Fix it

di MargaretMadison
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** (1) ***
Capitolo 2: *** (2) ***
Capitolo 3: *** (3) ***



Capitolo 1
*** (1) ***


(1)




Il letto è freddo, il lavandino continua a perdere acqua e domani deve assolutamente ricordarsi di passare dal meccanico e ritirare la macchina, pagare la riparazione dei fanali - duecento dollari, ma siamo pazzi?- e andare a prendere Dalia all'asilo.
Cara si rigira nel letto, osserva il lato destro vuoto e sospira.
Non l'ha chiamata, ancora.
E ok, Luke la sera ha i concerti, la mattina, se non ha delle interviste o degli incorri con le fans, è a registrare le nuove canzoni oppure si riprendere dal jet leg.
Cara lo capisce, ma non lo giustifica.
Non lo giustifica perché ha venticinque anni e una famiglia a cui badare. Una famiglia che lui, il giorno della prima ecografia di Dalia, disse «Viene prima di tutto il resto.»
Ma le cose sono cambiate, poi. Luke tornava a casa sempre più tardi reduce da qualche giro di locali col resto della band o da una festa di qualche riccone. E questo non è lavorare, questo Cara lo sa bene.
Ed ora eccola lì a osservare il cellulare sperando in una chiamata, le sembra di essere tornata adolescente quando Luke era il ragazzo che spiava di nascosto nei corridoi e che salutava all'ora di pranzo. Ma ora sono entrambi adulti, con delle responsabilità, una casa da sistemare e una figlia di tre anni che ha bisogno di un padre.
Cara deve accompagnare Lex, il loro Golden Retriver, dal veterinario, passare in posta e in ufficio ha un turno in più perché la collega si è ammalata e non si è ancora decisa a fare quel dannatissimo test di gravidanza che la guarda dal comodino.
Perché è fin troppo incasinata e sola per avere un altro figlio.
Si passa una mano tra i capelli castani coi riflessi rossicci che la sua parrucchiera le aveva vivamente consigliato e sbadiglia.
L'orologio segna le tre del mattino quando Cara decide di spegnere il cellulare, convinta che Luke non la chiamerà nemmeno quella sera.










