One Piece ne I Promessi Sposi

di LightSnow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Don Baggyondio ***
Capitolo 2: *** Acenzo e Tashigicia ***
Capitolo 3: *** Il terribile Kiddrigo ***



Capitolo 1
*** Don Baggyondio ***


One Piece ne I Promessi Sposi Cap 1 Capitolo 1 - Don Baggyondio

In quel periodo il Grove 38 dell' arcipelago Sabaody era particolarmente rigoglioso. Era il 5 ottobre, eppure in quel posto così mite e baciato dal sole sembrava ancora estate. Era questo un isolotto florido di vegetazione, con alberi talmente imponenti che persino i bambini rinunciavano ad arrampicarvisi. Ma avventurandosi all' interno, ci si trovava davanti una catena di monti, dove gli alberi lasciavano il posto ad arbusti di fragole, mirtillo e ribes. Il clima, lì sui monti, era più fresco e ristoratore. Inoltre, l' isolotto era squarciato in due da un fiume, la cui acqua corposa e fluente, garantiva alla flora di persistere e agli abitanti di dissetarsi. Vi erano poi una moltitudine di stradicciole: strette per i viandanti, larghe per le carovane, comode per i turisti, pratiche per i locali, sterzate per gli avventurosi, che portavano al fiume, ai villaggi, alle cime dei monti...e chi più ne ha più ne metta.

Per una di queste strade stava passeggiando Don Baggyondio, un curato. Era diventato prete per sfuggire alla giustizia, e dedicarsi ai suoi loschi affari indisturbato. Infatti, benchè cercasse di comportarsi come un uomo di chiesa ( la vedo dura) , in realtà voleva arricchirsi e fare la bella vita, e soprattutto lo voleva senza sforzarsi più di tanto. Don Baggyondio detestava la fatica, e ancor più i problemi. Seguendo il consiglio dei suoi amici, si era fatto curato per essere intoccabile, evitare ciò che odiava, e vivere come un pascià a spese altrui. E come avrebbe fatto ad arricchirsi?  Beh, la mappa del tesoro che aveva appena scoperto sembrava voler far realizzare il suo egoistico sogno.
Si sarebbe fatto inviare degli uomini pagati dalla Chiesa che andassero alla ricerca di questo fantomatico tesoro, per poi prendersene il merito. Ma non avrebbero dovuto cercare a lungo, dato che il tesoro si trovava proprio nell arcipelago Sabaody secondo la mappa...
Si stava sberluccicando gli occhi guardandola.
< Ahhh, la mia mappa del tesoro! Renderai  tanto ricco il tuo papino, non è vero tesorino? >
Alzò un momento lo sguardo.
< Mi farò pulire le suole delle scarpe con le banconote e...EH....AH....Err...EHHH? >
Due sinistri individui, l' uno appoggiato alla parete di una locanda e l' altro, a cavalcioni sul muretto, che prima erano solo ombre, ora li vide più chiaramente.
Oh Gesù, Giuseppe e Maria! Si trattava di due bravi!
I due avevano delle facce che non promettevano nulla di buono: uno aveva i capelli verdi, l' altro biondi , le loro soppracciglia erano corruciate, anche se era difficile non rimanere ipnotizzati dall' unico soppracciglio a girella del biondo. A entrambi mancava un occhio, facendo domandarsi a curato in quale orribile battaglia li avessero persi, o magari se quello fosse il risultato di un gesto disperato di una loro vittima prima di tirare le cuoia.
Il biondo rimase impassibile mentre si fumava una sigaretta, mente il ragazzo dai capelli verdi, che era il doppio per corporatura rispetto al suo complice, osservava il curato divertito, con un ghigno da ibernare il sangue.
" Dannazione, che cavolo volgliono? Aspetta un secondo... se magari riesco ad aggirarli e a fare come  se niente fosse mi lasceranno in pace! E poi io non ho fatto nulla di male ai forti che li comandano! "
Forte di questi vigliacchi pensieri, nascose la mappa nel Vangelo che aveva sotto mano, e cercò di camminare normalmente, o almeno decentemente, visto che la tremarella che gli era venuta addosso gli faceva spalancare le ginocchia, facendolo camminare come un cow-boy.
Appena Don Baggyondio si trovò a pochi passi dal fianco del bravo biondo, questo chiese:
< Don Baggyondio? > Assottigliando lo sguardo.
< ... >
Questi, di scatto si bloccò,
< WAHAHAHAHAHAH!!!!!!!!!! >  per poi mettersi a correre come un disperato a squarciagola.
Ma non fece in tempo a superare la locanda che il verde, più veloce di una lince, si parò di fronte a lui, e, con altrettanta velocità, tagliò in due il Vangelo con una spada.
< Questo è un avverimento. Fai ancora una mossa azzardata e non basteranno tutte le donne del paese per ricucirti >
Asserì freddo e abominevole lo spadaccino.
< Io mi chiamo Sanji e l' aguzzino del tuo libro è Zoro. Vedi di imprimerti in mente questi nomi con lettere di fuoco. Con noi non si scherza. >
Intanto Baggyondio era in stato vegetativo < L-La mia bella mappa... > disse con gli occhi totalmente bianchi che strabordavano di lacrime.
< Ci ha mandati Don Kiddrigo. >
Un altro fulmine a ciel sereno polverizzò il curato.
< Domani... hai intenzione di sposare Tashigicia Mondella e Acenzo Tramaglino? >
Don Baggyondio si riprese di colpo.
< I- Il matrimonio? Ah, sì, quello  dei due giovani...eheh...non vi preoccupate, sarà un matrimonio della Madonna, ci saranno balli, cantanti... e li sposerò immediatamente! Anzi, adesso faccio dietro front per andare a casa loro e li sposo adesso e... >
< Non s'a da fare. Nè domani nè mai. >
< AH... Sì, insomma... cioè ci saranno balli e cantanti...per....festeggiare...il fat....to che sono ancora celibi!  Che bella cosa la verginità, eh? E poi io gliel' ho detto che non si potevano sposare così presto... è colpa loro che sono dei ragazzacci... dovrebbero aspettare altri 20 o 30 anni...sì meglio 30...anzi è meglio che non lo facciamo proprio ahahaha >
Lo spaventoso ragazzo verde, Zoro, sorrise compiaciuto.
< Ottimo. >
Anche l' altro, Sanji, staccò finalmente la schiena dalla parete della locanda e insieme fecero per andarsene.
< Ma...ehm, aspettate! Cosa faccio se mi chiederanno spiegazioni? >
< Arrangiati. L' importante è che te ne stia zitto su questa storia. Per il resto non sono affari nostri. >
E, così come due ombre sono apparse, così come due ombre sparirono, lasciando il curato sgocciolante di sudore, tanto da aver formato una pozzanghera artificiale sotto i suoi piedi.

