La quinta Notte Bianca

di Ottachan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scherzi di lontra ***
Capitolo 2: *** Il sorriso di quando erano bambini ***
Capitolo 3: *** La dura vita di un terzo incomodo ***
Capitolo 4: *** I campioni dell'Italia semo noi! ***
Capitolo 5: *** Insicurezza ***



Capitolo 1
*** Scherzi di lontra ***


Primo fill della Quinta Notte Bianca organizzata dalla pagina No ma Free lo guardo per la trama, eh. Se volete leggere altre fic nate dalle vecchie edizioni della Notte bianca, potete andare qui.
Il prompt di Sorika è: SouMomo - Dispetti mattutini che sfociano in qualcosa di più spinto.
Non ho altro da dire se non ringraziare chi avrà voglia di leggere questa raccolta :3

 
Scherzi di lontra

RATING: arancione;
GENERE: divertente, lime;
PERSONAGGI: Momotaro Mikoshiba e Sousuke Yamazaki;
COPPIE: SouMomo;
AVVERTIMENTI: nessuno

 

Momo aprì gli occhi all'improvviso, anticipando la sveglia che il suo compagno di stanza aveva impostato prima di andare a letto. La sera precedente, il giovane Mikoshiba non aveva abbassato del tutto la serranda della camera per attuare il proprio piano malvagio degno dei più grandi villains Disney: la luce del primo sole estivo, che filtrava attraverso la finestra e batteva violentemente sul cuscino del ragazzo dai capelli rossi, aveva permesso a quest'ultimo di svegliarsi presto, e cosa c'era di più divertente al mondo nel fare dispetti ad una persona indifesa e ancora persa nel mondo dei sogni?

'Così si impara ad impostare la sveglia all'orario che dice lui!'

Come non resistere alla tentazione del grande classico dei classici: gli scarabocchi sul viso?

Momo scese dal letto riuscendo a non emettere alcun rumore e si avventò, rapidamente, sulla propria scrivania. La punta del pennarello nero, liberata dal tappo, emetteva un forte odore di alcool. Il giovane dorsista pregò che Sousuke non percepisse nulla. Mikoshiba si avvicinò, cauto, al volto dell'amico ed iniziò a tratteggiare un primo baffo lungo e sottile, come la vibrissa di un gatto.

Nessuna reazione.

Momo aggiunse altre tre linee: una andò ad accostarsi accanto a quella già tracciata poco prima, le altre due finirono sulla guancia ancora libera. Il volto di Yamazaki-senpai era come una tela bianca che chiedeva di essere riempita dalla mano di un artista: così sulla sua fronte venne scritta, a caratteri cubitali, la parola CULO, un paio di cazzetti random presero a decorargli, belli dritti, la tempia destra mentre un pacchiano insieme di stelle, cuori e fiori gli impiastricciò lo zigomo sinistro.

Il ragazzo dai capelli rossi, a lavoro ultimato, indietreggiò di un paio di passi per ammirare, nella sua completezza, l'arte della propria creatività!

Nel frattempo Sousuke dormiva ancora della grossa, e pareva non essersi accorto di tutto quello che gli stava succedendo a pochi millimetri dalla sua faccia.

Momotaro si rivolse verso la sveglia: aveva ancora mezz'ora di tempo. Che fare? Il trucchetto del dito in una baccinella di acqua calda! La bastardata sempre in cima alle top ten degli scherzi da campeggio! Peccato che la cosa sembrava poco fattibile: Mikoshiba avrebbe dovuto correre fino alla mensa del dormitorio, raccattare una pentola bassa o una bacinella, riempirla d'acqua almeno tiepida e tornare in camera senza che nessuno se ne accorgesse... No, troppa fatica. Perchè, invece, non tentare di fare l'opposto? Il mini frigo della loro stanza, dopotutto, si trovava solo ad una manciata di passi di distanza. Il rosso aprì lo scompartimento del congelatore e tirò fuori il contenitorino di plastica con all'interno una decina di cubetti di ghiaccio; ne riversò metà all'interno di un bicchiere e avvicinò il tutto alla mano destra del compagno di stanza. Peccato che non aveva calcolato la sensibilità dell'amico al freddo: Sousuke aprì gli occhi di scatto e impiegò una buona manciata di secondi prima di connettere il cervello alla bocca.

'Che cazz...'

'Yamazaki-senpai, buongiorno!' disse il rossino nascondendo il bicchiere dietro alla schiena cercando, nel frattempo, di togliersi dal viso la sua espressione preoccupata e spaventata allo stesso tempo.

'Che cosa è successo?' il ragazzone si mise seduto sul letto e prese ad osservare la mano e la punta delle dita che avevano acquistato una temperatura parecchio al di sotto della sua solita media.

'Non so di cosa tu stia parlando...' Momo cercò di indietreggiare, centimetro per centimetro, verso il bagno. La ritirata strategica fallì miseramente non appena il compagno di stanza si alzò in piedi per alzare la serranda. Il riflesso del suo viso sul vetro della finestra lo bloccò di colpo.

Sousuke si voltò lentissimamente verso il kohai; nessuna eresia, causata dalla rabbia, fuoriuscì dalla sua bocca: erano i suoi occhi di ghiaccio a parlare, anzi, a gridare in un silenzio quasi innaturale.

'Ya-ya-yamazaki senpai... Ecco... Era solo uno scherzo! Il pennarello non è assolutamente indelebile... Anzi, perchè non torni a letto? Mancano ancora venti minuti alla sve...' Mikoshiba decise che sarebbe stato uno spreco di tempo continuare a giustificarsi inutilmente: lo sguardo dell'amico era quello di una belva assassina pronta a saltare al collo di una preda ignara. E lui era troppo giovane per morire! Per la prima volta in vita sua stava considerando il bagno come rifugio inespugnabile, fortezza indistruttibile, locus amoenus lontano dai pericoli della vita.

Peccato che, nonostante l'impegno messo nello scattare verso la salvezza, fu catturato subito da Sousuke il quale, a causa della sua ingente apertura alare, aveva impiegato pochi attimi per catturarlo, cingendolo per la vita. E aveva così constatato, altrettanto rapidamente, che l'inquilino del piano inferiore di Momotaro fosse nel pieno del suo alzabandiera mattutino. Una sadica idea balzò nella mente del senpai: Mikoshiba venne adagiato con poca delicatezza sulla propria scrivania, pantaloni e boxer calati, la sua erezione libera e in bella vista. Prima che il rosso potesse reagire, Sousuke gli bloccò entrambi i polsi con la mano sinistra mentre, con la destra, prese a sfiorare, e poi stringere in una presa vigorosa ma non soffocante, il membro dell'altro. Momotaro, decisamente sorpreso a causa di quell'inaspettato contatto, tentò di liberarsi in tutti i modi da quella situazione decisamente compromettente, ma la sinistra del compagno di stanza era saldissima e forte, i suoi polsi erano stati letteralmente inghiottiti dalla mano dell'altro. Non ci volle molto, comunque, per cessare ogni tentativo di fuga: quando una forte sensazione di piacere iniziò ad annebbiargli il cervello, Mikoshiba si abbandonò del tutto ai movimenti lenti ma regolari di Yamazaki. E quando quest'ultimo prese a mordergli il lobo dell'orecchio e a leccargli il collo, il giovane dorsista non riuscì a pensare ad altro se non alle braccia grandi e forti del proprio senpai.

