The Moon

di Sabira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Compagni di vita ***
Capitolo 2: *** PATTI D'AMICIZIA ***
Capitolo 3: *** Desiderio di vendetta ***



Capitolo 1
*** Compagni di vita ***


~~1. COMPAGNI DI VITA
-Stai tranquilla, ci rivedremo presto- quelle erano le parole del nonno, che ora riecheggiavano nella mente di Luna. Aprì gli occhi, il viaggio era stato lungo, e aveva finito per addormentarsi, in una posizione scomoda, tra l'altro, in macchina.
-Oh, ti sei svegliata, Lu! Guarda caro si è svegliata!
-Non c'è bisogno di fare tanto chiasso, mamma!
-Lo sai piccola, eri in una posizione così adorabile mentre dormivi, che la mamma avrebbe voluto farti una foto!!!
Lu decise di sorpassare sulle ultime parole del padre. La ragazza odiava appellativi come “piccola”, “tenera”, “bambolina” , “bambina” o cose del genere. Aveva avuto la “sfortuna” di nascere in un corpo piccolo e minuto, aveva provato a sminuire quel “difetto” facendosi  crescere i capelli fino ai polpacci, ma non era servito a nulla, visto che tutti la trattavano come una bambolina di porcellana. Solo il nonno l'aveva posata sullo stesso piano di tutti gli altri.
“ Se vuoi restare con me, dovrai lavorare duro” le diceva sempre “Non mi importa che sei femmina o che hai le braccia troppo piccole, tu sei come il resto”, all'inizio l'aveva presa male, ma quando si  rese conto che finalmente qualcuno non l'aveva trattata diversamente da come trattava gli altri, si affezionò talmente che ora quella separazione le sembrava maledettamente dolorosa.
La macchina frenò di colpo. -Siamo arrivati-
Luna aprì lo sportello dell'auto e uscì richiudendolo, si ritrovò davanti qualcosa che non avrebbe mai pensato di vedere, un enorme casa, dal tetto rosso, da cui sbucava l'uscita di un camino, circondata da un bel giardino di fiori e alberi da frutto.
-N-non pensate che sia...troppo solo per noi!
-Infatti non è solo per noi- sorrise il padre -Questa è un'abitazione condivisa offertaci dalla fondazione in cui lavoriamo. Ce ne sono una dozzina circa in tutto il Paese, in cui abitano in tutto cinque famiglie...
-Strano che non ci sia nessuno ad accoglierci- sopraggiunse la madre.
Attraversarono il giardino, Lu tremava ancora, se una famiglia la trattava così, come sarebbero state cinque? La casa era vuota, c'era un biglietto appostato sulla porta  d'entrata.

Benvenuti alla villa Rifle,
abbiamo l'usanza, in questa casa, di lasciare ai nuovi inquilini l'abitazione  dal loro arrivo fino al pomeriggio successivo, in modo da conoscere i coinquilini lontani dal privato. Il vostro cognome rimane anche a noi sconosciuto, per sorpresa a doppio senso. Nel vostro “primo giorno” di lavoro arriveranno in contemporanea altre undici famiglie in modo da depistarci. Buona convivenza e a presto.
P.S.
La vostra camera è la 5, NON FRUGATE TRA LE COSE ALTRUI.

-È-è uno scherzo, vero?-chiese strabiliata la ragazza. Purtroppo per lei non era così, la mattina  arrivò presto e, con questa, non solo il primo giorno di lavoro dei suoi, ma anche quello di scuola per lei. Indossò la sua divisa, gonnella blu con camicetta rossa, e uscì di casa. Il padre l'aspettava già in macchina con la moglie.
-Potevate anche svegliarmi- protestò entrando.
-Eri così carina che ho pensato di lasciarti dormire ancora un po'- spiegò mamma Erica.
La scuola era enorme, formata da tre edifici, uno per le elementari, uno per le medie e. un altro per il liceo, quello che avrebbe dovuto frequentare lei, il primo anno per l'esattezza. Erano le nove, le lezioni erano già iniziate da un'ora, e l'orario era quello  dato dal preside. Proprio fuori le porte dell'edificio A, c'era un signore basso e calvo, dal volto simpatico.
-Voi dovete essere il signore e la signora Worlfread, e questa la piccola Luna- un brivido percorse la schiena di Lu.
-Proprio così, io sono il signor Alfonso e lei è mia moglie Erica.
