King Of The Forest.

di BELIEBER_G
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Return. ***
Capitolo 2: *** Sea. ***
Capitolo 3: *** I Miss Her. ***
Capitolo 4: *** The Son. ***
Capitolo 5: *** Pain. ***
Capitolo 6: *** Tattoo. ***
Capitolo 7: *** School. ***
Capitolo 8: *** Party. ***
Capitolo 9: *** Two Werewolves. ***
Capitolo 10: *** Human and Werewolves. ***
Capitolo 11: *** Fireflies. ***
Capitolo 12: *** Just Give Me A Reason. ***
Capitolo 13: *** Unleashed. ***
Capitolo 14: *** The Master. ***
Capitolo 15: *** Frayed. ***
Capitolo 16: *** Underwater. ***
Capitolo 17: *** Motel California. ***
Capitolo 18: *** Currents. ***
Capitolo 19: *** Brave. ***
Capitolo 20: *** Be Young. ***
Capitolo 21: *** Visionary. ***
Capitolo 22: *** Truth. ***
Capitolo 23: *** Mudblood. ***
Capitolo 24: *** Storm. ***
Capitolo 25: *** The Overloocked. ***
Capitolo 26: *** Missing. ***
Capitolo 27: *** Alpha Pact. ***
Capitolo 28: *** Fight. ***
Capitolo 29: *** Hell. ***
Capitolo 30: *** Full Moon. ***



Capitolo 1
*** Return. ***



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(Narra Stiles)
 
Il sole era già alto. Il letto era mezzo vuoto ed era cominciato un giorno molto importante,quello del diploma. Cercai di aprire completamente gli occhi,mentre notai che Wendy si era già alzata. Alzai le tapparelle per far entrare più sole,mentre poi annusavo il suo bel profumo da cuscino. Girava per casa con una mia camicia e le mutande. Quando notò che ero sveglio,venne verso di me con un peluche di coniglio. “Buongiorno” mi disse. “Buongiorno” ripetei sorridendo. “Tieni,ti porterà fortuna” continuò,tirandomi il peluche. “Beh. Di solito è la zampa che porta fortuna.” suggerii indicandole la zampa. Lei gattonò sul letto,fino a mettersi sopra di me. “E’ per scaramanzia. Oggi è un giorno importante e non vedo l’ora di sentire il tuo discorso.” continuò,passando una mano sul mio petto. “In realtà ho una certa paura.” dissi storcendo la bocca. “Non preoccuparti,io sarò lì.” cercò di rassicurarmi. “Se mai ti bloccassi,pensa a qualcosa che ti faccia uscire parole belle.” spiegò. “Tipo te?” chiesi. “Si,tipo me.” disse arrossendo. Mi baciò sulla guancia e si andò a vestire.
 
(Narra Wendy)
 
Vestito lungo blu,scarpe da ginnastica sotto e una cravatta color giallo scuro intorno al collo. Quello fu il momento più emozionante. Quello in cui la preside della scuola consegnava quei fogli arrotolati che sembravano essere niente di che, invece ci avrebbero creato mezzo del nostro futuro. Stiles andò in bagno a bagnarsi il volto,era un po’ emozionato e aveva paura di bloccarsi. Uscì sospirando e cercando di non pensarci su. “Ehi! Andrà tutto bene ok?!” gli dissi,prendendo la sua testa fra le mani e fissandolo bene negli occhi. Annuì la testa,mi diede un bacio e andò sul palco con un mucchio di fogli in mano. Mi andai a sedere mentre Stiles si guardava attorno. Erano molte le persone. Cercò di leggere il primo foglio,poi lo lascio sbuffando di poco. “La vita è difficile ok? Non sai mai qual è la cosa giusta e a volte fai anche cose sbagliate. Ma qui parliamo di quello che saremo tra qualche anno. Da bambini quando ci chiedevano che cosa facevamo da grandi,rispondevamo: Principessa,cuoco o nel mio caso, il figlio di Albert Einstain!” disse al microfono. Tutti non trattennero una risatina.  “Ma adesso è arrivato il momento di sbagliare,di innamorarsi,spesso. Anche se devi stare attento perché se ti ritrovi incinta,è un casino! Adesso sapremo cosa fare,perché queste sono le nostre capacità! Noi siamo il futuro.” aggiunse infine. Ci fu un grande applauso che riempì la stanza e Stiles si sentiva soddisfatto di se stesso. Facendo un sorriso che fece notare quelle fossette che non si vedevano quasi mai. O la tenerezza che aveva nel cuore. La vita ci insegna a distinguere le persone giuste da quelle sbagliate.
Per fortuna la vita mi aveva regalo il suo regalo più grande.
 
-Eccomi di nuovo qui con un’altra storia che spero sia di vostro gradimento. Come avete notato, in questa storia, i personaggi narreranno le vicende a turno. Vi piace come idea? Personalmente so di non aver dato tutta me stessa questa volta, ma spero che a voi piaccia! A presto.
Belieber_G

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Capitolo 2
*** Sea. ***


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Flashback.
 
(Narra Wendy)
 
Era da tempo che nessuno mi stringeva così, soprattutto dopo aver fatto l’amore. Le mani calde di Jackson che mi accarezzavano il corpo, mi facevano sentire protetta, nonostante fossi io che dovevo proteggere lui a tutti i costi. Mi voltai e i suoi occhi azzurri incontrarono i miei: era bellissimo. Peccato che inizialmente mi fosse sembrato un cattivo ragazzo, ma il modo in cui mi trattava e con cui avevamo fatto l’amore, mi fece cambiare idea su di lui.


Anche se il sole era ben alto in cielo,fuori c’era vento e il mare era mosso. Ma quando sei una creatura dell’acqua,caldo o freddo non importa. Mi piaceva stare sotto e giocare a rincorrere i pesci,che non si mantenevano in equilibrio con le onde. Quando tornai per la prima volta in superficie, notai una piccola barchetta da cui stava entrando molta acqua. Sopra c’era un ragazzo e andai ad aiutarlo. Fin che la barchetta non si ribaltò. Mossi velocemente i piedi e raccolsi il ragazzo svenuto che stava andando in fondo. Lo riportai in fretta sulla riva. “Dai,forza!” Cercai di fargli la respirazione bocca a bocca. Notai i capelli neri e gli occhi azzurri,quasi aperti. Per fortuna sputò l’acqua in eccesso e respirò. Ma appena aprì gli occhi,sparii. Non seppi perché, mi prese il panico. Quel ragazzo era troppo bello per venir salvato da una ragazza.
***
Verso il tramonto tornai in camera. Andai al computer. Un’altra e-mail di Jackson: “Qui è tutto un po’ faticoso. Derek ci fa allenare troppo e io sono quasi sempre stanco. Tu eri meglio di lui. Non ti chiedo di rispondere o di tornare per me. Ma almeno torna,fallo. -Jake” Non risposi,non rispondevo a nessuna delle sue e-mail. “Sarà la millesima E-mail che ti manda in una settimana!” esclamò Stiles. Prima che potessi rispondergli,suonò il cellulare. Era Derek. Passai l’oggetto nelle mani di Stiles.
 
(Narra Stiles)
 
“Pronto?” risposi. “Ciao Stiles.” riconobbi la voce di Derek. “Ehi,ciao. Come va?” chiesi. “Tutto bene. Tranne che sono un pessimo addestratore.” rispose ridacchiando. “Jackson?” domandai. “Già. Più che altro penso gli manchi Wendy. Non è riuscito nemmeno a diplomarsi!” spiegò. “E’ stato bocciato?!” domandai,andando fuori al balcone. “Si e anche Lydia e Scott.” rispose. Che tonti,farsi bocciare all’ultimo anno. “Il bambino come sta?” chiese. “Bene,bene. Penso che quando torneremo,partorirà.” risposi. Cambiammo discorso. “Mi manchi.” disse lui. “Anche tu.” ripetei.
Gli raccontai che fra qualche giorno saremmo tornati e tutto sarebbe tornato esattamente come prima,per poi terminare la chiamata e sapere notizie di Scott. Riferii le sue parole a Wendy,che aveva ascoltato quasi tutto sulla soglia della finestra. “Scott è stato bocciato.” le dissi. “L’ho sentito.” aveva una voce un po’ arrogante. “Che c’è?” domandai. Lei si mise seduta sul letto. “Niente. E’ solo che mi da fastidio che tu ti sia innamorato di un’altra persona.” rispose abbassando la testa. “E’ un momento di gelosia questo?” domandai confuso. “No!Ah,non capisci niente!” esclamò,per poi andarsene. Non capivo nemmeno se era stata una litigata o No. Ultimamente era strana.
 
 
(Narra Wendy)
 
Non capiva ancora cosa provavo per lui. Avevo sbagliato molte volte e stavolta non volevo più farlo,non volevo più ferirlo. Me ne andai sulla spiaggia con un leggero maglione. Il mare si era calmato. Delle mani calde si poggiarono sopra i miei occhi. “Non sarò io a chiederti scusa Stiles!” gridai,credendo fosse Stiles.  Ma quando mi voltai,mi accorsi che era quel ragazzo di poco tempo prima che avevo salvato dal mare. “No. Sono un altro.” disse lui sorridendo. “Scusami,credevo che fosse..” “Il tuo amico gay?” non mi lascio finire. “Bisex.” lo corressi. “Sono Peter.” “Sono Wendy.” ci stringemmo la mano. “Magari adesso arrivano anche i bimbi sperduti.” scherzò. Io ridacchiai. “Bello il mare vero? Non sai mai cosa ci puoi provare. Pesci,squali,foche…Licantropi.” disse. Da quello che diceva,capivo che aveva intuito qualcosa. “Come mi hai riconosciuta?” domandai imbarazzata. “Dagli occhi.” rispose secco. “Tranquilla,non dirò niente. Io credo al soprannaturale più di quanto pensi. Ma grazie.” commentò. “Non c’è di che!” esclamai sorridendo. “Tu,sei innamorata del tuo amico bisex?” chiese. “Si. L’ho fatto soffrire un po’ troppo qualche tempo fa. Non voglio rifarlo,ma adesso lui ha conosciuto un ragazzo e…” raccontai. “Ti senti un po’ in disparte.” continuò. Annuii abbassando la testa. “Alla fine,preserveremo solo ciò che amiamo,  ameremo solo ciò che capiamo e capiremo solo ciò che ci è stato insegnato.” spiegò. “Chi l’ha detta questa?!” chiesi meravigliata. “Io.” rispose con un sorrisetto. E’ un poeta. Pensai. Passai tutta la serata con quel ragazzo a parlare del più e del meno. Ma mi sembrava familiare, soltanto guardandolo negli occhi notavo che quel colore così intenso lo avevo già visto da qualche parte. “Sei venuto qui per disegnare?” domandai. “Si. Mi sono appena diplomato in arte e immagine.” rispose. Ci avviamo nel corridoio delle camere. “Anche io.” mi poggiai sulla porta. Ci fu un secondo di silenzio. Poi lui provò a baciarmi,ma io mi scansai. “Che fai?!” chiesi. “Magari volevo baciarti.” risposi. “Magari non volevo che lo facessi.” continuai. “Magari ti credo troppo bella da volerti baciare.” commentò. “Me lo hanno detto un po’ in troppi.” riferii. “Allora vediamo se ti va bene così: Adoro le tue labbra e i tuoi occhi insieme ai tuoi bellissimi zigomi,alla tua pelle e al tuo sorriso.” spiegò. “Così va meglio.” pensai. Sorrise e mi diede un leggero bacio sulla labbra. Rimasi con gli occhi chiusi per provare il nuovo sapore. Sentii un respiro sulle mie orecchie.
“La vita può essere una grandiosa avventura.” mi disse. Aprii gli occhi e lui era già sparito. Avevo già sentito quella frase,ma non ricordavo nulla. 

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Capitolo 3
*** I Miss Her. ***


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(Narra Wendy)
 
Aprì la porta e rientrando in camera notai che Stiles stava origliando. “Adesso ascolti anche?!” alzai la voce. “Chi cazzo era quello!?” sembrava arrabbiato.
“Un ragazzo.” risposi mettendomi il pigiama. “Che hai baciato!” esclamò. “Hai qualche problema?” domandai. Scosse di poco la testa e indietreggiò. “No.” disse a bassa voce. Per quella notte dormimmo separati.
***
 
La mattina dopo,prendemmo le valigie e salimmo sul pullman. Non vidi Peter per poterlo almeno salutare,ma non mi dispiacque molto. Finalmente stavo tornando a casa da tutto e da tutti. Credevo che io e Stiles non avremmo parlato per tutto il viaggio,ma invano. “Ehi,non smetterò mai di amarti,ne un minuto ne un secondo,nonostante tutto.” continuò. Quelle parole mi strinsero il cuore. Presi la sua mano continuando a guardare di fuori e pensando che era inutile litigare con lui. Verso il pomeriggio,arrivammo in città. Finalmente tutto fu più familiare. Io e Stiles ci saremo rivisti nella foresta,magari per salutare il branco. Andai ad abbracciare mia madre che non era cambiata. Sdraiata sul mio letto c’era Angelica. Capelli nero chiari e occhi azzurri,come me. Era come guardarsi allo specchio. Ci abbracciamo e ci salutammo. Mi raccontò tante cose nuove. Per esempio che Jackson,Lydia e Scott non erano riusciti a diplomarsi. Troppe preoccupazioni. 
 
(Narra Stiles)
 
“Coraggio,spingi!” Sentivo solo questi urli dalla sala d’aspetto. Era una specie di deja-vu in fondo. Vicino a me c’erano Scott e Derek. In realtà non seppi cosa faceva Derek li. Visto che ultimamente lui e Wendy non erano andati molto d’accordo. Ma l’unico che mancava era il padre del bambino,Jackson. “Dove cazzo è Jackson?!” esclamò Scott. “Io là dentro non ci vado. E’ già stato un trauma la prima volta.” commentai. Anche Scott negò: “Non guardare me.” Tutti e due fissammo Derek. Sospirò: “D’accordo.”
***
Derek lo teneva in braccio e sembrava gli piacesse. “Giuro che questo è l’ultimo!” commentò Wendy. Tutti risero. “Come vuoi chiamarlo?” le chiese Derek. “Scegli tu.” rispose. Ci pensò qualche secondo. “Mi piace Simon.”
 
 
 
 
(Narra Wendy)
 
Qualche mese dopo.
 
Simon era già cresciuto quanto Angelica. Aveva qualche mese, ma già camminava.  Verso sera,andammo nella foresta. Pochi secondi dopo apparvero Jackson,Peter e Isaac a petto nudo. Mi guardavano con stima,mentre davanti a me si mise Derek,sempre a petto nudo. “Bentornata.” mi disse Derek,con uno sguardo serio. Sorpassai Derek e guardai bene quei tre bei lupacchiotti che si inchinarono di fronte e me,di nuovo.  Isaac mi fece un baciamano,poi tenne lo sguardo fisso su Derek,come sempre. Mi insospettiva. Peter era rimasto quello che era,anche se aveva più un aria familiare. Jackson mi guardò con occhi lucidi,mentre io gli carezzavo la guancia e lo abbracciavo. “Grazie per essere tornata.” mi sussurrò.
 
(Narra Stiles)
 
Andai in fretta nella foresta,ero in ritardo. “Eccomi,ci sono!“ dissi facendo una corsetta. Ripresi fiato e li guardai tutti. “Voi mi volete morto!” esclamai vedendo quei bei corpicini. Derek si voltò verso di me e mi abbracciò. “Stiamo organizzando una partita di baseball. E ci servirebbe un arbitro.” disse Peter,andando verso Wendy. Lei mi guardò e io accettai. Era per passare almeno un po’ di tempo con Derek. Prese dalla sua casa due mazze. Andammo in una parte della foresta che non avevo mai visto. Senza alberi in eccesso. Solo erba e aria. Derek,Isaac andarono in campo,mentre Jackson prese una mazza.  La fece roteare per poi riprenderla saldamente in mano.  Una specie di acrobazia. “Avete mai giocato con i tuoni?” domandò Peter,indicando il cielo pieno di nuvole. Deglutii. “Tranquillo,non ti colpiranno!” esclamò Derek,dandomi un pizzicotto sul sedere. In cielo cominciarono a sentirsi dei tuoni. “Ora possiamo cominciare!” diede il via Jackson. Il battitore era Peter,ma non usava un guantone. Mentre io facevo l’arbitro. Peter lanciò la palla e Jackson la mandò molto lontano,colpendola dopo un tuono. Isaac rimase fermo,mentre Derek inseguì la palla. “Non la prenderà mai!” pensai ad alta voce,mentre Wendy era vicino a me,chinata. “Mmh. Il tuo fidanzato è molto veloce.” commentò lei. Infatti Derek tornò con la palla in mano. Sembrava avesse corso per un chilometro. La partita fu così. Derek e Jackson che si scontravano per la palla e i licantropi che correvano più veloci di una macchina. Anche se mi sentivo diverso da tutte le persone presenti,mi piaceva avere degli amici del genere. 


Allora, vi piace il prestavolto di Simon? <3 Spero abbiate capito chi è!
-Belieber_G.

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Capitolo 4
*** The Son. ***


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(Narra Derek)

In una bella mattinata,io e Simon,ci intrufolammo nel giardino della scuola per fare qualche tiro. Mi arrivava ai pettorali.  Non giocammo a Lacrosse,ma a calcio. Era davvero bravo,ma dopotutto era un lupo. Quando lo vedevo sorridere,in qualche modo mi rendeva felice. Non sapevo il perché,ma avevamo stretto un legame di amicizia. In realtà non avrei dovuto,visto che non ero niente per lui. Ma mi divertiva passare del tempo con quel giovane lupo. “Sono tre giorni che passi i pomeriggi con Simon.” commentò Isaac. “Sei geloso?” ridacchiai. Lui arrossì. “No,per niente. Noi ci vediamo lo stesso tutti i giorni perché ci alleniamo insieme. Non che per me conti così tanto eh.” disse tutto d’un fiato. Era strano. “Stai bene Isaac?” domandai. “Benissimo!” esclamò. Erano tutti diventati un po’ strani. La lontananza di Wendy non dava a nessuno qualcosa da ‘vedere’.

(Narra Wendy)

Portai Simon dal pediatra. Per misurarlo in altezza e peso e vedere se tutto era nella norma. “Lei chi è?” chiese il medico. “Sono sua sorella.” risposi. Non potevo di certo dirgli chi era la madre,mi avrebbe preso per pazza. “Okay,ci dovrebbe essere il dna dei genitori nella sua cartella.” continuò con le sue analisi. “Oh,sembra esserci uno sbaglio..” Mi innervosii a quel punto. “Cosa?” chiesi stranita. “Il dna della madre è compatibile al 80%,ma quello del padre,soltanto 10%..” spiegò. Era impossibile. Non avevo fatto il test con Jackson,ma ero abbastanza sicuro che fosse suo. “Jackson Witthemore non è suo padre.” confermò lui. 
***
“E se non sono tuo figlio,allora di chi sono?” domandò giustamente anche Simon. Alto quasi quanto me. Capelli neri e occhi marroni. “Non hai fatto il test del dna?!” mi fissò male Jackson. “No io..Credevo fosse tuo.” balbettai. “Wendy,sei un idiota!” esclamò. “Jackson mi dispiace,ma se una madre ne è certa…” non mi lasciò finire. “Beh,allora hai sbagliato! Con chi altro sei andata al letto?” chiese. “Con Stiles e con Derek,ma tanto tempo fa!” risposi alzando le spalle. “Beh,allora dovremmo controllare anche loro due!” si passò una mano in faccia. “Dio,che stupida che sei!” gridò ancora. “La smetti di parlarle così!!” intervenne Simon. “Tu sta zitto.” socchiuse gli occhi Jackson. “No!Non sei più mio padre,perciò non puoi darmi ordini!E adesso vattene da casa mia.” disse infine Simon. Era abbastanza deciso. No,non poteva essere figlio di Stiles. “Non puoi parlarmi così,io ti ho dato tutto.” continuò Jackson. “Tutto? Dove sei stato nell’ultimo periodo? A grocciolarti nelle tue lacrime perché mia madre ti ha lasciato? Mi dispiace,ma per me non sei stato niente.” detto questo,proseguì in camera sua. Jackson non replicò,ma posò lo sguardo su di me. “Mi dispiace.” gli dissi. “E’ finita davvero?” chiese. “E’ finita davvero.” annuii. 

(Narra Angelica)

Con tutte le discussioni che mia madre stava avendo con i suoi vari fidanzati,me ne andai a fare un giro nel bosco con le cuffie alle orecchie. Mi piaceva la musica,di tutti i tipi. Sentirmi cantare sotto la doccia mi rallegrava,ero abbastanza intonata. Ma qualcosa si mosse tra i cespugli. 

Così spensi tutto e mi tolsi le cuffie. Mi piombò davanti Derek. “Deficiente,mi hai spaventata!” esclamai. “Scusa,facevo un giro sugli alberi.” disse. “Complimenti Tarzan.” continuai. “Stesso umorismo della madre..E stesse cosce.” commentò. “Io non sono mia madre. Mettetevelo bene in testa!” chiarii una volta per tutte. Mi dava fastidio essere paragonata a lei. “Beh,io sono uno che va con tutti, per come si dice in giro.” si mise seduto davanti a me. “Scusa allora,cambierò il tuo nome da Tarzan a zoccola!” commentai stufa. “Ho baciato tuo padre.” sparò tutto d’un fiato. “Aspetta cosa?! Sei gay?!” chiesi stupita. “Un armadione come me? Non lo avevi capito?” ridacchiò. Feci un passo avanti e mi misi seduta vicino a lui. 

“Sono una ragazza che dimostra 16 anni,quando ne ha 3,perciò vorrei sapere esattamente cosa significa.” L’argomento mi incuriosì. “Okay. Beh. Certe persone,sia maschi che femmine,posso provare qualsiasi sentimento per qualsiasi persona. E certe volte le femmine amano le femmine e i maschi amano i maschi.” spiegò. “Ma il sentimento è lo stesso che uomo e donna possono provare l’un l’altro.” continuò. “Non so ancora cosa vuol dire. Non ho nessuno a parte mio fratello.” mormorai.  “Sei una bellissima ragazza. Prima o poi il futuro ti darà qualcosa.” commentò. Furono dolci le sue parole.

(Narra Derek)

Wendy mi chiese di raggiungerla in ospedale,ma per telefono non mi disse il motivo. C’era anche Simon. “Che succede?” chiesi. “Jackson non è il padre di Simon.” disse secca. “E non può esserlo neanche Stiles,questa è l’unica cosa di cui sono sicura…” si avvicinò con il volto. “ Devo controllare anche te.” sussurrò. Io annuii,un po’ preoccupato. Mi presero un po’ di sangue e lo analizzarono. Andammo tutti a casa di Wendy e Stiles,con la busta dei risultato in mano. Io,Wendy e Simon ci mettemmo in tondo. “Va bene,aprila.” dissi a Wendy. Lei annuì e aprì la busta leggendola. “E’ positivo.” disse. Io e Simon facemmo un sospiro e mi misi a guardarlo. Tutto d’un tratto mi vidi allo specchio. 25 anni e con un figlio. Era bellissimo. Lui mi venne ad abbracciare e lo strinsi forte. Simon Hale. Beh,non suonava male quanto Simon Whittemore. Dall’altra stanza apparve Stiles. Ci fulminammo con lo sguardo. “Così sei tu suo padre..” disse. Annuii. Aveva una faccia molto strana. Tra l’arrabbiato e il triste. “Stiles,cosa c’è?” chiese Wendy. Deglutì e continuo a guardarmi. “Con chi sei andata al letto per prima?” domandò a Wendy. Allora mi alzai,dovevo dire la verità. “Derek,No.” cercò di bloccarmi lei. “Zitta,deve saperlo…Con me.” dissi secco. Fu sull’orlo del piangere. Cercò di prendere quello strumento affilato sul tavolino,ma non ne ebbe il coraggio. Andò con passo deciso in camera. “Stiles..” Io e Wendy lo seguimmo. Prese una valigia da sotto il letto e iniziò a riempirla. “Che stai facendo? Ti prego,no!” singhiozzò Wendy. “Stiles stai esagerando!” commentai. Si girò e mi diede uno schiaffo. 