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< Cos' è quella brutta faccia? E perchè non parli ? Cosa c'è, una gatta ladra ti ha rubato la lingua? >
< Piantala di stressarmi Namipetua! Fatti i cavoli tuoi donna! E invece di rompermi le scatole vai a prendermi una bottiglia di rhum ! >
Appena il prete finì di pronunciare la "m" , un cazzottone gli frantumò gli zigomi.
< Brutto vecchiaccio insolente! Trattami ancora così che ti faccio volare direttamente dal Papa! >
< Bah! Per oggi ne ho abbastanza delle minacce! >
< Chi ti ha minacciato? >
< Vuoi portarmi questo dannato rhum o no?! >
< E va bene, va bene! Però dopo voglio sentire tutta la storia, e non devi lasciarti sfuggire neanche un anedoto! > Ammiccò maliziosa la rossa serva.
 Namipetua era la serva di Don Baggyondio, e restava in casa a fare le faccende domestiche o usciva solo per fare la spesa. Non si era sposata non perchè non fosse bella, il fatto è che era una facile. Anche fin troppo. Stava con un uomo, e ovviamente ci andava a letto solo per spillargli la grana. In paese la chiamavano " puttanella " per questo e per il modo sconcio e volgare secondo cui si vestiva. Dopo essere saltata di letto in letto, da uomo in uomo, era stata piantata anche dall' ultimo pretendente ricco, Arlong, che, a differenza degli altri, se n' era andato portandosi vìa a tradimento tutti i soldi dell' amante, che quindi non aveva più nulla. Si vergognava a cercare lavoro in paese, dato che tutti ormai la guardavano storto per la sua fama. Quindi si era rivolta alla Chiesa, che le aveva trovato una sistemazione.

Dopo che Baggyondio bevve il primo bicchiere, la serva lo incitò affinchè bevesse di più, fino a scolarsi tutta la bottiglia. Namipetua sapeva bene che un uomo ubriaco è più propenso a raccontare e a dire la verità.
< Hip...  maledetto Don Kiddrigo, si crede tanto furbo eh ? Hip... gli tiro un destro...e poi un sinistro...un gancio qui e..hip... anche il singhiozzo il Signore mi doveva mandare eh? E poi lo taglio io in due quella testa di muschio e la brucio con  la sigaretta di quel cretino dal soppracciglio strano.. hip...hip...hip..ablarcibluncemnruz.... >
La serva stette ad ascoltare pazientemente, e dopo una buona mezzora riuscì a collegare i pezzi scoprendo così cos' era successo.
Quindi, solo dopo aver avuto le informazioni che voleva, e che certamente non avrebbe ottenuto col curato astemio, gli preparò un antidoto contro la sbronza a base di banana.