-Venite con me a sbrigare alcune faccende, mentre tu, piccola, vai dalla professoressa Fiore- disse indicando un'alta e bella donna in fondo al corridoio. Mentre si dirigeva verso di lei borbottava: -Piccola, eh, come se fossi più bassa di lui- più si avvicinava alla prof, più le sembrava una gigante. Quando furono una difronte all'altra, Luna si rese conto di essere esattamente la sua metà.
-Mi segua, signorina Worlfread- sorrise amichevolmente. Così, prima di quanto avesse voluto, si ritrovò in classe. Mille occhi le sembravano puntati su di lei.
-I-io sono...sono Luna Worlfread, e da oggi frequenterò questa classe, molto piacere...
-Eh?-disse una ragazza in fondo alla classe -che succede oggi? Ci sono circa dodici nuovi arrivati...
Fu allora che Luna si rese veramente conto che una famiglia era composta da un padre, una madre e dei figli...
-Silenzio, Lisa, non è il momento di soddisfare la tua curiosità- la zittì la professoressa, poi rivolta alla nuova alunna disse: -Guarda, c'è un banco libero lì in fondo, puoi sederti lì, forse però non è una buona idea, con tutte quelle teste davanti...
Lu sentì la rabbia salire, perché sottolineare la sua bassa statura?
-Lì andrà più che bene, grazie- la interruppe fredda, andando a sedersi.
Luna rimase lì seduta per tutte le lezioni fin quando non suonò la campanella dell'intervallo e il professore di quell'ora non usci dalla classe. Lei ebbe appena il tempo di alzare lo sguardo che si ritrovò circondata dai suoi compagni.
-Guarda un po'- diceva uno -sembri proprio una
bambolina...
-Hai dei capelli così lunghi- diceva un'altra. 
-Sei così piccola..
-Sembri proprio  adorabile...
Complimenti e complimenti che la immergevano senza lasciarle il respiro. Si alzò d'improvviso e prese ad andare verso la porta, purtroppo non vide una penna caduta da un banco, che si trovava sulla sua traiettoria e ci scivolò sopra, in quei brevi secondi in cui restò sospesa tra terra e aria la sua mente fu invasa da pensieri.
-Oh no, proprio ora doveva accadermi una cosa del genere?! Non voglio essere nuovamente al centro dell'attenzione, non possono nemmeno immaginare quanto questo mi faccia sentire in imbarazzo, che qualcuno mi aiuti, vi prego!- si sentì precipitare e mentre pensava di cadere sentì il calore di due mani premerle sulle spalle, un profumo forte che invadeva tutto, una camicia fresca e morbida. Alzò lo sguardo e i suoi grandi occhi azzurri si incrociarono con due sfuggenti occhi verdi.
Il  ragazzo alto, capelli biondi, bellissimo, la guardò freddamente e, allontanandola da sé disse: -Stai attenta e spostati, stai occupando la strada.
Luna si risvegliò da quella specie di stato ipnotico e risalirono a galla i  suoi riflessi.
-Scusa se ti sono di intralcio bel visino, ti avevo scambiato per un palo della luce...
-Io all'inizio ti ho scambiato per una formica, ma quando mi sei venuta a dosso sembravi tanto un rinoceronte....
-Già all'attacco, Andy?- era Lisa, la ragazza curiosa che le aveva fatto capire il “concetto” di famiglia. Si rivolse poi a lei con un dolce sorriso : -Scusalo, non è bravo con le persone, io sono Lisa, mentre lui è Andreyu ma tu puoi chiamarlo Scemo...- Andreyu fece una faccia abbastanza spaventosa, così la ragazza fu costretta a ritornare sulle sue parole: -Volevo dire che puoi anche chiamarlo Andy...
Lu osservò Lisa, era alta e slanciata con le curve al posto giusto, allegra e vivace, capelli biondi raccolti in una coda di cavallo, sguardo dolce trapelava dai suoi occhi scuri e un sorriso accogliente dalle sue carnose labbra.
Proprio in quel momento suonò la campanella e tutti si sederono presto ai loro posti.
Quando le lezioni terminarono, Luna si infilò subito in un corridoio isolato: voleva evitare di essere fermata e “coccolata”. Aspettò che tutti se ne andassero per uscire dalla scuola. Prese a camminare per il lungo stradone che portava alla sua casa, ma sentì dei passi provenire dalle sue spalle.
