La prima volta che...

di HateevoL
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sentito. ***
Capitolo 2: *** Parlato. ***
Capitolo 3: *** Litigato. ***
Capitolo 4: *** Toccato. ***



Capitolo 1
*** Sentito. ***


Sentito.

La prima volta che…

Ho sentito il nome Scorpius Malfoy fu quando avevo nove anni. Io ero lì, me ne stavo dritta di fianco all’Espresso per Hogwarts e lo fissavo con brama assoluta. Avevo guardato James partire l’anno prima, ed ora Albus, l’altro mio fratello, lo stava seguendo. Come al solito, io ero l’ultima della lista in tutto e mi sentivo piuttosto abbattuta.
Poi, sentii mio zio Ron dire qualcosa a mia cugina Rose – mentre indicava una famiglia a pochi passi da noi – a proposito di un certo giovane mago e di come Rose non avrebbe dovuto essergli amica. Rose lo guardò in modo critico mentre mia zia Hermione lo ammoniva per il suo commento.
Soffocai un sorriso, perché sapevo che il vero commento che mio zio Ron voleva fare era garantire che Rose agguantasse quel ragazzo e ne facesse il suo migliore amico in pochi minuti. Lei è una ribelle in quello.

Quasi sicuramente, quando mi sono voltata verso mia cugina e ho seguito il suo sguardo, ho visto che lei guardava il ragazzo con un’aria riflessiva nei suoi occhi. Lui, d’altro canto, sembrava non essersi accorto dello studio di lei, del commento di mio zio, o di qualunque altra cosa lo circondasse.

Lui sembrava, per mancanza di un modo migliore per descriverlo, tanto infelice quanto lo fossi io. Pensai che fosse strano, perché io ero triste dal momento che avrei dovuto aspettare ancora due anni prima di poter andare a Hogwarts. Quel ragazzo stava andando a Hogwarts, quindi avrebbe dovuto esserne entusiasta! Come James lo era stato l’anno precedente e Al lo era quell’anno. Nessuno che sta per cominciare un viaggio verso Hogwarts dovrebbe avere quello sguardo basso di fronte a tutto ciò.

Cominciai ad incamminarmi verso di lui, per dirglielo, quando mio cugino Hugo mi si avvicinò e cominciò a parlare di Hogwarts e di tutto ciò che potremmo fare una volta che finalmente arriverà il nostro turno. La mia attenzione cambiò, mi allontanai con i pensieri da quel ragazzo con l’infelicità nei suoi profondi occhi grigi. E, dal momento che non ne avevo motivo, scacciai i miei pensieri su di lui dalla mia mente e mi focalizzai sulla mia tristezza, per essere lasciata indietro.
 


La seconda volta che…

Ho sentito il suo nome fu in una discussione che stavano avendo i miei genitori. Specificatamente su di lui. Era raro che i miei genitori litigassero, così mi sono appostata a metà delle scale e ho lasciato penzolare una delle Orecchie Oblunghe che mio cugino Fred mi aveva regalato per Natale, fino al primo piano. Basandomi sui frammenti della conversazione che avevo sentito fino a quel momento, avevo capito che Al aveva mandato gufi a casa parlando del suo nuovo amico e di quanto lui fosse solitario.

Qualcosa sul fatto che nessuno fosse gentile con lui a Hogwarts a causa di suo padre, e Al voleva farlo venire a casa nostra per le vacanze di Natale.

“Non mi importa quanto lui sia solitario, Harry” disse mia mamma con voce ovattata, “Quella famiglia non ha mai fatto un uovo buono”.

“Avanti, Ginny” replicò mio padre, “Non puoi mettere questo contro a un povero ragazzino di undici anni”.

“È un Serpeverde!”

“Tuo figlio è un Serpeverde” le ricordò mio padre.

“Si, e non sono felice di questa cosa, comunque” rispose mia madre, la sua voce si alzò un pelo. “Onestamente, non posso credere che tu gli abbia detto di scegliere e lui abbia scelto Serpeverde. Non viene fuori nulla di buono da quella Casa”.

“Non sono tutti male” disse mio padre, dopo una pausa. “Sono sicuro che Al sa quello che fa”.

“Non male?” sembrò che mia madre avesse bisogno di un minuto per ricomporsi. “Devo forse ricordarti del mio sesto anno, quando tutta la Casa di Serpeverde si metteva in fila per torturare innocenti ragazzini del primo anno? O la Battaglia Finale, quando nessuno di loro si è alzato per difendere Hogwarts?”

“Non tutti loro si schierarono con i Mangiamorte, comunque” sottolineò mio padre ragionevolmente. “Ginny, so che non è facile, ma non è questo quello per cui abbiamo combattuto? La capacità di vivere in un mondo dove tutti sono uguali? Dare una scossa giusta?”

Mia madre non parlò per un minuto buono, poi la sentii lasciar andare un sospiro. “Harry, tu sei troppo ingenuo. Onestamente, non puoi credere che secoli di radicate convinzioni e tradizioni vadano in fumo solamente perché tu hai sconfitto un mago oscuro più di un decennio fa”.

“Anche un viaggio di diecimila kilometri,” disse mio padre, con un cenno di sorriso nella sua voce “comincia con un passo. Facciamo quel passo, Gin”.

“Hhhmm” sentii un fruscio e poi la voce di mia madre si fece più bassa “Questa è una cosa veramente intelligente da dire”.

“L’ha detto un vecchio Babbano” rispose mio padre ridendo “Ma sentiti libera di pensare che io sia brillante. Specialmente se ti fa mantenere quella-”

“Oh, va bene, lo farò” rimasero zitti per un secondo e mi è sembrato di sentire un fruscio, ma non ne sono sicura.

Poi, mia mamma disse, in tono pensante “E le chance che Malfoy non lascerà venire qui suo figlio sono molto alte. Quindi, suppongo che sia giusto lasciare estendere l’invito ad Al”.

Alla fine, mia madre aveva torto. Al mandò un altro gufo, solo una settimana dopo, dicendo che Scorpius era felice dell’invito e ci avrebbe fatto compagnia a Natale.

Nessuno era più stupito di mio padre, che onestamente aveva pensato che Scorpius non sarebbe venuto. (Scoprii, anni dopo, che Scorpius disse a suo padre che sarebbe stato meglio per lui essere visto di buon occhio dai “ragazzi Potter” e questo è ciò che convinse Draco Malfoy a lasciare andare suo figlio a casa del suo nemico mortale durante le vacanze. Scorpius può non essere così cattivo come lo erano stati i Malfoy per secoli, ma non è un idiota, comunque).
 


La terza volta che…

Ho sentito il nome di Scorpius Malfoy fu quando fui presentata a lui la prima volta. Era appena arrivato a casa nostra con la Metropolvere, giusto all’inizio delle vacanze invernali. Mia madre stava giusto per chiedergli come fosse andato il viaggio, quando io entrai correndo in cucina e mi bloccai alla sua vista.
In tutta la mia vita, ero stata circondata da persone con i capelli rossi (o sfumature simili), capelli neri (principalmente mio padre e i miei due fratelli), e alcune strane sfumature di castano nel mezzo. Mia zia Fleur e mia cugina, Victoire, avevano capelli biondo splendente che io invidiai per tutta la vita, ma nemmeno i loro capelli erano così luminosi.

E, così, Scorpius fu un piccolo shock al mio sistema. Capelli biondo platino, così platinati che erano quasi bianchi. Portava i capelli arruffati, leggermente lunghi che ricadevano sui suoi occhi, sembrava che provasse a nascondere a chi assomigliava. Sembrava completamente fuori luogo nella mia cucina, perché sembrava diverso dalle altre persone che ci erano state prima di lui.

Quando entrai, spostò il suo sguardo su di me e mi guardò dritta negli occhi. Nessun sorriso. Nessun cambiamento. Era solo molto serio. I suoi occhi sembravano avere il colore del mercurio – il metallo liquido che i Babbani mettono in quelle cose chiamate termometri (mio nonno me ne ha mostrato uno una volta). I suoi occhi erano grigi, quasi argentati.

“Lei è mia sorella, Lily” disse Albus, indicandomi con un lieve sorriso. “Verrà ad Hogwarts tra un paio d’anni”.

“Ciao, Lily” disse Scorpius e mi sorrise. Era un sorriso asimmetrico, che fece diventare i suoi occhi di una tonalità più chiara.

La mia risposta? Squittire imbarazzata e nascondermi dietro la gonna di mia madre.

Mentre mia madre rideva e mi posava le mani sulla testa, sentii mio fratello dire “È tutto a posto, è strana. Comunque, Scorp, lascia che ti mostri la tua stanza”.

Ci volle molto tempo, prima che io riuscissi a parlare davanti a lui e comunque, non era l’ideale.


NdT Ciaoo :) eccomi qui, anche con una trauzione! (tranquilli, non per questo abbandonerò la mia long) spero vi piaccia!

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Capitolo 2
*** Parlato. ***


Parlato.


La prima volta che…
 

Ho parlato di fronte a Scorpius fu ad una cena di famiglia durante le vacanze invernali. Era il secondo anno di Albus, e io ero impaziente di andare ad Hogwarts. C’era un calendario su una parete che mostrava le date segnate, siccome si avvicinava sempre di più il mio undicesimo compleanno.

Scorpius era venuto a casa nostra per la cena di Natale, come aveva fatto l’anno precedente, e mia madre era completamente diversa di come lo era stata quando lui era venuto la prima volta. Lui era un ragazzo timido e tranquillo e sembrava che avesse incantato mia madre, perché si è data tanto da fare  per lui così come fa per Al e James.

La persona che non poteva sopportare tutto ciò era Teddy, il figlioccio di mio padre. Lui stava da noi per alcuni giorni durante le vacanze di Natale, e lui, insieme a sua nonna, era stato invitato alla cena di Natale.

Per chissà quale ragione, Teddy continuava a lanciare occhiatacce a Scorpius, il quale sembrava impegnarsi a fondo per ignorare Teddy. Al e James sembravano consapevoli della tensione tra i due ragazzi, ma non facevano niente per alleviare la questione. James preferiva Teddy e lo considerava un eroe. Al era completamente leale a Scorpius, quindi – per come andavano le cose- gli animi cominciavano a salire.

Tutto questo portò Teddy a chiamare Scorpius con una brutta parola.

Mia mamma boccheggiò e disse “TED* LUPIN. Scusati all’istante!”

Teddy si rifiutò. Scorpius impallidì e si alzò per andare via.

Mio padre saltò su e disse, bruscamente “Cosa sta succedendo qui? Teddy, Scorpius è un ospite in casa nostr-”

“Un ospite, Harry?” urlò Teddy. Ora, era in piedi anche lui, alto quanto mio padre “Come hai osato invitarlo? Dopo tutto quello che ha fatto suo padre? Suo nonno? I miei genitori sono MORTI a causa loro!”

L’intera tavolata ammutolì. Teddy non aveva mai alzato la voce di fronte a mio padre. In realtà, nessuno aveva mai alzato la voce davanti a mio padre. Il mondo intero era troppo intimorito da lui. E, si, uesto includeva anche i miei fratelli, che non avevano paura di niente.

“Non vedo quale sia la sua colpa” dissi, con il mio tono più ragionevole. Certamente, mi sentivo come se dovessi essere ragionevole, dato che stavo dicendo l’ovvio. “Dopo tutto, lui non era ancora nato”.

Mio padre e Teddy passarono dal guardarsi torvo al guardare me. Le labbra di mia madre si contrassero, pensai che volesse ridere, ma al momento non poteva.

“Lily ha ragione” disse Andromeda, inaspettatamente. Era una donna maestosa e mi è sempre sembrata triste tutto il tempo. “Come Draco e Lucius sono stati educati in tutti gli anni passati è stato terribile. Hanno fatto scelte sbagliate. Ma” aggiunse, con voce ferma, guardando Scorpius “Su sei sangue del mio sangue. Sei mio nipote e Teddy è tuo cugino” . gettando uno sguardo tagliente a Teddy aggiunse, rigidamente “Dato che voi due avete così poche persone che potete chiamare famiglia, forse è tempo che tu cominci a farlo”.

Dopo quella dichiarazione, Teddy si sedette, mormorando le scuse che sua nonna l’aveva obbligato a fare. Scorpius guardò fisso il suo piatto tutto il tempo, ma accettò le scuse quando mia madre lo spronò. Quando tornammo tutti a mangiare, vidi Scorpius guardare verso di me con aria indagatrice nei suoi occhi grigi. Con un sorriso, presi la mia bottiglia di Burrobirra, feci finta di fare un brindisi in suo onore e bevvi tutta la bottiglia in un sorso. Lui rise e si girò verso Albus.


La seconda volta che…


Ho parlato di fronte a Scorpius Malfoy fu quella vota che non volevo parlare con nessuno. Mi stavo nascondendo sotto a delle scale, dietro ad una statua, e stavo cercando di non piangere.

Era il mio primo anno ad Hogwarts e, fino ad ora, niente era andato nel modo in cui io avevo sognato. Per cominciare, ero stata smistata a Corvonero, e sentivo che il Cappello Parlante aveva fatto un terribile errore. Si supponeva che i Corvonero fossero estremamente intelligenti, ma a malapena riuscivo ad entrare nella mia Sala Comune, perchè davo sempre le risposte sbagliate. Per non menzionare il fatto che mio fratello, James, mi parlava appena, da quando supponeva che io avessi scelto Corvonero, così come Albus aveva scelto Serpeverde. Odiava essere l’unico Potter a Grifondoro, e sembrava avere la sbagliata impressione che nessuno dei suoi fratelli volesse avere niente a che fare con lui.

E i miei cugini –tutto il centinaio che mi ritrovo- continuava a dirmi che erano tutti convinti che sarebbe stata ROSE ad essere smistata in Corvonero, dal momento che lei è così intelligente, ed erano stupiti del fatto che invece fossi stata io. Inoltre, i Corvonero avevano immaginato di avere la Coppa del Quidditch in mano, dal momento che pensavano che io fossi una brillante Cercatrice come mio padre o una bravissima Cacciatrice come mia madre. Immaginate la loro sorpresa e il loro orrore quando gli ho rivelato che io non gioco a Quidditch e, in effetti, non mi piace nemmeno molto guardarlo.

Tutto ciò aveva portato ad una lezione di Pozioni piuttosto brutale, nella quale due Corvonero del secondo anno decisero di farmi sapere che a loro era capitata la scopa rotta del gruppo Potter, per quanto mi riguardava. Non potei fare a meno di essere d’accordo con loro.

Stavo rimuginando su tutte quelle cose nella privacy del buio sotto alle scale, e non ero riuscita a tenere a bada i singhiozzi come invece pensavo. Perché qualcuno stava avanzando nello spazio dietro alla statua e si stava dirigendo verso di me.

“Lumos”.

L’oscurità si affievolì giusto quel poco per farmi riconoscere la persona che teneva in mano la bacchetta. Lo guardai di sbieco.

“Scorpius?” ora, mi sentivo ancora più male. Strofinando le maniche del maglione su occhi e naso, cercavo di asciugare le mie lacrime e speravo che non notasse il mio naso che colava. Sono perfettamente conscia del fatto che non sono brava a piangere. La mia faccia era a chiazze e sembrava che avessi l’orticaria. Questo è uno dei motivi per cui piango sempre in privato.

“Lily?” Scorpius non sembrava sorpreso, anche se aveva detto il mio nome come se fosse una domanda “Cosa stai facendo quaggiù?”.

“Io…oh…” Probabilmente c’era una storia che avrei potuto inventare al momento. Sono davvero brava ad inventare scuse e sono abbastanza brava a scriverle. Ma come lo guardai, incontrai il suo sorriso e i suoi occhi sembravano così incredibilmente belli ed invitanti. Così, ho trovato il coraggio di dirgli la verità. “Alcuni del secondo anno.

Loro mi…stavano deridendo. Perché…lo sai”.

Scorpius sembrava confuso e preoccupato. “No, non lo so”.

“Io sono Lily Potter”.  Guardai le mie scarpe da ginnastica e focalizzai lo sguardo su una stringa slacciata. “Quindi, lo sai…”

Non potevo vederlo, ma sembrava un tantino divertito. “No, continuo a non sapere”.

Così glielo dissi. Mi sono presa un momento, ma poi ho buttato fuori tutto. E ho finito dicendo, in respiri tremanti “e… io… volevo… venire qui… così MALE… e… è ORRIBILE”. Stavo tornando bambina, ma non ho potuto fare a meno di dire “Voglio andare a casa. Odio questo posto!”

Scorpius, da parte sua, non disse niente durante il mio sfogo. Ma quando finii, accarezzò la mia mano delicatamente e poi cercò qualcosa nei suoi vestiti. Tirò fuori un fazzoletto con l’emblema di Serpeverde e me lo porse. Pazientemente, aspettò che mi ricomposi e che asciugassi le mie lacrime. Quando provai a ridargli il fazzoletto, disse, ironicamente, “Ah. Puoi tenerlo”.

Io tirai su col naso e dissi “Grazie”.

“Ascolta, Lily, so come ti senti” Scorpius abbassò la mano con la bacchetta, ora la luce non illuminava più il suo volto. Non potevo più vederlo, ma sentivo la sua voce chiaramente. “Il primo anno è il più difficile. Io volevo andare a casa ogni singolo giorno. Odiavo stare qui”.

