Una settimana per conquistare Steve Rogers

di Lilith_Holmes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Prologo ***
Capitolo 2: *** Lunedì ***
Capitolo 3: *** Martedì ***



Capitolo 1
*** -Prologo ***


STEVE ROGERS, IO TI CONQUISTERÒ!” urlò d'improvviso Stark, appoggiando un piede sul tavolo e alzando un pugno in aria, in una posa che ricordava molto un noto condottiero – Napoleone, tralasciando che il più basso dei Vendicatori fosse Bruce Banner.
CAP sbiancò, osservando ammutolito Tony.
Una settimana! Dammi una settimana e sarai mio!” continuò l'uomo, incurante degli altri Vendicatori presenti, fra chi tratteneva a fatica le risate (Thor), chi era rimasto basito (Bruce), chi letteralmente scocciato (Clint), chi rintanato in un angolino a progettare di fare soldi con lo slash (Natasha).
Beh, allora, che ne pensi?” chiese poi, guardandolo. Steve non seppe come rispondere.
Sii la mia America, Steve” fece poi, inginocchiandosi, e facendo spiaccicare il soldato contro lo schienale della sedia, pur di stargli lontano.
Se posso rovinare il momento, Signori, l'America è stata scoperta e non conquistata” disse Clint, attirando su di se lo sguardo omicida del miliardario, che si trasformò in qualcosa di ancora più inquietante.
Beh, farò anche quello, Clint caro. Farò anche quello” e sorrise, mettendo in imbarazzo anche l'impassibile Clint Barton e facendo drizzare la ragazza intenta ad ammirare la bellezza del suo angolino.
Tu non oserai toccarmi, Stark!” sbraitò Steve, che più che minaccioso risultò una donnetta isterica.
Staremo a vedere, Stephanie” rispose Stark con un sorrisone che andava da parte a parte, manco fosse lo Stregatto.
Steve si alzò di scatto e fece per andarsene, ma Stark lo bloccò per un polso, facendolo girare nella sua direzione.
Sette giorni, Steve. Sette giorni e sarai mio” gli ricordò Stark, riportando alla mente di tutti – coloro che la conoscevano – la piccola Samara.
Steve gli diede uno strattone e Stark si ritrovò a corteggiare il pavimento.
Per sette giorni Steve Rogers aka Capitan America avrebbe dovuto evitare Stark come la peste. Sette lunghi giorni. Molto lunghi.

 

Angolo Della Moffetta
Aehm, salve a tutti. Prima storia in questo fandom.
Speriamo di avervi fatto sorridere almeno un poco, con questa idea che ci girava in teta da un po'(veramente ad una sola, ma l'altra si prende comunque il merito xD)
Beh, che altro dire... se volete lasciare una recensione accomodatevi, e ci vediamo al secondo se ci sarete ancora.
Un bacione-one-one,
Marty e Cristie

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Capitolo 2
*** Lunedì ***


Lunedì - Prima mossa del grande conquistatore Anthony E. Stark: un regalo.
 
A conti fatti, quella era stata proprio una bella giornata.
Il sole splendeva, l'aria era frizzantina, e gli automobilisti imbottigliati nel traffico prendevano a testate i clacson, facendo risuonare nell'aria dolci suoni e parole gentili.
"Stephanie!" urlò Stark, fuori dalla porta di casa. Appunto. ERA STATA una bella giornata. Steve Rogers rabbrividì appena, ma non distolse lo sguardo dal telegiornale che mandava in onda un interessantissimo servizio su come le bocce di *inserire nome femminile a caso* fossero grandi e sode, anche se l'avanzare dell'età e la forza di gravità imponessero che un paio di tette si sarebbero dovute ammosciare.
"Steve... sei in casa?" urlò ancora il miliardario, non avendo ottenuto risposta.
"No" rispose il soldato con lo stesso tono, con un sospiro.
"Ah, va bene... Torno più tardi. Ci sei più tardi?"
"Eh, non lo so!" rispose l'uomo, inarcando le sopracciglia.
"Ok... allora torno doma... hey! Aspetta!". Steve sospirò una seconda volta, rendendosi conto che il miliardario pensava veramente che lui non fosse in casa.
"Apri la porta, Steve!" urlò allora il miliardario.
"Avanti! Ho una sorpresa per te! Steve!" sentì qualcosa grattare sulla porta di casa.
"Cosa vuoi, Stark?" urlò allora Rogers, avvicinandosi alla porta con cautela.
"Steve, la tua sorpresa ti sta aspettando!". Il Capitano guardò la porta e ingoiò aria a vuoto. Era veramente sicuro di voler aprire la porta per vedere quello che Stark gli aveva portato? Ma proprio sicuro sicuro sicuro? Tanto sicuro da accenderla... ehm, aprirla?
Il Capitano non-tanto-sicuro si prodigò ad abbassare la maniglia e a mostrare il miliardario sorridente.
"Guarda!" esclamò questo, puntando l'indice verso il basso. Steve abbassò lo sguardo, avendo paura di quello che avrebbe trova...
"Oooh, ma è un cucciolo!" esclamò il Capitano prendendo il braccio la palla di pelo bianca che continuava ad uggiolare.
"Ti piace?" chiese il miliardario, incrociando le braccia sul petto.
"Sì" rispose Rogers, facendo un passo indietro.
"È tuo".
"Ah, bene!". E prima che il miliardario potesse anche solo pensare di entrare in casa, si ritrovò a baciare la linda porta di ingresso.
"Allora ci vediamo domani, Steve" fece, con le labbra ancora attaccate al legno.
 
