La vera storia di Frodolo Baggins

di Jack_Zero
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Contea: terra di Patate ***
Capitolo 2: *** La furbizia di Frodo Baggins ***
Capitolo 3: *** L'ardua scelta del nome ***
Capitolo 4: *** Alberi all'attacco! ***
Capitolo 5: *** Ce la farà Frodo? Mah... ***



Capitolo 1
*** La Contea: terra di Patate ***


La nostra storia inizia in una verde vallata, colma di patate e carote e erba pipa e di strani esserini con enooooooormi piedoni pelosi: la Contea.
In codesto meraviglioso posto di accaniti fumatori è giorno di festa! Bilbo Baggins, arzillo vecchietto, compie 111 anni e in suo onore viene organizzata una grandiosa festa a cui partecipano tutti gli Hobbit -tranne i parenti di Bilbo, che sono ladri e cercano in ogni modo di rubargli le posate d’argento-.
Dunque. A questo intimo party, a cui partecipano più o meno 57.837,78 Hobbit dai più svariati numeri di calzature -che nemmeno portano- , si imbuca un parente di Albus Silente, Gandalf il Grigio.
Egli è l’unico invitato alto più di 1.50m, cosa che lo fa sentire estremamente orgoglioso. Gandalf viene accolto con gioia dai marmocchi Hobbit e da Frodo, nipote del caro Bilbo, mentre viene guardato assai male dai più anziani dato che, anni or sono, aveva riempito l’intera Hobbiville con un esercito di nani casinisti, ma questa è un’altra storia.
Gandalf, accompagnato da un Frodo che ad un certo punto si lancia giù dal carro e sparisce, raggiunge la casa del vecchio amico e, dopo aver ripetutamente preso a capocciate il lampadario troppo basso, piglia Bilbo a braccetto e insieme vanno alla festa, dove due completi idioti fanno esplodere un fuoco d’artificio dei gemelli Weasley che, dopo essersi tramutato in drago sputafuoco, inizia ad inseguire tutti gli Hobbit tentando di mangiarseli.
Per calmare gli invitati terrorizzati, Bilbo inizia a blaterare una cosa talmente insensata e incasinata che manco il più malato degli insegnati di matematica potrebbe mai inventarsela per uno dei suoi problemi: “Conosco la metà di voi soltanto a metà e nutro per meno della metà di voi metà dell'affetto che meritate..”. Ovviamente nessuno capisce qualcosa e gli unici ad applaudire sono i grilli degli immeeeensi campi di patate di Hobbiville.
A causa della tremenda figura, il nostro giovincello si improvvisa Copperfield e sparisce davanti a tutti i suoi invitati. L’unico che si degna di cercarlo, mentre i Sackville Baggins arraffano quante più forchette il possibile, è il nostro amato Frodolo.
Guidato dallo Spirito Santo -o forse dall’erba pipa?- si arrampica fino a casa Baggins, dove trova lo zio che tenta di scappare di nascosto con le tasche piene degli adorati trofei di tira-castagne. Non si sa da dove compare pure Gandalf che, in un modo o nell’altro, convince Bilbo a togliersi un misterioso anello e a consegnarlo allo sfigato di turno, ovvero Frodo il quale, credendo di trovarsi ad un matrimonio gay, sembra riluttante nell’accettare l’anello.
Il vecchio Baggins se ne va quindi a vivere con gli Elfi che, dopo il C.R.E.P.A. di Hermione, hanno ottenuto l’indipendenza e sono andati a vivere a Gran Burrone.
Ma torniamo al nostro Frodo.
Ancora confuso per la scena a cui ha assistito, il ragazzo chiede spiegazioni allo Stregone, che nel frattempo di è messo a saccheggiare le scorte di erba pipa dello Hobbit. Come risposta alle sue domande, Gandalf lancia l’anello nel camino, rivelando una misteriosa scritta: “Un anello per domarli, un anello per trovarli, un anello per ghermirli e nell’oscurità incatenarli.”
Ora Frodo è assolutamente convinto di essersi sposato con lo zio e tenta di darsela a gambe, ma in quel preciso istante, da sotto la finestra, sbuca Samvise Gamgee, improvvisatosi giardiniere alle 3 di notte.
Gandalf consegna quindi l’Anello a Frodo e Sam, promettendogli che si sarebbero rivisti in una locandina da quattro soldi, solita ospitare Nazgul, stupratori, Dissenatori e nani malefici. Un bel posto insomma.
Mentre si avviano alla locanda, vengono letteralmente investiti da due ladri di cavoli e carote, Pipino e Merry, i cui ruoli nella storia non sono ben chiari. Il quartetto cade da un dirupo e, come se non bastasse, vengono raggiunti da un Cavaliere Nero che li riempie di orrendi insettacci. Per salvarsi, il gruppetto dovrà saltare su una zattera, dato che i Nazgul sembrano essere idrofobi. 

