Una strana avventura

di Angel27
(/viewuser.php?uid=755513)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Ho difeso il mio amore ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


UNA STRANA AVVENTURA

CAPITOLO 1
"Ok programma di oggi devo studiare, trovare materiale per la tesina, trovare una tematica soprattutto, andare agli allenamenti e trovare necessariamente un po' di calma per affrontare questo dannato esame."
Emanuela elaborava picchiettando la penna sulla scrivania il suo piano pomeridiano eppure non aveva proprio voglia di studiare.
Qualche ora più tardi uscì di casa porta per gli allenamenti e come sempre felice ed è entusiasta di praticare il suo sport preferito, il calcio.

"Pronto?"
"Parlo col preside del liceo artistico Liceo artistico - Anton Giulio Bragaglia?"
"Si mi dica."

"Manu!" Serena chiamò l'amica agitando energicamente le mani.
"Hey!" 
"Hai sentito della gara?"
"Che gara?"
"Quindi non hai sentito, bene sono felice di annunciarti che ci sarà un concorso su storia dell'arte, la prova è un questionario a risposta multipla. Il vincitore studierà a New York per tre mesi."
"Sarebbe fantastico, ma c'è solo un piccolo piccino picciò problema."
"E sarebbe?"
"L'esame di maturità!"
"Ma dai! Non puoi tirarti indietro, tu ami storia dell'arte e sei bravissima. E poi parliamo di New York, ma quando ti capita più un'occasione come questa?!"
"Ho detto di no, Serena, e poi dovrei chiedere ai miei..."

“Bene ragazzi cominciate!” la prof passò per i banchi consegnando i fascicoli ad uno ad uno ed Emanuela ad ogni plico di fogli consegnato sentiva il cuore aumentare di dieci battiti.
Alla fine aveva ceduto, i suoi genitori le avevano dato il via libera ed ora si trovava in un'aula che le cominciava a sembrare decisamente troppo stretta.
Nonostante fosse consapevole di avere ottimi voti soprattutto in quella materia cominciava a chiedersi perchè avesse accettato quella "sfida" con se stessa, quante probabilità c'erano che sarebbe stata la vincitrice? Una su cento? 
Si disse che quello non era certo il momento per pensarci o per tirarsi indietro.
Tirò un bel respiro e via cominciò a leggere ogni singola parola con la massima concentrazione. Era un bel compito di circa venti pagine ed aveva tre ore di tempo per completarlo, ma lei riuscì a finirlo in due.
Quando consegnò si sentì sollevata, aveva dato il massimo ora doveva solo aspettare il verdetto.
"Allora com'è andata?" chiese Serena, che aveva atteso fuori dalla classe che l'amica concludesse la prova.
"Non saprei, ho risposto a tutte le domande c'era qualcosa di logica anche, ora dobbiamo aspettare le correzioni hanno detto che si saprà tutto tra due giorni." spiegò Emanuela con un po' di paura.
"Tranquilla sono sicura che è andata bene!" continuò la ragazza e presale la mano la trascinò fuori scuola era arrivato il momento di svagarsi un po'.
Dopo essere tornate a casa si prepararono per uscire, urgeva una bella pizza con doppia porzione di patatine e poi quella sera c'era la partita dell'Inter.
"Insomma ci voleva proprio!" esordì Serena mentre l'amica addentava una fetta di margherita.
"Assolutamente!" concordò.
"Oh guarda fine primo tempo e inter in vantaggio!" riprese Serena.
Sullo schermo della tv uscì la scritta "speciale TG 60 secondi"
"Buonasera interrompiamo i programmi per importanti notizie dagli Stati Uniti. Il signor Tony Stark ha inaugurato la nuova "torre", sede del gruppo Vendicatori. La torre è alimentata completamente da energia pulita, il multimiliardario ha dichiarato che questo è solo il primo passo per un mondo migliore, più pulito e più sicuro. Il nostro presidente incontrerà domani il gruppo Avengers a New York, discuteranno del futuro dei nostri Paesi e della loro protezione. Vi auguriamo un buon prosieguo e ci scusiamo per l'interruzione."
Subito dopo la sigla riprese la pubblicità, ma Emanuela e Serena avevano ancora la bocca semi aperta.
"Ti rendi conto?" gridò Serena improvvisamente.
"Shhh non urlare." la riprese Emanuela.
"Ti rendi conto?- ripeté l'amica sottovoce- Immagina te alla Stark Tower, sarà un'avventura pazzesca!" continuò eccitata.
"Che cosa? Non so nemmeno se ho vinto e poi non credo proprio che il viaggio comprenda una visitina dal signor Stark...ma si, sarebbe davvero fighissimo." concluse sognante.
Certo non poteva sapere che la sua avventura sarebbe cominciata esattamente due giorni dopo.

Ora di italiano, D'Annunzio e le sue mille avventure ecco cosa stava spiegando la prof prima di essere interrotta da un deciso bussare alla porta. Inutile dire che i presenti ringraziarono il disturbatore, compresa Emanuela che era presa a disegnare su un quaderno.
"Avanti." invitò la professoressa.
"Buongiorno- disse una donna dal fisico slanciato i capelli scuri e un elegante completo grigio- mi presento sono la signora Smith ed ho il piacere di annunciarvi il vincitore o la vincitrice del concorso di storia dell'arte." 
All'udire quelle parole Emanuela sentì il cuore venir meno alzò di colpo la testa dal quaderno. L'emozione era troppa, guardò Serena con un disperato bisogno di sostegno. 
"Tranquilla." le disse in labiale ed Emanuela tirò un profondo respiro.
"Emanuela Pacifici!" all'udire il suo nome si sentì come frastornata, la testa le girava e il cuore batteva all'impazzata, vide Serena sorridere felice.
"Emanuela Pacifici è qui?" ripeté la donna.
"Si...si sono qui." disse timidamente alzando la mano.
"Vieni pure cara.- disse la donna invitandola a raggiungerla sotto gli sguardi stupiti dei suoi compagni- ora, se la professoressa non ha nulla in contrario, dovremmo andare."
Emanuela si girò verso la professoressa quasi barcollando non poteva crederci, ma con tutto il cuore sperava che non fosse un sogno.
"Hai il mio permesso Pacifici." disse la prof.
La ragazza salutò appena la classe e l'insegnante uscendo dall'aula con la signora Smith.
"Dunque cara, partiremo domani ho già avuto il piacere di parlare con i tuoi, verrai a studiare da noi per tre mesi come ben sai, spero ti divertirai." disse sorridendo.
"Ne sono certa!" rispose con leggera euforia Emanuela.

Il giorno dopo i genitori e Serena l'accompagnarono in aeroporto.
"Mi raccomando tienimi aggiornata!-disse Serena abbracciandola con forza- E se incontri Thor dagli il mio numero" concluse scherzosa.
"Contaci!" rispose la ragazza sorridendole.
Dopo un saluto strappalacrime entrò nell'aeroporto pronta per la sua avventura.
Scoprì con grande sorpresa di viaggiare con un jet privato assieme ad altri tre ragazzi. La prima era una ragazza dai capelli castano chiaro e gli occhi da cerbiatto, il secondo un ragazzo dall'aria taciturna ed il terzo perennemente attaccato alla ragazza che parlava di formule fisiche.
La ragazza tirò due colpetti di tosse per attirare l'attenzione.
"Piacere-disse poi- mi chiamo Emanuela e..." 
"Piacere sono Jemma!-la interruppe la ragazza sorridendo e stringendole la mano- lui è Leo, meglio conosciuto come Fitz e il bel tenebroso è Grant. Noi abbiamo vinto il concorso di biologia, chimica e fisica, Grant quello di arti marziali e tu?"
"Oh quello di storia dell'arte" si sentì un po' in soggezione, dopotutto storia dell'arte non era una materia molto amata dagli altri indirizzi, anzi il più delle volte era messa alla pari di materie come religione.
"È fantastico! Ho sempre amato storia dell'arte!" esordì Jemma e la ragazza tirò un sospiro di sollievo.
Parlarono fino a crollare dal sonno e vennero svegliate dalla voce del pilota che annunciava l'atterraggio.
"Finalmente!" sussurrò Emanuela notando il sole alto nel cielo.
Non appena scesero dal jet notò lo strano ambiente che la circondava: c'erano persone in giacca e cravatta, ma anche militari, macchine scure di vario genere. Sembrava quasi una base militare. Le sembrò di essere in un film del tipo "spia all'improvviso" e non aveva tutti i torti, anzi non ne aveva per niente.

"Salve! Mi presento sono l'agente Phil Coulson dello SHIELD, seguirò personalmente il vostro addestramento per diventare agenti provetti." 
Emanuela boccheggiò a quelle parole sentendo l'aria mancare improvvisamente.
"Cosa? Agenti? Deve esserci stato un errore...io ho fatto un concorso per studiare storia dell'arte a New York non per diventare agente!" rivelò tutto d'un fiato.
"Tecnicamente lei ha tenuto ufficialmente una prova per un'istituto d'arte, in realtà l'avevamo scelta ancor prima che vincesse quel concorso." spiegò l'agente.
La ragazza sentì la testa girare vorticosamente e la terra mancarle sotto i piedi. Agenti, SHIELD non ci capiva più niente, poi perché lei e perché mentirle? Troppe domande, troppe emozioni e dopo pochi istanti vide solo il buio.
"Misericordia Phil! Dovevi dirle prima il motivo per cui è stata scelta, ora come sta?" la voce del capitano Rogers era carica d'ansia.
"Bene, è semplicemente svenuta, domani al vostro arrivo sarà più che in forma!"rispose l'agente.
"Bene, mi raccomando voglio che sappia tutto." ordinò.
"Sarà fatto." detto ciò Coulson chiuse la chiamata e tirò un profondo respiro preparandosi al peggio.

"Cosa? Io dovrei fare parte dello SHIELD?!" chiese scettica Emanuela.
"Si, per la centesima volta." rispose con leggera stizza l'agente.
"Ma come è possibile? Avete tanti agenti qui, certo non avete bisogno di me."
"So che sembra strano, ma ci servi più di quanto tu possa immaginare. Ascolta abbiamo bisogno di una squadra speciale che affianchi gli Avengers, domani verrano qui e parlerete del vostro percorso di addestramento, ma se credi di non essere all'altezza o che questo sia troppo per te sei in tempo per tirarti indietro. Il jet ti riporterà a casa oggi stesso se vorrai." detto ciò uscì dalla camera lasciando Emanuela sola.
Più tardi si chiese se non fosse stato stato troppo duro con lei, ma la ragazza doveva essere consapevole che quella vita di certo non avrebbe ammesso se o ma.
A porre fine ai suoi tormenti fu la stessa Emanuela che irruppe nel suo studio sicura e decisa.
"E va bene! Farò parte della squadra...sempre se mi volete ancora." dichiarò.
Coulson sorrise soddisfatto, vedeva un gran potenziale in quella ragazza e sapeva che sarebbe stata una grande agente.

Contro ogni previsione si era avverato il sogno di Emanuela, vivere un'avventura, ancora non sapeva se stesse sognando o meno. Decise di esplorare la base SHIELD e ne rimase incantata, laboratori incredibili, tecnologie di cui non conosceva nemmeno l'esistenza, armi futuristiche e ricerche avanzate
"Emanuela!-Jemma spuntò fuori da un laboratorio con indosso un camice bianco ed una mascherina per gli occhi- Oh grazie al cielo stai bene, ero davvero preoccupata. Come ti senti?" chiese infine con un sorriso gentile.
"Bene grazie...solo un po' sorpresa." rivelò imbarazzata.
"Lo credo bene, non è da tutti entrare a far parte dello SHIELD, ma vedrai ti piacerà moltissimo stare qui." disse poi.
Dopo aver salutato Fitz, che armeggiava con strani fili e pezzi di metallo, continuò il "giro turistico" con Emanuela.

La sera arrivò presto ed Emanuela si ritrovò ad attendere con impazienza il giorno dopo. Avrebbe incontrato i Vendicatori ancora stentava a crederci. Ebbe paura che fosse tutto un sogno e che il giorno dopo si sarebbe risvegliata nel suo letto, si diede un pizzicotto e con suo grande sollievo notò che l'ambiente attorno a lei non mutò. 
Tirò un profondo respiro di sollievo e si lasciò cullare dal sonno sognando le prossime avventure.

"Sveglia!- una luce abbagliante costrinse Emanuela a ripararsi sotto le coperte- Insomma Manu! Sveglia! Gli Avengers saranno qui a momenti!" le parole di Jemma fecero rinsavire la ragazza che balzò ritta in piedi.
"Giusto! Quanto tempo ho?" chiese precipitandosi in bagno.
"Circa 15 minuti." rispose l'altra guardando l'orologio.
"Me li farò bastare!" rispose chiudendo la porta.
Come lei stessa aveva detto in pochi minuti fu pronta e, dopo aver addentato un cornetto a volo, si precipitò con Jenna nell'atrio principale dove Fitz e Grant attendevano l'arrivo degli eroi.
"Grazie al cielo siamo in orario." ansimò Jemma.
"Già per un pelo davvero ragazze!- disse Coulson entrando nell'atrio- Ragazzi ho il piacere di presentarvi gli Avengers." al seguito dell'agente comparvero sei figuri.
Emanuela, Jemma e Fitz sentirono l'adrenalina salire alle stelle mentre Grant, beh lui rimase come sempre impassibile e apparentemente calmo.
"Avengers vi presento i nostri futuri agenti, Grant Ward, Leo Fitz, Jemma Simos ed Emanuela Pacifici."
"È un piacere fare la vostra conoscenza" il primo a parlare fu il capitano, Steve Rogers.
"È ammirevole vedere ragazzi così giovani disposti a proteggere il proprio mondo." continuò Thor.
"Insomma quante cerimonie ragazzi, sono giovani e dotati di ottime capacità immagino non abbiano bisogno di essere trattati come docili cuccioli." intervenne Natasha facendo l'occhiolino alle ragazze che le sorrisero di rimando.
"Concordo con Nath ho più paura di loro che dei chitauri, queste nuove generazioni sono capaci di tutto." continuò Clint.
"Ora non esageriamo!- Emanuela riconobbe subito la voce del famoso miliardario, playboy, filantropo- Sapete, dopo le strane magie di Piccolo Cervo, tende a ingigantire le situazioni." ed eccolo lì il famoso Tony Stark.
"Tony potrebbero essere considerate offensive le tue parole, ne sei consapevole?" come sempre Banner tentava di riportare sulla retta via lo scienziato, ma con scarsi risultati.
"Bene, ora che abbiamo fatto le presentazioni possiamo parlare d'affari." intervenne Coulson.
Raggiunsero la sala riunioni, a quanto pare la questione era della massima importanza.
"Abbiamo scoperto esperimenti umani compiuti dall'HYDRA- cominciò Steve- coloro che sono riusciti a sopravvivere a tali "trattamenti" vengono detti i potenziati. Sono esseri umani geneticamente modificati, questo cambiamento li ha portati ad assumere diversi poteri gli ultimi che abbiamo rilevato sono i Maximoff, due gemelli orfani, che sono stati sottoposti agli esperimenti di Strucker. Wanda ha la telecinesi, Pietro un'incredibile velocità.
 "Di base il piano è tentare di far comprendere che siamo noi i buoni e portare dalla nostra questi potenziati, ma quando ciò non può accadere siamo costretti a comportarci di conseguenza." continuò Natasha.
"Inoltre è importante individuare arnesi alieni, come è accaduto per l'attacco alieno a NY, non avevamo calcolato la potenza del Cubo e abbiamo rischiato grosso." intervenne Clint.
"Dunque voi siete stati chiamati per mettere a servizio dello SHIELD le vostre particolari conoscenze, per individuare potenziati e/o oggetti di origine aliena." spiegò Banner.
"Naturalmente noi da Asgard faremo il possibile perché ciò non si verifichi più, ma ci sono cimeli del mio mondo anche qui e probabilmente anche di altri pianeti. Gli uomini in passato hanno abusato di questi poteri portando loro stessi e diversi imperi all'autodistruzione, per questo vennero nascosti dagli uomini stessi affinché non si ripetessero i medesimi errori." continuò Thor tenendo le braccia conserte.
"Ovviamente avrete a disposizione tutte le mie tecnologie e laboratori.- intervenne Tony.- Beh ragazzi parlate non vi mangeremo di certo!" continuò beffardo.
"Io in realtà avrei un certo languorino." scherzò Banner.
"Ha ha molto spiritoso Bruce." rispose Natasha.
"Che dire- intervenne Jemma- siamo felicissimi di far parte della squadra, ma soprattutto onorati di poter lavorare con voi." 
"Concordo- continuò Fitz- sarà sicuramente un'esperienza unica!"
"Il mio unico desiderio è servire il mio Paese e questo è un buon modo per farlo, quindi vi ringrazio per avermi scelto." con enorme sorpresa era stato Grant a parlare.
Rimaneva solo Emanuela che se ne stava zitta e seminascosta dalla scrivania. 
Oh no, non cercava di nascondersi solo stava sprofondando nell'Hel.
"E tu? La ragazza invisibile. Dici la verità è stato Coulson a portarti qui con la forza." Emanuela riemerse da sotto il tavolo al richiamo di Tony.
"In un certo senso non avrei mai immaginato di entrare a far parte dello SHIELD, né di affiancarvi in missioni per salvare il mondo- la sua voce era tranquilla e il suo sguardo assorto, Tony ne rimase vagamente affascinato- ma oramai ho firmato il mio 'patto col diavolo quindi!'" concluse sorridendo.
Tony sorrise, le piaceva quella ragazzina dall'apparenza timida, ma che in realtà custodiva un'anima impavida.

