Come un micio sperduto di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Under the rain ***
Capitolo 2: *** Cap.2 La confusione di Tony ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Perdita di memoria degenerativa ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Nessun sintomo ***
Capitolo 5: *** Cap.5 La causa ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Le motivazioni di Vision ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Stark dimentica Steve ***
Capitolo 8: *** Cap.8 La sconfitta di Vision ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Mi ricorderò di te sempre ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Under the rain ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.1
Under the rain
Steve
strinse l'impermeabile che indossava, teneva il capo chino, e
sospirò. Le gocce di pioggia gli inumidivano i vestiti, gli
impregnavano scarpe e calzini, gli gocciolavano dai capelli fradici e
gli rigavano il viso. Batté un paio di volte le palpebre ed
espirò ripetutamente dal naso.
La
pioggia aumentò d'intensità, Rogers
sbatté il piede contro qualcosa e sentì un
mugolio provenire da un ammasso di cappotti neri.
Steve
si abbassò, inginocchiandosi accanto ai cappotti e li
scostò.
Tony
alzò il capo, aveva gli occhi circondati da occhiaie
violacee e i capelli unti aderenti al volto.
“Cap?”
domandò, con tono roco.
Steve
si inginocchiò accanto a lui e lo abbracciò. I
cappotti in cui era immerso Tony era infangati. Steve glieli
scostò, si tolse il suo, ve lo avvolse e lo prese in
braccio. "Vieni, Tony" sussurrò stringendolo al petto.
Tony
dilatò gli occhi, si rannicchiò sotto il cappotto
di Steve sentendo dei brividi scuoterlo e alzò lo sguardo;
le iridi erano arrossate.
“Cosa...
hai proprio un animo da boy scout, eh?” sussurrò.
Steve
strinse più forte Tony tra le sue braccia e gli sorrise
gentilmente.
"Ti
porto a casa con me" mormorò gentilmente.
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Capitolo 2 *** Cap.2 La confusione di Tony ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.2
La confusione di Tony
Steve
aiutò Tony a togliersi quello che rimaneva di una felpa
lacera e sporca di fango. Il miliardario si era tolto l'unica scarpa
che aveva ai piedi. Il suo petto era umido e, al centro dei pettorali
c'era una conca.
"Stark,
ti aiuto a fare un bagno caldo. E poi ci vediamo un po' di televisione
insieme. Ok?" chiese.
Tony
strinse le gambe al petto, deglutì tirando su con il naso e
annuì lentamente poggiando il mento sulle ginocchia.
"Non
parlarmi come fossi un bambino" sussurrò, roco.
Steve
si morse l'interno della guancia e lo osservò seduto sul
proprio letto. S'inginocchiò davanti a lui, gli
slacciò i pantaloni e glieli sfilò delicatamente,
incassando il capo tra le spalle.
"Hai
bevuto? Cioè, per i tuoi di canoni" domandò.
Tony
si passò la mano tremante tra i capelli deglutendo,
negò, aggrottò la fronte, annuì e
negò di nuovo, sospirò.
Steve
lo prese in braccio, facendogli appoggiare la testa sulla spalla e lo
condusse in bagno, chiudendo la porta con un piede dietro di
sé.
"Cosa
ricordi come ultima cosa?" domandò. Lo fece sedere sul water
e chiuse l'acqua della vasca da bagno. Sulla mensola al suo fianco
c'era una collezione di ninnoli a forma di coniglietti e un paio di
gufetti d'argento.
Tony
deglutì più volte arricciando il naso, si
massaggiò la fronte.
"Prima
di te? Non lo so. New York vale?".
Steve
controllò l'acqua e gli porse il braccio, sospirando.
"D'accordo.
Hai una vaga idea di che fine abbia fatto il reattore che avevi nel
petto?" gli chiese. Controllò che Tony non cadesse in avanti
e lo aiutò ad entrare nella vasca.
Tony
rilassò i muscoli mugolando, poggiò il capo
all'indietro e sospirò.
"Credo
di averlo tolto. Non c'era quando mi sono addormentato".
Steve
prese una spugna, la immerse nella schiuma ed iniziò a
passargliela sul corpo.
"E
puoi sopravvivere senza?" gli domandò.
Tony
mugolò ripetutamente, ondeggiò il capo.
"No",
disse, "oh, sì. Sì. Ho fatto un'operazione per
togliere le schegge".
Espirò,
si bagnò i capelli e sospirò di sollievo.
"Credo
... di averlo fatto per Pep".
Steve
gli lavò i capelli e deglutì rumorosamente,
togliendo una ciocca dalla fronte.
"Dopo
una bella dormita, magari ti verrà in mente" lo
rassicurò.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Perdita di memoria degenerativa ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.3 Perdita di memoria degenerativa
Steve
osservò Tony nel letto e sospirò, guardandolo
dimenarsi nel sonno. Si massaggiò il collo e scosse la
testa. Si sedette sul letto accanto a lui e gli mise la mano sulla
spalla.
Tony
scattò seduto e si allontanò da lui con il fiato
corto e gli occhi spalancati, sbatté le spalle contro il
muro e si guardò intorno freneticamente.
