Il principe ed io

di BluechanXD
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un patto col principe ***
Capitolo 2: *** Mia carissima, adorata principessa White ***
Capitolo 3: *** L'amore non dovrebbe fare così male ***
Capitolo 4: *** Oh, che ironia! ***
Capitolo 5: *** Sogno di un bambino ***
Capitolo 6: *** E poi rimasero in due ***
Capitolo 7: *** Senza titolo ***
Capitolo 8: *** Felicità estiva ***
Capitolo 9: *** Il dono della conoscenza ***
Capitolo 10: *** Ballando per le stelle ***
Capitolo 11: *** Il fratello di Harmonia ***
Capitolo 12: *** Piselli odorosi e gigli rossi ***
Capitolo 13: *** Ciao, ragazzina ***
Capitolo 14: *** Chiaro di luna ***
Capitolo 15: *** Spero tu sia felice ***
Capitolo 16: *** Abisso amaro ***
Capitolo 17: *** Una bugia confortante ***
Capitolo 18: *** La tua fiducia è il mio amore ***



Capitolo 1
*** Un patto col principe ***


The Prince and I
Il Principe ed Io
The Prince and I

autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui



(Parte Uno: Emanio Gaudium)

(POV White)

Capitolo 1:
Un patto col principe
~ A Pact With the Prince ~



Eravamo entrambi rimasti con un unico Pokémon; il mio Serperior e il suo Zoroark. Anche se erano stati sconfitti tutti e due, Reshiram e Zekrom stavano osservando ogni nostra mossa. Uno scontro tra un'Incrofiamma e un Incrotuono aveva messo fine al loro turno in battaglia, ma la loro battaglia era anche la nostra, e non sarebbe finita finchè una delle due squadre non avesse ceduto.
Serperior ansimò, sfiancato dai colpi ricevuti da Zoroark.
"Tieni duro, amico!" Le mie parole di incoraggiamento stavano cominciando a suonare come un disco rotto. Durante l'intera battaglia, il mio supporto morale era l'unica cosa che aveva sostenuto i miei Pokémon. I loro corpi dolevano, i loro occhi erano annebbiati, ma avevano comunque continuato la lotta. Nessuno avrebbe smesso finchè lui non fosse stato sconfitto.
"Zoroark. Focalcolpo." Gli occhi di N brillavano di determinazione.
N aveva un animo gentile, ma era quasi spietato in battaglia. Certo, amava molto i suoi amici Pokémon, ma non avrebbe permesso a nessuno di rovinare il suo sogno di creare un illusorio mondo "in bianco e nero".
Il Focalcolpo si stava avvicinando ad una velocità impressionante. Dovevo escogitare in fretta qualcosa! "Serperior! Protezione!"
La mia voce era rauca, e la gola mi divenne secca. Questo è l'unico modo per salvare il mondo da N!
Una barriera di luce verde avvolse Serperior all'istante, proprio mentre il Focalcolpo esplodeva davanti a lui.
N scosse la testa. "Perché non capisci che le mie ambizioni sono giuste? Tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro, White."
Non potevo sopportare il mio nome pronunciato da quelle labbra.
"Non sei mia amica, White?"
Lo detestavo.
"Zitto! Serperior! Erbapatto, adesso!" Gridai con l'ultimo briciolo delle mie forze, prima che le mie gambe crollassero a terra.
"Non farlo, White! Zoroark! Focalcolpo!" N agitò le braccia in uno scatto d'ira.
Le mie palpebre si fecero più pesanti del solito, ma riuscivo ancora a vedere la tempesta di foglie correre ad incontrare il Focalcolpo in attesa.
I due attacchi cozzarono uno contro l'altro, e un'enorme onda di luce si propagò in tutte le direzioni. La polvere mi finì nei polmoni, provocandomi un accesso di tosse. Non riuscivo a vedere Serperior o N e Zoroark. La nuvola di polvere aveva coperto l'intero campo, nascondendo alla mia vista l'esito della battaglia.
Il suono dell'esplosione cessò, lasciando nelle mie orecchie solo una brezza gentile. L'oscurità si stava assottigliando e ora potevo individuare i due Pokémon. Rimasi a bocca aperta dall'orrore.
Sia Serperior che Zoroark non erano più in grado di combattere. Un pareggio.
Pochi secondi dopo, tenevo Serperior stretto tra le braccia.
"Ehi." I miei occhi si velarono di lacrime.
Serperior tirò su la testa lentamente e mi rivolse un lieve sorriso. "Sssss."
"Sei stato grande, amico!" Gli accarezzai una guancia provando un'amara felicità. "Buon riposo."
In un lampo rosso, Serperior ritornò pacificamente nella sua pokéball. Tenevo la testa abbassata, ma potevo ancora sentire i passi di N che si avvicinava finché non si fermò dritto davanti a me.
"Hai lottato molto bene, White! Sono orgoglioso di te!" La voce di N grondava spensieratezza.
Strinsi i denti, nella speranza di calmarmi. "Non sono riuscita a sconfiggerti... "
"Non preoccuparti di questo! Ma dal momento che siamo pari, facciamo le cose in modo equo così siamo entrambi felici!"
Potevo quasi vedere quel sorriso infantile, nauseante, formarsi sulla sua faccia.
"Come fa ad andarti bene così, N? Ti comporti come se questo fosse tutto un gioco, ma non lo è! Non c'è un compromesso! Non nella realtà!" Scoppiai in un pianto isterico.
N era uno stupido. Non capiva nulla! Ma allora perché continuavo a provare questi strani sentimenti per lui? Non potevo amare qualcuno che non sapeva niente su come funzionava la società! Non era giusto...
Mentre piangevo, N fece scivolare le braccia attorno a me in un abbraccio gentile. "Shhh... Non piangere, White... Shhh..."
Mi odiavo perché amavo N. Il mio stupido cuore batteva selvaggiamente contro la mia gabbia toracica come se volesse liberarsi per poi unirsi a lui.
N rimase così per un po', finché non udì le voci dei miei amici provenire dalle scale del castello.
"White!" Komor si fiondò verso di me preso dal panico. "Stai bene? Ti fa male qualcosa?"
Scossi la testa. "No, sto bene. Grazie, Komor."
Sospirò di sollievo. Tese le braccia verso di me e mi aiutò ad alzarmi dal pavimento.
"Abbiamo arrestato Ghecis," mi informò Nardo, tirandomi un po' su di morale.
"Assieme a tutti i Saggi del Team Plasma," aggiunse Komor, conducendomi verso il Campione. "E dal momento che tu hai battuto N, Unima è stata salvata!"
Le parole di Komor mi trafissero. "E-era un pareggio."
"Non importa se era un pareggio o no. Quello che conta è che N non ha nient'altro da usare contro di noi." Un insolito sorriso balenò sulla sua faccia.
Sentendo arrivare un'altra ondata di lacrime, abbracciai il mio amico, grata per la sua gentilezza e la sua compassione. "Grazie... "
"Oh basta con la smielata riunione dei migliori amici!" Nardo rise. "Sembra che N abbia ancora qualcosa da dirti, White!"
Giusto! Mi ritrassi dal mio amico d'infanzia e notai che N mi stava fissando.
"White! Facciamo un patto! Dato che la nostra battaglia è finita in parità, dettiamo noi le nostre condizioni! In quanto gentiluomo, ti lascio decidere per prima!"
Non me lo feci ripetere due volte.
"Voglio che tu la smetta con queste tue ridicole ambizioni; lascerai che gli allenatori e i Pokémon vivano insieme per sempre!"
N annuì, ma sapevo che era riluttante. "D'accordo... Non ho ancora un'idea, ma quando mi verrà in mente qualcosa ti troverò. Aspettami presto."
"Va bene," concordai.
"E non si torna indietro, capito?"
Io annuii semplicemente. Dio, non avevo idea del guaio in cui mi stavo cacciando.



"Oh White! Tesoro, sei a casa!"
"M-mamma... P-puoi smettere... Di soffocarmi?" Potevo sentire il mio viso diventare viola.
"Scusami, cara! È da tanto che non ti vedo! Mi sono lasciata trasportare!" La mamma si sedette sul divano. "Dunque, come state tu, Komor e Belle?"
"Abbastanza bene. Komor ha raggiunto la Lega Pokémon e sfiderà presto il Campione."
Gli occhi della mamma brillarono. Voleva bene a Komor almeno quanto ne voleva a me; come se fosse suo figlio. Sembrava quasi che, se fosse stata una sua decisione, mi avrebbe combinato un matrimonio con lui! Certo, avevo avuto una piccola cotta per lui quand'ero piccola, ma era finita lì. Forse se quello stupido di N non fosse entrato nella mia vita, l'idea mi sarebbe anche piaciuta.
"E il padre di Belle l'ha lasciata finalmente libera di diventare un'allenatrice di Pokémon! È molto felice per questo."
"Ah! Quindi alla fine si è ammorbidito, eh?" Mamma sogghignò. Lei, il padre di Belle e la mamma di Komor erano stati migliori amici come noi. Lei e la mamma di Komor erano state probabilmente le due più grandi migliori amiche in tutta Unima. Magari era per quello che le piaceva così tanto Komor...
"Allora, ti sei fatta dei nuovi amici?" - inquisì speranzosa.
"Be'... ho incontrato un po'di persone come Dirk, Austin, Aurora e Martin," elencai, ricordando gli allenatori con cui ero stata sulla ruota panoramica a Sciroccopoli.
La ruota panoramica. N...
"È fantastico! Qualcun'altro?" Incalzò lei con impazienza.
Non volevo nominare N. Voglio dire, doveva aver sentito parlare di quel maniaco ai telegiornali o qualcosa del genere. Non è tutti giorni che un castello gigante spunta da sotto terra proprio dietro la Lega Pokémon!
Per fortuna suonò il campanello a rimandare la conversazione.
"Oh! Mi chiedo chi possa essere?" La mamma si alzò in piedi.
Così tardi? Chi avrebbe... No! Non poteva essere!
Prima che la mia gola potesse emettere alcun suono, la mamma girò il pomello e aprì la porta. Era esattamente chi mi aspettavo che fosse.
N.
Il viso di mamma sbiancò per lo shock. "Il Team Plasma!"
N sogghignò, facendole un inchino. "Buonasera, signora. Le dispiace se entriamo?"
La mamma si voltò verso di me con espressione terrorizzata. Non era mai stata un'allenatrice combattiva. Non sarebbe stata in grado di cavarsela, ora come ora. Sospirai, cedendo. "È okay, mamma. Facciamoli entrare."
"Sei sicura?" Mi guardò a bocca aperta come se fossi stata pazza.
Mi morsi un labbro prima di rispondere. "Sì. E' tutto a posto."
Riluttante, mamma fece entrare i tre, lanciando ad ognuno un'occhiata guardinga. N e i suoi tirapiedi si sedettero con noncuranza al tavolo e ci fecero un cenno quando notarono che non avevamo intenzione di muoverci.
"Per favore, sedetevi. Non mordo. Tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro, White," miagolò N.
La mamma boccheggiò senza fiato. "Lo conosci? Il capo del Team Plasma?"
Io non dissi nulla e mi sedetti di fronte a lui. Mamma prese una sedia accanto a me, non sapendo cos'altro fare.
"Adesso, passiamo ai veri affari." N congiunse le dita. "Ho preso una decisione riguardo il nostro accordo."
"Che accordo?" Mi sussurrò mamma all'orecchio.
"Ehi, donna! Lord N sta parlando!" Ringhiò una delle reclute dall'altra parte del tavolo.
N sollevò una mano per zittirlo. "Tu desideri che io lasci vivere gli allenatori e i Pokémon insieme, giusto?"
"Sì, il patto era questo."
"Ho deciso quale sarà la mia condizione." Io e mia madre fremevamo d'impazienza. Anche le reclute si protesero in avanti, desiderosi di scoprire cos'avrebbe detto il loro capo.
N inspirò bruscamente. "Io rimarrò il principe del Team Plasma, ma cambierò i nostri metodi."
Sbattei le palpebre. Rispetto alle aspettative, non era una cosa granché sorprendente. Almeno ciò che voleva non era una cosa così estrema!
"E tu sarai la mia principessa."
Eh... ?
Il silenzio riempì l'intera casa. Sgranai gli occhi a dismisura mentre rimanevo lì a guardarlo interdetta.
Dovevo essere rimasta a fissarlo per un po' perché N prese ad agitare la sua mano davanti alla mia faccia. Mi riscossi bruscamente dal mio vuoto mentale.
"Ehi, ehi, ehi, N! Stai scherzando, vero?" Non potevo essere la principessa di N! Non avevo nemmeno ancora chiarito i miei sentimenti per lui!
N si accigliò, così simile ad un bambino che è appena stato sgridato. "Ma io non..."
A quel punto, iniziai davvero a provar pena per lui. Sotto il suo aspetto da adulto, N era ancora un bambino.
"Non potresti farti venire in mente qualcos'altro?" Trasalii davanti al mio stesso egoismo.
"Solo se tu cambi la tua condizione," N si imbronciò, incrociando le braccia.
Non potevo cambiare idea! Nessuno avrebbe mai separato uomini e Pokémon! Ma questa si stava rivelando una decisione difficile da prendere. Stare con N o lasciare che separasse umani e Pokémon. Non c'era altra scelta...
Serrai forte gli occhi. "Okay... Sarò la tua... Principessa..."
Pensala così, White. Almeno avrai il tempo di capire i tuoi veri sentimenti per N. Sarai in grado di vedere se lo ami o no.
N saltò letteralmente giù dalla sedia e mi sollevò, facendomi volteggiare in aria. "E' fantastico, White! Ci divertiremo così taaaaanto~! Non vedo l'ora!"
Sentii subito le vertigini e le mie parole uscirono farfugliate. "Okay, N! Baaaasta coooosì!"
N mi posò a terra, sorreggendomi così che non cadessi per le vertigini. Mamma e le reclute ci guardarono in tralice. Sentii una delle reclute bisbigliare all'altra che non riusciva a credere che N fosse il capo. Non potevo biasimarlo.
"Okay, allora siamo d'accordo! Partiremo stanotte!" N cominciò a trascinarmi fuori dalla porta allegramente.
"Ehi N! Aspetta un minuto! Non posso partire adesso! Voglio dire, mamma e la mia roba!" Gemetti mentre continuavo i miei inutili tentativi di liberarmi dalla sua presa.
"Oh non preoccuparti! Ordinerò alle reclute di portare le tue cose al castello!"
Mi feci piccola piccola al pensiero di qualche recluta pervertita che frugava nei miei cassetti.
N mollò la presa sulla mia mano. "E ti lascerò venire a trovare tua madre se la cosa ti rende felice."
Io sorrisi e annuii. "Grazie, N."
Mi voltai, dando a mia madre un ultimo abbraccio prima di partire alla volta del castello di N. "Ci vediamo presto, mamma."
La mamma mi strinse forte. "Sei sicura della tua scelta, cara? Non voglio che tu parta con gente come il Team Plasma."
Annuii contro di lei. "Mh. Fidati di me, mamma. Starò bene. Conosco N. Non mi farà del male. E questo è l'unico modo per impedirgli di liberare i nostri Pokémon."
"Se fossi ancora un'allenatrice, non lascerei che ti portassero via." Potevo sentire le sue lacrime colare sulla mia testa. "Solo, stai attenta, cara."
Dopo un lieve bacio sulla guancia, tornai al fianco di N e lui chiuse la porta dietro di noi. Le due reclute fecero uscire dalle pokéball un paio di Unfezant mentre N scelse Zekrom. Mi aiutò a salire sopra Zekrom e saltò in groppa dietro di me. Arrossii quando il suo petto premette contro la mia schiena e le sue braccia mi circondarono per aggrapparsi a Zekrom.
"Così nessuno dei due cadrà giù." Potevo sentire il ghigno nella sua voce.
"Mh!" Deglutii, sperando che il volo su Zekrom da Soffiolieve verso il castello di N non fosse troppo lungo.



Anche se Zekrom volava ad una veocità incredibile, il tragitto fu abbastanza confortevole. C'era qualcosa di rilassante nel volare sopra Unima di notte.
"White," sussurrò N, rompendo il lungo silenzio che era calato da tempo tra noi.
"Sì?"
"Penso che diventerai una meravigliosa principessa."
Il calore mi invase nuovamente il viso. Essere una principessa era il sogno di ogni ragazzina ad un certo punto. Ma essere la "principessa" di un ex organizzazione malvagia rendeva l'idea molto meno allettante. E poi lo vidi; il castello di N; il posto dove avrei trascorso gli anni a venire assieme a lui; il posto dove si sarebbe compiuto il mio definitivo destino.



Note della traduttrice (translator's notes): ho così tante cose da dire che non so nemmeno da dove cominciare. Dunque, questa fanfiction innanzitutto appartiene all'autrice statunitense BluechanXD, e l'ho scoperta girovagando nel fandom anglofono dei Pokèmon - che consiglio a chiunque capisca un minimo di inglese. Insomma, l'idea di tradurla mi ronzava in testa già da un po' e adesso che ho finalmente concluso gli esami di maturità ho deciso di intraprendere questa titanica impresa, che spero di portare a termine. La storia non è finita nemmeno sul sito Fanfiction.net, ma prima di mettermi in pari coi capitoli ne passerà di tempo, e per allora credo che l'autrice riuscirà a completarla. Spero che anche voi riusciate ad apprezzarla come l'ho apprezzata io, se non altro per la fantasia che BluechanXD ha dimostrato di possedere a vagonate. Due paroline sulla traduzione: non è certo la prima volta che mi cimento in una traduzione, ma è la prima di cui pubblico l'esito, per cui non so come possiate accogliere la cosa. Ho utilizzato una traduzione molto libera, come sono abituata a fare per il latino e per il greco (deformazione professionale). Non ho tuttavia alterato in alcun modo il significato delle frasi, e anzi mi sono mantenuta abbastanza letterale, chiaramente nei limiti della "coincidenza" con il parlato italiano. Per intenderci, ho apportato modifiche di sintassi nei casi dei modi di dire, o nelle frasi che risultavano troppo pesanti a causa di tutte quelle particelle che in italiano siamo abituati a mettere, ma, ripeto, il significato è rimasto intatto. Il mio intento, insomma, è di rendere la versione italiana il più fluida possibile. Ho mantenuto persino i corsivi.
Ho anche cambiato i nomi, dalla versione inglese a quella italiana, in modo da facilitare la comprensione. Dirk, Austin, Aurora e Martin sono i tizi che ogni stagione fanno salire il giocatore sulla ruota panoramica, e avranno un ruolo nella storia. Di loro quattro ho mantenuto i nomi inglesi per coerenza con i futuri personaggi della storia, che hanno tutti nomi inglesi. Spero che eventuali errori di interpretazione e/o traduzione non pregiudichino i vostri pareri sulla storia in sé, e chiunque volesse darmi consigli o critiche sulla traduzione è libero di farlo anche nel mio account personale. Sappiate che, se lascerete una recensione, qualsiasi essa sia, la tradurrò in inglese per riferirla a Bluechan, che apprezzerà sicuramente :)

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Capitolo 2
*** Mia carissima, adorata principessa White ***


autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui



Capitolo 2: Mia carissima, adorata principessa White
~ My Dearest, Darling Princess White ~



"Benvenuta, principessa White!"
Il Team Plasma al completo, esclusi Ghecis e i Saggi, era disposto due file, in attesa del mio arrivo. Era parecchio scioccante vedere persone che un tempo erano miei nemici elogiarmi e idolatrare la mia persona. Alcune reclute addirittura si avvicinarono a stringermi la mano! La cosa andò avanti per un po' finché N non giunse al mio fianco.
"Vedo che la nostra principessa ha ricevuto un piacevole e caloroso benvenuto!"
La folla esultò e applaudì. N fece scivolare il suo braccio attorno alle mie spalle, avvicinandomi a lui. Oh, perché a me?
Si fece strada attraverso la folla, facendo cenni a tutti allegramente. Arrivammo davanti ad una porta talmente grande che probabilmente avrebbe fatto passare persino tre Kyurem! Con un solo schiocco di dita, la porta si aprì in un elegante movimento.
Ai miei occhi si presentò la familiare vista dell'interno del castello; lo stesso pavimento di marmo blu, colonne dorate e cascate fluttuanti. E pensare che d'ora in poi avrei chiamato casa tutto questo. N mi condusse su per le scale, oltrepassò svariate stanze che anche io dovevo aver passato quando ero venuta qui la prima volta. Dopo esser saliti per un bel po', N si fermò davanti ad una stanza al centro del corridoio.
"Ehi N? Perché questa stanza ha delle porte?" Nessuna delle altre stanze le aveva. N ridacchiò. "Perché questa stanza è speciale."
Un altro schiocco e, lentamente, una sorprendente camera da letto apparve davanti ai miei occhi. Non avevo mai visto niente del genere! Nemmeno nei miei sogni! Una stanza degna di un re in sfarzoso stile rinascimentale si estendeva davanti a me; sul soffitto erano raffigurati dei piccoli angeli che suonavano corni e fluttuavano sopra le nuvole. Un armadio era collocato nell'angolo nord-ovest della stanza di fronte ad un maestoso pianoforte. Due divani stavano su entrambi i lati di un love seat nell'angolo a sud-ovest.
Ma ciò che mi interessava veramente era il letto matrimoniale a baldacchino blu scuro e oro. Sembrava intatto, come in attesa di qualcuno che si sdraiasse sulle sue lenzuola, leggere come piume, e i suoi morbidi cuscini.
"Oh N, è stupendo!" Feci una giravolta, sollevando le braccia. "È la cosa più bella che io abbia mai visto!"
N mi afferrò un braccio e mi fermò. Mi tirò più vicina a sé finché il suo naso sfiorò il mio.
"Sono lieto che ti piaccia." Sentii il suo respiro sulle labbra. "Mi rende felice."
Quella strana delicata sensazione mi riempì completamente il corpo. Stava cercando di convincermi che amavo N, ma io non le avrei creduto. Ci voleva molto più che pochi momenti per farmi dire di essere innamorata.
N sogghignò. "Ecco perché dividerò la stanza con te!"
...Dividere?...
Silenzio...
"COSA? DIVIDERE?" Non poteva essere serio!
"Non ti piace dividere le cose? Diamine, White, ti credevo molto più altruista!" N incrociò le braccia, aggrottando le sopracciglia con disapprovazione.
Mi passai una mano sulla fronte. "Stupido! Non posso condividere il letto con te! È sconveniente!"
Non avrei MAI dormito nello stesso letto con lui. MAI.
N inclinò la testa di lato. "Perché no? Tutti i principi e le principesse dormono insieme nello stesso letto."
"Dove hai sentito una cosa del genere?" Quel ragazzo era fuori di testa!
"L'ho letto in un libro una volta!" Sorrise innocentemente.
Un altro colpo sulla fronte. "Non puoi credere ad ogni cosa che leggi, N! Che libro era poi?"
"Favole Moderne per Ragazzi!"
Giuro, stavo per provocarmi da sola una commozione cerebrale a forza di colpirmi in fronte. "Quella è finzione! Non è reale, N!"
"Davvero? Ho sempre pensato che lo fosse. In alcune storie c'è scritto 'basato su una storia vera'."
"N. C'è differenza fra 'basato su una storia vera' e una 'storia vera'. Controlla!" Incrociai le braccia.
Abituarsi ad essere la 'principessa' di N avrebbe richiesto decisamente molto tempo.
"Be', è meglio che ci abituiamo adesso! Un giorno ci sposeremo!" Annunciò allegramente prima di prendermi per la vita e sollevarmi da terra.
"Mettimi giù, N! E noi NON ci sposeremo!" Mi dimenai penzolante al fianco di N, con la faccia che quasi sfiorava il pavimento.
"Certo che sì! È quello che fanno tutti i principi e le principesse!" Dopo avermi posata sul materasso, suonò una piccola campanella appesa vicino al letto.
Perché avevo acconsentito a tutto questo?
"Sei così stupido, N! Smettila di credere a qualsiasi cosa tu legga nei libri!" Mi aggrappai alle lenzuola.
"Oh, andiamo, White! Sarà divertente! Dormire con me non può essere così male!"
Dormire con lui... Oh alla mia mente basta davvero poco per pensare a cose sconce."
Persi il controllo. "NON DORMIRO' CON TE!"
La mia voce echeggiò attraverso la stanza. Passò un lungo momento prima che l'eco si spegnesse. Allora notai che N stava guardando qualcosa dietro di me. Lentamente, voltai la testa in direzione della porta.
Una recluta del Team Plasma stava sulla soglia con un'espressione terrorizzata come se ci avesse sorpresi a... Be'...
"Ehm... Lord N? Ho sentito la vostra chiamata, ma... Sono arrivato in un brutto momento, vero?" Incrociò le gambe, arrossendo e distogliendo lo sguardo imbarazzato.
"No, sei arrivato al momento giusto!" disse N entusiasta, come se niente fosse accaduto. "Potresti per favore accompagnare la mia carissima White a fare un bagno?"
N NON aveva appena detto ad una recluta UOMO di portarmi a fare un bagno!
La recluta deglutì. "Certo, mio signore. Dirò ad alcune delle nostre ragazze di scortarla."
Fiuuu. Almeno ci sarebbero state delle donne.



"Oh, siete così bella, principessa White!"
"Sì! Adoro i vostri capelli setosi!"
"Ehm... Grazie..." Faceva un effetto alquanto strano sentirsi definire carina dalle reclute del Team Plasma, tutti i contrasti che c'erano stati tra di noi.
Le due reclute stesse avevano insistito per lavarmi e agghindarmi; avevano accennato di aver studiato cosmetologia prima di entrare nel Team Plasma. Una mi strofinava i piedi con una spugna mentre l'altra muoveva delicatamente le sue mani piene di balsamo tra i miei capelli.
"Odio dovervelo dire, principessa White, ma tutte le ragazze del Team Plasma hanno una cotta per Lord N!" Mi informò la ragazza del Balsamo.
La ragazza della Spugna ridacchiò. "Almeno la maggior parte di noi! Gli unici immuni al suo fascino sono il Trio Oscuro e le Dee! Quelle vecchie bigotte!"
"Chissà! È davvero molto giovane e bello! Ha solo diciotto anni!"
Entrambe ridacchiarono rumorosamente mentre continuavano a lavarmi. La mia coscienza rideva di loro per il loro debole per N. Era talmente maldestro con le persone e imbarazzante che mi dava sui nervi! Come loro l'avessero sopportato tanto a lungo andava oltre la mia comprensione.
Eppure un sibilo di gelosia mi attraversò il cuore come per dire "State indietro! Lui è solo mio!". Non sapevo a chi dare ascolto. Volevo credere a ciò che diceva la mia coscienza, ma il mio cuore mi stava trascinando giù con lui.
"È tutto a posto. Non mi dà fastidio la vostra franchezza." Arrossii, spostando l'attenzione sulle bolle che coprivano la vasca.
La ragazza della Spugna sospirò. "Siete così fortunata, principessa White! Di tutti i giovani uomini che ho visto ad Unima, Lord N è di gran lunga il più bello!"
Arrossii ancora di più. A pensarci bene, N era decisamente figo. Anche più figo di Austin e Martin! Non che loro mi piacessero per davvero o cose simili. Erano carini, ma penso che io piacessi a loro molto più di quanto loro piacessero a me.
La ragazza del Balsamo mi sciacquava mentre la ragazza della Spugna svuotava la vasca. Mi porsero un asciugamano e mi aiutarono ad uscire dalla vasca, facendomi sedere ad un piccolo tavolo da toeletta. Passarono un pettine tra i miei capelli bagnati e mi accarezzarono il viso con una salvietta.
"Vi faremo diventare tanto carina per Lord N!" La ragazza del Balsamo sogghignò, mostrando i suoi bianchi denti perlacei.
La ragazza della Spugna mi avvicinò uno spazzolino alla bocca. "Dobbiamo strofinare quei vostri bianchi dentini di perla! A Lord N sicuramente piaceranno i vostri bacini al sapore di menta!"
Ridacchiarono in risposta al rossore sulle mie guance. Seriamente, è davvero necessario sottolineare quanto N sia incredibilmente figo, e poi tentare di convincermi che ha un debole per me? Perché? A che pro?
Mi alzai in piedi quando ebbero finito di sistemarmi. "Grazie a tutte e due."
"Nessun problema!" Replicarono entrambe all'unisono.
Adesso tutto ciò che mi serviva erano dei vestiti...
"Come sta la mia carissima White?" La porta del bagno ruotò e si spalancò.
Era N.
Abbassai lo sguardo sul mio corpo. Ero in asciugamano.
Ci fu un minuto di silenzio tra di noi; la ragazza della Spugna e la ragazza del Balsamo erano arrossite vistosamente davanti ad N, che mi aveva sorpreso in tenuta indecente; lui dal canto suo si limitava a guardarmi con soggezione. Passò un altro minuto. E un altro.
Potevo solo immaginare come dovesse sembrare la mia faccia in quel momento.
Presi un respiro profondo.
"KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!"



"Te lo chiederò un'altra volta." Mi sedetti sul "nostro" letto, vestita adesso in camicia da notte; avevo acconsentito con riluttanza a dividerlo con lui. "Perché sei entrato prima che fossi pronta?"
"Volevo solo vedere come stavi," rispose N innocentemente, giocherellando con le dita.
"E allora perché mi stavi guardando imbambolato mentre ero in asciugamano?" Ero assolutamente furiosa.
N distolse lo sguardo, arrossendo. "I-io non ho mai visto una ragazza in quel modo prima d'ora..."
Avvertii una fitta di rimorso al petto. Mi vergognai di essermela presa con N. Ricordo il giorno in cui incontrai le "Dee" del Team Plasma; mi dissero come N fosse innocente e ingenuo quanto un bambino. È come se il tempo per lui si fosse fermato, e avesse conservato il suo comportamento infantile. Non era giusto da parte mia adirarmi con lui. Dovevo scusarmi.
"N, io-"
N si scostò da me e scivolò sotto le coperte.
"Vai a dormire," borbottò duramente.
Rimasi sorpresa dall'improvvisa freddezza del suo atteggiamento. Mi propone di sposarlo di punto in bianco, e adesso mi odia?
"N. Mi dispiace!"
Lui rimase in silenzio.
"Senti. Non pensavo davvero quello che ho detto. È solo che... I ragazzi non dovrebbero cogliere di sorpresa le ragazze quando non sono presentabili. Ho dimenticato che tu non sei come gli altri ragazzi!" Singhiozzai.
N si mise seduto a fronteggiarmi. Scivolò sopra di me, le sue mani mi circondarono i polsi e li sollevarono al di sopra la mia testa. Ero davvero spaventata in quel momento. Non mi avrebbe fatto del male... Vero?
"Oh? E cosa mi rende così diverso dalla maggior parte dei ragazzi, mh?" Ringhiò.
La mia mente si svuotò. Cosa dovevo dire?
"Ebbene?"
"Sei diverso... Perché sei N!" Mi sentivo stupida per aver tirato fuori una risposta così ridicola.
N sbuffò. "E questo cosa dovrebbe voler dire?"
Deglutii a vuoto. "Che tu sei... Dolce, amichevole, e innocente?"
Non andava molto meglio rispetto alla risposta precedente.
N sogghignò. "Mpf. Questo non me l'aveva ancora detto nessuno."
Le sue labbra si avvicinarono pericolosamente alle mie, surriscaldando le mie guance ancora più del solito. "Sì. Sarai una brava principessa, senza dubbio."
Si scostò da me e scivolò di nuovo sotto le coperte. "Buonanotte, White. Sogni d'oro~."
Attesi un po' finché non sentii dei piccoli sbuffi provenire dalla sua bocca; si era addormentato.
Gli scostai i ciuffi ribelli dal viso, prima di sdraiarmi io stessa.
"Anche a te, N."



Il capitolo è finito, ma... C'è una piccola storia "alternativa", una specie di spin-off dell'autrice che parodizza la stessa "The Prince and I".

BluechanXD presenta:


The Troll and I - Il troll ed io



Il campanello suonò, posticipando la nostra conversazione.
"Oh! Mi chiedo chi possa essere." La mamma si alzò in piedi.

A quest'ora? Chi avrebbe... No! Non poteva essere!
Prima che la mia gola potesse emettere alcun suono, la mamma girò il pomello e aprì la porta. Era esattamente chi mi aspettavo che fosse.
N.
Se ne stava sulla soglia con due reclute del Team Plasma al suo fianco.
N si inchinò. "Buonasera, signora. Le dispiace se en-"
BAM!
La mamma sbatté la porta e il rumore mi fece sobbalzare. D'accordo, era il Team Plasma, ma chiudere loro la porta in faccia? Sul serio?
La mamma sospirò. "Ah! Quelle noiose Girl Scout! Provano a venderci ancora i loro biscotti!"
Improvvisamente, la porta si spalancò e un furioso N marciò dentro casa con le sue reclute.
"NON SONO UNA RAGAZZA!"
"Ugh. Adesso anche i Boy Scout provano a venderci i biscotti? Devono proprio essere a corto di fondi."
"Signora, noi NON siamo Scout!" Gridò una delle reclute, la sua faccia che diventava di un rosso acceso. "Noi siamo il Team Plasma!"
La mamma trattenne il fiato. "Questo è anche PEGGIO!"
N scosse la testa e si sedette al tavolo. "Prendete pure una sedia, per favore."
Tutti e quattro, la mamma, le due reclute ed io, prendemmo una sedia e aspettammo pazientemente che N parlasse.
"Adesso, passiamo ai veri affari." N congiunse le dita. "Ho preso una decisione riguardo al nostro accordo."
"Cha accordo?" Mi sussurrò mamma all'orecchio.
"Ehi, donna! Lord N sta parlando!" Ringhiò una delle reclute dall'altra parte del tavolo.
N si alzò in piedi, sbattendo i pugni sul tavolo. Un cipiglio da squilibrato gli storse le labbra mentre voltava la testa verso la recluta.
"Ehi! Non parlare in quel modo alla mia futura suocera!" Ringhiò serio.
Futura SUOCERA?
"Ehi, ehi, ehi, N! Chi ha detto che ti SPOSERO'?" Gemetti, sconvolta da un patto tanto estremo.
"Proprio così! Questo è lo scopo del nostro accordo! Prendere o lasciare!" Sorrise.
La mamma era furiosa. "Tu non sarai MAI il mio futuro genero! Quel diritto appartiene solamente al migliore amico di mia figlia, Komor!"
Guardai mia mamma, incredula. "MAMMA! Che vergogna!" Non avrei mai sposato KOMOR!
"Oh NON avrà appena detto che quel ragazzino sarebbe un genero migliore di me!" Esclamò N con rabbia.
"E se anche FOSSE? EH?" Replicò la mamma.
Mi battei il palmo della mano sul viso. Quei due erano decisamente le persone più imbarazzanti che conoscessi!
La lite durò per un po', finendo in qualche modo con N che cominciava a trascinarmi fuori dalla porta.
"Andiamo, White! Non mi importa COSA dice tua madre! Ci sposeremo STANOTTE!" Annunciò N trionfante.
Sgranai gli occhi. "Stai scherzando, vero, N?" Speravo veramente che stesse scherzando.
"Certo che no! Ci sposeremo e avremo cinque bambini! L'ho già programmato!" N sogghignò, entusiasta del 'nostro' futuro assieme.
"CINQUE BAMBINI? E hai programmato tutto? Hai pianificato di avere cinque bambini con me prima ancora di farmi la proposta di matrimonio?" Questo ragazzo non poteva essere vero!
N annuì in modo infantile. "Sì! Non è fantastico? Ho anche già trovato loro i nomi! Ci saranno tre maschi e due femmine; il nostro primo figlio si chiamerà Gray, poi avremo un secondo figlio chiamato N Jr.! Dopo avremo due figlie gemelle; Ofelia e Cecilia! Ed ultimo, ma non meno importante, il nostro figlio più piccolo sarà ALEJANDRO!"
Sbottai: "N! Prima di tutto, noi NON CI SPOSEREMO! Secondo, noi NON AVREMO CINQUE BAMBINI! E terzo, NON chiamerò i miei figli Gray, N Jr., Ofelia, Cecilia, O ALEJANDRO!"
N tirò su col naso, mentre le lacrime si formavano agli angoli dei suoi occhi. "Ma-ma Alejandro era il mio preferito..."
"Non mi importa! Non ti sposerò! Nemmeno se ne andasse delle sorti del mondo!"
Ci fu un momento di silenzio e una ruga si formò sul viso di N. "Bene allora! Dovrò prenderti con la FORZA!" N mi afferrò e mi issò sulla sua spalla con veemenza, facendosi di nuovo strada verso la porta.

"METTIMI GIUUUUUU'!" gridai, agitandomi nella sua presa. "Arriverderci, mamma di White! Le manderò a breve le foto della luna di miele!" Le fece un cenno prima di chiudere la porta dietro di noi.
Mentre stavamo per andarcene, udii una voce smorzata oltre la porta.
"Credo che Lord N si sia dimenticato di noi..."




Note della traduttrice (translator's notes):

- Questo è un love seat, di cui non ho trovato una traduzione precisa che non fosse "divano", ma in tal caso sarebbe stato troppo ripetitivo.
Per qualsiasi suggerimento o chiarimento lasciate una recensione o un MP. Prima che mi dimentichi, vi ringrazio enormemente per le vostre recensioni al primo capitolo. Purtroppo non posso rispondere personalmente, perchè non sono io l'autrice, ma vi assicuro che ho tradotto tutti i vostri pareri e li ho riferiti uno per uno a Bluechan, che è stata molto contenta. Per cui, se vi va di commentare anche qui, fate pure ;)
Il terzo capitolo all'incirca martedì prossimo. Buona estate!

