La fonte dell'eterna giovinezza

di SonounaCattivaStella
(/viewuser.php?uid=107096)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Port Royal ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La fonte dell'eterna giovinezza

 

PROLOGO

Il sole, ormai basso all’orizzonte, colorava l’immenso Mar dei Caraibi con le più svariate tonalità del rosso e dell’arancio. Nella piccola ma sfarzosa cittadina di Port Royal le prime luci illuminavano le finestre di alcune case, dentro le quali i cittadini si apprestavano a banchettare con l’ultimo pasto della giornata. Il mare, a quell’ora della giornata, risultava insolitamente calmo. Le onde si infrangevano delicatamente lungo il bagnasciuga creando piccole increspature di schiuma che decoravano la sabbia fine. Le guardie appostate lungo le mura di protezione sbadigliarono stanche e decisero che, per quel giorno, avevano fatto abbastanza e che, quindi, potevano anche lasciare la loro postazione con qualche minuto di anticipo dal consueto cambio di guardia.
Fu in quel momento che una piccola imbarcazione, con un solo albero di maestra ad una vela, fece capolino all’orizzonte, diretta al porto di quella ricca cittadina. Una ragazza dai lunghi capelli rossi se ne stava appollaiata sul pennone, armata di binocolo controllava che non vi fosse nessuno ad attenderli a riva. In fondo, Port Royal era nota per l’alto numero di assalti da parte dei pirati.
«Fanny, com’è la situazione?»
A parlare era stata un’altra ragazza, dai ricci capelli castani, che manovrava il piccolo timone di poppa mentre cercava di sistemare il cappello nero che non ne voleva sapere di stare al suo posto dato che il vento continuava a giocare con le due piume grigie che lo decoravano. Fanny scese giù dal pennone tramite una fune ed atterrò pesantemente vicino all’altra ragazza, mugugnando per la troppa forza con cui era scesa giù.
«Le guardie hanno appena lasciato le postazioni. Se siamo fortunate nessuno noterà il nostro arrivo al porto. Quindi, Shine, muoviti a portare questo ammasso di legname a riva.»
La riccia guardò male la rossa prima di assestarle una gomitata al fianco seguita da un “Portacelo tu!” grugnito con disappunto. La infastidiva parecchio ricevere ordini dagli altri, ma adorava l’idea di poter manovrare le imbarcazioni. Era come se la vita di chi navigava con loro fosse nelle sue mani, un piccolo errore e poteva far fuori tutti in un solo colpo.
«Che sorella antipatica. Ricordati che è grazie a me se ora siamo qui.» Disse Fanny massaggiando lievemente le costole che la castana aveva centrato in pieno con la gomitata.
Shine fece una smorfia ma decise di non dare sfogo ai suoi pensieri sulla sorella, in fondo era proprio la rossa a tenere il titolo di Capitano.
Nel giro di pochi minuti l’imbarcazione toccò la riva chiara, approdando in una piccola insenatura naturale che la proteggeva da occhi indiscreti a dalla vigilanza delle guardie che si stavano appostando nuovamente per la ronda notturna. La prima a scendere dalla nave fu Fanny, che si stiracchiò come un gatto per poi sistemare le pieghe della sua lunga e preziosa giacca bordeaux, spolverare i pantaloni beige, risvoltare il bordo degli stivali marroni che le arrivavano al ginocchio e raddrizzare il voluminoso cappello, anch’esso marrone, dalla lunga piuma rossa. La sorella la seguì subito dopo, guardandola con un sopracciglio alzato. Non capiva la sua fissa nel tenere in ordine il vestiario, in fondo erano dei pirati! Lei si limitò a raddrizzare il cappello che le aveva dato problemi durante il viaggio e sistemare la cintura alla quale aveva appeso la sua fidata spada.
«Bene, quindi… cosa dobbiamo fare ora?» Chiese rivolta a Fanny che era passata a rimirare la sua immagine sulla lama dell’arma che portava sempre con sé.
«Andiamo a noleggiare una vera nave.»
Le due sorelle si scambiarono un sorriso di intesa e si avviarono insieme verso il porto della città, dove sapevano trovarsi tante magnifiche e possenti navi.
Non si accorsero che, a pochi metri dalla riva, un’altra imbarcazione stava per approdare in quella stessa insenatura
.







