Behind the scenes

di Unusualize
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Semplicità ***
Capitolo 2: *** La cerimonia ***
Capitolo 3: *** Una notte da dimenticare/ricordare ***
Capitolo 4: *** Preoccupati per Johnny ***
Capitolo 5: *** Quel tesoro di Depp ***
Capitolo 6: *** Una coppia (quasi) perfetta... ***



Capitolo 1
*** Semplicità ***


Cap.1:
Semplicità

Quale posto migliore se non una nave da crociera dove organizzare il proprio matrimonio?
E’ il quesito che Johnny Depp e Vanessa Paradis hanno subito risolto decidendo di organizzare la cerimonia a bordo di una delle più costose navi da crociera esistenti, lontani da paparazzi e sguardi indiscreti. Tra gli invitati troviamo solo gli amici più intimi e i parenti stretti, niente roba in grande, un matrimonio semplice e riservato, come gli sposini, che noi adoriamo.
-Gli sposini che noi adoriamo- fece eco alla giornalista una donna, beffeggiandola, e che, abbastanza annoiata, seguiva il servizio. L’altra, seduta al suo fianco, la fece segno di stare zitta.
Ninete fans, telecamere, e roba varia, solo tanto sole, l’oceano, e le canzoni romantiche saranno lo fondale di questo straordinario matrimonio, che si aspettava da tempo.
-Dico, ma la senti!- sbottò la prima.
-Zitta un secondo- la pregò la seconda donna.
E…
Il televisore si spense di botto.
-Ehi, volevo sentire il resto!- ribadì Helena Bonham Carter, dopo che l’altra si era gettata il telecomando alle spalle. Nonostante non fosse il suo matrimonio, era parecchio interessata alle voci che giravano sulla cerimonia dell’amica, al contrario di lei.
Vanessa Paradis, la futura sposa, si alzò sbuffando dal divanetto che stavano occupando, mentre il bianco vestito ondeggiava leggero, accarezzando il suo corpo:
-Tanto che vuoi che dicano!- sbottò Vanessa, seccata- quello che dicono sempre, quello che dicono tutti- prese una spazzola e la usò come microfono, per imitare la giornalista di prima- Un matrimonio semplice, intimo, e bla bla bla. Non capisco cosa ci trovi di interessante, dato che sei tu- e sottolineò quest’ultima parola lanciando la spazzola dietro le sue spalle- ad aiutarmi a scegliere tutto per la cerimonia, il catering, il vestito eccetera, e non loro, che sembra ne sappiano più di noi!-
-Bha, inventano tutto.-
Vanessa alzò un sopracciglio.
- Cosa? Credi che sia reale quello che dicono?
Dopo l’ennesima sbuffata e una pausa, durante la quale Helena stette zitta zitta (sapeva d’esperienza quanto le spose siano irritabili, prima del matrimonio), Paradis aggiunse:- Sei fortunata, tu, che non hai avuto di questi problemi.-
-Oh, certo- rispose ironica. La Carter si alzò, raggiungendo l’amica. Fissò per qualche istante l’ammasso di riviste da sposa, dalle più moderne a quelle dalle date di stampa più assurde, accatastate sul tavolo, e con un semplice gesto del braccio le scaraventò a terra, per fare spazio. Come se niente fosse prese due tazze dalla credenza e continuò:
- Credi che sia stato facile per me e Tim, eh? Certo non abbiamo avuto problemi coi giornali, ma abbiamo avuto guai, e corso rischi, ben peggiori di uno scandalo fasullo.-
Dopo aver versato del the caldo in entrambe le tazze si sedette, invitando Vanessa ad imitarla.
-Per esempio?- chiese lei, non ancora soddisfatta, sedendosi.
Helena la prese per una sfida:- Allora, prima di tutto tenevamo segreta la nostra relazione: davanti alle telecamere Tim stava con Lisa, e io stavo con David, ma sai perfettamente che non era così in privato. Non è stato semplice: quando lo vedevo abbracciato a Lisa, nonostante sapessi che non provava più niente per lei, mi veniva voglia di strapparle i capelli.- entrambe risero, bevendo un po’ della bevanda calda
- In quattro anni nessuno aveva notato che, causalmente, quando io sparivo dal set, spariva anche lui. Che coincidenza, eh!- un sadico sorrisetto comparì sulle sue labbra della Carter.
Vanessa era a metà tra il divertita e il disgustata, ma la fece continuare:- Poi dovevamo smentire ogni sospetto. Continuavamo a dire che sì, lavoravamo bene insieme, ma se stavamo lontani era meglio…-
-Specialmente se non si volevano sentire strani rumori nei camerini!- l’interruppe l’altra.
-Sii seria. Non è stato comunque facile, soprattutto quando… quando…- il suo sorriso si addolcì.
-Cosa? Dai, parla! Sono già abbastanza ansiosa di mio, manco avessi un ritardo!- non credeva di aver mai visto l’amica con un’espressione talmente assente.
Alzò lo sguardo su di lei:- Quando ci siamo sposati-
La sposa capì immediatamente che tasto delicato aveva premuto e, sapendo che non sarebbe riemersa dai suoi ricordi tanto presto, si alzò dirigendosi allo specchio, ancora con la tazza in mano.
L’altra, ancora seduta, iniziò a mescolare il suo the, perdendosi in quel vortice bruno che, piano piano, si stava trasformando in due persone.

Due persone che litigavano furiosamente.
Non ricordava il motivo, forse perchè l’aveva chiamata Lisa, sicuramente per errore, oramai perdonato, ma sapeva perfettamente che quella notte non l’avrebbe mai più dimenticata.
-T’ho detto che mi dispiace!-
-Non mi interessa più!- ribattè Helena girandosi di scatto, dando le spalle a Tim, e incrociando le braccia al petto.
-Ascoltami, ti prego!- l’abbracciò da dietro, sperando in un appacificamento- Non l’ho fatto apposta!-
-Risparmia il fiato!- pianse, liberandosi dal suo abbraccio.
Grosse lacrime iniziarono a scenderle sulle gote.
-Non piangere, ti prego- Tim detestava vederla triste, soprattutto se era per colpa sua, i sensi di colpa lo attanagliavano e si sarebbe preso a pugni.
-Cosa posso fare allora?- singhiozzò la donna- Cosa posso fare se non piangere?-
-Credermi!-
-Non ci riesco!- stringendosi i capelli tra le mani, come disperata, cosa che era: da parecchio tempo non riusciva più a fidarsi o a consultarsi con Tim, e questa era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
-Allora sposami!- disse, dopo una pausa.
Helena lo guardò stupefatta:- C-cosa?- balbettò.
Tim le sorrise, avvicinandosi, prendendole la mano e posandola all’altezza del suo cuore:- Sposami, Helena!-
Ancora sorpresa, ma decisamente meno arrabbiata, gli saltò al collo baciandolo, come ad assentire alla sua proposta.

Come hanno fatto due stelle del cinema a sposarsi senza paparazzi intorno?
Bhè… è facile quando una notte afferri un vestito elegante e scappi con il tuo futuro sposo in una cappella, senza avvisare nessuno, nemmeno i propri amici o parenti.
Semplicemente si sono presentati in questa chiesetta, piccola e intima, e con una piccola cerimonia si sono uniti in matrimonio.
Il resto del mondo si è reso conto di questo scioccante evento quando i due, la settimana dopo, si sono presentati sul set con le fedi.
Ricordava la faccia stupita del co-produttore, che erano mesi che ci provava con lei!


-Riemergi, Hele!- la chiamò Vanessa- Mi serve un consiglio sul velo.-
Vuotò la tazza:- Ok ,ok arrivo.-


Nello stesso momento, due uomini, in un negozio di vestiti per matrimoni, stavano guardando lo stesso servizio, forse un po’ più… irascibili delle donne, che si limitarono a spegnere.
Il più giovane dei due, mezzo sdraiato su una sedia, prese il telecomando e tentò di scagliarlo contro lo schermo della tv, ma fu bloccato dall’amico che, tranquillamente, glielo sfilò di mano:- Jo calmati!-
-E’ facile dirlo, Tim.- ribattè Johnny Depp a Tim Burton, che lo stava aiutando a scegliere lo smoking per il grande giorno.
-Tu non ascoltarli- tentò di tranquillizzarlo, mentre spegneva l’apparecchio televisivo.
Sbuffò irritato:-Sei cambiato, una volta sfasciavi le cose assieme a me- Johnny finse una faccia triste e arrabbiata, terribilmente penosa- Ora invece fai il bravo ragazzo. Sei cambiato, amico mio-
-Piantala di fare lo scemo- lo rimproverò Burton, guardando con aria curiosa un paio di gemelli di zaffiro.
Brontolando si alzò, specchiandosi:-Comunque sei cambiato lo stesso, ecco.-
Tim alzò un sopracciglio:- Tutta colpa delle donne?-
-Tutta colpa delle donne!- ripetè aggiustandosi il papillon- Ti fanno il lavaggio del cervello, facendoti diventare un romanticone, sensibile… come un “ken” e loro sono le “barbie”-
Burton non osò parlare, si limitò a fargli cenno di stare zitto alla vista di due commesse, ovviamente offese; Jo diventò paonazzo, e le due se ne andarono.
-Secondo me ci ha fatto bene, a tutti e due- intervenne Tim.
-Vedi! Dieci anni fa non ragionavi così! Tutta colpa di Helena!-
Un’occhiata gelida di Burton, gli consigliò di rimediare all’errore: mai parlare male di Helena, o si finisce a fette:- Intendevo dire… ehm… che, insomma… sei più sensibile- si coprì la testa con le mani, pregando di aver rimediato allo sbaglio. Sembrò funzionare. Si tenne il capo con una mano per qualche minuto, ringraziando di essere ancora vivo.
Burton lo raggiunse allo specchio:-Credo che questi smoking vadano bene, che mi dici?-
Si squadrarono dall’alto in basso:- Si!- esclamarono all’unisono.
Jo si chiuse nel camerino cambiandosi:- Chissà le regazze a che punto sono…-
-Secondo me stanno ancora decidendo i capelli.- le canzonò un poco, imitandole giocherellando con ciuffo riccio, trovando immediatamnete interessante come, se tirato, questo diventasse perfettamente liscio.
-Allora faccio in tempo a farmi un giretto, prima di andare a casa- riflettè Depp prima di uscire dal camerino- Ma che diavolo stai facendo?- chiese vedendolo l’amico intento a schiacciare i capelli ricciuti. Per qualche secondo rimasero piatti, quasi in ordine, sulla sua testa, con grande sbalordimento da parte di entrambi, ma poi con un debole puff tornarono anche più scompigliati di prima.
Johnny scoppiò a ridere:- Mi ricordi quella volta in cui ti ho beccato con Helena.-
-Quasi beccato- puntualizzò Burton, perdendo ogni speranza di mettersi in ordine.
-No no, ricordo benissimo di avervi beccati- Johnny si voltò a pagare.
-Jo, sei avvertito- fece Tim tanto ironico quanto agghiacciante, ma lui non diede segno di averlo sentito e continuò:
-Piena attività coniugale sul set, dai come si fa!-
-Jo….-
-Dai amico: va bene avere una moglie stra-fica, ma addirittura … AHIA!-
Depp si massaggiò il punto colpito dal gemello tirato a tutta forza da Tim, che ora lo guardava soddisfatto.
Fece per ribattere, Johnny, ma Burton lo battè sul tempo, alzando le spalle:- Eri avvertito!-

So che può sembrare pallosa, all’inizio, ma vedrete che migliorerà più avanti^_^
chi mi segue è ringraziato già da ora: thanks!!! P.S: mi piacerebbe sapere cosa ne pensate con una recensioncina… chi vuole...
Comunque qualcuno sa dirmi come è andata REALMENTE la relazione di Tim Burton ed Helena Bonham Carter? Mi spiego: Helena e Tim si sono conosciuti ad innamorati sul set del Pianeta delle Scimmie, ok? Ma lui stava con quell’altra… Lisa Marie, se non sbaglio, in quel periodo.
Poi si passa direttamente dal 1994 (quando si sono conosciuti Tim e Helena) al 2001 (quando si sono sposati)… e i 7 anni in mezzo? Cosa è successo?? Qualcuno lo sa? chi lo sa me lo spieghi pleease!!
Alla prossima!!

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Capitolo 2
*** La cerimonia ***


Cap.2:
La cerimonia
Davanti all’altare, innalzato in occasione del matrimonio, stava un uomo, lo sposo, che, abbastanza nervoso, si torturava le mani stringendole convulsamente a pugno, spostando il peso del corpo da una gamba all’altra. Aspettava, e anche da tempo, un qualcuno che aveva deciso di tardare, aumentando così la sua ansia.
Un piccolo tocco sulla sua spalla lo fece trasalire fortemente, a tal punto da girarsi di scatto pronto a colpire da un momento all’altro, come un ninja:
-Oh, che diavolo Tim, mi hai spaventato a morte!- esclamò Johnny massaggiandosi le tempie.
-Non volevo- si scusò Burton, incrociando le mani dietro la schiena- Agitato?-
Depp sospirò:- Tantissimo, non riesco a credere a ciò che sto per fare. Sicuramente… oh mio dio- si bloccò improvvisamente fissando la testa dell’amico.
-Che c’è?- chiese Tim abbastanza preoccupato. Johnny farfugliò qualche incomprensibile parola.
-Mi dici cosa c’è che non va, perfavore?-
-I-i capelli…-
-Ok, facciamo progressi, cosa hanno che non va?-
-Sono… sono…-
-Sono cosa?-
-SONO IN ORDINE!!- in quindici anni, Johnny non aveva mai visto Tim coi capelli a posto: l’aveva sempre visto con i ricci sparati in aria, come se si fosse pettinato con le bombe a mano, perché lui la parola ”pettinarsi” non sapeva nemmeno che faccia aveva, non esisteva nel suo vocabolario. A volte scherzava su questo suo aspetto dicendo che temeva di infilare le mani tra i ricci per paura che qualcosa lo mordesse!
-E allora?- domandò Burton, come se il “pettinarsi” fosse giornaliero per lui, o come se non si fosse mai accorto di quale cespuglio aveva sostituito i suoi capelli originali negli ultimi decenni.
-No, niente. S-stai bene.- chiuse l’argomento Depp.