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Capitolo 3
*** L'amore non dovrebbe fare così male ***


autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui



Capitolo 3: Love Shouldn't Hurt This Much
~ L'amore non dovrebbe fare così male ~



Non so come fosse successo, ma quando mi svegliai, trovai tutto il mio corpo disteso scompostamente. Avevo forse fatto un sogno strano la scorsa notte o qualcosa del genere? O magari mi ero girata e rigirata? Sentivo qualcosa di diverso nel mio letto. Non mi ero mai sentita così scomoda al risveglio. Per qualche ragione mi sentivo fuori posto. Tirandomi su a sedere, scossi la testa per scacciare quei ridicoli pensieri. E allora, qualcosa attirò la mia attenzione. Le lenzuola erano blu scuro. Le mie lenzuola avrebbero dovuto avere i Munna ricamati su uno sfondo rosa a fiori viola. Mi guardai in giro, vedendo il familiare panorama della camera da letto di N. Mi lasciai cadere pigramente all'indietro sui cuscini. Giusto. Non vivevo più a casa mia. Il castello di N era la mia nuova casa. A proposito di N, non si vedeva da nessuna parte. Scrutai la stanza e attorno al letto, ma non c'era nessun segno della sua presenza. Per un momento, andai nel panico.
"N?" Sussurrai cauta, controllando se si fosse in qualche modo nascosto sotto le lenzuola.
"N?" Chiamai a voce un po' più alta, timorosa che qualcun altro potesse sentire. Ancora nulla. Piegando un po' indietro la testa, un suono tintinnante giunse al mio orecchio sinistro; era la campanella che N aveva usato per chiamare il 'servizio in camera'. Esitante, afferrai la cordicella, incerta se tirarla o meno. Be', che avevo da perdere?
Dalla campanella giunse un piccolo rintocco, sommesso, come il suono di una Calmanella.
Poco dopo, il rumore di passi si fece più intenso finchè la porta si aprì, rivelando una giovane recluta; a giudicare dalla sua irrequietezza, sembrava un nuovo arrivato.
"A-Avete chiamato, signora?" Le sue gambe tremavano violentemente e la sua faccia era rossa come la pelle di un Darumaka.
"Uhm... Sai dov'è N? Non l'ho visto per niente stamattina, " Parlai lentamente per non spaventarlo.
"Oh, uhm... intendete L-Lord N?" Era così nervoso che batteva i denti!
No, intendo Ghecis. Be'... Di chi altri avrei potuto parlare? Ma non avevo intenzione di dirglielo. Era un novellino!
"Sì. Sai dov'è?"
"È nella sala del t-trono. Volete che vi p-porti da lui?" Stava leggermente meglio.
Scossi la testa. "No, va bene così. Volevo solo sapere dov'era. Grazie, comunque."
"O-oh! Okay... Signorina... ?" Gli mancarono le parole; era ovvio che non conosceva il mio nome.
"Sono White." Sorrisi cordiale. "A proposito, sei una nuova recluta?"
"Principessa White!" La recluta si coprì la bocca sconvolto come se avesse visto un fantasma. "M-Mi d-dispiace tanto di a-avervi offesa!"
"No, no! Va tutto bene."
La recluta sospirò di sollievo. "M-Meno male. Oh, e sì. Sono più o meno nuovo di qui."
Aspetta. Se lui era nuovo, allora per che cosa poteva essere stato assunto? Avevo quasi dimenticato la parte del contratto di N! Stava davvero mantenendo la sua promessa?
"E allora perchè, se posso chiedertelo, ti sei unito al Team Plasma? Che cosa ti ha detto N?" Dovevo sapere in che modo le cose stavano cambiando per l'organizzazione.
"Lord N mi ha d-detto che lo scopo del Team Plasma è quello di avvicinare i P-P-Pokémon agli umani. L-lui vuole che noi siamo i p-primi esempi per i nuovi allenatori; per mostrare loro come trattare i Pokémon. H-ha anche spedito alcuni di noi ad aiutare al laboratorio di S-soffiolieve."
Erano queste le reali intenzioni di N? Stava mantenendo la sua promessa? E aiutando a Soffiolieve? Li aveva trasferiti lì solo per me?
Sorrisi. "Grazie, ragazzo."
"P-Prego, p-principessa White!" Corse fuori dalla porta in un lampo.
Sbattei le palpebre. Wow. Il primo giorno di lavoro è sempre il più duro, eh? Forse ci si sarebbe abituato dopo una settimana o due.
Per un momento, rimasi seduta sul bordo del letto, chiedendomi cos'avrei fatto oggi. Seriamente, cosa c'era da fare al castello di N? Bè, lui aveva detto che avrebbe mandato alcune reclute a portare qui le mie cose. Forse erano già qua.
Mi alzai in piedi e mi feci strada attraverso la stanza fino all'armadio. I miei vestiti sarebbero stati lì se le reclute avevano portato tutto. Con mia grande sorpresa, quelli non erano i miei soliti vestiti; abiti degni di una principessa erano appesi davanti a me come se stessero solo aspettando di essere indossati.
"Alla mia adorata White piacciono gli abiti che ho fatto confezionare apposta per lei?"
Sobbalzai voltandomi al suono della sua inconfondibile voce.
"Oh! N! Pensavo che fossi nella sala del trono." Come aveva fatto a sapere che lo stavo cercando?
"Una nuova recluta mi ha detto che volevi sapere dov’ero, quindi sono venuto qui."
La nuova recluta! Era stato carino da parte sua. Non c'era bisogno.
N avvolse le sue braccia attorno a me in un abbraccio improvviso. "Inoltre, preferirei molto di più passare del tempo con te piuttosto che fare un mucchio di lavoro noioso! Ho tutto il tempo del mondo per finirlo!"
La mia faccia era in fiamme. Oh N, perché mi fai questo?
"Allora quale ti piacerebbe indossare oggi? Se non te ne piace nessuno posso fartene fare di nuovi."
Scossi la testa, sorpresa che N potesse anche solo pensare che non mi piacesse nessuno di quei vestiti eleganti. "No! Sono perfetti! Li adoro tutti!"
N ridacchiò. "Mh... Okay! Vediamo! Quale dovresti indossare?"
Scorse uno ad uno tutti i vestiti, gettando occasionalmente un'occhiata verso di me, come se mi stesse immaginando in ognuno di essi. Sporse la lingua tra le labbra, ad indicare con quanto impegno ci stesse pensando. Era così tenero che mi venne da ridacchiare.
"Aha! Che ne dici di questo!"
N tirò fuori un incredibile vestito medioevale rosso cremisi dall'aspetto costoso, che aveva delle increspature in vita, le maniche che si aprivano a ventaglio, e una fascia dorata; non avrei potuto scegliere un vestito migliore!
"E' perfetto, N!" Lo strappai alla sua presa e lo tenni sospeso di fronte a me, guardando in uno specchio lì vicino per vedere come mi sarebbe stato.
N arrossì, voltandosi come per lasciare la stanza.
"N? Dove stai andando?" Chiesi improvvisamente angosciata. Non volevo essere lasciata sola di nuovo.
"Hai detto che non volevi che ti guardassi quando non sei presentabile." Mimò delle piccole virgolette con le dita.
Perché N doveva sempre trovare il modo per farmi sentire in colpa? Certo, sarebbe stato inopportuno per lui rimanere nella stanza mentre io mi cambiavo, ma volevo che restasse, lo volevo tanto.
"Puoi restare. Solo... girati mentre mi cambio." Non mi ero mai vestita nella stessa stanza con un ragazzo prima. Mamma mi aveva sempre fatto il discorso dei "Pidgey e Beedrill", come si usava chiamarlo. Le ragazze non si sarebbero dovute spogliare di fronte ai ragazzi finché non fossero stati sposati, e viceversa.
"Okay!" Disse N allegramente. "Prometto che stavolta non guarderò!"
Mi dava la schiena. Non ci sarebbe stato niente di male in questo, giusto? Lentamente mi feci scivolare di dosso la mia camicia da notte, rimanendo in biancheria intima; anche se sapevo che N era un uomo di parola, non potei scacciare il pensiero che lui si girasse e mi vedesse in questo stato.
Inspirando profondamente, mi infilai nel vestito e lasciai scivolare le braccia attraverso le maniche. L'abito era sorprendentemente caldo e mi diede una piacevole, indistinta sensazione. N di certo aveva buon gusto nel vestire! Il vestito non era solo bello, ma era anche comodo! Doveva aver fatto in modo che io fossi il più felice possibile durante la mia permanenza.
"Adesso posso girarmi, White?" N si dondolò sulle punte con impazienza.
Dopo tirato su tutta la cerniera, sorrisi. "Okay! Ho finito! Puoi girarti adesso."
N fece una piroetta, rivelando la sua espressione oltremodo curiosa. “Oh White, sei così bella! Sapevo che questi vestiti erano perfetti!”
N di sicuro sapeva come far arrossire una ragazza, anche quando non lo faceva apposta. Forse, solo forse, da qualche parte sotto tutto questo rifiuto, c’era un posto nel mio cuore solo per lui.
“Quindi… “ mi fissai nervosamente le punte dei piedi, sentendomi come una timida ragazza al primo appuntamento. “Che cosa si fa oggi?”
“Be', è quasi ora di cena.” N alzò lo sguardo al soffitto, assorto. “Sono sicuro che hai fame e molti dei miei sudditi devono ancora incontrarti.”
Aspetta. Ora di cena?
“N, correggimi se sbaglio, ma hai per caso detto ‘ora di cena’?” Era davvero così tardi?
“Oh sì! Scordavo. Ti ho lasciato dormire tutto il giorno dal momento che eri molto stanca da ieri.”
Oh no! I miei ritmi di sonno erano stati di sicuro sfasati! Quando la notte fosse giunta sarei stata stanca di dormire.
“Non preoccuparti di niente, White! Ti farò preparare della camomilla così potrai dormire profondamente come un Musharna!” Sembrava quasi che N riuscisse a leggermi nel pensiero! “Adesso andiamo a cercarti qualcosa di buono da mangiare!”
Annuii timidamente. “Grazie, N.”
È un piacere!”



Due reclute scostarono una sedia dal tavolo per me, con sorrisi che quasi raggiungevano le tempie come un allenatore principiante che avesse visto un Pokémon leggendario per la prima volta.
Rassegnandomi al fatto che questo sarebbe stato il mio nuovo stile di vita, sospirai e mi sedetti. Le reclute spinsero in avanti la sedia, a tal punto che il mio stomaco fu schiacciato dal bordo del tavolo.
“Adesso non soffocate la mia povera principessa!” N fece loro un cenno. “Tirate un po’ indietro la sedia. Vogliamo che lei stia il più comoda possibile!”
Quelli assecondarono la sua richiesta e io fui di nuovo libera di respirare. Riguadagnando compostezza, notai che il tavolo aveva circa dodici sedie vuote; N ed io eravamo gli unici due al tavolo.
“Ehm, N?” Mi agitai sulla sedia.
“Sì, cosa c’è, mia adorata?” Mi lanciò un’occhiata perplessa eppure interessata.
Ripeto, perché deve farmi questo!
È solo che… Mangeremo solo noi due qui?”
N si animò e sghignazzò. “Certo che no! Le Dee e il Trio Oscuro ci raggiungeranno a momenti.”
Non appena finì di parlare, tre tipi dalle sembianze di ninja si materializzarono al tavolo; il Trio Oscuro. Nessuno di loro disse una singola parola. Due dalla bellezza sovraumana con i capelli leggermente arricciati, la pelle luminosa e dal salutare colorito, le unghie dipinte di colori pastello, occhi brillanti, e vivaci labbra piene apparvero sulla soglia per la prima volta dalla mia prima visita qui; le riconobbi come le Dee.
“Buona sera, Lord N.” Tutti e cinque loro parlarono sorprendentemente all’unisono come se fosse una routine quotidiana.
Quando le donne presero posto a sedere, N fece un luminoso sorriso. “Vi prego, tutti voi, celebriamo ancora una volta l’arrivo della mia carissima White!”
I cinque levarono i loro bicchieri in un brindisi. “Alla principessa White.”
Parvero ignorarmi per la maggior parte del pasto, con la sola eccezione di pochi “mi ricordo di te da…” .
Ovvio che si ricordavano di me! Era passato, quanto, un giorno? Avevo lottato con N solo ieri! Non erano mica passati mesi!
Dopo di che, sull’intero tavolo calò il silenzio. Sapevo che non mi sarei mai potuta abituare a questo. A casa, be', la mia vecchia casa, mamma ed io avevamo delle bellissime discussioni sui Pokémon di regioni lontane; lei mi raccontava anche le storie dei grandi leggendari che vagavano sulla Terra dalla notte dei tempi!
Naturalmente, quando pranzavo con Belle, non c’era mai un momento di silenzio! Anche quando non avevo molto da dire, Belle trovava sempre qualcosa di interessante di cui parlare, sia che si trattasse dei suoi nuovi vestiti, di un problema di famiglia, o del suo amore morboso per Black. Non c’era mai un momento di silenzio in sua presenza!
Diamine, anche una cena con Komor era più loquace di questa, e lui non era esattamente Mr. Chiacchierone! Di solito commentava i libri che aveva letto nella biblioteca di Soffiolieve, quasi come se volesse che li leggessi io! Be', io li avevo letti comunque, e sorprendentemente, avevo scoperto che avevamo gli stessi gusti in fatto di libri; tutti quelli che lui aveva giudicato brutti erano brutti, e tutti quelli che lui riteneva belli erano belli. Naturalmente, eravamo anche in grado di avere altre discussioni con lui durante i pasti, che ci davano più motivi per parlare.
Tutto sommato, chiunque altro sarebbe stato una compagnia migliore delle persone con cui mi trovavo adesso.
Dovevo sembrare veramente scontenta perché N sollevò una mano e mi afferrò il mento, accarezzandolo con il pollice. Quell’ insopportabile sensazione di formicolio avvolse tutti i pensieri coerenti che avevo al momento. Tutti tranne uno.
Per favore… lasciami andare…
La sua mano ricadde lungo il fianco e io annaspai in cerca di aria. Non potevo amare N, vero? Voglio dire, l’amore non faceva così male.
O sì?



Rinfrescata da un altro bagno da parte di Ragazza Spugna e di Ragazza Balsamo, che avevano anche portato il mio vestito a lavare, giacevo comodamente sul letto mio e di N. N era andato a prendermi un tè e io sedevo annoiata, in attesa. Per qualche ragione, anche se avevo dormito per più di metà giornata, ero più stanca che mai. Forse non avevo bisogno del tè dopotutto…
RRRRRING!
Di sicuro questo suono mi svegliò del tutto! Era il mio Interpoké che suonava. Chi poteva chiamare a quest’ora?
Premetti il tasto per rispondere alla chiamata. Fu uno shock scoprire chi fosse.
“White! Cosa significa di tutto ciò! Tua madre mi ha detto che non vivi più a Soffiolieve! Spiegati!”
“Mi dispiace, Komor.” Gli occhi mi bruciavano, ma non potevo farmi vedere da lui in questo stato. “È una storia molto lunga.”
Komor sbuffò, ovviamente offeso da una scusa così stupida. “Ho un sacco di tempo a disposizione per sentirla.”
Troppo nervosa per dirgli la verità, rimasi lì seduta coi denti che battevano.
“White.” Mi lanciò un’occhiata severa, di disapprovazione; una di quelle che sapevano tirarmi fuori tutto.
“Be', io-” La mia voce fu interrotta dallo scricchiolio della porta. “Senti, te lo dico domani. Incontriamoci a Sciroccopoli di fronte al Centro Pokémon.”
Komor roteò gli occhi. “D’accordo. Ma farai meglio a farti trovare lì! Alle dieci spaccate!”
L’Interpoké si spense quando riattaccò.
N entrò a passo leggero nella stanza sorridendo allegro mentre reggeva la mia tazza di camomilla.
“E chi era quello, mia dolce White?” Mi porse la tazza e io bevvi un sorso.
“Komor.” Risposi semplicemente prima di congiungere le mani in preghiera.“Oh ti prego, N, posso andare ad incontrarlo a Sciroccopoli domani! È davvero urgente!”
N mi lanciò un’occhiata disgustata. “Quel tipo? Dimmi, cara. Che tipo di rapporto c’è tra voi?”
Lo fissai shockata. Come poteva non capire! “È mio amico! Lo sai!”
“Sai che non mi piace.” Mi schernì N.
“Be', sì, ma ho bisogno di parlare con lui. Devo esserci per lui in quanto sua migliore amica!” Avevo tirato fuori un discorso del tutto senza senso, ma era l’unico modo per parlare con Komor. Non potevo mentire al mio migliore amico. C’era qualcosa dentro di me che aveva bisogno di raccontargli tutto.
N sospirò. “Va bene. Ma solo per un giorno! Dopo di che, ti avrò tutta per me!” Gli era ritornato il buonumore. Sorrisi, bevendo un altro sorso di tè.



Note della traduttrice (translator's notes): Giusto due chiarimenti per facilitare l'interpretazione: la Calmanella (Soothe Bell), come i giocatori più accaniti *coughiocough* sapranno, è questa qui. Invece "Pidgey e Beedrill" è una metafora dell'autrice per indicare il discorso dell'ape col fiore.
Prima che mi dimentichi, l'aggiornamento di martedì prossimo salta, perchè devo partire a Vienna in vacanza. Aggiornerò appena torno, non linciatemi :)
Grazie ancora una volta a chiunque abbia lasciato una recensione, le ho tradotte una per una a Bluechan, che è molto contenta di ricevere pareri dai lettori italiani. Per cui fatevi avanti anche in questo capitolo... xD
Auguro a tutti una buona estate ♥

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Capitolo 4
*** Oh, che ironia! ***


autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui



Capitolo 4: Oh, The Irony!
- Oh, che ironia! -



“Siete insolitamente mattiniera, signorina White,” Scherzò Komor, sorridendo.
“Ehi, cos’è questa storia della ‘signorina White’?” misi il broncio. Parlava come una recluta del Team Plasma.
Mi squadrò dall’alto in basso. “A giudicare dal tuo abbigliamento, devi essere stata segretamente adottata da qualche famiglia ricca nelle ultime quarantotto ore. Cos’è, la nostra città non era abbastanza bella per te? Mi dispiace di non esser stati all’altezza delle tue aspettative.”
“Stai zitto, idiota! Ti faccio vedere io se sono stata adottata da una ricca famiglia!”
Ma poi abbassai lo sguardo sui miei vestiti; N aveva insistito perché indossassi in qualche modo un abbigliamento formale che si addicesse ad una principessa moderna. Sfoggiavo un cappotto rosa chiaro con una gonna pastello coordinata assieme a dei tacchi alti bianchi e dei pantacollant; era autunno e il tempo stava rinfrescando.
“Dovresti ringraziarmi per averti notato, perché quasi non ti riconoscevo con i capelli sciolti. Sul serio, a che cosa stavano pensando i tuoi genitori adottivi?” Il sarcasmo di Komor è infinito, vero?
Scossi i capelli. “Mi fanno sembrare più carina, no?” Gli feci la linguaccia.
“Lo sai che non fa bene essere egocentrici,” mi prese in giro prima di darmi un colpetto alla fronte.
“Argh! Tu, vieni qui!” Gli bloccai il collo con un braccio, arruffandogli i capelli giocosamente con l’altra mano come ai vecchi tempi. Aspetta, cosa stavo dicendo? Erano passati solo due giorni da che ero diventata una ‘principessa’. Come poteva un periodo così breve sembrare tanto lungo?
Lui si liberò velocemente dalla mia presa e si sistemò i capelli com’erano prima.
“Okay, basta così. Facciamo le persone serie.” I suoi occhi divennero improvvisamente freddi e ostili.
“Komor?” Ero preoccupata per il mio caro amico. Perché tutto a un tratto era così arrabbiato?
“Raccontami. A proposito di ieri,” iniziò, incrociando le braccia come un adulto sul punto di punire un bambino. “Cos’è successo? Un momento prima finisci la tua battaglia con N, e l’attimo dopo vengo a sapere che te ne sei andata da Soffiolieve senza lasciare traccia!”
Spostai la mia attenzione sul terreno. “Be'…”
“Ebbene?” Picchiettò con il piede con impazienza.
Mi ricordai di quella volta che avevo incontrato N qui a Sciroccopoli; mi aveva offerto un giro sulla ruota panoramica per confessarmi di essere il capo del Team Plasma. Sarebbe stato più confortante e facile raccontare a Komor della mia nuova vita nello stesso luogo.
“Posso… dirtelo sulla ruota panoramica?”
Komor inarcò un sopracciglio. “La ruota panoramica? Perché? Cosa ti impedisce di dirmelo qui?”
Strinsi i pugni. “Mi sentirei meglio se fossimo lì. Per favore?”
Calmati, White. Tutto ciò che devi dire sono poche parole. Dì solo qual è la condizione del contratto di N. È così semplice.
Komor sospirò, arrendendosi. “D’accordo.”
Grata per la sua decisione, gli presi un braccio e lo strinsi forte. “Grazie.”



“Okay.” Inspirai profondamente. “Cominciamo.”
Komor si sedette di fronte a me nella cabina, fissandomi intensamente come se stessi per rivelargli la cura per il cancro.
“Non odiarmi per questo, okay?” Mi sentivo così vulnerabile sotto il suo sguardo.
“Non preoccuparti, non succederà.”
“Ricordi quando N ha detto che avremmo stretto un patto?”
Komor boccheggiò. "Lui deve rinunciare alle sue ambizioni. Ma tu-!"
Io annuii, vergognandomi delle parole che imploravano di sgorgare dalle mie labbra.
"Io sono la sua principessa."
Non si sentiva alcun vento, lo scricchiolìo della cabina cessò, e i Pidove smisero di cinguettare. C'era solo Komor con gli occhi sgranati che sedeva di fronte a me inorridito, con un pensiero che ovviamente non riusciva a processare per bene. La sua espressione lentamente si sciolse in una di rancore.
"E tu hai acconsentito a tutto questo?" Le sue parole erano intrise di veleno.
"Tu non capisci! Se non gli avessi obbedito, lui avrebbe separato umani e Pokémon!"
Lui schizzò in piedi dal suo sedile. "Oh io capisco perfettamente! Sei solo troppo convinta per accorgertene! Come avrebbe fatto N a cambiare il mondo da solo? Il Team Plasma è debole come abbiamo dimostrato molte volte."
"Ma la nostra lotta... è finita in un pareggio!"
"Precisamente! Lui non ha il potere di sconfiggerti del tutto! Non gli sarebbe rimasto più niente alla fine se tutti noi gli avessimo opposto resistenza! Ecco perché dovresti andartene e tornare a casa ad allenarti con me e Belle! Alla fine potresti avere la tua vittoria! 'Cadi sette volte e rialzati otto!' "
"Ma-" Aveva ragione lui. Non dovevo dare ascolto ad N. Non aveva abbastanza potere. Potevo tornare a casa e allenarmi, e poi tornare indietro e affrontarlo di nuovo quando sarei stata abbastanza forte. E allora perché non volevo ascoltare Komor? Cos'era che mi tratteneva? Non potevo essere innamorata di N!
"Oh, ho capito," gemette.
"Cosa?"
"Ti piace, vero? Tanto."
Mi coprii parte della faccia per nascondere il rossore. Adesso Komor era diventato la mia coscienza?
"Ammettilo." Strinse i pugni. "E' ovvio."
Non si poteva mentire a Komor. Sapeva leggerti dentro come un libro.
"Sì." In parte era vero; non era facile capire i propri sentimenti per qualcuno. Mi piaceva, ma non poteva essere amore.
"Sei così sciocca, White! Come puoi lasciare che N ti faccia questo? Davvero, cosa ti è preso ultimamente? Sei cambiata fin da quando l'hai incontrato. Ancora di più dopo la tua ultima battaglia con lui. Quel tipo è un maniaco; è praticamente un bambino. Non dovresti permettergli di controllarti così."
Mi sentivo orribile. Sapevo che N mi stava cambiando, ma perché mi piaceva? Poteva non essere amore, ma sapevo di provare sentimenti autentici per lui. Andavano oltre l'amicizia, eppure qualcosa li tratteneva dall'essere vero amore.
"Senti, tu sei la mia migliore amica, White. Ti conosco da praticamente sempre, quindi so cosa è meglio per te."
Ridacchiai. "Parli come se fossi mio fratello maggiore."
Lui scosse la testa, sorridendo. "Ehi, gli amici esistono per questo, giusto? Per essere come fratelli."
La ruota panoramica si fermò e giunse il nostro turno di scendere.
"Bene, ho un'intera giornata da passare qui, e voglio trascorrerla al meglio!" Feci una giravolta sulla strada asfaltata con le braccia spalancate.
"Accidenti, parli come se non dovessi lasciare mai più quel castello. Cos'è, ti tiene rinchiusa in una torre e non ti dà da mangiare altro che pane e acqua?" Era sorprendente come il suo umore potesse cambiare tanto in fretta.
Ridacchiai. Il mio stomaco cominciò a brontolare. Sorrisi imbarazzata. "A proposito di pane e acqua, mi sta venendo un po' di fame. Ti va di fermarci in un bar?"
Avevo a malapena toccato la mia colazione stamattina, facendo preoccupare N da morire; ero dispiaciuta di averlo spaventato in quel modo. La cena della sera prima mi aveva riempita sorprendentemente, ma adesso il mio stomaco implorava calorie.
"Certo, se vuoi."



"Quindi, com'è andato il tuo allenamento nei giorni scorsi? Avevi detto di voler sfidare la lega di nuovo il giorno dopo l'ultima battaglia."
Komor ed io sedevamo ad un piccolo tavolo accanto alla finestra del bar. Mi lanciò un'occhiata da sopra il menù e si aggiustò gli occhiali.
"Sono riuscito ad allenarmi un po' nella Via Vittoria, ma nient'altro. Sono abbastanza sicuro di riuscire a battere i Superquattro di nuovo. Sarà una passeggiata. Quel che mi preoccupa è lottare contro Nardo. Non l'ho ancora sfidato perché conosce già il mio stile di combattimento. Dovrò provare a trovarne uno nuovo per coglierlo di sorpresa.
Ridacchiai. "Sei proprio deciso a vincere vero?"
Lui sogghignò. "Certo! Ma anche se non vinco, Nardo ha detto che mi avrebbe preso come apprendista. Praticamente otteniamo entrambi quello che vogliamo."
Sorrisi. Nardo era come un secondo padre per Komor. Tra noi quattro, Black, Belle, Komor, ed io, non avevo dubbi che Komor fosse il suo preferito.
"Come va oggi signori?" Disse un'allegra cameriera mentre trotterellava verso il nostro tavolo, tirando fuori il suo bloc-notes. "Cosa gradite lei e suo figlio da bere?"
Riuscii a contenere a fatica una risata quando vidi l'espressione scioccata di Komor. La sua faccia era rossa come una Baccaliegia e non sembrava per niente contento.
La cameriera mi lanciò un'occhiata perplessa e confusa ma io scossi semplicemente la testa. "Due frullati di Baccabana, per favore."



"NON lo racconterai mai a nessuno per niente al mondo, hai capito?"
Mi strinsi nelle spalle, sogghignando per questa rara opportunità di ricatto. "E a chi dovrei dirlo? A parte Belle?"
Komor mugugnò qualcosa e incrociò le braccia come un bambino, prendendo lunghi sorsi del suo frullato attraverso la cannuccia.
"Non è nemmeno biologicamente possibile! Non ti assomiglio nemmeno lontanamente! Senza contare che sono più grande di te!"
"Accidenti, Komor. Tu prendi le cose troppo sul personale. È stato solo un errore."
"Mi ha insultato. Non mi farò trattare come un bambino! Ho sedici anni e vorrei essere trattato come tale!" Si imbronciò.
Sapete, la cosa era ironica perché lamentandosi dell'accaduto, sembrava ancora di più un bambino.
Ma io mi limitai a riderci su. Forse Komor poteva anche provare a sforzarsi di sopportare di essere visto come un bambino.
Sospirai. Forse io avrei dovuto fare lo stesso per mia situazione; sopportare il mio accordo con N. Dovevo anche essere in grado di resistergli verbalmente.
Più facile a dirsi che a farsi.



Dopo aver chiacchierato un altro po' e dopo che Komor ebbe rivolto altri sguardi feroci alla cameriera, uscimmo dal bar. Gettando uno sguardo al mio Interpoké, vidi che avevo all'incirca altre tre ore libere! Ugh. Ecco che ci ricascavo, dando retta ad N.
Ma qualcosa mi diceva che non era giusto rimanere qui.
"Komor?" È vero che non avevo trascorso molto tempo con lui, ma qualcosa mi stava richiamando verso il castello. Era come se avessi avuto bisogno di convincere N che sapevo ragionare di testa mia e non dovevo ascoltare ogni cosa che diceva. Ironicamente, tornando al castello, avrei ancora obbedito ad N. Non c'era proprio una via d'uscita!
"L'unico e il solo."
"Ahah. Senti, devo andare."
Lui emise un sospiro forzato. "Torni già dal re del PETA?" Non riuscii a non ridacchiare. "Accidenti, mi piacerebbe proprio sapere cosa ci trovi in quel tipo."
"Sì, sì, non ho bisogno dei tuoi consigli da due soldi. Sei pazzo tanto quanto lui."
"Eppure tutti voi mi volete ancora bene. A cosa stavate pensando tu e Belle quando avete deciso di diventare mie amiche? Black deve aver corretto i vostri drink o qualcosa del genere."
"Komor, sei cosciente del fatto che siamo amici da quando eravamo bambini, vero?" Giuro, diceva sempre le cose più assurde.
"Questo è quello che pensi tu."
"Be', meglio che vada!" Lo cinsi con un braccio.
"Ricorda, White: Predominio!" Strinse scherzosamente un pugno, poi mi puntò l'indice contro. "A meno che essere sottomessa non sia quello che vuoi. Ricorda, non sono ancora d'accordo con questa cosa. Quindi se alla fine ti senti infelice, non venire a piangere da me, perché ti sto dicendo da adesso che questa è una cattiva idea."
Gli diedi una pacca sulla spalla. "Sì, certo. Ti chiamo all'Interpoké ogni tanto, 'kay?"
"'Kay, qualsiasi cosa tu dica," replicò, facendomi un cenno di saluto prima che prendessimo direzioni diverse.



N alzò lo sguardo dal suo libro mentre se ne stava comodamente sdraiato sul love seat. "Oh, tesoro! Sei tornata presto. Ti sei resa conto di quanto sia un mascalzone quel ragazzo?"
Mascalzone? A dirla tutta, N parlava come uno del sedicesimo secolo!
"È mio amico. Per favore non insultarlo." Feci del mio meglio per suonare superiore. 'Predominio!'
"Scusa... non lo insulterò se non vuoi." Adesso era lui ad essere sottomesso! Era come un bambino dopotutto, ma la maggior parte dei bambini non erano forse ribelli? Forse gli era stato insegnato come comportarsi. Forse Ghecis aveva davvero qualche buona capacità come genitore, per quanto minuscola.
"E a proposito di amici, mi piacerebbe vederli spesso durante la mia permanenza qui. Mi rifiuto di avvisarti ogni volta che mi va di vederli. Ho diritto alla privacy."
N posò il suo libro e si alzò in piedi. "Cosa ti è successo, cara? Quel ragazzo ti ha riempito la testa di cose insensate?"
"Quel ragazzo ha un nome, sai." Incrociai le braccia e lo guardai torva. "E ti ho detto di non insultarlo."
"E tu lasci che lui insulti me? Mia adorata, io potrei darti molto di più di quanto potrebbero mai darti i tuoi amici. In che cosa ho sbagliato?"
"N, tu sei mio amico-"
"E futuro marito," aggiunse lui.
Sospirai. "Non parliamo di questo. Comunque, tu sei mio amico e anche loro. Non posso passare tutto il mio tempo con te."
"Perché no? Un principe ha bisogno di una principessa al suo fianco tutto il tempo." N distolse lo sguardo, vinto.
"Perché è una cosa egoista."
N doveva davvero smetterla con questa legge del 'Ma i principi e le principesse fanno sempre così'. Erano passati solo due giorni e stava già diventando noiosa.
Ci fu un momento di pausa tra noi. Sperai che stesse assimilando il concetto.
N inspirò profondamente.
"White, ti amo."
Come accade a tutte le ragazze, queste parole mi colpirono dritte dritte al petto. Il cuore di una ragazza era qualcosa di incomprensibile; i nostri cuori palpitavano al suono della voce di ogni uomo che dicesse di amarci, anche se sapevamo che non era vero. Forse perché era una cosa che ci faceva sentire speciali, come se qualcuno tenesse a noi. Ma io la sapevo lunga.
"No che non mi ami, N." Parlai sopra il battito del mio cuore. "Perché me lo diresti altrimenti?"
"Ho sentito che se dici a una ragazza che la ami, la rendi felice. Sei ancora arrabbiata? Se no, posso dirtelo di nuovo," replicò N con innocenza.
Per quanto fosse ingenuo N, non riuscivo a credere che conoscesse così poco dell'amore da credere che solo dichiarandolo le persone sarebbero diventate felici. Era troppo assurdo.
"N, non puoi semplicemente dire 'ti amo' a chiunque. Dirlo così non significa niente. Potresti dirlo e le persone potrebbero interpretarlo nel modo sbagliato. Puoi dirlo solo quando lo senti."
"Ma allora quando lo dico?"
Non avrei mai pensato che un giorno avrei dovuto spiegare l'amore a qualcuno. Ma come potevo spiegare ad N cos'era l'amore?
"Be', puoi dirlo quando sai di amare qualcuno." Questa frase non ci avrebbe portato da nessuna parte. "Ami qualcuno quando non vuoi altro che la sua felicità assoluta. Provi una sensazione tipo i Volcarona nello stomaco."
N mi guardò ad occhi sgranati. "Ma i Volcarona sono troppo grandi per entrare nello stomaco! Non fa male?"
Mi coprii la bocca con una mano per non scoppiare a ridere.
"È un modo di dire, N!" Dissi ridacchiando.
"Guarda! Sei felice adesso! Non so cosa ho fatto, ma ti ho reso felice!" N applaudì, prendendomi le mani.
N aveva un animo molto buono. Aveva uno strano modo di esprimere gentilezza, ma chi poteva biasimarlo? Non aveva chiesto lui di essere il figlio del tiranno che l'aveva rinchiuso in una stanza. N era proprio una di quelle persone a cui non si poteva tenere il broncio.
N sorrise. "Molto bene, tesoro. Ti lascerò vedere i tuoi amici ogni volta che vuoi. Basta che conservi i tuoi sorrisi migliori per me!"
Io risi. "Ahah! Certo, N!"
Forse, avrei imparato ad apprezzare questo posto. Sarei stata in grado di dimostrare a Komor quanto ero cresciuta dal giorno in cui eravamo partiti per il nostro viaggio. Certo, avrei provato ad impormi come mi aveva detto, ma questo poteva essere un modo per mettere alla prova la mia sopportazione. Anche lui poteva imparare un paio di cose da me.
Aspetta... Komor voleva che io smettessi di dar troppa retta ad N. Voleva che pensassi di testa mia. Ma io non stavo forse ascoltando tutto ciò che lui mi aveva detto, adesso?
Merda.



Note della traduttrice (translator's notes): ecco il quarto capitolo (in ritardo). Il quinto la prossima settimana, se riesco anche martedì.
- "Fall seven times and stand up eight!" ("Cadi sette volte e rialzati otto!"): proverbio giapponese.
- PETA (People for the Ethical Treatment of Animals): è un'organizzazione no-profit a sostegno dei diritti degli animali. Per ulteriori informazioni, vi rimando alla pagina di WikipediaÈ un riferimento ironico all'ideologia di N sui Pokémon.
Ringrazio i tre recensori dell'ultimo capitolo, e appena pubblico tradurrò le tre recensioni e le invierò all'autrice. Alla prossima, e buone vacanze!

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Capitolo 5
*** Sogno di un bambino ***


autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui



Capitolo 5: A Child's Dream
~ Sogno di un bambino ~



"Oh, principessa White, diteci dove siete stata ieri mattina!" La ragazza della Spugna mi strinse la mano in aspettativa.
"Sì, ditecelo, principessa White," trillò la ragazza del Balsamo subito dopo, afferrandomi l'altra mano allo stesso modo. "Lord N sembrava così turbato finché non siete tornata!"
Sia Ragazza Balsamo che Ragazza Spugna, che mi avevano finalmente detto che i loro nomi erano Mildred e Shirley, mi stavano trascinando giù per i corridoi del castello per vedere N. Pareva che avesse qualcosa di importante da dirmi. Avevo deciso che avere un solo 'amico' al castello non mi avrebbe portato a niente; certo, sempre che a questo punto N fosse da considerarsi ancora mio 'amico'. Se tutto andava bene non mi avrebbe definita la sua 'fidanzata' ancora per un bel po'.
Comunque, dal momento che Mildred e Shirley erano così gentili e ammaliate da me, supponevo che sarebbero state delle buone amiche. Erano buone con me e la loro indole ottimista sembrava aver contagiato un po' anche me. Forse mi avrebbero persino potuto aiutare a scaricare un po' dello stress per tutta la faccenda della 'principessa'. Certo, potevo lasciare il castello ogni volta che volevo adesso, ma non potevo uscire ogni giorno. Avere un po' di amici qui al castello sarebbe stata una cosa positiva.
'Ebbene, sono andata a trovare una mia conoscenza a Sciroccopoli," risposi piano.
Mildred battè le palpebre. "Una conoscenza? E, se posso chiedere, chi era questa vostra conoscenza?" La loro curiosità mi ricordava Belle. Se non altro avevo qualcosa che mi ricordasse i miei amici mentre ero via, anche se non nel modo migliore.
Era molto imbarazzante raccontare loro che ero stata in compagnia di un ragazzo che non fosse N. Non volevo che il Team Plasma pensasse che lo stavo 'tradendo'. Avrei semplicemente dovuto convincerli che Komor era solo un amico.
"Il mio amico Komor. Siamo amici d'infanzia." Ero nei guai.
Entrambe trattennero il fiato. "Amico? Avete detto 'amico'?"
Sospirai, abbassando il capo. "Sentite, è solo un amico, niente di più. N lo sa già e non gli importa." Diciamo che sopportava la cosa.
Mi aspettavo che corressero via e lo raccontassero alle altre reclute, ma rimasero al loro posto. Immediatamente, entrambe proruppero in uno scoppio di risatine.
"Ohoh! Ero quasi certa che Lord N non sapesse siete stata con un ragazzo!" La faccia di Shirley era completamente rossa. "A pensarci bene, credo di ricordare questo 'Komor' di cui parlate!"
"Anche io!" Interruppe Mildred. "Era quello con i capelli corti e marroni e il cappello?"
Scossi la testa. "Quello è Black."
"Oooh~ Black." L'interesse nella sua voce era palpabile. "Che nome misterioso."
Sì, certo. Salvo il fatto che era la persona più energica che conoscessi. Conoscevo Black da quando avevo più o meno sette anni, e posso dirvi che il suo nome non rispecchiava AFFATTO le aspettative di Mildred. A pensarci bene, dal momento che Mildred e Shirley erano come Belle, anche loro si sarebbero potute prendere una cotta per lui.
"Credimi, Black è tutto tranne che misterioso. È piuttosto spensierato, se proprio lo vuoi sapere."
Si accigliò leggermente. "Che peccato. Dev'essere un nome difficile con cui convivere."
O no.
"COMUNQUE," si intromise Shirley. "Riguardo a questo signor 'Komor'; com'è? Diteci della vostra piccola uscita con lui! Muoio dalla voglia di saperlo!"
Sarcastico. Lunatico. Schietto. Nerd. Uno stronzo. E a volte non desideravo altro che radergli quella sua ahoge quando mi faceva incazzare. Ma soprattutto, migliore amico? Okay, in modo scherzoso, forse, ma non avevo intenzione di descriverlo così! Ahah, mi avrebbe ucciso!
"È molto intelligente ma parecchio lunatico. Può sembrare un idiota a volte, ma una volta che lo conosci meglio è un ragazzo fantastico. Non si riesce a non volergli bene. È come il fratello che non hai mai avuto."
Wow. Stavo descrivendo un ragazzo che non fosse N alle sue stesse reclute. "Riguardo a ieri, abbiamo girato un po', parlato, e bevuto dei frullati."
Non era di certo il modo migliore per descrivere una giornata altrimenti interessante, ricca di divertimento passata a discutere di come avrei probabilmente trascorso il resto della mia vita in un castello, ma tanto bastava.
Shirley emise un sospiro drammatico e si imbronciò. "Ero davvero sicura di conoscere questo Komor. Che aspetto ha?"
"Capelli neri, occhiali, una giacca blu, pantaloni neri, aderenti." Afferrai una ciocca di capelli in cima alla testa e la sollevai. "Ha un po' di capelli che vanno su così?"
Increspando le labbra, sollevò lo sguardo al soffitto assorta. "Mh... Credo di averlo visto qui al castello qualche giorno fa. Era con un uomo dai capelli rossi; il Campione, credo?"
"Sì. Era lui, senza dubbio."
"Dev'essere un allenatore forte, considerando che il Campione sembrava così legato a lui!"
Feci un mezzo sorriso. "Be', se volete, possiamo andare a trovarlo qualche volta. Anche Black e l'altra mia amica, Belle."
Sui loro visi si dipinsero lentamente degli ampi sorrisi. "Oh, sarebbe magnifico, principessa White!"
E forse, saremmo potuti essere tutti amici un giorno.
Shirley e Mildred cessarono di trascinarmi quando raggiungemmo un largo, portone ad arco che mi era già familiare anche se era solo la seconda volta che lo vedevo; l'entrata della sala del trono di N. Fu allora che realizzai, non era questo il luogo in cui N avrebbe dovuto trascorrere la maggior parte del tempo durante il suo 'regno'? Sono abbastanza sicura che, quando non era in viaggio, doveva aver passato un sacco di tempo nella sala del trono a dare ordini alle reclute. Quindi, immagino che Mildred e Shirley mi stessero portando qui per 'fargli visita'? Scaricare un po' di stress dovuto ad una lunga giornata di lavoro; lavoro che consisteva in N che faceva prediche e mandava altri a predicare. Molto moralizzante.
Sorprendentemente quando giungemmo al vero trono, N era impegnato a esaminare il rapporto di una recluta che evidentemente era stata di stanza a Soffiolieve. Gli 'abiti da lavoro' di N erano, a quanto pareva, una lunga tunica bianca che gli faceva sembrare la vita robusta anzi che lo stecchino che era, e una lucida corona dorata che determinava il suo rango. Dietro le quinte, un gruppo di reclute, che indossavano tute da lavoro al posto dell'uniforme del Team Plasma, stavano intonacando il buco che Zekrom aveva fatto nel muro durante la battaglia finale. A proposito del buco, diedi un'occhiata allo spazio sottostante; le colonne distrutte dall'entrata di Zekrom erano sparite e l'acqua era stata ripristinata. Wow, certo che quelle reclute lavoravano velocemente!
"Oh White, tesoro, sei qui!" N dal trono agitò la mano in modo infantile nonostante ci trovassimo a pochi passi di distanza l'uno dall'altra.
Non appena ebbe pronunciato il mio nome, le reclute nella sala smisero di fare ciò che stavano facendo e si inchinarono in segno di rispetto. Timidamente, risposi con un piccolo cenno, ed essi tornarono al lavoro.
La mia attenzione tornò ad N. "Allora N, avevi bisogno di qualcosa? Mildred e Shirley hanno detto che hai chiesto di me."
Porgendo il rapporto alla recluta, N si alzò in piedi con un movimento aggraziato. Non ci avevo mai pensato granché, ma a parte il pallore, i capelli scarmigliati, il corpo alto e dinoccolato, N aveva un portamento regale come pochi. Il modo in cui parlava, il modo in cui si muoveva, il modo in cui gesticolava, il modo in cui faceva ogni cosa; erano strani, e tuttavia maestosi e regali. In qualche modo, quel suo abbigliamento, per quanto inadatto, lo faceva sembrare ancora più nobile. Se non fosse stato per i miei sentimenti contrastanti per lui o se non l'avessi conosciuto affatto, probabilmente mi sarei innamorata di lui all'istante.
"A dire il vero sì. Ti dispiacerebbe venire con me? Volevo di parlarti di una cosa." Le dita lunghe e sottili di N si tesero verso di me.
Lanciai un'occhiata a Mildred e Shirley che mi liberarono le braccia. Potei sentire le loro lievi risatine quando posai la mano sulla sua. Tentando di impedire al rossore di espandersi sul mio viso, lasciai che N mi trascinasse fuori dalla sala del trono.