“Esagerando? Davvero? DAVVERO?! Già devo convivere con il fatto che lei abbia un figlio da un altro,che tu sia più bello di me! Ma questo non lo accetto. Mi sento una merda adesso. Avevo organizzato tutto. Tutto! E per cosa? Per qualcuno che aveva già fatto l’amore con un altro? Si chiama tradire…” esclamò. Chiuse la valigia e se ne andò. Wendy scoppiò in un mare di lacrime e si accasciò a terra. “Mi dispiace..” mormorai. “Vattene!” mi urlò lei singhiozzando. 
***
Seguii Stiles di fuori. “Stiles,ti prego!” lo chiamai. Si asciugò la faccia e aprì la jeep. “Vattene!” mi urlò. “Lascia che ti spieghi.” insistetti. Chiuse lo sportello della macchina e si fermò. “Per favore. Non è stata colpa sua. Ci stavamo allenando e io...L’ho fatto apposta” spiegai a balbettii. Si passò una mano nei capelli. “Da te non me lo sarei mai aspettato.” commentò. “Ero geloso. Credevo che andando al letto con lei tu saresti stato da solo e io avrei potuto..” continuai. Mi interruppe. “Beh,non ha funzionato. Perché io mi sono innamorato di te lo stesso!” esclamò. Lo guardai. “Anche io. Non sai quanto.” risposi. Ci fulminammo. Quanto lo amavo. “Devo pensarci.” Mi oltrepassò e se ne andò con la jeep. 

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Capitolo 5
*** Pain. ***


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(Narra Stiles)
 
Quanto fa male. Fa un male cane. Non lo sai fin che non lo provi davvero. Eppure non avrei dovuto stare male. Ma lei la vedevo ovunque. Qualsiasi cosa mi ricordava la sua assenza. Dai cuscini del letto,al tavolo della cucina di casa. E soltanto le lacrime mi rigavano il viso. Non potevo fare altro. Era solo questo,soffrire come un cane. Sbattere tutto da una parte all’altra e sognare di non essere mai nato. Urlare la notte e risvegliarsi con tuo padre che ti dice che andrà tutto bene. Ma a lei non importa. Nessuno sa se davvero le altre persone pensano a noi. Ma lei. Lei era il pensiero mio di ogni attimo. Colazione,pranzo,cena e fine giornata. Tutto ruotava intorno allo stare con Wendy. A fare l’amore con Wendy,a sorridere e a scherzare con Wendy. Quello era il mio mondo e non quello dell’Alpha. Doveva essere sempre mia e invece non lo è stata nemmeno un attimo. Avevamo fatto tanti altri litigi oltre a questo. Ma  era stato il più pesante per me. Mi guardai allo specchio. Ero bianchiccio. Scesi di sotto,senza pensare a quello che stavo facendo. Aprii il cassetto delle posate,trovando un coltello affilato. L’impugnatura era rigida e la lama lunga. Strappai la manica del pigiama. Ero pronto a farlo. Davvero convinto di voler sparire da quel mondo. Fin che qualcuno non mi bloccò da dietro. Mi tolse il coltello dalle mani. Mi accasciai a terra. Era Derek. “Per favore,fallo smettere!!Fa male!!” esclamai piangente. “Ssssh.” mi cullò tra le sue braccia. Non avevo la forza di spingerlo via.
 
 
 
 
(Narra Wendy)
 
Sarà come se non fossi mai esistito, me lo aveva promesso. Sentii il pavimento di legno liscio sotto le ginocchia, poi sul palmo delle mani e infine contro la guancia. Speravo di svenire, ma purtroppo non persi conoscenza. Le ondate di dolore da cui prima ero stata appena sfiorata ora si innalzavano di fronte a me e mi si infrangevano addosso, trascinandomi giù. E dal fondo non riemersi. Quella mattina le onde si incrociavano bene con il mio umore. Erano calme. Non che io fossi davvero calma nella mia mente,ma mi alleggerivano il peso. Nuotare mi svuotava la mente, fin che non giunse sul posto anche Peter. “So che fa male, essere così.” Commentò inizialmente. “Non posso essere soltanto normale?!” “Non sei nata per essere normale Wendy. E mai lo sarai.” disse,offrendomi la sua giacca per coprimi. Infine mi riaccompagnò a casa con la Camaro. Scesi,ma lui mi bloccò. “Come stai?” chiese. “Come credi che stia? Ho il cuore spezzato. E’ volato in mille pezzi e si è disperso nel mondo. Volevo soltanto affetto e in cambio ne ho ricevuto fin troppo. Per una volta sogno di essere brutta. Chi non è innamorato, non può capire quanto sia difficile stare lontani anche un solo giorno. Non può capire quanto sia importante esprimere a parole ciò che sentiamo quando non possiamo abbracciarci. Chi non è innamorato non può capire il nostro desiderio di vivere insieme ogni giorno, di sposarci e tutto il resto .Non può capire quanto faccia male tutto questo!” singhiozzai e poi chiusi la portiera della macchina,salendo in casa.
 

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Capitolo 6
*** Tattoo. ***


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(Narra Stiles) 4 mesi dopo.

Naturalmente vi sarete chiesti come avevo superato la cosa. Se mi sono comportato come si comportano le ragazze con il cuore spezzato in un film:
“Io ti amerò per sempre.” dovrebbe dire l’attrice del film romantico. “Bugiarda!” dovrei gridare io,tirando i pop corn contro la televisione,piangente.
TUTTO SBAGLIATO.
Mi ero definitivamente rotto di stare male come uno stupido. Per superare la cosa,avevo chiesto aiuto a l’ultima persona che in quel periodo avrei dovuto vedere. “96,97,98,99,100!” contava Derek,mentre facevo le flessioni sul pavimento. Mi rialzai da terra abbastanza sudato. Mi andai ad asciugare in un lussuoso bagno.
Si era comprato una casa molto grande. Un loft. “Questa casa è troppo grande per te,come mai te la sei presa?” domandai. “E’ per me e per Isaac.” rispose,mettendosi a braccia conserte. “State insieme?” chiesi. “No,no,no,no,no,no,No.” negò subito. “Perché?” domandò lui subito dopo. “Non sono geloso.” scossi la testa,sicuro della cosa. Lui mi fermò,mettendomi una mani sul petto. Lo guardai. “Nessuno dei due era veramente innamorato l’uno dell’altro.” gli dissi,chiaro e tondo. 

“Io volevo soltanto diventare come mi hai fatto diventare tu. Non passare del tempo con te per fare la pace.” continuai,passandogli avanti. “Sai che mi dispiace. Ma io ti amo.” disse lui. A quel punto mi voltai. “Io ti voglio bene,Derek. Ma non posso oltrepassarla facilmente questa..” gli dissi io. Annuì. “Tutto quello che vuoi. Basta che non mi lasci. Wendy ci ha incantati tutti Stiles. Non puoi tornare indietro.” disse infine. Aveva ragione. Anche se non era per niente giusto. Non riuscivo a togliermela dalla testa. Ma sapevo che,conciato come ero e per come a lei piacevano i ragazzi,dovevo per forza io incantare lei. 
***
In serata,chiamai Scott per dirgli di accompagnarmi a farmi un tatuaggio. Il tizio nel negozio era inquietante e pieno di tatuaggi. Mi sedetti sulla sedia. C’erano molti aghi. Respirai profondamente. “Cosa volevi farti?” chiese subito. Io gli feci vedere la scritta che volevo farmi su un foglio e lui cominciò subito. “Dove?” Mi tolsi la camicia. “Qui,sul cuore.” risposi. “Farà male.” mi disse lui. “Più male di così.” mormorai. “Voi non vi scandalizzate alla vista degli aghi vero?” domandò. “No,mia madre è infermiera!” rispose Scott. Io scossi la testa velocemente. Due secondi dopo svenni. Fui risvegliato poco dopo da Scott. “Tutto bene amico?” mi domandò. Annuii e mi guardai il petto. Era venuto molto bello,ma dava parecchio fastidio. Tornammo nella Jeep,con Scott al volante. La testa faceva male. La sedia era di legno duro. Andai a cercare una bottiglia d’acqua fredda dentro lo zaino di Scott e trovai un libro. “Oh,ti stai davvero impegnando per tornare a scuola!” esclamai. “Già. Voglio essere un bravo studente,fratello,amico e figlio quest’anno!” disse lui. Ci fermammo al semaforo e aprii il libro ad una pagina a caso. “Sai cosa significa il tatuaggio?” chiesi,rilassando la voce,quasi fredda e quasi seria. “Cosa?” “Una ferita aperta.” lessi sul libro. “E cosa rappresenta per te?” “Per non aver chiamato Wendy e non averle mandato messaggi per tutta l'estate. Anche quando lo volevo. Anche quando sembrava così difficile resistere. Cercavo solo di darle i suoi spazi. E, sai, dopo quattro mesi, fa ancora male. E come se fosse…” “Una ferita aperta..“ “Non riuscirei mai a rivederla.” spiegai.  “Allora non voltarti.” intervenne Scott. Ma lo feci lo stesso. Accanto alla Jeep c’era una macchina con dentro Simon e Wendy. Wendy si voltò verso di me con uno sguardo calmo. “Oh mio Dio,oh mio Dio,oh mio Dio! Parti!” esclamai velocemente. “Ma è rosso!”  “Parti lo stesso!!” gridammo. “Oh andiamo,salutiamoli!” propose lui. “Ciaooo!” abbassò il finestrino. Wendy mise il piede sull’acceleratore e passò con il rosso. Rimisi su il finestrino e quando fu verde,Scott ripartì. “Che stai facendo?!” domandai. “Sto guidando!” esclamò. “No,così sembrerà che la seguiamo!” “Vedi curve qui?!” Effettivamente la strada era tutta dritta. Improvvisamente la macchina davanti si fermò e così anche noi. Simon e Wendy si voltarono. Io e Scott notammo qualcosa di strano venire dritto di fronte a noi. All’improvviso le corna di un cervo si conficcarono nel vetro della macchina davanti. Scendemmo subito dalla Jeep. Era orribile come spettacolo. Era morto. “Tutto bene?” chiese subito Scott. Entrambi annuirono. “Non l’ho visto arrivare!” esclamò Wendy,tremante. “Magari era spaventato.” pensai. Scott mise una mano sul suo cadavere. “Terrorizzato,direi.” dedusse da quel tocco.
***
(Narra Wendy)

Era stato strano rivederlo. Anche solo per qualche minuto. L’idea di toccarlo ce l’avevo avuta,ma da una parte riflettevo sul vero motivo per cui quel cervo avesse tentato di suicidarsi. La mattina seguente,venni a sapere da Simon che suo padre aveva organizzato una specie di riunione nella foresta. C’eravamo io,Simon,Peter e Isaac. Ma di Derek nessuna traccia. “E’ in ritardo.” disse Isaac. Dopo queste sue parole,l’Alfa comparve dagli alberi. “Scusate il ritardo.” si scusò Derek. Andò verso Isaac,che gli sorrise. Sospettavo qualcosa. Dalle sue spalle apparve Stiles. Era..Oddio,come definirlo? Come un angelo apparso lì per caso. Mi alzai dall’albero sotto cui ero seduta per guardarlo con sorpresa. Le sue braccia si erano irrigidite. Aveva messo su qualche chilo di muscoli e sul petto,proprio sul cuore,aveva un tatuaggio. Da lontano non riuscii a vedere cosa c’era scritto. Portava con se uno zaino. Lo aprì e prese una camicia che si mise poco dopo averci raggiunto. “Ho indotto questa riunione per parlarvi delle doti che ha acquisito Stiles quest’estate.” spiegò Derek. “Vuoi farlo entrare nel branco?” ridacchiò Peter. Stiles e Derek lo guardarono male. “State scherzando vero?” tornò serio. “No. E’ abbastanza forte e resistente.” continuò Derek. “Posso provarvelo.” alzò le sopracciglia il Beta. Stiles e Derek si guardarono un attimo. “Peter.” disse Stiles,per poi prendere dallo zainetto una pistola. Se la mise nella tasca dietro dei jeans. Peter fece una risatina e accettò la sfida. Si misero ad una piccola distanza l’uno dall’altro,mentre noi rimanemmo in disparte. Subito corsero l’uno verso l’altro,sbattendo le schiene contro terra. Stiles tentò di slogargli la spalla e Peter fece un urlo. Infine gli diede un pugno e gli puntò la pistola contro la gola. Il mio cuore era a mille. Avrebbe davvero premuto il grilletto? Sembrava arrabbiato con lui. “Vuoi uccidermi Stiles?” rise Peter. Stiles aggrottò le sopracciglia e premette il grilletto,ma da esso non ne uscì nessun proiettile. Era scarica. Stiles si alzò e riprese fiato,lo stesso anche Peter. “Codardo.” digrignò i denti Peter. Tirò fuori gli artigli e strappò la camicia di Stiles all’altezza del cuore. “Vuoi far credere a tutti che te la sei dimenticata?” sussurrò furioso Peter,per poi andarsene. “Non importa di quello che pensa lui. Per me sei dentro.” intervenne Derek. Isaac e Simon erano d’accordo con lui. Infine se ne andarono. Stiles rimase a fissarmi. Andai lentamente verso di lui. “E’ questo che hai fatto tutta l’estate?” gli chiesi. Lui scosse la testa.  “Ci sei andato al let..?” “No.” rispose,prima che finissi di formulare la domanda. “Non abbiamo fatto niente. Abbiamo soltanto…Fatto questo.” continuò. Posai gli occhi sulla camicia strappata. Gliela tolsi. Vidi come erano perfetti i suoi accenni di muscoli e i bicipiti. Li toccai appena. Fin che non arrivai al tatuaggio. Il mio nome. Il mio nome scritto in corsivo esattamente all’altezza del cuore. “Perché questo?” sussurrai. “Sei sempre la mia migliore amica. Niente e nessuno ci priverà di questo.” rispose. Lo abbracciai  e lo strinsi forte. “Mi sei mancato così tanto.” proseguii. “Anche tu.” disse lui. 
Sapevo che niente si poteva risolvere così,ma per me era già tanto.

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Capitolo 7
*** School. ***


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(Narra Simon)
 
L’estate era quasi finita e quello era il mio primo giorno di scuola da vero studente. Lo era anche per Angelica. Mi faceva ridere il fatto che Jackson e lo zio Scott dovessero ripetere l’anno. Mi diedero il numero del mio armadietto e io lo andai a cercare. Era vicino a quello di una bellissima ragazza dai capelli dorati. Gli occhi di un colore intenso,le labbra di un rosso sangue e un accenno di sorriso stupendo. “Fatti una foto,così te la porti a casa.” mi disse. Tornai al mondo normale con la mente,dopo che lei mi sorpassò. Misi le mie cose nell’armadietto e andai alla prima lezione scritta sul foglietto.
 
(Narra Angelica)
 
Dopo aver sistemato i libri nel nuovo armadietto,seguii Simon in aula. Mi sedetti davanti a Jackson. “Ciao!” esclamò lui. “Ciao.” lo salutai sorridendo. Come era bello. Perfetto diciamo. ANGELICA SMETTILA! Ascoltai attentamente la lezione. Poco dopo,entrarono in aula i miei genitori. Inizialmente sprofondai nella sedia,poi m misi a pensare. Cavolo Angelica,loro non sanno che sono i tuoi genitori. Così mi ritirai su. Dietro di loro c’era il preside. “Ragazzi voglio presentarvi i vostri nuovi professori di arte. Stiles Stilinski e Wendy Mccall.” disse il preside. Oddio no,anche qui. Sembravano più affiatati. Non quanto sperassi,ma sembrava che si sopportassero in qualche modo. Si era diplomati,era giusto che li avessero assunti subito. Era soltanto strano avere i proprio genitori nella stessa scuola.
 
(Narra Wendy)
 
Lasciammo che gli studenti disegnassero una cosa a loro scelta per il primo giorno. Io e Stiles rimanemmo zitti zitti alla cattedra. Io facevo ogni tanto qualche giro per vedere i loro ‘capolavori.’ “Secondo te cosa aveva quel cervo?” mi domandò Stiles sottovoce. “Penso che sia stato spaventato da qualcosa.” risposi. “Ma com’è la tua regola? Il primo è un incidente,il secondo è una coincidenza e il terzo..” Prima che potessi finire,notai arrivare da fuori la finestra,un grande stormo di piccioni. Tutti gli alunni si voltarono a guardare. “Sicuramente non è niente.” cercai di rassicurarli. Prima che me ne potessi convincere anche io,centinaia di quegli uccelli scaraventarono il vetro entrando in classe. Volavano piume e sangue ovunque. Ci volle un po’ prima che quel trambusto e il verso di uccelli spaventati potesse finire. Cercai di ripararmi sotto la cattedra,mentre Stiles mi ricopriva la testa con il suo corpo. Dopo tutto finì. Io e Stiles eravamo vicinissimi e ci fissammo. Gli tolsi una piuma dalla testa e mi alzai.
***
 
In quello stesso momento arrivò la polizia,chiamata da Allison. Uscimmo fuori dall’aula,dove c’era lo sceriffo.
“Non credi sia strano questo comportamento Wendy?” mi domandò lo sceriffo. “Credo che siano soltanto stati spaventati da qualcosa.” risposi. L’uomo annuì. Ad un certo punto,Stiles mi prese per il braccio allontanandomi dalla folla. “Qualcosa sta arrivando. Qualcosa di brutto.” sussurrò guardandomi bene negli occhi. “Sono con te,lo sai.” mormorai. Subito dopo,fecero la loro entrata due ragazzi. Una giacca di pelle sopra una canottiera,un casco in mano e degli zigomi molto sviluppati. Erano molto belli a vederli. “Fratelli?” si intromise Lydia. “Gemelli.” notai io. In quel momento  ricevetti una chiamata da parte di mia madre. Lei si era un po’ abituata a questa cosa del branco e dei licantropi. Mi chiamò per via di Isaac. Corsi subito all’ospedale. “Ha una brutta ferita e se lo spediscono in sala operatoria,vedranno che guarisce.” mi spiegò lei. Con passo veloce andai nella stanza di Isaac. Ma lui non c’era. Imprecai e cercai nei corridoi. Un infermiere lo stava portando in ascensore su una sedia a rotelle. Non sembrava muoversi,e quell’uomo aveva qualcosa di strano. Sul bancone c’era la pistola del vice sceriffo,che era impegnato al computer. Così la presi di nascosto e seguii quell’infermiere. Si voltò verso di me e i suoi occhi diventarono rossi. Era un Alfa. Gli andai contro caricando la pistola. Lo mancai,conficcando il proiettile dentro il metallo dell’ascensore. Mi tolse la pistola di mano e mi alzò prendendomi per il collo.
“Tu non hai idea di con chi hai a che fare!” ringhiò lui. “Io sono un Alfa!” continuò. Io non riuscivo a respirare. All’improvviso apparve Derek,che ferì l’Alfa,facendomi guadagnare tempo per cercare di respirare di nuovo, tirare fuori i miei potenti artigli per trafiggerlo e stordirlo al petto,vicino al cuore. “Lo sono anche io.“ ringhiai. “Tu non dovresti essere a scuola?” mi disse Derek. Prima che il lupo si svegliasse,prendemmo Isaac e lo portammo nel nuovo appartamento di Derek.
***
Lo facemmo stendere sul divano. “La ferita è guarita.” notò Derek. “Sicuramente non internamente.” pensai. “Dammi la mano.” gli ordinai. “Cosa vuoi fare?” “Dammi la mano!” esclamai. “Gli farai male!” “Ti stacco le palle!” lo minacciai. Lui sbuffò e mi diede la mano,tirando fuori gli artigli. Cercai di togliere la pelle guarita,così che,i suoi poteri,gli permettessero di far guarire la ferita interna.  Mi sedetti sulle scale ad aspettare che Isaac si risvegliasse. Lui si poggiò sul tavolo e si mise a braccia conserte. “Allora,quel branco di cui parlato,è veramente qui.” cercai di rompere il silenzio. Lui annuì. “Quello era uno dei tanti. E’ un intero branco. Una volta ho anche pensato di andare da solo ad affrontarli. E’ un problema mio,dopotutto.” spiegai. “Sei pazzo? Ti uccideranno!” esclamai. “Wendy…L’unica che può farmi del male sei tu!” ridacchiò. Non capivo bene cosa intendesse. Sospirai. “Mi dispiace.” disse lui. “No,a me dispiace. E’ tutta colpa mia.” andai ad abbracciarlo. Mi strinse forte. “E’ tutto okay.” mormorò.

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Capitolo 8
*** Party. ***


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(Narra Wendy)
 
In una serata,io,Stiles e Scott,ci stavamo avviando a un party di un altro liceo. Non ero molto d’accordo,ma almeno ci saremo divertiti. “Oh andiamo ragazzi!Heather è un’amica dell’infanzia.” spiegò Stiles. Mi fermai a guardarlo. “Io sono la tua amica dell’infanzia.” dissi,quasi come un mormorio. “Bhe,lei è una di quelle…” continuò,poi proseguì davanti alla casa. Da una parte mi ero ferita,ma non era una novità esser ferita da parte sua. Pensai solo a divertirmi. Appena aprimmo la porta,sulle labbra di Stiles,si precipitò una ragazza bassetta e bionda. In quel momento me la ricordai benissimo. 2 media. La battei in tutti i tornei di Decatlon annuali. Era una racchia a quei tempi. “Wendy Mccall!” esclamò subito dopo essersi staccata da Stiles. “Ciao Heather.” la salutai. Poi sentii della musica in salone. Raccolsi una bottiglia di vodka. Non potevo ubriacarmi, ma magari se fingevo, qualche bel maschione mi sarebbe saltato addosso. “Wendy sta attenta.” mi disse Stiles. “Chi sei? Mia madre?” risposi acida. Heather gli prese il braccio e se lo portò via. Io e Scott andammo a ballare. C’era anche il karaoke.
***
Dopo aver cantato quasi sei canzoni,ero già ubriaca. Notai Stiles salire dalla cantina velocemente,così lo seguii. Stava rovistando nel bagno. Notai un pacco di preservativi sul davanzale,vicino allo specchio. “Sul lavandino.” gli dissi,barcollando. “Oh grazie!” esclamò lui e ne prese uno. “Lei è vergine.” continuai. “Come fai a saperlo?” domandò. “L’ho notato appena ti è venuta addosso. Ormoni.” risposi. “Che vuoi dire?” “Quando sei in preda agli ormoni,salti addosso anche ad un bisonte se ne sei capace.” spiegai,buttando la bottiglia lì da una parte. Annuì. “Stiles!” lo chiamai. Tornò immediatamente indietro. “E’ solo sesso vero?” chiesi. “Non lo so.” rispose. “Lei è carina.” continuai. “Tu sei più bella.” disse,per poi tornare di sotto. Mi sfuggì un piccolo sorriso e poi tornai in salone.
 
(Narra Stiles)
 
La osservai per qualche minuto sulle scale,mentre ballava e cantava. Era la perfezione fatta persona. Mai sarei riuscito a togliermela dalla testa. Tornai di sotto da Heather,con il preservativo in tasca. “Ne ho preso solo uno.” dissi prendendolo dalla tasca. Ma non c’era nessuno. Era sparita. C’era troppo silenzio. Improvvisamente una mano mi tappò la bocca e mi spinse sulle scalette. Mi voltai e con la coda degli occhi vidi chiaramente Wendy. Rimasi zitto,mentre lei mi indicò una finestra,in alto,che si stava chiudendo. Qualcuno l’aveva presa.
 
(Narra Angelica)
 
Quel pomeriggio mi divertii parecchio a casa di Derek. Si era comprato davvero un bel appartamento. Stavamo stringendo una forte amicizia.
“Mi piace un ragazzo.” mi confidai. “Mmh…Come è fatto?” domandò. “Ha i capelli castano scuro e gli occhi azzurri. Ma la cosa che più mi fa impazzire sono le lentiggini.” spiegai. “Come si chiama?” “Se te lo dico,mi prometti che non ti arrabbi?” Scosse la testa. “Jackson.” Alzò le sopracciglia. “Beh si,è un bel ragazzo.” commentò. “Ehi!” gli diedi una spinta sorridendo. “E’ mio!” esclamai dopo. Sorrise e mi abbracciò. “La mia mamma mi ha detto che una volta non eri così coccoloso.” commentai. “No. Ero abbastanza rigido. Stiles mi ha addolcito.” disse. “Raccontami.” “Lui mi ha aiutato molto in una parte difficile della mia vita. E così io ho fatto con lui.” spiegò. “Hai una papà bellissimo.” continuò. “E il tuo papà dov’è?” domandai. “E’ morto in un incendio. Appiccato dai dei cacciatori.” disse. “Io ero innamorato di una di loro. Mi sono lasciato andare e lei mi ha pugnalato alle spalle.” continuò. “E’ per questo che non ti fidi di nessuno?” chiesi. Scosse la testa. “Puoi fidarti di me.” Lo strinsi ancora. “Io e te bimba?” alzò il mignolo sorridendo. “Io e te bimbo.” sorrisi e lo strinsi con il mio.