-Luuuuuuna!!!!-gridò una voce, lei si girò e vide Lisa che correva verso di lei, dietro c'era anche Andy.
-Che ci fai qui? Vuoi vedere che siamo vicine di casa?- le chiese tutta contenta.
-Non saprei..-rispose un po' intimidita. Fecero la strada insieme, fino a che non arrivarono alla villa Rifle.
-Io sono arrivata, grazie per aver fatto la strada insieme a me-, li salutò la piccola  Worlfread.
-Cosa?- disse confuso Andy.
In quel momento una specie di furgone parcheggiò sul marciapiede, un furgone scuro, con i vetri oscurati. La portella si aprì ed euforica fuoriuscì sua madre, Erica, ma non era sola, c'erano con lei altre due donne, una bionda ed una castana.
-Luu- l'abbracciò subito la madre.
-Luu- imitarono subito le altre donne.
Andy si girò sembrando imbarazzato, Lisa assunse un'aria severa.
-Mamma, puoi finirla?- disse il primo rivolto alla donna bionda.
-Sganciati, mamma- disse la seconda cercando di far perdere la presa alla donna castana.
Intanto Luna era impalata e sembrava in trance. Accorgendosi dello stato della ragazza calò il silenzio.
-Non preoccupatevi- disse Erica- lo fa sempre sta solamente collegando i fili, vedete tornerà normale tra 3, 2, 1...
-NON è POSSIBILE!!! Mamma, ci dev'essere un errore, loro sono miei compagni di classe, non possiamo vivere insieme!!!
-Mi dispiace tesoro, ma è per lavoro.
-Dovrò convivere con  quattro ragazzi!
-Oh no, mia cara, non sono quattro...-la interruppe la madre di Lisa- sono sette persone..
-Suppongo che non ci posso fare niente.... tornò in se.
-Io sono Stella, la madre di Lisa, ma Lisa non è figlia unica, ha un fratello maggiore, il suo nome è Matteo, è il più grande della casa, ha diciassette anni!- disse la donna castana.
-Come avrai capito io sono la madre di Andy, Sandra, ma ho una bambina anche, si chiama Paz, ha 6 anni.
-E già stiamo a quattro...-sospirò Lu -piacere io sono Luna, sono figlia unica ed ho 15 anni, compiuti da poco. Sono un po' stanca, scusatemi preferirei tornare in stanza.
-Non preoccuparti piccola è normale- sorrise Sandra. Lu andò nella sua stanza, si lavò e si cambiò, poi sprofondò in un sonno profondo.
-Sorellona...Sorellona!- aprì gli occhi, davanti a lei c'era una bambina dagli occhi verdi e i capelli biondi legati in due codini.
-Tu devi essere Paz, sai assomigli davvero tanto a tuo fratello- le sorrise Lu.
-Grazie, sono contenta che lo pensi...mio fratello è fantastico...Sai, sei proprio bellissima e i tuoi capelli sono lunghissimi, e sei gentilissima, la cosa più bella è che sembri delicatissima, mi viene voglia di mangiare una torta!
I complimenti di quella bambina non le davano fastidio, sembrava così sincera.
-Perché sei venuta a chiamarmi?- le chiese.
-È vero, stavo per dimenticarlo, la cena è pronta, vieni!-la prese per mano e con lei corse per tutte le scale, così velocemente che Luna rischiò di cadere. Si fermò solo quando arrivarono al corridoio.
-Certo che sei veloce..non ho più fiato...- la sua  voce però
fu interrotta da una più alta che proveniva dal salotto.
-LA DEVI SMETTERE DI CERCARE DI IMITARMI IN TUTTO E PER TUTTO!
-NON DIRE CAVOLATE SEI TU CHE MI STAI SEMPRE TRA I PIEDI, MI RUBI LE IDEE E POI DICI CHE SONO TUE...
-CHE STRONZATE STAI DICENDO, IDIOTA, VUOI CHE TI FACCIA VEDERE CHI COMANDA?
-VUOI FARE A  BOTTE?
Il rumore di uno schiaffo secco e pesante, originato da nessuno dei due.
-COSA STATE DICENDO QUI, DIFRONTE AD UNA BAMBINA, VERGOGNATEVI!- era stata Lu colei che aveva fermato i due colpendoli sull'unica parte che riusciva a vedere, e a raggiungere, di loro. Due ragazzi alti e con i capelli rossi, si girarono all'unisono, Luna restò senza fiato -S-siete uguali...
