Le Avventure Di Fenitt'ero, Cora E Law

di Mephi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Law ***
Capitolo 2: *** Mamma ***
Capitolo 3: *** Fenitt'ero e Cora ***
Capitolo 4: *** Programmi Televisivi ***
Capitolo 5: *** Animale Domestico ***
Capitolo 6: *** Foto ***
Capitolo 7: *** Bagno ***
Capitolo 8: *** Febbre ***
Capitolo 9: *** Amici ***
Capitolo 10: *** I Modi Di Dimostrare Amore Fraterno (Secondo Rocinante Donquijote) ***
Capitolo 11: *** Troppo Alto ***
Capitolo 12: *** Fidanzata? ***
Capitolo 13: *** Interrogatorio ***
Capitolo 14: *** Baby Sitter ***



Capitolo 1
*** Law ***


Le Avventure Di Fenitt'ero,Cora E Law.


Law


Quando Doflamingo aveva salutato suo fratello, quella mattina, si sarebbe aspettato di tutto. Che fosse tornato con ferite da guerra, unicorni parlanti o direttamente con una Winx.
Ma con un marmocchio, questo no, non se lo aspettava.
Ora entrambi si trovavano nel piccolo corridoio che anticipava il salone, dove si respirava aria di guerra.
«Cos'é quello, Roci?» chiese il maggiore osservando il bambino che il fratello stringeva tra le braccia. Rocinante rivolse un breve sguardo al piccolo e lo strinse a sé con il braccio sinistro, mentre quello destro frugava nelle tasche.
Ah, giusto, Rocinante era muto per colpa di qualche trauma infantile o cose simili che Doflamingo non aveva intenzione di ricordare. Poco dopo il minore gli porse un biglietto. Si era anticipato le risposte?
"Un bambino: Law. Saluta Law, Doffy, non fare il cafone come sempre" quelle parole lessero gli occhi di Doflamingo dietro le lenti dei suoi stravaganti occhiali.
«Quel marmocchio non rimane qui!» esclamò allora, pronto a stracciare il foglietto, se non fosse che Rocinante gli fece segno di girare il pezzo di carta.
"Si che rimane, o vuoi che quel tuo piccolo segreto venga svelato al mondo dal tuo amato fratellino?" piccolo figlio di santa donna qual era loro madre!
«Ti ho insegnato bene, Roci. Rimane, ma io non me voglio sapere nulla!» e con quella frase a passo di camminata da Cowboy Doflamingo tornò nella sua stanza.
«Tranquillo Law.» sussurrò il non troppo muto Rocinante al piccolo Trafalgar che guardava i pendagli a forma di cuore del cappello rosso dell'uomo con strano interesse.
«Ci pensa Zio Roci a te.» e una manina pallida afferrò uno dei pendagli a forma di cuore, strattonando piano.
Un'alleanza era appena nata.

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Capitolo 2
*** Mamma ***


Mamma




Era passato un anno e mezzo da quando Rocinante aveva avuto la geniale idea di adottare Law, cosa che aveva costretto Doflamingo a utilizzare il metodo "Se Non Lo Vedi, Non C'é" quindi restava il più lontano possibile dal mocciosetto.
Peccato solo che Law sapesse come far sentire la sua rumorosissima esistenza. Un anno e mezzo trascorso tra gli odori stomachevoli che produceva il santo stomaco del piccolo e tra urla notturne che nascevano senza una motivazione. Anzi, una motivazione l'avevano e Doflamingo lo sapeva. L'univo obbiettivo della Carogna era distruggere, polverizzare, annientare, il suo essere.
E ad aiutare il moccioso nell'impresa c'era Rocinante - perché Doffy lo sapeva, ne era certo, che tra i due ci fosse un'alleanza ai suoi danni - che quel giorno gli aveva affibiato Law e ed era andato via.
Se fosse tornato con un altro bambino avrebbe commesso un fraticidio.
Comunque era stato due ore a assicurarsi che il moretto non combinasse guai o si ferisse in qualche modo.
Nel quadro generale, però, tutto era andato bene e trascorse le due ore, Rocinante era tornato con la spesa - la spesa, ecco perché era uscito! - assicurandosi subito che Law stesse bene e che quel pazzo sadico del fratello non gli avesse fatto nulla.
«Stá bene.» per ora, assicurò Doflamingo continuando mentalmente la frase mentre un sorriso indefinibile gli compariva in volto, a metá tra il sadico e il divertito. Il minore dei Donquijote sospirò di sollievo nel costatare che effettivamente il piccolo Trafalgar era in ottima salute e ringraziando ogni Dio esistente e non per averlo protetto.
Il sorriso di Doflamingo si spense in un attimo, sbuffando - quanta poca fiducia riponeva in lui il caro fratellino? - così considerando terminato il suo lavoro voltò le spalle ai due e fece per andarsene, se non che...
«Ma-'a.» la prima parola di Law. Fa che si riferisca a Rocinante, fa che si riferisca a Rocinante, fa che si riferisca a Rocinante, fa che... uno schioccare di lingua da parte del fratello minore fece voltare appena Doflamingo che incontrò lo sguardo di ghiaccio del moccioso... Su di lui.
Con orrore notò il foglietto che un ghignante Rocinante gli stava mostrando con troppo spavalderia.
"Te l'avevo detto, io, che ti saresti pentito di quella pelliccia rosa..."