“E cosa hai fatto?” gli chiesi, sperando disperatamente che quel famoso ragazzo del terzo anno avesse una formula magica per rendermi felice.

“Ho trovato un amico” sembrava che ci fosse l’ombra di un sorriso nella voce di Scorpius. “Tuo fratello. Quindi il mio consiglio, per quanto possa valere, è di trovare il tuo Albus. Vai nella Sala Comune di Corvonero e cerca quella persona che vuole vedere te. TE. Non i tuoi genitori, i tuoi fratelli o i tuoi cugini. Solo Lily Potter. Una volta che hai trovato questo amico, tutto il resto si risolverà da solo. Vedrai”.

Alzando la bacchetta, dissi “Lumos”. Questa volta, lui non poté nascondermi il suo viso, dal momento che ero io a fare luce. “Cosa succede se non piaccio a nessuno?”

“Ah, Lily” Scorpius scosse la testa e sorrise “Non c’è nessun motivo per cui tu non debba piacere a nessuno”.

Prima che potessi rispondere, lui accese la luce della sua bacchetta e scivolò fuori dal buio, lasciandomi da sola con i miei pensieri.

Più tardi, seguii il suo consiglio e mi impegnai per trovare una Corvonero che mi vedesse per quella che ero. Una ragazzina del primo anno che era arrivata qui dagli Stati Uniti, si sentiva ancora più sola e persa di quanto lo fossi io. Diventammo presto migliori amiche e, prima che me ne rendessi conto, la mia cerchia di amici crebbe a passi da gigante. Molto presto, i miei giorni ad Hogwarts divennero come io avevo sempre immaginato anni prima. Felici.
 


La terza volta che…


Ho parlato di fronte a Scorpius Malfoy fu quella volta in cui nessuno nella stanza voleva che io fossi lì. Inclusa me stessa.

Era il mio secondo anno ad Hogwarts e Scorpius era da noi per le vacanze di Pasqua. Mia mamma ci aveva messi tutti al lavoro non appena eravamo arrivati e questo significava che James e Albus erano fuori per evitarla. Lei riuscì a fermarmi e a dirmi di cambiare le lenzuola nella stanza degli ospiti, perché zio Ron e zia Hermione sarebbero arrivati per la cena di Pasqua e avevano programmato di rimanere per la notte.

Così, mi fiondai nella camera degli ospiti, le mie braccia piene di lenzuola, e mi fermai subito appena vidi Rose e Scorpius seduti sul letto. Le braccia di lui la abbracciavano, le mani di lei erano nei capelli di lui, e si stavano baciando.

Mi lasciai scappare un suono di disgusto e qualcosa che assomigliava a questo “Per Godric Grifondoro, cosa diavolo state facendo?”

Entrambi sobbalzarono alla mia esclamazione. Rose si lasciò scappare un’imprecazione e Scorpius sembrava fosse appena stato colpito da un Bolide.

Saltando in piedi, Rose corse nella mia direzione e cominciò a spingermi fuori dalla porta. “Vai fuori, Lily”.

“Va  bene, va bene” dissi, dopo che mi ebbe spinta fuori, molto energicamente, e mi chiuse la porta in faccia. Per alcuni momenti, rimasi lì fuori, senza parole, e poi ebbi il fugace pensiero che mia mamma mi avrebbe uccisa perché non avevo cambiato le lenzuola.

Più tardi, quella notte, quando tutti gli adulti andarono a letto,Rose mi raggiunse nella mia stanza e si sedette sul letto aggiunto per lei. Si abbracciò le ginocchia e mi guardò. “Scusa. Per quello. Prima, intendo”.

L’avevo evitata tutto il giorno, così come Scorpius. Effettivamente, Scorpius ed io non avevamo mai parlato davvero, quindi non ebbi molte difficoltà ad evitarlo.

“Non sapevo che ti piacesse, Rose” replicai “Avresti potuto dirmelo”.

Rose mi guardò confusa. “Perché pensi che io sia voluta venire a casa tua per le vacanze di Pasqua? Ovviamente, era perché mi sono messa con lui”.

“Oh?” alzai un sopracciglio, sentendomi veramente ferita. “Pensavo fosse perché sono la tua cugina preferita!”.

“Tu sei la mia cugina preferita” disse Rose, rassicurante, con una risata. “È solo che… beh… tu sai che Scorp e io siamo amici, giusto?”.

“Si” risposi, sinceramente. Ero stata smistata a Corvonero un paio di anni addietro, ma sapevo lo stesso quale grande problema fosse il fatto che Rose e Scorpius Malfoy erano buoni amici (anche se lei era a Grifondoro e lui era a Serpeverde).

“Bene, col tempo, sentivo che c’era anche qualcosa di più”. Rose fissava un punto lontano, immersa nei suoi pensieri. “E, beh, ho anche pensato che fosse ora che baciassi qualcuno”.

Alchè, io la guardai con interesse. “Cosa?”.

“Volevo che il mio primo bacio fosse con qualcuno a cui volessi bene” spiegò Rose. “E ho pensato che casa tua fosse più romantica di uno scenario come Hogwarts. Così, ho deciso che Malfoy era quello giusto e che le vacanze di Pasqua sarebbero state il momento giusto per farlo”.

A quel punto io stavo ridendo così tanto che i fianchi cominciavano a farmi male. “Intendi dirmi che praticamente hai scritto un piano per il tuo primo bacio?” avevo ragione; mia cugina non era niente se non pragmatica.

“Beh, si”. Rose mi guardò sbalordita per il fatto che io gliel’avessi chiesto. “Come puoi lasciare qualcosa di così importante al caso? E se qualcosa fosse andato storto sotto al vischio? Qualcosa di equamente terribile? Non vorrei mai che fosse QUELLA la storia che un giorno racconterò ai miei nipoti”.

Mi sedetti sul letto e la guardai con un sorriso. “Quindi, era all’altezza delle tue aspettative? Scorpius è stato degno della storia?”.
“Si” lei abbracciò le ginocchia più forte e, ora, aveva uno sguardo perso nel vuoto negli occhi. “Lo è stato. Lo è stato molto”. Poi mi lanciò uno sguardo truce. “Finchè tu non hai fatto irruzione”.

“Scusa, per quello”. Sentendomi colpevole, cercai di riparare. “Perché non stai sola con lui per un po’ o qualcosa di simile, e ti copro io? Domani?”.
Guardandomi con gratitudine, Rose scese dal letto e si mise al mio fianco per abbracciarmi. “Grazie. E un’altra cosa – non dirlo ai tuoi fratelli, ok? Non voglio che diano del filo da torcere a Scorpius”.

Non riuscivo veramente a capire perché avrebbero dovuto; sembrava che piacesse ad entrambi. Beh, a mio fratello James non è che PIACESSE, ma non aveva problemi con Scorpius, comunque. Ma Al lo vedeva veramente come un fratello, quindi non vedevo ragioni per cui Rose dovesse essere così preoccupata.

Ma quando le dissi cosa pensavo, lei scoppiò semplicemente a ridere. “Devi solo aspettare, Lils. Il giorno in cui tu avrai il tuo primo appuntamento? Vedrai di cosa sto parlando”.
 



*Nella storia originale è scritto “THEODORE”, ma per correttezza, stando alle informazioni dateci da JK Rowling, il vero nome di Teddy è Ted.
 



NdT

Holaaa!

Eccomi qui, di nuovo, con il secondo capitolo!

C’è uno Scorpius che potrebbe benissimo fare lo psicologo! Ahah

Oh oh, mi è semblato di vedele un tliangolo! (Non vedo l’ora di scoprire come andrà a finire questa storia – non amo molto le RosexScorpius -)

Ringrazio (perché ringrazio io? Vabbè, ringrazio comunque) _moonlight che ha recensito il primo capitolo, le 195 Anime Pie che hanno letto il primo capitolo, le cinque Dolcezze che hanno messo la storia tra le seguite e i tre Splendori che  l’hanno messa tra le preferite!

Detto questo vi lascio, vi informo che domani mattina comincerò già a tradurre il terzo capitolo (SPOILER! à Litigato) che, rispetto a questi due già pubblicati è mooolto più lungo (me feliice *-*)

Non esitate a lasciare una recensioncina, anche piccina picciò, anche negativa, rispondo a tutti J

Un bacione grosso grosso in diretta da Londra,
HateevoL <3

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Capitolo 3
*** Litigato. ***


NdA Ok, questo capitolo è MOOOLTO lungo rispetto agli altri. Originariamente, questa storia era stata pensata  come frammenti del loro amore durante gli anni, ma era difficile scrivere questo capitolo sotto forma di frammenti. Non sono sicura se gli altri capitoli siano così lunghi, ma potrebbero esserlo.

 

Litigato.


La prima volta che…

Ho cominciato a litigare con Scorpius Malfoy fu al mio quarto anno ad Hogwarts e tutti gli studenti parlavano solo dell’imminente ballo per festeggiare San Valentino, aperto solo agli studenti dal quarto anno in su. Con uno sforzo per rendere le cose un pochettino più ‘moderne’, era stato deciso che sarebbero state le ragazze ad invitare i ragazzi al ballo, contrariamente a tutti gli altri balli.

L’intera scuola era brulicante di eccitazione. Anche i ragazzi del terzo anno erano eccitati, perché erano convinti che qualche ragazza rimasta da sola alla fine avrebbe chiesto a qualche ragazzo del terzo anno di andare al ballo con lei. A me, tutta questa situazione sembrava terrificante.

Entrambi i miei fratelli erano entrambi molto popolari tra il sesso opposto. Per quanto io possa ricordare, ragazze a caso che ridacchiavano in continuazione, inventavano scuse per poter parlargli nei corridoi o facevano cadere i loro libri in loro presenza, il che costringeva sia James che Albus a smettere di fare quello che stavano facendo e aiutarle a raccogliere i libri (i miei fratelli, a parte tutti i loro difetti, erano molto educati con le ragazze perché sapevano che mia madre li avrebbe stregati per il resto del secolo se non lo fossero stati). Mentre James sembrava a suo agio sotto tutte quelle attenzioni e le prendeva come un duo dovere, Al era molto più riservato e timido in quello.

Per ciò, fu abbastanza una sorpresa (o forse no) che Al fu il primo di loro due ad avere una vera ragazza. Al suo quinto anno, aveva chiesto di uscire ad una ragazza molto carina di nome Sabena Kingston e loro stavano insieme da allora. Lei veniva a casa nostra un paio di volte nelle vacanze, sebbene non le fosse permesso di rimanere per la notte. (Per qualche ragione, i miei genitori si scambiavano sempre una strana occhiata quando Al chiedeva, in uno sbuffo, “PERCHÉ NO?” e il responso di mio padre era sempre lo stesso, “Perché io ero al sesto anno, amico”).

Tornando al ballo, quindi, ero un po’ sotto pressione. James aveva quindici ragazze che gli chiedevano di andarci con loro fin dal primo giorno, e lui fondamentalmente aveva dovuto cominciare a scriversi i nomi di tutte le ragazze, siccome non riusciva a tenere il conto. Certamente, Sabena aveva chiesto a mio fratello immediatamente, che accettò in un istante.

Sapendo che loro sembravano capire questa situazione meglio di me, controllai il tavolo di Grifondoro una mattina, dove Al era seduto vicino a James, facendo colazione con lui.

Mi lasciai cadere sulla panca e chiesi il loro aiuto su come fare per avere il mio appuntamento e loro si guardarono confusi e mi chiesero, piuttosto educatamente, se avessi la febbre.

“Nessuno uscirà con te, Lils”. Al imburrò un pezzo di toast e poi si mise quasi tutto il toast in bocca. “Noafslro sandfocsg gifrtpeflr”.

“Cosa?” dissi, ribellandomi.

“Ha detto, ‘non se sanno cosa è meglio per loro’” tradusse James, e si prese un po’ di porridge. “Dopo tutto, sei nostra sorella”.

Sbattendo un po’ gli occhi, dissi in tono sorpreso “Non capisco. Cosa centra sempre questo?”

“Hanno paura di noi” disse James, l’orgoglio nella sua voce era evidente. “Sai  che gli faremmo un culo così se loro ti guardassero. È divertente”.

“Lo vedo”, dissi lentamente. Il mio animo cominciava a scaldarsi. E quello significava che stavo per avere uno di quei momenti in cui diventavo come mia madre, con mio grande disappunto.

“James Sirius Potter. Hai spaventato i ragazzi per farli stare lontani da me? E TU,” mi voltai verso Al, che sembrava leggermente terrorizzato. “TU non hai ragioni per dire qualcosa! Tu ti sbaciucchi costantemente Sabena e hai sempre le mani appiccicate sotto alla sua camicia!” Al suo sguardo sorpreso, dissi “È vero, vi ho visti. E dovresti solo essermi grato che questa piccola leccornia di informazioni non sia finita nei miei gufi a mamma e papà”.

James e Albus si scambiarono una lunga occhiata. Poi, finalmente, Al disse “Ehm… benissimo Lils. Perché non chiedi a Scorp?”

Presa alla sprovvista dall’improvviso cambio di discorso, fui immediatamente sospettosa. “Cosa?”

James saltò su. “Si. Penso che sia un ottimo suggerimento”. All’alzata del mio sopracciglio, aggiunse “Pensaci. Lui è l’unico tipo che conosci che non è un tuo parente”.

“Questo non è vero” mormorai sottovoce. “Conosco qualche Corvonero”. Ma era vero; nessuno dei ragazzi a Corvonero era mai diventato davvero mio amico. Ero molto più amichevole con le ragazze.

James mi guardò con sguardo severo. “Quanto bene conosci questi Corvonero?Come si chiamano? Età?”.

Ruotai gli occhi “Smettila con la tua routine da fratello maggiore. Solo perché tu lo sappia, non sei tu la ragione per cui i ragazzi non mi chiedono di uscire”. La mia amica, Jemma, mi disse al nostro secondo anno perché tutti i ragazzi mi trattavano come una lebbrosa. “È a causa di papà”.

Alche i miei fratelli si scambiarono un’altra occhiata, ma questa volta era di confusione.

“Ancora?” chiese James. “Cosa ha a che fare nostro padre con tutto questo?”

“Lui è Harry Potter” gli dissi, con un’altra ruotata di occhi. “L’uomo che ha sconfitto il mago più Oscuro che si sia visto in secoli. Quando aveva diciassette anni. Onestamente, pensi che qualche ragazzo ad Hogwarts voglia uscire con sua figlia?”.

“Ma questo non ha alcun senso, Lily” disse Al, in tono abbastanza ragionevole. “James ed io abbiamo avuto ragazze –“.

“Lo so”. Il mio disgusto era palese. “Per qualche ragione, le ragazze non sembrano realizzare il fatto che mamma sia molto più spaventosa di papà. Dovrebbero essere loro quelle spaventate”.

“Bene, allora, è molto ovvio, Lily. Dovresti chiedere a Scorpius”. Al bevve il resto del suo succo e mi sorrise. “Lui non ha paura di papà. Non molto, almeno”.

Più tardi quella sera, pensai al consiglio di mio fratello e arrivai alla conclusione che questa era la miglior situazione in cui io potessi sperare, date le circostanze. Così, il giorno dopo, mi diressi verso il tavolo di Serpeverdee tamburellai imbarazzata sulla spalla di Scorpius.

La sua sorpresa era evidente, si girò verso di me e mi disse “Lily. Buongiorno”.

“Possiamo…” Mi guardai il tavolo dei Serpeverde, che si era fatto completamente silenzioso quando io mi avvicinai a lui. “Posso parlarti un secondo?”.

Immediatamente, si alzò. “Certo”.

Due delle ragazze sedute al tavolo ridacchiarono un po’ e poi cantarono “Lily e Scorpy, seduti sopra a…”*

“Zitte” disse loro Scorpius con voce fredda e un sopracciglio alzato. Le due si zittirono immediatamente. Poi lui si girò verso di me e disse, con un cipiglio “Andiamo”.

Con le guance in fiamme, lo guidai attraverso la Sala Grande, sentendo che ogni paia di occhi era puntata su di noi. Non avevo veramente idea del perché. Dopotutto, Rose gironzolava con lui tutto il tempo e lei era una Grifondoro. Era un così grande dramma se una Corvonero parlava con un tipo per un minuto? Specialmente quando il fratello della suddetta ragazza era amico del ragazzo?

Quando finalmente uscimmo nei corridoi, trovai una stanza vuota e lo introdussi dentro. Poi mi voltai verso di lui.

Lui era appoggiato alla parete, le sue braccia erano incrociate e una gamba era piegata, in modo che un piede poggiasse sulla parete dietro a lui. I suoi capelli biondi cadevano ancora sui suoi occhi e, per qualche strana ragione, ho sentito il bisogno di pettinarglieli indietro. Sono riuscita a trattenermi, comunque.

Scorpius ruppe il silenzio. “Cosa c’è, Lily?”

Ridicolo. Conoscevo quel ragazzo da quando avevo nove anni. E lui aveva trascorso molte vacanze con noi durante tutti quegli anni. La scorsa estate, aveva trascorso un mese intero a Godric’s Hollow, anche se non l’avevo visto molto. Io trascorrevo il mio tempo con Jemma, quindi ero occupata a fare le mie cose. Ma, comunque, era stato nelle vicinanze in generale! Quindi, non avrebbe dovuto essere così difficile.

Mi schiarii la voce. “Uh… stavo pensando. Vorresti… vorresti venire al ballo di San Valentino con me?”