-Tu devi essere Luna...certo ne hai di fegato ragazzina...
-Mettersi in mezzo tra due ragazzi che litigano non è per niente facile...
-S-siete uguali...-ripeté la ragazza con voce tremante.
-Rischi di diventare ripetitiva...
-Dovresti smetterla...
-Siete uguali!- disse stavolta con tono deciso e aggiunse -Siete gemelli!
-Ma dai!- dissero in coro.
-FIN! NILL! Sbrigatevi, è pronto!- una voce dalla cucina.
Lu li guardò, erano entrambi alti, o meglio alti per lei ma nella media per gli alti, avevano capelli rossi e dei profondi occhi marroni; il viso, scuro nonostante il colore dei capelli, era appuntito, con tratti dolci e un po' infantili, sul volto si apriva un caldo sorriso. Lei si soffermò prima su uno e poi sull'altro. Erano identici, nessuna differenza fra loro, la voce era la stessa, ma i loro occhi... esprimevano qualcosa di diverso. Il primo che aveva parlato li aveva molto profondi, era gentile nonostante la sua apparenza crudele. Quelli del secondo erano limpidi nonostante il loro colore scuro, si vedeva quello che pensava e ora stava pensando qualcosa del tipo “ che ha sta nana da guardare?”. Lu sorrise fra sé.
-Voi sapete il mio nome, mi sembra giusto sapere come vi chiamate, chi fra voi è Nill e chi è Fin?
-Io sono Fin!- rispose il secondo. Era ovvio che avrebbe risposto prima lui, a Nill poteva venire in mente di scambiarsi con suo fratello.
-Bene Fin, Nill... andiamo a mangiare?
Si avviarono verso la stanza da pranzo, lì c'erano troppe, troppe persone!
Un altro bambino, Nico, per giunta junior, conobbe, aveva 11 anni ed era un piccolo genio; suo padre, Nico senior, era identico a lui, la madre si chiamava Marta.
I gemelli, che avevano anche loro 15 anni, avevano una madre con una bellissima chioma di capelli rossi, Lorelai. Anche il padre era rosso di natura, si chiamava Marcos.
Ebbe poi modo di conoscere il padre di Lisa, Ronald e suo fratello Matteo, e quello di Andy e Paz, Massimiliano.
Viveva veramente in una casa numerosa! Nonostante le persone ne fossero 18, il cibo ne era per una trentina, ma non avanzò nulla, fu tutto divorato da quelle che a Luna sembravano delle belve.
Si riempì così tanto da andare a dormire all'una del mattino. Luna non avrebbe potuto mai immaginare che quei suoi conviventi sarebbero un giorno diventati i suoi eterni compagni di vita.       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** PATTI D'AMICIZIA ***


~~2. PATTI D'AMICIZIA
La sveglia suonò, ma Luna non la sentì subito, stava sognando il nonno non voleva svegliarsi. Quando si alzò si rese conto del tardo orario, erano già le sette!
Si vestì in fretta e scese con lo zaino.
-Ahahahahahah- urlò -perché faccio sempre così tardi?
-Lu- sorrise Stella -Gli altri sono appena usciti, mancano solo...
-Ahahahahahah- urlarono i gemelli -Non di nuovo!!
-Se fate presto li raggiungerete!
-Ah vedo che ci  sei anche tu, Luna! Forza muoviamoci- iniziarono a correre, purtroppo le gambe di Lu erano molto più piccole di quelle dei due e un passo di lei corrispondeva a tre dei loro.  Vedendo che era rimasta indietro, uno dei due si girò e seccato disse: -Così ti perderai...- la sollevo e se la mise sulle spalle -pesi come una piuma...
Lu si sentì proprio arrossire, ma appena vide che stavano raggiungendo gli altri si riprese: -Grazie Nill, ora puoi rimettermi giù- lui si fermò di colpo, lei colse l'occasione per scendere. Vedendo che però non si muoveva gli andò difronte guardandolo diritto negli occhi: -Qualcosa non va, Nill?
-Non è che mi hai confuso con mio fratello?-chiese impassibile.
Luna sorrise -Certo che no, Nill e Fin sono diversi non c'è
 modo che io li confonda...
-Ragazzi- li chiamò Fin- se non vi muovete li perdiamo di nuovo!
-Eccoci- Lu prese per mano Nill correndo verso il fratello. Sul volto di Nill c'era un'espressione confusa ma anche un sorriso, quasi incomprensibile.
