi un miracolo che abbia come amici almeno Luke, Calum e Michael, gli unici che lo rispettano e gli vogliono bene proprio perché è sempre se stesso. Tuttavia, lui, con la sua sincerità, si è ritrovato a sentirsi un po’ solo. E vorrebbe davvero tanto non dover sentire più quel buco nel petto. Un buco che – Ashton ne è sicuro – solo l’amore può riempire.

Per Nina Law, invece, le cose cambiano quasi radicalmente. Perché secondo lei la vita è fatta dalle persone, soprattutto da quello che pensano, dai loro sentimenti. È fatta da cose che non hanno una spiegazione logica, cose che non hanno bisogno di essere capite e che bisogna accettare così come sono, senza farsi problemi che non servano a niente, se non a complicarsi ulteriormente la vita che, proprio come l’amore, non ha bisogno di domande, di dubbi o di paure. Ha solo bisogno di essere accettata per quello che è, accettato per quella cosa bellissima, unica e meravigliosa che è sempre stato e che tutti, almeno una volta nella vita, si ritrovano a provare.
 
Tutto il contrario di quello che Luke Hemmings crede. Perché per lui, ogni cosa ha bisogno di una spiegazione, di chiarimenti, prima di poter muovere il passo successivo. Per lui la vita è un continuo bisogno di avere sicurezze a cui potersi reggere per non cadere. Perché i vuoti che si hanno dentro – proprio come lui – non aiutano a cancellare i dubbi, anzi, ne fanno venire altri, li fanno aumentare in un modo che non si riesce a controllare. E per lui – come per Ashton – solo l’amore riesce a sanare ogni cosa, non importa quanto tempo, fatica e coraggio ci vorrà. Lui sa solo che senza l’amore non andrebbe da nessuna parte.


Come Nina, anche Calum Hood crede che ogni cosa debba essere accettata per quello che è, senza pretendere che cambi e che stravolga se stessa e tutto quello che sta intorno. Per questo ci vuole pazienza, per ogni cosa che accade, senza arrabbiarsi e provando invece a prendere il tutto come un insegnamento, con il sorriso. Perché secondo lui – nonostante la sua indole – arrabbiarsi peggiora solo le cose. Per questo bisogna armarsi di pazienza e stare attenti e vigili ad ogni minimo cambiamento. Soprattutto nell’amore, quel qualcosa che richiede pazienza più di tutto il resto. E, se non si molla mai, se si resiste, la ricompensa è la migliore del mondo.

Karen Dawson, invece, è sicurissima che la pazienza sia sopravvalutata, come tutto il resto. Perché per lei la vita è affrontare colpo dopo colpo, cercando di restare a testa alta nonostante tutto e nonostante tutti. È sbattere la testa più volte al muro, pur di capire i propri errori, da cui è meglio imparare il più possibile per non commetterli una seconda o addirittura una terza volta. È ammettere di avere torto anche se non ci si riesce sempre e subito. È lasciare che l’unica persona speciale ci entri dentro, sconvolgendo ogni cosa. La vita e – soprattutto – l’amore sono fiducia piena nell’altro.

«La vita è tante cose.» 
«E io invece credo che sia molto più semplice di quanto pensiamo.» 
«Come fai ad esserne così sicura?» 
«Non lo so, lo sento e basta.» 
«E allora buon per te.» 
«Guarda che non è difficile, Luke. Basta accettare quello che viene.» 
«Fosse facile.» 
«È proprio qui che inizia il bello.»





 
Letizia
Ciao a tutti! Ok, lo so, orario indecente come al solito, ma sono arrivata con una storia nuova, e per la prima volta non avrò un giorno fisso per postare i capitoli. Non so, è che i personaggi della OS mi sono piaciuti troppo. E alla fine mi sono lasciata trascinare e ho deciso di approfondire un po' le loro storie, partendo proprio dal principio. Sono eccitatissima all'idea e sarà un'esperienza tutta nuova, soprattutto per me, che di solito cerco sempre di essere il più organizzata possibile. Boh, vedremo come andrà. Sinceramente non vedo l'ora di farvi conoscere meglio tutti loro Spero vi piaccia! Grazie di tutto fin da adesso! A presto! ♥
P.s.: Piccola domanda, dopo aver letto la OS, secondo voi Luke con chi ha parlato?
Modifica del 13.07.2015: ho sistemato un po' meglio questo capitolo, spero che vi piaccia ;). Un bacione e grazie di tutto! <3

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Capitolo 2
*** 1. Birra ***


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1.
Birra

 
 
«Karen, muoviti!» esclama Becky, passandosi la mano tra i lunghi capelli biondi con fare nervoso e dando l’ennesima occhiata al suo orologio. Detesta essere in ritardo, eppure con la sua migliore amica è sempre la stessa storia: sono perennemente le ultime ad arrivare.
«Arrivo, un momento!» risponde la mora stizzita, perché proprio non sopporta quando qualcuno le mette fretta, soprattutto se sa di essere in ritardo. Scende le scale di casa sua con gli stivaletti di camoscio in una mano e le sue amate decolté nere nell’altra, per mostrarle all’amica che sorride divertita ed indica i primi.
«Dobbiamo camminare per un po’, quindi mettiti comoda.» le consiglia, anche se sa che Karen farà esattamente il contrario. «E fai veloce. Nina e Lara sono già lì che ci aspettano.»
 
Al Moonlight quella sera non c’è troppa gente, per fortuna, e Nina può finalmente cercare di mettere un freno a tutti quei pensieri che le affollano la testa. O almeno, vorrebbe poterlo fare, ma c’è Lara con lei, e Nina non ha voglia di fare l’asociale, non quella sera.
«Hai visto quel ragazzo laggiù? Quello dai capelli rossi?» chiede infatti, attirando così l’attenzione dell’amica, che si volta per una frazione di secondo e subito torna con i suoi occhi verdi ad osservare la sua tazza di tè fumante, con le guance che secondo dopo secondo si scuriscono sempre più per l’imbarazzo.
«Sì. È da quando siamo arrivate che non mi stacca gli occhi di dosso.» spiega a denti stretti e con lo sguardo basso, prima di prendere un sorso della bevanda che la scalda un po’ in quella sera di metà inverno.
Nina ride divertita dalla reazione della rossa e porta le mani sulla sua tazza di cioccolata calda, per intiepidirle almeno un po’ e per concentrarsi sulla sua amica. Perché ci sono pensieri che per il momento è bene tenere lontani il più possibile. Pensieri riguardanti il sogno che ha fatto la notte prima. Un sogno in cui c’erano lei e le sue amiche, tutte prese in situazioni diverse ad una festa con i quattro ragazzi che adesso stanno guardando lei, Lara e le due ragazze che sono arrivate proprio in quel momento.
 
«Era l’ora!» esclama Lara, che è nervosa e tesa come una corda di violino a causa di quegli occhi così verdi da sembrare trasparenti su di lei. E Becky lo capisce subito, perspicace com’è sempre stata  con l’occhio attento e sveglio che nota ogni più piccolo particolare, soprattutto per quel tipo di cose.
«Qui la nostra piccola Lara fa passi da gigante.» commenta divertita, facendo ridere Karen che va ad abbracciare forte la diretta interessata, che intanto è diventata ancora più rossa per l’imbarazzo e che cerca in ogni modo di nascondersi, perché proprio non sopporta quando l’attenzione è tutta su di lei.
«Ma falla finita. Tu piuttosto, Karen, non hai qualche novità con quel Josh?» dice, appunto, cercando di cambiare argomento e riuscendoci in pieno, dato che subito Nina e Becky puntano curiose gli occhi sulla mora, che sospira e scuote la testa.
«Non c’è stato niente.» risponde poi, mentre si siede al tavolo ed inizia a giocare con le punte dei suoi capelli mori, pensierosa, maledicendosi per non aver dato ascolto al consiglio di Becky. Perché quei decolté sono meravigliosi da vedere, ma sono anche una tortura a cui lei non è mai stata particolarmente abituata a provare.
Nina sorride un po’ a vedere la sua amica così preoccupata. Perché lei, Karen, la conosce da tutta una vita e sa che, in fondo, la mora un po’ è dispiaciuta per come sia andata con quel ragazzo. Forse dovrebbe solo prendersi un attimo per sé e vedere ciò di cui ha bisogno sul serio. O almeno, questo è ciò che pensa la ragazza dagli occhi grigi e che Karen non ha bisogno di sapere, per il momento.
Becky sospira, perché proprio non riesce a capire la mora ed il suo cambiare continuamente ragazzi, come se fossero bambole di pezza che una volta rotte non piacciono più. Si sta molto meglio da soli. O almeno, crede così perché non ha mai perso né testa né cuore per qualcuno. Principalmente perché ora come ora non gli interessa. E poi perché quello giusto non è ancora arrivato. Ma poi si siede, e la voce calda e profonda che si fa sentire dietro di lei la fa voltare di scatto. E il respiro le si mozza in gola per la sorpresa.
 
«Michael, vuoi stare a sentire una buona volta?» lo richiama Calum con quel suo tono che mostra quanto la sua pazienza stia ormai giungendo al limite a causa di uno dei suoi migliori amici che non l’ha considerato neppure per due minuti da quando sono arrivati al Moonlight.
All’esclamazione del ragazzo moro seduto accanto a lui, il ragazzo dai capelli rossi sobbalza per la sorpresa e si volta verso l’altro. «Scusa Cal, dicevi?»
Stava guardando da quello che ormai era diventato un buon quarto d’ora quella ragazza dai capelli rossi e dai grandi occhi verdi, senza dare minimamente ascolto a ciò di cui stavano parlando i suoi migliori amici, preso com’era a cercare di calmare i battiti del suo cuore. Cazzo, quella ragazzo è davvero bella.
Ashton scuote la testa riccioluta, di un bel biondo cenere, divertito dall’amico, perché lo capisce anche troppo bene, dato che pure lui ha adocchiato quella ragazza rossa da quando è entrata nel locale. Ma ha evitato di osservarla perennemente come invece ha fatto Michael. Si è fatto bastare un’occhiata veloce, anche se qualche secondo in più non gli sarebbe dispiaciuto. Ma evita, che per adesso non è serata.
«Che hai buon gusto.» commenta soltanto, facendo ridere Luke di gusto.
Luke, che in quella conversazione non ha ancora preso parte e che semplicemente si accontenta di vedere quanto la pazienza di Calum resta in piedi e quanto Ashton riesce ad essere sincero. Luke, che spesso se ne sta in silenzio e non apre bocca, proprio come quella sera. Solo che quella sera c’è una piccola grande eccezione: Nina Law è seduta proprio allo stesso tavolo di Lara Davis che – l’ha notato anche troppo bene – sia Ashton che Michael hanno adocchiato. E non potrebbe essere meglio di così, quando pure Rebecca Wood e Karen Dawson fanno il loro ingresso al Moonlight.
Non ha bisogno di voltarsi verso i suoi amici, per vedere gli occhi sgranati di Calum. Ormai li conosce troppo bene, dopo ogni volta che il moro vede la Dawson per i corridoi della scuola. E si limita solo a sorridere quando Michael alla fine si decide ad andare a quel tavolo non molto distante dal loro.
Perché il ragazzo dai capelli rossi non riesce mai a stare con le mani in mano, soprattutto quando c’è di mezzo una ragazza che gli interessa parecchio. E quella sera è deciso più che mai ad iniziare una conversazione con quella rossa che adesso dista da lui solo un paio di passi.
 
«Ragazze, io ed i miei amici vorremmo offrirvi una birra. Ci state?» chiede sfacciato e diretto come suo solito, attirando subito l’attenzione di tutte loro, soprattutto degli occhi blu di Becky che analizzano la figura di quel ragazzo sconosciuto per qualche secondo di troppo.
Ed è mentre il cuore inizia a batterle improvvisamente più forte nel petto, che Karen risponde per tutte. «Oh beh, se l’alcol viene offerto non si può rifiutare.»
A quelle parole, Michael sorride soddisfatto a Lara, impreparata a reggere quegli occhi chiari e intensi che la fanno rabbrividire sì, ma solo per l’imbarazzo, non perché abbia sentito chissà quale scossa elettrica, simile a quelle che descrivono in tutti i romanzi rosa che ha in camera e che ha letto fino allo sfinimento.
E intanto c’è Becky che ha visto abbastanza e che abbassa gli occhi, ingoiando il magone in silenzio, senza che nessuno – a parte gli occhi grigi e attenti di Nina, che vedono e sanno molto più cose di quante lei ne dia a vedere.
«Allora venite pure al nostro tavolo, c’è posto per tutti quanti.» continua Karen, non notando invece assolutamente niente di quello che sta succedendo tra le sue amiche.
A quelle parole, Michael sorride riconoscente e fa cenno ai suoi amici che capiscono al volo. Per questo si alzano e si avvicinano al tavolo, dove il ragazzo dai capelli colorati li presenta alle ragazze. 

«Questi sono Ashton, Luke e Calum. Ed io sono Michael.»
Karen, a sentire il nome del moro davanti a lei, sobbalza lievemente e si sistema nervosamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre il cuore le batte forte nel petto e le guance le si scuriscono secondo dopo secondo. Insomma, Calum Hood è davanti a lei, lei che quella sera non riesce ad essere la stessa Karen di sempre, proprio a causa di quel ragazzo che in tutti quegli anni è sempre riuscirò a mandarle il cuore in un posto lontano da lei. Lei, che non ha mai ascoltato i consigli delle sue amiche e che ha sempre agito di testa sua, perché per lei Calum Hood è e sarà sempre irraggiungibile, ne è sicura. 
Per questo si limita a sorridergli. Un sorriso che a Calum non scappa e che si impianta nel suo cuore senza più uscirne – nonostante il significato sbagliato che gli attribuisce il ragazzo – perché aveva sperato così tanto di poter parlare con la Dawson, ed ora che sta succedendo non riesce a crederci, non dopo tutto quel tempo passato ad andarle dietro in silenzio, limitandosi ad osservarla da lontano e accontentandosi di vederla a lezione quando hanno le ore insieme. Ma quella sera finalmente ha la sua opportunità. E non vuole perderla per niente al mondo. 

Intanto, Luke ha preso posto accanto a Nina, sorridendole e passandole un braccio attorno alle spalle, così da poterla tenere più vicina a sé. Nina, la sua migliore amica da tutta una vita, la persona che lo capisce meglio di chiunque altro, la persone che avrà sempre un posto speciale nel sul cuore. L'unica persona che gli dà tanto senza neppure saperlo. 
Nina sorride a sentire il ragazzo così vicino a lei. Le era mancato troppo in quelle ultime settimane, durante le quali non erano riusciti a vedersi a causa di tutti i loro impegni – lei con la scuola e lui con la band di cui fanno parte anche gli altri tre ragazzi. Però adesso che sono di nuovo insieme hanno tutta l'intenzione di rimediare al tempo perso. 
«Avete trovato un locale dove esibirvi?» chiede la ragazza dagli occhi grigi, mentre il biondo le passa distrattamente una mano tra i lunghi capelli castani, accarezzandole piano la testa. 
«Sabato prossimo saremo qui. Abbiamo chiesto stasera a Nick.» risponde poi, con il sorriso soddisfatti sulle labbra. Un sorriso che a Nina non sfugge e che la rende ancor più felice di quanto già non sia. Perché lei, in quei quattro ragazzi che conosce da sempre, ci crede veramente tanto. 

E mentre i due amici restano così, abbracciati, con troppe parole non dette che premono nella gola e nel cuore, Ashton non riesce a smettere di sorridere. Perché Lara, nonostante la sua timidezza impressionante, sta dando tutta la sua attenzione al riccio, considerando Michael lo stretto necessario, lui che invece sta facendo di tutto pur di strapparle almeno un'occhiata, senza il minimo successo. 
Perché gli occhi verdi ed intensi di Lara non riescono a lasciare quelli luminosi di Ashton, di cui la ragazza non riesce a capire bene il colore e da cui si sente attratta in un modo incredibile, come mai non le era successo prima. E la cosa che maggiormente la sorprende è il fatto che non si trova per niente in imbarazzo con lui. O almeno, gran parte della sua timidezza se n'è andata  per un po', ma non è ancora pronta a muovere il primo passo in quella conversazione a cui tutti gli altri – eccetto lei e Ashton – stanno partecipando. 
Al riccio, il silenzio della rossa piace. E non gli importa se dovrà faticare un po’ per sentire la sua voce. Spera solo che lei abbia voglia di parlare un po’ con lui, almeno qualche volta. Perché quella ragazza lo incuriosisce davvero tanto, con quel suo modo di fare timido ed un po’ impacciato, con quegli occhi profondi ed intensi che nascondo così tante parole che lui vorrebbe sentire il più presto possibile. Gli piace Lara, anche se di preciso il perché non riesce a capirlo neppure lui. Gli piace Lara, forse perché dentro ai suoi occhi bellissimi ha trovato quel qualcosa di cui non sapeva di avere il bisogno. O almeno, Ashton spera che sia così.

Michael invece sta cercando di non pensare e beve l’ennesimo sorso di birra da quel boccale che ormai è quasi vuoto. Si sente impotente perché, nonostante gli sforzi, Lara lo ascolta pochissimo. E non perché sia maleducata – perché quando lui riesce a tirarle fuori qualche parola, è molto gentile e disponibile. Tuttavia, Michael lo nota fin da subito il gioco di sguardi tra la rossa ed Ashton. E si sente combattuto, perché da una parte è contento per il suo amico – che prima di allora non aveva mai visto con una ragazza – e dall’altra vorrebbe essere al posto del riccio. E proprio non si accorge che intanto due occhi blu lo stanno osservando da quando si è seduto a quel tavolo.
Perché Becky non è riuscita a guardare altro per tutta la sera. Il cuore non fa che batterle forte nel petto, le mani continuano a tremare, e quel fottutissimo magone è ancora lì in mezzo al petto, che un po’ fa male e da cui lei vorrebbe liberarsi. Perché gli sguardi che il ragazzo dai capelli colorati lancia a Lara – per cui Becky è veramente contenta, dato che finalmente sta iniziando ad aprirsi con qualcun altro che non siano le ragazze – alla bionda non sono passati inosservati. E fanno male, fa male osservare quel ragazzo di cui non sa assolutamente niente e per cui tuttavia ha sentito fin da subito una scossa indescrivibile nel cuore.
«Ehi.» la voce di Nina si fa sentire dietro di lei e la fa sobbalzare un po’.
«Ehi.» risponde la bionda, sospirando e passandosi stancamente una mano tra i capelli.
Nina non aggiunge altro e le prende la mano. E Becky la stringe forte e sospira ancora. Perché Nina non parla spesso, ma la capisce e la aiuta meglio di chiunque altro anche stando semplicemente nel suo silenzio e facendo capire che, se ha bisogno, lei ci sarà, in ogni caso.
 
E la serata passa così, con quegli otto ragazzi che lentamente si conoscono, si divertono, ridono, chiacchierano; con gli occhi che si cercano o che si sfuggono; con le parole che restano bloccate in gola, nel cuore o sulla punta della lingua e non riescono ad uscire neppure volendo; con i sentimenti troppo spesso incomprensibili che combattono dentro di loro; con i sospiri che non voglio farsi sentire; con le mani che si trovano timide o che si allontanano brusche.
E la serata passa così, con quegli otto ragazzi che si sono trovati e che lentamente stanno già formando una piccola grande famiglia senza rendersene minimamente conto.






Letizia
Hola gente bellissima! Come state? Spero bene ;) 
Qui purtroppo la sottoscritta annaspa perchè non ce la fa più con la scuola. Infatti non ho idea di come sia riuscita a finire il capitolo in tempo *^*, mi sento una forza! No, ok, a parte gli scherzi, torniamo seri che questo capitolo è importante ;). Finalmente la vera storia inizia!
Allora, nessuna delle ragazze - a parte Nina - conosce i ragazzi. E sbammm, c'è già un triangolo Ash - Lara - Michael. Beh, con chi shippate la rossa? :3 Voglio sapere che cosa pensate, quindi fatevi sentire stelline ;)
Poi, abbiamo Calum che muore dietro a Karen da parecchio, e per lei la cosa è molto reciproca. Tuttavia la nostra bella mora è un osso duro, testarda da cima a fondo. Però, dai, speriamo in bene per il nostro moro preferito.
Nina e Luke... Io non so voi, ma li shippavo come una matta già nella OS *^* (povera me, insomma u.u *^* -.-").
Ashton e Lara... o Michael e Lara? Voi che dite? :3 (faccina curiosa *^*)
E Becky??? Piccola la mia bambina, già l'adoro *^*, poi non so voi eh.
Via, vado che ho parlato anche troppo, come al solito! Spero di riuscire a farmi sentire il prima possibile, ma non credo, soprattutto non la prossima settimana. Poi però vediamo dai ;). Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e, PER FAVORE, fatemi sapere qualsiasi cosa pensate, per me è davvero importantissimo. Perchè in tantissimi avete letto il primo capitolo e mi fa davvero un immenso piacere. Ma nessuno mi ha fatto sapere quel che ne pensava. Spero che vi facciate vivi ;). Se poi volete pubblicità o scambi recensioni, fatemelo sapere, che dal 1° giugno avrò tutto il tempo del mondo *^*.
Grazie di tutto e a presto, Letizia <3

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Capitolo 3
*** 2. Sguardi ***


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2.
Sguardi
 
 
 
La mattina seguente a scuola, Ashton non sa da che parte rifarsi. È stato con gli altri nel cortile fino a che non è suonata la campana, ma non è riuscito neppure una volta a parlare un po’ con Lara, che è sempre stata in disparte, silenziosa e con lo sguardo basso come suo solito. E lui si è sentito un po’ scoraggiato, perchè forse tutta la sua sicurezza della sera prima era solo dovuta al quel poco di alcol che era in circolo. Eppure, non era ubriaco quando aveva accompagnato la rossa a casa - così da poter avere il suo indirizzo – e mentre parlavano sulla via del ritorno. Però… Non sa che pensare. E questo lo innervosisce, parecchio.
«Irwin, sai che sembri proprio uno senza speranza con la Davis?» commenta Cecilia con la sua solita voce stridula, ridendo con le sue amiche dall’altra parte della classe di una cosa che – tutti sanno – non è per niente vera. Perché Ashton Irwin non è uno senza speranza, non lo è mai stato.
«E tu lo sai che sei più stupida di quello che gli altri dicono?» gli fa sapere il riccio con tono secco, riuscendo subito a zittirla e a guadagnarsi un sorriso di ammirazione da parte di molti altri suoi compagni di classe. Perché tutti sanno che la Peters è la peggiore, ma nessuno prima del riccio glielo aveva mai detto.
«Spaventerai Lara prima o poi, se continui di questo passo.» gli fa sapere Calum, sedendosi accanto a lui e salutandolo con una veloce pacca sulla spalla, a cui il maggiore sorride divertito. Che anche se è il più grande tra quei quattro e se ha scuola non va poi così tanto bene, è felice di averli come amici, tutti e tre. Perché ci sono sempre stati e sa che continueranno ad esserci, non importa chiederglielo. È un dato di fatto, una tacita promessa che è nata e cresciuta con il tempo e che li ha resi quel che sono ora.
«Non credo, sai.» risponde Ashton passandosi una mano tra i ricci, mentre cerca di seguire l’insegnante per capire qualcosa di seno e coseno a trigonometria. «Insomma, sono irresistibile, chi non mi vorrebbe?»
«C’è pure Michael, Ash.» gli fa sapere l’amico, con un tono serio che il riccio non gli ha mai sentito prima.
«Lo so.»
«Che farai?»
«Io nulla. Dipende solo da lei.»
«E se dovesse scegliere Mike?»
«Me ne farei una ragione… Credo.»
Il moro sorride e gli batte un’altra pacca sulla spalla, perché un po’ lo capisce. E lo ammira, Calum. Ammira il maggiore come nessun altro al mondo. Perché quel ragazzo è sempre sorridente e sempre pronto a dare una mano, sincero e diretto nel dire quel che pensa di tutti. E un amico così, Calum non vuole perderlo per nessuna ragione al mondo.
E si guardano, Ashton e Calum, con un’occhiata d’intesa che dimostra tutto quanto.
 
Becky durante la seconda ora è parecchio sovrappensiero. Aveva avuto lezione con Michael quella mattina, a storia, e si era maledetta più e più volte per non averlo notato prima davvero, sempre in fondo alla classe, con i suoi vestiti perennemente neri e con una cuffia sempre infilata nell’orecchio. Gli si era avvicinata titubante e gli aveva fatto un cenno con la mano per salutarlo. Lui non aveva detto niente. Semplicemente, aveva risposto con uno sguardo freddo e duro, facendole capire che non la voleva vicino a lui.
O almeno, questo è quello che ha sentito la bionda. Spera solo che non sia così, perché proprio non riesce a capire cosa abbia fatto a quel ragazzo che – a conti fatti – conosce solo da dodici ore. Dodici ore passate a pensarlo, non riuscendo ad allontanare dalla sua mente quegli occhi verdi che sembrano perseguitarla quando non sono nello stesso posto.
Sospira e cerca di seguire la lezione, quando ad un tratto le arriva un bigliettino sul libro aperto. Confusa, alza la testa per vedere chi sia stato e un Luke tutto sorridente accanto a lei le fa un cenno con la mano, a cui la bionda risponde allo stesso modo prima di leggere.
 
Michael?
 
A quella parola, Becky resta interdetta. Perché, andiamo, è sempre stata la migliore a nascondere i propri sentimenti, soprattutto per un ragazzo che forse le piace. Non è possibile che quel biondino spuntato dal nulla l’abbia capito così facilmente. Non è possibile che qualcuno possa capire lei fin dal primo giorno.
 
Che ne sai?
 
A quella domanda più che lecita, Luke sorride divertito – sicuro di aver centrato in pieno il problema – e scrive la risposta, ricordandosi di ciò che lui e Nina si erano detti la sera precedente.
«Sono un po’ preoccupata per Becky.»
«Perché?»
«Perché non ha mai guardato nessun ragazzo come ha guardato Michael stasera.»
«Colpo di fulmine?»
«Forse… E non credo che sia un bene, almeno per com’è fatta lei.»
Passa il piccolo pezzo di carta alla bionda e aspetta la risposta. Perché un po’ le dispiace per lei. Forse perché conosce Michael e sa che il ragazzo dai capelli colorati non si toglierà tanto facilmente Lara dalla testa – se gli piace davvero – e forse perché è nella stessa situazione della ragazza seduta accanto a lui, anche se gli resta molto difficile ammetterlo. Perché, dai, non può provare quelle cose per lei.
 
Nina.
 
E a Becky non servono altre spiegazioni. Perché è strasicura che tra Luke e la sua migliore amica ci sia più che una semplice amicizia. E chissà, magari i due diretti interessati ne sono consapevoli oppure no. Fatto sta che lei li ha sempre visti troppo bene insieme, le poche volte in cui Nina gli parla di lui.
Scrive la risposta con il cuore che le batte forte nel petto e sospira.
 
Ho bisogno di parlarne con qualcuno.
 
E spera che quella richiesta indiretta venga capita subito.
Luke legge velocemente e alza gli occhi incontrando quelli di Becky così simili ai suoi. Poi annuisce.
 
Se Michael potesse esprimere un desiderio, vorrebbe poter arrivare in orario ad ogni lezione almeno per quella mattina, che nessuna sembra andargli giusta, a partire dalla prima ora, durante cui la Wood l’aveva salutato, facendogli subito montare il nervoso. E il bello è che per il momento non riesce a capire quel suo astio verso la bionda. Forse perché dalla sera prima non fa che comparare quegli occhi blu ai verdi di Lara, e si sente confuso come non mai. Forse perché ha beccato la bionda ad osservarlo per troppe volte. Forse perché non riesce proprio a capire quegli occhi blu sempre così seri e distaccati.
Però non ha voglia di pensarci ed entra nella classe di Inglese, guadagnandosi subito un’occhiataccia dall’insegnante, che «Clifford, le pare questa l’ora di entrare in classe?»
«Scusi prof, ho avuto un contrattempo in corridoio.» si giustifica Michael, che poi è vero, dato che il suo armadietto ha deciso di non collaborare proprio quel giorno.
«Si sieda e veda almeno di stare attento.»
Il ragazzo annuisce e scruta la stanza con lo sguardo per cercare un posto a sedere. E lo trova accanto a Nina, seduta in fondo alla classe, con le gambe distese sotto il banco e l’espressione pensierosa come suo solito.
«Nana.» la saluta, usando di proposito quel nomignolo che la castana non ha mai sopportato.
«Gordon.» risponde lei usando lo stesso tono divertito e facendolo sorridere. «Che mi dici?» gli domanda poi, sperando di arrivare a parlare di una persona che le sta molto a cuore.
Il ragazzo alza le spalle e non risponde, scribacchiando qualche appunto sul quaderno.
«Secondo te ho qualche possibilità con Lara?» chiede ad un tratto, facendola sospira. Perché non si aspettava che quel ragazzo fosse così duro di comprendonio.
«Non credo. Insomma, conoscendo te e conoscendo lei, siete praticamente incompatibili.»
«Allora aiutami a fare qualcosa.»
«Ma sei sicuro che lei ti piaccia davvero così tanto?»
«Forse… Cioè, non lo so, è carina.»
«Tutto qui?»
Michael si volta verso la sua amica di tutta una vita, non capendola. «Che cavolo vuoi dire?»
Ma Nina scuote la testa, non risponde e torna a seguire la lezione. Perché che Michael fosse un testardo ed un coglione lo sapeva ormai da tempo. Ma non pensava che lo fosse fino a quel punto.
«Dai, Nina, aiutami a capire.» la implora il ragazzo a bassa voce, non riuscendo proprio a capire perché l’altra si stia comportando in quel modo. Che cazzo ha fatto adesso?
«Non capisco perché ti ostini sempre ad andare dietro ad un’infatuazione invece di trovare quella giusta.»
E a quella rivelazione, Michael resta senza parole. Perché Nina riesce sempre a cogliere nel segno ogni cosa, lasciandolo senza una spiegazione plausibile da dire a sua discolpa o per farle capire il suo punto di vista.
«Perché lo sai che mi piace divertirmi. E poi per trovare quella giusta c’è tempo.»
La ragazza scuote la testa e torna a scrivere qualche appunto, cercando di sbollire quella rabbia che solo Michael è in grado di farle nascere dentro, perché – dopo Karen – una persona più testarda di lui non l’ha mai conosciuta.
«Sappi che a volte quella giusta arriva senza che tu te ne renda conto. E a volte capita che non si possa tornare indietro per riprenderla.»
 
Lara vorrebbe tanto sapere cosa spinga Michael a volerle stare sempre vicino. Insomma, le fa piacere che il ragazzo dai capelli rossi voglia stare con lei, però… Si sente nell’imbarazzo più totale quando c’è lui, cosa che invece non succede con Ashton.
E proprio a causa del riccio, la rossa si trova a sorridere, e Karen è costretta a scuoterle una mano davanti agli occhi per farla tornare con i pensieri sulla Terra.
«Ehi, bella innamorata, a che pensi?»
A quell’aggettivo, Lara senta andarle le guance immediatamente a fuoco ed abbassa lo sguardo, con il cuore che le batte fortissimo nel petto e che non vuole fermarsi.
«Prima cosa: non sono innamorata di nessuno. Seconda cosa: non penso a niente, grazie al cielo. Tu, piuttosto, che hai in questi giorni?»
La mora sospira ma non risponde. Non ha voglia di far sapere agli altri quel che le passa per la testa in quel periodo. Non vuole aprirsi, perché probabilmente nessuno riuscirebbe a capirla, nemmeno le sue migliori amiche. Ed è questo ciò di cui ha più bisogno adesso: di qualcuno che la capisca e che la accetti così com’è, senza pretendere che cambi.
«Karen, dovrai pur aprire la bocca ogni tanto. Tenere le cose dentro fa male!»
«Che ne sai tu? Stai sempre in silenzio, e se qualcuno che non siamo noi ti si avvicina ti ritrai quasi fosse veleno.» le dice l’altra con un tono aspro e duro che non aveva mai usato prima. Ed entrambe sanno che non aveva alcuna intenzione di ferire la sua amica. E Lara tanto sa che uno «Scusa.» dall’altra non lo sentirà mai, per questo non si mette a discutere. Non ne ha voglia e non ha neppure le forze necessarie per affrontare una discussione con la mora.
Sospira e si sistema meglio i ricci ribelli che si ritrova e cerca di non perdere la pazienza, cerca di essere forte e di farsi valere con Karen, per farle capire che non sta agendo nel modo giusto e che andando avanti di questo passo si farà solo del male. Vorrebbe tanto dirglielo, Lara. Ma lei la forza non ce l’ha.
«Con Michael?» chiede ad un tratto la mora cambiando totalmente discorso e facendo sorridere la rossa. Perché nonostante tutto Lara conosce troppo bene Karen, e sa che quando vuole parlare di qualcosa è bene non insistere più di tanto.
«Perché Michael?» chiede, non capendo da dove possa nascere quella domanda parecchio strana.
«Ma dai, vi ho visti stamattina, vicini, che chiacchieravate.» risponde la mora, sapendo di star mentendo, giusto per capire sul serio cosa stia succedendo tra quel ragazzo strano, Ashton e la sua migliore amica.
«Ma che diamine stai dicendo?!» esclama, appunto, Lara beccandosi un’occhiataccia dal professore. «Fatti vedere, perché forse stai iniziando ad avere precoci problemi di vista.»
A quella frase per niente tipica di Lara, Karen sorride divertita e passa al prossimo passo. Ha bisogno di non pensare, e parlare di quel che sta succedendo tra quei tre riesce a distrarla più di quanto pensasse.
«E allora? Sei contesa tra lui e Ashton. Cosa farai?»
La rossa si blocca, immobile, sorpresa, incredula. «Sei seria?»
«Sai che lo sono sempre.»
Lara si volta verso la sua amica, con gli occhi che non riescono ad alzarsi dal pavimento e con i brividi che non riescono a lasciarla stare. «Io… Cosa vuoi che ne sappia. A conti fatti non conosco nessun dei due, e alla fine potrei diventare la ragazza di qualcuno che col nostro gruppo non c’entra un tubo.»
Karen la osserva attenta. Il comportamento di Lara non la convince moltissimo. Deve esserci qualcosa di più sotto a quel titubare costantemente. E la mora ha tutta l’intenzione di aiutare l’amica e di parlarne con le altre per trovare una soluzione. Perché sa che Lara ha bisogno di aprirsi e di fidarsi un po’ di più delle persone che le stanno intorno. Ma Karen, questo, non glielo dice. Si limita a cercare gli occhi verdi dell’amica. E quando li trova rimane senza parole.
Perché che Lara abbia paura è una novità persino per Karen.






Letizia
Ciao bellissimi(e)!!!! Dai, sono in orario pure questa settimana, mi sento un mito! *^* No, sul serio, sono fiera di me, perchè a inizio maggio avevo detto nelle mie due altre storie (Give me love and fill me in e The only reason) che avrei postato ogni due settimane a causa della scuola. Poi è arrivata questa storia e, puff, riesco a farcela, quindi sono molto contenta ;). Ma bando alle ciance, che qui c'è da parlare del capitolo!
Come al solito, succedono parecchie cosine e, cosa più importante di tutte, si iniziano a capire un po' i caratteri dei personaggi. Quindi...
Ashton è senza peli sulla lingua, e Cal pazientemente lo riprende. Perchè, purtroppo, alle persone non piace la verità vista dagli occhi degli altri e detta a voce alta. In più, conosciamo qualcosina pure dell'amicizia che lega 'sti due bellocci. Teneri che sono!
Becky (amore di mamma!) è davvero troppo paziente con quello scemo di Clifford, poveri noi. Luke che cerca di tirarle un po' su il morale credo sia la cosa migliore del mondo! Insomma, chi non vorrebbe avere come amico Luke Robert Hemmings? *faccina sognante* E poi c'è da dire che 'sto Luke a Nina pensa in modo un po' particolare... voi che ne pensate di tutto 'sto marasma?
Nina, che va sempre dritta al sodo e che cerca di far capire tra le righe al nostro stupido Michael che Lara è persa (chi lo sa) per Ash e che c'è Becky che potrebbe essere quella giusta. Speriamo sempre in bene, noi u.u
E da ultimo, la rossa e la mora. Beh, Lara non ha la più pallida idea di che pensare (e ci credo, con quei due figoni che le girano attorno) ed ha paura... Seconod voi di cosa? E la nostra bella Karen ha qualche problemino. Secondo voi di che si tratta?
Beh, fatemi sapere qualsiasi cosa pensiate, se non vi piace il capitolo, se vi piace, se avete commenti, critiche (accetto solo quelle COSTRUTTIVE), impressioni, insomma... Fatevi sentire che ci conto davvero! Beh, ci sentiamo presto (spero!). Un bacione grande grande, Letizia <3

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Capitolo 4
*** 3. Stelle ***


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3.
Stelle

 
 
Quella sera di inizio maggio le vie del centro di Londra non sono troppo trafficate, e si sta bene, con quella lieve brezza che entra sotto i vestiti e fa rabbrividire un po’. Le macchine viaggiano lente per le strade pressoché deserte, illuminate solo dalla luce fioca dei lampioni, che a volte non funzionano neppure tanto bene e che vanno ad intermittenza molto di più di quanto si possa pensare. A piedi non c’è anima viva, forse, tranne un gruppetto di sei ragazzi che stanno allegramente passeggiando diretti verso St. James Park, con un paio di chitarre sulle spalle e con i sorrisi sulle labbra.
 
«Scemo, non fermarti in mezzo alla strada!» esclama Michael ad un tratto, evitando per un soffio di andare addosso a Calum e Karen, entrambi che si tengono per mano quella sera – una settimana dopo da quel mercoledì  in cui si sono conosciuti – e che regalano all’altro uno sguardo divertito.
«Scusa.» dice il moro, facendogli una linguaccia che fa sorridere Luke, stretto a Nina che invece ridacchia per l’espressione buffa che Calum non è riuscito a nascondere.
Karen invece resta basita, e forse un po’ sorpresa. Perché lei quella parola, non la direbbe neppure sotto tortura. Non riuscirebbe mai ad ammettere di essere nel torto, neanche per una volta, neppure per scherzo, testarda e orgogliosa com’è sempre stata, con quel caratteraccio che si ritrova, per cui è stata spesso rimproverata dalle sue amiche, quando ormai i suoi genitori avevano perso le speranze con lei. Ma la mora ha un motivo più che valido per comportarsi in quel modo – o almeno così crede lei – e anche se magari volesse cambiare, non ci riuscirebbe. Perché dopo che si indossa una maschera per troppo tempo, essa comincia a far parte del nostro essere, con o senza il nostro consenso, a forza dell’abitudine.
Sospira e abbassa la testa, che non ha alcuna voglia di deprimersi, non quella sera, soprattutto con gli altri. E  si ritrova ad osservare con sguardo attento quelle dita magre che stringono le sue con dolcezza, senza pretese. Le mani di Calum, che Karen si era sempre limitata ad osservare di soppiatto, belle come sono, affusolate e un po’ callose al tatto.
«Ehi, Dawson, ti senti bene?» chiede Calum ad un tratto, cogliendola di sorpresa – per l’ennesima volta quella sera – e facendo improvvisamente incontrare i loro occhi così simili eppure così diversi allo stesso tempo.
«Che ti frega?» risponde la mora , indurendo subito lo sguardo ed il tono della voce, mettendosi dubito sulla difensiva. Perché anche se Calum le piace un po’ fin dal primo giorno di quell’anno scolastico, lei non vuole cedere più così velocemente a quella bugia che l’amore si è rivelato essere nella sua vita fino a quel punto. È solo stanca, Karen, di ferirsi e di non trovare nessuno che sappia trattarla come lei merita di essere trattata.
Calum la osserva, un po’ ferito da quel tono duro che – pure Karen lo pensa – non si meritava, senza riuscire a capire la ragazza mora. Non che comunque ci sia riuscito in quei pochi giorni passati dal loro incontro – perché sa che per conoscere a fondo qualcuno serve tempo, tanto tempo. Eppure, quella ragazza non riesce a lasciarlo indifferente, soprattutto non dopo che una settimana prima era stata lei ad avergli preso la mano mentre passeggiavano tranquilli con gli altri senza una meta ben precisa dopo essere usciti dal locale.
Non la capisce, Calum, non la capisce davvero, Karen. Eppure vorrebbe tanto poterlo fare, vorrebbe tanto poterla conoscere meglio. Vorrebbe capire cosa nascondono quei grandi occhi scuri. Perché con quell’aria così triste lui proprio non li sopporta sul viso della mora. E perché quella stretta di mano per lui forse significa molto più di quanto vorrebbe ammettere. Però… evita di farsi troppe fantasie. Probabilmente lei non la pensa come lui su loro due. E perché forse neppure lui riesce a capire in pieno quello che gli sta succedendo.
In fondo, se le fosse importato qualcosa, non gli avrebbe risposto così male e lo avrebbe considerato. Perché quella sera, se le loro mani sono unite, è solo grazie a Calum, che sinceramente non ci sta capendo più niente in tutto quel grandissimo casino in cui è andato a tuffarsi, a causa di una cotta che dura da così tanto tempo e contro la quale ha rinunciato a combattere molto tempo prima.
E la guarda, Calum. Guarda Karen come se fosse la cosa più bella del mondo. E, cazzo, lo è davvero. Ma sa che non glielo direbbe mai, o almeno, non quella sera, che sembra che la mora sia da tutta altra parte.
 