Il ginecologo le sorride felice annunciandole che sì, é incinta di quasi quattro settimane.
Cara vorrebbe piangere, dirgli che non c'è nulla per cui sorridere perché, per quanto ami già quella creaturina dentro di sé, avrebbe preferito rimanere incinta in un altro momento.
Luke non la chiama da due settimane, Dalia continua a chiedere di suo padre e Lex attende ancora Luke davanti alla porta, pronto a saltargli addosso e leccargli la faccia.
Cara prende il telefono dalla sua borsa dopo aver messo la pizza surgelata nel forno e spera che almeno questa volta si degni di risponderle.
«Luke, sono io» dice appena parte la segreteria telefonica «Tua moglie, se non ti ricordi più chi ti aspetta qui a Sidney ogni sera sperando in una chiamata. Dalia ha insistito perché ti chiamassi quindi abbi la decenza di chiamare perché é anche figlia tua»
Attacca la cornetta masticando un'imprecazione e poi chiama sua sorella Monique, chiedendole di cenare da lei.
«Non ti ha ancora chiamata?» Chiede la mora appena mette piede in casa e le basta guardare gli occhi castani della sorella e le profonde occhiaie per capire la risposta.
Si siedono a tavola, Monique le parla del suo lavoro da medico legale facendo rabbrividire Cara e poi passa a raccontare della luna di miele in Egitto con Steve.
E lì ricorda di come sia stato bello andare in Norvegia con Luke, subito dopo il matrimonio, delle notti passate assieme sotto le coperte a riscaldarsi, ad amarsi, cosa che non facevano da tanto, troppo tempo.
«Cara, la devi smettere di stare male per quell'imbecille» dice seria Monique che davvero non può vedere la sorella in quello stato «Pensa a Dalia, lei ha bisogno di un padre, qualcuno che vada a prenderla a scuola e che la porti in spalla per le strade di Sidney, un esempio maschile da cui essere ispirata, un padre che le racconti le storie prima di andare a dormire e che scacci i mostri da sotto il letto. E tu... Tu hai bisogno di qualcuno che ti faccia sentire viva, che ti dica che sei bella e che la sera ti coccoli un po'. Quand'è stata l'ultima volta che Luke ti ha fatto un complimento?»
E a dire il vero Cara non si ricorda nemmeno l'ultima volta che hanno parlato faccia a faccia per più di cinque minuti.
«Io... Non lo so» abbassa lo sguardo.
Dalia è in soggiorno che guarda la TV quando improvvisamente si alza e porta un foglio alla madre.
«Hai fatto un disegno, amore?» Chiede Cara alla piccola, nascondendo quelle poche lacrime che stavano per uscire.
La piccola annuisce, facendo ondeggiare i boccoli biondi, e si gratta il nasino con una mano.
«Dobbiamo fare un disegno della nostra famiglia» spiega prima di consegnare il disegno.
Candice lo apre. Si ritrova vicino a Lex e alla loro casa - che ha disegnato più piccola rispetto al cane - dei fiori, delle nuvole nel cielo e il sole che brilla alto.
«E dov'è papà, amore?» Chiede, la voce inclinata. Monique prende il foglio e sorride intenerita.
Dalia alza le spalle puntando i suoi occhi azzurri, gli stessi di Luke, in quelli della madre «'Ho detto che papà è a lavoro e che tra poco torna».
Quelle parole scuotono Cara che si alza dalla sedia e corre verso il telefono di casa ‘che quelle sono le parole che le ripete in continuazione da quando Luke è partito.
«Dalia, vai a giocare in salotto. La mamma e la zia arrivano subito.»
La piccola obbedisce e appena lascia la stanza, Cara chiude la porta e compone il numero di Luke.
«Lucas, sono stufa di non parlare con la tua segreteria telefonica. Tua figlia ha bisogno di te, io ho bisogno di te. Abbi la decenza di rispondere per una buona volta!»
Lancia il telefono a terra, incurante di averlo rotto.
«Che pensi di fare, Cara?» Monique si avvicina e circonda le spalle della sorella intorno al suo braccio.
«Penso che sia arrivato il momento di chiuderla qui. Crescerò Dalia da sola e darò il mio cognome al bambino che sta dentro di me. Luke ha perso il treno da tempo ormai, sono stanca di aspettare una persona che non arriverà mai.»











Non voleva.
Non lo voleva seriamente.
Ma era l’unica soluzione.
Dopo aver salutato Monique si era stesa a letto e aveva pianto nel cuscino fino ad addormentarsi.
Il fatto è che Cara non sarà la persona migliore del mondo, lo riconosce, ma ha bisogno di qualcuno che la ami, qualcuno che l’aiuti a fare le faccende la domenica e che porti al parco Dalia.
Forse Cara non merita tutte queste attenzioni, ma sua figlia sì.
Una persona che la porti a scuola, che giochi a prendere il tea con lei o al minimo una chiamata da parte del proprio padre.
Quella mattina, prima di raggiungere Monique allo studio legale, Cara abbraccia forte la figlia davanti ai cancelli dell’asilo e le sistema la chioma bionda specchiandosi negli occhi azzurri della piccola, gli stessi occhi che la fecero innamorare di Luke.
«Ti vengo a prendere nel pomeriggio, amore. Fai la brava» sussurrò baciandole la fronte mentre, a pochi passi da lei, un padre stava salutando i propri bambini.
Il suo cuore s’inclinò ancora.










Lascia i fogli sulla scrivania del loro manager. Ha già firmato e contattato le persone giuste grazie alle conoscenze della sorella ed era andata a tutti gli incontri con gli avvocati.
Le tremano le mani quando lascia una copia della lettera sul tavolo del soggiorno e un singhiozzo le sfugge dalle labbra.
Non ha più niente da fare l’, nel cuore di Luke non c’era più spazio per la famiglia e ora lei non ha più spazio per lui.