Steve
appoggiò le mani sulle ginocchia e gli sorrise, aveva delle
leggere rughe agli angoli degli occhi.
"Ti
ho preparato da mangiare. E' quasi mezzogiorno" gli disse gentilmente.
Tony
lo guardò fisso, aggrottò la fronte
concentrandosi sugli occhi azzurri dell'altro e si scostò
dalla parete deglutendo.
"Capitano?"
domandò, poco convinto.
Steve
annuì e si rialzò dal letto.
Tony
mosse la bocca sentendola impastata, aveva la gola secca che bruciava.
"Il
Capitano Rogers?" chiese di nuovo.
Si
guardò ancora intorno, si mise seduto sentendo una serie di
fitte e strinse i denti.
"Mi
avevano detto di raggiungerla a Stoccarda".
"Eh?"
domandò Steve corrugando la fronte.
Allargò
le braccia, avvertendo il battito cardiaco accelerato.
"Tony,
ci siamo incontrati a Stoccarda. E' stato parecchio tempo fa"
ribatté.
Tony
batté ripetutamente le palpebre, deglutì un paio
di volte e si massaggiò la gola.
"Ti
devo prendere in parola, immagino".
Steve
si portò le mani ai capelli e sospirò.
"Tony,
devo avvertire la squadra. Sono amici, va bene?" gli chiese.
Tony
negò con il capo, si guardò i polsi e si
tastò l'orecchio.
"Jarvis.
Dov'è Jarvis?" chiese.
Si
alzò in piedi di scatto e ricadde in avanti.
Steve
lo aiutò a sdraiarsi nuovamente sul letto e si morse il
labbro.
"Tony,
J non c'è più" bisbigliò.
Tony
alzò lo sguardo su di lui con gli occhi sgranati, scosse il
capo e le iridi divennero lucide.
Steve
si passò la mano sul viso, mentre con l'altra tirava fuori
il cellulare dalla tasca.
"Un
programma infetto lo ha distrutto. Voleva distruggere
l'umanità e J ha cercato di fermarlo" spiegò.
Tony
guardò il cellulare in mano a Steve fisso, strinse le labbra
e indietreggiò sul letto fino alla parete.
Steve
si sedette ai piedi del letto.
"Lo
abbiamo sconfitto" lo rassicurò.
"Vuoi
che chiamo nell'altra stanza o preferisci sentire cosa dico?" chiese.
Tony
chiuse gli occhi prendendo qualche respiro profondo, scosse il capo e
si passò la mano tra i capelli.
Steve
telefonò al secondo numero in rubrica e sentì una
serie di squilli ripetersi. Sentì un click.
"Nat?
Sono Steve" si presentò.
"Steve,
che succede?" chiese Natasha.
"Agente
Romanoff?" fece Tony, avvicinandosi al telefono con il capo.
"Stark?"
domandò Natasha.
"Tony
è qui con me, Natasha. C'è un problema... grave"
disse Steve. Aumentò la stretta sul cellulare.
"Non
ricorda nulla da prima dell'attacco dei Chitauri" disse.
"Degenerativo
o costante?" domandò la Romanoff.
"Che
sono i chitauri?" chiese Stark, in contemporanea.
"Degenerativo"
rispose Steve, passandosi la mano tra i capelli biondi.
Si
voltò verso Tony e lo guardò in viso.
"Loki
aveva un esercito di alieni, ma li abbiamo sconfitti" gli rispose.
"Ok.
Fallo parlare, cerca di non fargli dimenticare quello che sa. Noi
arriviamo al più presto" rispose Natasha.
Tony
strinse le labbra guardandosi intorno con espressione vacua.
"D'accordo,
vi aspetto" sussurrò Steve. Chiuse il telefono e lo porse a
Tony.
"Non
ti ricorda niente?" chiese.
"Un
cellulare?" domandò Stark, sarcastico.
Allungò
la mano verso l'oggetto, lo prese rigirandoselo tra le dita.
Steve
si sedette sul letto accanto a Tony.
"Sbagliato
Stark, un cellulare giurassico" scherzò.
Tony
gli lanciò un'occhiata divertita, sospirò e si
massaggiò la fronte.
"Quindi.
Perdita di memoria. Progressiva. Potrei dimenticare cose che ora so"
riassunse.
Batté
le palpebre sentendo la testa pesante, deglutì appena.
"Quando
mi hai visto l'ultima volta ero impegnato con qualcosa che potrebbe
avermi causato questo?".
Steve
gli porse la mano, aperta, avvicinandola alla sua.
"Avevi
creato degli occhiali che modificavano i ricordi" gli rispose.
Tony
negò con il capo, si poggiò con la testa alla
parete e roteò gli occhi grugnendo.
"Se
mi conoscessi, sapresti che non sbaglio mai".
Steve
ritirò la mano e con l'altra si massaggiò la
fronte.
"Avevi
delle forti emicranie dovute agli occhiali. Però
è da un po' che non ci vediamo, non so cosa avevi fatto".
Tony
gli tirò un pizzicotto al braccio, mugugnò
sporgendo le labbra.