-Oh, Helena, sono così nervosa!- confessò Vanessa, mentre prendeva i fiori.
-Non c’è niente per essere nervosi. Devi solo pronunciare due singole paroline- la rassicurò l’altra, vestita di una candida camicetta, con il décolleté bello in vista, e una gonna nera che metteva in risalto la snellezza delle gambe.
-E se cado, e se ci ripenso, e se mi sentissi male…- iniziò a pensare la sposa, impallidendo-E se Johnny dicesse di no! Sarebbe la fine!-
-Vanessa smettila! Sai benissimo che alla fine di questa giornata ti ritroverai tra le braccia di Johnny, e che nessuno ti porterà mai via da lui.- non sembrò tranquillizzarsi; le sistemò la capigliatura continuando- Non ti dico che il matrimonio sia una cosa semplice, anzi, spesso è come una strada tutta in salita…-
-Helena, non mi aiuti.-
-Lasciami finire! Può essere arduo, e ti verrà anche voglia di mollare tutto alla prima complicazione, ma se hai una persona al tuo fianco che ti sa comprendere, che ti ascolti… che ti completi, vedrai che il matrimonio e l’amore sono la più bella esperienza che capita in tutta la vita.-
Posò la spazzola, sperando di aver confortato almeno un po’ Vanessa.
-Grazie, Hele- sussurrò lei- Sei una vera amica!-
Helena sorrise: -Lascia gli elogi a dopo. Pronta?-
-Si!- disse sicura.
-Vado ad avertire gli uomini che ci siamo- ed uscì dalla cabina.
Era vero: se si ha una persona speciale al proprio fianco, tutto sembra diventare più semplice. E lei si sentiva la donna più fortunata del mondo, perché aveva vicino Tim, il suo amato Tim. Riusciva sempre a comprenderla in pieno, aveva sempre pronto un consiglio, insomma, era davvero l’unico che la completava.
Era stupendo, gentile, romantico, molto dolce e imprevedibile, soprattutto.
Ed eccoli là in fondo: davanti all’altare, aspettando che le compagne si facciano vive.
-Ragazzi- chiamò Helena raggiungendoli- Vi volevo avvertire che se tra poco verrete accecati da un astro splendente quella sarà Vanessa, e… che diavolo hai fatto ai capelli??- domandò improvvisamente al marito.
Appunto: imprevedibile.
-Insomma, un uomo non può nemmeno pettinarsi?- replicò Tim scocciato.
-Un uomo sì… tu no!- rise la moglie.
-Ha ragione- si aggiunse Depp- Per uno cui motto è “Spazzole, alla larga!”, è una grande novità vederlo così!-
-Io pensavo a un cartello con scritto “Ambiente protetto, vietata la caccia”- lo canzonò ancora lei.
-Buona questa!-
-Voi due mi avete ufficialmente rotto!- sbuffò Burton, abbastanza serio.
Johnny e Helena avevano, forse, un po’ esagerato e decisero di rimediare, soprattutto perché, se non con lui, con chi lavoravano?
-Scusa….- dissero all’unisono.
Passò lo sguardo su entrambi: Helena, con le mani incrociate dietro la schiena, si guardava intorno mordicchiandosi un labbro; Johnny aveva lo sguardo puntato sulle sue scarpe.
-Ehi- richiamò ambedue- Scherzavo!-
Tutti e tre sospirarono (due sollevati, e uno sconcertato dalla loro assurdità).
La marcia nuziale iniziò a suonare.
-Meglio se prendete posto.- consigliò Johnny ai due testimoni, proprio pochi secondi prima che Vanessa comparisse nella navata centrale.

-Balliamo?-
Johnny si voltò trovandosi davanti la neo-moglie che, speranzosa di un altro “sì”, gli aveva posto la domanda.
Era splendida in quell’abito bianco che sembrava farle da seconda pelle, per quanto le stava bene addosso: semplice e candido, come lei.
I due, dopo la cerimonia, non fecero in tempo a uscire dalla navata che le amiche l’avevano trascinata nel loro gruppo di zitelle invidiose, iniziando a chiaccherare. Lui stava andando a cercare Tim e Helena, sicuro che non avrebbe rivisto Vanessa tanto presto; ma, invece, l’aveva raggiunto solo pochi istanti dopo, rivolgendogli la fatidica, forse odiata, domanda.
-Sai che odio ballare- sbuffò lui.
La Paradis iniziò a sbattere velocemente, forse infantilmente, le palpebre, sperando in un cambiamento di idea. Chissà perché, chissà quale potere stesse esercitando su di lui, ma a Johnny venne l’improvvisa voglia di ballare.
Che gli stava succedendo? Il matrimonio gli stava facendo questo effetto?
No, chi gli stava facendo questo effetto era Vanessa, che, stupenda, stava esercitando lo stesso stratagemma usato da Helena quando voleva che Tim facesse un qualsiasi cosa che non voleva fare.
Johnny alzò un sopracciglio:- Percaso ti ha insegnato questo trucchetto femminile una donna dai capelli ramati, di media statura, più comunemente nota come Mrs. Burton?-
-Io ti dico chi me lo ha insegnato se tu balli!- iniziò a ridacchiare lei, rendendosi conto di quanto assomigliasse a una bambina, ma Helena aveva detto di non mollare mai e poi mai! E aveva vinto!
-Malevola tentatrice- sussurrò in modo falsamente assassino prima di essere trascinato sulla pista.

-Balliamo?-
Tim si voltò, abbandonando la conversazione in corso tra gli amici dello sposo, rivolgendo uno stanco sorriso alla moglie desiderosa di fare “quattro salti”.
-Lo sai che detesto-sottolineò questa parola- ballare!-
-Daaaai, solo uno te lo giuro- provò a sedurlo col metodo usato prima dalla Paradis.
-Dici sempre così e poi stiamo in pista per due ore- evidenziò il marito.
Helena finse un broncio appoggiandosi a uno dei tavoli, guardando malinconicamente le persone che danzavano, sapendo perfettamente che Tim, prima o poi, avrebbe ceduto.
L’uomo sbuffò rumorosamente e la Carter si lasciò scappare un sorrisetto compiaciuto. Aveva vinto, come sempre!
-Va bene, va bene- cedette infine tendendole la mano. Helena sorrise radiosa, sorriso subito trasformato in una smorfia impressionata. Tim ritirò la mano:- Cosa c’è?-
La moglie indicò un qualcosa dietro di lui; Burton si voltò, per subito rigirarsi, con in volto la stessa espressione della donna.
-Ti prego dimmi che non è chi sembra che sia?- pregò lui.
-Credo sia chi sia, Tim-
Una donna dai capelli, abbigliamento e accessori più che stravaganti, si stava avvicinando ai due, fermandosi qua e là facendo auguri e raccomandazioni, decisamente fuori luogo per un matrimonio, a chiunque le capitasse affianco.
-Non viene da noi, vero?- domandò speranzoso Tim.
Helena spiò oltre la sua spalla: dal debole tirato saluto che fece, Tim capì subito che lui e la consorte erano la preda della cugina Jessy, la parente più odiata della sposa, e che aveva un debole per Burton.
-Ci deve essere un modo per svignarsela…- iniziò a pensare l’uomo.
- Se venivi a ballare, come ti avevo detto io, non saremmo in questo inghippo!- lo rimproverò Helena con un falsissimo sorriso sulle labbra, sempre rivolto a Jessy.
-Ok, andiamo- disse infine prendendola per mano e trascinandola, letteralmente, sulla pista.
Dopo un paio di giri, molto tesi, Helena sospirò:- Puff… Se ne va- e si rilassò tra le braccia del marito che la stringeva, quasi sfacciatamente, in un debole valzer.
-Anche tu qui, eh? Ti ha incastrato?- fece una voce al suo fianco.
-Ehi, Jo- rispose e si scambiarono un debole pugno sulle spalle come saluto.
-Dobbiamo tenerle lontane queste due!- disse Johnny indicando le due mogli che si stavano scabiando una debole risata.
-Se ha già usato il trucco delle palpebre, è troppo tardi, amico, ti trasformerà la vita in un inferno!- oramai, Tim, conosceva tutti i “trucchi di seduzione” della moglie e, nonostante questo, non era ancora riuscito, e non aveva mai voluto, desisterle.
-Allora: addio vita- scherzò Jo, buscandosi una sberla sulla spalla dalla neo-moglie. Per scusarsi la strinse più a sé dandole un delicato bacio sulla tempia.

La profezia di Burton si era avverata: restarono in pista per due ore e passa.
Distrutto, si sedette con la moglie e i festeggiati ad un tavolo. Ordinato da bere i quattro iniziarono a chiaccherare del più e del meno.
-Hai già scelto una Mrs. Lovett?- domandò Johnny.
-No, è un ruolo davvero complicato… ho già fatto 27 provini!- sbuffò Tim mandando giù l’ultimo sorso di champagne.
Helena non poteva sopportare quella conversazione:- Ho un’improvvisa voglia di fare un giro – annunciò lanciando uno sguardo stizzito a Tim e lasciando soli due sposi confusi ed un amareggiato marito, che aveva chinato il capo, sapendo perfettamente cosa aveva causato quella “improvvisa voglia” della moglie.
-Cosa… ?- inizò a domandare Vanessa, non sapendo esattamente come continuare; Johnny la aiutò:- Cosa le è preso?-
- Bhè…-iniziò a spiegare Burton- Mrs. Lovett è una parte complicatissima, forse il personaggio più contorto dell’intero film, Helena ha sempre desiderato essere lei e lavorare con Sondheim *, soprattutto, ma… non posso prenderla così… insomma… non ha mai cantato e voglio essere sicuro delle sue capacità, e lei se l’è presa a morte. Voi mi capite, vero?-
-Certo…- rispose non tanto convinto Depp. Precisiamo: capiva che Tim doveva analizzare bene la situazione, prima di prendere una decisione, ma non era sicuro che quella storia sarebbe finita bene.
Vanessa cambiò argomento suggerendo di andare a parlarle da donna a donna.
-No, no- la bloccò Tim, poco prima che lasciasse il tavolo- Devo parlarle io-
La donna annuì e si risedette al fianco del marito che guardava Tim allontanarsi.

-Credevo avessimo deciso che quella era la decisione migliore-
-Non voglio parlarne!-
-Era quella la decisione! Non parlarne più finchè non avrei trovato una…-
-Mrs. Lovett?-
-Io volevo dire soluzione-
Sbuffò:- Non è colpa tua, Tim… Jo ha tirato fuori l’argomento e…-
-Sei esplosa?-
Helena si voltò, una sigaretta appena accesa tra le rosse labbra:- Già…-
Tim le passò un braccio attorno alla vita:- Pazienza, amore, ci vuole pazienza- le sfilò la sigaretta dalle labbra- e queste non fanno passare più in fretta il tempo!- e, detto questo, gettò la cicca nell’oceano.
-Bhè… io conosco un qualcosa che fa correre via il tempo- sussurrò maliziosa la moglie passando le braccia attorno al collo dell’uomo.
-Mmm… forse ho una vaga idea di cosa sia- rispose posandole una mano alla base della schiena spingendo il bacino di lei contro la sua cintola, strappandole un piccolo gemito di stupore.
-Tim!- esclamò posando le proprie labbra sulle sue.
Ma una persona, che si era avvicinata schiarendosi la voce, separò la coppia:- Domando scusa per aver interrotto questa, sicuramente, interessante conversazione- Tim si strinse il labbro in una morsa dolorosa, riconoscendo all’istante quella stridula voce; anche Helena fece lo stesso. La cugina Jessy non aveva solo un debole per Burton, ma era anche gelosissima della Carter, e, ogni volta che li vedeva avvinghiati uno all’altra, faceva di tutto per dividerli, come ora…
-Ma volevo chiedere a Tim se era interessato ad un ballo con me?- domandò Jessy ottimista.
Prima che potesse darle risposta, qualcuno la chiamò da lontano, e, mentre era occupata in una “chiacchierata a lungua distanza” (ovvero i due parlanti urlavano), Burton cercò consiglio nella moglie.
-Coraggio, amore, ci vuole coraggio- lo prese in giro lei, ottenendo solo un ghigno da parte dell’altro- Su, vai! E ricorda che prima passa la serata, prima arriva la notte- sussurrò sensuale strizzando un occhio al coniuge, per poi aggiungere:- Tu fa il bravo a mentire, ed io questa notte non te ne faccio pentire…-
Burton deglutì: questa parte di Helena gli era sconosciuta, ma interessante…
-Ok, Jessy, vada per il ballo- disse ritornado dentro, a braccetto con l’altra.
Helena lo sentì chiaramente mentire:- Soffro il mal di mare, quindi niente balli scatenati!-
Fece un giretto per tutta la nave, prima di tornare alla cerimonia, dove incontrò Vanessa e la rassicurò che andava tutto bene.

-Finalmente mi ha lasciato!- esclamò Burton dando un debole bacio sula guancia alla moglie e sedendole accanto. Jenny l’aveva costretto a ballare per più di un’ora, e obbligato a partecipare ad una conversazione con i parenti dello sposo, ma era riuscito a scamparla mollando venti dollari in mano ad un cugino di Vanessa perché prendesse il suo posto.
-Un momento di attenzione prego- Jo aveva richiamato l’attenzione con un lieve tintinnio dovuto al colpo leggero di un cucchiaino contro un bicchiere di cristallo.
- Non voglio annoiare con un classico discorso nuziale in cui ringrazio qualcuno per avermi dato Vanessa al mio fianco perché tutti sapete perfettamente quanto io sia grato e di certo riconoscente di questo- seguì un applauso- Però vorrei sì ringraziare una persona in particolare, che è qui, in questo momento, una persona che mi è sempre stata vicina qualsiasi cavolata facessi, che mi ha sempre aiutato e che, per me, è quasi più di un fratello- prese il bicchiere per indirizzare un brindisi- Grazie, Tim-
Burton, commosso, e tutti gli altri fecero lo stesso, dopo un breve applauso rivolto ai due amici.