"Dai vuoi dirmi che non te ne sei resa conto?" chiese Jemma mentre prendevano posto in sala da pranzo con i loro vassoi.
"No davvero!" rispose Emanuela sorridendo.
"Eppure è chiaro come il sole che c'è intesa tra i due." continuò Jemma.
"Sarà, ma ora basta spettegolare piuttosto cosa dobbiamo fare nel pomeriggio?"
"Io ho lezione di difesa con Natasha, tu?" chiese la ragazza addentando una mela.
"Meccanica con Tony." rispose sorridente, l'idea le metteva un'insolita euforia.
"Emozionante!" intervenne Fitz sedendosi al tavolo.
"Direi!" concordò Emanuela.
"Tu e Grant, invece, che lezioni avete?" chiese Jemma.
"Io agilità e tecniche militari con Steve, mentre Grant chimica e fisica con Bruce." spiegò sorridendo all'idea di Grant alle prese con formule fisiche.
Dopo pranzo si divisero, avevano un'ora di tempo per riposarsi prima di iniziare le diverse "lezioni". Il gruppo di eroi si era trasformato eccezionalmente in un corpo docenti col compito di insegnare ai ragazzi tutte le tecniche necessarie per le diverse missioni.
Emanuela decise di uscire sul tetto a prendere una bella boccata d'aria, troppe emozioni in troppo poco tempo.
"Te ne stai sempre così in silenzio, tutta sola?" Emanuela sobbalzò leggermente, ma riconobbe subito quella voce.
"No, di solito preferisco la compagnia, ma negli ultimi due giorni ci sono stati troppi batticuori e troppe emozioni quindi avevo bisogno di un po' di calma." rivelò.
"Capisco, ma dovrai farci l'abitudine, la vita degli agenti è ricca di emozioni." continuò divertito.
"Si, ma dopotutto sono una ragazza come tante, non ho nulla di speciale e mi chiedo ancora perché mi è stata data questa possibilità." ammise.
"Hey, tutti siamo speciali, beh forse io sono un po' più speciale degli altri- disse poi scherzoso, Emanuela ridacchiò- Ma di una cosa sono certo se sei qui è perché sei speciale e perché Fury ha visto in te un potenziale, che ti permetterà di aiutarci in queste missioni. Ascolta, non dimenticare che tu sei tu, speciale ed unica non c'è nessuno al mondo che abbia le tue stesse capacità, la tua inventiva quindi basta con discorsi del tipo 'non sono all'altezza' ok?" concluse con finto tono di rimprovero.
"Ok." annuì la ragazza sorridendo.
"Misericordia comincio a parlare come Capitan Ghiacciolo!- disse poi congedandosi, mentre la ragazza sorrideva sollevata- Insomma diamoci una mossa, abbiamo una lezione da fare su!" concluse incitandola con un gesto della mano.

NDA
Salve a tutti, lo so mi direte come puoi iniziare una nuova ff se praticamente non riesci a portare avanti nemmeno le precedenti e peggio ancora hai arretrati mille capitoli delle storie che stai recensendo? Ebbene non uccidetemi vi prego, ma questa ff è dedicata a due mie amiche. È cominciata per gioco poi è diventata una vera e propria storia.
Vi chiedo scusa per eventuali errori grammaticali e chiedo l'enorme favore di esprimermi il vostro giudizio ;)
Grazie.
A presto
Angel27;)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


UNA STRANA AVVENTURA
Capitolo 2

"No, no e ancora no! Devi comprendere la sacralità di ogni singola componente di questa meraviglia! Meccanica ecco di cosa stiamo parlando, tecnologia di altissimo livello, il futuro del nostro mondo! Quindi ora posa quella chiave inglese e fai pace con il braccio meccanico!" disse mimando con le mani di "abbassare l'arma".
Emanuela impugnava ancora la chiave inglese come se fosse la sua unica ancora di salvezza.
*10 minuti prima*
"Dunque, mia adepta, iniziamo la lezione!" Emanuela entrò in un luogo buio, non vedeva a un palmo dal suo naso.
"Detto così è parecchio inquietante sai!" confessò non capendo dove si trovasse Tony. 
Improvvisamente le luci si accesero rivelando un incredibile laboratorio colmo di congegni e armature.
"Benvenuta nel mio regno!" esordì Tony allargando le braccia con fare teatrale.
Emanuela rimase per ben cinque minuti a fissare l'ambiente allibita, non poteva crederci vedeva finalmente le creazioni di Stark di persona, le sue incredibili armature, poteva perfino toccarle. E mentre quel pensiero prendeva possesso della sua mente il corpo si mosse da solo, si avvicinò ad un'armatura e...
"Ahi!" un braccio robot le aveva appena dato uno schiaffetto sulla mano.
"Mi dispiace signorina, ma queste armature sono off-limits!" una voce senza corpo la fece sobbalzare.
Afferrò una chiave inglese e la tenne bene in alto contro il braccio, ed eccoci arrivati al punto in cui Tony cerca di farla ragionare.
"Insomma Emanuela posa subito quell'affare!" continuò Tony con scarsi risultati.
Decise che doveva prendere la via della dolcezza, così le si avvicinò e dalle spalle posò con gentilezza le sue mani sugli avambracci della ragazza facendo una leggera pressione per farle abbassare "l'arma".
"Non ti farà nulla- sussurrò al suo orecchio- è solo che Jarvis va in modalità difesa se si cerca di toccare una delle mie armature senza il mio esplicito consenso." spiegò calmo.
Emanuela prese un profondo respiro e posò quell'arma di fortuna con grande sollievo di Tony, che vedeva già il suo laboratorio semidistrutto.
"Bene, ora osserva. Jarvis fate pace e presentati alla nostra speciale ospite." ordinò.
"Salve, il mio nome è Jarvis e sono un'unità di intelligenza robotica creata dal signor Stark. Mi dispiace averla spaventata svolgevo solo il mio lavoro." 
Emanuela constatò che quella voce era tutt'altro che robotica, sembrava un'essere umano.
"Sono io che devo chiedere scusa, ho messo le mani dove non dovevo. Mi presento sono Emanuela e credo di avere molto da imparare." concluse sorridendo.
Il braccio meccanico si mosse lento verso di lei, le porse la mano e la ragazza la strinse in segno di pace.
"Vedi la tecnologia non è nostra nemica, solo bisogna imparare a trattarla come si deve...con rispetto." Tony si stupì delle sue parole in poco tempo era diventato un maestro provetto.
"Bene andiamo avanti partiremo dalle basi, quindi dimmi...cos'è la meccanica?" chiese.
"È la fisica che studia il movimento degli oggetti...credo." rispose un po' titubante.
"È esatto! Dunque a cosa ci serve la meccanica, la fisica? È semplice, per utilizzare le nuove tecnologie è indispensabile conoscerle e bisogna conoscerle per crearne delle altre. Dunque è necessario sapere i diversi modi in cui può muoversi un corpo, studiarne la consistenza." spiegò.
La lezione continuò per diverse ore, durante le quali Emanuela armeggiò con diversi generatori di energia, fili e componenti di metallo.
"Io credo nell'apprendimento sul campo." le aveva detto Stark, così era rimasta tutto il pomeriggio chiusa in quel laboratorio supervisionata dal suo maestro.

Mille e mille stelle circondavano una creatura dall'aura oscura.
"Finalmente...dopo secoli di attesa è giunta l'ora della mia vendetta..." la sua voce sinistra ruppe il religioso silenzio di quel luogo- Ma ancora una missione deve essere portata a termine non ammetterò fallimenti questa volta chiaro?"
"Si, mio signore." 
"Ho giurato che non ci sarebbero stati regni, lune deserte, né crepacci dove non possa trovarti. Credevi di conoscere il dolore...ora che mi hai tradito capirai quanto quel dolore sia niente!" una macabra risata risuonò per il cosmo fino ad Asgard...

Serena camminava su e giù per la camera da letto con ansia crescente, erano passati due giorni e non aveva ricevuto un sms, una chiamata, un messaggio su whatsapp nulla.
"Io me la mangio!" ruggì esasperata lasciandosi cadere sul letto.
Chiuse per un istante gli occhi e come in un film mille e strane immagini iniziarono a scorrere davanti gli occhi.
"Ricordi sfocati di una vita passata...chi sei? Cosa credi di essere? Impara a scindere le menzogne dalle verità solo allora saprai chi sei..."li riaprì di colpo ansante, cos'era quello uno strano scherzo del suo inconscio?
Non ebbe tempo di dar peso a quello strano evento perché il cellulare prese a vibrare, quando Serena lesse il nome sul display indugiò nel rispondere.
"Sai che non dovrei rivolgerti la parola? E poi hai idea di che ore sono!" disse con stizza.
"Lo so e mi dispiace, ma credimi se ti dico che sono stati due giorni davvero incredibili e poi il fuso orario non dipende da me, qui sono le sei." si giustificò.
"Qui è mezzanotte! E va bene sei perdonata, ma solo perché a New York avrai avuto già mille cose da vedere."
"Non immagini davvero quante!" rispose l'altra sorridendo furba.
"Tu non me la racconti giusta...aha stai sorridendo!" esclamò.
"Ma cosa...come...non sto sorridendo!" rispose indignata.
"Si invece, stai sorridendo eccome!" continuò sicura.
"No ti dico, eppure se fosse non puoi vedermi quindi non è detto!"  rispose soddisfatta.
"Ti conosco troppo bene e so che stai facendo uno dei tuoi sorrisetti furbi, dimmi tutto su." concluse.
Emanuela tentennò per qualche istante non perché non si fidasse dell'amica, ma perché non sapeva se metterla al corrente di quel progetto potesse in qualche modo danneggiarla, metterla in pericolo.
Alla fine decise di dirle tutto, ma quando concluse il lungo racconto di ciò che aveva visto e fatto in meno di due giorni si rese conto che il silenzio regnava dall'altro cellulare, per pochi istanti credette di aver parlato per venti minuti da sola poi un urlo la fece ricredere.
"TU MI VUOI DIRE CHE HAI CONOSCIUTO THOR E CHE ORA SEI UN'AGENTE?!" gridò.
"SHHHH non urlare! Si, ho conosciuto il biondo tutto muscoli e niente..."
"Non ci provare, non finire la frase! Sai che non è vero!" la riprese Serena.
"E va bene, si ho conosciuto il dio nordico che frantuma i cuori col suo martellone mew mew!" scherzò.
"Sei incorreggibile!-la canzonò l'amica- Comunque devi mantenere la promessa!" continuò Serena, in un primo momento Emanuela non capì poi collegò.
"Ma stai scherzando spero!" 
"Certo che no!"
"Non lo farò mai! E poi la sua integrità morale, la passata storia con Jane non sono di certo a nostro favore!" 
"Hai promesso!"
"Stavo scherzando!"
"Ma io no, non avevi dita incrociate e quindi, mi dispiace, ma devi mantenere la promessa! No, non è vero non mi dispiace!" 
"Sei incredibile!"
"Lo so!"
"E va bene cercherò di intercedere, ma non riempiti di false speranze non mi va di rincollare i pezzi di un cuore infranto a causa del biondo!"
"Non succederà!" 
"Lo spero davvero, altrimenti dovrà ricercare i pezzi del suo corpo per tutti i nove regni."
"Chi è il mal capitato che ha avuto il coraggio di farti arrabbiare?" 
Emanuela sobbalzò e quasi il cellulare le cadde dalle mani.
"I...io stavo al telefono e tu non dovresti ficcanasare!" rispose piccata ad un Tony troppo curioso.
"Sarà, ma ho una cosa da farti vedere!" disse prendendola per mano.
"Aspetta, sono al telefono!" insistette.
"Oh giusto dà qua- le sfilò il cellulare da mano- Con chi ho l'onore di parlare?"
"S...Serena sono un'amica di Emanuela." rispose stupita.
"Salve cara, ascolta ho bisogno della tua amica dunque potreste sentirvi più tardi?"
"Certo!" rispose prontamente, mentre Emanuela si massaggiava le tempie come chi ha perso ogni speranza.
Il caso volle che proprio in quel momento un armadio a due ante con il suo fedele martello facesse il suo ingresso.
"Oh cosa c'è qui una riunione?" chiese scherzoso.
"No, ma capiti a proposito bel fusto! Tieni divertiti." detto ciò gli passò il cellulare con ancora Serena in linea che aveva letteralmente smesso di respirare da quando aveva udito la voce del dio, poi sparì trascinando via Emanuela.
"Pronto?" la voce di Thor titubava, non aveva mai parlato al cellulare e in più con qualcuno che non conosceva.
Serena si sentiva al settimo cielo e terrorizzata allo stesso tempo, non aveva idea di cosa dire.
"Pronto?" ripeté il dio.
"Ciao..." quel saluto uscì dalle sue labbra spontaneo ma anche carico di timidezza.
"Salve, perdonami credevo di parlare da solo." ammise sorridendo.
"Tranquillo è solo che non mi capita spesso di parlare con estranei al cellulare." rivelò la ragazza imbarazzata.
"Ti comprendo non è affatto piacevole parlare senza poter osservare il proprio interlocutore.-rispose e Serena si sentì morire credendo di averlo già annoiato- Comunque mi presento sono Thor figlio di Odino." la ragazza si riscosse.
"Piacere, Thor, mi chiamo Serena e sono un'amica di Emanuela."
(Perdonate l'invasione si sono io quella che volete linciare...l'autrice. Volevo solo precisare che presentarsi come Thor figlio di Odino lascia davvero poche probabilità all'interlocutore di presentarsi in modo che risulti alla sua altezza, per questa semplice, ma fondamentale, ragione Serena si è sentita in dovere di tirare in ballo Emanuela, futura Agente dello SHIELD.)
"Hei! Ma aspetta un secondo!" protestò mentre Tony la trascinava nuovamente nel laboratorio.
"Tranquilla, fidati!" fu la sua risposta.
Quando furono nel laboratorio Tony le mostrò un piano di lavoro tutto nuovo.
"Questo è per te." disse soddisfatto- Hai un ottimo potenziale ragazzina e non ho intenzione di lasciarmelo sfuggire!"  
Emanuela non credeva ai suoi occhi, le aveva preparato in poco tempo un perfetto piano di lavoro.
"Non so che dire..." 
"Non dire nulla, sappi che sarai impegnata 24 ore su 24 quindi niente pause, niente spuntini con me si lavora duro!" disse serioso, poi girò le spalle per uscire.
"Tony...-lo chiamò- grazie." la sua voce dolce sciolse il cuoricino del miliardario che le sorrise congedandosi subito dopo.

Più tardi Emanuela recuperò il suo cellulare e trovò Thor stranamente allegro, più tardi avrebbe chiesto spiegazioni alla diretta interessata.
 A cena si ritrovò a parlare con Jemma della sua magnifica giornata. 
"A te come è andata la lezione di difesa con Natasha?" chiese poi Emanuela curiosa.
"Bene, se per bene si intende cadere, ruzzolare, essere colpite e riprese decine di volte. Non sono mai stata brava in educazione fisica." ammise sorridendo.
"Dai sono sicura che alla prossima lezione andrà meglio. Da domani iniziamo dalla mattina credo di avere "lezione" con Steve." Jemma notò un velo di preoccupazione nella sua voce.
"Qualcosa non va?" chiese infatti.
"Nulla, al contrario sono felice di essere qui, pensavo solo che forse dovrei far presente a Tony che non esiste solo la sua, come dire, "materia". Cielo sembra di essere a scuola."
"Beh più o meno è così- intervenne Grant- questa "esperienza" ci farà guadagnare parecchi crediti, quindi ci presenteremo all'esame con un punteggio abbastanza alto." Emanuela e Jemma guardavano il ragazzo a bocca aperta.
"Cosa vi prende?" chiese scettico.
"Sai è la prima volta che ci rivolgi la parola." rispose Jemma.
"Sei sempre così scontroso o ti trasformi solo con la luna piena." intervenne Emanuela scherzosa.
"Mi dispiace, ma sono un tipo diffidente." ammise.
"Sei perdonato dai!" continuò Jemma e, per la prima volta, quella sera anche Grant raccontò della sua "incredibile" giornata con Banner.
Riguardo Fitz...beh lui non scese per la cena, la lezione con Steve l'aveva massacrato non era abituato a tutta quell'attività fisica così non appena era tornato in camera era crollato sul letto stanco morto.