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Capitolo 3
*** Fenitt'ero e Cora ***


Fenitt'ero e Cora




Rocinante aveva preso il vizio di raccontare a Trafalgar delle favolette prima di andare a dormire. Chiaramente, se solo avesse osato accennare a streghe cattive o principesse da salvare, il piccolo di ormai 2 anni e mezzo l'avrebbe esiliato dalla sua stanza fino a data da destinare. Quindi era stato costretto a mettere in moto la fantasia, e la sua mente aveva creato la storia di Corazòn, l'eroe coraggioso della storia senza alcun timore con solo il piccolo problema di essere un po' sbadato; il malvagio Fenicottero, chiamato così per merito - o colpa - della perenne pelliccia piumata che portava sempre; e il piccolo Lawone - non aveva trovato nome migliore - che era il piccolo prigioniero che Corazòn doveva salvare da Doflam- Fenicottero! Si, bhe, poi ogni riferimento alla vita e ai personaggi reali era puramente casuale.
Stá di fatto che una mattina il piccolo Trafalgar, che a quella favola ci si era appassionato, si era impossessato del divano nel salotto e si era messo ad analizzare i due coinquilini.
Se Doflamingo lo ignorava, degnandolo solo di qualche breve occhiata - con il tempo cominciava ad apprezzare quel moccioso, tanto da poterlo considerare suo futuro erede: silenzioso, calcolatore, non come quando era un moccioso urlante: praticamente perfetto - Rocinante l'osservava stranito e perennemente attento, come se da un momento all'altro il piccolo avesse potuto compiere un massacro.
Quando la cosa si protrasse per 3 ore e mezza Rocinante si sedette accanto a Law, consegnandoli un biglietto.
"Cosa stai facendo?"
«Vi osservo.» fu la pronta risposta del moro che fece una piccola pausa a effetto per poi continuare.
«Sei tu Cora-san.» constatò indicando Rocinante per evidenziare il concetto. Beccato. Tutto questo accadeva davanti a un ghignante e divertito Doflamingo.
«E lui...» riprese Law puntando il Dito Accusatore ora contro il maggiore dei due.
«É Fenitt'ero.» ora, Law sapeva parlare ma a quanto pareva la pronuncia di parole complesse come "fenicottero" non gli riusciva bene. Il sorriso di Doffy si spense lentamente e il suo sguardo protetto dagli occhiali si spostò su Roci intento a scrivere qualcosa su un post-it preso dal tavolino di vetro di fronte a lui, finito il lavoro gli mostró tutto il contenuto del post-it ora scritto.
"Ha fatto progressi. Guarda il lato positivo, ora non ti chiama più Mamma." e Donquijote Doflamingo non poté che scoppiare a ridere quando poco dopo l'adorato fratellino cadde a gambe all'aria inciampando sui suoi stessi passi.
Dolce Vendetta.

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Capitolo 4
*** Programmi Televisivi ***


Programmi Televisivi




Law aveva raggiunto i 3 anni, e più cresceva più Doflamingo si rendeva conto che non tutto in quel bambino fosse normale.
Un esempio? In quel momento il piccoletto era intento a guardare - con interesse, troppo per un bambino di 3 anni - un documentario su cosa fosse l'aneurisma. Doffy non ci capiva nulla, sapeva solo che con tutte quel sangue e teste aperte avrebbe fatto digiuno per una settimana. E si stupì, invece, dell'espressione neutra di Trafalgar.
Ora, non che il maggiore dei fratelli Donquijote se ne intendesse particolarmente di cosa facesse bene e cosa male far guardare ai bambini, ma quello, per tutte le pellicce del mondo, quello era certo non andasse bene.
Dunque con cautela allungò la mano sul tavolo dove si trovava il suo obiettivo e afferrò, lesto, il telecomando.
Un attimo dopo al posto di sangue e sale operatorie e uomini barbuti che spiegavano, serafici, come agire, c'erano i Teletubbis.
L'espressione di Law si fece rapidamente allibita davanti a dialoghi al limite dell'assurdo e quattro cosi vestiti in modo strano - anche se di gente vestita in modo strano la vedeva ogni giorno dato che ci conviveva. - che giá odiava. Piano, con calma degna dell'assassino che si volta verso la vittima nei film horror, si volse verso Doflamingo - la vittima in questione - che aveva deciso di cambiare canale proprio mentre arrivava la parte più importante e che Law adorava: l'operazione.
«Rimetti quello di prima.» un ordine di un bambino di 3 anni che in quel momento pareva un qualche generale veterano di guerra.
«No.» rispose ghignando il Fenicottero, stringendo nella mano il telecomando, un chiaro segno di sfida.
«Lo dico a Cora-san!» ecco, ora la situazione aveva preso quel verso infantile che sarebbe dovuto essere normale.
«Ti ricordo che sono il maggiore, in questa casa.» il piccolo serrò i denti a quell'affermazione, incredibile quanto fosse capace di creare un'aura minacciosa attorno a sé a quell'etá.
Fu un attimo, un ombra passò veloce davanti gli occhi del biondo, si sentì sottrarre velocemente il telecomando, per poi consegnarlo a Law. Che ghignava. Carogna.
Rocinante era tra i due, in tutto il suo splendore, mezzo nudo dato che era uscito dal bagno - mentre si faceva la doccia - annodandosi velocemente un asciugamano in vita e salvando Law dal Fenicottero Malvagio E Incazzoso. Ah, e un turbante in testa.
«Lo vizi.» disse seccato Doffy davanti allo sguardo accusatore del minore, mentre un Law consapevole della vittoria rimetteva il canale di poco prima.
Roci tornò in bagno - cadendo sulle scie d'acqua che lui stesso aveva creato abbandonando il bagno - mentre Doflamingo decideva di uscire per stare il più lontano possibile da quei due che erano insopportabili e - anche se non l'avrebbe mai ammesso - invincibili.
Dannatamente invincibili.