-Grazie, Jo-
-E’ tutto vero, Tim. Sei il migliore… -
-No, tu sei il migliore.-
Dopo un breve discussione su chi fosse il migliore in quel momento, decidendo infine che erano alla pari, i due si scambiarono un amichevole abbraccio.
-Ok, però ora stacchiamoci- disse Burton, appoggiato da Depp- Altrimenti la gente ci… -
-… Scambia per due checche!- finì l’altro.
-Esatto!-
I due sospirarono guardando le compagne appoggiate al parapetto della nave a chiaccherare.
Tim gli diede una leggera pacca sulla spalla, mentre si avvicinavano:- Non ti vengo a cercare, stasera- rise.
-Non provarci!-
-Vabbè… troverò il modo di passare la serata… -
-Cosa intendi scusa?- domandò Johnny.
-Ehi, non sei il solo ad essere sposato qui!- sbottò quasi offeso.
-… scusa non ci avevo pensato-
-Pensi a lei!- continuò riferendosi a Vanessa- Alla prima notte! E’ normale!-
-Già… ma mi sento strano…- confessò Depp.
-Non capisco… -
Johnny sospirò:- Non so nemmeno spiegarti come… ma… non lo so.-
- Ti devi ancora rendere conto di cosa sta accadendo e…-
-Tim- lo sboccò l’altro, vedendolo in piena ispirazione da psicologo- Mi sono sposato…- disse mostrando la fede- non sto andando in esilio!-
- Hai ragione… magari sei solo nervoso-
-A che cosa? All’idea che devo fare l’amore con Vanessa? Cosa che, dopotutto, non è la prima volta che faccio!-
- No, all’idea che sarai legato ad una donna per il resto della tua vita, che dovrai pensare prima a lei che a te e altre cose di questo genere.-
Depp dovette ammettere che non ci aveva mai pensato. Incrociate le braccia prese a guardarsi intorno, guardando le coppie di amici e famigliari così unite, così intime, chiedendosi se mai ce l’avrebbe fatta: non era mai stato un egoista, poteva riuscirci, eppure c’era una piccola parte di sé che si tormentava chiedendosi, se fosse improvvisamente cambiato, cosa sarebbe accaduto.
-T-tu come hai fatto?- domandò a Tim, che lo osservava silente, sperando di trovare un consiglio.
-Con me è stato complicato, lo sai quasi più di me! Non ho fatto in tempo a realizzare un pensiero concreto che mi sono ritrovato con questa al dito- e mostrò a sua volta l’anello che portava all’anulare sinistro.
-Intendo… come sapevi che ce l’avresti fatta… con Helena?-
Tim rise:- Jo, ma queste cose non si sanno mai, nemmeno ora lo so con certezza -Depp lo guardò confuso; spiegò meglio- Non puoi predire che tutto andrà bene, che non ci saranno liti o guai, devi rischiare tutto per tutto. Magari oggi siete la coppia perfetta e domani divorziate, come fai, come faccio, a saperlo in anticipo?-
-Cosa ti da la forza di andare avanti allora? Se hai continuamente questi… dubbi?-
-Helena mi da la forza! Svegliarmi, addormentarmi, anche solo stare accanto a lei mi da la forza necessaria per affrontare qualunque cosa! La mia vita insieme a lei mi da la forza!-
Era grande l’amore che leggeva nelle sue parole: se ce la stavano facendo loro, che avevano rischiato, letteralmente, il nome, la reputazione, tutto per stare l’uno accanto all’altra, perché non potevano farcela anche lui e Vanessa? C’è una speranza per tutti.
-Lo vedi?- chiese Johnny sorridendo.
-Che cosa?- domandò l’altro.
-Sei davvero il migliore- disse deciso.
Quelle furono le ultime parole che si scambiarono prima di essere raggiunti dalle due mogli e di dirigersi ognuno nella propria cabina.

*Stephen Sondheim è il compositore delle musiche di Sweeney Todd, nonché un grande idolo di Helena Bonham Carter: questa ff è ambientata nel 2006, quando si stavano provinando gli attori per il film di Sweeney e, come si sa, Helena non è stata subito accettata come Mrs. Lovett.
@kimi: CIAO!!! come va SuperKiomi? ^^ sei perdonata delle mancate recensioni se leggi questa ficcy altrimenti prendo l’accetta del domestico
@Capra tibetana@ ehi, ciao! Non ti avevo mai incontrato prima, vero?? Bhè thank’s for la recensione, sono contenta che ti piaccia la ficcy! Posso farti una domanda? Ma, con tuti i nickmane possibili ed immaginabili, perché hai scelto proprio “Capra tibetana”?_?
@Dogma@ evviva qualcuno che conosco: CIAO DOGMA!! Ehi, non credevo di incontrarti nella sezione di jhonny, che forza!! Grazie per la recensione, leggerò la tua storia prestiximo promexo ^^Baci a tutti ciao!

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Capitolo 3
*** Una notte da dimenticare/ricordare ***


Cap.3:

Una notte da dimenticare – ricordare


-E’ bellissimo- sospirò Helena contemplando meravigliata il paesaggio marino fuori dalla finestra.
Tim la raggiunse, abracciandola da dietro:- Davvero meraviglioso-
Rimasero entrambi a guardare l’enorme distesa d’acqua che scivolava davanti ai loro occhi incantati, come in uno stato di dolce ipnosi; oltre al battito dei loro cuori, non c’era altro rumore, o suono, o parola: tutti i pochi presenti sul ponte stavano, come loro, ad osservare silenti il sole sparire dietro l’oceano, finchè questo non sparì del tutto, circa dieci minuti dopo.
Helena si liberò dall’abbraccio di Tim dirigendosi al letto, lasciandosi abbandonare tra i numerosi cuscini con un sospiro di sollievo.
-E’ stata una bellissima cerimonia. Johnny era agitato? Vanessa tantissimo!-
-Si, lo era- Tim ridacchiò ripensando a quell’espressione sbigottita che aveva Jo trenta secondi prima che Vanessa comparisse col suo abito bianco- Alla fine è andato tutto bene, però- aggiunse sedendosi al fianco della moglie.
-Già è andato tutto per il meglio. Anche con la cugina Jessy!- disse mettendosi a sedere.
-Per forza! Lo affibbiata a quello Steve, altrimenti mi sarei già buttato giù dalla nave! E gli ho dovuto anche sborsare venti dollari perché non me la riscaricasse!-
La moglie rise appoggiando la testa sulla spalla dell’amato :- Pazzo. Tu sei pazzo!-
-Pazzo? Io direi disperato- osservò Tim passandosi una mano tra i capelli.
- Quindi quella storia che soffri il mal di mare, era una bugia?- domandò con uno strano sorriso sulle labbra.
-Era stupida, lo so, lo so. Ma mi ha preso di sorpresa ed è stata la prima cosa che mi è saltata in mente e…-
-Tim- chiamò Helena, in modo malizioso, interrompendolo.
-Cosa?- Che c’è?-
Lei accostò le labbra al suo orecchio, strisciando l’unghia dell’indice sinistro lungo il collo, facendolo rabbrividire, per poi sussurrare:- Ricordi la mia piccola promessa?-
L’uomo, in risposta, alzò un sopracciglio. Preso com’era a ringraziare Dio perché era scampato a Jessy, gli era tornata in mente solo adesso.
-Te la ricordi!- annuì la moglie trascinandolo su di lei. Tim andò a lambirle il collo con avidità; andando a slacciarle la camicetta, senza che Helena, abbastanza divertita, si opponesse al suo volere. Prese ad accarezzarle il ventre e i fianchi, sentendo il suo cuore battere all’impazzata nel suo petto.
-Sai cosa ti dico…- l’uomo separò improvvisamente le labbra dalla pelle della moglie, guardandola negli occhi, mentre lei giocherellava coi suoi capelli, completamente ignara di ciò che stava per dirgli.
Si aspettò le dicesse una cosa del tutto assurda:- No. Che cosa?-
Lui prese la mano della donna e vi posò sopra le labbra, dolcemente:- Ti dico che sono stanco e che per stasera non si fa niente.-
Si alzò dirigendosi in bagno, voltandosi solo una volta che fu davanti alla porta per vedere la faccia che avrebbe fatto Helena; lei non si aspettava di certo una simile ammissione: forse se le avrebbe detto che la tradiva sarebbe stata meno stupita! Lo guardò bene, come per assicurarsi che non stesse scherzando, con le labbra un po’ aperte, evidentemente indignata; ma Tim non scherzava e si ritirò nel bagno per rinfrescarsi il viso, come se niente fosse.
Ma invece era molto! Niente è peggio della rabbia di una donna, una moglie, rifiutata! E lo stava per scoprire.
Helena, furiosa, si avvicinò alla specchiera, iniziando a spogliarsi dei gioielli, lasciandoli cadere sul mobiletto tanto rumorosamente che il tintinnio sovrastava persino lo scorrere dell’acqua nel rubinetto. Tim lo interpretò come un brutto segno e si mordicchiò un labbro, pensando sul da farsi.
La donna se ne accorse, o almeno, sentì il tamburellare delle dita sul muro. Perfetto…
Stava tutto procedendo alla perfezione, tutto secondo i piani, perché, nonostante i mariti non lo sappiano, le mogli hanno SEMPRE un asso nella manica!! (Dite che è vero!!^^)
Tranquillamente lasciò cadere alle sue spalle la camicetta, già slacciata, per poi slacciarsi la lampo della gonna, e lasciar cadere anche quella, rivelando un provocante completino intimo di pizzo nero. Si sistemò sul letto sciogliendosi i capelli e dandosi un’occhiata veloce nello specchietto che si portava sempre dietro, proprio due secondi prima che Tim uscì dal bagno, pronto a farle le sue scuse.
Imabarazzato non staccava lo sguardo dalla maniglia della porta –Andiamo Helena, io… -
Non sapeva esattamente cosa dirle: “Coraggio, Burton. Sii uomo! E guardala mentre parli o pensa che sei un idiota!”
Dal punto di vista di Helena sembrava che si stesse dando dei comandi mentali, e che, a quanto pare, funzionarono. Tim staccò gli occhi dal pomello di bronzo, che stringeva ancora in mano, come se fosse stato un appiglio, e trovò il coraggio di guardare la moglie negli occhi.
Si… per la bellezza di un secondo!
Non potè non fare a meno di non notare che, sdraiata sul letto, c’era Helena che, completamente a suo agio, come se non si fosse accorta di essere quasi nuda , lo guardava aspettando il suo discorso, o scusa, o qualsiasi cosa gli dovesse dire. Una cosa che si era improvvisamente dimenticato, nonostante se lo fosse ripetuto decine di volte.
Aprì e chiuse la bocca senza che nessuna parola o suono uscisse dalla sua gola; Helena si stava sbudellando dalle risate, ma utilizzò tutta la sua dote recitativa per apparire fredda.
-Allora?- domandò dopo un paio di minuti di silenzio- Cosa volevi dirmi? Parla, ti ascolto.-
Balbettò qualcosa di incomprensibile: nonostante conoscesse quel corpo e quella donna da anni non si sarebbe mai immaginato che riuscisse ad essere più attraente di quanto non lo era stata la loro prima notte di nozze.
-Sei stupito?- lo aiutò lei annoiata.
Tim annuì senza riuscire a fermare i suoi occhi che continuavano a guardarla, senza nemmeno permettere alle palpebre di inumidirli: come se avesse paura di chiuderli, temendo che, una volta riaperti, quello splendido spettacolo sarebbe svanito nel nulla.
-Sei ancora stanco?- chiese maliziosa.
Tim le sorrise:- Direi proprio di no.-
Lei ricambiò il sorriso e disse con voce calda:- Ne ero sicura.-


-Un gin martini-
-Subito, Mr.-
Notte di fuoco tra Burton e la Carter, e non c’è niente di meglio di un buon drink per concludere un’ottima nottata, indifferentemente se fosse stata mezzanotte o, come in quel momento, le quattro di mattina.
Il barista arrivò pochi secondi dopo con la bevanda richiesta. Tim ringraziò bevendone un sorso: non c’era davvero nulla di meglio!
Pensava di essere l’unico pazzo che si faceva un martini a quell’ora, invece rimase stupito nel vedere quante persone si trovassero ai tavolini della sala: giovani che chiaccheravano, una coppietta che si sussurrava parole dolci, e persino tre anziani che giocavano a carte non molto lontano da lui.
Erano tutti parenti o amici degli sposi: non volevano nessun altro sulla nave per timore che fosse un paparazzo.
Un’amichevole pacca sulla spalla lo indusse a voltarsi e salutare il nuovo arrivato:- Ehi, Jo. Come ti va?-
Johnny, sorridendo stancamente, rispose con un semplice -Ok- e ordinò lo stesso drink che aveva preso l’amico.
Strano. Tim si aspettava un “Alla grande!”, “Magnificamente”, “Non potrebbe andare meglio!”… ma decisamente non un -Ok-.
“Ok” lo dici ad una persona con cui non vuoi avere niente a che fare e che quando ti chiede “Come va?” tu rispondi “Ok”, così te lo levi dai piedi. Ma il loro rapporto non era costruito su quella parola: persino la prima volta che si sono visti non si sono detti quella semplice sigla.
Nemmeno Helena gli dava più risposta con un “Ok”; tutti sapevano che non si può rispondere così a Burton.
Doveva perforza essere successo qualcosa.
- Cos’è successo?- domandò curioso.
Depp alzò lo sguardo dall’oliva che galleggiava nel liquido trasparente del suo martini:- Niente, niente.- disse sperando di rassicurarlo.
Ma Burton era ancora più preoccupato: la sua espressione era tesa, preoccupata, forse rattristata.
-Jo- chiamò di nuovo, ma Depp, questa volta, non alzò lo sguardo- Posso farti una domanda?-
Johnny sbuffò sapendo che non l’avrebbe lasciato andare facilmente:- Dimmi, Tim.
-E’ la tua prima notte di nozze. Cosa ci fai qui?-
-Non riuscivo a dormire- disse tracannando il martini tutto d’un fiato.
-Non che si dorma molto la prima notte- osservò Burton.
Depp sogghignò:-Bhè, a quanto ho sentito, neanche le altre. Non è vero, Tim?-
L’amico lo guardò confuso; Johnny spiegò:- Tu e Helena avete fatto un casino pazzesco.-
Tim diventò rosso dall’imbarazzo e dalla preoccupazione:- Oh, cavoli, ci hai sentiti?-
-Insomma. Più che sentiti, io direi… visti.-
Tim diventò paonazzo:- Come? Cosa?-
Johnny scoppiò a ridere, confondendolo sempre più. Con un debole gesto della mano indicò un qualcosa sul collo di Tim e se ne andò. Burton sfregò due dita contro il punto indicato e le ritrasse macchiate di rossetto.
Era sempre stato bravo a bleffare: aveva un gran talento artisco nel mentire, non si lasciava sfuggire nemmeno un particolare che avrebbe potuto accusarlo di menzogna.
Dalle malattie, al lavoro, sapeva mentire su tutti i fronti. Tim era l’unico che riusciva a capire quando raccontava storie o meno, ma c’era sempre qualche volta in cui gli sfuggiva. Jo sarebbe persino riuscito a superare il test della macchina della verità.
Comunque le poche volte in cui mentiva era perché aveva una buona motivazione; e ora doveva davvero essere una cosa seria se aveva tirato fuori quel penoso, ma efficace, aneddoto.
Tim lo guardò allontanarsi pensando e ripensando alla loro chiaccherata: aveva evitato la sua unica domanda. -“Cosa ci fai qui?”-
Frugò alla cieca nella tasca e diede al barista la prima banconota che gli capitò in mano. Dall’espressione meravigliata di quest’ultimo doveva essere per forza una grande cifra.