«Giuro che ho rinunciato a capire Karen già dall’altra sera.» afferma Michael, che proprio non concepisce l’atteggiamento di quella mora. Chi si crede di essere per far star di merda – o quasi – uno dei suoi migliori amici con quei suoi cazzo di capricci?! E c’è pure da dire che non riesce a smettere di pensare neppure a Lara perché, cavolo, quella rossa lo ha proprio messo al tappeto in un attimo, senza fare complimenti.
Troppe donne per la testa, soprattutto quella sera, che avrebbe volentieri trascorso sul divano a giocare a FIFA piuttosto che uscire per suonare – e anche per stare con le ragazze.
Che poi a renderlo nervoso ci si mette pure la ragazza vicina a lui, che fin da quando l’ha conosciuta non riesce a staccarsela dalla testa. Lei, che Michael proprio che proprio non sopporta: perfetta, con un fisico che farebbe seriamente invidia a tutte le modelle del pianeta – fisico che tuttavia la ragazza si ostina a coprire con felpe extralarge e jeans grigi e morbidi – e con quegli occhi color del mare che seriamente lo lasciano senza parole ogni volta che si incontrano con i suoi verdi. Non la sopporta e non riesce a spiegarsi il motivo. Non riesce a capire il perché senta un calore strano nel petto ogni volta che lei è nelle vicinanze.
Però non ci pensa, non adesso, e continua a camminare, considerandola poco o nulla. Perché così è più facile.
Becky, che gli sta camminando vicino, ride divertita alle parole del ragazzo, ricevendo un’occhiataccia da parte da quegli occhi verdi che la guardano ostili e duri come mai prima di allora era successo tra loro due, anche perché durante la settimana appena passata si sono visti sì e no per dieci minuti durante la pausa pranzo, dato che Nina e Luke hanno avuto la brillante idea di mangiare insieme per più volte di fila – e Becky è seriamente preoccupata che questa possa diventare un’abitudine tra loro otto.
Quell’occhiata la bionda proprio non se la sarebbe mai aspettata. Perché a conti fatti, lei a Michael non ha fatto proprio un cazzo, se vogliamo essere sinceri. E proprio non riesce a capire come mai lui sia così tanto ostile nei confronti di lei che, alla fine, si limita ad osservarlo da lontano, bello com’è. Perché, per Becky, Michael è bello, bello quasi da far male, ha un qualcosa che non riesce a spiegarsi e che la attira in una maniera indescrivibile come mai nessuno prima di lui era riuscito a fare con lei.
Però quell’occhiataccia è dura, fa male, e congela un po’ quello strano qualcosa che la bionda sente dentro e che non la fa respirare per bene, che le fa male. Un qualcosa che lei non riesce a riconoscere, che la fa rabbrividire e di cui ha paura perché non riesce a capirlo per niente. Spera solo che non sia nulla di grave perchè – nonostante le voglia un gran bene – Becky come Karen non ci vuole finire, per nessuna ragione al mondo.
Perché troppo spesso per un cuore spezzato non c’è medicina.
 
«Ma cos'hanno quelle due?» domanda Luke, non capendo quel che sta succedendo tra gli altri quattro.  
«L'amore, forse.» risponde Nina preoccupata per le sue amiche – soprattutto per Karen, che non vedeva così insicura da quasi un anno, perchè credeva che tutta quella storia fosse completamente chiusa. E si passa stancamente le dita sugli occhi per cercare di tenerli aperti. Non dorme bene da giorni a causa degli esami di fine anno a scuola, e le ore di sonno arretrate iniziano a farsi sentire. 
Luke annuisce sovrappensiero accarezzando con il pollice le nocche della mano della ragazza castana e continua a camminare sull'erba del parco, ancora umida a causa della pioggia caduta durante il pomeriggio. 
«Mi spieghi come diamine fai a trovare una risposta per tutte le cose?» le chiede ancora, cambiando totalmente argomento – come suo solito – e facendo sorridere un po’ l'amica che si siede sul telo accanto a lui. 
«Ci sono cose che non si spiegano a prescindere, Luke. Altre che vanno capite con il tempo. E altre ancora che basta osservare e la risposta è già lì.»
Il biondo rimane senza parole, completamente spiazzato da quella considerazione, come ogni volta che Nina gli spiega quello che le passa per la testa o come vede le cose. Perché è così diretta nel vedere tutto e capirlo in pieno che non lascia spazio ad altre possibilità. 
«Come cazzo fai?»
«A fare cosa?» chiede lei con il sorriso sulle labbra, non riuscendo a capire cosa voglia dirle il biondo. 
Lui scuote la testa divertito e sospira, per poi passare un braccio attorno alle spalle di lei per stringerla a sé. 
E mentre Calum e Michael iniziano a suonare le loro chitarre, loro due restano così, in silenzio, a godersi quel poco di tranquillità che sono riusciti a ricavarsi dopo tutti quegli impegni.
Perché Nina finalmente riesce a dare un freno a tutti i suoi pensieri, con le braccia di Luke che la stringono dolci e la scaldano un po'. E sembra impossibile, ma solo il suo migliore amico riesce a non farla pensare. È l'unico che sul serio conosce tutto di lei, ed è proprio grazie a questo che riesce a prenderla e a capirla ogni volta. Che poi, sa che Luke non capisce i suoi pensieri contorti, ma forse questa è un'altra cosa. 
E sorride, Nina. Sorride perché senza Luke proprio non saprebbe come fare. Perché non potrebbe mai e poi mai rinunciare a quel ragazzo che riesce a farla stare bene con niente, che riesce a strapparle un sorriso e che c'è sempre, non importa cosa succeda. 
Lui c'è e non la lascia. È una promessa che le aveva fatto quasi per gioco quando erano piccoli. Solo che poi il gioco è diventato realtà, e Nina non potrebbe chiedere niente di meglio, nonostante tutte quelle parole non dette che non ha il coraggio di far uscire. Non ancora. 
Sospira e sorride al biondo per allontanare i brutti pensieri. E il cuore di Luke fa una capriola. 
Perché è felice, Luke. Felice di poter passare finalmente un po' di tempo con la sua migliore amica. Felice perché quel vuoto che ha nel cuore e che non lo fa mai sorridere in modo completamente sincero sembra esser stato riempito da un qualcosa che non riesce a capire. Felice, proprio a causa di quel qualcosa che forse non ha bisogno di essere spiegato, proprio come dice Nina.
Allora non pensa, Luke, e si gode quella serata in compagnia dei suoi amici, di cui sa che non potrebbe mai fare a meno – ragazze comprese, soprattutto una a cui non potrebbe mai rinunciare. Non pensa a niente, si limita semplicemente ad accarezzare con il pollice il dorso della mano di Nina. Ed è una sensazione piacevole, che gli arriva dritta al cuore e che glielo scalda un po’, glielo intiepidisce quel poco che basta per fargli spuntare uno dei suoi pochi sorrisi sinceri sulle labbra. Un sorriso che solo Nina riesce a vedere davvero.
 
E per quei sei ragazzi alla fine i brutti pensieri vengono messi da parte, quando Michael e Calum iniziano a suonare gli accordi di una canzone che sanno tutti troppo bene e che riesce a farli sentire uniti più di quanto inevitabilmente già non siano.
Perché è così: sono uniti, loro. E ancora non sanno come sia successo tutto. Sanno solo che, da quando si sono conosciuti, non hanno fatto altro che cercarsi a scuola, a chiacchierare di continuo nelle ore passate insieme o a sentirsi per messaggio se divisi. E poi sono usciti un altro paio volte, prima di quella sera. E devono ammettere che proprio quelle uscite hanno iniziato a far loro capire indirettamente che sono sulla strada giusta per diventare un qualcosa di meraviglioso.
Ed è a questo che pensano, mentre le note di The A team di Ed Sheeran si diffondo tutt’intorno a loro, con le voci di Luke e Calum che si fanno sentire e con Michael che si sfoga di tutto suonando quella chitarra che ormai non ha più età.
Ed è bello sentirli cantare, soprattutto per Becky e Karen, perché avrebbero mai pensato che quei tre fossero così bravi – nonostante le descrizioni di Nina, che si definisce come loro prima fan.
Ecco perché alla fine si uniscono tutti a cantare quella canzone un po’ melanconica, un po’ triste che, anche se ben lontana dal descrivere la loro vita, li fa sentire tutti sulla stessa barca, sotto quel cielo che brilla a causa di tutte quelle stelle, piccolissimi diamanti che risplendono in quel blu scuro su cui sei occhi sono puntati, con il sorriso che si fa strada sulle labbra.
 
E pure Lara sta guardando quelle stesse stelle quella sera. Non è andata con gli altri perché i suoi genitori non glielo hanno permesso – perché a volte vogliono stare un po’ con lei, come quella sera. Ma non è arrabbiata, perché sa che ci saranno tante occasioni ancora per rivedersi con i ragazzi tutti insieme.
E pensa, Lara, pensa alle sue amiche e a quel che sta succedendo con quei quattro ragazzi che spesso aveva notato per i corridoi della scuola e che di punto in bianco si sono inseriti nella loro vita stravolgendola con niente, facendole provare cose, sensazioni, emozioni, che tra sole ragazze non si possono sentire.
È seduta sul suo letto con gli occhi puntati alla finestra e con il sorriso lieve che non vuole lasciarle andare le labbra, che si muovono a ritmo di quella stessa canzone che sente dalle cuffiette a volume bassissimo, giusto per creare un po’ di atmosfera.
Atmosfera che tuttavia viene rovinata da un rumore strano, proveniente da fuori, esattamente dalla sua finestra. Un rumore strano, un suono che si ripete una, due, tre volte, incuriosendo la ragazza al punto tale da farla alzare dal letto per aprire la finestra. E il respiro le si mozza in gola.
Perché Ashton Irwin è nel suo giardino, con il sorriso più bello che Lara gli abbia mai visto sulle labbra.
Il ragazzo le fa un cenno con la mano e non smette di sorridere. Perché si è fatto un lunghissimo pezzo di strada a piedi per arrivare fin lì. Aveva ricevuto l’invito da parte di Karen, e subito aveva chiesto se ci sarebbe stata pure Lara. A sapere che non sarebbe venuta, aveva deciso che sarebbe andato lui da lei, per farle una sorpresa. Ed il sorriso che la ragazza ha sulle labbra gli dimostra di esserci riuscito in pieno.
«Posso o disturbo?» chiede Ashton a voce bassa, con un tono speranzoso che all’altra non sfugge per niente.
«Stai già disturbando a quest’ora della notte.» risponde Lara divertita ed insicura. Perché, andiamo, chi mai si girerebbe tutta Londra a piedi solo per vederla? Guarda Ashton, osserva quel poco che riesce a notare grazie alla luce fioca della luna. E il sorriso che il ragazzo ha sul viso la fa tremare un po’, suggerendole forse la risposta giusta per quella sera.
«Però vieni pure.» continua, infatti, sorprendendo entrambi per non aver esitato neppure un attimo nel dare la risposta, con una facilità ed una familiarità a cui Lara era riuscita ad arrivare solo con le sue amiche dopo mesi di amicizia incondizionata. Ashton le sta facendo davvero uno strano effetto. E questa cosa la spaventa, la spaventa davvero tanto.
Il ragazzo annuisce ed entra, ringraziando in silenzio il cielo perché la casa di Lara è ad un solo piano.
Ed appena mette piede nella camera, si sente già molto meglio. Perché non avrebbe mai immaginato di poter arrivare a quel punto. Non che voglia andare subito al sodo con Lara – anzi, non gli interessa minimamente quell’aspetto.
Solo che… Non avrebbe mai creduto possibile trovare una persona come lei, seduta accanto a lui su quel letto morbido, con le dita sottili che giocano con le sue come se fossero fatte per quello.
E neppure Lara riesce a smettere di sorridere. Perché – andiamo – chi mai si sarebbe aspettato un comportamento simile da parte sua, soprattutto con un ragazzo? Lei no di certo. E proprio non ha alcuna idea di come potersi spiegare un cambiamento simile. E osserva Ashton, forse per trovare quella risposta di cui ha bisogno per capire almeno in parte quel che le sta succedendo.
Lui, semplicemente, le sorride.
E forse – come dice Nina – Lara capisce che alcune cose non hanno una spiegazione precisa, che vanno accettate e basta così come sono, senza pretendere di trovare una risposta che non è necessario sapere.
Capisce, Lara, che forse è meglio buttarsi un po’ di più e proteggersi un po’ di meno. Perché la vita è fatta di attimi inattesi che, se si perdono, non tornano più indietro. Ed è per questo che lei non ha più alcuna intenzione di restare ai margini della sua di vita. Vuole godersi tutto, a partire da quello strano ragazzo accanto a lei che la sta cambiando senza che nessuno dei due riesca a rendersene minimamente conto.
Eppure, quella paura che sente dentro – e di cui solo Karen è a conoscenza – non la lascia in pace e le fa pensare che forse quel che sta facendo non è la cosa giusta, che sarebbe meglio evitare di esporsi così tanto. Ha troppa paura di legarsi a qualcuno. Perché Lara, di perdere un’altra persona cara, non ha alcuna voglia.






Letizia
Ciao a tutti! Eccomi qui, puntuale come al solito, grazie al cielo *^*. Allora, che ve ne pare di questo terzo capitolo? I ragazzi suonano al parco sotto le stelle, che cosa bella *^*.
Con Karen c'è qualquadra che non cosa, secondo voi di cosa si tratta di preciso?
Calum credo sia anche troppo paziente con il carattere altalenante della mora. Lo farei santo seduta stante quel benedetto ragazzo!
Michael invece è ancora convinto di detestare Becky, per un motivo che ancora non è ben chiaro. Una cosa, caro Clifford, sai il perchè di quel calore che senti nel petto ogni volta che lei è nelle vicinanze? Bene, fatti due domande, e RAGIONA!
Luke e Nina (i miei amori belli!) prima o poi mi faranno ammattire. Nina soprattutto. Secondo voi, che cosa tiene di tanto nascosto?
Ashton... E giuro che a scrivere di lui e Lara sono morta pure io, poveri noi! Ma quanto sono teneri 'sti due, quanto?! Io giuro che prima o poi do di matto, sul serio! Soprattutto con Lara, di cui si inizia a sapere un po' della sua storia.
Sappiate che dietro ad ogni comportamento di tutti i personaggi c'è un perchè, bisogna solo aspettare che questo perchè si faccia vivo durante il corso della storia ;).
Bene, detto questo scappo che, come al solito, ho da studiare una marea di roba.
Grazie di tutto, sul serio: per recensioni, per preferiti | ricordati | seguiti, siete meravigliosi ed io vi voglio troppo bene! A presto, un bacione, Letizia <3

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Capitolo 5
*** 4. Consigli ***


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4.
Consigli

 
 
È venerdì sera, la vigilia del concerto, ed i ragazzi hanno appena finito di provare a casa di Michael. E devono ammettere che sono andate molto meglio di quanto pensassero. L’energia che li univa mentre suonavano non l’avevano mai sentita prima di quella sera, un’energia forte, potente, bella, intensa. E, seriamente, non avrebbero potuto chiedere niente di meglio.
Le canzoni sono pazzesche. I testi, la melodia, è tutto al posto giusto, come se tutto fosse stato fatto per funzionare solo in quel determinato modo, come un perfetto ingranaggio ben oleato. E, sul serio, i 5 Seconds of Summer non vedono l’ora di suonare la sera seguente al Moonlight.
A casa Clifford ci sono pure le ragazze – invitate esplicitamente da Calum per avere un po’ di compagnia e per avere davanti agli occhi qualcosa di bello da osservare di soppiatto, con la scusa di «provare davanti a un pubblico». E pure loro devono proprio ammetterlo: quei quattro ragazzi un po’ pazzi spaccano, spaccano di brutto. L’hanno sentita pure loro quell’energia, quella scossa che è arrivata ad ogni loro cellula fino a farle rabbrividire completamente.
Come pure a loro non sono passate inosservate le canzoni. La musica, l’atmosfera. È stato seriamente qualcosa di magico, e le ragazze – eccetto Nina – non riescono proprio a spiegarsi qualcosa di simile, così bello ed intenso da farle rimanere senza fiato. È stato davvero emozionante, e adesso sono davvero troppo curiose di come andrà al serata al locale.
 
Nina, come sempre, è la prima ad alzarsi in piedi e ad applaudire calorosamente, con il sorriso che le va da un orecchio all’altro e con il cuore gonfio d’orgoglio per i suoi amici e per quanto siano cresciuti e migliorati come band. Spaccano davvero.
E lei spera per quei quattro scemi conosciuti tanti anni prima, crede tanto in loro, ci crede sul serio. Sa che andranno lontano. Sa che faranno strada. O almeno, lo spera con tutto il cuore, perché se lo meritano, sul serio. Meritano che la loro musica venga conosciuta in tutto il mondo. Meritano che gli stadi si riempiano per loro. Meritano di sfondare.
Ed è con il sorriso sulle labbra, che si avvicina ad Ashton porgendogli la mano per battere il cinque. 
Lui risponde al gesto con lo stesso affetto, divertito e contento di avere un’amica come lei. Perché è principalmente a causa della castana se non hanno mai mollato, se hanno sempre continuato a provare e provare pur di vedere il loro sogno realizzarsi, un giorno o l’altro. E, beh, il giorno seguente faranno l’ennesima serata in giro per i locali. E per adesso, come inizio, va davvero bene così. 
Tutto grazie a quella ragazzina che conosce ormai da tutta una vita e con cui ha condiviso così tante cose che ormai ha perso il conto. Nina è una delle sue più care amiche, anche se il posto di migliore amica sarà sempre e solo riservato a Luke. E agli tre – Ashton compreso – va bene così. Perché tutti e tre vedono quanto Nina faccia bene a Luke, in ogni senso.
«Che ti avevo detto? A Lara siete piaciuti parecchio.» gli fa sapere lei facendolo tornare con la testa sulla Terra, felice di notare un po' di rossore su quelle guance coperte da un leggerissimo strato di barba. 
«Davvero?» chiede lui, giusto per essere davvero sicuro, anche se sa che Nina è sempre sincera, in qualunque situazione, con i gesti e con le parole. 
Lei, infatti, annuisce convinta. «Magari potresti invitarla tu di persona per domani sera.»
Il riccio scuote la testa e sospira affranto. «Non credo verrebbe.»
«Che ne sai? Non hai neppure provato.»
«Lo so e basta, okay?»
Nina sorride, perché un po’ il dubbio di Ashton lo capisce pure lei. «Prova, tanto non costa niente.»

«Bravi.» si ritrova a commentare Karen, con un sorriso sincero sul viso, davvero stupita da come quei ragazzi riescano ad essere se stessi sempre e comunque, soprattutto con uno strumento in mano. Stupita perché che fossero bravi lo aveva capito quando li aveva sentiti al parco, ma che fossero così pazzeschi non lo avrebbe mai detto. Di nessuno di loro. Neppure di un ragazzo moro che ha sempre tenuto d’occhio da quando è lì. Un moro che l’ha fatta emozionare con il suono del suo basso che le è arrivato dritto al cuore, facendo in modo e maniera di scavare un posto in quel cuore schivo. Un posto riservato solo a Calum. E forse lei avrebbe fatto meglio a non lasciare che questo accadesse. Perché non può più permettersi cose simili. Non dopo Nate.
«Potresti ripetere, per favore? Credo di non aver sentito bene.» le dice Luke togliendola dai suoi pensieri e avvicinandosi con un bicchiere di Coca Cola in mano che offre alla mora con un sorriso divertito sulle labbra.
Lei scuote la testa e ride, tanto con Luke è sempre così, da quello che ha capito conoscendolo un po’ meglio in quella settimana: lui con lo scherzo fa ragionare chiunque. Un po’ come Nina, solo nel modo opposto. 
«Hai sentito benissimo. Ed io non ho intenzione di ripetermi.» risponde poi, bevendo un sorso e mostrando ancora quel suo lato testardo a cui gli altri stanno iniziando lentamente ad abituarsi, chi più chi meno.
Luke sospira e si siede sulla sedia precedentemente occupata da Becky – sparita chissà dove – e punta i suoi occhi chiari in quelli scuri della ragazza che proprio non ha idea di quel che ha intenzione di fare il biondo.
«Solo un consiglio, Karen. Sorridi e rilassati di più. Spaventi solo le persone se fai così. Soprattutto un moro che conosciamo entrambi.»

Calum punta i suoi occhi scuri sulla mora - solo per un attimo, sufficiente per vedere che Luke le è vicino – per vedere che effetto abbia fatto su di lei la loro musica. Perché lui, a quelle prove, ha dato tutto, ha dato il massimo a causa di Karen. E il perché abbi agito così, lui ancora non lo sa. E vorrebbe tanto che fosse proprio la mora a togliergli quel dubbio, ma Becky che gli va davanti con sorriso sulle labbra glielo impedisce, almeno per quella sera. 
«Non siete male, per niente.» ammette sincera la bionda, catturando l’attenzione del ragazzo, che le sorride e si passa una mano tra i capelli con fare nervoso, perché i complimenti – di qualsiasi genere – lo hanno sempre messo in totale imbarazzo. E le parole della ragazza davanti a lui non fanno eccezione.
«Credi?» chiede titubante, con lo sguardo basso e le guance che vanno a scurirsi un po’.
Becky annuisce divertita ed intenerita dalla reazione del moro. E decide che forse è arrivato il momento giusto per togliersi quel pensiero che le balza in testa da giorni, il motivo per cui è piombata davanti a Calum in quel modo improvviso, facendogli prendere un colpo. Perché Calum è dolce, gentile, simpatico, serio. Tutte cose che servono ad una persona che conoscono entrambi. 
«Cal, lo vuoi un consiglio?» chiede dolce. Lui alza il viso e punta i suoi occhi scuri in quelli chiari di lei.
«Se vuoi fare qualcosa con Karen, ti prego, non farle male.»
Lui annuisce e basta, felice di aver trovato qualcuno che forse lo capisce almeno un po'. Perché, anche se non sembra, lui le note le occhiate furtive e silenziose che la bionda lancia a Michael. Per questo la abbraccia.
Lei si lascia stringere da quelle braccia amiche e sospira. 
«Non mollare con Michael, ok?»
 
Lara si sta allegramente gustando quello che sta succedendo tra tutti gli altri. È seduta su una piccola poltrona, un po’ in disparte, e sorride soddisfatta, nel notare che i ragazzi stanno interagendo tra loro, costruendo basi sempre più solide per quel che – Lara ne è altamente sicura – diventerà una bellissima amicizia. 
Ed è proprio mentre pensa a questo, che Michael le si para davanti, con il sorriso più radioso e sincero che la rossa gli abbia mai visto addosso da quei pochi giorni che lo conosce. Il ragazzo le fa un cenno con la mano e le porge un bicchiere di Coca Cola, che lei accetta di buon grado, ringraziandolo con una risata allegra.
«Grazie mille, ci voleva proprio.» ammette la rossa prima di bere un lungo sorso, vagando con i suoi occhi verdi per la sala, cercando quelli quasi dorati di Ashton che, tuttavia, è ancora intento a parlare con Nina.
«Prima volta che assisti ad una prova simile?» chiede invece Michael, cercando di attirare l’attenzione della ragazza, riuscendoci in pieno. Chissà, magari è la volta buona per cambiare le cose tra loro due. Però Michael sa che quel poco che c'è tra loro due per adesso gli basta. O almeno, se lo fa bastare.
Lara annuisce energicamente e sorride sincera. «Sì. E mi avete confermato quel che ho pensato al parco. Siete una forza della natura.»
Michael la osserva attento… E anche un po’ spaesato, con le mani che tremano un po’. Insomma, Lara non è mai stata così aperta e diretta prima d’ora con nessuno dei ragazzi. Però, deve ammetterlo: il fatto che lentamente la rossa stia cambiando il suo atteggiamento nei loro confronti non potrebbe farlo più felice di così.
«Beh, grazie.» risponde poi, anche se la sua attenzione è catturata da un paio di occhi azzurri su di lui che gli fanno battere subito il cuore più veloce
Lara gli sorride cordiale e… sollevata. Perché sta iniziando a provare meno imbarazzo quando si ritrova vicina al ragazzo dai capelli colorati, e non perché c’è qualcosa nei suoi sentimenti verso Michael che è cambiato. Semplicemente, lo sta iniziando a vedere come un caro amico, e le va davvero bene così. Un amico con cui poter provare ad aprirsi un po’ di più e a cui magari dare qualche consiglio. Perché pensa a Becky, Lara, e non riesce a stare con le mani in mano, nonostante il carattere che si ritrova.
«Michael?»
«Sì?»
«Non rigettare l’affetto di qualcuno che tiene davvero a te.»
 
E ognuno di quegli otto ragazzi non riesce a non pensare che tutto stia lentamente cambiando tra di loro. Sta evolvendo, sta maturando passo dopo passo. Stanno costruendo la loro amicizia mattone dopo mattone, solida e forte, con calma e con un po’ di fatica per far combaciare tutti i pezzi nel migliore dei modi.
Sperano solo che vada tutto bene perché, se devono essere sinceri, sono seriamente contenti di far parte di quello strano gruppo, così bello ed unico proprio grazie a chi ne fa parte. Perché ogni pezzo di quella piccola famiglia è unico e bellissimo nel suo genere, introvabile e fantastico in ogni suo più piccolo difetto.
Quegli otto ragazzi stanno imparando a volersi bene, a discapito dei difetti, che anzi sono la cosa che più li rende uniti, in un modo o nell’altro. Si vogliono bene e si accettano, anche se ancora con un po’ di fatica perchè devono conoscersi meglio. Perché tutti loro – chi più chi meno – hanno bisogno di conoscere di più l’altro per fidarsi e per farsi voler bene. Perché sono umani, e alla fine chi non si protegge seppur un minimo da quello che non conosce? Ma non disperano, nessuno di loro è giù di corda. Perché come inizio non sembra per niente male, a nessuno di loro. Anzi, sembra promettere tante di quelle cose di cui presto o tardi potrebbero seriamente perdere il conto.
E, sinceramente, non potrebbero chiedere niente di meglio di quello che sta accadendo tra loro. Sul serio, non potrebbero desiderare amici migliori di quelli che hanno intorno quella sera. Amici che lentamente stanno imparando a capirsi con un solo gesto o con una sola occhiata, stanno imparando a leggere gli occhi degli altri come se fossero libri aperti da cui si può capire tutto senza aver alcun bisogno di chiedere.
E intanto la serata continua, con sorrisi timidi e cuori che battono, con risate allegre che riecheggiano in quel garage, con mani che si cercano e che si stringono, con occhi che osservano tutto o che fuggono veloci per non farsi scoprire, con i pensieri più disparati che turbinano dentro le loro teste, senza lasciar loro un attimo di tregua per cercare di metterci un minimo d’ordine.
Continua bene, con così tante novità che nessuno di loro si sarebbe mai aspettato.






Letizia
Ciao a tutti! E anche questo giovedì sono puntuale, grazie al cielo!
Allora, che capitolo abbiamo qui! Soprattutto per quello che i nostri piccini si dicono e ammettono!
Piccola osservazione: nel prossimo capitolo ci sarà il proseguimento della serata a casa Clifford, ci sono ancora alcune cosine da dire (ho dovuto spezzare il tutto perchè altrimenti sarebbe venuto un capitolo davvero troppo lungo).
Che dire? Nina e Ash, patatini che sono loro due *^*.
E Luke e Karen? Ve li sareste mai immaginati?
Come Becky e Calum, a cui basta davvero poco per capirsi.
E poi... *rullloditamburi* LA PRIMA SCENA VERA E PROPRIA tra Mike e Lara! Beh, ve la dovevo, più che altro per far capire meglio le posizioni di questi due personaggi ;).
Che aggingere? Ah, giusto, gli aggiornamenti per tutto giugno (scusate, ma devo farlo, perchè ho paura che possiate confondervi con tutte le storie che ho in corso):

- ogni lunedì e giovedì (aka, DUE VOLTE A SETTIMANA) aggiornerò Insegnami a vivere.
- ogni mercoledì aggiornerò Links.

- ogni giovedì aggiorno pure Inatteso.
- ogni sabato aggioernerò The only reason e Give me love and fill me in, tanto manca poco alla fine di entrambe queste storie u.u
Quindi, giugno sarà un mese davvero intenso per me con tutte queste fanfiction :P. Ma non disperate, mi sono organizzata al meglio e non dovrebbero esserci problemi, o almeno lo spero.

Bene, detto questo scappo, e vado ad aggiornare Insegnami a vivere (oltre che a rispondere alle vostre recensioni ;)).
Grazie di tutto, sul serio, per ogni cosa: per recensioni, per preferiti | ricordati | seguiti, siete meravigliosi ed io vi voglio troppo bene!
A presto, un bacione ed un abbraccio grandissimo, Letizia <3

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Capitolo 6
*** 5. Pensieri ***


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5.
Pensieri

 
 
Nina è seduta sul tetto di casa Clifford. Ha detto agli altri che sarebbe andata un attimo in bagno, ma in realtà aveva solo bisogno di un posto tranquillo dove poter riordinare tutte quelle idee che le affollano la testa. Idee soprattutto riguardanti lei e la sua amicizia con Luke, con quel biondo che ogni giorno le sconvolge la vita senza rendersene neppure conto. E lei vorrebbe davvero poter aprirsi di più con lui, vorrebbe parlargli di tutti quei dubbi che la assillano, dubbi su quello che prova per lui. Ma non lo fa, non si apre, non dice niente, a nessuno. Non l’ha mai fatto, per paura di rovinare una delle poche cose belle che ha nella vita. Perché Nina ha una paura folle di perdere la sua amicizia con Luke. Ha paura perché, senza di lui, lei non ci sarebbe, la sua vita non avrebbe senso. E non è solo per dire. Nina tiene troppo a quel ragazzo per permettersi di perderlo. Ed è anche per questo che ancora non si è decisa a dirgli quello che prova per lui da tutta una vita.
«Sapevo di trovarti qui.»
Una voce proveniente dalle sue spalle la riporta sulla Terra. Una voce che ben conosce e che la fa sorridere.
«Luke, mi conosci meglio di chiunque altro al mondo. Non avresti avuto difficoltà in ogni caso.» replica la ragazza, divertita, con il sorriso sulle labbra, facendogli cenno di sedersi accanto a lei.
Lui non se lo fa ripetere due volte e, nella frazione di un attimo, eccolo seduto con la schiena della castana che poggia sul suo petto e con le mani unite sul ventre di lei, come a volerla tenere più vicina, come a non volerla perdere, come a non voler far andar via l’unica persona che riesce a renderlo completo, del tutto.
Perché, per Luke, Nina è seriamente l’unica che riesce a colmare quello strano vuoto che sente dentro da sempre. Un vuoto che non è mai riuscito a spiegarsi, ma che è sempre stato lì, dentro al petto, dentro al cuore, come a non volerne uscire per nessuna ragione al mondo. Solo che… Con Nina quel vuoto si riempie. Nina lo rende vero, lo rende vivo, in un modo che Luke non è mai riuscito a capire, proprio come quella ragazza troppo importante per lui che adesso è tra le sue braccia e sorride verso il cielo illuminato di quella note.
Nina si lascia stringere, si lascia cullare da quelle braccia forti che l'hanno sempre sostenuta, in ogni occasione, che l'hanno sempre fatta sentire a casa, benvenuta, in un modo che non avrebbe mai creduto possibile o immaginabile. Lascia che Luke le entri dentro e prenda secondo dopo secondo un pezzo del suo cuore. Lascia che quel biondo metta a tacere quel turbine di pensieri che ha dentro la testa. Almeno fino a che…
«Cos'hai?»
A quella domanda, la ragazza sussulta un po', presa completamente alla sprovvista, mentre il cuore continua a batterle veloce nel petto e mentre le guance le si colorano un po’ di rosso.
«Perché?» chiede cercando di trattenere la sua sorpresa. E, come al solito, ci riesce così bene che Luke non si accorge assolutamente di niente. O almeno, questo è ciò che pensa lei.
Perché il realtà il biondo nota tutto, più di quanto la castana voglia ammettere. Lo nota, e non ha la benché minima idea di cosa fare. O almeno, crede di notare tutto. Perché se c’è una cosa che Nina sa fare davvero bene è nascondere i suoi sentimenti, soprattutto verso di lui.
«Sei più silenziosa del solito.»
Nina ride un po’, per alleggerire la tensione che ha dentro. «Ma se lo sono in ogni caso!»
Luke ride a quell’esclamazione, e abbraccia ancora più forte la sua migliore amica, posando la testa sulla spalla di lei e concentrandosi sulla visuale che ha di Londra, completamente illuminata dalle luci. Una visione che gli ha sempre mozzato il respiro in gola e che lo ha sempre reso orgoglioso di vivere lì.
«Io ho bisogno di sentire la tua voce, Nina… Sempre.» ammette, dopo un po’.
A quell’affermazione che la prende del tutto impreparata, lei non sa proprio cosa rispondere, mentre il cuore continua a batterle forte nel petto senza lasciare un minimo di lucidità. Perché quelle poche parole le sono entrate troppo dentro. E non hanno la minima intensione di andarsene.

Becky è andata un attimo fuori ed ora è seduta sulle scale che danno su quella strada poco trafficata della periferia londinese. Scale fatte in legno e dipinte di un acceso color verde, a cui tuttavia la luce fioca del lampione non rende giustizia. Un verde che, volente o meno, le ricorda automaticamente la tonalità più chiara di quel colore chiarissimo, quel colore che hanno gli occhi di Michael.
E sospira, la bionda, scuotendo impercettibilmente la testa. Perché sta seriamente iniziando a preoccuparsi, perché non si era mai sentita così e non vuole, non vuole cadere per qualcuno che potrebbe spezzarle il cuore da un momento all’altro. Non vorrebbe provare quelle sensazioni, quelle emozioni che le fanno perdere la cognizione di tutto, che non la fanno ragionare, che le fanno perdere le staffe con poco.
E pensa, Becky. Pensa pur di non aver solo in tenta Michael o qualsiasi altra cosa lo riguardi.
E pensa, Becky. Pensa a come è nato tutto una settimana prima, a come loro otto si stiano pian piano unendo in un qualcosa di unico e bellissimo che non vuole perdersi per nessuna ragione al mondo. Pensa a come quei quattro ragazzi un po’ scemi siano sempre loro stessi, in ogni circostanza. E si ritrova a sorridere, quasi timida, con i suoi occhi blu rivolti alle stelle che brillano anche quella sera e che la rincuorano un po’.
«Sono fortunata.» si ritrova a dire a voce alta, senza rendersene conto, facendo nascere una piccola risata alle sue spalle. Una risata che lei conosce troppo bene e che la fa voltare di scatto, con il cuore che le balza in gola. Perché che Michael fosse lì, non se lo sarebbe mai aspettata.
Michael, che invece si sta domandando da una decina di minuti buoni il perché sia lì, ad osservare da dietro quella ragazza che è come un’incognita. Non riesce a capirla, Becky. Non riesce a capire perché gli vada dietro nonostante lui sia perso per Lara. O almeno, così crede. Perché lui sa che per Lara prova una forte attrazione, ma non saprebbe descriverla. Sicuramente non ha a che fare con i sentimenti. E allora perché si ostina a stare dietro alla rossa, quando è tremendamente evidente che lei ha occhi solo per Ashton? Non lo sa, non vuole saperlo, Michael. Non gli importa. Ha solo bisogno di avere nella testa qualcun altro o qualcos’altro che non sia il viso di Becky, i suoi occhi grandi e belli, al sua risata cristallina.
Perché lui non ha alcuna voglia di iniziare qualcosa di serio. Non se la sente, perché sa che lui non potrebbe mai meritare nessuno per com’è fatto. Perché ha un po’ paura dell’amore, Michael. Ha paura dei sentimenti e di tutto ciò ad essi connesso. E, ancor di più, ha paura dell’affetto degli altri. Perché non sa se poi verrà ferito o meno, se verrà usato per poi essere gettato via. Ecco perché si concede solo qualche sveltina ogni tanto. Perché lui e l’amore sono due universi completamente diversi. O almeno, così crede lui.
«Che ci fai qui?» le chiede allora, cercando di non pensare più a tutte quelle cose che gli intasano la mente e lo rendono molto meno lucido di quanto già non sia.
«Potrei farti la stessa domanda.» risponde Becky, con un sorriso lieve sulle labbra. Un sorriso causato dal semplice fatto che Michael Clifford ha iniziato una conversazione con lei per la prima volta. E la cosa non potrebbe renderla più felice.
Lui abbassa la testa e sorride a sua volta. Perché, cazzo, Becky è bella, bella davvero, soprattutto quando ride o – come in questo caso – quando sorride. È seriamente la cosa più bella al mondo. Solo… Perché sta pensando tutte queste cose? Perché non si limita a risponderle alla cazzo e a trattarla come suo solito? Perché non vuole allontanarla?
Ed è mentre che si siede alla bionda, che le parole di Lara gli tornano in mente.
«Non rigettare l’affetto di qualcuno che tiene davvero a te
E sorride, Michael. Sorride nello stesso modo in cui sorride Becky, anche se non vorrebbe, anche se sa che non dovrebbe fare niente del genere.
Sorride, mentre i loro cuori continuano a battere velocemente, indisturbati nei loro petti.
 
Calum è convinto che forse dovrebbe smetterla di pensare a Karen. È convinto che forse sia meglio smetterla di farsi mille film mentali al giorno su un ipotetico qualcosa tra loro due che nella sua testa è la cosa più bella che possa esserci su tutta la faccia della Terra e che in realtà non si realizzerà mai.
E quella brutta sensazione, lui proprio non riesce a spiegarsela, non ce la fa. Semplicemente la sente dentro, nella testa, nel cuore, anche se il comportamento di Karen nei suoi confronti dimostra seriamente un interesse verso di lui, un interesse forte a cui lui tuttavia si aggrappa, a cui si tiene con tutte le sue forze.
Perché Calum a Karen non vuole, rinunciare, per nessun motivo al mondo.
E se ne frega di quella brutta sensazione che presto sparirà, non gli importa.
L’unica cosa che gli interessa davvero è poterle stare vicino anche se solo per poco, soltanto per conoscere un po’ di più quegli occhi scuri che non riescono a lasciarlo stare, che non lo lasciano in pace neppure per un secondo. Occhi scuri che vanno a fargli compagnia durante la notte o che si presentano dentro la sua testa nel bel mezzo di una lezione.
E lui lo sa che tutto questo dura da molto prima che loro due si conoscessero. Dura da parecchio, la sua cotta colossale per Karen Dawson. Che poi… Forse la sua adesso una semplice cotta non lo è più. Ma Calum non è sicuro, non ancora per lo meno. Deve capire, deve esserne sicuro al mille per cento, perché l’ultima cosa che vuole è ferire Karen. Perché non vorrebbe farle male, mai, per nessuna ragione al mondo.
E mentre pensa a tutta quella miriade di cose, mentre si logora il fegato e il cervello per cercare di trovare una soluzione a quel casino e a quella piccola grande preoccupazione che ha dentro e che lo rende veramente troppo nervoso, insicuro, due braccia esili eppure forti allo stesso tempo lo stringono da dietro, facendo incontrare la schiena del ragazzo con il petto di Karen e facendolo sorridere come mai prima di allora.
«Dawson.» la saluta lui con voce divertita, mentre cerca di nascondere la sorpresa causata dal gesto della mora. Sorpresa che, tuttavia, la ragazza nota bene e che la fa sorridere timidamente, anche se mille voci stanno tornando ad infastidirla.
Voci che non fanno altro che far crollare ogni muro che con fatica immane era riuscita a costruire attorno al suo cuore, pur di proteggerlo, pur di proteggerlo da chiunque avrebbe potuto avvicinarsi troppo. E pure quelle stesse voci non fanno altro che ripeterle che forse sarebbe l’ora di smetterla di difendersi, le ripetono che forse buttarsi con qualcuno ancora una volta.
Ripetono che buttarsi con Calum potrebbe essere la volta giusta, per mettere a posto tutto ciò di rotto in lei.
Però non fa in tempo a chiedersi altro o a fare altro, che proprio il punto centrale dei suoi pensieri si volta tra le sue braccia, con un sorriso così felice che Karen non gli aveva mai visto addosso, mai durante quei pochi giorni in cui stanno imparando a conoscersi
«Hood.» lo saluta, sorpresa da quell’espressione che, in anni passati ad osservarlo da lontano ogni tanto, non aveva mai potuto apprezzare in tutta la sua bellezza.
Perché per Karen, Calum è davvero bello, non è mai riuscita a negare un pensiero simile. Ma, nonostante quell’interesse verso quel moro che non riesce a contenere, lei ha paura. Karen ha troppa paura di cadere ancora una volta, benché sappia che Calum non la tratterebbe mai male. Ha paura di farsi più male di prima perché non vuole più mettere insieme la polvere del suo cuore.
Eppure… Quel sorriso non sembra volerla ferire, non sembra volerla ridurre in cenere dopo una scottatura troppo grossa per essere spazzata via. Niente di quel ragazzo moro che adesso le sta baciando lievemente la fronte le fa pensare che potrebbe accadere qualcosa di brutto.
Calum non vuole farle male, di questo Karen ne è certa. Ma ancora non è sicura, non si fida, di nessuno. E sa che ragionare in questo modo non le fa affatto bene. Ma non sa cos’altro fare per proteggersi.
E lui, Calum, proprio non riesce a capire da chi o cosa lei debba proteggersi, o da cosa voglia scappare.
Vorrebbe… Di preciso non sa neppure lui cosa sia giusto fare per aiutare quella ragazza che gli sta a cuore più di quanto voglia ammettere, con se stesso e con tutti gli altri. Vorrebbe… Vorrebbe solo che quell’ombra negli occhi della mora sparisse, per non tornare più.
«Domani sera ci sarai?» le chiede, abbracciandola stretta e inebriandosi del suo profumo dolce e intenso, proprio come lei, facendole battere fortissimo il cuore nel petto e facendola fremere e rabbrividire nella frazione di un secondo, facendole sentire uno strano calore dentro.
Un calore così dolce e così confortante che… Forse potrebbe aiutarla un po’ a sciogliersi con Calum. Perché in fondo una sera vissuta con occhi e sentimenti diversi
«Certo, ci sarò.»