Scorpius mi fissò per un minuto. Un minuto veramente lungo. E poi disse, con una voce piuttosto piatta “No. Non voglio”.

“Oh, bene, io…” poi, realizzai quello che aveva detto e mi fermai. “Aspetta, cosa?”.

“Non posso venire al ballo con te” disse Scorpius, ancora con quel tono piatto, “Scusa”.

“Qualcuno te l’ha già chiesto, quindi?”

“No” rispose. Quindi, esitò e aggiunse “Beh, qualche ragazza me l’ha chiesto, ma non ci andrò con nessuno”.

Mi accigliai. “Quindi, non capisco. Perché non puoi semplicemente venire con me?”

“È…” Scorpius si fissò le scarpe e poi si guardò intorno nell’aula vuota. “È complicato”.

“Cosa vuol dire?” poi mi venne in mente. “È a causa di Rose?”

“La sua testa scattò su e lui incontrò il mio sorriso di genuino stupore. “Rose? Cosa intendi?”

“Beh, voi due…” la mia voce si spense. “Ti stai ancora disperando per lei? Perché, lasciamelo dire, è davvero felice con Simon”.

Scorpius lasciò scappare una forte risata. “No. Certo che no. Non mi sto disperando per tua cugina”. Mi sorrise. “Rose ed io siamo usciti solo per circa sei mesi, Lils. E l’abbiamo finita lì reciprocamente”.

“Bene, allora” cominciai, sentendomi un po’ irritata dal fatto che lui mi stesse parlando come se fossi una bambina, “se non hai un altro appuntamento e non è a causa di Rose, che cos’è?”.

“Niente. Non è niente”, disse Scorpius, vago. Cominciava a sembrare non a suo agio. Si stava guardando intorno nell’aula come se volesse guardare chiunque tranne me.

“Sono così rivoltante?” chiesi, piuttosto disperata. “Voglio dire, so di non essere poi così tanto guardabile, ma sono sicura che sembrerò almeno decente quella sera”.

Non avevo mai nutrito veramente la mia delusione riguardo al mio aspetto. A differenza dei miei fratelli, avevo ereditato i capelli rossi di mia madre e la propensione ad avere le lentiggini con il sole. Per rendere il tutto più interessante, avevo ereditato anche le ginocchia nodose di mio padre e i comuni occhi castani di mia madre. (Al aveva fatto il jackpot dei geni; vincendo non solo gli occhi verdi di mio padre, ma anche i suoi capelli scuri e il perfetto metabolismo dal lato di mia madre, così come l’altezza dai miei zii. L’altro mio fratello, James, aveva avuto gli occhi blu dai miei zii, così come i capelli scuri e il fisico da Cercatore di mio padre. Le ragazze si mettevano in fila solo per parlargli. Io? Abbiamo appena stabilito che i ragazzi si tengono a debita distanza dalla mia presenza).

Gli occhi di Scorpius erano spalancati per lo stupore. “Rivoltante? Come, in nome della barba bianca di Merlino puoi pensare di essere rivoltante?” si calmò un poco, e disse, calmo, “No. Non penso che tu sia rivoltante. Sei molto bella. È solo che…”

“Cosa?”

“Penso che dovresti chiedere a qualcuno della tua età”. Si mosse, si voltò in modo da non vedermi e cominciò ad avviarsi verso la porta. “Vacci con qualcuno del tuo anno. Io sono troppo grande”.

Ora cominciavo ad incazzarmi. Lo seguii fuori dalla porta. “Non sto chiedendo la tua mano in matrimonio, Scorpius. Voglio dire, onestamente”.

Con i denti stretti, si girò verso di me e cominciò a camminare all’indietro, lontano da me, molto velocemente. “La risposta è no, Lily. Ma buona fortuna”. Poi sparì dietro l’angolo, lasciandomi ad imprecare contro di lui.

***

Più tardi quella sera, ero in biblioteca intenta a scrivere un saggio piuttosto lungo e noioso sulla Guerra dei Folletti del 1290 per la lezione di Storia della Magia, quando un ragazzo di Tassorosso del mio anno si avvicinò al mio tavolo. Si sedette di fianco a me e si schiarì la voce.

Abbastanza irritata, lo guardai e mi accigliai. “Cosa vuoi, Hamish? Sono impegnata”.

“Volevo sapere se volevi venire al ballo con me” disse tutto in un fiato, guardandomi nervosamente.

Presa alla sprovvista, feci cadere la mia piuma. “Cosa??” presi un secondo per ricompormi, ma poi lo feci. “Io… uh… tu sai che teoricamente dovrei chiedertelo io, giusto?”

“Lo so”. Si spostò sulla sedia un po’ imbarazzato. “Ma, sai, alcuni ragazzi lo stanno chiedendo alle ragazze, comunque, ed io o solo pensato…” la sua voce si spense e infilò le dita sotto al colletto della sua camicia, tirandolo nervosamente.

“Hamish,” cominciai, sentendomi un po’ confusa, “tu ed io abbiamo avuto un totale di forse tre conversazioni da quando abbiamo cominciato Hogwarts. Perché diavolo ci vuoi andare con me?”.

“Io…” i suoi occhi guardavano verso il fondo della biblioteca, dove un gruppo di ragazzi del sesto anno stavano parlando e scherzando tra di loro. Immediatamente scovai la persona che stavo cercando.

“Scorpius Malfoy”. I miei denti si strinsero ed io mi alzai, sbattendo il manoscritto di fronte a me. Camminando verso di lui, dissi, “non posso credere che tu l’abbia fatto! Cosa c’è si sbagliato in te?”.

Scorpius tentò, e fallì, di sembrare innocente. “Cosa? Cosa intendi?”.

Prendendo un profondo respiro, mi guardai intorno, un po’ selvaggia. I miei occhi si fermarono sulla prima persona che riconobbi. “Lysander!”

Lysander alzò lo sguardo immediatamente. In effetti, tutti in biblioteca alzarono lo sguardo, perché la mia voce era alta e, siccome le biblioteche non dovrebbero esserlo, quel posto era stato molto silenzioso prima del mio urlo.

“Si, Lily?” Lysander aveva abitualmente un’espressione calma sul viso. L’aveva ereditata da sua madre, che sembrava sempre che niente avrebbe potuto irritarla. “Che succede?”.

“Vorresti venire al ballo di San Valentino con me?”. I miei occhi erano concentrati sui suoi, ed io stavo pregando che lui non avesse ancora detto “si” a qualcuna. Sarebbe stato davvero umiliante, visto che c’erano venti studenti che stavano guardando la scena con il fiato sospeso.

Lysander annuì. “Certo. Perché no?”.

“Bene, siamo d’accordo, allora”. Mi girai lanciando un’occhiata trionfante nella casuale direzione di Scorpius. E, poi, non riuscii a fermami dal dire, sottovoce, “E lui è di un anno più grande di me. Quindi prendi questo”.

Girai sui tacchi e mi allontanai prima che lui potesse rispondere.

***

La settimana successiva, mi preparai per il ballo con estrema cura. Ai ragazzi era richiesto di indossare l’abito da cerimonia, ma alle ragazze era stato permesso di indossare qualsiasi abito formale volessero. Siccome non sono il tipo di ragazza che se ne intende di vestiti, men che meno di vestiti eleganti, avevo lasciato scegliere a Jemma qualcosa da indossare per me. Deliziata dalla prospettiva di potermi vestire come la sua bambolina, aveva speso ore a spulciare cataloghi, fino a che non aveva trovato qualcosa e mandò un gufo a mia mamma con i dettagli dell’ordine.

Una delle altre cose che ho ereditato da mia mamma sono il suo precoce sviluppo dei fianchi e le sue curve generose. Mentre mia cugina Rose, all’età di sedici anni, era ancora piatta come i pancakes, io indossavo reggiseni veri da quando ne avevo dodici. Normalmente, nascondevo i miei fianchi sotto a maglioni larghi e ai vari strati della mia uniforme (ero, dopotutto, circondata da circa cinquanta parenti maschi di tutte le età e livelli di maturità per la maggior parte del tempo), ma Jemma aveva deciso di “far uscire i cuccioli” a detta sua.

Così è come mi ritrovai ad indossare un luccicante abito verde senza spalline, che fluttuava fino alle caviglie. Era anche tagliato basso e mostrava una scollatura che non mi ero resa conto di avere, lasciandola vedere a tutte le altre persone. Cominciai a strattonare lo stretto corpetto, cercando di portarlo più in alto.

“Smettila,” sibilò Jemma prendendomi le mani per l’ennesima volta. “È seta. La strapperai!”

La seguii fuori dalla Sala Comune di Corvonero. “È scomodo”.

Lei non rispose. Invece, camminò verso Jack, un ragazzo del quarto anno che l’avrebbe portata al ballo, e mi salutò. Mi guardai intorno in cerca di Lysander e quando lo vidi camminare verso di me, sorrisi.

Lysander mi guardò e i disse, con un sorriso “Sei bellissima, Lily. Così diversa da come sei solitamente”. I suoi occhi si illuminarono mentre guardava la mia vita ed io ruotai gli occhi.

“Grazie, Ly. Cercherò di prenderlo come un complimento”. Conoscevo Lysander da una vita intera siccome sua madre era la mia madrina e mi chiamo in parte come lei.

Non ci conoscevamo molto bene l’un l’altro, però, siccome la famiglia di Luna viaggiava molto e lui cominciò Hogwarts prima di me, quindi non eravamo nella stessa cerchia di amici. “Comunque,” aggiunsi con un falso dolce sorriso, “I miei occhi sono quassù”.

Lui tolse gli occhi dal mio girovita e mi guardò confuso. “Lo so”.

Scrollando la testa, entrai davanti a li nella Sala Grande. “Dimenticatelo. Andiamo”.

Dopo un po’, mi dimenticai del mio vestito e cominciai finalmente a divertirmi al ballo. Scoprii che Lysander era abbastanza un bravo ballerino e si divertì anche lui, così mi sentii, in qualche modo, la bella del ballo.

Mi stavo prendendo una pausa aspettando che Lysander tornasse con un drink quando arrivarono i miei fratelli e mi videro. Si incamminarono entrambi verso di me e mio fratello James mi disse, “Lily, sembra che hai dimenticato metà del tuo vestito! Permettimi”. Cominciò a sfilarsi la giacca del vestito e Jemma apparve al mio fianco.

“No, non l’ha dimenticata” disse Jemma, piuttosto freddamente. “Il vestito è fatto così”.

James ruotò gli occhi. “Avrei dovuto sapere che c’eri tu dietro a tutto questo”. Fece un cipiglio nella mia direzione, “Questo è altamente inappropriato. Lei è ancora troppo piccola per indossare questo tipo di… questo tipo di…” sembrava che gli mancassero le parole.

“Beh, gliel’ha spedito tua madre!” rispose Jemma, i suoi occhi blu lampeggiavano di rabbia. “Chiaramente, lei non pensa che Lily sia troppo piccola”.

Albus parlò per la prima volta. “Nostra madre?” poi si voltò verso James e disse, “Tu credi che l’abbia mostrato a papà prima?”.

“Probabilmente no” rispose James, lentamente. Stava fissando Jemma, le cui guance erano rosse dalla rabbia. Poi, improvvisamente, si girò e disse ad Albus, “Mi serve un drink”.

Albus lo seguì, ricordandogli una cosa “I drink sono analcolici, amico”.

“Allora aiutami ad aggiungerglielo! Onestamente, sei un Potter o no?”

Li guardai andare via, battibeccando, e poi mi girai verso la mia migliore amica con un sorriso. “Grazie. Non volevo avere problemi con loro”.

“È tutto a posto”. Mi fece un sorriso rigido. “Sei bellissima, Lils. Non lasciare che qualcun’altro ti dica il contrario”.

Anche se pensavo di stare piuttosto male con quel vestito all’inizio, ma non potei fare a meno di sentirmi bellissima dopo che lei mi aveva detto di esserlo. E, così, il resto della serata passò piacevolmente e fu davvero tardi quando io e Lysander facemmo ritorno alla Sala Comune di Corvonero. Ci stavamo tenendo per mano e ridevamo, tirando fuori vecchi ricordi della nostra infanzia.

“Ti ricordi”, gli dissi, con un sorrisetto, eravamo fermi di fronte all’entrata della mia Sala Comune, “Quando Luna era convinta che ci fosse un’infestazione di Gorgosprizzi** nel nostro albero di Natale? E fece andare i nostri padri a comprarne uno nuovo la vigilia di Natale? È stata l’unica volta in cui ho visto mia madre andare fuori di sé”.
“Mi ricordo”. Lysander scosse la testa sconcertato. “Onestamente non capisco da dove mia madre tiri fuori queste cose la metà delle volte”.

“Beh,” risposi, sentendomi improvvisamente sleale, “Luna ha scoperto un vasto assortimento di creature e piante in tutti questi anno che nessuno conosceva. Quindi, le avrà tirate fuori da qualche parte. Riconosco che lei sia troppo brillante per essere capita da noi”

Mi guardò e le sue labbra si piegarono in un lento sorriso. “È una cosa gentile da dire”.

Scrollai le spalle. “Lei È la mia madrina”.

“Si, lo è” rispose Lysander, con uno strano sguardo negli occhi. “Lily, siccome lei è la tua madrina e tutto… tu… penseresti che fosse terribile se io ti baciassi stasera?” la mia espressione sconcertata doveva averlo abbattuto, perché disse immediatamente, “Se è troppo strano, capisco, certo…”

“No, no” dissi velocemente. “Non è per niente strano”. Fissavo il pavimento con sguardo nervoso, arrossii e dissi “Va tutto bene. Voglio dire, non siamo veramente imparentati, lo sai”.

“No, non lo siamo”, disse, mi prese il volto tra le mani e fece avvicinare il o viso al suo.

Si abbassò per lasciarmi un bacio delicato sulle labbra e io mi feci più vicina a lui, mettendogli le mani sulle spalle, le mie dita si arricciarono intorno alla stoffa del suo abito da cerimonia. La pressione delle sue labbra sulle mie si stava facendo più forte quando sentii un forte rumore dietro di noi.

Lysander ed io ci staccammo ed io mi guardai intorno per vedere cosa avesse causato quel rumore. Lì, in piedi a pochi passi da noi, c’era Scorpius. Quel suono era stata la sua bottiglietta di Succo di Zucca che cadendo a terra si era rotta ed aveva fatto andare succo ovunque.

Siccome Lysander è sempre stato un tipo calmo anche quando c’è una crisi, disse solo, “Malfoy. Va tutto bene?”.

“Io… si…” Scorpius mi lanciò un’occhiata, il suo sguardo era fisso sul mio vestito, lo stesso sguardo che avevano tutte le altre persone che mi avevano guardata nel corso della serata. “Ero solo venuto per parlare con Lily, veramente”.

“Certo”. Lysander si allontanò da me e sorrise. “Ci vediamo domani, Lily. Grazie per la bella serata”.

“Nessun problema”, risposi, automaticamente. Quando Lysander ebbe svoltato l’angolo e scomparve, guardai Scorpius e dissi, in tono freddo, “Di cosa hai bisogno di parlare?”.

Scorpius si prese un minuto per tirare fuori la bacchetta e pulire la confusione che aveva appena fatto. Poi mi venne incontro. “Mi volevo scusare”.

“Per cosa?” chiesi, alzando un sopracciglio.

“Per la situazione con Hamish”. Scorpius guardò il pavimento, evitando il mio sguardo. “Non avrei dovuto farlo. Mettermi in mezzo”.

Ero così stupefatta nel sentire delle scuse da parte di un ragazzo che aveva l’età di mio fratello che risposi, con voce allegra, “Oh, va tutto bene. È filato tutto liscio alla fine. Penso che avevi ragione, comunque. Sono stata una codarda, venire da te invece di cercare un vero appuntamento. Ed è stata una bella serata”. Pensandoci per un secondo, aggiunsi, scherzosamente, “Finché tu non hai fatto irruzione nel mio primo bacio, ecco”.

“Quello era il tuo primo bacio?” Se ne uscì Scorpius ridendo. “In fin dei conti siamo pari. Tu hai interrotto il mio primo bacio”.

Divertita, lo guardai. “Con Rose? Quello era il tuo primo bacio?” Ripensai a quel giorno. Sapevo che fosse il primo bacio di Rose, ma non anche quello di lui. “È… una sorpresa”.

Sembrò confuso. “Perché?”.

“Avevo sempre pensato che tu…” arrossii e lisciai qualche immaginaria piega sul mio vestito. “Avevo sempre immaginato che tu fossi uscito con legioni di ragazze e che avessi avuto tonnellate di esperienze”.

“Legioni…?”.  Scorpius fissò il mio volto senza espressione e poi scoppiò a ridere di nuovo. “No. Io non sono James, che ha una ragazza diversa ogni settimana.

"Comunque,” aggiunse, con voce pensante, “Penso di essere uscito con più ragazze di Albus. Ad essere onesti, la maggior parte dei ragazzi non comincia a pensare a quelle cose fino al loro quarto anno, ed è stato lì quando Rose ed io siamo usciti per sei mesi. Quindi, io non avrei usato esattamente la parola legioni”.