Ma quando l'orgasmo stava per esplodergli addosso elevando a potenza la sensazione di piacere che stava provando, Sousuke si allontanò da lui liberandogli polsi e membro, lasciando quest'ultimo ancora eretto e decisamente insoddisfatto.

Lo studente trasferito osservò divertito l'amico ancora per qualche istante, poi si chiuse dentro il bagno e fece scorrere velocemente l'acqua del lavandino: non poteva proprio sopportare la vista di quegli sgorbi orribili sul proprio viso.

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Capitolo 2
*** Il sorriso di quando erano bambini ***


Per la serie 'Mai 'na ggioia', ecco il mio secondo fill della Quinta Notte Bianca organizzata dalla pagina  No ma Free lo guardo per la trama, eh con prompt di dietrich_didi: [SouGou angst, implicit SouRin] Scuole medie, Sousuke e Gou stanno insieme. Tuttavia, sebbene le voglia un bene dell'anima, Sousuke è innamorato in realtà di un'altra persona, ovvero del fratello della sua ragazza. Gou lo capisce, o meglio, l'ha sempre sospettato, ma essendo innamorata di Sousuke ha sempre guardato dall'altra parte, almeno fino a quando non capisce che Rin, anche se non lo dice, ricambia i sentimenti di Sousuke.ANGST A PALATE, preferibilmente introspettivo dai PV di Sousuke o Gou.
La sofferenza nello scrivere questa fic ç.ç! Ma ero troppo ispirata (di fatti è venuto fuori un papiro di 7 pagine, spero che non sia troppo pesante da leggere D: )
Detto ciò, ringrazio in anticipo chi leggerà :3
Alla prossima settimana con il terzo fill xp

 
Il sorriso di quando erano bambini

RATING: giallo scuro - arancione pallido (è una via di mezzo o.o );
GENERE: angst, lime, introspettivo, missing moment;
PERSONAGGI: Gou Matsuoka e Sousuke Yamazaki;
COPPIE: SouGou + implicit SouRin;
AVVERTIMENTI: nessuno

 

Quando Gou si accorse di provare qualcosa per Sousuke, la neve aveva inziato a sciogliersi sulla montagna di Iwatobi e il suo ingresso alle medie era oramai prossimo.
'Tra meno di un mese sarai di nuovo una mia kohai' aveva detto, quel giorno, il ragazzino, incontrato per caso al combini, dopo aver scoperto in che scuola fosse andata ad iscriversi la sua amica d'infanzia. 'Sono contento' aveva poi aggiunto accennando un lieve sorriso.
'Anche io...' si era limitata ad rispondere lei, rapidamente e a bassa voce. Le sue guance erano diventate rossissime, e il suo cuore aveva improvvisamente accelerato con i battiti.
Sousuke l'aveva accompagnata, molto galantemente, fino a casa, e i due, durante tutto il tragitto, non avevano più proferito alcuna parola. O meglio, Gou avrebbe voluto parlare tantissimo: avrebbe voluto raccontare all'amico di come non vedesse l'ora di indossare una divisa scolastica, che già si stava informando sui vari club del doposcuola, che le sarebbe piaciuto pranzare con lui di tanto in tanto. Ma nulla.
Il ragazzo, dopo la partenza di Rin, si era fatto più taciturno e silenzioso; non che prima fosse un concentrato di esuberanza e iperattività, ma ovviamente mostrava molta più energia. Di sicuro sentiva la mancanza del rossino.
Forse fu proprio questo lato leggermente fragile, unito alla sua gentilezza quasi iperprotettiva nei suoi confronti, a colpire Gou nel profondo del proprio cuore.

Il primo anno delle medie trascorse rapidamente e senza alcun progresso.
Sousuke si comportava come fratello maggiore nei confronti della ragazzina e quest'ultima approfittava di ogni occasione per poter trascorrere la maggior parte del tempo con lui. Mese dopo mese il sorriso di Yamazaki aveva iniziato, di nuovo, ad accendersi: purtroppo non splendeva ancora come ai tempi delle elementari, ma quella piccola fiamma aveva, pian piano, ripreso ad attecchire. Gou iniziò a desiderare di avvicinarsi ancora un po' di più a lui.
Il quattordici febbraio, Sousuke ricevette dalla sorella del suo migliore amico del cioccolato Honmei.
'Non è di quelli di cortesia...' specificò la ragazzina, con le guance dello stesso colore dei capelli, il viso rivolto verso un punto lontano che non coincideva con lo sguardo di Yamazaki, ma con gli occhi che, nonostante l'imbarazzo, ogni tanto si posavano sul volto dell'amico, per cercare di capire la sua espressione e, di conseguenza, decifrare una possibile risposta positiva o negativa.
Sousuke accettò il regalo senza dire nulla.
Il mese successivo, per il White Day, Gou ricevette un elastico per capelli azzurro, con due pesciolini in legno dipinti di turchese.
'Scusa, forse è una cosetta troppo semplice... É che non avevo idea di cosa ti piacesse. E visto che hai i capelli molto lunghi...'
Il ragazzino sembrava leggermente imbarazzato: di sicuro la piccola Matsuoka non era la prima fanciulla che aveva deciso di mettersi in gioco rivelandogli i propri sentimenti; ma si trattava di una sua cara amica, della sorella del suo migliore amico il quale, in quel periodo, si trovava in Australia per nuotare nelle migliori scuole. Cosa avrebbe pensato nel vedere la sua cara e dolce sorellina tra le sue braccia?
Gou iniziò a temere che Yamazaki avesse semplicemente ricambiato il regalo, non i suoi sentimenti; nonostante i propri pensieri poco positivi, la ragazzina strinse a sé, felicissima, il dono appena ricevuto.
Ma durante la cerimonia di inizio anno scolastico, Sousuke, anticipando la tradizione seguita quasi sempre dai diplomandi, le regalò il secondo bottone della sua divisa insieme al suo primo bacio.

Il secondo anno alle scuole medie era incominciato, per Gou, nel modo migliore possibile. La mattina i due si incontravano alla stazione e facevano la strada insieme, durante la pausa pranzo mangiavano sempre insieme, e spesso saltavano le lezioni più noiose per rifugiarsi sul tetto permettendo, così, alle loro labbra di rincontrarsi e di riassaporarsi.
Per le attività pomeridiane, Sousuke aveva scelto il club di nuoto. Gou si era iscritta, invece, a quello di calligrafia. La fanciulla aspettava sempre il proprio ragazzo al cancello della scuola e rimaneva ogni volta incantata nello scorgere, in lontananza, la sua sagoma alta e robusta stagliarsi contro il crepuscolo. Quando prendeva la sua mano per camminare con Yamazaki verso la stazione, si ritrovava spesso ad inspirare l'odore di cloro che la pelle del castano emanava nonostante lo shampoo e il bagnoschiuma: anche suo fratello profumava in quel modo, che nostalgia!
Quando Gou aveva scritto a Rin del suo rapporto con Sousuke, il piccolo Matsuoka aveva impiegato più tempo del solito per risponderle. Alla fine si era limitato ad un 'Congratulazioni ad entrambi' prima di cambiare discorso incentrandolo su quanti ordini conoscesse l'intelligentissimo cane della famiglia australiana che lo stava ospitando.