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Capitolo 2
*** La furbizia di Frodo Baggins ***


Dopo l’allegra gita sul fiume, raggiungono la Locanda del Puledro Impennato, dove quell’imbranato di Frodo si mette l’anello, sparendo davanti a tutti -a quanto pare l’Anello è una versione più maneggevole del Mantello dell’Invisibilità- .
Quando riappare, viene preso da parte da un tizio alquanto sospetto che chiamano tutti “Granpasso”, il quale, dopo avergli dato una lezioncina sulla magia nera -era ex insegnante di Difesa contro le Arti Oscure a Hogwarts-, salva i nostri quattro piedoni-pelosoni da una visita a sorpresa da parte degli Spettri dell’Anello.
La combriccola parte quindi alla volta di Gran Burrone, ma lungo la strada, il nostro geniale protagonista rindossa l’anello e viene infilzato da uno dei Nazgul che, prima di diventare un oscuro servitore del male, era un esperto kebabbaro.
Spunta quindi dal nulla la bellissima Arwen, giunta dalla splendente città di Guardaroba, nella fantasmagorica Terra di Stanza Vuota solo per salvare il Portatore dell’anello.
Lo carica quindi di peso sul suo cavallo grazie al quale, dopo avergli blaterato qualcosa in aramaico antico, riesce a seminare un’orda di Nazgul -nemmeno loro si sa da dove siano comparsi, ma questo succede per tuuuuutto il racconto, quindi mettetevi l’animo in pace-.
Come arrivano alla città degli Elfi, Frodo collassa, ma fortunatamente viene salvato dal Sommo Stregone di Brooklyn e Indiscusso Re dei Lustrini, Magnus Bane.

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Capitolo 3
*** L'ardua scelta del nome ***