Annuendo leggermente, rivolsi la mia attenzione alla porta della mia Sala Comune. Le persone cominciavano a ritornare dal ballo e la porta continuava ad aprirsi e chiudersi. Sarei riuscita ad infilarmi dentro senza dover rispondere a un dannato Riddle se solo fossi entrata con qualcun’altro. Quindi, gli dissi, frettolosamente, “Accetto le tue scuse. Buonanotte”.

Mentre lui sentiva l’eco dei miei sentimenti, io entravo nella Comune, dicendo, “Aspetta, Jem!”.

Così, lui era di nuovo fuori dai miei pensieri dal momento in cui io salii in camera, perché ero così eccitata dal fatto che avevo appena dato il mio primo bacio. Scorpius era l’ultima persona nella mia mente.
 



La seconda volta che…

Litigai con Scorpius Malfoy, ero al mio quinto anno ed ero appena entrata nella Sala Comune di Corvonero per trovare il mio ragazzo affatturato e sdraiato a terra, con Scorpius e mio fratello, Albus, in piedi di fianco al suo corpo con le bacchette sfoderate e uno sguardo soddisfatto negli occhi.

Mi fiondai sul pavimento vicino a Aidan, e vidi che le sue gambe erano attaccate insieme, ed aveva un labbro sanguinante ed un occhio nero. “Aidan, stai bene?” gridai, tirando fuori la mia bacchetta. Velocemente, annullai la fattura e guardai male mio fratello mentre aiutavo Aidan ad alzarsi.

Aidan mi scostò, non volendo il mio aiuto. “Sto bene, sto bene”. Scoccò un’occhiataccia a Scorpius e Albus. “Cosa diavolo avete che non va?”.

“Cosa diavolo non va in noi?” esclamò Albus. “Diavolo, tu dici un sacco di balle, McCormick! Pensavi che non l’avessi scoperto? Solo perché non sono a Grifondoro e non uso i vostri bagni?”

Confusa, il mio sguardo andava da uno all’altro. “Cosa sta succedendo? Di cosa stai parlando?”

“Diglielo,” comandò Scorpius, con voce calma e letale. “Diglielo”.

Aidan aggrottò le sopracciglia e si girò verso di me. “Penso… che stiano parlando del bagno dei maschi”. Il suo volto era un po’ arrossato e si tamponò il sangue sul labbro. “Il tuo nome è sul muro; qualcuno ha scritto qualcosa…”

“Cosa,” chiesi in un sussurro, con il volto pallido “hanno scritto?”.

“Non è niente, Lily”, rispose Aidan, i suoi occhi mi guardavano imploranti. “Ho provato a lavarlo, ma chi l’ha fatto deve averlo incantato. È solo perché sono gelosi di te…” Guardò Albus con sfida “Te l’ho detto, non l’ho scritto io”.

“Ma l’hai lasciato lì” rispose Scorpius, conciso. “E questo è proprio cattivo”.

Sentendomi poco bene di stomaco, camminai all’indietro e mi appoggiai alla parete. Il giorno del Ballo di San Valentino era stato un punto a mio favore. Una volta che la popolazione maschile di Hogwarts vide che Lysander era uscito con me ed era sopravvissuto per vedere il sole sorgere il mattino dopo senza ricevere un gufo di minacce da parte di mio padre, sembravano aver finalmente realizzato il fatto che io fossi una ragazza.

Improvvisamente, tutti i ragazzi che mi avevano ignorata per i primi tre anni ad Hogwarts mi avevano chiesto di uscire. O forse avevano cercato di chiedermi di uscire, concedendo a quei ragazzi che apparentemente non pensavano a quelle cose fino al loro quarto anno, e ci erano quasi riusciti.

In ogni caso, il risultato della mia crescente popolarità era da non credere ed ero finita nella stessa situazione in cui mio fratello, James, era sempre stato. Non riuscivo a tenere a bada tutte le richieste e presto mi ritrovai a scegliere di uscire con i ragazzi solo come amici, l’opposto di dare un appuntamento serio a qualcuno. Questo periodo della mia vita era anche in congiunzione con la mia improvvisa decisione di curare il mio aspetto, e cominciai ad indossare abiti più aderenti e, ogni tre per due, mi prendevo il tempo di acconciarmi i capelli e truccarmi un po’.

All’inizio, James e Albus erano molto contrari all’idea di vedermi uscire con i ragazzi e sembrassero pensare che stessi andando incontro ai ragazzi un po’ troppo velocemente. Ma poi arrivò un gufo da mia madre, che li minacciò con una Strillettera che batteva tutte le Strillettere di lasciarmi in pace.

Aidan era stato il primo ragazzo serio che io avessi avuto; c’era qualcosa in quel Grifondoro del settimo anno che mi attirò immediatamente. Era uno di quei ragazzi popolari che erano contemporaneamente intelligenti e molto bravi nel giocare Quidditch. Detto questo lui era un paio d’anni più grande di me, fui immensamente lusingata e stupita quando mi chiese di uscire. Ci stavamo vedendo stabilmente da circa tre mesi adesso e stavo anche considerando di fare sesso con lui.

Ora, lo guardai, e non riuscivo nemmeno ad immaginare di lasciarmi toccare da lui, lungi da me l’idea di andarci in tutti i sensi. Dissi, in tono freddo “Avresti dovuto dirmelo. Perchè non me l’hai detto?”

“Non volevo che tu ci stessi male” disse Aidan. Scoccò un’occhiata di disgusto a mio fratello e Scorpius. “Loro non avrebbero dovuto dirtelo comunque. Non è chissà che; sono solo parole”.

“Solo parole! Perché tu –”.

Albus puntò contro di lui la sua bacchetta, ma io feci un incantesimo Scudo così potente che fu sbalzato indietro contro il muro.

“So prendermi cura di me stessa, grazie”, gli dissi, con voce arrabbiata. Le lacrime minacciavano di scendere così sapevo di aver bisogno di uscire di lì. Ad Aidan, dissi,
“Tu avresti dovuto dirmelo. Avevo il diritto di saperlo. E adesso scusami vado a pulire quel bagno”.

***

Mi presi un momento, ma chiamai un’amica che era a Grifondoro e una volta che le ebbi spiegato la situazione, era abbastanza arrabbiata da aiutarmi ad entrare nel bagno dei maschi.

Una volta lì, ci bloccammo entrambe e fissammo inorridite quello che un ragazzo aveva scritto. Senza andare troppo nei dettagli, aveva qualcosa a che fare con il Ragazzo Che È Sopravvissuto e sua figlia che aveva fatto molto di più che sopravvivere.

Teresa mi guardò, i suoi occhi sputavano fuoco. “Chi diavolo l’ha scritto? Dobbiamo dirlo al Professor Paciock. È il direttore di Grifondoro”.

“Lo so,” sbottai. Scuotendo la testa, dichiarai, enfatica, “Non c’è motivo di dirlo a Neville”.

“Perché no, Lily?” i suoi occhi erano spalancati per lo stupore. “Questo è terribile”. Sollevò la sua bacchetta e provò a cominciare a pulirlo, ma gli incantesimi base di pulizia che ci avevano insegnato non funzionavano. “Cadrà molto in basso per questo”.

“È il padrino di mio fratello”, esplicai, a denti stretti. “Si sentirà in dovere di dirlo ai miei genitori. E poi loro verranno qui tramite Metropolvere prima che riesca a battere ciglio. Al momento, lo sanno solo un paio di ragazzi di Grifondoro. Un po’ di tempo e detto fatto, tutta la scuola verrà a saperlo”. Le mie guance si arrossarono per l’imbarazzo.

“Credo”. Il tono di Teresa era dubbioso. “Se lo dici tu. Ma come diavolo facciamo a rimuovere la scritta?”.

“Posso pulirla io”, disse Scorpius, dietro di noi.

Mi girai e sbuffai. “No grazie, hai fatto abbastanza danni”.

Teresa ci guardò entrambi e poi disse, “Ehm…beh qualcuno deve farlo, Lily. Tu ed io non riusciamo”. Si incamminò verso l’uscita e disse, “Controllerò che nessun Grifondoro venga qui mentre voi sistemate questa cosa”.

Per un momento ci fu silenzio tra di noi, poi chiesi, piuttosto sarcastica, “E come ti aspetti di pulirlo? Aidan ci ha provato e non ha funzionato”.

Scorpius mi ignorò e sollevò la bacchetta; fissava il muro con intensa concentrazione per un po’ di minuti e, presto, cominciai a vedere quelle orribili parole scomparire.

Quando ebbe fatto, mi guardò con un ghigno. “Sono orgoglioso di me stesso di essere solo un tocco più intelligente di quell’idiota del tuo ragazzo, Lily”.

Umettandomi le labbra, lo guardai con un misto di fastidio e sconcerto. “Hai solo fatto quell’incantesimo interamente in silenzio? Questo è superiore al livello M.A.G.O.”. infatti, James non li aveva mai davvero padroneggiati prima di lasciare Hogwarts.

Le sue labbra si arricciarono, in quello che doveva essere un sorriso. “Sono al livello M.A.G.O., in effetti. Ma mi sono esercitato con tuo padre”.

Poi mi ricordai che l’ambizione di Scorpius era di diventare un Auror, e ne aveva parlato con mio padre al suo Sesto anno. Mio padre aveva dato un’occhiata ai risultati dei suoi G.U.F.O. ed aveva acconsentito ad addestrarlo privatamente quando mio padre avrebbe avuto un po’ di tempo extra durante le vacanze.

“Oh, giusto, lo vedo. Dov’è Al?” chiesi, fingendo di guardarmi intorno. “È un po’ strano vedere Pincopanco senza Pancopinco”. Era una cosa tanto per dire, ma ero incazzata e imbarazzata.

Scorpius sembrava perplesso dalla mia uscita (probabilmente perché non aveva mai studiato i Babbani come avevo fatto io) e replicò, “Tuo fratello è stato portato in infermeria. Ha battuto la testa piuttosto forte quando è finito contro la parete a causa del tuo incantesimo Scudo”.

“Oh”. Supposi di dovermi sentire in colpa per quello, ma ero troppo infastidita per esserlo. “Se lo merita. Se non vuoi fargli compagnia, ti suggerisco di non intrometterti più nella mia vita”. Feci per superarlo e andare verso l’uscita.

Prima che potessi, lui si mosse in avanti e mi bloccò la strada. I suoi occhi erano ardenti di rabbia quando mi guardò. “Perché sei arrabbiata con ME? Cosa ho fatto IO?”.

“Cosa hai FATTO?” esclamai. “Lascia che ti dica una cosa, Scorpius Malfoy, io non ho bisogno che tu o mio fratello mi proteggiate. Sono perfettamente in grado di farcela da sola”.

“Ho visto”, replicò Scorpius in tono glaciale, “visto che questa scritta è stata qui per due settimane e tu hai frequentato quella merda vivente di McCormick per tutto il tempo senza sospettare niente. Stai facendo un pessimo lavoro nel prenderti cura di te stessa, Lily”.

“Che ti importa di chi frequento?” dissi, rabbiosa, incrociando le braccia. “Tu non sei mio fratello. E – in caso non l’avessi notato – tra i miei fratelli, cugini, zii, pure Teddy, ne ho ABBASTANZA di parenti super protettivi. Non posso farmi molto del male. Se davvero senti la necessità di dover adottare una sorellina, allora ti consiglio di trovarti una piccola orfanella!”.

Le lacrime stavano cominciando a scorrere, come succedeva ogni volta che mi arrabbiavo davvero, così cominciai a spingerlo da parte per andare alla porta. Lui mi afferrò le braccia e mi tirò indietro facendomi girare per poterlo guardare in faccia.

“Sorellina?” Mi fissò con sguardo duro, feroce. “Io vorrei. Ah, Lily, vorrei”.

Al che mi tirò più vicina a lui e si abbassò per baciarmi. Il bacio era duro all’inizio, ma poi si ammorbidì e mi ritrovai ad andargli sempre più vicina, le mie braccia si allacciarono automaticamente dietro al suo collo. Brividi di consapevolezza percorrevano il mio corpo, tutta l’energia e il calore avevano preso posto nel mio stomaco. Era automatico: stavo ricambiando al bacio con ardore, quasi senza pensarci. Fu lui il primo ad interrompere il bacio, ma le sue mani erano ancora sulla mia vita e sembrava senza fiato come lo ero io.

Stordita e silenziosa, rimasi lì ferma solo per un secondo e poi arretrai di alcuni passi. “Per cos’era questo?”

Scorpius chiuse gli occhi e si lasciò scappare un’imprecazione. “Mi dispiace. Io... non è così che io…”

“No, no, scordatelo”. Con una veloce scrollata di capo, mi voltai e andai verso l’uscita. “Devo andare. Questo… ehm… non è mai successo”.

E poi, per la prima volta, capii a pieno perché non ero stata smistata a Grifondoro.

Perché ero fuggita.
 




La terza volta che…

Litigai con Scorpius Malfoy fu a casa mia, durante le vacanze di Pasqua al mio sesto anno. Ci fu un momento in cui lo vidi, perché l’avevo evitato per tutto il resto del suo settimo anno (dopo il disastroso incidente nel bagno). Ogni volta che lo vedevo, il mio cuore faceva una capriola e mi sentivo come se il mio corpo stesse andando in fiamme. E questo mi spaventava, quindi decisi che era meglio provare ad evitare di vederlo.

E così fu, avevamo solo un paio di mesi prima della fine della scuola e quando io tornai per il mio sesto anno, lui non era più a scuola. Ebbi molti aggiornamenti su di lui e quello che stava facendo, pensieri, attraverso la mia famiglia. Dopo aver lasciato Hogwarts, entrò al Ministero nel dipartimento Auror, e Albus e mio padre parlavano molto di quanto fosse faticoso l’addestramento e di quanto fosse impegnato Scorpius, sebbene fosse apparentemente sempre libero per aggregarsi alla mia famiglia per cena.

Così, tutto questo portò alle vacanze di Pasqua, fu quella la prima volta che la sua visita a casa mia coincise con una delle mie vacanze.

Non occorse che io cambiassi il mio piano di ‘evitare Scorpius a tutti i costi’, anche se eravamo nella stessa casa. Casa mia è piuttosto grande, quindi era abbastanza facile essere su un piano diverso dal suo per la maggior parte del tempo, e a cena, dovevo solo essere sicura di essere seduta lontana, molto lontana dove nessuno si fosse aspettato che ci parlassimo o anche guardassimo. Siccome avevo portato Jemma a casa con me per le vacanze, era abbastanza facile focalizzarsi solo su di lei e non c’era niente di più logico che potessi fare.

Poi, un giorno, successe che assistetti ad una scena che avrei voluto cancella re dalla memoria. Lì, in camera mia, c’era mio fratello James praticamente sopra a Jemma, che pomiciavano come se non ci fosse un domani.

“Oh, per l’amor di…!” urlai e guardai James confuso che si spostava da sopra a Jemma e lei che cercava di abbottonarsi la camicetta. “Perché entro sempre quando la gente sta facendo queste cose, in questa casa?”

“Vai fuori, Lily” disse James in tono basso.

“È la MIA camera” urlai, sentendomi improvvisamente furiosa. Scoccai a Jemma un’occhiataccia. “E il mio letto!”

Jemma guardò James nervosamente e poi me. !Lily, volevo dirtelo. Ma noi…” guardò James, che si lasciò andare uno sbuffo frustrato. “Stavamo solo aspettando il momento giusto”.

“Beh, questo non lo è, dannazione” le dissi con voce amara. “Pensavo di essere la tua migliore amica!”

“Lo so! Lo sei!” Jemma si stava avvicinando a me, i suoi occhi mi guardavano supplichevoli. “Possiamo parlarne?”

“No, devo andare”.

Mi girai e corsi fuori dalla stanza, continuai a correre finchè non mi lasciai la casa a debita distanza e mi trovai su un sentiero familiare che portava fuori dal nostro giardino. Dopo un paio di minuti di corsa, mi fermai quando vidi una piccola parte del giardino, che faceva da casa ad una collezione di rose e gigli.

Quando Rose ed io eravamo piccole, giocavamo lì tutto il tempo, perché quello era il nostro settore. Le nostre madri lo ideò come un omaggio ai nostri nomi. Quando Rose crebbe, smise di venirci così spesso, ma – per me – rimaneva ancora una delle mie parti preferite della casa. Vengo sempre qui per leggere o scrivere, se il tempo è bello.

Mi fermai e mi sedetti pesantemente su un sasso vicino ad una piccola fontana.

“Oh, Gratta e Netta, Gratta e Netta” canticchiai sottovoce. “Perché non ha funzionato negli ultimi cinque minuti? Non avrei voluto vederli. Basterebbe cancellare quel poco. Mi chiedo come funzioni l’incantesimo Oblivion”.

“Perchè stai parlando da sola?” una voce calma e divertita chiese alla mia destra.

Tacqui e lo guardai. “Cosa ci fai qui?”

Scorpius si sedette sul bordo della fontana, guardandomi. “Ero già qui. Ti stai comportando come se fossi un Molliccio”.

“Oh”. Mi ricordai che stavo cercando di evitarlo, mi alzai per andarmene. “Va bene allora”.

“Lily”.la voce di Scorpius mi fermò. “Perché parlavi da sola?”

“Perché…” esitai un momento, mi concessi di guardarlo. Poi guardai subito altrove, perché era difficile guardarlo direttamente. Dopo averci pensato un attimo, decisi di dirgli quello c’era nella mia testa. Era sempre stato facile parlare con lui; rimaneva sempre calmo e dava consigli decenti, accoglienti. Solo perché aveva provato a infilarmi la lingua in gola una volta non vuol dire che non possa più parlarci, no?