Dopo un' orretta il curato tornò finalmente in sè.
< Comunque dovresti chiedere aiuto al cardinale Edwardigo Newgaterromeo, lui è un uomo che sa come gestire questo genere di cose. >
< Cosa?! E se quei due idioti lo vengono a sapere mi spezzetteranno da parte a parte!! Mai!!! > Si lagnò disperato il prete
< E tu come fai a... DISGRAZIATA! Mi hai fatto ubriacare per poi spillarmi tutto eh?! >
< A quanto pare ti svegli solo dopo una bella sbronza...ehehe... >
< Ora che lo sai, ti vieto di parlarne con gli altri! So quanto tu sia pettegola, non provare ad aprire bocca su questo! >
< D' accordo capitan ovvio, non dirò nulla a niente che respiri.... comunque dovrai architettare qualcosa... Acenzo non è tipo da demordere così facilmente....è da qualche anno che progetta di sposarsi con Tashigicia e ti starà col fiato sul collo pur di ottenere quello che vuole... >
< Bah! M' inventerò qualcosa allora! >
 Mugugnò andando a dormire.

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Capitolo 2
*** Acenzo e Tashigicia ***


One Piece ne I Promessi Sposi cap 2 Capitolo 2 - Acenzo e Tashigicia

Don Baggyondio aveva passato una notte orrenda. Aveva sognato per tutto il tempo i due bravi spellarlo vivo, farlo morire carbonizzato, tagliare ogni cellula del suo corpo e altri atroci modi in cui Sanji e Zoro potevano sbarazzarsi di lui. Per non parlare di Kiddrigo, gli bastava sentire quel nome per bagnare le mutande. Urgeva una soluzione per evitare tutto questo.... Ma certo! Avrebbe convinto in qualche modo Acenzo, lo sposo, a rimandare, o meglio, annullare il matrimonio! E se avesse fatto ancora il piantagrane, avrebbe sempre potuto farlo fuori con i suoi pugnali in un momento di distrazione....eheheh...

Intanto, camminando spensierato per una stradicciola, stava arrivando un ragazzo di circa vent' anni. Aveva il fisico di un giovane toro, e ogni muscolo era ben delineato, cosa facilmente notabile dato che il nostro sposo era a petto nudo. Perchè Acenzo aveva avuto vampate di calore e  perfino nel giorno del suo matrimonio non si era degnato di mettersi una canottiera. I capelli  fluenti  incorniciavano ondulati la vasta fronte con cui iniziava il suo viso, il cui colore perlato contrastava con il nero sferzante e aggressivo dei capelli. Questi andavano a posarsi sugli occhi azzurrini senza però ombreggiarli. A completare il tutto, uno spruzzo di lentiggini che gli davano un aspetto sbarazzino.
Il ragazzo procedeva tranquillo e soddisfatto, pronto a incontrare il curato, per assicurarsi che fosse tutto pronto.


Il malcapitato, infatti, non tardò a essere trovato.
< Heilà Don Baggyondio! > Lo chiamò il giovane con un' amichevole pacca sulla schiena.
< C-come va Acenzo? >
< Alla grande! Oggi c' è un sole stupendo, che fortuna potersi sposare in una così bella giornata! > Ammise sorridendo ampiamente
< Bhè... si potrebbe anche annuvolare...e piovere... e grandinare... e il fiume potrebbe straripare... e portarmi vìa con lui... >
< Che? >
< AH! Lascia perdere... piuttosto, che fretta hai di sposarti? Chi ha voglia di stare dietro a dei mocciosi frignoni? Senti amico... ti propongo un  accordo: tu lasci perdere quella paesana di Tashigicia e il matrimonio, e in cambio facciamo fifty- fifty col tesoro che c' è qui a Sabaody > Propose Baggyondio malizioso avvicinandosi ad Acenzo.
< Un tesoro? >
< Sì, è seppellito da qualche parte in uno dei tanti Grove... >
< Spiacente, ma di andare in giro con una pala a scavare a caso per tutta Sabaody non c' ho proprio voglia. Se si trattasse di un' avventura, di viaggiare in posti sconosciuti e inesplorati invece, accetterei senza fiatare! Comunque... perchè non dovrei sposarmi? > Iniziò a insospettirsi Acenzo
< Bhè....uhmm... c'è...allora, innanzitutto mi sento poco bene... >
< Devi solo stare in piedi e leggere... non mi sembra uno sforzo così disumano... al massimo ti diamo una sedia... >
< PEZZO D' IDIOTA, PENSI CHE UNA SEDIA BASTI?!?
E comunque non è solo per quello... ci sono anche delle ricerche da fare, per vedere se siete parenti e in questo caso non potete sposarvi... secondo la Horitsu kon  ( letteralmente " legge del matrimonio " ) >
< Eh? Che roba? E perchè non hai fatto prima queste ricerche? >
< E' giapponese... eh, non c' è stato tempo... >
< E me lo vieni a dire solo il giorno delle nozze?! >  Iniziò ad alterarsi Acenzo
" Diamine... il moccioso è sveglio... sarà meglio farlo fuori prima che la situazione peggiori"
< Ehi, hai le scarpe slacciate >
< Ho i sandali >
< Ti è caduta una moneta >
Il ragazzo si abbassò a raccoglierla, mentre Don Baggyondio, con quattro coltelli infilati nelle dita incombeva su di lui! Uno di questi stava per sprofondare nella carne della schiena...!
Quando Acenzo vide un suo amico e si levò in piedi per salutarlo, ma lo fece con tanta foga e tanta velocità che il suo gomito andò ad impattare dritto nella guancia del suo avversario, facendolo volare per qualche metro.
< Uff... e va bene, ti concedo una settimana di tempo, ma dopo guai a te se non mi ritrovo la fede al dito! >
< O-o-k-k... > Riuscì a prounciare il prete stordito.