Angolino delle folli autrici:

Salve gente!
Dopo... secoli, io e mia sorella Shine siamo tornate a scrivere insieme c:
Questa volta vogliamo cimentarci in una storia ad OC basata su uno dei film che più amo: "
Pirati dei Caraibi"
Speriamo che l'idea vi piaccia e se volete partecipare avvertiteci così vi mandiamo la scheda OC (che,
VI RACCOMANDO, deve essere quanto più credibile possibile. Vi avvertiamo, se arrivano delle Mary Sue non ci pensiamo su due volte a scartarle.)
La pubblicazione dei capitoli non avverrà con costanza abbiamo anche noi una vita sociale, in fondo :'D, ma speriamo di scrivere e pubblicare il prima possibile.
Detto ciò, aspettiamo i vostri pareri su questa idea!
Alla prossima,

Fanny & Shine

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Port Royal ***


Capitolo Primo


PORT ROYAL

Fanny e Shine camminarono diversi minuti per le contorte strade del piccolo borgo prima di riuscire ad arrivare al molo principale. L’ora tarda e l’oscurità che avanzava man mano avevano aiutato le due ragazze a celarsi agli occhi delle guardie che pattugliavano le vie della cittadina. Nascoste dietro un piccolo muretto di pietra, contornato da alti cespugli che facilitavano la mimetizzazione, guardavano con occhi sognanti le possenti navi ormeggiate.
«Wow! Sono davvero tante e enormi!» Disse la riccia immaginandosi al comando di una di quelle imbarcazioni.
«C’è davvero l’imbarazzo della scelta. Quale prendiamo?» Chiese la rossa valutandole una ad una, in cerca del vascello migliore.
«Ma chi se ne frega! Uno qualunque va bene, sempre meglio di quella zattera malconcia con la quale siamo arrivate.» Esclamò Shine alzandosi in piedi, euforica, pronta al noleggio di una qualsiasi nave.
In quell’esatto momento due guardie passarono proprio davanti al nascondiglio improvvisato e, prima che potessero accorgersi della loro presenza, Fanny afferrò la sorella per la cintura tirandola malamente a terra. La riccia squittì appena per la sorpresa, attirando inevitabilmente l’attenzione delle due guardie che puntarono le loro baionette dritte tra i cespugli.
«Chi è là!»
Fanny trattenne il respiro il più possibile per non farsi sentire, ma i mugugni della castana che si massaggiava il fondoschiena avrebbero attirato anche la più sorda delle guardie. Guardandola in cagnesco le tappò la bocca con una mano mentre con l’altra tastò il terreno in cerca di un sassolino da lanciare per depistare i due soldati che avevano preso ad avvicinarsi al muretto. Fortunatamente un fruscio alla loro sinistra e la comparsa di un piccolo gatto randagio le salvò da cattura certa.
Le due guardie, rassicurate alla vista del gatto, riposarono le baionette in spalla e continuarono a perlustrare il molo, allontanandosi definitivamente. La rossa riprese a respirare e tolse la mano dalla bocca della sorella per poi piantarle uno scappellotto che le fece cadere il cappello davanti agli occhi.
«Ma sei scema?! Mi ci è voluto un secolo per tenerlo fermo.» Brontolò Shine rimettendosi il copricapo in testa.
«Per colpa tua stavamo per essere scoperte e catturate!»
«Colpa mia?! Sei tu che mi hai tirata giù facendomi scontrare con il duro pavimento.»
Continuarono a battibeccare e a darsi la colpa vicendevolmente, almeno finché un rumore alle loro spalle non le fece zittire. Tesero le orecchie per cercare di captare altri spostamenti e quando sentirono l’inequivocabile suono di un rametto spezzato dalla suola di una scarpa, si guardarono negli occhi, afferrarono le loro armi e, girandosi di scatto, le puntarono contemporaneamente contro le figure dietro di loro che, a loro volta, tenevano alte due pistole.