Johnny si appoggiò al parapetto, lo sguardo basso. La forma stagliata della nave squarciava l’acqua creandosi la strada per procedere nell’oceano che si ergeva immenso davanti ai suoi occhi, proprio come l’acqua stessa si creava i varchi nella terra e nelle rocce, prima che arrivasse l’uomo a distruggere tutto.
Era lì che voleva vivere: dove non c’era l’uomo, dove l’acqua scorreva libera, dove gli animali stavano liberi sugli alberi, nelle terre vergini e incontaminate. Lì non c’erano telefoni, tecnologia riviste che spettegolavano sulle ultimissime delle star, né tantomeno paparazzi.
Un vero paradiso, ma il suo matrimonio non gli avrebbe più permesso di esaudire questo desiderio.
Si guardò l’anulare sinistro: intrappolato da una minuscola striscia d’oro, che risalta quasi fastidiosamente dalla sua carnagione abbronzata, che gli ricorderà per sempre ciò a cui ha detto addio quando ha pronunciato le parole “lo voglio”.
Non fraintendetemi, era contento di essersi sposato: Vanessa era la persona più fantastica che avesse mai conosciuto, la più dolce, la più bella, quella che lo completava.
Eppure perché era lì e non nel suo letto con la sua sposa?
Forse per questa piccola idea che ora è qui a morire di freddo: lei voleva una casa in città, mostrare il suo viso e quello del marito ad Hollywood, fare la vita da coppia di star. Invece lui sappiamo cosa voleva: la natura selvaggia. Questo lei non lo accettava e lui soffriva.
“Wow” si mise a pensare”Mi sto già pentendo del mio matrimonio meno di ventiquattro ore dopo. La relazione più corta della storia della mia vita.”
Si sarebbe dovuto decidere: se valeva più la pena stare con Vanessa e dire addio alla natura selvaggia, o il contrario.
-Tu mi devi dire cosa ti prende.-
Tim gli spuntò alle spalle all’improvviso, spaventandolo.
-Non si striscia dietro le persone così! Mi hai fatto venire un infarto, di nuovo! Mi vuoi ammazzare?-
-Parleremo di come ti devo uccidere un altro giorno, ora rispondi alle domande che ti ho fatto prima: cosa ci fai qui e cosa ti prende?-
-Troppe domande in una volta, non sono un computer- ribattè Depp seccato; fece per andarsene, ma Tim lo bloccò mettendogli una mano sulla spalla. Sembrava un gesto amichevole, ma la sua espressione era serissima:- Jo, rispondimi!-
Tornò indietro sui suoi passi: -Non ce l’ho fatta- disse velocemente, a bassa voce, e Burton non capì una parola.
-Cosa?-
Scandì:- Io non ce l’ho fatta stanotte a…-
Nonostante non lo vide, Jo sentì chiaramente Tim sghignazzare:- Tu!? Tu non sei… -
-Tim- lo pregò lui, serio- Non è divertente-
-Hai ragione, è da morire! Come è possibile che colui che milioni di adolescenti si farebbero non è riuscito a farlo con…-
- Ti prego, Tim, è già abbastanza imbarazzante!-
-Vanessa cosa ha detto?-
-Cosa vuoi che abbia detto: di non preoccuparmi, che capita. Sei contento? Ora che sai tutto, sei contento?-chiese imbarazzatissimo, mentre Burton continuava a ridere.
-Cambiamo argomento, ti va?- chiese, capendo l’imbarazzo dell’amico, sperando di tirarlo su di morale.
-Grazie-
Parlarono del più e del meno per un paio d’ore, tirando l’alba, evitanto il discorso matrimonio.

Arrivarono le sei. Il sole stava spuntando meraviglioso all’orizzonte, pronto ad illuminare il mondo un'altra volta, e Tim tornò nella sua cabina.
Entrò facendo il meno rumore possibile: Helena dormiva beata, girata su un fianco, rivolta alla finestra, e non aveva intenzione di disturbare il suo sonno. Si sdraiò accanto a lei, sopra le lenzuola, stando silente a guardarla, sentendo il profumo dei suoi capelli e della sua pelle.
Le cinse la vita con un braccio, posando una mano aperta sul suo ventre, sentendola rabbrividire a quel contatto.
-‘Giorno, amore- sussurrò la donna aprendo gli occhi.
-Dormito bene?- chiese lui, mentre la moglie si girava sul fianco opposto, accomodandosi meglio tra le sue braccia.
-Alla grande- sbadigliò- Tu, invece ? Ti sei fatto il gin martini?- conosceva bene le abitudini di suo marito.
Tim rise:- Si, c’era parecchia gente al bar.-
-Hai trovato qualcun altro che si ubriaca per dimenticare la terribile notte passata insieme alla compagna, eh?- lo canzonò lei.
Le diede un bacio sulla testa:- Come puoi pensare che io voglia dimenticare? No, erano tutti in gruppo. Ma non indovinerai mai chi è arrivato poco dopo di me.-
-Chi?- domandò, più interessata e più sveglia.
-Jo.-
-Jo!? E cosa ci faceva lì?
-Sembrava avesse avuto qualche ehm… problemino questa notte… -
Helena cercò di soffocare una risata in gola, ma questa scappò involontariamente dalle sue labbra. Tim, come dispetto, prese a farle il solletico sul collo: lei lo detestava!
Si strinse nelle spalle, allontanandolo:- Ok ok, scusa scusa.-
Lo strise in un abbraccio, che lui ricambiò dolcemente.
Come aveva fatto a sposare una donna fantastica come Helena ancora non sapeva spiegarselo. Lei era, negli anni novanta, la bella attrice inglese, trasferitasi negli USA per trovare il successo. Lui era il regista dark coi capelli sparati in aria! Ma da subito, da quando i loro occhi si incontrarono per la prima volta, capirono che erano destinati a stare l’uno con l’altra. Si erano visti per la prima volta nel ’94, per un provino, e Tim l’aveva notata subito: entrò timidamente nella sala d’attesa, levandosi gli enormi occhiali da sole, illuminando la stanza coi i suoi bellissimi occhi scuri. Si sedette accanto alla finestra accavallando le gambe, mostrando gran parte della coscia attraverso l’enorme spacco della gonna, guardandosi intorno tranquillamente, senza neanche accorgersi che c’era il suo futuro capo che la stava divorando con lo sguardo.
Lavoravano bene insieme, sul set: tra le risate delle battute ironiche, e la serietà per quanto riguardava correggere un errore nel copione, Burton trovava il tempo di mandare qualche mazzo di fiori a Helena (erasno anonimi, ma si capiva che erano suoi), e lei trovava il tempo di ritoccarsi il trucco non appena lui arrivava sul set. Erano innamorati folli l’uno dell’altra.
Burton ricordava tutte le volte in cui si addormentava al fianco di Lisa, la sua ex fidanzata, e l’ultimo pensiero prima di addormentarsi era lei, la sua vera lei, che sorrideva radiosa. Ma non poteva farsi avanti: era una sua collega, ed era fidanzato. Era una bella sfida baciare una donna per cui stava perdendo interesse e poter solo guardare quella che sentiva di amare veramente.
Ad Helena le cose non andavano meglio: suo padre malato, in Inghilterra, peggiorava di giorno in giorno per colpa di una complicazione durante un intervento celebrale; e lei, di certo, non poteva abbandonare l’America. Tim l’aveva scovata in lacrime nella sala convegni, come un’adolescente in crisi. Le chiese quale fosse il problema, ma lei gli disse di non preoccuparsi, che andava tutto bene. Burton sapeva perfettamente che non era così, eppure non disse una parola, nemmeno una qualsiasi consolazione: la guardò, semplicemente, dritto negli occhi, come se le stesse leggendo nel pensiero, sapendo che quel silenzio valeva più di mille parole o domande.
Finchè le lacrime non cominciarono a scenderle di nuovo lungo le guance, ma Helena non abbassò comunque gli occhi: due persone in mezzo ad una sala che si fissano, come una sfida a chi abbassa prima lo sguardo, e tutti e due lottano per vincere.
Sembrava Bellatrix, in quel momento: fredda, altezzosa, come se non volesse ammettere che era una persona, in fin dei conti, che era una donna triste.
Ma Tim non la voleva costringere: se non gli voleva parlare era una sua scelta, ma non sarebbe sicuramente rimasto lì, fermo, né se ne sarebbe andato. Le si avvicinò e l’abbracciò per calmarla, sentendola sussultare tra le sue braccia, e sentendo le sue calde lacrime sul collo. Helena si sfogò senza timore, perché sapeva che di lui poteva fidarsi, che non l’avrebbe giudicata: era sempre il suo capo, ma era anche un buon amico.
Gli passò le braccia al collo, molto più tranquillizzata, mentre una mano di lui le carezzava la schiena, come se fosse stata una bambina piccola.
-Meglio?- le chiese dopo alcuni minuti di silenzio. Lei annuì, senza dire nient’altro, restando comunque abbracciata a Tim, quasi avesse paura che, se l’avesse lasciato, sarebbe piombata di nuovo nella più disperata tristezza. Spontaneamente, gli raccontò quello che era sucesso a suo padre, stupita di come lui la capisse, forse, fin troppo bene.
Nessuno lo sapeva, ma al padre di Tim era successa, circa, la stessa cosa: una complicazione ad un intervento l’aveva portato nella tomba. Nonostante avesse un fratello, non era mai riuscito ad aprirsi completamente con lui: erano troppo diversi e spesso non si capivano. Non riusciva nemmeno a piangere con gli amici, i pochi fedeli che lo seguirono dopo la Disney, così lo faceva di notte a letto, svegliandosi con il cuscino umido, o la sera, quando a computer scriveva, ogni tanto posava gli occhiali e, con il gomito appoggiato sulla scrivania e la fronte sulla mano, versava qualche lacrima. Uscì profondamente segnato da quel periodo, e se ne era riemerso lui a stento, figuriamoci Helena, la sua Helena!
Una donna non può tenersi tutto dentro in eterno, ne soffrirebbe troppo, e soffrirebbero le persone attorno a lei. Come se un fiore si rifiutasse di sbocciare, senza così mostrare la sua immensa bellezza al mondo, che pazientemente lo fissa, aspettando.
Tim ne avrebbe sofferto, soprattutto, forse più della stessa Helena. Non sarebbe riuscito a vederla, giorno dopo giorno, trasformarsi in un pezzo di ghiaccio che cammina. Così si fece avanti da buon amico, consolandola, e rivelandole il suo segreto.
Al sentire quelle parole, lei lo strinse di più nell’abbraccio, come se i ruoli si fossero invertiti e fosse toccato a lei consolarlo, questa volta.
-Grazie- sussurrò Helena, una volta separati.
-Grazie a te- rispose lui, asciugandole una lacrima con un dito. La donna prese la mano nella sua e la strinse, come se le solo parole non potevano dimostrare quanto, in realtà, gli era grata.
Sentirono un qualcosa, dentro di loro, come un ruggito, una strana forza che li attirava l’uno all’altra: quella vicinanza non era abbastanza per i loro animi, che non si accontantarono di una semplice carezza.
Guidarono le loro labbra finchè non s’incontrarono, e il tempo e lo spazio si unirono, per quei pochi magici, passionali, secondi in cui riuscirono a placare la loro sete d’amore.
Unendo le labbra, unirono le vite: iniziarono ad uscire insieme, di nascosto, evitando i giornali e i fotografi; finchè Lisa, una sera, scoprì tutto.
Aveva guardato i messaggi e le chiamate sul suo cellulare, scoprendo che molte erano indirizzate, o provenienti da Helena. Chiedendogli spiegazioni, lui le confessò tutto, senza alcun tipo di rimorso nel tono della voce.
Era una fredda notte di pioggia. Dopo la furiosa litigata, dove i due si lasciarono, Tim salì in macchina e, ingranando la quarta, corse da Helena. Arrivò alla sua porta bagnato dalla testa ai piedi, col respiro affannato, ma non gliene importava; lei spiò da dietro una tenda del salotto, riconoscendolo all’istante e, apritogli la porta, fece per dire qualcosa, ma lui la battè sul tempo:- Ho lasciato Lisa- disse tutto d’un fiato.
Helena rimase decisamente stupita: da quando avevano iniziato la loro relazione segreta, le aveva sempre detto che ci sarebbe voluto del tempo prima che lo dicesse a Lisa. Non le andava a genio come piano, ma non lo voleva perdere, e avrebbe aspettato anche tutta la vita. Ora comunque era lì che le stava scandendo con il pensiero le parole “Sei davvero mia, ora”. Lo afferrò per il colletto della giacca, dandogli un bacio talmente appassionato che, sicuramente, non avrebbe più dimenticato. Lo trascinò in casa, chiudendosi la porta alle spalle.
Una fredda notte scaldata dal fuoco della passione.
E quel fuoco non si spense, negli ultimi tre anni: erano la coppia più dark, più affiatata del mondo del cinema, e si amavano ogni anno di più, forse perfino ogni giorno. Ma quello che era certo era che Tim non l’avrebbe lasciata per nulla al mondo.

-Mi tocca svegliarmi?- chiese Helena, sbadigliando.
Tim le sorrise; prese un lenzuolo ai piedi del letto e la coprì meglio:- No, amore. Dormi tranquilla.- le disse infine, prima che entrambi chiudessero gli occhi, addormentandosi di nuovo, abbracciati stretti.