"Di che cosa volevi parlare, N?"
Ancora una volta, eravamo seduti vicini sul nostro letto, proprio come durante la mia prima notte. N si era cambiato con i suoi vestiti da viaggio, ad eccezione della camicia bianca, del cappello, e degli altri suoi accessori. Anche io indossavo un abbigliamento informale; una semplice maglietta e dei pantaloncini. L'ora dei pasti era ancora lontana ed N aveva finito il suo lavoro per oggi, quindi non c'era motivo di indossare vestiti formali e sontuosi al momento.
"Be', volevo informarti che ho rispettato la mia parte dell'accordo."
Questa era la prima volta che il discorso del patto saltava fuori tra noi dal giorno in cui l'avevamo stretto. Erano passati solo quattro giorni, ma sembrava che N stesse facendo rapidi progressi.
"Proprio oggi ho ricevuto un rapporto che diceva che la probabilità che gli allenatori liberino i loro Pokèmon è calata del 2%! E la probabilità di abusi sui Pokémon è già scesa del 2,5%! È un enorme progresso per così pochi giorni!" Sembrava veramente orgoglioso del suo operato.
"È fantastico, N! Sono fiera di te!" Strinsi le mie mani sulle sue.
"Grazie, White! E una volta che avremo finito con Unima, ci trasferiremo a Kanto, Johto, Hoenn, Sinnoh; tutte le regioni del mondo! Spero che un giorno, tutti i miei amici potranno vivere in un mondo pacifico; un mondo perfetto affinché gli uomini e i Pokémon vivano in armonia."
Niente poteva essere paragonabile allo splendore sul viso di N in quel momento. La bella innocenza che lo pervadeva mi portò quasi sull'orlo delle lacrime. Lo stesso sogno, un sogno di pace, una volta infantile, sembrava adesso essere possibile. N una volta aveva dimostrato l'impossibile, provando che i Pokémon e gli uomini potevano combattere insieme senza l'uso delle pokéball. Forse, solo forse, N poteva farlo di nuovo; provare a tutti quanti che potevamo vivere in pace e in armonia.
Le dita di N si allacciarono alle mie mentre avvicinava il suo viso verso di me. I suoi ammalianti occhi verde chiaro mi tenevano sotto controllo.
"Adesso... è tempo che tu mantenga la tua parte dell'accordo."
Cosa! Che intendeva dire con questo?
"Che intendi, N? Sono la tua principessa, proprio come mi hai chiesto." Non poteva certo volermi sposare adesso, vero?
Lasciandomi una mano, lui mi circondò con un braccio. Le sue palpebre si abbassarono un tantino e sembrò che fosse sul punto di baciarmi. Le mie guance avvamparono e formicolarono senza controllo. Non ero mai stata baciata prima e trovarmi in una situazione del genere mi rendeva talmente nervosa che mi sentivo svenire.
"Ho fatto tutto questo per te, White." Il suo respiro mi solleticò il naso e le labbra. "Non chiedo molto, ma... per favore. Lascia che... ti stringa."
N strofinò il naso contro la mia guancia accaldata e accarezzò l'altra con la sua mano fresca. Tutto qui. Stavo di sicuro per perdere i sensi. Potevo sentire il mio stesso respiro irregolare e ogni volta che battevo le palpebre, un guizzo rosso lampeggiava davanti a me, come quando batti le palpebre dopo aver guardato una luce abbagliante troppo a lungo.
Cercai di afferrare qualcosa, qualsiasi cosa intorno a me, solo per sentire qualcosa di tangibile oltre ad N. Non ci fu alcun punto del nostro letto che non tastai, disperata com'ero.
I miei occhi si schiusero e notai il profondo rossore che adornava il viso di N. C'era sorpresa nei suoi occhi, uno sguardo che si addiceva ad un ragazzo innocente che avesse appena sperimentato il suo primo bacio.
Ma non c'era stato nessun bacio. Solo un lieve tocco innocente. Niente di più. Se io ero stata sul punto di svenire, N sembrava stare molto peggio di me. Solo per una carezza? Per N, probabilmente era stata intensa come un bacio. Eppure, non potei evitare di chiedermi perché si stesse comportando in questo modo. N non aveva ovviamente avuto esperienze simili con le ragazze, ma qualcosa nel suo atteggiamento sembrava stranamente familiare.
Le sue dimostrazioni d'affetto... erano quasi simili a quelle dei Pokémon...
"Lord N, avete chia-"
Trattenni il fiato, girando lentamente la testa verso la porta. Una recluta stava in piedi davanti alla porta aperta, guardandoci incredulo con gli occhi spalancati. E pensare che ci aveva colti in una situazione equivoca come questa; il suo capo con le braccia romanticamente avvolte attorno ad una ragazza, abbastanza vicini da poterci baciare, ed entrambi vistosamente rossi in viso. E anche io rimasi sconvolta nello scoprire quale recluta ci aveva visti così.
Era la stessa recluta di prima.
Era la stessa recluta che mi aveva sorpreso a chiamare N il primo giorno. Sembrava che fosse destinato a sorprenderci nel momento sbagliato!
"Avevate bisogno di qualcosa, signore..." Suonava più come un'affermazione che come una domanda. La povera recluta rimase lì, serrando i palmi mentre perle di sudore gli scivolavano lungo la faccia arrossata. Le sue sopracciglia erano aggrottate.
Doveva essere successo quando stavo cercando di afferrare qualcosa! Dovevo aver afferrato per errore la campanella del servizio in camera! Oh, White! Komor aveva ragione! Sei proprio stupida!
"No. La mia principessa ed io stiamo bene. Non abbiamo bisogno di nulla." N si era già tirato su a sedere, imperturbabile. Era come se nulla fosse accaduto. Wow. Certo che N sapeva riprendersi in fretta!
"È proprio come pensavo," sospirò la recluta, chiudendo la porta dietro di sè. "Sto lavorando troppo..."
La recluta se n'era andata, ma N ed io rimanemmo lì seduti in imbarazzo. Non dissi una parola. Non c'era niente da dire in realtà su quanto era appena accaduto.
"Cambiamoci per la cena," parlò N dopo un po'.
Mancava ancora un sacco di tempo all'ora di cena, ma mi arresi. Qualsiasi cosa per spezzare quel silenzio impacciato.
"C-C-Certo. Buona idea."



Un'altra cena trascorse silenziosamente in compagnia del Trio Oscuro e delle Dee. Ognuno mangiò la propria minestra in silenzio, senza nemmeno un rumore. Così in silenzio che potei sentire N sussurrare lievemente tra sé e sé.
"Sento i Volcarona nello stomaco."



Note della traduttrice (translator's notes): sì, avete il mio permesso di linciarmi. Chiedo scusa a chi si aspettava questo capitolo ieri, purtroppo ho avuto degli impegni. Dalla settimana prossima gli aggiornamenti riprenderanno puntuali ogni martedì (salvo test per l'università). Mi dileguo, ma vi lascio alcune note.
- Shirley e Mildred probabilmente sono i nomi inglesi di qualche recluta del Team Plasma presente nel videogioco, ma di cui non sono riuscita a trovare le controparti italiane come è stato invece per i quattro ragazzi della ruota panoramica. Probabilmente vale lo stesso anche per... Be', lo vedrete (uhuh).
- L'ahoge, nominata in «E qualche volta non desideravo altro che radergli quella sua ahoge» («And sometimes I just wanted to shave off that ahoge of his») era così anche in inglese, perchè è un termine giapponese che sta ad indicare quelle ciocche all'insù presenti sulla testa di personaggi solitamente buffi o infantili negli anime. Qui per ulteriori informazioni.
Credo sia tutto, ma ancora una volta vi invito ad esprimere qualsiasi perplessità, o a farmi notare eventuali punti poco chiari. Ringrazio i cinque (*^*) recensori dell'ultimo capitolo, e come sempre, non appena pubblico questo, tradurrò le loro recensioni per Bluechan. Parole sue, è molto contenta di star ricevendo tutti questi pareri dai lettori italiani, e detto da una che sul sito inglese ha qualcosa come 976 recensioni non è poco.
Alla prossima!

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Capitolo 6
*** E poi rimasero in due ***


autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui



Capitolo 6: And Then There Were Two
 ~ E poi rimasero in due ~



"Dimmi com'è vivere in un castello, White! Dimmelo, dimmelo, dimmelo!"
Questo dimostra all'incirca che io tra i miei amici sono quella neutrale; Komor non sopporta l'idea di me che vivo con N, mentre Belle ne è assolutamente entusiasta. Come farebbero quei due senza di me?
"Be', dentro è molto grande..." La mia voce tremò appena. Accidenti. Belle e la sua curiosità. I suoi occhi ansiosi scintillarono alla luce del sole di Sciroccopoli mentre si sporgeva sul nostro tavolo con impazienza. Eravamo seduti fuori da un piccolo bar; diverso da quello della mia ultima uscita con Komor.
"No, no! Dimmi come sono tutti quanti! Le reclute ti trattano come la regina di tutto?"
"Ma non mi dire!" Mi chinai in avanti, trafiggendo con una forchetta la mia focaccina da tè ridotta in poltiglia. "E mi lasciano a stento da sola. 
È piuttosto carino che si preoccupino per me e sto facendo nuove amicizie, ma non mi sento come a casa, capisci?"
Belle sospirò. "Sì, immagino... Dunque che mi dici di N? Riesco PROPRIO a immaginare voi due che uscite assieme!"
"Belle!"
Lei ridacchiò, intrecciando le mani con aria sognante. "
È vero! Riesco proprio a immaginarlo! Ricordo quanto lo incontrai per la prima volta, pensai che fosse FIGO! SUPER figo! Non quanto il mio Blacky Muffin, però, ma pur sempre bello. Ma quando vi ho sentiti parlare nella Cava Pietraelettrica, mi è venuto spontaneo pensare che voi due foste così carini insieme! E lui che ti chiede di diventare la sua principessa! È cosììì romantico!"
"BELLE!"
"Allora~!" Sogghignò, emettendo un lieve sussurro. "Ti ha già baciata?"
Picchiai forte la faccia contro il tavolo e la battei ripetutamente. PERCH
È!
"Sei un'amica orribile, Belle," mormorai sul piatto della focaccia che già si stava appiccicando sul mio viso.
"Ahahah-eh?" La sua risata si spense e la vidi fissare qualcosa oltre me, nonostante tenessi la testa in quella strana posizione.
Sollevando la testa dalla focaccia appiccicosa, mi voltai, sorpresa nel vedere un viso tanto familiare. Pure in questo periodo dell'anno?
Martin mi fissava con occhi sgranati, stringendo goffamente una grande busta in una mano e una scatola bianca nell'altra. "Signorina White?"
Belle si fece più vicina a me. "Ooh, conosci questo tizio ricco? 
È carino e scommetto che ha un sacco di soldi!"
Mi sporsi verso di lei. "Continua a dire certe cose, e dirò a Black che ci stavi 'provando' con altri ragazzi."
Lei ridacchiò. "Dillo a Blacky, e io dirò ad N che un certo qualcuno ti ha chiesto di uscire e tu hai accettato."
"Eh? Che cosa inten-"
Sentii Martin sfiorarmi mentre mi oltrepassava e cercava di raggiungere qualcosa sul tavolo. Si tirò su e mi premette un tovagliolo sulla guancia. "La tua faccia è sporca, signorina White! Ecco, lascia che te pulisca io!"
"
È tutto a posto, Martin, davvero." Provai ad allontanarmi, ma lui persisteva.
"Non dire assurdità!" Strofinò il tovagliolo qua e là, poi quando ebbe finito lo rimise di nuovo sul tavolo. "Ecco!"
"Allora, Martin. Che cosa ci fai qui oggi? Pensavo che tu venissi solo durante l'inverno?"
"
È una lunga storia," sospirò, raccogliendo la scatola che aveva poggiato sul tavolo prima di prendere il tovagliolo.
"Abbiamo tempo per sentirla!" Gli disse Belle dolcemente. "Tra l'altro, White ha un sacco di tempo prima di tornare a casa dal suo futuro maritino!"
"Zitta!" Le mie guance arrossirono furiosamente. Come aveva potuto dirlo davanti a Martin!
Martin fu preso alla sprovvista. "Sei fidanzata?"
Cercando di ignorare la risatina di Belle, strinsi i denti. "Non proprio."
"Certo che sì!" Belle si avventò su di me, stringendo le mie spalle in una presa ferrea. "Lei è l'unico vero amore del grande principe N!"
Ogni tanto mi chiedo seriamente come faccio ad avere certi amici.
Martin batté le palpebre. "Il principe N? L'uomo che sta cercando di fermare gli abusi e la liberazione dei Pokémon?"
Gemetti. "Sì. Quel N."
"Capisco." Sospirò. Credo ci fosse rimasto un po' male. "Purtroppo, mi trovo nella stessa situazione. Mia madre e mio padre mi hanno combinato un matrimonio. Ho provato a convincerli che nessuna donna ricca vorrebbe avere figli da un marito debole come me. Verrebbero fuori anche loro malati come il padre."
"Martin." Poverino.
"E... Voglio dire loro che c'è già una ragazza nella mia vita, ma..." La sua voce si affievolì.
"Ma cosa?" Belle aveva le lacrime agli occhi come se stesse guardando la sua soap opera preferita.
Martin sollevò la testa verso di me, il suo viso torvo e pallido. "Ha già qualcun altro..."
Mi dispiace, Martin. Ma non sei mai stato realmente il mio tipo. Sei un buon amico... ma niente di più...
"Non preoccuparti, Martin! Sono sicura che lei ti ama!" Le lacrime colarono lungo il viso di Belle mentre sollevava trionfalmente un pugno verso il cielo. Ovviamente non aveva capito che si riferiva a me. "Andremo noi a convincere i tuoi genitori che questa ragazza ricca non fa per te!"
"Ehi, Belle? Non credo che sia una buona id-"
"Certo che lo è, White!" Mi strattonò il braccio con la mano libera. "Facci strada, Martin!"



"Ahh, Martin! Sei a casa! E chi sono queste due incantevoli giovani donne?" Un uomo alto, massiccio, che indossava uno smoking dall'aria incredibilmente costosa ci salutò quando entrammo nella tenuta ultra lussuosa di Martin. "E vedo che hai portato lo champagne e le decorazioni per la torta!"
"Sì padre." Martin consegnò riluttante i suoi averi all'uomo. "Loro sono White e la sua amica, Belle."
L'uomo fece un largo sorriso, tirandosi leggermente i baffi. "Quindi è questa la ragazza di cui mio figlio si stava vantando ultimamente! 
È un piacere incontrarti!" Mi porse la mano.
"
È un piacere incontrarla anche per me, signore." Gli strinsi la mano e lui passò a stringere quella di Belle.
"E voi belle fanciulle rimarrete qui per la cerimonia di fidanzamento? La famiglia della fidanzata dovrebbe arrivare presto."
Gettai uno sguardo a Martin che mi lanciò un'occhiata implorante, poi a Belle che era senza dubbio impaziente di trovsarsi fianco a fianco con dei ricchi. Mi voltai di nuovo verso il padre di Martin e annuii in segno d'approvazione.
"Ne saremmo onorate, signore!"
Prima che avessi finito di dare il mio consenso, il citofono riecheggiò per tutta la tenuta
con un suono da orologio a pendolo.
"Eccoli qui! Avanti, figliolo! Diamo il benvenuto alla tua futura sposa!" Rimbombò la voce del padre di Martin mentre egli si dirigeva verso l'atrio.
Quando Martin si apprestò a seguire il padre, la sua mano sfiorò la mia. Mi lanciò uno sguardo che gridava 'Aiutami!' ma sapevo di non esserne in grado. In momenti come questi, desideravo che N fosse con me. Lui avrebbe saputo cosa fare.
Le doppie porte si spalancarono e la luce del sole di Sciroccopoli filtrò dentro il salone. Sulla soglia stavano due aristocratici accanto ad una piccola ragazza dalla pelle di pesca vestita di un abito autunnale rosa chiaro. I suoi riccioli biondi le ricadevano elegantemente sulle spalle come una principessa. La sua bellezza superava di gran lunga la mia e scommetto che lei avrebbe saputo gestire il ruolo della principessa di N meglio di me. Era quel tipo di ragazza che vedresti bene probabilmente come Miss Unima.
Ma Martin alla sua vista fece una smorfia. Il padre non se ne accorse e quindi salutò gli ospiti.
"Benvenuti, miei cari amici! Entrate e fatevi ristorare dal rinfresco. Mettetevi comodi mentre attendiamo l'arrivo dei nostri ospiti!" Suo padre condusse i due aristocratici, senza dubbio i genitori della ragazza, verso la sala da pranzo.
In questo modo rimanemmo solo io, la ragazza, Martin e Belle nel salone ora silenzioso.
La ragazza inclinò di lato la testa con fare curioso. "Chi siete voi? Siete le cugine del mio fidanzato? Mia madre e mio padre mi hanno detto che è figlio unico."
Scossi la testa. "No, siamo amici di Martin. Desiderava che ci unissimo alla cerimonia."
Martin stava sudando copiosamente e sapevo che non si sentiva per niente bene. Senza dubbio non voleva essere qui.
"Capisco. E qual è il suo titolo, signorina? Io sono la contessa di Spiraria." Si piegò in una riverenza.
"Eh- Io sono... Ehm..." La principessa del Team Plasma? Oh Tornadus, NO!
"Lei è la fidanzata del principe N!" Si intromise Belle con fare altezzoso. Oh, grazie, Belle! Per una volta era una scusa utile, anche se non del tutto vera!
"Il principe N?" Dal modo in cui lo disse potei capire che era impressionata. "Non ho mai incontrato una principessa prima d'ora."
Scrollai timidamente le spalle. "Be', adesso sì!"
Si portò un dito al mento, come se stesse riflettendo su qualcosa. "Quindi tu sei fidanzata con quell'uomo che sta cercando di fermare la liberazione e l'abuso dei Pokémon, giusto? Devo ammetterlo, sono molto colpita dal fatto che sia stato in grado di arrivare a tanto in poche settimane di lavoro."
"Sì, mi racconta ogni giorno i progressi che fa. Al momento, entrambe le cose sono diminuite del 5%."
Lei annuì. "Mh. Capisco. Davvero impressionante. Dev'essere bello essere amata da un uomo del genere." Poi si sporse un po' più vicina per sussurrare, "In tutta sincerità, sono molto gelosa."
Oh, Martin. Mi dispiace così tanto per te. Di certo non sarai felice con una ragazza del genere.
Ha una vita sentimentale troppo movimentata. Desidera avere ancora altri ragazzi. Oh, vorrei che ci fosse qualcosa che potrei fare... Mh... Forse c'è!
Lanciai un'occhiata a Belle che era impegnata a distrarre Martin. Perfetto.
"A dire il vero, non è una cosa così affascinante. 
È pittosto noioso vivere in un castello così grande. Davvero, penso che ti piacerà sicuramente di più una vita assieme a Martin!" Già. Il Super Ultra Sorprendente Piano di White: Convincere La Contessa Che Martin Sia Un Ragazzo Fantastico!
La contessa si accigliò leggermente. "Ne dubito. Non lo conosco abbastanza bene da gradire una vita assieme a lui, figuriamoci sposarlo. Non sono fatta per i matrimoni combinati."
"Aspetta. Se lui non ti piace, perché non lo dici ai tuoi genitori?"
Lei scosse la testa. "Ci ho provato. Non vogliono sentire ragioni."
"Be', che ne dici di questo? A Martin piace salire sulla ruota panoramica d'inverno. Gli piace anche lottare." Magari questo l'avrebbe convinta.
La contessa sogghignò. "Soffro il mal d'aria. E le lotte sono incivili."
"Gli piace la neve. Qualche volta io e lui passeggiamo per Sciroccopoli quando vengo a trovarlo d'inverno."
"Camminare mi sfinisce." Affermò lei senza mezzi termini.
Argh! Quella ragazza era impossibile!
"Martin!" Chiamò il padre dalla sala da pranzo. "Porta qui la tua fidanzata e i tuoi amici! I nostri ospiti stanno arrivando!"



La sala da ballo era gremita a perdita d'occhio di persone vestite
elegantemente. Chiacchieravano, danzavano sulle note della piccola orchestra, e sorseggiavano piacevolmente lo champagne. Era strano come tutti fossero così felici quando i due festeggiati erano tristi e avviliti; sedevano dandosi le spalle.
"Oh! Vorrei che il mio Blacky fosse qui a ballare con me!" Belle si dondolava avanti e indietro sui tacchi, tenendo le mani intrecciate su una guancia. "La musica è così romantica!"
Un pensiero involontario mi attraversò la mente: desiderai che N fosse qui per ballare con me...
"Ehi, White? Non pensi che dovremmo convincerli a ballare?" Domandò Belle da sopra la mia spalla. "Voglio dire, stanno rovinando il significato di questa festa, stando seduti così!"
Sì, ma come? Avevo provato a convincere la contessa prima, ma non aveva funzionato. Sarebbe stato diverso con Martin?
"Ho già provato a renderlo appetibile alla contessa; non ha funzionato."
"Ho provato la stessa cosa con Martin!
È così testardo!" Si imbronciò Belle.
Anche lui? Ugh!
Irritata, marciai verso i riluttanti futuri coniugi.
"Andiamo, tutti e due! State rovinando la festa! Alzatevi e ballate!" Ordinai.
Nessuno dei due mi rivolse altro che uno sguardo.
Serrai i denti, riluttante a dire ciò che stava implorando di uscire dalla mia bocca. Ma sapevo cosa dovevo fare.
"Sentite, io so che cosa state passando voi due. La verità è che io non sono molto contenta di essere la principessa di N."
Entrambi si girarono di scatto sulle loro sedie e mi rivolsero occhiate sconvolte; quelle di Martin erano sicuramente di inutile rinnovata speranza, mentre quelle della contessa erano probabilmente di incredulità che io fossi infelice per qualcosa di cui lei era invidiosa.
"Ad essere onesta, lo conosco solo da circa un anno, e ancora non ho chiarito ciò che provo per lui," ammisi. "Mi piace molto, ma non mi piace il fatto di essere costretta in una decisione contro la mia volontà.
I due rimasero seduti in silenzio, guardandomi con stupore.
Io inspirai, continuando. "Non ho mai avuto scelta, proprio come voi due. Tuttavia, ho capito che devo accettarlo. Magari la mia situazione è diversa dalla vostra, ma sto ancora cercando di scendere a patti con quello che mi succede. Dovreste provare a fare lo stesso. Non è sempre facile, ma se provate, sono certa che entrambi sarete felici alla fine."
Accidenti, White. Prova a seguire i tuoi stessi consigli per una volta!
I due si guardarono esitanti. Rimasero seduti per un momento, discutendo se accettare il mio consiglio o meno. Per fortuna, Martin tese la mano verso di lei.
"Ti andrebbe di provare?"
La contessa scrollò le spalle e poi mi sorrise. "Immagino che potremmo."
Posò la sua mano su quella di lui e Martin la condusse verso la pista da ballo.
L'orchestra smise di suonare la canzone e gli ospiti si ritrassero dal centro per fare spazio alla contessa e Martin. Rimasero insieme al centro della pista e si misero in posizione per il ballo. Anche se erano molto distanti da noi, potevo ancora vedere il sudore scivolare lungo la faccia di Martin.
Avanti, Martin. Puoi farcela. I violoncelli diedero avvio ad una dolce melodia. I violini si unirono vibrando dopo di loro. Fu solo questione di tempo prima che l'intera orchestra suonasse e invitasse i ballerini ad unirsi. Lentamente, i due iniziarono ad ondeggiare al ritmo della melodia.
Nonostante lo spettacolo
patetico degli inizi, poiché Martin e la contessa si muovevano rigidamente lungo la pista da ballo, la loro danza divenne un po' più vivace man mano che il tempo passava. Continuò a modellarsi finché i loro movimenti divennero complessi e perfetti come se entrambi avessero ballato per anni. Sorrisi luminosi ornavano le loro facce; era il momento più bello delle loro vite!
"Oh, White! Non so che cosa hai detto loro, ma deve aver funzionato!" Belle mi strinse in un forte abbraccio. "Sei la migliore! Se mai avessi problemi con Blacky, saprò proprio a chi rivolgermi!"
"Ahah! Grazie, Belle!" Risi. Cavolo, se Martin e la contessa potevano sopportarsi l'un l'altro e divertirsi come stavano facendo adesso, forse potevo anch'io.
La canzone presto terminò e la folla di invitati ruggì d'entusiasmo. Le coppie danzarono verso il centro mentre Martin e la contessa si facevano strada verso di noi.
"Grazie, signorina White. Sono molto lieto che tu mi abbia dato questo consiglio." Martin strinse forte la mia mano tra le sue.
"Vale anche per me, principessa White. Non siamo in grado di ringraziarla abbastanza. Saremo per sempre in debito con lei." La contessa fece un profondo inchino in segno di grande rispetto.
"Possiamo non essere innamorati... ma è un inizio. Forse col passare dei giorni, dei mesi, degli anni, potremo infine imparare ad amarci l'un l'altro."
"Ma per adesso, siamo amici."
Martin si portò la mia mano alle labbra e la baciò. "Spero che anche la ragazza di cui una volta ero innamorato sarà felice con il suo fidanzato."
Tirai su col naso mentre le lacrime scorrevano lungo le mie guance. "Martin."
La contessa si fece lentamente più vicina a me e mi baciò entrambe le guance con affetto come avrebbe fatto una sorella.
"La prego, ci inviti al suo matrimonio!"
Martin si inchinò. "Sarebbe un onore potervi prender parte."
Il matrimonio era ancora molto lontano per me, ma che importava?
"Certo."
Il padre di Martin irruppe nella sala da ballo con i genitori della contessa e un'altra donna, probabilmente la madre di Martin. Un largo, gioioso sorriso si allargò sul suo viso mentre sollevava un bicchiere di champagne verso gli ospiti.
"La cena è servita! Facciamo un brindisi a mio figlio e alla sua fidanzata!"
"Ad un meraviglioso matrimonio!"



Note della traduttrice (translator's notes): Scusate per l'attesa prolungata, oggi ho tradotto prima le (SETTE *-*) recensioni per l'autrice. 
- "marriage meeting" è quello che io ho tradotto come la 'cerimonia di fidanzamento'. In realtà non sono riuscita a trovare nessuna traduzione letterale, e penso quindi che sia una tradizione totalmente inglese, ma continuerò a fare delle ricerche, perchè comunque i conti non mi tornano. In effetti, Martin e la ragazza qui vengono descritti come già fidanzati. Chiedo scusa per l'ignoranza, e se qualcuno conosce l'argomento è invitatissimo a suggerire.
Alla fine ho deciso di lasciare invariati i nomi dei quattro ragazzi che ogni stagione portano il giocatore sulla ruota panoramica al posto di N (sigh!), ovvero Martin, Dirk, Aurora e Austin. E' stata una mia scelta stilistica, perché trovavo brutto il loro accostamento accanto a quelli inglesi e intraducibili di Shirley e Mildred, che sicuramente saranno tratti dal videogioco anch'essi ma di cui non ho trovato il corrispettivo. Ho comunque lasciato inalterati i nomi dei protagonisti principali, perchè altrimenti la situazione diventerebbe incomprensibile. Vi lascio lo schema con i nomi italiani.
Aurora = Miriana (autunno)
Martin = Valentino (inverno)
Dirk = Primo (primavera)
Austin = Rodolfo (estate)
Ovviamente il fatto che io abbia deciso così non vi impedisce di dire la vostra, per cui se invece preferivate avere tutti i nomi in italiano fatemelo pure sapere e vedrò se cambiare :)
Ringrazio immensamente i sette recensori dell'ultimo capitolo, e vi chiedo ancora scusa per il ritardo: abbiate pietà, sono in vacanza anch'io xD
Alla prossima <3

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Capitolo 7
*** Senza titolo ***


Untitled
autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui



Capitolo 7: Untitled
- Senza Titolo -



Non desideravo altro che una giornata calma e tranquilla al castello; solo un giorno tutto per me. Ma NO. Qualcosa tipo questo doveva rovinarlo.
"Signorina White! Signorina White! Non ci crederete!"
Mildred e Shirley avevano fatto irruzione nella stanza, i visi completamente pallidi come se avessero visto un fantasma. Mi alzai dal letto, allisciando le piccole pieghe dell'abito color mirto che avevo pescato dall'armadio.
"Cosa succede?"
"È orribile! Semplicemente orribile!" Shirley si portò un braccio sopra la fronte.
"Senza dubbio. Una cosa orribile a vedersi." Mildred emise un sospiro esagerato.
Che drammatiche.
Sempre più impaziente, mi morsi un labbro. "Cosa c'è di così orribile?"
Mildred mi afferrò per le spalle, strattonandomi in avanti. "C'è una nuova recluta che sta avendo un colloquio con Lord N in questo preciso momento!"
"Ed è una ragazza!" Gridò Shirley, enfatizzando il 'ragazza'.
Una ragazza? E allora?
"Cosa c'è di male se N ha un colloquio con una ragazza?" Domandai, non capendo quale fosse il problema se N parlava con una donna che non fossi io.
"Oh, signorina White! Voi non capite!"
No. Non capisco. Per favore illuminatemi.
L'espressione addolorata di Shirley mutò velocemente in una di rabbia, e forse persino di gelosia. "Quella ragazza sta flirtando con lui, signorina White!"
EH? Okay, questo era un buon motivo per essere arrabbiate con la nuova ragazza. Non sapeva che ero io la sua 'futura' moglie? Eh... Da quando avevo cominciato a riferirmi a me stessa in questo modo? Oh beh. Non importa. Ciò che importava adesso era mettere in riga questa ragazza.



Quella ragazza mi stava facendo incazzare VERAMENTE tanto. Non solo gli stava tubando paroline dolci, ma lo stava toccando! Si era addirittura permessa di fargli scorrere la mano tra i capelli! N! Perché le stai lasciando fare questo? E proprio davanti ad un gruppo di reclute del Team Plasma, per giunta.
Mildred e Shirley si trascinavano dietro di me mentre camminavo a passi pesanti verso il trono, furiosa al punto che avrei strappato la chioma rossa di quella sgualdrina, ciocca per ciocca. Me l'avrebbe pagata.
Ma quando fummo a poca distanza dal trono, qualcosa catturò la mia attenzione.
N stava ridendo.
Stava ridendo per qualche stupida, banale storiella che lei gli stava raccontando. E quella risata; era quella risata dolce, gentile che N faceva solo con me nei paraggi. Sembrava così felice... N. Perché?
Certo, molto probabilmente un giorno l'avrei sposato, ma questa ragazza mi stava facendo venire dei dubbi in proposito.
"White, mia cara! Che piacevole sorpresa! Non sapevo saresti venuta a trovarmi." Diamine, dal modo in cui lo disse sembrava quasi che io non vivessi affatto lì!
Tutte le reclute del Team Plasma, che stavano ridecorando la sala del trono adesso che il muro era stato riparato, mi fecero il solito rispettoso inchino prima di ritornare al lavoro. La nuova ragazza, invece, mi lanciò un'occhiata veramente cattiva come se fossi io quella che interferiva nella sua cosiddetta 'relazione' con N. Oh Reshiram, che stronza.
"Lasciate che vi presenti. White, questa è Bailey, la nostra nuovissima recluta." E tu sei già così in confidenza con lei da chiamarla per nome? "E Bailey, lei è la mia futura sposa, White."
Il suo sguardo divenne più cattivo di prima, grondava odio. Potevo quasi sentirla digrignare i denti dietro le sue labbra rosa protese. Caspita, il suo carattere era focoso come i suoi capelli. Era disgustosa. Almeno adesso sapeva con chi aveva a che fare. Magari, si sarebbe se non altro fatta un po' da parte.
Lo sguardo furioso di Bailey si sciolse non appena i suoi occhi ritornarono su N, rimpiazzato da un sorriso mellifluo.
"Lord N, caro, mi piacerebbe sapere quali sono i miei compiti oggi."
Caro. Quella parola pronunciata dalle sue labbra suonava orribile. Spero che la spedisca in qualche luogo remoto di Unima, così che non la debba più vedere.
"Lavorerai principalmente qui al castello. Da ciò che ho visto nelle tue credenziali, hai grande abilità con i computer. Lavorerai con la nostra unità tecnologica specializzata nel prendere nota dei nostri progressi. Sono sicuro che ti piacerà!"
Evviva.
Bailey fece un inchino piuttosto profondo, quasi toccandosi il ginocchio con il naso. "Sarà un grande onore, mio signore."
N sollevò una mano, facendole cenno di rilassarsi. "Il tuo primo giorno di lavoro comincerà domani, quindi sentiti libera di metterti comoda. Visita il nostro castello a tuo piacimento."
"Come desiderate, Lord N." Mi oltrepassò. sbuffando verso di me e le mie amiche del Team Plasma. Che stronza.
"Vi lasciamo soli," mi sussurrò Mildred all'orecchio, lanciando uno sguardo ostile a Bailey.
Fecero un inchino ad N prima di andarsene.
N si sporse verso il bordo del sedile, sporgendosi più in avanti per vedermi meglio. "Allora White, avevi bisogno di qualcosa? Vestiti nuovi per il guardaroba? Mi procurerò i migliori sarti di Unima. O più libri? Posso farti scrivere un libro di qualsiasi genere da alcuni dei nostri aspiranti autori del Team Plasma. O avevi bisogno di me per ridecorare la nostra stanza? Forse gradiresti cambiare aria. Stai nella stessa stanza già da tre mesi."
A volte, N era proprio carino con tutte le sue domande. La sua personalità dolce sapeva attenuare pressoché tutte le situazioni, compresa questa. Non mi importava nemmeno più di Bailey.
"No, no. Va tutto bene. Ero solo venuta a trovarti." Rimasi in piedi accanto al trono di N, posando le mani sul bracciolo.
Lui sospirò, lasciandosi cadere all'indietro sul trono. "Molto bene. Oh White, tutto questo lavoro mi sfianca. È così rigenerante vedere il tuo sorriso luminoso e scintillante. Mi rende felice."
"Zi-zitto," balbettai, tentando di nascondergli il rossore. "Sembri molto più felice di me. Tra l'altro, tu stai vivendo il tuo sogno e fai la differenza nelle vite sia delle persone che dei Pokémon. Tutto ciò che io faccio è rimanere al castello ed essere una figura di rappresentanza per il Team Plasma."
"Ma tu hai fatto la differenza nella mia vita. Se la nostra battaglia non fosse finita in parità, non avremmo stretto il patto. E se non avessimo stretto il patto, io sarei-" Si interruppe, ma reagì a scoppio ritardato. "Ora ricordo!"
N si alzò dal suo trono e corse fuori dall'ingresso della sala del trono più veloce di un iper Cinccino.
"N! Aspetta!" Lo seguii, a malapena capace di non perderlo di vista.



N finì per andare nella nostra stanza e quando lo raggiunsi, completamente senza fiato, lo trovai seduto al pianoforte che avevo notato di rado nei tre mesi che avevo trascorso al castello. Non stava suonando, ma la piuma di una di quelle penne d'oca d'altri tempi catturò il mio sguardo; stava scrivendo.
Facendo attenzione a non disturbarlo, mi portai al suo fianco in punta di piedi, chinandomi leggermente sulla sua spalla. Stava scrivendo quelle che sembravano note musicali su un foglio di carta a righe. Ogni cosa che scriveva era come una lingua straniera per me; non ero ovviamente un'intenditrice di musica. O almeno, non se si trattava di leggerla.
"Grazie per avermelo ricordato, cara. Era da un po' che avevo smesso di scriverla." N faceva scattare la penna avanti e indietro sul foglio. "Mi hai dato una grande ispirazione!"
Mai nei miei sedici anni di vita qualcuno mi aveva detto di esser stato ispirato da me a fare qualcosa. N mi faceva sentire davvero speciale.
"Quindi tu scrivi musica?" N annuì, i suoi occhi incollati al foglio. "Questo significa che suoni anche il pianoforte?"
"Sì." Si prese un secondo per intingere la penna in un calamaio. "Ghecis mi ha insegnato da piccolo. Era una delle poche cose che avevo quando ero confinato in questo castello."
Il suo tono era piatto, come se stesse ricordando che la sua infanzia non era qualcosa di cui vantarsi, considerate le conseguenze che aveva arrecato alla sua adolescenza.
"Era un passatempo molto rilassante, assieme a leggere e giocare con i miei amici." Strinse più forte la penna. "La mia vita deve sembrare così noiosa rispetto alla tua."
Era difficile da immaginare; mentre io vivevo una vita perfettamente normale da bambina; uscivo nel giardino sul retro solo per sporcarmi, facevo i pigiama party con Komor e Belle, facevo scherzi a Black e vivevo semplicemente come una bambina, N già stava perfezionando formule matematiche nonostante le loro pecche fossero state accettate dalla società per gran parte del tempo. Davvero.
Mai avrei pensato che un ragazzo, un principe, rinchiuso lontano dalla società; costretto a diventare un bambino prodigio sia nelle materie accademiche che nelle belle arti; colui che avrebbe fondato un'organizzazione influente ad Unima, potesse trovare la vita di una ragazza normale più interessante della propria. Ma cosa più importante, mai avrei pensato che un principe come lui potesse volere una ragazza normale come moglie.
"Non dire così, N. Mi fai sentire in colpa!" Risi svogliatamente. "Allora, puoi suonare la tua canzone per me?"
N coprì la musica con le braccia come un bambino che nasconde i dolci rubati prima di cena, ma prestando attenzione a non sbavare l'inchiostro ancora bagnato. "Non è ancora finita!"
Per un attimo fui presa in contropiede. "Scusa."
Lui sollevò le braccia dal foglio e ritornò a scrivere. "Ma la suonerò per te un giorno. La suonerò per te il giorno in cui la finisco."
Lo guardai scrivere un altro po' di righe prima di chiedere, "Come si intitola?"
Lui scosse la testa. "Non posso dirtelo."
Il mio cuore perse un battito. "Perché no?" Che cosa stava cercando di nascondere?
"Non posso perché... non ho ancora trovato un titolo."
Oh, be' così aveva senso.
"Ma lo troverò un giorno." N capovolse la pagina su cui stava lavorando prima e ricominciò su un nuovo foglio. "Alla fine mi verrà in mente."
Sentii le doppie porte della nostra stanza spalancarsi dietro di noi. Doveva essere ora di cena. Ora di cena o no, non fui sorpresa nel vedere chi c'era ad attenderci: la stronza.
Bailey finse di trattenere il fiato. "Oh, Lord N! Vi stavo cercando dappertutto!" Si prese un momento per osservarsi attorno. "Quindi questa è la vostra stanza! Oh, cosa non darei per dormire in un letto come quello!"
Mi oltrepassò con estrema indifferenza e saltò sul mio lato del letto. Chi si credeva di essere? ME?
N le sorrise, senza curarsi del fatto che stava violando la privacy della nostra camera da letto. "Ah, Bailey! Cosa ti porta qui a quest'ora?"
La piccola troia si rannicchiò meglio tra le coperte, inspirando profondamente. "Mi è stato chiesto di condurvi a cena."
Nei recessi della mia mente, la stavo facendo a brandelli e stavo lanciando i suoi organi in una pentola da servire a dei Mandibuzz assetati di sangue.
"D'accordo. Scommetto che sei affamata, tesoro." Mi posò una mano sulla spalla.
E proprio quando pensavo che le cose non potessero peggiorare, quella sgualdrina sussurrò qualcosa tra sè e sè.
"Certo che sì."
Con che FACCIA TOSTA diceva una cosa del genere! Spero che il computer con cui lavora si surriscaldi e esploda e la uccida all'istante!
N, che ovviamente non l'aveva sentita, sorrise. "Ti prego unisciti a noi, Bailey."
Bailey saltò leggiadramente giù dal nostro letto e si mise al suo fianco. "Sì, certamente, mio signore. Vi scorterò personalmente."
Caro Reshiram, ti prego aiutami.