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Capitolo 5
*** Animale Domestico ***


Animale Domestico




Da una settimana a quella parte, sul balcone dei Donquijote c'erano due nuovi coinquilini di cui Rocinante si prendeva cura.
Erano due pulcini di una razza di volatile indefinita, che passavano il tempo a cinguettare, ma non quel cinguettio musicale, dolce, che si sente di mattina, - nei film - no. Era un cinguettio isterico, initerrotto, per una settimana. Se Doflamingo non aveva ancora buttato il nido di sotto era stato solo perché aveva una certa affinitá con i volatili, ed era per quello stesso motivo che alla richiesta di quella mattina di Roci di andare a comprare del cibo a quei due aveva accettato.
Peccato che una volta tornato a casa trovò il fratello nella piccola aiuola sotto la loro dimora, testa china, immancabile pelliccia nera e sigaretta tra le labbra.
Davanti a lui un cartellone piantato nel terreno con su scritto:


"Qui giacciono Aquila e Falco, due coinquilini migliori di quegli altri due umani che hanno incontrato la loro fine troppo presto ma, a detta del loro assassino, per soddisfare certe curiositá. R.I.P"



«Cos'é successo?» chiese il maggiore dopo aver letto velocemente la scritta. Roci frugò nelle tasche alla ricerca di un foglietto e non trovandolo decise di ignorare il fratello concedendoli solo una veloce alzata di spalle. Doffy, sbuffando, si diresse verso casa, pronto a cercare Law, che sicuramente sapeva qualcosa.
«Vivisezione.» lo stesso Law che, vedendolo entrare in casa pronunciò quella parola a mo' di spiegazione, e ci volle poco più di un istante per collegare ogni cosa.
Doffy, lentamente, si avvicinò al piccoletto, dandogli uno scappellotto dietro la testa.
«Questo é perché hai ucciso quei due.» spiegò brevemente il piumato dando poco dopo una pacca sulla spalla al piccolo.
«Questo perché stai crescendo bene.» e ghignando sparì in cucina.
Amante dei volatili si, ma svegliarsi ogni giorno con quei due isterici, no. Anche se forse Law aveva modi un po'... Drastici.
Da quel giorno Rocinante - per preservare l'incolumitá di ogni animale - si promise che in quella casa non ci sarebbe mai stato un animale domestico.
Ancora oggi, ogni domenica, porta dei fiori a Aquila e Falco.

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Capitolo 6
*** Foto ***


Foto




Quella mattina, il destino - avverso, tanto per cambiare - aveva deciso che Rocinante Donquijote avrebbe trovato l'album di foto di famiglia.
Ora, con "album di foto di famiglia" s'intende un quaderno che sia sul fronte sia sul retro era nero e rosa e portava scritto "Album di foto di Roci e Doffy".
Quell'album era stato creato dai due fratelli in giovanissima etá, un pomeriggio pieno di noia. E infatti lo strumento non aveva alcuna foto in sé.
Tragedia.
Quello doveva aver urlato il cervello di Roci che subito aveva sentito il bisogno di rimediare.
E ora si trovavano tutti insieme allegramente - ma neanche tanto - nel parco poco distante da casa, dove Doflamingo sperava di essere stato adottato, pur di non avere lo stesso patrimonio genetico del minore - ma probabilmente l'intelligenza, lo charme, il gusto e il senso della moda l'avevano data tutta a lui, i suoi genitori. Modesto, si - mentre un quanto più indifferente possibile Law fingeva di non conoscere le due figure piumate anche più dei cigni del lago, che erano intenti a portare a termine dei servizi fotografici.
Inutile dire che chi passava di li lo faceva o ridacchiando o guardando straniti i tre. Rocinante invece si stava divertendo un mondo nelle vesti di fotografo essendo certo di averne la stoffa - che poi, per colpa del suo essere imbranato metá delle foto vennero mosse, era solo un dettaglio. -
"Doffy, fammi un'espressione sensuale!" scrisse il minore al fratello che - con vergogna sconfinata di Law - gli dava anche corda.
"Doffy ora un ghigno sadico! Dai, che ti vengono bene i ghigni sadici." rimasero li fino al pomeriggio, facendo a turno per le foto, poi, finalmente, tornarono sulla strada di casa, se non fosse stato per l'impellicciato nero che si fermò pensieroso.
«Roci? Muoviti, dobbiamo tornare a casa.» gli fece presente il maggiore guardandolo e fermandosi a sua volta con Law.
«Per la cronaca: io altre foto non le faccio.» aggiunse Law certo che quella giornata fosse solo da dimenticare.
Rocinante sorrise, di quei suoi sorrisi che arrivavano da orecchio a orecchio e non avendo più foglietti a disposizione - gli aveva usati tutti per dare indicazioni per le foto - prese a scriversi sulla mano.
"Manca la foto più importante: quella di famiglia." e subito rimise mano alla fotocamera mentre Doffy si preparava per l'ultimo scatto e Law sospirava, arreso.
Quel giorno "Album di foto di Roci e Doffy" cambiò nome in "Album di foto di Roci, Doffy e Law" e si riempì delle foto più strane - Roci che sembrava combattere con un cigno su chi avesse le piume più belle, Doffy impigliato a un albero che tentava di liberarsi, e Law seduto su un'altalena a leggere - ma quella che spiccava sulla prima pagina del malandato album era una foto dei tre, insieme; al centro un Rocinante sorridente che con il braccio destro avvolgeva il collo del fratello - che aveva un ghigno stampato in faccia - e con l'altro teneva stretto un Law che era stato preso alla sprovvista e aveva uno sguardo a metà tra il confuso e il sorpreso.
Una foto.
La foto.
La Foto Di Famiglia.