"No.
Non commetto errori così grossolani. Inoltre dovrei avere
ricordi modificati, non ricordi mancanti. Devi esserti perso qualcosa".
Steve
lo strinse a sé e gli prese la mano nella sua. Tony la prese
a sua volta, stringendo piano le dita dell'altro e accennò
un sorriso.
"Lo
prenderò per un 'ti credo, Stark', ok?".
Steve
gli baciò la testa tra i capelli.
"Ti
va di raccontarmi qualcosa, per non perderla?" gli chiese.
"Non
saprei cosa. Non mi viene in mente nulla".
Tony
si scostò appena da lui, alzò lo sguardo con un
sorriso divertito.
"Ma
se quel pranzo è ancora disponibile, magari posso pensarci".
Steve
si allontanò da lui e si alzò in piedi.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Nessun sintomo ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.4 Nessun sintomo
Steve
si sporse in avanti e pulì la bocca di Tony da dei rimasugli
di omelette.
"Ti
piacciono proprio tanto le uova, vero?" domandò.
Tony lo
scostò con un gesto secco, grugnì e
arricciò il labbro.
"Mettiamo in chiaro che odio essere
trattato come un bambino indifeso, ti va?".
Steve
arrossì e tirò indietro la sedia, mordendosi il
labbro.
"Mi
dispiace Stark" rispose. Si alzò in piedi ed
iniziò a prendere i piatti sporchi dal tavolo.
"Gli
altri dovrebbero arrivare a minuti". Aggiunse, rendendo più
atono il tono.
Tony
prese a dondolare sulla sedia, guardandosi i piedi intensamente.
"Non
volevo offenderti" borbottò. Sbuffò, si
passò la mano tra i capelli e
si alzò. Barcollò, scivolò in terra e
grugnì frustrato.
"Sembro un
bambino incapace come al solito". Fece forza per rizzarsi, la testa gli
girò e ricadde seduto.
Steve
lo raggiunse, si piegò e gli porse il braccio.
"Tony,
sei il mio miglior elemento e potranno confermarlo tutti. Se sei
ridotto così, vuol dire che ci sarà qualcosa di
grosso sotto" lo
rassicurò.
Tony si
aggrappò al suo braccio, fece leva tirandosi in piedi e
deglutì.
"Non riesco a camminare" ammise.
Steve
lo sollevò, prendendolo in braccio e lo riportò
alla sedia, facendolo accomodare.
"Allora
non lo fare. Appena Banner sarà qui, ti faremo controllare"
promise.
Si
sentì il trillo del campanello seguito da dei possenti colpi
alla porta, che la fecero tremare.
"Sono
arrivati gli altri. Resta lì" disse Rogers.
Tony
lo guardò scomparire oltre la cucina, sentì dei
rumori e delle voci,
sporse il capo.
"Romanoff?" chiese. Natasha avanzò, sorrise
appena e lo
guardò.
"Qualcuno ha problemi di memoria, eh?".
Thor si
affacciò da dietro la porta.
"Uomo
di Metallo?" domandò. Wanda lo afferrò per un
braccio e lo strattonò, allontanandolo dalla porta della
cucina.
"Non
riusciamo a trovare Vision a casa sua" spiegò Banner.
"Bruce,
potresti andare a visitare Tony? Credo sia fisicamente provato" gli
disse Steve.
"Nessuno
entri in cucina oltre Banner, Nat e Steve. Non mettiamogli altra
confusione" ordinò Clint con voce matura.
"Lasciali
entrare" protestò Tony. Natasha gli poggiò la
mano sulla spalla, negò
con il capo.
"Meglio che prima ti fai controllare" suggerì.
Tony la
guardò aggrottando la fronte, voltò il capo
osservando Banner sorridere
gentilmente chinandosi su di lui.
Steve
entrò nella stanza e chiuse la porta della cucina,
dall'altra parte si
sentiva un brusio incessante. Rogers incrociò le braccia al
petto e
rimase immobile, appoggiato all'uscio.
"Ti
dispiace se ti visito, Tony?" chiese Bruce. Tony strinse le labbra, si
poggiò contro lo schienale della sedia e aggrottò
la fronte.
"Lei è
specializzato in chimica e radiazioni, è sicuro di poter
visitare
qualcuno?" domandò. Natasha ridacchiò voltandosi
di lato.
Steve
sorrise e chinò il capo, guardandosi i piedi.
Bruce
sospirò appena, tirò fuori una lucina e gli
controllò gli occhi,
strinse le labbra e tirò fuori uno strumento che
poggiò sul polso di
Tony.
"Non hai traumi cranici, e sembri stare come al solito,
fisicamente". Guardò lo schermo dello strumento controllando
la
pressione e il battito.
"Forse è meglio fare un'analisi del
sangue,
perché qui sembra tutto come al solito".
Steve
ticchettò con il tallone del piede sulla porta e
sospirò.
"Nat,
hai provato a contattare Pepper? Tony ha detto che tra loro non andava
bene" sussurrò roco.
Tony
alzò di scatto la testa.