«Quando torna papà?» chiede Dalia mentre Cara le abbottona il maglioncino.

Sospira «Papà non tornerà per un po’» e riesce a percepire la tristezza negli occhi di sua figlia.
«Come mai?»
È una domanda semplicissima eppure Cara sente un groppo in gola che non le permette di parlare.
«Papà è molto impegnato e non tornerà per un po’»
Dalia abbassa lo sguardo sulle sue scarpine e tira su col naso «Mi manca papà»
Manca tanto anche a lei e sente il suo cuore perdere un battito.
«Anche a me, ma ci sono io con te, ora. E la mamma non ti abbandonerà mai, non ti lascerà mai sola come ha fatto papà»
Cara le asciuga le poche lacrime che sono sfuggite dagli occhi della figlia e le sorride teneramente sebbene vedere così la propria bambina la fa stare terribilmente male.
«Promesso?» chiede alzando il mignolo aspettando che la mamma faccia lo stesso.
«Promesso»










Luke torna a casa e rimane sorpreso nel vedere gli scaffali del soggiorno semi vuoti. Lascia la valigia nella hall e inizia ad aprire tutti gli armadi del salotto.
Vuoti.
Esamina ogni stanza della casa mentre dentro di sé si apre una voragine.
Chiude con uno scatto l’anta dell’armadio e scende frettolosamente le scale alla ricerca del telefono ma, appena mette piede in soggiorno, dei fogli sul tavolo catturano la sua attenzione.
Si avvicina cauto, come se quei fogli possano ferirlo. Li prende in mano ed inizia ad esaminarli.
Divorzio.
Rilegge più e più volte i fogli perché proprio non capisce.
Le mani gli tremano e il pavimento sotto di lui sembra sparire mentre le gambe iniziano a tremargli, non più capaci di reggerlo in piedi.
Si passa le mani tra i capelli mentre piange silenziosamente.
«Non può essere vero» si ripete e con un calcio fa cadere una sedia davanti a lui.
Ora che è solo inizia a capire quello che ha fatto e inizia a cercare il numero di Cara nella sua rubrica del cellulare.
La chiama una, due, tre volte ma Cara continua a non rispondere.
Lascia passare un quarto d’ora dove si mette a distruggere quel poco che è rimasto in casa.









Cara è rimasta a casa quel giorno, il marito di Monique è stato gentilissimo ad offrirle il suo vecchio bilocale per qualche mese mentre cercava una casa più grande dove trasferirsi con figli. E, tra l'altro, aveva anche deciso di ospitare Lex da loro perchè in una casa così piccola avrebbe fatto danni solo scodinzolando
È al primo mese di gravidanza e non si sente affatto bene. Per di più sa che oggi Luke torna a casa e non vuole immaginare la reazione del ragazzo una volta letti i fogli.
Il telefono squilla per le quarta volta e, a fatica, Cara si alza dal divano per raggiungerlo.
Non ha nemmeno di leggere il nome sul dispaly ‘che già sa chi è.
«Dimmi che è uno scherzo»
Cara cerca di rimanere ferma perché l’ansia e il nervosismo non fanno bene al bambino ma sa che è sul punto di esplodere.
«Sembra che io stia ridendo, Luke? Sinceramente non ricordo nemmeno l’ultima volta che ho riso assieme a te»
Silenzio.
Cara riesce a sentire il respiro irregolare del (ex) marito dall’altra parte del telefono.
«Torna a casa»
«Sono sempre stata a casa» alza la voce di un’ottava «Io ero sempre lì per te e t non te ne sei mai accorto e pensa un po’, ho trovato una nuova casa»
Luke rimane ancora in silenzio, inabile di parlare.
L’unica cosa che riesce a fare è lanciare il cellulare contro lo schermo del televisore al plasma.
Deve intervenire, si dice.
Non avrebbe firmato le carte.
Non avrebbe buttato tutto all’aria senza combattere.
Non avrebbe lasciato andare via Cara dalla sua vita con tutta quella facilità.






