Ashton non avrebbe mai creduto che il verde sarebbe diventato uno dei suoi colori preferiti. O almeno, lo pensava prima di conoscere gli occhi grandi e intensi di Lara. Occhi sinceri e bellissimi che adesso lo stanno osservando curiosi e che lo stanno facendo sentire il re del mondo, o almeno, del mondo di Lara.
E ci spera, Ashton, spera davvero di essere importante per quella rossa che non riesce a togliersi dalla testa e a cui pensa sempre, per cui lotterebbe pur di vederne un sorriso, uno di quelli che fanno sciogliere chiunque, soprattutto lui e il suo cuore.
Un sorriso che ha adesso proprio davanti agli occhi e che lo fa sentire dannatamente bene.
E ancora non capisce, Ashton, perché quella rossa lo faccia sentire in quel modo. Ancora non si spiega il perché voglia vederla e starle vicino il più a lungo possibile, o perché voglia vedere sempre in quegli occhi luminosi una luce che adora, con tutto se stesso.
«Sei completamente perso.» gli direbbe Calum.
Ed Ashton sa che l’amico ha ragione, ha seriamente ragione da vendere.
Vorrebbe… Vorrebbe soltanto avere qualcosa di più, con Lara. Vorrebbe poter esserle vicino in un modo diverso da quello che li lega adesso, vorrebbe che il loro rapporto diventasse qualcosa di più. Anche se di quel più lui ha un po’ paura.
Perché lui è impulsivo e diretto e in pratica troppo sincero, che ha paura di dire cose a sproposito, cose di troppo, cose che potrebbero seriamente cambiare drasticamente tutto quello che sta nascendo tra loro due. E ad Ashton, i cambiamenti, non piacciono per niente.
Soprattutto, non vorrebbe che niente tra lui e Lara cambiasse. Perché gli piace tutto di loro due, di quei pochi momenti che passano insieme, delle poche parole che pian piano lei gli rivolge sempre più spesso, sempre più apertamente. Non vorrebbe in alcun modo porre fine alle loro risate o a quello che li lega così tanto.
Spera solo che non accada niente di brutto.
Ed è mentre continua a rimuginare su ogni cosa, che Lara sorride e gli prende la mano tra le sue.
«Ehi campione, cos’hai?» gli chiede, davvero incuriosita e – soprattutto – preoccupata per lui, perché non l’ha mai visto così pensieroso o distante, con quegli occhi così simili all’oro che non brillano come al solito.
Occhi brillanti in cui Lara adora perdersi ogni volta che può, ogni volta che sono insieme. Adora la sensazione che le provocano quando si posano su di lei più a lungo del normale, una sensazione di benvenuto, di accoglienza che non aveva mai provato e che le dona una sicurezza di cui mai avrebbe avuto alcuna idea.
Perché Lara, con Ashton, si sente bene, sta davvero bene quando sono insieme. E mai potrebbe cambiare quello che li unisce. Perché a lei piace quello strano legame che sente tra loro, è un qualcosa di assolutamente unico, bellissimo e pazzesco che non riesce a capire fino in fondo.
E le sta bene, le sta davvero bene così. Non vorrebbe cambiare proprio niente di tutto quello che stanno costruendo insieme. Non vorrebbe mai cambiare o perdere quell’amicizia così importante, per nessuna ragione al mondo. Perché per lei, Ashton è un amico davvero molto speciale anche se non lo conosce da molto.
«Non è niente, sul serio. Solo troppi pensieri.» risponde il riccio, facendola sorridere.
Perché un po’ ha imparato a conoscerlo, e sa che quando non vuole o non se la sente di parlare di qualcosa bisogna lasciargli tempo affinché riesca a farcela da solo o affinché si decida a parlarne apertamente con qualcuno. E Lara spera vivamente nella seconda ipotesi, spera che Ashton voglia aprirsi con lei, renderla partecipe della sia vita o di qualsiasi altra cosa lo riguardi.
«Io…» inizia lui, facendola sorridere un po’. Poi però si ferma.
Perché avrebbe una cosa da dire, una piccola domanda da fare. Però… Non gli è mai capitato di fare una cosa simile: invitare una ragazza, ad uno dei loro concerti, per giunta! Che poi, invitare non è forse la parola giusta. Oppure sì… Non riesce a capire più niente! Eppure… Vorrebbe tanto sapere la sua risposta.
«Tu?» chiede Lara, troppo curiosa di sapere cosa volesse dirle.
«Vorresti venire al nostro concerto domani?»

 




Letizia
Ciao bellissimi! <3
Scusate per questo relativo ritardo (?), ma il capitolo l'ho finito solo adesso, scusatemi! <3
Bene bene bene, che vogliamo commentare?
I Nuke adfndklsfnksa, piccini, si vogliono troppo ma hanno paura di rovinare tutto, come Ash e Lara (a proposito, secondo voi come risponderà lei alla domanda del riccio? ;)).
Mike e Becky... FINALMENTE MIKE HA FATTO IL PRIMO PASSO! Alleluia! *^*
Calum e Karen... Io... piccolini loro, Karen soprattutto *^*.
Io boh, giuro che tutti questi personaggi sono adkfbaldkj, mi fanno sclerare in una maniera assurda, non posso farcela, prima o poi mi faranno andare di matto *^*.
E forse è meglio se mi fermo qui per oggi. Ripeto solo gli aggiornamenti per tutto giugno (scusate, davvero, ho solo paura che possiate confondervi con tutte le storie che ho in corso):

- ogni lunedì e giovedì (aka, DUE VOLTE A SETTIMANA) aggiornerò Insegnami a vivere.
- ogni mercoledì aggiornerò Links.

- ogni giovedì aggiorno pure Inatteso.
- ogni sabato aggioernerò The only reason e Give me love and fill me in, tanto manca poco alla fine di entrambe queste storie u.u

Grazie per ogni cosa, sul serio, per ogni cosa: per recensioni, per preferiti | ricordati | seguiti, siete meravigliosi ed io vi voglio troppo bene, vi amo troppo! Siete fantastici! <3
A presto, un bacione ed un abbraccio grandissimo, Letizia <3

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Capitolo 7
*** 6. Musica ***


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6.
Musica

 

«Ragazzi, tenetevi pronti. Tra cinque minuti dovete andare.» li avvisa Nick gentilmente, facendo capolino dalla porta del backstage, separato dal resto del bar da pannelli di compensato dipinti di nero. Ashton ringrazia l’uomo con un mezzo sorriso e l’altro risponde nello stesso modo, prima di lasciare i ragazzi soli in quella piccola stanza.
Soli, ad affrontare la solita ansia da pre concerto. Soli, a cercare di riordinare le idee e di ricordare la scaletta, magari ripassando alcuni pezzi di qualche brano giusto per essere sicuri, mentre i Nickelback si fanno sentire da uno dei loro telefoni, come a voler dar loro la giusta carica per quella serata.
L’unico di loro che non è per niente tranquillo è Luke. Perché lui, non ha semplicemente quella che tutti chiamano “ansia da palcoscenico”, no. Lui ne ha terrore. Un terrore che ogni volta lo prende tutto, dalla punta dei piedi fino a quella dei capelli, rendendolo teso peggio di una corda di violino. Così teso e così nervoso, che nessuno riesce a calmarlo fino a che non è sceso dal palco. Nessuno a parte Nina, che tuttavia non si è ancora fatta vedere, probabilmente perché è con le altre.
Luke sospira e cerca di calmarsi. Ha un concerto a cui pensare, eppure il pensiero della sua amica in un angolo della sua mente che si fa sentire prepotentemente lo disturba, lo deconcentra un po’ da quella serata veramente importante per ognuno di loro.
«Ehi Hemmo, riprenditi! Nina sarà qui a momenti, sai che non è mai puntuale.» gli dice Calum, sinceramente divertito dall’ansia che prende il suo migliore amico e che non lo fa ragionare fino a che Nina non arriva.
E Calum sorride, nel vedere il viso del biondo rilassarsi un poco. Gliel’ha ripetuto tante di quelle volte – a Luke – che lui e la castana sono fatti per stare insieme, senza ombra di dubbio. Pure Ashton e Michael sono d’accordo con lui. Ma il biondo continua sempre a negare l’evidenza.
«È la mia migliore amica da tutta un vita. Sarebbe come stare con mia sorella.» si ritrova sempre a dire, senza riuscire tuttavia a convincere i suoi migliori amici che lo conoscono meglio delle loro tasche.
«Ben fatto Cal.» gli sussurra Ashton alle orecchie, con il sorriso sulle labbra. Perché il riccio proprio non capisce il perché il biondo si comporti così. Cavolo, è evidente che tra quei due c’è una chimica che moltissime altre persone – lui compreso – si sognano di avere con qualcuno. Eppure Luke non vuole capire.
«Giuro che prima o poi glielo faccio capire a suon di chitarrate in testa.» si intromette Michael, serio come non mai. Perché lui conosce Luke meglio di tutti – e pure Calum ed Ashton lo sanno bene. Lo conosce così bene e sa che ha paura – benché il biondo non gli abbia mai detto niente. Lo vede da come guarda Nina, da come la tocca, da come le parla. Ha paura di rovinare tutto. Ma questo Michael non può permetterlo, né a lui né a lei. Perché quei due sono sulla stessa barca e devono capire che c’è molto di più tra loro.
«Non credo che risolverebbe la situazione, sai?» commenta divertito Ashton, facendo ridere gli altri due.
«Devono capirlo da soli.»
È l’ultima cosa che si dicono prima che Nick li chiami sul palco. E loro quattro salgono, i loro strumenti ed i loro cuori in mano, pronti a dare il meglio, pronti a rendere quella serata meravigliosa.
Ed è proprio mentre i primi accordi di Out of my limit iniziano a farsi sentire tra quelle mura, mentre gli occhi di tutti sono puntati su quei quattro ragazzi che hanno già conquistato parecchia parte del pubblico, mentre l’ansia si trasforma in adrenalina, che Luke vede Nina, esattamente davanti a lui.
Si sorridono complici. E poi va tutto in discesa.

«Ma dove diamine è finita Nina?» chiede Karen alle altre, non sapendo più che cosa fare per rintracciare la loro amica. Ha provato a chiamarla più volte, ad inviarle messaggi su messaggi, ma l’altra non ha mai risposto. E adesso Karen sta iniziando a preoccuparsi sul serio. Perché che Nina fosse una ritardataria cronica si sapeva da sempre, ma che si perdesse il concerto dei ragazzi era qualcosa di impossibile a cui pensare. Soprattutto, non quella sera, in cui erano tutti insieme a condividere qualcosa di così unico.
E sospira, Karen, anche perché a breve rivedrà Calum, e non crede di essere abbastanza pronta per poter rivivere le emozioni della sera precedente. Emozioni che già un po’ conosce ma che non vuole che arrivino in superficie, per nessun motivo al mondo.
«Dai, sono sicura che arriverà, non preoccuparti.» cerca di rassicurarla Becky, benché pure lei sia un po’ preoccupata. Perché sta iniziando a capire cosa leghi Nina e Luke. E ha la netta sensazione che il biondo abbia bisogno della sua migliore amica adesso più che delle altre volte. Spera solo che arrivi in tempo, per dare una mano a Luke come solo lei riesce a fare.
Ed è preoccupata, Becky, pure per il fatto che Michael è lì, a pochi passi da lei, pronto per suonare e per far sentire tutto quel che ha dentro, sfogandosi con il suo modo di suonare la chitarra che è la cosa più bella e più emozionante del mondo. O almeno, la bionda pensa così.
«Non si perderebbe il concerto per niente al mondo.» aggiunge Lara sorridente e sicura come mai prima di quella sera non era mai stata. Una sicurezza che deriva dal fatto che la sua migliore amica arriverà a momenti, come suo solito, riuscendo a far tornare al loro posto i pezzi di Luke che se ne sono andati a causa dell’ansia, e dal fatto che sta per rivedere Ashton. E questo non potrebbe renderla più felice di così.
Ed è proprio quando Karen sospira, preoccupata come non mai, che due occhi grigi le si parano davanti, facendole prendere un colpo per la sorpresa.
«Ciao!» esclama Nina con il solito tono allegro, prima di salutare le amiche con un abbraccio veloce.
«Dov’eri finita?» chiede poi Becky, curiosa.
«Traffico su Oxford Street.» spiega velocemente l’altra, che ripensa a quante volte abbia imprecato in silenzio durante il viaggio in taxi per arrivare lì in tempo.
«Fortuna che sono arrivata.» aggiunge, avvicinandosi con le sue amiche al palco, riuscendo a trovare posto proprio nelle file davanti, pronta per lasciarsi travolgere dalla musica dei suoi migliori amici. E dalla voce di Luke, che sembra quasi riuscire a leggere ogni suo più piccolo segreto, lasciandola nuda di ogni cosa.
E sospira, mentre le luci del locale si abbassano, mentre sente qualcuno salire sul palco, mentre il batticuore si fa sempre più forte secondo dopo secondo, che lo vede. Vede Luke, bellissimo come sempre, come un angelo, con la chitarra in mano, con gli occhi che non capiscono di preciso dove guardare per non farsi prendere dall’ansia. Occhi che, alla fine, vanno a posarsi su di lei, aprendole il cuore per far entrare qualcosa di meraviglioso e di unico, esattamente come quello strano sentimento che li lega, anche se nessuno dei due abbia la benché minima intenzione di ammetterlo.
Gli sorride, sperando di aiutarlo in qualche modo. Lui le sorride di rimando. E poi è tutta un’altra cosa.
 
Lara sta aspettando che tutti gli altri arrivino. Karen è andata un attimo alla toilette; Becky è dovuta uscire perché non si sentiva bene e Nina è sparita in mezzo alla folla come suo solito, trascinata dalla sua immensa voglia di divertirsi e di non pensare assolutamente a niente.
Sospira e si sistema meglio la passata che ha in testa e si guarda attorno, ma non c’è ombra neppure dei ragazzi, da nessuna parte. Sembra quasi che tutti si siano volatilizzati in un batter d’occhio, lasciandola sola a pensare e a ricordare, ogni cosa.
Ma lei, lei odia ricordare, odia dover aver qualcosa per la testa che possa riportarla a quel che prima c’era e adesso non c’è più, quel qualcosa che le ha procurato una ferita profonda, una ferita che non è ancora guarita, nonostante siano passati anni da quando è successo tutto quel casino.
Ed è per questo che cerca tra la folla. Cerca quegli occhi così luminosi, intensi e vivi che non riescono ad andar via dalla sua testa e dal suo cuore. Occhi bellissimi che mettono a tacere e allo stesso tempo aumentano tutte quelle paure che non l’hanno mai abbandonata in quegli anni. Uno sguardo dolce che riesce a farla stare meglio in un modo che la rossa mai avrebbe creduto possibile.
«Oh mio Dio.» esclama Lara non appena vede Ashton le si avvicina per stringerla in un abbraccio caldo e bellissimo, da lasciarla completamente senza parole, senza fiato, con solo il cuore che non smette di battere.
«“Oh mio Dio” cosa?» chiede lui divertito e felice. Perché ancora Ashton non riesce a credere che Lara sia lì, che l’abbia visto, che abbia cantato le loro canzoni, che abbia fatto parte di quella serata magica che chiunque potrebbe definire perfetta, sotto ogni punto di vista.
«Siete stati pazzeschi!» continua la rossa, facendo incontrare i loro sguardi e facendo sorridere entrambi, mentre un calore dolce e familiare si fa strada dentro di loro a causa delle loro mani che si stanno stringendo con sempre più forza e dolcezza, guidate da un sentimento che non è ancora ben chiaro ma che ad entrambi piace e li spaventa allo stesso tempo.
«Grazie!» risponde il riccio, con lo stesso entusiasmo della rossa, prima di abbracciarla di nuovo, prima di tenerla stretta a sé come se fosse l’ultima volta che la vede anche se sa che non è così. Solo, ha bisogno di conferme, Ashton, ha bisogno di sentirla vicina per capire così tante di quelle cose che ancora non hanno una risposta. Ha bisogno soprattutto perché solo con Lara non si sente solo. Anzi, sembra proprio che la rossa riesca a mettere un punto alla sua solitudine, quasi voglia mandarla via in ogni modo, pur di fargli tornare il sorriso sulle labbra.
Perché alla fine, il problema di Ashton è tutto lì: è sincero, sempre e comunque, in ogni situazione. Solo che quella sua sincerità lo ha portato ad essere solo, perché alle persone non piace sentirsi dire come stanno davvero le cose, perché semplicemente fa più comodo restare nel proprio mondo fatto di sogni e di illusioni, che centrano in pieno le proprie aspettative, senza pensare a cosa ci sia davvero al di là dell’immaginazione, senza pensare a com’è sul serio la vita vera.
Poi però è arrivata Lara, inattesa, imprevedibile e bellissima in tutto e per tutto, specialmente per i suoi difetti, che poi per Ashton difetti non sono, ma va bene lo stesso. Va bene ad entrambi di volersi così, in un modo che ancora non capiscono e in cui comunque stanno iniziando a sentirsi dannatamente bene, ogni secondo meglio del precedente.
«Io…» inizia a parlare lui. Poi però si ferma, perché forse quelle non son le parole giuste, non ancora per il momento. Non vuole dichiararsi a Lara, non è neppure sicuro al cento per cento dei suoi sentimenti! No, soltanto lui… Vorrebbe…
«Tu?» lo incita lei, curiosa, quasi sapesse leggergli la mente.
Ashton sospira lievemente, mentre il cuore inizia a battergli forte per la cosa che ha intenzione di fare. Non risponde, non ancora. Semplicemente, lascia che siano i sentimenti a parlare per lui e a guidare le sue azioni.
Ed è un attimo, prima che le labbra morbide di lui entrino a contatto con la pelle liscia e fresca della guancia di lei, scatenando dentro ai loro cuori qualcosa che può ben essere interpretato come una tempesta, piena di lampi, di rumori, di tuoni, di vento. È come se quel gesto in un istante abbia sconvolto tutto, in un modo che ad entrambi piace, piace da impazzire nonostante tutto.
«Sono felice che tu sia qui. Davvero.»
E lo sono entrambi. Sono felici tutti e due della scelta della rossa di andare a vederli, di accettare con cuore sincero – e forse con qualcosa in più – la proposta di Ashton della sera precedente. Sono felici di riuscire a trovarsi nell’altro, ogni volta sempre più profondamente della precedente, quasi ci fosse un meccanismo che li forza a stare insieme, ogni volta che ne hanno l’opportunità.
E loro due, quelle opportunità non le saltano mai, neppure una, cercano anzi di coglierne il più possibile, pur di conoscersi, pur di trovarsi, pur di trovare insieme tutte quelle risposte di cui hanno assoluto bisogno per capire tutte quelle cose che servono prima di agire sul serio.
 
Luke ancora non riesce a capire perché non riesce a togliersi dalla testa Nina e ogni cosa a lei connessa. Non ha fatto altro che pensare a lei, per tutta la durata dell’esibizione. Aveva quegli occhi grigi e grandi davanti a sé e non era riuscito a staccarsene, neppure per un attimo. Ed era stato proprio grazie a quegli occhi e a quel sorriso se alla fine era riuscito a superare la sua preoccupazione e si era lasciato andare. Era grazie a Nina se alla fine era andato tutto bene.
Ed ora eccolo lì, solo, alla ricerca della castana che sembra essersi volatilizzata tra la folla che adesso sta ballando a ritmo di una canzone house che lui non conosce. Vorrebbe solo passare un po’ di tempo insieme a lei, perché a conti fatti quella settimana hanno avuto qualche minuto solo per loro solo quando lei si era rintanata sul tetto di casa Clifford.
Vorrebbe stringerla forte e chiacchierare con lei, come loro solito. Vorrebbe buttar fuori l’adrenalina che ancora gli circola nelle vene. Vorrebbe solo potersi perdere in quello sguardo timido e bellissimo. Uno sguardo che riesce a riempire ogni suo spazio vuoto.
Perché lui ancora non riesce a capire il perché si senta così, senza niente dentro. In fondo, la vita gli ha dato tutto quello di cui necessitava: una bella famiglia numerosa, una bella casa, degli amici pazzeschi, una passione per cui vorrebbe seriamente vivere.
Eppure… Nessuna di queste cose lo fa sentire completa come solo Nina riesce a fare. Se non ci fosse lei nella sua vita, niente avrebbe senso. E Luke sa che non è solo una frase detta così, per circostanza. È vera, la sente dentro aggrappata ad ogni sua cellula, pur di dimostragli quanto lui necessiti di quella ragazza per stare bene, bene davvero. Perché sul serio lui senza Nina si sente perso, si sente senza una meta, non avrebbe alcuna idea di dove andare se lei non ci fosse. Ed è per questo che non vuole perdere lei, non vuole perdere la sua migliore amica per nessuna ragione al mondo. Perché ha bisogno di lei più di quanto voglia ammettere, a se stesso e agli altri.
È per questo la cerca per il salone, tra i volti di persone che non conosce. La cerca con ansia, perché non riesce a trovarla. Volta lo sguardo da una parte all’altra del locale, senza successo. E fa per tornare dagli altri, quando un paio di occhi grigi nel bel mezzo della sala non catturano i suoi.
Allora lui si volta, sicuro di chi c’è davanti a lui. E la vede, vede Nina lì in mezzo a tutti che balla e si diverte come suo solito, con il sorriso sulle labbra e con gli occhi che brillano così tanto da sembrare stelle. Poi però si ferma.
Perché Nina sta ballando con un ragazzo che Luke non ha mai visto prima. Un ragazzo che non è lui e che sta toccando Nina in un modo che al biondo non piace per niente. E la cosa che gli fa più rabbia di tutte non è il fatto che ci sia quel ragazzo che va dietro alla sua migliore amica, no. La cosa che lo fa infuriare e allo stesso tempo morire di gelosia è il fatto che Nina lo sta lasciando libero di fare quel che vuole con lei, senza che lei ribatta o cerchi di andarsene.
E l’unica cosa che a Luke rimane da fare è chiedersi Perché? Perché non è lui quel ragazzo che adesso la sta guardando negli occhi? Perché non sono sue quelle mani che stanno accarezzando quel corpo pazzesco? perchè non sono i suoi occhi a perdersi in quelli grigi di lei?
Non ne ha idea, Luke. Non ha la più pallida idea di cosa fare, mente il suo cuore pian piano si sgretola sotto il peso di quella verità che inizia a far male, male sul serio: Nina non lo vuole, Nina non potrebbe mai vederlo come qualcosa di più, tra loro non potrà mai esserci niente. E questo, Luke lo sapeva già da tempo, ma la verità fa più male dell’immaginazione.
E lui non ha alcuna voglia di stare lì un minuto di più. Per questo se ne va, passando proprio vicino alla sua migliore amica, che gli lancia uno sguardo interrogativo che non riceve risposta, dato che lui ormai ha appena varcato la porta d’ingresso per uscire da lì.
E Nina resta lì, immobile, senza riuscire a collegare tutti i pezzi che le servono per capire quel che sta succedendo. Perché quella sera, mentre i ragazzi suonavano, si è ritrovata a pensare spesso al fatto che se Luke non le piacesse così tanto, le cose sarebbero ben diverse. Vorrebbe toglierselo dalla testa e dal cuore, perché tanto sa che i suoi sentimenti non avranno mai una risposta da parte del suo migliore amico. Ecco perché ha iniziato a ballare con quel ragazzo di cui tuttavia non riesce a ricordare il nome.
Vuole dimenticare Luke. O almeno, vorrebbe poterlo fare, ma tanto sa che sarà tutta fatica sprecata, perché i suoi sentimento verso di lui sono troppo profondi, troppo radicati in lei perché possano venir estirpati in modo semplice. Ed è questo il problema più grande.
E adesso, gli occhi stanchi e feriti del biondo non fanno altro che rimbalzarle nella testa, perché non aveva mai visto Luke in condizioni simili prima di quella sera. E davvero non ha la benché minima idea di cosa fare per poterlo aiutare, soprattutto quando vorrebbe solo dimenticarsi di lui. Per questo cerca di non pensare più a niente e continua a ballare, mentre il pensiero di Luke nel suo cuore continua a farle un po’ male.
 
Karen si è appena poggiata con la schiena al muro, non lontano dalla porta della toilette, da cui può ben notare quante ragazze prima di lei ne abbiano un assoluto bisogno.
Solo che la mora si trova lì per tutt’altro motivo: sta cercando di evitare Calum, in ogni modo possibile. Cerca di non stargli vicino per evitare di affondare di nuovo, perché quella è proprio l’ultima cosa che vuole fare, perché Karen non vuole cadere, non un’altra volta dopo tutto quello che ha dovuto passare. Non è ancora pronta a buttarsi, perché non ha la minima idea di quello che potrebbe trovare con Calum.
E il problema è che a lei, il moro piace, davvero tanto, in un modo che non avrebbe mai creduto possibile.
Solo che… Lei vorrebbe che tutti quei sentimenti verso quel ragazzo sparissero, lasciandola libera da preoccupazioni che sa di non essere in grado di abbattere.
Eppure… Allo stesso tempo vorrebbe che Calum la salvasse, che le facesse cambiare idea in un modo o nell’altro, che le facesse di nuovo credere in quello strano qualcosa che è l’amore.
Perché ormai, Karen, all’amore non ci crede più. Ne ha abbastanza dopo Nate, dopo che lui l’aveva solo usata per puro soddisfacimento personale, come un oggetto, per poi mandarla in un angolo e non utilizzarla più perché semplicemente se ne era stufato. E il problema è che la storia con Nate era andata avanti per più di un anno, perché lei non riusciva a staccarsi da lui, non riusciva o non voleva vedere quanto male si stesse facendo da sola, fino a che non era stato Nate stesso a farle capire tutto in una sola volta, spezzandole il cuore in un modo quasi irreparabile.
E ora lei è lì, da sola, a cercare di difendersi in ogni modo possibile da quei sentimenti che non crede di poter affrontare, perché non si sente ancora pronta. Dopotutto, le ferite d’amore sono quelle più dolorose di tutte, quelle che necessitano di molto più tempo per guarire anche se poi non spariranno mai del tutto.
Vorrebbe solo non avere quel problema, Karen. Perché Calum le piace davvero, come mai nessuno. Le piace più di Nate. E la cosa la preoccupa molto più di quanto vorrebbe ammettere, perché non sa se considerarla come un buon segno oppure no.
Vorrebbe semplicemente essere libera da tutte quelle catene che la imprigionano.
Catene che Calum ha visto bene, dentro a quegli occhi scuri. Catene che tengono prigioniero il cuore della ragazza che sta osservando da una decina di minuti buoni. Catene che impediscono ai sentimenti di entrambi di farsi vivi, di farsi spazio tra loro due. Catene che Calum vorrebbe spezzare una volta per tutte, perché non sopporta vedere Karen in quelle condizioni.
Lei, che è bellissima quando si sente libera di poter sorridere, quando lo guarda in quel modo intenso che riesce ad ammutolirlo nella frazione di un secondo, quando lo lascia entrare nella sua vita quelle poche volte che stanno aumentando lentamente.
Vorrebbe aiutarla, Calum, vorrebbe aiutarla davvero. E vorrebbe pure mettere a tacere quel ruggito che gli prende il petto, ogni volta che pensa a lei. Vorrebbe sfogare quello strano sentimento che prova per la mora, troppo profondo per essere relegato in un angolo per non pensarci più.
Perché lui non è così. Perché un sentimento così forte, intenso e vero lui non l’aveva mai provato per nessuno prima di Karen. E sa che questo dovrebbe bastargli a sufficienza per  fare quel piccolo grande passo di cui però si ritrova ad avere una paura immensa, insensata.
Sospira e si passa la mano tra i capelli corvini, cercando la soluzione migliore per tutto, almeno per quella sera. E intanto torna ad osservare attentamente Karen – con indosso quel suo vestito blu elettrico che risalta il colore intenso dei suoi occhi grandi – lontana da lui solo una ventina di passi, sufficienti per far notare a Calum lo sguardo perso, triste, affranto della mora. Uno sguardo che lancia un urlo disperato di aiuto per uscire da quella prigione che Karen si è creata da sola attorno al cuore.
E allora decide, Calum. Decide di agire, anche se non sa se sia la cosa giusta da fare.
Decide e si avvicina a Karen. Percorre quei venti passi che li dividono nella frazione di un secondo, con le mani ed il cuore che tremano per l’emozione, con il cuore che non riesce a smettere di battere, con una sola idea in testa. Un’idea che spera possa funzionare.
Lei lo vede avvicinarsi, non gli ha staccato gli occhi di dosso da quando i loro sguardi si sono incontrati facendola rabbrividire nella frazione di un secondo. Lo osserva e non sa che cosa voglia fare quando ormai tra di loro c’è solo mezzo centimetro.
Karen sa solo che il cuore sta continuando a batterle quasi fosse un cavallo impazzito. Sa che quei brividi che sente sulla pelle non sono dovuti solo al muro freddo in contatto col suo corpo. Sa che quella strana sensazione che prova dentro al petto nasconde molto altro, un qualcosa che ancora deve definirsi un po’ meglio, ma che la rende libera, in un modo che non riesce a spiegarsi.
I loro occhi si incontrano ancora, mentre le loro guance si tingono lievemente di rosso, ed è un attimo.
Poi le loro labbra si toccano.
Si toccano, si sfiorano dolci, si accarezzano lente, spinte da una necessità che nasce dall’angolo più profondo dei loro cuori e che doveva trovare uno sfogo, un appiglio, il prima possibile. Si completano, in un modo che li lascia completamente sconvolti.
Si baciano, Calum e Karen.
apparentemente va bene così.
 
Becky si stringe un po’ di più il giacchetto di pelle addosso per riscaldarsi. Benché siano a maggio, lì a Londra non fa poi così tanto caldo, soprattutto la sera. E sospira stanca mentre si passa una mano sugli occhi sempre privi di trucco, cercando di rimanere con gli occhi aperti. La sera precedente non aveva dormito poi così tanto, preda dell’ansia natale dentro al cuore al pensiero di poter vedere Michael suonare dal vivo ancora una volta. E ora le ore di sonno che mancano stanno iniziando a farsi sentire in maniera prepotente.
Sospira nuovamente e dà un’occhiata al telefono per controllare l’ora. Tra pochi minuti dovrà rientrare, anche se stare lì fuori non le dispiace. In fondo è uscita perché aveva bisogno di rinfrescarsi, dato che in quel salone stava diventando troppo caldo per lei.
Alza gli occhi chiari al cielo, e si perde nel vedere quelle poche stelle che riescono a brillare più delle altre.
E si ritrova a pensare a due occhi verdi così chiari da sembrare trasparenti che non si sono staccati da lei neppure per un secondo quella sera. Gli occhi di Michael hanno sempre cercato i suoi, per tutta la durata del concerto, come quelli blu di lei. E la bionda adesso non sa più che cosa pensare, soprattutto perché non riesce a capire il comportamento di Michael nei suoi confronti. Prima la tratta male, poi cambia atteggiamento.
E, sinceramente, Becky non ha mai sopportato chi gioca con lei. E proprio non vorrebbe scoprire che pure il ragazzo dei capelli colorati sta facendo di tutto solo per divertirsi con lei. Lei che è stufa di quei sentimenti a senso unico, a cui tuttavia non riesce a rinunciare neppure volendo.
Si passa stancamente una mano sul viso e torna ad osservare l’ora, quando all’improvviso due mani si posano ai lati della sua testa, facendole alzare bruscamente gli occhi per la sorpresa.
E il fatto che non abbia mai visto in vita sua il ragazzo davanti a lei, la preoccupa ancora di più. Soprattutto quando lui inizia a parlare, e un forte odore di alcol le arriva al naso, facendola inorridire e facendola immobilizzare sul posto, per un’ansia, un terrore tenue e sordo che prima di allora non aveva mai provato.
«Ehi, bella bambolina. Ti andrebbe di divertirti un po’ con me?» chiede il ragazzo, con un sorriso sulle labbra. Un sorriso da ubriaco. Un sorriso che a Becky mette solo ancora più paura e le fa battere fortissimo il cuore, mentre cerca di allontanarsi da quello sconosciuto.
«No, no, bella bambolina, tu resti qui.» continua lui, la voce un po’ più dura e lo sguardo che dimostra ogni sua più sporca intenzione.
E Becky vorrebbe urlare, vorrebbe scappare, vorrebbe tornare al sicuro dai suoi amici, perché ha paura, ha paura da morire a restare lì. Ha paura mentre le mani del giovane iniziano a toccarla, sulle braccia, sul viso, sul collo, andando a tastare persino sotto la maglia in punti in cui nessuno era mai arrivato prima.
Lei prova a liberarsi, prova a togliersi di dosso quelle mani che la fanno sentire sporca, prova a andare via,  mentre sente gli occhi iniziare a farsi lucidi per la paura che lentamente sta prendendo sempre più campo dentro di lei, mentre sente il respiro farsi sempre più veloce nel suo petto. Ma è tutto inutile, quel ragazzo è indubbiamente più forte di lei in ogni senso anche se è ubriaco.
Ed è mentre crede che non ci sia più nulla da fare, mentre inizia a sperare che quel sogno orribile finisca il prima possibile, che ad un tratto il corpo dello sconosciuto viene strappato di dosso dal suo, lasciandola finalmente libera di tornare a respirare, almeno un po’. Lasciandola libera di accasciarsi a terra, intontita, tanto da non riuscire a percepire quel che sta accadendo attorno a lei. La schiena al muro, il corpo ed il cuore che tremano ancora troppo per lo spavento, e le lacrime che iniziano a rigarle silenziosamente le guance e che lei non ha alcuna forza di fermare.
«E tu chi cazzo sei?» sbraita il ragazzo più grande, la voce palesemente impastata e gli occhi appannati.
«Sono il suo ragazzo. E guai a te se la tocchi un’altra volta.»
E Becky, a sentire quella voce, quel tono sicuro e deciso che solo un ragazzo che ormai le intasa cuore e testa, si sente morire. Dalla vergogna di essere stata vista in quelle condizioni, dalla vergogna di essere stata vista come la ragazza debole che non è mai stata, dalla vergogna per tutto quel che stava succedendo prima che arrivasse.
Intanto lo sconosciuto se ne va, borbottando qualcosa ed offendendo Michael. Ma lui non ci dà alcun peso.
Perché era uscito per trovare lei, per trovare Becky, dato che poi non era riuscita a vederla tra la folla che riempiva il locale. Doveva trovarla dopo l’esibizione, aveva un bisogno indescrivibile di accertarsi che le sensazioni che aveva provato quando i loro occhi si erano trovati non erano solo un’illusione.
E adesso, a vederla così, spaventata, lo sguardo basso, i singhiozzi trattenuti senza successo, il corpo che ancora trema, si maledice. Si maledice per non essere arrivato prima, per non averla trovata subito, per aver lasciato che quel ragazzo le facesse quel poco sufficiente a farla stare malissimo.
«Becky?» la chiama avvicinandosi a lei, preoccupato da morire per quella ragazza che gli sta sconvolgendo la vita senza che lui possa farci qualcosa, senza che lui riesca a tenerla lontana. Perché forse non vuole che lei lo sia. Perché forse vuole averla vicina, anche se non sa spiegarsi il perché.
La ragazza non risponde, non fa alcun cenno, e continua a piangere in silenzio, mentre la vergogna aumenta di secondo in secondo, soprattutto quando le mani di Michael vanno a prendere delicatamente le sue per accarezzarle un po’, cercando di calmarla in qualche modo.
«Becky, guardami.» le dice ancora, con pazienza, ottenendo alla fine quello che voleva.
E non appena gli occhi blu della ragazza incontrano i suoi, lei si libera in un pianto disperato, pieno di quella paura che aveva accumulato in pochissimo tempo.
Michael non ci pensa un istante. E la abbraccia. La abbraccia forte, la tiene stretta, non la fa cadere, non la andare in pezzi anche se lei lo vorrebbe. Semplicemente, la culla, la tiene al sicuro, vicino al suo cuore. Cerca di farle dimenticare quello che è successo e che non avrebbe voluto le accadesse, mai.
Becky sospira e piange, piange forte. Non capisce più niente. Non capisce Michael, che prima non la considera e poi viene in suo aiuto. Non capisce neppure se stessa. Perché non ha mai pianto in vita sua, per nessuna cosa. E adesso vorrebbe solo scomparire del tutto, pur di non rivivere qualcosa di simile, anche se stare tra le braccia di Michael è la cosa più bella del mondo.
«Michael?»
«Sì?»
«Questa cosa può rimanere tra noi?»
«Tranquilla, sarà il nostro segreto.»





Letizia
Ciao tesori miei! <3 Scusate, scusatemi davvero tanto per questo mega ritardo! Non mi era mai capitata una cosa simile, quindi mi scuso il doppio (e forse sarebbe meglio anche il triplo) delle volte. Scusate, scusate davvero tanto!
Il problema è che io dal 3 di giugno ho lo stage la mattina, poi il pomeriggio cerco di mettermi in pari alle storie che ho arretrate e scrivo. Solo che non avevo ancora iniziato questo capitolo.
L'ho appena finito, quindi scusatemi per eventuali errori.
Che poi, che capitolo bomba è questo (e pure lungo da far paura, +5 mila parole! o.O).

Lara e Ash che sono sempre kjasdbfjafkla.
Luke geloso di Nina (e vedrete poi, dehehe).
Calum e Karen... MAMMA MIA, QUESTI DUE SI SONO BACIATI!!!! Ma non aspettatevi calma piatta, non con me u.u
E poi la nostra piccola Becky *^*. Piccolina, mi è dispiaciuto da morire farle accadere quella cosa (che poi non so nemmeno se sono riuscita a renderla al meglio :/). Ma è di vitale importanza, e già dal prossimo capitolo capirete perchè u.u
E forse è meglio se mi fermo qui per oggi. Ripeto solo gli aggiornamenti per tutto giugno (scusate, davvero, ho solo paura che possiate confondervi con tutte le storie che ho in corso):

- ogni lunedì e giovedì (aka, DUE VOLTE A SETTIMANA) aggiornerò Insegnami a vivere.
- ogni mercoledì aggiornerò Links.