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Capitolo 9
*** Two Werewolves. ***


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(Narra Wendy)
 
La mattina dopo la sbronza,andai a scuola. Quando passai per il corridoio,vidi attaccati al muro,due volantini. Boyd ed Erica erano dati per dispersi. “Da quanto sono spariti?” domandai a Scott. “Da almeno quattro mesi,non te ne eri accorta?!” mi rispose. “Il branco è di almeno 1.500 lupi mannari Scott!” esclamai. Non me ne ero proprio resa conto. Poco più in là,notai lo sceriffo che stava parlando con Stiles. Si trattava di Heather. “Nessuna notizia?” chiese Stiles. “No. Ma tu sei l’ultimo ad averla vista viva.” spiegò lo sceriffo. Detto questo,se ne andò. Sapeva che il figlio non era un assassino,ne era sicuro. Scott si avviò a lezione dopo il suono della campanella. Stiles si voltò verso di me,dopo che suo padre ebbe varcato la porta d’uscita. “So che sei stata tu!” mormorò fissandomi. “Io?!Ma sei pazzo?!Brutto idiota!” esclamai. “Non arrivo ad essere gelosa fino a questo punto.” continuai. “Quindi sei gelosa!” “No!Hai detto tu che vuoi essere solamente amici!Io ero pronta a ricominciare,tu no!” proseguii. “Non posso amarti. Non posso ripensare a com’era quella sensazione,perché ci starei di merda.” mormorò. “Ce la possiamo fare Stiles,passo dopo passo.” lo fissai negli occhi. Inspirò profondamente e mi diede un bacio sulla fronte,per poi andarsene.
 
(Narra Derek)
 
“D’accordo,qual è il tuo piano?” chiesi a Deaton. Isaac era stato rapito dagli Alfa,doveva sapere per forza dove fosse il loro covo e dove si trovassero Boyd ed Erica. “Perché siamo qui?” domandò Wendy. “Erica e Boyd sono prigionieri.” risposi. “Cosa ce ne facciamo di due lupi mannari,quando abbiamo un branco di 1.500 persone che io ho faticato a trasformare?!” esclamò dopo. “Ti sei addolcito troppo.” continuò. “Chi li comanda?” chiese. “Si chiama Decaulion.” risposi. Scott e Stiles stavano riempiendo una vasca di ghiaccio.
“Naturalmente non sarà particolarmente rilassante. Lo farà entrare in trance.” spiegò il veterinario. “Non sei costretto a farlo.” dissi a Isaac. “Devo.” disse lui. Gli strinsi per un secondo la mano,poi lui entrò. Tremò inizialmente. Io e Wendy lo tenevamo per le spalle. Poi lo spingemmo giù. Si trasformò e comincio a agitarsi,ma io e Wendy lo tenevamo stretto. Improvvisamente smise. “Okay. Adesso,parlerò solamente io con lui.” sussurrò Deaton. “Altre voci potrebbero confonderlo.” continuò. Tutti annuimmo e restammo zitti. “Isaac. Riesci a sentirmi?” chiese. Isaac annuì. “Allora. Dove ti trovi?” proseguì. “Mi vedono!Mi vedono!” gridò Isaac,muovendosi. Lo tenni fermò. “Isaac!Dimmi dove sei,Isaac!!!” gridai io. “In un cavou. Di una banca!” esclamò lui,mettendosi seduto e aprendo gli occhi. “Quale banca?” domandò Wendy. “Quella di Beacon Hills.” rispose e uscì dalla vasca. Wendy gli diede qualche asciugamano. “Bravo.” gli dissi io,stringendolo a me e magari riscaldandolo.
 
(Narra Wendy)
 
Non c’erano ancora notizie di Heather. Non che mi dispiacesse. “Cosa se ne fanno gli Alfa di un Beta?!” chiese Stiles.  “Non lo so Stiles! Non ne ho idea!” esclamai. “Già devo convivere con il fatto che non riesco a farlo con altre ragazze…” sospirò. “Scusami?” chiesi. Si fermò all’armadietto di Scott,a fissare il vuoto. “Quando,in quella cantina,lei mi slacciava i pantaloni. Io mi sono reso conto che…” inspirò profondamente. “…Che quelle non erano le mani di Wendy. Che quelle labbra,che quegli occhi e quei capelli non erano quelli di Wendy.” spiegò. Deglutii. Gli passai Gliela asciugai. “Uccidimi se non posso amarti.” mormorò guardandomi. Scossi la testa e lo abbracciai.  “Basta con queste minacce di morte. Ti è stato insegnato come combattere per ciò che vuoi.” commentai. “Se devo combattere contro di loro per averti. Vincerò per te.” disse sicuro,prima del suono della campanella.
***
Nel pomeriggio,ci avviamo a casa di Derek. Stiles aveva scoperto che la banca era stata chiusa dopo un furto. Ma aveva stampato da internet una mappa del cavou. “Allora. Dovremmo calarci dai condotti di aerazione per arrivare esattamente al centro della banca. C’è poco spazio e noi entriamo davvero a malapena. Poi hanno rifatto il muro,dopo la rapina,e dovremmo cercare un trapano.” spiegò Stiles. “Lascia stare il trapano. Entro io.” intervenne Derek. “Okay. Ma vedi questa mia piccola manina? In confronto alla tua,che è un mattone,credo che centri meglio!” commentò Stiles,mettendo a confronto le due mani. Derek strinse la mano in un pugno e batté contro quella di Stiles. Emise qualche verso di dolore. “Ho detto che entro io,idiota.” continuò Derek. “Grazie,ti amo anche io.” disse Stiles,dolorante. “Okay,magari verrò con te.” suggerì Stiles. “NO!” esclamammo io e Isaac,insieme. “Verrà Wendy.” fece un sorrisetto furbo Derek. Stiles sospirò e mi diede in mano una pistola. “Questa almeno è carica?” domandai. Stiles se la riprese e sparò a caso contro Peter,seduto sulle scale. “E’ carica.” confermò Stiles. Me la misi nella tasca dei pantaloni e seguii Derek alla banca.
***
 
Strisciammo nel condotto di ventilazione,fin che Derek non diede qualche pugno al muro per sfondarlo. Boyd era lì. Era chiaramente lui. Derek cercò di convincerlo che non volevamo fargli del male. Erano quattro mesi che erano intrappolati. Mi squillò il telefono. “Stiles,è davvero una brutta situazione.” risposi. “Wendy!Le pareti di quel cavou sono fatte di pietra lunare!Attirano i raggi della luna!” spiegò Stiles. “Che cosa?!” “Sono come i Gladiatori nel Colosseo. Cibano i leoni per tre giorni interi,per renderli più forti. Boyd ed Erica sono quei leoni e voi siete appena entrati nell’arena.” continuò Peter.
***
Dal buio,vicino a Boyd,apparse una ragazza. Ma non era Erica. Era mora con i capelli lisci. “Cora?” mormorò Derek. “Chi?” chiesi. “Derek. Vattene.” disse la ragazza. Conosceva Derek. Pian piano,i raggi della luna,iniziarono ad entrare nella stanza. Entrambi ci attaccarono. Ma si muovevano troppo e non riuscivo a puntare alla gola. Intorno a noi c’era del sorbo,che li impediva di trasformarsi,ma di farci pestare. Una porta si aprì. Era Allison. “Non rompere il cerchio!” urlò Derek. “Boyd!” gridò Allison,spezzando il cerchio della polvere. Così Boyd e quella ragazza,scapparono. “Chi era quella?” chiesi a Derek. “E’ mia sorella!      La più piccola!” rispose. “Ma che ci fa qui?” “Non chiederlo a me,credevo fosse morta!” esclamò. Poi andò verso Allison. “Hai idea di cosa hai liberato?!” la sgridò Derek. “Vi ho salvato la vita.” disse lei. “Io non vado in giro a trasformare adolescenti!” continuò. “Ho ucciso io tua madre.” intervenni. Mi guardò. “Cosa?” mormorò. “Stava tentando di uccidere Scott. Quella sera al locale. Io e Derek siamo intervenuti e io l’ho morsa. Ma una famiglia di cacciatori non poteva tenere un licantropo in casa.
Così,la notte del compleanno,tuo padre mi ha fatto entrare in casa sua. Arrabbiato,mi ha ordinato di aiutare tua madre a suicidarsi. Ci siamo messe sedute sul letto. Abbiamo impugnato il coltello entrambi,puntato sul suo cuore. E quando la luna piena si è alzata,ci siamo guardate e abbiamo spinto.” Spiegai,inventando alcune cose. Le scese una lacrima dagli occhi. “Sei stata tu.” tremò. “E ogni notte vedo ancora  i suoi occhi che mi fissano. Non credi che sia orribile anche per me?” “L’hai uccisa tu.” continuò. “L’orgoglio ha ucciso tua madre.” contestai. A quel punto Derek mi prese per il braccio e mi fece uscire.
***
A quanto pare quella sera,fu la sera delle scoperte per tutti. Per ultima,ci fu quella della psicologa della scuola,che aiutava Deucalion. “Signorina Morrell?” la vidi. “Ciao Wendy.” disse lei. “Lei è loro complice?” chiesi,stupita. “Ho delle amicizie.” annuì. “Lei sapeva tutto. Io e Stiles ci siamo confidati con lei e ormai sapeva già tutto.” pensai. “Cosa vuoi fare ora Wendy? Denunciarmi?” rise. Ero scioccata. Fin che qualcuno non mi colpì alla testa e io svenni.

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Capitolo 10
*** Human and Werewolves. ***


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(Narra Wendy)
 
Mi risvegliai su un letto comodo. A casa mia. Alle mie spalle Derek. “Che è successo?” domandai intontita. “La Morrell ti ha dato una botta in testa.” rispose. Mi sedetti. “Carina,tua sorella dico.” continuai. “Non la vedo da nove anni. Credevo fosse morta in quell’incendio.” spiegò. “Mi dispiace.” “Anche a me.” ripeté. “Per cosa?” domandai confusa. “Per quella sera. Non avrei dovuto dire niente. Dovevo solo prendere mio figlio e andare via.” rispose. “No. Hai fatto bene. Hai fatto quello che io non sono riuscita a fare.” commentai. Annuì e mi passai una mano tra i capelli. “Ora è meglio se vai a cercare Boyd e Cora.” gli dissi. Saltò dalla finestra e corse via.
***
La sera dopo,io e Stiles ci accampammo nella foresta. Ci sdraiammo su una tovaglia e guardammo il cielo. Naturalmente avevamo delle pistole per sicurezza. Più in là si sentivano delle risate di bambini. Probabilmente qualcuno in campeggio. “E’ bellissimo.” commentò Stiles,riferendosi al cielo. “Stai proprio cercando di farti perdonare.” continuò,mettendosi di fianco per guardarmi. “Non ho nemmeno iniziato.” alzai un sopracciglio. Sorridemmo. All’improvviso si sentì un urlo. “Va via.” gli dissi. “No!” esclamò. “Va via!” insistetti,guardandolo bene negli occhi. Prese la sua roba,lasciandomi le pistole. Salì in macchina e scappò in strada. Afferrai le armi e andai verso le urla dei bambini. Era Boyd che li stava attaccando. Cercai di cacciarlo via,ma non potevo ucciderlo. Dissi ai bambini di nascondersi. Quando arrivarono Derek,Scott e Isaac,che lo fecero andar via. “Che ci fai qui?” mi domandò Scott. “Ero con Stiles.” spiegai. “Lui sta bene?!” intervenne Derek. Annuii. “Ora va.” mi disse Derek. “Perché mi mandi sempre via?!” esclamai. Mi fissò a occhi sgranati,come fosse un ordine. Sbuffai e mi dileguai.
***
A piedi,raggiunsi la piscina statale. Era aperta,così pensai di farmi un bagno. Mi spogliai ed entrai in acqua. Mi feci qualche vasca,fin che non mi voltai verso la sedia del bagnino. Un uomo,sanguinante,c’era seduto sopra. Lanciai un grido e sobbalzai. Andai a controllare che fosse morto. Aveva un taglio alla gola. Erano sicuramente stati loro. Aspettai che fossi asciutta e chiamai Stiles,che venne in un minuto. “Stai bene?!” mi chiese subito. “Si,ma credo che quell’uomo seduto non stia bene.” gli dissi.
 
(Narra Derek)
 
Mentre seguivamo Boyd nella foresta,ricevemmo la chiamata di Stiles. “Scott! C’è un corpo qui. Devono esser per forza stati loro.” disse lui. Scott lo ringraziò e riattaccò. “Ha ucciso un innocente Derek. Ed è colpa nostra.” commentò Scott. “No,è colpa mia.” continuai. “Ci siamo coinvolti tutti.” intervenne Isaac,mettendomi una mano sulla spalla. “Abbiamo bisogno di aiuto.” continuò Scott. “Da chi?” chiesi. “Da qualcuno che sa come catturare dei lupi mannari.” esclamò. 

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Capitolo 11
*** Fireflies. ***


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(Narra Derek)
 
Scott voleva chiedere aiuto a Chris Argent. Lui era l’esperto in quel settore,anche se non mi fidavo di lui. Io e Isaac rimanemmo nella Camaro,mentre Scott parlava con lui. “Così…Tua sorella eh?” disse Isaac. Ma io non ne volevo parlare. “Va bene. Non ne parliamo.” sospirò. “Anzi,parliamo di un’altra cosa.” continuò. Mi voltai verso di lui. “Stiles.” “Stiles?!” alzai le sopracciglia. “Com’è andata a finire poi?” chiese. Sospirai. Non mi piaceva quell’argomento. “In realtà non lo so. Non vuole più saperne di me.” spiegai. “Sai, se fossi stato in lui non ti avrei mai lasciato.” commentò.
***
Chris accettò di aiutarci. Portò con se delle lampade,da piantare nel terreno. “Queste lanciano un potente suono che manderà Boyd e Cora nella direzione che vogliamo.” spiegò Chris. “E cioè?” chiesi. “A scuola. Non c’è nessuno a quest’ora e in cantina c’è una porta d’acciaio che li può tenere.” continuò Scott,dopo di lui. Così,piantammo nel terreno alcuni di quegli oggetti,così che li avrebbero diretti verso la scuola,dove eravamo postati noi. Io e Chris aspettammo fuori. Lui si mise a guardare delle lucciole su un albero. “Che succede?” domandai. “Niente,è strano. Le lucciole in questo periodo sono bicolore. Non brillano.” spiegò,accigliato. In quel momento,si sentirono degli ululati. Stavano arrivando.
 
(Narra Wendy)
 
Dopo esser tornati dall’ospedale,io e Stiles andammo a casa sua. Lui si addormentò,mentre io guardai la tv. Poi la mamma mi chiamò. Disse che aveva scoperto che un altro cadavere aveva esattamente le stesse ferite.  Così andai a cercare qualcosa su Google. Ma trovai già una pagina aperta. Era un testo di almeno 200 pagine. Erano delle frasi molto belle e romantiche,a capitoli. Si svegliò e chiuse il monitor del portatile. “Stai scrivendo un libro?” chiesi. “Un libro su di te.” mormorò. “E perché dovresti farlo?” domandai. “Perché scrivere qualcosa su di te……..Non è evidente?” rispose. Ci guardammo,fin che non l’avvisai della notizia che mi aveva dato mia madre.
***
Andammo all’ospedale e in segreto lei ci fece vedere i corpi. L’uomo che avevo trovato,aveva al dito una fede con su scritto Purezza. “Questo non è un taglio profondo. Forse fatto da un filo spinato. Poi  gli hanno dato una forte botta a questo lato della testa.” spiegò lei. Vedendo delle materia celebrale,coprii gli occhi a Stiles. Non l’avrebbe sopportato. “Abbiamo trovato il corpo di una ragazza,con le stesse identiche ferite.” continuò,scoprendo il corpo di una ragazza. Stiles la guardò con occhi lucidi. Heather. “Oddio,mi dispiace. La conoscevate?!” si preoccupò Melissa,ricoprendo il cadavere. Stiles si asciugò gli occhi. “Mi dispiace.” gli mormorai. Uscì fuori al parcheggio e io lo seguii nella Jeep. “Ci sei andato al letto alla fine?” gli chiesi. Scosse la testa. “Diceva che voleva perdere la verginità il giorno dei suoi 17 anni.” rispose. Praticamente lo stava usando,ma non glielo dissi. “In realtà non sono dispiaciuta.” pensai ad alta voce. Voltò lo sguardo verso di me. “Stiles io voglio essere l’unica donna della tua vita. E lo ammetto,non voglio che tu faccia il mio stesso errore.” continuai. Lui annuì e poggiò una mano sulla mia gamba. La presi e me la portai alla guancia. Ci fu un attimo di silenzio. “Ci sono!” esclamò. Scese dalla macchina ansioso e lo seguii. “Ci sono state altre persone scomparse?!” andò a chiedere a mia madre. “Si. Nella 203 c’è un ragazza che ha perso un’amica nel bosco.” rispose. Andammo da lei. “Che cosa è successo?” le chiese Stiles. Il suo nome era Catlin. “Io ed Emily abbiamo preso una tenda e ci siamo accampate…” “Da quanto tempo state insieme?” continuò lui. “Tre mesi. Lei vive lontano e volevo fare qualcosa di romantico.” spiegò lei. “Perché?” domandai. “Perché volevamo stare da sole.” mi rispose come se fosse ovvio. “Era la vostra prima volta.” intuii Stiles. Catlin annuì. Io e Stiles ci guardammo un attimo,poi uscimmo. “Perché hai voluto parlarle?” chiesi a Stiles. “Perché credo di sapere cosa sta succedendo.” rispose sicuro.
 
(Narra Scott)
 
Quando sentimmo gli ululati,io e Derek, attirammo Boyd e Cora nella cantina della scuola,chiudendoli dentro. Quando sarebbe arrivata l’alba,avrebbero perso le forze,bisognava solo aspettare. “Ce l’abbiamo fatta. Non ci credo.” sospirai,mettendomi a terra distrutto. In seguito,Stiles mi chiamò dall’ospedale,sapeva cosa stava succedendo alle vittime degli Alfa.
***
“Entrambi i corpi hanno un taglio alla gola,fatto da un filo spinato e una commozione celebrale causata da un corpo contundente.” spiegò. “Ma questo lo so già.” commentai. “Adesso arriva il punto bello…” mi guardò. “Sono tutte vergini.” continuò. “E questo cosa rappresenta?” chiesi preoccupato. “Un sacrificio. Un sacrificio umano.”

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Capitolo 12
*** Just Give Me A Reason. ***


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(Narra Wendy)
 
Stiles aveva un idea chiara sugli omicidi che facevano gli Alfa. E il suo discorso non faceva una piega. Cora e Boyd si erano svegliati e stavano di nuovo meglio. Cora alloggiava nel loft di Derek. Dopotutto,era sua sorella. Quella mattina,a scuola,il Coach organizzò una corsa campestre con tutti i maschietti della squadra di LaCrosse. Tra cui i due gemelli,che Isaac guardava molto strano. “Tutto okay?” gli domandai. “Sono loro. Loro mi hanno aggredito.” digrignò i denti. Parlava dei gemelli. Io e Isaac ci fulminammo con lo sguardo,era arrabbiato e voleva fargliela pagare. “Signorina Mccall!Cosa ci fa qui?” mi chiese il Coatch. Cercai una scusa e corsi sul posto sorridendo. “Jogging.” risposi entusiasta. Iniziai a correre dietro Stiles e Scott,mentre Isaac era partito come un fulmine verso i gemelli. “Chi sono?” andai a chiedere a Stiles. “Aiden e Ethan.” rispose lui. Seguii Isaac,non mi fidavo di quei due. Ma quando sembrava che fossi dietro di loro,erano spariti del tutto. Mi cominciai a guardare attorno,quando uno dei due mi venne addosso e io caddi. Mi misero le mani dietro la schiena,bloccandomi e ringhiandomi contro. Mi dimenai fin che non arrivarono Isaac e Scott. Non mi facevano paura,per niente. Si sentii un grido di una ragazza. Tutta la folla si precipitò a vedere.
***
C’era un uomo legato ad un albero. Come le precedenti vittime. In un nano secondo arrivò lo Sceriffo,che fece sgomberare tutti. “Continuano a farlo!” esclamò Stiles. “Sono stati loro.” ringhiò Isaac. “No,non credo. Avevano delle facce…Come se non sapessero cosa stesse accadendo.” disse Stiles. “Per me è confermato. Sono sacrifici umani!” esclamò Stiles. “No. Che devo pensare? Arrivano loro e la gente inizia a morire.” intervenne ancora Isaac. Scott era abbastanza combattuto su a chi dare retta. Ma quella di Stiles,per me,era più logica. Qualcosa centrava con i sacrifici umani. La campanella sarebbe suonata a momenti,così tornammo dentro. Mi sedetti sopra la scrivania,aspettando gli allievi. Stiles sospirò. Gli dava fastidio che Scott non gli desse ragione. “Secondo me,il tuo schema è migliore.” commentai. “E’ ovvio che è migliore!Non puoi pensare che la gente uccida così!Ci deve essere un motivo!Magari,anche il più cattivo del mondo uccide con un piano davanti!” disse velocemente,stava sclerando. “Ehi,ehi!” lo feci voltare e lo guardai negli occhi. “Io so che tu non hai torto. La verità prima o poi verrà fuori. Io mi fido di te. Più di qualsiasi altra persona sulla faccia della terra.” continuai. Mi guardò intensamente negli occhi. Così marroni e così profondi. “Come fai a essere odiabile e bellissima allo stesso tempo?” sospirò. Alzai le spalle con un sorrisetto. Lui mi abbracciò e mi diede un bacio sulla nuca. “Ti va di chiedere un passaggio?” gli chiesi.
***
Avevo un’idea per svagare la nostra mente da quello che stava succedendo. Poco dopo,ci ritrovammo in strada,sopra al tettuccio di un camion. Era molto divertente. Urlavamo e il guidatore nemmeno ci sentiva. A metà strada dalla scuola e l’ospedale di mia madre,scendemmo. “E’ stato divertente.” commentò Stiles,ridendo ancora. Sorrisi e andai verso l’entrata. Mi prese il braccio. “Ehi..” Mi voltai. “Voglio farti innamorare di me.” mi disse. Lo guardai. “Dammi soltanto una ragione.” domandai. “Perché ti amo. Ti amerò e ti amavo. Lo farò per sempre. Fino alla fine dei miei giorni.” rispose sicuro. Aveva gli occhi lucidi. Andai a stringerlo.  “Era un si?” sorrise. Annuii sicura. Volevo provare ancora tutte quelle sensazioni. Entrammo in ospedale. Appena mia madre mi vide,mi venne incontro preoccupata. “Che succede?” le chiesi. “Il corpo di Heather. E’ sparito.” rispose.