MY LITTLE TALK
Ok, dovrei darmi una regolata perché qui sto pubblicando troppe cose e sto intasando il fandom con la mia cacca (?)
Ma questa storia la stavo scrivendo da tempo e mai mi soddisfava (anche ora é così) e mi è venuta troppo lunga così ho deciso di dividerla in due parti, sperando che vi piaccia.
vi lascio i ling delle mie altre storie sperando che vi possano interessare :)
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3105743&i=1
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3110492&i=1
bacissimi
Megghy

E BUONA DOMENICAAAAAA

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Capitolo 2
*** (2) ***


(2)

 
 
 
 
Ho bisogno di vederti e parlare
 
Le scisse una sera.
Sono passati due giorni e Cara è ancora indecisa cosa rispondere a quel messaggio e a tutti gli altri che le ha mandato in quei giorni.
 

Firma le carte, Luke.

 
Risponde, ma Luke è cocciuto e continua a rifiutare.
 
Voglio parlare con te.
 

Sei mesi e adesso vuoi improvvisamente parlare con me? Sei patetico.

 
Ascoltami, vieni a pranzo da me domani, sistemiamo tutto lì.
 

Ok.

 
Arriva a casa di Luke – non riesce proprio a definirla casa “loro” – con mezz’ora di ritardo. L’ha fatto apposta, ovviamente.
Quando Luke le apre la porta Cara trattiene il respiro.
Ha i capelli più lunghi, gli occhi azzurri spenti e un filo di barba sotto il mento ‘che lui si rade solo se è Cara a ricordarglielo.
Non si vedono da tre mesi, l’ultima volta hanno fatto l’amore o, per lo meno, questo è ciò che pensa lei dal suo punto di vista, certa che per Luke era solo una cosa fisica senza più sentimenti.
E questo la ferisce.
«Ciao» la saluta abbozzando un sorriso.
Cara risponde fredda ed entra in casa sorpassandolo.
Il soggiorno è uno schifo: il televisore è rotto e per terra ci sono contenitori di pizza o di cibo cinese da asporto. Quando stavano assieme i primi mesi di matrimonio Cara lo viziava cucinandogli tutti i piatti che Luke preferiva.
«Dov’è il tuo anello?» chiede improvvisamente prendendo la sua mano piccola nella sua grande e callosa.
Cara sposta lo sguardo sul suo anulare dove vede una sottile variazione di colore nel punto dove aveva tenuto l’anello in quegli ultimi cinque anni di matrimonio e poi si scosta subito, come se l’avesse scottata.
«Forse dovremmo parlare del perché siamo qui, non trovi?»
Luke annuisce «Riguardo al di… div…»
«Divorzio, sì» conclude Cara bruscamente.
«Non ne capisco il bisogno»
«Certo, tu non ci sei mai stato!»
«Sono tour, perché non capis-» il flusso di parole viene interrotto da Cara che alza la voce.