- ogni giovedì aggiorno pure Inatteso.
- sabato prossimo ci sarà l'ultimo capitolo di The only reason e domenica prossima l'ultimo di Give me love and fill me in!!! Piango male :(. 
Spero di essere puntuale la prossima settimana, scusate ancora! <3

Grazie per ogni cosa, sul serio, per ogni cosa: per recensioni, per preferiti | ricordati | seguiti, siete meravigliosi ed io vi voglio troppo bene, vi amo troppo! Siete fantastici! <3
A presto, un bacione ed un abbraccio grandissimo, Letizia <3

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Capitolo 8
*** 7. Incomprensioni ***


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7.
Incomprensioni

 

Sono passate tre settimane dalla sera del concerto. Tre settimane che hanno portato così tanti cambiamenti che ormai nessuno dei ragazzi riesce più a capirci qualcosa.
Primo fra tutto Calum, che non fa altro che maledirsi per quello che ha fatto. Ha baciato Karen, e gli è piaciuto tanto, davvero tanto. Il problema è che da quella sera, la mora lo evita spudoratamente, giorno dopo giorno, come se non lo conoscesse affatto.
E lui non riesce a capire il perché dell’atteggiamento della ragazza. Insomma, che cosa ha fatto di così sbagliato? L’ha baciata, l’ha baciata davvero, quasi come se non ci fosse un domani. L’ha baciata cercando di trasmettergli tutto quello che sente per lei. E Karen ha pure risposto a quel gesto che per lui significa molto più di quanto vorrebbe dire a parole.
E ogni cosa sta diventando sempre più difficile. Tutte le volte che prova a parlarle, o almeno a salutarla, lei non lo guarda neppure negli occhi e se ne va, voltandogli sempre le spalle e con lo sguardo basso, quasi avesse paura di lui, quasi volesse tenerlo il più lontano possibile.
Eppure lui non riesce a lasciarla stare, non riesce a starle lontano, non dopo quello che è successo tra di loro quella sera. Non riesce a rinunciare a lei per nessun motivo. In più il sentimento che prova per Karen sta diventando giorno dopo giorno sempre più intenso, sempre più vero. Si sta delineando, e a fatica lui sta iniziando a capirlo. E allo stesso tempo sta iniziando ad averne paura.
Perché Calum è innamorato di Karen, lo è sempre stato, fin dalla prima volta che l’ha vista nei corridoi della scuola. E sta iniziando a rendersene conto sul serio solo adesso, quando ormai quel qualcosa che stavano cominciando a costruire insieme forse si è spezzato, per non poter essere più rimesso in sesto.
E adesso non sa più che cosa fare per poter risolvere quella situazione.
Vorrebbe solo capire perché Karen si stia comportando così con lui. Vorrebbe capire perché adesso sembrino quasi due estranei. Perché per Calum, Karen non sarà mai un’estranea. Non con quello che gli fa provare.
È questo che pensa mentre posa intensamente i suoi occhi scuri sulla figura minuta della mora dall’altra parte della classe. E si sente morire, perché il sorriso che la ragazza sta facendo non è per lui. Nessuno dei gesti di Karen è più per lui da tre lunghe settimane. E questa è la cosa che più lo distrugge.
«Ehi, Cal?» lo chiama Nina, posandogli una mano sulla spalla attirando la sua attenzione.
«Che c’è, Nana?» risponde lui, la voce bassa, stanca, gli occhi distrutti che cercano un po’ di sostegno in quelli chiari dell’amica. Ed è proprio in quel grigio, che Calum nota che entrambi stanno pensando alle stesse cose, benché riguardo a persone diverse e per motivi opposti tra loro.
«Non preoccuparti per Karen, forse le serve solo un po’ di tempo.» dice lei, anche se non è sicura del tutto.
Perché la domenica dopo il concerto, Karen è andata da lei e le ha detto che cosa è successo. E la castana, che conosce ogni particolare della storia che la mora ha avuto con Nate, non sa davvero che cosa pensare. Perché Nina sa quanto l’amica abbia messo e perso a causa di quel ragazzo che l’ha mandata in pezzi. E forse capisce anche perché Karen si stia comportando in quel modo con Calum. Però non crede che sia la soluzione migliore. Perché Calum, per Karen, è la cosa migliore che potesse capitarle. Solo che la sua amica deve ancora accorgersene.
«Forse… O forse no.» risponde lui abbassando lo sguardo e passandosi la mano tra i capelli scuri. «Sono passate tre settimane, Nina, e ancora non mi rivolge parola. Non so più cosa devo fare.»
E la ragazza scuote la testa, perché capisce pure Calum, capisce il suo sentirsi senza armi, il suo non capire quel che sta succedendo con la persona più importate della sua vita, il fatto di sentirsi in colpa per non essere in grado di migliorare la situazione.
Perché pure Nina si sente così, nello stesso identico modo. A causa di Luke, che dal concerto non la cerca, non la chiama, non si fa sentire. Lui, che sta iniziando ad escluderla lentamente dalla sua vita, e lei che non riesce proprio a capire il perché di quella situazione che odia con tutta se stessa. Perché lei ha bisogno di Luke, ogni giorno, ha bisogno di lui. Lui che è l’unico in grado di mettere a tacere tutto quel grandissimo casino  che ha in testa. L’unico che riesce a farla stare bene con niente. L’unica persona veramente importante per lei.
Non c’è stato giorno in cui non abbia provato a cercarlo, a stare un po’ con lui. Ma ogni volta Luke ha sempre trovato una scusa per allontanarsi, per non starle vicino. Ed è questo che ferisce Nina, più di tutto il resto.
«È a pezzi.» le fa sapere Calum.
Lei annuisce, perché tanto già sa di chi sta parlando il moro. Vorrebbe solo sapere perché.
 
Quel pomeriggio, Becky è stesa sul suo letto, le cuffie nelle orecchie e le dita che picchiettano a tempo sulla copertina rigida del libro che ha in una mano. E il sorriso dalla faccia non glielo toglie nessuno, per nessuna ragione al mondo.
Ha il telefono a meno di dieci centimetri di distanza e il cuore che non riesce a starle fermo nel petto, preda della frenesia e di quel poco d’adrenalina che le dà tutta quella strana situazione in cui si sta ritrovando con Michael Clifford. E ancora non riesce a credere a tutto quello che sta vivendo.
Perché sono tre settimane che Michael le scrive. Ogni giorno. Ad ogni ora. Le scrive e non sa, non si rende conto di renderla la ragazza più felice del mondo, considerandola con quelle cose che molte persone potrebbero considerare stupidate, ma che per Becky sono la cosa più bella del mondo. Perché sono un enorme passo avanti nel rapporto tra lei e Michael. Un rapporto fino ad ora inesistente. Un rapporto di cui lei ha tutta la voglia di vedere e vivere la crescita e lo sviluppo
È lui a cominciare la conversazione, ogni singola volta.
 
Come stai?
 
Quello è sempre il primo messaggio che la bionda trova ogni mattina appena si sveglia. È la prima cosa che lui si preoccupa di sapere, dopo quel che è successo al Moonlight quella notte. Una notte che Becky vorrebbe tanto dimenticare. Eppure…
È proprio a causa di quella notte se i rapporti tra lei e Michael sono cambiati, in meglio. Lei, che non ha mai pianto davanti agli altri, non ha mai permesso che nessuno la vedesse cadere, le rarissime volte che succedeva, nessuno aveva mai visto la sua parte debole. Perché Becky si vuole troppo bene, e spesso caccia indietro le lacrime, anche quando sa di aver assoluto bisogno di farle uscire. Solo che lei è fatta così, e sa che non potrebbe cambiare… O almeno lo credeva fino a che non si è ritrovata stretta tra le braccia di Michael…
E allora ogni cosa ha preso un senso completamente diverso…
Soprattutto il loro rapporto. Perché lui parte sempre con quella domanda. Poi però cominciano a parlare di tutt’altre cose, e alla fine le loro chat durano ore. Ore in cui a Becky sembra di star vivendo un sogno ad occhi aperti, perché mai avrebbe potuto credere a qualcosa di simile, non tra lei e Michael.
Invece le cose stanno lentamente prendendo una strada diversa tra loro due, una piega stranissima eppure bellissima allo stesso tempo. O almeno, la bionda spera tanto che sia così. Spera che Michael non voglia solo divertirsi alle sue spalle pur di attirare l’attenzione di Lara. Spera che quel loro rapporto possa crescere e approfondirsi. Ora come ora non le interessano i sentimenti. Preferisce di gran lunga che ad unirla a Michael ci sia una profonda amicizia, al posto di un cuore spezzato dentro al suo petto.
E come inizio, le va davvero bene così.
Fa per voltare pagina, quando il cellulare che le vibra accanto la fa sobbalzare per la lieve sorpresa.
 
Da: Michael
Dovremo seriamente andare alla festa di Carter. Tutti insieme.
 
Becky, a quel messaggio, si ritrova a sbuffare divertita. Perché sono giorni che il ragazzo dai capelli colorati la stressa con quella storia. E sorride dolce, mentre il cuore le batte un po’ più veloce nel petto, mentre risponde a Michael.
 
Da: Becky
Convinci gli altri, se ci riesci. Poi per me non ci sono problemi.
 
Michael sorride divertito a leggere quella risposta e ripone il cellulare in tasca, per sistemarsi meglio gli occhiali da sole sul viso. In fondo è giugno e, anche se sembra strano, il tempo a Londra è bello da far paura, e il ragazzo ha tutta l’intenzione di goderselo il più possibile. O almeno, vorrebbe farlo con i suoi amici, magari prendendosi un gelato o facendo un salto al negozio di dischi non lontano da casa sua.
Eppure… Eccolo lì, davanti a quella piccola villetta a schiera. Davanti a casa di una bionda a cui sta pensando sempre più spesso in quell’ultimo periodo, da quando l’ha aiutata quella sera al Moonlight.
Michael Clifford che si ritrova a pensare a Rebecca Wood. E chi l’avrebbe mai detta una cosa simile?
Lui non di certo. Eppure, eccolo lì, a preoccuparsi giorno dopo giorno per quella bionda tutta speciale che gli sta lentamente entrando nel cuore. E nonostante lui cerchi di opporsi, nonostante cerchi di allontanare i sentimenti di lei, non ci riesce, non del tutto. Perché lui non si sente all’altezza di nessuno.
Certo, Lara continua a piacergli perché è pazzesca, bellissima, quasi una dea. Ma sa che è inarrivabile, dato che la rossa ed Ashton possono essere definiti come una cosa sola. E Michael non ha intenzione di rovinare in alcun modo la loro storia. Perché è sicuro che a breve lui e gli altri li vedranno insieme, proprio come Karen con Calum e Nina con Luke.
Poi però c’è Becky.
E con lei invece le cose cambiano, irrimediabilmente.
Perché quella ragazza sta lentamente diventando troppo importante per lui, in un modo che non aveva mai sperimentato prima di allora. Un modo che tuttavia gli piace. Gli piace preoccuparsi per lei, gli piace pensarla e averla sempre per al testa, gli piace immaginarsi quei grandi occhi blu su di lui. E, soprattutto, gli piace sentire quel calore tenue che lo prende ogni volta che inizia a battergli il cuore quando la vede.
Però… Non riesce ancora a capire se tutto quello è un bene oppure no.
Spera solo di capirlo in fretta, perché non è abituato a cose simili lui. Non è abituato ai sentimenti troppo forti e spesso quasi mai gestibili. O almeno, crede di non essere fatto per quelle cose.
Però la vita gioca sempre, e nessuno sa quando deciderà di fare la sua mossa per cambiare le carte in tavola.
 
Se Ashton Irwin potesse esprimere un desiderio, vorrebbe poter restare per sempre com’è adesso; con la mano stretta a quella di Lara, seduti sul prato morbido di St. James Park, sotto il sole tiepido di quel fine pomeriggio; con lei che sorride e sembra risplendere di luce propria; con il cuore che continua a battergli fortissimo nel petto, quasi avesse intenzione di scoppiare da un momento all’altro.
Vorrebbe restare per sempre così perché si sente bene. Si sente fottutamente bene, Ashton, con il respiro tiepido di Lara che gli accarezza la pelle della braccia scoperte e con quegli occhi verdi e luminosi che lo osservano così intensamente da lasciarlo completamente senza parole. Sta bene con Lara. non può negarlo. E non può negare quei sentimenti verso di lei che in quelle tre settimane hanno iniziato a delinearsi meglio.
Lara gli piace, gli piace da impazzire. E il fatto che stia iniziando a rendersene finalmente conto, aumenta il suo interesse verso la rossa ancora di più.
«A cosa pensi?» chiede lei ad un tratto, facendolo tornare con i pensieri per terra e facendolo sorridere.
«A niente.» mente. Perché in realtà sta pensando proprio a lei, come ogni volta che sono insieme. Pensa a lei, al loro rapporto che giorno dopo giorno si fa sempre più bello, sempre più intenso, sempre più vero. Pensa a come si stiano lentamente conoscendo, a come si sente felice ogni volta che lei lo lascia entrare nella sua vita, a come tutto tra di loro sta cambiando.
I messaggi sempre più frequenti che arrivano alle ore più disparate della giornata – e della notte – le chiamate che da minuti arrivano a durare ore, il fatto che si capiscano con una semplice occhiata e che si trovino a loro agio con l’altro, tutto quel che sta succedendo tra di loro.
Ashton non potrebbe seriamente chiedere nient’altro con Lara. Non c’è niente… O almeno, vorrebbe credere che non è così, che quei sentimenti per la ragazza siano solo passeggeri. Ma il fatto è proprio quello: lui sente che quei sentimenti sono troppo vivi, troppo potenti, troppo importanti per essere spazzati via.
Vorrebbe… Vorrebbe semplicemente viverli, con Lara, non importa per quanto, basta che sia con lei.
Lei, che adesso lo sta osservando curiosa, con quei grandi occhi verdi che sempre lo fanno sorridere e che sempre gli fanno battere forte il cuore, lo fanno sentire nudo, privo di qualsiasi difesa. Occhi verdi che leniscono le ferite che si procura da solo per il suo essere sempre troppo onesto con tutti, se stesso compreso. E a volte, essere troppo onesti con se stessi non fa bene, soprattutto se si è soli.
«Ash, ti conosco meglio di quanto tu creda, quindi non mentirmi.» dice Lara con voce sicura, strappandolo dai suoi pensieri e facendolo sorridere un po’. Perché è proprio vero: lei lo conosce davvero molto bene.
«Vuoi la verità?» domanda allora lui, preda di una sicurezza, di uno strano coraggio che prima di allora non aveva mai sentito dentro. Una sicurezza ed un coraggio così prepotenti da fargli crescere l’adrenalina dentro che lo fa tremare, lo fa fremere per un qualcosa che vorrebbe dire e fare. Solo che… Ha paura, come ogni volta che si tratta di lui e Lara.
«Certo che sì!» esclama la rossa mettendosi seduta.
Allora il riccio si lascia andare, lascia che l’istinto prenda il sopravvento, del tutto.
«Penso a te. Sempre
E Lara non fa neppure in tempo a pensare a cosa dire, a cosa fare, a come comportarsi. Non riesce a fare niente, perché subito le labbra di Ashton sono sulle sue, calde, timide, morbide, dolci.
Poi nessuno dei due sa come lei si ritrovi sulle gambe di lui, mentre le mani del ragazzo le stringono delicatamente i fianchi facendole un po’ di solletico. E intanto i cuori battono impazziti, così veloci da mozzare il fiato in gola per la sorpresa e per quello strano calore che si sta irradiando in ogni loro cellula, facendola fremere, rendendola viva come una fiamma che non ha alcuna intenzione di smettere di bruciare.
Il problema, però, arriva quando Lara divide improvvisamente le loro labbra, osservando Ashton con occhi sbarrati, sorpresi, con uno sguardo che per il riccio è la spiegazione più limpida per tutto: ha fatto un casino, ha seriamente fatto un enorme casino.
E questo lo capisce, Ashton, soprattutto quando la ragazza si alza e se ne va, senza dire una parola, lasciandolo da solo con dei sensi di colpa troppo grossi, che premono sul suo cuore senza dargli modo di respirare.
Ha combinato davvero un casino, Ashton. E ha perso tutto.
Perché per Lara è troppo presto per iniziare qualcosa di così impegnativo ed importante con qualcuno. Perchè Lara non si sente pronta ad amare, a lasciarsi amare, a fidarsi. Non ci riesce, non dopo tutto quello che ha perso quando era piccola.
Non vuole cadere nella rete dell’amore, non vuole rovinare niente di quel bellissimo rapporto che c’è tra lei ed Ashton. Rapporto che comunque alla fine è stato proprio il riccio a distruggere con quel bacio, a cui lei si è trovata a rispondere con il cuore gonfio di gioia, una gioia che non provava da tempo e che – solo per quell’istante – era riuscita a farla sentire piena, viva, era riuscita a toglierla dal suo guscio, dalla sua timidezza. Un bacio che non si sarebbe mai aspettata, ma che ha gradito parecchio.
E il problema è proprio quello.
Che Lara, nonostante voglia che tra lei ed Ashton ci sia solo una semplice amicizia – per adesso – si è ritrovata a rispondere ad un bacio vero, e pure bellissimo, sentito fin dentro al cuore, un bacio che l’ha scossa tutta, facendole perdere quel poco di sicurezza che finalmente era riuscita a prendere.
«Fanculo Irwin, fanculo davvero.»
 
«Non ti servirà a niente riempirti di gelato, lo sai vero?»
Karen alza di colpo gli occhi, colta alla sprovvista, con il cucchiaio ancora in mano mezzo infilato nella vaschetta di gelato alla stracciatella, mentre cerca di asciugarsi quelle lacrime silenziose che non riesce a fermare da giorni, nonostante ci abbia provato con tutte le sue forze, nonostante avesse sperato di non cadere ancora in quella trappola che – dopo Nate – non ha più alcuna voglia di provare. Non ha più alcuna voglia di innamorarsi, lei. Soprattutto, non vuole innamorarsi di Calum. Nonostante i forti sentimenti che nutre per lui.
Nonostante quel che la mora sente per il ragazzo, non vuole rovinare quel poco che è riuscita a costruire insieme a lui. Non vuole perderlo, in alcun modo. Non vuole perdere quel poco di felicità che grazie a lui è riuscita a trovare dopo tutto quel tempo.
Eppure… Lui ha rovinato tutto, con quel bacio. Un bacio che comunque a lei ha fatto piacere e l’ha fatta sentire viva, come mai prima d’allora era successo. Ma Karen non li vuole quei sentimenti, non ancora, non quando tutte quelle ferite che ha sul cuore e che continuano a sanguinare dopo tutto quel tempo. Non quando non si sente ancora pronta a lasciarsi amare di nuovo. Non si fida.
«Che cosa ne sai tu di quel che ho bisogno?» risponde allora la mora, abbassando di nuovo lo sguardo e tornando a mangiare il suo gelato.
Luke sospira e le si avvicina, sedendosi sul muretto di casa Dawson accanto alla ragazza, passandole un braccio sulle spalle e attirandola a sé. Perché Luke e Karen sono un po’ sulle stessa barca da qualche settimana, anche se per motivi diversi. Entrambi si ritrovano a non capire la persona più importante della loro vita, entrambi si ritrovano a rigettare in un modo o nell’altro quegli stessi sentimenti che li legano proprio a quella persona speciale che non vogliono perdere, nonostante tutto.
«So solo che Calum ti fa stare bene. Quindi perché non lasci perdere Nate e tutto il resto e non lo lasci entrare nella tua vita? In fondo ti vuole bene, molto più di quanto tu possa immaginare.»
Karen scuote la testa e sospira forte, posando la fronte sulla spalla del biondo e lasciandosi cullare da quelle braccia amiche. Perché in quelle settimane, il rapporto tra lei e Luke è cambiato tantissimo, è diventato più forte, più profondo, proprio come una giusta amicizia dovrebbe essere. E loro due sono amici, ormai, così tanto che alla fine la mora si è aperta con lui, gli ha raccontato quello che ha passato, dopo così tanto tempo che non ne parlava con qualcuno.
«Calum non è Nate.» le ripete, anche quel giorno, come un mantra a cui la mora vorrebbe tanto abituarsi in qualche modo. Dopotutto, anche lei ha bisogno di un po’ di pace.
«E tu non dovresti avercela con Nina.»
A quell’improvviso cambio di argomento, Luke osserva l’amica con occhi sbarrati.
«Non guardarmi così, Hemmings. Sai meglio di me che lei non ti farebbe mai del male, neppure volendo.»
«Eppure lo ha fatto.»
«Che vuoi dire?»
Luke sospira stancamente e si passa nervosamente una mano tra i capelli biondi, cercando di fare un minimo di chiarezza in tutto quello che sente dentro. Deve pur capire qualcosa in tutti quei sentimenti contrastanti che riguardano Nina, la ragazza che gli prende il cuore ogni volta e che lo rende completo, lo rende vivo senza neppure rendersene conto, neppure una volta. Lui… Lui vorrebbe semplicemente mente avere più coraggio di quel che in realtà non ha. Perché vorrebbe tanto poter dire alla castana quel che prova per lei. Vorrebbe farle sapere quanto la ami e quanto lei sia importante per lui. Vorrebbe poterla stringere senza bisogno di fingere, anche se per poco.
Però non risponde alla domanda della mora. Semplicemente, stringe più forte la sua amica, per trovare un po’ di sostegno ed un po’ di quel coraggio che gli manca per agire, per recuperare il rapporto che aveva con Nina. Perché sono settimane che non si parlano, che lui la evita perché non saprebbe come affrontarla.
«Io… Cazzo, Karen, mi manca da far schifo, okay?»
Karen, semplicemente sorride a quella constatazione, perché è sicura – come tutti gli altri – che Luke e Nina siano fatti per stare insieme, senza sé e senza ma.
E si sorridono, Luke e Karen. Perché a volte le amicizie che nascono per i motivi più strani spesso sono quelle che davvero contano, quelle che sul serio possono dare qualcosa alle persone coinvolte, quelle su cui si può sempre contare in qualsiasi momento senza timore di venire delusi.
«Allora faglielo capire. Perché sta male sul serio senza di te.»
«Come Calum sta da schifo, senza di te.»






Letizia
Ciao tesori miei! <3 Scusate, scusatemi davvero tanto per questo enorme ritardo!
Giuro che non ho scusanti, se non che il capitolo non era ancota pronto. Spero che per giovedì sia tutto a posto, così mi rimetto in pari!
Ora che ho finito anche lo stage ho più tempo, quindi vedo se ce la faccio ;).
Allora, parlando di questo capitolo, che cosa dire? Si hanno gli effetti del concerto in alcuni casi e poi altri problemini (che poi problemini non sono, per niente).
Nina e Cal non capiscono perchè Luke e Karen si siano allontanati.
Luke perchè non ha abbastanza coraggio e Karen perchè non vuole più innamorarsi.
Mike e Becky che (FINALMENTE) hanno iniziato un rapporto diverso. E speriamo che tra di loro vada tutto bene u.u
Ash e Lara... SI SONO BACIATI!!!!!! Eppure lei non vuole niente più di una semplice amicizia con il riccio, per adesso.

Lo so che Lara e Karen sembrano molto simili in quel che fanno, però le motivazioni (come avrete ben capito) sono molto diverse tra di loro ;).
E forse è meglio se mi fermo qui per oggi. E ora gli aggiornamenti da adesso in poi :)

- ogni lunedì e giovedì (aka, DUE VOLTE A SETTIMANA) aggiornerò Insegnami a vivere.
- ogni mercoledì aggiornerò Links.

- ogni volta che il capitolo è pronto aggiornerò pure Inatteso.
Spero di essere puntuale per giovedì, scusatemi ancora!

Grazie per ogni cosa, sul serio, per ogni cosa: per recensioni, per preferiti | ricordati | seguiti, siete meravigliosi ed io vi voglio troppo bene! Siete pazzeschi! <3
A presto, un bacione ed un abbraccio grandissimo, Letizia <3

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Capitolo 9
*** 8. Distanti ***


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8.
Distanti

 

«Ehi Luke, ma mi stai ascoltando?» grida Naomi nelle orecchie del biondo per sovrastare il volume della musica troppo alta in quel salotto che non riesce a contenere tutte quelle persone che hanno preso parte alla festa di Carter Wilson. Ma il diretto interessato sembra non prestarle alcuna attenzione, preso com’è a cercare di non perdere di vista Nina neppure per un secondo.
Ed è quando la trova a sorridere ad un altro che non è lui, a ballare con un ragazzo che non è lui, a chiacchierare con qualcuno che non è lui, che il suo cuore si stringe in una strana morsa, con cui ormai Luke ha imparato a condividere da un po’. 
Perché vedere che Nina piano piano si sta allontanando da lui, che lo sta rimpiazzando lentamente, lo distrugge, distrugge Luke passo dopo passo. E lui non ha la benché minima idea di come fare per evitare che il loro rapporto si sgretoli, che loro due diventino degli estranei.
Perchè pur di non perdere Nina come amica, farebbe di tutto, anche starle lontano, come sta facendo da ormai un mese. Il problema è che Luke non sa che così facendo, sta perdendo Nina ogni giorno che passa. Non lo sa, perché crede che il problema sia solo dentro di lui, crede che il problema siano i suoi sentimenti, quegli stessi sentimenti che non sarebbero dovuti nascere e che non avrebbero dovuto mettersi tra lui e Nina.
È un mese che prova a cercare un modo per affrontare quella situazione, un modo per far capire alla sua migliore amica che lui c’è e le vuole bene, vuole stare al suo fianco, vuole farle capire che non la lascerebbe mai, per nessun motivo al mondo.
Il problema, però, è sempre quello. Lei non sa quello che pensa Luke.
Perché pure Nina crede di essere la causa del loro allontanamento. Lei, che di chiamate e messaggi, gliene lascia a bizzeffe, ogni giorno. Perché vuole capire, Nina, vuole capire che cosa sia successo tra lei ed il suo migliore amico, quel ragazzo che le ha fottuto cuore e cervello ormai tanti anni prima e di cui non riesce a liberarsi neppure volendo.
E sta male, Nina, sta davvero male perché si sente così lontana dalla persona che la conosce meglio di qualsiasi altro. Si sente lontana, esclusa dalla vita di Luke, con cui ha sempre condiviso tutto quel che poteva. 
Perché, come quelli di Luke, anche quelli di Nina sono nascosti. Sentimenti che la castana non ha mai voluto ma con cui, per forza di cose, si è ritrovata a convivere con il sorriso sulle labbra. 
E adesso Nina, quello che prova per Luke, non vuole lasciarlo andare. Come non vuole che Luke stesso se ne vada tutt'ad un tratto dalla sua vita, senza uno straccio di spiegazione. Lui, che riesce a mettere a tacere ogni volta tutto quel casino che ha in testa e con cui si sente a casa, in ogni momento. 
E poi non sa come mai si ritrovi davanti a Luke, con i suoi occhi grandi e grigi in quelli azzurri dell’amico.
E di cose da dirsi, da chiarire, da ammettere, loro due ne avrebbero davvero tante.
Ma restano in silenzio. Perché troppe parole non dette non aiutano. Perché entrambi pensano che la voglia che hanno di baciarsi in quel momento sia dannatamente sbagliata e rovinerebbe solo tutto. Perché il fatto che sappiano di essere innamorati perdutamente dell’altro non aiuta.
E forse, a volte, è meglio rimandare cose simili ad un altro momento. O almeno, così crede Nina, che sente di dover spezzare a tutti i costi il silenzio che si è creato tra di loro.
«Perché?»
Lui la guarda, ma non risponde.
Lei sospira e se ne va.
 
Se Calum potesse, andrebbe subito da Karen per stringerla forte e per farle tornare il sorriso sulle labbra. Sono minuti – forse addirittura quasi un’ora – che sta osservando la mora, senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso. E gli sembra bellissima, Karen, con i capelli lunghi e sciolti e con quel vestito rosso che le mette in risalto gli occhi scuri e profondi. Quegli stessi occhi scuri che quella sera sono opachi, spenti, tristi. Non sono quelle stelle che lo hanno fatto innamorare, non mostrano quella scintilla che lo ha incantato fin da subito e che gli ha fottuto cuore e testa nella frazione di un attimo.
Quella Karen che vede in un angolo a sorseggiare un bicchiere di birra non è la stessa Karen che conosce lui.
E Calum non sa proprio come e cosa fare per farla stare meglio.
Perché lui ci ha provato – e ancora continua a provare – a capire che cosa abbia fatto per far sì che Karen si allontanasse da lui. Ci prova con tutto se stesso ed ogni giorno cerca di parlarle, di starle vicino, di farle capire che non la lascia cadere per nessun motivo al mondo. Semplicemente perché le vuole troppo bene e non vuole vederla soffrire in alcun modo.
Eppure lei, nonostante i suoi sforzi, continua a non considerarlo, continua a tenerlo a distanza quasi ne abbia paura, come se volesse proteggersi da qualcosa che Calum non conosce ma che vorrebbe tanto capire. Perché nessuno – a parte Nina e Luke – sa di Nate. E Karen non ha alcuna intenzione di tirar fuori quella storia ancora una volta. Non adesso, quando ancora si sente troppo vulnerabile per affrontare i ricordi.
E intanto il moro si dà la colpa, si maledice, perché crede di essere la causa della tristezza della mora, sta iniziando a credere di aver fatto un grosso errore baciandola la sera del concerto. Si dà la colpa, quando invece è proprio lui ad essere la fonte della felicità della mora. Ma questo, Calum non lo sa.
E continuerà a non saperlo, almeno fino a quando Karen non si deciderà ad aprirsi a lui, ad essere sincera, a lasciarlo entrare nella sua vita. Com’è giusto che sia.
E lo sa pure lei che dovrebbe essere così. Perché Calum la fa stare bene, la fa ridere, la fa sentire viva con niente, la rende felice come nessuno – neppure Nate – era mai riuscito a fare prima di lui. E, alla fine, è questo ciò che maggiormente spaventa la ragazza: il fatto che adesso l’amore non è più a senso unico.
Però… Adesso Karen ha paura sul serio. Perché con Nate se n’era fatta una ragione e aveva vissuto quella storia malsana solo con il suo di amore. Ma adesso sa che Calum a lei ci tiene davvero. Ed il fatto che qualcuno tenga a lei così tanto, la spaventa. Perché non ha la benché minima idea di come gestire una situazione simile, non dopo quello che ha passato e che non ha alcuna voglia di rivivere.
Ha paura, Karen, anche se sa che non ce ne sarebbe alcun motivo, se solo si fidasse di Calum.
Lui, che non vuole ferirla per niente al mondo ma che vuole semplicemente amarla come merita.
E mentre lei pensa in questo modo, non si accorge che qualcuno le è arrivato alle spalle fino a che una voce che conosce troppo bene non sovrasta il volume della musica, strappandola dai suoi pensieri, sorprendendola e facendola sussultare per poi farla voltare. E quando i suoi occhi scuri incontrano quelli profondi di Calum, il respiro le si mozza in gola e il cuore le batte più forte, come ogni volta che lui le è vicino.
«Quanto ancora continuerà questa storia?»
«È un casino, Cal. È tutto un fottutissimo casino.»
Poi lei se ne va, codarda com’è anche se non vorrebbe.
E lui resta lì, con il cuore diviso e con ancora più domande senza risposta che gli fottono il cervello.
 
«Lara, ti prego, aspetta!»
Lei scuote la testa e non si ferma, incurante dei piedi che le fanno un po’ male a causa dei tacchi e dell’aria fresca della sera. Non vuole parlare con lui, non vuole dovergli raccontare quella cosa che nessuno ha mai saputo e che lei preferisce non ricordare. Non se sa che le ferite sul suo cuore non si rimargineranno mai, neppure con tutta la pazienza del mondo.
E poi c’è Ashton, che le sta correndo dietro da quando i loro occhi si sono incontrati alla festa di Carter. Lui, che le ha messo dentro una paura che non provava da tempo. Lui, che non si è ancora dato per vinto e le sta ancora dietro, nonostante lei cerchi di evitarlo Lui, che non capisce di essere troppo importante per lei.
Lei, che non vuole perderlo per nessuna ragione al mondo. O almeno, non vuole perdere quello che c’è tra loro due. Perché alla fine, non è poi tanto sicura che tra lei ed Ashton ci sia una semplice amicizia. No. Perchè se fosse stato così, Lara non avrebbe sentito quel senso di pienezza, di gioia, di benvenuto, di affetto sconfinato, di amore, quando si erano baciati.
Ecco perché la rossa ha ancora più paura. Perché lei ha amato e si è fidata di una persona soltanto in tutta la sua vita. E il fatto che quella persona se ne sia andata davvero troppo presto, non ha fatto bene a nessuno. soprattutto, non ha fatto bene a Lara, che continua a non aprirsi con gli altri, continua ad essere schiva, diffidente, continua a proteggersi anche quando gli altri le dimostrano che le vogliono un bene senza eguali.
E ancora, lei non riesce a spiegarsi perché i ragazzi di quello strano gruppo di cui fa parte non l’abbiano ancora lasciata perdere, non l’abbiano abbandonata.
Ma soprattutto, non capisce perché proprio Ashton non si sia ancora dato per vinto con lei.
Perché lei è solo un caso perso, e non vale la pena di niente.
«Lasciami in pace, Ashton!» esclama lei più forte, per tenerlo distante, per evitare che i sensi di colpa possano arrivare e ferirle il cuore. Perché in realtà, a Lara dispiace da morire. Perché Ashton non si merita niente di quello che lei gli sta facendo. Non lui, che invece se è sempre preoccupato per lei e che le ha sempre dimostrato solo un affetto smisurato. Un affetto che lei non ha mai capito e che tutt’ora continua a non capire.
Un affetto che Ashton continua a darle nonostante tutto. Perché lui sa che Lara si merita solo il meglio. E lui, per darle quel meglio, è disposto a fare qualsiasi cosa. Perché non vuole in alcun modo vederla triste, o persa, o sola. Non vuole vederla stare male, per nessun motivo al mondo.
È da più di una settimana che loro due non si parlano, non stanno insieme, non scherzano come al solito. Perché lei lo evita, si comporta come se loro due fossero estranei, quando invece hanno condiviso così tante cose da non capire più dove finisce uno ed inizia l’altra.
Perché Ashton è innamorato di Lara.
E non ha la benché minima idea di come se ne sia reso conto. Ed è quello il problema. È quando ha capito che senza Lara non può stare, che ha pure capito il danno che ha fatto baciandola al parco. E adesso vuole solo rimediare. Perché vuole avere Lara nella sua vita, o almeno per tutto il tempo che verrà loro concesso.
Ecco perché la sta seguendo da quando l’ha vista alla festa. Perché deve pur provare a scusarsi e a sistemare la situazione in qualche modo. Anche se gli sembra che Lara stia diventando sempre più distante.
«Cazzo, vuoi starmi a sentire almeno una volta?!» esclama lui, esasperato, riuscendo a fermare la rossa per il polso e facendola voltare verso di lui. E quando i loro occhi si incontrano di nuovo dopo tanto tempo, ad entrambi il respiro si mozza in gola a causa di quel sentimento che non riescono a contenere neppure volendo.
«Perché mi eviti, Lara?»
«Tu n–non capiresti…»
«E allora aiutami a farlo! Io… Io non voglio stare senza di te. Sei troppo importante!»
Lara però non vuole lasciarsi andare. Nonostante sappia che Ashton non la ferirebbe per niente al mondo.
«Ma hai rovinato tutto! Ed io non sono pronta a farmi male di nuovo!»
 
«Michael, finiscila di farmi il solletico! Non ti sopporto più!» esclama Becky all’ennesimo gesto del ragazzo dai capelli colorati, che intanto se la sta ridendo come un matto a vedere la bionda in quello stato.
«Ma dai, è divertente! Non dirmi che saresti voluta restare alla festa.»
Perché Becky e Michael se ne sono andati dalla festa dopo poco essere arrivati, dato che nessuno dei due si stava divertendo poi così tanto. Se ne sono andati e hanno passato la serata migliore della loro vita, insieme.
Hanno corso per le vie della città, illuminate solo dalla luce dei lampioni, con uno strano senso di vitalità addosso che non sono riusciti a contenere. Si sono sentiti liberi come matti, liberi di tutte quelle catene che li trattengono dal fare quel che tanto vorrebbero. Si sono sempre tenuti per mano, quasi a non volersi lasciare andare per nessun motivo al mondo. Ed è stato magnifico, è stato perfetto.
E adesso che sono a casa di Michael e stanno passando altro tempo insieme, sembra tutto surreale. Sembra quasi un sogno, bellissimo certo, ma pur sempre un sogno.
Soprattutto per Becky, che ancora non riesce a credere a quello che sta succedendo tra lei e Michael. Perché le sembra così impossibile che proprio lui stia perdendo del tempo con lei. Lei che non è niente, lei che non ha assolutamente niente da dare, se non tutto il suo cuore – perché lei mette davvero tutta se stessa in ogni cosa, ci mette il cuore. E spesso ce lo lascia pure anche quando non dovrebbe, per nessun motivo.
Lei, che non si vede poi così speciale e che forse non meriterebbe tutto l’affetto che quel ragazzo le sta dando senza chiederle niente in cambio. Lui che, semplicemente, la sta rendendo felice, molto più di quanto lei mai si sarebbe aspettata. Lui, che la fa stare bene con niente.
«No, no, tranquillo, preferisco stare qui!» esclama Becky, divertita e spostando i capelli scompigliati dalla fronte di Michael, facendolo sorridere.
«Beh, grazie.» risponde lui. E sorride.
Sorride Michael, perché stare con Becky gli fa bene, lo rende felice come mai prima di allora era stato. Lo fa sentire vivo. Gli fa sperare che pure lui sia in grado di fare almeno qualcosa. Becky gli dà un senso, dà un senso alla sua vita. Quel senso che non c’era e che lui ha sempre cercato, inutilmente. Poi però è arrivata lei, e tutto è cambiato. In meglio, oserebbe dire. Anche se poi sa che non può permettersi di provare quei sentimenti troppo forti per Becky.
Perché lui, semplicemente, non la merita affatto.
Lui che non è niente e che non sarà mai niente non può e non potrà mai pensare di avere nella propria vita qualcuno di così prezioso come Becky. Lei, che è così luminosa da sembrare una stella. Lei che è la cosa più bella che Michael abbia mai visto in vita sua. Lei, che gli ha migliorato la vita anche se lui non se lo meritava proprio per niente. Lei, che lentamente sta diventando troppo importante.
E lui non sa proprio che cosa fare. Perché non vuole mandare a puttane niente di quello che ha con la bionda, non vuole perderle, per nessuna ragione al mondo. Non vuole lasciare che quella ragazza se ne vada dalla sua vita. Perché, nonostante tutto, Michael ha bisogno di Becky, ha bisogno di lei da morire.
Lei, che è la sola persona che per lui conta davvero.
Ed è questo che pensa, mentre la osserva a lungo, perdendosi in quei grandi occhi blu che non riesce più ad ignorare. Quegli occhi che gli scavano dentro, facendolo sentire nudo, nudo di tutti i suoi dubbi e di tutte le sue preoccupazione, nudo, libero da ogni muro, libero di poter provare quei sentimenti verso di lei.
Si guardano, si sorridono. Ed è come se tutto improvvisamente iniziasse ad avere un senso.
«Sei bellissima Becky, lo sai?»
E Becky di cose da dire, per ribattere a quel complimento che mai nessuno le aveva fatto prima di lui, ne avrebbe davvero tante. Ma non può.
Perché le labbra di Michael sulle sue glielo impediscono. Però va bene così.
Per tutti e due va veramente bene così. 






Letizia
Ciao bellissimi! Allora, come state? Spero bene :3.
E dai, che sono in orario *^*!!! E mi sento pure soddisfatta di come sia uscito il capitolo :3
Insomma, a parte Mike e Becky (CHE SI SONO BACIATI!!!!!!!!!! Belli i nostri bambini), tutte le altre (?) coppie sono allo scatafascio.
E lo so che le motivazioni possono sembrare le stesse, ma sono le cause quelle che contano davvero. Cause che capiremo abbastanza presto.
Cioè, di Karen e di Nina le sappiamo già. L'unica che manca è Lara, ma non disperate ;).
Intano, a parte Mike, gli altri tre non se la stanno passando per niente bene.
Luke è geloso e non sa cosa fare.
Cal piccino si dà la colpa.
Ash, semplicemente, è innamorato perso di Lara.
Poveri i nostri bambini!!!!! Speriamo in bene dai ;).
Secondo voi che cosa potrà capitare nel prossimo capitolo?
Fatevi avanti, che sono curiosa di sapere *^*.
E detto questo, mi fermo qui ;). Grazie per tutto, sul serio, per viste, per preferiti | ricordati | seguiti, siete meravigliosi ed io vi voglio troppo bene! Siete pazzeschi! <3
Solo, una piccola cosa. A me fa piacere scrivere e, come sapete, metto tutto il cuore in ogni parola e in ogni storia che posto e che condivido con voi, e ci perdo pure del tempo affinchè venga bene. Io, ecco... Mi farebbe piacere sapere quello che ne pensate, seriamente. 20 parole sono più che sufficienti, almeno per farmi capire se la storia vi piace oppure no, se avete critiche (COSTRUTTIVE) da fare, se non vi piace, se c'è qualcosa che vorreste che cambiassi. Non lo so, fatevi sentire. Mi farebbe davvero tanto piacere! <3
Detto questo, vado davvero!
A presto, un bacione ed un abbraccio grandissimo, Letizia <3

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Capitolo 10
*** 9. Provare ***


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9.
Provare

 

«Ehi Ash, che succede?» domanda Michael in tono preoccupato, non appena risponde alla chiamata del riccio che, dall'altra parte della cornetta, sospira e si passa una mano tra i capelli già spettinati, come per cercare di riordinare le idee, senza successo. Idee, dubbi, paure che gli affollano testa e cuore e lo confondono in un modo che gli toglie ogni possibilità di scelta.
«Credo di aver cambiato un casino.» sospira l'altro, lasciandosi cadere sul letto a peso morto, come se non avesse più alcuna energia per affrontare quella situazione che non sopporta proprio più. Una situazione che proprio non ha più idea di come affrontare, di come risolvere.
«Che hai combinato questa volta?» chiede ancora il ragazzo dai capelli colorati, non capendo il suo migliore amico. Insomma, Ashton è sempre stato un tipo impulsivo e sincero fino al midollo, e di cazzate ne fa e ne dice così tante che ormai Michael e gli altri due hanno perso il conto. Perché, semplicemente, Ashton è Ashton e nessuno di loro vorrebbe cambiarlo per niente al mondo. 
«Ho baciato Lara, qualche settimana fa.»
Questa però è una cazzata da contare. E anche tanto. O forse no, almeno dal punto di vista di Michael, che è davvero contento per il suo migliore amico. Insomma, ha baciato la ragazza per cui è completamente perso, perché non dovrebbe essere contento?
«Io però non ci vedo nessun problema.» risponde infatti il ragazzo dai capelli colorati in tono sorpreso. «Voglio dire, finalmente ti sei deciso a fare un passo in più con lei.»
Ashton però sospira. Sapeva che nessuno l'avrebbe capito, che nessuno avrebbe potuto capire il fatto che, proprio a causa di quel bacio, tutto è andato altamente a puttane. Però ha chiamato lo stesso il suo migliore amico per sfogarsi con qualcuno che forse potrebbe aiutarlo, almeno un minimo. Perché tenere dentro tutte quelle cose non gli fa bene, e lui lo sa. 
«Il problema è che lei non mi parla più da quando è successo!» esclama, buttando fuori l'unica cosa che non riesce a capire e che lo sta facendo impazzire. Perché, alla fine, il problema sta tutto lì, sta tutto nel capire perché lei lo tratti in quel modo. Perché è maledettamente sicuro di una cosa, Ashton: Lara ha così tante cose dentro al cuore che la bloccano, e il bacio è stato solo una complicazione di un casino più grande. 
Ed è quello che adesso il riccio vuole capire: vuole conoscere ogni cosa di Lara, ma solo per poterla aiutare.
«Ah.» riesce a dire solo questo, Michael. Perché in realtà, dopo che lui è Becky si sono baciati, le cose tra loro non sono peggiorate, anzi. Non potrebbero andare meglio di così. Perché lui ha smesso di pensare a Lara già da un po’ e si è finalmente accorto che Becky merita davvero la sua attenzione, in ogni momento. Merita tutto il suo affetto – e forse anche qualcos'altro. Merita tutto il meglio che lui può offrirle.
Semplicemente, Michael è felice di avere Becky nella sua vita. Lei, bella come una stella e preziosa più di qualsiasi altra cosa al mondo. Lei, che non gli ha mai chiesto di cambiare, per nessun motivo. Lei, che lo accetto così com'è. Il problema è che Michael continua a pensare di non meritarsi in alcun modo una persona come Becky. Lui che non vale niente, meno di zero, lui non che non è e non sarà mai abbastanza per lei. Lei che si merita solo il meglio in ogni caso. 
Sospira, Michael, e si accascia sul prato del piccolo giardino sul retro di casa sua. «Sai almeno perché lo fa?»
«No. E vorrei tanto saperlo.»
«Beh, parlale e prova–»
«Ci ho già provato, Mike! Ma mi esclude, si allontanata. Ed io non ho più alcuna idea di come fare.»
Michael sorride, perché Ashton è Ashton e di tempo per capire le cose ne ha bisogno davvero tanto.
«Se davvero tieni a lei, prova e riprova fino a che non riesci a chiarire.»
Pure Ashton sorride, anche se un po’ di paura addosso ce l’ha, come ogni volta che si parla di Lara.
«E tu vedi di non far star male Becky. Ti vuole troppo bene.»
«E io tengo a lei molto più di quanto tu creda.»
«Wow, Michael Gordon Clifford si è innamorato signore e signori!»
L'altro ride di gusto, mentre il cuore gli batte un po' più forte nel petto. Non crede di provate un sentimento così forte nei confronti della bionda. Però quello che sente gli si avvicina davvero, davvero tanto. E quel qualcosa che lo lega alla bionda, non vuole perderlo per nessuna ragione al mondo.
«Ora non esagerare.»
«Però ti piace.»
«Sì, mi piace. E pure tanto.»