"E poi prende la sua forchetta e prova a imboccarlo!"
Strinsi il mio Interpoké come una pallina antistress mentre Komor e Belle assimilavano tutto ciò che avevo detto. Avevo bisogno di raccontare a qualcuno della mia stupida esperienza a cena con Bailey. La cena non era nemmeno più tale con lei intorno. Belle cominciò a ridacchiare e Komor alzò gli occhi al cielo.
"Stai zitta, Belle." Ringhiò Komor.
"Ma è divertente!"
Lui sospirò, strofinanosi le tempie. "Senti White, non vedo quale sia il problema. Hai detto tu stessa che piace a tutte le ragazze del Team Plasma. In che cosa è diversa questa qui?"
"È una stronza allucinante e sa che io sono 'fidanzata' con lui, ma ancora insiste."
Lui fece una smorfia e Belle rise ancora più forte. "Ma lui non ti piace nemmeno. Ed è ancora un principe, giusto? Sai bene che molti re medievali avevano sia una moglie che delle concubine. Forse ad N piace quel genere di roba antiquata."
"Komor, è disgustoso."
Lui si strinse nelle spalle. "È vero."
"Sai, White, se N ha un'altra ragazza oltre te, forse anche tu dovresti trovarti qualcun altro!" Continuò a ridere.
"BELLE!"
"Basta così, Belle."
"Che c'è di male? Sono sicura che anche a te piacerebbe l'idea!"
"Ho detto basta così."
Perché avevo gli amici più strani del mondo?
Sospirai. "Ragazzi, si sta facendo tardi e N sarà qui a momenti. Devo riattaccare."
"Okay, White! C'è qualcosa di cui voglio discutere con Komor in privato, in ogni caso."
Komor le lanciò uno sguardo feroce. "Buonanotte, White. Speriamo che tu riesca a risolvere i tuoi contrasti con la ragazza del Team Plasma."
"Stella stellina, il Venipede si avvicina! Ehi, fa rima! Stellina e avvicina!"
"Belle."
"Ahah! Buonanotte, White. Sogni d'oro."
"Anche a voi." Premetti 'fine' e lo schermo si oscurò.



Note della traduttrice (translator's notes): l'avevo detto che i casini sarebbero cominciati da questo capitolo. Ho visto che molti di voi non hanno capito chi fosse il Martin nominato nello scorso capitolo. Credevo di averlo specificato, in ogni caso lui è uno dei quattro allenatori che nel videogioco accompagnano il giocatore sulla ruota panoramica al posto di N. In italiano si chiama Valentino, ma per i motivi che ho spiegato nello scorso capitolo, ho lasciato il nome inglese. Detto ciò, passiamo alle note:
- "Nighty night, White! Don't let the Venipedes bite! Hey, that rhymes! White and bite!" La mia croce, la frase che mi ha sottratto ore di sonno in attesa di una soluzione convincente. Si tratta infatti di una canzoncina inglese per la buonanotte, che tradotta letteralmente sarebbe "Notte notte, White! Non lasciarti mordere dai Venipede", alla quale poi fa seguito Belle che nota la rima tra 'White' e 'bite' [= mordere]. La versione originale, quella conosciuta dai bambini, è invece: "Nighty night, sleep tight, don't let the bedbugs bite", dove 'sleep tight' significa 'dormi profondamente' e 'bedbugs' sta per 'cimici', sostituito da Bluechan con il Pokémon Venipede. In ogni caso, rimaneva la rima tra 'tight' e 'bite'. Ovviamente questa rima si perdeva in italiano, per cui tradurla letteralmente avrebbe significato tagliare metà della battuta di Belle, sorvolando sulla rima. Il male minore perciò mi è sembrato sostituire la canzoncina inglese con una comune usata in Italia, ovvero "Stella stellina / La notte si avvicina..." che sì, perderà la rima col nome della protagonista, che ho dovuto togliere, ma per lo meno lascia intatta la rima e la metà della frase di Belle. L'alternativa che ho contemplato per un po' di tempo era di propinarvela in inglese, con traduzione allegata sotto, e ho ancora il dubbio che forse sarebbe stata la soluzione migliore. Risolvetemi voi il dilemma con consigli, critiche, o rassicurazioni varie.
Chiudo ringraziando di cuore i sei recensori dell'ultimo capitolo, che saranno come sempre segnalati all'autrice, e mando un grazie anche a chi ha messo questa fanfiction tra i preferiti e le seguite. Con questo capitolo, il rating si alza ad Arancione, a causa del meritato linguaggio colorito di White verso Bailey. Inoltre, il capitolo non è veramente senza titolo, ma c'è una ragione per cui Bluechan l'ha chiamato così anche nella versione originale. Ultima cosa: l'aggiornamento di martedì prossimo potrebbe, e dico potrebbe, essere anticipato o posticipato, causa partenza della sottoscritta. Bye e buona estate!

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Capitolo 8
*** Felicità estiva ***


8. summertime bliss
autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui



Capitolo 8: Summertime Bliss
- Felicità estiva -



Il sole fiammeggiante gettava i suoi raggi su me e Komor mentre passeggiavamo per le vie di Sciroccopoli. Era già estate e il mio compleanno si stava avvicinando. Oltrepassammo l'infame bar di quella volta che la cameriera aveva pensato che Komor fosse mio figlio.
Komor guardò con aria feroce l’edificio. “Non andremo mai più lì.”
Ridacchiai. Aveva già diciassette anni e ci stava ancora pensando!
“Amico, hai diciassette anni. E sembri più grande adesso.” Gli diedi una pacca sulla schiena.
Lui scrollò via la mia mano. “Non me ne frega un cazzo. Non ci torniamo.”
Sospirai, scrollando le spalle. “Come vuoi tu.”
Continuammo la nostra passeggiata lungo il fiume e ci fermammo al ponte. Sudore freddo gocciolava dalla mia fronte lungo tutto il corpo fino alle cosce. Anche con i miei vecchi abiti da viaggio faceva decisamente caldo. Komor aveva lasciato cadere la giacca leggermente all'indietro e se l’era allacciata attorno alla vita.
“Cosa non darei per saltare in quel fiume.” Komor distese le braccia oltre il parapetto.
Komor non era il tipo da fare una cosa spericolata come quella, ma con questo caldo non l’avrei biasimato se l’avesse fatto.
“Ehi, ci prendiamo un gelato?” Suggerì. “Offro io.”
Mi strinsi nelle spalle. “Perchè no?”



“White, rallenta. Ti verrà la ganglioneuralgia sfenopalatina se continui così.”
“Cosa diavolo è?” La palla gigante di gelato che avevo in bocca attutì appena le mie parole.
Lui sospirò. “Cervello ghiacciato.”
Avevo già trangugiato metà del mio gelato alla vaniglia in meno di dieci secondi. Non doveva rimproverarmi. Stavo morendo di caldo!
Ingoiai con fatica, forzando il gelato freddo a scendere giù per la mia gola. “Non mi interessa. Fa caldo qui fuori!”
Komor scosse la testa e tornò al suo cono al limone.
“Allora come stanno tutti a Soffiolieve? Si tira avanti?” Domandai, leccando un po’ di gelato sparso sul mio labbro.
“A parte per il PETA Plasma che ha preso residenza permanente lì, sì, va tutto bene.”
N mi aveva recentemente detto che il suo lavoro ad Unima era quasi finito e che presto sarebbe partito per Hoenn. Già più di sei mesi da quando avevo iniziato a vivere al castello. Wow. Com’era passato in fretta il tempo in questi giorni!
In tutto quel tempo, avevo già fatto un sacco di cose: avevo fatto amicizia con Mildred e Shirley; le avevo finalmente portate a conoscere i miei tre migliori amici; ingaggiato numerose lotte di sguardi con Bailey; ero stata sorpresa in posizione imbarazzante con N dalla stessa recluta diciotto volte. Sì, le avevo contate; avevo indossato tutti i vestiti che N aveva comprato per me almeno due volte l'uno; e letto più libri di quanti ne avessi letti prima dei sedici anni, inclusi quelli che Mamma e Papà mi leggevano da bambina. Si può fare veramente tanto quando si è bloccati a vivere in un castello.
Infilando in bocca l’ultimo pezzo di cono, mi appoggiai all’indietro sulla sedia, ancora sfinita dal caldo. Lanciai un’occhiata alle persone in strada che erano tutte più o meno dimentiche del sole abbagliante. Come facevano queste persone a vivere così?
Mi sollevai di nuovo a sedere, allungandomi verso Komor attraverso il tavolo. Lui sollevò lo sguardo dalla gassosa che aveva comprato assieme al gelato. Dopo un altro sorso dalla cannuccia, la passò a me con consapevolezza. Non appena l’ebbi tra le mani, aspirai disperatamente parecchi sorsi.
Io e Komor ci conoscevamo da sempre, quindi non era insolito per noi condividere cose tipo le bibite. Tutti dicevano sempre che non era sano per le persone bere dallo stesso bicchiere, anche meno dalla stessa cannuccia; dicevano che ti saresti ammalato se l’avessi fatto. Ma non avete mai visto me e Komor all’ospedale, giusto?
“Ehi, non berla tutta. L’ho presa per me, sai.”
Smisi di bere rumorosamente solo per fargli la linguaccia prima di tornare all’opera.
Lui roteò gli occhi e si alzò dalla sedia. “Andiamo. Sono stanco di stare seduto.”
“Di già?” Piagnucolai. “Ma sono cooosì stanca!”
"Disse la ragazza che ha camminato per tutta Unima sui suoi due piedi.” Mi schernì.
“Sì ma sto invecchiando.” Mi curvai in avanti e mossi lentamente le braccia come se fossero fragili per dimostrare la mia tesi.
Ignorandomi, Komor mi prese un polso e mi strattonò giù dalla sedia.
“Va bene! Va bene! Vengo. Contento adesso?” Mi misi in piedi, ficcandogli la gassosa tra le mani.
Komor fece un sorrisetto soddisfatto, portandosi la gassosa alle labbra.
“Ehi White! Da quanto non ci vediamo!” Una voce familiare chiamò da davanti a noi.
Oh! Non riuscivo a credere di essermene dimenticata! Era estate, dopotutto.
Austin aveva il fiatone quando ci raggiunse. Stava sudando come un matto; doveva aver corso per un po’.
“Ehi Austin,” salutai.
Austin si passò una mano tra i fradici capelli blu, prendendo respiri profondi. “Come va, White. E-?”
“Questo è Komor.” Mi voltai verso Komor che lo stava guardando in modo strano. “Komor, questo è Austin. E’ un mio buon amico.”
“Piacere…” Non sembrava per niente felice.
Austin fece un sorriso forzato, ma capii che era leggermente deluso. “Scusa. Non sapevo che uscissi con qualcuno.”
Riuscii a sentire l’ansito quasi silenzioso di Komor.
Ridendo, scossi la testa. “No, Komor è solo un amico. E’ come un fratello maggiore per me.”
Komor mi diede una gomitata e fece un sorrisetto. “Vorresti che ti chiedessi un appuntamento.”
Ringhiando, lo spinsi scherzosamente di lato. “Sì certo. Comunque, Austin, come va?”
Austin sospirò di sollievo prima di rispondere. “Ho sentito in giro che eri in città, quindi sono venuto a cercarti.” Fece una pausa per asciugarsi il sudore dalla fronte. “Cosa ti porta a Sciroccopoli oggi?”
“Solo uscire un po’ e passare del tempo con questo ‘Quattrocchi’ qui.” Feci un cenno verso Komor che mi lanciò un’occhiata furiosa.
“Bene, vi dispiace se mi aggrego a voi per un po’? Mi sto decisamente annoiando.” Si grattò la nuca.
“Certo. Nessun problema. E per te, Komor?”
Komor si sistemò gli occhiali, una cosa che normalmente faceva quando cercava di sembrare intelligente o era irritato. Ero più propensa per l’irritato. Non sembrava minimamente felice per Austin. “Immagino di no.”
Austin sollevò il pollice su. “D’accordo! Allora dimmi. Come ti vanno le cose ultimamente? Ti piace ancora la tua piccola Soffiolieve?”
Merda. Avevo dimenticato che Austin non sapeva.
“Oh, non hai saputo?” Cominciò Komor, il divertimento evidente nella sua voce. “Lei non vive più a Soffiolieve.”
Austin inclinò la testa da un lato. “No? E allora dove abiti?”
Suppongo che Komor avesse deciso di essere il mio portavoce per oggi perché stava rispondendo ad ogni cosa al posto mio. Non che mi importasse. Non volevo realmente essere io a dirlo, comunque.
“Vive nel castello del Team Plasma dietro la Lega Pokèmon.” Komor sembrava veramente infastidito. “Vive lì con il suo fidanzato.”
C’era molta enfasi nella parola ‘fidanzato’. Non sapevo che la cosa infastidisse Komor così tanto.
“Ti stai per SPOSARE?” Austin quasi gridò, facendomi sussultare e facendo girare le persone intorno a noi.
“Non hanno un giorno prestabilito, ma sì, si sposeranno.” Komor trovò improvvisamente interessanti le sue unghie e prese a raschiarsele.
Austin fece una smorfia, arrestando la sua serie continua di domande. Potevo vedere con la coda dell'occhio che Komor stava sorridendo realizzato. Che cosa stava cercando di fare? Perché voleva ferire i sentimenti di Austin?
"E chi è il tuo lui?" Chiese dopo un po'.
"Il grande Lord N," affermò Komor sarcasticamente e senza mezzi termini.
"N? Quel tipo che fa un sacco di discorsi in TV?" Austin mi guardò con curiosità.
"Già. Stesso N." Komor scheggiò un grosso pezzo della sua già corta unghia del pollice.
"Amico, è fighissimo!" Wow! Questa non me l'aspettavo. E nemmeno Komor, apparentemente. "E' tipo un re o qualcosa del genere!"
"Principe," corressi, ma era praticamente lo stesso.
Il suo sorriso andava da un orecchio all'altro. E io invece pensavo che sarebbe stato sconvolto come Martin.
"Yeah! Wow White, hai veramente vinto il jackpot!" Afferrò l'aria e flettè il braccio come avrebbe fatto una persona con una slot machine. "Cha-Ching!"
Komor incrociò le braccia, roteando gli occhi.
"Allora come sono andate le cose? Vi siete incontrati e da lì è scattata la scintilla?"
Arrossii. Non sapeva di tutto l'incidente con il Team Plasma? Bè, suppongo che se Mamma non sapeva che conoscevo N, nemmeno Austin.
"Diciamo di sì."
Komor sbuffò. Non potevo biasimarlo. 'Scintilla' non riusciva certo a spiegare tutte le pazzie che avevo passato con N. Komor più di tutti avrebbe dovuto saperlo.
"E' fantastico! Devi portarlo qui un giorno! Voglio incontrare un tipo famoso!"
"Tsk. Più infame che famoso," sentii Komor sussurrare tra sè.
Gli pestai un piede, facendolo ululare. "Certo Austin. Magari questa settimana."
Austin sferzò l'aria con il pugno allegramente. "Grande! Organizzerò un picnic e tutto! Oh, e gli procurerò qualcosa da autografare..."
Wow, incredibile come N avesse così tanti fan adesso che era diventato ambasciatore di pace. Si stava decisamente creando un nome, questo è certo.
"Allora Austin," interruppi il suo piccolo discorso. "Io e Komor abbiamo già fatto ciò che volevamo a Sciroccopoli. Hai qualche suggerimento per divertirci?"
Lui si leccò le labbra e si fissò i piedi. "La ruota panoramica è fuori discussione; due persone per cabina... La metro non consente le lotte in triplo... Um..."
Austin tornò a guardarci con espressione incerta. "Non so, che ne dite di un musical? Lo so che sembra da femmine per me e Komor, ma che ne pensate?"
Komor si strinse nelle spalle. "White? A te la scelta."
"Sì. Andiamo a vederne uno."



"Ragazzi, mi dispiace COSI' tanto per quell'Excadrill. Sembrava super imbarazzato."
"Già. Quel fiocco arcobaleno era umiliante."
"E credo che abbiano detto che era un maschio."
"Ohi..."
Austin, Komor, ed io uscimmo dall'edificio dei Musical trasportando un carrello carico di souvenir in larghe buste, rosa e arancioni. Speravo che a Mildred e Shirley sarebbero piaciuti i due peluche di Emolga e le magliette del musical che avevo comprato per loro. E magari N non mi sarebbe saltato addosso per avergli comprato un peluche di Zorua; si sarebbe probabilmente lamentato che i musical costringevano i Pokèmon a recitare contro la loro volontà, o qualcosa di simile. Ma volevo fare qualcosa di carino per lui. Era il mio fidanzato, dopo tutto.
"Però mi è piaciuta quella parodia di 'Wicked'. Quel Gothitelle era perfetto per interpretare Elphaba!"
Komor si ritrasse. "Ma il Bisharp per Fiyero? Non sapevo nemmeno che Bisharp e Gothitelle fossero compatibili."
Austin sembrava pensarla allo stesso modo di Komor. "Già... e quel Lilligant che intrerpretava Glinda era una stronza. Mi è piaciuta di più la parodia di 'Into the Woods'. Golurk nei panni del gigante era divertente!"
"Glinda dovrebbe essere una stronza. Io ho preferito la parodia di 'Jekyll & Hyde'." Komor si aggiustò gli occhiali. "L'idea di un Ditto per interpretare il Dottor Jekyll era geniale. La sequenza della trasformazione da un uomo normale in un tiranno lascivo, assetato di sangue mi ha tenuto incollato alla sedia."
"Ma quel povero Leavanny! Perchè Lucy doveva- Oh dolce Zekrom! E' già ora?" Mi irrigidii nell'istante in cui vidi l'ora: 6:32. "Sarei dovuta tornare al castello mezz'ora fa! Devo correre!"
Ebbi a malapena il tempo di salutare prima di correre verso un luogo appartato per mandar fuori Reshiram.
Ero DECISAMENTE morta.



Sgattaiolai attraverso i corridoi, provando a passare inosservata davanti alle tante reclute di guardia. Magari N non sapeva che ero in ritardo.
Quando raggiunsi la porta della nostra camera, udii una conversazione in corso. Attenta a non fare rumore, premetti lentamente un orecchio contro la porta.
"Oh sì, Lord N! Lo so che la sta tradendo! L'ho vista con due ragazzi a Sciroccopoli!"
LA STRONZA MI STAVA PEDINANDO? Ma quale diavolo era il suo problema!
Senza nemmeno bussare, spalancai la doppia porta, rivelando Bailey aggrappata ai vestiti da lavoro di N. Lo lasciò andare per indicarmi con fare accusatorio.
"Vede? E' in ritardo, per giunta! Come se lo spiega?"
"Sono abbastanza sicura che lo stalking sia illegale." Le rivolsi lo sguardo più cattivo che riuscii a evocare.
Lei ritorse con uno di quei suoi sguardi. "Bè non è colpa MIA se ho deciso di andare a Sciroccopoli nel mio tempo libero. Tu e i tuoi stupidi toy boy siete così rumorosi!"
Il sangue mi stava ribollendo ed ero sul punto di strangolare questa puttana con i suoi intestini. Poteva insultarmi quanto voleva, ma quando si trattava dei miei amici, quella stronza aveva proprio passato il limite! L'avrei davvero voluto fare, ma N si mise tra noi.
"Silenzio, tutte e due." N si voltò verso di me serio in viso. "Allora White, cos'è successo?"
"Ero in giro con Komor e ho incontrato uno dei miei amici di Sciroccopoli. Abbiamo semplicemente trascorso la giornata insieme."
Bailey sbuffò e sussurrò, "Una cosa a tre."
Mi avventai quasi su di lei in collera, ma N mi trattenne ancora una volta. Alzai lo sguardo su N, implorante. Lui scosse la testa e mi accarezzò i capelli all'indietro. Adesso era il turno di Bailey di essere furiosa. N si chinò, sfiorandomi la guancia come in passato, eccetto che questa volta fu meno impacciato. Forse N pensava davvero che questo fosse un bacio.
"Va tutto bene. Ne abbiamo già discusso prima."
Bailey sbuffò e avanzò impettita verso la porta. "Me ne sto andando, mio carissimo Lord N."
Quando N non replicò, lei sbuffò e se ne andò. Così impara.
La guancia di N bruciava contro la mia, molto più di quanto mi aspettassi.
"White..."
Tentando di impedire che un altro imbarazzante momento accadesse di nuovo fra noi, tirai fuori dalla busta il peluche di Zorua e lo premetti contro di lui. Lo guardò leggermente incuriosito e io sorrisi timidamente.
"Ti ho portato un peluche dal musical."



Note della traduttrice (translator's notes): il tanto sospirato [?] ottavo capitolo è qui. Chiedo scusa per aver saltato l'aggiornamento di martedì scorso, ma, come ho detto, ero fuori città per l'ultima dose di vacanze estive. In realtà il mio progetto era di aggiornare nel week end e pubblicare oggi il nono, ma già che martedì era vicino ho preferito attendere per riprendere il normale calendario degli aggiornamenti. Non vogliatemene, eh. Detto questo, passiamo all'odierna carrellata di note:
- «Lui sospirò. “Cervello ghiacciato.”» («He sighed. "Brain freeze."»). La ganglioneuralgia sfenopalatina (in inglese 'sphenopalatine ganglioneuralgia') è quella sensazione di mal di testa provocata dal mangiare o bere qualcosa di molto freddo, ed è più comunemente chiamata 'emicrania da gelato'. Qui per ulteriori informazioni. Avrei voluto tradurla così ma, dato che tra i nomi di questa patologia figurava anche quello di 'cervello ghiacciato', che praticamente ricalcava il suo omonimo inglese, ho lasciato stare.
- «“A parte per il PETA Plasma che ha preso residenza permanente lì, sì, va tutto bene.”» («"Aside from PETA Plasma taking up permanent residency there, yeah, it's been good."») Rimando al capitolo 4 o a Wikipedia per la definizione di PETA.
- «Com’era passato in fretta il tempo in questi giorni!» («Where did time go these days?») Questa l'ho dovuta rimaneggiare, trattandosi di un modo di dire inglese che corrisponde più o meno al nostro "com'è volato il tempo!"
- Ricordo che Austin è uno dei ragazzi che nel videogioco accompagnano il giocatore sulla ruota panoramica dopo l'evento con N, ed in italiano si chiama Rodolfo (adesso capite perchè ho preferito mantenere i nomi inglesi? xD); un po' come il Martin (Valentino) di un paio di capitoli fa. Austin è presente solo in estate, così come Martin loera solo in inverno.
- Essere fidanzati, in certi Paesi tra cui appunto anche l'America e la Gran Bretagna, significa essere prossimi al matrimonio. Una coppia, tradizionalmente, è fidanzata quando l'uomo ha già fatto la proposta alla donna con anello e tutto, mentre le relazioni tra ragazzi si definiscono semplicemente con frasi del tipo 'get together' o 'be his/her girl/boyfriend'. Nel caso di N per ora la proposta è rimasta informale, ma lui insiste nel considerare White la sua 'fiancee'. La parola 'fidanzato' ha quindi un'accezione diversa da quella che le diamo noi in italiano, e in effetti l'espressione 'to be engaged' dovrebbe rendersi con 'essere promessi'. Ma essendo a mio parere una forma un po' fuori uso ho preferito usare il più comune 'fidanzati', tenendo conto però del significato inglese della situazione. Ecco perchè, quando Komor afferma che White è fidanzata, Austin capisce che è in pricinto di sposarsi in un futuro prossimo.
- "Cha-Ching!" è un'espressione onomatopeica che riproduce il suono delle monete quando cadono giù da una slot machine. E' di uso comune nel linguaggio colloquiale americano ed è praticamente intraducibile, ma penso che comunque si capisca che è riferita alla precedente frase di Austin sulla vittoria al jackpot. Credo che tutti sappiate cos'è un jackpot, o perlomeno, per chi ha giocato alle vecchie versioni di Pokèmon Oro/Argento o Pokèmon Zaffiro/Rubino/Smeraldo, che è un premio speciale correlato al casinò e alle slot machines (vedi Fiordoropoli, Azzurropoli o Ciclamipoli).
- «"[...] Voglio incontrare un tipo famoso!" / "Tsk. Più infame che famoso," sentii Komor sussurrare tra sè.» («"[...] I wanna meet a famous guy!" / "Tch. More like infamous," I heard Cheren whisper to himself.») Leggendo l'originale si capisce meglio la battuta di Komor, così come il gioco di parole famous-infamous, di cui ho scelto i significati letterali.
- 'Wicked', 'Into the Woods' e 'Jekyll & Hyde' sono tutti e tre musical famosi. 'Wicked' è tratto dall'omonimo libro (conosciuto in Italia col titolo 'Strega: Cronache dal Regno di Oz in rivolta'), una sorta di prequel agli eventi narrati ne 'Il meraviglioso Mago di Oz' di Lyman Frank Baum. Il musical è attualmente disponibile solo in inglese, ma ne consiglio comunque la visione perchè a mio parere è stupendo. Elphaba, Fiyero e Glinda sono alcuni personaggi dell'opera. Qui per ulteriori informazioni.
'Into the Woods' è un musical basato sul libro 'Il mondo incantato' di Bruno Bettelheim, ed è esso stesso una sorta di parodia delle più famose fiabe classiche. Non vi so dire di più, ma altre informazioni potete trovarle qui.
'Jekyll & Hyde', penso sia superfluo dirlo, è il musical tratto dall'opera "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde", di Robert Louis Stevenson. Qui per altre informazioni, anche se credo che più o meno tutti conoscano a grandi linee la storia del dottore dalla doppia personalità che si trasforma in Hyde, l'alter ego malvagio.
Il tutto sfrutta la possibilità, nel videogioco, di far recitare i Pokèmon al Teatro Musical di Sciroccopoli
- «"Ma il Bisharp per Fiyero? Non sapevo nemmeno che Bisharp e Gothitelle fossero compatibili."» («"But the Bisharp as Fiyero? I didn't even know Bisharp and Gothitelle were compatible."») La frase di Komor si riferisce al fatto che nel libro e nel musical di Wicked Elphaba e Fiyero sono innamorati, ma evidentemente i Pokèmon che li interpretano, Gothitelle e Bisharp, non sono compatibili tra loro per la produzione di Uova nei videogiochi. Per la storia dei gruppi uovo vi rimando a Pokèmon Central Wiki.
- «"Tu e i tuoi stupidi toy boy siete così rumorosi!"» («"You and your silly boy toys are so loud!"»). I toy boy letteralmente sono i 'ragazzi giocattolo', ovvero uomini che stanno assieme a donne più grandi di loro. Siccome il termine è usato spesso anche nel gossip italiano l'ho lasciato invariato.
Anche per oggi il papiro è finito, ma sono disponibile per qualsiasi chiarimento. Ringrazio come sempre chi recensisce, e lo stesso fa BluechanXD. A martedì prossimo.

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Capitolo 9
*** Il dono della conoscenza ***


autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui



Capitolo 9: The Gift of Knowledge
- Il dono della conoscenza -



Fissavo con stupore l'imponente fontana che le reclute stavano posizionando al centro della sala da ballo.
"Un po' più a sinistra! No così è troppo lontana!"
Un altro gruppo di reclute stava appendendo al soffitto dei cesti intrecciati a mano che contenevano mazzi di fiori rosati le cui foglie scendevano lungo i lati come delle cascate.
Altre reclute stavano sistemando dei tavoli apparecchiati lungo la stanza. Astratte statuette di vetro erano collocate al centro di ognuno, per trattenere la tovaglia.
I preparativi non erano neanche lontanamente vicini alla fine, ma il tutto stava già assumendo una splendida forma.
"Ti piace, mia adorata?" N arrivò dietro di me e fece scivolare le braccia attorno alla mia vita. Era un qualcosa a cui mi ero abituata nei mesi, così fui in grado di reprimere il rossore.
"Mi piace, ma il mio compleanno è tra una settimana. Perché stai facendo decorare adesso?" Mi rilassai nel suo abbraccio.
N strofinò il naso tra i miei capelli. "Ho organizzato un sacco di cose per il tuo compleanno. Dobbiamo iniziare a lavorare il prima possibile. Sto pianificando tutto da circa due mesi."
Wow, certo che N stava prendendo il mio compleanno seriamente. Non aveva badato a spese per tutte le decorazioni. Tutta questa roba doveva essergli costata una fortuna!
"Davvero non dovevi, N. Mi stai viziando," ridacchiai quando il suo respiro mi solleticò la testa.
"Ma è il tuo compleanno. Voglio che ti senta speciale. Tu sei davvero importante per me." Mi strinse più forte.
Il suo tocco non mi faceva arrossire più di tanto, ma le sue parole di certo sì. Credo che nemmeno sentire cose come quelle dette da N per anni avrebbe cessato di farmi sentire in imbarazzo. Il mio rossore aumentò quando le reclute interruppero ciò che stavano facendo e presero a fissarci. Caro Reshiram, questo era molto peggio del PDA.
N sembrò ignorarli dal momento che essi non lo frenarono dal dire entusiasticamente, "E ti sentirai molto più speciale il giorno del nostro matrimonio! Ho già pianificato anche quello."
Quasi svenni davanti a tutto il Team Plasma e N dovette afferrarmi prima che cadessi a terra.
"Oh White, mia adorata! Stai bene?" Gridò preoccupato mentre le guardie trasalivano. "Perché non avevo finito di raccontarti di come sto ristrutturando la mia vecchia stanza dei giochi per il nostro primo figlio."
E fu lì che svenni veramente.



Sbadigliando, mi svegliai cullata tra le braccia di N sul nostro letto.
"Mia adorata, ti sei svegliata! Ero così preoccupato. Sei svenuta proprio nel bel mezzo della sala da ballo." N mi avvicinò di più al suo petto.
Chiusi gli occhi e chinai la testa all'indietro. "Non farlo più, per favore."
"Fare cosa?" Chiese con la sua voce infantile.
"Dire cose come quelle davanti a tutti." Mi sforzai di tirarmi su in posizione seduta.
"Come cosa?"
Sospirai. "Riguardo il nostro matrimonio e... l'avere figli."
Quando aprii gli occhi, l'espressione di N era triste. "Non vuoi sposarmi o avere dei bambini?"
Mi si spezzò il cuore in due al sentire il suo tono malinconico.
"Certo che sì!" sbottai, ma mi coprii la bocca, desiderando di non averlo detto. "E' solo che... è piuttosto strano parlarne adesso. Sono troppo giovane per sposarmi."
N sembrò pensieroso, portandosi un dito alle labbra. Si mordicchiò l'unghia, rimanendo in silenzio per un momento, assorto.
"Ti piacciono i bambini, White?" Chiese dopo un po'.
Se N fosse stato una qualsiasi altra persona, avrei capito dove stava andando a parare. Ma non si sa mani.
"Sì, mi piacciono i bambini. Perchè?" Chiesi cautamente.
N sospirò di sollievo. "Menomale. Anche a me piacciono i bambini. Ne vedevo tantissimi correre nel parco ad Austropoli. Si rincorrevano l'un l'altro in quel gioco che loro chiamano 'peste'. Mi incuriosiva quanta energia avevano quei bambini. Le loro facce erano sempre piene di felicità e qualche volta desideravo poter giocare anch’io con loro."
Fece una pausa per sorridere, come se stesse ricordando quei momenti. "Mi sedevo sempre nel parco e li osservavo. E qualche volta, pensavo anche a te."
Mi ritrassi. Stava pensando ad avere bambini con me prima che diventassi la sua principessa? Raccapricciante...
"La loro vivacità mi ricordava te. Le loro anime erano così rigeneranti, proprio come la tua."
Ma N non sapeva niente di più. Non credo nemmeno che Ghecis gli abbia mai fatto 'il discorso’. A Ghecis non importava affatto di N. Tutto ciò che voleva era uno strumento per i suoi piani malvagi per dominare il mondo. Perché mai avrebbe voluto informare in alcun modo N sul sesso?
"White. Voglio sapere. Vuoi un maschio o-"
Gli piazzai una mano sulla bocca prima che potesse continuare. "Ti prego non dirlo! Non sono pronta per quello!"
N mi afferrò il polso e lo tirò via dalla sua bocca. "Okay. Possiamo aspettare a parlarne dopo. A proposito, non stai male, vero? Sono ancora curioso di sapere perché sei svenuta prima."
Nella mia mente, stavo sbattendo la testa contro la colonna del letto. Non aveva ancora capito, vero?
"Sto bene. Cambiamo proprio argomento. Allora, ti piace il peluche di Zorua che ti ho comprato?"
N si illuminò. "Certo che si, dolcezza. Ci sto lasciando giocare il mio amico Zoroark proprio adesso. Sembrava molto divertito dal suo nuovo amico."
Ridacchiai. N e i suoi Pokèmon erano così ridicoli certe volte. Mai avrei pensato che un Pokèmon potente come Zoroark, colui che aveva sconfitto Serperior, avrebbe trovato divertente una semplice bambola.
"Haha. Almeno qualcuno si sta divertendo con quello." Scesi dal suo grembo e mi sedetti davanti a lui. "Allora raccontami un po' della festa."
"Bè stiamo aggiungendo una tua scultura di ghiaccio in cima alla fontana." Diamine, come se non avessero già fatto abbastanza. “E ci saranno alcuni dei nostri migliori artisti per dipingere tuoi ritratti da mettere all’entrata della sala da ballo. I nostri fornai ti prepareranno una torta di diciassette strati dal momento che compi diciassette anni.”
Mi afferrai i fianchi ridendo. “N, stai facendo troppo per me! E’ solo un compleanno.”
“Oh, non è nulla.” N agitò la mano. “Mio padre organizzava sempre grandi feste per ogni occasione, sia che fosse il suo compleanno, il mio, o un giorno festivo.”
E pensare che a Ghecis era importato davvero di lui ad un certo punto della sua vita. Aveva probabilmente dimenticato cosa volesse dire ‘amare’ anni prima.
“Personalmente, penso che questa sarà la nostra festa migliore finora!”
Io sorrisi, ma il sorriso divenne presto un ghigno. “Dunque~ Riceverò dei regali?”
“Ma certo che si. Tanti, tanti reali da ognuna delle nostre reclute. Tutti i membri devono farti un regalo,” affermò N orgogliosamente.
C’erano tipo… centinaia di membri nel Team Plasma. Il che vuol dire… centinaia di regali! Oh Zekrom.
Ugh. Ma anche quella stupida stronza me ne avrebbe fatto uno. Probabilmente mi avrebbe dato un Purrloin con la rabbia o qualcosa di simile.
“E io ti farò una sorpresa veramente speciale!” Sembrava che N riuscisse a stento a contenere il suo entusiasmo. “Ma ancora non posso dirti cos’è.”
Mi sembra giusto. E’ una sorpresa.
La doppia porta si aprì.
“Oh, signorina White!”
Mildred e Shirley fecero irruzione, i visi pallidi dal terrore. “Sta bene? Abbiamo sentito che è collassata nella sala da ballo!”
N sorrise cordialmente. “Non è niente di cui vi dobbiate preoccupare, signore. La mia adorata sta bene. E’ solo esausta.”
Loro sospirarono di sollievo. “Per fortuna. Eravamo molto preoccupate.”
“Informerò il resto del Team Plasma.” Shirley girò sui tacchi solo per trovarsi di fronte Bailey.
“Ho sentito che la ragazzina è svenuta.” Incrociò le braccia, indispettita.
“La signorina White,” corresse Shirley, “si sente molto meglio. Adesso se volete scusarmi.”
Mildred fece un passo verso di me come una madre protettiva quando Bailey ci raggiunse.
Quella si morse il labbro, fingendo innocenza. “Oh, ma Lord N. Non si è fatto male, vero? Ho sentito che è caduta sopra di lei. Scommetto che l’ha schiacciata con il suo peso.”
Se N non fosse stato nella stanza, avrei tirato un pugno a quella piccola puttana.
N scosse la testa. “No, a dire il vero White è molto leggera. L’ho trasportata qui molto facilmente.”
Sbuffai mentalmente davanti al viso arrossato di Bailey. Ragazzi, era incazzata. Così impari a prendere in giro i miei amici e il mio peso, stronza dal culo grasso.
“Lord N, non capisco cosa ci veda in questa ragazza. Voglio dire è una troia assurda.”
Mildred trattenne il fiato insieme a me. NON aveva appena detto una cosa del genere davanti ad N. Lui si girò verso di me, la confusione che adornava il suo viso innocente. “Mia adorata, cos’è una troia?”
“Non lo sa?” Bailey era genuinamente shockata. Non era a conoscenza dell’infanzia di N?
N scosse di nuovo la testa. “No, mi piacerebbe saperlo.”
Io gli coprii la bocca. “No, non occorre che tu lo sappia, N. Non è una parola molto carina.”
“Non lo è?” Le sue parole suonarono ovattate.
“No, N. E’ una parola davvero cattiva.”
N lanciò a Bailey uno sguardo ferito. “Perché dovresti chiamare White con una parola cattiva, Bailey?”
Bailey era enormemente mortificata. “C-che cosa avete tutti quanti?”
“Non lo sai, Bailey?” Scattai. “Ti ha mai detto nessuno che cosa N ha dovuto passare da bambino?”
La sua testa si piegò lievemente da una parte all’altra. “Non voglio saperlo.”
Senza preavviso, Bailey corse fuori dalla porta. Wow, credo di aver esagerato. Ma se lo merita. Voglio dire, credeva davvero che N fosse il classico tipo figo? Sì lei era nuova e tutto, ma davvero non era a conoscenza della storia del Team Plasma?
Incerta su cos’altro fare, Mildred andò verso la porta. “Andrò ad aiutare Shirley.”
Le porte si chiusero e noi fummo di nuovo soli. Sospirando, lasciai cadere la mano dalla bocca di N.
“Non sapevo che Bailey ti avrebbe detto una cosa cattiva come quella.” N strinse forte i pugni. “Mi dispiace che abbia ferito i tuoi sentimenti.”
Posai la mia mano sopra uno dei suoi pugni chiusi. “No, non ha ferito i miei sentimenti. Ma sono felice che tu ti preoccupi.”
Non so che cosa mi sia preso, ma mi avvicinai ad N e gli posai un veloce bacio sulla guancia. Quando realizzai ciò che avevo fatto, le mie guance bruciavano di più di quando mi ero scottata il dito sul fornello mentre aiutavo mamma a cucinare la cena.
N si toccò la guancia cautamente, gli occhi spalancati e il rossore che si stava diffondendo sul suo viso.
“E’ così che gli umani dimostrano affetto?”
Timidamente, io annuii. “Mhm.”
N rimase così per un momento, sbattendo rapidamente le palpebre. Si leccò le labbra, sembrando molto insicuro. Dopo un po’, si sporse cautamente verso di me, inclinando molto lievemente la testa. Le sue labbra entrarono in contatto con la mia guancia, causandone l’aumento di temperatura.
Si allontanò. “E’ questo quello che voi chiamate un ‘bacio’?”
“Sì.”
La porta scricchiolò e si chiuse. Qualcuno ci aveva osservati?