"Cos'è successo con
Pepper?". Natasha si morse
il labbro spostando il peso da un piede all'altro, sospirò e
scosse il
capo.
"Mi dispiace dirtelo così, ma ti ha lasciato".
Steve
si allontanò dalla porta e strinse i pugni, fino a sbiancare
le nocche.
"Banner,
Tony era abbastanza ubriaco quando l'ho trovato. O almeno sembrava"
sussurrò.
"Non
credo sia l'effetto della sbornia, Steve" mormorò Bruce.
Tony tremava
appena, Natasha gli strinse la spalla e lo guardò.
"Mi
dispiace tanto".
Tony alzò lo sguardo, negò con il capo e
deglutì.
"Devo trovare una
soluzione" sussurrò.
Steve
mise le mani dietro la schiena e negò.
"Mi
chiedevo se quella che mi sembrava sbornia, potesse essere un sintomo"
ribatté.
Raggiunse
Tony e lo guardò in viso.
"La
troverai, ci riesci sempre" lo rassicurò.
Tony
scosse il capo, chiuse gli occhi e sentì una forte nausea.
"Devo ...".
Natasha lo sollevò, lo fece poggiare a sé e gli
carezzò la schiena.
"Lo
accompagno" disse. Bruce la guardò uscire,
sospirò e si sedette
strofinandosi gli occhiali.
"Steve, non ha alcun sintomo fisico che
giustifichi né la perdita di memoria, né il
malore. Posso fargli delle
analisi più profonde al laboratorio, ma credo dipenda da
altro". Si
rimise gli occhiali.
"E non la sua invenzione, 'sta volta. Erano
proiezioni olografiche di ricordi, non andava a modificare gli
originali, li proiettava solo in modo che il soggetto potesse
superarli".
Steve
si morse il labbro e piegò in avanti la schiena.
"Possiamo
solo sperare che si salvi da solo, come sempre" gemette.
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Capitolo 5 *** Cap.5 La causa ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.5 La causa
Steve
appoggiò la mano su un macchinario, sentendolo gelido sotto
le dita. Piegò la testa e guardò Banner, negli
occhiali di Bruce si rifletteva la luce azzurra degli schermi
olografici. Entrambi erano in penombra, illuminati dalle luci
provenienti dai rumorosi macchinari.
"Hai
scoperto qualcosa con queste nuove analisi?" domandò Rogers.
Bruce
sospirò, si voltò e tolse gli occhiali
strofinandoli contro il camice bianco, deglutì annuendo.
"La
cattiva notizia è che sta peggiorando. È arrivato
circa all'epoca del suo rapimento".
Chiuse
alcuni schermi, si alzò e si mise in piedi socchiudendo gli
occhi.
"La
buona notizia, se buona si può chiamare, è che
sono stati davvero gli occhiali che stava costruendo. Ma le modifiche
che hanno causato il malore non risultano nei progetti, quindi forse
sono
stati manomessi; che è l'altra cattiva notizia".
Steve
si passò la mano sulla bocca e sul naso, incassando il capo
tra le spalle.
"Pensi
sia opera dell'Hydra? Come avrebbero fatto a infiltrarsi alla Tower?"
domandò.
Tony
fece capolino da dietro alcuni schermi, inarcò un
sopracciglio guardando i due e aggrottò la fronte.
"Quindi...
che ci fa un tizio che dovrebbe essere congelato e il grande uomo
verde in casa mia?".
Bruce
sgranò gli occhi voltandosi di scatto,
indietreggiò mettendosi vicino a Steve.
Steve
si massaggiò la spalla e sospirò, negando con il
capo.
"Stark,
non hai tenuto con te il foglietto che ti eri scritto, vero?"
domandò.
Guardò
Tony con gli occhi socchiusi.
Tony
si passò la mano tra i capelli, inarcò un
sopracciglio arricciando il labbro.
Bruce
sospirò, scosse il capo.
"Dico
a Natasha di contattare Maria Hill per vedere se ci sono state
infiltrazioni alla tower".
"Ottima
idea, dottore" disse Steve. Incrociò le braccia al petto e
si
avvicinò a Tony.
"Stark,
stai perdendo la memoria a causa di una modifica a una tua invenzione.
Dovresti scrivertelo su un foglietto di nuovo, perché andrai
sempre più indietro e ci riconoscerai sempre di meno"
spiegò. Avvertì una fitta al petto.
Tony
guardò Bruce uscire, strinse le labbra arricciando il naso
ed incrociò le braccia.
"Io
non sbaglio mai, bastoncino Findus. Chi mi ha sabotato?" chiese.
Si
mise seduto sulla sedia, la fece scorrere sul pavimento con un fruscio
e aprì degli schermi iniziando a digitare velocemente.
"Non
lo sappiamo Tony, stiamo cercando di capirlo" rispose Steve. Si deterse
le labbra pallide con la lingua e guardò l'altro scorrere
gli schermi olografici.
Tony
mugugnò un assenso e si mise un'auricolare.
"Istallerò
un sistema di riconoscimento automatico, almeno fin quando non
riuscirò a mettere insieme una soluzione. Chi ha accesso al
mio laboratorio?" chiese.