Nell’esatto momento in cui riapre gli occhi, il nostro Frodolino viene assalito dai suoi amici e dallo zio, che ora pare una vecchia mummia Hobbit e che vuole solamente riprendersi l’anello, dato che non era nei suoi piani sposare il giovane nipote. Ovviamente Frodo, che ormai si era fatto una ragione delle nozze, rifiuta, e Bilbo viene momentaneamente posseduto dallo spirito di Samara Morgan.
Indossata una maglia di ferro da 12,8 quintali, Frodo si ritrova circondato da Babbani, Elfi e Nani, i quei si scervellano per trovare un modo per distruggere l’anello malefico.
L’idea viene da nientepopodimeno che dal cugino del defunto e compianto Silente, che propone un pericolosissimo viaggio attraverso la Terra di Mezzo, l’Isola che Non C’è, Panem e il Bosco di Sherwood per raggiungere poi una montagna all’interno dei territori di Sauron –aka il Signore Oscuro o Colui che Non Deve Essere Nominato- in cui lasciar cadere l’anello, che verrebbe quindi distrutto dal magico fuoco con cui era stato creato .
Ovviamente nessuno si offre come tributo volontario per compiere la missione. Nessuno tranne Frodo, Sam, Merry e Pipino. Ma siccome un gruppetto di ehm.. persone? di 1.50m non era convincibile, anche Magnus Bane e Gandalf decidono di partire. Ma dato che due stregoni erano troppi, se la giocarono a Morra Cinese, con la conseguente vittoria del vecchio e barbuto grigione.
Agli Hobbit e al nonnino si aggiungono un irascibile nano, un Elfo dalla potentiiiiissima vista e due uomini, di cui uno era Granpasso, che in realtà si chiamava Aragorn e, come se non bastasse, era pure un nobile. Bene, ci sono tutti. Ora manca un nome per il gruppo. E qui entra il gioco la formidabile fantasia del re Elrond, che ribattezza la brigata “La Compagnia dell’Anello”.
La comitiva tenta quindi di superare le Montagne Nebbiose ma, non vedendo una cippa a causa della fitta foschia, tagliano attraverso le Miniere di Moria, diventate ora un esclusivo cimitero per Nani.
Lì incontrano anche un esercito di Orchi e uno dei Gormiti, che riesce a trascinare il povero Gandalf in un oscuro abisso. Il resto della compagnia esce illesa dalla miniera, ma ora hanno tutti un disperato bisogno di superalcolici.
Dopo essersi strafatti col vecchio Tobia, riprendono il viaggio lungo il fiume Anduin, fino a raggiungere il regno di Gondor.

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Capitolo 4
*** Alberi all'attacco! ***


Siccome  la nostra Compagnia non può fare 100 metri senza che succeda una qualche catastrofe di  proporzioni bibliche, a questo punto viene attaccata da una banda di Orchi al servizio di Saruman, un altro cugino di Silente, ma passato al lato oscuro poiché gli avevano promesso i biscotti.
Boromir, l’altro Babbano del gruppetto, muore nel tentativo di salvare Pipino e Merry, i quali vengono comunque rapiti.
Legolas, Gimli e Aragorn si precipitano dietro agli orchi per tentare di mettere in salvo i due poveri Hobbit innocenti. In tutto questo casino, Frodo e Sam se la dono data a gambe, proseguendo soli soletti verso la tenebrosa Mordor. Ma ora lasciamo perdere i nostri due fuggitivi e concentriamoci sull’altra coppia di Mezz’Uomini.
Merry e Pipino riescono a salvarsi dagli Orchi grazie all’intromissione di un mega alberone parlante, Barbalbero, che convoca altri ventordicimila alberi parlanti, che decidono di muovere guerra contro quel simpaticone di Saruman.
Nel frattempo, i tre che erano partiti per salvare gli Hobbit trovano Gandalf che, non solo è vivo  ma, dopo aver usato Perlana, è passato da “Gandalf il Grigio” a “Gandalf il Bianco”.
Dopo aver festeggiato –erba pipa, che altro sennò?- i quattro compagni raggiungono il regno di Rohan, dove compiono un esorcismo verso il re impazzito, che dopo un po’ ritorna “normale”, per quanto uno come Théoden possa definirsi tale.
Irritato per il riuscito scongiuro contro il re, Saruman invia altri Orchi –sì, ne hanno un’infinità, li a Mordor- contro il popolo di Rohan, che va a rifugiarsi in un fosso. La battaglia si evita grazie all’intervento degli alberi parlanti, che bloccano l’avanzata dell’esercito di Shrek.
Gandalf e co. tornano quindi a Isengard –TAKE THE HOBBIT TO ISENGAAAARD- dove lo stregone tenta di buttare giù un armistizio con Saruman, ma senza successo. Qui il nostro Pipino ha la sua prima vera parte attiva nella storia: guarda dentro una palla di vetro -sì, di quelle che usano le cartomanti nelle sagre di paese-, all’interno della quale vede la città di Minas Tirith, ovvero la prima città su cui prendere il controllo, secondo il programma del “Distruggiamo il mondo” di Sauron.
Gandalf e Pipino si dirigono quindi verso la città per avvertire gli abitanti dell’imminente pericolo.
Nel frattempo, Sam e Frodo stanno ancooora a girare a caso come trottole impazzite per trovare la strada verso Mordor. Solo che ora non sono più in due. Alla coppietta di felici Hobbit, si è aggiunto pure il personaggio più pazzo, complessato e strafatto di acidi e funghetti allucinogeni di cui potrete mai leggere: Gollum, che era da tempo sulle tracce degli Hobbit per tentare di recuperare l’anello, che gli era stato rubato da Bilbo qualcosa come 3 secoli e mezzo prima.
Gollum consiglia ai due amici una strada molto semplice da percorrere, attraverso una palude infestata da morti, a 10 metri dal Nero Cancello dietro al quale si trova l’esercito di Sauron e poi su su su per una ripidissima scalinata. Una cosuccia da niente insomma.
Una volta raggiunta la sommità della gradinata, Sam, che è l’unico con un briciolo di cervello, capisce che Gollum è un pazzo maniaco e cerca quindi di avvertire Frodo, il quale è talmente concentrato a ripetere “Il mio tesssssssssoro, il MIO tessssssssoro” fissando l’anello come una gazza ladra, non lo ascolta e anzi! lo caccia. Il povero Sam deve quindi rifarsi tutta la scala al contrario, rischiando più volte di ammazzarsi.
Frodolo, rimasto solo con quel dissennato di Gollum, entra in un tunnel buio, stretto e pieno di ragnatele, dove fa la conoscenza di uno dei discendenti di Aragog. Quest’ultimo infilza lo Hobbit col pungiglione –ma che lo hanno preso tutti per uno spiedino?- che viene poi ritrovato dagli Orchi di Saruman e fatto prigioniero.