Quella stessa sera...
Napoleone aka Tony Stark si mise in posa, serio in volto, e gridò:
"Sì, io lo conquisterò!".
"Per Asgard!" urlò Thor con la stessa serietà e assumendo la sua stessa posa .
"Sì, per Asgard!" lo seguì con la medesima foga Stark.
"Idioti..." commentò Barton, tornando a leggere il suo giornale. 
 
*Angolino dell'Autrice*
Sono una persona brutta e cattiva, lo so. Questa storia è iniziata quando? Un anno fa, ma anche più, e io l'ho ritirata fuori solo adesso che ho visto Age of Ultron.
Non so perché mi interruppi, visto che il capitolo era quasi completo. Non lo ricordo.
Mh, speriamo di non far passare un altro anno per il prossimo.
Buon-a-quando-lo-leggete.
With much love,
Marty.

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Capitolo 3
*** Martedì ***


Nella notte di Martedì - Seconda mossa del grande conquistatore Anthony E. Stark: essere romantico
 
Nel pieno della notte, esattamente alle 21:00 di sera, il losco figuro con il pizzetto era nascosto fra i cespugli nel giardino sul retro di una piccola villetta, intento a mettere in atto il suo diabolico piano.
"Il mio diabolicissimo e genialissimo piano" disse il suddetto losco figuro, premendo in particolar modo sulle esse. 
"Sei sicuro che questi superlativi assoluti esistano? Word dice che sono sbagliati" domandò un altro losco figuro, denominato il losco figuro dalla capa gialla.
"Sta zitto! Chi è il genio miliardario, qui? Io. Ecco, taci dunque, e aiutami" l'altro losco figuro dalla capa gialla si grattò la testa, insicuro sul da farsi.
"Cosa dobbiamo fare esattamente?" chiese quindi, giacché il losco figuro con il pizzetto non gli aveva spiegato nulla.
"Mi devo arrampicare sull'albero ed entrare nella camera del mio Stephanie dalla finestra!" esordì il losco figuro con il pizzetto, che per l'occasione s'era vestito come un adolescente decerebrato. Dopo minuti di profonda riflessione, il losco figuro dalla capa gialla se ne venne fuori con una verità assoluta.
"Qui non ci sono alberi" la grande verità colpì i due loschi figuri come una freccia, minacciando di mandare all'aria i loro piani. In effetti, nel giardino non c'era proprio niente... neanche i cespugli in cui erano nascosti c'erano, a guardar meglio. Poco male, pensò il losco figuro dalla capa gialla, almeno non dovrò togliere le foglie dai miei lucenti capelli dorati.  
"Ho deciso! Sarai tu l'albero" il losco figuro dal pizzetto trovò questa soluzione, e l'altro losco figurò l'approvò congratulandosi con lui per la sua grande capacità cognitiva.
"Tutto merito dell'amore per il mio Stephanie" spiegò pieno d'orgoglio il losco figuro dal pizzetto, ma dal momento che sono stanca di scriverlo ogni volta, d'ora in poi lo chiameremo Tony Cullen, e l'altro sarà Thor Tree.
I due figuri misero dunque in atto il loro malvagio piano, e Tony Cullen si arrampicò su Thor Tree fino ad arrivare alla finestra della camera di Stephanie Swan, situata al pianterreno.
La finestra era chiusa dall'interno, ma Tony Cullen era un genio geniale, e di fronte a tanta genialità le ante non poterono che aprirsi da sole senza che lui facesse nulla, delle inutili ante non potevano nulla contro il potere di un genio geniale.
Penetrò nella stanza buia, dove troneggiava un grande letto a due piazze. Sul grande letto riposava un uomo avvolto dalle coperte candide. Dalla stanza adiacente soggiunse un piccolo e adorabile cagnolino, candido anch'esso.
"Ciao Palla di Neve", Tony salutò il piccolo cagnolino con una carezza, riconoscendo in lui il piccolo amico che aveva regalato al suo bellissimo Stephanie il giorno prima.
"Ciao Tonìn, scusa se no me ferme, ma son de prexa*" no, i cani non parlano, ma la genialità di Tony Cullen gli permise di capire comunque cosa il piccolo amico peloso volesse dirgli. Detto questo, il cagnolino riprese la sua strada tornando da dove era venuto.
Tony fu quindi in grado di avvicinarsi al suo amore, sedendosi sulla sponda del letto.
Si chinò a lasciare un bacio sulla guancia morbida dell'uomo, per destarlo dal suo sonno che non era eterno, ma era profondo. Parecchio profondo.
Si chinò di nuovo su di lui, e lasciò un altro amorevole bacio, e un altro ancora. Vedendo che non funzionava, iniziò a scuoterlo con dolcezza, ma non ci fu niente da fare.