'Gou, dopo essermi diplomato mi trasferirò a Tokyo...' disse Sousuke, improvvisamente, un tardo pomeriggio di dicembre, mentre i due si stavano avviando alla stazione dei treni per rientrare nelle proprie case.
La ragazza si bloccò sul posto e rimase immobile per alcuni secondi. Persino la condensa che, a ritmi regolari, veniva emessa dal suo respiro, smise di mostrarsi in quegli istanti di gelo totale.
'...Andrai in un liceo rinomato per la sua squadra di nuoto?'
'Già' anche Sousuke si era fermato, continuando a stringere forte la mano della propria ragazza, e il suo sguardo fermo e deciso era fisso su quello di lei.
'Quindi... Mi stai lasciando?'
'No, assolutamente no!' gridò quasi Yamazaki mentre abbracciava stretto il corpo minuto di lei. Le braccia della fanciulla, però, rimasero stese, inermi, lungo i propri fianchi.
'Solo che... non ci vedremo più così tanto come adesso! Con lo Shinkansen sono meno di tre ore di viaggio! Prometto che tornerò a trovarti almeno una volta al mese Gou!'
La ragazza avrebbe voluto piangere e gridare, ma le sue lacrime non vollero uscire dai propri occhi. Evidentemente il suo destino era quello di vedere andare via e lontano le persone alle quali teneva di più. Prima suo fratello, poi Sousuke.
'Credevo che Tokyo fosse la meta di chi volesse entrare nelle migliori università' si limitò a dire con voce quasi impercettibile. In tutta risposta il suo ragazzo la abbracciò ancora più forte.
La Matsuoka si sentiva piccola e immatura: nonostante mancasse solo un anno all'ottenimento della licenza media, non aveva ancora deciso per il suo futuro. Sousuke non aveva avuto alcun dubbio: il nuoto sarebbe stato la sua vita. E lei invece? Cosa avrebbe voluto fare? Non eccelleva in nessuna materia, non aveva nessun interesse in particolare, viveva alla giornata. Seguire nella capitale il suo ragazzo? No, troppo complicato. La madre lavorava già tantissimo per pagare il sogno del fratello; non era giusto chiederle di sacrificarsi ancora di più anche per lei. Gou non vedeva l'ora di crescere, di essere indipendente, di avere il totale potere sulla propria vita.
'Sousuke... Diventiamo adulti insieme?'

La chiave di casa ruotò nella serratura emettendo un piccolo rumore metallico. La porta, di contro, si aprì in maniera molto silenziosa; i due ragazzini entrarono in casa Matsuoka senza parlare, senza guardarsi negli occhi, con le mani stretta l'una nell'altra in un unico caldo contatto. Dopo aver lasciato scarpe e zaini nell'ingresso, Gou condusse Sousuke al piano superiore.
'Vai pure in camera mia, arrivo subito' disse la fanciulla indicando una porta a pochi passi dalle scale. La ragazzina si chiuse in bagno e aprì l'acqua della doccia. Si lavò velocemente sfregando, con forza, la spugna contro il suo corpicino tremante per la tensione, cercando, nel contempo, di non bagnarsi i capelli. Si rivestì con della biancheria pulita ('Che cosa inutile... Tanto me la dovrò togliere fra poco' si ritrovò a pensare subito dopo) e degli abiti da casa semplici ma non sciatti. Prese inoltre un asciugamano scuro da stendere sopra il lenzuolo per evitare che si sporcasse.
Quando rientrò in camera, trovò Sousuke seduto sul suo letto, la giacca della sua divisa piegata sulla sedia, il viso rivolto verso la finestra, il suo sguardo perso che sembrava osservare un qualcosa situato a miglia e miglia di distanza. La sua figura in controluce, così grande e robusta, non sembrava appartenere ad un ragazzino di quasi sedici anni. Gou si sentì quasi intimidita. Ma oramai non poteva, e non voleva, più tirarsi indietro.
'Sono tornata' si limitò a dire sorridendo nella speranza che il suo ragazzo non si fosse annoiato durante quel non troppo breve lasso di tempo in solitudine.
La fanciulla stese l'asciugamano scuro sul letto e si sedette, con le ginocchia, su di esso. I due ragazzini si ritrovarono, così, l'uno di fronte all'altra, in silenzio, immobili, a cercare di pensare cosa fare, come fare, con quale tempismo. Gou chiuse gli occhi e socchiuse le labbra; Sousuke le accarezzò la guancia e la baciò con dolcezza. Le sue dita presero a sfiorarle il collo, il braccio, i fianchi ed, infine una gamba. Poi risalirono fino alla nuca per scioglierle i capelli. L'elastico che Yamazaki le aveva regalato il giorno del White Day, che la rossina portava sempre con sé, venne adagiato sul comodino; i due presero a spogliarsi lentamente, come se avessero a disposizione tutto il tempo del mondo, e le loro mani iniziarono ad esplorare, per la prima volta, la pelle dell'altro. Gou provava quasi vergogna per il proprio corpo: così bianco, minuto, ancora adolescenziale e privo di curve. Sousuke, invece, possedeva spalle larghe e robuste a causa del nuoto, una schiena così grande da perdercisi, la carnagione leggermente abbronzata per via degli allenamenti all'aperto, le braccia lunghe e toniche, il torace e gli addominali appena appena scolpiti, le mani calde e forti, da adulto. Eppure lui sembrava non notare quelli che la fanciulla aveva considerato come propri difetti: Sousuke fu dolce, Sousuke fu premuroso, Sousuke fu gentile, Sousuke, Sousuke, Sousuke.
Nonostante un piccolo intoppo iniziale (Yamazaki aveva eiaculato improvvisamente quando la ragazza aveva toccato con più decisione la sua erezione per mettergli il preservativo), la prima volta di Gou non fu così terribile come aveva letto in giro. Certo, la penetrazione era stata inzialmente difficile e dolorosa, ma gli occhi del suo ragazzo, così belli, limpidi, e totalmente concentrati su di lei, l'avevano catturata nel loro vortice turchese e la Matsuoka aveva inziato, presto, a lasciarsi andare al piacere.
Si risvegliò, mezz'ora dopo, sola nel proprio letto. Sousuke aveva lasciato la stanza, ma prima le aveva messo sul corpo una coperta in modo che non prendesse troppo freddo. Gou si vestì in fretta e furia ed uscì dalla camera.
Yamazaki si trovava nella stanza di Rin, seduto sul suo letto, e i suoi occhi, rivolti verso la finestra, sembravano cercare un qualcosa di molto importante perduto a miglia e miglia di distanza, oltre l'oceano.
'Sousuke?' sussurrò Gou.
Il ragazzo si voltò verso di lei e, dopo un paio di secondi di silenzio, la chiamò a sé sorridendo.
'La stanza è rimasta tale e quale a quando c'era ancora Rin... Mi è sembrato di tornare indietro nel tempo, quando noi tre eravamo alle elementari'
La fanciulla, in piedi vicino al letto, abbracciò le spalle del nuotatore e avvicinò la sua testa castana al petto.
'Già. Io e la mamma abbiamo deciso di non toccare nulla senza il suo permesso'
Yamazaki sollevò lo sguardo per incontrare gli occhi di Gou.
'Rin ti ha più scritto?'
'Si, anche se oramai le sue lettere mi arrivano molto di rado...'
'A me non è arrivato più nulla'

La Matsuoka correva il più velocemente possibile verso casa. Un sms della madre l'aveva portata a saltare le lezioni pomeridiane del suo secondo giorno di liceo: Rin era tornato a casa! E non vedeva l'ora di riabbracciarlo!
Quando aprì la porta dell'abitazione, si ritrovò davanti il volto scocciato del fratello, il braccio destro che reggeva uno scatolone pieno di cianfrusaglie personali, la mano sinistra aperta vicino al pomello dell'uscio.
'Onii-chan!!!!'
'Spostati Gou...' il timbro di Rin era acido e, decisamente, non cordiale. La ragazza rimase interdetta soprattutto quando il rosso usò la mano libera per spostarla via da davanti alla porta.
'Onii-chan, dove stai andando?'
'A portare le mie cose al dormitorio della Samezuka'
'Frequenterai la Samezuka? Complimenti!!! Ma quindi non tornerai a casa con noi?'
Matsuoka non rispose; si limitò a darle le spalle e a proseguire per la sua strada.