Steve
si grattò un sopracciglio grigio sporco.
"Nessuno
abbastanza intelligente da capire i tuoi dati. Banner, che
però non c'era. Umh...".
Alzò
il capo e guardò il soffitto.
"Forse
le tue intelligenze artificiali, tipo Friday" rifletté.
Tony
inserì una pennetta nell'auricolare e osservò la
barra del download dei dati avanzare sullo schermo.
"Jarvis
ne sarebbe capace, ma non lo farebbe" disse.
Steve
gemette con un sospiro, lo raggiunse e gli mise una mano sulla spalla.
Tony
sollevò lo sguardo, schioccò la lingua e tolse la
pennetta dall'auricolare poggiandola sul tavolo, incrociò le
braccia.
"Cosa
ne ho fatto? Non avrei permesso finisse del tutto eliminato".
"...
è diventato Vision. Una specie di cyborg". Concluse Rogers.
Tony
strinse le labbra, si passò la mano sul volto e
sospirò scuotendo il capo. Deglutì,
annuì e sollevò il capo.
"Lui.
Conosce le mie tecnologie, il mio laboratorio e la mia vita meglio di
chiunque" sussurrò, roco.
Steve
si mise le mani sui fianchi e ticchettò con la punta di una
delle scarpe.
"Vision
non è come J, è vero, ma... pensi abbiano potuto
controllarlo?" domandò.
Tony
si poggiò allo schienale della sedia facendolo
scricchiolare, dondolò le gambe schioccando la lingua.
"Sappiamo
come funzionano i cyborg. Pensano di agire per il bene. Se ho costruito
un aggeggio per modificare i ricordi, si sarà detto che non
ne volevo; e avrà modificato il macchinario per cancellarli".
Steve
impallidì e raggiunse una parete, appoggiandovi una mano.
"Non
pensi che potrebbe diventare pericoloso, vero?" domandò.
Tony
ondeggiò la mano in aria, si voltò guardando lo
schermo; la testa gli dava forti fitte continue.
"La
missione è formulare un anagramma di recupero memoria, Tony"
disse una voce metallica dall'auricolare.
Tony
batté le palpebre, annuì e iniziò a
digitare.
"Nah,
sicuramente nel suo programma è proibito l'omicidio. Sai, le
tre leggi della robotica".
Steve
schioccò la lingua sul palato.
"Non
devo dirti io che nonostante le tre regole di Asimov, i robot avessero
i loro modi per risultare pericolosi. Pensi di poterti curare?" chiese
rendendo il tono più distaccato.
Tony
ridacchiò, piegò il capo all'indietro.
"Okay
esperto di sci-fi. Vorrà dire che lo smantelleremo,
così non avrai paura di Skynet o di dover fare Mirai Trunks"
scherzò.
Tornò
a guardare lo schermo, ondeggiò il capo a destra e sinistra.
"Ci
proverò. Non è facile visto che continuo a
dimenticarlo, ma niente è impossibile".
Steve
lo raggiunse, si sporse e lo guardò negli occhi.
"Non
ti porterò via un altro amico, Tony. Sono solo preoccupato
per te" disse con voce roca.
Tony
si alzò, sollevò il capo osservandoli e sorrise.
"Starò
bene, Steve. Te lo prometto".
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Capitolo 6 *** Cap.6 Le motivazioni di Vision ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=nINhtDECrN4.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
The Avengers.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa al “NEON Lights
challenge” a cura di Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 525.
★
Prompt: NEON 06.
Cap.6
Le motivazioni di Vision
“Scusa
se ho ripetuto tutte quelle volte il fatto che
non potevano essere i progetti di Tony. Temo io mi senta in colpa per
la
faccenda Ultron. Ho accusato Tony, quando ero davanti a lui e sapevo
non
potesse essere colpevole” disse Banner, parcheggiando davanti
a un albergo.
Steve
aprì la portiera della macchina e si voltò verso
di lui.
“No,
hai fatto bene. Tony ha bisogno di amici in
questo momento, anzi vorrei che tornassi da lui adesso”
mormorò. Si morse l’interno
della guancia. “Vorrei stargli accanto in questo momento in
cui sta perdendo la
memoria in modo degenerativo, non stare qui ad eliminare un suo
amico”.
“Steve.
Vision è troppo potente, credo sia meglio che
l’Altro sia in zona. Muoviti, magari scopriamo che non
c’è davvero bisogno di
eliminarlo” disse Banner. Si sfilò gli occhiali e
si pulì le lenti sulla
camicia.
“So
che volevi ritirarti, ma non l’hai fatto per Tony.
Sei davvero un buon amico, alla fine” disse Steve.
Uscì dalla macchina e si
allontanò, salì dalle scale antincendio di
metallo.
<
Ed ora tocca a me esserlo > pensò. Aprì lo
schermo olografico dell’orologio che indossava, dirigendosi
verso il punto che
segnava. Piegò le labbra in un sorriso. < Lo sapevo
che Tony sarebbe stato
essenziale. Nonostante stesse dimenticando sempre più cose,
è riuscito a
inventare un modo per rintracciare Vision > rifletté.