«Ti capisco, invece. Capisco che hai un lavoro, un sogno e che devi partire spesso. Lo sapevo a cosa andavo incontro quando ho deciso di sposarti. Quello che non capisci, Luke, è che tu hai una famiglia. Io ho deciso di sposare un uomo, non un fantasma e tua figlia ha bisogno di un padre, non di uno sconosciuto. Capisci che il tuo lavoro non scusa il tuo comportamento? Ti chiedevo almeno una chiamata, un messaggio dove dicevi che nonostante la distanza tu c’eri, Dalia lo voleva.»
Luke abbassa lo sguardo «Lo capisco»
«No invece»
«Posso cambiare»
«No»
«Un tempo pensavi che potevo cambiare» ammette Luke malinconico.
«Prima che mi buttassi giù»
Sono fermi in soggiorno, Luke si è anche dimenticato il pollo nel forno ma quello è un problema secondario. Quella stanza che èstata lo sfondo del loro matrimonio ora èil set del loro divorzio e Luke non può non trattenere le lacrime.
«Così mi uccidi»
Cara si morde il labbro cercando di non scoppiare a piangere ancora, non davanti a lui.
«Allora io sono già morta» sussurra, spostando lo sguardo altrove perché non sopportava l’idea di vedere Luke piangere «potrai vedere Dalia tutte le volte che sei a Sidney, non è un problema per me»
«Non possiamo uscirne fuori indenni?» chiede cauto Luke.
«Non abbiamo niente su cui lavorare, non abbiamo più nulla»
«Quindi per te non era niente? Cosa provavi quando ti tenevo tra le mie braccia all’aeroporto? Come ti sentivi quando ti facevo mia, quando tu mi accettavi e mi accoglievi in te? A il giorno del matrimonio, quando ci siamo scambiati i voti? Non hai mai sentito nulla?»
«Per me eri tutto, e provavo amore. Ma è questo il problema, ora non provo più nulla»
Il silenzio tomba sulla stanza. L’unico rumore che si sente è il lavello della cucina che continua a perdere acqua.
Luke si fa forza, si avvicina a passo lento vero la castana facendo combaciare le loro fronti. Le mani di lui finiscono sulle guance di Cara e le accarezza perché nonostante gli anni le trova sempre morbide e lisce.
«Posso riparare tutto»
«Non siamo una macchina» tira su col naso ‘che Luke sta rendendo le cose più difficili.
«Dammi un’occasione, Cara. Un’ultima chance per sistemare tutto. Non ti deluderò più»
Cara sa che non dovrebbe farsi toccare così da Luke perché così cederebbe subito ma il suo tocco gli è mancato così tanto che si lascia accarezzare.
Luke le tocca la frangetta castana che si è fatta spuntare, le labbra sottili che Dalia ha ereditato da lei e poi scende fino alle mani, stringendole.
«Io…»
«Ti prego»
«Va bene» dice sospirando e sente la presa di Luke farsi più stretta sulle sue mani «Solo… non ferirmi più, ti prego»
«Te lo prometto» dice Luke specchiandosi negli occhi nocciola di Cara che tanto gli erano mancati «Grazie»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E piano piano iniziano a risentirsi, Luke le scrive il buongiorno e la buonanotte, le augura buona giornata e fa una smorfia quando vede che i primo giorni Candice non risponde.
 