Così, gli raccontai della scena alla quale avevo assistito. Finii con, “Per amor di Merlino, persino il loro nomi sono quasi uguali. È rivoltante”.

Scorpius non sembrava molto sorpreso. “Si. Jemma e James. Mi chiedevo quando li avresti scoperti”.

“Quando li avrei scoperti?” sbalordita, lo fissai. “Quando li hai scoperti tu? E da quanto sta andando avanti? Perché non me l’hanno detto?”

“Difficile immaginare il perché, visto che stai reagendo così bene”, rispose Scorpius, in un tono piuttosto secco. Al mio sguardo furioso, disse “Da quello che mi ha detto Al, è cominciata a Natale. Non conosco James così bene come conosco Al, ma penso che stesse pensando a Jemma da un po’”.

Arricciai il naso. “Questo è… questo è sbagliato. Lei ha solo sedici anni! Lui quasi venti!”

Scorpius aggrottò le sopracciglia. “Non ne compie diciassette tra qualche settimana? E tuo fratello compirà vent’anni tra quasi nove mesi; ha appena festeggiato il suo compleanno”.

Gli lanciai uno sguardo tagliente. “È proprio questo il punto, no?”

Mi guardò in modo strano. “Cosa, esattamente, ti fa essere contro di loro? La loro differenza di età o il fatto che tuo fratello sia interessato alla tua migliore amica?”.

“È pure mia amica?” chiesi, perplessa. “E se lei volesse solo mettere le mani nei pantaloni di mio fratello?” poi feci una smorfia all’immagine mentale che quelle parole avevano formato.

Lui rise piano. “Siccome sei sua amica da quando avevate entrambe undici anni, spero di no”. Non risi di ricambio e lui aggiunse, in tono più serio, “Non è possibile che Jemma possa fingere sei anni di amicizia, Lily. Dovresti darle più fiducia”.

Rimasi in silenzio e focalizzai il mio sguardo sulla fontana, che al momento non funzionava, viso che non era estate, ancora.

“A volte, non puoi controllare verso chi provare sentimenti, Lil. Anche se è la migliore amica di tua sorella o…” Scorpius fece una pausa e finì, “viceversa”.

Viceversa? Lo guardai e feci il collegamento. La sorella del tuo migliore amico. “Ho un ragazzo, Malfoy”, gli dissi, in tono di avvertimento.

“Lo so”. Scorpius annuì e un piccolo sorriso increspò le sue labbra. “Merlotte? Mason? Maggot o qualcosa così?”

“È Michael”, lo corressi, ma non potei fare a meno di lasciarmi andare una risata. “Michael Wright”.

Lui incrociò le braccia al petto e il sorriso cadde dalle sue labbra. “Verrà a cena stasera. Tua madre me l’ha detto”.

“Già”. Guardai le mie scarpe e le strisciai un po’ sul terreno. Era il primo ragazzo che portavo a casa per farlo conoscere ai miei genitori. “È davvero eccitata”.

“Davvero, immagino che lo sia”. C’era un silenzio imbarazzante e lui disse, “Non puoi evitarmi per sempre, Lily. Ad un certo punto, dovremmo parlarne”.

“Questo è quello che pensi tu”, risposi, sfrontatamente. Con un sorriso, mi incamminai verso casa. “Sono eccellente nell’evitare”.

Prima che potessi allontanarmi, lui afferrò le mie braccia e mi fermò. “Beh, io non lo sono”. Mi guardò malamente e scosse la testa. “Cosa c’è di sbagliato in te? So di non essere stato la prima persona che ti ha baciata, e non è che tu non sia uscita con qualcun’altro. perché ti comporti da immatura?”

“Immatura?” sputai fuori, fumante. Se c’era un modo in cui odiavo farmi chiamare, quello era immatura. Probabilmente derivava dal fatto che fossi la più piccola e costantemente mi veniva detto che ero troppo giovane per qualsiasi cosa. “Non sono io ad essere immatura. Tu sei quello che vuole farsi la sorella del suo migliore amico. Io sono quella matura che ha realizzato il fatto che questa cosa sia stupida”. Alzai un sopracciglio, e dichiarai, vivacemente “Tu sei come un fratello per me”.

“Davvero?” invece di sembrare offeso, sorrise solamente e mi lasciò le braccia. “Non mi stavi baciando come se fossi un fratello”.

“Mi hai presa di sorpresa”.

“Giusto”. Scorpius annuì e fece un passo indietro, con uno sguardo duro negli occhi. “Quindi, tu reagisci così a chiunque? Michael?”

“Questi non sono affari tuoi”, dissi, decisa.

“Se sono  come un fratello per te, allora perché non dovrebbero essere affari miei?”

Mi mordicchiai il labbro inferiore e lo fissai. Decidendo che la logica era il miglior modo per uscirne, dissi, in tono ragionevole e altezzoso, “Tu hai deciso che io ti piaccio a causa del lungo tempo che hai passato con la mia famiglia. Io non ti piaccio davvero. Ho letto un libro su questo”.

Le sue labbra si contrassero, pensai che stesse sopprimendo un sorriso. “Hai letto un libro”.

“Si”. Capendo che finalmente mi stava ascoltando, continuai, “Penso che tu mi voglia perché sono come un frutto proibito. La persona che ti stava sempre intorno e che tu praticamente sapevi di non poter avere. Come Jemma. Penso che provi lo stesso per James”.

“Sai cosa penso?” chiese Scorpius, lentamente.

“Cosa?” lo guardai circospetta.

“Penso che tu legga troppo”. Eliminò la distanza tra di noi con un paio di passi. “Mi piaci perché sei bella, divertente, intelligente, e – la maggior parte delle volte – una brava persona. Sei divertente da avere attorno e dici la cosa sbagliata nel momento meno opportuno, e non posso fare a meno di chiedermi cosa succederà dopo quando sono con te”. Mi guardò per un momento, i suoi occhi smarriti sulle mie labbra. Poi, aggiunse, conciso, “E il fatto che io ti abbia conosciuta quando avevi dieci anni è perché io so queste cose. Non è perché le ho inventate queste cose”.

Resa completamente muta (il che era, lo ammetto, una cosa strana per me) lo guardai solamente a bocca aperta. Non aspettò la mia risposta. Invece, si allontanò da me e si incamminò verso la casa, lasciandomi da sola in giardino a fissarlo.

***

Alcune ore dopo, eravamo tutti seduti intorno al tavolo a cenare e Michael era seduto di fianco a me, chiaramente molto nervoso.

“Che coincidenza”, disse mia madre, improvvisamente, mentre tagliava il suo roast beef. “Ero uscita con qualcuno di nome Michael quando andavo ad Hogwarts. Ti ricordi, Harry?”

Mio padre alzò lo sguardo dal suo piatto e rispose, “Oh, si, è vero. Mi ricordo. Era un pezzo di idiota”.

“Harry”, disse mia madre in tono di rimprovero. “Era molto intelligente. Era un Corvonero, ricordi? E combattè contro i Carrow durante il mio sesto anno”.

“Quindi, allora, era un idiota coraggioso”, rispose mio padre, ma stava sorridendo. Poi si girò verso Michael e disse, in fretta, “Non che questo vuol dire che noi pensiamo che tu sia un idiota. Lily ci ha detto tutto di te, e sospetto che tu sia molto intelligente. Lei è molto brava nel riconoscere i caratteri”.

Mio padre stava cercando di essere gentile, principalmente per mascherare il fatto che le persone erano intimorite da lui, ma le sue parole sembravano far diventare Michael sempre più nervoso.

“Ehm… si, signore… sono intelligente”, rispose Michael e deve aver pensato di essere sembrato arrogante, perché modificò subito la frase, “Voglio dire, sono uno a posto. Non sono esattamente…”

Mettendo la mia mano sulla sua, gli sorrisi, sperando che questo potesse calmarlo.

“Allora, come sei andato nei G.U.F.O, Wright?” chiese Scorpius, improvvisamente, i suoi occhi puntati sulla mia mano. “Bene?”

“Io…” Michael guardò verso mio padre un’altra volta, che gli fece un sorriso rassicurante di ritorno. “Beh, ad essere onesti, Pozioni mi ha dato un sacco di problemi. Sono riuscito a strappare solo una A. ho ottenuto una O in incantesimi, penso. E” disse, con un sorriso, “Ho preso E in Babbanologia”.

“Babbanologia?” Scorpius disse la parola con uno sguardo di disdegno. “Deve essere stata così… difficile per te”.

Sentendomi crescere dentro la rabbia, risposi “Non è una materia semplice. Ho studiato Babbanologia e la sto portando ai M.A.G.O. anch’io”.

Michael si schiarì la voce. “Sto progettando si avere una carriera nel mondo Babbano, a dir la verità. Sono interessato alle relazioni tra Maghi e Babbani. Non sono esattamente sicuro di cosa voglio fare, ma la materia mi ha sempre interessato”.

“Quindi, praticamente, non hai ambizioni, eh?” disse Scorpius, il suo volto si trasformò in una maschera di odio e arroganza. “C’è qualche Magonò nel tuo albero genealogico, per caso?”

“Scorpius!” mia madre sembrava sbalordita, guardandolo come se non potesse riconoscerlo. “Sai che mio padre era il Direttore dell’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti Babbani. Lui è difficilmente un Magonò!”

Scorpius guardò a malapena verso mia madre. “Giusto. Così, allora, stai programmando di usare i contatti di Lily per ottenere una posizione?”

Questa volta, fu mio padre a parlare. “Scorpius, basta”. La sua voce era calma, ma ferma. “Michael è un ospite, qui”.

Alle sue parole, Scorpius sbatté le palpebre e lo sguardo arrogante cadde. Sembrando rammaricato, disse, “Certo, mi dispiace”.

Mia madre non era così facile da addolcire. “Ti senti bene, Scorpius?”

“No, effettivamente no”. Si alzò e disse a mia madre, “Le mie scuse, signora Potter. Ma penso che andrò in camera mia”.

Dopo che se ne fu andato, rimanemmo tutti in silenzio per alcuni minuti. James e Jemma erano seduti vicini, e non sembravano aver capito che qualcosa stesse andando male, perché continuavano a guardarsi. Albus aveva uno sguardo preoccupato in faccia e si scambiò una lunga occhiata con mio padre. Michael sembrava veramente a disagio ed era concentrato a mangiare i suoi piselli.

Mia madre disse, a nessuno in particolare, “Non l’ho mai visto sembrare più di tanto un Malfoy. Cosa gli è successo?”

Spingendo indietro la sua sedia, Albus si alzò. “Vado a vedere cosa succede”.

“No, vado io”. Mio padre si alzò e disse, a Michael. “Mi scuso. Se volete scusarmi”.

Albus si risedette e il resto del pasto passò abbastanza amichevolmente, con mia madre che tentava di tenere un flusso costante di conversazione. Ma la mia testa non era presente, perché i miei pensieri erano rivolti al piano di sopra, dove mio padre stava parlando con Scorpius.

***

Molto più tardi quella sera, diedi la buonanotte a Michael e lui andò via tramite Metropolvere. Ero seduta in camera mia e tentavo di capire alcuni appunti di Trasfigurazione, siccome sarei tornata a scuola presto e gli esami di fine anno erano dietro l’angolo. Era difficile concentrarsi e così quando sentii bussare alla mia porta, ringraziai l’interruzione.

“Avanti”, dissi, allontanandomi dalla scrivania quando mia madre entrò nella stanza.

Lei entrò e si sedette sul letto. “Studiando? Ti sei accorta di essere in vacanza, vero?”

Con un sorriso, replicai, “Non ti ho vista lamentarti quando ho ricevuto i risultati dei miei G.U.F.O.”,

“No, immagino di no”, affermò, con un sorriso. Poi si fece un po’ più seria. “Volevo parlarti di Michael, cara. E… beh… volevo darti questa”. Tirò fuori una fialetta dalla sua tasca, nella quale sembrava esserci un liquido chiaro.

Prendendola, strizzai gli occhi. “Cos’è?”

“Una pozione anticoncezionale”, disse mia madre, il suo tono era completamente serio e privo di umorismo. “Devi prenderla due volte al mese”.

Quasi la feci cadere. “Cosa?”

“Può essere che magari sono arrivata in ritardo e avrei dovuto dartela un paio d’anni fa” mi fece un sorriso storto, “Ma sai com’è con i genitori. Immagino che rimarrai sempre una bambina per me, anch’io ero come te. Ho sperato che tu avessi…” mia madre si schiarì la voce e si guardò in giro “Ho sperato che tu avessi aspettato fino a che tu non fossi stata più grande, ma non sono così stupida da pensare che non ci siano pressioni in una ragazza e –”.

“Mamma!” tagliai corto, disperatamente imbarazzata. “Non dobbiamo farla. La chiacchierata, intendo. So… quello che c’è da sapere. Hanno fatto una lezione ad Hogwarts e tutto il resto”.

Mia mamma strinse le labbra e cercò di non ridere. “Ah… c’è un po’ più di quello che ti insegnano in quella lezione, Lily”.

“Lo so”. Le mie guance si arrossarono ed io presi un piccolo pezzo di pergamena e cominciai a piegarlo in un piccolo quadrato. “Beh, voglio dire… cosa intendi tu?”

“Voglio dire che ci sono cose come amore, felicità, e la sensazione di essere con qualcuno che tiene a te”. Mia madre si alzò e cominciò a camminare per la mia stanza. Prese in mano la statuetta a forma di unicorno che i miei fratelli mi regalarono quando avevo nove anni e la esaminò. “Proprio adesso, so che tu hai tutti questi… sentimenti fisici… dentro di te. Ma penso che sia importante che tu capisca che c’è più del sesso, oltre al fisico. C’è una questione di emozioni e…”

Cercai di non ascoltarla. Perché sapevo già tutto. È per questo che non riuscivo a vedere ‘l’affare fatto’ (come lo definiva Jemma) con qualsiasi ragazzo con cui ero uscita. Certo, c’era sempre stato l’andare sotto alla camicia, ma non ero mai andata davvero oltre a quel punto.

“Lily”, mia madre mi guardò male. “Questo è importante. Presta attenzione”. Estrasse la sua bacchetta. “Ti insegnerò anche alcuni incantesimi contraccettivi di base. Giusto in caso ti dimenticassi la dose di pozione”.

A quel punto, il mio cervello cominciava a ribellarsi. “Ehh… no, grazie”.

“Lily Luna Potter!” mia madre ruotò gli occhi. “Questo non è un gioco. L’ultima cosa che vogliamo è che tu rimanga incinta a sedici anni”.

“Non lo farò” esclamai. “Non sono un’idiota. Non ho nemmeno dormito con lui, ancora”.

“Ancora” ripeté mia madre. Abbassò la bacchetta e si sedette sul bordo del mio letto. “Quindi ci stai pensando?”.

“Forse, non lo so”, ragionai, evitando il suo sguardo penetrante. Poi, fuori dalla curiosità, non potei fare a meno di chiedere, “Quanti anni avevi tu?”

“Diciotto”, rispose senza esitare. E poi, mi lanciò il sorriso perfido per cui era famosa. “Non che io voglia che tu aspetti così tanto. Ma tuo padre è un cretino onorabile.  Ed era piuttosto impegnato negli anni successivi alla sconfitta di Voldemort. Apparentemente, voleva che la prima volta fosse speciale, ho tenuto duro e non gli ho detto che per me avremmo potuto semplicemente andare in uno sgabuzzino delle scope e chiuderla li per quel che mi importava”.

“Oh per Godric Grifondoro, MAMMA!” chiusi gli occhi inorridita. “Non ho bisogno di questo tipo di dettagli, grazie”.

Lei stava ridendo. “Non saresti qui se io non fossi stata attratta da tuo padre”. Al mio sguardo di disgusto, lei scosse la testa e ruotò gli occhi. “Onestamente, potresti apparire esteriormente esattamente uguale a me, ma sei certamente figlia di tuo padre. Può sconfiggere i Mangiamorte con un colpo di bacchetta, ma qualsiasi cosa che abbia a che fare con il sesso opposto e lui è completamente congelato”.

Scossi la testa, ma non potei fare a meno di ridere. “Suppongo di si”.

“Il punto è”, continuò mia madre, “Che probabilmente sarei andata a letto con lui quando avevo sedici anni, se ne avessi avuto l’occasione. Nel tuo caso, non devi preoccuparti che Michael vada a confrontarsi con il più potente mago Oscuro del mondo, quindi, riconosco che siano alte le probabilità che tu non aspetti fino a che avrai diciotto anni”.

“Beh, Michael non è così”. Risposi velocemente. “Voglio dire, lui non è come eravate tu e papà”.

“Cioè?”

“Voglio dire, non è ‘LUI’, non penso”. Guardai il piccolo quadrato di pergamena nella mia mano. Non potevo più piegarlo. “Come facevi tu a saperlo? Ti sei innamorata di papà quando avevi dieci anni, per amor del cielo!”