'Sousuke, lo sai che Rin è tornato a casa? A quanto pare finirà il liceo alla Samezuka, l'accademia con una delle più forti squadre di nuoto della città! Non è fantastico?'
Quella sera Gou chiamò il proprio ragazzo per raccontargli della sua giornata come al solito. Ma questa volta Yamazaki emise a stento solo qualche parola.
Da quando il nuotatore aveva iniziato, l'anno precedente, a frequentare un liceo di Tokyo, la Matsuoka aveva avuto come la sensazione che il loro rapporto si fosse leggermente raffreddato.
'Sarà quasi sicuramente la distanza' aveva pensato la ragazza. Dopotutto, quando Sousuke la andava a trovare, quasi ogni mese, si dimostrava sempre premuroso e passionale. Sicuramente era solo il telefono a darle quella sensazione piuttosto negativa. Eppure, quella sera, dopo aver annunciato al ragazzo il ritorno di Rin, Yamazaki si era ammutolito improvvisamente e non sembrava più in vena di parlare.

Per il mese successivo, le chiamate fra Gou e Sousuke, divennero sempre più telegrafiche, fino a quando, a fine maggio, non smisero quasi del tutto di sentirsi. E il ragazzo non era nemmeno passato a trovarla a Iwatobi.
La Matsuoka, così, decise di usare tutti i propri risparmi per comprare un biglietto dello Shinkansen in direzione Tokyo.
Dopo non poche difficoltà, la fanciulla riuscì a trovare la scuola del proprio ragazzo e attese al cancello che la pausa pranzo cominciasse. Dopo poco meno di un'ora, una figura alta, robusta e molto familiare, prese ad avvicinarsi a lei correndo. Gou la riconobbe dal suono dei suoi passi.
Sousuke abbracciò forte la fanciulla e quest'ultima si sentì scomparire tra le sue spalle forti.
'Ho sentito dei ragazzi dire che al cancello c'era una tizia carina, con indosso una divisa sconosciuta, che portava una coda alta di lunghi capelli rossi...'
'Eheh, sorpresa!'
E poi era successo tutto velocemente: Yamazaki era rientrato, per un istante, in classe per prendere la cartella e si era allontanato altrettanto rapidamente dalla scuola, tenendo stretta la mano della propria ragazza.
I due si erano rifugiati in un piccolo albergo ad ore poco distante dal liceo del ragazzo e durante il tragitto non avevano proferito parola.
Quando Gou iniziò a sbottonare la camicia della divisa di Sousuke, quest'ultimo le bloccò le mani, scese dal letto e si rifugiò in bagno per qualche istante.
'Sousuke?'
Il nuotatore rientrò nella camera da letto con la camicia totalmente sbottonata. 'Scusa, volevo solo controllare di essere a posto'
La Matsuoka non fece in tempo a replicare o anche solo a chiedersi il perchè di quel comportamento: il ragazzo le aveva scostato gonna e slip per accarezzarle il pube umido di eccitazione.
Ma durante il coito, un movimento leggermente più brusco di Sousuke fece emergere sul suo viso un'espressione dolorante e sofferente: il castano perse l'equilibrio e schiacciò la ragazza con il proprio peso.
'Sousuke, tutto bene?' chiese Gou decisamente preoccupata. Il suo ragazzo, ora, sembrava quasi spaventato; tutto ciò non fece altro che aumentare l'ansia della fanciulla.
'Tutto ok, tranquilla' il nuotatore sorrise e scostò una ciocca di capelli ribelli dalla fronte della Mastuoka. 'Che ne dici, cambiamo posizione?'

Yamazaki dormiva profondamente. Il suo viso era tranquillo e disteso ma Gou non riusciva a dimenticare la sua espressione di dolore. Avevano continuato con lui sdraiato per tutto il tempo, non passivo, ma comunque meno partecipe rispetto a come era solito fare.
La ragazza si alzò dal letto e, nuda, si diresse in bagno per farsi una doccia, non prima di aver lasciato un piccolo bacio sulla fronte della persona che più amava al mondo.
Non fece in tempo ad aprire l'acqua che i suoi occhi caddero su di una sorta di grande manica, all'apparenza di stoffa scura, seminascosta dietro il water.
'Un tutore?'

Il sole aveva iniziato la propria discesa verso ovest quando Gou e Sousuke si salutarono alla stazione dello Shinkansen con un lungo bacio. Il ragazzo rimase in piedi ad ammirare la fanciulla che si trovava di fronte a lui, gli occhi leggermente tristi, le labbra strette in un silenzio pesante.
'Sousuke...'
'Dimmi'
'Lo sai che ti amo, vero?'
'Ovvio. Ti amo anche io'
'Ma io ti amo veramente!!! Veramente veramente tanto!' la ragazza aveva gli occhi lucidi.
'Ti amo anche io'
'Giuro che troverò un lavoro part time e ti verrò a trovare più spesso! Devi dirmelo se ti senti solo, o perso, o anche se vuoi solo una presenza vicino a te che stia in silenzio! Promettimelo!'
'...Non serve! Non ti stressare con un lavoro che ti occuperà tutti i pomeriggi e che ti sfinirà e basta!'
'Voglio stare con te il più spesso possibile!' Gou non voleva sentire obiezioni.
Yamazaki le sorrise e le sussurrò un 'Ti amo' mentre le porte del treno in partenza si chiusero con un sibilo potente.

'Esci di casa!'
'Eh? Perchè?' rispose Gou interdetta. Era rimasta sorpresa quando sul cellulare era apparsa la chiamata di Sousuke con ben due ore di anticipo rispetto al solito.
'Sei uscita?'
'Sto sulla porta... Aspetta che prendo le chiavi!'
'Bene, ora vai verso il combini e poi svolta a destra'
'Perchè, dove devo andare di preci...' per poco non le cadde il cellulare a terra. Yamazaki si trovava davanti a lei, il proprio telefonino ancora accostato all'orecchio, e un tenero sorriso in volto.
Dopo una manciata di minuti riempiti di effusioni, abbracci, carezze e lunghi baci, finalmente il ragazzo spiegò il motivo della sua visita a sorpresa.
'Sai, frequenterò il terzo anno alla Samezuka! Visto che sono stato reclutato da una buona università con una forte squadra di nuoto, e ho accettato il loro invito, ho deciso di tornare nella mia città natale per nuotare come uno studente normale, non come un quasi professionista!'
Nuotare come uno studente normale... Perchè, allora, scegliere la Samezuka e non l'Iwatobi? Il liceo di Gou, dopotutto, aveva un club giovane e composto da soli pochi elementi. La Samezuka era pur sempre un'accademia rinomata...
'Quindi andrai a scuola con Onii-chan...'
'Lui ancora non sa nulla. Chissà se capiterò in classe con lui! Lo scoprirò domani' gli occhi del ragazzo si illuminarono leggermente alla luce del non ancora caldo sole primaverile, e Gou ritrovò in essi lo sguardo del suo amico d'infanzia alle elementari, di quando nuotava insieme a Rin nella piscina della scuola.
'Starai quindi a casa?'
'No, ho fatto domanda per entrare nel dormitorio'