«Bene bene, cosa abbiamo qui? Non dovreste essere a casa a fare le brave donnine?» Una voce maschile e derisoria lasciò le labbra della figura più vicina a loro.
«Lo sai che chi si fa gli affari suoi vive cent’anni?» Rimbeccò Shine imitando malamente la voce dello sconosciuto.
«Uh uh, ma che tipetto sfacciato.» Rispose la seconda figura mostrando un sorriso sghembo, unica cosa visibile data la poca luce e il cappello che nascondeva gran parte del viso.
«Su su, abbassate quelle armi. Sono sicuro che non sapete quale pericolo correte se non vengono maneggiate con cura. Le sciabole e le pistole non sono fatte per le donne.» Aggiunse il primo che aveva parlato assumendo lo stesso sorriso beffardo del compagno.
A quelle parole Fanny infilò una mano all’interno della giacca, afferrò la seconda pistola che teneva ben nascosta e tirò indietro il cane di entrambe le armi, pronta a premere il grilletto. Non le piaceva dover mostrare quella pistola, ma non sopportava nemmeno che due sconosciuti osassero mettere i piedi in testa a lei e sua sorella.
«Vogliamo provare?» Chiese sfidando con lo sguardo il ragazzo che aveva parlato per ultimo.
Questi, di fronte al gesto della ragazza, perse il sorriso e la guardò con aria di sfida prima di inquadrare per bene la seconda arma che lei aveva tirato fuori. Sgranò gli occhi di fronte all’inconfondibile forma di testa di serpente che sostituiva la parte finale della canna, quella da cui sarebbe partita la pallottola.
«Non può essere… quella pistola… voi siet-»
«Chi è là?! Uscite fuori e fatevi riconoscere!»
Le guardie che solo pochi attimi prima avevano quasi scoperto le due ragazze ora stavano proprio di fronte agli alti cespugli, le baionette puntate e pronte a far fuoco. La rossa alzò gli occhi al cielo, posò le pistole e rivolse uno sguardo omicida in direzione dei due ragazzi, seguita a ruota da Shine che li avrebbe fatti benissimo a fette con la sua fidata sciabola. Dopo tanta fatica fatta – e sederi doloranti – erano state scoperte per colpa di quei due. Uscirono tutti e quattro dal loro nascondiglio rivelando così i volti ai soldati che li tenevano sotto mira. Quando la flebile luce dei lampioni ad olio colpì i loro visi, le ragazze poterono finalmente vedere i lineamenti degli sconosciuti che le avevano messe nei guai. Il ragazzo che le aveva derise portava un vistoso cappello nero con piuma bianca sotto il quale spuntava una capigliatura color malva. Due iridi dall’insolito bordeaux misto al color sabbia, un sorrisino beffardo ed una cicatrice che gli attraversava la guancia dallo zigomo alla mascella si mostrarono fieri. Un ribelle ciuffo di capelli sfiorava l’occhio destro del ragazzo, cosa che lo portava ad infilare la mano tra quei ciuffi e spostarli con un gesto teatrale. La lunga e preziosa giacca nera la diceva lunga su chi dei due fosse il Capitano. L’altro ragazzo, che lo seguiva a ruota, portava un cappello bordeaux con sopra due piume dai colori del giallo e dell’arancio, sotto di esso si intravedeva una capigliatura biondo platino che finiva in un lungo codino azzurro chiaro. Gli occhi scarlatti, che spiccavano sul viso pallido, fissavano le due guardie con aria di sufficienza.
I soldati li guardarono per alcuni secondi e, prima che Fanny potesse esprimersi e prendere così in mano la situazione, uno dei due parlò rivolto a lei e alla sorella.
«Gentili Signore, cosa fate in giro a quest’ora tarda? Questi due vili pirati vi hanno fatto del male, per caso?»