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Capitolo 7
*** Bagno ***


Bagno




Okay, cominciava a perdere la pazienza. Erano due ore che rimaneva fuori dalla porta del bagno, in compagnia di quel moccioso dall'espressione leggermente annoiata, ad aspettare che Rocinante uscisse.
E invece no, il minore continuava a rimanere internato lì dentro.
«Sei caduto nel cesso, Roci?» chiese Doffy mentre una vena si rendeva visibile sulla sua fronte, pulsando. Poco dopo un biglietto comparve sotto la porta.
"Non dire parolacce davanti a Law!" Doflamingi respirò profondamente, mordendosi la lingua e chiudendo gli occhi. Calmo. Doveva rimanere calmo.
«Se non esci tra un minuto sfondo la porta.» aveva un bel modo di rimanere calmo. Law intanto guardava il Fenicottero mentre incrociava le braccia e attendeva una risposta-biglietto. Si, lo divertiva un mondo vederlo arrabbiato, e a quanto pareva divertiva anche il minore chiuso in bagno che spiava Doffy dalla serratura ridacchiando nel modo più silenzioso possibile mentre infilava un'altro biglietto di risposta sotto la porta.
"Mi stò facendo bello per te~" si stava prendendo gioco di lui, chiaro. Altre vene si gonfiarono aggiungendosi alla prima.
«Per quello servirebbe un miracolo!» e con quella frase piena d'astio andò a recuperare la sua pelliccia.
«Dove vai, Fenitt'ero?» chiese Law che nonostante avesse imparato a parlare perfettamente continuava a chiamarlo a quel modo. Suonava bene.
«A chiedere asilo alla vicina!» e con tale frase l'uomo uscì di casa sbattendo rumorosamente la porta mentre un ghigno vittorioso si faceva largo sul giovane volto di Law.
«È andato via.» una sola frase che fece scattare la serratura dei servizi facendo aprire la porta di esso e mostrando un Rocinante perfettamente pulito, truccato e sorridente. Amava cominciare la giornata facendo girare i cosiddetti al fratello.
Quando Law lo sorpassò per appropiarsi del bagno tanto agognato i due si scambiarono un cinque - anche se Roci dovette abbassarsi appena - poi le loro strade si divisero. L'alleanza RociLaw vinceva ancora contro il Fenicittero Rosa.

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Capitolo 8
*** Febbre ***


Febbre




«É colpa tua se sono in queste condizioni. Tua e del Nano Malvagio.» Rocinante a quell'ennesima lamentela del fratello annuì, convinto, dandoli ragione. Diventava schifosamente accondiscendente nei confronti del maggiore quando questo aveva la febbre o mali simili.
Ebbene si, il grande Donquijote Doflamingo si era ammalato, e come ogni volta che si ammalava, aveva schiavizzato il minore.
Portami dell'acqua, fai il the, preparami il mio piatto preferito, cambia le coperte, chiudi la finestra che ho freddo, lava i miei vestiti, ah e ora ho caldo, quindi riapri la finestra... Gli mancava solo la frusta ed era un perfetto schiavizzatore.
In quel modo il maggiore dei Donquijote sapeva che la sua vendetta tanto bramata si stava consumando, com'era giusto che fosse anche se detestava rimanere inchiodato al letto mentre la sua testa gli causava costante dolore, la sua gola andava in fiamme e il suo naso aveva dichiarato sciopero, costringendolo a una fastidiosissima apnea nel momento di ingurgitare cibo.
Ma ne valeva la pena.
Almeno per una volta era lui il carnefice e ghignava sadico mentre vedeva Rocinante farsi in quattro per accontentare ogni sua richiesta. Come si divertiva a rivoltare contro Roci la sua stessa bontá. Finché ad un tratto il minore entrò in camera porgendogli un biglietto.
"Vado a fare la lavatrice. Bisogno di qualcosa, prima che vada?" povero, povero fratello stupido e ingenuo.
«Fammi pensare...» mormorò con cattiveria mal celata il Fenicottero, guardandosi attorno e osservando la stanza in ordine, il bicchidre d'acqua sul comodino, affiancato da della frutta e un libro, per poi osservare la finestra aperta solo da un'anta.
«Mmmmh. Direi che puoi andare.» disse mentre il fratello gli sorrideva - Davvero ingenuo... - e lui ricambiava con uno dei suoi soliti ghigni, poi Roci sparì dalla sua vista diretto verso la lavatrice.
«Com'é facile ingannarti, fratellino» si fidava troppo della sua "buona fede", la stessa buona fede che non aveva mai avuto vita, in Doflamingo. Una voce lo riscosse dai suoi pensieri.
«Stai schiavizzando il mio alleato.» constatò il piccolo Trafalgar in piedi sulla soglia della porta, prendendo poco dopo ad avanzare nella sua direzione. Tra i componenti dell'alleanza RociLaw il piccoletto era quello più pericoloso. Doflamingo si sistemò con un gesto veloce gli occhiali, continuando a ghignare.
«Si chiama "Manipolare", Law, impara.» il moro parve non sentire quel consiglio e raggiunse il comodino, prendendo il bicchiere d'acqua e mettendoci qualcosa dentro.
«Che fai? Mi avveleni?» chiese il Donquijote sporgendosi verso il moretto.
«Ti curo.»
«Ho dei dubbi a riguardo.» un attimo dopo si ritrovò il bicchiere contenente chissá cosa sotto il naso.
«Bevi.» ordinò Law, ma un rumore strano interruppe quel dialogo. Rumore proveniente dal bagno.
«Che succede?» domandò il biondo scostando le coperte dal suo corpo.
«Oh, è Cora-san. Stá provando a mettere la tua pelliccia in lavatrice.» seguì un attimo d'immobilitá. Doffy rimase paralizzato da quell'affermazione. Poi, come se ogni dolore fosse scomparso, si alzò in piedi sul letto per poi balzare sul pavimento con equilibrio degno di un atleta e correndo verso il bagno.
«ROCINANTE! Le pellicce non vanno in lavatrice, si rovinano!» quel giorno una lavatrice prese misteriosamente fuoco e la pelliccia di Doflamingo venne salvata per pura Grazia Divina.
Chi era il più ingenuo? Roci che si fidava della bontá del fratello o Doffy che si fidava delle capacitá del minore di riuscire a fare qualcosa senza fare disastri?