L'anno nuovo era appena incominciato e la Matsuoka aveva invitato il suo ragazzo alla consueta visita al tempio. Lei si era agghindata con il kimono più bello e costoso che aveva trovato in circolazione, e non vedeva l'ora di mostrarsi così sistemata agli occhi di Sousuke. Peccato che il suo ragazzo, quel giorno, fosse parecchio distratto: la sua testa era altrove, così come i suoi occhi. Per poco non inciampò sui gradini delle scale che conducevano al tempio.
'Tutto bene Sousuke? Hai per caso visto un tuo conoscente qui al tempio?'
'No, scusami! Oggi sono un disastro'
Ma quando Yamazaki ricevette un messaggio sul cellulare, i suoi occhi si illuminarono per un istante lungo quanto un battito di ciglia. Gou, però, aveva notato quella lieve scintilla.
'Gou, è l'allenatore della Samezuka... Dice che dopo pranzo dovremo trovarci tutti in piscina per via di un allenamento straordinario'
'Così all'improvviso?'
'Pare che Momo ne abbia combinata una delle sue in piscina e che, per punizione, tutto il team verrà massacrato fino a sera...'
'Oh...' Sousuke non sapeva proprio mentire. 'Bhé, allora fatti forza! E salutami Onii-chan quando lo vedi'
Le spalle di Yamazaki ebbero un tremito quasi impercettibile per la sorpresa; nonostante il volto del ragazzo non avesse cambiato espressione, la sua ragazza si era accorta di quella millimetrica contrazione involontaria.
Quel pomeriggio Gou decise di andare a trovare la squadra della Samezuka con la scusa di parlare con il loro manager, per organizzare un allenamento congiunto con la squadra dell'Iwatobi.
L'accademia si era quasi totalmente svuotata a causa delle vacanze invernali, e nel cortile regnava il silenzio. La fanciulla non ci fece caso più di troppo e si diresse, spedita, verso la piscina coperta. Passando davanti ad una finestra della struttura sportiva, Gou percepì un forte tonfo seguito da un rumore di schizzi.
'Dopotutto si stanno allenando...' pensò sospirando di sollievo. Peccato che la solita confusione, causata da bracciate, fischi di partenza, chiacchiericcio e sgridate varie, che era solita accoglierla ogni volta che la Matsuoka andava a trovare il fratello per motivi legati al club dell'Iwatobi, sembrava, ingiustificatamente, assente.
I suoi occhi si spostarono verso la finestra che dava sulla piscina: Rin nuotava rapidamente a delfino mentre Sousuke era seduto su uno dei blocchetti di partenza in attesa dell'amico. I due erano da soli. Quando il rosso uscì dall'acqua, usando solo la spinta dei muscoli delle braccia per risalire, e si mise in piedi di fronte al ragazzo della sorella, gli regalò uno dei sorrisi più caldi che Gou avesse mai visto durante tutta la propria vita. E Yamazaki fece lo stesso.
Per un istante la fanciulla rivide il volto dei due amici alle elementari, quando erano ancora insieme e nuotavano nella stessa squadra. Sousuke non aveva mai avuto, con lei, quell'espressione così calda e, soprattutto, serena.
I due ragazzi erano molto vicini, le loro dita sfioravano appena la loro pelle bagnata di acqua e cloro per poi tornare indietro rapidamente, come se volessero fuggire via ma solo per farsi inseguire.
Gou si sentì lo stomaco sottosopra e la lingua secca.
Avrebbe voluto piangere ma i suoi occhi erano asciutti.
Solo quando i due ragazzi uscirono dalla sua visuale per rientrare negli spogliatoi, la fanciulla si voltò di scatto per tornare a casa; le sue orecchie percepivano suoni ovattati come se si trovasse dentro l'acqua, le sue gambe andavano avanti solo per inerzia, la sua testa stava tornando indietro nel tempo facendole rivivere tutti i momenti passati insieme a Sousuke, mettendo in evidenzia anche quei piccoli e strani segnali che la Matsuoka non era riuscita ad interpretare fin da quando aveva iniziato a frequentare il suo ragazzo.
Fortunatamente rincasò senza causare nessun incidente; e la prima cosa che fece, una volta tolte scarpe e giacca, fu mandare un messaggio a Yamazaki.
'Ehi, se non sei stanco dopo l'allenamento, che ne dici di prendere una cioccolata calda insieme?'

'Sousuke?' chiamò Gou facendo mischiare la condensa del suo respiro con il fumo della cioccolata calda da asporto che teneva con entrambe le mani per riscaldarle.
'Dimmi'
'Lo sai che ti amo, vero?'
'Ovvio. Ti amo anche io'
'Ma io ti amo veramente!!! Veramente veramente tanto!' la ragazza, questa volta, non aveva gli occhi lucidi.
'Ti amo anche io'
'Ma ami anche Rin, vero?'
Il nuotatore si bloccò di colpo e per poco non fece cadere a terra il suo bicchiere vuoto già a metà.
La Matsuoka abbassò lo sguardo e sorrise tristemente.
'Sai, inconsapevolmente lo sapevo già. Lo sapevo da sempre. Ma ho fatto finta di essermi sbagliata: dopotutto tu sei diventato mio e questo mi bastava'
Yamazaki rimase immobile e incapace di guardare la ragazza negli occhi.
'E credo che anche Rin ti ami. Fin da quando eravate piccoli'
Sousuke strinse il pugno libero fino a farsi male.
'Gou. Non sono stato con te solo perchè somigli a lui, lo giuro!' nonostante tutto, il ragazzo non riusciva a trovare il coraggio di guardare la rossina negli occhi. E lei se ne accorse ma, di nuovo, fece finta di nulla.
'Ti credo'
'Ti amo ancora'
'Ma adesso Rin è tornato. E tu ami lui di più'
Silenzio.
Sousuke aveva iniziato a mordersi il labbro e sembrava soffrire come un cane.
Gou, invece, aveva il viso appena appena velato da un sottile strato di tristezza, come una seta traslucida.
'Sousuke...'
'...'
'Ci lasciamo?'
Nessuna risposta.
'Si, credo sia meglio lasciarsi' aggiunse la Matsuoka come per svegliare se stessa da un sogno diventato oramai troppo lungo e strano. 'Comunque sono stata molto felice con te in questi quattro anni. Anche quando sei stato via a Tokyo. Grazie e buona fortuna con mio fratello'
Questa volta la fanciulla non attese alcuna risposta da parte dell'oramai ex ragazzo: gli diede subito le spalle e proseguì per la salita che conduceva verso casa sua. A metà strada, una singola lacrima prese a scivolare lungo la sua guancia e andò ad immergersi nella cioccolata calda che Gou aveva continuato a tenere, con entrambe le mani, poco sotto al mento. Ne bevve un sorso chiudendo gli occhi.
'É amara. Molto amara'  

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Capitolo 3
*** La dura vita di un terzo incomodo ***


Io adoro scrivere stupidaggini divertenti. Quindi non mi sono lasciata sfuggire il prompt di white_lilyy: 'MakoHaru + Rin (non 3some). Rin, in visita a Tokyo, viene ospitato dai MakoHaru che si rivelano essere quel genere di coppia così innamorata che è inbarazzante averci a che fare. Bonus: POV di Rin'
Che dire, magari non sono riuscita a rendere molto melensi Haruka e Makoto (da un lato meglio, io odio le coppie così xDDD) ma sono abbastanza contenta di come sia venuta fuori la fic :3
Ringrazio in anticipo per chi leggerà questo racconto >w<
PS: nella prima pagina di questa raccolta ci sono i link per le vecchie Notti Bianche.