UHUHUHUH! Cari loro… tanto tanto cari! ^^ ^^ ^^mi piace tanto questa coppia (non si era capito!)… tanto carini tanto dolci ^^ che schifo! non posso credere a quello che ho appena detto, puha! Da dove esce tutto questo “sentimentalismo” dalla Regina Dei Morti che oggi ha affrontato il suo primo agonizzante giorno di liceo bleah?? *x* ? bho… lasciando stare i miei attacchi si scemite acuta ringrazio i ringraziamenti e… alla proxima

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Capitolo 4
*** Preoccupati per Johnny ***


Cap.4
Preoccupati per Johnny

Home sweet home.
Le vacanze, o anche una solo due semplici giorni in crociera possono essere rilassanti, ricaricanti, ma niente è meglio di casa propria.
Tim ed Helena avevano abbandonato gli sposi lasciandoli trascorrere una tranquilla settimana in viaggio di nozze cullati dalle onde ed erano tornati a casa.
Home sweet home.
Furono le parole che sussurrò Tim non appena mise piede nell’abitazione.
Da canto suo, l’unica parola che la stanchissima Helena, distrutta dalle interminabili 4 ore di macchina (dal porto a casa), urlò fu: -DIVAAAANOOO!!!- e ci si buttò a capofitto affondando il viso in un fresco cuscino mugugnando le parole:- Bello, divano! Comodo, divano!... –
Burton tra poco si strozzava, con un bicchiere d’acqua e limone appena versato, dalle risate, ma riuscì a contenersi raggiungendola.
-Ricapitoliamo tutto quello che è successo- trillò Helena sembrando una ragazzina, rubando un sorso dal bicchiere del marito- Allora… abbiamo festeggiato… - iniziò a contare sulle punte delle dita.
-Assolutamente- concordò l’altro accomodandosi su una poltrona accanto.
-Ballato!-
-Così non dovrò più farlo per almeno quindici anni-
-Brindato!-
-Olè- esclamò Burton tracannando il resto dell’acqua e stringendo, poi, tra gli incisivi lo spicchio di limone, subito risputato nel bicchiere mentre digrignava i denti dal disgusto- Non è stata una buona idea-
Helena, che fino a quel momento l’aveva guardato con aria curiosa, scoppiò in una fragorosa risata lasciando andare la testa indietro.
-Non è divertente!- sbottò lui.
-Hai ragione: è da morire!!- ribattè la moglie.
Tim ebbe un flash back di quando aveva preso in giro Johnny sulla nave:- Chissà come sta…- pensò a voce alta.
-Come, caro?- chiese Helena tornando seria.
- Chissà come sta, Jo, intendo… -
-Starà bene!- lo rassicurò Helena- Jo è un mito nel rimettere a posto cose di questo genere-
Tim la guardò sconvolto:- S-scusa tu come fai a saperlo?-
La Carter finse uno sguardo colpevole e si portò una mano alla testa, il dorso di essa appiccicato alla fronte:- E’ vero! Ci hai scoperti: io e Johnny siamo amanti da anni! La nostra passione è iniziata sul set della Fabbrica di Cioccolato nel letto dei nonni di Charlie! Ed è continuata senza che tu lo sapessi nella sala di registrazione della Sposa… -
Burton le lanciò un cuscino alzando gli occhi al cielo:- Scema!-
-Scema io??- gli rilanciò lo stesso oggetto con più foga- Tu, allora, che hai insinuato che mi faccio il tuo migliore amico, nonchè il mio? Dovresti essere rinchiuso!-
-Non è vero che ho insinuato una cosa simile!- sbottò l’uomo, ottenendo in risposta un sarcastico alzamento di ciglia da parte della moglie- Ok, l’ho fatto… - si arrese incrociando le braccia.
-Fammi continuare- replicò Helena- abbiamo riso, fatto le solite cose che si fanno ai matrimoni e… le cose nostre- strizzò un occhio al coniuge facendo capire a cosa si riferisse- E’ stato un matrimonio promettente!- aggiunse infine.
-Già… - rispose piatto Burton che non aveva più sentito una parola.
-Già?- domandò l’altra dopo una breve pausa di attesa- E’ tutto ciò che hai da dire: già? Niente di strano, di osceno, niente?-
-Già… davvero divertente… - ripeté del tutto assente.
-Ok, è partito- annunciò Helena sedendosi sulle sue ginocchia- Signori e signore venite a vedere quale robot diventa mio marito quando è preoccupato-
-Già… -
-Ecco appunto-
-Già… -
Helena sbuffò rumorosamente: -Amore… ?- lo richiamò alla realtà scuotendolo leggermente.
Tim trasalì, come se si fosse appena svegliato da uno stato di trance:- Che? Cosa? Oh, scusa cara, stavo… pensando… -
-Lo so, lo so- lo tranquillizzò sapendo quanto volesse bene a Johnny e quanto fosse preoccupato- Tim, Johnny sa come essere un gentiluomo, lo hai visto quando lui e Vanessa erano fidanzati quanto era premuroso? Aggiusterà tutto: insomma capitano queste cose… poteva capitargli tra quaranta anni, o alla prima notte-
-Cosa?- domandò confuso.
-Non stiamo parlando dell’incidente della scorsa notte?- ribattè l’altra altrettanto confusa.
-… No, io… lasciamo stare e ritorniamo ad elencare, ti va?-
-Oh, no carino, ora mi spieghi cosa intendevi dire! Avanti parla!-
Burton sbuffò scrollando le spalle:- Nulla, è che… ho dato a Jo qualche piccolo consiglio sulla vita di coppia… -
-E da quando tu saresti un consulente matrimoniale?- lo interruppe la moglie.
-Hele!-
-Scusa, scusa, continua… -
-E… non lo so, mi sembrava agitato, troppo, insomma non lo avevo mai visto così scosso e ho paura che quello che gli ho detto possa peggiorare la situazione, ecco… -
-Oh, Tim- sospirò dandogli un tenero bacio per calmarlo- Sta tranquillo, se gli hai dato consigli che usi tu con me, è a posto. Guardaci… -gli sussurrò sorridendo passandogli una mano tra i ricci già scompigliati - Siamo la coppia più bella del mondo!- esclamò sicura, convincendo anche il marito.
-Ecco perché ti ho sposata, angelo, sei l’unica che riesce a farmi star meglio con poche parole- mormorò Tim appoggiando la propria fronte su quella della consorte, che sorrise radiosa, continuando a giocare coi suoi capelli.
-Sono sincere parole… -lo corresse.
Si scambiarono un intenso bacio (stranamente al gusto di limone pensò Helena^^) ma nessuno dei due seppe dire con esattezza quanto stettero l’uno tra le braccia dell’altra, fatto sta che quando si separarono il sole era calato.

-Cosa fai?-
Tim era appoggiato al davanzale della finestra del salotto a fissare le stelle quando la moglie lo raggiunse, fasciata in una leggerissima graziosa camia da notte. I ricci rossi lasciati sciolti sulle spalle.
-Niente… stavo pensando… - ribatté l’altro sempre fissando il vuoto.
-A cosa?- insistette Helena.
L’uomo le lanciò una breve occhiata lungo tutto il corpo e poi scosse lievissimamente la testa, lasciandosi scappare una lieve risata:- A niente… -
La donna, alquanto confusa, fece per andarsene in camera sua a leggere, ma Burton la bloccò:- No, aspetta… vieni qui- aggiunse cingendole la vita con un suo braccio- Veramente stavo pensando ad una cosa… ma non so se ti piacerà come idea-
-Bhè, tu prova-
Prese un respiro- Ti è piaciuta la cerimonia di Johnny?-
Helena ridacchiò:- Molto, sai quanto io ami i matrimoni… -
-E quanto ti sia dispiaciuto non avere una cerimonia come si deve- concluse freddo.
Si divincolò un attimo dalla sua presa e disse con una punta di amarezza:- La nostra è stata una storia diversa, e lo sai. Non abbiamo avuto l’occasione di… organizzare qualcosa, ricordi o hai battuto la testa e ti sei dimeticato di tutto?-
Tim rise.
-Che ci trovi di divertente? Io sono serissima!- domandò lei tamburellando le dita della mano sinistra sul davanzale, mentre la destra era appoggiata sull’altro fianco.
-Scusa… no, dai torna qua non ho finito- disse riacciuffandola mentre dava l’aria di volersene andare di nuovo.
-Senti se ti devi prendere gioco di me… -
-Vuoi sposarmi?- l’interruppe lui.
-Siamo già sposati!- gli ricordò decisamente adirata (mogli, o anche solo ragazze, mettetevi nei panni della povera Carter)
-Questo lo so anch’io, sai… -ribadì sereno, lasciandola confusa- Io intendevo dire… qual è la parola cavoli… non mi viene!-
-Rinnovare le promesse di matrimonio?-
-Esatto quello, brava! Rinnovare le promesse: che ne dici? Una bella cerimonia con gli amici e i parenti, tu in abito bianco… è quello che hai sempre voluto, io non ti ho dato occasione di poter realizzare questo tuo sogno al momento giusto, ma voglio rimediare. Ti va?-
-Oh, Tim sarebbe fantastico, grazie!- gli stampò un bacio sulla bocca mentre ancora sorrideva.
-Bene, sono contento- le diede un leggero buffetto sul mento che lei ricevette ridendo e chiudendo gli occhi- Coraggio, va a dormire. Si sta facendo tardi… -
Gli diede un ultimo bacio e si diresse nella loro stanza giocherellando coi propri capelli rossi e Tim era certissimo che stava già rimurginando sul vestito, gli invitati, i fiori…
Stava per seguirla quando il telefono squillò:
-Hello?-
-Ehi, regista, come vanno le cose sulla terra ferma?-
-Johnny! Come va in crociera?-
-Qui? Bah, acqua… acqua… e di nuovo acqua!- Depp pareva di ottimo umure -E lì? Tutto ok?-
-Si si, tutto… perfetto direi… -Tim si perse qualche secondo ripensando alla dolce espressione che aveva la moglie pochi atimi prima.
-Hai detto a Helena quella cosa?-
-Le promesse?? Tu come cacchio fai a saperlo?-
-Le che… ?
-Del rinnovare le promesse di matrimonio! Come lo sapevi?-
-Ehm… io alludevo ad un’altra cosa! Ma cos’è questa storia delle promesse??-
-Sai quella cosa dove si ripete la cerimonia di nozze?Quello! Una cerimonia carina, quello che Helena ha sempre voluto ma mai avuto, insomma.-
-…-
-…-
-…Tim?-
-… Cosa?-
-TU LE DETESTI QUESTE COSE!!- urlò dall’altro capo del telefono.
Burton aveva abbassato volume di voce:- Lo so anch’io, ma lo faccio per lei-
-L‘ho sempre detto che le donne fanno il lavaggio del cervello!- sbottò Jo tenendo, invece lo stesso tono, di prima… pultroppo per lui:
“Scusa cosa hai detto!?!?” Vanessa, che stava cercando il marito per la nave, aveva sentito l’ultima frase e gli si era avvicinato minacciosa.
-Non si dicono queste cose davanti alle mogli!- lo rimproverò Tim dall’altra parte.
Johnny, piegato su parapetto, si era rizzato velocemente: “Ehm… veramente cara io AHI! AHIA! DOLORE!- lo stava pestando con una rivista arrotolata- POSSIAMO AHIA PARLARNE DOPO, AMORE ??”
“E non mi chiamare amore!” sbottò offesa allontanandosi.
-Ahia… -ribadì di nuovo parlando all’amico.
-Se sei Scemo non è di certo colpa mia!-
-Guarda che ti sgozzo seriamente sul set di Sweeney Todd!!-
-Uh, che paura- disse in tono sarcastico- Cooooomunque: di cosa stavamo parlando?-
-Dell’altra cosa!-
-Cosa?-
-QUELLA cosa, Tim!! Della Lovett!!-
-Aah, quella cosa… no, non glielo detto ancora-
-Guarda che più aspetti, più sarà difficile dirglielo senza beccarti un ceffone!-
-Perchè?-
-Oh andiamo, sai più di me quanto la ha agognata questa parte, e potrebbe uscirne fuori con frasi del tipo “Perché non me l’hai detto prima, potevo esserti di aiuto eccetera eccetera…”-
-Jo, non sono incinto! Devo solo dirle che farà Mrs. Lovett… Lo farò domani mattina…-
-AHIA!-
-Che è successo?- domandò Burton preoccupato.
-Vanessa mi ha lanciato qualcosa, che male!-
-Scemo!-
-Senti vado… mi sa che non avrò bisogno dell’ombretto nero sugli occhi, per fare Sweeney Todd… ci penserà lei con due pugni!-
-Divertiti…!-
-Spiritoso!-
Riattaccò lasciando solo Johnny contro la furia di una donna alquanto incavolata.

-Tesoro? Vanessa?-
Depp si era deciso ad affrontare la consorte… dopo la bellezza di due ore!
Non l’aveva più sentita da quando gli aveva lanciato un oggetto, che si rivelò un pacchetto di sigarette, il SUO prezioso pacchetto, mentre era al telefono con l’amico. Dopo averne consumate un paio si diresse nella propria cabina con passo alquanto lento e pesante, come uno scolaro che deve presentarsi all’ufficio del preside la terza volta quella settimana. Bussò un paio di volte senza ottenere risposta, allora socchiuse la porta infilando dentro la testa cercando Vanessa, ma lo spettacolo che gli si presentò davanti non era ciò che si aspettava: la luce era spenta ed erano state accese candele qua e là, e l’aria aveva un odore di rose, forse per colpa di alcuni petali dello stesso fiore sistemati sul letto.
Entrò piano guardandosi intorno con aria disorientata e confusa: però dovette ammettere che quella sistemazione gli piaceva molto! Romantica… perfetta per una luna di miele, ma c’era sempre una domanda a preoccuparlo: dov’era Vanes… ?
-SORPRESA!!!- urlò la donna saltando fuori dal suo nascondiglio: dentro l’armadio! (“mooolto originale!” direte voi con aria sarcastica)
Era vestita di una vestaglia di pizzo rosso e teneva davanti al grembo un cuscino.
-Ma che diavolo… ?- inizò a domandare Johnny confuso.
-Ti piace?- chiese la donna riferendosi alla stanza, mettendosi il cuscino davanti alla bocca sperando in un “si”.
-Oh, si è magnifica- constatò l’uomo girando attorno al letto, concentrato sulle candele alla vanilla- Hai fatto tutto da sola, eh?-
Lei annuì in silenzio, sempre col cuscino davanti alla bocca increspata in un radioso sorriso.
-Davvero bella- ripetè Johnny sfilandosi la giacca e gettandola su una poltrona lì accanto – Ma dimmi, cara, che c’entra il cuscino?-
Vanessa prese un’ improvvisa aria incattivita sul volto avvicinandogli minacciosa:- Le donne fanno il lavaggio del cervello, eh? Sono solo delle bambole con cui giocare, eh??-
-Ehi, questo non l’ho detto!!- si difese alzando le braccia.
-Bhè, comuqnue sia, ora la paghi!!- iniziò a tiragli cuscinate.
-AHI! AH, VUOI LA GUERRA, EH??
Johnny afferrò a sua volta un guanciale e iniziò una battaglia mai vista!!