Buongiorno, come stai?
 

Bene.

 
Com’è andata la tua giornata?
 

Sono sopravvissuta.

 
Lo sai che l'ossigeno e il magnesio ora escono assieme? OMG!
 

Sei patetico.

 
Sorride Luke prima di poggiare il cellulare affianco a sé sul divano e tornare a guardare la nuova puntata di How I met your mother, programma che un tempo guardava con Cara stretti nel loro piccolo divano.
Ed è ancora difficile per lui svegliarsi da solo, l’altra parte del letto ancora fresco e vedere gli armadi vuoti oppure non trovare Lex che gli salta addosso appena torna a casa e la vocina di Dalia chiamarlo “papà”.
Sono tutte piccole cose a cui non dai molta importanza finché non le hai perse.
Si stava impegnando a dimostrare a Cara – e soprattutto a se stesso – di essere in grado di fare il marito e il padre che lei e Dalia si meritano.
Lentamente le cose iniziano a cambiare e allora Cara comincia ad essere meno fredda e cerca di far durare di più le conversazioni con lui, interessandosi alla sua giornata.
Passa poco più di una settimana, Luke partecipa a qualche intervista e Cara è andata due volte dal medico, ora sono passate quasi sette settimane e non ha ancora detto a nessuno di essere incinta, oltre alla sorella, ovviamente.
Quando esce dalla sala medica riaccende il telefono dove trova una chiamata persa: Luke.
Sistema la borsa sulla spalla e lo richiama.
«Pronto?» risponde Luke, la voce roca come ogni mattina appena sveglio.
«Ti sei appena svegliato?» chiede mordendosi il labbro ‘che Luke è troppo bello di prima mattina con gli occhi socchiusi e i capelli scompigliati.
«Uhm, sì. Oggi è il giorno di riposo»
Cara si passa le mani sulle labbra e ci prova a non sorridere ma è davvero troppo per lei.
«Come mai mi hai chiamato?»
Luke si rituffa tra le coperte morbide e fresche, a volte riesce ancora a sentire l’odore di Cara che lo culla la sera «Avevo voglia di sentire la tua voce»
Entrambi arrossiscono, sembra quasi di essere tornati ai tempi del liceo quando era tutto nuovo e loro erano così inesperti che avevano paura di sbagliare qualcosa.
«Cara…?»
«Sì, Luke?»
Luke si mette a sedere sul letto, il lenzuolo cade scoprendo il petto nudo, da quanto non lo chiamava per nome? «Posso… posso vedere Dalia?»
Cara si porta una mano alla bocca e sente gli occhi inumidirsi mentre annuisce.
«Cara… sei ancora lì?»
«Oh sì, scusami io… niente. Comunque va benissimo, potremmo andare a prenderla all’asilo assieme, oggi la baby sitter non può» spiega velocemente, ricordandosi che Luke può solo sentirla ma non vederla.
«Perfetto. Allora… a dopo»
«A dopo»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Cara giura che non si scorderà mai la faccia di Dalia quando vede Luke ad aspettarla a braccia aperte.
I suoi occhioni azzurri si sono spalancati e «Papà» ha urlato correndogli incontro, i boccoli biondi che svolazzavano nell’aria. Ricorderà sempre il modo in cui Luke l’ha stretta a sé, con gli occhi lucidi per la commozione.
«Sei qui pe restare?» chiede Dalia accarezzandogli il viso sbarbato con le sue manine.
Luke ne afferra una portandola alla bocca, lasciando un bacio sul palmo «Sì, principessa. E non me ne andrò più»
Dalia sorride ancora di più, mostrando le sue fossette.
Luke nemmeno ricordava quanto gli somigliasse.






































MY LITTLE TALK:
Holaaaaa :) ça va?
Ecco il capitolo 2 fndjfrdjn e mi spiace di avervi mentito ma i capitoli saranno tre non due, perché... Perché la storia mi piceva troppo e ho aggiunto un chapter in più but who cares?
Luke è un amore, lo dico.
Finalmente si é svegliato dentro e sta sistemando la cosa ma... Ci riuscirà?
Tutto nella prossima puntata (?) (che ho già scritto e penso di pubblicare martedì dopo la verfica di matematica)
Spero che vi sia piaciuto tanto quanto il primo e ora.... Pubblicità.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3110492&i=1 ANIMALES
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3105743&i=1 NO SOUNDS WITHOUT SILENCE

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Capitolo 3
*** (3) ***


 (3)

 
 