 
La dura vita di un terzo incomodo

RATING: verde;
GENERE: divertente;
PERSONAGGI: Rin Matsuoka, Makoto Tachibana, Haruka Nanase;
COPPIE: MakoHaru;
AVVERTIMENTI: nessuno

 

'Dei dell'universo, cosa ho fatto di male nella mia vita? A parte essere stato stronzo con i mie vecchi amici d'infanzia, sia ben chiaro...'

Rin aveva voglia di respirare nuovamente l'aria del suo caro vecchio Giappone. Le vacanze di Natale si stavano avvicinando e con esse anche la meritata pausa dai suoi impegnativi allenamenti di nuoto. Essere un nuotatore professionista in Australia, così come nelle altre parti del globo, era molto faticoso dal punto di vista fisico, ma la consapevolezza di essere sempre più vicino alla realizzazione dei propri sogni aveva acceso in lui nuove energie: esse gli avevano permesso di non arrendersi alla prima difficoltà.
Già, meritava nella maniera più assoluta quei dieci giorni di riposo!
E così, dopo essere rientrato ad Iwatobi, dopo aver salutato famiglia e amici, decise di andare a trovare gli unici compari che mancavano all'appello: gli assenti giustificati Haruka e Makoto.
'Ma certo, vieni pure a Tokyo quando vuoi! Ti ospiteremo noi, tanto abbiamo spazio nel nostro appartamento!' gli aveva detto Takibana al telefono, entusiasta e impaziente di incontrare, dopo tanto tempo, il vecchio compagno di (dis)avventure.

'Allora... Partenza per il 25, arrivo a Tokyo per l'ora di pranzo, bla bla bla, giri turistici random se ne ho voglia e aereo per Sidney il 30. Il primo gennaio ricominciano gli allenamenti...'
Rin aveva organizzato il tutto (quasi) nei minimi dettagli. Alla fine lui era un ragazzo che viveva alla giornata, non sentiva il bisogno di creare piani troppo articolati, dopotutto non faceva Ryugazaki di cognone. Alla fine bastava solo tenere da conto degli orari di treno (per l'andata) e aereo (per il rientro in Australia) e il gioco era fatto.

Matsuoka arrivò a Tokyo per le 12.30 spaccate, il treno non era mai stato così puntuale. Un inizio davvero fortunato.
Haruka e Makoto lo aspettavano fuori dalla stazione e Rin non ebbe difficoltà nel trovarli: i due erano l'uno appiccicato all'altro e non erano cambiati di una virrgola nonostante i due anni passati dopo il loro diploma.
'Racconta Rin, come vanno i tuoi allenamenti in Australia?' disse Tachibana dopo essersi seduto di fronte al proprio compagno di vita e all'amico d'infanzia in un piccolo ristorante occidentale vicino alla stazione.
'Alla grande! Ho migliorato tantissimo i miei tempi! Dopotutto ci fanno nuotare tutti i giorni per almeno cinque ore... E ogni tanto, di sera, mi piace ancora concedermi un po' di jogging sulla spiaggia. Cose così!'
'Secondo me sta gonfiando il tutto' si intromise Haruka senza staccare gli occhi dal menù.
'Ooooh... E tu Haru, che mi racconti? Quanto movimento ti fanno fare qui a Tokyo?'
Il moro sollevò lo sguardo per incontrare gli occhi di Rin. Poi, tornando a concentrarsi sulla lista di pietanze che il posto aveva da offrire, si limitò a dire con la sua solita nonchalance: 'Ne faccio di più tornato a casa'
'Haruuuuuu!!!!' piagnucolò Makoto diventando fuxia in volto.
Rin sollevò un sopracciglio leggermente interdetto ma il volto imbarazzato dell'ex dorsista, spettacolo esilarante fin dai tempi delle elementari, gli fece dimenticare in men che non si dica la situazione nella quale, inconsapevolmente, si stava infilando.
Dopo aver dettato al cameriere i primi ordini e dopo aver, finalmente, ricevuto i primi piatti, la conversazione iniziò a spostarsi su argomenti di vita vissuta: dalle lezioni di Makoto, alla comodità di vivere in una casa propria, alle piccole difficoltà nel tirare avanti solo di lavori part time.
Durante uno dei suoi discorsi conditi con abbondante gesticolazione, Rin fece cadere a terra un fazzoletto del ristorante: quando si abbassò per raccoglierlo notò come le gambe dei due fidanzatini fossero a distanza molto ravvicinata l'una dall'altra; gli parve di intravedere, poi, la punta del piede destro di Nanase accarezzare con movimenti lenti e regolari la caviglia dell'altro.
'Magari mi sto sbagliando io...' pensò subito il nuotatore professionista. Ma una volta riemerso sul livello del tavolo, uno spettacolo ben più diabetico gli bloccò la mandibola in un'espressione stupita e contrita nello stesso momento.
'Makoto...' Haruka stava offrendo al proprio compagno un boccone della propria pietanza a base di pesce. Tachibana lo assporò facendosi imboccare.
'Umm, veramente buono! Tu vuoi assaggiare questo pezzo di spezzatino, nonostante non sia il tuo prezioso sgombro?' in tutta risposta il moro spalancò le proprie fauci.
'...Ok?' pensò Rin continuando a non capacitarsi di quello che stesse vedendo.

Ma il peggio doveva ancora arrivare.