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Capitolo 13
*** Unleashed. ***


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(Narra Derek)
 
Dentro ero felicissimo che Cora fosse sopravvissuta all’incendio. Solo che non lo davo a vedere. Continuava ad allenarsi duramente. Non voleva perdere un solo istante per andare a combattere contro di loro. Era peggio di Wendy. “Così..Hai un figlio?” iniziò con le domande. “Scoperto da poco.” risposi,mentre lei faceva le flessioni. “Non devi sforzarti così tanto.” le consigliai. “Sai cosa ho provato,quando ho saputo che tu eri vivo? No,non lo sai.” disse. “Adesso voglio fare tutto il possibile.” commentò infine. Sentii un rumore dietro la porta,ed essa si aprì. Era l’Alfa dell’ospedale,insieme ad un’altra donna. Mora,scalza e unghie lunghe ai piedi. Combattemmo,io e lei. Mentre l’altro aveva bloccato Cora. Mi spinse a terra. Poi prese un tubo dell’aerazione e lo conficcò nel mio petto. Il dolore era atroce. Si presentò anche Deucalion. Capelli corti,biondo chiaro. Un bastone e degli occhiali. Era cieco. Patetico. Si sedette davanti a me. “Ciao Derek.” Mi mise una mano sulla faccia. Sputavo sangue. “Voglio soltanto una cosa da te.” mormorò. “Cosa?” digrignai i denti. “Per essere quello che sono,ho dovuto uccidere un Beta. Kali,che ti tiene,ha dovuto farlo. E anche il mio amico che tiene bloccata tua sorella…” disse. “…Voglio che lo faccia anche tu.” continuò. “Mai. Perché non lo fai tu?” ringhiai,debolmente. Sospirò. “Hai paura di Wendy.” cercai di ridere. Si irrigidì. “Hai due possibilità. O uccidi Isaac o ci consegni Wendy.” spiegò. “Ci? Non sei tu che controlli tutto?” pensai ad alta voce. “No,se è questo che pensi. Ma lei la vuole viva,per ucciderla con le sue stesse mani.” continuò. Era una donna. “Perciò..O uccidi la tua spalla destra o ci consegni l’Alfa.” ridacchiò e se ne andò. Insieme ai suoi due ‘scagnozzi’.
***
Quella ferita al petto non guarì subito,ma entro sera sentivo tutti gli organi nel mio petto. Fui costretto a cacciare Isaac di casa. “Ma non capisco!” esclamò,subito dopo averglielo detto. “Adesso ho Cora. E’ troppo.” Ero voltato,non riuscivo a guardarlo negli occhi. “Ho fatto qualcosa di sbagliato?” mormorò. “No Isaac. Niente. Ma devi andar via.” spiegai. “Perché..?!” Girai il bicchiere di vetro che avevo in mano,per il nervosismo e la paura. “Devi tenerti lontano da me.” insistetti. “Ma..” Gli tirai il bicchiere. “VATTENE!” gridai. Si protesse,soltanto un graffio. Mi guardò male e prese la borsa,andandosene.
 
(Narra Wendy)
 
Quella notte stava piovendo. Diluviava,anzi. Ero al computer,quando sentii dei rumori dal bagno. Presi la pistola dal cassetto e attraversai il corridoio,fino al bagno. Era solo Isaac,che alzò le mani. Sospirai e la rimisi apposto. “Che ci fai qui?” gli domandai,tornando in camera. “Ho bisogno di un favore.” Mi disse che Derek lo aveva cacciato di casa e non sapeva dove andare. Era tutto bagnato. Lo ospitai nel mio letto. “Io non capisco. Stava andando tutto bene.” cercò di capire cosa era successo. Poggiai la testa sul suo petto caldo.  “Sicuro che non sia accaduto niente?” chiesi. “Non lo so,non vuole dirmelo.” rispose. “Mi ha anche tirato un bicchiere in faccia.” spiegò. “E’ il suo modo per sfogarsi.” commentai. “Lo faceva sempre mio padre. Mi tirava i bicchieri,le posate. Quando facevo qualcosa di male mi chiudeva dentro un piccolo frigo. Io urlavo,urlavo così tanto che mi facesse uscire e invece mi teneva lì dentro per tutta la notte.” mormorò,facendo cadere una lacrima. Mi faceva pena. “Mi dispiace tanto.” cercai di confortarlo,fin che non ci addormentammo.
***
La mattina dopo,quando entrai in macchina per andare a scuola,trovai una busta sul sedile. Sicuramente  di Stiles. Due orecchini d’argento con la mia iniziale. Che dolce. Me li misi subito e andai a scuola. Andai da lui e mi mandai i capelli all’indietro. “Oh,ma che begli orecchini. Chissà che te li ha fatti!” sorrise. “Già chissà. La busta era anonima.” finsi di non sapere niente. Ridemmo.
 
“Grazie,sono stupendi.” dissi infine,dandogli un bacio sulla guancia. Sorrise e ci avviamo in classe. Nel corridoio sentii dei rumori. Qualcuno che batteva forte. Passai allo stanzino,vicino alla macchinetta delle merende. Girai la chiave e ne uscì fuori Isaac infuriato. “Che ci facevi lì dentro?!” cercai di calmarlo. “Sono stati loro!” esclamò,fissando i gemelli,che avevano uno strano sorrisetto sulla faccia. “Vogliono farci arrabbiare. Ci stanno stuzzicando.” pensai.
***
Dopo la fine della mattinata,andammo da Deaton a chiedere qualche consiglio. Sapevo che Stiles aveva un buono schema,ci serviva soltanto qualcuno che lo confermasse. “Lei sa la metà delle cose che volevo dirle. Perciò non le farò tutto il discorso.” gli disse Stiles. “Il tuo ragionamento non fa una piega Stiles.” commentò. “Si,ma l’ultimo che è stato ucciso,Kyle,non era vergine. L’ho chiesto alla sua ragazza. Che è quella che ha urlato quella mattina. E mi ha anche dato uno schiaffo in faccia.” continuò. “Sembrano,dei druidi.” commentò. “Dei cosa?” chiesi. “Dei druidi. Nell’antichità uccidevano donne,vergini,guerrieri,soldati…” spiegò. “Kyle era un soldato della marina!” esclamò. Ci battemmo in cinque. “C’è qualcun altro che conoscete?” domandò. “Una persona ci sarebbe…”

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Capitolo 14
*** The Master. ***


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(Narra Angelica)
 
Volevo rendermi utile. Ero la figlia dell’ Alfa,dovevo fare qualcosa. Così,chiesi all’unica persona che non era un licantropo. Cioè Allison. “Vuoi che ti insegni ad usare l’arco?” mi chiese. Annuii sicura. “D’accordo,vediamoci dopo scuola.” mi disse. Recepii il tutto e andai alla prossima lezione.
***
Nel pomeriggio,raggiunsi una parte del bosco sicura. O almeno così diceva lei. Mi insegnò tutte le tattiche possibili; non era poi così difficile. Quando sentii mia madre chiamarmi. “Allison!” esclamò lei. “Wendy!” esclamò Allison. “Vi conoscete?” chiesi confusa. “E’ la mia ex migliore amica.” rispose mia mamma. Mi levò l’arco dalla mano. “E’ pericoloso!” continuò. “No ,sto cercando di imparare!” spiegai. Ripresi l’arco e,per farle vedere,centrai il mirino postato su un albero. Era abbastanza sorpresa,ma non lo dava a vedere. “Per questa volta la passi liscia!” esclamò e mi portò via. Finalmente,potevo aiutare il branco.
 
(Narra Wendy)
 
“Tua figlia adesso si spaccia per una cacciatrice!” avvertii anche Stiles. “Oh certo,adesso è mia figlia?!” alzò le sopracciglia. “Nostra.” feci una smorfia. “Avanti Wendy,è naturale. Ce l’ha nel sangue!” continuò. “Che vuoi dire?” chiesi. “Entrambi ci alleniamo solo per questo. Per tutto quello che sta succedendo. Siamo bravi e un po’ di speranza ce l’abbiamo. Perché non può averla anche lei?” continuò. “Sai cosa significa portare ogni volta in giro un coltello per difendersi?” singhiozzai. Non volevo che Angelica si immischiasse in affari così pericolosi. “Certo che lo so. Sono stato addestrato per questo. Ho una pistola dentro lo zaino che porto tutti i giorni a scuola,nonostante io sia un insegnante. E ogni giorno mi domando come possiamo fermarli. Cosa vogliono. E se vogliono te,o Angelica o qualsiasi altra persona che conosco e che amo.” spiegò,guardandomi dritto negli occhi. Diceva la verità ed era veramente motivato a partecipare. Annuii a quelle sue parole. Ci abbracciammo.
***
Andai comunque a parlare con Allison. Andai a casa sua. “Sei qui per sgridarmi?” disse. “Perché è veramente patetico!” esclamò. “E’ mia figlia!” esclamai anche io. “Cosa?” chiese confusa. “Angelica. E’ figlia mia e di Stiles. E Simon,di me e Derek. Per questo non la voglio mettere in pericolo.” spiegai. “Perché non me lo hai detto prima?” domandò.
 
“Sei la ragazza di mio fratello,ma non la mia migliore amica. Non immischiarti in faccende che non ti riguardano.” dissi infine,andandomene. Chiamai l’ascensore e non appena si aprì,vidi Deucalion. Presi il coltello da dentro lo stivale. Lui ridacchiò. “Ti prego,sono cieco. Come credi che possa attaccarti?” disse. Lo rimisi al suo posto ed entrai nell’ascensore. “Voglio solo parlare.” continuò. “Parla.” gli dissi. “Non qui. Vieni questa sera, all’attico del palazzo,è abbandonato.” spiegò. “Che ci fai qui?” chiesi. “Io vivo qui.” rispose con un sorriso. L’ascensore si riaprì e si riempì di gente,io uscii. Andai subito ad avvisare Derek,ma sembrava che si stesse già inventando qualcosa. Sul tavolo aveva una cartina ed intorno ad esso Cora,Peter e Scott. “Intendete attaccarli?” chiesi. “Ucciderli.” rispose Peter. “Possiamo,per una volta,non pensare soltanto ad uccidere?” pensai. Tutti mi guardarono male. “Verrai anche tu.” continuò Derek riferendosi a me. “Era ovvio.” dissi. “No,loro hanno paura di te.” spiegò Derek. Ero scioccata. “Che cosa?!” chiesi. “Quando ti ho nominata a Deucalion,lui si è tutto irrigidito. Ha paura di te. Perciò porta coltello da cucina,forbici o pistole,perché verrai con noi.” spiegò. Annuii. Infine tornai a casa.
***
Si stava facendo sera. Mamma era la lavoro e a casa c’era solo Isaac. Appena andai in salotto,la tavola era tutta apparecchiata e c’era un buon profumo con Isaac ai fornelli. “Ciao!” mi salutò raggiante. “Ciao.” ricambiai confusa. “Hai preparato la cena?” chiesi sedendomi. “Si,era per ringraziarti dell’ospitalità.” si sedette anche lui. “Beh,prego.” sorrisi e lo abbracciai. “Sei una vera amica. Sento di potermi fidare di te.” mormorò. Era da tanto tempo che qualcuno non mi diceva certe cose,dopo Stiles e quello che era successo. “Grazie.” sussurrai.
***
Alla fine della cena,inventai una scusa per raggiungere Decaulion nel suo attico. “Vado a comprare il latte per domani.” inventai. “Vengo con te.” disse con sguardo serio. “Tranquillo,non devo fare una spesa intera.” insistetti. “Ho detto che vengo con te.” insistette,carezzandomi il braccio. Infine accettai,forse aveva già capito dove dovevamo andare. Presi la macchina e andai verso il centro della città. “Dobbiamo soltanto parlarci.” dissi a Isaac. Fu incredibili il modo in cui quel ragazzo mi lesse nel pensiero con un solo sguardo. Era tutto desolato. Sulle scale  c’era Deucalion. “C’è una persona a casa mia,che ti vuole tutta per se.” disse lui,tenendo stretto il bastone fra le mani. “Sai,spesso,se vuoi diventare un vero leader,cosa che credo che a te manchi fortemente visto che nessuno ti ubbidisce,bisogna uccidere qualcun altro.” disse. “Cosa credi che io debba fare?” chiesi. “Beh,quando uccidi un componente del branco, prendi tutti i suoi poteri…” continuò. “Sai che non ucciderò Derek.” ne ero certa. “Ne sei sicura?” sorrise. “Ti avevo detto di venire da sola.” si irrigidì. “Lui è Isaac.” non era un pericolo. “Non mi riferisco a lui.” continuò. Dal buio che c’era in quel posto desolato,apparve Derek trasformato,insieme a Boyd e Cora. Dalle pareti,scesero Kali,Ennis e i gemelli. I gemelli diventarono un tutt’uno: ovvero un alto mosto muscoloso e possente. “Si,mi sono dimenticato di dirtelo,è un loro trucchetto.” mi disse Isaac,riferendosi ai gemelli. Tirai fuori gli artigli. Lunghi e affilati. E la sfida iniziò. Isaac su Ennis,Derek su Kali e tutti gli altri,compresa me,sui gemelli.

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Capitolo 15
*** Frayed. ***


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(Narra Wendy)
 
Erano molto forti. I gemelli scaraventarono via Boyd e Isaac. Mentre Kali mise a terra Cora. Deucalion fece un sorrisetto. “Avanti Wendy. Siete solo tu e lui.” disse Deucalion. Notai che Derek era ancora in piedi. “Uccidilo!” esclamò. Io e Derek ci guardammo. Lui si fermò e abbassò la testa. Voleva davvero che lo uccidessi? Improvvisamente arrivarono delle frecce. Frecce dei cacciatori che mandavo una luce accecante. Tutti si dimenarono e si alzarono. Mi allontanai dalla luce e vidi bene. Erano Angelica ed Allison,con due archi. Si sentirono i ringhi di Jackson e di Simon.
Una pistola colpì alcune volte il petto di Ennis. Era Stiles. Raccolsi le mie forze e mi avventai su Ennis,che era il più ferito di tutti. Lo graffiai alla gola,ma non abbastanza profondamente da trafiggerla. Vennero Derek e Isaac ad aiutarmi. Ennis ferì Isaac al bacino e cadde a terra. Non sapevo cosa fare,mentre Derek e Ennis camminavano su un dirupo. Gli andai contro,ma non feci in tempo. Entrambi caddero. Nessuno dei due apriva gli occhi e io iniziai a piangere. Non potevo crederci. Simon gridò piangente. Se solo avessi fatto in tempo. Stiles mi portò via con Isaac ferito.
***
La mattina dopo,c’era una gita. Salimmo sul bus e Isaac non era ancora guarito. Eravamo tutti abbastanza giù di morale. Io e Stiles ci sedemmo in fondo. Boyd accanto a Isaac che fissava male Ethan vicino a Denny. Gli andai in contro. “Ragazzi,cerchiamo di stare calmi.” dissi a entrambi. “Non posso.” ringhiò. Gli presi il mento fra due dita. “So che puoi.” insistetti. “Fa così male. Lui è morto ed è colpa loro!” esclamò sottovoce piangendo. Lo strinsi a me. La sua ferita perdeva ancora sangue. Mi andai a risedere vicino a Stiles. “Che succede?” chiese. “Non guarisce.” risposi. “Forse perché l’Alfa è morto.” pensò. “E’ colpa mia.” mormorai. “No. Non lo è affatto.” continuò. “Deucalion mi aveva detto che dovevo uccidere Derek,per farmi ubbidire dagli altri.  E l’ho fatto.” singhiozzai. Scosse la testa e mi strinse. Non potevo che piangere. Mi asciugai la faccia. “Bisogna fermarsi. Isaac non riesce a guarire.” dissi. Stiles provò a parlare con il Coach,ma era praticamente impossibile. Da una parte c’era un ragazzo che soffriva di mal d’auto. Io e Stiles ci guardammo e ci venne la stessa idea.
***
Il ragazzo vomitò molto e tutti uscirono. Portai Isaac nel bagno di una stazione di servizio. Gli tolsi la maglietta insanguinata,era grave. “Cuciamola.” intervenne Allison,tirando fuori ago e filo. “Fatemi guadagnare tempo.” avvisai tutti. Isaac non riusciva a tenere gli occhi aperti. “Isaac,resta con me. Per favore.” gli diedi alcune pacche sulla guancia,per farlo stare sveglio. Il filo non volevo entrare nell’ago. Ero in panico. Inizia a piagnucolare,continuando a provare e riprovare. Isaac mi posò una mano sulla guancia. Lo guardai negli occhi. “Wendy,respira.” mi disse. Feci un respiro profondo e finalmente il filo entrò. Cucii velocemente la ferita e poi spezzai il filo. Alzai gli occhi su di lui. I suoi erano chiusi. “Isaac?” Sentii il suo respiro e non c’era. “Isaac?!” piagnucolai,fino a scoppiare. Pian piano riaprì gli occhi. “Isaac!” lo abbracciai. “Ti senti bene?” gli chiesi subito. Annuì e si resse a me per alzarsi. “Grazie.” mormorò. Lo riportammo sul bus. Tornai in fondo,al mio posto. Stiles si stava asciugando un occhio con la manica della felpa. “Tutto bene?” gli chiesi. Lui scosse la testa e ricominciò a singhiozzare. “Odio sentirmi così per lui. Lui ha preso qualcosa da me. Mi ha portato via dei pezzetti di me. Un pezzetto alla volta.” Rispose, riferendosi a Derek. Gli strinsi la mano e cercai di consolarlo. Mi abbracciò ancora. Ripartimmo,dopo aver disinfettato l’intero bus. Ci saremo fermato ad un motel per la notte.

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Capitolo 16
*** Underwater. ***


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(Narra Wendy)
 
Si stava per fare sera ed eravamo quasi giunti al motel dove avremmo passato la notte. Andai da Allison,per ringraziarla della serata precedente. “Ehi.” mi misi seduta vicino a lei. “Ciao.” mi salutò. “Hai presente quando ti ho detto di non ficcare il naso nei miei affari?” le chiesi. Annuì. “Grazie per non averlo fatto.” continuai. Sforzò un piccolo sorriso e tornai da Stiles.
***
Calò la notte e noi ci fermammo al motel. Era piccolo e faceva abbastanza paura. “Che c’è?” mi chiese Stiles. “E’ orribile.” commentai. “E’ solo per una notte.” continuò. “Può accadere di tutto in una notte.” pensai. Il Coach ci diede le chiavi della stanze e andammo a coppie. La chiave però,non entrava. Sbuffai e andai alla reception.
Seduta lì c’era una vecchia con un flebo. Era inquietante. Sopra di lei un numero. 198.
“Dimmi tutto cara.” disse con la sua voce roca. “La chiave della 218 non funziona.” le disse. Allora mi diede un’altra chiave. La ringraziai. “Come mai 198?” chiesi curiosa. “Sei sicura di volerlo sapere?” rispose con una domanda. “Dica pure.” risposi io. “E’ una cosa che mio marito vuole portare avanti. In questo motel abbiamo il maggior numero di suicidi.” Alla parola suicidi,mi vennero i brividi. Ma forse era una vecchia superstizione. Tornai da Stiles e aprii la camera. Due letti,la tv e un bagno con doccia e vasca. “Non male.” commentò. Io invece sentii uno strano brivido. Da subito quel motel non mi piaceva. “Vado a farmi una doccia.” lo avvisai. In effetti le mie mani puzzavano ancora del sangue di Isaac. Presi gli asciugamani puliti e mi spogliai. Mi feci una bella dolce calda. Rilassava. Mi venne la pelle d’oca. Improvvisamente sentii un rumore. “Stiles?” lo chiamai. Ma nessuna risposta. Forse aveva fatto cadere qualcosa,maldestro com’era. Mi rivoltai verso il getto,quando sentii delle dita sui miei fianchi. Velocemente afferrai il polso della mano. Era Stiles. Feci un sospiro di sollievo guardandolo. La mia presa era ancora sul suo polso. Mi fece voltare. Era nudo anche lui. Mi tolse i capelli bagnati dalla schiena. Si piegò e mi baciò tutta la schiena lentamente. Rabbrividii. Posò entrambi le mani sui miei seni baciandomi il collo. Ansimai il suo nome. Misi la testa all’indietro e i nostri occhi si incontrarono. Mi prese il mento con tre dita e mi baciò. Chiusi gli occhi. Ma quando li riaprii,non c’era nessuno. Oh mio Dio. Ma che sto facendo? Uscii dalla doccia e mi asciugai. Stiles accese la tv,ma non c’era alcun canale che trasmettesse. Saremo stati in quell’inferno per tutta la notte.

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Capitolo 17
*** Motel California. ***


 
(Narra Stiles)
 
“Harris è scomparso.” dissi a Wendy,dopo aver parlato con mio padre. “L’ha veramente ucciso allora.” sospirò. “Alla reception mi hanno detto che in 40 anni ci sono stati 198 suicidi.” mi disse. “Wow. Che paura.” ridacchiai e le feci il solletico. Si dimenò ridendo. Era bella vederla sorridere,nonostante tutto il dolore che avevo provato era per colpa sua. Uscimmo fuori al balcone. C’era un bel panorama di stelle. “Siamo bravi come professori.” commentò. “Senti,devo dirti una cosa.” balbettai. “Dimmi.” si voltò verso di me. “Okay,ho ripassato questo discorso molte volte..” ero abbastanza nervoso. Insomma,avevo scritto e riscritto per dirglielo. “Wen..Wendy,ultimamente mi sono sentito come se ci fosse tanto casino. Così tante interferenze,capisci? Tutte queste voci che chiedono attenzione. Insegnati,genitori,giornali. Cos’è alla moda,cosa non lo è,chi è figo,chi non lo è abbastanza. E queste cazzate diventano così rumorose,non riescono neanche a sentire i miei pensieri. Sai,vorrei solo salire in macchina e guidare. Ma poi vedo te. Ti vedo attraversare il corridoio,appoggiarti all’ armadietto. In quella giacca che ti piace tanto e..Il modo in cui ti metti i capelli dietro le orecchie. E mi vedi e sorridi..Sorridi e basta ed è come se tutto quel rumore si affievolisse. Capisci? E l’unica cosa che riesco a sentire  è il suono della tua voce…Quando chiami il mio nome.” le dissi. “Stiles.” mormorò. “Si,esattamente così.” sorrisi. Mi prese le mani e mi baciò. Chiusi gli occhi. Ma quando li riaprii,lei era a qualche metro di distanza che mi guardava.  “Stiles,cosa devi dirmi?” chiese. L’ho davvero immaginato? “Scusami,devo andare.” le dissi confuso e scesi di sotto.
***
Andai alla macchinetta,dove c’era Boyd. Lo salutai con un cenno. Era abbastanza strano. Spinse i tasti,ma la barretta si bloccò. Ero abbastanza bravo in queste cose. Ma Boyd obiettò per rompere il vetro. Così ne approfittai anche io. Passai davanti alla reception. Il numero sul muro era cambiato. Era 201. Quando tornai in camera,Wendy aveva l’orecchio sul condotto di aerazione. “Che stai facendo?” chiesi. Aveva una faccia sconvolta. “Due ragazzi si sono appena sparati!” esclamò. Entrambi andammo alla stanza accanto. Era buio,ma sentivo che qualcosa si muoveva. Accesi la luce. Era Ethan. Aveva una sega in mano e gliela tolsi immediatamente.
Andò a sbattere contro una stufetta accesa e si scottò. Batté le palpebre alcune volte e tornò in se. “Che cosa è successo?” chiese. “Stavi tentando il suicidio!” risposi. Infine,scappò. “Sta succedendo qualcosa.” pensò Wendy ad alta voce. Iniziai a darle ragione.
***
Scendemmo di sotto,ed Angelica ci venne incontro. “Stai bene?!” le chiese preoccupata Wendy. “Io si,ma Isaac è..Si comporta in modo strano. Parla con se stesso. Non lo so!” spiegò spaventata. “Forse non è un caso che siamo qui.” pensò Wendy. “Lo penso anche io.” dissi. “Stanno mirando a delle persone precise.” continuò lei. “Chi?” domandò Angelica. “Il mio migliore amico,il mio primo amore e…?” spiegò Wendy. “Tutte persone a te care. Che cosa vogliono da te?” intervenne Angelica. “Non mi dice mai niente!” esclamò. “C’è una donna ok? Una donna che ce la terribilmente a morte con me. E non ho idea di chi sia. Adesso,dobbiamo capire chi sono queste persone a cui ha puntato.” spiegò Wendy. “Un amico,un ex..” pensai. “Jackson.” disse Wendy. “Stiles,Jackson e Isaac.” deducemmo infine. “Vado io da Jackson!” Angelica andò nella stanza di Jackson. “Io vado da Isaac.” disse Wendy,io la seguii.
 