“Lo dicono sempre tutti”. Mia madre lasciò andare un sospiro rassegnato. “Ma non è vero, affatto”. Quando avevo dieci anni, ero intrigata da tuo padre. Poi, più avanti, diventammo amici. Lui uscì con Cho; io uscii con altri ragazzi. Quando finalmente decidemmo di metterci insieme, ero immensamente attratta da lui. Quando venne il momento, capii che i miei sentimenti per lui erano amore e lui capì lo stesso con me”. Mia madre raccolse un filo staccato dal mio copriletto e aggiunse, “Erano tempi diversi. Abbiamo visto molta morte. Guerra. Torture. Così, quando una persona si innamora, si aggrappa ad esso”.

“Come sapevi che era amore?”

“Principalmente perché tuo padre mi faceva sentire diversamente da come mi sentivo con chiunque altro”. mamma sembrava divertita. “Non solo fisicamente; ero a mio agio con lui. Potevo essere me stessa ed eravamo buoni amici. La mia famiglia lo amava. E lui amava la mia famiglia. Nessun uomo poteva davvero essere paragonato a lui”.

“Beh, lui è Harry Potter”, sottolineai. “Tutti si sentono in quel modo. Che nessun uomo può essere paragonato a lui”. Improvvisamente mi sentii abbattuta, buttai la pergamena nel cestino. “Non penso che troverò un uomo come quello”.

“Non è perché lo amo, penso” disse mia madre calma. “Quando lo vedo, non vedo il Ragazzo che è Sopravvissuto. Vedo il mio Harry, il tipo che non ha un osso romantico nel suo corpo, ma che ancora prova ad essere romantico per amor mio. L’uomo che ama i miei genitori più di quanto li ami io; il padre che morirebbe per i suoi figli e l’Auror che si sveglia ogni giorno e combatte per fare del mondo un posto migliore”.

Non sapevo davvero cosa dire, così rimasi in silenzio.

“Michael può non essere quell’uomo” disse mia madre. “Magari non l’hai ancora incontrato. Ma so che non viviamo nello stesso mondo, non più, Lils. Quindi, potresti non aspettarlo. Dio sa che i tuoi fratelli non hanno aspettato”. Mia madre ruotò gli occhi. “E se scegli di non aspettare, allora voglio che tu prenda le giuste precauzioni, va bene?”

Annuii. “Va bene”.

“Bene”. Mi si avvicinò e mi baciò la fronte delicatamente. “E metti via i tuoi libri. Goditi le vacanze finchè puoi”.

Dopo che se ne fu andata, provai ad andare a letto, ma non riuscii a dormire. Continuai a pensare alle parole di mia madre e a cosa aveva detto a proposito di come mio padre la facesse sentire. Ebbi un’immagine nebbiosa, sfuocata nella mia mente di chi potesse essere quell’uomo che mi avrebbe fatta sentire in quel modo. Quando finalmente chiusi gli occhi, l’immagine sfuocata si mise a fuoco e vidi l’immagine di Scorpius, in giardino, che mi diceva quello che provava.

Non ho dormito un attimo per il resto della notte.
 
 



*Canzoncina che cantano i bambini quando vogliono scherzare una coppia di innamorati, spesso anche per prendere in giro altri bambini (le due piccole pesti che sto curando a Londra la cantano tutto il giorno); è l’equivaente della nostra “Tra rose e fior…” vi lascio il testo in inglese, con relativa traduzione.
Lily and Scorpy
sitting in a tree,
K-I-S-S-I-N-G. (Cantato: Key-Eye-Ess-Ess-Eye-En-Gee)
First comes love,
then comes marriage,
then comes baby
in a baby carriage!
 
Lily e Scorpy
Seduti sopra a un albero,
S-I-B-A-C-I-A-N-O
Prima si innamorano,
poi si sposano,
poi arrivano i bambini,
nella carrozzina!


**Nel testo originale c’è scritto Lampkin, ora, io ho pensato siano i Gorgosprizzi, se qualcuno di voi lo sa, fatemelo sapere, che farò l’eventuale correzione con la giusta traduzione J
 


NdT

OK. Ci sono. Ce l’ho fatta. 20 pagine. 20 pagine di word. Avevo visto che era lungo il capitolo, e sono felice di questo, ma non avevo immaginato che fosse lungo 20 pagine! Ahaha, comunque… questo capitolo mi piace un sacco, anche se è dal prossimo che le cose cominciano a prendere un po’ più di movimento!

Qui troviamo uno Scorpius a cui piace Lily, e una Lily cotta di Scorpius ma che lo capisce taaardi! E Scorpius è geeeloooso! Che bello, che bello, che bello!

IL BACIO. IL BACIO. Giuro che non me l'aspettavo, non adesso! Non in questo capitolo! Ma è stato decisamente awwww *-*

Personalmente, ho riso un macello quando ho letto la scena della cena, e adoro letteralmente l’ultima parte… mi ha divertita anche la parte del “discorso della mamma” ma mi è piaciuto particolarmente il modo in cui Ginny descrive i suoi sentimenti per Harry!

Ringrazio le 118 persone che hanno letto il secondo capitolo, ‘rosa di vetro’ che lo ha recensito, tutti coloro che hanno messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate e tutti coloro che seguono in silenzio!

A voi i commenti, le recensioni mi fanno sempre piacere, anche se la storia non è mia, ci sto mettendo davvero tanto impegno nel tradurla (e migliorando un sacco il mio inglese), quindi, anche solo per dirmi ‘fa schifo’, ‘la adoro’, ‘ritirati’, scrivetemi qualcosa, ho sempre risposto a tutti, e mai mangiato nessuno! J

Un abbraccio da Londra, vi aspetto con il prossimo capitolo (spero di riuscire a pubblicarlo presto), vi anticipo il titolo: Toccato.

Vi lascio anche il link della mia FF, http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2367055&i=1

Un bacio, HateevoL <3

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Capitolo 4
*** Toccato. ***


Toccato.

La prima volta che…

Ho toccato Scorpius Malfoy di mia spontanea volontà, fu in una grande e vuota aula ad Hogwarts al mio settimo anno.

Ci volle un po’ prima che noi due rimanessimo da soli, e non era qualcosa che avessi programmato o nemmeno considerato. Per fare un favore al professore di Difesa Contro Le Arti Oscure, mio padre era venuto ad Hogwarts per tenere una lezione di duelli e altre robe in difesa contro la Magia Oscura agli studenti che stavano per conseguire i M. A. G. O.. Per chissà quale ragione, aveva portato Scorpius con sé (penso per usarlo come sfidante negli esercizi sui duelli) e, ovviamente, io avevo preso parte a quella lezione, siccome avrei dovuto fare l’esame M. A. G. O. in Difesa.

Quando fu tutto detto e fatto, e la classe si stava svuotando, io gironzolai in attesa che l’ultima persona se ne andasse. Poi, mi avvicinai a mio padre sorridendo. Scorpius era nell’angolo a mettere a posto il materiale che avevano usato nelle esercitazioni. Io ignorai lui e lui ignorò me.

“Lily – fiore!” disse mio padre con un sorriso. Mi diede un rapido abbraccio e fece quella cosa di spettinarmi i capelli di proposito, per farmi arrabbiare. Ruotai gli occhi in risposta.

Mentre rimetteva alcune pergamene nella sua valigetta, mi chiese: “Ti è piaciuta la lezione?”.

“Sì” risposi, con un grande sorriso. “Mi è piaciuto particolarmente quando hai dimostrato la potenza di semplici incantesimi come Expelliarmus e Stupeficium. L’idea che questi comuni e, il più delle volte, sottovalutati incantesimi possono in realtà avere più effetto di altri incantesimi più complicati  pericolosi? Stupenda papà. Assolutamente stupenda!”

Mio papà era divertito, si appoggiò al banco, con le braccia incrociate. “ Ehi, lo sai, vero, che non sono un tuo professore, e che quindi non devi leccarmi il culo per avere bei voti?”.

“Giusto. Ma tu sei quello che mi da la paghetta” evidenziai, con un sorriso impertinente. Protesi una mano verso di lui, col palmo in su “E sono a corto di soldi”.
Lasciando andare un sospiro, mise una mano nella tasca del cappotto e ne estrasse un sacchettino. “Non” cominciò, con tono di avvertimento, lasciando cadere alcuni Galeoni sul palmo della mia mano, “dirlo a tua madre. Lei pensa che tu debba cominciare ad essere più responsabile, ora che stai per lasciare Hogwarts”.

“Oh, andiamo!” risposi, ruotando gli occhi. “Sappiamo entrambi che lei manda soldi a James in ogni singolo maledetto gufo!”.

“Questo perché lui sta studiando per diventare Guaritore, e tu sai che all’Accademia per Guaritori gli studenti non fanno praticamente soldi!” mi ricordò mio padre, con l’accenno di un sorriso. “Come ho detto, non dirlo a tua madre”.

“Non lo farò” misi i soldi in tasca e lo guardai. “Ti unisci a noi in Sala Grande per cena? Farai felici i Grifondoro. Non tutti i giorni rispunta fuori un tale distinto studente”.

Le sue sopracciglia si sollevarono a quell’affermazione. “L’avevo in mente. Sebbene, avevo programmato di sedermi al tavolo di Corvonero”.

“Davvero?” finsi di sembrare confusa “E come mai?”

“C’è questa ragazza Corvonero che assomiglia pericolosamente a tua madre” disse mio padre ridendo, mentre raccoglieva la sua borsa. “Credo che siano parenti”.

“Probabilmente” dissi, annuendo “abbiamo tantissimi Weasley qua in giro!”

“Fin troppo vero” disse mio padre guardando Scorpius “Scorp, ti dispiace rimettere tutto in ordine qui? Ho promesso ad Hagrid che mi sarei fermato per un tea, e devo anche vedere Neville per una cosa”. Si girò verso di me e mi baciò sulla fronte, dandomi un abbraccio veloce “Ci vediamo a cena, Lily – fiore. Puoi aiutare Scorpius prima di andare?”

Guardai verso Scorpius che disse, frettolosamente “No, ce la faccio, Auror Potter. Fa niente”

“Non essere sciocco” rispose mio padre, con un gesto della mano. Mentre usciva dalla porta, aggiunse, oltre alla sua spalla “D'altronde, Lily deve guadagnarsi i soldi che le ho appena dato, no?”

Dopo che se ne fu andato, un silenzio imbarazzante cadde nella stanza ed io cercavo di guardare ovunque tranne che nella sua direzione.

Dopo un po’, Scorpius si schiarì la gola “Davvero, non devi restare, lo sai. Ce la faccio”

“No, no, resto” dissi mentre raccoglievo vari oggetti e mi dirigevo verso l’armadio in fondo alla stanza. “Mio padre ha la tendenza di venire a sapere le cose, quindi se vuole che ti aiuti, dovrei farlo”.

Lavorammo in silenzio per una buona decina di minuti e, alla fine di essi, la stanza era tornata alla normalità. Avevo appena messo l’ultima sedia al proprio posto quando vidi Scorpius in piedi, fermo a guardare un angolo del soffitto. Seguii il suo sguardo e vidi il segno di una bruciatura nell’intonaco.

Le sue labbra si incurvarono in un mezzo sorriso. “L’abbiamo fatto io ed Al. Primo anno”.

Guardando il segno, gli chiesi “Come?”

“Abbiamo incantato un mazzo di carte da Spara Schiocco” rispose in tono distratto. “Lunga storia. Abbiamo dovuto scontare tre settimane di punizione. Fu la mia prima punizione in assoluto, che io ricordi. Sicuramente non l’ultima”

Cominciai a ridere “Si, beh, i miei fratelli hanno quell’influenza sulle persone”.

“È così strano” disse, piuttosto bruscamente, mentre si voltò a guardarmi “Al mio ultimo anno ad Hogwarts, ero così pronto ad andarmene. Non vedevo l’ora. E, adesso, sono di nuovo qui e sento che vorrei essere al primo anno di nuovo a rifare tutte le punizioni da capo”

“Davvero?” con l’espressine seria, gli offrii “Vuoi fare uno scambio di posti? I M. A. G. O. sono appena dietro l’angolo, e onestamente ogni cosa di questo posto mi infastidisce. Il bagno che si inonda a causa di Mirtilla Malcontenta. Gli stupidi indovinelli per entrare nella mia Sala Comune; lo studio, la biblioteca, persino il cibo della Sala Grande non sa più di buono”

“Non vorresti fare scambio di posto con me, Lily” Scorpius suonò triste “Sai perché sono dovuto venire con tuo padre oggi? Perché era dispiaciuto per me” rispose con voce tesa, prima che potessi rispondere io.

“Dispiaciuto per te?” non nascosi la mia confusione “Perché?”

“Perché nessuno nel dipartimento Auror vuole lavorare con me” Scorpius evitò i miei occhi e si incamminò verso la finestra aperta. Si fermò lì, guardando verso al campo di Quidditch, dove la squadra di Tassorosso stava facendo l’allenamento settimanale. “Tutti ricordano, come vedi, quello che ha fatto mio nonno nell’ultima guerra. Come tutti quegli oggetti oscuri furono trovati a Villa Malfoy. Pensano che non sia sicuro che io lavori lì”.

“Ma tuo nonno è morto ad Azkaban” camminai verso di lui, colmando la distanza. “E mio padre parlò in difesa di tua nonna e di tuo padre ai loro interrogatori. E tu non hai fatto niente di male! Tu sei stupendo. Anche mio padre lo pensa”.

“Niente di tutto ciò ha importanza, Lil” mi guardò, e le sue labbra si incurvarono in un sorriso amaro. “Quando mi vedono, tutto quello che vedono è una persona la cui famiglia ha combattuto dal lato sbagliato della guerra. Pensavo, che dopo Hogwarts, le cose sarebbero state diverse. Ma nel mondo reale? Non lo sono”.

“Beh,” dissi lentamente, tamburellandomi un dito sulle labbra, mentre pensavo “sai cosa devi fare, allora, no?”

I suoi occhi deviarono sulle mie labbra e lui sembrava congelato “Cosa?”

“Ti devi trovare un amico” dissi, impertinente. “Trova QUELLA persona che non vede la tua famiglia quando ti guarda. Il resto verrà da sé. Molti anni fa, qualcuno mi diede un consiglio stupendo come questo, e si è rivelato esatto”

Scorpius cominciò a ridere. Poi disse, con voce canzonatoria “Ma e se non piaccio a nessuno?”

In silenzio, lo contemplai per un minuto. Poi ripetei le sue parole di tanto tempo fa “Ah, Scorp. Non è possibile che tu non piaccia a nessuno”.

Poi, mi alzai sulle punte dei piedi e lo circondai con le braccia, dandogli un abbraccio rassicurante. Quando mi staccai, non potei fare a meno di baciarlo delicatamente sulla guancia. Poi, imbarazzata, gli pulii il segno che avevo lasciato con il lucidalabbra. “Beh, è meglio se scendo. Ho fame, e mio padre si starà chiedendo dove sono”.

Quando presi posto al tavolo di Corvonero, vidi che la Sala Grande era più affollata del solito. Sembrava che l’intera scuola volesse mangiare con Harry Potter. Il Preside si alzò e disse alcune parole, come faceva sempre, e poi si rivolse a mio padre. “Auror Potter, siamo onorati di averla qui oggi. Vorrebbe dire qualche parola?”

Mio papà si guardò intorno nella Sala Grande e sapevo che era infastidito dallo sfarzo che gli era stato riservato. Conoscendolo, ero sicura che avrebbe voluto declinare, sedersi di fianco a me, mangiare qualcosa, ed andarsene. Ma sarebbe stato scortese da parte sua tornare nella sua vecchia scuola e non dire niente, quindi si incamminò verso il podio e ci guardò.

Una mia amica, Kiran, si allungò verso di me e disse “Senti, lo so che è tuo padre e tutto, ma rimane comunque un gran figo”.

Finsi di mettermi due dita in gola e vomitare “È rivoltante. È già brutto abbastanza quando lo dite dei miei fratelli, ma dirlo di mio padre? Vai e fatti curare la testa!”

Lei scrollò le spalle “Non sono l’unica ragazza a dirlo”.

Ruotai gli occhi e riportai l’attenzione a mio padre, che aveva appena finito di ringraziare il Preside per la sua ospitalità. “Ed ora,” concluse mio padre, “Suppongo di dover dire alcune parole”. Sembrò pensarci su un attimo e poi disse “Stoccafisso. Gelatine al limone. Alga branchia. Buona cena a tutti!”

La Sala Grande cadde nel completo silenzio mentre tutti cercavano di processare quello che aveva appena detto. Ad eccezione di me, che non mi trattenevo dalle risate. Dopo essere sceso dal podio ed essersi incamminato verso di me, scossi la testa e lo rimproverai “Penseranno tutti che sei stato confuso o qualcosa del genere, papà”

“Che posso dire?” si sedette di fianco a me e scrollò le spalle agli studenti vicini a noi “Sono un uomo di poche parole”.

Mentre cominciavamo a mangiare, mi guardai attorno. Tutti gli studenti al nostro tavolo erano nervosi e qualcuno cercava di sistemarsi i capelli. Lanciai a Kiran uno sguardo di fuoco, chiarendo che non doveva avvicinarsi a mio padre.

Prima che potessimo arrivare alla seconda portata, un gufo entrò nella Sala, portando della posta. Puntava dritto a mio padre e fece cadere la grande e pesante busta proprio sopra al suo piatto. Quando la prese, potei notare il simbolo del Ministero della Magia. Velocemente, la aprì e controllò il contenuto. Poi, con un sospiro pesante, si rivolse a me “Ah, Lily-”

“Devi andare” finii per lui. Ero cresciuta con lui, dopo tutto. Questo accadeva spesso. “Va bene, allora”.