Forzò la finestra ed
entrò nella stanza, rimanendo acquattato.
“Capitano,
la stavo aspettando”. La voce di Vision
risuonò tutt’intorno.
Steve
si sfilò lo scudo dalle spalle e se lo mise
davanti, nascondendosi dietro di esso.
La penombra era illuminato da un neon rosso sangue, che
riportava la scritta:
“You have been warned”.
Vision
avanzò, indossava giacca e cravatta nera,
mentre la gemma della mente sulla sua fronte emanava un bagliore
più fioco
della luminaria.
“Perché
hai sabotato gli occhiali di Stark?” ringhiò
Steve.
Vision
piegò di lato il capo.
“Il
Governo mi ha dato molti dati utili e mi ha fatto
rendere conto di come voi siate un’organizzazione pericolosa.
Da quando i
Supereroi sono apparsi, sono aumentati esponenzialmente gli incidenti e
i morti”
spiegò atono.
“Tu
stai privando il tuo creatore dei suoi ricordi per
una tua scelta. Non è giusto!
Ti
sei mai chiesto se sia il contrario? Quando
iniziano le tragedie, ecco che si alzano gli eroi per
fermarle” ringhiò Steve.
Cercò di colpire Vision con lo scudo, Vision
lanciò un raggio laser facendolo
cadere a terra.
“Capitano.
Lei sceglierebbe di firmare dei documenti
per sottomettervi al Governo? O spezzerebbe il cuore di Stark? Lei non
è diverso
da me e a Tony spetta un destino che è meglio
dimenticare” disse.
Steve
chinò il capo e serrò i pugni.
“Capitano.
Io l’avviso. Se è venuto qui per
distruggermi, io l’annienterò. Se mi
dirà che non è pronto a firmare degli
accordi, non le dirò il modo per ridare i ricordi a Tony. Ho
io gli occhiali
che le servono per salvarlo” disse Vision.
Steve
si mise in posizione di combattimento, saltellò
sul posto e diede una serie di pugni in aria.
“Ho
tutto il giorno per gonfiarti di botte e farti
decidere di darmeli” ringhiò.
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Capitolo 7 *** Cap.7 Stark dimentica Steve ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.7
Stark dimentica Steve
Banner
si sporse dal finestrino, udì dei
tonfi e vide il muro dell'albergo crollare, Vision aveva raggiunto
Steve con il
raggio sulla sua fronte.
Aprì
la portiera e uscì, richiudendola,
passandosi l'indice intorno al colletto del vestito.
"Temo
ci sia davvero bisogno di
eliminarlo, ma..." sussurrò.
<
Anche se ho paura che questa zona
sia troppo abitata per l'Altro > rifletté.
"Sto
facendo qualche ricerca",
disse Clint, all'auricolare, "Vision ultimamente teneva sotto controllo
gli incontri che gli alti funzionari del governo americano tenevano con
quelli
del resto del mondo".
"Stark
ci guarda come se volesse
ucciderci tutti con il bicchiere con cui ha bevuto il drink"
commentò
Natasha.
Banner
spense la propria auricolare e
l'informazione fu passata sullo schermo olografico davanti alla
Romanoff.
Vision,
che volteggiava nel cielo di
fronte a Steve, riaprì le comunicazioni.
"Cos'ha
scoperto di così
interessante, agente Barton?" chiese.
"Guarda
chi si sente. Loki sarebbe
geloso, lui non c'è riuscito a controllare Stark".
Natasha
sospirò.
"Clint,
Thor ti sente".
Clint
sbuffò.
"Allora,
Vision? Avevi paura degli
Accordi di Sokovia, vero?".
Vision
atterrò di fronte a Steve.
"E
lei sa cosa sono e cosa vogliono
farci, con gli 'Accordi di Sokovia', Capitano Rogers?"
provocò.
Steve
cercò di colpirlo con lo scudo, il
naso gli sanguinava copiosamente.
"Che
vuoi farmeli firmare?"
tentò.
Il
ruggito di Hulk risuonò tutt'intorno.
Dall'auricolare
provenì un suono di
vetro, e una serie di fruscii. Vision aveva schivato il colpo di Steve
e
sorrise.
"Lei
crede che, adesso, io sia il
pericolo. È
evidente che non conosce gli Stark,
Capitano Rogers".
"Steve!"
urlò Natasha,
dall'auricolare.
Ci
fu un tonfo, e una serie di fruscii.
Steven
si voltò lentamente. Il cielo sopra
di lui si era annuvolato e l'insegna fulminata dell'hotel era
abbandonata sul
terreno.
Vision
si voltò verso Hulk che avanzava,
distruggendo palazzi e pezzi di strada. Si girò nuovamente
verso Steve.
"Con
gli Accordi di Sokovia, ci
avrebbero impedito di combattere. Volevo evitare che Mr Stark
soffrisse, quando
voi vi sareste rivoltati contro di lui. Ora è tardi. Lo
avete lasciato con le
persone sbagliate".
"Nat.
Mi servi per calmare Hulk.