Lara sta sfogliando per l'ennesima volta una copia di Cime tempestose, assorta così tanto nei suoi pensieri, da non rendersi minimamente conto di Calum, poggiato al muro con la schiena esattamente accanto a lei, che la sta osservando da quelli che sono diventati lunghi minuti, con un sorriso sulle labbra che non ha la benché minima intenzione di andarsene.
«Davis.» la saluta ad un tratto, sorridendo  e facendole prendere un colpo per la sorpresa. 
«Hood.» risponde poi lei con il sorriso addosso, contenta di vedere uno dei suoi più cari amici. «Che ci fai da queste parti? Non sei tipo da librerie.»
«Non avevamo le prove oggi e non so proprio che cosa fare. Alla fine ho deciso di fare un giro.»
«Ti va di farmi compagnia, allora?» chiede la rossa, pagando poi il libro e uscendo dalla libreria con un Calum tutto sorridente alle calcagna. 
«Speravo me lo chiedessi. Anche perché avrei bisogno di parlarti.» ammette lui, sincero e diretto come suo solito, soprattutto in cose simili. Perché è vero che lui e gli altri non dovevano provare. Ma è anche vero che stava cercando la rossa per una cosa di vitale importanza.
Lara sorride, a quel piccola confessione, e scuote lievemente la testa, perché tanto già sa dove il moro andrà a parare. «Karen?»
E subito l'altro annuisce, confermando la sua ipotesi. «Io... Ecco, vorrei sapere cosa devo fare con lei... Io...»
La ragazza sorride di nuovo. E intanto pensa che la sua migliore amica sia molto fortunata ad avere un ragazzo d'oro come Calum che le sta dietro nonostante tutto. Eppure, Lara la capisce. Capisce Karen m molto più degli altri in quel momento. Perché che loro due siano opposte di carattere si era sempre saputo. Però nel dolore e nella sfiducia, tutti diventano fratelli e si capiscono anche quando non c'è niente da dire. 
«Sii più chiaro, Cal. Se balbetti non capirò mai un accidenti!» esclama Lara, intenerita dal comportamenti dell'amico nei confronti della mora. 
Il moro sospira. La rossa ha ragione da vendere, deve solo calmarsi. «Io... Io e Karen ci siamo baciati, la sera del concerto. Solo che... Da quel giorno mi evita. E io non capisco che cosa le abbia fatto di così brutto!»
A quelle parole, la rossa sospira e gli fa cenno di seguirla in uno dei tanti parchi di Londra, quello a Leicester Square, vicino ai cinema, sempre piena di gente, di vita. Una piazza che trascina chiunque nel suo ritmo frenetico e sempre veloce. 
«Era palese che tra voi due fosse successo qualcosa.» commenta la rossa con un sorriso, e Calum arrossisce violentemente. «E dai, timidone! Guarda che non hai fatto niente di male!» 
«Allora perché lei non mi parla più e mi evita quasi fossi un cane con la rabbia?!» esclama lui tutt'ad un tratto, prima di sedersi per terra e prendersi la testa tra le mani. Perché, anche se non sembra, Calum le ha provate davvero tutte pur di parlare con Karen, ma nessuna delle sue scelte ha mai avuto successo. E ora, per lui sembra tutto finito, anche se non vorrebbe. Perché è innamorato di Karen, innamorato sul serio. E l'ultima cosa che vuole è perderla. Le vuole troppo bene per permettersi il lusso di starle lontano. 
«Perché ha paura, Cal.» risponde l'altra, lasciando completamente basito. 
«Paura... Di che cosa?» domanda allora lui, perché proprio non riesce a capire. 
«La domanda giusta sarebbe: "Di chi?".»
«Cosa–»
«Cal, fidati, forse è meglio se le domande le fai a lei. In fondo siete voi due che dovete chiarire.»
Calum sospira e sorride. «Già. Proprio come te ed Ash.»
A quelle parole, Lara arrossisce e il moro si ritrova a sorridere ancora di più. 
«Tu come-»
«Niente domande. Anche tu devi delle spiegazioni a quel povero ragazzo. Sta davvero male da quando non gli parli.»
A quelle parole, Lara abbassa la testa e sospira piano, mente accarezza distrattamente l'erba del piccolo parco  e mentre i sensi di colpa iniziano a farsi sentire nel suo piccolo cuore, uno dopo l'altro. 
«Lo so. Ma è troppo difficile, Cal.»
Lui scuote la testa. «No, se ci tieni davvero.»
«Cal… Io tengo troppo ad Ashton. È questo il problema più grande di tutti. Perché non posso permettermi di perdere pure lui perché ci tengo.»

«Karen, muoviti ad uscire da questa stanza o giuro che ti butto giù da letto!» esclama Becky in un tono così serio che l'altra non le aveva mai sentito usare prima di allora. 
«Vai via Becky.»
L'altro sbuffa sonoramente e posa la mano sulla maniglia della porta, tanto sa che l'amica non si è chiusa davvero in camera; ha solo bisogno di una scossa per tornare quella di prima. «Karen, o mi apri ora o te ne pentirai, e sai che sono di parola.»
La mora sbuffa e si alza dal letto dirigendosi alla porta, con sguardo basso. Perché cercare di averla vinta con Becky è impossibile. L'altra riesce sempre ad averla vinta in ogni caso.
«Era l'ora che aprissi!» commenta la bionda una volta entrata nella stanza ed essersi seduta sul letto sfatto. 
«Che ci fai qui?» le chiede invece quest'ultima, che non ha la minima voglia di parlare con qualcuno dei suoi problemi. Soprattutto, non ha voglia di parlarne con le sue amiche. Perché benché sappia che loro tre ci sono sempre per cose come quella, Karen non vuole riempirle di ulteriori preoccupazioni. In fondo anche le altre hanno diritto di pensare e di risolvere le loro.
«Ti aiuto, stupida. Dopotutto, sono o non sono la tua migliore amica?» risponde la bionda, sorridendo e facendo segno all'altra di sedersi accanto a lei. Karen si lascia cadere a peso morto sul materasso e sospira piano, come se così facendo potesse allontanare ogni suo problema, anche se sa che non è così facile.
«Allora hai un po’ di fiducia e di coraggio da darmi? Sarei un po' a corto da qualche anno, sai?»
Becky abbassa lo sguardo se sospira a sua volta. Perché a volte lei non riesce proprio a capirla, Karen. E non sa mai come fare per poter farla stare meglio, in un modo o nell'altro. «Karen, io... Io credo che sarebbe che sarebbe meglio se Nate restasse nel passato.»
La mora sbuffa. «E come faccio, eh? Dimmi come cancellare una parte così importante della mia vita, perché io non so più come fare!» esclama poi, piena di rabbia e di frustrazione. Perché lei detesta Nate, con ogni parte di sé. Le ha fatto male, in un modo che nessuno può immaginarsi. Eppure... Eppure non riesce a dirgli addio. E non sa perché.
Becky la osserva a lungo, mentre un moto di rabbia e di incredulità sale pure dentro al suo cuore. Perché che Karen fosse così codarda non se lo ricorda proprio per niente. 
«Sai Karen, la vita non è così semplice, come credi tu. Per ogni cosa ci serve tempo e una bella dose di pazienza. Per alcune di più, per altre di meno. Non serve a nulla dimenticare, cancellare chi ti ha provocato dolore, Karen. Devi solo affrontarlo, conviverci e prenderlo come esempio, per non sbagliare più. Solo che se no non provi, se non ti butti, non lo saprai mai.»
E, mente parla, Becky si ritrova a pensare un po' a quello che è successo tra lei e Michel. Lei che non ha mai mollato e lui che alla fine l'ha accettata. E adesso, la bionda non potrebbe chiedere niente di più. Sta con il ragazzo che ama – anche se non glielo ha ancora detto – ed è felice, sul serio. 
A quelle parole, la mora si alza dal letto e si avvicina alla finestra, perdendosi nell'osservare la città rischiarata da quel tiepido sole di metà luglio.  
«Nina ti ha contagiato con le sue frasi filosofiche?» commenta, cercando di cambiare discorso. Perché sa che non dovrebbe comportarsi così, né con la sua migliore amica, né con Calum. Ma non riesce a fare altrimenti, diffidente com'è diventata dopo Nate.
«Non cambiare discorso. Sai che con me non attacca mai.» asserisce la bionda, che non riesce più a riconoscere una delle sue più care amiche. Sa che le delusioni d'amore sono quelle più difficili da gestire, eppure non avrebbe mai creduto che Karen si sarebbe lasciata sopraffare in quel modo. Non con quell'indole coraggiosa che ha sempre avuto. Indole che, tuttavia, sembra essere sparita, rintanata in un angolo che nessuno riesce a vedere. 
Karen invece si protegge nel suo silenzio, fatto di domande, di dubbi, di paure da cui  non riesce a liberarsi.
Becky sospira stanca e si alza dal letto. «Calum non è Nate, dovresti saperlo meglio di me. Che poi non ti capisco. Hood ti è sempre piaciuto ma alla fine sei andata a finire con Nate. Perché?»
«Perché mi sono accontentata. Perché Calum mi è sempre sembrato così irraggiungibile. E tutt'ora continua ad esserlo. Nate sembrava interessato a me. Io poi mi sono innamorata sul serio di Nate. E il resto lo sai.»
Becky le si avvicina e la abbraccia forte. 
«Queste cose è meglio se le racconti a Calum. Quel ragazzo ti vuole troppo bene. Non fartelo scappare.»

Nina è sola in casa quel sabato sera, stesa sul letto, il pigiama già addosso, le cuffiette nelle orecchie e la musica che le distende un po' la mente. O almeno, la ragazza vorrebbe che fosse così. Perché in realtà ogni suo pensiero è concentrato su un'unica persona. Luke
È dalla sera del concerto che non le parla, che la evita, che non la cerca. E Nina non ha più alcuna idea di cosa fare per capire cosa sia successo. Perché è impossibile che lei e Luke diventino due estranei da un momento all'altro. Non dopo tutto quello che hanno condiviso insieme. Ci deve pur essere qualcosa sotto. E la ragazza ha tutta l'intenzione di capire cosa. 
Sospira e si toglie le cuffiette dalle orecchie. Neppure la musica riesce ad aiutarla quella sera. Ha bisogno di chiarire con Luke, deve farlo a tutti i costi. Perché lui le manca, le manca in modo che nessuno si potrebbe mai immaginare. Le manca non solo a causa dei sentimenti che prova per lui e che ormai dentro di lei hanno raggiunto il limite. Luke le manca a prescindere, perché è le persona più importante della sua vita e senza di lui niente ha più senso. 
Si alza dal letto e spegne la luce. E fa per andare a dormire, quando uno strano rumore proveniente dalla finestra non cattura la sua attenzione, facendola voltare. 
E il respiro le si mozza in gola, non appena vede Luke battere piano sul vetro con le nocche chiare mentre la osserva con quegli occhi azzurri che la fanno sentire nuda come ogni volta, spogliata di tutto e sicura, protetta al tempo stesso.
«Aprimi.» le mima con le labbra piene. E lei non ci pensa a farselo ripetere una seconda volta. 
Lo osserva entrare, mentre il cuore le batte nel petto quasi volesse scoppiare da un momento all'altro. Perché non vuole crederci. Non vuole credere che Luke sia davvero lì, dopo così tanto tempo, non riesce a credere di avere di nuovi il suo migliore amico davanti agli occhi. 
Però non vuole neppure credere che lui sia tornato da lei come se niente fosse, come se tutto quel tempo in cui lui non l'ha minimamente considerata non fosse mai esistito. Perché Nina è buona e perdona sempre tutti anche quando non dovrebbe. Ma almeno uno straccio di spiegazione lo pretende. 
E Luke, quel lato del carattere dell'amica lo conosce anche troppo bene. Ecco perché finalmente si è deciso a parlare, a chiarire quella situazione che non riesce più a sostenere, che nessuno dei vie riesce più a sopportare. Sono servite parecchie paternali sia da parte dei ragazzi che da parte delle ragazze. Paternali e consigli che alla fine sono riusciti a fare il loro effetto, a convincerlo di buttarsi, a far uscire i suoi sentimenti per Nina, a non tenerli più dentro. Perché ormai ha capito che, se li facesse uscire, il loro rapporto non subirebbe grandi cambiamenti. È già cambiato parecchio tempo prima, ed entrambi se ne sono resi conto troppo tardi. Però adesso Luke ha tutta l'intenzione di rimediare. Perché lui, senza Nina, proprio non ci vuole stare. 
Si guardano negli occhi, Luke e Nina, solo per la frazione di un secondo, prima che le parole escano dalle loro labbra, sorprendendo entrambi. 
«Cosa ci fai–?»
«Ti amo, Nina.»
E a quelle parole, lei non sa più che cosa dire o che cosa pensare, mente si porta le mani sulle labbra come a voler contenere quell'immensa felicità che le sta esplodendo nel petto secondo dopo secondo. Una felicità che la riempire tutta, che la completa in ogni sua parte, che la fa sentire viva e vera, mai come prima di allora si era sentita. Luke la ama, la ama sul serio. L'ha appena detto! E, semplicemente, a Nina tutto questo pare un sogno, un bellissimo sogno, mente il cuore continua a battere forte nel petto e mentre gli occhi le diventano un po' più lucidi. Eppure...
«Questo però non cancella questi due mesi di assenza, Luke. Perché tu non c'eri... Non c'eri. E... E io non sapevo cazzo fare, okay? Tu... Tu te ne sei andato senza una spiegazione. E io ho continuato giorno dopo giorno a chiedermi che cosa avessi fatto si sbagliato per farti allontanare da me. Poi però tu torni, mi dici che mi ami... E io... Cazzo Luke, io ti–»
Ma Luke non saprà mai che cosa volesse dirgli Nina.
Perché le sue labbra su quelle della ragazza glielo impediscono. 
Ed è quando entrambi si rendono davvero conto di quello che sta succedendo tra di loro, che si annullano, del tutto. Annullano ogni parte di loro e lasciano che l’amore che li lega prenda finalmente campo tra di loro, unendoli ancora più di prima e renderli felici, completi, in un modo che nessuno dei due aveva mai provato prima, in un modo che li rende una cosa sola.
«Mi dispiace.» dice Luke, non appena dividono le loro labbra per riprendere un po' di fiato e per cercare di metabolizzare quello che sta accadendo. «Mi dispiace per quel che ti ho fatto passare. Io... Sono stato un codardo... Io... Avevo una fottutissima paura di perderti, okay? Avevo paura che se ti avessi detto che ti amo, tu te ne saresti andata... Cazzo, Nina, io–»
«Ti amo anch’io, Luke.»
E poi non si dicono più niente, Nina e Luke, perché in fondo il loro problema lo hanno appena risolto. Hanno ammesso i loro sentimenti per l'altro che li ricambia nello stesso identico modo. E una sensazione più bella di quella non potrebbe esistere sulla faccia della terra. 
Si sorridono e si baciano ancora una volta. E ad entrambi va davvero bene così.

«Luke?» chiede Nina, mentre le prime luci dell'alba illuminano la camera.
«Mh?» risponde lui, il tono assonnato, gli occhi chiusi e la braccia che vanno a stringere dolcemente il corpo minuto di Nina, facendola sorridere e facendole battere il cuore molto più forte del solito. 
«Che... Che cosa siamo io e te... Adesso?»
Luke sorride e la stringe ancora di più, facendo aderire la schiena della ragazza al suo petto. «Sei la mia ragazza, adesso. Ed io non ti faccio scappare per niente al mondo.»






Letizia
Ciao bellissimi! Come state? Queste vacanze come stanno andando? Spero bene! :3
Bene bene, parlando del capitolo abbiamo qualcosina di molto interessante u.u
La prima scena tra Ash e Mike *^*, piccolino il nostro riccio che cerca aiuto e Mike che invece ammette che Becky gli piace (e vorrei anche vedere u.u).
La prima scena tra Cal e Lara!!!!! Che questi due si danno consigli a vicenda, bravi i miei piccini.
Stessa cosa per Becky e Karen, loro due sì che sono molto unite ;).
E poi... I NUKE SI SONO BACIATI!!!! Yuppy!!!!!
Via, adesso tutti hanno il loro bacio e due coppie si sono formate. Speriamo che per le altre due coppie vada tutto bene nei prossimi capitoli ;).
Grazie di tutto, sul serio, siete pazzeschi ed io vi voglio davvero troppo bene! <3
Mi raccomando, fatemi sapere quel che ne pensate, ci conto! Giuro che mi bastano 20 parole, non di più! <3
Detto questo, scappo che vado ad aggiornare pure Insegnami a vivere ;).
A presto e grazie ancora di tutto!
Un bacione, Letizia <3

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Capitolo 11
*** 10. Litigi ***


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10.
Litigi

 

Altra serata, altro locale, altro concerto appena finito. E sarebbe davvero tutto perfetto, se gli otto ragazzi fossero tutti assieme, come quel gruppo che erano all’inizio. Ma non è più così da un po’. Perché a causa di troppe tensioni, troppi segreti, troppe parole non dette si sono persi tutti, allontanandosi e diventando quasi delle isole che non sono disposte ad essere raggiunte, o almeno non ancora.
Ed è proprio questo quello che Nina Law sta pensando in quel momento, mentre con gli occhi grigi vaga per il locale alla ricerca dei suoi amici e – soprattutto – del suo ragazzo, che molto probabilmente è andato a parlare con Calum. Sono giorni che i due vedono il moro giù di corda, e la castana ha la netta sensazione di sapere il perché. Spera solo che vada tutto bene.
Si passa stancamente una mano tra i capelli lunghi e cerca ancora qualcuno con cui poter chiacchiere – o meglio – qualcuno che abbia seriamente bisogno del suo aiuto. E non appena vede Karen in un angolo, come al solito in quell’ultimo periodo, con lo sguardo basso e spento e con un bicchiere di vodka liscia in mano, corre subito da lei. Perché Nina lo sa che la mora non ammetterà mai di aver bisogno di aiuto, testarda com’è sempre stata. Eppure non vuole lasciarla da sola, Nina. Perché Karen è una delle sue più care amiche e non vuole perderla, non vuole vederla star male per nessuna ragione al mondo.
«Ehi, Dawson.» la saluta allegra la castana, con il sorriso sulle labbra.
Karen è inespressiva. Sta cercando di annullare ogni più piccolo pensiero da quelli che ormai sono settimane, non vuole più pensare, non vuole più avere tutte quelle preoccupazioni dentro. Preoccupazioni, dubbi, paure che non fanno altro che farle male, non fanno altro che peggiorare tutto.
«Che cazzo vuoi, tu?» risponde la mora all’amica, con voce atona, impastata dall’alcol, e forse pure scontrosa, anche se non vorrebbe. O almeno, solo in parte non vorrebbe essere così rude con una delle sue migliori amiche. Però non ci riesce, non riesce a comportarsi diversamente da come sta facendo adesso. Perché l’invidia è una brutta bestia, in ogni situazione. E Karen è sempre stata quella debole, in ogni circostanza.
«Io…» inizia Nina, presa completamente alla sprovvista dal comportamento scontroso dell’amica. «Volevo solo sapere se va tutto bene.»
Karen sbuffa e si stacca dal muro, evitando accuratamente di guardare la castana negli occhi. Perché sa che, se lo facesse, si sentirebbe in colpa per tutto quello che sta pensando. E per Karen, non c’è cosa più odiosa che avere sensi di colpa a riempire ed appesantire il cuore. «Ma falla finita. Cosa credi, che sia stupida?»
A quelle parole, Nina sgrana gli occhi. Perché non riconosce più l’altra. «Karen, ma che cosa–»
La mora ridacchia e si volta verso la castana. Fanculo ai sensi di colpa, ormai non le importa più di niente.
«Credi che non abbia notato che a te di me non è mai fregato qualcosa?»
Nina resta senza parole. E intanto il cuore pian piano le si sgretola nel petto. Perché quello che Karen ha detto non è affatto vero, e lo sanno entrambe. Perché quella davanti a lei non è Karen, non è la sua migliore amica. E Nina non ha idea di come farla tornare indietro.
«Ehi… Ma… Cosa vai… a pensare?»
Karen sorride triste. «Non mentire, ti è sempre importato solo di Luke e mi hai lasciata sola da quando lui è diventato solo tuo.»
E tutte e due lo sanno che è solo a causa dell’alcol se la mora parla così. Ma determinate parole fanno male in ogni caso, dette con intenzione o meno.
«Non è affatto vero!» esclama Nina, ferita in un modo che mai avrebbe pensato, piena di frustrazione e di rabbia, perché Karen non è così in realtà, sa che è tutto causato dal fatto che la mora sia ubriaca fradicia. Però fa male lo stesso. «Ci sono sempre stata per te, ogni fottuta volta, nonostante i miei sentimenti per Luke! Sei tu che non vuoi nessuno attorno, sei tu che non vuoi essere aiutata. E poi pretendi che le persone siano al tuo servizio solo quando vuoi tu. Cazzo Karen, non funziona così! E vedi di toglierti di dosso un po’ della testardaggine che ti ritrovi, che almeno Calum merita delle scuse e delle spiegazioni. Io non le voglio.»
«E chi ti ha detto che voglia scusarmi con te? Non ti voglio più vedere.»
A quelle parole, parole dure, taglienti, parole che Nina non avrebbe mai pensato di poter sentir pronunciare dalla sua migliore amica, non sa più che cosa fare, mentre un dolore mai provato prima le prende il petto, il cuore e lo stritola in una morsa da cui non riesce a liberarsi.
«Karen… Perché?»
L’altra volta la testa. Non vuole vedere gli occhi grigi di Nina. Occhi tristi, feriti. Occhi che Karen sa di non essere in grado di affrontare, soprattutto non in quello stato.
«Perché tutti sono felici. Ed io invece no.»
E questo è sufficiente, sufficiente per ogni cosa, almeno per come la pensa la castana. Perché ha capito la sua amica, ha capito come stanno le cose. Eppure, le parole dette dalla mora fanno male, più di quanto Nina avrebbe mai potuto pensare.
«Karen… Tu… Tu devi aprirti con Calum. Ne avete bisogno entrambi. Fidati di lui. Non è Nate, Karen. Calum non sarà mai come lui.»
«Però tu che cosa ne sai?» esclama la mora voltandosi verso l’amica, facendole notare le grosse lacrime che le rigano le guance. «Cosa puoi consigliarmi tu, che fino a poco tempo fa non avevi le palle di tirar fuori quello che provi per Luke? Io consigli da una vigliacca non li prendo.»
Il suono di uno schiaffo di fa sentire nell’aria. Un segno rosso nasce sulla guancia della ragazza che ha appena parlato, accompagnato da un formicolio molto familiare.
«Vedi di crescere, Karen.»
Poi Nina se ne va. E Karen non ha la minima intenzione di fermarla.
 
Luke sta girando per il locale da quello che è un quarto d’ora buono. Sta cercando il suo migliore amico perché è preoccupato, da morire. Non l’ha mai visto così giù e non sa più che cosa fare per poterlo aiutare. Dopotutto, lui e Calum Hood sono amici da tutta una vita. Aiutarlo quando è in difficoltà gli sembra il minimo da fare per dimostrargli quanto bene gli voglia.
«Ehi Cal!» lo saluta con un sorriso, non appena lo vede, poggiato con la schiena allo stipite della porta sul retro, aperta per far circolare un minimo d’aria in quel posto soffocante.
«Hemmo.» risponde l’altro a voce così bassa da sembrare un sussurro.
Luke gli si mette davanti e sorseggia pigramente il bicchiere di birra che ha in mano. Sa che Calum ha bisogno del suo tempo per aprirsi, per buttare fuori quello che lo affligge. Perché, paziente com’è sempre stato, Hood si tiene ogni cosa dentro, per un tempo quando indecifrabile. Poi però scoppia. E se lo fa, spesso rovina parecchie cose.
«Come va?» chiede Luke, posando gli occhi azzurri sulla figura dell’amico, come a volerla analizzare in ogni minimo dettaglio, come a voler capire senza bisogno di parole che cosa serva all’altro per darsi una scossa, per tornare il Calum combattivo che lui ha sempre conosciuto.
«Vuoi la risposa sincera o quella di circostanza?» chiede il moro a sua volta.
E già lì, il biondo capisce che l’amico ha quasi raggiunto il limite. Spera solo di riuscire ad aiutarlo, almeno un po’. Perché tutti i ragazzi del loro gruppo vogliono solo che gli altri stiano bene. In fondo sono una famiglia. E in famiglia ci si aiuta ogni volta che c’è bisogno. «Secondo te?»
Calum sorride stanco per la risposta dell’amico – una risposta che avrebbe dovuto aspettarsi, conoscendo Luke, che mai si ferma alle apparenze – e beve un altro sorso dal boccale. «È tutto uno schifo, Luke… Io… Cazzo, Karen mi ha mandato a puttane ogni cosa.»
L’altro sorride e sospira. Perché, tra tutti loro, lui è il meno indicato a parlare di amore con qualcuno, dato che ha impiegato tutta una vita a capire di essere innamorato perso di Nina. Però è felice, almeno in parte, che Calum abbia trovato una persona speciale. Dopotutto, è un diritto di tutti innamorarsi. «Allora sei proprio andato per lei, eh?»
Calum sospira. «Sono anni che le vado dietro, Luke e… E non so più che cosa fare per farglielo capire.»
Il biondo si passa una mano tra i capelli spettinati e sorride ancora. Calum si sta aprendo, e per adesso va tutto bene. Spera solo che l’altro riesca a buttare fuori tutto.
«Sei un tipo paziente, Cal, vedrai che ci riuscirai.»
Il moro sbuffa e beve ancora. Beve, forse per dimenticare, forse per trovare quel poco di coraggio che gli manca per agire, per fare la mossa giusta, forse perché vorrebbe solo non dover più pensare. Forse semplicemente perché non ha più la forza di lottare, anche se sa che non dovrebbe mollare, per nessuna ragione al mondo. Sa che dovrebbe continuare a provare, e provare, e provare ancora, fino a che Karen non si fiderà di lui sul serio e fino a che non capirà che lui non le farebbe mai del male. Sa che non dovrebbe mollare, perché Nina glielo ha detto, che lui per la mora conta davvero tantissimo. Sa che potrebbe farcela, a toglierle la paura di dosso. Ma non sa quanto ancora potrebbe aspettare. Perché è questo il suo problema: aspettare, aspettare troppo, per un tempo che non sembra avere mai fine, lo uccide, lentamente. E Calum, nonostante l’immensa pazienza che ha sempre avuto per ogni cosa, adesso è davvero stanco. Perché sono quasi due mesi che lui e Karen non si parlano. E Calum crede di stare per impazzire.
«Non credo.»
«Perché no?»
Calum sposta gli occhi scuri sulla figura dell’amico. «Mi prendi in giro?»
«Assolutamente no.»
Il moro sbuffa e beve ancora. Deve cambiare argomento. Karen ancora non è in grado di affrontarla.
«Tu… Tu come ci sei riuscito? Con Nina… Intendo.»
Luke sorride ed arrossisce un poco prima di rispondere. «Sinceramente non lo so… Credo che mi è servito capire di aver fatto una cazzata per prendere coraggio.»
«Quindi tu dici che non ho le palle di affrontare questa storia?» commenda Calum, tutt’ad un tratto. Perché in quell’ultimo periodo la sua pazienza sta arrivando al limite, e al moro basta un nonnulla per poter scattare, soprattutto quando ci sono di mezzo alcol, nervosismo e Karen, soprattutto Karen. Ecco perché la incolpa di avergli mandato a puttane ogni cosa.
«Non sto dicendo questo, Cal.»
«Ah no? E allora, mago dei miei stivali, dato che sei stato tanto bravo con Nina, non sprecare il tuo tempo con un perdente come me.»
«Calum, adesso finiscila.»
L’altro sospira forte. «Stai zitto, Luke. Perché non sei nella posizione di darmi consigli o altro.»
E Luke vorrebbe tanto ribattere, pur di far capire al suo migliore amico che è tutto un malinteso, che si sta sbagliando. Perché Calum non è un perdente, non lo è mai stato. E tutti nel gruppo lo sanno e lo hanno visto, ne hanno avuto prova ogni giorno che Calum riesce a fare ogni cosa, perché si impegna, si impegna sempre  e non molla mai. Ma qui si parla di sentimenti. E Luke sa che è tutta un’altra cosa. Vorrebbe solo che pure Calum lo capisse, una buona volta, per togliersi un peso dal cuore. Però non glielo dice.
Perché l’altro se ne va, senza dire una parola. Se ne va, come il codardo che crede di essere diventato e che in realtà non è mai stato.
 
«Davis, per favore, vuoi ascoltarmi almeno una volta?»
Ashton e Lara sono sul retro del locale da ormai una mezz’ora buona, lontano da occhi indiscreti, per parlare più liberamente. O almeno, così vorrebbe il riccio, che da mesi sta tentando in ogni modo di avere una conversazione almeno decente con la rossa davanti a lui che – con quel bellissimo vestito verde addosso – non gli rende le cose per niente facile, bella come non è mai stata. E Ashton lo pensa davvero, che Lara sia bella, anzi, bellissima, in ogni sua più piccola parte. L’aspetto è solo una misera percentuale. Quello che per Ashton è bello davvero, Lara lo ha dentro di sé, nel suo modo di fare, nel suo modo di essere, in quella timidezza che da subito ha attirato la sua attenzione. È meravigliosa in ogni cosa che dice, che fa, è pazzesca.
Lara Davis è bellissima, e Ashton non vuole perderla, per nessuna ragione al mondo. Perché per lui, quella ragazza è un gioiello, una stella che vorrebbe poter far brillare. Perché alla fine, è questo che lui vuole: poter far tornare a brillare la luce negli occhi verdi di Lara, quella luce che ama vedere con tutto il cuore.
Semplicemente perché Ashton Irwin ama Lara Davis con tutto se stesso e non vuole perderla.
«Cosa c’è da dire, Ashton?» risponde la rossa, passandosi nervosamente una mano tra i capelli e sospirando, mentre cerca di non tremare, di non cadere, di restare stabile anche in quella situazione che lei stessa sta portando allo sbando con il suo comportamento, con la sua paura, con il suo non voler affrontare le sue paure.
«Perché deve essere tutto così difficile tra noi due?»
«Hai rovinato tutto da solo, Ashton.» commenta lei abbassando lo sguardo e cercando di evitare i sensi di colpa che sente nascere dentro al petto, proprio a causa di quel ragazzo che ha preso un posto speciale nel suo cuore, da cui non vuole allontanarsi, per nessuna ragione al mondo.
«Solo… Vorrei tanto sapere perché prima rispondi ad un mio bacio e poi mi eviti peggio della peste!»
A quelle parole, Lara sussulta e nasconde il viso dietro ad i capelli, preda della vergogna. Perché lo sa che Ashton ha ragione, ha ragione da vendere. Eppure non riesce ad affrontarlo, non ancora. Non riesce a dirgli la verità e resta in silenzio, aspettandosi parole dure e piene di rabbia che non attendono a farsi sentire.
«Cazzo Lara, che cosa ho fatto di sbagliato?» chiede lui, perché non sa più come fare. È stanco, sfinito, ed ha il cuore a pezzi. Non ha più alcun appiglio a cui potersi reggere per non cadere e per non mollare tutto. perchè mollare, stare lontano da lei è l’ultima cosa che vorrebbe fare.
Lara alza lo sguardo, e non appena gli occhi chiari di entrambi si incontrano, milioni di brividi invadono i loro corpi, facendo loro provare quasi una scossa che smuove ogni cosa e che dimostra ai due ragazzi di non poter stare lontani l’uno dall’altra neppure volendo.
«Ash… Tu… Tu non hai fatto niente di male…» ammette lei, perché tanto sa che la colpa è solo sua, che il riccio non c’entra niente in tutto quel casino, che lui merita delle spiegazioni. Ma non ci riesce, non ancora.
A quella risposta, Ashton sospira e si passa una mano tra i lunghi ricci, come a voler allentare la tensione.
«E allora che succede?»
«Sono io… Il problema…»
Ashton si ritrova a sorridere un poco a quella confessione che mai si sarebbe aspettato e si avvicina alla rossa, prendendole le mani. «Lara Davis, tu per me non sei mai stata un problema.»
Ma lei scuote la testa e si allontana da lui, lasciando pure quelle mani che la fanno sentire a casa ogni volta che stringono le sue, mentre il cuore non riesce a smettere di battere, mentre fatica a respirare. Perché Ashton le è mancato troppo in quei mesi, così tanto da far male. Solo che non può lasciarsi andare, lei, non vuole rivivere tutto da capo ancora una volta. Non è abbastanza forte.
«Vedi che non riesci a capire?»
«Allora aiutami a farlo.»
«Mi conosco, Ashton. Non servirebbe a niente comunque. Lasciami stare, lasciami andare. Non perdere tempo con il casino che sono.»
«Ma io il tuo casino voglio scioglierlo, voglio mandarlo via… Se tu me lo permetterai.»
Lara scuote la testa. Non vuole piangere, non lì, non davanti ad Ashton. Perché i sensi di colpa stanno aumentando, appesantendole il cuore, facendola cadere, lentamente, facendola tornare in quel buio da cui aveva provato a scappare tante, troppe volte. Eppure sembra che non basti mai niente di quello che fa, sembra che non ci sia scampo per lei. Lei, che di quel buio, di quel dolore, di quei ricordi ha un terrore addosso indelebile, tatuato sulla pelle e sul cuore come a non volerla mai lasciar libera. Libera… Ecco che cosa Lara Davis vorrebbe tanto essere. Una cosa che però sa che le sarà sempre negata, anche se non capisce il perché.
«Lascia perdere.»
E non aspetta la risposta che Ashton vorrebbe darle. Gli dà le spalle e se ne va.
 
Michael è seduto su quel divanetto scomodo e mal messo ad aspettare che Becky torni con le loro birre da quelli che ormai sono tre lunghi quarti d’ora. E da due non vede i suoi amici, tutti persi a parlare nei posti più disparati di quel grande locale in centro a Londra.
Sospira stanco e si passa nervosamente una mano tra i capelli completamente spettinati, quando tra i suoi pensieri gli occhi blu della sua ragazza tornano prepotenti, come a voler restare nella sua testa come un chiodo fisso, da cui il ragazzo con i capelli colorati non sa come liberarsi.
Il fatto è che Michael, nonostante tenga a Becky molto più di quanto voglia ammettere, non riesce a staccarsi di dosso l’idea di non essere abbastanza per lei. Insomma, anche solo a vederli basta poco per capirlo: lei pazzesca e brillante in ogni cosa che fa: bravissima a scuola e persino in qualche sport, intelligente, simpatica, la numero uno, almeno per il cuore di Michael che, invece, si vede come il suo opposto: per niente brillante né nello studio né negli sport, scontroso e spesso l’ultimo di quasi tutte le cose. Due opposti che, tuttavia, sono riusciti a trovarsi in un modo o nell’altro e a completarsi in un modo unico e pazzesco.
E Michael proprio non sa quando sia nato l’interesse verso la ragazza bionda che si sta avvicinando a lui. sicuramente quel dopo concerto al Moonlight è servito ad aumentare quell’affetto che stava facendo fatica ad uscire. Tuttavia, il momento preciso di quando tutto è iniziato, lui non lo ricorda. Però va bene così, perché l’importante è avere Becky nella sua vita. Non c’è niente più importante di lei adesso.
Ed è questo il punto: proprio per il fatto che la consideri troppo importante, non vuole rovinarla, non vuole tapparle le ali per vivere qualcosa di meglio con qualcuno che la meriti davvero. Perché Michael, una ragazza così speciale, sa di non meritarsela. E appunto per questo non capisce che cosa Becky abbia trovato in lui.
Becky che, in silenzio, gli sorride con il cuore che le scoppia nel petto e che batte forte non appena le loro labbra si incontrano dolcemente, in un bacio così pieno e denso di sentimenti e di parole non dette da farli rabbrividire. Uno di quei baci che la bionda adora con tutta se stessa.
«Ecco qua.» dice poi lei, una volta seduta accanto al ragazzo, porgendogli la bottiglia e bevendo un lungo sorso dalla sua. In quel posto c’è troppo caldo, che volente o meno devi trovare qualcosa con cui dissetarti.
«Grazie.» risponde l’altro sorridendo dolcemente e baciandole una tempia, prima di copiarla e bere il liquido chiaro che gli scende in gola con una facilità estrema.
Becky sorride piano e si accoccola tra le braccia del suo ragazzo. E si sorprende, perché mai avrebbe pensato una cosa simile. Perché mai e poi mai si sarebbe aspettata che potesse arrivare qualcuno come Michael nella sua vita, stravolgendogliela completamente. Non avrebbe mai immaginato che quel qualcuno, quel ragazzo un po’ scontroso con i capelli colorati sarebbe stato quella persona speciale per cui avrebbe messo a repentaglio ogni singola cosa. Eppure… Becky non rimpiange niente di quella scelta, non rimpiange il fatto di aver sempre messo Michael al primo posto in ogni cosa. Non rimpiange il fatto che Michael sia diventata la cosa più bella di tutta la sua vita.
E neppure lei lo sa come abbia fatto ad innamorarsi. Forse per quegli occhi chiari; forse per quella corazza che ha visto fin da subito, una corazza che nascondeva qualcosa di meraviglioso e di unico, qualcosa che neppure Michael è in grado di vedere. Perché lui, per Becky, è prezioso, più di quanto lui stesso possa immaginare. E il bello è che lei ci prova ogni giorno a dimostrargli quanto lui sia fantastico, eppure lui continua a sminuire ogni suo sforzo. E Becky non capisce perché.
«Siete stati strepitosi stasera.» commenta, riferendosi al concerto finito da poco. Uno dei migliori che i ragazzi abbiano mai fatto a suo parere. Soprattutto Michael. E non lo crede solo perché è innamorata di lui come non le era mai successo in vita sua. Lo crede perché lo ha visto accendersi sul palco, con la sua chitarra in mano e con la musica attorno, come a voler sconfiggere il mondo intero.
«Gli altri sono stati davvero bravi… Io ho solo fatto pena come al solito.» ribatte lui. Perché semplicemente è quel che pensa, dato che pure quando suona sa di non essere bravo, anzi. I suoi amici lo sono davvero. Lui non si crede poi così dotato, così bravo, come invece Becky continua a ripetergli.
«Ma smettila, sei stato pazzesco come sempre!»
«No, Becky, non sono pazzesco… Non sono niente, okay? Non sono niente neppure per te. Io… Io non ti merito, questo è quanto.»
A quelle parole, la ragazza sorride sorride. Perché è una argomento che hanno affrontato tante volte, loro due. E sa che riuscirà a fargli cambiare idea anche questa volta. O almeno ci spera con tutto il cuore.
«Michael, non dire più una cosa simile. Lo sai che non è vero.»
Lui sospira e si alza dal divanetto, con l’intenzione di andarsene. «Lo so meglio di te, credimi. Quindi è meglio se esco dalla tua vita. Non ti merito e non posso permettermi di farti male.»
E prima ancora che Becky possa anche solo ribattere, Michael è già sparito tra la folla.