Alla fine arrivarono in tempo. Appena entrò in classe tutti gli sguardi caddero di nuovo su di Luna. Non seppe nemmeno perché, ma ebbe l'impulso di nascondersi dietro Lisa, che fulminò gli altri con sguardo severo.
-Che avete da guardare, non è mica una specie rara?- gli altri distolsero svelti lo sguardo imbarazzati.
-Grazie- disse senza guardarla però negli occhi.
-Di niente- la castana le mise un braccio attorno al collo con fare materno e si sedette nel banco affianco al suo, il problema era Andy che era seduto davanti a lei...
-Oh ma guarda, sei proprio dietro di me, sicura di vederci?- chiese maligno.
-Che c'è ora ti preoccupi per me?- rispose acida, certo che quel ragazzo era davvero sadico.
Stava per rispondere quando entrò la professoressa Fiore in tutta la sua terribile altezza.
Era la loro professoressa di Italiano, in quel periodo dell'anno erano arrivati all'Iliade.
-Μήνιν ουλομένην. Così si apre il proemio dell'Iliade. Con un semplice stato d'animo, un'emozione. Canta, o dea, l'ira d'Achille Pelide rovinosa che numerosi dolori inflisse agli Achei. Come può solo uno stato d'animo infliggere dolori? Quella d'Achille non era semplice rabbia, era vera e propria ira che aveva un qualcosa di divino. Gettò in preda all'Ade molte vite gagliarde d'eroi, ne fece bottino di cani, di tutti gli uccelli -consiglio di Zeus si compiva- da quando si divisero contendendo l'Atride signore d'eroi e Achile glorioso.
Chi mi sa spiegare le particolarità di questi primi sette righi del proemio?- vedendo che nessuno alzava la mano decise di chiamare lei -Signorina Worlfread vediamo come se la cava, venga alla cattedra prego- svogliatamente la ragazza si alzò dalla sua sedia e si avviò dalla sua professoressa. Si girò poi verso la classe. Non era nervosa ogni cosa che aveva a che fare  con il mondo greco la affascinava: aveva più volte letto l'Iliade e conosceva il libro come il palmo della sua mano.
-Sono tre le principali caratteristiche che si possono facilmente notare. Come ha già detto lei professoressa il proemio inizia con uno stato d'animo: l'Ira rovinosa di Achille. Nell'Odissea e nell'Eneide i protagonisti sono degli esseri umani e non un semplice sentimento, ma è questo semplice sentimento ad essere la conseguenza e la causa di molte azioni....
La seconda caratteristica è l'invocazione della dea. Questo serve a conferire importanza e credulità all'opera.  Mentre la terza caratteristica riguarda Achille e Agamennone. Omero scrive: da quando si divisero contendendo l'Atride signore d'eroi e Achille glorioso. Usa un epiteto per conferire importanza ad Agamennone ma solo un aggettivo per Achille, questo dimostra che il Pelide non ha bisogno di un epiteto, basta il suo nome, dato che è famoso per la sua gloria, a contrario di Agamennone che se non fosse il capo non avrebbe mai avuto quell'importanza.
Ci fu un momento di silenzio poi la prof mi rimandò al mio posto alquanto dispiaciuta.
POV LUNA
Mi aveva presa in antipatia, ne ero certa. Stupida, stupida, stupida spaventa passeri. Ero stata impeccabile mi avrebbe almeno potuto fare i complimenti?  Invece no.
La lezione finì dopo due ore e quell'arpia mi chiamò.
-Signorina Worlfread, venga ad aiutarmi a portare la mia roba nella sezione E.
Io presi il suo registro e la più grande tra le sue due borse, che pesava parecchio, poi uscimmo dalla classe.
-Sei davvero brava sai, Luna?- come? Ora mi chiamava anche per nome?
-Cosa ne diresti di partecipare ad un lavoro che voglio fare per l'open day? Parteciperanno circa due ragazzi per ogni mia sezione- forse non è così crudele e non mi ha preso in antipatia....
-Mi farebbe piacere- risposi sorridendo.
-Sono felice, piccola- e no, no, no e ancora NO!!! Piccola? Piccola? Razza di strega....
Fortunatamente arrivammo difronte all'aula, fortunatamente per lei, dato che già stavo per attaccarla alla finestra, ma avrei progettato il modo migliore per mettere fine alla sua vita....