(Narra Wendy)
 
Corsi nella camera di Isaac. Ma non c’era nessuno. Provai a chiamarlo. In bagno non c’era,nemmeno dentro l’armadio. Mi piegai a vedere sotto il letto. Era lì,in effetti. Era molto spaventato. “Isaac,sono Wendy.” mormorai. Tirò fuori una mano e io gliela afferrai. Lui si tirò fuori e mi strinse piangendo. “Sssh. Va tutto bene.” lo consolai. “Mi dispiace Isaac. E’ tutta colpa mia.” mormorai. Tutta mia.
***
Isaac riuscì a rialzarsi. “Scusatemi.” mormorai e poi scesi di sotto,con loro due dietro. Salii sull’autobus,c’erano una tanica di benzina e un razzo. Presi entrambi e mi bagnai di benzina. “Wendy,che cosa fai?” mi chiese Stiles sbalordito. Accesi il razzo. “Mamma,ti prego,non farlo.” intervenne anche Angelica con Jackson. “E’ questo che lo vogliono. Se lo faccio,per voi sarà tutto finito.” spiegai. “Wendy,non farlo.” mormorò Stiles,venendo verso di me. “Ti ricordi com’era la nostra vita prima? Prima che venissi morsa? Non eravamo nessuno. Solo sfigati. Vorrei tanto tornare alla vita di prima. A non essere nessuno.” piagnucolai. “No Wendy. Tu sei qualcuno ok? Lo sei per me. Sei l’amore della mia vita e se davvero vuoi farlo,io verrò con te.” mise una mano sul razzo,insieme alla mia. Pianse anche lui. Si unirono anche Angelica,Scott,Jackson e Simon. “Vi voglio bene ragazzi.” piansi ancora. Ma il razzo si spense. Tutti fecero un sospiro di sollievo e Stiles mi strinse forte.
***
Per la notte rimanemmo a dormire nell’autobus. Io e Stiles ci svegliammo per primi. Ci eravamo tenuti la mano tutta la notte. Strinsi gli occhi per vedere meglio. “Ehi.” “Ehi.” ci salutammo. “Stai bene?” chiese. Annuii. “Non farlo mai più.” mormorò. Scossi la testa. “Anche tu avevi le visioni?” domandò ancora. “Beh..Io…Si.” annuii. “E cosa hai immaginato?” “Io..Uhm..Ho immaginato che tu Mi..Toccassi..Dentro la doccia..” balbettai. Fece un sorriso furbetto. “Davvero?” “Già.” dissi imbarazzata. “E tu?” chiesi. “Niente di che. Ti avevo detto una cosa,ma poco dopo tu non te la ricordavi.” spiegò. “Puoi dirmela ora.” continuò. “Non è importante.” commentai. Ci guardammo e mise il braccio attorno al mio collo tenendo sempre stretta la mia mano. Abbassai di poco il colletto della sua maglietta. Quel nome era ancora tatuato lì. Scritto in corsivo,con una bella scrittura. Mi prese il mento tra due dita e cercò di baciarmi,quando arrivò il Coach piuttosto arrabbiato. “Non voglio proprio sapere cosa avete fatto!” esclamò. “Sono giustificati da noi,signore.” dissi,per proteggere Angelica,Jackson, Scott e Simon. Gli altri si andarono a mettere seduti. Quando il Coach mi passò davanti,sentii uno strano odore. “Signore,può prestarmi il suo fischietto?” gli chiesi e lui me lo diede. Ci fischiai dentro e fuori uscì della polverina. “Strozzalupo.” notai. “Siamo stati avvelenati?” intervenne Angelica. “Si. Ogni volta che lui fischiava,noi diventavamo pazzi.” spiegai.
Meno male che stavamo tornando a casa. Ethan si sedette davanti a noi. “Sentite,non so cosa sia successo,ma so che mi avete salvato la vita.” disse. Annuimmo tutti. “Sappiamo che Derek potrebbe essere ancora vivo.” continuò. Lo sapevo. “Ma se è così,verranno a prenderla.” commentò. “A prenderla?” chiesi. E lui disse in risposta: “Verranno a prendere te.”

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Capitolo 18
*** Currents. ***


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(Narra Stiles)
 
Entrai lentamente in quella che era la casa di Derek. Lui era lì. Seduto alla scrivania davanti alla parete di finestre che dava sulla città. Alzò lo sguardo su di me. Io sorrisi come per dire: Lo sapevo. “Sapevo che saresti tornato dalla morte anche stavolta.” commentai. Si alzò e si avvicinò. “Ce l’ho fatta. Sono guarito e sono riuscito a camminare.” spiegò. Annuii e posai una mano sulla guancia. “Dovrei farmi la barba?” domandò. “No,sei sexy con la barba.” risposi. Mi afferrò il polso e mi baciò il palmo della mano. Poi mi tirò a se e mi baciò con la lingua. Un lungo e intenso bacio. Poi si inginocchiò davanti a me. Sapevo cosa aveva in mente e lo lasciai fare. Mi slacciò i jeans e li mise giù: arrivarono alle ginocchia. Gli carezzai i capelli mentre lui mi lasciava morsi sul ventre. Mi abbassò anche i boxer e raccolse la mia erezione in bocca. Mosse la testa così velocemente che non contai i minuti o i secondi in cui venni nella sua bocca. Mi alzò la maglietta e mi lascio corti baci sul petto. Poi mi rivestì guardandomi negli occhi. Deglutii e lui si pulì un lato della bocca. “Derek devi.. Aiutarmi a riconquistarla.” gli dissi,riferendomi a Wendy. Aggrottò le sopracciglia. “Quindi,no,aspetta..” balbettò confuso. “Derek. Io.. Noi ci siamo amati,davvero. Ma adesso è il momento di finirla.” spiegai. Fece uno sguardo comprensivo e poi me ne andai. Sapevo cosa era bene per me stesso.
 
(Narra Wendy)
 
Portai la cena a mia madre,quella sera in ospedale. La posai sul bancone e notai che c’era molta folla. “Che succede?” chiesi. “Siamo accorto di dottori.” disse in fretta. C’era una signora al telefono che continuava a dire che la dottoressa sarebbe arrivata tra dieci minuti. Mi sedetti,quando arrivarono Danny ed Ethan. Danny sembrava stare male. Da quando i gemelli erano arrivati a scuola,Ethan si era molto attaccato a Danny. Sapevo che prima o poi gli avrebbe fatto del male. Lo facemmo sedere su una sedia. “Non respirava!Gli serve qualcosa!” esclamò Ethan preoccupato. Lo presi per il braccio e lo portai da una parte. “Che cosa gli hai fatto?” sussurrai. “Te lo giuro,non l’ho toccato.” rispose. Ancora non respirava. “Morirà!”  continuò Ethan. Mia madre scosse la testa e lo fece sdraiare su un lettino. Lei prese un grosso ago. Io ed Ethan facemmo una faccia schifata,mentre mia madre gli apriva la maglietta. Glielo inserì in un polmone e lui tornò a respirare. Ethan fece un sospiro di sollievo. Ma la mamma voleva tenerlo sotto osservazione. Uscii e andai verso la macchina ed Ethan mi seguì. “Ti giuro,non ho fatto niente.” mi disse alzando le mani. “Qual è il vostro scopo?” domandai. “Deucalion voleva che ottenevamo delle informazioni da Danny e da Lydia..” spiegò. “Ma Lydia ignora Aiden.” pensai. Lui annuì. “E poi ci ha dato ordine di ucciderli.” continuò.  “Tu non ucciderai Danny..” Abbassò lo sguardo a quelle parole. “Tu lo ami.” puntualizzai. “No,non posso.” singhiozzò e poi mi abbracciò. Sentimmo un tonfo un po’ più in là. Era una macchina. Aprii lo sportello,ma non c’era nessuno. Era l’auto della dottoressa. E sul sedile c’era una farfalla. “Un avvertimento.” commentò il gemello. “Dove l’hanno portata?” domandai. “Non lo so.” rispose. “Come fai a non saperlo? Deucalion ha ucciso tutta quella gente.” puntualizzai. “No. Anche noi stiamo cercando questo druido,ma non siamo stati noi.” spiegò. Una scoperta in più.  Poco dopo arrivò la polizia,con Stiles e suo padre. Io e Stiles andammo da una parte a parlare. “E’ un altro sacrificio.” disse Stiles. “Sono spariti due dottori. La donna nella macchina era una sostituta.
Mia madre dice che il medico di turno non è mai venuto.” spiegai.
***
Dopo quello che mi aveva detto Ethan sul bus,Scott ed Isaac insistevano sul farmi da bodyguards. Una mattina mi svegliai e li trovai lì davanti a me. Addormentati. “Stiamo scherzando?” alzai un sopracciglio. Entrambi si svegliarono di colpo. “Non c’è bisogno che mi sorvegliate.” commentai. “Tu eri di guardia per ultimo.” disse Scott ad Isaac. “No,eri tu.” continuò Isaac. “No,ti ho detto che dovevi essere l’ultimo.” proseguì Scott. “Okay,forse ero l’ultimo.” puntualizzò Isaac. “Sentite coniglietto ricciolino e fratellino psicopatico…So proteggermi da sola…Ma grazie.” dissi col sorriso. Li avvicinai a me e li abbracciai.
 
(Narra Derek)
 
Sapevo che sarebbero venuti per vendicarsi e soprattutto per prendere Wendy. Dovevo inventarmi qualcosa. Quando fecero la loro entrata Boyd ed Isaac. Isaac mi guardò e mi venne incontro per abbracciarmi. “Lo sapevo.” mormorò stringendomi. “Presto saranno qui.” disse Boyd. “Abbiamo un piano in mente.” continuò Isaac. Secondo Boyd,potevamo bloccarli con l’energia elettrica. La stessa che loro avevano usato su lui e Cora. Mettemmo i fili per tutto il loft e poi la allagammo. Prendemmo delle tegole su cui sederci. Poi telefonai a Stiles per dirgli di quello che avevamo pensato.  “Mi sei mancato.” gli dissi dopo avergli spiegato quello che stavamo facendo. “Anche tu.” disse in risposta.
 
(Narra Wendy)
 
Tornai a scuola per un’altra lezione. Ma il telefono di Scott squillò. Il dottor Deaton aveva trovato una farfalla. Un avvertimento. Come aveva detto Ethan. Presto sarebbe stato rapito dal druido. Seguimmo Scott alla clinica veterinaria,dove c’era già lo sceriffo. Lui sembrava alquanto disperato. Non sapeva come risolvere il caso,ma non si. Andai a parlare con Stiles in bagno. “Dobbiamo dirglielo.” pensai. “Cosa? Adesso? Non vedi quanto già è sconvolto?” chiese. “E’ sconvolto perché non ha nemmeno un indizio. Forse potrebbe aiutarci.” spiegai. “E se farglielo sapere lo porterebbe a morte certa? Non posso perdere anche lui Wendy. Non posso perdere entrambi i genitori. Non posso.” sclerò. Gli fermai le braccia,stava gesticolando e dando di matto. “Lo so. Lo so,scusami. Hai ragione.” posai le testa sul suo petto. “No,non ho ragione.” mi carezzò la schiena. “Glielo diremo.” continuò. “Io ti aiuterò.” mormorai. Mi baciò la fronte e mi prese la mano andando di fuori. C’era la Morrell,che stava parlando con lo sceriffo. Si avvicinò a noi. “Nessuno di loro lo troverà.” disse,per poi andarsene. Era molto sospettosa.
***
Io e Stiles tornammo in ospedale da Danny. Stiles insinuava che dovevamo controllarlo,per lui era una bersaglio,non si era sentito male per caso. Danny stava dormendo,ma prima che potessimo mettere le mani sul suo zaino,sentimmo i passi dell’infermiera e ci nascondemmo nella cabina armadio. Era abbastanza stretto. Io stavo davanti alla porta e Stiles dietro di me. Faccia a faccia. Sentivo una leggera pressione in basso. “Che stai facendo?” chiesi. “Io?Niente,sono fermo.” rispose. “Beh,il tuo corpo sta facendo qualcosa.” continuai. Stiles guardò in basso. “Merda.” “Forse se mi giro..” dissi voltando la testa verso la porta. “Wendy.” sussurrò. “Si?” chiesi. “Così è peggio.” rispose. Ridacchiai piano e mi rigirai. I nostri nasi vennero a contatto. Provammo di nuovo a baciarci,ma Stiles cadde verso i vestiti. Lo ressi. Quando l’infermiera se ne fu andata,uscimmo. Stiles frugò nel suo zaino e trovò un blocco di fogli su una ricerca che stava facendo per Harris. Uscimmo. “Di cosa parla?” domandai. “Non so,di correnti telluriche,credo.” rispose leggendo velocemente ogni foglio. Tornammo dalla clinica veterinaria,dove c’erano Scott e Cora.
***
Danny aveva una mappa della città,dove erano ben evidenziati dei posti. “Il cavou della banca e dove sono stati trovati tutti i corpi. Anche il loft di Derek.” fece notare Stiles. Dovevamo capire dove si potesse trovare Deaton.
 
“E se fosse una cosa facile? E se sapevano che avremmo cercato a lungo e lo hanno nascosto in un posto facile da trovare,che tutti conosciamo?” pensai. Stiles mise la mano sul cavou. Dove erano anche imprigionati Boyd e Cora. “Okay,io e Stiles andiamo li!” esclamai. Arrivò un messaggio la telefono di Cora. “Il piano non ha funzionato. Hanno staccato la corrente.” lesse.
 
Prima di andare al cavou,io e Stiles ci precipitammo alla centrale principale e abbassammo tutte le leve,così che la corrente potesse scorrere di nuovo. Prendemmo la jeep e velocemente andammo al cavou. Deaton era lì. Legato ai polsi,sospeso. In quelle circostanze ci volevano minuti per morte certa. Per respirare serviva che la persona legata si alzasse e prendesse aria. Ma dopo un po’ non avrebbe più avuto la forza e non avrebbe più respirato. Non apriva gli occhi e gli andai contro. Ma fui respinta da qualcosa. Intorno c’era sparsa della pietra lunare. Non era possibile. Ci guardammo. “Faccio io.” disse Stiles. Lo fermai. “No!Posso farcela.” esclamai. Misi due mani sulla barriera e spinsi il più possibile. Deaton aprì gli occhi di poco,ma fui respinta di nuovo.  A quel punto arrivò lo sceriffo. “Lascia fare a me.” disse,per poi sparare alle corde. Deaton fortunatamente ritrovò il respiro. Gli andammo contro. “Grazie.” disse. “I tuoi occhi. I tuoi occhi erano di un rosso acceso.” continuò. Stiles mi guardò e mi alzò la maglietta. Il morso sul fianco,o in quel caso la cicatrice,era ricomparsa. “Non è possibile.” commentai. “Si. Non succede da 100 anni. Un vero Alfa. ” spiegò. La sua faccia era sospetta. “Lei lo sapeva?” chiesi. “Lo speravo.” rispose. Tornammo immediatamente al loft,c’era una sfida.

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Capitolo 19
*** Brave. ***


(Narra Wendy)
 
Corremmo da Derek. Ma quando arrivammo,era già tutto finito. C’erano Kali e i gemelli con Boyd a terra. Andai verso Boyd,aveva una brutta ferita e decisamente non stava guarendo. Vicino a lui c’era Derek che tremava. “Mi dispiace,sarei dovuta arrivare prima.” mormorai a Boyd. “No. Va tutto bene.” singhiozzò. “Non consegnarti a loro. Vogliono solo quello.” disse e poi chiuse gli occhi. Versai qualche lacrima e poi mi alzai. “Va bene. Sono tutta vostra.” dissi a Kali. “No!” gridarono Derek e Stiles,mentre Ethan mi guardava e scuoteva la testa. Stiles mi venne contro e mi baciò intensamente,ma velocemente. 5 mesi senza quelle labbra e solo in quel momento era possibile farlo. Kali mi prese. “Torno a prenderti. Te lo prometto!” esclamò Stiles,prima che mi portasse via.
***
Mi portò nel cavou. Mi spinse a terra. Delicatissima. Mi legò le caviglie. Ethan si avvicinò. “Ti porto del cibo,se riesco.” sussurrò,prima di andarsene. Mi stava aiutando e in caso di sopravvivenza,era la mia unica speranza. Poco dopo tornò con un fazzoletto. Dentro c’era del pane. Lo presi e lo mangiai. “Lo fai per Danny?” chiesi. “Non solo.” scosse la testa. Lo guardai. “Hai una certa luce nei tuoi occhi. Mi fa star bene…” spiegò. Non lo capii del tutto. Ma lasciai che mi aiutasse. Quando ormai si era fatta sera,entrarono nella stanza due donne. Una mora e una bionda. La mora era Kali,l’altra non riuscii a capire chi fosse. Kali mi legò con delle catene ai polsi. La bionda aveva il bastone da cechi di Deucalion. “Allora sei tu quella di cui tutti parlano.” le dissi. “Non mi riconosci Wendy? Davvero?” rise e si mostrò alla luce della luna. Era una faccia conosciuta. “Heather..” mormorai,riconoscendola. “SONO QUI PER UNA STUPIDA COTTA ADOLESCENZIALE?!!!!!!” gridai divincolandomi. “Non sei qui soltanto perché mi hai rubato Stiles,mia cara Wendy. Sei qui perché mi ha portato via tutto. Dignità,popolarità. O non ti ricordi quello che mi hai fatto?” spiegò. “Wendy è sempre stata la troietta.” socchiuse gli occhi dicendolo. Da una parte era vero e me la meritavo. Così smisi di muovermi. In segno di resa. Fece un sorrisetto.
Mi portarono sulla spiaggia di Beacon Hills. Piantarono due grossi chiodi sulla sabbia e mi ci legarono i polsi. “Davvero originale.” commentai a bassa voce. Mi sentì e mi diede un calcio sul volto.
Aiden aveva in mano un secchione d’acqua e me lo versò addosso. Spuntò quel caldo sole di mezzogiorno ed era come se mi sciogliesse pian piano. “Vediamo cosa succede ad un Alfa sotto il sole.” ridacchiò e mi mise del nastro adesivo sulla bocca. Sarei bruciata,lentamente.
 
(Narra Stiles)
 
Derek girava per la casa e guardava per terra. Sapevo che stava pensando,ma non c’era tempo. “Qualche idea?” chiesi acido. “No.” rispose duro. Buttai qualsiasi oggetto che c’era sul tavolo,arrabbiato. “Attua quella tua cazzo di mente e pensa a qualcosa dannazione!” gridai. Si vedeva che non mi stava ascoltando. “Andiamo a controllare l’attico. Vivono lì,forse c’è qualche indizio.” disse. Andammo subito lì.
***
Se fosse stato un viaggio sprecato,lo avrei picchiato. L’attico era desolato fortunatamente. Ma a terra c’era qualcosa. Mi piegai. “Sabbia.” notai. “La spiaggia!” esclamò lui. Andai alla spiaggia della città,da solo,con la jeep. Era là. Legata e sembrava che respirasse a fatica. Era umida. Volevano farla morire disidratata. La slegai e le tolsi il nastro dalla bocca. La presi e la gettai all’acqua alta,per poi tornare a riva. Andiamo Wendy,andiamo. Puoi farcela. All’improvviso saltò fuori. Sospirai di sollievo. Mi venne incontro e mi saltò in braccio baciandomi con foga. I suoi vestiti erano bagnati e si poteva vedere quel suo corpo perfetto,ma a lei non importava. Mi strinse a se. “Te l’avevo detto che sarei venuto a prenderti.” mormorai. Mi carezzò la guancia guardandomi. Le diedi una mia camicia e una coperta. Tremava,ma non disse nulla riguardo a quello. Ci fermammo davanti casa sua. Dentro c’erano Simon e Isaac che vidi dalla finestra. Lei si mise in un piccolo spazio sul mio sedile e poggiò il mento sulla mia spalla. “Si staranno chiedendo se sono riuscito a trovarti.” le dissi. “Devono abituarsi. Anche perché quando scopriranno che sono scappata,torneranno.” spiegò. Mi bagnai le labbra. “Voglio venire da te.” mormorò. “Va bene.” sussurrai,prima che lei mi potesse dare un bacio con la lingua.
***
Andai a casa mia e le diedi dei vestiti che avevo nell’armadio. “Hai dei miei vestiti?” chiese. Annuii. “E perché non me li hai restituiti?” continuò. “Io..” balbettai. “Che cosa ci facevi?” “Io..Li…Odoravo. Li ho odorati per tutta l’estate.” balbettai ancora. Sorrise. Imbarazzante. Si tolse la coperta dalle spalle. Si potevano vedere i glutei,ma girai lo sguardo. “Vorrei che tu mi faccia un ritratto.” disse. “Non sono Jack Dawson.” sorrisi. “Se vuoi esserlo,sarò la tua Rose.” continuò. “Vuoi che ti faccia un ritratto nuda?” domandai. Annuii e si tolse la camicia. Respirai profondamente. “Però. Si sono sviluppate.” commentai. Sorrise e si sdraiò sul divano. Presi un foglio e una matita mettendomi seduto davanti a lei. Si mise in posa. Sorrisi e iniziai a disegnare. “Sta arrossendo Stilinski.” mi disse sorridente. “Ora mi ripeterai ogni battuta del film?” commentai. “Vedremo.” continuò. Poi stette zitta per tutto il tempo,a guardarmi. Misi le mie due iniziali sul disegno e le ridiedi la coperta. Si alzò e venne a vedere. “E’ bellissimo.” commentò. “Grazie.” sorrisi. Mi baciò. “Grazie a te.” disse e lo prese. Lo posò su una credenza. Le andai dietro e la ammirai. Le tolsi la coperta. “Stiles,è l’ultima cosa che vorrei fare con te.” mormorò. La feci voltare e la feci sedere sul tavolino sotto alla credenza. “Per me è la prima.” le dissi. “Non posso.” mi carezzò una guancia. La sfiorai con un dito. Tulla quella…Roba. E non potevo averla. Mi allontanai e lei scese. Si coprì di nuovo e andò a frugare nei cassetti. Aveva proprio beccato il cassetto dei preservativi. Mi grattai il mento. “Ce ne hai ancora tanti.” commentai. Ci guardammo. “Oh Fanculo!” esclamò prima di venirmi in contro. Ci baciammo con foga e naturalmente..successe.
 
 
 
(Narra Wendy)
 
Non me l’aspettavo così una rimpatriata. Non con così tanta fretta e foga soprattutto. Mi rimisi i vestiti che mi aveva dato lui e mi riaccompagnò a casa. “Devo dirti una sola cosa.” disse. Lo guardai.
 E mentre lui parlava,io avevo in mente tutto quello che avevo fatto,tutto quello che si era dovuto prendere a causa mia. Non lo stavo praticamente a sentire,e lui parlava,parlava. “Sono andato al letto con Derek.” fu l’unica cosa che riuscii a sentire. Uscii dalla jeep e andai a casa. C’erano Simon e Angelica che mi vennero contro. Li abbracciai e si unì anche Scott. “Credevo che non ti avrei mai più rivisto.” disse Scott. Andai in camera, dove c’era Isaac,con un borsone. “Ehi.” mi venne ad abbracciare. “Te ne stai andando?” chiesi triste. “Io e Derek abbiamo chiarito..” rispose. “Non voglio che tu te ne vada.” continuai. Poggiò il borsone. “Ti prego. Finalmente avevo qualcuno con cui parlare.” dissi. Mi abbracciò di nuovo e mi carezzò i capelli. “Va bene.” mormorò. Avevo davvero bisogno di un bagno. Così io e Isaac ci ficcammo dentro la vasca. “E’ strano.” commentò. “Cosa?” chiesi. “Questo. Non ho mai fatto il bagno con una ragazza.” rispose. “Oh,se ti senti a disagio..” pensai. “Oh,no,No. E’ tutto okay.” sorrise. Sorrisi anche io e poggiai la nuca sul suo petto. Dalla finestra entrò una farfalla che si posò sulla mia mano. Non era finita.

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Capitolo 20
*** Be Young. ***


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(Narra Wendy)
 
Per sembrare davvero un’adulta e una professoressa,quel giorno,per andare a scuola,mi misi un vestito abbastanza lungo da non sembrare una troia. Andai all’armadietto di Scott per dirgli buona fortuna per la lezione di chimica. Sapevamo tutti che il professor. Harris non sarebbe tornato. Poi entrò Stiles,con la maglietta da Superman e lo zainetto. Si avvicinò e mi guardò. “Wow.” commentò. Sorrisi come un ringraziamento. Ma quel suo sorrisetto da una parte non mi piaceva. Aveva sicuramente qualcosa in mente. Mi prese la mano e mi portò in aula deserta,facendomi sedere sul tavolo. “Di prima mattina?” chiesi sorridendo. Mi prese per i fianchi. “Non ho ancora detto ne fatto niente.” continuò aggrottando lo sopracciglia. Sospirai allargando le labbra in un sorriso.  “Ho imparato una cosa però…” mormorò dopo avermi baciato. Mi tirò su il vestito,togliendomi gli slip e mettendoseli nella tasca dei jeans. Posò le labbra esattamente lì. Cazzo,lì. Doveva essere un urlo il mio,ma lo trasformai in un gemito piano. Merda. Gli strinsi i capelli ansimando,mentre lui continuava il suo giro.
 