Erano passate circa due settimane da quando Emanuela era arrivata alla base SHIELD. I Vendicatori si rivelarono esattamente come li aveva immaginati, tranne Thor che vagava in un mondo tutto suo, per la precisione da quando le aveva chiesto il numero di Serena. Alla fine era stato lui a chiedere un contatto per sentire ancora la ragazza, ma Emanuela non seppe mai cosa si raccontavano per tutto quel tempo.
Studiava e si allenava con impegno, ma il momento della giornata che preferiva era senza dubbio la lezione di Tony.
L'intesa tra loro era unica riuscivano ad andare in perfetta armonia, anche dopo il più duro degli allenamenti Emanuela passava le ore in laboratorio. L'improvviso cambiamento del playboy stupì non poco i Vendicatori, che conoscevano un Tony Stark molto diverso.
Quel pomeriggio Emanuela si stava allenando con Natasha, ma l'arrivo improvviso di Tony la costrinse a fermarsi.
"Mi dispiace rubartela Natasha, ma è una questione della massima importanza." disse serio.
La donna diede il permesso alla ragazza di seguire Tony che con calma e insolito distacco accompagnò la ragazza in una sala a lei estranea.
"Sai perché sei qui?" chiese.
"Non ne ho idea." rispose la ragazza guardandosi attorno.
"Bene, Jarvis a te l'onore." detto ciò quasi come per magia le si presentò davanti un'armatura bellissima, era esattamente della sua misura, e ,per capirci, era l'armatura di iron man al femminile.
Tony osservava con attenzione la ragazza nella speranza di ricevere un cenno di felicità, ma quello che vide fu solo una statua di marmo con la bocca spalancata.
"Insomma ti piace o no?" sbottò infine impaziente.
"Se mi piace...è semplicemente incredibile! Grazie! Grazie davvero!" d'istinto lo abbracciò felice, ma quando si rese conto di ciò che aveva fatto si allontanò imbarazzata.
"Dunque- disse lui schiarendosi la voce- che ne dici di provarla?" 
"Ora?" chiese sorpresa.
"Si, hai di meglio da fare per caso?" chiese beffardo.
"No, no cominciamo pure!" rispose impaziente.
In pochi istanti, grazie ai vari bracci elettronici, Emanuela si ritrovò indosso l'armatura e la trovò perfetta per il suo corpo, non ostacolava affatto i movimenti, anzi sembrava parte di lei. Tanto era assorta dall'ammirare la sua armatura che non si rese conto che Tony aveva indossato la sua.
"Bene, conosci la mia filosofia...dunque devi tenere sempre sotto controllo la situazione sei tu che usi l'armatura non lei che usa te chiaro?" 
"Chiaro!" 
"Bene non ti spiegherò i comandi come fanno i ragazzini quando comprano un nuovo joystick per playstation. Io attacco, tu devi difenderti non ho altro da aggiungere." detto ciò non le lasciò tempo per replicare e sferrò il primo colpo.
Emanuela rovinò a terra, ma non si lasciò intimorire si rialzò subito è prese a parare e schivare i colpi come meglio poteva fin quando non capì come rispondere ai suoi attacchi. La prima cosa che Natasha le aveva insegnato era la tenacia e l'astuzia, doveva saper sfruttare ogni occasione a suo vantaggio e così fece riuscì a utilizzare il raggio di repulsione colpendolo in pieno petto, ancora una volta aveva stupito il suo maestro.
"Perfetto, ora lezione di volo!" disse con la stessa enfasi di un bambino rialzandosi da terra.
"Magari un'altra volta dobbiamo andare Fury ci ha chiesto di vederci." Rogers interruppe quel momento idilliaco e Tony sbuffò contrariato.
"Non poteva scegliere momento migliore...come sempre!" disse mentre i bracci elettronici spogliavano lui ed Emanuela delle armature.
In fretta raggiunsero la sala dove i Vendicatori e i loro allievi si erano riuniti.
"Spero che avrai un'ottima ragione per cui hai interrotto la mia lezione!" disse piccato Tony entrando nella stanza.
"Più che ottima direi Stark." detto ciò mostrò loro degli ologrammi.
"Ma è Serena!" intervenne Emanuela vedendo l'immagine dell'amica.
Inutile dire quanto Thor si interessò alla faccenda, rimirando l'immagine della ragazza.
"Continuo a non capire." incalzò Tony.
"Abbiamo un colpo di scena signori. Come pensavamo altre forme di vita "aliene" per così dire, prima di Thor, hanno fatto visita al nostro pianeta. Questa ragazza ha solo per metà origini umane." spiegò tenendo sottocchio Emanuela.
"Cosa vorrebbe dire? Se non è interamente umana cos'altro è?" chiese scettica la ragazza.
"Asgardiana." rispose secco.

Salve a tutti!
Prima di tutto ringrazio winterlover97 per aver aggiunto la storia tra le preferite e le seguite, poi sig grazio AlessiaOUAT96   per aver recensito il primo capitolo e aver aggiunto la storia tra le preferite e le seguite.
Dunque vi ho un po' incuriosite? Insomma so che non sono bravissima a scrivere, ma spero di aver attirato un po' della vostra attenzione.
La vera avventura deve ancora aver inizio quindi vi aspetto al prossimo capitolo!
Vi prego sempre di lasciare una piccola recensione, so che per voi sembra nulla ma per me è davvero importante!
Detto ciò non vi mangio se non lasciate una recensione e quindi tranquille!
Un forte abbraccio
Angel27

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


~UNA STRANA AVVENTURA
 Capitolo 3

Asgard
 "Mio re- Haimdall fece il suo ingresso nella sala del trono dove Odino troneggiava indisturbato- come sempre il vostro occhio non sbaglia, Thanos sta riunendo le Gemme dell'infinito. Vuole il potere assoluto e la sua rabbia non si placherà fin quando non l'otterrà."
 "Cosa mi consigli di fare?" chiese pensieroso
 "Personalmente richiamerei immediatamente il principe su Asgard per metterlo al corrente dei piani di Thanos."
 "Mio figlio ha scelto la terra, ha preferito una midgardiana al suo popolo..." disse amareggiato
 "Il suo cuore è rimasto ad Asgard, mio re, permettetemi di richiamarlo il suo aiuto è indispensabile."
 "Devo riflettere, lasciami solo. Ti comunicherò la mia decisione a breve."
 Il Guardiano uscì dalla sala lasciando solo il re che decise di ritirarsi nelle sue stanze.
 "Maledizione!" imprecò Loki riprendendo le sue sembianze "Ci mancava solo Thanos!" ringhiò lasciandosi cadere sulla poltrona in velluto dorato.
 Prese a massaggiarsi le tempie stanco, da quando si era liberato di Odino e aveva assunto il potere non aveva tempo di riposare e rifocillarsi a dovere. La sua pelle era più bianca del solito, i suoi occhi segnati da profonde occhiaie, i capelli corvini, nuovamente corti, scompigliati e ribelli.
 "Non dovresti abusare così del Seiðr un giorno di questi potresti finire per perdere le sembianze di Odino durante uno dei tuoi ricevimenti."
 Loki scattò in piedi e voltandosi verso l'instruso incontrò due occhi verdi che lo
 osservavano curiosi.
 "Chi sei?" sibilò
 "La domanda giusta è chi sei tu!" scherzò
 "Sappi che non è saggio scherzare con me." continuò
 "Che paura" lo beffeggiò, Loki tirò un profondo respiro
 "Come hai fatto ad entrare?"
 "Non sei l'unico capace di utilizzare il Seiðr sai" spiegò girando di scatto il polso verso il dio. In pochi secondi il suo corpo divenne blu e venato di strane linee scure, mentre gli occhi gli si innestarono di rosso.
 Loki fu preso dal panico, ma come sempre lo nascose egregiamente si mosse verso la ragazza furente e le afferrò il polso. A quel contatto la ragazza sentì la pelle bruciare, ma non emise un lamento continuò a fissarlo negli occhi con aria di sfida.
 "Non osare mai più!" sibilò velenoso
 "Hai paura" rispose semplicemente.
 "Tu avrai paura..."sussurrò minaccioso.

"Come asgardiana?" la,voce di Emanuela era di parecchie ottave più alta del solito.
 "Devo ammettere che questo ha sorpreso anche me." rivelò Thor stupito.
 "Ma non è possibile la conosco da moltissimo tempo e non ha mai dato cenni di avere una forza fuori dalla norma, né poteri di qualsiasi genere."
 "Non è così semplice, il mio popolo col tempo ha trovato diversi modi per soffocare la propria natura. Quello di Serena è un sigillo che le permette di non rivelare le sue origini, ma non credo che ne sia al corrente. Non abbiamo tempo di perderci in chiacchiere, ora è necessario portare qui la ragazza. Haimdall ha visto forze ostili muoversi nell'ombra potrebbe essere in pericolo!"
 "Thor ha ragione organizziamo una squadra per portare qui la ragazza!" ordinò sbrigativo Fury.
 "Perfetto! Quando partiamo?"
 "Oh no tu non vieni, potrebbe essere pericoloso!" intervenne Tony.
 "Si tratta della mia migliore amica io devo venire!" sottolineò decisa.
 "E sia!- acconsentì Fury- Tu, Romanoff, Barton, Thor e Stark partirete subito."

"E quella?" chiese Tony notando che la ragazza portava un carrello con una valigetta che lui conosceva fin troppo bene.
 "Potrebbe servirmi." rispose.
 "Potrebbe servirti se la sapessi usare. Non montarti la testa solo perché un tuo colpo è andato a segno, quando ti troverai davanti cento nemici dovrai preoccuparti di centrare tutti e cento."
 "Beh non sei tu che dici sempre di credere nell'apprendimento sul campo? Quale occasione migliore di una missione!" detto ciò entrò nel jet superando uno sconfitto Tony.
 "Ho creato un mostro..." sussurrò sconsolato.
 Durante il lungo viaggio Natasha decise di consolare una preoccupata Emanuela che si torturava le mani.
 "Hei" cominciò.
 "Hei"rispose la ragazza con un sorriso.
 "Nervosa?" chiese.
 "Un po', sai non è facile sapere che una persona che conosci da tanti anni è in realtà di un altro pianeta." ammise.
 "Immagino di no, ma io intendevo per una possibile battaglia." precisò
 "Credo di star morendo di paura, fin quando usi l'armatura e combatti con gli "amici" per sport sembra tutto facile, ma...non so cosa potrebbe accadere su un campo di battaglia." rivelò senza esitazioni i suoi timori.
 "Sai sono stata cresciuta ed educata solo per uccidere, per essere un'assassina...la prima volta che uccisi un uomo mi sentì morire con lui, fu come perdere una parte importante di me, credo fosse la coscienza, la pietà. È normale avere paura Emanuela, ma col tempo impari a controllare le emozioni, a focalizzare la tua attenzione sull'obbiettivo...proteggere chi ti è caro.- detto ciò si diresse verso la porta- Ah Serena è fortunata ad avere un'amica come te." detto ciò la lasciò sola.

"Rompi il sigillo! Sveglia la tua vera natura!"
 "Non so come fare!"
 "Lui ti aiuterà..."
 Serena si svegliò di soprassalto, non ne poteva più di incubi quelle tre strane donne erano inquietanti e poi chi era questo lui?
 Ecco, cominciava anche a dar credito a ciò che le sue allucinazioni le dicevano, comincio a ripetersi che erano solo sogni, frutti del suo inconscio. Forse la lontananza da Emanuela e lo stress per l'esame l'avevano messa sotto pressione, ecco spiegati gli strani sogni. Aprì la finestra e il fresco venticello di maggio le solleticò il viso imperlato di sudore. Prese un profondo respiro e pensò a Thor mentre il cuore tornava a battere ritmico, scandendo le note di una melodia tutta nuova. Dentro di lei sapeva che c'era qualcosa di vero in quei sogni, ma per ora non voleva pensarci.

Tony la osservava da ore, era pensierosa e taciturna come il primo giorno che l'aveva incontrata, nei suoi occhi si nascondeva un barlume di timore decise di intervenire.
 "E allora?" esordì e la ragazza sobbalzò leggermente.
 "E allora che?" rispose lei contrariata per quel brusco intervento
 "E allora che ti prende?!" continuò con uno sbuffo.
 "Niente!" insistette.
 "Ah è così che si risponde al tuo maestro, al tuo fidato compagno di laboratorio?- disse gesticolando buffamente ed Emanuela ridacchiò divertita- Su dai che ti prende?" chiese prendendo posto accanto la ragazza.
 "Beh sono un po' preoccupata non so come Serena prenderà la notizia e non so cosa accadrà quando saremo lì." rispose pensierosa.
 "Sai la vita è piena di imprevisti, di scoperte. Io sono diventato iron man perché delle schegge metalliche minacciavano continuamente il mio cuore, eppure non mi sembra che mi sia andata tanto male. Vedrai ci sarà un perché anche per te e per la tua amica." Emanuela sorrise riconoscente come sempre le sue parole riuscivano a tranquillizzarla.
 "Grazie Tony e poi non vedo l'ora di indossare l'armatura!" quell'esclamazione aveva come unico fine il farlo preoccupare e come la ragazza immaginava andarono perfettamente a segno.
 "Tu cosa? Oh aspetta un momento! Ricorda che non sei pronta per quell'armatura, ho acconsentito a lasciartela portare solo perché avrei ceduto comunque, colpa degli occhioni da cucciolo smarrito!" le ultime parole le borbottò, ma Emanuela le sentì ugualmente.
 "E va bene! Comunque ti preoccupi troppo." scherzò.
 "No, mi preoccupo esattamente quanto basta ed ora via scricciolo preparati che tra poco si scende!" la congedò con finta freddezza ed Emanuela veloce come una saetta si preparò all'atterraggio.

Un'altra giornata di scuola ecco cosa l'aspettava, un'altra noiosissima giornata di scuola. Serena si vestì con particolare noia quella mattina, non le andava minimamente di affrontare un'altra giornata,. I toppi sogni strani quella notte e i mille pensieri non l'avevano fatta riposare, ma anche controvoglia dovette farsi coraggio e infilare uno ad uno i libri nello zaino a ritmo di una marcia funebre.
 E poi via a scuola.

Emanuela e i quattro eroi erano diretti al suo liceo avrebbero atteso l'uscita e "rapito" l'amica, poi le avrebbero spiegato tutto e se le andava bene non la fulminava sul posto.
 Aspettarono diverse ore e quando sentirono un insolito gridare i quattro si voltarono verso Emanuela.
 "È normale tutto questo baccano?" chiese scettico Barton.
 "No, non lo è!" rispose preoccupata.
 Come previsto qualcosa di strano stava accadendo nella scuola, Emanuela si precipitò giù dal furgone, ma Tony l'afferrò saldamente per le spalle.
 "Non azzardare a muoverti da qui, chiaro!" non era una domanda, ma un ordine.
 Non le diede il tempo di replicare il tempo di indossare l'armatura ed era già in volo verso l'edificio.
 La situazione non era tragica, ma di certo non una delle migliori, adolescenti in fuga a destra e manca, professori terrorizzati sembravano essere usciti da una casa degli orrori, eppure i quattro non riuscivano a capire chi o cosa stesse scatenando quel putiferio. Decisero di separarsi. Improvvisamente, come illuminato, Thor riuscì a riconoscere la voce di Serena, gridava aiuto non aspettò un secondo grido in pochi secondi era già lì.
 La scena a cui si trovò ad assistere lo colpì come un pugno, con sua grande sorpresa al centro dell'aula la figura snella e minacciosa di Nebula teneva saldamente il braccio di Serena strattonandola e sibilandole contro.
 Non esitò un istante bastò un solo colpo di Mjolnir e l'androide rovinò sulla parete.
 "Serena! Serena!" la chiamò preoccupato prendendola in braccio.
 La ragazza aprì lentamente gli occhi e quando incontrò quelli cerulei del dio smise di tremare come una foglia, ma non riuscì comunque a emettere alcun suono Thor, capì dal suo sguardo che stava bene.