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Capitolo 5
*** Ce la farà Frodo? Mah... ***


Gandalf e Pipino, facendo il giro del mondo in 80 giorni, raggiungono finalmente Minas Tirith, dove vengono poi raggiunti da Legolas, Gimli, Aragorn e da un esercito di fantasmini leggermente alterati, che partecipano alla guerra contro Sauron per qualcosa come 5 minuti, prima di essere liberati da Aragorn stesso.
Anche Merry e le armate di Rohan si dirigono verso Minas Tirith che ormai è zeppa di gente.
La nipote del re, fingendosi un uomo, si intrufola nell’esercito e uccide il capo dei Nazgul –yeah! Potere alle donne!-.
A questo punto, gli eserciti di Rohan, Gondor e dei fantasmi assassini sconfiggono l’invincibile armata di Sauron.
I sopravvissuti, come se non ne avessero abbastanza di guerre, morte e distruzione, si dirigono verso il Monte Fato per aiutare quel furbone di Frodo, il quale è ancora prigioniero degli Orchi.
Qui interviene quel santo di Sam, che salva l’amico –non senza un bel “Te l’avevo detto!”- .
I due Hobbit raggiungono quindi il Monte Fato.
Sono lì. Dopo immense fatiche sono arrivati, finalmente. Sono a un passo dalla voragine nel vulcano… e Frodo cosa fa? Decide di non distruggere l’anello. Bene. F a n t a s t i c o.
A questo punto salta fuori dal nulla Gollum che, dopo aver staccato un dito a quel geniaccio del nostro protagonista, si tuffa diretto nel vulcano insieme al suo amatissimo anello.
Sauron è ormai distrutto e Sam e Frodo vengono salvati dalle Aquile giganti - … ma perché non le hanno usate direttamente per andare sul Monte? Si sarebbero risparmiati casini. Mah…-.
Tornati a Minas Tirith, il buon Aragorn viene incoronato Re supremo di bla bla bla e si sposa la sua dolce Arwen.
I quattro Hobbit possono quindi tornare nella Contea, dove si celebrerà il tanto atteso matrimonio tra Sam e Frodo.
Sei invitato anche tu. Che aspetti? Benvenuto nella Terra di Mezzo!

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