Il gruppetto si diresse ad Harajuku per mostrare al rosso i negozi più in voga della città.
Il nuotatore dai denti aguzzi, come facilmente prevedibile, rimase a bocca aperta per la varietà di stili e tendenze che vedeva sfilare, in greggi più o meno abbondanti, davanti ai propri occhi increduli.
'Ehi, entriamo qui dentro!!!' gridò Matsuoka dopo essere rimasto incantato davanti ad una vetrina con abbigliamento... tamarro proprio come piaceva a lui. Dopo aver passato quasi un quarto d'ora a spulciare magliette, canottiere, pantaloni e calzature di vario genere, Rin decise di provare solo una t-shirt un po' larga e con una stampa astratta sopra. Dopo aver acquistato il capo di vestiario, il ragazzo si voltò alla ricerca della coppia di amici. Peccato che di Haruka e Makoto non ci fosse più nemmeno l'ombra. O meglio, in realtà il nuotatore professionista scorse una strana ombra proiettata da uno dei camerini lì vicino.
'Ehm, ragazzi, siete voi?'
La tendina si aprì di scatto e un Tachibana spettinato (rossissimo in volto) e un Nanase stropicciato (impassibile come se non avesse fatto nulla di che) fuoriuscirono in contemporanea.
'...Ok???' si ritrovò a pensare Rin per la seconda volta.
Ma non era ancora finita.
Al rientro, Haruka e Makoto indossarono un paio di pantofole coordinate tra di loro. Anche i pigiami seguivano lo stesso schema di cuciture e colori.
Mentre cucinava la cena, il moro si ferì un dito con un coltello e bastò un suo 'Makoto' per far accorrere il castano: quest'ultimo, dopo aver preso la falange del proprio ragazzo (che non sanguinava poi nemmeno tanto) con entrambe le mani, l'aveva portata alla sua bocca per succhiare la ferita. E poi vabbé... Le loro effussioni continuarono, in maniera decisamente più fisica, anche durante la notte, e Matsuoka, sistemato nella stanza accanto alla loro, non riuscì a dormire a causa dei loro rumorosi gemiti.
'Dei dell'universo, cosa ho fatto di male nella mia vita? A parte essere stato stronzo con i mie vecchi amici d'infanzia, sia ben chiaro...'
La sua pazienza stava venendo meno.
E la tiritera continuò anche nei giorni successivi.
Quando il 30 Rin si ritrovò all'aeroporto di Narita per rientrare a Sidney, emise un profondissimo respiro di sollievo. Si sentiva esausto e non vedeva l'ora di tornare in Australia. Peccato che un'abbondante nevicata aveva bloccato tutto il traffico aereo della regione: nessun aeroplano sarebbe partito per almeno ventiquattro ore.
'Non c'è nulla da fare... Vorrà dire che starai da noi un giorno in più! Vero Haru'
'Dei dell'universo, uccidetemi qui seduta stante, prima che io compia una strage sanguinosissima...'

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Capitolo 4
*** I campioni dell'Italia semo noi! ***


Lol, questa fic è l'apice della mia pirlaggine e della mia follia xD Cioé... Bhò xD!
Il prompt bellissimo di Aika è: AU!Roma in cui Sousuke è laziale e Rin è romanista (e romano coatto). Non ho saputo resistere xD
Fatemi sapere se c'è bisogno di mettere delle note con la 'traduzione' delle frasi di Rin e Sou (lol)!!!
Alla prossima settimana con l'ultimo capitolo di questa raccolta!!!

 
I campioni dell'Italia semo noi!

RATING: verde;
GENERE: divertente;
PERSONAGGI: Rin Matsuoka, Sousuke Yamazaki;
COPPIE: nessuna;
AVVERTIMENTI: tante parolacce u.u


NOTA: questa fic NON rappresenta i romani in nessun modo (per quanto ci siano, comunque piccolissime eccezioni). Il carattere 'coatto' dei personaggi è stato esagerato SOLO per comicità. Se ho offeso qualcuno, non era assolutamente mia intenzione.


"Semo noooooooi, semo noooooooi, i campioni dell'Italia semo noooooooi!!!" davanti allo Stadio Olimpico di Roma, in attesa che i cancelli si aprissero per permettere ai tifosi di disporsi sugli spalti, si era levato un grido unico, come se prodotto da un'unica potentissima ugola, che univa, sotto la stessa passione, persone diverse tra di loro.
Un unico coro che, però, nonostante l'omogeneità delle voci, divideva anche coloro che professavano una diversa fede.
"I campioni 'dda capitale semo solo noi! Voi ciociari demmerda c'avete solo che d'abbozzà!!!" disse Rin, capo ultras giallo-rosso, rivolto alla fazione avversaria. Indossava la tipica maglietta della propria squadra, di almeno due taglie più piccola visto come risultava attillata sul suo petto scolpito, le maniche arrotolate fno alle spalle proprio come un Mark Lenders dei giorni nostri e l'ombelico che si manifestava in pubblico ogni volta che il ragazzo sollevava il braccio per aizzare i propri colleghi contro il gruppo di tifosi eretici; a completare il tutto, jeans strettissimi e strappati. Al collo l'immancabile sciarpetta bianca con lo scudettino con la lupa, nonostante fosse maggio inoltrato.
"A zi', nun ce stai a capì 'n cazzo. Oggi ve famo er culo a strisce bianc'azzurre!" rispose un ragazzo alto e robusto, mai visto prima d'ora (un nuovo adepto con l'abbonamento allo stadio appena fatto?), con indosso la maglia numero 34 di Perea, pantaloni da tuta blu e scarpe sportive di colore bianco, alte fino alla caviglia, con l'orlo dei pantaloni all'interno di esse. Non aveva sciarpette con sé; la sua fede era facilmente intuibile, oltre che dalla t-shirt, dal braccialetto di caucciù con perline di varie gradazioni di azzurro e ciondolo a forma di aquilotto. Il suo nome era Sousuke.
"Er pupone naZZionale nostro te farà rimagnà tutto!!!" riprese Rin, e poi, aizzando la folla dietro a sé: "Ce l'avemo solo noi er puuuuponeeeeee, ce l'avemo solo noi... Totti Gooooooal, Totti Gooooooal!!!"
La tifoseria romanista iniziò a saltare e a battere le mani al ritmo della canzoncina. Dopo aver concluso la propria professione di fede al capitano, un applauso condito da 'Dajeeeeee' sparsi e urla indefinite riecheggiò per tutta l'area.
Sousuke non si fece intimidire, anzi: "Er pupone è vecchio e se regge co' sputo! É 'na pecetta! Se sta a rompe tutto! Mannatelo in pensione, è vecchio, c'ha li ginocchi fraggili!!!"
La cricca della Curva Nord esplose in un boato di applausi e grida d'incitamento. Finalmente la stirpe dell'aquila aveva acquistato un capo carismatico che potesse competere contro di Rin.
"Buuuuuuuu" il gruppo romanista fece sentire tutto il proprio disappunto tra fischi e versi gutturali.
"Ahò, voi ce 'nvidiate er pupone nostro naZZionale! Nun ha mai tradito 'a sua fede
! Semper fedelis!!!" ostentò Rin, alzando le braccia al cielo, in un latino non propriamente corretto, solo per darsi un pò di tono. La tifoseria devota alla lupa trasfornò i propri fischi di disprezzo in squilli di vittoria.
"Noi c'avemo li ggiovani! Voi c'avete li vecchi! Nun c'a fate proprio più, i ggiocatori 'da Roma hanno da sedesse per riprenne 'a fiatella!"
"Nun so vecchi, 'zi! C'hanno esperienza! Vedi come ve freghiamo li pischelletti vostri cor cucchiaio!"
In tutta risposta Sousuke, battendo le mani sopra la propria testa, iniziò a cantare: "Vvvoooolaaaa! Sur prato verde vvvoooolaaaa! LaZZioooooo, tu non sarai ma soooolaaaaaa..."
I fedeli nati sotto il segno dell'aquila si unirono tutti alla voce del loro primo sacerdote. Le braccia rivolte al cielo ad ondeggiare, mimando, una distesa di erba color carne, bianca e azzurra mossa dallo spostamento d'aria causato dalle possenti ali del forte rapace.
I romanisti cercarono di coprire il 'Cantico della Creazione Laziale' con i loro versi di disappunto. Quando il coro avversario diminuì di intensità raggiungendo la conclusione dell'ultima strofa, fu il turno dei lupi far sentire il proprio inno.
"Roma, Roma, Romaaaaaa... Core de 'sta cittàààààààà!!! Unico granne amore, de tanta e tanta ggente, che fai sospirààààààààà!" uno stridio stonato, doloroso da sentirsi, lacerò i timpani di entrambe le cricche: dopotutto nessuno possedeva la potenza del timbro di Venditti.
"Buuuuuu, non sapete manco cantà, vergognaaaaaaaaaa!!!!" gridò Sousuke portandosi le mani accanto alla bocca, a mò di megafono, per ampliare il volume del proprio tono.
"Er cantante der vostro inno non sa cantà!!! Ma chiccazz'è Toni Malco? 'No sconosciuto! Può solo pulì le scarpe all'Antonellone nostro!! Quanto sei bbella Roma, quann'è seraaaaaa..."
I cori giallorossi ripresero a cantare stavolta con più intensità. E più stonature.
In risposta ai fischi di disprezzo della tifoseria laziale, Rin rispose: "'A Curva Norde c'ha meno posti perchè siete 'n pochi!!! Er core della nostra reGGione è giallo rosso come er sangue nostro!"
"Noi semo pochi perchè bastiamo a favve'r culo!!! Perchè semo più mejo der vostro esercito! Voi c'avete li spadini da gladiatori, noi i fucili e le pistole!!"
I battibecchi durarono fino all'apertura dei cancelli. Poi fu tutto un 'corri corri' per cercare di appropiarsi del posto migliore.
Nonostante la fede differente, nel cuore di romanisti e laziali si nascondeva la stessa speranza: la voglia di vedere la propria squadra preferita vincere contro il proprio acerrimo nemico. Per poi sfottere la tifoseria perdente, ovviamente.