"Maledizione!" gridò Emanuela presa dalla rabbia e dalla voglia di aiutare Tony e gli altri.
 Il suo sguardo cadde su quella valigetta e in pochi secondi indossava la sua splendida armatura. Uscì dal furgoncino e dopo due, tre tentativi riuscì ad alzarsi in volo. I primi minuti perdeva quota di continuo, ma non le ci volle molto per imparare a gestire anche la fase volo, Tony l'avrebbe sicuramente uccisa, ma per il momento preferiva non pensarci. Individuò Stark, Natasha e Clint e si unì a loro come da manuale Nebula non era sola aveva portato con sé un "animaletto", gli studenti dovevano evacuare l'edificio e loro abbattere quell'essere.

Thor portò Serena a sicuro nel veicolo, con il quale avevano raggiunto la scuola, abbastanza lontano dallo scontro, poi tornò alla carica.
 Quando incontrò la "bestiolina" si ricordò subito di dove l'aveva già vista, Jotunheim. Dopo che Loki aveva sabotato la sua incoronazione quella gita sul pianeta di ghiaccio era costata quasi la vita sua e dei suoi compagni. Sapeva come sconfiggerla, ma sapeva anche che Nebula voleva Serena e se si fosse impegnato in uno scontro con il gigante certo l'androide avrebbe avuto tutto il tempo per scappare con la ragazza.
 "Cosa vuoi Nebula?" ringhiò il dio.
 "Sapevo che non eri un tipo molto sveglio, Thor, ma non credevo fino a questo punto.- lo schernì- Voglio la ragazza, la sua Gemma dell'infinito!" disse poi decisa.
 Thor sembrò non capire, cosa aveva a che fare una delle Gemme con Serena.
 Nebula tentò di avanzare verso il furgone, ma Thor la fermò e tra i due iniziò un fitto scontro.

Nel mentre la bestia non si era certo fermata ad osservare aveva deciso di far danno altrove così toccò ai quattro rimediare.
 "Tony com'è la situazione da lassù?" la voce di Clint arrivò forte e chiara all'orecchio di iron man.
 "Non mi sembra arrivino altre sorprese di Natale, Legolas, ti terrò aggiornato." rispose beffardo.
 "Legolas, ma davvero? Spero non mi darai un soprannome tipo Bilbo o Frodo!" scherzò Emanuela.
 "Tu... tu non dovresti essere qui!" rispose stupito.
 "E perché mai ho l'armatura e il mio maestro è qui a tenermi d'occhio non corro alcun pericolo!" la sua risposta non faceva una piega e Tony andò nel pallone.
 Perché con quella ragazza si sentiva così...disarmato? Lui che con le donne aveva sempre avuto un certo ascendente ora si vedeva perso. Emanuela lo metteva in difficoltà, lo stupiva, lo faceva sentire un bambino.
 "Nath recuperiamo il cucciolo smarrito prima che distrugga mezza città!" la invitò Barton.
 "Con molto piacere!" rispose.
 Tony ed Emanuela scesero di quota e cominciarono a colpire l'animale, ma quello sembrava avere una corazza impenetrabile.
 "Non va, a questo affare non gli facciamo nemmeno il solletico!-protestò Emanuela poi un'idea attraversò la sua mente- Jarvis ci serve il tuo aiuto!" disse.
 "Con piacere. È una forma di vita aliena proveniente da Jotunheim, la sua pelle è impenetrabile e grazie a questa sopravvive al freddo del suo pianeta, sembrerebbe impossibile ucciderlo." concluse.
 "Magari dall'esterno si, ma se provassimo dall'interno...grazie mille Jarvis!" esclamò con entusiasmo, forse aveva trovato un modo.
 "Natasha ho bisogno che tu e Barton facciate da...esche." disse leggermente insicura.
 "Ricevuto!" rispose la donna intuendo il piano.
 "Come sarebbe a dire esche?- bastò un'occhiata della Romanoff per farlo zittire- e va bene, ma ti terrò direttamente responsabile per eventuali incidenti!" concluse.
 "Vuol dire che chiamerò un buon avvocato!" scherzò Emanuela.
 "Ora mi spieghi il piano?" chiese Tony.
 "È semplice lui apre la bocca e noi lo colpiamo." rispose secca.
 "Praticamente un gioco da ragazzi!" tentò di sdrammatizzare.
 "Si, in pratica si." annuì la ragazza.
 In pochi minuti grazie alla collaborazione di Natasha e Clint riuscirono a distrarre l'animale, poi fu un attimo spalancò le fauci e...
 "ORA!" gridò Emanuela.
 Tony l'affiancò ed insieme emisero il raggio di repulsione verso la bocca dell'animale, ma la lontananza era troppa ed Emanuela decise di avvicinarsi di più alle fauci, troppo per i gusti di Tony.
 "Ma che stai combinando? Vuoi farti uccidere?" chiese esasperato.
 "Fidati non smettere!" lo rassicurò.
 Emanuela si avvicinò e riprese a colpire, in pochi attimi il raggio trapassò l'animale che emise un gemito e rovinò al suolo come un fantoccio.

Thor se la cavava egregiamente, Nebula faticava a rispondere ai suoi attacchi e quando notò la disfatta del suo diversivo decise che era ora di battere la ritirata.
 "Ci rivedremo presto, figlio di Odino!" promise prima di sparire.
 Thor tirò un profondo respiro e corse verso il furgone, Serena era ancora incosciente e il dio rimase incantato nel vederla riposare.
 "Mi hai fatto prendere un colpo!" disse infuriato Tony prendendo la ragazza per le spalle ora il suo viso era scoperto.
 "Ma dai è andato tutto bene." rispose tranquilla togliendosi l'elmo con un sorriso, ma le morì sulle labbra quando vide il viso contratto dalla preoccupazione di Tony.
 "Non ci riprovare mai più! Chiaro?" disse stringendola a sé ed Emanuela nonostante l'armatura sentì la melodia del suo cuore che batteva all'impazzata e batteva per lei.
 Un colpo di tosse li costrinse ad allontanarsi.
 "È andata bene!" esclamò Natasha.
 "Niente avvocato scricciolo!" continuò Barton facendole l'occhiolino.

Tornarono alla base SHIELD, Serena riposò per tutto il viaggio ed Emanuela lo considerò un bene.
 Le voci riemergono come canto di un passato lontano, ma questa volta parvero quiete quasi continuavano a cullarla con il loro canto.
 "Noi siamo le Norne custodi di ciò che è stato..." disse la prima donna.
 "Di ciò che è" continuò la seconda.
 "E di ciò che sarà."concluse la terza donna, la ragazza notò che era priva della vista.
 "Cosa volete da me?" chiese quasi con timore.
 "Molto tempo fa, quando l'universo era dominato dal caos e dalle lotte per il potere. Per porre fine ai continui scontri chiedemmo ai regni in conflitto di donare a Yggdrasill le lore Gemme, da loro utilizzate come armi. Decidemmo di donarle al grande albero, ma Thanos, un titano che era stato esiliato ai confini dell'universo minacciò di trafugarle per questo tre delle pietre furono affidate a delle Guardiane, le altre custodite in mondi sconosciuti al titano. Le Custodi tre esseri creati esclusivamente col compito di proteggere tre delle gemme dell'infinito, ma quando Thanos, il titano, minacciò l'universo per la prima volta le tre guardiane furono costrette a nascondersi, ma al contempo coscienti che il tempo rimasto era ormai giunto al termine consegnarono la custodia delle gemme alle loro figlie poi le affidarono a tre famiglie dei loro mondi d'origine ponendo un sigillo sulle bambine così che fosse impossibile per Thanos rintracciarle finché esse non avrebbero avuto coscienza del loro compito. Ecco ora è arrivato il momento che anche tu riprenda la tua missione Thanos si muove in fretta non c'è più tempo." spiegarono gravi.
 "Non so come fare e poi chi è Thanos?"chiese Serena esasperata.
 "Il nostro tempo è finito tocca a te scoprirlo." detto ciò svanirono nel nulla.
 Serena riprese i sensi e, nonostante il corpo intorpidito, si beò della sensazione di sollievo che davano le coperte fresche.
 "Finalmente, temevo non ti saresti più risvegliata." la voce di Thor la sorprese si guardò attorno spaesata.
 "D...dove sono?" bisbigliò.
 "Alla base dello SHIELD sei in salvo.- disse dolcemente prendendo posto accanto a lei- Ora ti prego devi ascoltarmi, Serena, so che sarà per te una sorpresa ha sorpreso anche me." era buffo vederlo così in difficoltà nel mettere in fila due parole.
 "Ti ascolto" rispose col cuore a mille, la vicinanza col dio era davvero troppa.
 "Insomma ho parlato con Haimdall, il guardiano di Asgard e mi ha confermato le tue reali discendenze, qui allo SHIELD avevano già dei documenti che le attestavano, ma ho preferito esserne sicuro.- prese un profondo respiro- Sei asgardiana Serena, figlia della dea Eastre e del dio Móði." disse tutto d'un fiato.
 Serena rimase a bocca aperta e Thor non seppe più che dire.
 "Ecco spiegati gli strani sogni" biascicò Thor le chiese di raccontare e così fece.
 Gli disse delle Norne e delle voci, di ciò che le avevano rivelato e il dio ascoltò con attenzione poi parlò.
 "Ti porterò ad Asgard, parleremo con mio padre, Odino, lui potrà aiutarci!" sentenziò.
 Serena non seppe se esserne sollevata o meno, ma sembrava che dovesse ancora apprendere quella notizia.

"Su non mettermi il broncio ora è andato tutto bene!" esordì Emanuela.
 "Si per un pelo!" rispose.
 "Davvero ti preoccupi per me?" chiese seria guardando le magnifiche stelle che popolavano il cielo notturno.
 "Si che mi preoccupo. Dannazione! Non so nemmeno perché ma quando ti vedo rischiare così sento una fitta al petto e il cuore andare a mille, mi hai fatto preoccupare davvero!" rivelò.
 Sembrava un bimbo che rivelava i suoi sentimenti, era rosso in volto e il suo sguardo scostante.
 "Allora continuerò a mettermi nei guai!- Tony la guardò perplesso- Perché mi piace che ti preoccupi per me." e via la timidezza Emanuela si era scoperta, ma ciò che Tony fece la colpì.
 "Ma davvero?- chiese tirandola a sé- Vuol dire che da oggi in poi non ti perderò d'occhio nemmeno un secondo!" Emanuela si fece rossa come un pomodoro il cuore prese a batterle a mille, ma sembrò uscirle dal petto quando i loro volti si fecero più vicini.
 "Serena si è svegliata!" Capitan America fece il suo ingresso sull'enorme balcone e Tony lo maledisse mille volte.

 Con un movimento rapido la ragazza lo atterrò.
 "Vogliamo parlare da persone civili ora?" chiese la ragazza guardandolo dall'alto, il dio rise di gusto scuotendo il capo.
 "Non credevo che ci fossero altre donne come Sif, terribilmente dedite alla forza bruta." la schernì.
 "Ti sbagli re degli inganni!" rispose a tono.
 Il dio si rialzò e invitò la sua ospite a sedersi, ma lei rifiutò così fu solo lui ad accomodarsi sulla soffice poltrona vellutata.
 "Il mio nome è Sideria vengo da Alfheim. Sono la custode della Gemma dell'Anima." a quelle parole Loki si illuminò era una delle Gemme dell'infinito, ma tentò di darsi un contegno.
 "E cosa vorresti da me di grazia?"
 "Il tuo aiuto per fermare Thanos e rintracciare le altre due custodi." spiegò sicura.
 "Si vede che non mi conosci ragazza, non aiuto per nulla."
 "Ma se non erro qui c'è in gioco anche la tua vita non è così?-osò, Loki si limitò a guardarla in cagnesco- Questo non è nulla. Thanos è una minaccia in tutto l'universo molti si sono coalizzati contro di lui, so del tuo patto so cosa ti ha promesso e credimi se ti dico che non tarderà a mantenere la promessa."
 "Ho spodestato il re di questo regno, il padre degli dei, da solo! Cosa ti fa credere che non riuscirò a vincere contro Thanos."sibilò.
 "Perché vado oltre le apparenze, tu non sei ciò che vuoi sembrare, non sei mai stato cattivo e non lo sei ora. Puoi ingannare gli altri Loki, ma non me...vedo la tua anima, la leggo come un libro antico. Nonostante i graffi, le ferite ama e prova le stesse emozioni di quella di un bambino."
 Loki fu messo con le spalle al muro, le barriere, che per anni aveva eretto, si abbassarono lasciano passare uno spiraglio di luce.
 "E sia- acconsentì stanco- ma non montarti la testa ragazzina. Puoi vedere l'anima del dio, ma gli Jotun non hanno anima."

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


UNA STRANA AVVENTURA
Capitolo 4 "Batticuori"

È una bambina!" commentò Rogers.
"Non lo è e poi non mi risulta che mi sia mai intromesso nei tuoi affari personali." Commentò.
"Lo trovo..." tentò di ribattere il capitano.
"Oh sta zitto! Lo so che è piccola ok?! Ma erano anni che non mi sentivo così...vivo, anzi non mi sono mai sentito così bene. Lei ha qualcosa che...oh accidenti non so nemmeno descriverlo." sbottò sedendosi su una sedia di peso.
Steve lo guardò sorridendo intuendo cosa provava l'amico.
"Ah amico mio,-fece dandogli una pacca sulla spalla- credo proprio che ti sia innamorato!" esclamò.
Tony sgranò gli occhi, innamorato? Lui il più famoso playboy che il mondo conosca? No, no poteva essere...o forse si. Rimase solo a rimuginare.

Lavoravano come sempre, ognuno alla sua postazione.
Era pomeriggio inoltrato e nel laboratorio non si sentiva nulla se non i click meccanici o i cigolii di qualche vite. Di tanto in tanto Jarvis rompeva il silenzio parlando ora con Tony ora con Emanuela, ma poi tutto tornava nel suo silenzio abituale.
Il piano da lavoro di Tony era colmo di viti, pezzi di metallo, fili e attrezzi di ogni genere, compresi alcuni bicchieri d'olio estratti da un motore.
Erano passati giorni dall'attacco alla scuola, eppure non riusciva a non pensare alla piacevole sensazione del sentire la ragazza stretta tra le sue braccia, alla magia che si era creata quando i loro occhi si erano incontrati e a quel quasi bacio che le sue labbra tanto agognavano.
Emanuela, dal canto suo, non aveva smesso per un secondo di pensarci, non passava attimo in cui non fantasticava sul quel bacio mancato. Quando i loro sguardi si incrociavano in corridoio, in laboratorio, ovunque le sembrava di poter ascoltare ancora quella melodia, quel cuore che batteva furioso nel petto dell'uomo che segretamente amava.
Era una situazione complessa, perfino Jarvis aveva inteso cosa stesse accadendo tra i due, ma Tony sembrava voler rimanere cieco e sordo.
Il caso volle che, mentre Tony mandava fugaci occhiate alla ragazza (mentre lei era indaffarata s'intende),  la sua mano andasse in cerca del bicchiere d'acqua posto sullo stesso tavolo da lavoro. Portò il suddetto bicchiere alle labbra senza distogliere lo sguardo e mandò giù il liquido, lo percepì come strano, viscido, poi incredibilmente acido. La gola prese a bruciare e Tony sputò immediatamente il resto nel bicchiere, che scoprì essere colmo d'olio.
Il trambusto attirò subito l'attenzione della ragazza che si mosse in suo aiuto, mentre Tony tossiva senza freno.
"Che cosa è successo?" chiese preoccupata mentre Stark si teneva la gola con una mano. Le indicò l'olio e quella strabuzzò gli occhi.
"Hai bevuto olio per motori?! Ma che diamine ti salta nella testa?" gridò, ma decise di rimandare a dopo la discussione, lo aiutò ad alzarsi e mentre Tony continuava a tossire senza sosta lo accompagnò in infermeria.