                                                                                           *...nel giardino di Baggyondio...*


< Ehi, bel maschione, che ti porta da queste parti...? >
< Namipetua, sai perchè Don Baggyondio non vuole celebrare il mio matrimonio? >
< Massì, non ci pensare... anzi, perchè non stai qui? Se non vi sposerete vuol dire che non era destino... lascia perdere quella sfigata... qui davanti hai una donna vogliosa che ha bisogno di un uomo virile come te... > Disse slacciandosi qualche bottone della camicia mettendo in bella mostra il reggiseno e quel che conteneva.
Inutile dire che la faccia di Acenzo si trasformò in un falò a cielo aperto dall' imbarazzo.
< N-Namipetua-a! Mi sto per sposare e non andrò certo a letto con altre donne! >
< Oh, così giovane e così fedele? Ma non ti preoccupare... tutti possono cadere in tentazione... che ti costa soddisfare una povera ragazzina che vuole solo farti diverire? >
Sussurrò accattivante Namipetua, bloccandogli i gomiti e mettendosi a cavalcioni su di lui.
Con un colpo deciso la ribaltò facendola cadere per terra e picchiare violentemente il sedere. Così almeno non avrebbe fatto cadere in tentazione nessuno per un bel po'.
" Sfigata sì ma cornuta no" Pensò tra sè Acenzo mentre entrava in casa con la velocità di un uragano.

Entrò in casa del curato, nella stanza accanto a quela dove si trovava il parroco, e si avvicinò alla porta. Quello che sentì gli cancellò istantaneamente ogni dubbio.
< Possibile che quel bastardo debba sempre tenermi sulle spine e con le mani legate?! >
D' istinto, le pupille si strinsero, strappò la maniglia della porta, mirò il curato, lo prese per il bavero  e lo sbattè con foga rabbiosa contro il muro!
< TU! CHI E' CHE TI MINACCIA?! CHI E' CHE NON VUOLE CHE MI SPOSI?!? >
 Don Baggyondio, che era abbastanza vecchiotto, comprese che stava per far raggiungere il limite ad un ragazzo con la metà dei suoi anni e il doppio della forza, così fece la cosa che più si addiceva a momenti di emergenza sotto pressione come questo : si mise a piagnucolare.
< P-Pietà bestione! Ti- Ti dirò tutto se mi lasci libera la gola! >
Infatti Acenzo era passato dal bavero direttamente alla gola, alla mercè della sua stessa collera.
Dopo aver tossito un po', Don Baggyondio ammise:
< So-Sono stati due Bravi a costringermi... mandati da Don Kiddrigo... >
< Argh! Quel figlio di puttana! > Ringhiò correndo in fretta e furia fuori dalla porta, lasciando un Don Baggyondio che al posto della gola ormai aveva una clessidra.


                                                                               *... sulla strada per la casa di Tashigicia... *

< Se prendo quel Kiddrigo... lo faccio diventatare un ibrido col corpo da europeo e il sedere d' africano con tutte le mazzate che gli darei!! >
Acenzo stava letteralmente bollendo dalla rabbia, tanto che se avesse osato mettersi anche uno straccio addosso, probabilmente sarebbe finito a terra tristemente carbonizzato. Tutta questa furia veniva non soltanto dall' aver appreso che il matrimonio tanto atteso con la donna che amava sarebbe stato ritardato o annullato del tutto, ma anche dalla frustrante realtà dove Don Kiddrigo era intoccabile, circondato da schiere di uomini che sparavano proiettili di agalmatonite e protetto dalla sua stessa forza sovrumana.
Praticamente il ragazzo aveva le mani legate, e ciò che odiava di più era essere vincolato, limitato, ristretto, senza poter fare tutto ciò che voleva e sentirsi libero. Non c' è che dire, Acenzo non era nato per quella vita di filatore che gli imponeva una cieca sottomissione al potente di turno.
Ma sapeva anche che se avesse dato sfogo a tutto l' impeto che aveva nel sangue, probabilmente a pagarne le conseguenze sarebbero state le persone più deboli tra quelle che amava: Bonneygnese, Tashigicia...
Già, Tashigicia.
Si ricordava ancora il loro primo incontro. O scontro. Dipende dai punti di vista.
                             