 
«Può restare a cena papà?» chiede Dalia sul divano del loro appartamento nuovo. Cara è poco distante che pela le carote quando la piccola parla, cogliendola alla sprovvista.
«Se per papà va bene io non ho problemi» dice incerta anche se pensa che, per quel giorno, ha visto Luke per abbastanza tempo.
«Io… beh, perché no» esclama Luke scrollando le spalle mentre Dalia saltella tutta contenta.
La cena passa velocemente, alla fine. Dalia quella sera è più chiacchierona del solito e racconta di come Noah le abbia chiesto di essere la sua fidanzatina.
«Non sei un po’ troppo piccola per pensare ai ragazzi?» chiede Luke, un pochino geloso.
Dalia scuote la testa fermamente convinta «Lui è il mio principe azzurro» spiga masticando a bocca aperta la pasta «Come tu sei quello di mamma»
Cara non sta bene, cerca di controllarsi per non destare sospetti a Luke e non far preoccupare Dalia mentre manda giù a fatica il boccone.
«Cara» la chiama Luke vedendola un po’ paonazza «Tutto bene?»
Scuote la testa mentre si alza di scatto da tavola facendo stridere la sedia sul parquet.
Corre in bagno che sente il pasto tornarle su. La cosa che odia di più dell’essere incinta, oltre alle smagliature causate dal parto, è la nausea.
Si china verso la tavola del water e inizia a rigettare la cena quando sente due mani reggerle i capelli che le ricadevano sugli occhi.
«Va tutto bene, ci sono qui io» dice Luke affianco a lei che, con la mano libera, le accarezza la schiena con l’intento di calmarla.
«Stai meglio?» le chiede poi quando Cara si allontana per riprendere fiato.
«Sì. Solo… solo un po’ di influenza»
Luke annuisce poco sicuro e l’aiuta a rialzarsi.
«Senti stavo pensando, perché al posto di assumere una baby sitter non lasci che sia io a prendermi cura di Dalia? Insomma così risparmi e penso che a lei faccia piacere passare del tempo con me»
Cara sorride, ha sentito a stento quello che Luke le ha detto perché non sono stati così vicini da tempo e non ricordava quanto i suoi occhi fossero belli e profondi che quasi arrossisce, spostando lo sguardo verso le loro mani intrecciate. Luke segue lo sguardo di lei, sorridendo quando ritrova il loro anello di matrimonio.
«Hai rimesso…»
«L’anello, sì» conclude lei «mi mancava, insomma, quando sono nervosa non ho nulla con cui giocare e distrarmi che… sì, mi mancava»
Luke abbozza un sorriso un po’ sghembo e passa il pollice sul palmo della mano di Cara.
Ha voglia di baciarla, lo sa. I suoi occhi sono fermi sulle labbra sottili di lei che, davvero, non vede l’ora di poterle accarezzare con le sue.
«Luke…» lo richiama «Ho appena vomitato, dovrei… lavarmi i denti e tornare da Dalia»
«Sì allora… io torno da Dalia»
«Va bene»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Luke si svegli all’improvviso a causa della suoneria del suo cellulare.
«Pronto?» risponde osservando l’orologio attaccato alla parete.
«Papà, papà. La mamma sta male!» esclama Dalia, la voce rotta dal pianto.
Luke scatta in piedi facendo cadere il lenzuolo a terra «In che senso “la mamma sta male”, Dalia?»
Dall’altro capo del telefono sente Cara avvicinarsi e borbottare un “così però spaventi papà, amore”.
«Luke?» dice debolmente Cara una volta preso in mano il telefono.
«Oddio Cara, tutto bene?»
«Sì, è solo che Dalia ha un po’ esagerato. Ho ancora la nausea come l’altro ieri e il raffreddore ma nulla di grave. Era solo per dirti che oggi Dalia non va all’asilo quindi non c’è bisogno che tu la vada a prendere»
«Va bene, non importa. Tra venti minuti sono lì»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
«Cara, sei…»
«Uno schifo, lo so» conclude lei una volta aver aperto la porta di casa.
Indossa ancora la camicia da notte, i capelli sono attaccati alla fronte a causa del sudore e ha il naso rosso a causa del raffreddore.
«Non saresti dovuto venire, potrei… attaccarti l’influenza»
«In realtà pensavo di portare all’asilo Dalia così non si spaventa nel vederti così conciata e poi tornare qui e farti da baby sitter»
Cara sorride spostandosi di lato per farlo entrare e ok, non vorrebbe farsi vedere così da Luke, ma apprezza il fatto che le stia vicino.
«Luke…. Grazie. Stai facendo un ottimo lavoro»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
«No, lo sciroppo no!» sbotta Cara nascondendosi sotto le lenzuola.
«Non fare la bambina, hai appena superato i venticinque anni»
«Sì ma io la medicina non la voglio. Non mi piace.»