Letizia
Amori mie bellissimi ed infiniti, buon giorno a tutti!
Eccoci con il nuovo capitolo, deheheh ;). E che capitolo!
Purtroppo le cose non sono tutte rose e fiori, e il nervosisimo e la paura a volte peggiorano i rapporti tra le persone.
Prendete Nina e Karen: la mora è invidiosa dell'amica perchè non ha quel che vorrebbe (Calum) e se la rifà con la castana perchè in realtà sa che ha paura ma non vuole ammetterlo.
Cal invece se la prende con Luke perchè, sì, sarà anche un tipo davvero molto paziente, però dopo un po' è normale che uno perda le staffe ad aspettare qualcuno che forse non arriverà mai.
Ash e Lara sono sempre allo stesso punto: lui che vorrebbe capire, lei che continua a non parlare. Però non temete, presto ogni mistero verrà risolto ;).
E da ultimo, Becky e Mike. Il nostro chitarrista alla fine viene preso dai dubbi e lascia la nostra Becky solo perchè non si sente alla sua altezza :/. Secondo voi, che succederà adesso?
Dai dai, fatemi sentire le vostre ipostesi, sono curiosissima!!!!!!!! Sapete che mi bastano solo quelle famose 20 paroline ;) <3
Detto questo ringrazio tuti voi per ogni singola cosa, sul serio, siete pazzeschi! <3
Vado ad aggiornare Insegnami a vivere adesso, zao zao!
Un bacione, Letizia <3

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Capitolo 12
*** 11. Feriti ***


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Sto scrivendo una storia a 4 mani con Nameless_Sam, una mia amica :).
Si chiama Can you keep me safe tonight? e la trovate sul suo profilo.
Se avete voglia di andare a leggere e farci sapere cosa ne pensate, ci fareste felicissime, sul serio!
Vi lascio il link del trailer (https://www.youtube.com/watch?v=6SIgzZVoKfs
e della storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3192273&i=1). 
Buona lettura!


11.
Feriti



È la fine di luglio. Sono passate due settimane da quando Nina e Karen hanno discusso. E la castana ancora non riesce a capire perché sia successo. Non riesce a capire la sua migliore amica, la sua rabbia, le parole dure che le ha rivolto. Sa che Karen era ubriaca quella sera e sa che se fosse stato un altro momento, la discussione non sarebbe degenerata fino a quel punto. Però… Sa anche che in vino veritas. Ed è questo che le fa più male: il fatto di sapere che tuttavia Karen un po’ quelle cose le pensa sul serio, su di lei e su di Luke.
E adesso Nina non sa più che cosa fare per riparare quella situazione in cui avrebbe preferito non trovarsi.
Sospira e si sistema un po’ meglio gli occhiali da sole su naso. Fa caldo quel pomeriggio, soprattutto ai tavolini posti fuori da Starbucks su Long Acre. Grazie al cielo ci sono gli alberi sul viale, altrimenti sarebbe stato pressoché impossibile sopportare quelle temperature al di fuori della norma per il clima inglese.
Finisce di bere il suo cappuccino, poi va alla casa e fa per pagare, quando una voce alle sue spalle la fa sussultare per l’improvvisa sorpresa. «Nina!»
La ragazza si volta e sorride, sinceramente felice di vedere l’amico. «Ciao, Hood.»
«Posso offrirti la colazione?» chiede lui sorridendo ed indicando il portafogli della castana.
Lei scuote la testa, divertita. «Già fatta.»
«Però pago io lo stesso.»
E Nina ribatte, ribatte così tante volte quasi da perdere la voce. Ma Calum non demorde e paga lui per entrambi, dato che un cornetto al cioccolato non si rifiuta mai, neppure di pomeriggio.
«Devi smetterla di fare così quando mi vedi. Sai che mi dà fastidio!» esclama divertita Nina una volta che escono dal locale, diretti a Covent Garden Market.
«Lo so, però lo faccio lo stesso perché ti voglio bene.»
L’altra ride. Dopotutto, Calum rimarrà sempre Calum. E Nina non potrebbero chiedere niente di meglio.
«Leccaculo.»
«Ingrata.»
«Scemo.»
«Triste.»
A quell’aggettivo, Nina si ferma all’improvviso in mezzo al marciapiede, con il cuore che batte forte nel petto e gli occhi che pizzicano un po’. Perché gli effetti della discussione che ha avuto con Karen tornano a farsi sentire e non sa più da che parte cominciare per affrontarli.
«Cosa?»
Calum le si fa più vicino e la abbraccia forte. Perché non vuole pensare alla sua discussione con Luke, dato che si sente una merda ogni volta che se ne ricorda anche solo una piccolissima parte; e di lasciarsi andare ai sensi di colpa, non ha alcuna voglia; perché sa che il torto di quella situazione in cui sono entrambi è solo suo, e sa di meritarsi tutta la colpa, perché Luke non gli ha fatto niente. E si dà del cretino, del coglione ogni volta che può. Perché ha rovinato ogni cosa.
Abbraccia Nina anche perché tra loro otto le cose alla fine non riescono mai a restare segrete a lungo, soprattutto non quando le ragazze litigano, dato che è un evento più unico che raro. E il moro sa quanto Nina tenga a Karen e in quei giorni non gli è passato inosservato quanto la sua migliore amica sia giù per tutta quella storia. Ecco perché quel pomeriggio, non appena l’aveva vista seduta ai tavolini, l’aveva raggiunta. Perché sa quanto Nina abbia bisogno di parlare, quando sta male. E lui spera che la castana si apra con lui. Perché vuole aiutarla. Dopotutto è la sua migliore amica da tutta una vita e il minimo che può fare per dimostrarle quanto bene le voglia è starle vicino quando sta male.
«Non fare la finta tonta, Nina. Tutti sappiamo di te e di Karen.»
A quelle parole, la ragazza sospira e stringe a sua volta il moro, come a voler mandar via almeno per un po’ quella sensazione di vuoto, di abbandono, che Karen le ha procurato nella frazione di un secondo.
«Mi… Mi manca.»
Lui sorride dolce e le accarezza la testa. «Lo so, Nina. Lo so.»
Lei tira in su con il naso e si scosta da lui, passandosi una mano sul viso, come a voler capire almeno una cosa di tutto quel macello in cui è andata a ritrovarsi senza sapere come. Un macello a cui forse basterebbero poche parole per rimediare all’incomprensione di Karen. Perché Nina non l’ha mai lasciata in quel periodo, l’ha sempre aiutata e sostenuta con Calum, ha sempre ascoltato i suoi pianti a telefono a notte fonda, le ha sempre dato un aiuto in ogni situazione. Quindi Karen non può dire che non le frega niente di lei. Perché tutti sanno che non è così. Tutti sanno quanto bene Karen e Nina si vogliano.
Solo che sembra che la mora non lo sappia.
Ed è questo che alla castana fa davvero, davvero male.
«Cazzo, vorrei sapere che cosa le ho fatto!»
«Allora siamo in due.»
E Nina si ritrova a sorridere un poco, nonostante tutto. Perché che Calum tenga a Karen è palese. E sa che quei due sarebbero perfetti insieme, se solo la sua migliore amica si aprisse un po’ di più. Per questo mette da parte il suo problema con Karen e aiuta Calum a capire. In fondo glielo deve, per ogni cosa che ha fatto per lei, aiutandola senza neppure rendersene conto sul serio.
«Ha paura, Cal.»
Lui sospira stanco e si passa una mano sul viso. «Me lo hanno detto tutti. Vorrei solo sapere di cosa.»
«Di innamorarsi di nuovo.» 
«Ma perché?!» esclama il moro, esasperato. Perché ha capito che per Karen cose simili sono difficili da affrontare, ha capito che le serve del tempo, ha capito che praticamente non si fida di nessuno, però… Perché tenere tutti a distanza in quel modo, restando così sola, chiusa in quel dolore che Calum vorrebbe solo toglierle da dentro il cuore.
Nina lo guarda, attentamente. E non può fare a meno di convincersi che, sì, Calum è il ragazzo giusto per Karen e che merita di sapere quella parte del passato della mora che sicuramente la diretta interessata non dirà mai. E lo sa, Nina, che dovrebbe essere Karen stessa a parlarne con Calum. Però la conosce, come le sue tasche, e sa che una cosa simile non capiterà mai, neppure se fosse la fine del mondo.
«Lei ha sempre avuto una cotta stratosferica per te, Calum., fin dalla prima superiore.» comincia allora a raccontare, e subito lo lascia senza parole; perché mai lui si sarebbe potuto aspettare una dichiarazione simile, lui che va dietro a Karen dallo stesso anno. «Solo che… Ti ha sempre visto come qualcosa di impossibile e… Sai com’è, chiodo schiaccia chiodo–»
«Chiodo scaccia chiodo?» chiede lui, non capendo, interrompendola.
Lei sorride di nuovo e gli bacia la guancia per poi continuare. «Ha conosciuto altri ragazzi per dimenticarti… E alla fine si è innamorata di Nate… Cioè, Nathan Ward… E poi al resto credo che tu possa arrivarci anche da solo. Voglio dire, il puttaniere più famoso della scuola, chi non lo conosce?»
E a Calum basta un secondo per mettere tutti i pezzi al loro posto, per capire il perché Karen si comporti così con lui, per prendere quella decisione che avrebbe dovuto tentare molto tempo prima. E capisce cosa avrebbe dovuto fare fin da subito. Doveva continuare a combattere per Karen invece di arrendersi, invece di buttare la spugna. Spera solo che non sia troppo tardi per riprovare.
Punta i suoi occhi scuri in quelli grigi dell’amica e le sorride raggiante, prima di baciarla sulla fronte e stringerla forte. Perché senza Nina, come farebbero tutti loro?
«Grazie.»
Lei sorride felice e lo abbraccia a sua volta, fiduciosa nel fatto che andrà tutto bene. «Fa quel che devi.»
 
«Hai una pessima cera, lo sai Ash?» lo saluta il biondo – andato dal riccio per fare quattro chiacchiere proprio con lui, per aiutarlo almeno un po’ a risolvere la strana situazione in cui lui e Lara sono andati a trovarsi – non appena entra in camera dell’amico per lasciarsi cadere sul letto, mentre il riccio è dietro la batteria, le bacchette in mano, gli occhi stanchi, spenti e lucidi.
«Sai che novità.» commenta atono e posa quel che ha in mano, perché tanto sa che quel pomeriggio non riuscirà a suonare niente di niente, perso com’è a cercare di togliersi Lara dalla testa, invano. «Tu non sei da meno, lo sai vero?»
Il biondo sospira, ma non risponde. Ha così tanti pensieri per la testa che vorrebbe solo scappare, anche solo per poco, per poter mettere ordine, per poter vedere tutto da una luce diversa, a mente più lucida. Pensieri che riguardano soprattutto Cal e la discussione che hanno avuto ormai parecchi giorni prima e a cui preferisce non pensare, non ancora. Perché non si sarebbe mai aspettato una cosa simile da Calum, proprio no, non dalla persona che lo conosce meglio di chiunque altro e con cui ha condiviso tutta una vita, ogni sogno, ogni fatica, ogni speranza, ogni sconfitta. Fa male quello schifo di situazione. E Luke… Non riesce in alcun modo a spiegarsene il perchè
Ride piano, quasi volesse alleggerire la tensione, la tristezza, per tranquillizzarsi; e mette le mani dietro la nuca per stare più comodo e per allontanare i brutti pensieri, cambiando argomento, che forse per adesso è la cosa migliore da fare. «Se è a causa di Lara, io ti consiglio di provare fino a che non ci riesci. Si vede lontano un miglio che siete fatti l’uno per l’altra.»
«Ma che cazzo spari?» sospira l’altro alzandosi dallo sgabello e avvicinandosi alla finestra di camera sua, da cui riesce a vedere bene gran  parte della città. Non ha voglia di affrontare l’argomento, è stanco di batterci sempre la testa senza riuscire ad arrivare ad una soluzione, ad un finale che sia quello definitivo. Vorrebbe tanto stare con Lara, vorrebbe capirla, vorrebbe sapere che cosa le succeda. Però lei lo respinge ogni volta, e lui non sa più che cosa fare per farle capire che non vuole farle del male in alcun modo. Vuole solo proteggerla e amarla come merita di essere amata.
«Dai Ash, non puoi negarlo!» esclama il biondo mettendosi seduto.
«No, non lo nego, ma a questo punto vorrei che non fosse così.»
«Perché?»
A quella domanda, Ashton sospira e si passa una mano tra i capelli ricci, come a voler allentare tutta quella tensione che sente addosso e da cui non riesce a liberarsi in alcun modo. «Perché non andiamo avanti, le poche volte che parliamo ci ritroviamo a discutere. E io sono stanco di continuare in questo modo.»
Luke scuote piano la testa e si alza dal letto, per avvicinarsi all’amico, e gli posa una mano sulla spalla, come a volerlo sostenere. Perché il biondo, Ashton lo capisce, lo capisce bene. In fondo tra lui e Nina è stato così, nessuno di loro due ha mollato ed ora sono finalmente una coppia, e non potrebbero chiedere niente di meglio. Capisce Ashton perché sa che il primo passo è sempre quello più difficile, in ogni situazione. Per questo il suo migliore amico non deve preoccuparsi, perché ci passano tutti da quel punto, prima o poi, anche se in modi diversi.
«Dai, sono sicuro che si sistemerà tutto.»
«Tu dici?» chiede Ashton speranzoso, perché sul serio non vede l’ora che quella situazione stancante cambi.
Luke sorride rassicurante ed annuisce convinto. «Però non dovete mollare, né tu, né lei. Perché è palese che le ti voglia bene.»
«E allora perché mi tiene lontano?!» esclama il riccio in risposta. Perché quelle cose su Lara gliene hanno dette tutti. Il punto però rimane sempre quello: perché non gli permette di avvicinarsi a lei?
L’altro sospira. In fondo lui Lara non la conosce benissimo, però è un attento osservatore, e il modo in cui la rossa guarda Ashton ogni volta che sono insieme è inconfondibile. Si capisce quanto Lara tenga al suo migliore amico, si capisce quanto bene gli voglia.
«Forse perché è spaventata.»
«Da cosa?»
Luke scuote la testa. È quello il problema: nessuno di loro ha idea di quello che blocca Lara e quel che prova.
Ashton sospira e chiude gli occhi, come a voler mettere in ordine le idee, come a voler trovare almeno una risposta a quei Perché? che non riesce ancora a capire da solo.
«Non, mollare, va bene?»
«Va bene.»
Luke ride di cuore e dà all’altro una pacca sulla spalla. L’altro sorride e sospira.
E si decide a non mollare, Ashton. Perché sa per certo che Lara vale la pena.
 
Becky è stesa sul tappeto morbido di camera sua da quella che ormai è una mezz’ora buona. La musica accesa a volume così basso da essere appena udibile. Il respiro lento e regolare. Gli occhi lucidi e stanchi, da cui non smettono di cadere lacrime grosse e salate che le rigano il viso e bruciano, fanno male. Lacrime dovute al fatto che Michael l’ha lasciata, dopo due mesi di relazione andati molto meglio di quanto si sarebbe mai aspettata con uno come lui. Lacrime che esprimono tutto quel grandissimo casino che Becky non riesce a descrivere a parole. Lacrime che mostrano il senso di vuoto, di abbandono che Michael le ha lasciato in mezzo al petto al posto del cuore. E l’unica domanda che le ronza in testa da due settimane è un Perché? flebile, insicuro, triste, come lei, che proprio non riesce a capire perché Michael debba vedersi come uno “non abbastanza” per lei. Lei che è l’unica ad avere il diritto di decidere cose simili per la sua vita.
Sospira, perché vorrebbe tanto scomparire, per non dover sentire dentro tutto quel dolore che non riesce a capire. Perché quelle poche lacrime che stanno scendendo dai suoi occhi sono solo una misera parte di tutto quel che sente dentro. Un tutto che non riesce a far uscire, non ancora.
E vorrebbe andarsene proprio in quel momento, lasciando tutto e tutti, se non fosse che il suo cellulare ha appena iniziato a squillare, riportandola con i pensieri e con le emozioni sulla terra.
«Becky?»
Non appena la bionda sente la voce timida e insicura di Lara dall’altra parte del telefono, si allarma. Perché la rossa non cerca mai nessuno quando ha qualcosa che non va. Se l’ha chiamata vuol dire che la cosa è davvero grave, e Becky non ha la benché minima idea di che cosa aspettarsi da quella telefonata. Per questo cerca di accantonare i suoi problemi con Michael e di concentrarsi sulla sua migliore amica, sperando che non sia accaduto niente di grave.
«Ehi, Davis, che succede?» chiede subito, senza tanti giri di parole. Perché Becky si comporta sempre come una sorella maggiore con Lara, prima di tutto perché è più grande della rossa di un anno. E poi perché sa quanto sia difficile per la sua amica superare i problemi. Perché, nonostante tutta la forza che ha dentro, non sa mai come e cosa fare per poter affrontare le cose. Per questo si chiude in se stessa, l’unico modo che ha per proteggersi.
«Io… Ho rovinato tutto…» sospira l’altra che, nella sua stanza, si lascia cadere sul letto e sospira stanca per quella situazione che tanto vorrebbe cambiare ma che ha paura di affrontare, semplicemente perché non sa come potrebbe finire il tutto se si azzardasse a fare anche un solo passo nel buoi. Un passo che ancora non riesce a compiere a causa di quella paura insensata che la blocca, completamente.
«Parli di Ash, vero?» domanda ancora la bionda, che non ha avuto bisogno di tempo per capire a che cosa si stesse riferendo la sua migliore amica. Quei due sono una delle tante incognite che Becky proprio non riesce a capire: Lara che scappa e Ash che ancora non morde. Più che altro, alla fine è solo al sua amica l’incognita che la bionda non riesce a capire del tutto nonostante la conosca meglio di se stessa. Non capisce di cosa Lara dovrebbe avere così tanta paura.
L’altra sospira e a Becky basta come risposta. Ma a Lara no.
Perché quella volta, dopo tanto, troppo tempo, Lara ha bisogno di sfogarsi un minimo con qualcuno. E non le importa se quel qualcuno non riesce a capirla neppure un po’; solo… Le basta poter ripulire la mente da tutti quei dubbi e quei pensieri che non fanno altro che assillarla da tutta una vita e da cui non riesce a liberarsi.
«Non… Non faccio altro che tenerlo lontano anche… Anche se gli voglio troppo bene… E lui… Lui non lo merita…»
A quella confessione, Becky si ritrova a sorridere piano, intenerita dalla preoccupazione della sua migliore amica verso quel riccio che – la bionda n’è sicura – è la cosa più bella che potesse capitarle.
«E allora perché continui a fare così?»
Lara abbassa lo sguardo, cercando di non piangere per quei sensi di colpa che non riesce più a sopportare e che le appesantiscono il cuore secondo dopo secondo. Non vuole ferire Ashton per nessuna ragione al mondo, ma non vuole neppure doversi ritrovare a raccogliere di nuovo i pezzi del suo cuore se tra loro due le cose dovessero andare male. Non ce la farebbe un’altra volta.
«Perché… Ho paura, Becky… Non voglio che vada a finire male…»
«Ma se non ci provi non lo saprai mai.» le consiglia allora la bionda, la voce intenerita e dolce. Perché forse Becky sta finalmente capendo qualcosa di più sulla sua migliore amica.
«Non ci riesco.» ammette la rossa. Anche se poi quella non è la verità, ed entrambe le sanno bene. Però Becky lascia correre, per adesso. Preferisce aiutare l’altra a prendere la decisione più giusta. Vuole aiutarla a buttarsi in quel qualcosa con Ashton che – la bionda ne è assolutamente convinta – le farà soltanto bene.
«Se tieni davvero ad Ashton, sono sicura che un modo lo troverai.»
 
Michael Clifford non sa di preciso da quanto tempo sia seduto in quel bar, con il caffè che ormai si sarà anche completamente raffreddato. Ma a lui non importa, non adesso. Non quando Becky è il suo chiodo fisso, un chiodo che vorrebbe tanto togliersi dalla testa. Perché si sente uno schifo, e sa che è tutta colpa sua se ogni cosa è andata a puttane nella frazione di un secondo, lasciando con solo un pugno di polvere in mano.
Sospira e si passa una mano sul viso, come a voler allontanare i brutti pensieri anche solo per pochi secondi.
Becky gli manca, peggio dell'aria. Però sa di aver fatto la cosa migliore lasciandola andare e permettendole di stare con qualcuno sicuramente migliore di lui. Ha addirittura evitato ogni messaggio ed ogni chiamata da parte della bionda per aiutarla. O almeno così crede lui, mentre il cuore gli fa sempre più male.
Perché non credeva che stare senza di lei potesse fare così male. Non avrebbe mai creduto di potersi affezionare in quel modo a qualcuno. Soprattutto, non avrebbe mai pensato di ritrovarsi ad essere felice così tanto con quella bionda che all'inizio non riusciva a sopportare – ed il perché di preciso non lo sapeva neppure lui.
Avrebbe… Avrebbe solo preferito essere una persona migliore, per poter stare con Becky, per poterle date quel che merita e che lui non potrà mai darle. Però sa che non si può pretendere la luna né tanto meno le stelle. Per questo ha preferito farsi da parte, pur di non legarla ad una causa persa come lui.
«Mike!»
La voce di Karen dietro di lui lo fa sobbalzare per la sorpresa.
«Dawson.»
«Come mai quella faccia triste?» chiede la mora, diretta e poco delicata come suo solito, il tono strafottente.
Un tono che tuttavia nasconde ben altro: preoccupazione, ansia, timore, paura, tutte emozioni concentrate verso quell’uniche persone che Karen non avrebbe mai voluto ferire, in alcun modo; tutte emozioni concentrate verso Nina e verso Calum. E si maledice, per quel che ha fatto e che ha detto e per quei sensi di colpa che non le lasciano un attimo di pace, quando invece è proprio la tranquillità di cui avrebbe bisogno, almeno in quel momento, per cercare di risolvere tutto. Si maledice perché sa che non dovrebbe avere paura dei suoi sentimenti per Calum e sa che gli deve almeno delle spiegazioni per quel suo comportamento da vera stronza, perché lui non si merita un trattamento simile da parte sua. E poi… La sua cazzata più grande è stata riversare tutta la sua rabbia su Nina due settimane prima, rovinando ogni cosa, ferendo una delle poche persone che le è sempre stata accanto fin da subito. Perché la sua migliore amica non si meritava quelle parole dure, piene di invidia e di rabbia, due sentimenti ingiustificati se visti sotto una mente più lucida. Ma quella sera Karen non era lucida; unite l’alcol all’angoscia e al senso di totale impotenza ed il gioco è fatto, un gioco che porta solo distruzione tutt’intorno. Un gioco che forse le ha portato del tutto via una delle sue amiche più care.
«Brutti pensieri… Credo che per te sia la stessa cosa.» risponde il ragazzo, attirando l’attenzione di lei.
«Come–?»
«Andiamo, non mi dirai che va tutto bene. Perché si dà il caso che Calum distrutto lo veda io, non tu.»
«Senti chi parla. Becky è a pezzi per colpa tua.»
E dopo quelle parole, il silenzio tra i due regna sovrano per un tempo che pare senza fine. Perché entrambi sono testardi, entrambi hanno paura, entrambi sono a conoscenza di quello che stanno facendo passare alla persona più importanti delle loro vite. Entrambi stanno combattendo contro quei sensi di colpa disumani che li stanno schiacciando, lentamente, quasi godessero del loro dolore.
«Scusa.» ammette la mora con tono stanco, passandosi una mano sul viso e facendo sorridere Michael, che un po’ ha imparato a conoscerla – e sa che lei non è cattiva, ma solo molto impulsiva – e che «No, scusa tu.» ammette a sua volta, procurando un lieve sorriso sulle labbra della ragazza.
«Forse dovremmo mettere a posto le cose, tu che dici?» aggiunge lui, finendo il suo caffè in un sorso.
Karen sospira ancora. «Pensa che ho pure litigato con Nina.»
«Nina?!»
«Già.»
E di nuovo il silenzio fa da padrone tra loro due. Per Karen che ancora si incolpa per ogni brutta parola rivolta all’amica che le fa nascere dentro sensi di colpa sempre più grandi. Per Michael, che proprio non avrebbe mai potuto pensare a qualcosa di simile tra le ragazze, soprattutto non Nina e Karen, che si conoscono da tutta una vita, proprio come Luke e Calum.
«Ti sei messa in un bel casino.»
«Lo so.» asserisce lei, la voce bassa, gli occhi lucidi e le mani che tremolano. Poi i suoi occhi scuri incontrano quelli verdi e rassicuranti di Michael.
Ed è un attimo, prima che le braccia del ragazzo la stringano forte in un abbraccio di cui Karen necessitava da troppo tempo ormai; un abbraccio che sembra voler dire: “Non preoccuparti, io sono qui, ti aiuto e non ti lascio”; un abbraccio che almeno per un istante non fa pensare a tutti e due di essere un fallimento continuo; un abbraccio che – senza parole – dimostra quanto quei due si vogliano bene e quanto si capiscano anche non conoscendosi poi così bene. Un abbraccio che dimostra che non tutte le amicizie nascono nello stesso modo.
«Andrà tutto bene, Karen, okay?»
Lei annuisce stanca e lo stringe più volte, come a volerlo ringraziare per un qualcosa che di preciso non riesce a capire neppure lei, con tutto quel casino che si ritrova in testa e con tutte quelle emozioni contrastanti a gravarle sul cuore troppo stanco per reagire.
«Lo spero, Mike. Lo spero davvero tanto.»
Lui sorride tranquillo e le accarezza la testa. «Butta fuori le palle, Dawson!» esclama poi, facendola ridere.
«Scemo di un Clifford.»
«Tanto mi vuoi bene comunque.»
Karen scuote la testa divertita. «Certo, che ti voglio bene. E so che me ne vuoi pure tu.»
Lui le sorride felice. «Colpevole.»
E per adesso – anche se i loro problemi non sono risolti – va bene così.
 





Letizia
Ciao a tutti tesori miei! Mamma mia, che capitolo abbiamo qui!!!!
Nina e Cal che cercano di tranquillizzarsi a vicenda, belli che sono *^*. E poi finalmente abbiamo tutta la storia di Karen, perchè altrimenti la nostra mora non l'avrebbe mai raccontata a Calum.
Luke ed Ash mi sono davvero tanto piaciuti in questo capitolo. Nel senso che sono contenta di come abbia fatto venir fuori l'amicizia che li lega; e poi è la loro prima scena nella storia *^*!!!!
Lara e Becky. Non ho mai fatto una scena su loro due e devo ammettere che qui ho trovato delle difficoltà; soprattutto per Lara. Becky sta male per Mike (e vorrei anche vedere, con il casino che ha combinato!), Lara non fa altro che darsi sensi di colpa per quel che sta facendo ad Ash. Speriamo bene via u.u
Karen e Mike che - con Nina e Cal - sono la mia scena preferita!!! Giuro, mi è piaciuto troppo scrivere di loro due come amici *^*.
Spero che il capitolo sia piaciuto pure a voi e grazie di tutto! <3
Vado ad aggiornare Insegnami a vivere adesso ;).
Ah, altra cosa, poi vi lascio stare.
Ho pubblicato due OS in questi giorni, su Calum:Non tutti gli angeli hanno le ali (sequel di Il cuore non dimentica) e On my way (sequel di Only human). Se volete passare siete ben accetti! 
Adesso scappo davvero, ci sentiamo presto! <3

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Capitolo 13
*** 12. Guarire ***


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Sto scrivendo una storia a 4 mani con Nameless_Sam, una mia amica :).
Si chiama Can you keep me safe tonight? e la trovate sul suo profilo.
Se avete voglia di andare a leggere e farci sapere cosa ne pensate,
ci fareste felicissime, sul serio!
Vi lascio il link del trailer (https://www.youtube.com/watch?v=6SIgzZVoKfs
e della storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3192273&i=1). 
Buona lettura!


12.
Guarire



Mike sta tranquillamente camminando per le vie del centro con la musica alta nelle orecchie, come a voler nascondere i suoi pensieri su Becky, come voler credere che – senza di lei – vada tutto alla grande. E lo sa che si sta raccontando una bugia da quello che ormai è un mese buono. Ma non riesce a fare altrimenti. Ogni giorno si pente della decisione che ha preso, perché lei gli manca, gli manca da morire. Però poi pensa alla vita che lei avrà senza di lui, e allora sa di aver preso la decisione giusta, anche se ad un prezzo davvero alto.
Sospira e svolta a sinistra, diretto alla fermata della metropolitana. Ma per sbaglio qualcuno gli va addosso e per non poco cadono entrambi.
«Ehi, ma sta’ un po’ più – Luke?!» esclama Michael non appena si rende conto di chi ha davanti.  
«Scusa, Mike, non ti avevo visto.» lo saluta l’altro, lo sguardo basso e spento. Uno sguardo che il ragazzo dai capelli colorati non gli ha mai visto addosso prima di allora. Spera solo che non sia successo niente di troppo grave. Perché se Luke sta male, c’è seriamente da preoccuparsi. E Michael, per i suoi amici, si preoccupa sempre, quasi quanto un padre con i figli.
«Che succede, Luke?»
«Niente.» risponde il biondo. Anche se sa che non è vero, anche se sa che il fatto che Calum non gli pargli da un po’ gli faccia davvero male, anche se non sa davvero che cosa fare, dato che alla fine né lui né il moro si sono cercati in quel mese fatto di silenzio.
«Menti meglio.» gli dice allora Michael, un po’ scherzando, un po’ serio. Perché vuole aiutare il suo migliore amico. In fondo lo conosce, e sa quanto per Luke sia difficile aprirsi, sa che al biondo torna più facile tenere tutto dentro, pur di non affogare, pur di non far preoccupare nessuno, Nina per prima.
Luke sospira e si passa una mano tra i capelli con fare nervoso. «Ti va se ci incamminiamo? Non riesco a stare fermo da qualche parte.»
Michael annuisce e lentamente riprendono a percorrere le vie della City, affollate come al solito anche a quell’ora tarda del pomeriggio. Non parlano per un  po’, ma Michael non si preoccupa. Perché tanto sa che presto Luke tirerà fuori tutto da solo. Ha solo bisogno di un poco di tempo per riordinare le idee.
L’altro sospira e cerca di darsi una calmata. Perché di tutta quella situazione non riesce più a capire niente di niente, a causa dei pensieri che gli affollano la mente; a causa di tutte quelle emozioni contrastanti che si ritrova a provare; a causa del fatto che detesta aver discusso con il suo migliore amico. Che poi, la colpa non è neppure sua. È stato solo tutto un enorme malinteso. Un malinteso che comunque ha creato una ferita e che nessuno dei due sa come curare.
«Al concerto, il mese scorso… Io e Cal… abbiamo discusso.»
E Michael, anche se aveva intuito che qualcosa tra i due non stesse andando per il verso giusto, non riesce a crederci davvero. Insomma, non Luke e Calum, amici da chissà quanto tempo, così tanto da potersi considerare fratelli per tutto quello che hanno fatto insieme. Sembra strano, proprio come…
«Certo che le coppie sono messe davvero bene.» si ritrova a commentare a voce alta, prendendo di sorpresa Luke con quelle parole, che «Cosa vuoi dire?» chiede.
Michael ridacchia. «Tu e Cal che litigate; Nina e Karen che litigano. Vuoi sapere altro?»
E a quella coincidenza, il biondo non può fare a meno di sorridere un poco, mentre il silenzio torna ad aleggiare su di loro per un poco, fino a quando Michael non lo rompe di nuovo.
«Sono sicuro che tutti e quattro risolverete le vostre cose.» asserisce, con un tono di voce così serio che Luke non gli aveva mai sentito usare prima di allora. Un tono che lo fa sorridere ancora di più e che lo rincuora un poco. In fondo, lui e Cal sono amici e sanno che cazzate simili capitano di tanto in tanto, soprattutto quando ci va di mezzo il cuore.
«Già, lo spero anche io.»
 
«Dove mi stai portando adesso?» chiede Lara mentre Nina cammina spedita per i marciapiedi di quella zona di Londra un poco lontana dal centro e che conosce come le sue tasche, dopo anni e anni di lunghe passeggiate in giro per la città.
«Da Becky, voglio farle una sorpresa!» esclama la mora con il sorriso sulle labbra. Sono giorni che non la vede, e adesso che è vicino casa sua non vede l’ora di poterla salutare anche solo per cinque minuti. Perché Nina è fatta così, e ai messaggi o alle chiamate preferisce una conversazione faccia a faccia, anche se breve.
Lara ridacchia e segue l’amica. Dopotutto, è da parecchio che non vede la bionda, molto più tempo della castana; per questo non vede l’ora di arrivare a casa Wood e stare un po’ con lei.
Nina non vuole andare da Becky solo perché le manca. Ha una strana sensazione addosso, da quando l’amica le ha raccontato che cosa è successo tra lei e Michael quasi un mese prima. Spera solo che vada tutto bene.
Dopo poco si ritrovano davanti la villetta dei Wood e suonano al campanello. Ma mai si sarebbero aspettate che ad aprire la porta sarebbe stata una versione di Becky che nessuna di loro aveva mai visto prima, neppure la diretta interessata.
«Michael?» chiede Nina, osservando con attenzione i grandi occhi blu della bionda farsi sempre più lucidi, più rossi, più stanchi, più tristi. Becky la osserva, in silenzio. Nina annuisce.
Non hanno bisogno di parole, loro due, per capirsi. La castana non ne ha bisogno perché ha già capito, a causa di quello sguardo distrutto. L’altra perché non è forte abbastanza per affrontare la realtà a voce alta. Non hanno bisogno di niente, loro due. Soprattutto non quando Becky inizia a singhiozzare forte e Nina subito la stringe in un abbraccio che dura a lungo. Un abbraccio che serve all’altra per potersi ancorare a qualcosa, per potersi sfogare con qualcuno, per poter buttar fuori tutta quella tristezza, tutto quel dolore che sente da quando Michael non c’è più.
Un abbraccio che fa capire a Becky che a volte piangere aiuta, anche se solo per poco.
E Becky lo sa che forse sta esagerando, che forse non servirebbe a niente stare così male per qualcuno. Però non ci riesce; non riesce ad essere indifferente al senso di vuoto che l’assenza del suo ragazzo – perché lei lo considera ancora così – le procura giorno dopo giorno; non riesce a capire che cosa abbia sbagliato, che cosa sia successo perché lui decidesse tutt’ad un tratto di andarsene, senza uno straccio di spiegazione; non riesce a stare senza di lui anche se ci ha provato con tutta se stessa.
Becky ama Michael.
Più di qualsiasi altra cosa al mondo.
E l’ha capito proprio in quel mese di assenza, di silenzio, di un cuore che non ce la fa più e che vorrebbe tanto che ogni cosa tornasse com’era prima. Ma lei lo sa che forse le cose non cambieranno mai, sa che forse lui non tornerà, l’ha messo in conto. Però non riesce a rassegnarsi; ed ha anche imparato che pure la speranza è una brutta bestia, se ci si ancora troppo.
«Tesoro, va tutto bene.» le sussurra Nina all’orecchio, dolcemente, mentre la coccola per cercare di tranquillizzarla. «Vedrai che presto si sistemerà tutto, ne sono sicura.»
Becky sospira e si passa le mani sugli occhi, come a voler nascondere quelle lacrime ormai versate, come a voler nascondere quella debolezza che ha sempre detestato far vedere ma che adesso non riesce più a tenere nascosta. E non gliene frega più niente. Perché ora ha solo bisogno di qualcuno che la aiuti a rimettersi in piedi per raccogliere i cocci di quel che rimane del suo cuore distrutto.
E intanto, nell’angolo della stanza, due occhi verdi non hanno mai lasciato le due ragazze. Perché Lara è rimasta lì, pietrificata dalla scena che le si è parata davanti agli occhi. Perché non aveva mai visto Becky in quelle condizioni. Non l’aveva mai vista così a pezzi. Non l’aveva mia vista piangere.
E sta male pure Lara, adesso. Perché si è sempre concentrata solo su se stessa e non ha mai chiesto niente degli altri, non si è mai interessata a quello che le sue migliori amiche stessero passando, non si è mai fatta viva per loro. Si sente orribile. Si sente davvero orribile.
E mentre Becky si calma e le rivolge un sorriso timido, sono i suoi occhi verdi a diventare lucidi adesso.
«Becky, io… Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto…»
La bionda annuisce e la abbraccia forte. Perché la conosce ed ha capito di cosa la sua amica si stia scusando.
E la perdona. Perché tutti loro hanno così tante cose a cui pensare, in un modo o nell’altro.
 
«Karen, che cos’è successo?» chiede Ashton, preoccupato, non appena dall’altra parte della chiamata aveva sentito un singhiozzo trattenuto. Spera solo che non sia successo niente di male.
«Io… Io sono una granata, Ash!» esclama Karen, gli occhi rossi che nessuno può vedere, le lacrime che le scendono copiose sulle guance, le mani che tremano, il dolore che si fa spazio nel suo cuore.
«Non è vero, Ka, non lo sei.» ribatte lui, sicuro, deciso, usando quel soprannome che conoscono solo loro due e che riesce a farla sorridere, anche se per poco. Ha bisogno di Ashton, Karen, almeno per pochi minuti; perché ha bisogno di sfogarsi, ha bisogno che qualcuno le porti via un poco di quel peso che ha sulle spalle; un peso tuttavia non intenzionato ad andarsene, almeno fino a che non risolverà i suoi problemi.
«Ash, non sparare cazzate solo per farmi stare meglio… Perché alla fine sono io quella che passa sempre da stronza… O da vigliacca… O entrambe le cose, ogni volta che qualcosa o qualcuno ha a che fare con me… Io… Io rovino tutto quel che ho… Non… Non riesco a proteggere niente… Ash… Io… Io sono solo stanca di tutto questo schifo…»
Ed il riccio vorrebbe davvero poter consolare una delle sue migliori amiche, vorrebbe andare lì e dirle che va tutto bene, che niente è come dice lei, che le cose si aggiusteranno più in fretta di quanto lei pensi. Ma non dice niente, resta in silenzio, limitandosi ad ascoltare e a rabbrividire un poco per la preoccupazione ad ogni singhiozzo che sente. Non risponde, Ashton, perché… Perché alcune delle cose che Karen ha detto sono vere.
Perché è vero che tutto ciò che le sta intorno o si allontana da lei o è lei stessa che lo distrugge, spesso senza volere. Ed Ashton vorrebbe tanto, ma proprio non ha la benché minima idea di che cosa fare per aiutarla.
«Karen, non dire così, okay? I “periodi no” ce li abbiamo tutti… A volte durano poco, altre invece un po’ di più… Ma finisco, Ka, finiscono.»
«E allora perché in questo “periodo no” che mi dura da tutta una vita sono riuscita solo ad avere un tradimento dal ragazzo di cui credevo di essere innamorata; a farmi odiare dal ragazzo che amo davvero e adesso ho pure perso la mia migliore amica per una cazzata? Ash, tu… Tu sai dirmi perché? Io… Io non ci capisco più niente…»
E neppure l’altro riesce a capirci qualcosa. Perché, oltre che a pensare a Lara costantemente, ha da pensare a tutti gli altri del gruppo. E non sa più che cosa fare per aiutarli in qualche modo. L’unica cosa che può fare, per il momento, è solo darle il consiglio più logico, sperando che possa bastare.
«Credo che dovresti parlare con Cal e Nina… Insomma… Se dici di tenerci così tanto, perché non provi?»
Karen sospira e si passa una mano sul viso, cercando di fermare le lacrime.
«Ma loro non voglio parlare con me.»
«Hai già provato?»
Lei non risponde.
Ashton sorride, intenerito. «Prova. Non ti costa niente vedere come andrà a finire.»
Karen sospira. Ha paura, una paura che le entra fin dentro le ossa e non la lascia andare. Perché davvero vuole chiarire con Calum e con Nina. Solo che… Ha il terrore che sia tutto inutile, che sia troppo tardi anche per fare il più piccolo passo in avanti. Un passo che…. Forse potrebbe cambiare le cose.
«Ci proverò.» decide; perché Ashton ha ragione: non perderebbe altro se dovesse andare male, ma almeno non avrebbe rimpianti. «Grazie Ash. Ti voglio bene.»
«Ti voglio bene anch’io.»
 