'Pensieri, troppi pensieri' Tony si rigirava sotto le coperte insonne.
Dopo altri due o tre tentativi di prendere sonno contando le armature decise che era il caso di alzarsi, erano le quattro e mezza del mattino.
Si incamminò con indosso solo ciabatte e pantalone verso la cucina, forse un bicchiere d'acqua o qualche alcolico l'avrebbe aiutato.
Ora dovete sapere che in questa particolare fase dell'addestramento di Emanuela, Serena, Jemma, Fitz e Grant, Fury (o per meglio dire Rogers e Natasha) aveva/no spedito gli allievi in stanze accanto ai maestri quindi Emaneual e Tony dormivano nella stessa ala e condividevano alcuni spazi, così come per Thor e Serena, per Grant e Rogers, per Jemma, Fitz e Bruce.
La cucina era deserta completamente vuota, non un'anima e Tony tirò un sospiro di sollievo nel sentirsi solo.
Aprì il freezer nella speranza di trovare qualcosa di freddo da mandar giù, il caldo di maggio dava l'impressione di essere già in piena estate.
Non trovò nulla quindi aprì anche l'anta sottostante, quella del frigo, e prese a rovistare tra le bottiglie trovò una quantità spropositata di succhi d'arancia di ogni genere, l'unica cosa che non aveva il colore arancio o rossastro era l'acqua.
"Neanche tu riesci a dormire eh." Tony alzò di colpo la testa prendendo in pieno l'anta del freezer lasciata incautamente aperta.
Si sentì un tonfo incredibile e il frigo oscillò, Emanuela per la seconda volta corse in suo aiuto.
"Oh cielo scusa!" disse soccorrendo Tony, che si reggeva la testa dolorante.
"Non è nulla, davvero tranquilla." ma Emanuela già non ascoltava più.
Lo fece sedere al tavolo, prese una busta con del ghiaccio e la mise sul bernoccolo dello scienziato.
"Beh un altro mese accanto a me e sarai una perfetta infermiera." disse scherzoso.
"È possibile." rispose lei ridacchiando.
L'imbarazzo che si era creato tra i due svanì in pochi istanti tra le risa e presto il sonno prese entrambi.
"Bene credo sia ora di andare!" disse Tony alzandosi.
"Si, credo sia meglio andare a letto. Buonanot..." le parole le morirono sulle labbra, Tony ora le era vicino, troppo vicino, la guardava negli occhi incantato poi la strinse a sé e le diede un dolce bacio sul dorso della mano.
"Fa sogni d'oro." disse, poi si congedò lasciando Emanuela imbambolata che continuava a ripetersi: 'Sarà stata la botta in testa... sto sognando? No, non sto sognando! Ma...oddio mi sento male!' il caldo si fece improvvisamente più intenso, dopo quell'incontro il sonno svanì del tutto.

"Ad Asgard troveremo la risposta!" insistette Thor, erano ore che lui e gli altri Vendicatori discutevano sul da farsi.
"Non è saggio permetterle di lasciare la Terra." intervenì Steve.
"Non esiste luogo più sicuro di Asgard!" ruggì Thor.
"Ora fatela finita!- Natasha placò gli spiriti- Thor sa ciò che fa e credo che il modo migliore per chiarire questa situazione sia permettere a Serena di visitare la sua terra d'origine!" concluse.
Fu Coulson a dare il si definitivo, permettendo a Thor di portare la ragazza ad Asgard.

Serena fissava il cielo limpido al tramonto dipinto di un vivo rosso fuoco sospirando, le cose non andavano affatto bene, troppe scoperte e troppo grandi per lei.
'Asgard, io vengo da Asgard" si ripeteva.'
Erano passati giorni da quando aveva scoperto le sue origini, la notizia l'aveva sconvolta, ma grazie ad Emanuela e Thor stava affrontando la notizia con spirito positivo.
"È bellissimo non trovi?" sussurrò suadente Thor abbracciandola di spalle.
Serena si sentì avvampare, le braccia forti del dio emanavano un piacevole tepore, le labbra accostate al suo orecchio le provocavano un leggero solletico.
"S...si" biascicò imbarazzata voltandosi verso di lui, ma l'incrociare gli occhi cerulei del dio del tuono fu ancor peggio. 
Abbassò lo sguardo puntandolo sui piedi mentre sentiva le guance andare in fiamme.
"Serena...ti prego guardami negli occhi.- detto ciò le fece alzare dolcemente il mento rapendo così nuovamente il suo sguardo- Serena, ho parlato con gli altri posso portarti ad Asgard, potrai conoscere il tuo passato e scoprire quali malvagi scopi ha Thanos!" rivelò d'un fiato.
Serena non rispose subito valutò con attenzione le sue emozioni, poi prese un profondo respiro e parlò.
"Quando partiamo?" chiese con emozione crescente.
"Subito!" rispose, Serena ebbe un tuffo al cuore. 
"Subito, ma come? Io..." tentò di ribattere.
"Prima ci muoviamo e prima riusciremo a sventare i piani dei nostri nemici!" spiegò Thor.
"Aspettiamo solo questa notte, Thor!- disse poi decisa- Domani mattina partiremo alla buon ora, ma adesso ti prego desidero stare un po' con Emanuela. Comprendimi non è facile abituarsi all'idea di essere cresciuta tra le bugie." sussurrò.
Thor non poté fare a meno di pensare a Loki, anche lui era cresciuto tra le menzogne e alla fine ne era diventato il signore, succube dei suoi stessi inganni.
"Va bene, Serena, partiremo domani mattina al sorgere del sole." concluse serio.
Serena pensò di averlo offeso, ma le sue preoccupazioni svanirono quando le lasciò un casto bacio sulla fronte.
"A domani principessa." le sussurrò e dopo un regale inchino si congedò.

"Ti ha chiamata principessa?"
"Si"
"E ti ha dato un bacio sulla fronte?"
"Si"
"E poi se ne è andato inchinandosi?"
"Si!" rispose ancora con stizza.
"Ricordami di regalargli un paio di occhiali! Si vede che il ragazzone ha sbagliato mira!" scherzò Emanuela.
"Ma dai! È stato molto gentile glielo concedo!" rispose composta Serena.
Emanuela alzò un sopracciglio scettica di fronte l'apparente calma dell'amica.
Quella sera avevano deciso di fare un bel pigiama party per fare un po' di gossip e mangiare ogni genere di alimento, più comunemente chiamate schifezze.
"Non me la bevo!" disse infatti.
"OK È STATO INCREDIBILE!!!! IO NON HO PAROLE, NON SO CHE DIRE, IERI ERA UN SOGNO ED OGGI PUFF È REALTÀ DAVVERO CREDO CHE DI AVER SMESSO DI RESPIRARE!!!!" gridò tutto d'un fiato.
Emanuela battè le mani soddisfatta,
"Ecco esattamente a questo mi riferivo!" la beffeggiò.
"E con Tony, come va?" chiese poi.
Ecco qui arrivano le note dolenti, dopo la notte passata non si erano più visti, Tony si era chiuso in laboratorio e non lasciava entrare nessuno e lei si era ritrovata a parlare con Jarvis stesa sul divano del loro salotto comune, sembrava una seduta dall'analista. 
"Beh non male, sai Tony è molto impegnato e...ma a chi voglio prendere in giro! Dopo averlo quasi ucciso non l'ho più visto." ammise sconsolata.
"Quasi ucciso?" chiese preoccupata Serena.
"Beh so che non ho tentato di ucciderlo in prima persona, ma sai si distrae in continuazione dal giorno dell'incidente ed è finito innumerevoli volte in infermeria. Prima per aver bevuto un bicchiere di olio per motori, poi per aver preso una porta in pieno mentre usciva dall'infermeria, poi la botta in testa in cucina." spiegò.
Serena scoppiò a ridere ed Emanuela si imbronciò offesa da quel gesto.
"Non fraintendermi Manu, non rido per te ma per lui!" si giustificò.
"Lo so che è un imbranato, ma che ci devo fare?!" sbottò stizzita.
"Ma come non l'hai ancora capito?"chiese maliziosa.
"Cosa?" rispose ingenua.
"Tu gli piaci e anche tanto! Il fatto che è sempre nervoso, distratto, bisognoso di riflettere in solitudine è la dimostrazione lampante che ha una cotta per te!" le spiegò sorridente.
"Quindi lui...quindi noi...quindi io..." un sorriso le incurvò le labbra.
"Si, vi metterete insieme e farete tanti iron man, ma ascolta adesso tu non devi fare nulla!- il sorriso di Emanuela svanì- È famoso per essere un gran playboy voglio che sia sicuro di ciò che prova per te e per esserne sicuri dobbiamo lasciargli i suoi tempi." la saggia voce del popolo, come direbbe Loki, aveva dato il suo giusto e sensato parere ed Emanuela seppur a malincuore decise di seguirlo.
Passarono la notte a sognare del loro futuro e a mangiare patatine e dolci sprofondando poi in un pacifico sonno.

Il cielo si rischiarava alle prime luci dell'alba e il sole fece capolino all'orizzonte.
Thor e Serena erano pronti a partire non volevano perdere altro tempo ed Emanuela si era offerta di accompagnarli.
Inutile dire che, alla decisione della ragazza, Tony si era opposto con tutte le sue forze. Sarebbe stata lontana da lui, in un altro mondo circondata da asgardiani, anche se non lo volle ammetterlo gelosia lo tormentava.
"Bene siamo pronti allora." disse Thor stringendo a sé le due ragazze pronto ad aprire il Bifrost.
"Un secondo!" esclamò Emanuela vedendo Tony uscire a grandi falcate dalla base diretto verso di loro.
"Tu...-disse afferrando il braccio di Emanuela e tirandola a sé- mi farai uscire pazzo! Sei incredibilmente cocciuta, irresponsabile e istintiva! Ma anche dolce, sensibile, coraggiosa, intelligente e tremendamente bella...sappi che non ti permetterò di fuggire su Asgard solo perché sono un imbranato che non sa dichiararsi ad una donna!- gli occhi di Emanuela si illuminarono e le sue labbra si schiusero in un sorriso- Io ti amo Emanuela e non ho intenzione di perderti! AVETE SENTITO TUTTI? IO AMO QUESTA FOLLE RAGAZZA!!!" gridò, mentre Emanuela sorrideva sempre di più.
Thor e Serena osservarono la scena felici ed inteneriti, quei due erano proprio una bella coppia, ma mancava ancora qualcosa.
Emanuela gli prese il viso tra le mani facendo incontrare i loro sguardi, Tony con una delicatezza infinita premette le sue labbra contro quelle della ragazza e finalmente, dopo un tempo che parve infinito ad entrambi, si sentirono completi e uniti da un legame profondo.
Serena tirò un colpo di tosse dopo cinque minuti di baci.
"Beh noi andiamo e penso che ora i passeggeri siano due." disse facendo l'occhiolino all'amica che corse verso di lei abbracciandola con foga.
"Torna presto!" le disse.
"Contaci!" rispose lasciandola andare.
Al comando di Thor il Mjolnir sprigionò la sua enorme energia trasportandoli ad Asgard.


Il bifrost risplendeva alle prime luci dell'alba e Sideria, come richiamata da una melodia antica, si diresse al ponte arcobaleno. Si trovò a rimirare la città da quel singolare ponte, Asgard era molto diversa da Alfheim lì non c'erano città, ma case costruite sugli alberi o all'interno di essi. Il suo palazzo era interamente fatto di alberi e rocce quasi si confondeva con la vegetazione, le pareva incredibile che ad Asgard ci fossero così pochi alberi.
Prese a camminare sul bordo del ponte creando sottili fili argentati che si disperdevano poi nel vuoto alla sua sinistra.
"Non è saggio rischiare lady Sideria" la voce del Guardiano non la colse impreparata.
"Vi ho fatto preoccupare nobile Haimdall?" chiese allontanandosi dal bordo.
"Ho ragione di credere che non siete tanto sprovveduta da rischiare senza essere in grado di gestire la situazione." rivelò e Sideria sorrise compiaciuta.
"Noto con piacere che ciò che raccontano di voi è vero. Siete capace di leggere le anime...tutte meno che la vostra non è così?"Haimdall sorrise.
"Anche voi siete molto abile nella lettura delle anime, lady Sideria" il Guardiano venne interrotto da un rumore familiare, qualcuno stava aprendo il Bifrost.
"Mio principe!" Haimdall si inchinò rispettoso al dio.
"Haimdall amico mio!" rispose Thor amichevole.
"Lei è lady Serena immagino." disse poi scorgendo la ragazza al fianco del dio.
"Lo è, ma ora non c'è tempo per i convenevoli abbiamo bisogno di parlare con padre di tutto." concluse.
Sideria osservava la scena curiosa, quindi quello era il principe di Asgard...il futuro re. Non poteva certo negare che fosse un bel giovane, ma la sua attenzione era tutta per la ragazza emanava un'aura particolare e Sideria comprese subito chi fosse in realtà.
"E voi chi sareste?" Thor la risvegliò dai suoi pensieri.
"Sideria da Alfheim, principe.- si presentò con un leggero inchino-Vostro padre vi spiegherà il motivo della mia presenza qui." concluse con leggera malizia.

"Non sei riuscita a prenderla!" ruggì Thanos.
"Vi chiedo perdono padre, ma non immaginavo la presenza di Thor." si scusò Nebula.
"Quell'inutile Jotun mi ha tradito, tua sorella Gamora mi ha deluso, Ronan ha fallito miseramente ed ora tu, anche tu fallisci miseramente.- la sua voce divenne sinistra, tanto che Nebula percepì un senso di inquietudine- Bene vorrà dire che farò da solo."


NDA
Salve!
scusate per il ritardo spero che il capitolo vi piaccia e vi prego di lasciare un commentino!
Un bacio!
Angel27;)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


NDA
*Entra nascondendosi dietro un enorme scudo greco, nella speranza di non morire sotto colpi letali*
Salve a tutti... *la manina timida esce da dietro lo scudo e schiva per un pelo un'ascia*
Avete ragione sono in un ritardo che non so definire perché davvero troppo lungo, ma sono qui per farmi perdonare (o almeno spero di riuscirci).
Pubblicherò vari capitoli, perdonate eventuali orrori di grammatica 🙏 la fretta nello scrivere è nemica...ma sto sperimentando anche quanto l'università possa esserlo, credetemi è orrendo cominciare e non avere tempo per fare niente (sono al primo anno devo ancora imparare a gestirmi), ma sono sicura che molte di voi sanno bene come funziona la vita universitaria.
Ora vado vi ho tediato abbastanza!
spero che mi lascerete un commentino così saprò se la storia continua a piacervi o meno 🙏🙏
Baci
Angel27

UNA STRANA AVVENTURA 
Capitolo 5 Asgard

Serena venne portata dinanzi il possente Odino e subito fu presa da timore, stava per incontrare il re dei nove regni, il padre degli dei si sentiva piccola e indifesa, ciò che probabilmente le diede forza furono le possenti mani di Thor sulle sue spalle.
"Padre!" lo salutò Thor inchinandosi e battendosi il petto mentre Serena si limitò ad un semplice inchino.
Odino la scrutò con attenzione per un tempo che parve ad entrambi infinito.
"Perché lei è qui?" chiese poi, Serena guardò Thor persa.
"Padre abbiamo bisogno di conoscere le origini della sua famiglia, da lei dipendono i piani di Thanos." spiegò Thor.
Il viso di Odino non prometteva nulla di buono Sideria decise di intervenire.
"Se permettete maestà vostro figlio non sbaglia riguardo la ragazza, posso affermare con assoluta certezza che è una delle tre custodi delle Gemme dell'infinito." il re la fulminò con il suo occhio buono e Sideria sorrise maliziosa.
"Come fate ad esserne tanto certa?" intervenì Serena.
"È semplice sono anche io una Guardiana, per la precisione Guardiana della Gemma dell'anima. " rispose osservando la reazione della ragazza.
Serena rimase a bocca aperta mentre la fissava sbalordita, aveva bisogno di svegliarsi da quel sogno subito, ma poi si ricordò di essere su un altro mondo, non stava dormendo, e così prese un profondo respiro.
"Bene, quindi sapevi che sarei venuta qui." disse.
"Lo speravo.-rispose- Da quando Thanos ha ripreso a muoversi il nostro potere si è ridestato ed ora le Gemme chiedono di essere risvegliate." rispose.
"Non conosco nemmeno la mia famiglia d'origine come posso risvegliare questa Gemma?" chiese.
Sideria osservò Odino che esprimeva il suo chiaro disappunto per ciò che stava per fare, sorrise beffarda con il solo intento di irritarlo.
"Ti aiuterò io, ci sono libri qui ad Asgard che narrano delle meravigliose gesta degli dei, tra questi ci sono anche i tuoi genitori. Inoltre il mio popolo è famoso per essere il conservatore delle leggende e della storia dei nove regni. Noi ricordiamo affinché nessuno compia i medesimi errori e possa emulare gli eroi. Se il padre degli dei ce lo concederà ti guiderò nella ricerca dei tuoi ricordi." 
Odino si alzò dallo scanno dorato scuro in volto, Thor temette per Serena e così fece per parlare, ma quello lo fermò.
"E sia, potrete consultare le antiche pergamene, ma la vostra presenza qui lady Serena è un pericolo per noi, Thanos vi insegue ed ora Asgard è sotto un possibile attacco. Pertanto vi invito alla prudenza Thor si occuperà della vostra sicurezza." decretò, i tre si congedarono diretti verso la biblioteca del palazzo.