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Capitolo 9
*** Amici ***


Amici




Quando Trafalgar Law gli si era presentato davanti quella mattina chiedendogli se poteva invitare a casa degli amici, Doflamingo Donquijote aveva esordito con:
«Amici immaginari, no?» perchè il fatto che Trafalgar Law avesse amici fatti di carne e ossa era a dir poco inconcepibile. Andiamo, quale bambino sano di mente avrebbe avvicinato Law che mette inquietudine solo con lo sguardo? Monkey D. Rufy e Eustass Kidd. E per essere corretti, no, non erano per nulla sani di mente.
E ora si ritrovava a fare da babysitter a ben tre mocciosi uno più strano dell'altro. Anzi... Quattro.
Considerando Rocinante che stava tirando una guancia a quello più incazzoso del gruppo: Kidd.
«Trafalgar, perchè i tuoi tutori sono vestiti da femmin- gli dici di smetterla?» disse il rosso in questione provando a liberarsi dalla presa di Cora che l'aveva stretto in un abbraccio un'attimo dopo la sua frase, mentre un ghignante Law guardava la scena.
«Cora-san pensa tu abbia bisogno di affetto, Eustass-ya...» il rosso prese a dimenarsi e a imprecare contro il rivale e l'Abbracciatore Assatanato, che iniziava a strofinare la guancia sulla zazzera rossa del povero Kidd, convinto che fosse così poco cortese perchè non aveva avuto affetto. Ed era suo compito donarglielo.
Intanto il maggiore osservava la scena ghignando divertito davanti alle imprecazioni del piccoletto che conosceva un linguaggio decisamente colorito per la sua tenera età.
Alcune avrebbe dovuto segnarsele per usarle in futuro contro l'Alleanza dei suoi incubi.
Il suo sguardo però cadde su l'ultimo marmocchio che lo fissava intensamente, il cappello di Paglia che cadeva sulla piccola schiena e... L'elemento che più lo preoccupava: la bava alla bocca.
«Law, il tuo amico qui... Credo abbia la Rabbia.»
«No, Fenitt'ero.» lo corresse prontamente il moretto con il perenne ghigno stampato in faccia, quel giorno si stava decisamente divertendo. Stava facendo fuori Kidd e Doflamingo in una mossa sola. Se non si chiama astuzia, questa...
«Ha solo fame.» concluse, e un'attimo dopo il piccoletto dal Cappello di Paglia si calò il cappello sulla testa per poi arrampicarsi sulle gambe del maggiore dei Donquijote, azzannandogli un braccio.
Il biondo scattò in piedi provando a staccare il piccolo dal suo braccio, che tra l'altro stava sbavando come mai Doffy aveva visto in vita sua.
«Piccolo cannibale... Mollami!»
«Cavne ti feni-ttero...» biascicò avvolgendo gambe e braccia all'arto del Donquijote, che iniziò a scuoterlo pur di cacciarlo, ma senza successo.
«'Fanculo Trafalgar! Io a casa tua non ci vengo più!» esclamò Kidd in quel delirio puro mentre Corazòn continuava a coccolarlo, sentendo il suo orgoglio cadere pezzo per pezzo, ormai in frantumi.
Ecco gli amici di Trafalgar Law, Che da allora vennero chiamati: Il Cannibale e L'Incazzoso.
Insomma, insieme erano... Un Trio Invincibile.