Entrai nella classe e poggiai il registro sulla cattedra e  la borsa su una sedia.
-Ehi, piccoletta che ci fai qui?- mi girai riconoscendo la voce.
-Senti un po', Fin, chiamami di nuovo così e non riuscirai più a dormire tranquillamente- lui impallidì, era ovvio dato che avevo esibito uno di quegli sguardi assassini da: “Stai giocando col fuoco, quindi ti brucerai prima di potertene accorgere”.
Poi si girò verso Nill.
-Hai sentito come mi ha chiamato?- non sentii la risposta di Nil, dato che uscii dalla classe. Che credevano che potevo stare lì a loro disposizione? Avevo una lezione di greco che mi aspettava...
-Alpha, beta, gamma, delta, epsilon....-iniziai a ripetere l'alfabeto.
Le lezioni proseguirono...una noia mortale! Finalmente suonò la campanella dell'intervallo.
Presi la mia merenda e corsi fuori dalla classe... non volevo essere accerchiata di nuovo.  In realtà però, non sapevo dove andare, volevo solamente un posto tranquillo in cui stare. Camminai a lungo per tutta la scuola, finché non trovai delle scale che portavano ad una porta. Quando la aprii una sensazione di libertà mi invase: il vento mi accarezzò il viso e i miei occhi meravigliati scrutarono ogni centimetro di quella terrazza che l'edificio aveva come tetto. Mi sembrava di essere parte del cielo, era qualcosa di meraviglioso.
Mi sedetti a terra e iniziai a mangiare, con lo sguardo verso le nuvole. Divorai il mio panino, poi mi stesi a pancia in su, al diavolo la digestione!!! Ero stanca, era stato uno shock per me sapere di dover vivere con tutte quelle persone.
Immersa nei miei pensieri mi abbandonai ad un sonno profondo.
Mi sentii scuotere con forza. Aprii gli occhi turbata, due volti beffardi mi guardavano divertiti.
-Ma guarda un po' sta' ragazzina- rise Nill -non solo salta le lezioni, ma ruba anche il nostro posticino segreto!!!
-L-lezioni?- mi alzai di scatto. Come era possibile? Non avevo dormito così tanto! Volsi lo sguardo al mio orologio che segnava l'una e un quarto...
cavolo avevo dormito due ore!
-È inutile che ti agiti ormai la lezione l'hai persa!- m'informò Fin.
Aveva dannatamente ragione, tanto valeva tornare a dormire.
-Notte- pronunciai stendendomi nuovamente.
-Ehi ehi ehi!!! Forse non l'hai capito, ma questo posto è nostro.
-Bhé da ora in avanti è mio, al massimo possiamo dividercelo, non intendo lasciarvi questo paradiso- poveri illusi, credevano veramente che io mi sarei fatta sfuggire quel terrazzo!!! Mi girai dandogli le spalle e cercando di dormire, ma niente, quei due testardi non volevano davvero lasciarmi riposare.
-Solo ad una condizione- mi ammonì Fin, stupido Fin, io volevo tanto dormire ma no, perché dormire quando si può tranquillamente conversare con i tuoi coinquilini?
-Avrai il privilegio di essere la nostra unica amica, starai con noi come se fossi una terza gemella e ci aiuterai sempre nel momento del bisogno-ma erano impazziti? Perché diavolo volevano questo? Non riuscivo a capire come potesse interessargli stare con me.
-Perché?- chiesi semplicemente.
-Perché sei l'unica a riconoscerci oltre nostra madre.
Li guardai negli occhi. Mi stavano praticamente dicendo di non avere veri amici...bhé se è per questo neanch'io ce li avevo, ma uscirsene con una proposta del genere così dal nulla...
-Sì- accettai, non sapendo neanche il perché.
n.d.a.
Salve a tutti!!!
Spero che la storia vi stia piacendo, sarei molto felice se commentaste, ho trasformato il discorso in prima persona per rendere il racconto più emozionante.
Aspetto vostre notizie.
Baciiii

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Capitolo 3
*** Desiderio di vendetta ***


3.DESIDERIO DI VENDETTA
Stavo correndo, ma non stavo scappando, anzi, lo facevo per puro divertimento...ero scalza e riuscivo a sentire l'erba che mi solleticava impercettibilmente i piedi...eccolo lì il mio traguardo!!!
Stavo per superarlo quando...