Note della traduttrice (translator's notes): ragazzi, anche stavolta sono in ritardo, e purtroppo non è stata una fase in cui ero particolarmente pigra. Ho iniziato l'università, per cui adesso gli aggiornamenti non avranno più una cadenza regolare, o un calendario preciso, ma saranno piuttosto a random, anche per me, dal momento che nemmeno io so quanto e quando avrò il tempo di mettermi a tradurre. Non conto comunque di lasciare incompleto questo progetto, assolutamente; prima di tutto perchè penso sia una storia che merita, e secondariamente perchè sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti vostri e di BluechanXD. Non scriverò più nulla sulla mia pagina autore, ma per qualsiasi comunicazione scriverò in fondo alle mie note nell'ultimo capitolo pubblicato, sotto la dicitura 'EDIT'.
Detto questo, un paio di chiarimenti:
- «Caro Reshiram, questo era molto peggio del PDA.» («Dear Reshiram, this was far worse than PDA.»): PDA, abbreviazione per 'Public Displays of Affection', o 'Pubbliche Dimostrazioni d'Affetto'. Nel linguaggio colloquiale si indicano così le effusioni 'spinte' in luoghi pubblici, e la frase di White è quindi ironica.
- «"Si rincorrevano l'un l'altro in quel gioco che loro chiamano 'peste'"» («They would chase each other in this game they called 'tag'.»): io personalmente conoscevo il gioco 'peste' con la variante del nome 'muffa', mentre in inglese lo chiamano 'tag'. Ho lasciato comunque il nome che gli dava il sito ufficiale inglese. Consiste in breve nel rincorrersi toccandosi a vicenda in modo da 'attaccare' la peste/muffa alla persona toccata, alla quale spetterà quindi il compito di rincorrere gli altri per toccarli e liberarsi dalla 'malattia'. 'Tag' in inglese significa 'contrassegnare'.
Vi lascio con un indovinello che anche BluechanXD aveva proposto ai suoi lettori: nel capitolo 8 (Felicità Estiva), è successo qualcosa che sembra insignificante, ma che più avanti si rivelerà significativo ai fini della storia. Si tratta di un'azione che alcuni (un qualsiasi numero di persone) personaggi hanno fatto. Chi erano le persone e qual era l'azione?
Indizio: il significato di quell'azione mostra una relazione crescente con un significato più profondo.
Potete indovinare solo UNA VOLTA.
[ In realtà il gioco di BluechanXD era più complesso, ma lei ha un sacco di lettori e recensioni, quindi ora come ora qua non è fattibile. ]
Buona caccia! xD

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Capitolo 10
*** Ballando per le stelle ***


autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui



Capitolo 10: Dancing for the Stars
- Ballando per le stelle -



"Ehi White! Non ti ho più visto in giro in questo periodo dell'anno!"
Vagai con lo sguardo dalla mia posizione vicino alla Metropolitana per vedere Dirk che si grattava dietro la nuca.
"Beh per forza! Ti ho visto soltanto in primavera." Il sole spuntò da dietro una nuvola, perciò mi avvicinai all'entrata.
"Sì, ma sono qui per un motivo. Mi sto esercitando nel ballo per il Summerfest di Sciroccopoli. Si tiene solo per un giorno, quindi devo essere preparato. Il ballo è la mia vita, lo sai."
"Quand'è?" Gettai uno sguardo all'entrata per vedere se qualcuno stava uscendo. Ancora nessuno.
"Questo venerdì. Puoi venire?" Chiese lui speranzoso. Temo che avrei dovuto declinare.
"Vorrei davvero poterci venire, ma il mio compleanno è quel giorno e..." Dovevo dirgli di N? Immagino di non aver altra scelta. Avrebbe continuato a fare domande se non gliel'avessi detto. "...e il mio... ragazzo mi sta organizzando una grande festa."
Okay, magari N non era proprio il mio ragazzo, ma fidanzato suonava fuori luogo.
"Ragazzo? Credevo che le cose fossero già ufficiali con N."
Black entrò nel mio campo visivo quando scese la piccola scalinata. Tu sì che rendi le cose più facili, Black.
"White, chi è il tuo amico?" Black mi si accostò, abbassandosi il cappello per ripararsi dal sole.
"Come va fratello. Mi chiamo Dirk."
"Io sono Black. Piacere di conoscerti."
Si sfiorarono i pugni come se si conoscessero da anni.
"Allora Black, amico. Cos'è che stavi dicendo a White? Hai detto che si sta già per sposare?" Dirk fece una smorfia. Era come Martin e Austin, anche lui?
"Già. Con una celebrità, tra l'altro." Black fece un largo sorriso. Potevo quasi vedere il simbolo dei poke yen nei suoi occhi. "E senti questa, Dirk. Lui era completamente cotto di lei prima ancora che a lei piacesse!"
Gli diedi una violenta gomitata nello stomaco. "Zitto!"
Black indietreggiò ma scoppiò a ridere. La smorfia di Dirk crebbe.
"Chi è? E' in TV?" Dirk attorcigliò uno dei suoi dread attorno al dito.
Mi morsi un labbro in imbarazzo. "Sì. Si chiama N."
Mi fissò mentre Black continuava a ridere. "Intendi quel principe sorella? Lo fanno vedere sempre al telegiornale. Quel tipo è veramente figo."
Dirk era tra due fuochi. Se anche lui era esattamente come Austin o Martin, come scommetto fosse, aveva una gigantesca cotta per me ma era comunque un fan del ragazzo che stavo per sposare.
"Ha detto che sarebbe partito presto per Hoenn. Ti sposi prima?"
"No. Non ha detto quando sarà. Credo che voglia sposarsi subito dopo che rientra da Hoenn."
Lui incrociò le braccia e si piegò all'indietro, sorridendo. "Ehi, hai detto che farai una festa di compleanno, giusto? Ti servono dei ballerini professionisti per l'intrattenimento?"
Feci un mezzo sorriso. "Magari, ma N vuole che siano presenti solo i membri del Team Plasma. Proverò a supplicarlo per lasciarvi venire al matrimonio. Sono sicura che dirà di sì."
"Accidenti, dovrebbe proprio. Dirk battè un colpo secco con i talloni. "Se quello che ha detto Black Meister è vero, lui farebbe qualsiasi cosa per te. Nessun uomo sano di mente rifiuterebbe qualcosa alla ragazza che ama."
"Sento i Volcarona nello stomaco."
N mi amava davvero? Tuttavia, lui era troppo bambino per innamorarsi di qualcuno.
"Scusate se interrompo la vostra piacevole piccola discussione sulla vita amorosa", si intromise Black, asciugandosi una lacrima rimasta dalla sua risata, "ma ho una cosa da dirti, White. Due cose in realtà."
"Sì, Black. Di che si tratta?"
"La prima ti lascerà a bocca aperta! Indovina? Ho battuto Andy appena prima che tu arrivassi qui!" Black sollevò il cappello in segno di vittoria.
"Wow, Black! E' fantastico!" Lo abbracciai. "E non potevi dirmelo prima di decidere di parlare di N?"
Black ridacchiò. "Nah. E' stato molto divertente vedere la tua faccia in quel modo! Eri super rossa!"
Gli diedi di nuovo una gomitata nello stomaco, mozzandogli il respiro. "Piantala!"
Lui tossì per un momento ma presto riguadagnò compostezza. "Haha! Già, dunque ho battuto Andy. Ho guadagnato dieci Punti Lotta. Adesso ne ho cinquantaquattro e sto ancora risparmiando. Li ho usati soltanto per piccole cose come Carburanti e Ferro. Però potrei comprare una Caramella Rara..."
"Hai intenzione di sfidare Torn adesso?" Domandai.
Black annuì con un sogghigno. "Proprio così! E poi tornerò per la rivincita."
Dirk gli diede una pacca sulla schiena. "Amico, sei un grande! E' una cosa fantastica!"
"E la seconda cosa?"
Black si appoggiò alla metropolitana, intrecciando le mani dietro la testa. "Non hai parlato con Belle ultimamente, vero?"
Dirk mi diede di gomito e sussurrò, "Belle?"
"Una nostra amica," gli sussurrai di rimando prima di riportare la mia attenzione di nuovo su Black. "No. Perchè?"
Lui si sfregò sotto il naso, facendo un largo sorriso. "Stiamo uscendo insieme adesso!"
Il silenzio durò solo per un secondo prima che io cominciassi a ridacchiare. "Mi stavo giusto chiedendo quando sarebbe successo."
Black sembrava genuinamente confuso. "Davvero? Stiamo bene io e lei insieme?"
Gli posai una mano sulla spalla. "Black, tesoro, ti ha mai detto nessuno quanto sei ottuso?"
Lui sbuffò. "No, ma ho sentito dire da tutti quanto lo sei tu."
"Che?"
Black scosse la testa. "Niente. Niente. Allora cosa stavi dicendo?"
Lo colpii dritto al petto. "Senti, io non sono ottusa. Almeno non quanto te o Belle, perché ha una cotta per te da sempre."
Lui si portò una mano alle labbra. "Davvero? E tu come lo sai?"
Io lo guardai a bocca aperta. Ma quanto era stupido? "Seriamente, Black? Io e lei siamo migliori amiche. Mi racconta tutto. Tu non hai idea di quante volte ti abbia adulato all'Interpokè."
"Ti dice tutto, eh? Lo pensi davvero?" Sembrava che sapesse qualcosa.
"'kay Black, che cosa c'è? Sputa il rospo. Lo so che mi stai nascondendo qualcosa."
Belle mi dice tutto. Non è così?
Lui scosse la testa. "No. Non te lo dico. A proposito, adesso che io e Belle stiamo insieme come te ed N, Komor è l'unico single."
Io sbuffai. "Non spostare l'argomento su di me!"
Lui si strinse nelle spalle. "Chi ha detto che lo stavo facendo?"
Uh?
"Amico, cosa diavolo sta succedendo? Mi stai confondendo."
Che cosa non mi aveva detto Belle che aveva a che fare con il fatto che Komor era l'unico single nel nostro gruppo?
"Quello che sto dicendo è-"
RING! RING!
Black sollevò il suo Interpokè. "Aspetta però. Mi stanno chiamando."
Diede un colpetto al suo Interpokè poi rispose. "Ehi, come va Komor? Stavo giusto parlando di te a... uh? ...sì?... stai scherzando... sì, con White... vuoi fare una chiamata a tre? ...nah... okay... okay, okay, accidenti. Non c'è bisogno di fare così... certo... sì, okay ciao."
Riattaccò e si voltò verso di me. "Komor dice di aver visto un leggendario nella Via Vittoria! Non è fantastico?"
"Quale?"
Black si grattò la nuca. "Non l'ha detto. Ma è giusto così, però, no?"
C'era una vecchia leggenda a Soffiolieve. Si diceva che se una persona avesse visto un leggendario, sarebbe stata fortunata per quell'anno. Ma se ne avesse detto a qualcuno il nome, avrebbe avuto sfortuna... o qualcosa del genere. Non riuscivo a ricordare se era proprio il nome o soltanto il raccontarlo a qualcuno. E credo che dicesse qualcosa come che se si desiderava una cosa, come un oggetto o qualsiasi cosa, non si poteva guardarlo per ventiquattro ore dopo aver visto il leggedario. Sì, non saprei. Anche se era molto strano per Komor non avercelo detto. Lui non era decisamente un tipo da leggende. Ma se era la fortuna ciò che voleva, allora era meglio non chiedergli nulla a riguardo.
"Beh Black? Hai intenzione di finire ciò che stavi dicendo?" Incrociai le braccia con impazienza.
"Già, riguardo a quello..."
RING! RING!
Un'altra chiamata? Qualcuno proprio non voleva che scoprissi ciò che Black stava per dirmi.
"Ehi Belle!"
Sospirai, voltandomi verso Dirk. "Già, non me lo dirà mai, vero?"
Lui rise. "Immagino di no."
"Ehi Dirk? Dimmi, di che cosa parla N al telegiornale?" N non mi aveva mai realmente parlato dei suoi nuovi programmi. Infatti, non mi aveva chiesto nemmeno una volta di guardarlo in TV. A proposito di questo, noi non avevamo nemmeno una TV.
"Parla di cose come trattare i nostri Pokèmon nel modo giusto e non liberarli." Si interruppe un momento per riflettere.
Poi qualcosa sembrò scattare in lui. Schioccò le dita. "Adesso che l'hai detto, credo che ti abbia menzionato."
N aveva parlato di me al notiziario?
"Già. Posso quasi giurare che fossi tu. Gli avevano chiesto qual era la sua ispirazione e lui ha detto 'la ragazza che ho incontrato durante il mio viaggio'. Ha detto anche che si sarebbero sposati. Ha detto che lei era l'unica che lo capiva."
N pensava questo di me? Credo di aver imparato come capire il suo modo di pensare.. Sapevo cose che lui non conosceva e avevo imparato ad accettarlo. Immagino che fosse per questo che Bailey era così confusa da noi. Forse aveva già chiesto a qualcuno di lui...
"Ehi White. Devo scappare. Belle mi vuole a Soffiolieve immediatamente!" Chiamò Black, togliendo una Pokèball dalla cintura.
Gli feci un sorrisetto. "Cerca di non divertirti troppo nella sua stanza."
Il rossore gli salì alle guance. "Andiamo! Lo sai che non siamo così! Diamine, White, smettila di pensare sempre a cose sporche."
"Wow, per una volta non sei ottuso. Mi aspettavo quasi che dicessi qualcosa tipo 'Certo che no. Lo sai che lei ha solo giochi da femmine nella Wii!'"
Black roteò gli occhi. "Tsk. Sì, come vuoi. Ci vediamo. Ci becchiamo un'altra volta, anche con te, Dirk."
Dirk sollevò la mano in un gesto di pace. "Stesso per me, fratello."
Braviary fu spedito fuori dalla Pokèball e Black gli salì sopra. "Torniamo a Soffiolieve, War!"
Se ne andarono in un lampo.
Dirk si asciugò la fronte. "Beh, ci vediamo, White. Devo andare ad allenarmi. Il torneo di danza del Summerfest di Sciroccopoli è basato sui voti, quindi dovrò esibirmi al meglio."
Sui voti? Ecco!
"Aspetta un attimo! Hai detto voti, giusto? Risolverò il problema dal momento che non posso andarci. Seguimi."



I denti di Dirk stavano battendo sonoramente. "P-perchè siamo i-in una te-n-n-uta così grande?"
Io sorrisi, suonando il campanello. "Lo vedrai!"
Non passò molto prima che qualcuno rispondesse alla porta per noi; era una cameriera.
"Sì, posso aiutarvi?" Chiese piano.
"Posso per favore vedere Martin? Ditegli che è White."
La cameriera annuì. "Solo un momento, cara."
La porta si chiuse e ci fu un suono di passi leggeri.
"I-i-io davvero non capisco cosa sta succedendo, m-m-ma mi fider-r-rò di te questa volta."
La porta si aprì di nuovo e Martin uscì. "Oh, signorina White! Che piacevole sorpresa. Di che cosa hai bisogno?"
"Andrai al Summerfest di venerdì?"
I suoi occhi si accesero. "Oh sì, certo. La mia famiglia ci va ogni anno per mostrare gli ultimi modelli dei vestiti di mia madre. Ci andrai, perchè in tal caso mi piacerebbe molto accompagnarti. Anche la contessa ha chiesto di te."
Io sorrisi timidamente. "No, non ci andrò. Mi dispiace." Martin divenne leggermente abbattuto. "Ma vorrei che tu facessi qualcosa per me."
Lui annuì con curiosità. "Qualsiasi cosa per te, Signorina White. Di che cosa hai bisogno?"
Passai un braccio attorno alle spalle tremanti di Dirk. "Questo è Dirk. Si esibirà al torneo di danza. Mi stavo chiedendo se tu avresti potuto convincere alcuni dei tuoi amici aristocratici a votare per lui."
Martin gli lanciò uno sguardo. "Certamente. Ma prima, non le andrebbe di ballare per noi adesso solo per vedere per chi voteremo, signor Dirk?"
Dirk arrossì imbarazzato. Ovviamente lui non era abituato ad essere trattato come un gentiluomo dalla nobiltà. "S-sì. Certo."
Tirò fuori un piccolo lettore CD dalla tasca della felpa che teneva attorno alla vita. Lo posizionò sul pavimento accanto a lui.
"Aspetti un minuto, signor Dirk. Mi lasci chiamare gli altri." Martin corse all'interno della casa.
Dirk rimase a guardare con orrore mentre la famiglia di Martin, compresa la contessa, le cameriere, e i maggiordomi uscivano a frotte dalla casa.
"Splendido! Una piacevole esibizione in un'adorabile giornata estiva!" Urlò il padre di Martin sopra la folla di persone.
La contessa mi salutò con un abbraccio cordiale. "Cara, signorina White. Non ci vediamo da troppo tempo."
Io risi. "Sono passati solo pochi mesi."
"Pochi mesi sono una lunga attesa per me." Sorrise. "Martin ci ha chiamato qui fuori per qualche ragione. Sai perchè?"
"Sì. Il mio amico Dirk," lo indicai mentre posizionava un CD nel lettore, "eseguirà un ballo al Summerfest. Vi sta per mostrare il suo ballo così che possiate votare per lui."
Lei annuì e lo guardò con curiosità.
Dirk si raddrizzò quando la canzone cominciò. Stava sudando come una fontana e aveva il respiro pesante. Distese le braccia all'infuori, aspettando che la canzone lo guidasse. Quando la canzone raggiunse una nota alta, Dirk cominciò a ballare. Dirk si abbassò a terra e fece una giravolta, usando le mani come supporto. I suoi movimenti erano veloci ed emozionanti, mi mandavano i brividi su per la spina dorsale. Era davvero bravo!
Era molto strano vedere una folla di nobili così interessata alla break dance. Si sarebbe detto che fossero più appassionati a cose come la musica classica. Ma erano tutti in soggezione davanti alle abilità di Dirk.
La canzone finì in poco tempo e Dirk si alzò per fare un inchino.
L'intera folla di nobili applaudì con entusiasmo. Dirk si grattò dietro la testa, arrossendo violentemente. Il padre di Martin gli si avvicinò per stringergli la mano.
"Signor Dirk, lei ci ha mostrato un'esibizione eccezionale! Ascoltatemi, o membri della mia famiglia! Dobbiamo votare tutti per il signor Dirk al torneo di danza del Summerfest di quest'anno!"
I loro applausi divennero più forti, ovviamente d'accordo con la sua affermazione.
Martin mi si avvicinò e mi strinse la mano. "E' stata un'esibizione affascinante, signorina White. Il tuo amico mi ha sorpreso."
Lanciai uno sguardo in direzione di Dirk che era impegnato ad essere elogiato dagli altri membri della famiglia. Mi lanciò uno dei suoi sguardi e alzò il pollice. Sembrava molto più sicuro di sè di prima.
Risi forte, sollevando anch'io il pollice. Potevo anche non essere lì venerdì, ma almeno una parte di me sarebbe stata con lui.



Note della traduttrice (translator's notes): ecco il famoso 'Blacky Muffin' che appare per la prima volta. Qualcun'altro - anzi, altrA - non è stata per niente nominata in questo capitolo, vediamo se capite di chi parlo ;)
Oggi vi chiedo partecipazione attiva all'andamento di questa fanfic - senz'altro molto più attiva dell'indovinello dello scorso capitolo (che è ancora valido, eh!) xD Come forse qualcuno di voi avrà notato, ho cambiato i nomi dei capitoli, sostituendoli con gli originali, ma aggiungendo ad ognuno la traduzione; questo perchè ho mantenuto il titolo originale dell'intera storia, essendo io una tradizionalista xD In realtà ero molto indecisa anche su questo, per cui, se preferite avere ogni titolo - storia e capitoli - 'italianizzato' fatemelo pure sapere e io provvederò ad avvisare BluechanXD (per formalità più che altro) e a modificare tutto. Accetto qualsiasi tipo di suggerimento. Stesso discorso vale anche per i nomi dei personaggi: li ho tradotti pressochè tutti, tranne Shirley, Mildred, Bailey e i quattro della ruota panoramica. Delle ragazze del Team Plasma non conoscevo il corrispondente italiano, mentre per i quattro ragazzi di Sciroccopoli l'ho fatto per una questione di assonanze e di gusti personali. Ma se preferite che io traduca anche i loro nomi in italiano, così da renderli uguali a quelli del videogioco - tenendo conto che essi sono Primo, Rodolfo, Valentino e Miriana - fatemelo sapere. E' che io sono una tipa da 'o tutto, o niente', per cui, avendo tradotto nel capitolo di oggi i nomi dei Capometrò, mi sembrava opportuno applicare lo stesso discorso a tutti. Non so, la parola in questo caso va a voi.
Seconda cosetta: fintanto che ho del tempo libero, sottopongo a periodica revisione ogni capitolo, per cui, se qualcuno dovesse trovare alcune differenze, non si preoccupi, che è sempre opera mia.
Passo velocemente alle note:
- Dirk (Primo) è il ragazzo che porta il giocatore sulla ruota panoramica in primavera. E' un ballerino di break dance, se vi ricordate il suo aspetto (altrimenti cliccate qui), e pertanto BluechanXD, e suppongo anche la versione inglese del videogioco, lo fa parlare con un linguaggio molto colloquiale e parecchi modi di dire. Per questo ho usato termini quali 'fratello', 'sorella', 'amico', lo scambio di 'pugni' fra lui e Black e il segno di 'pace' con cui si salutano - che non è quello di chiesa eh xD
- «"Mi sto esercitando nel ballo per il Summerfest di Sciroccopoli".» («"I'm practicing my dancin' skills for the Nimbasa Summerfest."»). Ho tenuto invariata la parola 'summerfest' perchè è molto usata anche italiano per indicare concerti, festival e altri eventi simili. La traduzione letterale sarebbe, immagino, 'festival estivo'.
- Per chi non si ricordasse chi sono Martin (Valentino) e Austin (Rodolfo), veda i capitoli 6 e 8.
- «"Già, dunque ho battuto Andy"» («"Yeah, so I beat Ingo."») / «"Hai intenzione di sfidare Torn adesso?"» («"Are you planning on fighting Emmet next?"»): Andy (Ingo) e Torn (Emmet) sono i capi del Metrò Lotta, detti anche Boss. Potete trovare alcune info qui. Per chi non l'avesse capito, è da lì che è uscito Black. In effetti il giocatore maschile nelle versioni Bianca e Nera di Pokèmon non compare come parte attiva della trama, tipo in Pokèmon Platino o Heart Gold & Soul Silver. Per incontrarlo bisogna andare al Metrò Lotta di Sciroccopoli e selezionare l'opzione 'Lotta in Doppio' (mi pare xD).
E' tutto, direi; come sempre sono disponibile per chiarimenti e errori vari. Potrebbe anche essere che modifichi il capitolo in questione per alcune cose che devo verificare con l'autrice, ma niente di che. Ringrazio infinitamente le 9 persone che, mettendo nei preferiti questa storia, l'hanno portata ad essere inserita tra le storie più popolari della sezione Pokèmon; grazie anche ai 18 che la seguono, e un GRAZIE in maiuscolo a _Kirakishou_, julia28 e Sad Little Chrona che hanno recensito costantemente ben due capitoli di seguito. Io e BluechanXD siamo contentissime :) Alla prossima!

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Capitolo 11
*** Il fratello di Harmonia ***


autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui



Capitolo 11: Brother of Harmonia
- Il fratello di Harmonia -



"Dove stiamo andando, tesoro?" Chiese N incuriosito mentre lo trascinavo per le vie di Sciroccopoli. Molti passanti trasalirono, bisbigliando tra sè e gli uni con gli altri. Non c'era da meravigliarsi. N era una celebrità, dopo tutto.
"Vedrai."
Lo portai sopra una piccola collina di fronte alla ruota panoramica la quale era ombreggiata da grossi alberi. Mh. Lui non era ancora arrivato. Probabilmente si stava prendendo tutto il tempo per fare le cose alla perfezione.
"Ehi, White! E-e-e-"
Era un miracolo che Austin non avesse lasciato cadere il cesto da picnic. Era così estasiato dalla presenza di N che io fui in grado di prendergli il cestino senza che lui se ne accorgesse.
"Lascia che lo tenga io per te, Austin."
Austin fece lentamente cenno di sì con il capo senza una parola. Io avevo già finito di sistemare la tovaglia e lui stava ancora guardando N a bocca aperta. N sollevò la mano per stringere quella di Austin.
"Ciao. Sei uno degli amici di White?" Sorrise.
La mano di Austin stava tremando quando afferrò quella di N. "S-sì. Sono A-a-austin."
"E' un piacere conoscerti, Austin. Il mio nome è N."
Non sapeva N che quasi tutti ad Unima sapevano chi fosse?
"L-l-lo so. Appari sem-mpre in TV. S-sei davvero grande."
Il sorriso di N crebbe. "Beh, grazie per avermi guardato. E' bello sapere che tanti allenatori sono influenzati positivamente dai miei insegnamenti."
Quando N lasciò la sua mano, Austin tirò fuori un bloc-notes e una penna dalla sua tasca e glieli porse.
"P-posso avere il tuo autografo p-p-per favore?"
N fece scivolare abilmente la penna sopra il bloc-notes, come un vero artista. Le sue lettere erano perfette e sembrava che fossero stampate. Sulla carta, aveva scritto N Harmonia. White Harmonia. Suonava davvero molto bene.
"G-grazie!" Austin cautamente ripose il bloc-notes e la penna in tasca. Frugò nel cestino da picnic e tirò fuori una vaschetta di panini e una torta. "Spero che v-vi piaccia. Mi sono alzato alle cinque di mattina per preparare tutto."
Povero Austin! Non c'era bisogno che sgobbasse sopra i fornelli per ore per farci piacere. Io e N ci saremmo senz'altro accontentati di un semplice spuntino.
"Non dovevi davvero, Austin. Mi sarebbe andato bene qualcosa di semplice."
Austin scosse la testa. "No. Oggi è un giorno speciale. Sono riuscito ad incontrare uno dei miei idoli. Dovevo fare qualcosa che fosse degno di lui."
N ridacchiò. "Il mio piccolo angelo ha ragione, Austin. Non c'era bisogno."
Lui tirò fuori un termos e poi una ciotola d'insalata. "Ma te lo meriti. Voglio rendere questo giorno memorabile."
N posò una mano sul cestino. "E' più che sufficiente. Apprezzo davvero tutto quello che hai fatto, Austin."
Reggendo piatti, ciotole, e utensili, Austin si inchinò. "E'-è un onore, signor N."
"Vediamo cosa abbiamo qui," dissi io, esaminando ogni oggetto che era stato tirato fuori dal cestino; c'erano i panini e la torta, il termos e l'insalata, una lunga baguette, acqua in bottiglia, e una grande varietà di frutta.
Il mio stomacò brontolò rumorosamente. "Dio, sembra tutto così buono!"
Austin sorrise. "Diamoci dentro!"
Impilai tre panini su un mucchio di insalata, presi una grossa fetta di torta, un grande pezzo di baguette, e una matura, succosa mela rossa. La mia tazza fu riempita fino all'orlo con zuppa di noodle.
"Wow, White, ne hai preso abbastanza?" Chiese Austin con sarcasmo.
N rise, afferrando un panino dalla vaschetta. "Va bene così. Ci ha fatto saltare la colazione, quindi dev'essere affamata."
Non persi tempo ad infilzare l'insalata e a ficcarmi quelle delizie dal sapore stupendo in bocca.
Il mio stomaco era in paradiso. Saltare la colazione era la cosa peggiore che avessi fatto oggi. Mi ficcai in bocca due dei miei panini, ingoiandoli in pochi secondi.
"Calmati, White!" Austin sollevò la mano verso di me. "Ti verrà il bruciore di stomaco!"
"Noun mi intrssha", borbottai da dietro la montagna di cibo accumulato nella mia bocca.
N rise soltanto e diede un morso al suo panino.



"Allora dimmi, N. Che cosa ti attira in particolare di Hoenn per farti decidere di andare per prima cosa fin lì?" Austin raccolse i piatti e le ciotole vuote.
"Non si è parlato molto di abusi laggiù, quindi volevo iniziare da lì. Voglio cominciare in piccolo prima di partire per regioni come Kanto dal momento che il Team Rocket è un gruppo pericoloso con molti membri. Stiamo progettando di avvalerci dei nostri seguaci così potremo aiutare Kanto con maggior facilità."
N diede un morso alla sua Baccabana. "Ho anche sentito che Hoenn produce degli strumenti per Pokèmon chiamati 'pokèmelle'. E' l'unica regione che sembra averle e si dice che abbiano proprietà che aumentano le buone qualità nei Pokèmon. Mi piacerebbe davvero vederne una."
"Pokèmelle?" Austin lo guardò di traverso. "Che strano nome che hanno."
"Sono un mix di bacche a forma di cubetto. Si fanno in un 'mixer bacche'."
"Sembra difficile."
La mia mente stava vagando in qualche luogo e non stavo prestando molta attenzione alla loro conversazione. Ragazzi, ero piena! Accidenti, certo che Austin era un bravo cuoco. Qualcosa mi fece guardare verso la ruota panoramica e sorprendentemente, vicino alla porta c'era nient'altri che Aurora. Che cosa ci faceva qui in questo periodo dell'anno? Lei andava sulla ruota panoramica in autunno.
Mi alzai in piedi, attirando l'attenzione di N. "Tesoro, dove stai andando?"
"Solo ad incontrare un'amica. L'ho appena vista. Prego, continuate la vostra conversazione."
N annuì. "D'accordo. Non metterci troppo, cara."
"'Kay!" Scattai verso la ruota panoramica dove Aurora aspettava sbalordita.
"Aurora!" Chiamai, facendole dei cenni.
Lei girò su sé stessa e il suo viso si illuminò. "White! E' bello vederti!"
Ci abbracciammo per un momento prima che chiedesse, "Che cosa ci fai qui oggi?"
"Sono qui con un mio amico e il mio fidanzato," dissi prontamente prima di realizzare che avevo appena definito N il mio fidanzato. "V-voglio dire-"
Gli occhi di Aurora brillarono, avidi di questa grande opportunità per fare conversazione. "Il tuo fidanzato? Ooh, fammelo vedere!"
Io indicai N che era preso dalla sua conversazione con Austin. "Quello con i capelli verdi."
Lei strizzò gli occhi, cercando di metterne a fuoco i lineamenti. Gli occhi di Aurora improvvisamente si spalancarono e lei trattenne il fiato.
"Ti sposi con N? Oh mio Dio, io sono la sua più grande fan! Come l'hai conquistato?"
Io arrossii, spostando lo sguardo sui piedi. "N ed io ci conosciamo da tanto."
"Raccontami tutto!" Lei si sporse in avanti come se le avessi dovuto raccontare un segreto.
"Stavamo litigando per i nostri ideali da un po' di tempo, ma io ero abbastanza convinta di essere nel giusto." Questo più o meno riassumeva tutto. Aggiungete il dramma e l'azione e avrete il quadro completo.
"Quindi era di te che stava parlando quando ha detto di aver preso ispirazione da una ragazza!" Strillò deliziata come una fangirl. "Sei così fortunata. Hai trovato qualcuno che ti protegga, a differenza di me..."
"Cos'è successo?" Le posai una mano sulla spalla. Non aveva di nuovo problemi con gli uomini, vero?
Aurora sospirò, la sua espressione che diventava triste. "Ricordi quel ragazzo di cui ti ho parlato sulla ruota panoramica, sì?"
Io annuii. Era quello a cui mi aveva raccontato di piacere. Non gli credeva per niente, da quel che ricordavo.
"Bene, continuava a dirmi quanto gli piacessi e tutto, così io ho ceduto e sono uscita con lui." Aveva un'aria ancora più truce adesso. "Ma l'ho visto il mese scorso con un'altra ragazza nel ristorante in cui lavoro. Lui... l'ha baciata..."
Aurora non riuscì più a trattenere le lacrime e cominciò a piangere rumorosamente sulla mia spalla. Le diedi delle pacche gentili sulla schiena cercando di consolarla il più possibile.
Lei tirò su col naso. "Mi dispiace, White. Non dovrei piangere. E' già passato un mese, quindi avrei dovuto superare la cosa molto tempo fa. Non so che cosa mi sia preso."
"Va tutto bene. Ehi. So che cosa ti tirerà su di morale. Perchè non ti presenti ad N? Mh? Che te ne pare?"
Lei si strofinò gli occhi e annuì. "Grazie, White."



"Ehi N!"
N si voltò con un luminoso sorriso. "White, mia adorata, sei tornata! E' una tua amica?"
Aurora arrossì, resa nervosa dal vedere N così vicino dal vivo.
"Proprio così. Questa è Aurora. E' una tua grande fan." La spinsi verso di lui.
Lui le porse la mano. "E' così bello incontrare così tanti amici di White. Come stai?"
Lei gli strinse la mano nervosamente. "Sto bene, grazie."
Feci un cenno in direzione di Austin. "E lui è Austin."
Austin fece un lieve cenno. "Ehi."
Aurora sorrise e fece un cenno di risposta.
"Abbiamo appena finito di fare un picnic." La informai, guardando ciò che ne rimaneva. Raccolsi l'ultimo panino e glielo porsi. "Hai fame?"
Aurora lo prese delicatamente e ne morse un pezzo. Lo masticò per un momento prima di trattenere il fiato. "E'... è incredibile! Non ho mai assaggiato un panino dal sapore più buono in vita mia! Nemmeno nel ristorante in cui lavoro!"
Ne prese ancora più morsi, assaporandone il gusto. "E' così buono! Lo adoro! Grazie, White!"
Io ridacchiai. "Non ringraziare me. Ringrazia Austin. E' stato lui a prepararlo."
I suoi occhi luccicarono più di prima. "Austin, la tua cucina è sbalorditiva! Dovresti venire a lavorare per il nostro ristorante. Stiamo cercando nuovi cuochi."
Le guance di Austin si fecero rosse e lui si grattò dietro la nuca timidamente. "Andiamo. Non sono così bravo."
"Invece sì!" Girò sui tacchi. "Devo andare a raccontarlo al mio capo. Non vedo l'ora di vederti lì! Si chiama Le Cafè Ensoleillée! Ciao, White! Ciao, N!"
Saltellò via, molto più allegra.
La mascella di Austin era spalancata. "Non mi darà scelta, vero?"
Lo circondai con un braccio. "No. Ma è fatta così."
"Le Café En-che?"
"Lo scoprirai."
Austin si avvicinò in modo che nessuno fosse a portata d'orecchio. "Sai, era piuttosto carina."
Ahah! Il tuo giorno fortunato è diventato ancora più fortunato, Aurora!
Gli diedi una pacca sulla schiena. "Magari puoi dirglielo. Ma non adesso. Si sta ancora riprendendo dalla sua ultima storia. L'ha scoperto mentre la tradiva."
Austin sussultò. "Ahia."
"Ma andrà bene. Tu vai avanti. Scommetto che ti stanno già preparando i documenti."
Lui si strinse nelle spalle. "Suppongo che un lavoretto estivo non sarebbe poi così male. Beh, ci vediamo, White." Austin fece un cenno ad N. "Ciao, N."
Austin raccolse il suo cestino e se ne andò, lasciando me ed N soli sulla collina. N passò il braccio attorno alla mia vita e mi strinse più vicina a sé.
"Di che cosa stavate confabulando tu e Austin?" Chiese incuriosito.
Io ridacchiai. "Stavamo solo prendendo in giro Antea, tutto qui."
N era sconcertato. "Prendendo in giro Antea? Ma noi siamo fermi qui. Come si fa a prendere in giro una persona se si è fermi? Lei non è nemmeno qui."
Io sbuffai. N non cambia mai, vero?
Antea; la Dea dell'Amore del Team Plasma.
"Sento i Volcarona nello stomaco."
Quella stessa frase continuava a risuonare nella mia testa. Forse N sapeva qualcosa sull'amore.
Dopotutto, il fratello di Harmonia era Cupido.



Note della traduttrice (translator's notes): sono abbastanza soddisfatta di com'è venuto questo capitolo; tra l'altro è uno dei miei preferiti. Ahah, la persona che mancava nello scorso capitolo era Bailey! E manca anche in questo, quindi rallegratevi! :D L'indovinello di due capitoli fa è ancora aperto, per chi avesse voglia di provarci. Via alle note!
- La zuppa di noodle è una minestra composta da un tipo di pasta in uso nei Paesi orientali - i noodles, appunto - simili per aspetto alle nostre tagliatelle ma diversi per composizione. Gli ingredienti variano a discrezione di chi cucina, ma generalmente è un piatto ricco di verdure, integrate da carne di pollo o di maiale.
- Chi ha giocato alle versioni Pokèmon Rubino, Zaffiro o Smeraldo ricorderà cosa sono le pokèmelle (soprattutto chi come me ne ha prodotto a quintalate per far evolvere Feebas -.-); altrimenti, se la spiegazione di N non è sufficiente, cliccate qui.
- Aurora, in italiano Miriana, è la ragazza che accompagna il giocatore sulla ruota panoramica in autunno.
- "Le Cafè Ensoleillée" in francese vuol dire "il caffè soleggiato".
- La battuta originale di N era «I giggled. "Just playing Anthea, that's all." / N was baffled. "Playing Anthea? But Anthea is a woman. How can you play a person? She's not a game."» («Io ridacchiai. "Stavamo solo prendendo in giro Antea, tutto qui." / N era sconcertato. "Prendere in gito Antea? Ma Antea è una donna. Come si fa a giocare una persona? Non è un gioco."») Il fraintendimento si basa sul fatto che in inglese il verbo 'to play' significa sia 'prendere in giro' che 'giocare' (oltre a tanti altri significati). Ho dovuto riadattare totalmente il dialogo, perchè in italiano non esiste questa corrispondenza, e l'espressione 'giocare qualcuno' nel senso di fare uno scherzo è antiquata. Come battuta è triste, lo so; vi chiedo scusa se non son riuscita a fare di meglio. Pensate che non è nemmeno opera mia, ma ho avuto l'illuminazione quando ho sentito mio zio che la diceva a mia sorella! xD
- «Dopotutto, il fratello di Harmonia era Cupido.» («After all, Harmonia's brother was Cupid.») Nella mitologia greca, il dio Cupido (o Eros), figlio di Venere/Afrodite, è davvero fratello di Armònia. Il gioco di parole si basa qui sul cognome di N, Harmonia; e perciò ho dovuto lasciare il nome della dea scritto allo stesso modo e non senza la 'h'.
La prossima volta: il compleanno di White è finalmente arrivato!
Ringrazio ancora una volta chiunque segua questa fanfiction, e doppiamente chi si prende anche la briga di recensire. Al solito, per qualsiasi problema contattatemi pure via MP attraverso il mio account. A presto!

EDIT: ragazzi, ho cambiato nickname! D'ora in poi mi troverete sotto il nome 'Lacie', non più 'S h i okaze', ma sono sempre io. Provvederò a modificarlo anche negli altri capitoli.

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Capitolo 12
*** Piselli odorosi e gigli rossi ***


autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui



Capitolo 12: Sweet Pea and the Tiger Lily
- Pisello Odoroso e Giglio Rosso -



"Tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri, cara White!"
Sbadigliai, agitandomi nel mio stato di semi coscienza. Il letto si muoveva su e giù in un modo discretamente irritante e mi stava facendo venire il mal di testa. Premetti un cuscino sulla testa per impedire al canto di entrare nelle mie orecchie.
"Svegliati, White! E' il tuo compleanno!" Qualcosa mi stava scuotendo con veemenza.
Intontita, lanciai da parte il cuscino e strofinai i miei occhi stanchi. N stava saltellando su e giù come un fagiolo messicano impazzito. Cantava con entusiasmo, battendo rumorosamente le mani.
Le mie palpebre si abbassarono nuovamente. "N. Per favore smettila. Ho sonno."
Gli scossoni cessarono ed io sentii il naso di N contro la mia guancia. Prese un profondo respiro.
"BUON COMPLEANNO, WHITE!"
Sobbalzai dallo spavento. La mia schiena colpì il pavimento con un tonfo sordo.
N mi tirò su. "White, cara, stai bene?"
Con un gemito ancora più forte, mi sollevai riluttante dal pavimento. "Sì..."
Le sue mani si allacciarono alle mie e un sorriso gli si allargò velocemente sul volto. "Oggi è il tuo compleanno, White!"
Mi sfregai la testa dolorante; c'era un piccolo bernoccolo dovuto all'impatto. "Sì, N. Credo che tu l'abbia già dimostrato."
Lui ridacchiò, danzando attorno alla stanza con il suo pigiama che svolazzava dappertutto. "Non vedo l'ora di festeggiare! Ti divertirai così tanto!"
Mi risedetti sul letto. "Ci scommetto..."
La doppia porta si spalancò.
"Buon compleanno, signorina White!"
Oh no... Me lo dicevano anche i miei amici del Team Plasma, adesso?
Mildred e Shirley mi abbracciarono affettuosamente. "Dobbiamo prepararla per la festa."
"Di già?" La festa non sarebbe iniziata prima di stanotte. "E' troppo presto."
Entrambe mi afferrarono per le braccia. "Lo sappiamo! Ma ci vorranno ore per completare il trucco, signorina White."
ORE? Che cosa avevano intenzione di farmi, la chirurgia plastica?
"State scherzando."
Shirley sorrise. "Prima di tutto, dobbiamo lavarla, signorina White. Dovrà essere scintillante per quello che accadrà."
Mildred rivolse un inchino ad N. "Manderemo altri membri a preparare anche lei, Lord N."
N sorrise. "Vi ringrazio. Per favore fate tutto ciò che è in vostro potere per renderla bellissima."
"Lo faremo, Lord N!"