“Mi puoi fare un favore e mandare a tua mamma un messaggio via Metropolvere?” mio padre si alzò e guardò verso il tavolo di Serpeverde, dove Scorpius stava cenando. Colse lo sguardo di Scorp, che annuì immediatamente e si alzò raggiungendolo. “Dille che non tornerò a casa stasera. Probabilmente nemmeno domani”.

“Certo” dissi, alzandomi. Cominciai ad allarmarmi. “Va tutto bene?”

“Si, andrà tutto bene” mi diede un abbraccio veloce e poi si incamminò verso il Preside, presumibilmente per chiedergli in prestito il camino per uscire da Hogwarts.

Dopo aver avuto una conversazione tramite Metropolvere con mia madre, decisi che sarebbe stato sensato andare a casa per il finesettimana. Gli esami erano proprio dietro l’angolo, ed io avevo detto a Scorpius la verità. La scuola mi stava facendo diventare matta. Dovevo prendermi una pausa. Dopo aver avuto il permesso del Preside, ero tornata a casa con la Polvere Volante e, ore più tardi, ero ancora incapace di dormire.

Così, mi curai con una bottiglia fredda di Burrobirra in cucina, quando mio fratello fece irruzione, apparendo esausto e un po’ sporco.

“James?” mi alzai e lo aiutai a sedersi al tavolo. “Cosa ci fai qui?”

James si guardò attorno confuso. “Cosa? Oh, io… qui era più vicino del mio appartamento”. Appoggiò la testa sul tavolo e poi guardò su, occhieggiando avidamente alla mia Burrobirra. Io ruotai gli occhi e gliela porsi, poi andai a prendermene un’altra.

Dopo averne bevuti un paio di sorsi, sembrò essersi risvegliato di colpo. “Lils, cosa ci fai TU qui? Perché non sei a scuola?”

“Ho deciso di studiare a casa”. Giocando con la carta della bottiglia di fonte a me, gli chiesi “Perché sei così sporco?”

Mi lanciò un’occhiata storta. “Non hai sentito? C’è stata un’esplosione enorme in un centro commerciale Babbano a Londra. Si è scoperto che era un oggetto oscuro e un paio di maghi oscuri che l’avevano causato. Il San Mungo era pieno di Babbani e maghi allo stesso tempo. Ho appena finito dopo un doppio turno”. Scuotendo la testa stancamente, prese un altro lungo sorso di Burrobirra. “Sarei ancora là, ma il San Mungo ha una politica molto dura per i suoi Guaritori. Non possiamo fare tre turni di seguito”.

Ha senso. Controllare la magia è difficile nelle migliori circostanze, quindi quando sei esausto sei più proteso a sbagliare. “Era quello di cui si stava occupando papà, allora?”

“Si, l’ho visto per un attimo. In ospedale”

Restammo entrambi in silenzio per alcuni minuti e poi mio fratello disse, piuttosto inaspettatamente, “Avevo intenzione di parlarti. Cosa succede tra te e Jem?”

“Niente”, risposi, tagliente, con uno sbruffo. “Non so di cosa parli”.

“Si che lo sai”, insistette. Lasciò andare un lungo sospiro e fece scorrere le dita tra i capelli. “Non le parli; ne è turbata”.

“Io le parlo. Dopo tutto, è nel mio dormitorio ad Hogwarts; non potrei smettere di parlarle nemmeno se lo volessi” sottolineai.

“Si, lo so, ma lei mi ha detto che la vostra amicizia non è…” esitò e guardò la sua bottiglia. “Lils, non devi fargliene una colpa. Lei voleva dirtelo, stava solo aspettando il momento giusto”.

Schiarendomi la voce, lo guardai risoluta. Il mio tono era gelido, “Beh, mentre era sopra di te, con la tua lingua ficcata nella sua gola non lo era, eh?”

Lui arrossì. “Lily, smettila di fare la bambina piccola. Non ho nemmeno capito quale sia il grande problema”.

“Il grande problema?” mi alzai infuriata e la mia sedia cadde a terra. “Lei è la mia migliore amica! La mia prima amica ad Hogwarts, IN ASSOLUTO! Non gliene è mai fregato niente del fatto che nostro padre è Harry Potter o che tu fossi mio fratello. Lei prendeva in giro le ragazze che si innamoravano di te! Tutte le ragazze là dentro, ti venivano dietro, pensando che tu fossi speciale, ma lei no”. Guardandolo, scossi la testa. “È solo che tu non potevi lasciarla in pace. Cos’è successo, hai lasciato Hogwarts e hai deciso che le donne nel mondo reale non ti idolatravano abbastanza, quindi sei tornato a scuola per una ripassata?”

Gli occhi di mio fratello erano brillanti, lo sguardo infuocato. “È successo che mi piace un casino, Lily. Occhio a quello che dici”.

“Ti piace, ah si?” ruotai gli occhi. “Così come Sabrina? O Eliza? O Megan? O Morgan? O – aspetta – chi era la ragazza che si è tatuata il tuo nome sul culo? Nicollette? L’hai lasciata circa due secondi dopo che se l’era fatto!”

“Certo che l’ho lasciata” esclamò. “L’avresti fatto anche tu. Era matta”.

“Non è questo il punto” continuai. “Il punto è che Jemma era l’unica che era mia. Mia amica. Non una qualunque che vuole uscire con un ragazzo Potter. E tu l’hai rovinata, perché – ovviamente – il secondo dopo essersi messa con te, non me l’ha nemmeno detto. Me l’ha nascosto. Mi sono sentita un’idiota!”

“Lily.” James si era calmato, stava mettendo da parte il suo temperamento. “Lei voleva dirtelo, ma io non l’ho lasciata.”

“Perché?”

“Per tutte le ragioni che hai appena elencato,” ammise mio fratello, sentendosi un po’ in colpa. “Lo so che non ho le migliori storie con le ragazze.”
Io sbruffai e incrociai le braccia.

Lui mi ignorò. “Quindi, ho pensato che se fosse stata solo una cosa momentanea… era meglio se aspettassimo. Lei non ne era felice, ma pensava anche che fosse una buona ragione. Non voleva assolutamente rovinare la vostra amicizia.”

“Piano eccellente” mormorai tra i denti.

“Lils, devi parlarle. Solo…” prese un respiro profondo e mi guardò dritta negli occhi, “per me? Mi piace davvero e odio il fatto che abbia rovinato le cose tra di voi.”

Per un seondo, mi ammorbidii. Era raro che i miei fratelli mi chiedessero qualcosa. Poi pensai a come lui non avesse bisogno di chiedermelo se avesse lasciato andare le cose come dovevano andare, e mi irrigidii. “No. Se ha dei problemi con me, allora deve venire da me di persona. Sta già cominciando – stai parlando in suo favore. Jemma ormai è più la tua ragazza che mia amica”.

Come mi girai e cominciai ad uscire dalla stanza, la voce bassa di mio fratello mi fermò “Non stai facendo un po’ l’ipocrita?”

Lentamente, mi girai e lo guardai diffidente. “Cosa intendi?”

“Tu e Scorpius. Ha avuto un cuore-a-cuore con Albus ultimamente?”

Arrossendo leggermente, feci un passo indietro. “Non c’è niente tra me e Scorpius.”

“Davvero?” mio fratello sollevò un sopracciglio. “Continua a dirtelo”.

“Non lo sto dicendo a me stessa. Lo sto dicendo a TE”, risposi arrabbiata.

“Bene.” James buttò la bottiglia di Burrobirra nel cestino e poi si incamminò verso la porta. “Ma, ti avverto, mi divertirò molto, a riguardo, quando il piede sarà nell’altra scarpa. Che sia domani o tra dieci anni.”

Dopo che se ne fu andato, mi guardai attorno in cucina, cercando di capire di cosa diavolo stesse parlando.
 


La seconda volta che…

Ho toccato Scorpius Malfoy di mia spontanea volontà fu quando ero ubriaca. Totalmente e completamente sbronza.

Dopo la conversazione con James, ero a malincuore venuta alla conclusione che mi stavo comportando da ragazza immatura. Il che mi portò ad avere una lunga conversazione con Jemma, dove collezionammo un copioso ammasso di lacrime, e ci facemmo le solite promesse sul non abbandonare la nostra amicizia per un ragazzo un’altra volta. Ovviamente, questo non aveva fermato Jemma dal passare la maggior parte del suo tempo libero con James, ma avevo deciso di provare ad ignorare questa cosa.

E fu così che io arrivai al ‘Wicked’ un nuovo club che aveva aperto a Londra. Era una nuova attrazione, perché era gestito da un Babbano ed un Mago. Quindi, era situato nella Londra Babbana, ma aperto solamente alle presone del mondo magico, dove venivano servite sia bevande Babbane che bevande normali. James ebbe una serata libera dal lavoro ed aveva invitato Jemma ad andarci con lui. Avevamo appena finito di trasferirci nel nostro nuovo appartamento, ed eravamo entrambe pronte a calmare le acque, quindi accettai quando lei mi chiese di unirmi a loro. Circa venti minuti dopo essere entrate nel locale, mi stavo pentendo con tutto il mio cuore della mia decisione. I due avevano già avuto tre sessioni amorose e potrei giurare di aver visto le mani di mio fratello in posti inappropriati. Non ero una puritana, per nessun verso, ma una sorella ha i suoi limiti.

Finalmente si staccarono per riprendere ossigeno e James andò a prendere da bere. Una volta che fu in mezzo alla mischia, Jemma si voltò verso di me con un sorriso sognante. “Non è meraviglioso questo posto?”

“E come lo sai?” chiesi, tagliente. “Tutto quello che hai visto è stata la faccia di mio fratello, mentre la succhiavi.”

“Scusa.” Ma Jemma non sembrava affatto dispiaciuta; invece, aveva un brillio negli occhi. Si guardò intorno e poi urlò “Oh, guarda, c’è Scorpius!” prima che potessi protestare, lei gli aveva fatto cenno di raggiungerci.

Lo guardai, leggermente critica, ed improvvisamente mi sentii come se avessi ingoiato cinquanta Api Frizzole in un colpo solo. Indossava una camicia scura abbottonata, con dei pantaloni neri, e i suoi capelli biondo platino erano scompigliati, alcune ciocche ricadevano sui suoi occhi. Era la prima volta, dopo tanto tempo, che lo vedevo in qualcosa che non fosse la sua divisa da Auror o nei jeans sgualciti che indossava quando ci faceva visita a Godroc's Hollow.

Aveva una birra babbana in mano, e disse a Jemma, con un sorriso "Come stai, Jem? È passato un po' di tempo".

"Sto bene. Cosa ci fai tu qui?" Chiese lei, sorridendo, "Ti hanno cacciato dal dipartimento Auror?"

"Sono qui con alcuni colleghi, veramente," rispose Scorpius, con un sorriso. Scoccò uno sguardo nella mia direzione. "Mi hanno invitato ad unirmi a loro".

Fissai le mie scarpe, nascondendo un sorriso.

"Perché non vi unite a noi?" Scorpius chiese, per educazione.

Il mio volto scattò in su. Sebbene odiassi stare con Jem e James, non ero nemmeno esattamente felice di passare la serata con Scorpius.

Prima che potessi dire qualcosa, Jemma disse, "Ci piacerebbe molto. Fammi solo andare a cercare James e veniamo la" si voltò verso di me e mi spinse verso di lui. "Tu puoi andare con Scorp, Lily. Non c'è bisogno che andiamo entrambi a cercare James".

Poi sparì, la traditrice. Prendendo un respiro profondo, mi girai verso Scorpius  e dissi, "Bene, allora. Fammi strada".

Mi condusse ad un tavolo pieno di persone più o meno della nostra età, stavano tutti ridendo e scherzando. Quando ci avvicinammo al tavolo, alcuni di loro ci guardarono.

"Ragazzi, lei è Lily" Scorpius mi indicò a loro, e disse a me "Lily, loro sono i miei colleghi".

Una ragazza, bionda con i capelli lunghi e vividi occhi blu, rise. "Avresti potuto fare di meglio, Malfoy". Mi sorrise e mi porse la mano. "Sono Christina".

"Ed io sono Ryder", disse il ragazzo con i capelli scuri vicino a lei, salutandomi con la mano, mentre circondava con il braccio le spalle di Christina. "E lei," indicò la ragazza seduta dall'altro lato, "è Sarah".

L'ultimo ragazzo al tavolo, alto con la pelle scura ed occhi stranamente chiari, sorrise e disse, "Io sono Richard".

"Piacere a tutti" risposi, sorridendo. Sembravano carini. Scorpius prese una sedia per me e mi sedetti con loro. "Come ha detto Scorp, io sono Lily".

 "E come conosci Scorp, Lily?" Chiese Sarah, con un sorriso teso.

Noi due ci guardammo ed io dissi, "Andavamo ad Hogwarts insieme". Nello stesso momento, Scorpius disse, "Sono amico di suo fratello".

Loro sembravano confusi ed io sorrisi debolmente. "Entrambe le cose, in realtà".

Christina mi stava fissando con uno sguardo intenso. "Lavori al Ministero, Lily? Potrei giurare di averti già vista lì. Sembri così familiare". Voltandosi verso Ryder, gli chiese, "Non ti sembra familiare?"

Ryder piegò la testa di lato. "Si, più o meno".

Muovendomi nervosamente sulla sedia, risposi, lentamente, "Beh, non ci lavoro, ma ci sono andata spesso negli anni. Ci lavora mio papà".

Improvvisamente, l'atmosfera attorno al tavolo cambiò mentre tutti si guardavano e facevano due più due.

"Lily Potter". Sarah bevve un sorso del suo drink nervosamente. "Sei la figlia dell'Auror Potter".

Richard mi guardò come se io fossi colpevole. "Tu sei la figlia del nostro capo". Poi, si fermò ed aggiunse "In realtà, sei la figlia del capo, del capo del nostro capo".

Dentro di me, maledii mio padre per essere al tempo stesso così famoso ed intimidatorio. Ma, esternamente, mi misi un sorriso sulla faccia. “Si, beh, potreste cercare di non farmene una colpa?” poi, guardandomi attorno, chiamai il cameriere. “Cosa ne dite se il prossimo giro lo offro io?” vidi, con la coda dell’occhio, che Scorpius mi stava guardando, ma non disse niente.

Poi i cocktails cominciarono ad arrivare ed io ero troppo impegnata a divertirmi per preoccuparmi del ragazzo che avevo di fianco. Man mano altra gente si univa alla nostra festicciola, e questo portò lui a venirmi sempre più vicino. Volevo andare via dal suo calore, ma non avevo altra scelta, se non rintanarmici. O era così, o dovevo andare in braccio a Richard. E Richard sembrava proprio che la cosa non lo avrebbe disturbato.

Quando il pub stava chiudendo, ero pronta per chiamarla una bella serata. Ma quando cercai di ricordarmi come Materializzarmi al mio indirizzo, il mio cervello era troppo andato per ricordarsi le coordinate. Un braccio forte mi prese per le spalle quando dondolai un po' sui miei tacchi.

"Lily." Scorpius mi guardò  preoccupato. "Quanto volevi bere? Cosa pensavi di fare?"

Sbattendo lentamente le palpebre, cercai di mettere a fuoco il suo viso. "Uhm...sai dove abito? Perché io non lo so."

Lui sembrava indeciso se ridere o strozzarmi. "Succede, che so dove abiti. Tieniti." Lui strinse stretto il suo braccio intorno alla mia vita e mi portò con sé mentre si Smaterializzava in un punto ad un paio di edifici dal mio nuovo appartamento.

Scorpius sbruffò e si guardò intorno. "Dov'è? Potrei giurare che sia questa la strada che mi ha detto Albus".

"È Intracciabile" gli dissi. "E non ti ci puoi Materializzare o Smaterializzare dentro. Ed ha un Incanto Fudelius" con un singhiozzo, cominciai a ridacchiare. "Io, Jemma e mio padre siamo i Custodi Segreti".

Le sue sopracciglia si aggrottarono in confusione. "Perché avete così tante protezioni a casa vostra?".

Lo guardai come se fosse un idiota. "Hai incontrato mio padre? Ecco".

Scorpius ruotò gli occhi. "Bene, allora, dovrai dirmi dov'è. Non posso lasciarti qui così".

Allora glielo dissi, e mi circondò con un braccio per tenermi stabile in piedi mentre superavamo alcuni edifici nella calda serata estiva.

Dopo qualche secondo, mi cominciarono a far male i piedi, quindi mi tolsi le scarpe. Scorpius sembrava sul punto di dire qualcosa, ma poi sbruffò soltanto.

Quando arrivammo all'edificio di fianco al mio, la piccola casa che ospitava il mio appartamento cominciò ad apparire. Lo indicai e gli diedi il mio indirizzo completo, così poté entrare. Quando arrivammo davanti alla porta, dovetti picchiettarla con la bacchetta un paio di volte. La porta esterna si aprì, ma poi ne apparse un'altra con appeso uno specchio.

Lo specchio chiese, "Quale fu il regalo di tuo padre per il tuo tredicesimo Natale?"

Il mio cervello cominciò a pulsare e la stanza sembrava oscillare. Guardai lo specchio e dissi, "Levati dalle palle. Non me lo ricordo".

"Allora non puoi entrare", rispose lo specchio, solennemente.