"La vostra presenza è preziosa lady Sideria." disse Thor mentre percorrevano i lunghi corridoi dorati.
"Mi è stato chiesto di vegliare sulle mie "sorelle" non ho intenzione di venir meno al mio giuramento. " rispose seria.
Serena la osservava curiosa, ora emozionata e spaventata si strinse a Thor in ricerca di calore, protezione, sicurezza.
Quando giunsero a due enormi portoni d'oro, finemente decorati con motivi asgardiani, Thor sorrise.
"Siamo arrivati" annunciò.
"Sezione libri proibiti." li indirizzò Sideria.
Serena prese a girare su se stessa osservando l'enorme sala colma di libri e scaffali in legno e oro che si ergevano fino al soffitto.
La sezione libri proibiti era un angolo impolverato, piuttosto piccolo ed appartato, Sideria si mosse sicura afferrando un libro di notevole mole, dalla copertina antica e rovinata dai secoli.
"Questo tomo riporta la genealogia di ogni discendente degli dei. La figlia di Eastre e Móði, i tuoi genitori furono grandi guerrieri- iniziò illustrandole le pagine dove parlava della sua famiglia- tuo padre, il dio del coraggio. Un uomo forte e leale ha combattuto al fianco del re durante la battaglia di Jotunheim e ha combattuto la sua ultima battaglia contro Thanos. Tua madre Eastre, dea della primavera, era la Custode della Gemma del Tempo fu lei a trasmetterti il dono nominandoti sua legittima erede. Da secoli noi Guardiane proteggiamo le Gemme da coloro che, come Thanos, aspirano al loro potere per loschi fini. Dopo la sua morte, Eastre, ha sigillato in te il potere della Gemma, tu sei la sola che può rievocarlo." le spiegò mentre la ragazza seguiva con attenzione il suo racconto.
"Ma non so come fare, non sei la sola ad avermelo chiesto. Tre donne mi sono apparse in sogno chiedendomi di risvegliare il mio potere e prendere finalmente il mio posto." raccontò.
"Le Norne sono le tue guide, ogni Guardiana ne ha uno, tu ne hai tre poiché la Gemma del Tempo prevede Passato, Presente e Futuro. Come guida su questo mondo ci sarò io, ti insegnerò tutto ciò che devi sapere sulla nostra missione." disse poi sorridendole.
Serena accettò di buon grado, mentre Thor osservava la scena in silenzio non sapendo cosa dire, poteva solo sostenere la ragazza e vegliare su di lei a costo della sua stessa vita.

"Non voglio che sia in pericolo." disse Thor rivolto a Sideria.
Si erano allontanati di poco da Serena che ancora osservava i mille libri dell'immensa biblioteca.
"Dovrai accettarlo, il pericolo è per noi abitudine." rispose la ragazza.
"Ne sono consapevole, ma perderla mi distruggerebbe, ho già perso mio fratello e mia madre, oltre mio padre lei è tutto ciò che mi rimane." rivelò e Sideria percepì la sua tristezza, la paura di perdere quella ragazza che ora rappresentava il centro del suo mondo.

"La Gemma si manifesterà quando sarai pronta ora devi solo ascoltare l'universo la sua melodia, la sua antica storia, il suo dolore.- concluse e a quella parola Serena la guardò interrogativa- Dunque resterai qui tutto il giorno fino alla prossima alba guarderai, ascolterai e parlerai. Quando il giorno sarà finito tornerò e mi racconterai ciò che hai visto e sentito." concluse.
Si trovavano nel punto più alto del palazzo dal quale era possibile vedere ed ascoltare tutta Asgard.
Serena annuì decisa avrebbe superato quella prova a tutti i costi, dopo anni si scopriva forte e determinata, non avrebbe fallito.
Erano passati molti giorni da quando la ragazza era arrivata ad Asgard, durante i quali aveva appreso le tradizioni del suo popolo e l'arte della guerra.
Sideria la lasciò sola e si diresse svelta alla sala del trono, doveva parlare con Loki.

"Midgard era il terzo pianeta dal quale proveniva una delle tre custodi, dobbiamo rintracciarla prima di Thanos." disse.
"Haimdall può aiutarti basterà aprire il Bifrost, grazie al Seiðr potrai percepire la sua aura e localizzarla." spiegò con fare superiore.
La ragazza girò i tacchi senza dire una parola, quel damerino sputasentenze le dava proprio sui nervi! (Lo tratto proprio male XD)

"Ma che cavoli!" gridò Emanuela.
"Che succede?" chiese Tony affiancandola.
"Questo coso non vuole saldarsi!" esclamò irritata.
Tony la osservò e percepì che qualcosa non andava.
"Che ti prende?" chiese.
"Nulla!"
"Dai su non puoi mentirmi, lo sai tesoro ti conosco troppo bene." 
"Sono preoccupata ok? Serena è sparita da settimane e non so nulla di lei, in più ci si mette il fatto che ora che sono stata promossa ho pochissimo tempo da passare con te e quando ti posso incontrare stiamo sempre chiusi in laboratorio non che mi dispiaccia ma vorrei uscire e fare qualcosa di romantico non so una qualsiasi banalità da fidanzati!" sbottò senza prendere fiato.
Tony la strinse con dolcezza a sé, la baciò ed Emanuela sentì le preoccupazioni scivolare via.
"Hai ragione sono uno stupido, da quando stiamo insieme non ti ho dedicato le attenzioni che meriti, permettimi di rimediare." disse.
"Va bene, ma non so se ti perdono." rispose fintamente offesa.
Tony la portò lontano dal caos della città, precisamente in campeggio, ma concezione di campeggio di Tony era molto particolare.
Quando arrivarono alla meta era già il tramonto Emanuela seguiva Tony che camminava tranquillo tra gli alti alberi del bosco.
Dopo diversi minuti arrivarono ad una radura occupata solo da un'accogliente villetta in legno.
"Eccoci mia cara solo io e te! Qui nessuno ci troverà anche perché non è facilmente rintracciabile." disse facendole l'occhiolino.
Quello fu solo l'inizio di un'incantevole serata.

"Non sento un bel niente! Accidenti!" sbottò Serena esasperata.
"Problemi?" chiese Thor affiancandola.
"Se per problemi intendi il non saper da dove cominciare si, c'é un grosso problema!" rispose
"Capisco...ho un'idea." disse poi con un sorriso smagliante.
"Che genere di idea?" chiese interrogativa.
"Lo vedrai." detto ciò la prese per mano e la portò via.

Asgard brulicava di persone, bancarelle, bambini che correvano e giocavano alla lotta a Serena sembrò di essere tornata all'antica Roma, ma quel movimento incessante, quella vita che pulsava in ogni asgardiano le dava un senso di benessere, la faceva sentire a casa.
"Ti piace?" chiese Thor leggermente in soggezione.
"Molto è....così viva!" gli occhi della ragazza brillavano di gioia.
"Ora guidami tu- disse il dio- indica dove vuoi andare, cosa vuoi comprare." 
Serena felice cominciò a indicare a destra e manca e Thor la seguì soddisfatto di averla resa felice.
Si fermarono a bancarelle con vestiti, libri, dolcetti, armi e Thor si stupì di quanto Serena ne fosse esperta.
Mentre continuavano a camminare per la città un gruppo di bambine, che intrecciavano corone di fiori, corsero incontro la ragazza è presa la per mano intrecciarono tra i suoi capelli una bellissima corona di fiori bianchi.
Thor la guardò incantato da tanta bellezza e Serena arrossì sentendo il suo sguardo, ma il dio la trovò ancora più bella.
Passarono la giornata ridendo come bambini e parlando di tutto e di più, alla fine Thor decise di condurla in un posto speciale.
L'immenso giardino del palazzo era un luogo magico, c'era ogni tipo di fiore esistente nei nove regni ed era un vero e proprio trionfo di profumi e colori. La regina in persona se ne occupava, teneva particolarmente alla cura di quella particolare parte del palazzo. Dopo la sua morte Thor ordinò che fosse curato esattamente con lo stesso amore e con la stessa attenzione della regina, perché in quel luogo viveva ancora lo spirito della madre.
Fu lì che Thor condusse Serena, per la precisione ad un lato nascosto e al quale solo pochi eletti potevano accedervi. 
Era una piccola struttura bianca a cupola ricoperta di rose, all'interno della quale c'era un tavolino con due sedie perfettamente abbinate.
Serena ne rimase incantata e il dio la fece accomodare all'interno della struttura.
"Serena- disse con evidente imbarazzo- so che potrà sembrarti strano o incredibilmente prematuro e folle, ma- prese un profondo respiro- ti amo Serena! Dal primo istante in cui ho sentito la tua voce, dal primo sguardo. Credevo di aver perso la capacità di amare molto tempo fa, ma tu...tu mi rendi nervoso, incredibilmente nervoso e imbranato, quando sono con te il cuore batte tanto forte che sembra voler uscire dal petto. Ti amo, so che queste parole non bastano a racchiudere tutto l'amore che provo per te, ma sono le uniche che conosco per esprimerlo. Se tu non mi vorrai lo accetterò come è giusto che sia, ma per me non esisterà altra donna con la quale passare il resto della mia vita." concluse
Serena non seppe cosa dire, vederlo lì inginocchiato davanti a lei che la supplicava di amarlo le sembrava troppo irreale.
Quando si riprese lo fece alzare sorridendogli.
"Il difetto di voi uomini è che vi fate troppi problemi.-sussurrò sulle sue labbra- e non ascoltate il cuore di chi amate." concluse.
Il dio non resistette oltre e si impossessò delle sue labbra e Serena si lasciò avvolgere dalla magnifica valanga di emozioni che ne scaturì.

"Si!" esclamò Emanuela felice.
"Non se ne parla!" Rispose Tony.
"Ti ho già detto che ti preoccupi troppo?"continuò lei canzonatoria.
"Mi rendo conto che corri più rischi a portare avanti questa relazione con me che ad andare in missione, ma non forzerei troppo la sorte!" disse avvicinandosi.
Erano tornati da una bellissima serata romantica, non era pronto a vederla andare in missione tra i mille pericoli e senza di lui per giunta.
"Andrà bene tranquillo!" rispose dandogli un dolce bacio a fior di labbra per poi allontanarsi da lui.
"E no ora non puoi lasciarmi così." disse attirandola a sé e baciandola con passione.
"Smettila, dobbiamo andare!" lo riprese trascinandolo in sala riunioni.
"La missione è semplice individuate il potenziato e lo pedinate fino al suo "nascondiglio" poi invierete il segnale all'agente Romanoff e Barton che verranno a prenderlo. Tutto chiaro? Non voglio che vi esponiate ai pericoli, la vostra preparazione è ancora insufficiente." la voce di Coulson non ammetteva repliche.
"Credo dovrete fare a meno della ragazza agente Coulson." Sideria entrò nella sala delle riunioni interrompendo Tony che stava per ribattere.
"Mi sorprende verti qui.- rispose l'agente- Non credo ci sia bisogno di chiederti come hai fatto ad entrare, spero solo che tu non abbia dimezzato il personale." concluse.
"Affatto, ho avuto l'accortezza di stordirli si rimetteranno tutti tra cinque o sei minuti circa." rispose la ragazza.
"Scusate tanto, ma tu chi sei? E perché dovrei rinunciare alla missione? E come fai a conoscere Coulson?" chiese con stizza Emanuela.
"Ho avuto il piacere di conoscere la signorina Sideria molto tempo fa durante una delle mie missioni." spiegò Coulson, quello fu il massimo che Emanuela riuscì a sapere.
"Chiedo perdono non mi sono presentata. Il mio nome è Sideria vengo da Asgard con una missione condurti al regno eterno."
Sideria le spiegò tutto con una calma esemplare, non potevano perdere tempo perché non ne avevano ed ogni secondo che passava su quel pianeta accorciava la distanza tra loro e Thanos. Emanuela ci mise dieci minuti buoni a capire, ma alla fine si decise a parlare.
"Di certo in questo ultimo mese è capitato di tutto, ma scoprire di essere semidea le batte tutte." disse.
"Comprendo lo stupore, ma è di vitale importanza portarti ad Asgard, è certo che un pianeta vale l'altro quando si parla di Thanos, ma è l'unico luogo dove possiamo concludere il nostro addestramento." spiegò.
La discussione continuò a lungo, Emanuela credeva poco alla storia della ragazza ma alla fine accettò se non altro avrebbe rivisto Serena e visitato Asgard.
Come era ovvio Tony insistette per accompagnarla ed Emanuela accettò di buon grado, la sua assenza sarebbe stata insostenibile.
"E quindi incontrerò Odino?" chiese Emanuela alla ragazza, quella rise di gusto.
"Si, ma non aspettarti molto da lui è un vecchio re come molti altri." disse.
"Come ci arriviamo? Hai anche tu una specie di martello magico che spara fulmini e apre portali?" chiese Tony.
"No, il martello è scomodo e rude non fa per me, nel nostro caso basta chiedere. Haimdall apri il Bifrost!" ordinò e subito si trovarono ad Asgard.
Tony sentì di aver lasciato lo stomaco sulla Terra, mentre Emanuela prese a guardarsi intorno emozionata.
"Non potreste inventare un modo più comodo di viaggiare?" chiese lo scienziato dolorante.
"Certo, ma in quel caso ci vorrebbero circa cento anni per arrivare." rispose cordiale Haimdall.
Tony osservò da capo a piedi il Guardiano e si chiese se stesse sognando.
"È un piacere conoscervi lady Emanuela, il vostro arrivo era stato mirabilmente previsto Odino vi aspetta." disse rivolto alla ragazza.
Emanuela emozionata più che mai prese a percorrere il bellissimo ponte arcobaleno, mentre Tony camminava alle sue spalle analizzando con maniacale precisione tutto ciò che lo circondava.
Arrivati al palazzo le massicce porte in oro si aprirono e gli occhi della ragazza si riempirono di meraviglia per la magnificenza di quel luogo, perfino Tony ne fu contagiato. 

"Mio re,- disse Sideria entrando nella sala del trono- ecco a voi la terza Guardiana." concluse.
"Dunque siete voi l'ultima Custode?" chiese serio.
"Esatto...o almeno così mi hanno detto." rispose la ragazza, il re non seppe cosa fare con l'arrivo dell'ultima Guardiana la minaccia per Asgard si triplicava ormai un attacco di Thanos era inevitabile.
"Bene, lady Sideria vi aiuterà a comprendere il reale potere della Gemma e le sue potenzialità ora potete andare." ordinò congedando i tre.

"Tutto qui?" chiese Emanuela delusa.
"Ti avevo detto che non dovevi aspettarti nulla da lui. Comunque credo che ci sia qualcuno che vuole incontrarti."rispose Sideria con un sorriso.

Thor e Serena tornarono al palazzo camminando mano nella mano e persi nei loro sguardi.
"A quanto vedo ci siamo divertite!" esclamò Sideria e Serena trasalì.
"Io...veramente...noi..." balbettò e la ragazza scoppiò a ridere.
"Tranquilla credo che i modi di Thor siano molto più efficaci, ma io ho una sorpresa speciale per te." disse e fece cenno ad Emanuela e Tony di uscire dal loro "nascondiglio" (ovvero una colonna dorata di dimensioni abnormi).
Le due gridarono all'unisono e si abbracciarono felici.
"Ma come sei vestita?" chiese Emanuela riferendosi al l'abbigliamento asgardiano della ragazza.
"Come sei vestita tu!" chiese la ragazza indicando il completo nero della ragazza.
"Hahaha mi hanno promossa ora sono un'agente junior!" disse felice.
"Beh io ho scoperto di essere una dea penso sia quasi lo stesso." rispose.

Thor e Tony si salutarono come due amici di vecchia data.
"Sai mi sei mancato scienziato pazzo." disse il dio.
"Lo so, nessuno può vivere senza di me, mi chiedo come questo mondo possa continuare a vivere senza un miliardario, playboy, filantropo come me!" rispose con la sua solita modestia per tutta risposta il dio rise di gusto.

I giorni passarono veloci Serena venne affidata a Thor, Sideria lo ritenne più che idoneo per seguire la ragazza. Mentre a Tony venne messa a disposizione una sala con le diverse "tecnologie" asgardiane. 
Emanuela aveva scoperto le sue origini grazie a Sideria che le aveva dato un cimelio importante della sua famiglia, la spada della madre. A differenza di quello che si può pensare era una bellissima spada dal laser blu ed il manico argentato finemente ornato da rune antiche.
Emanuela aveva urlato una cosa tipo "Oddio questa era di mia madre? Fa tanto Obi-Wan Kenobi!" Sideria sorrise ed annuì non sapendo a cosa si riferiva.
Scoprì inoltre che i suoi genitori non erano mortali, ma coloro che i midi ardiamo chiamavano, Ares ed Atena. Era dunque la figlia della guerra, ma anche della saggezza, la Gemma della Mente era stata affidata ad Atena perché dea giusta e dal forte temperamento. Emanuela le somigliava molto e in quanto arte della guerra era la migliore nel suo campo non per nulla lo SHIELD l'aveva reclutata.