(Narra Stiles)
 
Prima dell’inizio della lezione d’arte,andai in bagno a sciacquarmi la bocca. Nella stessa stanza trovai  Isaac. “Ciao.” lo salutai con un cenno. “Dobbiamo parlare.” disse. La sua faccia, sembrava arrabbiato. Non avevo fatto niente di male. “Davvero? E di cosa?” domandai. “Derek.” risposi secco. Ah ecco. Sembrava molto attratto da lui. “E’ stata solo una volta.” commentai,intuendo dove voleva andare a parare. “Non lo toccherai mai più,mi hai capito bene?” mi minacciò. “Sennò che mi fai?”
***
In tutta risposta mi prese la maglietta e mi lanciò contro la porta del bagno. Apparve anche Wendy che mi guardò abbastanza sconvolta. “Ehi.” la salutai con un cenno. Isaac usci dal bagno e iniziò a prendermi a pugni. Wendy cercò di separarci e io diedi un calcio allo stomaco di Isaac. “Smettetela!” gridò lei. “Siete due ragazzini!” esclamò. Ci portò dal preside,come fossimo due scolari. O almeno,io non lo ero. Lui un sopracciglio insanguinato e io un labbro rotto. Quasi non lo sentivo più. In effetti,non sentivo nemmeno le parole del preside. Bla bla bla. Quando uscimmo,Isaac ritornò in aula. Wendy era ancora là davanti con le mani sui fianchi. “Che cosa ha detto?” chiese lei. “Mi ha licenziato.” risposi,avviandomi verso l’uscita. “Ma chi ti credi di essere?” esclamò,entrando nella jeep. Naturalmente si stava preoccupando del mio labbro. “Non era come volevi che fossi?! Uguale a Derek?! Eccomi,sono qui!” dissi acido,sbattendo lo sportello. Si passò una mano nei capelli e partii verso casa. “Non ho mai detto questo.” commentò entrando. “Come se non lo avessi pensato.” continuò. “No!Tu mi piacevi per quello che eri! Non così!” esclamò con le sue solite smorfie da ragazza confusa. La fronte che si corruccia,l’angolo del labbro inferiore che si alza e l’occhio destro che si socchiude. Andai a sedermi sul letto con un sospiro. “Mi dispiace.” mormorai abbassando la testa. Si abbassò per guardarmi. “Ci manchiamo e ci mancheremo, e questa sarà la punizione per non essere stati in grado di stare vicini.” disse. Le carezzai una guancia e la baciai con passione.
***
Le carezzai la pancia scoperta mentre lei mi torturava il collo. Le diedi un bacio su un seno e poggiai la testa sul suo addome. “Devo curarti quel labbro.” disse. “Dopo. Sono 5 mesi che non dormo insieme a te.” commentai. Mi carezzò i capelli. “Promettimi una cosa.” mormorò. Posai il mento sul suo ombelico guardandola. “Promettimi di ripensare a noi, come un tempo così meraviglioso,promettimi che non ti dimenticherai di quei baci e di quegli abbracci. PROMETTIMI che non mi considerai MAI uno SBAGLIO.” spiegò. “Te lo prometto.” annuii e la baciai.
***
All’improvviso,si sentii la porta aprirsi e la voce di Angelica gridare: “Oh Mio Dio,i miei fanno sesso!” Caddi dal letto,mentre Wendy si coprì. “Ciao Angelica.” la salutò e inizio a rivestirsi. Lo stesso feci io. “Si,ciao Angelica.” mi rialzai in boxer. “Non ci posso credere,avete fatto pace!!” esclamò sorridente. “In un certo senso.” commentai. Si sedemmo sul letto a fare merenda. “Com’era essere giovani?” chiese lei,d’un tratto. Wendy ridacchiò. “Non credo che tu voglia saperlo.” rispose. “Quando io e tuo padre ci  siamo conosciuti,lui era meno stupido di adesso.” continuò sorridendo. “Perché non ero innamorato. L’amore fa fare cose sciocche.” commentai. “Dai racconta!” esclamò impaziente Angelica. “Va bene.” sospirò Wendy.
 
(Narra Wendy)
 
7 anni fa.
 
Era il mio secondo anno di superiore. Avevo almeno un centinaio di brufoli e i capelli biondi,lunghi sulla schiena. Ero nell’aula di musica a fare un disegno. Un mezzo cuore spezzato,per l’esattezza. Insieme a me c’erano due ragazzi. Uno di loro era castano con il naso a patata,gli occhi marroni e una camicia a quadretti nera. Mentre l’altro era tutto tatuato e aveva almeno sei o sette pearcing dappertutto,ma non era del secondo anno. Fuori dalla stanza si sentivano i continui rimbombi di una palla da basket. Sbuffai e uscii fuori. C’era un gruppo di ragazzi per il corridoio e uno di loro palleggiava. “Scusami.” gli dissi irritata. A quel punto si voltò e lo vidi. Quegli occhi marroni che risplendevano i capelli dello stesso colore. Aveva una camicia grigia a strisce e sotto una canottiera. Alzò un sopracciglio con un sorrisetto e fece fermare la palla che aveva tra le mani. “Che succede?” chiese. “Sto cercando di disegnare e di concentrarmi. La palestra credo sia in fondo alle scale.” gli dissi. “Io ti lascio stare se tu mi rubi la palla.” Sorrise ancora e iniziò a fare piccoli enigmi con quella palla da basket. Era molto difficile seguirlo con gli occhi. “Va bene!Non ci riesco!” esclamai sbuffando. Allora lui smise e si mise a guardarmi. “Come ti chiami?” domandò. “Wendy.” sbuffai il mio nome. “Derek.” disse lui. “Beh,ciao Derek.” feci un cenno arrabbiata e tornai in aula. Continuai il mio disegno,fino ad iniziare a colorarlo. Era venuto abbastanza bene. Quando cercai i colori,il ragazzo castano con la camicia a quadretti,venne verso di me. Mise il suo foglio vicino al mio.
Poggiai lo sguardo sul suo disegno. Era lo stesso. Solo che unendo i nostri due fogli,formava un cuore intero. “Che fai,mi copi?” feci una debole risata dicendolo. “Vorrei sapere per quale motivo una bella ragazza come te disegna un cuore spezzato.” spiegò sorridendo. “Non è un problema d’amore,se questo che pensi.” commentai. “Famiglia?” domandò. Annuii disegnando con il rosso il bordo del cuore. “Come ti chiami?” continuò a chiedere. Stava facendo troppe domande per i miei gusti. “Te lo dico se sai suonare almeno uno strumento in questa stanza.” gli dissi. Sorrise e si alzò,andando a vedere gli strumenti poggiati in fondo. Mise le mani su un violino,poi su un flauto. Mi voltai con un sorriso buffo per continuare il disegno. Era ovvio che non sapeva suonare niente. Tornò da me con le mani dietro la schiena. Ne tirò fuori un triangolo. Risi. “Mi chiamo Wendy.” Gli porsi la mano. “Stiles.” risposi sorridendo.
 
(Narra Stiles)
 
Adesso.
 
“Non sai come mi brillavano gli occhi mentre le porgevo la mano..” continuai a dire ad Angelica,fantasticando un po’. Angelica sorrise dolcemente. “Così iniziò.” disse Wendy. “Dai,adesso va al letto,che è tardi.” continuò,mandandola in camera sua. La guardai mentre lei era voltata. “Ti amo.” mormorai. Allora si voltò. “Ti amo anche io.” disse abbracciandomi. La baciai dolcemente. Rivivere quei ricordi anche solo a parole,era stato bellissimo. Soprattutto se si trattava di lei. Di me e lei.

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Capitolo 21
*** Visionary. ***


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(Narra Angelica)
 
Nonostante la loro bella storia,che per quella sera mi aveva distratto da tutto il resto,il sabato seguente tornammo a casa Hale. La mamma era già stata rapita una volta,più che altro si era consegnata,ma nessuno voleva che accadesse di nuovo. Così credevano che lì sarebbe stata più al sicuro. Derek e Peter scesero al piano terra e  venne ad abbracciarmi. Papà ci diede un occhiataccia,quando dalla porta scorrevole entrò anche Jackson,seguito da Simon. Salutai Jackson con un cenno e un sorriso. “A quanto pare siamo di nuovo tutti riuniti per proteggere la stessa persona.” commentò il ragazzo appena entrato. “Che intendi dire?” gli chiese la mamma. “Beh,due sono già morti..” rispose Jake. “Non ho mai voluto che uno di voi morisse per me.” continuò Wendy,sedendosi sul divano. “Sappiamo il perché gli Alfa hanno scelto proprio Derek per arrivare a Wendy?” chiese Stiles,sedendosi accanto a Wendy. A quel punto,qualcuno bussò.  Erano Allison e Scott,che si avvicinarono a Wendy. “Devi venire con noi. Devi parlare con una persona.” disse zio. Sembrava serio. Wendy si guardò attorno e annuì,seguendoli. Quando la porta si chiuse,tutti ritornarono con il cervello  verso la domanda di Stiles. “Non lo so. E’ cambiato da come lo conoscevo io.” commentò Cora. Derek la guardò,senza dare risposta però. “Per capire cosa ha cambiato Derek,dovete prima sapere cosa ha trasformato il colore dei suo occhi.” intervenne Peter. “Il colore dei suoi occhi?” chiesi. “Si,quando era un giovane Beta, Derek li aveva azzurri,non dorati come Scott e Wendy quando l’avevo appena morsa.” Continuò Peter. “Come i miei.” disse anche Jake,evidenziando degli occhi blu mare. Peter annuì. Derek sospirò abbassando la testa. Mi misi vicino a lui. “Cosa l’ha cambiato?” chiese Simon. “Non cosa. Chi.” mormorò Derek. “Qualunque cosa potrebbe cambiare un adolescente..” continuò Peter. “Una ragazza.” intuì Stiles. Peter annuì e si affacciò alla finestra,iniziando a raccontare.
 
(Narra Wendy)
 
Io e Allison eravamo davanti,mentre Scott al posto dietro dell‘auto. “Cosa stai cercando di fare?” mormorai ad Allison. “Di aiutarti.” rispose lei,dandomi un occhiata veloce. “Hai già fatto abbastanza.” commentai tenendo lo sguardo su di lei. Si era accorciata i capelli e li aveva schiariti. “Voglio fare molto di più.” continuò,stringendomi la mano. Gliene ero grata. I pezzi della nostra amicizia iniziarono a ricomporsi. Ci fermammo ad una pensione. Un piccolo e antico palazzo. Infatti,entrando dentro,il primo odore che mi calava al naso,era quello di vecchio. Entrammo in una stanza. Vicino al letto c’era una sedia e rotelle. Essa si girò,guidate da delle mani venose. Seduto,c’era Gerard. Sgranai gli occhi. Stavo davvero per andarmene. Allison fermò il mio passo deciso. “Sa delle cose che noi non sappiamo.” mi disse. Mi voltai verso di lui. Sembrava malato. “E cosa vuole in cambio delle sue informazioni?” domandai,guardandolo con un sopracciglio alzato. Gerard porse la mano. “Lo sai.” disse con la sua voce roca. Scott si avvicinò e gli strinse la mano. Voleva che Scott prendesse un po’ del suo dolore. Sbuffai,ma infine,mi misi seduta sul letto,tra Scott e Allison. “Che cosa devi dirci?” chiesi acida. “Devi sapere che Deucalion non è sempre cieco.” disse. “Che intendi dire?” domandai accigliata. “Non sono sempre stati Kali,Ennis o Deucalion gli unici Alfa. Si,lo erano,e avevano i propri branchi,ma ce ne era uno molto più potente di tutti loro. Prima che tu sconvolgessi il mondo,nessuno dei Beta si trasformava a quattro zampe. Tra Kali e gli altri,c’era il capo dei capi. Una muta forma. Talia Hale.” spiegò. “Hale?” chiese Scott. “La madre di Derek.” puntualizzai.
 
 
 
 
 
(Narra Stiles)
 
Peter ci aveva spiegato che prima che Kali o Deucalion o Ennis,fossero solo Alfa,avevano un loro branco. E un Beta di Ennis era stato ucciso dagli Argent. “Il suo nome era Paige. Era una normale quindicenne.” disse Peter. “Ed era esattamente uguale a Wendy.” commentai. Derek mi guardò male. “Se sai la storia,perché non la racconti?” disse Derek,acidamente. Sospirai e posai lo sguardo su Peter. “Sapete come sono fatti gli adolescenti. Un minuto prima sono tutti ‘Ti odio.’ o ‘Non voglio vederti.’ E l’attimo dopo non fanno che palpeggiarsi in posti segreti. Il loro luogo preferito era una distilleria fuori città.” spiegò Peter. “Aspetta,li seguivi?” chiesi. “A quei tempi non era soltanto mio zio,era il mio migliore amico.” rispose Derek. Intravidi un accenno di tristezza mentre lo diceva. “Così una mattinata andai da lui. Gli consigliai… Di trasformarla. Ma stavo giocando,non credevo che l’avrebbe presa sul serio. Io negli occhi di Ennis vedevo una profonda perdita dal suo branco. Mentre Derek,Derek vedeva un’opportunità.” continuò Peter. “ E l’ha morsa?” domandò Angelica. “Quasi.” mormorò Peter. “Derek lo affrontò. Un quindicenne contro un gigante. Ma era troppo tardi. Lei era già stata morsa e non c’era niente che potesse fare. Ma..” spiegò ancora. “Aspetta,quando ti sei offerto di mordermi,hai detto che se non ti trasforma..” pensai ad alta voce. “Ti uccide.” intervenne Derek. “Non c’era alcuna speranza per lei. A volte l’amore ti porta a fare cose stupide. Mi diedi la colpa per tutto.” mormorò l’Hale. “Soffriva. Soffriva molto. Non ce la faceva più e fui costretto ad ucciderla.” singhiozzò Derek. “E questo che fa cambiare il colore dei tuoi occhi. Ti porta via qualcosa dalla tua anima. Quando tu,uccidi qualcuno di innocente. E il dorato luccicante dei tuoi occhi si trasforma in un freddo blu corallo.” disse infine Peter.
 
(Narra Wendy)
 
“Gli Alfa ci diedero una specie di appuntamento. Avevano paura di noi.” disse Gerard. Sia Allison che Scott rimanevano seduti dritti e fermi,come se fossero a scuola. “Già,un vecchietto che taglia a metà i licantropi. Di cosa dovevano avere paura?” dissi sarcastica. Gerard fece un brutto sorriso. “Io e miei uomini raggiungemmo una distilleria fuori Beacon Hills. Si presentò soltanto Deucalion,con il suo branco. Tutti sapevamo benissimo che era una trappola. Così,prima che il branco potesse arrivare,modificai il vapore con lo strozzalupo e aprì la caldaia.” spiegò. Si avvicinò a me con il volto. “E conficcai due frecce argentate negli occhi di Deucalion.” mormorò per poi tossire. “In quel momento i suoi occhi non erano più normali. Vedeva come un vero licantropo.” continuò. “Cioè,vedeva le cose prima che accadessero?!” domandai sbalordita. “Forse possiamo usare qualcosa contro di lui.” commentò Allison. “Conosci la favoletta della tartaruga e dello scorpione?” domandò. Scossi la testa. “Lo scorpione doveva attraversare il fiume e chiese alla tartaruga un passaggio. Ma la tartaruga gli chiese ‘Come faccio a sapere che non mi pungerai?’ E lo scorpione rispose ‘Perché dovrei farlo?’ Così entrambi attraversarono l’acqua,ma a metà strada,lo scorpione punse la tartaruga. L’animale con il guscio gli chiese il motivo della sua azione e lo scorpione rispose ‘E’ la mia natura.’ ” raccontò. Mi alzai,non volevo più ascoltare le sue storielle. Non gli credevo affatto e forse non ero l’unica. Prima di uscire,gli presi la gola fra le mani. “Se so che lei ha mentito e qualcuno si fa male,tornerò qui e non sarà soltanto il dolore che le toglierò.” lo minacciai pesantemente e me ne andai.
***
Allison mi portò di nuovo a casa. Avevano tutti un’aria abbastanza triste e Angelica teneva la mano di Derek. “Che succede?” chiesi in una domanda rivolta a tutti. “Niente.” rispose Stiles con un cenno. Mi avvicinai a Derek. “Tutto bene?” “Credevo di essere un buon sostituto,ma invece non lo sono.” commentò Derek. “Ho bisogno di te.” continuò. “Di me?” chiesi,tranquilla. Il cielo era nuvoloso e si stavano cominciando a sentire i primi tuoni. “Sta cambiando là fuori. Arriva una tempesta Wen,faremo meglio a stare pronti quando arriverà.”
 

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Capitolo 22
*** Truth. ***


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(Narra Angelica)
 
Stavo facendo una passeggiata e naturalmente si mise a piovere. La solita fortuna. Mi misi seduta sotto un albero,ma non bastava. Sentii dei passi. Qualcuno stava correndo. Non mi voltai. Ma mi venne incontro Jackson. “Ehi,che fai sotto la pioggia?” gridò,stava grandinando e non riuscivo a sentirlo bene. “Ero venuta per una passeggiata.” risposi,alzando il tono della voce. “Vuoi un passaggio?” chiese. Annuii e gli saltai in groppa. Le sue braccia divennero zampe e corse verso casa sua. Mi aggrappai al suo pelo morbido e bagnato,fin che non giungemmo in un posto al coperto.  Non appena dentro casa,accese il camino. Era molto grande e lussuosa. Si spogliò. “Ti consiglio di spogliarti.” mi disse,porgendomi una coperta. “Prometto che non guardo.” continuò sorridendo. Aveva un sorriso perfetto. Arrossii e inizi a togliermi i vestiti bagnati davanti al camino,mentre lui era voltato. “Perché quel sorrisetto sulla faccia?” domandai,posandomi la coperta sopra le spalle. “Beh,mi ricordo che ti facevo il bagno quando eri piccola.” rispose con una riderella. “Ricordo il tuo corpo.” continuò guardandomi. A quel punto i nostri occhi si incontrarono e mi tolsi la coperta davanti a lui. I suoi occhi andarono su e giù per una decina di secondi,dopo che si fu leccato le labbra. Mi morsi il labbro prima di un sorriso. “Beh si,è quello.” balbettò annuendo. Risi. “Dio,scusami.” Tornai seria un attimo dopo e mi ricoprii. Che figura di merda. Non sapevo nemmeno perché lo avevo fatto. Mi sedetti vicino al camino e restai muta fin che non finì di piovere.
 
(Narra Stiles)
 
Era stato ucciso un poliziotto la scorse notte,a scuola. Il vice sceriffo. Cosa poteva spingere il drudo a non uccidere anche LO sceriffo? Ero seriamente preoccupato per lui. E l’unico modo in cui potevo salvarlo,era dirgli tutta la verità,forse. “Cosa sospettavi? Insomma,sei Stiles,hai sempre una  tua teoria.” mi disse Wendy,prima di iniziare a lavarsi i denti. Stavamo andando a scuola. Anche se ero stato licenziato,volevo accompagnarla. “Deaton, Deucalion. Penso che Deucalion non sia soltanto quello che è. La psicologa..” feci una lista.
“C’è una cosa che non ti ho detto..” intervenne. Si poggiò al lavandino. La stetti ad ascoltare. “C’è qualcun altro che cerca vendetta contro di me. Deucalion è solo uno dei suoi scagnozzi. E’ stata lei ha legarmi sulla spiaggia e a lasciarmi disidratare.” spiegò. Aggrottai le sopracciglia. “Aspetta,lei?” chiesi. “Heather.” disse secca. Fui abbastanza scioccato. “Ma forse hai ragione. Qualcuno di quelli che hai elencato potrebbe essere il druido. Hanno tutti qualcosa di sospetto.” commentò. Annuii e andai a vestirmi. Si trattava sempre di lei. Solo di lei. Tutti volevano lei. Era ingiusto.
***
Mentre mi misi la maglietta,la sentii singhiozzare. Tornai in bagno. Stava riponendo il dentifricio nel mobiletto e vide i miei anti-depressivi. Li presi e li gettai nel secchio vicino al lavello. “Perché non me lo hai detto?” chiese,asciugandosi la faccia con la manica della maglia. Deglutii. “Non era importante..” mormorai. “No?! Tu non sai quanto in momenti come questi vorrei non essere mai nata. Come ripenso che non potrò mai guarirti da tutte le ferite che ti ho inferto. “ singhiozzò fissandomi dritto negli occhi. “Non risolverai nulla.” sussurrai scuotendo la testa di poco. “Voglio morire.” disse infine,prima di uscire dal bagno. Ci fu silenzio totale nella jeep. Non ci scambiammo parola. Scesi dall’auto,ma restai lì. “Sei stato licenziato,non cacciato.” disse Wendy,prima di affrettare il passo ad entrare. La seguii. “Forse Ethan sa qualcosa riguardo al druido.” continuò,camminando nel corridoio. “Ethan?” domandai confuso. “E’ stato lui ad avvertirmi nel druido.” rispose. Mio padre era nelle vicinanze insieme agli altri membri della polizia. Ci nascondemmo dietro una colonna per ascoltarli. Sopra di essa c’era un opuscolo del concerto che ci sarebbe stato quella sera a teatro. Mio padre mi notò e mi nascosi dietro la borsa di Wendy,cercando di affrettare il passo e andare lontano da lui.
“Ehi,tornate qui!” esclamò,scoprendoci. Wendy si riprese la sua borsa,irritata. “So che quando mi spii,hai una tua pista. E invece io non riesco a capire perché gli omicidi sono sempre a tre.” disse. “Sono sacrifici.” ribattei la mia teoria. “E chi dovremmo proteggere questa volta?” chiese. “Forse altri poliziotti.” pensai ad alta voce. “No,il vice sceriffo era una maestra alle medie prima di diventare poliziotto.” spiegò mio padre. “Allora gli insegnanti. Anche se ce ne sono dozzine qui dentro.” continuai,per poi andarmene. Prima che iniziasse la lezione che Wendy doveva sostenere,andammo a Ethan.
 
(Narra Wendy)
 
Lo prendemmo da una parte per parlarci. “Devi dirmi qualcosa sui druidi.” gli dissi,prendendolo per il polso. “I druidi sono dei consiglieri. Nell’antichità aiutavano i lupi completi a ritornare umani con la loro magia.” spiegò Ethan. “Allora possiamo escludere Deucalion.” disse Stiles. “Tu puoi aiutarci?” chiese Stiles. Lo guardai confusa. “Insomma puoi,convincere Deucalion o Heather a lasciarla perdere?” spiegò meglio lui,mettendosi a braccia conserte. “Non lo so. Prima di essere Alfa,io e mio fratello eravamo Omega. Deucalion ci ha costretti a uccidere un intero branco prima di diventare come lui.” spiegò. “Mi dispiace.” commentai. “Beh,se non ci aiuti mischierò del sorbo con del vischio,ci arrotolerò lo strozzalupo e te lo ficcherò su per il cu…” “Ehi! Con calma!” lo fermai prima che potesse finire,con sguardo da maestrina. Allora Stiles si tirò indietro con uno sbuffo. All’improvviso Ethan iniziò a sentirsi male. “Tutto ok?” gli domandai. “Mio fratello!” esclamò.
***
Corremmo giù per le scale,dove,negli spogliatoi,Cora ed Aiden stavano combattendo. Cercai di bloccarli,ma Aiden mi diede una forte botta in testa. Persi i sensi e l’orientamento per un attimo. Alla fine Ethan lo allontanò da Cora. “Fermati! Heather deve ucciderla,non tu!” esclamò il minore,spingendolo via. Infine mi aiutò a rialzarmi. Mi usciva sangue dalla fronte. Si strappò un pezzo della maglietta e me lo premette contro la ferita. “Grazie.” mormorai. “Sto bene.” continuai,premendomi quel pezzo di stoffa sulla fronte da sola. “Perché lo hai fatto?!” domandai a Cora. “L’ho fatto per Boyd.” rispose acida. “Non è il momento!” esclamai. Ci guardammo per un attimo. “Ho trovato qualcosa.” continuò,prendendo un foglio dalla tasca dei jeans. Sopra c’era disegnato uno spirale. O meglio era quello che sembrava. Solo che aveva cinque vortici invece che tre. “E’ un segno celtico. Druido. Guarda cosa c’è scritto all’interno.” disse,dandomelo in mano. Guarrieri,Filosofi,Vergini,Guaritori,Guardiani. “Ha senso. Ha ucciso tre vergini. Credo che filosofi stia per insegnati,come il vice sceriffo.” intervenne Stiles. “Stiles,devi dirlo a tuo padre.” lo avvisai. Era l’unica cosa da fare. Annuì. Presi quel foglio e raggiungemmo il suo ufficio,vicino alla scuola. Eravamo ancora in tempo. Anche se,avevo paura che la lezione sarebbe saltata.
***
Lo sceriffo sembrava abbastanza irritato che lo avessimo distratto dal suo lavoro. Ma andava avvisato. Stiles camminava per la stanza,cercando un modo per cominciare il discorso. Dopo 10 minuti si fermò. “Ci sono stati degli avvenimenti strani vero? Sono iniziati tre anni fa e tu non sapevi cosa stesse succedendo.” iniziò. L’uomo in divisa annuì. Stiles posò lo sguardo su degli scacchi e poi dei foglietti. “Perché non avevi la visuale della città come l’avevo io.” continuò,cominciando a mettere nel loro ordine i pezzi degli scacchi. Lo fece mettere seduto davanti alla tavolozza di legno. Scrisse sui foglietti ‘Cacciatori.’ ‘Licantropi.’ ‘Kanima.’ ‘Druidi.’
***
“Quindi,Scott,Derek,Jackson e Isaac sono licantropi..” Stiles annuì. “E Allison è il Kanima?” “No,No. Jackson è il Kanima.” rispose Stiles. “Allison è una cacciatrice.” continuò “Ma hai appena detto che Jackson è un licantropo..” disse confuso,non ci stava davvero capendo niente. Sospirò. “Stiles,non ho tempo per queste sciocchezze.” disse,alzandomi. “No!Papà,devi ascoltarmi! Te lo posso provare,devi solo seguirmi!” esclamò il figlio. Scosse la testa.
A quel punto mi alzai per intervenire,ma persi i sensi e mi ritrovai sul pavimento.