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Capitolo 10
*** I Modi Di Dimostrare Amore Fraterno (Secondo Rocinante Donquijote) ***


I Modi Di Dimostrare Amore Fraterno (Secondo Rocinante Donquijote)




Rocinante Donquijote teneva davvero molto a suo fratello. Aveva un modo tutto suo e tutto speciale per dimostrarglielo, ma gli voleva bene. E si, perché tutti quegli scherzetti fatti un giorno si e l'altro anche erano solo grandi manifestazioni d'affetto fraterno.
Che poi Doflamingo avrebbe preferito che tutto quell'amore fraterno se lo tenesse per lui, bhe, era un'altra storia. E poi l'opinione della vittim- Del sopra citato fratello poco importava, no?
Bhe, quel giorno si trovavano tutti a mare, data la temperatura che attentava alla vita di ognuno di loro - Law si chiedeva quale problema avessero i due Donquijote a girare con le pellicce nonostante quel caldo. Problemi mentali gravi, chiaro. Solo a guardarli quasi soffriva per loro. - e proprio per quel calore, si giustificò il minore dei Donquijote, che non aveva idee per ricordare al fratello quanto gli volesse bene.
Buttarlo in mare? Nha. Scherzo più vecchio del mondo.
Mettere del sale nella bottiglia dell'acqua! Eh, ma la bottiglia era di tutti e tre. Accidenti. Non avere l'ispirazione era qualcosa di terribile, così Cora-san decise di distrarsi, guardando Law che in mare che giocava con altri due bambini, gli pareva si chiamassero: Baby 5 e... E...? Buffalo? Baffalo? Bhe, qualcosa di simile.
Era bello vederlo divertirsi. Sorrise felice alla scenetta che gli si parò davanti, la bambina, per motivi che non poteva comprendere, aveva dato al suo alleato uno schiaffo dietro la testa, beccandosi subito dopo un'occhiata degna del peggiore assassino.
«Fufufufufu, Rocinante, il nanetto fa conquiste.» sentì dire dal fratello, steso accanto a lui con gli immancabili occhiali. Cercò nella sua sacca i suoi amati foglietti e la sua penna scrivendo velocemente una risposta.
"Sono solo bambini. Non cercare il doppio fine anche dove non c'è!" quando Doffy lesse distrattamente il biglietto scoppiò a ridere.
«E tu Roci? Quando la trovi una donna?» chiese ancora sghignazzante senza accorgersi di aver attirato l'attenzione di un fin troppo stizzito Law, insieme al suo sguardo omicida e... Si. Geloso.
Roci si grattò la nuca, tornando a guardare verso Law e intercettando quello sguardo chiaramente contrariato. Così sorrise facendogli un cuore con le mani, facendo vergognare il piccolo Trafalgar come mai nella sua vita, che si voltò sbuffando, tornando a prestar attenzione ai suoi compagni.
«Ora che ci penso é meglio di no. Sia mai il duo dei miei incubi diventi il trio dei miei incubi.» concluse il Fenicottero sistemandosi gli occhiali e mettendosi a pancia in giù, per poi cadere dopo qualche minuto in un piacevole dormiveglia.
Intanto Law era tornato alla base, finalmente ad asciugarsi. Osservò per un attimo il fenicottero semi dormiente e la sua schiena ben in mostra.
E quando Corazòn notò il volto del minore solcato da un ghigno che prometteva apocalisse capì subito che a lui, le idee, non mancavano.
Nemmeno mezz'ora dopo Doflamingo si sarebbe ripreso e non avrebbe notato la scritta "Salvate I Fenicotteri" sulla sua schiena.
Fatta con l'abbronzatura, con il sostegno della crema solare. Bhe, ora almeno gli avevano dato un motivo per coprirsi con la pelliccia in piena estate.
E ancora una volte il grande amore fraterno era stato manifestato.

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Capitolo 11
*** Troppo Alto ***