                                                                                                        --- Flashback ---

Acenzo era andato in quella fattoria per prendere la lana necessaria per il suo filatoio. Arrivato, aveva visto un gruppo di contadine intente a mietere le spighe dorate di saporito frumento. Erano tutte concentrate ne loro lavoro, tranne una.
Ace notò che due sfere scure lo stavano scrutando; troppo attente per lasciarselo sfuggire, troppo timide per farsi avanti.Il moro assottigliò lo sguardo, cercando di definire il suo viso, ma questo era sfuggente, si nascondeva cauto tra le spighe.

Arrivò nell' edificio, dove una sacca capiente di lana lo stava attendendo. Ma non fece in tempo a sfiorarla che una spada quasi gli tranciò la mano.
< Fermo! >
Il ragazzo, colto di sorpresa, girò di scatto il capo, ritrovandosi davanti gli stessi occhi ombrosi di prima, che però adesso fiammeggiavano di determinazione e sicurezza.
< Vattene ladro! Il compratore di questa lana sta per arrivare, e non ti lascierò nemmeno sfiorarla! Abbiamo bisogno di quei soldi per andare avanti, e non lascerò nemmeno che tu infanghi la reputazione sicura di questa cascina! >
< Sono io il compratore! >
< A chi vuoi darla a bere? Sei vestito con quattro stracci, di sicuro sei un povero diavolo che non ha di meglio da fare che rubare le ricchezze altrui! >
< Ah sì? Va bene, se la pensi così affrontami! > Ringhiò con un sorriso aggressivo e accattivante il ragazzo: aveva proprio voglia di sgranchirsi un po' le ossa.
< WAAAAAAAAAAH!!!! > Fu il grido di battaglia di Tashigicia.
La spada sfrecciò in verticale, in orizzontale e ai lati, ma il moro riusciva sempre a spostarsi dalla parte opposta un pelo prima di essere trafitto, allora cercò di mirare in basso tagliandogli le gambe, ma questo con un balzo riuscì a schivarla, per poi buttarla a terra fermadole i gomiti con i piedi, e lei cercò freneticamente una vìa di fuga, legò le sue caviglie al collo del nemico tirandolo indietro, soffocandolo, ma questo riuscì a infilare la sua gamba dietro la coscia della mora, non riuscendo però a evitare di essere ribaltato, ma dopo l' impatto afferrò la spada caduta e la puntò al collo diell' avversaria, che, prontamente, fece forza con i talloni sulla piegatura del braccio che impugnava la spada, facendola perdere un' altra volta, allora gli saltò addosso, e lottarono per chi doveva stare sopra a tenere fermo l' altro. Rotolarono, si ribaltarono, si tennero fermi in quanti più modi possibili, ma alla fine, anche se entrambi erano privi di fiato e respiravano a fatica per lo sforzo, Acenzo riuscì a prevalicarla, impedendole di compiere qualsiasi movimento, semplicemente col la forza del suo peso. Questa, dal canto suo, non trovava più la forza per ribellarsi a quel corpo troppo forzuto e muscoloso, e apparte qualche vana pressione, ormai non poteva fare più nulla.
Acenzo si fermò un attimo ad osservarla, e il suo respiro cominciò a tornare regolare. Sotto di lui c' era una contadina con la pelle color del latte appena munto, che era in netta spaccatura con gli altri elementi colorati che completavano il suo volto. I capelli erano di un blu scuro, come lo è una notte di mezz' estate. Le iridi, sebbene avessero lo stesso colore, in quel momento non trasmentevano calore e tranquillità, ma rimorso e vergogna per essere stata sconfitta. Il che si abbinava perfettamente con le labbra, o meglio, con l' unico labbro visibile, dato che l' altro era morso tra i denti in una dolorosa espressione frustrata.

Acenzo, non avendo il coraggio, o meglio, la crudeltà di finirla, si levò in piedi, porgendole la mano.
Tashigicia ebbe un attimo di esitazione, ma, realizzando che se sarebbe morta lei nessuno avrebbe potuto difendere le sue disarmate compagne, allungò la mano a quella che le era stata porsa, afferrandola saldamente, tirandola su.

In quel momento, il padroone della cascina entrò.
< Ah, Acenzo! Come sta il mio primo acquirente? Oh, vedo che hai già incontrato una delle nostre contadine, Tashigicia! E, se ne hai bisogno, non farti problemi a chiederle qualsiasi cosa! Forza ragazza, aiuta il signore a portare vìa la lana! >
Tashigicia diventò gialla, arancione, rosso chiaro,rosso, rosso acceso, rosso cremisi, rosso eruzione vulcanica e fra poco bordeaux
< S-S-s-subito-o!!! > Urlò correndo come una disperata con i sacchi di lana in mano, arrivando più veloce di una Vespa al carro di Acenzo con tutti e 12 sacchi di lana in una sola volta.
Inutile dire che Acenzo era morto in due dalle risate.