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Capitolo 5
*** Insicurezza ***


Ultimo fill della Quinta Notte Bianca! Il prompt di phoenix_bellamy p16 era: 'SouRin, qualcosa di ispirato a questo gifset, please: http://shigino.tumblr.com/post/111178388862/sourin-week-day-5-based-of-this'.
Se devo essere sincera, avendo male interpretato tutto il dialogo, non ho 'messo' nella fic l'ultima gif (io davo per scontato che Rin e Sou stessero gioiosamente insieme e che non ci fosse 'l'ombra di Haru' a tenere intrappolato il rosso... Per questo alla fine Sou avrebbe detto: 'Then I could figure out how to stop liking you') (e io sarei morta di dolore ç_ç). Quindi alla fine è venuta una storiella con Rin che fa la drama queen che richiede attenzioni e Sou che è il razionale tra i due e tranquillizza il proprio consorto. Tutto qui. Non è, purtroppo, una delle mie migliori fic ma almeno è breve e indolore. Si rischia giusto solo un pochino di diabete u.u

Che dire, da sei mesi ho in progetto di scrivere una MakoHaru di 5-6 capitoli ma la vita reale mi ha fatto creare solo un capitolo e mezzo. Ora che l'ho scritto qui non ho più scusanti, devo mettermi per forza al lavoro, non ho scusanti xp
Alla prossima e grazie a chi leggerà questo ultimo racconto :3


 

Insicurezza

RATING: verde-giallino;
GENERE: 
leggermente angst, slice of life;
PERSONAGGI: Rin Matsuoka, Sousuke Yamazaki;
COPPIE: SouRin shounen-ai;
AVVERTIMENTI: rischio di contrarre il diabete?

 

'Sousuke, cosa ti piace di me?' chiese Rin, improvvisamente, staccandosi dalle labbra del proprio ragazzo.
I due si trovavano seduti sull'erba del cortile sul retro della Samezuka e si stavano godendo, insieme, i raggi del sole di fine estate.
Yamazaki guardò il rosso dritto negli occhi. L'espressione del viso del fanciullo dai denti aguzzi non sembrava ironica o maliziosa, era decisamente seria. E non sembrava voler scherzare.
'Mmm... La tua cocciutaggine, credo. Ti metti in testa una cosa e fai di tutto per portarla a termine. Semplice o complicata che sia' rispose Sousuke in maniera generica, non riuscendo a capire dove volesse andare a parare l'altro.
Rin non sembrò molto soddisfatto delle parole del ragazzo che lo cingeva ancora, stretto, tra le proprie braccia. Sgusciò via dalla sua presa e si sedette poggiando i gomiti sulle ginocchia: 'Tutto quà? Avrei sperato in qualcosa di meglio...'
'Allora dimmi tu... Cosa ti piace di me?'
Matsuoka portò il viso in direzione di Sousuke e lo squadrò dalla testa ai piedi, come se volesse fargli una radiografia.
'I tuoi occhi. Che possono sembrare freddi all'inizio, ma che, invece, racchiudono un mondo al loro interno. Le tue mani, forti ma anche delicate. Le tue labbra sottili. Le tue braccia e la tua schiena. Il tuo culo...'
'...Ma tu lo sai già che, dal punto di vista fisico, aprezzo praticamente tutto di te!'
'Il tuo atteggiamento protettivo. La tendenza a nascondere tutto ciò che ti fa soffrire per non far preoccupare chi ti sta intorno. Perchè preferisci star male tu da solo piuttosto che intristire anche gli altri. La...'
'Rin' Sousuke posò la propria mano sul ginocchio dell'altro ragazzo. 'Hai dei dubbi sulla nostra relazione?'
Matsuoka abbassò lo sguardo e poi chiese: 'Perché ti piaccio?'
Il nuotatore dai capelli bruni incrociò le braccia dietro alla testa e si sdraiò sull'erba.
'Perché tu mi piaci? Perché sei tu. Solo tu. Questa è l'unica ragione'
Rin si voltò lentamente verso Yamazaki, le labbra dischiuse per la sorpresa, gli occhi ora concentrati sui lineamenti marcati del proprio ragazzo.
'Rin, come mai tutte queste domande? Hai paura che, una volta tornato in Australia, la distanza comprometta il nostro rapporto?'
Il rosso rimase immobile e in silenzio. Ma i suoi occhi non riuscivano a staccarsi da quelli di Sousuke. Quest'ultimo, non ricevendo nessuna risposta, sospirò leggermente deluso. Poi allungò il proprio braccio per cingere le spalle di Rin e trascinò così il suo corpo verso il proprio petto.
Matsuoka non fece resistenza e, in pochi secondi, si ritrovò a respirare seguendo lo stesso lento ritmo del cuore dell'altro.
'Rin, sbaglio o sei stato tu a sgrdarmi dicendo di non arrendermi, che avrei dovuto darmi da fare con la riabilitazione, che tu mi avresti aspettato per tutto il tempo possibile ma che, comunque, mi sarei dovuto sbrigare?'
'Mmm...' mugolò, semplicemente, l'altro.
'E non sai quanto tu mi abbia reso felice con quelle parole...'
Rin chiuse gli occhi e si strinse più forte contro il torace di Sousuke.
'Io te l'ho promesso, anche a costo, nel peggiore dei casi, di andare sotto i ferri per mettere a posto la spalla. Io ti avrei seguito. Non credo serva a nulla dirti quanto sei bello e quanto tu mi piaccia per poter ottenere la tua fiducia...'
Il rosso sorrise: 'Già'
'Sei più tranquillo ora?'
'Si, scusa. Non so cosa mi sia preso' Rin sollevò il volto fino a toccare, con il proprio naso, il mento di Yamazaki. Continuava a sentirsi un idiota colossale per la scenata appena fatta, ma non riusciva a fare a meno di esserne contento.

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