Back and forth

di Moony1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


"Ma sir!" Strinse i piccoli pugni con disperazione Allen.
"Mi dispiace tanto." L' uomo lo osservò con compassione.
"Please! I'll... Io lavorerò di più! Dio solo lo sa quanto mi serva questo lavoro!" Le mani guantate congiunte in un silenzioso atto di preghiera. Con un sospiro il suo superiore si alzò avvicinandosi all' inglese posando una delle grandi mani sulla spalla del ragazzo in un gesto confortante. "Allen, sapete che non è per questo. Siete un gran lavoratore ma oramai un copista non ci serve più. Mi dispiace molto." Strinse lievemente la presa per poi lasciarla sedendosi nuovamente dietro la grande scrivania di mogano riprendendo il suo aspetto professionale. "È tutto, signor Walker. Può andare."
L' ex dipendente abbassò la testa lasciando che le ciocche castane coprissero gli occhi d' argento, prese la valigetta e sbatté la porta.
L' uomo sospirò aggiustandosi gli occhiali mentre sentiva i passi allontanarsi.
Che brutta giornata.
 
 
Allen camminava trascinando i piedi, lo sguardo a terra mentre la pioggia bagnava la sua esile figura. Si fermò davanti al portone giallo della mansione della famiglia del suo ragazzo: Kanda.
La famiglia Kanda era ricca, a differenza di Allen Walker. Il suo ragazzo, Yuu Kanda, aveva invitato la sua mammella a visitarlo dopo il lavoro. Questi era di un' ora in anticipo ma con una scrollata di spalle aprì il portone con la copia di chiavi. Passò l' entrata entrando nel salotto dove il samurai preferiva passare il tempo. "Kanda! Sono tornat-" le parole gli morirono in gola quando vide il ragazzo dai lunghi capelli corvini baciare appassionatamente la sua amica d' infanzia Lenalee.
Kanda spalancò gli occhi vedendolo, così come Lenalee.
"Allen, aspetta! Vedi, io..." Allen scosse la testa cercando di ricacciare le lacrime, girò i tacchi e corse via, verso casa, verso le accoglienti braccia di Mana.
Si fermò sull'uscio della sua casa dove Mana lo accolse con un sorriso:"Buon compleanno e buon Natale!" Il ragazzo si fionda tra le sue braccia, nascondendo il viso nel petto del padre adottivo.
"Allen, che succede?" In risposta ricevette solamente dei piccoli singhiozzi soppressi dalla tenera stoffa.
"Adesso io vado a finire di preparare la cena, tu resta qui. Poi mi racconterai tutto." Gli fece l'occhiolino accarezzandogli una guancia.
Ritornò in cucina mentre Allen respirava profondamente cercando di calmare il turbinio di emozioni dentro di sé.
Sentì un sibilo ed un tonfo.
"Mana?" Silenzio.
"Mana?!"

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Bip...bip...bip... Maledetto monitor, un giorno di questi lo avrebbe ridotto in mille pezzi! Certo, se solo fosse riuscito ad alzarsi. Sbuffò, Allen, costretto a letto tra bende e stecche. Gli avevano portato via tutto: la dignità, le lacrime, Mana e la vista. Cosa avrebbe potuto fare, cieco e ridotto in una sedia a rotelle? Cosa? Sentì gli occhi inumidirsi. Non doveva piangere. Non doveva piangere. Non doveva piangere. Non doveva piang- Eccola lì! Una lacrima traditrice scese, solcando la guancia nivea. Patetico. Scosse la testa debolmente aggravando però così il martellio che torturava la sua povera testa ormai da ore. Valeva davvero la pena vivere in questo modo? Un' altra lacrima bagnò il cuscino. "Dottore, quando potrà ritornare a casa?" Ah, Cross. Il suo "amato" padre adottivo. Allen tese l' orecchio cercando di captare la risposta del suo dottore personale: Komui Lee. Un inguaribile ottimista che ad Allen era subito parso un idiota. "Già questa sera i suoi tutori potranno firmare le scartoffie in modo tale che Allen possa uscire l' indomani mattina." Dannato Komui e quel suo tono sempre allegro. Il cigolio della porta annunciò l' entrata di visitatori. Allen sbuffò. Di nuovo! ---------------------------------------------------------- Il signor Mikk entrò piano nella stanza osservando, mentre si avvicinava al lettino, ogni piccolo movimento di Allen che dormiva grazie ai pesanti farmaci somministrati. Si sedette sulla sedia vicino aspettando che il ragazzo si svegliasse. Dopo qualche minuto Allen schiudette le palpebre piano, quasi come ali di farfalla. "Buongiorno, shounen." Sussurrò Mikk piano. Sospirò vedendolo irrigidirsi al suono della sua voce. "Quale sgradita, palese sorpresa, signor Mikk" raspò Allen. Mikk sospirò di nuovo passando una mano tra le ciocche scomposte:" Immagino che per chiamarmi Tyki ci vorrà ancora del tempo." Allen, alzò gli occhi al cielo. "Cosa che evidentemente vi manca. Credete davvero che verrò con voi?" Il porteghese sbuffò insofferente quando Cross entrò nella stanza con espressione decisa:"Mi dispiace infrangere questa tua certezza, moccioso, ma tu verrai con noi e continuerai il tuo ricovero nella mansione Noah. " Annuì poi Cross con convinzione. Tirò fuori dalla tasca una siringa contenente del liquido traslucido ed accertandosi poi che fosse fuoriuscita l' aria si avvicinò al lettino. "Che intenzioni avete?" Domandò sbarrando gli occhi Allen sentendo i passi del padre adottivo farsi più vicini. " Solo una precauzione in modo tale che il viaggio fili liscio e sia indolore" Allen si fece ancora più piccolo tra le lenzuola. Cross ghignò avvicinandosi ancora di più premendo la siringa sulla pelle pallida del braccio mentre lo teneva fermo in una morsa ferrea. "E' solamente un concktail di antidolorifici che ti renderà un po' più tranquillo." Con questo iniettò il liquido nella carne macchiando il bianco di cremisi. Piano piano l' agitarsi di Allen divenne sempre più flebile fino a ridursi a piccoli singulti. Cross lasciò la presa sussurrando un "Meglio?" Allen gli lanciò un' occhiata stanca sotto le palpebre semichiuse. Era stanco, tanto stanco... ----------------------------------------------------------------------------- Cross lo sollevò dal lettino delicatamente stringendolo per un momento:" Andrà tutto bene" sussurrò dolcemente poggiandolo sulla sedia a rotelle retta da Tyki. Allen aveva gli occhi semichiusi e la testa lievemente inclinata verso il basso mentre Tyki lo portava via spingendo quella sedia a rotelle cigolante. I corridoi bianco sporco macchiati di umidità osservavano la scena mentre il ticchettio delle scarpe laccato risuonava nell' edificio. Allen alzò lievemente la testa permettendo agli occhi dorati di incontrare le orbite argentee. " Perchè?" Sussurrò piano il ragazzo. Tyki sorrise avvicinandosi al volto di Allen. " Perchè, dici?" Si chinò un po' di più, " perché ti vogliamo bene!" Posò un lieve bacio sulla guancia pallida. Gli vogliono bene? Sarà vero?

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