"Steve, apri sti cazzo di occhi!" urlò infine scrollandolo con la grazia di un dinosauro in menopausa, e le sue dolci parole e il suo leggero tocco svegliarono finalmente l'uomo.
"S-Stark? Che diamine ci fai qui? Fury ha d'assegnarci un altra missione?" domandò Stephanie Swan, stropicciandosi gli occhi gonfi di sonno. Si allungò dunque ad accendere l'abat-jour, illuminandoli di una luce soffusa e romantica.
"Come caz-cavolo sei vestito?" chiese, adocchiando l'improbabile outfit del miliardario.
"Volevo vederti" rispose coerentemente Tony Cullen, sporgendosi per ricevere un bacio. Bacio che non arrivò, come fortunatamente non arrivò il pugno che il Capitano voleva tirargli.
"Esci da casa mia" sbottò l'uomo biondo, ma non perfettamente biondo come Thor Tree, lasciato fuori dalla finestra.
"Ciao Steve, che bello vederti!" salutò poi, rendendosi conto che l'attenzione si era spostata su di lui.
"Ciao Thor, perché non entri anche tu, visto che ci sei?".
"Perché sono un albero! Un albero dalla bellissima chioma bionda! E gli alberi dalla bellissima chioma bionda non camminano, rischiano di scompigliare i loro bellissimi capelli. Per questo crescono solo in luoghi senza vento, senza pioggia, senza neve e senza sole" dopo l'insensata lezione di botanica dell'asgardiano, Steve si massaggiò le tempie.
"Chiaramente, come ho fatto a non pensarci..." sospirò. Quei giorni erano pieni di sospiri.
"Potreste andarvene - senza offesa, Thor, ma sono stanco, vorrei dormire".
"No, amor mio! Non mandarmi via!" esordì Tony Cullen, afferrandolo per le spalle.
"Lasciami" gli intimò il soldato.
"Hai ragione!" il miliardario si alzò di scatto, portandosi una mano alla fronte, in perfetto stile drammatico.
"Tutto ciò è sbagliato, contronatura! Potrei non resisterti e farti del male... io sono un mostro, Stephanie!".
"Ma che diavolo stai dice..." il soldato si bloccò rendendosi conto che era un modo perfetto per liberarsi dell'assurdo armaiolo. Rimase in silenzio, lasciando che Tony Cullen continuasse malinconicamente a elencare stupidi e insensati motivi per cui era pericoloso stare insieme e sul quanto lo amasse - per quanto tutta quella messinscena fosse ridicola, Steve poté sentire qualcosa stringersi nel petto nel sentire le drammatiche parole d'amore che Tony gli diceva.
"Quindi ora me ne andrò, amor mio!" dichiarò infine un afflitto Tony Cullen, messo davanti alla cruda realtà di quanto il loro amore fosse pericoloso per Stephanie.
"D'accordo" rispose Steve.
"Addio, splendida creatura, non immagini nemmeno quanto mi faccia soffrire l'idea che non potrò più vedere il tuo stupendo viso, e che non potrò mai più sentire la tua melodiosa voce dirmi dolci parole. Sei e sarai sempre la luna che illumina le notti di questo povero dannato" continuò imperterrito a dire.
"Ci vediamo domani" concluse Tony Cullen addolorato.
"A domani" rispose Steve, senza pensarci troppo, spegnendo la luce e rimettendosi a dormire.
Tony Cullen ridiscese Thor Tree, tornando in giardino.
"Davvero un finale tragico" commentò Thor, riavviandosi i capelli dorati.
"Torniamo a casa, mio chiomato amico".
Così si diressero verso casa, correndo a passo d'uomo.
 
Oh, ma il malvagissimo Tony Cullen aveva un altra idea in mente, aveva solo bisogno di un paio di segretarie.
L'indomani mattina, Clint Barton avrebbe corso da una parte all'altra lungo i corridoi e attraverso le stanze e laboratori dello SHIELD nel disperato tentativo di sfuggire ad Iron Man, ma questa è un'altra storia. 
 
*Palla di Neve parla in veneto, in ogni caso, e dice: "Ciao Antonio, scusa se non mi fermo, ma sono di fretta". Spero di averlo scritto giusto e di non aver offeso nessun Veneto.
 
*Angolino dell'Autrice*
Non chiedetemi niente, sono innamorata e l'amore rende scemi e porta quindi a dir scemenze. Se solo lui non fosse così enigmatico e mi lasciasse capire se gli piaccio anche io o meno... ah, il cuore, che muscolo perfido.
In ogni caso, si accettano scommesse su chi Stark imiterà nel suo terzo tentativo di conquistare Steve.
Regalerò un Thor Tree a chiunque indovinerà :D
Vi ringrazio per essere passati.
With much love,
Marty.

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