-MA CHE DIAVOLO?!?!- mi ritrovai bagnata fradicia...
-Buon giorno- risposero i gemelli, ci stavano prendendo gusto a disturbarmi nel sonno? Era domenica tra l'altro!!!
-Buon giorno un cavolo!!! questo voi lo chiamate buon giorno?
-Non usare questi termini in una casa abitata da bambini- mi ammonì Nill.
Io mi alzai di mala voglia e andai a prendere un asciugamano, per riparare al disastro che avevano combinato quei due mostriciattoli.
Guardai di sfuggita l'orologio che mostrava le otto...un momento erano appena le otto? Stiamo scherzando?
-Ma che c....- non riuscii a terminare la frase che le mani di Nill mi costrinsero a zittirmi.
-Smettila- mi disse severo Fin...
-Perché mi avete svegliato?- chiesi una volta liberata della presa dell'altro, mostrando calma e sorriso, ovviamente entrambi finti...li avrei uccisi a breve!
-Perché dobbiamo andare a fare la spesa- disse incurante Nill.
-Ed io cosa c'entro?- mi sforzai di non alzare la voce.
-Bhé, visto che siamo amici devi venire con noi!!-
-Ma...
-Niente ma, vestiti e scendiamo...
-Uffa...
Ma chi me l'aveva fatto fare?!?!?!
Mi infilai nel bagno e uscii dopo mezz'ora.
-Finalmente- dissero in coro.
Non risposi, mi limitai ad uscire dalla stanze e ad andare a fare colazione, ma proprio mentre stavo scendendo le scale mi sentii afferrare i fianchi, e in poco tempo mi trovai sulle spalle di Nill.
-NILL LASCIAMI ANDARE!!!!
-Mi dispiace, piccola, ma non c'è tempo per mangiare, dobbiamo muoverci.
In quel momento vidi Andy dietro di noi, gli lanciai un'occhiata supplichevole, ma lui ghignò crudelmente voltandomi e ritornandosene da dove era venuto...secondo me dall'inferno...bha!
Così mi trascinarono fuori dalla casa e mi portarono al supermercato.
-Bene- sospirai ormai arresa alla dura realtà: quando quei due si mettevano in testa qualcosa la portavano a termine, in un modo, o nell'altro; -Cosa dobbiamo comprare?
-Un po' di basilico...
-E poi?
-Basta così- sgranai gli occhi: ceh, mi avevano trascinata fuori dal mio letto, impedito di fare colazione, costretta a venire con loro...per una misera, inutile, stupida foglia di basilico, no dico, BASILICO?!
Respirai a pieni polmoni per calmarmi: non avrei potuto commettere un omicidio davanti a tutti, figuriamoci due, avrei dovuto cercare un posto più isolato...
C'era una vocina nella mia testa che gridava “VENDETTA”, “VENDETTA”...
“Non preoccuparti piccola...presto sarai accontentata”
-Muahahahahaha- Fin mi agitò la sua mano davanti agli occhi...
-Stai bene? Perché ridi in quel modo? Ma soprattutto, perché ridi?
“VENDETTA, VENDETTA, VENDETTA!!!!!!!” continuavano ad urlare le voci nella mia testa...
-Tutto bene- mi ricomposi e mentre loro cercavano il reparto delle erbe, non potei fare a meno di mostrare uno sguardo assassino...quello film horror, avete presente?
Dopo aver comprato lo stupido basilico, uscimmo dallo stupido supermercato e seguii gli stupidi gemelli
in uno stupido posto...aspetta, seguii gli stupidi gemelli in uno stupido posto...ma che posto? Dove stavamo andando?
-DOVE MI STATE PORTANDO?
-Calma Lu, ti portiamo in un posto segreto...
-CHE POSTO?- chiesi stizzita.
-Poi vedrai....
-E saremo solo noi?- la mia voce tornò a livello normale, ma si spostò sulla sezione “terrificante”.
-Si...
“VENDETTA, VENDETTA, VENDETTA!!!!!!!” Era quello che stavo aspettando...rimanere sola con loro e poi....
-Muahahahahahahahah
Loro mi guardarono come se fossi un aliena.
-Ridi sempre così tu?
-No, Nill, solo in certe...situazioni...Muahahahahahahah
Ok, lo ammetto, sembravo una pazza, ma comprendetemi!!! Avevo un incredibile bisogno di ucciderli...mi stavano rovinando l'esistenza, no, peggio, il sonno!!!!