Quando il proprietario li lasciò di nuovo da soli, i due poterono conoscersi meglio.
< Non ho mai visto una contadina combattere, perdipiù con una spada >
< Lo so, non è qualcosa che si vede tutti i giorni... neppure il padrone non ne sa nulla... il punto è che qui siamo solo donne, e vengono molti criminali qui pensando di trovare un bottino facile. Quindi ho imparato a usare la spada... non permetterò a nessun uomo di toggliermi ciò che mi è caro! >
Diceca così, ma era pur sempre stata battuta da Acenzo. Questo la guardò con tenerezza. Aveva grandi sogni, ma non era ancora in grado di realizzarli. Proprio come una bambina.
Le strofinò i capelli dolcemente, e questa gli donò un sorriso altrettanto delizioso.
< Comunque... SCUSA SCUSA SCUSA!!! MI SPIACE, NON VOLEVO, NON NE SAPEVO NULLA E' STATA TUTTA COLPA MIA, SONO IMPERDONABILE , NON LO FARO' MAI PIU' TE LO GIUR.. >
Le insistenti scuse di Tashigicia ebbero una battuta d' arresto quando le labra di Acenzo si posarono candide sulla sua fronte. Un piccolo bacio intimo, innocente e dolce.

Passarono mesi, e i due si conobbero meglio. Parlarono di vari argomenti, scherzavano, ridevano...
Acenzo scoprì una Tashigicia premurosa, affettuosa e determinata, a volte timida.
Tashigicia vide in Acenzo un ragazzo genuino, dinamico e  divertente.

Tutto continuò così finchè lui non le fece la proposta di matrimonio, che lei, in lacrime, accettò.

Ma il tempo per pensare era finito: era arrivato a casa della sua amata.























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Capitolo 3
*** Il terribile Kiddrigo ***


Promessi Sposi cap 3 Capitolo 3

Il nostro caro e pacifico Acenzo arrivò come un tornado di fuoco a casa di Tashigicia.
Questa era tutta addobbata per la gran festa: c' era un gran banchetto già preparato con posate e piatti abbastanza capienti da contenere l' abbondante e gustosa carne di cappone, che sarebbe stata servita con un ricco contorno a base di spezie e patate.
Attorno alla piccola casa pendevano nastri lucidi di vari colori che davano un' aria gioiosa e allegra alla festa che sarebbe stata l' alba del loro matrimonio.
E sì, Tashigicia e sua madre erano molto povere, ma tutti gli invitati che erano presenti avevano donato un soldo per organizzare tutto ciò.
A proposito di quelle due...
Acenzo le fece chiamare, e presto le due donne arrivarono.
Bonneygnese, la madre di Tashigicia, era vestita con quattro stracci che a malapena coprivano il suo tonico corpo, che era rimasto inalterato anche dopo il parto: vestiti che ben si addicevano alla sua personalità sbrigativa e a tratti scorbutica. A differenza di Namipetua, che si vestiva praticamente solo con l' intimo per ragioni che tutti immaginiamo, Bonneygnese non metteva vestiti lunghi perchè le causavano prurito e non riusciva a muoversi bene. Tashigicia invece era vestita con un abito semplice e delicato, un po' come lei, nel suo giorno speciale.

< Alleluia Acenzo è arrivato! Allora non dobbiamo andare a prenderlo con la carrozza! > Lo canzonò quella simpaticona di  Bonneygnese
< Andiamo, mamma, non dire così! L' importante è che sia qui e che adesso possiamo dare il via al matrimonio! > Sorrise Tashigicia con sguardo sognante.
< Lo rimandiamo. >
< Eh? >
< L-O--R-I-M-A-N-D-I-A-M-O >
< Ma... perchè? >
< Ah non lo so, dimmelo tu perchè lo rimandiamo, così puoi stare con quel tuo amante che ha una bruschetta al posto dei capelli... > Acenzo parlò con un' aspra nota di stizza, che si sentì soprattutto nell' ultima frase.
Pensava seriamente che la candida donna che amava lo avesse spudoratamente tradito con quell' uomo, che con quel patrimonio a 6 cifre che si ritrovava e al suo potere incontrollato, poteva far cadere ai suoi piedi chiunque. Qualunque donna. Si diceva che persino una suora lo avesse pregato di sposarla.
E lui, povero diavolo filatore, che poteva fare?