"Oh, per l'amor di Merlino!" Mi lamentai. "Ti odio così tanto". Guardai Scorpius, che se ne stava lì in piedi incredibilmente confuso. "È stata un'idea di mio padre. Prese lo specchio dalla Tana e lo modificò".

"Giusto". Mi guardò strano un'altra volta e poi si schiarì la voce. "Chiedigli di farti un'altra domanda".

 "Ti posso sentire," rispose lo specchio, chiaramente infastidito. "E hai bisogno di tagliarti quei capelli, giovanotto". Rivolgendosi a me, lo specchio disse, "Non puoi avere un'altra domanda. Devi rispondere a questa, altrimenti Harry Potter deve darti l'autorizzazione per entrare". Lo specchio sembrava deliziato alla prospettiva.

"Oh, no..." Mormorai. "Non posso chiamare mio padre. Assolutamente no".

"Era una collana, con un pendente a forma di giglio", disse Scorpius allo specchio, a voce bassa. "Ora ci fai entrare?".

La porta si aprì ed io lo seguii nel mio appartamento, sentendomi completamente disorientata. Quando entrammo nel salotto, mi fece sedere sul divano e andò in cucina. Sembrava stesse facendo del tea.

"Come lo sapevi?” gli chiesi alla fine, dopo che la stanza smise di girare un poco. “Della collana?”

Lui si concentrò nell’aprire tutti gli armadietti, presumibilmente cercando le bustine del tea. “Oh… ho solo indovinato giusto”.

“Non è vero.” Mi tirai via i capelli dagli occhi e mi sedetti sul divano. “Come lo sapevi?”

“Ero con voi quel Natale”. Il bollitore cominciò a fischiare, così lui lo tolse dal fuoco e versò l’acqua calda in due tazze. “Ne eri davvero entusiasta. E mi hai chiesto di mettertela al collo”.

“Davvero?” sussurrai, cercando di richiamare alla mente quella notte, tempo fa, ma il ricordo era svanito. Il che non era sorprendente, visto che avevo problemi pure a ricordare il mio stesso nome al momento. ”Beh, è stato davvero carino da parte tua”.

“Abbastanza”. Chiaramente divertito, si sedette sul divano e mi porse la tazza di tea. “Bevilo. Ti metterà a posto lo stomaco”.

Come mi era stato ordinato, ne bevvi un paio di sorsi. Poi, appoggiai decisa la tazza sul tavolino e mi girai verso di lui. Prendendogli la tazza dalle mani, la misi anch’essa sul tavolo. Scorpius mi guardò confuso. “Cosa, non è buono? Devo ammetterlo, solitamente non bevo il tea, sol-”

Lo baciai, tagliando il resto della frase.

Quando ci staccammo, finì, debolmente, “Solitamente bevo il caffè”. Poi sbruffò e disse, “Lily, cosa stai-?”

Ignorandolo, mi girai, finchè non riuscii a mettere le mie gambe intorno alla sua vita, il mio vestito stretto si sollevò sulle cosce in risposta. Automaticamente, le sue mani mi afferrarono la vita e si mosse, così potevo stare più comoda contro di lui.

Abbassandomi, sfiorai le mie labbra contro le sue delicatamente. “Sono stufa di questa situazione. Io ti voglio, tu mi vuoi. Facciamo qualcosa a proposito”.

“Lily, no, noi…”

Coprii la sua bocca con la mia, muovendo le mie labbra contro le sue ed incitandolo con la lingua, cercando accesso. Quando lui finalmente cominciò a rispondere al mio bacio, colpii la mia lingua contro la sua e sentii una scossa di desiderio salirmi dentro. Le mie dita erano arricciate contro la sua camicia e, senza staccarmi, cominciai a sbottonarla. Era abbastanza difficile, vosto che la mia coordinazione non funzionava come avrei voluto.

Staccandomi, presi un bel respiro ed esclamai, “Hai troppi bottoni, dannazione!” Poi ebbi una splendida idea e presi la bacchetta “Accio bottoni”.

Scorpius lasciò andare un’imprecazione mentre i suoi bottoni si staccarono dalla camicia e volavano verso di me. Chinai la testa e la sfregai sul suo petto nudo e poi mugugnai, “Hhhmm…bello”. Mi tirai indietro per poterlo guardare bene, deglutii quando vidi le linee definite dei suoi muscoli e non potei fare a meno di far scorrere le mie dita sulla pelle liscia dei suoi addominali.

“Lily!” Mi sollevò e mi spinse via da lui. Alzandosi, cercò di rimettersi la camicia a posto. Dopo un secondo mi lanciò uno sguardo d’orrore. “Cosa stai facendo?”

“Bella domanda”. Annuii ragionevolmente. Siedendomi sulle ginocchia sul divano, afferrai l’orlo del vestito. “Non è giusto il fatto che sia tu l’unico a spogliarti”.

Mi tolsi il vestito e lo gettai di lato, quindi indossavo solo il mio reggiseno nero e delle mutandine di pizzo. Ero felice di aver deciso di vestirmi bene e questo era l’unico completo intimo che stava bene con il mio vestito. Specialmente quando vidi il modo in cui lui deglutì quando lasciò che i suoi occhi mi percorressero con lo sgurado. Si diede solo un minuto, comunque, e poi chiuse gli occhi.

“Ti devi rimettere il vestito”. Disse Scorpius a denti stretti, gli occhi chiusi. “Anzi, è meglio, in effetti” prese la bacchetta e disse “Accio camicia da notte”.

Una camicia da notte di pizzo striminzita e semi trasparente arrivò volando attraverso il salotto. Scorpius la prese e poi si accigliò. “Cosa-?”

“Quella era la stanza di Jemma”, gli dissi, con un’altra risata. “Ma la posso indossare, se vuoi”.

Ruotando gli occhi, la buttò a terra. “Vieni con me”, mi prese la mano e cominciò a trascinarmi verso la mia camera.

“Adesso si che ragioniamo” esclamai, abbastanza entusiasta. Provai a baciarlo di nuovo, ma lui mi prese solamente in braccio e mi buttò sul letto. Poi cominciò a cercare nei miei cassetti finché non trovò una lunga camicia da notte di cotone.

Me la tirò addosso. “Mettitela”.

Guardai l’offensivo indumento con disgusto. “Cosa? Stai scherzando! Me l’ha data la mia prozia Muriel. Non la metto”.

“Si, invece”. Scorpius sembrava sul punto di farmi violenze fisiche. Prima che mi potessi arrabbiare, si avvicinò al letto e cercò di infilarmela dalla testa. In pochi istanti, ero coperta da strati e strati di cotone.

Guardandolo, misi il broncio. “NON sei divertente. Non ti capisco! Mi ignori sempre, poi mi baci. Ora, io ti bacio e tu reagisci come se io avessi la spruzzolosi!”

“Non reggi l’alcool, eh?” Scorpius si sedette sul bordo del letto e sbruffò. “Se ti dovessi accontentare, mi prenderei gioco di te. A parte il fatto che non lo farei mai, ma sai cosa accadrebbe se i tuoi fratelli e tuo padre lo scoprissero?”

“Niente,” risposi, scontrosa. “Perché non lo scopriranno”.

“Qui è dove entra in gioco l’onore, allora”. Mi sorrise e mi baciò la fronte. “Ora, farò qualcosa che ti aiuterà a dormire”.

L’ultimo ricordo che ho era di lui, mentre puntava la bacchetta i miei capelli, molto delicatamente. Dopo di che, tutto si fece nero.

La mattina dopo, quando mi svegliai, mi sentivo come se la finale della Coppa del Mondo di Quidditch fosse stata disputata nella mia testa. I miei occhi erano asciutti e la mia bocca sembrava come se fosse stata riempita di batuffoli di cotone. Dopo aver aperto un occhio, vidi che c’era un biglietto sul mio comodino, insieme ad una piccola fialetta riempita con una pozione verde scuro.

Mettendomi a sedere piuttosto cautamente, presi la nota e la lessi.

Cara Lily,
Dovresti berla. James e Albus la consigliano. La migliore cura del mondo contro la sbronza. Ho anche messo un catino vicino al tuo letto, giusto in caso.
Stammi bene,
S. M.

Sbruffai leggermente. Giusto in caso di cosa? Poi, sentii il mio stomaco ribellarsi e mi strozzai, prendendo il catino appena in tempo.


 
La terza volta che…

Ho toccato Scorpius Malfoy di mia spontanea volontà fu ad un appuntamento con lui che in realtà non avevo programmato.

Dopo aver speso molte ore cercando di rimettermi dal peggior post-sbronza che io abbia mai avuto, ero finalmente riuscita a mettermi a posto, abbastanza da andare a cercarlo. Non avevo idea di dove abitasse, e non l’avrei mai chiesto in un milione di anni ai miei fratelli, quindi decisi che la cosa più semplice da fare era andare al Ministero.

Non si rivelò semplice. Appena misi piede nel piano del Dipartimento Auror, andai a sbattere contro mio zio Ron.

“Lily!” zio Ron fece un passo indietro e mi guardò. E poi mi abbracciò. “Cosa ci fai qui?”

“Io…ah…” mi guardai intorno, cercando una scusa. “Sono qui per pranzare con mio padre. Fargli una sorpresa, sai”.

“Oh” zio Ron sembrava un po’ confuso, ma disse “Beh, Harry sarà felice di vederti, ne sono certo. Ma sai, il suo ufficio è tre piani più su”.

Mentre si stava incamminando verso gli ascensori, gli chiesi, “Ehm, zio Ron, sai dov’è la scrivania di Scorpius Malfoy?”

Si fermò e si girò verso di me. Con un cipiglio, mi chiese, “Perché lo vuoi sapere?”.

“Ho un messaggio, da parte di Albus” gli dissi, improvvisando sul momento. “Sai dov’è la sua scrivania?”
 
“In fondo a sinistra, circa quindici cubicoli in giù”.

Con un sorriso di gratitudine, andai in quella direzione. Quando arrivai al suo cubicolo, mi fermai e mi schiarii la voce.

Scorpius guardò su. “Lily? Cosa ci fai qui?”

“Sono venuta a trovarti, in realtà”. Lungo la strada, mi ero detta che non mi sarei nascosta dietro ad un cespuglio. “Possiamo parlare da qualche parte in privato?”

Allarmato, saltò in piedi. “Certo”.

Lo seguii in silenzio lungo un paio di corridoi, fino ad arrivare ad una stanza. Aprì la porta e mi fece segno di entrare. Poi, mi seguì e si chiuse la porta alle spalle.

Mi guardai intorno; era una stanza piuttosto scura e sgradevole, con all’interno un lungo tavolo ed alcune sedie. “Cos’è questo posto?”

“È una delle stanze che usiamo per gli interrogatori”.

“Ricordami di non infrangere mai la legge, se questo è il luogo dove finirei” rabbrividii. Poi mi girai verso di lui e dissi, “Volevo ringraziarti. E scusarmi. Per ieri sera”.

Se ne era sorpreso, non lo diede a vedere. Ma fece un passo indietro e si ficcò le mani in tasca. “Non ti devi scusare. O ringraziarmi”. Con un’alzata di spalle, aggiunse, “Non è stato un gran problema. Succede”.

“Oh?” cominciai a ridere. “Molte ragazze si ubriacano e poi ti saltano addosso, quindi?”.

Le sue labbra si incurvarono in un sorriso cattivo. “Le ragazze non hanno bisogno di essere ubriache per saltarmi addosso, solitamente. Almeno, quello è il modo che preferisco”.

Sorridendgli, mi morsi il labro inferiore. “Giusto”. Poi, lo sorpresi a fissarmi le labbra, quindi smisi e lo guardai nervosa. “Comunque, grazie. Per essere stato un gentiluomo”.

Con un cenno, disse, “Prego”. Quando il silenzio scese su di noi, lui lo spezzò dicendo, “Quindi è tutto? Allora, dovrei tornare alla mia scrivania…”

Come si girò ed afferrò la maniglia, dissi, senza riflettere, “Vuoi uscire con me? Un appuntamento?”

Scorpius si congelò sul posto e poi si voltò a guardarmi, con un’espressione indecifrabile sul volto. Improvvisamente, mi ricordai di quando, anni fa, ero in piedi davanti a lui e gli avevo chiesto di uscire. E di come avesse detto ‘no’ allora. Speravo davvero che non stava per ripetersi.

“Perché?” chiese, alla fine. Mi guardò scrutandomi. “Mi sembrava che fossi stata chiara sul fatto di noi e del non avere niente a che fare l’uno con l’altra”.

Non sapevo davvero cosa dire. Perché la verità era che non avevo intenzione di chiedergli di uscire. Era tipo successo. “Beh, lo sai”.

Scorpius sembrava divertito. “No, non lo so”.

“Una ragazza può cambiare idea, no?” Gli lanciai uno sguardo di sfida. “Ma se non vuoi, allora va-”.

“No,” mi interruppe, velocemente. “Non ho detto questo. Va bene. Infatti, ti passo a prendere alle sette”.

“Stasera?” chiesi incredula. “È un po’ presto, no? Voglio dire, pensavo settimana prossima; possiamo prenderla con calma…”

“Non ti darò il tempo di darmi buca”. Rispose Scorpius, con un sorriso. E poi uscì dalla stanza, lasciandomi da sola nella stanza a riflettere su in cosa mi ero appena messa.

Una volta superato l’imbarazzo iniziale, l’appuntamento fu davvero divertente. Parlammo e ridemmo dei nostri problemi al lavoro. Tirai fuori tutta la frustrazione riguardo ai problemi che stavo avendo alla Gazzetta del Profeta e di come il mio editore si rifiutasse di stampare tutti gli articoli che gli portavo. Non importava quanto ci provassi, finivo sempre col ritrovarmi assegnati lavori di ricerca. Scorpius era attento e comprensivo, dandomi consigli che erano utili e, allo stesso tempo, non condiscendenti. Gli dissi di come la mia ambizione fosse di avere una colonna tutta mia nel giornale e, invece di ridermi in faccia, mi disse solennemente che sarei stata perfetta per quel ruolo.

Da parte sua, mi disse di come le cose si erano risolte al Ministero e di come si era fatto diversi buoni amici, oltre ad essere stato assegnato ad un partner sul quale potesse contare. Apparentemente, era riuscito a fare un paio di arresti di alto profilo e quindi la sua squadra credeva che fosse una forza del bene. E si era anche scoperto che non erano infastiditi dal fatto che lui fosse un Malfoy, ma erano infastiditi dal fatto che fosse un grande amico di Albus Potter. Credevano che per questo, mio padre gli riservasse trattamenti di favore.

Mentre camminavamo verso il mio appartamento, disse, “Devo essere il primo Malfoy nella storia del mio albero genealogico che in realtà NON vuole trattamenti di favore”.

“Beh, mio padre vede qualcosa in te, comunque”, gli dissi, onestamente. “Non si sarebbe interessato così tanto a te se non lo pensasse. Voglio dire, mi ricordo che Teddy provò a diventare un Auror. Quei tre mesi furono un disastro! E mio padre non gli fece alcun tipo di favoritismo, e mio padre è il suo padrino”.

“Giusto”. Scorpius annuì e sorrise.

Arrivammo davanti alla mia porta. Guardai l’entrata e poi lui nervosamente. “Vuoi entrare a bere qualcosa? Jemma è sicuramente da James”.

Scorpius esitò e poi guardò verso la porta. “Hmm…sai, penso che terrò buono l’invito”.

“Ok,” risposi, sentendomi confusa. Pensavo avessimo passato una buona serata. Mi avvicinai a lui, aspettando che si chinasse a baciarmi.

Invece, fece un passo indietro e disse, “Buonanotte, Lily”.

Quando si girò per andare via, lo guardai come una scema. Poi, corsi giù per i gradini e gli chiesi, “Aspetta, cosa stai facendo?”

Lui si voltò. “Cosa?”.

Ruotando leggermente gli occhi, gli chiesi, acida “Non mi dai il bacio della buonanotte?”

“Vuoi il bacio della buonanotte?” chiese Scorpius, perplesso. “Sto cercando di prenderla con calma”.

“Non c’è bisogno di prenderla così con calma, idiota”. Andandogli vicino, abbastanza da toccarlo, gli misi entrambe le mani sul petto e mi misi in punta di piedi per dargli un bacio veloce. “Ecco. È così che si conclude degnamente un appuntamento”.

Quando mi girai per tornare alla porta, lui mi afferrò il braccio. Facendomi girare per guardarlo, si abbassò e mi diede un bacio deciso e approfondito. Quando ci staccammo, disse, “È così che si conclude degnamente un appuntamento”.

Poi si allontanò e si Smaterializzò. Portandomi le dita alle labbra gonfie, non potei fare a meno di lasciare andare una risata.
 


 
NdT

*abbassa la testa e prende tutti gli insulti* scusatemi, davvero! Non ho scusanti per il ritardo di 5 mesi e mezzo dall’ultimo aggiornamento!

Fatemi sapere cosa ne pensate, per me è davvero importante!

Poooi, ho una domanda! Sono l’unica qui, che adora letteralmente le Lily/Scorpius e le Draco/Hermione, ma se deve pensare ad una Rose/Scorpius o ad una Ginny/Draco, poprio non riesce ad immaginarla?

Ahahah non fate caso alla mia pazzia, ci vediamo al prossimo capitolo,
 
un bacio,
 

HateevoL <3

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