-Ok… -annaspò Johnny dopo venti minuti- Hai vinto, mi arrendo!- annunciò lasciandosi cadere all’indietro sul letto.
La donna lo imitò, ancora ridendo, e si girò su un fianco ritrovandosi faccia a faccia con l’uomo, che le accarezzò lievemente il viso. (perché se scrivo queste cose su Johnny e Vanessa mi da fastidio, e se le scrivo su Tim e Helena le trovo dolcissime?? ^^? qualcuno me lo spiega per piacere??)
-Che c’è?- domandò lei.
-Sei bella… - sussurrò Depp.
-Mi piace sentirlo dire… da te!-
-Mi piace dirtelo!-
Le diede un leggero bacio, che si fece mano a mano più intenso.
-Che ne dici se rimedio all’errore della’altra notte?- domandò Jonhhy passandosi una mano tra i capelli castani.
-Dico che ci sto- accossentì l’altra.

-Buongiorno… - sbadigliò la Carter entrando in cucina.
-Buongiorno Nellie… -
Helena si sedette, con molta poca grazia, su una sedia, ancora po’ intontita, ma sicura delle parole che aveva sentito:- Nellie- ripetè- Nellie… siamo sposati da cinque anni e ancora ti confondi!- appoggiò il gomito sul tavolo davanti a sé e il mento sul palmo della mano aperta- I miei complimenti, David… o,scusa, Philip, no aspetta… -
Tim sospirò andandola a baciare:- Ricordo come ti chiami, Helena! Mentre tu rimurgini sul perché ti ho chiamato così, magari guardando in basso, io vado a cambiarmi-
-Perché devo guardare in basso, Richard?- chiese mantenendo la posizione.
-Tu fallo, mi viene una crisi d’indentità se mi fai altre domande!-
-Ok, Mary!-
La donna abbassò lo sguardo sul tavolo levando il gomito, e si accorse che lo teneva su una pila di documenti cartacei (come aveva fatto a non accorgersene: semplice, era moooolto stanca quella mattina^^).
Uno di questi era un contratto di lavoro, un altro, decisamente più altro delgi altri: un copione.
Titolo: Sweeney Todd- the demon barber of Fleet Street.
Lo prese in mano e lo sfogliò notando che le parti di Mrs. Lovett erano evidenziate in un rosa squillante. Alla pagina finale c’era scritta una frase e riconobbe la calligrafia di Tim che diceva: “Congratulazioni, piccola!” e la sua firma.
Leggermente confusa, la stanchezza le faceva brutti scherzi ultimamente, lo raggiunse in camera:
-Scusa, questo cos’è?- domandò appoggiandosi allo stipite della porta.
-Un copione- ribadì allacciandosi la camicia.
Helena annuì:- E questo?- domandò ancora prendendo in mano l’altro foglio.
-Un contratto di lavoro per una parte nel musical Sweeney Todd- prima che potesse interromperlo, perché sapeva cosa gli avrebbe chiesto, continuò- Stephen Sondheim è rimasto molto colpito da te. C’erano cantanti migliori, lo ha ammesso, ma… tu hai una combinazione tra carattere, recitazione e voce che ti hanno resa l’unica Nellie Lovett possibile. Mi ha addirittura chiesto perché non ti ho preso subito e basta, invece che perdere tempo coi provini-
Senza dire nulla gli si avvicinò passandogli le braccia attorno alla vita:
-Grazie… - sussurrò.
-Non ringraziare me! Ringrazia te stessa per aver quella particolare capacità di assumere i ruoli più strani del mondo, quella capacità che adoro- le diede un piccolo bacio sulla testa tornando indietro sui suoi passi trovandosi in salotto, in cerca di qualcosa.
-Scommetto che tu ci hai messo lo zampino in questa storia!- azzardò la donna raggiungendolo.
Lui rispose, sempre cercando: -Ho solo messo una buona parola dicendo che sei una grande lavoratrice che, se le verrebbe offerto, sarebbe felice di interpretare persino un mafioso cinese-
-Vero!-
-Ma dove diavolo è… ?-
Helena gli arrivò di fronte con il portafogli che cercava come un disperato da trenta minuti.
Prendendolo la baciò:- Grazie, piccola-
La donna si incupì scandendo malvagiamente le parole:- Non-chiamarmi-piccola!-
-Lo detesti?- chiese Burton con finta aria sorpresa- Davvero? Noooo, che esclusiva!-
-Guarda che se tu mi chiami “piccola” io ricomincio a chiamarti in pubblico come facevo nei primi mesi in cui stavamo insieme!- minacciò ridendo.
-Non oseresti!-
-Oso eccome, riccetto!-
Tim ringhiò alla donna:- Ok, dobbiamo trovare soprannomi nuovi!-
-Ok, lo inserirò nella mia agenda sotto la lettera “I”: interpretare Mrs. Lovett-
L’uomo guardò l’orologio appeso alla parete e sbuffò:- Vado. Ho una riunione coi produttori e non so se ne uscirò vivo-
-Forza e coraggio, tesoro- lo salutò Helena mentre si chiudeva la porta alle spalle.

Scadente! Si, questo cap è scadente! E voglio puntualizzare dicendo che questo è si un cappy inutile! L’ho dovuto scrivere perché serviva qualcosa in mezzo tra il cappy 3 e il cappy dove inizia l’azione. Il mio primo giorno di scuola?! Bhè… una vera me**a! I miei prof sono dei cani pezzenti! L’unica ragione per cui la mattina striscio verso quelo schifoso edificio chiamato “”””Liceo””””, dalle pareti così colorate da dare il voltastomaco, è per i miei compagni nuovi: sono dei grandi! Ora ho capito perché mi hanno messo in prima D= dementi!!! Siamo fuori di testa, uno più pazzo dell’alto, ma simpatici come pochi, eppure rimpiango ancora le scuole medie… Non si può tornare idietro quindi stringo i denti e vado avanti! Un grosso ringraziamento a tutti queli che hanno recensito o solo letto: alla proxima!!^^

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Capitolo 5
*** Quel tesoro di Depp ***


Cap5:
Quel tesoro di Depp
In meno di due settimane i contratti furono firmati, i set finiti, il guardaroba ultimato, le musiche pronte… e “Sweeney Todd- the demon berber of Fleet Street” potè ritenersi un film in corso.
Tim Burton e consorte si stavano avviando sul set, distante meno di un’ora da casa, mentre il sole era già alto nel cielo. Hanno una regola loro: chi guida sceglie la stazione radio da ascolatare, e visto che Helena era troppo presa ad essere irrequieta quella mattina, Tim si offrì di guidare da bravo marito (che vuole tenersi la pella attaccata alle ossa)! Avrebbe ascolato volentieri il suo cd, l’uomo, ma invece dovette sorbirsi per tutto il tragitto le domande assillanti di una, ovviamente, nervosissima moglie. Domande del tipo:
-Andrò bene così?-
-Sarò adatta a questo ruolo?-
-Siamo sicuri che Sondheim non si sia fumato uno spinello prima di scegliermi?-
-Come stanno i capelli?-
Alla fine il povero Burton optò per dire una sola, unica frase rassicurante:
-Senti, vuoi che faccio una sterzata improvvisa prendendo in pieno questo qui di fianco ammazzando entrambi? Dai, dopo non sei più in ansia!-
Helena tacque per il resto del viaggio, a metà tra il spaventata e lo sbigottita.

E mentre i due coniugi si dirigevano “tranquillamente” verso il set, indoviniamo chi ancora dormiva nel caldo abbraccio delle lenzuola? Esatto: il protagonista maschile, Johnny Depp, quella mattina, di alzarsi, non aveva proprio voglia.
-Teeeesoro- lo chiamò pianissimo Vanessa, la prima di innumerevoli volte in cui ha tentato di svegliarlo- Caro, alzati è il primo giorno di lavoro-
In risposta un grugnito.
Provò di nuovo, e di nuovo, e di nuovo più forte… gli tirò una cuscinata… niente! Nulla poteva tirare giù Johnny Depp dal letto quella mattina!
-Oh, basta!- sbottò irritata la Paradis- A mali estremi, estremi rimedi!- e, detto questo, se ne andò.
Jo, che aveva avuto a mala pena la forza e la voglia di aprire un occhio e constatare che fosse realmente mattina, non mosse un altro muscolo se non per stropicciare il cuscino.
Una cascata di acqua gelata lo investì in pieno.
Si tirò a sedere di scatto, stupito come non mai nel vedere la moglie sorridente davanti a lui con un secchio vuoto in mano!
-Buongiorno, raggio di sole!-
L’uomo non seppe veramente cosa dire, e i due rimasero a squadrarsi ridendo per alcuni secondi.
-Vanessa…- iniziò Jo, guardandola sghignazzare.
-Si, tesoro?- rispose lei lasciandosi scappare una risata alla vista del marito inzuppato dalla testa ai piedi.
Depp tornò improvvisamente serio:- Scappa…!-
La donna si lasciò cadere il secchio dalle mani ed iniziò una corsa ad ostacoli tra i due per il salotto.
Primo ostacolo: il divano! Nessuno dei due ha dimostrato problemi nel scavalcarlo, soprattutto Vanessa che, al sentire il marito urlare “Se ti becco sei finita!”, mise le ali ai piedi!
Secondo ostacolo: il tavolino! La donna gli passò intorno, Johnny lo saltò atleticamente (atleticamente?bhè… per essere uno che, appena sveglio, si mette a saltare tavolini!)
Terzo ostacolo: il tavolo della cucina! Vanes fece un gravissimo errore rimandendo in trappola tra tavolo e fornelli, permettendo a Johnny di avvicinarsi fino al bordo opposto della tavola.
Infatti Jo la acchiappò non appena provò a fuggire verso il corridoio.
-T’ho presa!- esclamò trionfante prendendola per la vita.
Vanessa, ancora ridendo, provò a divincolarsi inutilmente dalla sua presa, mentre veniva trascinata, con non poca difficoltà, verso il bagno.
Non appena furono dentro, l’uomo aprì l’acqua calda della doccia e ci gettò dentro la moglie tenendola sotto per alcuni secondi. Decise che poteva così andare e la lasciò uscire, piegato in due dalle risate, mentre lei scuoteva la testa come un cagnolino.
Rimasero entrambi abbracciati stretti per alcuni minuti, finchè all’uomo non cadde un occhio sull’orologio da polso che la sera prima aveva scordato sul lavello.
-Oddio, sono in ritardo!- esclamò volando verso la camera.
-Adesso hai capito perché ho dovuto svegliarti così?- domandò l’altra, sicura di non essere sentita, mentre recuperava un asciugamano dall’armadietto al suo fianco.

-Jo! Alla buon’ora!-
La riunione di “inaugurazione”, ovvero la prima vera riunione tra tutti i membri del cast di un film, era già in corso quando Depp annunciò la sua presenza spalancando la porta e guardandosi intorno leggermente disorientato alla vista di tutti quegli occhi che lo fissavano curiosi.
Era stato Tim a parlare, invitandolo, poi, con un gesto della penna che teneva in mano ad occupare l’unico posto, attorno all’enorme tavolo, rimasto libero.
-Proseguiamo, o meglio, concludiamo… dunque i camerini sono già pronti per ognuno di voi, i relativi nomi sono sulle porte, come al solito. Fatevi trovare in sala trucco tra… diciamo venti minuti? Venti minuti siano!-
Burton chiuse il fascicolo che teneva davanti a sé con un gesto meccanico della mano e, solo quando lui e il produttore si furono alzati, stringendosi la mano per buona fortuna (come per dire “Preghiamo che il set non prenda fuoco!”), gli altri del cast si alzarono, sciamando piano verso i camerini.
Tim ed Helena stavano per uscire dalla stanza quando furono raggiunti dall’altro.
-Johnny!- esclamò per la seconda volta il regista quella mattina -Ci stavamo preoccupando, sai?-
Depp lo interuppe iniziando a scusarsi in più e più modi, e dava l’aria di non volersi fermare per tutta la giornata, finchè la Carter, a sua volta lo interruppe dandogli una pacca sulla schiena.
-Sta tranquillo, non ti sei perso nulla! Era la solita riunione d’inaugurazione! L’abbiamo organizzata più che altro per gli attori nuovi-
-Lo so… lo so… - disse riprendendo fiato- E’ solo che… AHI!- uno scappellotto gli arrivò in pieno sulla nuca da uno degli scenografi che passava di lì, e che se ne andò sghignazzando. Helena si portò una mano davanti alla bocca soffocando una risata.
-Ma che diavolo… AHI! ANCORA!? MA COS’HO UN CARTELLO CON SCRITTO PICCHIATEMI!-
Tim gli fece fare metà giro su sé stesso e, dopo una breve pausa, gli mollò il terzo scappellotto della giornata.
-AHI! Perché lo hai fatto?- domandò l’altro che ricevette risposta quando Burton gli staccò dalla schiena un pezzo di carta con scritto, in grafia femminile: “Amo gli scappellotti!”.
-Chi cavolo lo ha scritto?- si chiese Johnny e una risata da parte dell’unica donna lì presente rivelò il vero responsabile dello scherzo.
Depp pessò lo sguardo dal foglio alla donna un paio di volte, per poi rabbuiarsi e dire con una falsa aria assassina:- Oh… sarà una vera goduria gettarti nella fornace!-
-Ragazzi- inizò Tim, intromettendosi in quello che sarebbe risultato un sadico battibecco tra Todd e Lovett- Questo film sarà… una sfida, lo sapete! Ma, vi prometto, che non cambierà nulla, tra di noi. Saremo sempre il solito trio formato da un sex simbol, l’attrice inglese per eccellenza e…-
-Il regista spiritato, creatore di sogni!- finiro all’unisono i tre protagonisti.
Dopo una breve risata si separarono: i due attori nei camerini, il regista sul set.
-E, in più, alla fine delle riprese andiamo a mangiarci una pizza, offro io!- esclamò Burton mentre si allontanava dai suoi due angeli sorridenti.