Troppo Alto




Doflamingo faceva avanti e indietro per il salone di casa, continuandosi a farsi la solita domanda: Cosa era successo? Fermò il suo passo quando dalla stanza del fratello uscì Law, che lo raggiunse e si sedette sul divano.
«Allora?» chiese il Fenicottero avvicinandosi al piccolo che prese un libro dal tavolino davanti a lui e lo aprì, cominciando a sfogliarlo.
«Non mi ha dato nessuna motivazione.» rispose serafico Law, trovando un'argomento interessante su quel libro di medicina e cominciando a leggerlo.
Doflamingo prese un profondo respiro e a passo di marcia si diresse verso la stanza del fratello, facendo la sua spettacolare entrata in scena calciando la porta, che si aprì e sbattè contro il muro.
Law, dalla sala, scosse la testa, ressegnatosi alle stranezze di quei due. Possibile lui fosse l'unico adulto lì dentro?
Intanto nella stanza di Rocinante, Doflamingo si avvicinò a un grande letto e ammasso di coperte in cui il fratello era rintanato da quella mattina.
«Non sapevo i corvi andassero in letargo. Alzati! É mezzogiorno!» ordinò, accennando a una battuta sulla sua pelliccia, provando a tirare le coperte, scoprendo il minore, che però invece fece resistenza, aggrappandosi ad esse come se da quelle dipendesse la sua vita.
«Rocinante!» lo richiamò tirando ancora, mentre un ringhio -un ringhio!? - proveniva da sotto le coperte.
Cosa diavolo...?
«Ora mi dici perchè oggi non vuoi alzarti, cane!» chiese il Fenicottero incrociando le braccia al petto. Una mano uscì dalle coperte e fece segno di no.
«Invece sì.» ribattè. Cora-san prese un profondo respiro e, anche se con un po' di difficoltà sotto quelle coperte e nella posizione raggomitolata in cui si trovava, prese a scrivere su un post-it che poco dopo consegnò al fratello.
"Io... Io... L'ho notato solo ora." a quella frase il maggiore inarcò un sopracciglio, aggiustandosi gli occhiali sul naso.
«Cosa hai notato, sentiamo.» disse sedendosi sul letto, forse era qualcosa di grave, magari finalmente stava per parlargli del trauma che lo aveva fatto divenire muto.
"Io sono alto." ricevette un nuovo pist-it che gli fece aggrottare le sopracciglia e assumere un'espressione confusa.
«E quindi?»
"Quindi soffro di vertigini."
...
Doflamingo si passò una mano sul volto, non credendo alle idiozie del fratello che, all'improvviso con un tonfo, cadde dal letto.
«Buongiorno.» gli augurò, ghignando per via della caduta, e Rocinante gli sorrise, salutandolo con la mano. Poi provò a tornare sul letto. Ma un lampo di genio lo colse. Prese a strisciare sul pavimento, facendo qualcosa che somigliava al Passo Del Ghepardo.
Tutorial: Come aggirare il problema delle vertigini: metodo Corazòn.

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Capitolo 12
*** Fidanzata? ***


Fidanzata?




Trafalgar D Water Law non aveva mai, nemmeno lontanamente, preso in considerazione che uno dei suoi due tutori potesse avere una compagna. Men che meno Doflamingo Donquijote.
Insomma, quale razza di psicopatica sarebbe stata attratta da quel Fenicottero?
«Si, lo so, è da tanto che non vengo a trovarti.» il maggiore dei Donquijote continuava a parlare al telefono con la presunta fidanzata , mentre un raggelato Law ascoltava tutta la conversazione dalla sua camera, con la testa attaccata al muro e l'orecchio impegnato a percepire ogni parola. E si, erano in due stanze diverse. E... Si. I muri erano spessi come carta, ma a quanto pare Doflamingo ancora non ne aveva preso coscenza; peccato, se l'avesse fatto avrebbe evitato a Law qualcosa di molto simile a un Trauma Infantile
«Si, anche tu mi manchi.» Trafalgar sentì distintamente un brivido gelido attraversargli la spina dorsale. Gli stava per venire la nausea solo a immaginare quel Fenicottero Malvagio in modalità "innamorato".
«Cosa c'entra adesso Rocinante!?» era gelosia quella che sentì tremare nella voce di Doflamingo? Okay. Doveva essere forte. Era un uomo, doveva uscire tutto il suo autocontrollo e continuare ad ascoltare. Ah, e magari provare anche a non rimettere il pranzo sul muro, quello sarebbe stato ben poco da uomini
«Si, si, stà bene anche lui. D'accordo, te lo saluto. Va bene. Ciao, mamma.» il fatto che Doflamingo Donquijote avesse una madre non fece dormire Law per giorni.
«Ho fatto una nuova scoperta ieri.» disse il giorno dopo a Eustass, il moretto.
«Anche gli psicopatici - tipo te o Doflamingo - hanno delle madri.» che quell'affermazione, poi, lo portò all'ennesimo scontro con Kidd, bhe, è un'altra storia.

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Capitolo 13
*** Interrogatorio ***