Calum sta camminando così velocemente che quasi sembra correre per le vie della città. Deve arrivare a casa Dawson il prima possibile; non può permettersi di perdere altro tempo. Perché finalmente si è deciso; finalmente ha trovato il coraggio di cambiare le cose; finalmente ha deciso di buttarsi, di provare ad aggiustare il rapporto tra lui e Karen, senza pensare a come tutto andrà a finire, senza preoccuparsi delle conseguenze di quello che ha intenzione di fare. Perché tanto non potrebbe andare peggio di così, in nessun caso.
Respira veloce, il cuore batte forte, le gambe fanno male per la fatica. Ma non gli importa. Non gli importa di niente e di nessuno adesso. Gli importa solo di rivedere Karen e di parlarle di nuovo, dopo non si sa quanti mesi di silenzio. Perché – cazzo – lei gli manca da far paura. Gli manca poter vedere quegli occhi scuri che lo scrutano profondi; gli manca vederla sorridere; gli manca farla ridere; gli manca sentire la sua voce sicura e decisa che mai se ne sta in silenzio; gli manca anche solo poterle stringere qualche volta la mano, come a voler riempire ogni spazio vuoto che li divide.
Gli manca, per il semplice fatto che lui, di Karen, è innamorato perso, da così tanto tempo che ormai ha perso il conto perché non gli importa più. Ed è proprio a causa di quell’amore, se adesso sta proprio correndo per le vie affollate di Westminster – il quartiere dove vive ogni persona del loro gruppo – pur di arrivare da lei il prima possibile, per mettere magari un punto a quella situazione che lui non regge proprio più.
E poi, ad un tratto, eccola lì: bianca, le persiane rosse come la porta ed i fiori alle finestre, il piccolo portico prima di entrare ed un poco di giardino davanti che poi aumenta dietro all’abitazione.
Respira affannato, il cuore che gli batte ancora più forte di prima quando suona il campanello e che quasi gli esce dal petto non appena i suoi occhi incontrano quelli scuri e intensi di Karen.
Lei, che proprio non si aspettava di trovarlo davanti casa sua, bellissimo come sempre. Lei, che stava aspettando il momento giusto per chiamarlo, per chiarire. Lei, che è davvero felice di vederlo. Lei, che ha così tante cose da dirgli e che non sa da dove iniziare. Lei, che ha capito di amarlo, come mai prima d’ora le era successo con qualcun altro. Perché adesso sa che Calum merita tutto il meglio che lei ha da offrirgli e che invece Nate non è mai riuscito a guadagnarsi, neppure una volta.
«Calum, che ci–?»
«Io non sono come Nate.»
Karen rimane senza parole; perché a parte Luke e Nina nessuno sapeva di Nate… Poi però pensa al rapporto che Calum e Nina hanno. E ogni pezzo torna al suo posto. E si ritrova a ringraziare la sua migliore amica, perché – nonostante le cose orribili che le ha detto – sta continuando ad aiutarla, in ogni modo possibile.
Allora osserva Calum a lungo, perdendosi in quegli occhi scuri e belli, mentre lui continua a parlare.
«E… E lo sai che non ti farei mai e poi mai del male. Tu… Tu sei troppo importante per me, okay? Lo sei sempre stata e… E giuro che non lo so cosa cazzo mi hai fatto. So… So soltanto che ti amo, e che non voglio lasciarti andare per niente al mondo. E–»
«Mi dispiace, Cal.» dice lei, interrompendolo. Perché le parole che lui le ha appena detto sono bastate, sono bastate per convincerla che, sì, Calum è quello giusto e che mai le farà del male. O almeno, entrambi proveranno a non farsene. Perché tengono troppo all’altro per potersi permettere di perderlo.
«Io… Cazzo, sono stata una stronza. E mi dispiace, okay? Perché… Tu non te lo meritavi… Io… Avevo paura… E lo so che non è una spiegazione per quel che ho fatto… È solo… È solo che pure io ti amo, va bene? Però dopo… Dopo Nate, io… Non me la sentivo di buttarmi… Io ti amo, Calum… E… Scusami, perché–»
Ma quel perché, Calum non lo saprà mai.
Perché le sue labbra su quelle di Karen le impediscono di continuare. Soprattutto poi quando le loro lingue iniziano a giocare tra loro, a rincorrersi, a cercarsi, come le loro mani, e come i loro cuori che battono ad un ritmo tutto particolare, mentre i loro corpi sono attraversati da brividi. Mentre un senso di completezza li invade, lentamente, rendendoli una cosa sola.
Perché adesso almeno uno dei loro problemi – che poi alla fine problema non è mai stato – lo hanno chiarito.
E non potrebbero essere più felici di così.






Letizia
Ciao a tutti tesori miei! Che capitolo denso anche questo!
Mike continua a stare male per la scelta fatta, e Luke con la storia di Cal non è da meno :/.
Becky piccina, mi dispiace farla stare così male *^*. Anche Lara diciamo che sta maturando, nel senso che si è resa conto di uno sbaglio madornale nei confronti della sua amica. Nina non si smentisce mai, con il suo voler un bene smisurato per chiunque.
Ash e Karen mi sono piaciuti tantissimo *^*. Piccolini loro, che si aiutano a vicenda *^*. 
E poi, finalmente... CALUM E KAREN HANNO FATTO PACE E SI SONO MESSI INSIEME. Alleluia insomma, ahahah ;).
Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di sentirvi in tanti ;).
A presto e grazie per ogni cosa: visite | recensioni | preferiti | ricordati | seguiti.
Vi adoro tutti, sappiatelo! <3
A presto di nuovo! Un bacione, Letizia <3

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Capitolo 14
*** 13. Parlare ***


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Sto scrivendo una storia a 4 mani con Nameless_Sam, una mia amica :).
Si chiama Can you keep me safe tonight? e la trovate sul suo profilo.
Se avete voglia di andare a leggere e farci sapere cosa ne pensate,
ci fareste felicissime, sul serio!
Vi lascio il link del trailer (https://www.youtube.com/watch?v=6SIgzZVoKfs
e della storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3192273&i=1). 
Buona lettura!


13.
Parlare



«Sai Mike, non sarebbe male avere dei superpoteri qualche volta.» commenta Calum, steso sul suo letto, spezzando il silenzio che si era creato nella stanza da qualche minuto. Ha bisogno di parlare, di sfogarsi, perché lui e Luke non si parlano da circa due mesi. Ed il moro sa di essere completamente nel torto, solo… Non ha la benché minima idea di che cosa fare per rimettere a posto le cose. Il problema è che lui, dei suoi problemi, non parla mai volentieri, soprattutto quando sa che la persona che è con lui ne ha di più grandi. E, per Calum, quello che hanno il suo migliore amico e la bionda del loro gruppo è veramente un grosso problema.
«Perché?» chiede curioso Michael, seduto sul tappeto, la schiena poggiata al letto e gli occhi chiari persi ad osservare un punto indefinito del soffitto bianco. Pure lui crede che a volte avere dei poteri strani o un po’ di magia possa essere davvero utile, soprattutto quando si vorrebbe sanare qualcosa a cui si tiene davvero tanto, eppure… Eppure sa che non sarebbe giusto, sa che le cose hanno comunque un loro corso, un corso, un cammino prestabilito che finiranno in ogni caso. E probabilmente cambiarle porterebbe solo danni. Perché se pensa a lui e Becky, non riesce a vedere alcun miglioramento. Anche se usasse la magia, niente cambierebbe; lui resterebbe quella nullità che è sempre stata e lei non avrebbe modo di vivere la vita che si merita.
«Perché magari potrei riavvolgere il tempo ed evitare tante cazzate che ho fatto.» risponde sincero il moro, passandosi stancamente la mano sul viso e mettendosi seduto, facendo cigolare il materasso.
Michael sorride, perché sa già dove l’amico vuole andare a parare.
«Forse non importa riavvolgere il nastro.» commenta, gli occhi chiusi e lo sguardo intenso di Becky nella testa. «A volte basta solo agire per cercare di cambiare le cose.»
Calum ridacchia amaramente. «E allora perché non agisci tu con Becky?»
A quella domanda, Michael apre gli occhi e sospira piano, stanco, sconfitto. «Perché l’ho già fatto.»
E allora il moro capisce, non del tutto, ma inizia ad intuire che cosa stia passando il suo migliore amico.
«Fosse così semplice.» si ritrova allora a dire, per cambiare argomento, con gli occhi puntati alla finestra, verso il cielo grigio che quel pomeriggio sembra promettere pioggia. In fondo, quella è l’Inghilterra.
L’altro ridacchia e si sistema meglio su quel tappeto che sta iniziando a diventare un po’ scomodo.
«Io vorrei capire perché invece tu non fai niente con Luke.» asserisce, tornando volutamente sul discorso di prima ed attirando l’attenzione del suo migliore amico. Perché, sì, Calum è veramente molto paziente, ma è anche bravo a scansare i problemi o anche solo a parlarne con qualcuno per sfogarsi un po’.
Il moro si stringe silenziosamente nelle spalle ed inizia a giocare nervosamente con il bordo del cuscino.
«Perché forse non ho abbastanza coraggio… Non ne ho mai avuto.» si ritrova ad ammettere, rabbrividendo; perché detesta mostrare agli altri le sue debolezze, detesta far vedere che non riesce a fare niente, semplicemente perché gli manca il coraggio di affrontare le cose.
Michael scuote la testa piano, alle parole dell’amico, divertito. Perché lui, Calum, lo conosce bene, e sa che quello che il moro sta dicendo non è vero neppure per un decimo.
«Cal, tu… Non è che non hai coraggio.» ribatte allora, sicuro di aver preso completamente l’attenzione dell’amico. «Sei soltanto prudente.»
«E sai che meraviglia.» mugugna l’altro, la fronte posata sulle ginocchia piegate.
Michael ride divertito. «Per alcune cose va bene. Per altre… A volte serve solo pensare di meno e buttarsi di più… Tutto qui.»
Calum si ritrova a sorridere, un po’ rincuorato dalle parole del ragazzo dai capelli colorati.
«Grazie, Mike.»
L’altro sorride di cuore. «Quando vuoi.»
 
Karen e Becky quel pomeriggio sono al centro commerciale. Hanno bisogno di qualche vestito nuovo per la festa che si terrà quella sera da Jack Miller, uno dell’ultimo anno.
«Che te ne pare?» chiede la mora, mostrando all’amica il vestito verde scuro senza spalline che ha in mano.
«Con questo farai morire Cal!» esclama l’altra, approvando la scelta dell’amica, che sorride soddisfatta e va a provarselo. E sì, Karen si sente pure bella, con quel colore che le mette in risalto gli occhi scuri, ma sente che comunque manca qualcosa di importante, di fondamentale. Solo… Non sa che cosa sia di preciso.
«Come sto?» chiede, attirando l’attenzione della bionda, che «Approvato in pieno.» le fa sapere seria.
La mora sorride contenta e fa per cambiarsi di nuovo, quando la voce di Becky non la fa fermare.
«Che ti succede oggi?»
«Niente.» risponde meccanicamente Karen, e si toglie in fretta il vestito, per poi rimettersi subito i suoi. Esce dal camerino quasi di corsa, ma si ferma di botto, a causa della sua migliore ferma davanti a lei che le fa prendere un colpo per la sorpresa.
«Come bugiarda non sei granché, sai?» commenta Becky in tono serio, facendo sbuffare la mora. Perché non ha la benché minima intenzione di parlare, non ha intenzione di affrontare quell’argomento che la sta logorando da due lunghi mesi e che, nonostante tutto, vorrebbe risolvere al più presto. Perché vorrebbe che lei e Nina tornassero amiche. Solo che… Non sa proprio da che parte cominciare per farsi perdonare.
«Non fare così.» la riprende dolcemente la bionda posandole una mano sulla spalla. Perché Becky sa quanto Karen sia affezionata alla loro migliore amica, quanto bene le voglia. E sa anche quanto dispiaccia alla mora tutto quello che è successo. Solo… Non capisce perché non voglia agire, perché non voglia sistemare le cose.
«Cos’altro mi resta da fare?» ribatte Karen, stanca, senza guardare l’altra negli occhi mentre si dirige alla cassa con il vestito in mano.
Becky sorride intenerita e le passa un braccio attorno alle spalle. «Beh… Forse un semplice “Scusa” basterebbe. Ci hai mai pensato?»
La mora però scuote la testa e sospira. «Non credo sia così semplice, non dopo tutto quello che le ho detto.»
L’altra non osa ribattere. Non può dire niente in più; perché conosce bene entrambe e sa che riusciranno a cavarsela tranquillamente da sole, con i loro tempi.
«Tu, invece?» le chiede Karen una volta fuori dal negozio, catturando l’attenzione della bionda.
«Io cosa?»
«Sai a cosa mi riferisco.»
A quell’insinuazione, Becky sta zitta. Perché sa che la sua migliore amica vuole arrivare sul “discorso Michael”. Lei però non vorrebbe. Vorrebbe smettere di pensare a quel ragazzo che continua ad amare con tutta se stessa nonostante tutto; nonostante quello che lui ha fatto; nonostante quei due mesi passati lontani, a non parlarsi, considerandosi come due estranei. Perché, semplicemente, Becky vorrebbe che tutto tornasse com’era prima, che Michael fosse di nuovo con lei. Perché lui le manca, da impazzire. E lei non sa più né come né cosa fare.
«Wood?»
«Si?»
«Sta’ tranquilla. Le cose si sistemeranno, ne sono sicura.»
Karen poi l’abbraccia. E Becky sorride, felice di avere amiche fantastiche come le sue.
 
Ha iniziato nuovamente a piovere solo da pochi minuti, ma già l’acqua viene giù come quei soliti temporali estivi, quando sembra cadere il mondo e alla fine il tutto dura solo per poco tempo. È sera e fa un po’ più fresco del solito, tanto che Ashton ha indosso la felpa, cosa più unica che rara, dato che il riccio è uno che d’estate indossa solo canottiere e shorts.
Però a lui adesso non importa della temperatura che c’è quel giorno, non gli importa neppure dell’acqua che lo sta bagnando completamente, che gli entra nei vestiti e lo fa rabbrividire. Non gli importa di niente. O almeno, vorrebbe che fosse così, vorrebbe non avere pensieri o problemi. Eppure un problema ce l’ha, grosso; ed è pure qualcosa di cui gli importa parecchio.
Perché è quasi un’ora che sta aspettando davanti casa Davis, pur di parlare con Lara. Sono due mesi che lei non lo considera e lui è veramente stufo di quella situazione che non è ancora riuscita a voltare pagina. Vorrebbe capire perché niente tra loro due vada per il verso giusto e, soprattutto, vorrebbe capire perché lei lo stia evitando in quel modo, come se lui le avesse fatto qualcosa di brutto, quando in realtà entrambi sanno che è tutto il contrario.
Ed ora eccolo lì, ad aspettare che la rossa scenda. Perché lui l’ha vista osservarlo dalla finestra di camera sua; ha visto bene quegli occhi verdi osservarlo sorpresi e spaventati, mentre lui passeggiava per il giardino sul retro dell’abitazione. Solo che adesso quegli occhi grandi non ci sono più. Perché la luce in camera di Lara è spenta e lui non ha la benché minima idea di dove la ragazza sia andata.
Abbassa un attimo la testa e sospira stanco, quando ad un tratto la porta sul retro si apre e Lara gli va incontro titubante, senza un ombrello che possa coprire entrambi.
Perché lei vorrebbe soltanto che Ashton se ne andasse invece di continuare ad infierire su quella ferita che lei sta cercando a tutti i costi di curare, di far scomparire. E ci riuscirebbe, davvero, se solo il riccio non le ricordasse costantemente ciò da cui lei si sta proteggendo da tutta una vita.
«Che cosa vuoi?»
Ashton punta lo sguardo in quello della rossa, solo per un istante, quanto basta per poter vedere ciò che gli serviva. Perché, anche se lei probabilmente vorrebbe negarlo, lui la conosce bene, molto più di quanto la diretta interessata creda. E lo sa che quegli occhi verdi adesso stanno chiedendo aiuto. Un aiuto che, tuttavia, la ragazza sembra non voler ricevere da nessuno, soprattutto non da lui.
«Voglio capire.»
«Non c’è niente da capire, Ashton.»
Lui le si fa più vicino e – nonostante lei cerchi di sfuggirgli – prende le mani della ragazza tra le sue, delicatamente e dolcemente, come non succedeva da tempo, lasciandola senza respiro e con il cuore che batte così forte nel petto da non farle capire più niente.
«Voglio capire te.»
E Lara sapeva che prima o poi loro due a quel punto sarebbero comunque arrivati, in un modo o nell’altro; sapeva che prima o poi avrebbe dovuto raccontare la sua storia a quel ragazzo che adesso la sta stringendo forte, come a volerla proteggere, come a voler evitare che si faccia del male. Il problema è che lei è già stata ferita – forse irreparabilmente – tanto tempo prima. E non sa se tirar fuori ancora una volta sia una buona idea. Eppure… Eppure gli occhi dorati di Ashton nei suoi le garantiscono che non succederà niente, che niente cambierà e che lui ci sarà nonostante tutto. Perché pure lei conosce bene quel riccio un po’ pazzo, e sa per certo che mai e poi mai le farebbe del male.
«Quando avevo sei anni, mia madre se n’è andata di casa…»
E già da quella rivelazione, Ashton capisce che quella discussione non sarà per niente una passeggiata.
Lara invece parla. Parla e non riesce a smettere fino a che quel poco del suo passato che ha cambiato ogni cosa, quando lei avrebbe solo voluto che quella persona mantenesse quella promessa. Parla, il cuore fa male, gli occhi fanno male, le lacrime bruciano, il corpo trema. Parla, e intanto sente le braccia di Ashton aumentare sempre di più la stretta su di lei, come a volerla tenere al sicuro, come a volerle dimostrare che lui, quella promessa la manterrà.
«Lei… Lei era l’unica persona di cui mi fidassi… Le raccontavo ogni cosa… Io… Io mi fidavo solo di lei… Non riuscivo ad aprirmi con nessun’altro… Le avevo fatto promettere che non se ne sarebbe mai andata… E lei… Lei invece è sparita, così… Di punto in bianco, senza… Dire niente a nessuno… Io… Io non riesco più a fidarmi di nessuno, Ashton… E ti giuro che.. Non volevo comportarmi da stronza con te, però… Ho troppa paura di farmi male… Ash, io… Io non–»
«Ti fidi di me?» le chiede lui ad un tratto, bloccandola, prendendola alla sprovvista, bisognoso di avere almeno quella risposta,
«Io…» Lara esita. È davvero sicura di potersi fidare di quel ragazzo? Quello stesso ragazzo grazie a cui – non può negarlo – ha iniziato a stare meglio e per il quale sa di provare qualcosa di molto forte. Qualcosa che va al di là della semplice amicizia. Qualcosa che si avvicina molto all’amore. Perché lei, di Ashton, è davvero innamorata, anche se non vuole ammetterlo. È innamorata e non vuole perderlo. Perché è la prima cosa bella che le capita dopo troppo tempo e non ha la benché minima intenzione di perderlo.
«Sì, mi fido di te.»
Lui sorride, il cuore gonfio di una felicità senza confini. Non aggiunge niente. Perché non c’è bisogno. Si sono già detti tutto quello dovevano dirsi. Adesso basta soltanto lasciare campo a quei sentimenti tenuti nascosti e lontani per troppo tempo.
Per questo, semplicemente, Ashton bacia Lara con tutto l’amore che ha dentro. E per entrambi non potrebbe esserci sensazione migliore di quella che stanno provando adesso, con le labbra che si mordono, si cercano, con le lingue che si accarezzano dolci e lente.
Ed entrambi sanno che adesso le cose sono finalmente tornate al loro posto.
 
Se Luke potesse esprimere un desiderio, vorrebbe poter vedere sempre Nina ridere come sta facendo adesso, perché è meravigliosa e non riesce a rendersene conto sul serio, negando ogni complimento da parte del suo ragazzo che invece cerca sempre di farglielo capire.
Perché Nina è così: semplice. E non si è mai vista come quella ragazza fantastica che Luke descrive alle persone che conosce – persino ai suoi genitori. Non è mai stata speciale, non ha niente di particolare che la caratterizzi anche solo un po’. O almeno, lei pensa così, quando invece tutti sanno e vedono che è tutto il contrario. Perché Nina è pazzesca, in ogni sua parte. E la vita ha voluto che Luke vedesse qualcosa in lei – ha voluto che vedesse quanto quella ragazza fosse unica e speciale fin da subito – qualcosa che la ha portato ad innamorarsi di quella che adesso è la persona più importante di tutta la sua vita e che ama, tanto.
Perché Luke ama Nina, più di qualsiasi altra cosa al mondo. La ama così tanto che troppo spesso ha paura di perderla. Non può permettersi il lusso di stare senza di lei. E a volte quel sentimento così forte che prova lo lascia sorpreso, senza respiro, da quanto è forte, intenso, da quanto profondamente lo sente dentro di sé.
E Nina non può che dire lo stesso. Perché pure lei ama quel ragazzo biondo che adesso la sta tenendo stretta, come se fosse la cosa più preziosa che ha. La tiene stretta, e lei si sente bene, si sente protetta tra quelle braccia forti e delicate su di lei che non hanno la benché minima intenzione di lasciarla andare. E Nina non potrebbe essere più felice di così. Con Luke ha tutto. E non potrebbe chiedere niente di meglio.
«Amore?» la chiama lui ad un tratto, attirando la sua attenzione e facendola sorridere a causa di quel soprannome che usano soltanto quando sono completamente da soli, come in quel momento – dato che casa Hemmings è completamente deserta quella sera.
«Che c’è?» risponde lei, sorridendo e baciandogli la punta del naso.
Lui ride di cuore e fa sedere la castana sulle sue gambe, così da avere quegli occhi grandi e grigi che tanto adoro davanti ai suoi. E intanto, il cuore inizia a battere davvero forte.
«Volevo solo dirti che ti amo.» le dice piano, sincero e pazzamente innamorato.
«Ti amo anch’io.» ammette Nina, senza pensarci due volte, senza più alcuna paura di mostrare quel che prova per quel ragazzo che mai e poi mai vorrebbe lasciare.
Ed incurva lievemente in su le labbra prima di farle combaciare con quelle del biondo – mentre dentro si sente morire di gioia. E lui non aspetta un secondo di più a rispondere, con lo stesso amore, allo stesso modo, con le labbra che si cercano, si mordono piano; con le loro lingue che danzano, si accarezzano lente; con le mani che si stringono forte e che cercano timidamente il corpo dell’altro, rabbrividendo ogni volta che riescono a percepire il calore tiepido che emana; con i cuori che sembrano voler uscire dai loro petti da quanto battono veloce.
Ed è mentre il bacio diventa più intenso, passionale; mentre il respiro diventa corto; mentre le loro mani cercano con più insistenza la pelle dell’altro; Luke porta Nina sotto di sé, facendola stendere sul suo letto e continuando a baciarla come merita. Lei si lascia andare, si lascia travolgere da ogni emozione che si ritrova a provare. Emozioni nuove e già conosciute si uniscono tra loro, formando un qualcosa di talmente inatteso che travolge entrambi. Ed è un attimo, poi tutto cambia.
Perché la maglietta di Luke va a finire sul tappeto, seguita da quella di Nina. Ed è mentre l’uno accarezza la pelle dell’altra con le labbra, che pure i pantaloni vanno via, lasciando posto alle mani che accarezzano timide quella pelle calda e dolce, morbida. Tornano ad accarezzarsi con calma, senza fretta, amando ogni brivido che corre su di loro lasciandoli senza respiro.
Eppure… Un poco di imbarazzo inizia a farsi strada tra di loro. Perché nessuno dei due ha mai affrontato quel passo prima di quella sera, e non hanno la minima idea di cosa devono fare per non sbagliare.
«Sei sicura?»
Lei sorride e gli accarezza una guancia. Perché non potrebbe esserlo più di quel momento, con lui che la fa sentire bella, la fa sentire bene, la ama più di quanto lei abbia mai immaginato. «Sì. E tu?»
«Mai stato più sicuro di adesso.»
Si sorridono di nuovo, con dolcezza. E tornano a baciarsi, ancora e ancora, a lungo; e intanto il cuore batte forte, il corpo è attraversato dai brividi, l’aria è spezzata dai loro sospiri sommessi e dalle loro risate.
E nessuno dei due avrebbe mai pensato che fare l’amore fosse così bello.
Perché quando Luke fa sua Nina, tutto il resto svanisce, perde importanza.
E non conta più niente quando le loro labbra tornano a passare sulla pelle dell’altro, marchiandola con la traccia umida del loro passaggio; quando le loro mani si stringono più forte fino a far sbiancare le nocche; quando iniziano ad ansimare e con il respiro accarezzano la pelle dell’altro facendola rabbrividire.
Si baciano a lungo, come mai avevano fatto prima di allora. E intanto diventano una cosa sola, tremando, sospirando, mormorandosi un «Ti amo.» che ha molta più importanza di tutti gli altri che si sono detti prima di allora. Perché sia Luke e Nina hanno appena toccato con mano cosa voglia dire amare davvero una persona, donandole corpo, cuore e anima. E sono felici di aver trovato quella giusta con cui poter stare, quella persona che merita tutto il meglio che hanno da offrirle.






Letizia
Ciao a tutti tesori miei! Chiedo scusa per questo ritardo immenso, sul serio, mi dispiace tantissimo :(. Il fatto è che dovevo scrivere alcuni capitoli della storia su Ashton ed ero parecchio indietro, quindi mi sono dovuta rimettere in pari. Poi sono partita per l'Elba e sono qui dal 7 agosto (torno a casa il 21). Quindi... Ehm, mi sono gestita male tutti gli impegni che avevo preso.
Però dai, spero di farmi perdonare questa settimana u.u
Intanto, è meglio se parliamo del capitolo u.u
Cal e Mike, piccolini che come amici sono adjfbvadfjbadfjs, la cosa migliore del mondo! *^*
Karen e Becky sono sdbgv, insomma, le avessi io due amiche così, tenere che sono :3
Ash e Lara... FINALMENTE SI SONO MESSI INSIEME E FINALMENTE SI CONOSCE LA STORIA DI LEI *^*. Alleluia insomma u.u
E poi, Luke e Nina che fanno l'amore. AMORI DI MAMMA SIETE *^*. No, ok, adesso mi calmo ed evito di sclerare, cosa alquanto impossibile, però ok u.u
Come sempre, vi ringrazio per ogni cosa; siete pazzeschi ed io vi voglio troppo bene! A presto!
Un bacione, Letizia <3

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Capitolo 15
*** 14. Pace ***


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Sto scrivendo una storia a 4 mani con Nameless_Sam, una mia amica :).
Si chiama Can you keep me safe tonight? e la trovate sul suo profilo.
Se avete voglia di andare a leggere e farci sapere cosa ne pensate,
ci fareste felicissime, sul serio!
Vi lascio il link del trailer (https://www.youtube.com/watch?v=6SIgzZVoKfs
e della storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3192273&i=1). 
Buona lettura!


14.
Pace



Karen si è sempre domandata perchè rimediare ai propri errori sia sempre stato così difficile per lei. Lei, che ha ancora un problema da risolvere, una ferita da sanare, un’amicizia da non mandar del tutto a puttane. Perchè tiene a Nina, davvero tanto, più di quanto voglia ammettere. Ed il fatto che sia colpa sua se loro due non si parlano da due mesi e mezzo non fa che renderle più chiaro che casino abbia combinato.
Ecco perché adesso si ritrova davanti casa Law con il corpo che trema, gli occhi lucidi, le mani che non riescono a stare ferme e che a mala pena riescono a reggere quell’enorme pacchetto che ha preso alla pasticceria all’angolo, sperando che in qualche modo possa aiutare entrambe ad affrontare quella che – almeno secondo Karen – sarà sicuramente una lunga chiacchierata.
Una chiacchierata che la mora sa di aver rimandato per troppo tempo e che invece avrebbe fatto meglio ad affrontare subito, quando Nina ancora la chiamava e le inviava messaggi pur di chiarire, pur di sapere che cosa fosse successo, pur di capire che cosa le avesse fatto di così terribile per meritare tutta quella rabbia nei suoi confronti.
E Karen lo sa, sa bene che Nina non c’è mai entrata niente con quel brutto che lei stava passando. Non era colpa della castana se le cose con Calum non andavano bene e se tutto attorno a lei stava cominciando ad andare in pezzi. Non avrebbe dovuto dare la colpa alla sua migliore amica, perché il torto, in tutto, è solo suo, solo di Karen, che ancora si sta maledicendo per tutto il casino che ha combinato.
Sospira a lungo e cerca il coraggio che le serve – ora o mai più. E preme il dito sul campanello, senza pensarci un secondo di troppo, con il cuore che quasi sembra volerle uscire dal petto e nascondersi chissà dove.
Poco dopo, la figura di Nina si fa vedere davanti agli occhi scuri di Karen.
E nessuna delle due ha la benché minima idea di che cosa dire.
«Nina… Io…» comincia la mora, ma la voce malferma non è mai d’aiuto per persone insicure come lei.
«Sì?» chiede la castana, duramente.
In realtà, Nina ha già perdonato Karen da un pezzo; quelle parole erano solo l’ennesima parte del carattere della mora che si è fatta vedere; un carattere a cui la ragazza è abituata da tempo e che alla fine – per certi versi – ha pure imparato ad apprezzare. Perché Nina vuole bene a Karen, più di quanto la mora possa immaginare. Vuole solo che l’amica capisca il suo sbaglio.
«Io… – cazzo, Karen, datti una svegliata – Volevo chiederti scusa… Sono stata una stronza con te e… Cazzo, mi dispiace… Perché tu sei mia amica e non meriti niente di quello che ti ho detto… Io… Mi dispiace, Nina. Mi dispiace davvero tanto. » dice allora la mora, tutto d’un fiato, gli occhi bassi, colpevoli, dispiaciuti come l’altra non li aveva mai visti prima d’ora.
E si ritrova a sorridere intenerita, Nina, perché sa quando sia costato alla sua migliore amica ammettere una cosa simile, sa quanta importanza abbiano le scuse della mora. Per questo non chiede di più. Perché le parole di Karen bastano, per ogni cosa.
Semplicemente, le si avvicina e la abbraccia, la stringe forte, come non faceva da tempo.
E le braccia di Karen non si fanno attendere nel circondare il corpo dell’altra.
Perché si sono mancate troppo, entrambe. Perché un’amicizia come la loro non può avere fine.
E adesso hanno tutta l’intenzione di rimediare a tutto quel tempo trascorso lontane.
 
Luke sta passeggiando per Hide Park da quelli che ormai saranno una ventina di minuti. Il sole di metà settembre illumina tutto, rendendo più tiepida l’aria di inizio autunno che si respira. Cammina piano, le cuffiette infilate nelle orecchie per tenersi compagnia con un po’ di sana musica e per tenere a bada tutti quei brutti pensieri e tutti quei dubbi che non fanno altro che assillarlo, continuamente.
Dubbi, pensieri, principalmente riguardanti Calum e tutto quello che è successo tra loro. Insomma, sono due mesi e mezzo che non si parlano, e Luke non ha più idea di come fare per poter recuperare il rapporto che aveva con il suo migliore amico, anche se sa che non è assolutamente colpa sua.
Gli ha inviato centinaia di messaggi e l’ha chiamato un’infinità di volte, lasciandogli chissà quanti messaggi pure in segreteria. Calum però non gli ha mai risposto, non si è mai fatto vivo, neppure con un solo squillo di chiamata, neppure con un misero biglietto messo nell’armadietto a scuola o nella buca delle lettere di casa Hemmings. Non ha fatto assolutamente niente. E Luke non vorrebbe prenderlo come un brutto segnale, perché conosce il moro più delle sue tasche e sa quanto gli ci voglia per ammettere di essere nel torto. Il problema, però, è proprio quello.
Perché Luke sta seriamente iniziando a pensare che Calum creda di essere nel giusto.
Sospira e cerca di alleggerire la mente, cerca di non pensare a niente. Spera solo che tutto si risolva per il meglio, e magari anche alla svelta. Perché – deve proprio ammetterlo – il suo migliore amico gli manca da far schifo. Hanno sempre condiviso tutto – ragazze a parte – e si conoscono come se fossero fratelli – e a volte non basta neppure quella parola per descrivere quanto profonda sia la loro amicizia.
Svolta a sinistra. E non appena vede Calum seduto sulla loro panchina, non può fare a meno di sorridere lievemente. Perché il moro gli sta dimostrando ancora una volta quanto bene gli voglia e quanto bene il biondo lo conosca. Però tutto questo, Luke non lo dà a vedere, o almeno ci prova. Semplicemente, si avvicina e si siede accanto al suo miglior amico come se nulla fosse, in attesa che l’altro si decida una volta per tutte a parlargli, per mettere un punto a tutta quella faccenda.
Perché Calum è uscito di casa con quell’intento dentro al cuore quel pomeriggio, mentre si dirigeva a passo incerto verso casa di Luke, sperando di trovarcelo. E invece eccolo lì, seduto alla loro panchina sotto gli alberi di Hide Park, sotto consiglio della signora Hemmings, ad aspettarlo impaziente come mai prima di allora è stato. Perché al moro i messaggi e le chiamate del biondo non sono mai passate inosservate. Però non si è mai sentito pronto ad affrontare quella situazione che ha creato con le sue stesse mani. Non si è mai sentito abbastanza coraggioso. Almeno fino a quel giorno.
E adesso si ritrova a sperare che non sia troppo tardi e che ci sia anche solo una misera possibilità che lui e Luke tornino amici. Dopo Karen, questa è la cosa che più gli preme al mondo.
Ed ecco perché si ritrova a sorridere piano non appena nota il biondo sedersi accanto a lui.
Per questo non aspetta un secondo di più, non fa alcun tipo di ripensamenti. Semplicemente agisce, sperando che tutto si risolva per il meglio.
«Scusa, Luke.»
Lo dice deciso, gli occhi scuri fissi in quelli chiari dell’amico, la voce ferma, il tono dispiaciuto e sincero.
Luke sorride e gli batte una pacca sulla spalla. Perché non potrebbe chiedere niente di meglio adesso.
Calum lo sa, riesce a leggero in quelle iridi azzurre. E sa anche che adesso ogni cosa è tornata al suo posto.
 
Se Lara potesse esprimere un desiderio, vorrebbe che i momenti passanti insieme ad Ashton non avessero mai fine. Perché sono i momenti più belli di tutta la sua vita e non riesce ad averne abbastanza, mai, anche quando vorrebbe darsi un minimo di contegno. Il problema è che non potrebbe mai avere contegno a sufficienza, con Ashton Irwin come suo ragazzo ufficiale. In nessun caso.
Proprio come ora, con la testa del riccio sulle sue gambe e le sue mani che giocano con quei capelli ribelli che il ragazzo ha deciso di far allungare un po’, mentre entrambi sono comodamente seduti sotto il piccolo albero del giardino di casa Davis, come spesso accade in quell’ultimo periodo.
Come se già non fosse bello a sufficienza, si ritrova a pensare la rossa, mentre le guance le si colorano un poco di più a causa dell’imbarazzo che quei pensieri le provocano. Perché, alla fine, il problema è proprio l’effetto che quel ragazzo le fa, ogni volta. Un effetto che adora con tutta se stessa e che vorrebbe poter sentire sempre dentro al cuore; glielo scalda e la fa sentire viva, davvero, come prima di allora non era mai stata.
«A cosa pensi?» le chiede Ashton, curioso, facendo intrecciare delicatamente le loro dita e catturando l’attenzione della ragazza, che «Niente, tranquillo.» risponde, serena, beandosi del calore che le loro mani unite si donando dolcemente. E intanto il cuore le batte forte nel petto. Perché un dono bello e prezioso quanto Ashton non avrebbe mai potuto chiederlo. Lui, di cui adesso si fida ciecamente, per ogni cosa, perché sa che non se ne andrà. O almeno non tanto presto.
E il diretto interessato adora quella nuova situazione a cui comunque deve ancora abituarsi. In fondo, adesso sta finalmente con la ragazza che ama più di qualsiasi altra cosa al mondo e – seriamente – non potrebbe mai chiedere niente di meglio. Soprattutto non quando Lara gli sta chiaramente mostrando la sua completa fiducia giorno dopo giorno, rendendolo il ragazzo più felice della terra.
«Sicura?» chiede Ashton, preoccupato per lo sguardo assente della rossa
Lei sorride divertita. «Sono sicura, tranquillo.»
Il riccio grugnisce contrariato e si mette seduto. Perché lui Lara la conosce davvero bene e sa che la rossa non vuole essere un peso per nessuno, soprattutto quando ha qualche problema.
«Lara?» la chiama allora, catturando la sua completa attenzione.
«Sì?»
«Noi due siamo una coppia. Giusto?»
Lara lo osserva preoccupata, non capendo proprio per niente dove voglia andare a parare il riccio. «Giusto.»
Lui sorride e la abbraccia forte. «E allora se lo siamo, perché non ti sfoghi con me?»
Allora la rossa sospira, stanca e imbarazzata. Perché non avrebbe mai creduto che Ashton potesse leggere così a fondo dentro di lei, rendendola completamente vulnerabile davanti a quegli occhi dorati che adora sentire addosso e che la fanno sentire protetta, la fanno sentire a casa con una semplice occhiata.
«Sono solo preoccupata per le ragazze. Spero che risolvano presto tutto.» ammette con un fil di voce e con il cuore che le batte lievemente più forte per la preoccupazione.
Ashton sorride di nuovo – senza che lei lo veda – e la stringe ancora di più, come a volerla rassicurare, come a volerla proteggere da tutto e da tutti, con quel poco che ha a disposizione, trasmettendole quel senso di pace di cui la ragazza ha più bisogno di quanto voglia ammettere.
«Vedrai che andrà tutto bene.»
Lei sorride, un poco più tranquilla, e gli bacia le labbra dolcemente. Perché lui è la cosa migliore di tutta la sua vita e lei non ha alcuna intenzione di lasciarlo andare.
 
Becky è seduta sulle scale di casa sua – vuota – con la porta di casa socchiusa alle spalle; quelle scale che danno sulla strada piena di gente, di occhi. Persone e sguardi che comunque non saranno mai quelli che la bionda continua a cercare senza sosta, senza darsi per vinta, senza rinunciare. Perché ha assoluto bisogno di rivedere gli occhi verdi di Michael, di sentirli dentro ai suoi blu e su di lei, come a voler proteggerla anche solo con quel semplice gesto.
Sono passati due mesi e mezzo da quando Michael l’ha lasciata. Eppure lei non si è mai arresa, non si è mai data per vinta, non ha mai rinunciato all’amore che prova per quel ragazzo fatto a modo suo e bellissimo in ogni sua imperfezione. Semplicemente perché, per lei, Michael è la cosa più importante di tutte. Ed il fatto che continui a combattere per tenere vivo quell’amore che lega entrambi è una dimostrazione che lei stessa mai si sarebbe aspettata. Perché non ha mai provato per nessuno quello che prova per quel chitarrista un po’ scontroso. E sa che Michael è l’unico che può completare il puzzle della sua vita. È e sarà sempre quell’unico pezzo che la farà sentire completa del tutto, l’unico che combacia perfettamente con i suoi difetti e con le sue imperfezioni che, proprio grazie a quel ragazzo, Becky ha imparato ad apprezzare un poco di più.
Vorrebbe solo urlare, urlare per tutto il dolore che lui – benché non volendo – le ha fatto provare. Vorrebbe urlare, perché è arrabbiata. Perché la motivazione che Michael le ha dato è la più stupida di tutte. E lei vorrebbe solo capire che cosa sia passato nella testa di quel ragazzo per mandare a puttane tutto.
Sospira stanca ed alza lo sguardo. E il cuore le si blocca in mezzo al petto nella frazione di un attimo.
Perché Michael Clifford è davanti a lei. Non è un sogno, non è una delle sue solite illusioni, non è un miraggio. Lui è davvero lì, con le mani tese verso di lei per aiutarla a rimettersi in piedi. Mani che la bionda afferra subito, con le sue che le tremano per l’incredulità e per l’emozione.
Si mette in piedi. E subito il verde di lui ed il blu di lei si incontrano, creando nuovamente quell’unione, quella bellissima sensazione che è mancata ad entrambi più dell’aria stessa.
«Che ci fai qui?»
Lui sospira. Perché quella domanda se l’aspettava, come si aspettava il cuore battergli veloce nel petto, gli occhi memorizzare ogni tratto del viso di Becky, le mani tremare, la voce malferma nel parlare. Si aspettava tutto questo, semplicemente perché si è accorto dell’errore madornale che ha fatto, lasciando la persona più importante di tutta la sua vita. Si è reso conto di quanto male abbia fatto ad entrambi e di quanto lei gli sia mancata. Ha capito che – nonostante sappia di non meritarla – non riesce a fare a meno di quella ragazza che lui ama con tutto se stesso; quella ragazza che lo rende migliore, lo completa come nessuno prima di allora era riuscito a fare. Ha capito di aver sbagliato, di aver mandato tutto all’aria per una paura stupida, probabilmente infondata. Ha quasi rovinato ogni cosa a causa di quell’insicurezza che non l’ha mai abbandonato e che gli sta tutt’ora facendo compagnia, anche se lui non lo vorrebbe. Spera solo che non sia troppo tardi per rimettere tutto in sesto. Perché sa che, senza Becky, tutto il resto non avrebbe il benché minimo senso.
Per questo sospira e osserva ancora più profondamente quegli occhi blu che ha davanti, cercando di trovare il coraggio che gli manca per dire quelle poche parole che – forse – potrebbero sanare tutto.
«Io… Mi dispiace, Becky.»
E lei vorrebbe non farlo, vorrebbe non mostrarsi così debole, così preda delle proprie emozioni, della propria felicità. Eppure si ritrova a piangere, in silenzio. E mentre grosse lacrime le rigano il viso, prende le mani di Michael tra le sue, sentendosi nuovamente a casa, sentendosi amata come prima.
«Perché hai combinato un casino simile?»
La domanda è semplice, diretta, lecita; il tono di voce non è accusatorio, né curioso, soltanto bisognoso di avere quella risposta che potrebbe davvero cancellare ogni cosa, anche se Becky ha già perdonato Michael da tempo. Ha solo bisogno di capire perché.
Lui la osserva a lungo, perso, intimidito, mentre i sensi di colpa si fanno largo dentro di lui e non gli lasciano scampo da quelle parole che avrebbe tanto voluto evitare di dover dire. Parole che, invece, fanno molto più di quanto il ragazzo possa pensare.
«Io… Non vado bene per te, Becky… Voglio dire, tu… Tu sei pazzesca, in tutto… Sei… La migliore, okay? Guarda… Guarda me, invece… Io non sarò mai al tuo livello e… So di non meritarti e che non sono quello giusto per te, non lo sarò mai e non voglio che tu sprechi la tua vita accanto ad un caso perso come me… Però non hai idea di quanto ti ami… Ed è proprio perché ti amo che non riesco a stare senza di te… E lo so, lo so di essere il più grande dei coglioni perché ho rovinato ogni cosa, però… Mi dispiace, Becky, da morire.»
Lei non risponde, non dice niente. Si limita ad avvicinarsi al ragazzo e a far combaciare le loro labbra in un bacio di cui entrambi avevano assoluto bisogno da tanto, troppo tempo. Ed è mentre le loro labbra iniziano a mordicchiarsi un po’, mentre le loro lingue si accarezzano lente, mentre i loro cuore battono allo stesso forte ritmo, che Michael spinge Becky un po’ indietro, aprendo così la porta socchiusa alle loro spalle per poi richiuderla poggiandovi il corpo tiepido della mora che non riesce a lasciar andare.
«Io ti amo proprio perché sei fatto così, non ti cambierei per niente al mondo.» si lascia sfuggire Becky tra un bacio e l’altro, facendo capire al ragazzo che adesso va tutto bene, che possono tornare ad essere quelli che erano prima di tutto quel grandissimo casino, che possono tornare ad amarsi, a volersi come prima.
Michael sorride. Becky pure. Ed è un attimo, poi tutto cambia.
Le loro mani corrono sui vestiti dell’altro e li fanno cadere a terra; prima le scarpe, poi le maglie e subito dopo i pantaloni; lasciando che i loro occhi vaghino su quel corpo bello e perfetto che hanno davanti e che mai avrebbero pensato di poter sfiorare in quel modo.
Perché entrambi sanno che cosa sta per succedere. Però non sono preoccupati, per niente. Stanno per fare l’amore con la persona più importante della loro vita, dopo averla ritrovata quando invece credevano di averla perduta per sempre. E non potrebbe esserci certezza migliore di quella in quel momento, per quei due cuori insicuri ed innamorati alla follia.
Tornano a baciarsi, ad assaporare la pelle dell’altro con le labbra e a sfiorarla con la punta tiepida delle dita, arrivando in punti particolari che riescono a farli gemere e sospirare piano, mentre i loro occhi sono chiusi ed i loro cuori battono come se non lo avessero mai fatto prima.
Ed intanto Michael prende in braccio Becky e la fa stendere sul divano del soggiorno, facendola sentire la ragazza più felice del mondo con ogni bacio, ogni carezza, ogni stretta, ogni battito del cuore.
Le loro mani vanno ad accarezzare il corpo dell’altro, con dolcezza, con timidezza e con amore, percependo distintamente i brividi che corrono su di loro e che li fanno sorridere di gioia, di incredulità, di quella felicità tenuta nascosta dentro al cuore per troppo tempo e che adesso vuole uscire ad ogni costo.
Ed ogni attimo è più bello e più intenso di quello precedente; mentre il respiro dell’altro li accarezza lentamente e li fa rabbrividire ogni secondo; mentre lui la fa sua senza fretta, cercando di non farle male e rendendola ancora più viva, più completa con quel gesto guidato solo dall’amore; mentre il cuore non smette di battere; mentre le loro mani non smettono di cercarsi, di stringersi forte, di rendere ancora più vero e più intenso quel sentimento che li unisce e che nessuno dei due ha la benché minima intenzione di perdere.
Perché si amano, Michael e Becky. Si amano da morire. E non potrebbero dimostrarselo in modo migliore.