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Capitolo 23
*** Mudblood. ***


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(Narra Stiles)
 
Portammo Wendy all’ospedale,da sua madre. Quella botta in testa da parte di Aiden,era stata davvero forte. Mio padre stentava a credermi e non aveva tutti i torti. Dovevo dargli una spiegazione,mentre un altro insegnante era morto. Allison aveva trovato il nostro professore di storia. “Sai che ci sono state delle cose sovrannaturali che non sai spiegare!” esclamai inseguendolo per il corridoio dell’edificio. Sembrava sempre più irritato. “So cosa è reale! Un altro cadavere! Ecco cosa è reale!” ribatté,diventando rosso in faccia. “Non mi stai ascoltando!” alzai la voce. “TI STO ASCOLTANDO! TI STO ASCOLTANDO!” gridò guardandomi. Indietreggiai. Non mi aveva mai urlato così. “Semplicemente non mi credi.” mormorai. “La mamma mia avrebbe creduto.” continuai. Mi guardò e poi si voltò. Davanti a lui Angelica,che aveva sentito tutto. “Salve.” sussurrò lei,guardandolo dalla testa ai piedi. “Ciao Angelica.” Forse era la mia occasione. “Chi è lei?” mi chiese mio padre. “E’ Angelica papà, so che non la riconosci perché lei è un licantropo, è crescita in fretta.” risposi. Aggrottò le sopracciglia. Angelica aveva in mano una cartella. “E’ l’esame del dna. Controlli pure.” disse lei con un’alzata di sopracciglia. Poi si diresse verso di me. “Voglio vedere la mamma.” mi disse. Annuii e la portai nella sua stanza.
 
(Narra Wendy)
 
La ferita a cui avevano messo i punti,si era già rimarginata. Forse era colpa del mio ‘Alfa Originale’. Si fece buio e mi diressi al concerto che aveva organizzato la Morrell. Sicuramente una trappola. Stiles e Scott erano dietro di me. I gemelli seduti davanti,insieme a Jackson. Mi riavvicinai all’ultima fila di panche,quando venne da me Ethan. “Io ed Aiden stiamo tenendo gli occhi aperti.” sussurrò. Annuii. “Grazie.” continuai. Si voltò verso di me. “Ti prometto che farò tutto il possibile per impedire che Deucalion ti faccia qualcosa.” spiegò. “Non devi proteggere me,devi proteggere loro.” gli dissi,indicando Angelica e tutti gli altri. “Ti giuro che lo farò.” annuì. Lo ringraziai ancora una volta e tornai con gli occhi sul palco e sulla sala. Sentii le sue dita scivolarmi sul polso e poi unirsi alle mie. Gli strinsi la mano.
 
(Narra Angelica)
 
La mamma si era già ripresa. Intanto si faceva tardo pomeriggio. Tutti gli alunni e gli insegnanti stavano andando al concerto. Era un modo per ricordare tutte le perdite che la città aveva subito. O almeno era così che aveva detto la Morrell. Il mio telefono vibrò e lo tirai fuori dalla tasca. Era un messaggio di Jackson. Si,avevo il suo numero. Diceva che doveva parlarmi. Si voltò e mi fece un cenno con la testa. Allora andai nel corridoio della scuola. Era molto buio e faceva paura. Mi avviai in un aula. La luce della luna rifletteva sui banchi e a me venne la pelle d’oca. La porta si chiuse con un boato. Mi voltai velocemente. Era la Morrell. Feci un sorrisetto e mi diede un sedia sulla testa. Svenni.
***
Riaprii gli occhi poco dopo. Era legata con del nastro adesivo ad una sedia. “Che cosa stai facendo?” mormorai con la testa sanguinante. Era un sogno. Solo un brutto sogno. Aveva in mano un filo spinato e sembrava molto resistente. “Li chiamate sacrifici,ma non sapete il vero significato. Viene dal latino Sacrificium. Un’offerta alle divinità. Una male necessario.” spiegò,mettendomi quel filo spinato alla gola. “Per favore,non farlo.” singhiozzai. Iniziai a divincolarmi.
 
 
 
(Narra Stiles)
 
Intravidi un posto vicino a Jackson e mi ci andai a sedere. Ci salutammo. Stava cercando qualcosa. “Tutto ok?” chiesi. “Credo di aver perso il telefono.” rispose,toccandosi le tasche dei jeans. Mi guardai attorno. Non vedevo Angelica. “Dov’è Angelica?” chiesi a lui. “Era qui un attimo fa!” esclamò,anche lui osservando la sala. Entrambi ci alzammo velocemente e io frugai dentro i pantaloni di Wendy,sapendo di trovare qualche arma. Aveva una pistola di piccolo calibro. “Che succede?” “Non vedo Angelica.” sussurrai in risposta. Allora tutti e tre uscimmo dalla sala,urlando  il suo nome. All’improvviso si sentì un grido femminile. Gi dirigemmo verso di esso. Al corridoio e poi ad un’aula. La Morrell stava strangolando Angelica. Jackson diede un calcio alla porta,aprendola. Le ringhiò,mentre Angelica tossiva. La donna iniziò a stringere la presa sulla gola di Angelica. Ma le accadde qualcosa. La ragazza seduta si trasformò. No,non come al solito. Gli spuntarono gli artigli e le zanne, ma i suoi occhi erano diversi: di un colore scuro, nero pece. Si mosse velocemente,spaccando quasi le gambe della sedia. Allora la Morrell si allontanò e Angelica si liberò. “Oh Mio Dio. Una mezzosangue davanti ai miei occhi. Non hai idea di cosa sei.” spiegò scioccata. Infine scappò dalla finestra. Non facemmo in tempo ad afferrarla. Era troppo veloce. Angelica perse l’equilibro e svenne di nuovo. Jackson le venne incontro e la prese. Era qualcosa. Qualcosa che nessuno si immaginava.

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Capitolo 24
*** Storm. ***


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(Narra Stiles)
 
All’apparenza tutti credevano che Angelica fosse qualche altro tipo di mostro. Ma io ero l’unico che aveva fatto ricerche al pc. Il computer di Derek era un’edizione vecchia,ma funzionava bene. Non c’era nessuna stampante,così dovetti leggere ad alta voce cioè che avevo trovato. “Un mezzosangue licantropo nasce da un lupo mannaro e un umano. Grazie a quest ultimo, la trasformazione non è completa. La forma umana a contatto con i licantropi può causare tremendi danni. Mentre,a contatto con pelle umana, ha poteri visivi.” lessi. “Potevi visivi?” chiese Jackson. “In senso che può farti vedere ciò che ha nella testa.” rispose Derek. Sembrava ne avesse sentito parlare. Wendy scese dopo una dormita. Aveva dormito circa 20 minuti. Ma nemmeno io sarei riuscito a risposare molto. “Perciò abbiamo un altro problema.” disse lei. “Perché,quanti problemi abbiamo?” intervenne Isaac. “Vediamo.. Centinaia? Io sono un nuovo mostro,voi tutti dovete fare la banda degli ex per proteggere Wendy dagli Alfa e oltretutto la psicologa della scuola è una creatura pazza a caccia di vergini.” disse tutto d’un fiato Angelica. La banda degli ex,carina.  “Non ho mai voluto che uno di voi morisse per me.” commentò Wendy. Ma non ci volle molto,che subito dopo tutti mormorarono: Lo farei. “La banda degli ex eh?” alzò un sopracciglio Derek. “Già. Abbiamo il fidanzato depresso. L’ex ex diventato gay e l’ex che ancora non ha superato la cosa.” spiegai. In quel momento Jackson mi venne incontro arrabbiato. Andai verso di lui in segno di sfida. Simon lo fermò. “Calmiamoci adesso!” esclamò il ragazzo che ci aveva bloccato. Jackson mi diede una spallata e uscì,seguito da Angelica. Aveva qualche rotella fuori posto.
 
(Narra Angelica)
 
Seguii Jackson fuori dalla casa. Sembrava dispiaciuto e arrabbiato allo stesso tempo. Lo chiamai e lui si fermò. “Non farci caso,dai. La vita va avanti.” commentai. Alzò lo sguardo verso di me. Quegli occhi azzurri dove potevo percepire confusione. Si sedette sotto un albero e io vicino a lui. “La proteggiamo perché ne vale la pena. Siamo pronti a morire per lei perché ha quella luce negli occhi che in qualche modo ci fa diventare suoi schiavi.” spiegò. Era un pensiero molto profondo. 
Questo mi faceva diventare ancora più pazza di lui. “Tu la ami?” chiesi in un mormorio. Scosse la testa. “Non più in quel modo.” rispose. Mi guardò. “Angie..” “Angie?” risi. “Beh,tu mi chiami Jake,io ti chiamo Angie.” commentò. Arrossii. “Vorrei che tu non pensassi che io sfrutti le ragazze. In senso,non mi piace soltanto il loro corpo..” balbettò. Aggrottai le sopracciglia interrogativa. “Andiamo,hai quel tipico sguardo da: Oh Mio Dio,quel ragazzo è davvero sexy.” rise. Risi con lui. Beccata. Mi voltai dall’altra parte dopo esser diventata rossa come un peperone. Mi prese il mento fra due dita e mi girò la testa. Dall’albero cascò un fogliolina. Ma era fin troppo piccola per esser di quell’albero. Alzai la testa. Una pianta di vischio si era creata sopra le nostre teste. “Vischio.” mormorai guardandolo. “Non so cosa sia.” mormorò e avvicinò le sue labbra alle mie. Potei sentire il suo respiro. Si udì un tuono. “Perché ogni volta che ci incontriamo,inizia a piovere?” commentò ridacchiando. Sorrisi e mi alzai per correre dentro. Mentre i miei genitori stavano andando a casa con la Jeep.
 
(Narra Wendy)
 
Si preannunciava un bel temporale. Le previsioni dicevano che le città vicine erano in rischio allagamento. Quella era la tempesta che doveva venire. Quella di cui parlava Derek. Mi avviai in camera da letto,dove Stiles aveva gli occhi posati sullo schermo del computer. Aveva uno sguardo perso e sbatteva a malapena le palpebre. “Che succede?” mormorai andando verso di lui. Una chiavetta USB era collegata. Dentro c’erano dei file presi dalla posta elettronica. Quando lessi alcune parole,riconobbi tutte le lettere d’amore che gli avevo mandato qualche mese prima. Lui non aveva mai risposto e credevo che non gli importasse. Deglutii e  abbassai lo schermo del portatile. Mi guardò. “Sono delle bellissime parole.” commentò. Mi attirò a se e finii seduta sulle sue gambe. Mi carezzò la guancia. “Ho trovato la chiavetta insieme ad un foglio. Mio padre non voleva che le leggessi perché credeva che avessi già sofferto abbastanza.” spiegò. “Ha ragione.” mormorai. Scosse di poco la testa. “Ti amo.” Disse prima di baciarmi dolcemente. I giramenti di testa tornarono. Mi ressi a lui. “Lo sapevo che non dovevamo uscire dall’ospedale.” disse reggendomi. Fuori stava per piovere. Prendemmo due ombrelli e le chiavi della Jeep. Uscimmo da casa,ma fuori,ad aspettarci,c’erano Derek,Peter,Scott e la Morrell. Sembrava che lei fosse venuta da loro. “L’alfa originale di sente forse male?” ridacchiò la Morrell. A quelle parole iniziai a vomitare sangue nero. Non capivo cosa stesse succedendo. Allora andammo tutti all’ospedale.
 
(Narra Stiles)
 
Aveva cominciato a piovere molto forte. Stavano evacuando l’ospedale,ma Wendy andava controllata. C’era molto vento e i rami degli alberi rompevano le finestre. Strinsi Wendy a me,stava perdendo l’equilibrio molte volte. La feci sedere. Scottava. Aveva la febbre. Ci guardammo dritti negli occhi e giungemmo alla conclusione che non poteva essere guarita,mentre tutti intorno a noi correvano fuori dall’edificio. All’improvviso,venne la signora Mccall. Controllò velocemente la figlia e confermò la febbre. Ma sapeva che un dottore non poteva guarirla. “L’edificio è quasi vuoto. Tra poco dovrebbe arrivare un’altra ambulanza. Al terzo piano,nella stanza dei medicinali,devi cercare un cassetto in cui ci sono grandi siringhe.” spiegò. Mi voltai verso la donna. “Cosa c’è dentro?” chiesi. “Cocaina. La usiamo solo in casi estremi. Il cassetto è chiuso con un lucchetto,dovrete romperlo.” continuò. Annuii e poi lei se ne andò. Derek teneva ancora la mano stretta al braccio della Morrell. Come se avesse fatto qualcosa a lui. Ma in verità lo aveva fatto un po’ a tutti.
***
Presi Wendy in braccio,quando apparvero i gemelli. Ethan e Wendy si guardarono. “Per favore Ethan.” mormorò Wendy ad Ethan. Il gemello sembrava stesse esitando ed Aiden lo guardava male. Peter mi mise una pistola in mano e prese Wendy. Alla fine i due gemelli si unirono,fino a formare un unico bestione possente. Derek legò la psicologa. Poi si trasformò insieme a Scott e io caricai le pistole. 

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Capitolo 25
*** The Overloocked. ***


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(Narra Wendy)
 
Peter mi prese in braccio e ci avviammo dentro l’ascensore. Scesi da lui,cercando di mantenere l’equilibrio e restare lucida. Ma sapevamo tutti come sarebbe andata a finire. Heather cercava solo me. Non potevo permettere che altra gente si facesse male. Improvvisamente l’ascensore si fermò. Qualcuno aveva staccato la corrente. Mandai un messaggio a Stiles,dicendogli che eravamo bloccati. Peter mi guardò. “Dovrai andare con loro,non è vero?” domandò. Lo fissai. “Sai che è l’unica speranza. Non voglio che la situazione peggiori.” risposi. “Allora devo dirti una cosa. Ricordi il ragazzo che alla scuola d’arte ti aveva baciata? Beh,ora io.” spiegò. Ovvio. “Lo so.” annuii. “Davvero?” “La vita può essere una grandiosa avventura,no?” Un secondo dopo eravamo abbracciati stretti. “E’ stato bello Mccall.” mormorò. “Anche per me Hale.” commentai.
***
Ci separammo quando la corrente tornò e l’ascensore raggiunse il terzo piano. Barcollai verso la stanza delle medicine. Dissi a Peter di rompere il lucchetto. Sentimmo dei rumori. Peter mi nascose dietro la sua schiena,proteggendomi. Entrarono velocemente Stiles,Derek e Scott. Bloccarono la porta con qualsiasi cosa riuscivano a trovare. I gemelli battevano contro di essa in modo molto forte. Andai ad abbracciare Stiles. “Dov’è la Morrell?!” chiesi,non vedendola. “E’ scappata!” rispose Derek. Iniziammo a cercare qualcosa per fermarli. “Io qui ho soltanto della cocaina. Ma li renderà solo più forti.” dissi. “Quando forti?” chiese Peter. Voleva iniettarsela per combatterli meglio. Inserimmo entrambi la cocaina nel nostro organismo. Mi sentii abbastanza bene. Molto bene. Tirai fuori gli artigli e andai fuori con Peter.
 
(Narra Stiles)
 
I proiettili non gli facevano niente. Presi il defibrillatore e lo usai contro la schiena dei gemelli. Poco dopo i due caddero a terra e avevamo la via libera per prendere l’ambulanza che stava arrivando. Scendemmo tutti all’ultimo piano,alla macchina con le sirene accese. L’ultima rimasta. Noi eravamo gli ultimi rimasti nell’ospedale. Feci sdraiare Wendy,che era sempre più debole,sulla barella. Derek e Scott chiusero gli portelli. “Che stai facendo?!” chiesi a Derek,battendo le mani sul vetro. “Devo trovarla.” rispose lui. “Resta con lei.” mormorò. Le nostre mani si incrociarono perfettamente sul vetro e poi lui se ne andò dentro.
***
Wendy aveva gli occhi affannati. “Per favore,non chiudere gli occhi. Resta sveglia.” le dissi,togliendole i capelli dal viso. “Sai come andrà a finire…” disse,dopo qualche secondo di silenzio. Non voglio che accada. Scossi la testa. “Non voglio. Farei qualsiasi cosa per te. Perché sono stato l’emarginato per tutto questo tempo.” commentai. “Non voglio trovare il tuo corpo come tutti gli altri.” continuai. “Non posso.” singhiozzai. Mi carezzò una guancia e mi abbassai per baciarla. La strinsi,quando mi suonò il telefono. Mi misi seduto al posto di guida. Era mio padre. Gli dissi che avevo trovato la sua chiavetta insieme alla lettera. Che non era colpa sua,aveva fatto la cosa giusta. Ma quando mi voltai,Wendy non c’era più. Scesi dall’ambulanza e seguii i suoi passi. Era buio e qualcosa improvvisamente mi batté contro il muro. Era Heather. “Ciao Stiles.” disse con un sorrisetto. “Quanto tempo. Sei diventato decisamente più attraente.” continuò,mettendomi le sue mani dappertutto. “Ti sei fatto anche un tatuaggio. Sexy…” Abbassò la testa al mio ombelico e fece scorrere una lunga,davvero lunga lingua sul mio corpo. Viscida e bavosa. Orribile. Rise malvagiamente e mi lasciò andare poco dopo. Corsi sulle scale per raggiungere Wendy. Andai in cima,nel locale caldaia. C’era Deucalion che parlava con Wendy. Lei si voltò verso di me. “Devo andare ora.” mi disse. Ci guardammo e i miei occhi si fecero lucidi. “Andiamo Wen,noi abbiamo sempre un piano B.” continuai. “Non questa volta.” singhiozzò. Versai una lacrima. “Ehi..Ti amo.” mormorai.
“Ti amo anche io.”
E sparì. 

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Capitolo 26
*** Missing. ***


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(Narra Stiles) Qualche giorno prima.
 
L’aria mi soffiava sulla faccia. L’altalena era vecchia e scricchiolava. Avevo 12 anni quando fu costruita. Ci andavo spesso. Per non pensare. Soprattutto alla morte di mia madre. I parenti erano in casa, a fare le condoglianze a mio padre ed io lì, a dondolarmi con la sua foto in mano. Accanto a me c’era sempre Wendy. Con il sorriso sgombro e lo sguardo preoccupato. L’avevo portata lì per farla distrarre, ma a quanto pareva non funzionava. Scesi dall’altalena per cercare di incontrare i suoi occhi che fissavano lo scivolo del parco giochi. “Ehi…” la chiamai. Mi guardò. Sforzò un sorriso. “Sai quando… Ami una persona hai l’obbligo di renderla felice. Tu mi rendi felice. Molto. E io voglio rendere felice te. Noi. E senza quella scintilla di amore che mi dai, io non sarei felice. Allora ti faccio una domanda…” iniziai così. Furono le mie prime parole quel giorno. Lei aveva lo sguardo: oh mio Dio. Raccolsi la scatolina dalla tasca. “Vuoi sposarmi?” chiesi aprendola. Dentro c’era un anellino. Con un piccolo diamante sopra. Non potevo permettermi altro. Deglutì. Balbettò anche qualcosa. “Non lo so. Cioè io…”annuii scontento. “No, ehi… non è un no, okay? Sai che voglio sposarti. Ma vorrei aspettare che tutto questo finirà.” spiegò mettendomi  una mano sulla guancia. “Ti amo.” “Ti amo anche io.”
 
Adesso.
 
L’acqua mi scorreva sui capelli e sul viso, per nascondere le lacrime. Singhiozzai, quando sentii un braccio circondarmi il collo, era il braccio di Derek. Lui era sempre lì in quei casi. “Ssh.” sussurrò. “Andrà tutto bene.” ripeteva. Mi aggrappai al suo braccio, piangente.
 
(Narra Wendy)
 
Deucalion mi mise un cappuccio sulla testa, così non potei vedere dove mi portavano. All’improvviso si fermò e me lo tolse dal volto. Davanti a me,Angelica e Isaac legati. “Loro che ci fanno qui?! Avevi detto di volere solo me!” esclamai. “Isaac ci porterà a Derek. E Angelica,beh..” rispose Heather. Poi si rivolse ad Angelica: “Non hanno avuto il tempo di dirti cosa sei,tesoro.” le disse. “Non darle retta!” intervenni, ma Kali mi bloccò. Angelica guardò Heather. “Dimmelo.” disse. “Sai cos’è un mezzosangue no? So che sei giovane ,ma credo che tu conosca Harry Potter. Stiles è un umano e Wendy è un licantropo. Da qui nasci tu. Mezza licantropa  e mezza umana,con dei poteri fantastici!” spiegò Heather. “Aiden.” lo chiamò a se. Il gemello si avvicinò un po’ titubante. “Toccala.” ordinò la bionda. “Ma…” intervenne l’altro. “Toccala,ho detto!” esclamò il capo. Aiden sfiorò una guancia ad Angelica. Il respiro si fece affannoso e le vene vennero fuori dal braccio. Erano chiaramente visibili. Era come se un licantropo ne stesse guarendo un altro. Solo che non lo stava guarendo,lo stava uccidendo. Aiden cadde a terra,stremato. Angelica era sconvolta e non potei andarle in contro perché ero tenuta da Kali. “Che potere immenso. Uccide da licantropo e uccide da umano.” ridacchiò Heather e poi ci lasciò soli.
***
Isaac era legato ad una catena e poteva camminare qualche metro. Angelica no,aveva legate entrambe le mani e i piedi. Io non era imbavagliata. Mi guardavo solo attorno,per riuscire a capire dove eravamo. Era abbastanza buio. Però c’erano radici ovunque. Almeno credevo fossero radici. “Perché non me l’hai detto?” chiese Angelica. “L’abbiamo scoperto da poco. E mentre noi cercavamo di capire,tu non c’eri! Dove eri?!” risposi. “Con Jackson.” mormorò. “Jackson?!”
“Lui mi piace okay?! E non farmi la ramanzina su che cattivo ragazzo lui sia!” esclamò. In realtà non lo era. “No,Jackson è un bravo ragazzo,se vuole.” commentai. “Ma perché non ci liberi e basta? Tu non sei legata.” intervenne Isaac. “Credi che Aiden ed Ethan non controllino l’uscita?” dissi. Mi misi seduta vicino ad Angelica,quando arrivò Ethan con del cibo. Non mi fidavo più di lui. Aveva detto che li avrebbe protetti. Ma non lo aveva fatto. Diede da mangiare ad Angelica e Isaac. Ma io lo negai. Ethan si accovacciò davanti a me. “Cosa vuoi?!” gli domandai. “Aiutarti.” rispose secco. “Aiutarmi?! Ed è così che mi aiuti?” esclamai. Abbassò la testa. “Mi dispiace.” I nostri nasi si incontrarono e potei sentire il suo respiro. “Ti prego,perdonami.” mormorò e poi uscì. La sua voce era spezzata,impaurita,dispiaciuta. Era strano l’effetto che avevo su di lui.
 