Luke alza li occhi al cielo. È seduto ai piedi del letto che regge in una mano la boccetta dello sciroppo e nell’altra il cucchiaino con dentro un liquido verdastro che non ha l’aria di essere buono.
«Cara, te lo dico un’ultima volta. Ti conviene prendere la medicina altrimenti…»
«Altrimenti…?»
«Altrimenti ti bacio»
Cara sbuffa, alzando gli occhi al cielo «Non ci vogliono le minacce per baciarti» ammette, improvvisamente sicura di sé.
Succede tutto in un attimo quando Luke lascia andare la presa sul cucchiaio e la medicina per lanciarsi sulle labbra di lei. Cara, dapprima sorpresa dal gesto, si riprende quasi immediatamente circondandogli il collo con le mani per portarlo più vicino a sé.
Si baciano come non avevano fatto da troppo tempo, Cara ritorna a scoprire il corpo di Luke che negli ultimi mesi è cambiato, facendosi più muscoloso, e con l’indice traccia il contorno degli addominali fino a scendere al bottone dei jeans.
Luke le accarezza la pancia, le cosce lisce e bacia i seni prosperosi della sua donna che ha visto crescere nel corso degli anni.
Sorridono gli uni sulla pelle dell’altro quando anche l’ultimo pezzo di stoffa che li separa tocca terra, permettendogli di unirsi dopo quei mesi orribili. Cara trema come una foglia e allaccia le gambe intorno al bacino di Luke che la stringe come a volerle dire “io ci sono, resto” e davvero Luke non le avrebbe più lasciate. È pronto a prendersi cura della sua famiglia, a partire da ora.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
«Di quante settimane è?» chiede Luke giocando con le dita affusolate di Cara.
Sono nel letto nudi, l’uno nelle braccia dell’altro che si coccolano dopo aver fatto l’amore per la seconda volta.
E questa volta Cara è convinta che tra di loro c’è stato amore. Se lo sentiva nelle ossa che ciò che li legava era amore e non attrazione fisica o astinenza.
«Uhm… mercoledì sono otto settimane»
«Hai già fatto degli esami?»
«Si e sembra tutto a posto, ma questa volta non voglio sapere subito il sesso del bambino. Voglio aspettare che nasca»
«Sei crudele» risponde Luke lasciandole un bacio a fior di labbra poi, dopo una pausa, riprende il discorso «e dove pensavi di mettere un secondo bambino in questa casa così piccola?»
Cara si stringe al suo petto e nasconde il viso «Se per te va bene potremmo tornare assieme a casa, che dici?»
Luke finge di pensarci su, grattandosi il mento con due dita «Dico che sono giorni che sogno di sentirti dire queste cose e non vedo l’ora di tornare a casa e rivedere Lex»
Cara ride ripensando ai messaggi che le ha inviato Monique, lamentandosi di come quel cane sia grosso del pelo che perde per casa.
«Manchi tanto anche lui»
Luke le bacia la fronte prima di avvicinarla ancora a sé «Ti prometto che questa volta ti darò la famiglia che meriti»
Cara alza gli occhi castani cercando quelli azzurri di lui «Per sempre?» chiede cercando conferma nel viso dell’uomo che ama.
«Per sempre»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E tutto è bene ciò che finisce bene.
Luke e Cara sono felici nella loro vecchia casa con Lex, Dalia e il nuovo arrivato, Sean. Monique guarda ancora un po’ male il suocero nonostante riconosca che ha fatto un ottimo lavoro a salvare il loro matrimonio.
Nessuno dei due sa che fine abbiano fatto le carte del divorzio.
























MY LITTLE TALK
E così finisce la mia prima mini long sui ragazzi *valle di lacrime*
Tutto é bene ciò che finisce bene, no?
Luke e cara tornano assieme e ritornano ad essere la famiglia che erano un tempo, alla fine Luke ha fatto, un ottimo lavoro, non trovate?
Dedico questo capitolo a Luke perché sebbene sia quello che preferisco di meno nella band è il angioletto preferito e lo ringrazio per avermi ispirata (Che lukey versione papino mi fa piangere il cuore nfmhvnabfkj)
Alle 8 persone che hanno meso le storia tra i preferiti
Alle 2 ricordate.
Alle 4 gioie che hanno seguito e a chi ha recensito la storia.
Vi lascio, come sempre, i miei link dove potete trovare altre "cose" scritte da me :)
5:15 (os su calum) http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3132176&i=1
No sounds without silence http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3105743&i=1
Animales http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3110492&i=1
Grazie mille a tutte voi!
Bacissimi
Megghy



 

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