< Acenzo... prima di incontrarci mi è capitata una cosa. Qualcosa che non ti ho ancora rivelato.>
Qualche mese prima del loro  incontro,Tashigicia stava uscendo dalla filanderia con un pesante cesto di vestiti da lavare, insieme alle sue compagne.
Ma non sapeva di essere seguita da un uomo massiccio e robusto, di grande altezza, i cui i vigorosi muscoli ben riempivano il gran petto, lucidi, quasi cristallini, grazie al colore avorio della sua carnagione. Salendo con lo sguardo, l' occhio era colpito da un uragano ardente di capelli rossi, che quasi come fiamme al vento si sparpagliavano ribelli sul suo capo. Ma a metà strada tra corpo e capelli c' era il viso. Tappa che molti occhi saltavano, perchè non osavano fronteggiare uno sguardo tale. Uno sguardo animale, sanguinario, aggressivo come pochi, le cui iridi color ambra erano i boia. Se il naso mostrava una frattura, prova che qualcuno gli si fosse ribellato contro, il sorriso dava la conferma che quel tale se n' era pentito amaramente.Un sorriso che invece di mostrare i denti mostrava le fauci, contornato da due labbra eccessivamente rosse, forse a dimostrazione che anche parlando poteva far sanguinare il sangue rosso come le sue labbra. Kiddrigo trasudava virilità da tutti i pori.

Ma, al contrario di quanto si pensi, anche a questo genere di persona piaceva divertirsi, in particolare se era in compagnia del suo migliore amico, nonchè cugino, Killerilio.

Kiddrigo e Killerilio stavano camminando, parlando come due lords di Cambridge, ovvero facendo a gara su chi avesse visto il culo femminile più bello ( cosa ardua da determinare visto i vestiti dell' epoca), quando si ritrovarono dietro a un gruppo di ragazze che stavano portando pesanti cesti di vestiti da lavare.
Killerilio, chiamato er pannocchia per i suoi folti e fluenti capelli color miele lunghi fino al ginocchio, decise di divertirsi un po'.

< Oi, Kiddrigo, che ne dici di mostrarmi se sei così arrapante per le donne ? >
< Tsk, quelle là? Sono tutte santarelline coperte, non mi attizzano. >
< Credo ti interesserebbero invece, se una di loro ti facesse vincere una scommessa >
< Quale scommessa?! >
< Quella che abbiamo appena fatto: scommetto che non riuscirai a portarne a letto anche solo una di quelle lì entro l' 11 novembre >
E stavolta le iridi di Kiddrigo furono scosse da un sussulto, perchè adesso c' era in ballo il suo orgoglio: una delle poche cose di cui gli importava veramente.

Guardò le ragazze una ad una, le scrutò, le osservò bene e le squadrò.
Eppure  no. Non era ancora riuscito a scegliere la sua preda.
Eustass Kiddrigo assomigliava più a un giaguaro selvatico concentrato su quel gruppo di ragazze che ad un uomo, per l' attenzione e la concentrazione che gli stava dedicando.
La sua 'gazzella' ideale doveva essere sì una ragazza debole in confronto a lui, ma neanche indifesa: infondo, il gusto della caccia è inseguire una preda sfuggente e veloce,  ma che sa difendersi, per poi assaporarsela meglio come conquista quando l' avrebbe presa e sbranata.

Quindi, decise di agire.
Piombò sul gruppo di ragazze come un animale selvaggio, pronto ad aprire le proprie fauci, le ragazze impietrite per lo spavento non riuscirono a fare un passo, si coprirono gli occhi con le mani, con le braccia, urlarono terrorizzate, sbiancate alla vista di un uomo temibile e terribile che stava incombendo famelico su di loro indifese e vulnerabili



quando una scia argentea si parò di fronte a Kiddrigo, accecandolo.


Sentì la guancia sinistra bagnata del suo sangue.

Una di quelle donnicciole aveva OSATO ferirlo.
Quando la sua vista tornò, vide una giovane femmina con i denti digrignati e gli occhi ostili:
< Ecco la mia gazzella >




< Di' un po', sai chi sono io? >
< Uno stordito megalomane che fa quello che gli pare senza badare alle conseguenze >

...
< TU... >
Le prese entrambe le mani
< ... E' MEGLIO PER TE... >
La sollevò in aria
< ... SE NON SFIDI LA MIA PAZIENZA... >
Premette il dito sul tendine del suo polso, fino a farle cadere l' arma
< ... OPPURE... >
Il viso della ragazza era ormai a un soffio dal suo, ormai poteva sentire il calore della sua pelle
< ... NON ESITERO' A STACCARTI LA GOLA A MORSI >
Al suono di quelle parole il corpo della ragazza si ghiacciò istantaneamente. Aveva davanti QUEGLI occhi, QUEL sorriso. Il suo sguardo era brutale, brutalmente rude. Le iridi, se si posavano su di te, ti scioglievano nell' acido. E il suo sorriso abominevole, sadico, no, non era un sorriso, era un ghigno spudorato, infernale.
Tutto questo attraversò la mente della ragazza mentre era costretta dalle braccia del rosso a guardarlo, a guardare un tale mostro.