(Narra Derek)
 
Faceva male. Faceva molto male non poterla trovare,non doverla cercare. Ma dopotutto era il suo volere. Eravamo io,Stiles,Simon e Peter. Nessuna notizia di Jackson,Angelica o Isaac. Simon girovagava per il soggiorno. “Non stai facendo niente! La tua migliore amica è scomparsa,e tu non stai facendo niente!” esclamò lui. “Ci ha detto di non cercarla!” gli risposi. A quel punto,l’allarme suonò. Aprii la porta scorrevole. Era Deaton con Jackson barcollante. Lo feci sedere. “Kali ha preso Angelica e Isaac..” sforzò di parlare. Guardai male Deaton. “Dove sono?” chiese Stiles al dottore. “Non lo so. Non ho molti contatti con mia sorella. Ma lei,anche essendo il druido di Deucalion,ha creato un piano tutto suo per questi sacrifici.” spiegò. “La ucciderò. Sai che la ucciderò.” commentò Stiles acido. Deaton lo ignorò. “Posso aiutarvi. Possiamo usare lo stesso metodo che abbiamo usato con Isaac. Ma è pericoloso. Molto pericoloso. Sarete morti per alcuni secondi…” spiegò ancora. Dopo quel discorso,Peter mi prese il braccio. “Sai che la uccideranno lo stesso.” mi disse. “Posso salvarla.” risposi sicuro. “Perderai tutti i tuoi poteri.” continuò. “Non mi importa più del potere.” commentai e poi seguii Deaton alla clinica veterinaria.
 
(Narra Simon)
 
Avevo modo di pensare che essendo il druido di Deucalion,la Morrell avesse qualcosa di nascosto nel suo ufficio. Affrontai il corridoio velocemente. C’era la polizia,non sapevo il perché,ma lo sceriffo mi fermò. “Ehi!” mi venne dietro. Mi voltai. “Hai visto Wendy Mccall da qualche parte?” mi domandò. “No. Non vado di certo a cercare le mie professoresse.” risposi vago. Sospirò e tirò fuori un taccuino. “Dimmi il tuo nome.” “Simon Hale.” A quel punto alzò gli occhi. “Hale? Sei il figlio di Derek Hale?” chiese,abbassando il tono della voce. Come lo sa? “Sei il fratello di Angelica.” continuò. “Stiles le ha detto tutto?” intuii. “Okay,senta: Non sappiamo dov’è Wendy. La stiamo cercando in tutti i modi. E se lei mandasse delle pattuglie nella foresta,ci aiuterebbe molto.” spiegai. Fece sì con la testa e torno dai suoi colleghi.
***
Mi avviai verso l’ufficio della Morrell,dove trovai Lydia. “Che ci fai qui?” le chiesi. “Una normale seduta dalla psicologa.” rispose. “Perché?” chiusi la porta e abbassai la tendina. Sospirò. “Perché mi spaventa. Tutta questa storia dei cadaveri,te licantropo… Ho una balestra nel mio garage,ma ho paura.” spiegò alzandosi. “E per quale motivo non ne parli con me?” aggrottai le sopracciglia. “Perché tu non ci sei mai.” farfugliò. La abbracciai. “Mi dispiace tanto Lydia.” continuai. Notai uno strano disegno su una quaderno. Era di Lydia. Disegnato,c’era un albero. Sfogliai il quaderno. Sempre lo stesso disegno. “Perché sempre lo stesso albero?” le chiesi. “Non lo so,mi viene spontaneo.” rispose con un’alzata di spalle. Frugai nel cassetto della psicologa,trovando delle cartelle. Quella di Lydia e quella di Stiles. Aprii la cartella di Lydia e trovai lo stesso suo disegno. C’era una scritta in piccolo,rovesciata. Girai il foglio e lo avvicinai agli occhi per leggere meglio. “Un nemeton.”

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Capitolo 27
*** Alpha Pact. ***


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(Narra Derek)
 
Ci avviammo nella clinica veterinaria. In quel momento arrivò anche Simon,insieme a Lydia. “Lei che ci fai qui?” chiesi turbato. La ragazza si protesse dietro l’altro sentendo il mio tono. “Forse so dove sono.” rispose Simon,tirando fuori un foglio. Era il disegno di un albero. “E’ un Nemeton. Un albero che non ha potere da centinaia di anni. Ma non sapevo che qui ce ne fosse uno.” disse Deaton. “Mia sorella è alleata con Heather. So che non uccideranno subito Wendy. Lei,Angelica e Isaac sono come dei sacrifici. E se volete salvarli,dovete sacrificarvi voi al posto loro.” spiegò. “Quindi dovremmo morire.” intuì Stiles. Deaton annuì. “Questa è la parte pericolosa.” commentò. “Ma non sarete soltanto morti. Questa è una cosa che vi rimarrà per tutta la vita. Come una grande oscurità. Una cicatrice..” “Come un tatuaggio..” intervenne Stiles,mettendosi una mano sul cuore.
***
“Cosa avete portato?” chiese ancora,prendendo degli asciugamani. Tirai fuori una maglietta di Isaac. Stiles si tolse dalla tasca una piccola scatolina con dentro un anello. Lo fissammo tutti. Ero sorpreso. “Ha detto che ci saremo sposati,quando tutto questo fosse finito.” commentò. Gli misi una mano sulla spalla. “Chi verrà per Angelica?” domandò Simon. Jackson fece un passo avanti,con un fazzoletto. Lo aprì. Dentro c’era un capello nero di Angelica. Deaton lo mise dentro una fiala e il ragazzo la tenne stretta. Ci avviammo alle nostre vasche,piene di ghiaccio,vischio e sorbo. “C’è un’ultima regola. Dovrete essere tenuti da qualcuno che abbia una forte connessione con voi.” continuò il veterinario. Simon e Scott si misero dietro le spalle mie e di Stiles,mentre Jackson prese Lydia e la avvicinò a se. “Ci riporterai indietro vero?” chiese Stiles. “Spero di poterlo fare.” rispose,prima che tutti e tre entrassimo nel ghiaccio. Era gelida. Ti bloccava i muscoli. Simon mi mise le mani sulle spalle e lo stesso fecero Scott e Lydia. Inspirammo profondamente e ci immergemmo. E il respirò mancò presto.
 
(Narra Stiles)
 
Era come se non potessi respirare. Come se stessi affogando. Ripresi fiato,insieme a Derek e Jackson. Non eravamo nella clinica. Era un posto vuoto,illuminato da delle lampade a neon. Ci guardammo prima di uscire dalle vasche di ferro. Proseguimmo a piedi,fin che non trovammo la corteccia di un albero tagliato. Il Nemeton. Il tatuaggio mi dava fastidio in quel momento. Mi avviai per primo. Posai la mano sul tronco e chiusi gli occhi. Quando li riaprii,mi trovavo nella foresta. Ero ancora bagnato. In lontananza sentii delle voci. Mi avvicinai ad esse. Eravamo noi. Io,Derek e Wendy. Il giorno in cui eravamo andati a cercare l’inalatore di Scott nella foresta. Che ricordi. Mi asciugai la faccia dalle lacrime di nostalgia e indietreggiai. Ma caddi su qualcosa di duro. Mi voltai. Il Nemeton. Memorizzai bene il posto,anche se era buio.
***
Battei le palpebre una o più volte prima di ritrovarmi di nuovo dentro la vasca e nella clinica veterinaria. Jackson e Derek non c‘erano più. “Quanto sono rimasto dentro?” chiesi,uscendo. Simon mi diede dei vestiti e rispose: “Sedici ore.” Sgranai gli occhi. Poteva essere anche troppo tardi. Presi le chiavi della Jeep. Fuori stava diluviando di nuovo. C’era molto vento e quasi non vedevo niente. Schivai anche un albero caduto. Ma ne presi un altro ed andai a sbatterci contro.
 
(Narra Angelica)
 
Ci avevano divisi. Io ero in qualche altro sgabuzzino buio. Non sapevo della mamma o di Isaac. Sapevo soltanto che avevo sete ed ero diventata un mostro. Quello che avevo fatto ad Aiden,era orribile. Non avrei più potuto toccare nessuno. Ne Simon,ne Jackson. Sentii un rumore. Qualcuno che scavava. Mi allontanai dal terriccio che stava cadendo. Da quel buco entrò Jackson. Fece un sospiro di sollievo. “Grazie a Dio!” Si avventò su di me e mi slegò. “Gli altri! Devono essere da qualche parte qui vicini!” lo avvisai. Scosse la testa. “Io sono venuto solo per te. Non è mio compito salvare Wendy e Isaac.” spiegò. Aggrottai le sopracciglia. “Ma che stai dicendo?!” esclamai. Mi guardò negli occhi. “Ti credevo morta.” mormorò. Poi mi prese il volto tra le mani e mi diede un bacio a stampo. Non successe nulla. Non gli facevo male come ad Aiden. “Ora andiamo.” disse infine,prima di aiutarmi ad uscire.
 

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Capitolo 28
*** Fight. ***


(Narra Wendy)
 
Sentii molto vento provenire da fuori. Io ed Isaac rimanevamo in silenzio. Angelica era stata portava via ed ero preoccupatissima. La botola si aprì. Riuscii a capire che eravamo nella foresta,per le radici di alberi notati prima. Ma non entrarono Aiden o Heather. Era Derek. Si avventò su Isaac e lo liberò. Si abbracciarono. All’improvviso si sentì un tonfo. Entrò di tutto in quel minuscolo posto. Sassi,terra. Le pareti e il soffitto si stringevano,fino ad arrivare sopra le nostre teste. Potei sentire la forza del legno sul mio capo. Derek e Isaac provarono a spingere verso l’alto,ma era impossibile. In quel momento Ethan strisciò sotto la porta e bloccò le pareti con una mazza. Alluminio. Abbastanza resistente. Il mio cuore tornò a battere normalmente. Che paura. “Grazie.” dissi abbracciandolo. Uscimmo faticosamente di fuori. Si era fatto giorno. Circa le quattro. “Dov’è Stiles?” chiese Derek,guardandosi attorno. “Stiles?!” sgranai gli occhi. Non era nemmeno arrivato. Corsi per la foresta,gridando il suo nome. Fin che non vidi dei fari in lontananza. Ci andai contro. La Jeep era andata con un albero e dentro Stiles svenuto. Corsi verso di essa e lo tirai fuori. Avvicinai l’orecchio al suo naso. Non respirava.
***
Imprecai e  gli feci velocemente la respirazione bocca a bocca,spingendo le mani contro il suo cuore. Presto riaprì gli occhi. Feci un sospiro di sollievo. “Wendy!” esclamò,prima di abbracciarmi e baciarmi. Le mie labbra premevano sulle sue con foga. “Ti avevo detto di non cercarmi.” dissi col fiatone. “Vaffanculo.” commentò lui guardandomi negli occhi. Sforzai una risatina e lo aiutai ad alzarsi. Ci riunimmo insieme a Derek e Isaac. “Dov’è Angelica?!” domandai. “Con Jackson.” rispose Stiles. “Sento il suo odore.” digrignò Derek,sentendo l’odore di Heather. Proseguimmo,fino ad arrivare ad una radura. Secca,ma grande. Davanti a noi Heather,Kali e la Morrell. Mi avventai sulla Morrell. Ma dal nulla,tirò fuori della polvere di sorbo,che mi lanciò via. Mi rialzai e guardai Stiles. Lui fece di sì con la testa. Potevo farlo. Potevo oltrepassare quel cerchio e lo sapeva anche lui. Premetti le mani contro la barriera del druido,e spinsi. La donna era sorpresa,eravamo faccia a faccia. “Un Alfa Originale.” commentò la Morrell,con un sorrisetto. Kali ed Heather erano pronti ad attaccarmi. Derek ed Isaac combatterono contro di loro. Voltai di nuovo lo sguardo verso la donna,ma egli aveva già un coltello conficcato nel cuore. Dietro di lei,Stiles. “Un..Ultimo..Sacrificio.” sussurrò il ragazzo e lei cadde,morta. Stiles lasciò l’arma e deglutì. Non aveva mai ucciso nessuno prima di allora. Heather sbatté Isaac a terra. E prendendomi per i capelli,mi puntò un coltello alla gola. “Fermatevi o la uccido!” li minacciò. Tutti si bloccarono. Rimasero immobili. “Sai cosa è successo quella notte,Stiles? Quella notte in cui tu cazzeggiavi con lei e io ad aspettarti in quella fottuta cantina?!” esclamò Heather. Stiles scosse la testa.
“Qualcuno mi aveva presa e uccisa. Un Druido,dicevano. Sai cosa è successo quando mi sono risvegliata? Ero in un obitorio. Un..Mostro,con gli occhi rossi mi aveva provocato un tale male. Mi disse che avrei dovuto uccidere per diventare come lui. E così è stato.” continuò. “Lei mi ha raccontato tante cose sai? Marin Morrell. Di come il povero Stiles aveva preparato le roselline per scopare la prima volta con la piccola Mccall. Ma lei naturalmente aveva fatto già fatto la puttana.” ridacchiò,stringendo sempre di più la presa su di me. Stiles ci guardava e io guardavo lui. Da una parte sentivo il suo dispiacere,la sua sofferenza. “Mi è dispiaciuto della tua morte. Mi sentivo in colpa di averti lasciata lì.” commentò Stiles. “Tu menti!” gridò l’altra. “No!Ascolta il battito del mio cuore Heather…” continuò. Ricordai anche io che davanti al suo corpo,era abbattuto. Heather mi tolse il coltello dalla gola,ma non mi lasciò andare.
***
In pochi secondi,arrivò una freccia che le trafisse la gola. Cadde a terra,morta anche lei. La gola è il punto più debole di un licantropo. Persino di un’Alfa. In lontananza Lydia che stava venendo con una balestra. Capelli legati e guanti bianchi. “L’ho presa?!” chiese con una vocina acuta. “Si.” risposi sorpresa. “Bene.” Annuì lei. Era insieme a Simon,Allison,Jackson e Angelica. Dietro di loro,il branco. I miei 1.500 licantropi Beta. “Non servono.” pensai ad alta voce. “Voltati.” mormorò Jackson. Voltai la testa verso la radura. Dietro Deucalion c’erano oltre un centinaio di Alfa. Sospirai. Stiles mi strinse la mano. “Ora cosa facciamo?” domandò Isaac. “Combattiamo.” risposi. 

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Capitolo 29
*** Hell. ***


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(Narra Stiles)
 
Isaac,Scott,Derek,Jackson e Simon si trasformarono. L’intero branco lo era. Dava i brividi. Presi i miei coltelli dai calzini. Si,li nascondevo dentro le scarpe okay? Non potevo di certo metterli in tasca. Gliene diedi uno a Wendy. Eravamo d’accordo che noi umani rimanessimo indietro,mentre gli altri avrebbero attaccato per primi. Quattro Beta,uccidevano un Alfa. Era abbastanza difficile. Angelica si avvicinò a me e Wendy. “Fammi andare,ti prego.” disse acida. “Non posso permettere che ti facciano del male. E poi non sai cosa potresti fare.” commentai. “Uccidere. Sfiorandoli con un solo tocco,posso ucciderli in 5 secondi.” continuò,digrignando i denti. Guardai Wendy per un consulto. Lei fece di sì con la testa. “D’accordo.” le dissi con un sospiro. L’avvertii di stare molto attenta,ma sembrava che non le importasse. Le sue unghie diventarono lunghe,come i denti che si trasformarono in zanne. Infine,gli occhi gialli. Si avventò su due Alfa contemporaneamente e li atterrò con un solo tocco. Era straordinario il suo potere. Anche se pericoloso da una parte. Notai che alcuni degli Alfa si stavano decisamente avvicinando a noi. Entrambi indietreggiammo.
***
La foresta si era fatta fitta e mi era difficile camminare o in quel momento correre. Afferrai il coltello con decisione,più precisamente un pugnale bello appuntito. Qualcuno mi rincorreva. Era una femmina. Forte per essere una femmina. Inciampai e caddi a terra. Come sempre Stiles. Persi di vista il coltello e il sole alto in cielo mi accecava del tutto gli occhi. Gli socchiusi il più possibile,ma non riuscivo lo stesso a vedere niente. Cercai, invano, il coltello. Intorno a me sentivo centinaia di rumori. Dei versi di lotta,sperai davvero che qualcuno mi stesse salvando. “Stiles.” disse piano una voce. La sentii ancora più vicina e non riconoscendola, cercai il pugnale e prendendolo bene in mano,trafissi quella persona,senza contare chi era. Piano piano aprì gli occhi,notavo che il sole si era nascosto tra le chiome degli alberi. Davanti a me c’era il volto pieno di lacrime di Wendy che apriva la bocca per emettere un verso di dolore,ma non ci riusciva. Io lo emisi,perché non ci potevo credere. La lama era conficcata vicino al suo cuore e non seppi nemmeno se lo ebbi preso o mancato. Un’altra lacrima le rigò il viso e mi fissò dritto negli occhi,come un fantasma. Scuotevo la testa senza sapere cosa dire,quel suo sguardo mi fulminava troppo da non poter dire niente.
Avvicinò la mano sulla mia guancia e si conficcò ancora di più il pugnale nel petto per avvicinarsi con il volto ancora di più al mio. Strinsi gli occhi fortemente e mi diede un bacio leggero,per poi staccarsi e posarsi accanto a me. “No..” mormorai singhiozzando. Le carezzai la guancia e con un colpo solo tolsi il pugnale insanguinato. Era una brutta ferita e lei non riusciva a guarire. “Hai visto? Alla fine morirò,proprio come tutti volevano.” disse lei debolmente. “No..Io non ti vorrei mai morta…” iniziai a piangere. “..Io ti amo.” dissi fra un pianto e un altro ancora. “DEREK!!” gridai con tutta la voce possibile. Fece un ultimo battito di ciglia guardandomi e quando delle gocce di sangue stavano uscendo dalla sua bocca,voltò la testa e il cuore finì di battere. Piansi fortemente. Fin che Derek non arrivò e io mi scansai in ginocchio,accanto al corpo. Anche lui si mise una mano sulla bocca e iniziò a piangere. “No!Non anche tu no!” esclamò e si chinò davanti a lei. La morse dappertutto,in ogni angolo del corpo che fosse fuori dai vestiti. Infine provò con la respirazione bocca a bocca. Arrivò anche Peter,mentre Derek spingeva le due mani sul suo cuore a tempo. “Non sei morta. Non sei morta. Non sei morta.” mormorava al ritmo con le mani. “Derek,è morta.” mormorò anche Peter. Non potevo dirlo agli altri,non ci riuscivo. “Lo dirai tu agli altri,non posso farlo io.” dissi a Derek singhiozzando. Ma lui continuo a spingere,senza fermarsi. Alla fine Peter lo tolse di mezzo e le chiuse gli occhi,portandola via.
***
La morte è veloce,facile. La vita è più difficile. E’ il pensiero di ogni adolescente. E spesso,ci ritroviamo a gridare nel vuoto per sfogarci. Espandere il dolore nell’aria. Inginocchiarci e abbandonarci a noi stessi. Piangere. Alzando la testa per permettere che ti scorrano lentamente e ti facciano ricordare tutto quello che stai provando. C’è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo.
***
Restai alcuni giorni fuori. Il suo sangue mi era rimasto sulle mani. Le lavai dentro il fiume. Mosse lenti,stanche. Mi stesi sull’erba,a guardare il cielo. Mi voltai e vidi una roccia a pochi passi da me. La ricordai bene. Quella era il posto in cui una sera,io,Scott e Wendy ci eravamo appartati per bere. Dopo che lei mi aveva detto di essere incinta. Dopo che mi aveva detto che era finita. Mi addormentai lì. Pensando a come tutti avrebbero reagito. Era colpa mia. Il giorno dopo,sarei tornato.
 
(Narra Derek)
 
Il suo sangue. Il suo sangue era su tutte le mie mani,su tutta la mia maglietta. La strappai via dal mio petto e la tirai nel bagno. Mi veniva di urlare,di piangere,di uccidere. Mi sedetti sul pavimento bianco. Respirando a malapena. Con Isaac che batteva le mani sulla porta. “VATTENE VIA!” gridai. Scoppiai in un pianto disperato. “Se dovremmo essere entrambi in pericolo. Per favore salvate prima lei.” Ci aveva detto Stiles. E lo avevo fatto. Ci avevo provato con tutte le mie forze. Ma non ci ero riuscito. Mi calmai. Deglutii e respirai tranquillamente. Mi alzai e aprii la porta. Peter l’aveva posata sul letto. Le stava spazzolando i capelli singhiozzante. Angelica mi passò una maglietta. Non piangeva. Ne lei,ne Simon. Ma avevano un sguardo perso. Mi sedetti vicino a Peter. “L’ho fatto troppo tardi.” mormorai. Scosse la testa. “Deve funzionare.” esclamò. “Deve.” singhiozzò. Bussarono alla porta.  La feci scorrere. Era Ethan. Ci aveva aiutati,così lo feci entrare. La andò a guardare. Quasi pallida. Ancora così bella. “E’ qualcosa di più,non è vero? Di un semplice Alfa.” chiese. Isaac annuì facendosi avanti. “Lei è molto di più. Ho visto il modo in cui le parlavi. Come la guardavi. Come se lei fosse il tuo padrone e tu il suo schiavo.” disse. Ethan era d’accordo. “Qualcuno ha notizie di mio padre?” chiese Angelica,dopo aver attaccato il telefono. Ripensandoci. Stiles era sparito. Non lo vedevamo da due giorni. Ma anche lui,come tutti noi,aveva bisogno del suo spazio. Non era facile. Avevamo solo una piccola ingenua speranza.

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Capitolo 30
*** Full Moon. ***


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(Narra Stiles)
 
Mi avviai nel loft di Derek. Molto lentamente. Chiusi piano la porta scorrevole e tutti si accorsero di me. Si accorsero del mio sguardo. Derek mi venne ad abbracciare,felice di vedermi. L’avevano messa su un letto. Con un vestito blu,i capelli pettinati e gli occhi chiusi. Non potei versare altre lacrime. Avevo pianto già abbastanza. Le diedi un bacio sulla fronte,come era mio solito fare e poi notai Angelica di fuori.  Attraversai il corridoio,dove mi venne in contro Peter prendendomi per la gola e sbattendomi contro il muro. “Ti ho visto. Ti ho visto conficcarle quel coltello nella pancia!” esclamò digrignando i denti. Mi stava strangolando. “Non l’ho fatto apposta. Non credevo fosse lei.” dissi con un filo di voce.  Mi lasciò andare e tossii pesantemente. Si avvicinò di nuovo con il volto. “Sai cosa ti succederà vero? Ti faranno uccidere. Ed ad ucciderti,sarò io.” mormorò. Era una pesante minaccia.  Ma aveva ragione. Avevo ucciso il loro Alfa. Il loro ‘Alfa Originale.’ Deglutii e lui se ne andò.
***
Mi avviai di nuovo di fuori. Angelica stava fissando il sole. “Tutto okay?” le chiesi. Che domanda stupida. “Ho avuto una visione. Ma non so se crederci.” rispose. La guardai,ma lei non guardò me. “Vuoi farmela vedere?” continuai. Non rispose. Le presi la mano e la avvicinai alla mia guancia,chiudendo gli occhi. Presto mi trasmise il suo pensiero. Io e Wendy. Che correvamo. Wendy con gli occhi rossi sangue. Da Alfa. Riaprii gli occhi. “Sei stato tu? L’hai uccisa tu?” chiese singhiozzando. Abbassai lo sguardo.
***
Li riunii tutti. Tutta la ‘famiglia’. Raccontai che cosa era successo in poche parole e il destino che mi aspettava,non era per niente bello. Peter sembrava abbastanza soddisfatto. Cercava un’occasione del genere da tempo. L’occasione di uccidermi. E così sarebbe stato. Se devo dirla tutta,non provai niente. Non provavo paura. Solo senso di colpa per quello che avevo fatto. Anche se non apposta. Me lo meritavo. Ci trasferimmo più in là. Peter mi spinse sull’erba,in ginocchio. Ancora una volta. Stringendomi i capelli. Simon aveva una mano sulla bocca. Derek stringeva a se Angelica,che non doveva e non poteva guardare. Feci un respiro profondo,fissando il vuoto. Peter mi puntò i suoi artigli all’inizio della gola,verso destra. Derek chiuse gli occhi. Forse la visione di Angelica era vera. Forse Wendy sarebbe vissuta e forse io sarei morto. Ma lo sapevamo fin dall’inizio che sarebbe successo. Il miglior modo per vivere è aprire gli occhi,la bocca e respirare.
 
CONTINUA..

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