Qualcosa non va" disse Rogers all'auricolare.
I
fruscii dell'auricolare cessarono.
"E
un Hulk sarebbe quella cosa
verde che sta distruggendo New York, vero?" chiese Tony,
dall'auricolare.
"Tony?
Sei tu?" chiese Steve
con tono ansioso.
"Oh?
Cos'è tutta questa
confidenza?" chiese Tony.
Vision
sorrise, prese a fluttuare in
aria, il mantello ondeggiava dietro di lui.
"Come
dicevo ...".
"Sento
anche te. Non so chi di voi
due mi avesse rinchiuso in quella casa con dei pessimi assassini a
farmi la
guardia, ma sto venendo a prendervi. Odio essere rinchiuso in casa
senza un
laboratorio, è claustrofobico".
Steve
impallidì, mentre scoppiava un
temporale.
"Stark.
Sono Rogers, siamo una
squadra" ribattè. Si mise a correre verso Hulk.
"Hulk!
Hulk, calmo!" urlò
correndo verso il gigante verde, infastidito dalla pioggia negli occhi.
"Si
tratta di un soldato, Mr Stark.
È
stato creato nel 1942 da un team di
scienziati di cui faceva parte suo padre" disse Vision.
"Oh,
qualcuno che parla la mia
lingua!" esclamò Tony.
Un'armatura
rosso e oro sfrecciò sopra Steve
e Vision, si fermò di fronte a Hulk. Hulk gli
ruggì contro, Tony gli volò sotto
le gambe e gli salì sulla spalla.
"Ehi,
mostriciattolo. È
solo acqua" disse.
Hulk
ringhiò, lo guardò socchiudendo gli
occhi.
"To-ny"
sillabò.
Tony
gli passò la mano tra la chioma
nera bagnata.
"Ma
che bravo".
"Stark,
Hulk di solito è più
controllato. Qualcosa non va" cercò di spiegare Steve. Venne
scosso da una
serie di tremiti. "E dobbiamo fermare Vision. Ti ha cancellato i
ricordi" spiegò.
<
Non è nelle condizioni per usare
l'armatura, dovrebbe essere a casa! Thor, Clint, Nat, nemmeno in tre
siete
riusciti a tenerlo d'occhio! > pensò.
Tony
si mise seduto sulla spalla di
Hulk, sollevò il casco dell'armatura.
"Disse
l'uomo che mi aveva
rinchiuso in una torre. Dubito sia stato l'androide".
"Non
eri rinchiuso. Eravamo
d'accordo!" gridò Steve per coprire l'ululato del vento.
<
Ho trovato Tony in una notte in cui
pioveva come adesso, sembrava un micio sperduto.
Ho
promesso che mi sarei occupato di
tutto, ed invece ogni cosa mi sta sfuggendo di mano >
pensò.
Vision
volò di fronte a Tony.
"Voleva
tenervi in quella torre con
degli assassini professionisti e...".
Tony
lo colpì con un calcio alla testa
che fece schiantare Vision in terra.
"Regola
Numero Uno, androide: i
soldati non mentono agli Stark" disse Tony.
Steve
rise istericamente.
"La
nuova legge di Asimov"
scherzò.
Vision
si mise seduto nel solco nel
terreno, sollevò gli occhi e la gemma sulla sua fronte
brillò.
"Non
volevo soffriste, Mr.
Stark" disse.
Tony
balzò giù dalla spalla di Hulk
atterrando in piedi, incrociò le braccia.
"E
io rivoglio la mia memoria,
Skynet".
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Capitolo 8 *** Cap.8 La sconfitta di Vision ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.8
La sconfitta di Vision
Il
sangue che era colato dal naso di
Steve, lì dove non si era rappreso, era stato annacquato
dalla pioggia.
Rogers
guardò Stark ancora in piedi
sulla spalla muscolosa di Hulk.
Tony
balzò giù, mentre Vision tornata in
piedi. L'androide si avvicinò.
"I
vostri compagni, i governi, le
organizzazioni, la vostra stessa vita ... tutto è un
pericolo per la vostra
felicità. Voglio annullare il dolore e donarvi un'esistenza
senza nessuna
tristezza".
Tony
guardò verso Steve.
"Tu.
L'aria è stata
sgombrata?".
Steve
negò con il capo.
"No,
Mr. Stark" rispose.
Tony
inarcò un sopracciglio, uscì
dall'armatura.
"Tu.
Fai sgombrare l'aria".
"Subito,
Boss" rispose Friday.
Partì
in volo, altre armature si unirono
alla prima e si sparpagliarono. Tony poggiò la mano sul
braccio di Hulk.
"Ora
resta fermo qui. Ci pensa
'papà'" disse.
Hulk
ruggì e si sedette in terra. Tony
guardò Steve.
"Di
nuovo tu. Vuoi aiutarmi,
fissarmi inebetito o altro?".
Steve
recuperò il suo scudo e lo
utilizzò per ripararsi dalla pioggia.
"Seguo
te, Stark" rispose.
Tony
lo guardò, sorrise appena e scosse
il capo.
"Okay.