-Nill, è ora di pranzo, forse è meglio tornare dopo...
“Nooooooooooo” vedo i miei sogni di vendetta infrangersi.
-Va bene
“Perchééééééééé?!?!?!?!?!?!?!”
-Però torniamo dopo
“Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii” la mia vendetta era stata solamente rimandata...a breve avrei avuto la mia rivincita e allora..
-Muahahahahahahahahahaha
-Ma hai qualche problema?- non risposi e mi incamminai verso casa, canticchiando “Vendetta, calda  e deliziosa, vendetta mitica e grandiosa, vendetta...sto arrivandoooooo”
I “grandi” se ne erano da poco andati e i bambini avevano già mangiato. A tavola c'eravamo solo io quei due stoccafissi, Lisa e il diavolo Andy...
Mangiai velocemente e feci per alzarmi subito, vedendo che però quei due non accennavano a muoversi iniziai a ticchettare il piede per terra...
-Tutto bene, Luna?- mi chiese Lisa.
-No! NOI, dovremmo andare da qualche parte!!!!-
risposi mentre una voce martellava nella mia testa dicendo: “VENDETTA VENDETTA VENDETTA”
-Uffa- borbottò la ragazza, poi alzò il tono di voce -Stupidi gemelli...proprio ora che era arrivata una ragazza della mi età in questa casa...ve la accalappiate voi! Io già mi immaginavo il trio perfetto: io, Andy e Luna...invece voi come al solito rovinate tutto!!!!!
I gemelli smisero di mangiare.
-Come?- chiesero.
-Avete sentito bene...pensavo di poter diventare sua amica...ma voi l'avete subito...rubata!!!!
-Noi non abbiamo rubato un bel niente...è lei che ha accettato di diventare nostra amica!!!!- rispose ringhiando Nill.
-E allora perché non la lasciate un momento libera? Vi costa così tanto?
-Sì, che ci costa è nostra amica...- ripeté Fin.
-Sì, ma anch'io vorrei stare un po' con lei!!!!
-Siete nella stessa classe, è già abbastanza!!!!!
-Non siete voi a doverlo dire!!!! Non appartiene a voi!
-Sì, invece...
-BASTA!!!!!!!!!!!- intervenni, no, ma stavamo impazzendo? Che razza di discorsi erano!!!
-Primo: IO NON APPARTENGO A NESSUNO. Secondo: POSSO STARE CON CHI MI PARE QUANDO E COME MI PARE. Terzo: MA SIETE  IMPAZZITI? E CHE DIAVOLO
Me ne andai furibonda in camera sbattendo la porta. Sotto gli occhi spenti dei due. Restai lì tutto il pomeriggio, poi mi misi il pigiama e filai a letto, pensando a quegli occhi che sembravano d'improvviso essersi svuotati.
Stavo per addormentarmi, quando sentii la porta sbattere...saranno i miei genitori.
Ad un certo punto però sentii il  lenzuolo del mio letto matrimoniale alzarsi e, senza che potessi accorgermi di niente, mi ritrovai due figure nel letto che mi cingevano i fianchi e mi posavano un dolce bacio sulle guance.
Arrossii di colpo.
-Nill...Fin...C-che ci fate qui? Cosa fate?
-Sei stata cattiva con noi...
-Ci hai fatto star male...
Dissero con finta innocenza. Stavo per ribattere quando iniziarono a lasciare scie di baci lungo i lati del mio collo.
-C-cosa fate- ripetei.
Sentii la mano di Fin insinuarsi sotto la maglia, toccandomi la pancia, mentre Nill scendeva a baciarmi il petto.
-R-ragazzi- non riuscivo a muovermi, ero paralizzata. Non avevo paura...mi fidavo di loro, non so come ma mi fidavo...allora perché stavano facendo così? Ricominciarono entrambi a baciarmi il collo fino a ritornare alle guance. Lì si staccarono da me e ghignarono.
-Così la prossima volta imparerai a non farci soffrire.
Non riuscii a proferire parola che non fosse uno “Scusatemi”, quegli occhi che avevo visto erano davvero sofferenti, ero pur sempre la loro prima e unica amica...avranno sofferto pensando di avermi persa...Si strinsero attorno a me, abbracciandomi e mi addormentai stretta a loro.
L'ultima cosa che pensai prima di andare a dormire fu: “VENDETTA! VENDETTA! VENDETTA!!!!!!”

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