"Asgard é fichissima!" gridò Emanuela eccitata. 
"E non hai ancora visto l'arena! Lì si allenano i guerrieri più forti di asgard!"
"Mi chiedo allora perché siamo ancora qui!" intervenne Sideria appena arrivata..
"Possiamo?!" Gridò Emanuela 
"Possiamo?" Chiese scettica Serena.
"Certo! Siamo guerriere!"rispose Sideria sicura.
Non appena entrarono nell'arena i guerrieri smisero di combattere e calò un silenzio irreale.
"C'è un motivo per cui avete smesso di combattere?" chise irritata dagli sguardi Sideria.
"Questo non è posto per le ragazzine." rispose un uomo alto quanto un armadio a due ante affiancato da altri due.
Sideria fece cenno alle due di girare i tacchi.
"Brave andate a ricamare qualche lenzuolo!" gridò uno dei tre.
Sideria fece cenno alle ragazze e scattarono come felini e in pochi istanti i tre erano a terra doloranti.
"Hai ragione- rispose la ragazza- non lo è!"

"Personalmente sono stata incredibile! Hai visto come l'ho atterrato? Sono un mito!" esclamò Emanuela sovreccitata.
"Sei la solita modesta, comunque nemmeno io sono stata tanto male! Thor sarà felice di sapere che tutte le sue lezioni non sono andare perdute." rispose Serena.
"Credo che da oggi in poi nessuno oserà darci delle ragazzine!" intervenne Sideria.
"Ci devono solo provare! Li prendo a calci nel didietro e non ho cacciato la spada laser solo perché non era degno di essere tagliato a fettine da questa!" disse Emanuela.
Tutte e tre scoppiarono a ridere felici, decisero di passare la giornata tra le strade di Asgard.

"Mi vuoi dire che qui non avete la tv, dei cellulari, non so una qualche tecnologia?!"
"No, la nostra "tecnologia" è molto diversa dalla vostra." spiegò Thor ridendo.
"L'ho notato." rispose lo scienziato.
Le tre ragazze fecero il loro ingresso nella sala ridendo e scherzando.
"Ciao tesoro!" disse Tony cingendo con un braccio la vita della ragazza e dandole un dolce bacio.
"È andata bene la passeggiata?" chiese Thor abbracciando Serena.
"Molto, ci siamo divertite." rispose Serena facendo l'occhiolino alle due ragazze che sorrisero furbe.
Sideria si sentì presto di troppo in quel contesto di baci abbracci e coccole quindi decise di ritirarsi nelle sue stanze.

Scuro il cielo e buie le stelle, solo ombre in una notte nera come la pece e muta come la morte. Poi una sadica risata ruppe il silenzio.
Tra le mani violacee del titano il corpo senza di vita di una piccola creatura, le due piccole braccia abbandonate innaturalmente ai lati, il viso cinereo, lo sguardo vacuo.
"All'alba della fine l'orologio rintocca una tetra melodia, 'è la fine' ti sussurra. Il viso tinto di un rosso scarlatto, tra le mani una lama nera, gli occhi di sangue, il sorriso maligno. Hai chiesto il mostro, eccotelo! Ora accetta la tua fine, assumi le colpe che la tua richiesta ha portato. All'alba della fine l'orologio rintocca l'ultima ora, la morte attende come lupo vorace la tua anima, non le salverai...è la fine!" 
La custode vide i due corpi senza vita di Serena ed Emanuela, sentì dentro di lei qualcosa spezzarsi e il corpo avvolto da un dolore lancinante. Gridò con tutto il fiato che aveva il suo dolore piegandosi su se stessa come un fantoccio al quale hanno tagliato i fili.
Sideria si svegliò di soprassalto in un bagno di sudore, le mani le tremavano e fu presa dal panico nel ritrovarsi avvolta dall'oscurità, le ombre dei suoi incubi le si materializzarono dinanzi balzò in piedi brandendo l'arco e puntandolo verso il nemico.
L'altro si mosse veloce le afferrò un braccio e glielo portò dietro la schiena, mentre la freccia prontamente scoccata dalla ragazza si conficcava nella parete.
Sideria prese a dimenarsi, ma ora entrambe le braccia erano bloccate, venne spinta contro la parete e sentì le forze venir meno.
"Svegliati!- gridò una voce- Per gli dei Sideria svegliati!" 
La ragazza mise lentamente a fuco la figura di fronte a lei.
"L...Loki." Biascicò.
Il dio la guardò dall'alto della sua statura serio.
"Da quanto va avanti?" chiese duro.
"Da un po'." si limitò a rispondere la ragazza massaggiandosi i polsi indolenziti, il dio però non si mosse di un millimetro da lei.
"E non mi hai detto nulla, perché?" continuò.
"Non devo renderti conto di tutto ciò che mi accade!" sibilò lei.
"Si, se mi riguarda!" rispose piccato.
"Hai guardato nella mia mente!" Ringhiò
"Dovresti ringraziarmi, potevi uccidere qualcuno!" gridò.
La ragazza nn seppe cosa rispondere era la prima volta che perdeva così la pazienza con lei.Rimase in silenzio e abbassò d'istinto il capo.
Forse per la prima volta dopo la morte di Frigga Loki sentì qualcosa attanagliargli lo stomaco...il senso di colpa.
"Ascolta da domani ti insegnerò a controllare la tua mente, ad impedire intrusioni esterne." borbottò, Sideria alzò la testa sorpresa.
"Non montarti la testa, lo faccio per me non voglio quello svitato ad Asgard!" 
Detto ciò girò le spalle e si congedò.
"Grazie" balbettò la ragazza.
Il dio abbozzò un sorriso e sparì dietro la porta.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


NDA
E come promesso eccoci al sesto capitolo!
Dunque ringraziate Alessia per questo, la sua recensione mi ha dato la giusta motivazione per postare un altro capitolo! 
Su su diciamolo tutti insieme: "ALESSIA TI RINGRAZIAMO!" bravi piccoli Avengers!!!
E non sarebbe male continuare con: "E PROMETTIAMO SOLENNEMENTE DI RECENSIRE I PROSSIMI CAPITOLI!" hahaha ;P ma non posso e non voglio costringervi quindi tranquilli. 
Dunque vi chiedo sempre venia per eventuali orrori e vi auguro una buona lettura nella speranza che questo capitolo vi piaccia!
Baci
Angel27

CAPITOLO 6: Ah l'AMOUR!

Allora glielo hai chiesto?" domandò Thor con un sorriso beffardo, ma Tony lo trovò semplicemente ebete.
"No." rispose secco.
"E quando avresti intenzione di farlo?" insistette.
"Quando lo farai anche tu!" esclamò stufo.
"Io lo farò al ballo dei fiori le donerò una rosa bianca e le chiederò..."
"MISERICORDIA!" un grido di donna bloccò il dio che accorse subito in suo aiuto.
Irruppe, seguito da Tony, nella stanza dove le ancelle erano solite raccogliere i panni puliti e ciò che vide lo lasciò a dir poco sconcertato. 
Un androide stava svolgendo il lavoro dell'ancella, mentre la povera ragazza tremante rimaneva rannicchiata in un angolo della stanza.
Thor ammonì lo scienziato con lo sguardo e quello sbuffò.
"Che c'è? Insomma qui siete troppo antiquati, quella ragazza potrà svolgere mille lavori più utili mentre lui piega la biancheria!" si giustificò.
Il dio aiutò la ragazza ad alzarsi dal pavimento e dopo averle spiegato che quell'essere non era pericoloso la congedò, la poveretta corse via ancora terrorizzata e quello sospirò massaggiandosi le tempie con fare nervoso.
"Quanti ce ne sono?" chiese poi temendo già la risposta.
"Beh considera cinque per le cucine, una dozzina per le camere e un sei o sette in giardino." 
All'ultima affermazione il dio si riscosse alzando di scatto la testa.
"Come il giardino?!" detto ciò si catapultò fuori pregando che non fosse troppo tardi.

Rumori meccanici ed imprecazioni varie riecheggiavano per i corridoi del palazzo.
"Su così...ecco perfetto...ci siamo...FANTASTICO! CI SONO RIUSCITA!" esultò infine Emanuela mentre toglieva la maschera da saldatore.
Era riuscita a costruire la sua seconda armatura tutta da sola e sfruttando materiali asgardiani, che avevano ottima resistenza.
"Ora devo provarla!" esclamò eccitata.- Jarvis tocca a te ora!"
"Con vero piacere." rispose.
Grazie a Tony e ad un suo piccolo ed innovativo centro tecnologico Jarvis ora poteva agire anche su Asgard.
Come Tony prima di lei Emanuela aveva creato i suoi bracciali per attivare l'armatura a distanza ed ora grazie agli stessi la indossò in pochi secondi.
"È FANTASTICO!" esultò muovendosi a mo' Michael Jackson un rumore la fece fermare e l'imbarazzo l'assalì quando vide una delle ancelle che la guardava sbalordita. Beh dopotutto non si vede ogni giorno una ragazza in armatura iron man che balla come MJ.
"Ehm io devo andare." disse poi avvicinandosi alla finestra per poi volare via accompagnata da un urlo della donna che si catapultò alla finestra osservando allibita la ragazza volante.

Dopo aver ascoltato, ricercato e esaminato attentamente i gusti di Serena, Thor aveva deciso di fare una piccola commissione su Midgard.
"Che cos'è?" aveva domandato la ragazza, il dio si era limitato ad un "apri e vedi".
Lo stupore per Serena fu enorme quando vide il fucile AA-12 che da tempo desiderava.
"Sai visto che le armi di qui non ti ispiravano molto ho pensato che farti avere l'arma che desideravi. I nani hanno apportato qualche modifica a Niðavellir, lo hanno reso efficace anche sulle varie creature dei nove regni. Sei felice?" A quella domanda Serena l'aveva abbracciato felice ringraziandolo per lo splendido dono.
Ora la ragazza si rigirava il fucile tra le mani mentre l'ancella le prendeva le misure per l'abito della festa, pregandola di smetterla di muoversi di continuo.
Pensava e ripensava al ballo e si chiedeva il perché Thor ci tenesse tanto, dopotutto era una semplice festa e poi a quel sogno.
"Il traditore tornerà, dovrete essere pronte a combattere, ha spezzato i fili che l'Albero della vita gli aveva imposto. La pace è durata troppo ora è tempo di guerra. Quando sarà il momento devi evocare il suo potere e lei si manifesterà."
Sbuffò, sembrava un messaggio in codice mandato col telegrafo. Avrebbe voluto parlarne con le ragazze, ma erano sparite nel nulla entrambe quindi decise di aspettare.

Ops giusto, chiedo perdono voi non sapete di quale festa sto parlando vero? Ovvio che no.
Dunque...è una particolare ricorrenza dove si festeggia l'arrivo dell'estate, quindi dei fiori. Non a caso la festa si chiama proprio "Il ballo dei Fiori" e come di tradizione il principe, ormai in età da moglie, chiederà alla compagna di sposarlo donandole il fiore sacro, un bellissimo oggetto di cristallo che si tramanda alle regine di generazione in generazione.
Ovviamente Serena non sapeva nulla di tutto ciò, anzi più passava il tempo in quella stanza con la donna, più la voglia di non andare aumentava.
"Come sta la mia principessa?" chiese Thor entrando nella stanza.
"Bene, ma per quanti secoli ancora dovrò stare in piedi ferma come una statua di marmo?" rispose, Thor rise.
"Va bene così Hlìn hai preso a sufficienza le misure per oggi!" disse, così la donna veloce come un fulmine prese il vestito e tutto l'occorrente per completarlo e sparì.
"My lady vorreste farmi l'onore di accompagnarmi al ballo questa sera?" chiese il dio inchinandosi.
"Certo messere sarà un vero piacere!" Rispose.
Thor la strinse a sé e le pose sul capo una corona di garofani bianchi.
"Questa è la mia promessa." le sussurrò prima di baciarla e Serena sentì i brividi salirle su per la spina dorsale e la sensazione che tutto stesse per scomparire.

"Come?" chiese Tony quasi urlando.
"L'ho vista buttarsi...giù per la finestra...con una strana armatura." Balbettò la donna che aveva visto Emanuela volare via dalla sua camera.
Tony non ci pensò due volte e dopo aver indossato l'armatura volò via alla ricerca della ragazza e non gli ci volle molto per trovarla.
"Signorina la preghiamo di ritornare a terra e abbandonare il velivolo!" scherzò.
"Non se ne parla!" rispose ridendo.
"Ah beh se la metti così ti farò scendere io!" detto ciò aumentò la velocità raggiungendola.
Emanuela lo seminò senza difficoltà e tra i due iniziò una piccola sfida che si concluse con la vittoria di Tony.
Una volta a terra lo scienziato le porse una corona di camelie rosse.
"È per questa sera...è il nostro fiore e la mia promessa." disse.
"È bellissima" sussurrò.
"Dai piccola volpe devi fare la prova vestito!" 
"Per tutte le armature! Il vestito!" esclamò, se ne era completamente dimenticata.


Alfheim
Sideria era stata richiamata dal suo popolo, un orrendo crimine era stato commesso e il colpevole di tanto orrore era chiaro a tutti.
"Lady Sideria."la chiamò una voce profonda.
"Váli è un piacere rivederti! Avrei preferito in circostanze più piacevoli." ammise la ragazza.
"Di certo saranno più piacevoli questa sera." disse donandole una corona di gardenie.
Loki lo fulminò con lo sguardo, indossava una leggera armatura asgardiana con l'elmo a coprirgli il viso.
"Certamente, ma adesso vorrei sapere della vittima." rispose la dea senza scomporsi.
"L'abbiamo trovato senza vita nella sala del trono." Spiegò.
"È nessuno di voi ha visto nulla?" chiese evidentemente spazientita.
"No nessuno." rispose.
Quando arrivarono nella sala del trono la ragazza sentì un moto di disgusto all'altezza dello stomaco, perfino Loki rimase impietrito da tanto orrore. Il lucido pavimento della sala ora era tinto di un rosso scarlatto sulla parete vi era una scritta e l'inchiostro era lo stesso sangue "Non ho più fili...".
"Torniamo ad Asgard subito!" disse.

Musica, mille abiti colorati e fiori di ogni genere ecco lo scenario che dominava la sala del trono.
Thor aveva aperto le danze con serena facendola volteggiare col suo bellissimo abito arancio ed oro per la sala. Serena si sentiva come in una storia di principesse mentre Thor l'accompagnava sulle note delle melodie asgardiane, non aveva occhi che per lei.
Anche Tony aveva invitato Emanuela a ballare, ma dopo poco quelle musiche classiche e quei modi decisamente troppo formali li spinsero ad allontanarsi dalla pista per commentare insieme le bizzarrie di quel posto.

"Ascolta ora ho bisogno di molta concentrazione!" fece Sideria entrando nelle sue stanze.
"Cosa devi fare?" chiese spazientito.
"C'è qualcuno che forse ci può aiutare, l'unico modo per parlargli è la telepatia, quindi ho bisogno di silenzio.
Loki borbottò un "fa come vuoi" per poi sedersi su una delle poltrone in velluto verde
Dopo diversi minuti riuscì a creare un ponte tra Asgard e l'Hel.
"Maestro devo parlarvi." 
Ora si trovava in una sorta di limbo di fronte a lei Höðr, il dio dell'oscurità, aveva capelli bianchi, la pelle albina e gli occhi come il ghiaccio.
"So tutto-disse grave- il tempo a vostra disposizione è finito..."
"Non siamo pronte ad affrontarlo."
"Non lo si è mai. Sideria siete nate con un solo scopo, la vostra stessa natura.... il vostro essere vi guiderà. Quando arriverà il momento saprai cosa fare, le Gemme vi hanno scelte è ora di dimostrare il vostro valore." detto ció interruppe il legame.
"L'orologio ancora rintocca...lo senti? Indica l'ora del giudizio, 'colpevole' questa è la sentenza."
Minacciose spire lo avvolsero e il panico si impossessò di lui, sopra il suo viso si ergeva il mostro a fauci spalancate una goccia di veleno scivolò leggera e...
Loki si riprese, ansimava pesantemente e Sideria gli fu subito accanto.
"La mente è il vero punto debole di ogni essere...è la prima via per l'anima una volta che sei sotto il suo controllo è finita. Sono parole tue non mie, non puoi cedere proprio tu al suo potere! Tu che hai deciso di governare su Asgard!" disse.
"È vicino, molto...ma ora non c'è tempo per pensarci la mia presenza è richiesta al ballo e anche la tua..." rispose alludendo a Vàli.
"Ma fai su serio?" chiese indignata allontanandosi dal dio che prese a ridere.