Ho bisogno di sapere solo
una cosa. L'ho costruito io?".
Vision
strinse le labbra, socchiudendo
gli occhi chiari.
"Capitano,
è meglio se mi aiutate.
Il signor Stark è molto più pericoloso di me, al
momento" disse.
"Per
metà. Avete modificato un
progetto già esistente" rispose Steve. Si
affiancò a Tony, i piedi gli
affondavano in una pozzanghera.
<
Pericoloso? Non mi dire che...
>. Attivò il segnale di richiamo dell'auricolare.
Tony
lo guardò, infilò le mani in tasca.
"Sono
svenuti e ho distrutto gli
auricolari. Pensavo fossero miei carcerieri" disse.
Vision
avanzò, a passo lento e
cadenzato.
"Per
favore, Capitano. La
situazione degenererà ancora".
Steve
lo raggiunse al petto con un
calcio a piedi uniti.
"Tutto
questo è successo per colpa
tua!" gridò.
Vision
divenne intangibile facendosi
passare Steve attraverso, volò a mezz'aria.
"Voglio
solo difendere Mr.
Stark!".
Tony
gli ticchettò sulla spalla, Vision
si voltò e Tony gli tirò un cazzotto al volto che
fece volare via l'androide.
"Regola
numero due: gli Stark
devono sapersela cavare da soli in ogni situazione" disse.
Steve
si rialzò, vedeva sfocato e sputò
sangue, aveva sbattuto la testa. Intravide Vision cadere e
lanciò lo scudo,
riuscendo a ferirlo all'addome, prima di ricadere pesantemente
nell'acqua
sporca.
Vision
gemette di dolore, Tony lo
raggiunse e lo bloccò da dietro.
"Regola
numero tre: solo uno Stark
può fare cose migliori di uno Stark" disse.
Si
abbassò gli occhiali, Friday analizzò
Vision e accedette al suo sistema. Vision cadde in ginocchio, Tony si
allontanò
e prese a modificare la programmazione con i movimenti delle palpebre.
"Recupero
dati memoria avviato e
completato, Boss. Avvio lo spegnimento del programma Vision?".
Tony
lo guardò, lanciò un'occhiata a
Steve nel fango e sospirò
"Regola
numero quattro: uno Stark
sa sempre che decisione prendere. Spegni tutto".
Fece
qualche passo indietro, sentendo il
proprio corpo bagnato e scosso da tremiti.
"Subito,
Boss".
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Capitolo 9 *** Cap.9 Mi ricorderò di te sempre ***
Cap.9
Mi ricorderò di te sempre
Steve
era intento a rabbrividire,
avvolto nella pesante coperta.
Guardò
Stark in piedi davanti a
innumerevoli schermi blu-azzurri che brillavano
nell'oscurità.
"Friday
ha finito di passarti i
ricordi?" domandò.
Tony
spostò alcune schermate, seguendole
con lo sguardo.
"Ho
quasi rielaborato tutti i dati.
Ancora non ci credo che Vision mi aveva tolto la memoria".
"A
modo suo voleva proteggerti.
Da
quando è nato ha visto troppe brutte
cose, era come un bambino, in fondo" mormorò Steven.
<
Mi costa fatica dirti questo, avrei
solo voluto vederlo distrutto, ma... è la verità
e tu hai già sofferto
abbastanza >.
Tony
sospirò, chiuse due schermate e ne
aprì altre tre, muovendosi rapido tra esse.
"Capisco
le sue intenzioni, ma ho
ferito la squadra per colpa sua, e sembravo un gatto bagnato".
Steve
si sfilò la coperta e gliela mise
sulle spalle.
"Eri
un adorabile micetto sperduto"
ammise.
Tony
sbuffò sarcastico, si strinse la
coperta sulle spalle.
"Un
micetto che ha messo KO gli
Avengers".
"I
gatti domineranno il mondo"
disse Steve. Gli accarezzò la testa e si
allontanò.
Tony
arrossì passandosi la mano tra i
capelli, chiuse le schermate e si voltò verso Steve.
"Grazie
per esserti occupato di me
nonostante tutto".
Rogers
si fermò, scrollando le spalle.
"Te
la saresti cavato anche senza
di me" rispose.
Tony
lo raggiunse, gli mise una mano
sulla spalla.
"Sarei
ancora sotto la pioggia. Sei
il solito eroe, Capitano".
Steve
si voltò e lo guardò in viso,
chinando il capo.
Socchiuse
le labbra, sospirò e chiese: "Mi
chiamerai se avrai ancora bisogno?".
<
Sei tu il migliore di noi, sei tu
l'eroe > pensò.
Tony
gli porse la mano, con un sorriso.
"Ti
chiamerò sempre, se sarò nei
guai" promise.
Steve
gli posò le mani sulle guance.
"Non
potrei sopportare se ti
dimenticassi definitivamente di me" ammise.
<
Non vorrei esagerare > pensò,
tirando su con il naso.
Tony
poggiò la fronte contro quella di
lui.
"Non
sopporterei di dimenticarti
davvero" sussurrò.
Steve
posò le sue labbra su quelle di
lui.
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