“Non cambierà nulla!” si ripetè Johnny chiudendosi la porta del camerino alle spalle.
Prima di cambiarsi si fissò allo specchio per alcuni minuti, sprofondando nella sedia imbottita posta di fronte. I capelli li aveva ancora umidi per via della secchiata d’acqua ricevuta meno di due ore avanti, ma non erano un problema: li avrebbe sistemati in sala trucco.
Puntò lo sguardo sull’immagine riflessa dal vetro: i costumi. Si alzò in piedi iniziando a frugarci intorno, indagando, cercando di capire la psicologia di questo nuovo personaggio solo dall’abbigliamento. Sfilò dall’appendiabiti una gruccia sulla quale era appesi degli abiti gotici, accuratamente coperti da una plastica trasparente per proteggerli.
Li indossò di tutta fretta e si riposizionò davanti alla specchiera: complessivamente erano semplici nel taglio e quei colori sul grigio… bhè, sembravano proprio venire dalla Londra vittoriana!
Johnny indugiò un attimo prima di uscire, restando a contemplare un altro personaggio uscito dalla testa del suo regista preferito prendere vita per l’ennesima volta attraverso lui.
Era il loro sesto film insieme. Diciassette, forse diciotto, anni erano passati dal primo.
Diciotto anni… erano volati! Gli sembrava ieri la prima volta che lo incontrò, con quei suoi occhiali da pazzo e le leggere occhiaie che non lo avrebbero mai abbandonato!
E poi Helena si aggiunse al gruppo; un leggero sorriso gli increspò le labbra. Ricordava quella volta che Tim gli aveva confessato che tradiva Lisa da più di quattro mesi. Forse quella era stata l’unica volta in cui lo ha insultato! Immaginate la scena: al telefono, il vostro migliore amico, vi dice che è infedele alla propria compagna e che si è perdutamente innamorato dell’attrice co-protagonista del suo nuovo film. Cosa fate voi se non chiedergli se ha preso un mattone in testa mentre passeggiava? Johnny lo ha fatto… in un modo meno educato!
Non riuscì a parlargli per tempo, finchè non fu costretto a farlo sul set di Ed Wood, dove finalmente si chiarirono, e dove la vide per la prima volta: si stava facendo un caffè, Depp, in un angolo, a farsi gli affari suoi mentre la trouppe andava avanti e indietro dinanzi ai suoi occhi portando ora riflettori, ora copioni, ora Dio solo sa cosa… quando, improvvisamente, spunta fuori dal nulla una donna, una rossa, che non evita di attirare sguardi su di sé dai presenti.
Levandosi gli enormi occhiali da sole si guarda intorno, cercando forse qualcuno, sempre camminando sicura. Da quello capì che era un’attrice, lei: anche su un set sconosciuto, sembrava come a casa sua.
Poi lo raggiunse e, con un adorabile accento puramente inglese, gli chiese se sapesse dove fosse il regista. Gentilmente le rispose che non ne aveva la più pallida idea, cosa vera. Lei annuì senza aggiungere altro, squadrandolo dall’alto in basso, come se l’avesse già visto ma non ricordasse dove. Jo aveva la stessa sensazione: dove aveva già incontrato questa donna?
-Helena?- chiamò la voce di Tim da dietro le sue spalle, a metà tra il sorpreso ed il confuso.
La rossa si voltò e sul viso le comparve un gran sorriso alla vista dell’amato.
-Sorpresa- disse semplicemente, andandolo ad abbracciare. Burton ricambiò la sua leggera stretta e il piccolo bacio che gli diede, per poi tornare dall’altro, che lo guardava sconcertato.
-Vi siete già incontrati?- domandò abbastanza imbarazzato.
-Si fa per dire- rispose Depp stringendo la mano alla futura Mrs. Burton- Johnny Depp-
-Helena Bonham Carter- si presentò abbastanza distaccata.
Non le pieceva, quella donna! Sembrava così fredda e formale, troppo prefessionale per i suoi gusti. Esserlo è indispensabile per un attore famoso, ma tra amici si può evitare. Ci mancava solo che le squillasse il cellulare lì.
Infatti: una musichetta allegra iniziò a suonare dalla borsetta della donna che, chiedendo scusa rispose. Jo notò, per un secondo, che aveva alzato esasperata gli occhi al cielo.
-Cosa?- rispose con voce irritata. Tim alzò un sopracciglio ricordando cosa l’aveva attirata a lui, oltre la sue immensa bellezza: la sua immancabile “delicatezza”.
-No! Senti non mi interessa io in Inghilterra non ci torno, qui sto bene!- continuò lei lanciando uno sguardo d’intesa al regista- Si… va bene… si ti faccio sapere, ma non mi chiamare ogni quarto d’ora, so cavarmela! E’ più di un anno che sono qua, che cosa ti sta spingendo ad interessarti così tanto a me, cosa che non hai mai fatto negli ultimi diciamo… trent’anni?- Tim stava nascondendo una risata, mentre l’altro si chiedeva curioso a chi stesse rivolgendo quella parole, diciamocelo, dure!
La Carter attaccò il telefono in faccia alla persona dall’altro capo del telefono, che ricominciò a squillare dopo due minuti. Si guardò intorno, lei, per poi addocchiare il secchio dell’inserviente pieno d’acqua proprio lì accanto. Senza pensarci due volte lanciò in aria l’apparecchio telefonico che atterrò con un lieve pluf nel liquido trasparente.
-Ah, le madri!- sospirò la rossa per poi scoppiare a ridere insieme agli altri due.
Tra i due si ruppe il freddo ghiaccio creatro inizialmente con qualche aneddoto divertente sulle loro vite, e Tim non potè essere più felice. Ma anche Johnny lo era, e avrebbe giurato che anche l’altra lo fosse.
“Non cambierà NULLA!” pensò l’ennesima volta Depp, dopo aver vagato nei ricordi “Ma le belle cose non sono mai eterne, Tim!” concluse amaramente tornando al lavoro.
E pultroppo, Johnny Depp ebbe pienamente ragione.

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Il campanello della porta a “Casa Burton” suonò.

Erano passati più di due mesi dall’inizio delle riprese e tutto precedeva nel migliore dei modi: erano in perfetto orario con la data di scadenza, gli attori avevano fatto amicizia e lavoravano più che bene insieme… insomma, si respirava un’aria di famiglia entrando sul set.
L’unico che sembrava avere la luna storta, nell’ultimo periodo, era l’attore protagonista, Depp, che, dentro e fuori dal set, teneva sempre quell’aria corrucciata di uno che ha dei problemi seri. Tim ed Helena si stavano rivelando molto aperti a lui, tentando di convincerlo a sfogarsi, liberandosi di un peso, qualunque esso fosse.
Ma Johnny aveva sempre detto che andava tutto bene: BUGIA! E Tim lo aveva capito, ma non voleva stressarlo continuando a fargli domande, ne tantomeno obbligarlo a dirgli cosa si celasse dietro il suo sguardo costantemente infuriato.
Ben presto l’attore cedette alla voglia di sfogarsi con qualcuno.

Helena abbandonò il libro aperto sul divano e si accinse ad aprire, chiedendosi chi mai potesse essere a quella particolare ora.
-Johnny…!- esclamò sgranando gli occhi, spaventata dallo spettacolo che si trovò davanti.
L’uomo era appoggiato con il braccio piegato allo stipite della porta, i capelli scompigliati e gli occhi rossi, gonfi, contornati di nero caratteristici di uno che ha bevuto e anche molto.
Qualcosa doveva essere successo.
-Oh, Johnny… - sussurrò lei nel vederlo in quello stato.
L’uomo abbassò lo sguardo:
-…Divorzio… -

E che cavolo ce l’ho fatta a scrivere questo cappy^^ ora so davvero come continuare, soprattutto il proximo cappy. Mi raccomando, non mancate!!!
P.S: in caso non se ne sia accorto nessuno, ho levato Boogieman dalla sezione Sweeney Todd. I’m sorry, ma la trasformerò in un’originale… quando troverò il tempo per respirare^^
Ciao!!!

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Capitolo 6
*** Una coppia (quasi) perfetta... ***


Cap6:
Una coppia (quasi) perfetta

Helena e Johnny erano ancora sulla soglia della porta. Lei era troppo impietrita dalle sue parole per riuscire a reagire facendolo entrare, e lui, nonostante la grande quantità di alcool ingerito, aveva ancora abbastanza cortesia per non dirle di levarsi di torno e farlo parlare con Tim.
-Hele, chi era alla porta?-
Burton uscì dal suo studio con un documento in mano, la testa china su di esso e gli occhiali da vista pericolosamente in bilico tra naso e vuoto. Si accorse dei due solo quando non udì risposta alla sua domanda e alzò lo sguardo.
-Jo… - sussurrò piano. Lo squadrò per bene capendo che qualcosa era successo per forza.
-Divorzio…- ripetè lui, a voce più alta, riuscendo a guardarlo negli occhi.
Tim si levò gli occhiali e un espressione di stupore gli attraversò per un secondo il volto.
-Helena… - chiamò riportando la moglie alla realtà, che scosse violentemente il capo, facendo entrare l’amico e chiundendo la porta.
Questo, guidato da Burton, si sedette sul divano tenendosi la testa con le mani, maledicendo sotto voce l’alcool: l’emicrania si stava facendo sentire.
Gli altri due presero posto uno accanto all’uomo, l’altra su di una poltrona, aspettando pazienti che dicesse qualcosa.
Ma Johnny si limtò solamente a squadrarli e dire:- Allora? Non mi chiedete niente?!-
Il regista alzò un sopracciglio confuso, ma non badò alle sue parole e chiese:- Cosa è succeso?-
-Mi sembra ovvio, no?-
Burton e la donna si guardarono con aria indecifrabile, ma lei sembrava quasi spaventata: non aveva mai visto il suo Johnny ridotto così!
-Spiegaci bene com’è andata- ordinò in modo gentile il regista, mentre l’attrice versava una tazza di caffè a Depp.
-Dunque… sono tornato a casa, come sempre, e la mia… adorata mogliettina… mi accoglie iniziando a vaneggiare di quanto vorrebbe una casettina da 2 milioni di dollari in piena Hollywood, quartiere da me odiato, lo sai bene, e di come vorrebbe… vuole… fare la vita da “coppia VIP” presentandosi in giro sempre belli, con abiti firmati, e dannati falsissimi sorrisi da copertina stampati sul volto- bevve un sorso della bevanda calda, sotto gli occhi sconvolti dei due amici, per poi continuare- Così le ho detto come la pensavo di questa storia. Se l’è presa a morte, come se la mancanza di attenzione, anche la mia, la fecesse… com’è che ha detto?ah, si… “La facesse sentire inutile e senza talento!”-
-Oh, mio Dio!- esclamò Helena stupita da questo lato dell’amica, a lei del tutto sconosciuto, e anche a Johnny.
-Già… - aggiunse lui- Ripeteva: -A cosa serve essere degli idoli se poi ci comportiamo da persone “normali”? – mi ha fatto uscire di testa… -
-E hai affondato il dolore nell’alcool- concluse Burton dandogli lievi pacche sulla schiena.
Passarono alcuni minuti di silenzio, poi la Carter si alzò dirigendosi all’attaccapanni.
-Dove vai?- domandò il marito.
-A parlare con Vanessa- rispose lei infilandosi la giacca.
-Fa pure- la interruppe Depp- Se riesci a fermare un aereo in volo, per la Francia… -
La donna tornò al suo posto, sospirando.
Ancora silenzio tra i tre.
Tim notò che gli ci voleva- a Johnny- una buona chiaccherata da uomo a uomo, per scaricarsi, cosa che aveva timore (imbarazzo?) a fare davanti ad una donna.
Fece segno ad Helena di seguirlo un attimo nel corridoio, lasciando Jo solo nella stanza.
-Ascolta- le disse tirandola da parte- Mi serve di stare un minuto da solo con lui… vedo se riesco a farlo ragionare… d’accordo?-
Lei non parlò, ma fece un segno di intesa col capo, chiudendosi poi in camera.
Burton tornò indietro sui suoi passi, per riprendere posto accanto all’altro che debolmente sussurrò, capendo l’accordo fatto con la moglie:
-Tienitela stretta, amico mio. Se usi con lei i consigli che hai dato a me… siamo a posto!- il regista non se la prese, sapendo che era la birra a parlare, non Johnny Depp.
-Jo… - cominciò- queste cose, i battibecchi, si superano… facilmente se si trova un buon accordo, tra marito e moglie. Può volerci il suo tempo, ma non ha senso che tu divorzi solo per una scemenza come questa!-
-Tim ,ma tu non hai visto con che occhi mi guardava mentre diceva quelle parole. Ti giuro, non la riconoscevo, sembrava un’altra… non era la donna che amavo. E’ come se il matrimonio le avesse dato alla testa! Si sarà detta: “Si, mi accaparro un bell’uomo e poi lo uso come marionetta, tanto loro non hanno dei sentimenti, no, giocano con i cuori di noi povere bambole di plastica per poi strapparceli dal petto e farci un bel frappè!”-
-Che immagine colorita!- commentò Burton.
Jo si lasciò scappare una risata roca.
-Sul serio, Tim… Non potevo sopportare l’idea di convivere con quella donna un minuto di più! E sono andato via… -
-E hai bevuto!- concluse l’altro.
-Già… sono tornato a casa e ho trovato un biglietto con scritto che partiva e di non cercarla più; allora sono venuto qui… ho fatto male?-
-No, no, hai fatto benissimo! E’ per questo, allora, che eri giù di morale, in questo periodo?-
-Si- ammise Depp- In effetti è da un po’ di tempo che continua questa storia, ma oggi è andata troppo oltre!-
Bevve un altro po’ di caffè senza staccare gli occhi dalla tazza, mentre rifletteva in silenzio.
-Non ti è mai capitato, con Helena?- domandò Depp.
-Cosa? Di litigare?
-No, intendevo… di scoprire un altro lato, di lei, che non avevi mai conosciuto… e che mai ti saresti aspettato… -
-No… cioè…si… insomma, so perfettamente che, da artista donna, ha molti lati, uno diverso dall’altro; è capace di cambiare da un momento all’altro, ma la conosco abbastanza da credere che quello con cui si mostra in giro è il suo lato migliore, e ho fiducia in lei, soprattutto-
L’altro ci pensò su un paio di minuti chiudendo gli occhi, per poi riaprirli di scatto scuotendo violentemente la testa.
Johnny doveva davvero essere distrutto.
-Non puoi metterti al volante in questo stato!- disse il regista.
-E come ci torno a casa?- domandò l’attore poggiando la tazza e massaggiandosi le tempie con due dita.
-Dormi qui, questa notte. Domani parleremo bene-
-Che altro c’è da chiarire? Divorzierò! Punto!-
-Io intendevo- Tim rimurginò sul da dirsi- Se… insomma… vuoi lasciare il set per un po’, per stare da solo, pensare o che so io…-
Per la prima volta quella sera fu Depp a guardare l’amico con un sorpacciglio alzato:- Non ci penso nemmeno! Io non abbandonerò il set! Andremo avanti, stiamo facendo un buon lavoro… -
-Un ottimo lavoro!- lo corresse il regista- Comunque ne riparliamo domani. Ti andrà bene il divano per stasera?-
-Alla grande- sbadigliò Johnny lasciandosi cadere su un lato, cullato da un sonno profondo.
Tim lo sistemò al meglio per poi raggiungere Helena, che se n’era stata buona buona nella sua stanza, seduta sul letto.
-Allora?- domandò non appena lui si fu chiuso la porta alle spalle.
-Allora non sembra intenzionato a tornare indietro sui suoi passi- raggiunse la moglie- ma ne parleremo meglio domani e voglio che assista anche tu. Non ti dispiace se dorme qui, vero?-
-No, assolutamente- rispose in tono piatto.
-Che hai?- domandò lui premuroso, cingendole le spalle con un braccio.
-Non credevo Vanessa fosse così superficiale!- commentò acida.
-Nemmeno io… nemmeno io… ma ne riparliamo domani-
-Si… Johnny dove lo hai sitemato?-
-E’ crollato sul divano!-
Helena si lasciò scappare un sorriso intenerito, chiudendo un secondo gli occhi. Tim, notandola, non potè non copiarla.
Si alzò dirigendosi al bagno, Helena, con passo lento, senza fare il minimo rumore, come se sperasse di sentire il respiro di Johnny, che dormiva beato in salotto, appena fuori dalla porta.
-Senti, scusa… - la bloccò il marito.
-Si?-
-Hai ancora dei lati della tua personalità che io non conosco?-
La donna si appoggiò in posa alquanto sexy contro lo stipite della porta:-Naturalmente, sono una donna!-