Mildred fece scorrere lo shampoo al profumo di pisello odoroso attraverso i miei capelli, imbevendovi ogni ciocca. Shampoo al pisello odoroso; il castello aveva sempre avuto questo dolce, confortevole profumo. Immagino che al Team Plasma piacessero i piselli odorosi.
Shirley mi strofinò i piedi con la sua spugna. "La signorina White sarà assolutamente stupenda quando avremo finito di sistemarla!"
Un secchio d'acqua mi fu svuotato sulla testa. "Così stupenda che Bailey sarà ancora più gelosa di quanto non è già."
Entrambe le ragazze ridacchiarono. "Non è d'accordo, signorina White?"
Stupida Bailey. Un regalo da parte sua sarebbe stato anche peggio che non riceverne affatto.
Shirley svuotò la vasca e Mildred mi avvolse in un asciugamano. Ero seduta al tavolo da toeletta quando dell'aria bollente mi colpì dietro la testa. Il ronzio di un asciugacapelli si avvicinò alle mie orecchie.
Un limpido strato base di smalto mi fu steso sapientemente su ognuna delle mie unghie. Una volta asciugato, vi furono applicati due strati di smalto argentato. Poi fu la volta dei piedi.
L'asciugacapelli fu spento e fu riposto sul tavolo da toeletta. Mildred prese una ciocca dei miei capelli e la posò su un arricciacapelli.
Le ore per me sembravano trascorrere lentamente. Ciocca dopo ciocca, unghia dopo unghia, sembrava che non sarebbe mai finito. La polvere quasi mi soffocò quando Shirley tamponò il mio viso con il piumino da cipria. Starnutii una tempesta di polveri dopo. Uno spesso strato di ombretto fu spalmato sulle mie palpebre. Mildred fece scivolare delicatamente il rossetto sulle mie labbra dopo avermi spazzolato a fondo i denti.
"Tutto fatto!" Strillò Shirley, posandomi le mani sulle spalle.
Sbattei le ciglia, fissando il mio riflesso. Si sarebbe detto che fosse il giorno del mio matrimonio.
Mildred mi aiutò ad alzarmi dalla sedia. "Adesso è ora di vestirsi!"



Rabbrividii, congelata dall'aria condizionata contro le mie gambe nude. Volevo scegliere il mio vestito adesso così che non sarei dovuta rimanere un minuto di più vestita di un succinto accappatoio.
Mildred e Shirley mi avevano portato da uno dei migliori stilisti del Team Plasma. Stava in equilibrio altissima sui suoi tacchi a spillo rosa, pescando nell'armadio alle sue spalle. Tirò fuori un abito color pervinca senza maniche che si increspava sulla gonna.
Aprì la zip al lato del vestito e mi fece cenno di avvicinarmi. "Lord N ha ordinato questo vestito per lei, Lady White."
Esitante, mi infilai il vestito, cercando di non strapparlo o raggrinzirlo. Lei tirò su la zip; mi stava alla perfezione.
La donna tornò verso l'armadio e tirò fuori un paio di tacchi dai lacci bianchi. Si chinò, infilando cautamente il mio piede in ognuno. Si voltò, raccogliendo qualcosa dallo sgabello dietro di lei.
Quando si girò di nuovo verso di me, vidi che era una tiara; non era una tiara normale, ma una piccola con dei cristalli a forma di fiore incastonati su contorte decorazioni a forma di vite.
"Una corona degna di una principessa", disse lei, posizionando con attenzione la tiara sulla mia testa.
Oh, morivo dalla voglia di vedere come dovevo sembrare ora!



"Madame White, la prego stia ferma."
Ero agitata; ero rimasta seduta lì per le ultime, quante?, TRE ORE, senza potermi muovere per niente. Questo tizio mi stava facendo perdere la pazienza.
La recluta, il miglior artista del Team Plasma, accarezzò la sua tela con il pennello bagnato di un color pervinca. Stava ancora facendo il mio vestito? Aveva fatto il mio vestito tutta l'ora!
"Ti manca molto?" Non mi importava di quanto potessi suonare maleducata a questo tipo. Volevo muovermi adesso.
"La mia arte richiede tempo e pazienza, Madame White. Lord N farebbe servire la mia testa per cena se facessi un solo minuscolo errore."
Tsk. Magari Ghecis, ma non N.
"Ah... Finito!"
Scattai in piedi, stiracchiando tutti i muscoli che nemmeno sapevo di avere. Ero libera da quella maledetta posa da statua!
"Bene, bene, Madame. Abbiamo solo un altro ritratto da fare."
Santo RESHIRAM.



"Oh, White, mia adorata! Sei magnifica!"
Il mio intero corpo era così indolenzito che non mi importava nemmeno di quel che aveva detto N. Feci scrocchiare la schiena, provando immediato sollievo.
"Stai bene, tesoro? Sembri stanca." N posò preoccupato la sua mano sulla mia spalla.
"A dir poco. Il tuo artista mi ha tenuto in questa strana posizione per ore! Credo che le mie ossa siano permanentemente dislocate." Spinsi le spalle all'indietro, facendo schioccare anche loro.
N sogghignò. "Ahah, tesoro, vedrai che starai bene! Comunque, la tua festa inizia fra pochi minuti. Ti piacerebbe invitare i tuoi amici Pokèmon? Io porterò i miei."
Allungò il braccio verso la tasca posteriore dei suoi pantaloni neri, tirando fuori cinque pokèball. Ingrandendole, le lanciò in aria tutte in una volta; ne uscirono Zoroark, Vanilluxe, Klingklang, Carracosta, e Archeops. Naturalmente avrebbe tenuto Zekrom nella sua pokèball; Zekrom e Reshiram erano troppo grandi per la sala da ballo.
I Pokèmon di N si guardarono attorno, confusi. Tutti e cinque si voltarono verso N, chiedendosi per cosa erano stati chiamati.
"Oggi è il compleanno di White," spiegò loro N. "Andate ad augurarle un buon compleanno."
Loro mi osservarono, sbattendo le palpebre ancora più confusi. Immagino che fosse piuttosto strano augurare buon compleanno a qualcuno che una volta consideravano un nemico. Ma decisero tra di loro di ignorare questo fatto e vennero ad affollarsi attorno a me, emettendo versi allegri. Li accarezzai uno per uno come ringraziamento.
Adesso era il mio turno. Sollevai l'orlo del mio vestito, staccando le pokèball dalla cintura allacciata alla mia gamba; non andavo mai da nessuna parte senza i miei Pokèmon. Nemmeno alla mia festa di compleanno.
"Venite fuori, tutti quanti!"
Serperior, Musharna, Excadrill, Swanna, e Cofagrigus atterrarono sul pavimento. Erano confusi quanto i Pokèmon di N; quando li notarono, ringhiarono loro contro, pronti a combattere.
Feci un passo tra loro, facendo cenno di fermarsi. "Calmatevi, ragazzi. Siamo tutti amici adesso."
I miei Pokèmon smisero di ringhiare e fissarono esitanti quelli di N. Serperior annusò Zoroark e viceversa. Cautamente, Serperior parlò, dicendogli qualcosa nella lingua dei Pokèmon. Zoroark rispose, stringendo la coda di Serperior come se fosse una mano. Entrambi sorrisero e risero.
N accarezzò Zoroark, sollevando lo sguardo verso di me. "Sei fantastica con i Pokèmon, tesoro."
Arrossii. "T-tu sei molto meglio di me. Che cosa hanno detto?"
"Serperior voleva appianare le loro divergenze per te. Zoroark era d'accordo e ha detto che voleva fossero amici."
Il resto dei nostri Pokèmon fece un passo avanti, iniziando una piccola conversazione.
"La festa sta per cominciare, ragazzi," annunciò N ai Pokèmon.
Io sorrisi, serrando il pugno con determinazione. "Facciamo vedere al Team Plasma come si festeggia! Che cosa ne dite?"
I nostri Pokèmon saltarono gioiosamente, gridando versi di incoraggiamento.



"Fanno il loro ingresso; Lord N e Lady White!"
La folla di reclute del Team Plasma ruggì con entusiasmo quando N ed io entrammo nella sala da ballo con i nostri Pokèmon subito dietro. Oltrepassammo i miei due ritratti che erano stati dipinti prima, e adesso che li osservavo, la loro bellezza era valsa il mio mal di schiena.
La sala da ballo era zeppa sia di persone che di Pokèmon; i Patrat, gli Watchog, i Purrloin, i Liepard, i Sandile, i Krokorok, i Krookodile, gli Scraggy, gli Scrafty, i Trubbish, e i Garbodor si erano riuniti attorno alla fontana che zampillava; una scultura di ghiaccio dalle mie sembianze sedeva in cima alla fontana proprio come N aveva detto. Nell'angolo della stanza, dietro l'orchestra, il pianoforte, una pila di regali, e il tavolo del buffet stava la mia torta a diciassette piani.
Ogni cosa era perfetta! Era tutto assolutamente perfetto! Non avevo mai visto una festa più bella e vivace di questa.
N sollevò un braccio e la sala si fece completamente silenziosa; persino i Pokèmon cessarono il loro piccolo chiacchierio.
"Amici miei, vi do il benvenuto a questa meravigliosa festa in onore della mia cara futura moglie, White!" Sollevò il braccio ancora più in alto. "Che i festeggiamenti abbiano inizio!"
Tutto il Team Plasma applaudì e tornò a fare ciò che aveva interrotto.
"Signorina White!" Le familiari grida delle mie amiche del Team Plasma giunsero alle mie spalle.
Mildred e Shirley mi abbracciarono stretta. "Speriamo che le piacciano i nostri regali!"
"Ma certo," risposi soffocata, notando di sfuggita i loro abiti gialli coordinati che le facevano sembrare gemelle.
N rise. "Vuoi qualcosa da bere, cara? Vado a prenderti qualcosa."
Si allontanò dal buffet senza darmi il tempo di rispondere.
"E' assolutamente stupenda, signorina White!" Si complimentò Mildred, prendendomi una mano tra le sue.
Io sorrisi timidamente. "Dovreste prendervi voi il merito. Siete state voi a fare tutto il lavoro per me."
La loro risata ebbe breve durata perché Shirley ringhiò in direzione del buffet. "Guardate chi ha deciso di rovinare la festa."
Curiosa, mi voltai nella direzione del suo sguardo. Che FACCIA TOSTA.
Al tavolo del buffet, Bailey era impegnata a flirtare con N mentre lui versava del punch in un bicchiere per me. Quella piccola stronza! Sta flirtando con lui il giorno del mio compleanno. Pensa cosa farebbe il giorno del mio matrimonio!
"Non mi interessa se anche mi ha fatto il regalo più grande di tutti. Ridurrò comunque quella ragazza a pezzetti!" Ringhiai, affondando le mie unghie appuntite nei palmi.
Mildred mi trattenne dal fiondarmi lì. "Stia qui, signorina White. Non c'è niente di cui preoccuparsi."
Shirley la guardò in tralice. "Di che stai parlando, Mildred?" C'era qualcosa di cui era a conoscenza solo Mildred?
Mildred sorrise dolcemente. "Lord N ha in programma qualcosa di carino per la signorina White più tardi. Terrà sicuramente Bailey alla larga da lui per un po'."
Inclinai la testa di lato. "Di che si tratta?"
Lei ammiccò. "Non posso dirlo!"
Un altro segreto? Ugh. Cos'hanno tutti da nascondere sulla mia stessa festa?
"Eccoti qui, tesoro."
Spaventata, sobbalzai, quasi facendo cadere la bevanda dalla mano di N. Quando era arrivato?
N mi porse il bicchiere. "Bailey ti augura un felice compleanno."
"Piuttosto mi augura la morte così può uscire con te," borbottai, rovesciando metà del mio drink con rabbia.
"Mh? Che ti prende, tesoro?"
"Niente."
Spostai la mia attenzione sui nostri Pokèmon vicini alla fontana; Zoroark stava mostrando orgoglioso la bambola Zorua di N mentre Serperior, Carracosta e Excadrill lo fissavano con timore. Vanilluxe e Musharna si stavano rincorrendo, fluttuando in circolo attorno alla fontana. Cofagrigus diede un colpo a Klingklang poi scomparve all'improvviso, solo per spostarsi dall'altro lato per colpirlo di nuovo quando l'altro non guardava. Ciò irritò Klinklang finchè questi non usò Fulmine su Cofagrigus, fermando il suo giochetto.
Ciò che veramente mi colpì fu che Archeops stava strofinando il muso su Swanna, ma lei gracchiò e volò dall'altro lato della fontana. Erano esattamente come me ed N nei primi tempi dopo che ero venuta a vivere qui; non mi piacevano per niente le piccole avances di N, ma col tempo, avevo più o meno imparato ad apprezzarle.
"Ehi, N. Non ti dispiace se vado a parlare con Swanna per un po', vero?"
N scosse la testa. "Affatto. Lascia che prenda il tuo bicchiere e ti porti qualcos'altro da bere e un po' di cibo."
Dopo aver restituito il bicchiere ad N, avanzai lentamente verso Swanna che stava bevendo dalla fontana.
"Ciao, Swanna." Mi sedetti accanto a lei sul bordo della fontana.
Swanna smise di bere e sollevò la testa felice. Le accarezzai il capo e lei si appoggiò al mio tocco.
"Ho visto te e Archeops."
Lei si allontanò, ad occhi sbarrati.
Io annuii. "Già." Mi piegai all'indietro, alzando lo sguardo al soffitto. "Voi due mi ricordate me ed N."
"Swa?"
"Mmh. Prima non volevo essere la principessa di N, proprio come tu non vuoi essere amica di Archeops." Lanciai uno sguardo al depresso Archeops che stava muovendo triste la sua ala lungo l'acqua.
"Swanna!" Swanna fece un verso sprezzante, girando la testa dall'altra parte.
Feci un mezzo sorriso. "Senti, so che può essere difficile all'inizio, ma dagli un po' di tempo. So che era tuo nemico in battaglia, ma penso che dovresti dargli una possibilità."
Lei fece scorrere lo sguardo da me ad Archeops. "Swa? Nna?"
La spinsi verso di lui. "Vai. Credo che voglia diventare tuo amico."
Lei sospirò, ma volò comunque verso di lui. Archeops era spaventato dal suo improvviso cambiamento e sbatté rapidamente le palpebre. Swanna sorrise, battendo le ali. Suppongo che fosse un segno d'amicizia perché Archeops sembrò entusiasta e batté anche lui le sue ali.
"Ecco a te, cara." N mi porse un piatto e il mio drink e si sedette al mio fianco.
"Swanna sta andando d'accordo con Archeops, adesso," dissi, prendendo un chicco d'uva dal piatto e lasciandolo cadere in bocca.
N morse una Baccarancia. "E' un buon segno. Tutti i Pokèmon dovrebbero essere amici."
Tutti i nostri Pokèmon erano adesso riuniti attorno a Zoroark e al peluche. N ridacchiò.
Sollevai lo sguardo verso di lui. "Cosa c'è di così divertente?"
N bevve il suo drink. "Il mio amico Zoroark stava inscenando una piccola storia sulla bambola Zorua per gli altri."
"E' carino da parte sua."
Rimanemmo entrambi a guardare divertiti, sgranocchiando il nostro cibo proprio come se fossimo ad un musical.



Il suono dei violini e di un pianoforte risuonò attraverso la sala da ballo e le reclute si divisero in coppie per ballare. Cercai con lo sguardo i miei amici e trovai Mildred e Shirley con due reclute uomo; Shirley stava ridacchiando con il suo partner mentre Mildred si muoveva goffamente assieme al compagno, arrossendo pesantemente.
Io risi, guardandomi attorno per cercare altre reclute che conoscevo; trovai la recluta che sembrava sempre cogliere me ed N in momenti imbarazzanti, e la timida nuova recluta dei miei primi giorni al castello.
Sembrava che tutti loro si stessero divertendo un sacco a ballare con il proprio partner. Tutte le reclute erano eccezionalmente vestite in abito da cerimonia e si muovevano attraverso la pista da ballo in una schiera di colori che si mescolavano come in un quadro. Sospirai. Sarei potuta rimanere a guardarli per ore.
Li osservai ancora e ancora, la loro danza era come un sogno ad occhi aperti per me. Mi ricordai improvvisamente del fidanzamento di Martin con la contessa. La sua orchestra aveva suonato e io avrei voluto ballare con N. L'impulso di ballare con lui crebbe dentro di me e gli diedi un colpetto sulla spalla.
N si voltò verso di me con un sorriso. "Cosa c'è, tesoro?"
Arrossendo, distolsi lo sguardo dai suoi occhi. "Voglio... ballare."
"Dopo questa canzone, okay?" Suonava come se stesse cercando di contenere l'entusiasmo.
Io annuii e tornai a guardare ballare le reclute. Mi sembrava che la canzone rallentasse e che non sarebbe mai finita. Una nota divenne dieci note e l'attesa sembrava ancora più lunga. Il mio cuore batteva più forte della musica. La mia aspettativa crebbe al punto da divenire quasi incontrollabile.
Con il vibrare di una corda, la canzone finalmente terminò e N mi tirò su dalla fontana. Tutti, anche i Pokèmon, sembravano sapere cosa stava succedendo e si spostarono dal nostro cammino verso la pista da ballo finché io ed N fummo gli unici al centro.
Nervosamente, i miei occhi guizzarono da una parte all'altra finché non vidi Mildred sorridermi. Era di questo che stava parlando?
La mia attenzione tornò ad N che mi stava porgendo la mano. "Non preoccuparti. Mi è stato insegnato a ballare quando ero piccolo."
Arti accademiche, belle arti, e adesso il ballo? C'era qualcosa che N non aveva imparato nella sua infanzia?
Inspirai a fondo, posando la mia mano sulla sua. L'altro suo braccio scese sulla mia vita ed io strinsi la sua spalla come sostegno. Rimasi a fissarlo, troppo nervosa per guardare da qualsiasi altra parte.
N sorrise rassicurante. "Non ti preoccupare. Andrai bene."
Il pianista suonò un breve accordo e N mi avvicinò a sè.
"Fidati di me."
Fece un passo di lato, trascinandomi in una dolce piccola danza attraverso la stanza. Ondeggiammo in cerchio e quando il pianoforte trillava, lui mi faceva volteggiare in una piroetta. N si allontanò da me, tenendo una mano ancora stretta nella sua. Continuammo un ritmico movimento di allontanamento e riavvicinamento finché lui mi tirò ancora a sé, questa volta con una giravolta che mi fece finire con la schiena contro il suo petto.
Fui presa dalla tensione quando vidi la folla di reclute del Team Plasma che fissava intensamente la nostra danza. Mi sarei dimenticata del ballo se non fosse stato per N che mi stava sussurrando qualcosa.
"Fidati di me, White."
Sospirando, mi appoggiai più vicina al suo petto in cerca di conforto. N mi fece volteggiare via dal suo abbraccio, lasciando andare la mia mano. Mi afferrò l'altra e passò la sua dietro la schiena. Ci condusse in una lenta camminata in circolo. Un'altra piroetta ed eravamo tornati alla nostra posizione iniziale. Ondeggiammo attorno alla fontana una seconda volta con una giravolta qui e là.
N si fermò improvvisamente nel bel mezzo del nostro oscillare e mi trascinò giù in un inchino finché i miei piedi non furono quasi completamente staccati dal pavimento. I suoi occhi tennero sotto controllo i miei. In quel momento, non c'era nessuno nella stanza con noi. C'eravamo solo N ed io. Ci saremmo stati solo noi finché la canzone fosse finita.
Lui mi fissò per un momento. E un altro. N si inchinò assieme a me e le sue labbra entrarono in contatto con la mia guancia e con un piccolo angolo della mia bocca.
Trattenni il fiato, ma il momento ebbe vita breve quando N tornò a trascinarmi nella danza. Un altro po' di giravolte e lui era giù in ginocchio. La canzone iniziò a rallentare, ma N rimase nella sua posizione sul pavimento. Frugò nella sua tasca, tirandone fuori una piccola scatola e aprendola con uno scatto. La tenne sollevata verso di me e tutto il Team Plasma trattenne il fiato simultaneamente.
Nella scatola c'era un anello. Un anello di fidanzamento. Il mio regalo di compleanno.
Il mio cuore batteva selvaggiamente contro la mia gabbia toracica, probabilmente abbastanza forte da farsi sentire dal Team Plasma. Rimasi paralizzata mentre N tirava fuori l'anello dalla scatola e lo faceva scivolare dolcemente lungo il mio anulare sinistro.
"Sposami, White?" Chiese N intensamente con sguardo innocente.
Ero stata già praticamente obbligata ad impegnarmi in tal senso quando ero diventata la sua principessa, ma non avrebbe fatto male confermarlo ad alta voce.
"Sì."



"E' fantastico, White!"
"Sì ma la torta mi è quasi caduta addosso. E Bailey non ha smesso un attimo di crocifiggermi con lo sguardo per il resto della festa." Sbadigliai, aprendo una scatola con dentro un altro paio di tacchi. Non avevo detto tutto a Komor e Belle, come del mio ballo con N o dell'anello. Non volevo che lo sapessero.
"Di che si tratta stavolta, White?"
Li posai sulla pila di scatole di scarpe accumulate. "Altre scarpe."
Komor sospirò. "Immagino."
La scatola seguente conteneva un profumo. "Profumo."
"Di che cosa sa?" Belle si premette più vicina allo schermo dell'Interpokè.
Spruzzandolo, annusai l'aria. "Pisello odoroso."
Come se il castello non profumasse abbastanza di pisello odoroso; un'altra scatola per la pila dei profumi. I miei regali consistevano in scarpe, profumo, vestiti, ancora scarpe, trucchi, altro profumo, libri appena scritti, magliette, gonne, ancora altre scarpe, gioielli, altri trucchi, dolci come cioccolatini e caramelle dure, cesti, ancora vestiti, e altre scarpe. Avevo scarpe in numero sufficiente per altre cinque vite.
Mildred mi aveva comprato una bella collana con una coroncina e Shirley mi aveva regalato un braccialetto abbinato. Avrei dovuto ringraziarle più tardi.
Solo una scatola era stata lasciata chiusa; quella di Bailey. Ero titubante ad aprirla così tirai via il coperchio lentamente.
"Che cosa ti ha preso la stronza?"
"Zitto, Komor!"
"Non stavo chiedendo a te."
"Sei proprio un maleducato!"
Il coperchio era quasi del tutto sollevato quando Belle gridò, "Oh! Papà mi sta chiamando da sotto! Devo andare. Dopo ditemi cos'era!"
"Non sento tuo padre."
"Nemmeno io."
"E' lui! Devo andare. E Komor, non dimenticarti di chiedere quella cosa a White! TANTI AUGURI, WHITE!" Sbraitò Belle prima che il suo schermo si spegnesse.
Sbattei le ciglia mentre Komor si massaggiava le tempie, irritato."Che cosa dovevi chiedermi?"
Komor sospirò. "Ti va di vederci domani per una festa di compleanno in ritardo? Offro io."
"Davvero? Certo. Chi altri viene?"
"Solo io. Black ha detto che deve andare ad un incontro con i ragazzi della metro, quel piccolo bugiardo. E Belle dice che è impegnata quindi saremo solo noi due."
"Per me va bene."
Sbirciai all'interno della scatola, vedendo un mazzo di fiori arancioni avvolti in un involucro bianco. Li tirai fuori dalla scatola e li mostrai a Komor.
"Wow. La stronza mi ha davvero preso un regalo carino."
Komor fece una smorfia. "Non lo penserei se fossi in te."
Lo guardai interdetta. "Perché?"
"Quelli sono Lilium bulbiferum," spiegò.
"In italiano, prego?"
Sospirò. "Giglio rosso."
"Che cos'hanno che non va i gigli rossi?"
Prima che potesse rispondermi, notai un cartellino che sporgeva da uno dei fiori. Lo tirai fuori, scorrendone il contenuto. Tornai a guardare Komor che annuiva con consapevolezza. Lo lessi ad alta voce per lui.
"Ti odio."

(Fine della Prima Parte)



Note della traduttrice (translator's notes): prima di tutto, un avviso: non pensate male, leggendo il titolo e tutto ciò che concerne il 'pisello odoroso' - che, per inciso, è questo qua - perchè in inglese quel doppio senso non esiste, non con questa parola, e 'pea' non ha nessun altro significato. Quindi, censuratevi i pensieri strani, proprio come a suo tempo ho fatto io xD Spero che il capitolo vi sia piaciuto almeno quanto è piaciuto a me; non ho incontrato grosse difficoltà a tradurlo e personalmente sono abbastanza soddisfatta del risultato, ma naturalmente sta a voi giudicare. Mi scuso per il ritardo con cui sto pubblicando, ma ho iniziato l'università e questa settimana l'ho passata a fare la spola tra le Facoltà, nelle librerie, e ad ambientarmi. Comunque, ora che inizio ad organizzarmi vedrò di essere più puntuale. Vi lascio giusto due noticine:
- «N stava saltellando su e giù come un fagiolo messicano impazzito.» («N was jumping around like a crazed jumping bean.») In breve, il fagiolo messicano, o 'jumping bean', è un tipo di fagiolo in cui risiede la larva di una falena che, quando il fagiolo viene riscaldato, si muove per cercare un luogo più fresco, dando così l'effetto di un fagiolo che salta. Ecco perchè il nome 'jumping', che vuol dire appunto 'saltare'. Per ulteriori informazioni, qui.
- La squadra di N è ovviamente basata sull'originale, mentre quella di White è basata su quella dell'autrice, tranne che adesso ha scambiato Reshiram con Volcarona, e il suo Swanna (chiamato 'Cheren', in italiano 'Komor', perchè nell'episodio di Best Wishes in cui compaiono i Ducklett la colonna sonora è la stessa che nel videogioco è associata al rivale) è maschio mentre il Cofagrigus (che ha chiamato 'Teana') è femmina.
- Il punch è una bevanda tipica delle feste inglesi e americane.
- «"In italiano, prego?"» : naturalmente, nell'originale White dice «"In English, please?"», ma ho preferito adattarlo.
- Nel linguaggio dei fiori, il significato dei gigli rossi (o 'gigli di San Giovanni') è "Ti odio".
Nient'altro stavolta, perchè come ho detto era un capitolo abbastanza facile; come sempre sono disponibile per eventuali chiarimenti. In ultimo ringrazio veramente tanto e veramente dal cuore le persone che ogni volta dedicano cinque minuti del proprio tempo a lasciare una recensione, e le 12 anime che hanno aggiunto questa storia tra i preferiti, facendola salire sempre di più nella graduatoria delle storie più popolari. Come numeri forse non sono tanti, e non è nemmeno per questo che mi sono presa la briga di tradurre questa storia, ma io e l'autrice ne siamo veramente felicissime. Quindi grazie ♥ Alla prossima.

EDIT: ho scordato una cosa importantissima! Cliccate QUI per ascoltare la canzone che suona durante il ballo di N e White. Scusate per il disagio!

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Capitolo 13
*** Ciao, ragazzina ***


autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui



(Parte Due: Moeror Suscipio)



Capitolo 13: Hello, Little Girl
- Ciao, Ragazzina -



Ero in piedi sotto un lampione sul ponte accanto al fiume. Sciroccopoli di notte era vivace quanto di giorno con i suoi night club, i ristoranti di lusso, e le coppiette notturne nel parco. Era incredibile che si riuscisse ancora a vedere le stelle con tutto l'inquinamento luminoso della città.
Nervosa, mi dondolai avanti e indietro sui talloni. I tacchi alti schioccavano ogni volta che ricadevano sul marciapiede. Dov'era?
Abbassai lo sguardo sul mio anulare spoglio. La mia mano andò al petto; avevo infilato l'anello nella collana di Mildred così che lui non l'avrebbe visto sotto i vestiti. Era piuttosto suscettibile sull'argomento.
"Ehi," sussurrò una voce alle mie spalle.
Velocemente, feci una giravolta su me stessa. Il tizio che mi aveva chiamato era vestito con uno smoking e delle scarpe fresche di lucido. Aveva un'espressione sconcertata. Chi era questo tipo?
"Posso aiutarti?"
"Non mi riconosci? Nemmeno la mia voce? Accidenti White, come amica fai schifo." Mi lanciò uno sguardo furioso.
Aspetta. La sua voce sembrava familiare...
Lui sospirò. "Non sai riconoscere il vecchio 'Quattrocchi' nemmeno se lo vedi, eh?"
Quello era KOMOR?
"Komor?" Doveva essere uno scherzo. Il mio migliore amico nerd NON aveva questo aspetto.
"E' per colpa degli occhiali e dei capelli, vero?" Si pettinò all'indietro i suoi lisci, lucidi capelli nel punto in cui normalmente si trovava la sua solita ahoge. "E' l'unico giorno in cui ho deciso di mettere le lenti a contatto e di allisciarmi i capelli all'indietro. Ti piace?"
Avevo visto Komor senza occhiali solo una volta, ed era quando eravamo bambini. Black aveva deciso di vendicarsi per il suo essere 'più intelligente' di lui rubandogli gli occhiali e lanciandoli oltre il cancello di Belle. Ma anche allora, non mi era mai realmente interessato prestare attenzione ai suoi lineamenti.
"Accidenti, sì. Dovresti farlo più spesso. Hai un'aria raffinata." Gli diedi una gomitata, ammiccando. "Come un vero gentiluomo."
"Sai, se non fossi qui per festeggiare il tuo compleanno, ti butterei nel fiume." Mimò il gesto di una spinta con le mani. "Sinceramente non mi piace. Mamma mi ha praticamente costretto."
"Aw~ prendi ancora ordini da mammina?" Tubai, pizzicandogli una guancia.
Lui scacciò la mia mano e si sfregò la guancia. "Fottiti. Andiamo subito al musical. Il programma della serata è fitto d'impegni."
"Andiamo a vedere di nuovo 'Into the Woods', giusto?" Mi era veramente piaciuto l'ultima volta che ci eravamo stati. Magari non quanto 'Wicked', ma era molto carino.
"Sì, e faremo tardi se non ti muovi," mi chiamò, già un bel po' avanti a me. Come ci era arrivato così in fretta?
"Aspetta, Komor!"



Andammo via subito dopo l'ultima nota della canzone finale dal momento che Komor non voleva fare tardi alla mia cena di compleanno. Eravamo ancora nel bel mezzo di quel suo programma fitto, e apparentemente, aveva fatto in modo che il cibo ci stesse aspettando già pronto al nostro tavolo riservato.
"Ha già una prenotazione, signore?" domandò l'uomo dietro al bancone con una sorta di accento artificioso che pareva dire "sono troppo elegante per voi gente comune". Bè ovviamente lui non sapeva che io ero ufficialmente un reale dal giorno in cui mi ero trasferita da N.
Komor diede un colpetto di tosse coprendosi la bocca con il pugno chiuso prima di parlare. "Sì, a nome Cheren."
L'uomo parve rianimarsi al cognome di Komor e agitò un braccio in modo esagerato in segno di saluto. "Le mie scuse, signor Cheren. Da questa parte."
Ci condusse in un angolo separato del ristorante in cui la nostra cena fumante era rimasta pazientemente ad aspettarci.
"Wow, Komor. Davvero non dovevi fare tutto questo per me," dissi, sedendomi sula sedia in legno di quercia, facendo attenzione a non sgualcire il mio lindo abito da cocktail rosso mela caramellata.
"E' il tuo regalo di compleanno in ritardo, dopotutto. Sto solo facendo ciò che farebbe qualsiasi buon amico." Bevve un sorso dal suo bicchiere. "Adesso mettiti comoda. Come antipasti, abbiamo insalata fresca della casa. Il primo è composto da asparagi saltati e tritati con un pizzico di petali di carciofo sopra della glassa di pinoli. E come dolce, torta "dulce de leche" spruzzata di linfa rossa di banana. E per finire, un bicchiere pieno fino all'orlo di saffron tea."
Io sbuffai. "Parli proprio come Spighetto e i suoi fratelli di Levantopoli."
Lui sospirò, tirando fuori un contenitore pieno di liquido rosso.
"Ti sto semplicemente dando un'idea di ciò che mangerai. Adesso serviti. Non posso lasciare che sprechi i soldi che ho faticosamente guadagnato con le lotte." Aprì il tappo del contenitore con uno schiocco e ingoiò tutto il contenuto.
"Che cos'è quella roba?" domandai.
Komor si asciugò le labbra con un tovagliolo. "Medicina per l'allergia."
Inarcai un sopracciglio. Komor non aveva allergie. O sì? "C'è qualcosa a cui sei allergico?"
"Sì, al profumo. Lo indossano tantissime donne qui e la mia gola sta inziando a pizzicare." Si rimise in tasca il contenitore.
La mamma di Komor aveva sempre addosso del profumo tutte le volte che l'avevo vista, e lui non ne era mai sembrato disturbato.
Le mie sopracciglia si sollevarono ancora. "Non ti fa male berla tutta? Ti sentirai peggio."
Lui scosse la testa. "E' mischiata con del succo. Da sola ha un sapore cattivo."
Rabbrividì un poco, cosa che faceva soprattutto quando mangiava qualcosa di amaro.
Non so. Ma Komor non mi avrebbe mai mentito. Decisi di passarci sopra.
Sollevando la forchetta, la affondai dritta tra gli asparagi e ne presi un boccone enorme.
"Wow! E' buonissimo!" Risi, con il cibo ancora infilato in bocca.
Komor sollevò il suo bicchiere, sorridendo. "Bon appetit."



"Allora, cosa ne pensi del musical questa volta?"
Feci una pausa prima di dare un morso alla mia fetta di dulce de leche.
"E me lo chiedi solo adesso? Ottimo cambio d'argomento, Komor."
Lui scrollò le spalle. "Ho pensato che fosse l'unica cosa di cui potevamo parlare in questo momento. Sei orribilmente silenziosa."
Komor rabbrividì ancora. Era stato scosso dai brividi per tutto il pasto. Forse era l'effetto della medicina. Lo ignorai.
Ingoiai la torta e sollevai il bicchiere. "Era molto meglio dell'ultima volta. Non posso credere che abbiano fatto davvero interpretare ad un Mightyena la parte del lupo!"
Komor si rannicchiò sulla sedia. "Non so. Non mi è piaciuta quella parte del musical."
"Perchè no?" Sospirai dopo aver tracannato gran parte del mio saffron tea.
Lanciò uno sguardo torvo agli avanzi nel suo piatto. "Il lupo... mi ricorda qualcuno..."
"Chi?"
Komor rimase in silenzio, ma un basso mormorio gli sfuggì dalle labbra. "Povera piccola Cappuccetto Rosso..."
Mh? Questo era strano.
Una strana sensazione si propagò attraverso il mio corpo. La mia vista si stava leggermente annebbiando e il mio addome pizzicava. Non ero in quei giorni, no? No. La mia vista non si era mai annebbiata in questo modo. Forse mi stavo ammalando?
"White, sei un po' rossa. Ti senti bene?" La voce di Komor era stranamente attutita. Non sembrava particolarmente preoccupato. Forse mi stavo semplicemente immaginando tutto. "Vuoi andare via?"
"Mi gira solo un po'... la testa..." Posai il capo sul palmo della mano. C'era qualcosa che non andava.
Sentii Komor che mi tirava su dalla sedia e mi passava un braccio attorno alla vita. Mi prese un braccio e se lo portò sopra la spalla. "Andiamo. Ti porto al Centro Pokèmon."
"Ma il conto..." Dalla mia bocca non venne fuori quasi nulla. Il cuore batteva furiosamente e il mio respiro si stava facendo incerto.
L'ho pagato quando ho prenotato il tavolo. Bisogna che ti riposi."



"Oh mio Dio! Ha un aspetto orribile!" Riconobbi la voce come quella dell'Infermiera Joy. "Ti prego, portala subito in una stanza."
Un suono sferragliante di chiavi mi colpì le orecchie.
"Sissignora." Komor dovette quasi trascinarmi fino alla fine del corridoio delle camere da letto. Armeggiò per un momento con la chiave, fallendo miseramente nel tentativo di aprire la porta.
"Sei proprio un imbranato, Komor," gemetti. Non potevo esser stata male. Mi sentivo completamente bene adesso, eccetto per il mio cuore che batteva velocemente e per quella strana sensazione di formicolio.
Lui sorrise, senza distogliere gli occhi dalla serratura. "Tsk. Bè, forse se non ti avessi dovuto praticamente trasportare, non avrei così tanti problemi."
A malapena notai che mi stava tenendo in modo discretamente sgraziato. Pigramente, avvolsi entrambe le braccia attorno al suo collo come sostegno. "Ecco. Puoi mollarmi adesso."
Ci fu un lieve scatto della chiave nella porta. Finalmente, un letto dove dormire e aspettare che questa cosa strana che avevo passasse.
Ma Komor non aprì la porta. Invece, lasciò cadere la chiave nella tasca e mi spinse contro il muro. Che cosa? Cosa stava succedendo?
E scoprii cosa stava accadendo, certo. Quando sentii le labbra di Komor sulle mie, ecco quando. Non riuscivo più a controllare il mio corpo. Le mie braccia furono pervase dal languore e tutto ciò che riuscii a sentire era il formicolio. Le mie labbra erano troppo deboli per impedirgli di spingere a forza la sua lingua nella mia bocca. Esplorò tutto attorno, su e giù per tutti i miei punti sensibili. Avvertii un leggero gusto amaro.
Oh abbi pietà di me, santissimo Reshiram, ma baciava veramente bene. Ma non importava quanto bravo fosse, non potevo sopportarlo. Ti prego White... reagisci... pensa ad N...
Ci vollero tutte le forze che ancora mi restavano per spingerlo via. La sua faccia era rossa e madida di sudore.
"Che cosa DIAVOLO era quello?" Tremai contro il muro.
Mi guardò con aria feroce come se LUI fosse la vittima. "Sai perfettamente cos'era quello. White, sono innamorato di te."
No. NO! Non tu, Komor. Ti prego dimmi che è una bugia.
"Tu non puoi essere... tu proprio... non puoi..." Ero sul punto di scoppiare in lacrime.
"Non posso controllare ciò che provo, White. E so che anche tu vuoi questo." La sua voce era malferma come se ciò che stava dicendo fosse forzato. Che cosa ti prende, Komor?
Komor mi trascinò con sè dentro la stanza e sbattè la porta alle nostre spalle. Diventavo sempre più debole ogni secondo che passava e le mie gambe sembravano fatte di gelatina. Lui non ebbe pietà e mi spinse a forza su uno dei letti, strisciando sopra di me.
"NO!" urlai, sperando che qualcuno sentisse le mie grida di aiuto. "SMETTILA!"
Komor tirò su col naso, le lacrime che spuntavano anche dai suoi occhi. "White... ero geloso di N quando mi hai detto che eri la sua fidanzata..."
Le sue mani tremanti mi afferrarono i polsi. "Volevo dirtelo prima, ma... era troppo tardi. Se tu non avessi mai incontrato N, allora io..."
Scosse violentemente la testa da un lato all'altro, cercando di scacciare le sue stesse lacrime, con il solo risultato di farne spuntare ancora di più e di scompigliarsi i capelli. "Ho bisogno di averti prima di N. Ho bisogno di averti prima di qualsiasi uomo. White, apparterrai a me e SOLO a me."
Komor mi obbligò a baciarlo ancora e affondò le sue labbra sulle mie. La sensazione di formicolio divenne sempre più insopportabile, ma perchè? Non mi piaceva Komor in quel senso!
"Komor..." La mia voce era quasi impercettibile. "Komor... non..."
N...
Le sue mani scivolarono sotto il mio vestito, strofinando avanti e indietro contro la mia pelle.
"No... no, no, no..." Per favore non farmi questo!
"Oh White," ansimò, premendo più forte sul mio bacino. "Non hai idea di cosa mi fai. Potrei darti molto più amore di quanto mai potrebbe fare N."
Questo non era amore. Questo non era Komor. Questo non era il mio fratellone. Questo non era il mio adorato migliore amico che conoscevo da tutta la vita. Non era lo stesso ragazzo dolce, un po' nerd che avevo imparato ad amare come uno di famiglia; lo stesso ragazzo che mi aveva aiutato durante il mio viaggio; lo stesso ragazzo che c'era sempre per me quando ne avevo più bisogno.
No.
Questo era un mostro. Un estraneo. Un uomo orribile che stava avidamente inginocchiato su di me con occhi lascivi. Questo era un uomo che odiavo.
Mi contorsi, cercando di liberarmi dalla sua presa. Nulla sembrava funzionare. Ma dovevo farlo. Agivo sull'onda dell'adrenalina, scalciando, graffiando, e mordendo tutto ciò che riuscivo. Il sangue inondò la mia bocca e non seppi dire se fosse mio o di Komor. Komor emise un sibilo e si ritrasse. Non era molto, ma mi bastava per liberarmi e fuggire dalla stanza il più velocemente possibile.
Le luci erano ancora accese nel Centro Pokèmon e oltrepassai di corsa quella che sembrava una folla di allenatori che chiacchieravano. Ma non mi importava. Dovevo scappare. Lontano, lontano da qui.
Le porte automatiche si spalancarono e sentii la fresca aria notturna contro la mia pelle bollente. Ero libera. I miei piedi sanguinavano sulla ghiaia della strada. Dovevo aver perso le scarpe durante la fuga. Ma non mi importava. Ero libera. Libera. Non potevo fare molto nelle mie deboli condizioni. Ma feci ciò che potevo.
Urlai.