Letizia
Ciao a tutti tesori miei! Eccomi qui, con il secondo aggiornamento di questa settimana u.u
Dai che sono riuscita a mantenere la mia promessa nonostante sia in vacanza ;).
Allora, che bel capitolo questo *^*.
Karen e Nina che fanno pace, Luke e Cal subito dopo, Ash e Lara che mettono in chiaro (?) alcune cose e... BECKY E MIKE CHE TORNANO FINALMENTE INSIEME *^*.
Grazie di tutto e scusatemi se non mi trattengo oltre :/. Il tempo stringe, as usual u.u
Grazie ancora, ci sentiamo presto (e stavolta in orario u.u).
Un bacione immenso, Letizia <3

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Capitolo 16
*** 15. Capodanno ***


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15.
Capodanno



È capodanno. Casa Hood è addobbata con luci e festoni colorati di tutti i tipi, che rendono il tutto più accogliente di quanto già non sia. Ed è bellissimo. Sono tutti insieme e le cose tra loro non potrebbero andare meglio di così; con qualche discussione che si risolve subito; con  le prove per la band e le serate nei locali che vanno a gonfie vele; con la scuola e gli esami che ogni tanto rompono un po’. Va davvero bene e non potrebbero chiedere niente di meglio di quello che stanno condividendo con le persone a cui vogliono un bene che non ha confini.
Becky si ritrova a sorridere di cuore, a causa delle cose che ha appena pensato. E intanto, pensa pure al rapporto nato e cresciuto nel silenzio tra Ashton e lei. Perché la loro amicizia non si può definire perfettamente; semplicemente – in un modo che ad entrambi resta ancora sconosciuto – sanno, sentono fin dentro le ossa quando uno di loro ha bisogno dell’altro. E se lo sono dimostrati così tante volte da perderne il conto; ed ogni volta era è tutt’ora piena di cose da scoprire sull’altro. Si sono conosciuti così, Ashton e Becky, con calma hanno imparato a volersi bene, sul serio.
«Pensierosa, Wood?» le chiede una voce allegra che ormai ha imparato a conoscere piuttosto bene, grazie a tutte quelle telefonate scappate tra loro a qualsiasi ora del giorno – e a volte persino della notte.
«Cosa te lo fa pensare, Irwin?» chiede lei, ridacchiando e voltandosi verso il riccio che ha le braccia aperte, segno che vuole un abbraccio che Becky non gli nega neppure quella volta. Non glielo ha mai negato; semplicemente perché è il solo modo che ha per dimostrargli tutta la sua gratitudine per ogni cosa che quel ragazzo ha fatto per lei senza rendersene neppure conto sul serio.
«Non lo so.» ridacchia allora lui, stringendo piano la ragazza tra le sue braccia. «Forse lo sguardo assente?»
Becky sorride e scuote la testa, felice che un ragazzo d’oro come lui sia suo amico, dimostrandole ogni volta di volere bene. «No, davvero, sta’ tranquillo. È tutto ok.»
«Ok, mi fido.»
«No, non è vero.»
«Donna di poca fede.»
Becky ridacchia divertita e si scosta un poco da lui, osservandolo attentamente. «Parla lui.»
Ashton sorride, rilassato, e lascia la bionda, facendo sì che i loro occhi – diversi per colore ma specchi dello stesso sentimento – si incontrino, rendendo più chiaro ancora una volta il perché si siano sempre trovati bene tra di loro. Perché loro due parlano di tutto, senza peli sulla lingua. Entrambi sono sinceri quasi al limite dell’impossibile ed il riccio è felice di aver trovato qualcuno così simile a lui; qualcuno che – dopo Lara – riesce a mandar via quella solitudine che da sempre sentiva dentro.
Si voglio bene, Ashton e Becky, e non potrebbero chiedere amici migliori di quelli che hanno.
«Sai che ti voglio bene, no?»
Lei sorride dolce e lo abbraccia di nuovo. «Certo che lo so. E sappi che te ne voglio tanto pure io.»
 
Lara ha sempre pensato a quanto fosse bello il fatto di poter avere amici con cui condividere ogni cosa – bella o brutta che sia – della propria vita; persone con cui poter essere se stessi in ogni momento, senza paura di sentirsi giudicati per quello che si è. È davvero bello. E adesso che lo sta sperimentando sulla propria pelle, ogni giorno, grazie a quel gruppo di pazzi in cui è andata a finire quasi per caso, non potrebbe seriamente chiedere niente di meglio. Perchè gli amici sono la cosa più preziosa che ha – dopo Ashton. E non vuole perderli per nessuna ragione al mondo.
«Ehi Davis, torna dentro, si congela qui fuori.» la chiama Luke, riportandola tutt’ad un tratto con la testa sulla terra, a quella festa che hanno organizzato tutti insieme e che sta andando davvero bene, molto più di quanto tutti loro avessero sperato.
«Ora arrivo Luke, tranquillo.» risponde la rossa, grata del fatto che il ragazzo si preoccupi per lei, mostrandole come suo solito quanto l’amicizia tra loro sia davvero particolare.
Lara e Luke, che si sono sempre detti poco, che hanno passato parecchi momenti nel silenzio più completo, carico di così tante cose che solo loro due possono capire. Si conoscono poco, eppure ad entrambi quel poco basta, almeno per adesso. In fondo, poco è pur sempre meglio di niente, ed è un ottimo punto da cui iniziare, in qualsiasi momento, quando entrambi si sentiranno abbastanza pronti per approfondire quell’amicizia che sicuramente crescerà con calma col passare del tempo e si rivelerà una delle migliori della loro vita.
«Come vuoi.» asserisce lui, sorridendo divertito ed avvicinandosi a lei, poggiandosi con la schiena al parapetto del terrazzo, così da poter vedere l’interno dell’abitazione, pieno di luci.
Lara si perde nell’osservarlo, con quegli occhi verdi che spesso Luke si domanda cosa nascondano davvero, chiusi ancora un poco nella loro timidezza e in quelle parole ancora non dette e che il biondo ha tutta l’intenzione di scoprire, con calma e curiosità.
«Che c’è?» chiede lei, non capendo il perché il ragazzo la stia guardando in quel modo quasi enigmatico, che la rossa non è mai riuscita a capire.
Lui sorride e scuote divertito la testa. «Pensavo a quanto dovrò aspettare per conoscerti un po’ di più.» ammette, guardandola a lungo con quegli occhi blu che Lara spesso crede di perdercisi dentro.
Lei sorride a sua volta, incuriosita dal fatto che quel ragazzo sia un enigma che non vede l’ora di capire. «Spero non troppo tempo, dato che vale lo stesso per me.»
Luke allora le scocca un occhiolino che fa sorridere entrambi, divertiti ed un po’ imbarazzati da quella discussione che mai avrebbero pensato di avere con l’altro. Una discussione che dimostra loro quanto la vita sia imprevedibile, inattesa in ogni cosa che decide di far accadere all’improvviso nel cammino delle persone.
«Beh, da dove cominciamo?» chiede allora lui, curioso di vedere se potranno andare un poco più a fondo fin da adesso, sperando in un esito più che positivo.
Lei ridacchia, scuotendo un poco la testa prima di rispondere allegra. «Chiedi pure tutto quello che vuoi.»
 
«Nana!»
«Gordon!»
Nina e Michael si salutano come loro solito, con quel modo di chiamarsi che è soltanto loro, non appena il ragazzo entra in cucina, mentre lei è intenta a preparare le ultime cose da mettere sul tavolo del salone per essere mangiate da tutti quando sarà il momento, cioè a breve.
«Ti prego, dimmi che hai preparato il tuo cheesecake!» chiede speranzoso lui, adocchiando quel poco che riesce a vedere da dietro le spalle della ragazza, che gli rifila un’occhiata divertita e torna a finire le cose sorridente, rispondendogli allegra.
«Sta’ tranquillo; non so come ho fatto ma sono riuscita ad accontentare tutti.» ammette soddisfatta, facendo ridacchiare il suo migliore amico, che subito le porta le mani alla vita e la stringe in un abbraccio dolcissimo, che riesce ad aumentare la felicità dei due amici in un battito di ciglia.
«Ho l’amica migliore del mondo.» commenta Michael serio.
«Solo perché ti preparo qualcosa di buono da mangiare?» chiede Nina, fintamente offesa.
Lui ridacchia divertito e le bacia la guancia. «Non solo per quello. Se non ci fossi tu, non credo che nessuno di noi resterebbe in piedi.» ammette, dando voce a quello che è il pensiero di tutto il gruppo.
Perché – anche se non sembra – è proprio vero che senza Nina tutti loro sarebbero persi, allo sbaraglio, privi di almeno un piccolo punto di riferimento per non perdere del tutto la strada. Perché la castana, con quel suo essere riflessiva, silenziosa, eppure sempre presente, in ogni modo che ha a disposizione, riesce ad aiutare tutti, chi più chi meno, a seconda delle situazioni. E tutti sanno di esserle grati, per tutto.
«Allora sono contenta.» asserisce la castana, mentre il cuore le si riempie di felicità, causata da quelle poche e semplici parole che hanno sempre il potere di metterla un poco in imbarazzo.
E intanto entrambi si ritrovano a pensare a come la loro amicizia sia cambiata, cresciuta, maturata durante tutti quei mesi, passati a discutere parecchio, a volte persino urlandosi addosso cose che nessuno dei due ha mai pensato davvero, per poi chiedersi scusa e perdonare gli errori dell’altro. Mesi in cui si sono sempre trovati per aiutarsi a vicenda, per consigliarsi o anche solo per prendersi un po’ in giro, per non pensare a tutti quei problemi che li assillavano e non riuscivano a farli ragionare per bene.
Si vogliono bene, Michael e Nina, davvero tanto, in un modo che è solo loro e che nessuno potrà mai eguagliare – anche perché tutti nel gruppo hanno un rapporto diverso gli uni con gli altri che non si può ritrovare in nessun’altra parte del mondo, è irripetibile. Si voglio tanto bene e si conoscono così a fondo che spesso non hanno bisogno di parlare per capire cosa l’altro sia pensando o provando; basta un’occhiata, ed il resto vien da sé, con il suo tempo.
Nina non potrebbe mai fare a meno di quello scapestrato perché – dopo Luke – è una delle poche persone che riesce a non farla pensare troppo e che ogni volta le insegna a godersi l’attimo, così come viene.
E Michael non potrebbe mai rinunciare a quella ragazza silenziosa perché – dopo Becky – è forse l’unica che riesce a tenerlo un po’ in riga e riesce a fargli seguire la strada giusta, che troppo spesso lui perde di vista.
«Ti voglio bene, Nina.» ammette lui, sincero, aumentando di poco la stretta sul corpo della ragazza e baciandole dolcemente la guancia
Lei sorride di nuovo, felice di avere amici meravigliosi come i suoi. «Ti voglio bene anch’io, Michael.»
 
La mezzanotte è passata da un pezzo; il nuovo anno è iniziato da qualche ora; i ragazzi sono a dormire da poco; casa Hood è completamente immersa nel silenzio, spezzato solo dai sospiri e dalle risate sommesse di Karen e Calum, stesi sul letto di lui in quella camera preda dell’oscurità pressoché totale, che cercano di non dar fastidio agli altri per non svegliarli.
Il problema sta nel fatto che nessuno dei due ci riesce, nonostante gli sforzi. Perché Calum si diverte a fare il solletico a Karen, che ride di cuore e fa ridere il moro a sua volta, senza farlo smettere.
«La smetti?» chiede lei ad un tratto, non appena riesce a prendere le mani di lui tra le sue, fermando quella dolce tortura che – nonostante il lieve baccano – piace ad entrambi.
Lui ridacchia divertito e le bacia una tempia, facendola arrossire un poco. «No.»
La mora sbuffa e si volta verso di lui, facendo incontrare i loro occhi, simili nel colore e nei sentimenti che mostrano senza alcuna vergogna o paura. «Perché no?»
Calum sospira piano e le sorride dolcemente, accarezzandole il viso con la punta delle dita. «Perché sei bellissima quando ridi.»
«Ma piantala!» esclama Karen a bassa voce, abbassando gli occhi mentre sente le guance diventarle più rosse ed il cuore batterle un poco più veloce nel petto. Perché Calum non è uno che fa spesso complimenti, ma sembra cogliere sempre il momento più opportuno per farglieli, rendendola sempre la ragazza più felice del mondo, anche se non lo ammetterà mai ma glielo dimostrerà sempre e comunque. Semplicemente perché Calum è la felicità di Karen, che non avrebbe potuto chiedere niente di meglio.
La stessa cosa vale per il ragazzo, che ancora non riesce a credere di stare con la ragazza che ama da quasi quattro mesi. È un sogno diventato realtà a cui deve ancora abituarsi. E lo sta già facendo, con i sorrisi di Karen che ogni volta gli si stampano nella mente senza dargli scampo, oppure con i battiti del cuore sempre più veloci, a cui ormai lui non fa neanche più attenzione.
Si amano, e non potrebbero chiedere nulla di più.
Si amano davvero. E Calum vorrebbe dimostrarglielo in ogni modo; vorrebbe far capire a Karen quanto lei sia importante per lui, quanto conti, quanto sia fondamentale nella sua vita, dopo esserci entrata lentamente, quasi di soppiatto, rendendolo schiavo di quel sentimento che è riuscito ad intrappolare entrambi nella frazione di un secondo, in modo del tutto inatteso. Solo che… Ha paura, Calum, paura di fare un passo troppo avventato, paura di rovinare ogni cosa. Tiene troppo a Karen per permettersi il lusso di perderla.
«Amore?» lo chiama lei ad un tratto, strappandolo dai suoi pensieri e catturando la sua attenzione.
«Sì?» chiede allora lui, sinceramente curioso di quello che la mora ha da dirgli.
Karen prende coraggio e punta gli occhi in quelli grandi di Calum, trovando il coraggio che le serviva per dire quella frase; quelle poche parole che per entrambi hanno molta più importanza di quanto entrambi vogliano ammettere.
«Fai l’amore con me?»
Una domanda, semplice. Una richiesta più che lecita, fatta da un cuore che – come quello del moro – vuole solo dimostrare all’altro quanto lo ami, quanto sia importante. Semplicemente, Karen vuole dimostrare a Calum quanto gli sia grata, per ogni cosa che lui ha fatto per lei, molto spesso senza rendersene minimamente conto. Vuole amarlo, con tutta se stessa, come se non avesse altro modo di dimostrargli tutto quello che prova per lui. Perché quel sentimento che li accomuna è così intenso, così grande, che nessuno dei due riesce a tenerlo tutto solo dentro al cuore.
Calum non risponde. Si limita a baciare Karen come non ha mai fatto prima di allora, facendole capire più che bene le proprie intenzioni e rendendola ancora più felice di quanto già non sia.
E si baciano piano, Calum e Karen, con calma, a lungo, mentre uno dopo l’altro i loro vestiti cadono a terra, dando il via libera alle loro mani, che corrono ad accarezzare, a sfiorare con dolcezza il corpo dell’altro, percependone la morbidezza ed il profumo; quel profumo che annienta quel poco di lucidità che resta dentro di loro e che li aiuta in quello che stanno per fare, nonostante i loro cuori battano così forte che quasi sembra vogliano scoppiare da un momento all’altro.
Si baciano e si accarezzano piano, come se non l’avessero mai fatto davvero prima di allora, facendoli rabbrividire, facendoli bruciare come stelle, facendo loro toccare il cielo con un dito, facendoli sentire infiniti, senza limit, pronti ad affrontare tutto il resto che la vita avrà in serbo per loro, come se il loro amore potesse far tutto, come se potesse renderli più forti, quasi invincibili di fronte a tutto quello che succederà e che sanno che affronteranno insieme, a testa alta.
E intanto i loro respiri si fanno più irregolari; i loro cuori battono sempre più velocemente; le loro mani si stringono sempre più forte, facendo sbiancare le nocche; i loro corpi si fanno sempre più vicini, come a darsi il segnale di andare oltre, lasciando che i loro sentimenti prendano del tutto il sopravvento su ogni cosa.
L’intimo va via, cade sul pavimento, andando a fare compagnia a tutto il resto. E poi è un attimo, uno soltanto, sufficiente a spazzar via ogni dubbio, ogni preoccupazione, ogni minima traccia di paura. Poi Calum fa sua Karen.
E non potrebbe esserci emozione più bella e più intensa di quella, che li unisce fin nel profondo, li rende una cosa sola, unica, li fa sentire completi. Li fa sentire amati.
E si amano tanto quella sera, Calum e Karen. E non hanno più bisogno di altro.






Letizia
Bellissimi, come state? Io benone, qui all'Elba è tutto asfbadkjfab, anche se domani domani dovrò partire per tornare a casa :(. Che cosa triste! :'(
Maaa tornando a parlare del capitolo, credo sia uno dei più carini :3.
Insomma, Ash e Becky SONO L'AMORE *^*, patati belli che sono :3
Lara e Luke? Ve li sareste mai immaginati? Beh, eccoli qui ;).
Mike e Nina ormai non li commento più, sempre belli, piccolini ;3,
E poi, e poi, CALUM E KAREN CHE FANNO IL GRANDE PASSO *^*.
Beh, io non potrei essere più felice. Spero davvero che vi sia piaciuto! <3
A presto e grazie mille per ogni cosa! <3
Un bacione, Letizia <3

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Capitolo 17
*** 16. Amore ***


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16.
Amore



Michael vuole sposare Becky.
Non adesso che sono ancora ragazzi e non sanno cosa accadrà in futuro, così incerto per chiunque, con tutte quelle sorprese – belle o brutte che nasconde. Sa solo di volere che Becky non se ne vada mai dalla sua vita e che anzi diventi la persona con cui trascorrerla fino alla fine, nel bene e nel male, cercando di superare insieme ogni difficoltà che la vita metterà loro davanti.
Se n’è reso conto qualche mese fa, mentre erano solo loro due, seduti su una panchina di Hide Park, intenti a ridere e scherzare sotto quella coltre di foglie colorate dall’autunno. Aveva visto in quegli occhi blu – che ormai conosceva a memoria – una luce nuova, bellissima, una luce che si era ripromesso di far nascere sempre in quello sguardo di cui mai riusciva a stancarsi. Ed aveva capito anche che la sua vita, senza quella ragazza che ama con tutto se stesso, non sarebbe mai stata la stessa, di questo ne sarebbe sempre stato certo.
Ed ora che lei è lì, in camera sua, con la testa poggiata sulle sue gambe a leggere un libro, mentre lui gioca un poco a Fifa, non potrebbe esserci niente di più bello, per nessuno dei due.
Perché pure Becky ha maturato qualche pensiero simile a quelli del suo ragazzo. Non sa se vuole sposarsi, non sa se diventerà mai madre, anche perché per adesso è davvero troppo presto pensare a dei bambini da curare. Sa soltanto che la sua vita futura, in ogni situazione, riesce a vederla unicamente con Michael al suo fianco; quello stesso ragazzo che ha sconvolto ogni cosa e che è diventata la sua dose di droga preferita, in un certo senso; quella persona a cui mai potrebbe rinunciare e che cercherebbe sempre in mezzo alla folla per non perdersi e per non cadere.
Michael è la sua ancora – e Becky è l’ancora di Michael, anche se lei ancora non lo sa, ma l’ha intuito, almeno un poco. Lui, quella parte di vita che mai vorrebbe cancellare e di cui mai so stancherebbe. Perché non riuscirebbe mai a fare a meno di lui, sarebbe totalmente impossibile per lei, che lo ama più di qualsiasi altra cosa al mondo e che – se potesse – rivivrebbe ogni momento passato insieme a quel ragazzo fatto tutto a modo suo che riesce a far scattare quella scintilla sopita da dentro di lei da troppo tempo.
Si guardano. Si sorridono.
E sanno di aver fatto la scelta migliore di tutte.
 
Karen crede che Calum sia stato il regalo più bello che il cielo potesse farle.
Lo pensa ogni minuto, ogni volta che sono insieme, loro due da soli, ogni volta che i suoi occhi scuri incontrano quelli del moro, perdendocisi dentro e sentendosi a casa, sentendosi amati in un modo che la mora mai avrebbe creduto di provare o addirittura di meritare.
Eppure, Calum è lì, accanto a lei, e non ha la benché minima intenzione di lasciarla andare. Ha sempre lottato per lei, non si è mai arreso del tutto, ha combattuto per quei sentimenti che sono nati così, all’improvviso, e che alla fine hanno unito entrambi, facendoli cadere nella rete intricata che è l’amore e che non risparmia nessuno, mai.
Karen sa che quel ragazzo è la cosa migliore della sua vita e che non avrebbe mai potuto chiedere niente di meglio. L’ha capito quando ha rischiato di perderlo davvero, quando ancora non riusciva a tenere sotto controllo la sua testardaggine ed il suo brutto carattere, imparando a sue spese come farlo. E adesso che ne è sicura, totalmente, non ha la benché minima intenzione di star senza di lui, senza quella parte essenziale della sua vita che Calum è diventato in così poco tempo, sorprendendo entrambi.
Calum, che adesso è mano nella mano con lei, mentre passeggiano per le vie del centro. E la vede bellissima, lui – come sempre del resto – con i capelli lunghi sciolti, il beanie calato in testa e la sciarpa blu che le copre un poco la bocca e fa risaltare il marrone di quegli occhi che lui adora, in ogni sfumatura ed in ogni sguardo, quegli occhi che gli danno e gli tolgono tutto allo stesso tempo nella frazione di un istante. Quegli occhi che lo hanno fatto innamorare subito; per i quali, Calum è caduto, irreparabilmente.
Calum, che è felice di non aver mollato e di aver trovato un posto sicuro in cui stare, nel cuore di quella ragazza di cui mai potrebbe stancarsi e di cui mai potrebbe fare a meno, neppure volendo. Perché, per lui, Karen è veramente troppo importante. È l’unica. E sa che senza di lei non sa proprio come potrebbe fare.
Perché senza di lei niente sarebbe più lo stesso, niente avrebbe più senso.
Le bacia la tempia e la fa sorridere, prima di unire le loro labbra in un bacio che non potrebbe essere più perfetto di così.
 
Se Nina potesse, vorrebbe poter vedere Luke felice, esattamente come lo sta osservando adesso, con quegli occhi azzurri e luminosi che mostrano il buon umore di quel ragazzo silenzioso. Il suo migliore amico, il suo ragazzo, la persona che la conosce meglio di chiunque altro al mondo e di cui si ritrova a scoprire sempre qualcosa di nuovo, ogni giorno che passa, facendo sì che il loro rapporto diventi sempre più profondo, sempre più vero, sempre più bello da vivere, in ogni sua più piccola parte.
Hanno condiviso tutto insieme: gioie, dolori, sogni, desideri, speranze, delusioni, sentimenti, traguardi così importanti che ormai non riescono più a capire dove finisca l’uno ed inizi l’altra, tanto sono legati. Si capiscono anche senza bisogno di guardarsi negli occhi; spesso basta anche solo un sospiro diverso dagli altri e subito arriva la soluzione, o almeno, ci provano.
Nina non avrebbe mai creduto che stare con la persona che si ama potesse essere così bello, così pieno di sorprese. Aveva sempre tenuto nascosti i suoi sentimenti, arrivando addirittura a negarli. Eppure, quando si era decisa a rivelarli, aveva trovato un terreno fertile e, soprattutto, aveva trovato una persona messa nella sua stessa situazione.
Ha trovato Luke, l’unica persona che riesce ad annullare tutti quei pensieri di troppo che lei si ritrova in testa e che la confondono. Ha trovato una persona da amare senza limiti e di cui  prendersi cura senza chiedere niente in cambio. Ha trovato il pezzo che riesce a completare il puzzle della sua vita – quella vita che di logico ha davvero poco e che ormai molti hanno rinunciato a capire, forse perché un senso a tutto quel gran mistero che la vita stessa è non c’è e non ci sarà mai.
Quello stesso pezzo di puzzle che Luke ha sempre cercato da tutta una vita e che mai avrebbe pensato di poter trovare nella sua migliore amica, in Nina, la ragazza che ama alla follia e senza cui si sentirebbe vuoto, completamente, senza uno scopo, senza qualcuno che lo aiuti ad affrontare quella vita sempre piena.
Perché è proprio grazie a Nina se non si sente più solo; se quel senso di vuoto che lo attanagliava adesso non c’è più; se ogni sua paura, dubbio, preoccupazione, è andata via. È grazie a lei. E Luke non perde occasione di ringraziare il cielo per il dono meraviglioso che ha ricevuto.
Perché amare Nina è la cosa migliore di tutta la sua vita e non potrebbe davvero chieder altro, mentre la tiene stretta sul suo divano e le bacia una tempia, facendola sorridere, felice come non mai.
 
«Amore?» chiede Ashton posando il mento sulla spalla di Lara, coperta dalla felpa pesante che tiene al caldo il corpo infreddolito della ragazza, in quella sera di San Valentino che entrambi hanno passato a casa del riccio, grazie al fatto che i signori Irwin non ci sono.
«Sì?» chiede lei sorridendogli e voltandosi verso di lui, mentre con le mani non riesce a smettere di giocherellare con la collanina che il riccio le ha regalato per quel giorno davvero speciale per entrambi. Quella collanina con il cuore spezzato, con la parte che manca appena al cordoncino che pure Ashton si è messo al collo, rendendo ancora più vero il fatto che loro due siano una persona sola e che si amano, molto più di quanto altre persone possano desiderare. Si amano e si bastano, con quel poco che hanno e che per loro è tutto.
«Ti amo, sai?» le risponde
«Anch’io ti amo.» ribatte lei felice.
E intanto, lui continua a pensare a quel tutto. Quel tutto a cui vorrebbe aggiungere un altro tassello, un passo importante che va compiuto in due. Vorrebbe fare l’amore con Lara, per dimostrarle quanto tenga a lei, per farle capire quanto davvero la ami e quanto le sia grato per ogni singola cosa che hanno fatto e che lei ha portato nella sua vita, riempiendola e illuminandola come nessuno mai prima di lei era riuscito a fare. Eppure… Ha paura di sbagliare. Vorrebbe solo dimostragli quanto lei sia importante per lui.
E fa per chiederlo, per porre quella domanda più che lecita, quando lei lo interrompe.
Perché pure Lara vorrebbe affrontare quel passo insieme ad Ashton, vorrebbe dimostrargli quanto lo ami e quanto apprezzi ogni cosa che lui fa per lei senza neppure rendersene conto; vorrebbe seriamente fargli toccare con mano tutto quello che è riuscito a cambiare nella sua vita in quei mesi, stravolgendola completamente e portando così tanta luce da farla rimanere troppo spesso senza parole.
In fondo, è da cinque lunghi mesi che stanno insieme, e nessuno dei due avrebbe mai creduto di poter raggiungere un traguardo simile e così importante con quella persona a cui tengono più della loro stessa vita.
«Devo darti ancora il mio regalo!» esclama, arrossendo e sedendosi sul corpo del riccio, facendolo ridacchiare e facendolo voltare verso di lei, con quegli occhi dorati che subito vanno a cercare quelli verdi di lei.
«E cosa stai aspettando?» chiede allora lui, preda della curiosità.
Lei sorride e si abbassa verso il suo orecchio, prima di sussurrare quella parole che renderanno tutto più bello.
«Voglio fare l’amore con te.»
E non passa neppure mezzo secondo, che subito la rossa si ritrova sotto il corpo forte di Ashton, mentre le loro labbra si mordono, si assaporano lente, cercando di bloccare quel fuoco che tuttavia nessuno dei due riesce a contenere. Si baciano e respirano forte sul volto dell’altro, facendolo sospirare, facendolo rabbrividire, facendogli provare un qualcosa che solo molto lontanamente si erano immaginati.
Poi i vestiti cadono a terra, uno dopo l’altro, senza indugio o paura, nonostante sia la prima volta per Lara.
Lara, che tuttavia non riesce ad essere nervosa, non riesce a preoccuparsi, con il cuore che le batte forte nel petto, con le mani tremanti strette in quelle più grandi di Ashton, con il corpo di lui che sovrasta il suo come a volerlo proteggere da tutto e tutti, come a voler tenere al sicuro quella ragazza che per lui è tutto il suo mondo e a cui mai potrebbe rinunciare.
Si baciano a lungo, si accarezzano senza fretta, si amano come mai prima d’ora avevano fatto. Si vogliono, si marchiano con la traccia umida delle loro labbra, riuscendo a trovare quell’anima che li aveva incantati fin dal primo sguardo e che si sono ritrovati ad amare quasi per caso, con la consapevolezza che mai si sarebbero divisi, troppo innamorati l’uno dell’altra per potersi permettere un lusso simile.
Si stringono forte; riempiendo ogni spazio vuoto; fidandosi dell’altro completamente, senza alcuna riserva; lasciandosi amare come entrambi meritano; permettendo a quei sentimenti incontenibili di prendere il sopravvento su tutto il resto, prendendo in mano le redini di quel gioco di cui nessuno dei due ha la benché minima intenzione di vedere la fine.
Poi accade. E Ashton fa sua Lara, dolcemente, cercando di non farle male in alcun modo.
E mentre si uniscono, mentre diventano una cosa sola, capiscono di non volere che il loro amore abbia una fine; capiscono che senza l’altro non saprebbero mai stare e che una vita senza quel tassello a completare il tutto non avrebbe il minimo senso.
Si amano tanto, Ashton e Lara. E sono felici, più di quanto avrebbero mai potuto sperare.






Letizia
Bella gente, buon dì a tutti! <3
Spero stiate tutti bene e spero pure che questo capitolo vi sia piaciuto :3
Capitolo che, a dirla tutta, è il più melenso di tutti, ahahah.
Dai, piccini, tutti che si amano, che si voglio bene e che vogliono stare insieme per sempre *^*. E poi... ASH E LARA CHE COMPIONO IL GRANDE PASSO *^*
Awww, insomma, piccoli tutti, sono adshfvksjn :3
Via via, non mi perdo oltre e vado ad aggiornare
Insegnami a vivere con l'ultimo capitolo (:'/). Grazie mille di tutto, ci sentiamo prestissimo ;).
Un bacione, Letizia <3

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Capitolo 18
*** Epilogo ***


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Epilogo
 
 
 
Le cose che più segnano la propria vita – il proprio cammino nel mondo dove ci si ritrova a trascorrere il tempo che ci è stato dato per dare corpo al nostro scopo – sono quelle inattese, inaspettate, non programmate; quelle cose che la sconvolgono così tanto da cambiarla a volte addirittura in modo radicale, influenzando ogni passo ed ogni decisione che verrà presa in seguito.
Quelle cose che certe persone si ritrovano ad odiare, semplicemente perché rovinano il piano di tutta una vita, il cammino che si erano prefissati di fare pur di avere una permanenza sulla terra eccezionale, in ogni suo più piccolo particolare, in ogni sua più piccola sfumatura.
Ci sono anche persone che vedono i cambiamenti, gli imprevisti come qualcosa di buono, come una ventata di aria fresca nella monotonia in cui si ritrovano a passare i loro giorni. C’è chi li vede come l’occasione per rifarsi da capo ogni singola cosa; chi per sistemare determinate faccende; chi per cogliere opportunità che potrebbero non ricapitare mai più.
E poi ci sono loro, quegli otto ragazzi che – come tanti altri – la pensano ognuno a modo suo.
 
Michael Clifford ha imparato a sue spese – e con l’autostima che è sempre andata in crescendo, anche se con un po’ di fatica – che le cose inattese sono la parte migliore della propria vita e che, a volte, possono portare a qualcosa di così bello e di così unico da lasciar chiunque completamente senza parole.
 
Rebecca Wood, invece, è dovuta un po’ ricredersi. Perché per lei gli imprevisti si sono rivelati in un certo senso una fonte, una finestra sul mondo, aiutandola a farle capire che non serve cercare di essere sempre forte e che tentare di nascondere le proprie paure e il proprio dolore spesso non serve a niente.
 
Lara Davis ha finalmente capito che a volte basta qualcosa di improvviso, di non pianificato, e tutto può cambiare. Soprattutto, la fiducia può tornare ad essere riposta in qualcuno che la merita davvero e che mai si permetterebbe di intaccarla, sapendo quanto valore abbia.
 
Ashton Irwin si è reso conto che essere sincero va bene, sempre, a discapito delle conseguenze. Ma quando sono proprio le conseguenze a diventare inattese, lì ogni cosa cambia, perde significato, lo acquista, splende di più, si ingrigisce. Si è reso conto che le conseguenze delle proprie parole – a volte – sono più belle di quanto avrebbe creduto.
 
Nina Law, ha chiarito il fatto che per ogni cosa che accade spesso la spiegazione non c’è, e forse mai ci sarà.  Ha appurato che pensare e ripensare alle cose, a come accadono e perché, spesso non porta a niente, se non a tanta di quella confusione che solo quell’unica persona speciale è in grado di sciogliere con quel sentimento che è alla base di tutto.
 
Luke Hemmings avrebbe tanto preferito capire prima che gli imprevisti spesso riempiono il vuoto della vita, che tante volte possono addirittura diventarne il sale per farla apprezzare un poco di più. Perché è proprio grazie a quegli imprevisti, alle cose inattese e fuori controllo di chiunque se adesso ha tutto quello che gli serve e che mai potrebbe chiedere qualcosa di migliore.
 
Calum Hood ha imparato che, a volte, gli imprevisti servono per trovare quella cosa che mancava da sempre nella propria vita per renderla degna di essere vissuta in pieno. Ha capito che è grazie a loro se certe volte bisogna buttarsi pur di non perdere quell’unica persona a cui si tiene più di tutto il resto e senza la quale niente potrebbe mai essere più come prima.
 
Karen Dawson, invece, si è messa in testa che non tutte le cose vanno prese alla leggera, senza cercare di capirle. Soprattutto quelle di cui non ci si aspetterebbe minimamente l’arrivo nella propria vita. Perché è proprio a causa di quegli imprevisti, di quelle cose inattese, se tutto a volte arriva a prendere una piega diversa e magari solo un poco più difficile di quella a cui avevamo pensato.
 
Di una cosa questi otto amici sono assolutamente sicuri: se non fossero loro capitate tutte quelle cose inattese, da prendere con le pinze o magari anche di petto, nessuno di loro sarebbe diventato quello che è adesso. E per loro, per quel gruppo nato così, per caso, non potrebbe esserci cosa migliore di quella famiglia che sono diventanti e di cui mai potrebbero stancarsi, proprio grazie a quegli imprevisti che li hanno fatto incontrare e che ringrazieranno sempre.
 

 

 
FINE





Letizia
Ciao tesori! Come state? Io... Diciamo bene, dai ;).
Che cosa dirvi? Questa piccolina è finita e io... Boh, in un certo senso mi sento vuota, mi sembra passato un secolo da quando ho postato il primo capitolo, e invece sono passati solo (?) quattro mesi. E in questi quattro mesi i nostri otto personaggi ne hanno viste davvero delle belle, con l'amore, l'amicizia, qualche litigio che qualche volta può capitare, sentimenti che scombussolano tutto, ahahah. Insomma, la vita con le sue bravate inattese è arrivata anche da loro e ha fatto il suo corso u.u
Che dire? Tutti i personaggi sono cambiati, sono cresciuti e continueranno a farlo, com'è giusto che sia ;).
Una piccola cosina per il capitolo: è identico (?) al prologo che ho midificato tempo fa, dopo aver iniziato la storia. Scusate se ve lo dico solo adesso! ("Meglio tardi che mai" dice il proberbio; scusatemi davvero <3).
Spero che vi sia piaciuto, che tutta la storia vi sia piaciuta, che vi abbia lasciato qualcosina anche di piccolo piccolo, che vi abbia fatto emozionare :3.
Se avete critiche (costruttive) da fare, fatevi avanti per favore, non mangio nessuno!
E vi invito a farvi sentire ancora di più se la storia vi è piaciuta! <3
Ormai sapete che a me basta poco ;) <3
Detto questo, passerei un momentino alla spiegazione del titolo: Inatteso.
L'ho scelto prima di tutto perchè volevpo seguire il filo conduttore della One Shot "Imprevedibile" da cui ho ripreso i personaggi. Altro motivo riguarda proprio il fatto che la vita e tutte le cose che lei stessa guida sono inattese, perchè nessuno potrà mai prevedere quel che succederà. E, ultimo motivo, l'ho chiamata in questo modo anche perchè non avevo minimamente programmato questa storia, è stata Inattesa, in tutto e per tutto! *^*
Come stile, è lievemente diversa dalle altre mie storie, però mi ci sono trovata bene, a scriverla, con i vari personaggi e con la trama. Mi sono divertita tantissimo e sono davvero soddisfatta di come è venuta fuori ;).
Ultima cosa, poi giuro che chiudo il becco (a volte non dico niente, altre dico pure troppo, scusatemi davvero :3).
Volevo ringraziare chiunque abbia recensito la storia, i 13 che l'hanno messa tra le preferite, i 3 che l'hanno messa tra le ricordate e i 13 che l'hanno messa tra le seguite.
Siete tutto meravigliosi ed io vi voglio troppo bene, davvero. Non avete idea <3 <3 <3
Grazie mille per ogni cosa :3
Vi avverto che ho in mente una long su Calum e risponderò alle recensioni di quest'ultimo capitolo solo quando posterò il primo capitolo di questa nuova storia, così vi avverto ;).
Grazie mille ancora, sul serio, non potrò mai dirvelo abbastanza per esprimere tutta la mia gratitudine :3 <3. A presto! <3
Un bacione, Letizia <3

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