“La mia testa!”
Pensò Depp, con un borbottio, alzando appena il capo dal cuscino nel quale vi era affondato. La vista era annebbiata, la bocca sapeva di birra, e era sicuro di avere due martelli pneumatici che gli perforavano il cervello, perché quel mal di testa era disumano!
Qualcuno doveva averlo sentito: una piccola, candida, mano andò a posarsi sulla sua spalla, per richiamarne l’attenzione mentre una figura, leggermente confusa agli occhi dell’uomo, gli porgeva un bicchiere d’acqua. Sentiva il frizzare di un’aspirina dentro il liquido trasparente.
Lo prese e bevve piano, sentendo le bollicine effervescenti pizzicargli il palato, mentre la figura sedeva davanti a lui, sul tappeto. Pochi secondi e si rese conto di avere davanti nessun’altro che Helena.
-Troppo buona, non ti merito- disse tentando di riorgannizzare i pensieri in testa.
La donna sorrise scostandogli alcune ciocche ribelli dalla fronte.
-Come stai?- domandò a bassissima voce, sapendo cosa si provava dopo una bella sbornia.
-Come se mi avesse investito un camion! - ribattè lui girandosi sulla schiena.
Lei scosse appena il capo:- Non cambierai mai!-
-Fa parte del mio fascino, o no?- (E qui tutte la fan di Depp urleranno SIIIIII!)
Lei alzò un sopracciglio rosso, ma non diede risposta.
-Ti preparo la colazione, vuoi?-
-No, lascia stare, non ha molta fame- disse convincente Depp, ma un borbottìo del suo stomaco tradì la perfetta interpretazione dell’uomo.
Helena gli stampò un bacio sulla fronte, ritornando in cucina, cominciando a maneggiare i fornelli.
“Come diavolo ha fatto Tim ha trovare una donna così magnifica?” pensò alzando appena la schiena, spiandola.
Ma solo quando avrebbe incontrato la persona giusta per lui sarebbe riuscito a rispondersi.
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-Ciao, ragazzone- salutò Johnny vedendo Tim seduto sulla poltrona che leggeva attentamente un libro rilegato in pelle scura. Ad un primo impatto Johnny si esentì un bambino, un bambino con la febbre, e Tim gli parve un padre che aspettava il suo risveglio per accudirlo.
Sorrise:- Ehi, bello… come ti senti?-
Jo si tirò a sedere- Molto, molto meglio… -
-Ti sei riaddormentato, lo sai?-
L’aveva notato dalla luce:- Che ore sono?-
Tim spiò l’orologio contro il muro:- Le tre… -
-Cazzo… -sussurrò Depp con la voce ancora impastata dal sonno, strofinandosi gli occhi coi pugni chiusi.
-Perché non mi avete svegliato?- domandò Jo tirandosi a sedere.
-Mmm… Dubito fortemente che per oggi avessi impegni… -rispose Tim.
Due piccole mani gli si posarono sulle spalle e un paio di calde labbra sulla guancia sinistra:- E poi dormivi come un angelo- finì Helena prendendo poi posto al suo fianco. L’attore notò come era vestita bene, con una lunga gonna e trucco appena fatto.
-Perché sei agghindata a festa?- le chiese stupito.
-Bhè… - gli occhi della donna vacillarono per un secondo da quelli di Depp a quelli del marito, che fece un segno d’assenso col capo- Avevo intenzione di uscire… così, prendere una boccata d’aria-
-Ah, forte… - lo sguardo di Johnny seguì lo stesso percorso di quelli di Helena prima; notò lo sguardo impassibile dell’amico- Ehm… dove avevate intenzione di andare?-
-No, bello- lo interruppe Burton alzandosi dalla poltrona- Tu e Helena andate, io starò qui ho molto lavoro da sbrigare… -
Jo alzò un sopracciglio: “Sono ancora ubriaco” pensò chiudendo gli occhi “E sto ancora dormendo. Avanti, Depp, SVEGLIA!!”
-No, sei sveglio- disse la donna seguendo il marito in corridoio.
Sparì dietro l’angolo sotto lo sguardo stralunato dell’uomo.
-Pensi che così starà meglio?- domandò lei a Tim sottovoce, in modo da non farsi sentire, mentre si infilava un cappotto
-Bhè… peggio è difficile… -spiegò il regista- Divertitevi… -


-Perché siamo qui?- domandò Johnny quando Helena parcheggiò davanti ad un bar di periferia.
“Insomma” pensò “E’ già strano che siamo io e lei da soli, e poi mi porta in uno squallido bar… Hele, Hele… che diavolo t’ha messo in testa Tim?”
-E’ tranquillo- disse lei- Possiamo parlare con calma. Vengo qui da parecchi mesi e non ho mai trovato così tanta sicurezza di non essere spiata… da occhi indiscreti. Sai com’è… per quelli come noi è una bella fortuna! E comunque tu dai l’aria di uno che ha bisogno di un buon caffè- rise scendendo dalla macchina.
Johnny dovette ammettere che, tutto somato, il posto sembrava carino. Era gestito da una coppia di mezz’età, ma arzilli come trentenni. Il locale era deserto, forse data la strana collocazione non esattamente in centro città. Vi erano solo un vecchio al bancone che sorseggiava un alcolico, una coppietta appartata in un angolo che ridacchiava, e quattro adolescenti tutti rintanati su un minuscolo tavolo, troppo occupati a parlare della partita per accorgersi di loro.
-Salve, Lise. James, come va?- salutò educata Helena ai due proprietari dietro il bancone.
-Ciao, Helena… -rispose l’uomo abbastanza robusto, con due baffi folti stesso colore dei capelli sale e pepe, sollevando lo sguardo caldo dal lavello pieno di piatti che stava evidentemente lavando.
-Che ti porto, dolcezza?- trillò sorridente la donna, più bassa del marito, ma non meno cordiale. Teneva un grembiule bianco con dentro un taccuino. A quanto pare si occupava lei delle ordinazioni.
-Facci due di quei caffè che sai fare solo tu. Belli forti… - ordinò lei ricambiando i sorrisi.
-Ah, hai compagnia- notò l’altra- Bene, bene… venite con me. Dentro o fuori?-
-Meglio fuori… -disse l’attrice per poi lanciare un occhio a Jo, che acconsentì senza discutere: un po’ d’aria gli avrebbe fatto benissimo.
Lise li sistemò ad un grazioso tavolino in legno scuro corredato di sedie della stessa tonalità e decorazioni.
-Torno tra un secondo!- disse vispa tornando indietro sui suoi passi, lasciando i due amici da soli.
C’era un silenzio teso, tra i due. O, meglio, Helena era tesa.
-Perché siamo qui?- domandò ancora Johnny.
-Te l’ho detto, è un posto tranquillo e fano un ottimo caffè… -rispose lei quasi ballando sulla sedia dalla tensione.
-Non me la racconti giusta… Cosa c’è?-
In quel momento arrivarono i caffè. La donna si offrì di pagare e prima di dare risposta a Depp bevve un lungo sorso.
-Tim vuole che ti parli… -
-Ok… di cosa?-
-Di tutta questa storia… -
Johnny sospirò: tipico del regista volerlo covertire alle sue idee!
-Senti, io non lascio il set, credevo di avertelo detto già ventimila votle e… -
-N-non si tratta di questo- lo interruppe lei, posando una mano sulla sua- Vuole che ti aiuti a… scaricarti… -
Depp fece una smorfia confusa:- Ti ha mandato come sacrificio?- domandò.
Helena scoppiò a ridere:- Del tipo se io ne esco viva, allora proverà lui ad aiutarti?-
-Ehm… Si, l’idea che mi ero fatto era quella… -
La donna si passò la punta della lingua sul labbro superiore inumidendolo:-Allora è l’idea giusta… -
L’altro rimase di stucco:- Non ci credo…-
-Davvero! Ma sono stata io ad insistere: staresti qui con Tim, se avessi seguito il suo piano… -
“Cioè adesso fanno dei piani per tentare di tirarmi su il morale?!” Johnny non diede voce a questa frase.
La fece continuare:-Comunque ho pensato che sarebbe stato meglio parlare io e te, per darti un punto di vista femminile… prendilo come un primo round di una partita. Pirma io e te, poi tu e Tim… che mi dici?-
L’attore trattenne il fiato per diversi secondi guardandola profondamente: era incredibile cosa era arrivata a fare per lui, doveva davvero tenergli molto… Helena era una donna molto riservata e non lasciava entrare molta gente nella sua vita. Si sentiva fortunato ad essere nella schiera di prediletti di una così magnifica persona.
Bevve un sorso di caffè e digrignò impercettibilmente i denti una volta ingoiato: cavolo se era forte!
-Parliamo- acconsentì e vide un’espressione rasserenata attraversare il volto della donna.
Era imbarazzato, vistosamente, Johnny, am Helena era decisa a scioglierlo e si dimostrò molto comprensiva.
Era incredibile quanto riuscisse ad essere capito da Helena: non si era mai confidato così interiormente con una donna, e si sentiva completamente a proprio agio sentendola talmente vicina. Per un secondo gli sembrò adirittura di parlare a Tim.
Senza che i due se ne accorgessero, il sole calò ed il cielo divenne arancione.
-Oh, Johnny- sussurrò Helena abbandonando il capo sulla sua spalla- Sei un bravo ragazzo, sono sicura che trovarei una brava moglie, devi solo avere pazienza-
-Sarà… ne sei certa?-
-Più che certa- ribattè , alzando il capo e appoggiando i gomiti sul tavolino.
-Grazie… -sussurrò Depp, senza smettere un secondo di guardarla.
-Figurati… -rispose la donna schiudendo appena le labbra, guardando curiosa il mucchio di adolescenti all’interno che tenevano gli occhi incollati su una minuscola tv da un pollice che uno di loro teneva in mano.
Sentì una calda mano carezzarle una guancia, invitandola in un modo lusingatore a voltarsi; obbedì e un brivido le attraversò la spina dorsale quando incontrò gli occhi più che eloquenti di Johnny.
-Sul serio- sussurrò lui- Non immagini davvero quanto ti sono grato… -
-O-ok… -rispose lei senza staccare lo sguardo dalla sua mano, ancora posata sul proprio viso.
Non fece per dire altro che l’uomo le intrappolò le labbra in un bacio.
La Carter sussultò vistosamente a quel contatto così intimo con quello che riteneva SOLO il suo migliore amico. Lo assecondò per poco, pochissimo, e non appena capiì che quel bacio alludeva a ben altro se ne separò brutalmente.
-Johnny NO!-
Chiuse gli occhi con ancora le mani, che aveva posato sul suo petto per respingerlo, poste in avanti. Si succhiò le labbra nervosamente, mentre dall’altra parte Depp scosse violentemente il capo riportandosi alla realtà.
-Oh, cielo, Helena mi dispiace davvero un casino! Io n-non so cosa mi sia preso! Perdonami ti prego!-
-Tutto ok, non preoccuparti… - disse lei, senza però aprire gli occhi.
-S-sei sicura? Non sopporterei l’idea di… -
Finalmente aprì gli occhi, vedendo Jo andare fuori di testa, seriamente pentito.
-Jo, calmati. Non è successo niente… andiamo a casa, ti va?-
-O-ok, forse è meglio-
I due si alzarono e si infilarono i cappotti.
-Johnny?- chiamò la donna sistemandosi i capelli.
-Dimmi, Hele… -
-L’hai visto anche tu il flash di una macchina fotografica?-



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