The Troll and I - Parte due
Il Troll ed Io
(ambientato verso la fine del settimo capitolo, contiene riferimenti alla parte uno)




"E poi prende la sua forchetta e prova a imboccarlo!"
Strinsi il mio Interpokè come una pallina antistress mentre Komor e Belle assimilavano tutto ciò che avevo detto. Avevo bisogno di raccontare a qualcuno della mia stupida esperienza a cena con Bailey. La cena non era nemmeno più una cena con lei intorno. Belle cominciò a ridacchiare e Komor roteò gli occhi verso di lei.
"Stai zitta, Belle." Ringhiò Komor.
"Ma è divertente!"
Lui sospirò, strofinanosi le tempie. "Senti White, non vedo quale sia il problema. Hai detto tu stessa che piace a tutte le ragazze del Team Plasma. In che cosa è diversa questa qui?"
"E' una stronza assurda e sa che io sono 'promessa' a lui, ma ancora insiste."
Lui fece una smorfia e Belle rise ancora più forte. "Ma lui non ti piace nemmeno. Ed è ancora un principe, giusto? Sai bene che molti re medievali avevano una moglie oltre alle concubine. Forse ad N piace quel genere di roba vecchia."
"Komor, è disgustoso."
Lui si strinse nelle spalle. "E' vero."
"Sai, White, se N ha un'altra ragazza oltre te, forse anche tu dovresti trovarti qualcun altro!" Continuò a ridere.
"BELLE!"
"Basta così, Belle."
"Che c'è di male? Sono sicura che l'idea piace anche a te!"
"Ho detto basta così."
Perchè avevo gli amici più strani del mondo?
Sospirai. "Ragazzi, si sta facendo tardi e N sarà qui a momenti. Devo riattaccare."
La doppia porta si spalancò. "NON RIATTACCARE."
Sobbalzai al suono della voce rimbombante di N quando a grandi passi venne a pararsi davanti a me.
Komor si colpì la fronte con il palmo. "Ugh. Ma guarda un po'? Il Re del PETA è qui?"
N sogghignò. "MA SEI MATTO? Inchinati davanti al futuro re di UNIMA!"
Komor si mordicchiò un unghia, per niente divertito. "Come desidera, PRINCIPESSA N."
N era furioso. "Per l'ULTIMA VOLTA, non sono una RAGAZZA. Non sono una Girl Scout o una principessa!"
Gli occhi di Belle brillarono. "Ooh! Ooh! Hai le Thin Mints? Sono le mie preferite!"
"Piantala, Belle!" Abbaiò N allo schermo dell'Interpokè.
Belle si accigliò. "Niente Thin Mints, eh? E le Samoas allora? No, aspetta, si chiamano Caramel Delights adesso, vero?"
N sembrava sul punto di andare in autocombustione.
Mentre Belle frugava nella sua borsa in cerca di soldi, Komor sospirò.
"'Kay, è stato davvero divertente e tutto, ma sto chiudendo."
Belle pescò un portafogli dalla sua borsa. "Aspetta Komor! Prima di andare, non dimenticare di confessare il tuo eterno amore a White nel capitolo tredici!"
N, Komor ed io gelammo. "Aha! Ci sono tre dollari e cinquanta!"
Guardai lo schermo di Komor e lui mi fissò di rimando.
"Komor, tu-"
Lui sospirò. "Fantastico. Belle ha appena rovinato il capitolo tredici a tutti. Fanculo. Ti amo, White. Bla, bla, bla. Sdolcinata dichiarazione d'amore. Bla, bla, bla. Sesso consensuale. Bla-"
"CONSENSUALE COSA, SCUSA?" Di cosa diavolo stava parlando?
"N-niente."
Ci fu una pausa imbarazzata. "Sette dollari! N, hai le Trefoils? No, volevo dire gli Shortbread."
"Bè questo è imbarazzante," disse Komor dopo un po'.
"G-già."
"Allora... ancora amici?"
"... forse..."
Click.
Dannazione, Komor mi ha chiuso il telefono in faccia!
Belle ridacchiò, agitando i soldi davanti allo schermo. "White~! Incontriamoci a Sciroccopoli così posso pagare i biscotti!"
A proposito di biscotti, mi voltai verso N che era ancora sotto shock. Posai una mano sulla sua spalla.
"E' tutto okay, N. Non mi piace Komor in quei termini."
Lui rimase in silenzio.
Lo scossi leggermente. "N?"
Improvvisamente, lui scattò in piedi, afferrandosi la testa con entrambe le mani. "INCREDIBILE!"
Indietreggiai. "Davvero, N! Non mi piace in quel senso!"
N mi afferrò le braccia, stringendole forte. "Tu non capisci, White!"
Inarcai un sopracciglio. "Cosa non capisco?"
"ABBIAMO INFRANTO IL QUARTO MURO!"



Note della traduttrice (translator's notes): credo sia superfluo dire quanto mi vergogni per lo spaventoso ritardo. Chiedo scusa a tutti, ma non garantisco puntualità per il prossimo capitolo, perchè ho veramente tanto da studiare per l'università. Farò il possibile.
- «[...] nel punto in cui normalmente si trovava la sua solita ahoge.» («[...] where his usual ahoge normally was.»): per la definizione di 'ahoge' controllate le note del capitolo 5.
- Cheren è il nome di Komor nelle versioni giapponesi e in inglesi, ed è qui usato come cognome. Ovviamente in inglese avviene il viceversa, e Komor è il cognome. Significa 'nero' in bulgaro.
- Se vi sembra che nel menù di Komor manchino delle portate, è perchè in Inghilterra e in America non usano 'primo piatto' e 'secondo piatto'. Una cena formale è normalmente composta da un antipasto (starter), una portata principale (main dish) e un dolce (dessert).
- Per la definizione di PETA controllate i capitoli 4 e 8.
- Thin Mints, Samoas, Caramel Delights, Trefoils e Shortbreads sono tutti nomi di biscotti che le Girl Scout sono solite vendere per racimolare soldi.
- «"ABBIAMO INFRANTO IL QUARTO MURO!"» («"WE BROKE THE FOURTH WALL!») è un'espressione che si usa in teatro per indicare quando un personaggio interagisce con il pubblico, entrando a contatto così con il mondo reale e "rompendo" il muro ideale tra il palco e la platea; esce in pratica dalla sua parte e si rende conto di non essere altro che un personaggio inventato. Ho preferito tradurre la frase letteralmente, in quanto tradurre con un "White, siamo finti!" avrebbe secondo me banalizzato la battuta.
Grazie a chi ha recensito e chi continua ad aggiungere questa storia alle preferite, mi strappate sempre più di un sorriso.

EDIT: Sailor Marty TD fan mi fa giustamente notare che non ho spiegato cos'è il saffron tea. E' semplicemente un tipo di tè, letteralmente 'tè allo zafferano', che contiene appunto dello zafferano disciolto; cosa che gli dà un sapore leggermente frizzante. Non l'ho tradotto perchè io l'ho sempre sentito nominare in lingua originale, un po' come per il ginseng.

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Capitolo 14
*** Chiaro di luna ***


Moonlight definitiva
autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui


Capitolo 14: Moonlight
- Chiaro di Luna -


"Avete dieci minuti. E fate attenzione. Può essere violento," ci avvisò la guardia mentre teneva aperta la porta per me ed N.
N posò gentilmente la sua mano sulla mia spalla e mi guidò attraverso il corridoio, oltre svariate celle di detenuti. Il pensiero di trovarmi in una prigione mi faceva sentire parecchio a disagio, per non parlare degli sguardi che quei prigionieri pervertiti mi lanciavano. E ogni volta che mi tiravo giù la gonna, quegli uomini orribili ridevano e fischiavano suggestivamente. Il pensiero di Komor indugiava ancora nella mia mente. Mi acquattai. Perché ero andata con N?
Perché ieri notte ti ha chiesto, dopo che sei rientrata di nascosto, così che nessuno vedesse i tuoi piedi sanguinanti, se volevi andare con lui. Perchè stamattina hai detto ad N che volevi andarci. Perchè se tu avessi rifiutato, N avrebbe potuto pensare che non ci volessi andare a causa di Komor. Perchè tu vuoi dimenticarti di Komor. Perchè stai cercando di convicere te stessa che stai bene. Stupida.
Arrivammo ad una piccola cella alla fine del corridoio; il pavimento era incrostato di fango secco e goccioline d'acqua fuoriuscivano da una crepa nel muro. Nell'angolo, un uomo massiccio emergeva dall'ombra dietro la piccola branda sporca.
"Che cosa vuoi, abominio? E a che serve portarti dietro la troia?" Sputò l'uomo mentre arrancava verso le barre di ferro della sua prigione simile ad una gabbia.
Se gli sguardi potessero uccidere, il mio l'avrebbe trafitto e spedito nella tomba e poi giù all'inferno.
"Ghecis," sospirò N, aumentando la stretta con cui mi teneva.
L'ex saggio del Team Plasma sbuffò. "Tu eri un inutile strumento fin dall'inizio, ma guardati adesso! Quell'aborto di donna ti fa cadere più in basso della polvere che già sei!"
Guardai N rimanere impassibile e incassare il colpo. Come faceva? Quest'uomo che non meritava nemmeno un figlio meraviglioso come N lo stava insultando! Stava disonorando il nome di N, eppure lui non diceva niente!
"Basta così, Ghecis." La voce di N assunse un tono più serio. "Sono venuto solo per informarti di cosa ne è stato del Team Plasma."
"Risparmia il fiato." Sbuffò Ghecis, volgendoci le spalle. "Il Trio Oscuro è venuto in visita parecchie volte per informarmi delle tue sciocche idee per un 'mondo pacifico e amorevole'. Il fatto è che, nulla di ciò che fai potrà mai fermare gli abusi e le liberazioni dei Pokèmon. L'oscurità vivrà sempre nei cuori degli uomini."
"Ti sbagli," intervenni io. "N ha dimostrato l'impossibile in passato. Può farlo di nuovo."
"Non ho bisogno di sentire cosa il mio sciocco figlio può o non può fare da una puttana!"
No, no, no. Pensa a cose felici, White. Non è accaduto nulla di male. Non ieri. Mai. N non deve vederti debole.
"PADRE!" N respirava a fondo, abbastanza forte da far sì che ogni respiro echeggiasse tra le pareti della cella. "Non sfogare la tua rabbia su di lei. Se devi prendertela con qualcuno, prenditela con me!"
"N! Che cosa stai dicendo!" Come poteva sopportare ancora tutto questo?
"Calmati, White," disse N duramente, senza alcuna gentilezza.
N...
N chiuse per un momento gli occhi. Ghecis era tornato a rivolgersi verso di noi e ora aveva le braccia incrociate.
"Sfogare la mia rabbia su di te anzi che su di lei? Oh, che questo sia amore? Ma tu non puoi amarla. Pensa al pericolo a cui la stai esponendo. Amavi la tua cara, dolce madre, ma guarda cos'è accaduto; la tua nascita ha causato la sua MORTE!"
"Ho sentito abbastanza!" Abbaiò N, la collera che bruciava furiosamente attraverso i suoi occhi. Oh, N. Che cosa ti sta facendo Ghecis?
"Oh, ma io non ho affatto finito! Dimmi, N. Perchè hai portato questa ragazza con te?" Il sorriso di Ghecis si modellò in un perfido ghigno mentre faceva schioccare le nocche.
N si avvicinò di un passo alle sbarre, senza che il suo sguardo abbandonasse quello di Ghecis. "White è la principessa del Team Plasma adesso. E sarà la mia futura moglie."
Ci vollero tutta la mia forza e il mio orgoglio per non permettere a Ghecis di vedermi arrossire. Avrebbe potuto usarlo contro N e ferirlo in qualche modo.
Quando capì, Ghecis scoppiò in una risata fragorosa, stringendo saldamente i pugni lungo i fianchi. N ed io rimanemmo in silenzio durante il suo accesso di risa, senza nemmeno muovere un muscolo. Quell'uomo era orribile.
"La tua futura moglie! AHAHAHAHAH! Stai scherzando! Uno senza cuore non può sposarsi! Si può a malapena immaginare come sarebbe la prole di un mostro e di una troia: insensibile; crudele; ritardata; deforme con sei braccia, tre occhi, e senza bocca! Davvero, un abominio per la razza umana!" La risata di Ghecis per una tale malsana descrizione mi disgustava; potevo sentire il mio viso impallidire al suono della sua stessa voce. Stavo cedendo alla nausea.
"STAI ZITTO!" Il mio urlo uscì gorgogliato attraverso la nausea. Com'era possibile che io fossi stata in grado di affrontarlo in passato e adesso non più? Era a causa di Komor? Ero forse ancora vulnerabile come ieri?
"ZITTA, PUTTANA!"
Una grande mano callosa circondò la mia gola, soffocandomi e mozzandomi il fiato. Unghie appuntite affondarono nella mia pelle. Volevo urlare, ma tutto ciò che riuscii a emettere fu un silenzioso gemito. Ogni cosa si stava oscurando. Oh, N! Dove sei? Pensieri felici... pensieri felici...
"Guardie!" Non sapevo dire a chi appartenesse quella voce. A N? A Ghecis? Non ero più in grado di pensare. Niente di coerente attraversava la mia mente.
Le braccia di qualcuno erano avvolte attorno alla mia vita. N? Sei tu?
"Trattenetelo!" Chi era?
"I suoni mi giungevano offuscati. Non riuscivo a vedere più niente. Sonno... Il sonno stava per sopraffarmi... "WHITE!"
Pensa... cose belle...



Nuvole... angeli... musica... dappertutto... La mia schiena era premuta su qualcosa di morbido; qualcosa di familiare. Una traccia di pisello odoroso mi solleticò il naso. Così familiare... Un pianoforte che suona in sottofondo? E' così? Non ebbi bisogno di aprire gli occhi; erano già spalancati come se fossi stata sveglia tutto il tempo. Quei dolci piccoli angeli che volavano sopra le nuvole, suonando i loro piccoli corni... così confortanti...
Aspetta. Nuvole? Angeli? Letto morbido? Era la camera mia e di N. Lentamente, mi sollevai dal letto. Un dolore acuto salì lungo la mia gola. Sollevai la mano, solo per sentire una fasciatura che mi avvolgeva tutta. Ghecis! Girando velocemente la testa intorno, scrutai la stanza in cerca di quell'uomo maledetto. Ma lui non c'era. C'era solo N nel mio campo visivo, seduto al piano a suonare una dolce, familiare melodia.
"N?" Gracchiai. Cos'era successo alla mia voce?
"Shhh... White. Non parlare troppo. Non voglio che ti faccia male alla gola parlando," sussurrò dolcemente, continuando a suonare il pianoforte.
Mi alzai dal letto, trascinando con me alcune delle lenzuola. A passi piccoli, mi feci strada verso il pianoforte al fianco di N.
"Stai suonando il piano, di nuovo?" La mia voce era più rauca di prima.
Senza preavviso, N smise di suonare e si voltò verso di me, con uno sguardo inorridito ad adornare il suo dolce viso infantile. "White! Per favore non parlare! La tua gola ha bisogno di guarire!"
Scossi la testa. "Non mi importa."
Lui si alzò con un rapido movimento. "Ma a me sì."
Le mie guance si riscaldarono. Ma ciò non mi impedì di ribellarmi. "Starò zitta, solo se tu continui a suonare."
I suoi occhi si spalancarono, ma sospirò e cedette. "D'accordo. Se ti fa sentire meglio..."
N si sedette ancora una volta e riprese da dove aveva interrotto la canzone. Le sue dita danzavano delicatamente su ogni tasto. Tasti bianchi e neri. Come il suo sogno in bianco e nero; il suo vecchio sogno.
"A pap- Ghecis non è mai piaciuta questa canzone, ma a me sì," dichiarò N mentre girava uno spartito sul leggìo. Ghecis. Quel nome. Quell'orribile nome! Un'onda di angoscia e di impotenza mi travolse, e prima che me ne rendessi conto, ero scoppiata in lacrime. Perchè? Perchè mi avevi portato lì, N? Perchè mi avevi portato lì quando ero in condizioni così deboli? Ma perchè ero così debole? Era realmente a causa di Komor? Stupido Komor! VAFFANCULO! VAI ALL'INFERNO!
La musica del pianoforte cessò quando N si precipitò giù dallo sgabello per avvolgermi nel suo abbraccio affettuoso. Mi aggrappai al suo dolcevita nero, trovando conforto nella sua morbidezza.
"...e-eh... N!" Singhiozzai, tossendo nel farlo.
"White..." La voce lieve di N si fece strada nelle mie orecchie. Le sue morbide, ingenue dita massaggiarono teneramente la parte inferiore della mia schiena. "Non piangere... lo metteranno in isolamento e lo terranno sotto controllo ventiquattr'ore su ventiquattro. Lo prometto... non ti farà più del male. Non finchè io sarò in vita..."
Il cuore mi batteva furiosamente contro il petto, come se volesse liberarsi e fondersi con quello di N. Voleva vivere in equilibrio con il cuore ingenuo e innocente di N. Battendo come uno solo. Per sempre. Uniti, così forti che nemmeno quel maledetto di Ghecis o Komor avrebbero potuto spezzarli!
"N... Per favore finisci la canzone per me..."
N mi tirò su dal pavimento assieme a lui e mi posò sullo sgabello.
"Ogni cosa per rendere felice la mia principessa." La canzone risuonò ancora una volta. Quella calma, familiare melodia portò via con sè tutte le mie preoccupazioni. Posai la testa contro la spalla di N che si irrigidì leggermente sorpreso. Il modo di suonare di N era divino.
"Questa canzone si chiama Clair de Lune. Non è meravigliosa?" N chiese infantilmente, senza sapere che io già la conoscevo. Sembrava che non sapesse che era famosa.
Io annuii semplicemente contro la sua spalla, d'accordo con lui.
Sulle note di chiusura della canzone, N affermò sottovoce, "Significa 'chiaro di luna'."
La canzone era finita, ma io la sentivo ancora ripetersi nel mio cuore.
"Ritorniamo a letto. Hai bisogno di un sacco di riposo dopo oggi. Non lascerai il castello finchè non lo dirò io."
Era così carino il modo in cui l'aveva detto; era sembrato proprio come un bambino.
N mi riportò al nostro letto e mi adagiò sul suo soffice materasso. Avevo le lenzuola ancora avvolte attorno al corpo. Per un momento, N si sedette e mi cullò tra le sue braccia, canticchiandomi sottovoce Clair de Lune come una ninna nanna. Le mie palpebre si abbassarono un poco.
Dimentica... Dimenticati di entrambi...
Un rumoroso colpo mi svegliò dal mio stato semi-cosciente.
"Lord N~!" Oh, Reshiram, no. Ti prego, tutti ma non lei. "Ho una cosa da dirti riguardo la ragazzina!"




Note della traduttrice: A mia discolpa posso dire che non credevo che l'università mi avrebbe impegnato così tanto. Cercherò di ridurre i tempi. Immagino che tutti, vuoi per interesse, vuoi per Twilight, conosciate "Clair de Lune", ma se così non fosse eccola qui. Per qualsiasi chiarimento sul capitolo mi trovate sempre via recensione, via MP, oppure via Twitter, e anche sul mio blog, giusto per fare un po' di pubblicità occulta. Grazie allo "schiaffo virtuale" di _LoveCottonCandy, che ha dato voce a tutte quelle povere anime che seguono questa fanfiction e mi ha spronato a trovare il ritaglio di tempo necessario a riprenderla. Chiedo scusa per l'attesa.

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Capitolo 15
*** Spero tu sia felice ***


autrice: BluechanXD
traduttrice: Lupa Malandrina (prima parte) e Lacie (seconda parte)
capitolo originale: qui



Capitolo 15: I Hope You're Happy
- Spero tu sia felice -



"Si, cosa c'è, Bailey?" N mi teneva stretta tra le braccia.
Bailey camminò verso di noi, i suoi fianchi che ondeggiavano lentamente da un lato all'altro, come a farlo apposta. Giunse al bordo del letto, protendendosi sul posto in una posa provocante.
"Ho visto la ragazzina ieri..." Fece una pausa per sorridermi diabolicamente, "...con il suo ragazzo".
Mi stava di nuovo pedinando? Quale diavolo era il suo problema?
N la guardò in modo strano. "Certo che era con lui. Komor è suo amico."
COSA? NON poteva aver detto una cosa del genere dopo quello che era successo tra me e Komor.
"Di che cosa stai parlando, N?" Non intendeva quello, no?
Batté le palpebre. "Intendevo proprio quello che ho detto. C'è qualcosa di sbagliato in questo? Komor è un ragazzo ed è suo amico".
Per un attimo, mi ero completamente dimenticata di Bailey.
Mi passai una mano sul volto."N, razza di testone, un ragazzo non è la stessa cosa di un amico".
Mi sentivo a disagio a definire ancora Komor mio amico. Era ancora mio amico? ... no ... non lo volevo più come amico... Lo odiavo...
"Ah no?" N piegò la testa di lato. "Qual è la differenza?"
Sospirai. "Un ragazzo è uno che ha appuntamenti con una ragazza. Si piacciono più che come amici."
N, che sembrava aver capito, si girò di nuovo verso Bailey. "Bailey, Komor non è il ragazzo del mio tesoro. Lei e io ci stiamo per sposare."
Il suo sorriso si allargò. "Oh, davvero?"
Aspetta... NO. Lei non poteva saperlo, vero? No. No, assolutamente.
Lei ridacchiò. "N, sai baciare, non è vero?"
"Lascia stare." Le parole uscirono improvvisamente dalla mia bocca prima che potessi fermarle.
N sbatté rapidamente le palpebre. "Sì, perchè? Baciare è un segno di affetto tra due esseri umani".
Le false risate di Bailey erano veramente nauseanti. "Sì, ma sai cosa vogliono dire i baci sulle labbra, giusto?"
Avrei voluto che il terreno si aprisse e che venissero fuori dei demoni per trascinarla giù all'inferno.
"Bailey ..." mormorai, ringhiando. N ci pensò per un attimo finchè non fu interrotto da Bailey. "Beh, significa che ami molto quella persona. Ma proprio tanto."
Lui annuì, assimilando tutto. "Capisco. Ma cosa hanno a che fare con l'amico del mio tesoro?"
Lei sorrise, mostrando i denti. "Quando ero a Sciroccopoli-"
"NO!" Le mie mani volarono a coprire le orecchie di N. Non doveva sentire!
N mi prese i polsi, tirando via le mie mani dalle sue orecchie. "Cosa c'è che non va, cara? Ti stai comportando in modo alquanto strano."
"Io-io-io-"
"Lascia che Bailey finisca." N sorrise a Bailey. "Continua, per favore."
Serrai gli occhi. Non stava accadendo davvero.
Bailey fece schioccare la lingua prima di rispondere. "La ragazzina stava baciando il suo piccolo amico proprio qui."
I miei occhi si aprirono leggermente, quanto bastava per vedere il suo dito puntato verso le sue labbra. Per favore, N. Non le credere.
N rimase in silenzio per un momento, poi scoppiò a ridere. "Oh, Miss Bailey, questo è davvero stupido! La mia preziosa White non farebbe mai una cosa del genere!"
Oh, Zekrom, grazie al cielo. C'era solo qualcosa di strano nella sua risata: vi era una leggera esitazione in essa, come se non fosse sicuro se stesse dicendo la verità oppure no.
Bailey iniziò a tirare fuori quella che sembrava una macchina fotografica. CHE COSA? Prima che potessi strappargliela, la tese a N, che gentilmente la prese. Oh, Zekrom, non riuscivo a guardare.
N inspirò bruscamente. Il suo respiro divenne irregolare e il suo corpo tremava violentemente. La macchina fotografica gli cadde di mano, rimbalzando sul letto, per poi fermarsi di botto. Io guardai la foto, inorridita dal suo contenuto.
Il mio primo bacio.
Fui travolta da un'ondata di nausea. Cosa poteva esserci peggio di questo? Perché? Perché Bailey mi odiava così tanto? Certo, aveva una gran cotta per N, ma non c'era motivo fare una cosa simile.
Il corpo di N tremò, le lacrime scivolavano dal suo viso affranto sulle lenzuola ormai bagnate. La forza di gravità mi opprimeva il petto. Sentii il mio cuore, preso dal rimorso, scivolare giù in fondo al mio stomaco. Sapevo di non aver fatto Komor.
"White..." La voce di N era acuta e noncurante.
Senza preavviso, N balzò giù dal letto e corse fuori dalla porta, lasciando una scia di singhiozzi e lacrime. Non rimasi ad ascoltare il "discorso trionfale" di Bailey, invece mi lanciai all'inseguimento di N lungo il corridoio.
Seguii macchie di verde giù per i numerosi corridoi identici finché arrivai davanti ad una delle poche stanze dotate di porta nel castello. Il suono dei singhiozzi di N penetrava attraverso le crepe nella porta.
Titubante, tirai lentamente la maniglia di metallo. Una visione stranamente familiare riempì tutto il mio campo visivo: la vecchia stanza dei giochi di N.
Secchi di vernice aperti e della nuova carta da parati erano disseminati lungo lo sporco tappeto decorato di nuvole. Nessun giocattolo sembrava aver cambiato posizione dall'ultima volta che ero stata lì. Era una camera strana eppure accogliente, anche se il pensiero di N che vi giocava all'età di diciotto anni indugiava ancora nella mia mente.
Per quanto riguarda N, giaceva rannicchiato su sé stesso di fronte al suo piccolo trenino. I suoi occhi seguivano la locomotiva che viaggiava da un'estremità all'altra dei binari in un ciclo infinito. Tirò su col naso, strofinandosi gli occhi come un bambino sgridato.
Lo raggiunsi in punta di piedi, e mi accomodai accanto a lui. N si irrigidì, voltando la testa finché la sua faccia sfiorò il pavimento.
"N? Per favore ascoltami." Posai una mano sulla sua schiena, ma lui la scrollò via, scuotendo la testa di lato contro il pavimento.
"Vai via," piagnucolò con voce attutita seguita da un singhiozzo.
Lasciai ricadere la mano lungo il fianco. "Per favore, N. Non è come pensi."
N si sollevò dal pavimento, rivolgendomi il suo viso macchiato. "Perchè mi hai mentito, White?"
Mi prese alla sprovvista. "Mentire? Io non ti ho mai mentito."
Lui annuì. "Sì invece. Hai detto che avresti festeggiato il tuo compleanno con Komor. Ma hai mentito e l'hai baciato sulla bocca anche se sapevi che non avresti dovuto baciare un ragazzo che non è il tuo fidanzato. Hai mentito! Hai mentito! Hai mentito!"
N scoppiò nuovamente in lacrime, affondando le dita nel tappeto nuvoloso. Provavo fitte lancinanti al cuore. Se solo Celebi si fosse trovato nella regione di Unima, sarei potuta tornare indietro e impedirmi di andare con Komor. Avrei potuto rifiutare il suo invito a Sciroccopoli. In questo momento, mi sarei ritrovata a casa a pianificare il mio matrimonio con N, o ad ascoltare i pettegolezzi di Mildred e Shirley, o persino a scambiare i soliti sguardi feroci con Bailey.
Ma non l'avevo fatto. Ero andata con Komor a Sciroccopoli e adesso mi trovavo qui; una ragazza in procinto di perdere il suo fidanzato.
Spero che tu sia felice, Bailey.
"Non ho mentito, N! E' stato Komor! Mi ha costretto! Non so che cosa avesse, ma non siamo più amici."
Per favore, N. Per favore ascolta.
Le lacrime gocciolavano dal naso di N sul pavimento. Tirò su col naso. "Non siete più amici?"
Scossi la testa, sorridendo appena."No. Non più."
N sembrava ancora più infelice di prima. "White?"
"Sì?"
Mi fissò con fare supplichevole, prendendo le mie mani e portandosele sul suo cuore dal battito irregolare. "Non siete più amici?" Ripetè. "White, anche se Komor è il tuo ragazzo adesso, ami comunque me di più?"
Non riuscii a trattenere l'improvvisa ondata di lacrime che cominciarono a sgorgare di propria volontà. Arrabbiata, i miei pugni si abbatterono sul suo petto.
"Stupido, stupido, stupido! Lui NON è il mio ragazzo! Perchè non te lo ficchi in quella grossa, stupida testa!"
Lui rimase in silenzio mentre colpivo il suo petto sempre più forte fino a farmi male alle mani.
"Un 'ragazzo', come hai detto tu, è colui che a una ragazza piace più che come un amico. E baciarlo sulle labbra, come ha detto Bailey, significa che lo ami più di quanto si ama un amico. Se hai dato a Komor un bacio del genere, allora lui dev'essere il tuo ragazzo."
"NO! Non è il mio ragazzo! Non lo amo! Lo odio! LO ODIO!"
La mia voce riecheggiò attraverso la stanza. N mi fissò, completamente scioccato. Aveva smesso di piangere e tutto ciò che rimaneva delle sue lacrime erano striature asciutte sotto i suoi occhi. Lentamente, mi attirò a sé in un abbraccio gentile.
Non era un abbraccio caldo e affettuoso, ma piuttosto pieno di esitazione e confusione. Le sue braccia mi sfioravano appena in questa goffa stretta. Rimasi seduta a fissarlo per un bel po', chiedendomi cosa mai avesse in mente.
Lui si ritrasse e si alzò in piedi, trascinandosi poi a fatica verso il muro. Passò una mano sulla parete e quella si spalancò leggermente, rivelando un contenitore di vetro che copriva un grande bottone rosso. N sollevò la scatola di vetro e premette il pulsante. Dopo pochi secondi, si sentì una voce.
"Sì? Chi è?" Chiese la voce.
"Sono il tuo signore, N." La sua voce era tornata normale.
"Le mie scuse, Lord N. Come posso esservi d'aiuto?"
N lanciò uno sguardo nella mia direzione. "Disponete i preparativi per la partenza."
"Come desiderate, mio signore."
Il pulsante rientrò nel muro e N prese a camminare verso la porta.
Mi alzai in piedi velocemente. "Partenza? Che cosa vuoi dire?"
Avevo un brutto presentimento.
N si fermò davanti alla porta, senza voltarsi a guardarmi. "Partirò per Hoenn fra un'ora."
No. NO, non poteva lasciarmi! Non così!
Corsi verso di lui, gettandogli le braccia attorno alla vita. Affondai il viso contro la sua schiena.
"No, no, no, no, no. Ti prego non andare! Mi dispiace! Non volevo baciarlo, N! Per favore cerca di capire! Non andare!"
N staccò le mie braccia dalla sua vita. "Avevo intenzione di partire a breve, in ogni caso. Prima arrivo ad Hoenn, meglio è."
Varcò la porta e cominciò a chiudersela alle spalle. "Addio, White."
La porta si chiuse completamente. Non riuscivo a sentire alcun rumore di passi. Volevo impedirgli di partire, ma il mio corpo non riusciva a muoversi. Mi stava abbandonando e stava cadendo invece sul pavimento. N se n'era andato. Chi poteva sapere quando sarebbe tornato?
Il mio corpo tremava, mentre mi trascinavo lungo il pavimento disegnato di nuvole, prendendo il posto di N davanti al trenino. Rimasi lì, a gemere per ore, un'infinita canzone di infelice depressione. Ero stata tradita dal mio migliore amico, quasi uccisa da un pazzo, e abbandonata dal mio fidanzata.
Per che cosa ero stata punita? Avevo bisogno di sapere perchè meritassi di soffrire in questo modo.
I  miei lamenti cessarono quando fui interrotta da un'accesso di tosse. Mi facevano male i polmoni e il sangue trovò la via per la mia bocca. Tossii, stringendomi la gola. Le mie guance scottavano come in preda alla febbre.
Pensa a cose belle, White. Cose belle.
Pensai a tutti i miei amici di Sciroccopoli. Ma quando mi tornò alla mente Austin, arrivarono anche Komor e N. No. Dovevo pensare positivo. Pensa ai musical. Pensa a Wicked.
La mia mente tornò a Wicked. Io ed Elphaba eravamo uguali adesso. Nessuna buona azione rimane mai impunita. Nemmeno se la mia intenzione era stata far del bene agli altri. La vita era ingiusta. Niente è mai giusto. No, White. Pensieri felici.
Passai in rassegna tutte le canzoni nella mia testa, ma ne ripetei una più e più volte, immaginandomi le parole. Era la mia canzone preferita tra tutte quelle di Wicked. Faceva pressappoco così:
Why couldn't you just stay calm for once, instead of flying off the handle. I hope you're happy. I hope you're happy now. I hope you're happy how you hurt your cause forever. I hope you think you're clever.
So though I can't imagine how, I hope you're happy right now.
Sì, Bailey. Spero tu sia felice adesso.



Note della traduttrice (translator's notes): Metà del capitolo la devo, tutti la dobbiamo, a Lupa_Malandrina, che mi ha dato un considerevole aiuto, per giunta di sua spontanea volontà. Non so davvero come ringraziarti.
Due parole:
- La prima parte del capitolo si basa su un fraintendimento di N della parola "boyfriend", che vuol dire sì fidanzato, ma che lui intende come "boy friend", ovvero "amico maschio". Indi per cui ho preferito tradurre con il termine "ragazzo" nel senso di fidanzato per mantenere quanto più possibile il misunderstanding.
- Vi rimando al capitolo 8 per Wicked, e qui per la canzone con testo e traduzione.
E' probabile che i vecchi capitoli saranno soggetti a revisione della traduzione, poichè mi accorgo sempre troppo tardi di quanto faccia schifo. Per cui, se avete dubbi, obiezioni o critiche, segnalatemele pure. Grazie anche per le numerose recensioni, vorrei rispondere a tutti voi ma mi limito invece a tradurre le vostre parole per l'autrice, che come me vi ringrazia tanto anche se non può dirvelo uno per uno. Menzione speciale stavolta a _LoveCottonCandy e Lisa_Chan per i virtual kick; non abbiate paura di intasarmi la casella o Twitter per darmi una svegliata, non me la prendo mica e me le merito tutte.

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Capitolo 16
*** Abisso amaro ***



autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui


Capitolo 16: Abisso amaro
~ Bitter Abyss ~


"Siete stata bravissima, Lady White. Avremo i risultati delle analisi fra poche ore. La prego di riposare dopo mangiato."
Il medico del Team Plasma poggiò le due provette contenenti il mio sangue sul carrello, accanto al tampone faringeo con cui mi aveva quasi strozzata. Erano passate quattro settimane da quando N se n'era andato, e avevo cominciato a sentirmi piuttosto male dal giorno della sua partenza. All'inizio avevo pensato ad un comune raffreddore, ma i sintomi non accennavano a diminuire.
"Signorina White, cosa vi ha detto la dottoressa?"
Benché non riuscissi a vederle, avvertivo la presenza di Mildred e Shirley accanto al mio letto.
"Spegnete la luce!" Dalla mia gola dolorante scaturì un basso gemito.
"Oh, le mie scuse, signorina White!" Le luci si spensero e i miei occhi tornarono alla normalità. Mi accorsi adesso che entrambe indossavano delle mascherine.
"Signorina White, ha saputo nulla dalla dottoressa?", ripeté Shirley, sistemando la sua maschera.
Feci cenno di no con la testa, coprendomi la bocca per tossire. "Mh. Mi ha fatto un prelievo ed è andata via."
Mildred posò una mano guantata sulla mia spalla. "Oh cielo. Sembra che stiate peggiorando: avete un aspetto terribile."
"Ecco, signorina White." Shirley prese una scodella di fumante zuppa di verdure dal vassoio che il medico mi aveva lasciato sul comodino. "Dovete mangiare qualcosa. Vi sentirete subito meglio."
Voltai la testa quando mi avvicinò il cucchiaio alla bocca. "Non lo voglio."
Lei si accigliò, e rimise il cucchiaio nella ciotola. "Perché mai, signorina White?"
Mi morsi un labbro. "Non ho fame."
Ed era vero. Non che amassi comunque la zuppa di verdure, ma non avevo affatto fame al momento. Non avevo nemmeno fatto colazione. Mi sentivo lo stomaco debole, ero certa che non avrebbe mantenuto nulla che avessi ingerito, nemmeno se fossi stata affamata.
Mildred prese la ciotola dalle mani di Shirley, e riempì un altro cucchiaio di brodo. "Avete bisogno di sostanze nutritive, dopo il prelievo, signorina White. Il vostro corpo lo richiede."
"No. Non ne ho voglia."
Mildred sospirò, e rimise la scodella sul tavolo. Aprì un pacchetto di cracker e me ne porse uno. "Mangiate almeno questo."
Esitai, ma afferrai il cracker e stetti a osservarlo. Strinsi le labbra, chiedendomi se sarei stata in grado di mandarlo giù. Lentamente, ne presi un morso, masticandolo fino a ridurlo in poltiglia. Inghiottii con decisione e la poltiglia grumosa scivolò dolorosamente giù per la gola. Avvertii il mio stomaco agitarsi minacciosamente, aumentando la già insopportabile sensazione di nausea.
Stavo già per metter via il cracker, ma lo sguardo di Mildred mi bloccò. Riuscii a finirlo dopo parecchi minuti. La gola mi faceva molto più male.
"Adesso posso dormire?", domandai a voce rauca.
Mildred sospirò di nuovo. "D'accordo, signorina White. Se vi farà sentire meglio. Riposate, vi prego."
Le mie amiche sorrisero dolcemente, e mi lasciarono sola nella stanza buia e silenziosa. Mi rannicchiai sotto le coperte, tremando, non tanto per i brividi della febbre, quanto per l'improvvisa sensazione di solitudine. Mi mancava avere il calore di N al mio fianco e vedere il suo viso dolce, sereno e infantile al mio risveglio. Mi mancava la sua risata, i suoi sorrisi, il suo affetto. Quel giorno, quattro settimane prima, tutto ciò era stato sostituito da lacrime, ringhi e un dolore straziante. Sarebbe mai tornato quello di un tempo?
Gettai lo sguardo al pianoforte, e mi accorsi che gli spartiti non c'erano più. Mancava persino la canzone senza titolo. Le lacrime minacciavano di scendere. Li aveva forse bruciati perché aveva scoperto... l'accaduto?
E poi mi venne in mente. Qualcuno si era preso la briga di dire ad N che stavo male? Certamente qualche recluta doveva già avergli spedito un messaggio fino ad Hoenn. Ma che differenza avrebbe fatto ormai, se anche ne fosse stato informato? Sarebbe tornato a darmi conforto, o sarebbe rimasto ad Hoenn per finire il lavoro? Forse non voleva nemmeno tornare a casa. Cosa stava facendo? Pensava a me o al suo lavoro? Anzi, pensava mai a me?
Sbadigliai, malgrado il dolore alla gola. Mi addormentai chiedendomi se anche N stesse facendo lo stesso.