Ottenuto l' effetto desiderato, Kiddrigo la lasciò andare.
La ragazza cadde a terra, trattenendo a stento le lacrime, sentendosi il volto avvampare sempre più per la tensione di prima.

< Non sapevo che anche le contadinelle avessero delle armi >
< Ridammela! >
< Armi? Quella spada scheggiata si può a malapena usare per tagliare il grano >
Killerilio, prima stupito perchè persino lei possedeva armi, iniziò a osservare con più cura la spada, o almeno ci provava visto che il suo viso era nascosto da una maschera.
< 'Tashigicia' >
< Eh? >
< E' il nome scritto sulla spada. Dev' essere della proprietaria, oppure l' ha rubata >
< Io non mi permetterei mai di rubare nulla! >
< E così possiedi un' arma, eh?
Sarebbe un vero peccato se il padrone per cui lavori dovesse venire a saperlo... > propose Kiddrigo con voce melliflua
< Già, di sicuro ti accuserà di vandalismo e ti licenzierà... e con la carestia che c' è, se sei a corto di denaro e cibo sei una donna morta. >
< Tsk... >
Tashigicia digrignò i denti. Sapeva anche lei che avevano ragione. Cazzo.
< Percui, visto che mi stai simpatica e adoro le donne di carattere...
ti propongo un patto: tu vieni a letto con me senza fare storie, mentre io non dirò una parola sulla tua spada. E se quelle oche da giardino > indicò il gruppo di ragazze
< dovessero cantare, hai la mia parola che le spazzerò via seduta stante. >
Beh, sull' ultima frase non c' erano dubbi.

' Non posso dargliela vinta. Non così. Non può obbligarmi a fare una cosa del genere. E' soltanto uno schifoso criminale arrogante e pieno di sè. Dargliela vinta significherebbe solo aumentare il suo ego.
Però... però hanno ragione, diamine. Se vengo licenziata per me è finita. Inoltre... anche se non l' ha detto, è probabile che faccia del male alle mie compagne per ottenere il mio sì '

Strinse le mani in pugni

' Quindi '

Alzò il volto, con lo sguardo più determinato che mai

< RAGAZZE, FUGGITE! >
Urlò, mentre spingeva quella massa di fanciulle nel bosco, lo faceva in fretta e furia, doveva metterle in salvo, almeno loro, non dovevano pagare per lei !
 < UAAAHHH!!!>
< NON SPINGERE!! >
< AHIA! >
< NON C' E' TEMPO, MUOVETEVIII!!!!! >
< CORRETE RAGA!!! >
< NEL BOSCO, VELOCII!! >
< FORSE CI INSEGUONO, SVELTEEE!!! >
Le ragazze stavano disperatamente fuggendo nel bosco, dove almeno lì sarebbero state al sicuro
< E ora a noi, Kiddrigo! >
I due uomini si avvicinarono a lei, la misero le spalle al muro, impedendole di scappare, coprendo il sole talmente erano alti
< Sei soltanto uno sporco criminale, e io non ho intenzione di sottostare a un uomo del genere!
Fai quello che vuoi, manda pure la spada al mio padrone, non m' interessa!
Io me la saprò cavare, la mia vera condanna è accettare uno squallido patto con un idiota arrogante come te!!! >
Gridò a squarciagola.

Stavolta furono i due uomini a rimanere impressionati, Kiddrigo specialmente.
Era da sempre abituato a gente vigliacca e viscida che pur di non essere messa alla forca gli leccava i piedi. Gente alla quale bastava il suo carattere impetuoso, il suo potere e il suo denaro per essere manipolata nei più svariati modi. Gente egoista che pensava solo al proprio tornaconto.
Invece quella ragazza, a dispetto del suo sesso, che la rendeva più debole di lui, e della situazione difficile in cui si trovava, gli aveva dato il benservito. Aveva pensato prima all' incolumità di chi le stava vicino, per affrontare entrambi da sola.
' Complimenti, sono colpito' pensò Kiddrigo
' Tashigicia' lesse il nome sulla spada
' Me lo ricorderò '

< Tieni. >
Kiddrigo le lanciò la spada.
< Ehi, Killerilio, torniamo al castello >
< Meglio >
< E comunque, ragazzina, non finisce qui >









Tashigicia finì di raccontare, quando il suono di denti che stridevano e quello di una vena pulsante la fecero preoccupare non poco.
Acenzo era avvolto da un incendio di fuoco, mentre la sua faccia assomigliava seriamente a quella del demonio
< C-H-E--C-A-Z-Z-O--H-A--F-A-T-T-O--Q-U-E-L--F-I-G-L-I-O--D-I--U-N-A--N-U-T-R-I-A-??????????????????????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >
< Ehi, Acenzo, vuoi un po' di the con i pasticcini? >
< Mamma... >
< MA IO GLI SPACCO LA FACCIA!!!!! >
E sclerando come un forsennato uscì di casa, talmente veloce e imbestialito da rompere la porta dopo averla sbattuta.




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