Shine e la rossa strabuzzarono gli occhi e si guardarono incredule. Come potevano, quelle guardie, essere così stupide da non accorgersi anche loro erano dei pirati? Il cielo non era poi così scuro da poterle confondere con due Signore aristocratiche e per bene. Prendendo la palla al balzo, le due sfruttarono la situazione al meglio e, ghignando appena in direzione dei due ragazzi, assunsero l’aria più angelica che avevano nel repertorio e si rivolsero ai due uomini in divisa.
«Oh, Signori miei, meno male che siete arrivati! Stavamo tornando a casa ma abbiamo perso la retta via a causa della sera che avanzava. Per sbaglio siamo giunte fin qui e questi vili pirati ci hanno aggredite. Se non foste arrivati non so cosa sarebbe potuto accadere.» Fanny inventò sul momento una situazione plausibile, muovendosi con fare teatrale per dare più enfasi alle sue parole. La sorella le dava corda facendo finta di singhiozzare con il viso nascosto tra le mani.
«Ma che-? Non è vero! Anche loro sono dei pirati, pirati dalla brutta fama per giunta!» Protestò il ragazzo dai capelli color malva rivolgendo a Fanny uno sguardo inceneritore, ricevendo in cambio il più smagliante e malizioso dei sorrisi.
«Come osate continuare ad importunare queste gentili Signore?! Mani ben in vista e seguiteci, cani rognosi!» Li apostrofò l’altra guardia spingendo in avanti la punta della sua baionetta che il biondino evitò per un pelo.
«Signore, vogliate scusarci. Portiamo questi due in cella, spero riusciate a trovare da sole la strada di casa.»
«Oh, ma certamente! La ringrazio, Signora guardia.»
Detto ciò i soldati presero a spintonare i due ragazzi, tra insulti vari, in direzione del centro di Port Royal dove erano situate le prigioni. Fanny e Shine li salutarono con la mano, ricevendo in cambio sguardi di fuoco carichi di promesse e vendette, e si diressero veloci alla prima possente nave ormeggiata lì vicino. Ne assunsero il controllo il più velocemente possibile, non volevano di certo essere scoperte da altre guardie, stavolta niente le avrebbe aiutate. Levata l’ancora e assestate le vele, Shine si mise al comando, pronta a guidare la nave sotto gli ordini impartiti dalla sorella. Proprio mentre il vascello lasciava il molo, in lontananza si sentì la voce dei due pirati che erano riusciti a mettere al tappeto le due guardie. Fanny si affacciò dal parapetto di legno e sventolò il suo cappello a mo’ di saluto proprio mentre il ragazzo dai capelli color malva gridava un “Sorelle Scarlet, giuro che non finisce qui!”.
«Allora, Fanny, adesso dove andiamo?» Chiese Shine una volta in mare aperto.
«Shine, certo che a volte fai domande davvero stupide. Abbiamo una nave, cosa manca ora?» Rispose la rossa schiaffandosi una mano sulla faccia. La riccia scimmiottò imitando la sorella e le fece una linguaccia prima di parlare.
«Quindi… Tortuga?»
«Tortuga!»
.







Angolino delle folli autrici:

Buona sera bella gente!
Ed eccoci tornate con il secondo che in teoria sarebbe il primo (?) capitolo della storia :D
In questo capitolo abbiamo, in qualche modo, svelato le identità dei due pirati che avevamo intravisto nel prologo. Dai che avete sicuramente capito chi sono :’D
E nientO, avviso chi non ha ancora mandato la scheda che dal prossimo capitolo inseriremo i primi OC. Quindi sbrigatevi a fornirci le schede o resterete fuori dalla storia.
Detto ciò noi vi salutiamo! Al prossimo capitolo, ciurma! (?)
Fanny & Shine

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3108928