Al mio risveglio mi sentivo leggermente meglio, e mi accorsi di avere una flebo attaccata al braccio. Ero legata a due cavi, che conducevano a due buste di plastica; una conteneva acqua e l'altra un liquido opaco e marrone.
"Bene, Lady White. Vi siete svegliata. Ho gli esiti degli esami."
Mi voltai sul cuscino in direzione della dottoressa, che reggeva in mano una cartellina. La parola "esiti" mi spinse a sollevarmi dal letto per cercare di sbirciare. Ma il mio corpo era troppo debole e riuscii a malapena ad alzare la testa.
Il dottore mi posò una mano sulla spalla. "Vi prego di non sforzarvi, Lady White."
Feci un debole cenno d'assenso e aspettai pazientemente.
La dottoressa strinse le labbra. "Ebbene, Lady White. Vi chiedo scusa, ma ho bisogno di porle alcune domande prima di poterle comunicare la diagnosi. Mi rendo conto che la gola deve farle molto male, ma devo sapere esattamente come curarvi. Ne siete consapevole?"
Annuii. Andava bene tutto, pur di scoprire cosa avessi.
La dottoressa stappò la penna. "Ditemi, riscontrate affaticamento, mal di testa, perdita dell'appetito?"
"Sì, tranne il mal di testa."
Lei annuì, e scrisse qualcosa sulla cartella. "Fotosensibilità?"
Inarcai un sopracciglio. "Di che si tratta?"
"I vostri occhi, sono diventati più sensibili alla luce, ultimamente?"
"Ah-ha." Ricordavo quando Mildred e Shirley avevano acceso la luce prima che andassi a dormire.
Un altro scatto della penna. "Aprite bene la bocca, per favore."
Spalancai subito la bocca, ma strizzai gli occhi non appena la dottoressa mi puntò contro una torcia.
"Mh... Arrossamento della faringe e macchie bianche," mormorò tra sé e sé.
Aprii gli occhi solo quando sentii lo scatto della torcia che veniva spenta. Premette con le dita guantate contro la mia gola.
"I linfonodi non sono gonfi. Bene." Scrisse di nuovo qualcosa sulla cartella.
"Bene, sappiamo che avete la tosse. Per quanto riguarda febbre, brividi, o dolori?"
Soffocai l'impulso di tossire. "Solo febbre e brividi."
"Nausea?"
"Sì. Non ho mangiato praticamente niente nell'ultima settimana."
Premette una mano poco al di sotto del mio torace. "Vi fa male qui?"
Scossi lentamente il capo. "No."
"Quando sono iniziati i sintomi?"
"All'incirca quando N è partito."
La dottoressa annuì, grattando con la penna il bordo della cartellina. Un attimo dopo, la sua espressione neutrale si incrinò in un lieve cipiglio. Posò la cartella sul comodino e prese posto su una sedia accanto al letto.
"Lady White, vi dispiace se vi faccio una domanda un po' personale?" Si morse il labbro, distolse lo sguardo esitante.
"No. Chiedete pure." Ormai mi conosceva bene, dopo tutte quelle analisi.
"Avete per caso avuto... uhm... come posso dire... rapporti sessuali?"
La stanza piombò nel più assoluto silenzio. Ehi, cosa diavolo... ? Pensava forse che avessi contratto qualche strana malattia venerea?
"Ehi, ehi, ehi. Assolutamente no!" Mi venne da tossire. "Pensa davvero che io abbia l'Aids o qualcosa del genere?"
Lei batté rapidamente le palpebre, agitando le braccia. "No, no, no! Non ha niente a che fare con i risultati delle analisi. Ero solo... curiosa."
Sospirai, improvvisamente sollevata al pensiero di non aver magicamente contratto alcuna malattia sessuale senza aver ancora fatto niente con nessuno. "Okay, bene. Perché lo voleva sapere?"
La dottoressa giocherellò con il lembo della sua gonna. "È solo che... Ci sono delle voci che girano su di lei al castello, Lady White. Mi rifiuto di crederci, ma volevo esserne sicura."
Voci? Che tipo di voci... Oh, quella piccola stronza. Se ne stava forse andando in giro a raccontare i miei affari a tutto il Team Plasma? L'avrei UCCISA, quando mi fossi liberata della flebo.
"Chi le ha detto una cosa simile?" Ringhiai nonostante il bruciore alla gola.
"Beh, una delle nostre infermiere. L'ha sentito dire da alcuni altri membri. Provvederò a informare le infermiere che si tratta di una menzogna."
"La ringrazio." Se non altro, tutti avrebbero capito che quella piccola sgualdrina non era altro che un'enorme bugiarda.
"Tuttavia non sono del tutto convinta. Lord N ha detto che siete uscita con un amico, la sera dopo il vostro compleanno. Ha detto che si trattava di un ragazzo. Non... Non è accaduto nulla tra voi, vero?"
Era naturale che saltasse fuori il discorso Komor. E proprio quando stavo iniziando a superare il trauma, sempre che sforzarsi di dimenticare potesse essere considerato "superare un trauma".
"Non è successo nulla, giusto, Lady White?" Ripeté.
Mi sentivo in colpa verso la dottoressa. Era stata gentile con me per tutto il tempo e mentirle mi avrebbe solo fatto star peggio. Magari dire la verità sarebbe stato più saggio, per quanto più doloroso. Tra l'altro, far finta di niente avrebbe semplicemente aggravato i suoi sospetti verso di me, e allora addio ai miei piani di scoprire la verità sul Team Plasma.
Sospirai. "Le va di sentire la storia?"
"Sì, Lady White, se non vi è di troppo disturbo."
"Bene, sono andata a Sciroccopoli per raggiungere un amico," cominciai. "Era tutto normale all'inizio; siamo andati a vedere un musical e si è comportato come al solito."
Feci una pausa per asciugare un'unica lacrima. "E poi mi ha portato a cena; aveva già ordinato in precedenza anche per me. Il cibo era delizioso e io stavo bene. Ma poi, ho iniziato a sentirmi parecchio stordita."
La dottoressa inclinò il capo. "In che senso?"
Tirai su col naso. "Come se i miei occhi fossero annebbiati e avessi un formicolio all'altezza dell'addome."
Spalancò gli occhi. "Avete perso conoscenza, Lady White? Avevate le vertigini, la nausea o vi sentivate debole?"
"No. Solo vista annebbiata e formicolio." Tossii attraverso la mano.
"Cosa avete mangiato al ristorante?" Chiese, tirando fuori dalla sua borsa qualcosa che somigliava a un piccolo computer.
"Uhm... Dell'insalata, asparagi, una torta, e del tè," risposi. Era forse colpa del cibo?
"Cosa c'era nell'insalata?" Chiese mentre digitava sul computer.
"Oh, solo la classica lattuga, pomodori, cipolle e olive. C'era anche della salsa ranch sopra."
"Capisco." Ancora tasti premuti. "E la torta?"
"Era una "dulce de leche". E aveva una salsa rossa sopra. Credo che fosse... Sciroppo? No, succo di banana? Sì, succo rosso di banana."
"Bene, e il tè?"
"Tè allo zafferano."
"D'accordo, un'ultima domanda." Mise giù il computer. "Vi siete baciati?"
Cominciai a tremare, la gola chiusa ad impedirmi di emettere alcun suono. Non volevo ammetterlo. Me ne vergognavo troppo. Altre lacrime scivolarono giù sul mio viso.
"Lady White, state bene?" Mi diede dei colpetti rassicuranti sulla schiena.
"Sì," tossii infine, in risposta alla domanda precedente. "Ma è stata opera sua! Io non volevo! La prego, mi creda!"
Scoppiai a piangere di fronte alla dottoressa. Era testimone della mia vergogna. Come avevo potuto permettergli di farmi questo? Come?
La dottoressa mi avvolse in un abbraccio caldo, materno. "Lo capisco, Lady White. Ma non c'è bisogno di piangere. Non dovete stressarvi. Vi sentirete solo peggio."
Piansi per molto tempo. Le mie lacrime cadevano come una cascata senza fine. "Che cosa non va in me, dottoressa? Cosa ho sbagliato quella notte?"
Mi accarezzò la schiena. "Non preoccupatevi. Non eravate in voi, Lady White. Il vostro amico... Diciamo... In un certo senso vi ha drogato."
Drogato?
"Non del tutto. Vedete, alcuni cibi hanno delle proprietà naturali per cui sono in grado di cambiare la condizione psichica di una persona. Tutte le cose che mi avete descritto sono afrodisiaci naturali."
Oh no, per carità. Afrodisiaci? Doveva essere per forza uno scherzo di cattivo gusto.
"Credetemi, Lady White. Non è stata colpa vostra. Nelle vostre analisi non risulta traccia di afrodisiaci. Di solito di sciolgono nel sangue dopo un paio di giorni. Non avranno più effetti su di voi", mi rassicurò.
Odiavo Komor, ma sapevo che non poteva essere così stupido. Certo, per conoscere a fondo i cibi ci voleva una certa intelligenza, ma farne addirittura uso era roba da disperati.
"Dottoressa?" Mi scostai dal suo abbraccio.
"Sì, Lady White?"
"Può dirmi i risultati dei test?"
Posò una mano sulla cartellina. "Non preferireste aspettare? Dovreste recuperare un po' di forze, prima di sapere tutto. Dopo aver scoperto che siete anche stata drogata, potreste solo sentirvi peggio."
Erano tanto gravi, gli esiti? Eppure niente adesso sembrava più grave che scoprire di esser stata drogata dal mio amico. Be', a parte una malattia terminale o qualcosa come l'HIV o il cancro. Ma era altamente improbabile che si trattasse di ciò. "Voglio sapere, davvero."
La dottoressa si mordicchiò nervosamente il labbro. "Siete sicura, Lady White?"
Debolmente, incrociai le braccia. "Assolutamente."
Lei sospirò e si alzò dalla sedia. "La vostra malattia è conosciuta con diversi nomi. Alcuni sono sindrome di Pfeiffer, sindrome di Filatov, febbre ghiandolare."
Non suonavano troppo bene.
Tossii, e la guardai dritto negli occhi. Il cuore mi batteva furiosamente. "D-di che si tratta?"
Inspirò pesantemente. "È comunemente conosciuta come mononucleosi."



Note della traduttrice (translator's notes): Sono una pessima traduttrice. Ho smesso di aggiornare questa storia per motivi legati all'università e nel frattempo ho fatto anche in tempo a laurearmi. Sto proseguendo con gli studi quindi non garantisco puntualità nell'aggiornare, ma voglio assolutamente portarla a termine, per i vecchi lettori, per quelli che mi hanno mandato messaggi supplichevoli nel frattempo, per chi ha recensito, per chi ha inserito questa storia tra le seguite, ricordate o addirittura preferite, e per chi ha imparato l'inglese per non dover aspettare una ritardataria come me. Grazie a tutti per il sostegno che avete riservato a quest'opera, continuerò a tradurre le vostre opinioni per l'autrice e spero anche di riuscire a rispondervi personalmente. In questi due anni il mio inglese è migliorato, pertanto, anche se non è molto, posso garantirvi una traduzione migliore e penso che pian piano revisionerò i precedenti capitoli. Un abbraccio a tutti, e un benvenuto a eventuali nuovi lettori.

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Capitolo 17
*** Una bugia confortante ***


autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui


Capitolo 17: Una bugia confortante
~ A Comforting Lie ~


Caro N,
Come vanno le cose a Hoenn? Hai già fatto progressi? Non ho saputo niente dalle reclute nelle ultime settimane.

Comunque, arrivo dritta al punto di questa lettera. Sto male. Molto male. Ho una cosa chiamata mononuclesi e devo stare a letto per giorni. Non ti preoccupare. La dottoressa ha detto che passerà subito. Ahah, mi è quasi venuto un infarto quando l'ho saputo. A volte mi chiedo se provi ancora simpatia per me dopo quell' "incidente". Per favore, ascolta le mie ragioni, N. Non è stata colpa mia. La tua brava dottoressa mi ha assicurato che non è stata colpa mia. Se non credi a me, credi almeno al tuo stesso team? Spero che capirai, N.
Proprio adesso sono seduta fuori e guardo i miei Pokémon. Giocano così allegramente ora. L'atmosfera è piuttosto serena qui a Unima. Spero che le cose vadano bene anche lì ad Hoenn.
Mi manchi, N. Per favore, torna presto a casa.
White.

Scrissi il mio nome in fondo alla lettera. Se tutto andava bene, presto avrebbe raggiunto N. Hoenn era piuttosto distante e ci sarebbe voluto un po' perché arrivasse, anche via aereo. Ma era questo l'unico modo che avevo per comunicare con N. Gli Interpoké non funzionavano nelle altre regioni. Accidenti, N non aveva nemmeno un Interpoké! Le lettere erano dunque la mia unica opzione al momento.
Una volta che la lettera fu ripiegata in un involucro e accuratamente sigillata, controllai la sessione di allenamento dei miei Pokémon. Musharna fece vorticare uno Psicoshock verso Serperior che contraccambiò agilmente con la sua Codadrago.
"Basta così, ragazzi," ansimai. La dottoressa aveva detto che l'aria fresca avrebbe aiutato la mia guarigione ma i sintomi progredivano.
Musharna, Serperior e gli altri si strinsero attorno a me. Emisero lievi versi di conforto, strofinando gentilmente i loro nasi contro di me. Diedi a ognuno una carezza e mi rilassai sulla sedia da giardino. Sistemai gli occhiali da sole; era metà pomeriggio e il sole non era poi così abbagliante ma non volevo incendiarmi gli occhi con questa stupida storia della "fotosensibilità".
"Signorina White, vi ho portato la limonata che avete chiesto." Mildred posò il vassoio con la bevanda sul tavolo pieghevole accanto a me.
Sollevai la lettera verso di lei. "Potresti spedire questa ad N da parte mia, per favore?"
Lei sorrise raggiante, afferrando la lettera. "Certo, signorina White. Oggi gli invieranno un rapporto, perciò tempismo perfetto!"
Mildred rimase un momento al mio fianco in silenzio. "Vi sentite meglio, signorina White?"
"A malapena." Mi chinai ancora di più sulla sedia. "E come, con tutti i casini che stanno succedendo."
Lei rise, ma smise poco dopo. "Bailey è davvero crudele. Non posso credere che abbia messo in giro voci tanto orribili su di voi. So che il medico l'ha smentita, ma alcune reclute le credono ancora."
Non ero più legata alla flebo per il momento, ma non ero abbastanza in forma da dirne quattro a Bailey. Oh, come desideravo che arrivasse in fretta il giorno in cui avrei potuto alzarmi e urlarle addosso.
"Signorina White, se non sono indiscreta, cosa vi ha detto il dottore quando vi siete svegliata? Ha già effettuato la diagnosi?"
Mildred era mia amica, ma volevo davvero dirle cosa avevo?
Bevvi un lungo sorso di limonata, come scusa per non rispondere. Il liquido freddo e dolceamaro pizzicò la gola e io trasalii.
"Signorina White. So che lo sapete." Mildred mi scoccò uno sguardo preoccupato.
Un altro sorso.
"Signorina White, vi prego, ditemelo. Shirley ed io ci siamo preoccupate da morire e vogliamo aiutarvi in tutti i modi, ma non possiamo se non sappiamo cosa avete." Un groppo mi strinse la gola. "La dottoressa si prende abbastanza cura di me."
Mildred mi fissava ostinatamente. "Sapete cosa intendo, signorina White."
"Ho la mononucleosi! Sei contenta adesso?"
Affondai le unghie nella sedia di legno, scheggiando la vernice bianca. Avvertii la presenza dei miei Pokémon scivolare lentamente via mentre indietreggiavano. Lo sforzo del grido mi aveva provocato un accesso di tosse, e ogni colpo di tosse si aggiungeva al mal di testa lacerante. La testa mi pulsava e faceva un male atroce e lasciai sfuggire un urlo raccapricciante che echeggiò attraverso il giardino.
"Signorina White! Oh, signorina White! Qualcuno chiami il dottore!" Sentii Mildred strillare mentre mi strattonava tra le sue braccia.
Nel giro di un attimo, sentii una mano calda strofinarmi ai lati del collo. Un altro paio di dita mi massaggiava le tempie con un movimento rilassante. Le urla e i dolori si placarono, ma rimaneva un leggero mal di testa. Presi dei respiri profondi, ricadendo all'indietro sulla sedia come un peso morto.
"Va bene così. Vi sentite meglio, Lady White?" Il mio medico spinse via dal mio viso le ciocche madide di sudore, sorridendo dolcemente.
Inspirai, annuendo. Mildred le lanciò un'occhiata preoccupata.
"Starà bene, dottoressa?"
La mia dottoressa tolse la mano, facendo cenno ad una delle infermiere che portava una sedia a rotelle. "Sì. Ha solo bisogno di un po' di riposo. Dobbiamo tenerla il più possibile lontana dallo stress o la mononucleosi degenererà in una polmonite."
Non avevo la forza di reagire alla parola "polmonite". Non riuscivo addirittura a provare alcunché.
L'infermiera spinse la sedia a rotelle verso di me e la dottoressa mi aiutò a salirvi. Mi guidò su per il portico e attraverso le porte a vetri che conducevano al castello, lasciandosi alle spalle Mildred e l'infermiera. Gli occhi delle numerose reclute seguirono il mio corpo quasi senza vita, alcuni con sguardi afflitti, altri come se avessero un "Malosguardo". Ma io non vi prestavo attenzione. La mia mente era troppo annebbiata e intorpidita per badare a quello che le reclute pensavano di me. Il mio letto morbido mi accolse nell'amorevole abbraccio delle sue lenzuola quando la dottoressa mi adagiò sopra. Mi infilò sotto le soffici coperte e rimboccò i cuscini. "Riposatevi, Lady White. Ne avete bisogno." La sua voce materna mi cullò nel sonno come una ninnananna.



Mi svegliai al suono di un pianoforte. Il mio corpo sembrava rinvigorito dal riposo, ma avevo di nuovo la flebo conficcata nel braccio. Un attimo. Pianoforte? Era davvero N? Aveva ricevuto la mia lettera! Era tornato per me! Mi sollevai sulle braccia deboli per vedere il mio fidanzato ex fuggiasco.
"Oh, p-principessa White! Sono felice che vi sentiate meglio!"
Non era lui.
Mi sarei messa a piangere se non fosse stato per il fatto che sapevo chi era la recluta; era la recluta timida di qualche tempo fa.
"P-principessa, s-state piangendo! C'è q-qualcosa che vi turba? H-ho fatto qualcosa di sbagliato?" I suoi occhi erano sgranati come quelli di un Emboar.
Mi strofinai gli occhi. Avevo pianto.
"No. È solo che... pensavo fossi N."
Le sua guance si tinsero di un rosso scarlatto e indietreggiò imbarazzato. "P-perdonatemi, principessa, m-ma nessuno mi ha m-mai paragonato al p-principe. È-è un onore!"
Non era stata mia intenzione fargli un complimento, ma il suo sorriso mi fece sentire soddisfatta.
"Suoni molto bene."
Il rossore della recluta si accentuò. "S-sono felice che lo pensiate, principessa. Mi hanno mandato qui per calmarvi e aiutarvi a riposare meglio."
"Sono felice che l'abbiano fatto. Grazie."
Sì alzò dalla sedia e si inchinò. "Be', sarà m-meglio che vada. Vostra Altezza ha c-compagnia."
Avevo visite? Doveva trattarsi con tutta probabilità di Mildred e Shirley venute a controllare, o qualcosa del genere. Qualcuno bussò e la recluta si affaccendò alla porta. La tenne graziosamente aperta per il mio ospite, che entrò cautamente. Impossibile!
"Mamma?" Mi strofinai gli occhi, pregando che non fosse un sogno.
"Oh, la mia bambina, White!" La mamma si precipitò al mio capezzale per stringermi in un abbraccio forte. Era reale.
Mi aggrappai saldamente a lei, per accertarmi definitivamente che fosse reale e non un prodotto della mia immaginazione. "Mamma, ti hanno lasciato entrare?"
Lei annuì contro di me. "Il membro del Team Plasma di stanza al laboratorio mi ha detto che eri molto malata. Tutta Soffiolieve era così in pensiero per te. La professoressa Aralia, la famiglia di Belle e quella di Komor erano distrutte. Continuavano a chiedermi se stessi bene."
Deglutii al suono del nome di Komor.
La mamma frugò nella sua borsa, tirando fuori tutto un assortimento di regali, che spaziava da cartoline di buona guarigione a pacchetti incartati. Posò i regali sul mio grembo, ma io mi limitai a fissarli, senza alcuna voglia di scoprirne il contenuto.
"Dai, tesoro!" Tentò lei, spingendo i regali ancora più verso di me. "Sono da parte di persone che ti amano."
Inspirai aspramente, mordendomi un labbro per impedirmi di scoppiare in lacrime. Madre. Qual era la tua definizione di amore?
"Ti aiuteranno a stare meglio!"
Nessun tipo di regalo avrebbe potuto riempire il vuoto che sentivo nel cuore.
"Se ti può far stare meglio, cara, Belle ha detto che le manchi. E Komor, povero, non ha pronunciato neanche una parola quando mi ha dato il tuo regalo. C'era un tale dolore, un tale vuoto nel suo sguardo. Sono sicura che gli manchi moltissimo."
Volevo urlare. Dirle di stare semplicemente zitta e lasciarmi sola. Come faceva a non capire che non volevo parlare di lui? Era mia madre, per tutti i santi!
"Mamma, puoi lasciarmi dormire? Ho capogiro." Non avrei voluto mentire, ma mi sarei sentita meglio senza di lei.
"White, tesoro, vuoi che chiami la dottoressa?" Posò ansiosamente la sua mano sulla mia.
Scossi la testa. "No, è tutto a posto. Ho solo sonno."
La mamma sospirò e si alzò in piedi. "Sono preoccupata per te, cara. Il medico mi ha detto che hai dormito fino a poco fa. Deve essere la malattia. Porterò i tuoi saluti."
"Sì, grazie mamma." Annuii, poggiando la testa sul cuscino.
La mamma si fece strada fino alla porta. "Buonanotte, tesoro mio. Avrei voluto rimanere più a lungo. Spero che ti rimetta presto."
Chiuse la porta dietro di sé, lasciandomi sola nella mia stanza buia. Mi sentivo sola, ma era sempre meglio che dover sentir parlare di... lui...
A tal proposito, scorsi tra i miei regali, alla ricerca proprio del suo. Strizzai gli occhi, cercando il suo nome su uno di essi.
E infine lo trovai; una semplice cartolina bianca con la sua firma familiare nell'angolo in fondo. L'impulso di ridurla a pezzettini sorse in me, ma una morbosa curiosità ebbe la meglio e decisi di dare un'occhiata al contenuto. Dovetti strizzare ancor più gli occhi per leggere la sua grafia minuta.

White,
Mi ricordo quando eravamo solo dei bambini, tua madre mi invitava a casa vostra così che potessimo giocare insieme. Una volta, ci fece sedere a tavola, ci portò del latte con i biscotti e ci raccontò la leggenda di Soffiolieve. Ci disse che se avessimo mai visto un leggendario, avremmo potuto esprimere un desiderio che poi sarebbe diventato realtà.

Ma c'era un prezzo. Se ciò che desideravi era qualcosa di fisico, non avresti potuto guardarlo per ventiquattro ore. Se avessi desiderato qualcosa di immateriale, non avresti dovuto dire il nome del leggendario a nessuno per ventiquattro ore.
Ma io ricordo, che tu mi dissi che se avessi mai visto un leggendario, avresti desiderato la pace nel mondo. Io fui d'accordo e dissi che avrei espresso lo stesso desiderio, ma ora mi guardo indietro e penso a quanto sia stato stupido a pensare che il mondo potesse mai raggiungere un simile risultato. Crescendo cominciai a pensare che la leggenda fosse solo una bugia.
Circa un mese fa, io vidi il Pokémon leggendario, Terrakion, nella Via Vittoria. Non so cosa mi sia preso quel giorno, ma cominciai a desiderare. Sai che cosa chiesi? Chiesi sicurezza in me stesso. Desiderai cose per cui mi era sempre mancato il coraggio.
Sai che cosa è successo dopo? Un giorno, i miei genitori mi avevano lasciato solo a casa. Decisi di cercare nella dispensa e trovai qualcosa che vorrei non aver mai trovato. Cabernet. Credevo che il mio desiderio fosse maturo, ma ora che ci penso, era più infantile del primo. Non puoi desiderare la pace nel mondo. Non puoi desiderare il coraggio.
Se non altro, ho imparato una cosa.
Se una bugia ti consola, tanto più la verità ti farà male.
Mi dispiace.

Chiusi debolmente la cartolina, e mi accinsi a farla a pezzi. Non aveva il diritto di sentirsi in colpa! Né la mamma né Komor potevano capire come mi sentivo adesso. Nessuno poteva capire! Le mia dita afferrarono con fermezza la carta, tirando in direzioni opposte. Era giunta l'ora di scacciare Komor dalla mia mente una volta per tutte.
Per un attimo, rimasi lì seduta, senza muovere un muscolo. Le mia dita rifiutavano di muoversi. Il mio respiro cominciò a vacillare. Dovevo farlo. Era l'unico modo per poter dimenticare. Era la mia rivalsa.
All'improvviso, la carta scivolò dalla mia presa e mi cadde in grembo. Le mani rimasero nella stessa posizione mentre io guardavo il nulla. Tremavo, lacrime silenziose scivolavano dai miei occhi.
Le braccia ricaddero ai miei fianchi, senza vita. Cominciai a piangere nell'oscurità del mio abisso solitario.
Non ci riuscivo.



Note della traduttrice (translator's notes):
- Il Cabernet è un tipo di vino rosso.
Grazie come sempre a tutti coloro che hanno seguito e continuano a seguire la presente storia, e a quanti la aggiungono alle loro liste facendola arrivare sempre più in alto nella lista delle popolari.

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Capitolo 18
*** La tua fiducia è il mio amore ***


Your trust is my love
autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui


Capitolo 18: La tua fiducia è il mio amore
~ Your Trust is My Love ~



Caro N,
 
Volevo farti gli auguri di compleanno, ma probabilmente li riceverai un po' tardi dato che il tuo compleanno è oggi.
Anche se non sei qui, daremo comunque una festa. Hai già ricevuto le mie lettere? Te ne ho già mandate quattro, ma non hai ancora risposto. Le ricevi? Le leggi, o le ignori del tutto? Va tutto bene? Non sei malato come me, vero? Io mi sento un pochino meglio, ma i sintomi persistono.
Vorrei che mi dicessi almeno dei tuoi progressi. Hai già fatto passi avanti ad Hoenn? L'unità informativa non mi ha ancora detto nulla.
Per favore rispondi presto.

White

Porsi la lettera sigillata a Mildred che piegò la testa preoccupata. "Signorina White, la festa comincia fra un'ora e voi siete ancora in camicia da notte."
Affondai di nuovo la testa nel cuscino. Non avevo alcuna intenzione di andare ad una festa di compleanno, specialmente se era in onore del mio fidanzato fuggiasco. Senza contare che metà del Team Plasma mi odiava ancora.
"Oh, non fate così, signorina White. Io e Shirley abbiamo già fatto preparare il vostro vestito!" Esortò Mildred invano. Quando capì che non avrebbe funzionato, smise.
Sospirando, mi tirai su a sedere. "Cosa devo fare, Mildred? Tutti mi odiano e nessuno vorrà sentire ragioni. Probabilmente mi butteranno fuori a calci dalla sala da ballo prima ancora che metta piede dentro."
Lei ridacchiò fiaccamente. "Non lo faranno, signorina White. Inoltre, questa potrebbe essere la vostra occasione per affrontarli e dimostrare che le voci di Bailey sul vostro conto sono false."
Io soffocai un colpo di tosse. "Ma non posso mettermi a fare un gran discorso. Non mi serve altro stress."
"È vero, ma andando alla festa dimostrerete a tutti che tenete ancora a Lord N. Se gli altri membri del Team Plasma sono ragionevoli, realizzeranno il malinteso."
La tosse che avevo trattenuto si fece strada fuori dalla mia gola. Afferrando un fazzoletto dal mio comodino, sputai il flusso di catarro che mi era salito alla bocca. Era la cosa migliore da fare, ma nelle mie attuali condizioni, come potevo riuscirci? Immaginavo di dover provare e basta. Che avevo da perdere?
Sospirai, arrendendomi. "Dov'è il mio vestito?"



"Ecco a voi sua Altezza Reale, Lady White!"
Le trombe squillarono attraverso la sala da ballo. La stanza era in penombra in segno di rispetto per la mia fotosensibilità. Perlomeno alcuni membri si preoccupavano abbastanza della mia malattia. Nessuno disse una parola mentre Mildred mi spingeva attraverso la sala da ballo verso la fontana al centro. Alcuni occhi mi lanciavano sguardi sospettosi mentre altri sembravano sconvolti dal solo fatto che fossi presente. Volevo solo sedermi lì vicino alla fontana e provare a mimetizzarmi. Se tutto andava bene nessuna recluta avrebbe cercato di far conversazione con me.
I miei Pokémon stavano chiacchierando con i Pokémon delle reclute attorno alla fontana proprio come il giorno del mio compleanno. Mi appoggiai all'indietro sulla sedia a rotelle, sorseggiando il tè caldo che Mildred aveva generosamente ordinato per me. Il dolore alla gola cominciò a placarsi ad ogni sorso. Forse sarei stata in grado di tirar fuori un discorso per la fine della festa. Ma, conoscendo la stronza, mi avrebbe probabilmente strappato le corde vocali prima che fossi in grado di attirare l'attenzione del Team Plasma.
Parli del diavolo, la gonna color kaki piuttosto corta di Bailey attirò la mia attenzione verso il buffet. I suoi occhi guizzavano di continuo nella mia direzione e poi verso un gruppo di reclute donna con cui stava spettegolando. Quando i loro sguardi incrociarono il mio, li distolsero velocemente, ridacchiando tra di loro, alcune sbuffando. Proprio ciò di cui avevo bisogno. Altre reclute dalla sua parte.
La punta di un becco mi sfiorò delicatamente. Swanna cinguettò, strofinandosi su di me con le sue morbide piume. Con un sorriso cupo, le accarezzai affettuosamente la schiena.
"Ehi ciao. Perché non stai giocando con gli altri?"
Swanna scosse il capo, rivolgendomi uno sguardo triste. "Swa."
Piegai la testa di lato. "Cosa c'è?"
"Swa, Swanna." Batté le ali come per gesticolare. C'era qualcosa di familiare.
Infine realizzai. "Ti manca Archeops, non è vero?"
"Swa." Lei annuì, beccando il mio anello di fidanzamento.
Sospirai, guardandolo con nostalgia. "Pensi che tornerà mai?"
Posò un'ala sulla mia schiena, con un sorriso materno. "Nna!"
"Dici davvero? Anche dopo questo malinteso?"
Swanna ripiegò le sue ali e si protese su una zampa, come avrebbe fatto una persona imbronciata con le mani sui fianchi. "Swa, Swa, Swanna."
Le sue ali corsero al petto mentre continuava a strepitare nella lingua dei Pokémon. A volte desideravo davvero poterla capire come sapeva fare N. Ma N non era qui ad aiutarmi. Si trovava a molte miglia di distanza da casa, lontano da me.
"Signorina White, vi ho portato un po' di torta." Shirley mi tese un piatto, che afferrai delicatamente. "Io e Mildred siamo molto preoccupate per voi. La festa vi ha forse fatto sentire peggio?"
Scossi lentamente il capo. "No. Sto bene. Voi andate a divertirvi."
Swanna parve sbuffare e cominciò a beccarmi sul braccio.
"Ehi, smettila." La spinsi delicatamente via.
Shirley ridacchiò. "Credo che Swanna desideri che vi divertiate. Provate almeno a sorridere un po'."
Mi ci volle parecchia energia per costringere le mie labbra a piegarsi all'insù. Shirley si accigliò con disapprovazione. Nel tentativo di sembrare un po' più convincente, staccai un pezzo piuttosto grande della torta coperta di glassa alla vaniglia di N e me lo infilai in bocca. Il suo gusto dolce mi fece dimenticare le mie preoccupazioni per una frazione di secondo, il tempo necessario per evocare un sorriso più genuino.
"Così va meglio!" Shirley ricambiò il mio gesto.
Prima che potesse girare i tacchi e andarsene, la chiamai. "Shirley."
"Sì, signorina White?" Il suo sorriso non accennava a svanire.
Inspirai a fondo. Il cuore mi batteva così forte che le mie orecchie pulsavano. Ero davvero in grado di affrontare il Team Plasma e riguadagnare la loro fiducia? Ero pronta a fronteggiarli?
"P-Potresti... Attirare l'attenzione di tutti su di me... Per favore?" Non potevo più tirarmi indietro.
"Certo, signorina White. Solo un momento." Shirley si fece strada verso l'ingresso da dove la recluta aveva annunciato il mio arrivo.
Dopo un breve scambio di parole, la recluta annuì, tossicchiando prima di annunciare, "Signore e signori! Abbiamo un annuncio da parte di sua Altezza, Lady White!" Il chiacchiericcio si interruppe. Ogni membro, persino i Pokémon, rimase in silenzio ad ascoltare ciò che avevo da dire. Deglutii, conscia delle centinaia di occhi puntati su di me. Il minimo errore nel mio discorso o nella mia postura, e avrei definitivamente perso l'occasione di riguadagnar la loro fiducia.
Rimasi seduta immobile sulla mia sedia, cercando le parole giuste. Quando pronunciai a forza la prima frase, il mio respiro tremava.
"Voglio ringraziare tutti per essere venuti al compleanno del nostro principe, nonostante lui non sia qui con noi in questo momento."
Dopo un momento di silenzio imbarazzato, proseguii. "Per tutti i suoi diciannove anni, il principe ha consacrato la sua vita intera all'amore e la protezione dei Pokémon di tutto il mondo."
Molti occhi inespressivi erano rivolti nella mia direzione, ma andai avanti. "Non ho ancora avuto notizie dei suoi progressi a Hoenn, ma..."
Che cosa dovevo dire? Che Bailey era una stronza per non avermi dato informazioni su N? Non quando metà Team Plasma stava dalla sua parte. Forse lamentarsi di lei non era il modo migliore per convincerli. Dovevo provare qualcosa di diverso.
"Io... Lo conosco da un po' di tempo ormai, e... E sono arrivata a comprenderlo meglio. Quando io... Quando ho percorso per la prima volta le scale del castello, ho sentito di capire ciò che mi aveva detto. N... Mi aveva detto che eravamo uguali. E ora che ci penso, credo che lui si fidasse di me più di quanto io mi fidassi di lui." Alcuni sussurri corsero qua e là attraverso la sala da ballo. Stavano assimilando ciò che avevo detto?
"Ma ora, mi sento come se avessi perso tale fiducia. Penso di aver perso anche la vostra."
Dio, mi sentivo una stronza per averlo ammesso tanto in fretta. Avrei dovuto aspettare.
"N credeva in me, ma ho perso la sua fiducia quando è partito pochi mesi fa. E proprio perché se n'è andato, ho cominciato a capire una cosa."
Nessuno sussurrava più. Tutti gli occhi mi fissavano con intensità.
"Ho realizzato... Che la sua fiducia significa tutto per me."
Mi fermai un secondo per schiarirmi la gola. La tosse echeggiò attraverso il silenzio immobile del Team Plasma. Non si sentiva nemmeno un alito.
"Quello che sto cercando di dire è che..."
Feci una pausa. Lo pensavo davvero? Lo stavo ammettendo a me stessa? Questo sentimento che avevo negato fin da quando avevo messo piede nel castello come principessa. Era reale? Non riuscii più a trattenere le parole.
"Io... lo amo... con tutto il cuore."



"Buonanotte, signorina White. Vi auguro un buon riposo. Dovete essere esausta dopo quel discorso."
Mildred fece scivolare le coperte sul mio corpo tremante. Nessuno aveva pronunciato una parola dopo il mio discorso. Il resto della festa si era consumato tra chiacchiere prive di importanza e tutto era finito in modo piuttosto deludente. Non che avesse importanza. Per quanto mi riguardava era perfetto.
La luce già fioca guizzò e si spense quando Mildred uscì dalla stanza. Pur stanca com'ero, non riuscivo ad addormentarmi. C'era qualcosa che mi teneva sveglia. Allungai il braccio attraverso il comodino, accendendo la lampada tenue. Dopo aver aperto il cassetto, mi allungai alla ricerca di una penna e dei fogli. Avevo bisogno di scrivere a N. Premetti la penna e cominciai a scrivere.

Caro N

Lo sbattere delle doppie porte mi fece quasi scivolare la penna sul foglio. Quale diavolo era il loro problema!
"Complimenti per avermi messo contro metà dei miei amici, ragazzina." La luce invase la stanza da dietro la figura, rivelandomi solo la sua sagoma. Ma non avevo bisogno di vederne i lineamenti per capire chi fosse.
"Posso chiederti perché disturbi il mio riposo, Bailey?" Sbottai, riparandomi gli occhi dalla luce accecante del corridoio.
Lei sbuffò. "Vi ho già dato un motivo sufficientemente valido, principessa. Davvero, non capisco cosa ci trovi N in te. Sei solo una sgualdrina che ottiene sempre quello che vuole. Non vali il suo tempo. Com'é che una stronzetta vive una vita piacevole mentre la gente che lavora per ottenerla riceve merda?"
Quella fu l'ultima goccia.
"Tu pensi che la mia vita sia PIACEVOLE? Ti rendi conto di tutto lo schifo che ho dovuto passare? IO ho sofferto a causa del TUO svago! Credi che ammalarsi sia DIVERTENTE? Credi che perdere un amico sia DIVERTENTE? Beh, senti un po' qua! Sono stata quasi uccisa dal padre di N, quasi stuprata dal mio migliore amico, e abbandonata dal mio fidanzato! E come se non bastasse, ho la MONONUCLEOSI! Ne ho abbastanza di te! Vattene! Vattene! Vattene!"
Fui scossa da un violento attacco di tosse; il catarro fuoriuscì come una cascata dalla mia bocca. Muco e lacrime si fusero assieme e scivolarono rapidamente lungo il mio viso. Quando sarebbe finito tutto ciò? Quando avrei ottenuto giustizia? Dov'era N quando avevo bisogno di lui?
"Mpf. Non è colpa mia se ti sei ammalata. Te la sei cercata quando hai deciso di spezzare il cuore del povero N scaricandolo per quel tuo piccolo toy boy. Komor, giusto?"
"STAI ZITTA!" La tosse non accennava a smettere. Come poteva essere così crudele? Perché?
"Mi ricordo di avervi visto entrambi al Centro Pokémon di Sciroccopoli. Stavi flirtando con lui. Ho sempre pensato che gli amici di infanzia non potessero mai uscire dalla friendzone, ma mi hai smentito, ragazzina."
Procedette ad allungarsi sul bordo del letto in modo provocante. "Non avresti potuto pronunciare il suo nome più forte. Tesoro, c'era gente che cercava di dormire lì accanto. Oh Komor! Sei molto meglio di quello schifoso del mio fidanzato!"
"CHIUDI QUELLA CAVOLO DI BOCCA!" Gridai tra i colpi di tosse.
"Ti desidero così tanto, Komor," gemette lei nella sua beffarda imitazione.
"Perché?! Perché mi odi così tanto?!" I miei occhi bruciavano e pulsavano nelle orbite. "Perché non puoi lasciare in pace me ed N una volta per tutte?!"
Riuscii appena a vedere il ghigno sinistro che le increspava la faccia. "Devo prima ottenere ciò che voglio."
"Non sai proprio accettare il fatto che non lo sposerai mai? Cosa ci vuole per fartelo capire?"
Il ghigno di Bailey si corrugò in un cipiglio.
"Credimi, ragazzina, la cosa è molto più complessa."
"Come? Hai già reso chiaro il fatto che lo vuoi assolutamente."
Lei incrociò le braccia, volgendomi la schiena. "È qui che ti sbagli, ragazzina. Non è N che voglio."



Note della traduttrice (translator's notes): Dan dan daaan, cliffhanger! Nel prossimo capitolo Bailey sputerà il rospo.
Al solito, grazie a chi continua a seguire questa storia, chi continua a metterla tra i preferiti o le ricordate, e un grazie ancora più grande a MoonBlack e La Potta che hanno anche recensito ♥ Come sempre riferirò ogni vostra parola - e grazie mille per i complimenti che mi avete rivolto. A presto!

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