Interrogatorio




Law non aveva mai assistito a una situazione così tesa in vita sua. Trovarsi lì, in una stanza quasi completamente buia, illuminata appena da una lampada abbandonata distrattamente sul tavolo. Alle sue orecchie giungeva solo il silenzio e il respirare suo e delle due persone con lui, in quella stanza. Doflamingo sedeva da una parte del tavolo, Rocinante dalla parte opposta, esattamente di fronte a lui, i gomiti poggiati sul tavolo, le mani intrecciate tra loro e poggiate alle labbra. Era difficile provare a intuire cosa passasse per la testa del minore data la scarsità di luce e il volto celato dagli occhiali e il cappello.
Rocinante prese un profondo respiro e sciolse le sue mani cominciando a frugare con calma nelle sue tasche. Non aveva mai visto quel lato di Rocinante Donquijote e quasi lo turbava. Quasi.
Il giovane recuperò un block notes dalle sue tasche e lo posò sul tavolo, recuperando una penna che si trovava proprio accanto alla lampada, su cui prese a scrivere lentamente. Law si sistemò meglio contro il muro, avendo quasi voglia di raggiungere Cora-san per leggere ciò che stava scrivendo. Questa fortuna l'ebbe Doflamingo, che riuscí a leggere lettera per lettera ciò che la mano di suo fratello stava scrivendo.
"Se ammetti le tue colpe, forse, e dico forse, non andrai in galera. Non per molto, almeno." l'espressione seria del Fenicottero mutò in un solo istante, disegnando su quel volto un grande sorriso sadico.
Trovava divertente il fatto di avere come fratello un poliziotto. Certo, restava dell'idea che il minore sarebbe stato più portato per una carriera quale quella del clown. D'altronde non gli mancava nulla: aveva i trucchi, il comportamento... Ma doveva ammettere che anche come agente non se la cavava male.
«Fufufufufu. Mi dispiace, penso voi abbiate preso un granchio. Io sono innocente.»
"Questo lascia che lo affermino i fatti."
«Vi ho già detto che tra le 12;30 e le 13;00 di ieri non ero in casa. Ero da Monet. Lei ha certamente confermato la mia versione, vero? E, dunque, Fratellino - e il maggiore si sporse verso il poliziotto, che sotto gli occhiali assottigliò lo sguardo - perchè sono ancora qui?» una leggera risata del Fenicottero seguì quella domanda, certo di aver la vittoria in pugno.
Rocinante serrò i denti, in effetti quella mattina aveva contattato la giovane Monet che aveva confermato ogni cosa.
"Voglio solo Giustizia, Doffy." scrisse brevemente porgendo poi il foglietto al fratello a cui quasi fece tenerezza.
Law passò uno sguardo dall'uno all'altro, non si era perso un solo movimento di quei due. Quella situazione lo stava agitando, non era più tutto sotto controllo come sempre e vedere Rocinante così poco se stesso... Lo trovava Disturbante.
«Sono stato io!» esclamò il moro con tono di voce sicuro, le spalle dritte e lo sguardo apatico di sempre che nemmeno in quei momenti di agitazione lo tradiva.
Entrambi i Donquijote si voltarono verso di lui, con un Rocinante sorpreso e un Doflamingo che muoveva la testa in segno di diniego - perchè aveva confessato? -
«Ho mangiato io l'ultimo pezzo della tua torta, Cora-san. - il giovane poliziotto si portò una mano al cuore, come se fosse stato appena accoltellato - ma Fenitt'ero aveva detto che potevo.»
«Tu! Traditore!»
«Mi spiace, Fenitt'ero, il mio intero organismo si ribella alla nostra alleanza. Temo sia contro natura.» Doflamingo sbuffò, recuperando la pelliccia che aveva appoggiato alla sedia e alzando le tapparelle della stanza di Law, in cui si era svolto "L'Interrogatorio". Aveva cresciuto un Traditore. Era certamente colpa di Rocinante e delle sue convinzioni da Giustiziere. Di certo avrebbe impedito che un'altro nella sua famiglia divenisse... Onesto. Solo la parola gli metteva i brividi.
«Cora-san?» chiamò Law notando che il suo unico vero alleato ancora si teneva il cuore. No, un momento... La mano era scesa allo stomaco? Il moro provò a chiedere spiegazione ma il Tutore non gliene diede il tempo dato che cadde all'indietro sulla sedia quando provò ad alzarsi.
Sul tavolo, accanto alla lampada accesa, ai post it precedenti, un ultimo post it rivelatore:
"Credo di avere fame"

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Capitolo 14
*** Baby Sitter ***


Baby Sitter




  «Hai intenzione di berlo quel caffè, o...?» chiese, vago, Doflamingo al suo socio-in-affari-poco-leciti: Vergo.
L'uomo vestito di bianco si riscosse dai suoi pensieri e annuì, serio, mentre Doflamingo lo guardava con quel ghigno che quasi mai abbandonava il suo volto.
«Scusa, Doffy, ma ho la sensazione di aver dimenticato qualcosa.» disse Vergo prendendo delicatamente la tazzina - ormai fredda. Oh, doveva aver pensato davvero a lungo - e portandosela alla bocca, bevendo, tranquillamente. Allontanò appena la tazzina, ingerendo quel normalissimo caffè comprato in un anonimo supermercato come se fosse il più pregiato dei vini; degustandolo, assaporando ogni sfumatura del suo sapore, provando a riconoscere ogni elemento mescolato in esso, come fosse un somelier.
«Fufufufu. Come al solito sarà solo una tua impressione.»
L'uomo allora poggiò la tazzina sul tavolo, senza perdere l'espressione concentrata. Poi, lampo di genio. Schiuse la bocca, sorpreso, come se avesse compreso ogni segreto e ogni dubbio che attanagliava l'umanità.
«Ora ricordo! - e si alzò di scatto, come un supereroe che ha percepito il pericolo, e deve giungere a fermarlo. Anche se Vergo, di eroico, aveva ben poco - ho parcheggiato la macchina in doppia fila!» e subito le sue mani presero a frugare nelle sue tasche, ovunque, in cerca della chiave, doveva andarla a spostare immediatamente, o avrebbe ricevuto una multa da capogiro!
«Fufufufufufu. Vergo?»
«Si?»
«Tu non hai una macchina.»
«Oh. - e il suo tono sembrava quasi deluso. Smise di cercare e si sedette, piano, ancora pensieroso - hai proprio ragione.» e fu così che, pur sentendo di aver dimenticato qualcosa di importante, Vergo decise di godersi il pomeriggio in compagnia del suo fidato collega, chiaccherando del più e del meno, rilassandosi.
«Però ho intenzione di comprarla, sai? Una macchina sarebbe utile, si.»
Era solo una sensazione, ne era certo.

Intanto un Law aspettava spazientito, da almeno due ore, fuori dalla scuola, un certo Baby Sitter incompetente che Rocinante aveva insistito ad affibbiargli. E mentre tornava a casa,maledicendo ogni antenato della famiglia Donquijote, non si trattenne dal sussurrare, al vento:
«Per fortuna sono adottato.»

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