Odino fece il suo ingresso nella sala del trono tra gli applausi dei presenti e dopo un breve discorso lasciò che gli invitati riprendessero le danze.
Emanuela però da brava rivoluzionaria aveva convinto Tony a modificare il genere musicale. Non ci volle molto per convincere i musicisti a lasciar spazio alle casse e ad un buon impianto stereo, bastò alzare al massimo la musica e via i due si catapultarono sulla pista seguiti da Thor e Serena.
"Sei una folle lo sai?"gridò l'amica.
"Si!" rispose Emanuela.
"E sai che Odino ci ucciderà vero?"continuò.
"Probabile, ma ora balla!" 
In pochi attimi tutta la sala prese a muoversi (come automi, ma prese a muoversi ) contagiata dalle risa e dal carisma delle ragazze.
Sideria si limitò ad osservarle mentre teneva a bada un Odino/Loki leggermente furioso.

"I chitauri sono inquieti attendono un vostro ordine..."
"Non dovranno attendere oltre! Voglio vedere Asgard bruciare e con lei il suo erede! Badate voglio le tre ragazze vive e con loro anche l'Ingannatore." ruggì
"Come volete mio signore."

Era giunta l'ora. 
Thor prese serena e l'accompagnò nel giardino e fece cenno a Tony che avvampò improvvisamente.
"Serena-iniziò porgendole una corona d'oro bianco con al centro il fiore di cristallo all'interno del quale vi era incastonata una bellissima pietra arancio, come il sole al tramonto- questa corona è il pegno del mio amore eterno per te, ma è porta con sé una domanda...vuoi sposarmi?" chiese d'un fiato.
Serena si sentì mancare, il cuore batteva a mille, la testa le girava e sentì la gioia e la sorpresa esplodere in lei.
"Io..."
"Non temere non la cerimonia non si svolgerà subito, ma al tuo ventesimo compleanno. La tradizione vuole però che sia stretto un legame tra noi e questa promessa lo è."spiegò.
"Si." disse.
"Come?" chiese sorpreso.
"Ho detto di si." ripeté e il dio preso dalla gioia la sollevò facendo una giravolta ridendo felice.
"Ti amo Serena! Sei la ragazza più dolce, determinata e tremendamente affascinante che il fato potesse destinarmi! Mi ritengo un dio fortunato!" Esclamò.

La musica finalmente rallentò i ritmi e da balli sfrenati si passò ad un lento e romantico valzer. Vàli percorse deciso a grandi falcate la sala e, arrivato dinanzi Sideria, fece un profondo inchino.
"Mi concedete questo ballo?" chiese, la ragazza accettò di buon grado.
Fu un valzer perfetto nessun passo sbagliato, nessun cenno di disagio da parte di entrambi, ma Loki percepì una grave mancanza che lo rese più che felice...la passione.
Ciò non gli bastò per fermare uno scherzo che molto più tardi gli sarebbe tornato utile, ma questo lui non lo sapeva...o forse si.

Intanto lontano dalla sala da ballo un impacciato Tony tentava di fare la sua proposta.
"Allora...ecco io..." lo scienziato prese a balbettare emozionato come un bambino mentre Emanuela lo fissava divertita.
"Ah ma insomma per quell'armadio a due ante ossigenato è semplice, ma per me non lo è! Odio i discorsi formali, non mi appartengono io preferisco chiedertelo così! Jarvis attiva le armature!" ordinò e in pochi istanti entrambi si ritrovarono vestiti delle  rispettive armature.
"Seguimi!" le disse.
La portò al limite del Bifrost dove era possibile osservare l'intero universo, entrambi si tolsero l'elmo ed Emanuela decise di tacere per tutto il tempo sapeva che in quel momento lo scienziato stava cercando di trasmetterle le sue emozioni e per farlo aveva bisogno di ascoltare il cuore.
"So che sono un disastro, so che non sono un dio, ma se osservi questo universo in tutta la sua immensità puoi comprendere quanto il mio amore per te sia grande. Ti amo lo dirò per ogni stella che vedi, per ogni galassia, ogni pianeta. Ti amo e nulla, mai nessuno potrà cambiarlo...e se vorrai quando sarai pronta vorrei che questo noi duri per sempre." disse porgendole un bellissimo anello con incastonato uno zaffiro.
"Si...si per sempre!" rispose commossa baciandolo.

"Vorrei sapere qual è il tuo problema!" sbottò Sideria entrando nelle stanze di Loki.
"Nessuno." rispose tranquillo.
"E allora perché hai usato il Seidr su Vàli?" chiese sempre più furente, ma quello non le diede retta allora la ragazza decise di usare le maniere forti e fece ciò che il dio più di tutto odiava...lo trasformò in Jotun e quello divenne furente.
"Piccola impudente!" sibilò.
"Vedo che i miei modi non si smentiscono-rispose beffarda- ora spiegami perché hai aggredito Vàli."
"Non puoi negare di esserti divertita si dimenava come una di quelle creature antenate degli umani...ah scimmia! Non mi veniva il termine." rispose ridendo.
"Non mi sono divertita affatto! Tu sei solo un bambino viziato che non sa far altro che giocare e divertirsi sulle disgrazie altrui!" lo accusò e il dio a quelle accuse si irritò.
"Mi infastidisce la sua presenza!- sbottò- Quel suo modo odioso di fare il lecchino e di starti così vicino e..." si rese conto di aver parlato troppo quando vide la faccia sorpresa della ragazza.
"Aspetta un secondo...sei geloso? Sei geloso di me?" chiese allibita.
Il dio si sentì messo con le spalle al muro, per la prima volta non riuscì a mentire a se stesso.
"Eppure se fosse? Cosa cambierebbe? Te lo dico io! Che l'amore rende deboli, ecco cosa e ha cambiato parte del mio essere freddo e privo di scrupoli. La tua presenza ha stravolto i miei piani, maledetta la mia scempiaggine!" sbottò e Sideria sorrise.
"Se tu avessi ascoltato il mio cuore avresti scoperto molto tempo fa cosa provo per te...piccola serpe." gli disse.
Il dio sentì una strana sensazione avvolgerlo, il cuore prese a battere irregolare. Gli occhi, ora illuminati da un nuovo bagliore, caddero sulle labbra della ragazza ed un unico desiderio si impossessò di lui. Con poche falcate accorciò la distanza tra lui e la ragazza, l'afferrò con veemenza e premette le sue labbra contro quelle di lei. Sideria tentò di liberarsi più per sorpresa che per fastidio, ma Loki la lasciò solo quando sentì il bisogno di riprendere fiato.
"Ma sei impazzito?" sussurrò lei con affanno
"Ricorda, mia dea,- le sussurrò impudente all'orecchio- ciò che voglio prendo...e se una cosa diventa mia- si interruppe per darle un peccaminoso bacio sul collo- mai più la lascierò."
È una debolezza fu svelata e tante altre quella notte si mostrarono ad occhi indiscreti, che con avidità profonda scrutavano due cuori inesperti amarsi come il corpo chiedeva e lo spirito desiderava.

Nella notte dell'amore un bagliore scarlatto illuminò il cielo di Asgard e perfino il Bifrost sembrò meno splendente. Il rosso del sangue insudiciava già quella terra dorata, ma nessuno se ne sarebbe accorto.
"Questo è solo l'inizio..."sussurrò il Guardiano osservando preoccupato la luna rosso sangue.

Al mattino seguente le ragazze non vennero accolte dai caldi raggi del sole, ma da incubi e tremendi presentimenti. Furono proprio questi a costringerle ad alzarsi dai loro letti lasciando che i loro compagni riposassero tranquilli.
Minacciose nubi nere iniziarono lentamente a coprire il cielo, come sotto l'effetto di una magia le tre guardiane si mossero, ognuna nelle proprie stanze, verso la finestra incantate da quel cielo. L'aria portava con sé l'odore acre del sangue e l'adrenalina della battaglia, si mossero veloci e in pochi istanti furono pronte  con le loro armature.
Svegliarono i ragazzi e, grazie a Tony, poterono mettersi in contatto con le nuove tecnologie ibride.
"Ragazze mi sentite?" chiese Serena.
"Forte e chiaro!" rispose Emanuela.
"Avete visto il cielo?" chiese Sideria.
"Si e non mi piacciono per niente quelle nubi." Rispose Serena.
"Che si fa?" chiese Emanuela.
"Dividiamoci io conduco gli arcieri!"  rispose Sideria.
"Io seguo Thor e i quattro guerrieri!" disse Serena.
"Io e Tony sorveglieremo la zona dall'alto per sventare possibili attacchi aerei!" rispose Emanuela.
Come deciso raggiunsero le loro "postazioni" pronte all'attacco.

Tutto era immerso in un silenzio irreale, le ragazze non distolsero lo sguardo dall'orizzonte in attesa di un qualsiasi movimento. Poi come per magia dal nulla comparvero mille e mille astronavi aliene, tra loro si distingueva chiaramente la figura del titano.
"Thanos..." sibilarono le tre pronte a scattare.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Ho difeso il mio amore ***


UNA STRANA AVVENTURA 
Capitolo 7

Queste parole sono scritte da chi 
non ha visto pi il sole, per amore di lei 
io le ho trovate in un campo di fiori 
sopra una pietra c'era scritto cos... 
Ho difeso, ho difeso 
il mio Amore 
il mio Amore... 
 
Il cielo si rabbuiò non un fiato osava rompere il silenzio creatosi. Un sipario di ferro scese tra i due eserciti, era una sorta di equilibrio del terrore dove in gioco c'era il destino dell'universo intero.
Le navi aliene si fermarono ad una sorta di distanza di sicurezza senza atterrare, solo Thanos osò tanto.
Quando arrivò al suolo le tre notarono che era molto più alto di quanto si potesse immaginare, il titolo di titano gli stava certo a pennello. Ciò che di più inquietò le ragazze fu lo sguardo, bruciava nei suoi occhi l'inferno che di lì a poco si sarebbe scatenato.
La pelle violacea brillava in modo sinistro, ma le tre guerriere non si intimorirono rimasero ai loro posti, divise ma unite nello spirito.
"Pensate davvero che basti una semplice armata per sconfiggermi?- chiese ghignando- Le Gemme sono potere assoluto non sono fatte per creature inferiori come voi." 
Serena strinse il suo fucile con fare nervoso, come osava? Quell'essere le dava sui nervi.
"Comprendo le tue parole, dunque sei qui per annunciare la tua resa." Emanuela prese la parola beffeggiandolo, il titano sorrise.
"Impudente come l'uomo al quale sei legata. Una dea che si lega ad un effimero umano non è degna di essere definita tale." rispose ed Emanuela sentì il sangue ribollire nelle vene.
"Brutto figlio di puttana!" esclamò Tony e fece per scattare, ma la ragazza lo fermò.
"Arrendetevi e risparmierò le vostre misere vite!" continuò.
"Mai, dare la vita per proteggere l'universo da folli come te sarà un onore!" rispose Serena.
"Credevi ci saremmo arrese...per paura forse? O per timore di perdere la nostra vita?"chiese Sideria.
"Oh non per voi, ma per i vostri insulsi compagni...-la sua voce divenne sinistra e sul suo viso si delinearono tratti maligni, il suo sguardo si posò su Loki e la ragazza capì...ma ormai era troppo tardi.
"Sommo Odino vi pongo i miei omaggi...oh forse dovrei dire Vigliacco." Loki sentì il sangue gelarsi e il cuore si fermò. Bastò un semplice gesto del titano e il dio riprese le sue sembianze: il mantello smeraldo, l'elmo dalle lunghe corna dorato, l'armatura del medesimo colore e i capelli corvini che appena si intravedevano dall'elmo.
Sideria si sentì morire quando incrociò lo sguardo di Thor, era chiaramente stupito ed infuriato così come l'intero esercito.
"È un piacere rivederti avrei preferito in circostanze migliori, alla tua esecuzione ad esempio...mentre ogni tua vittima otteneva vendetta dilaniando le tue membra!" disse il dio rivolto al titano sorridendo sinistro.
"Ho promesso vendetta, mezzo gigante, e l'avrò." rispose Thanos.
Loki non poté ribattere perché venne afferrato da un infuriato Thor.
"Maledetto!" ringhiò.
"Anche tu mi sei mancato." rispose piccato il dio.
"Cosa hai fatto a nostro padre?" continuò sbattendolo al suolo.
Sideria tentò di intervenire, ma Loki le fece cenno di fermarsi.
"Tuo padre...- puntualizzò- e credo sia morto." rispose semplicemente.
Thor afferrò il Mjolnir e lo colpì con tanta forza da scaraventarlo parecchi metri lontano, Sideria intervenne seguita da due confuse Serena ed Emanuela.
"Thor non è come credi..." tentò di spiegare.
"Tu...- disse afferrandola per la gola- TU LO SAPEVI! Ti credevo nostra alleata!-gridò stringendo la presa-Invece hai contribuito alla distruzione di mio padre e all'arrivo di Thanos!" 
"Non è così...lascia che ti spieghi." disse ansante.
"Thor! Lasciala! Non è lei il nostro nemico!" Intervenne Serena costringendolo a lasciare la ragazza.
"Qualsiasi siano le vostre divergenze ora sono certo di minore importanza. Lo scopo di Thanos è proprio quello di dividerci, non lasciamo che l'abbia vinta." lo calmò Serena.

"Loki!- gridò Sideria precipitandosi vicino al dio che camminava barcollando- Hey!" 
"Quel grandissimo figlio di un pentapalmo!" sibilò e la ragazza capì che si riferiva al titano.
Ancora la risata di Thanos riecheggiò nell'aria, Sideria scattò infuriata.
"Maledetto! Racconta come realmente sono andate le cose! Chi ha ucciso il re?!" gridò.
Thor la guardò interrogativo, l'armatura uguale a quella del fratellastro i lunghi capelli scuri che ondeggiavano setosi, il portamento regale.
"Lo chiamate re...in realtà era solo un debole vecchio..."
Thor non riuscì ad ascoltare oltre tutto intorno a lui divenne nero, solo la rabbia guidava il suo essere.
"THOR NO!" gridò Serena, ma ormai non ascoltava più nulla.
Il dio si scagliò contro il titano che bloccò il martello senza particolare difficoltà.
"Ridicolo." disse.
Thor si infuriò ancor di più e riprese ad attaccare mentre l'esercito nemico si lanciava in picchiata verso quello asgardiano, Thanos bloccò anche i seguenti attacchi senza il minimo sforzo e Thor sentì che le forze andavano via via scemando.

"Ci rincontriamo!" disse Serena rivolta all'androide.
"Chi non muore si rivede!" rispose Nebula.
"Non potresti avere più ragione!" concluse Serena per poi tirare un fendente all'avversaria.
Quella schivò l'attacco senza particolare impegno, Serena riprese l'attacco con la spada che le era stata donata da Thor, un'arma incredibilmente leggera dalla lama nera ed indistruttibile.

"Qui c'è da divertirsi parecchio. Com'è la situazione da te?" chiese Emanuela, colpendo con un raggio una vettura aliena di cui solo i pezzi raggiunsero il suolo.
"Appena ho finito ti raggiungo non puoi dare una festa e non invitare la persona più importante!" disse Tony.
"Senza di te non sarebbe una festa." rispose la ragazza.

Sangue, solo sangue e cenere macchiava il suolo asgardiano, i cittadini avevano lasciato la città grazie al Guardiano, ora si trovavano su Alfheim.
I due eserciti non risparmiavano colpi, ogni fendente, freccia era per uccidere, quella battaglia non richiedeva prigionieri.

Thor si accasciò al suolo ansante, i colpi di Thanos diversamente dai suoi erano potenti e distruttivi.
"Stanco, dio dei tuoni?" lo beffeggiò.
Il dio non rispose tentò un ultimo disperato attacco richiamando i fulmini, ma fallì miseramente. Il titano lo afferrò come fosse un burattino e lo scaraventò con forza inaudita al suolo, si sentì il sinistro rompersi delle ossa ma il dio non si lasciò sfuggire un gemito.
"Una fine patetica per un essere patetico!" sibilò il titano pronto a dilaniarlo.
Qualcosa però impedì i suoi piani, un raggio dorato tanto forte da bruciargli la carne lo costrinse a ritrarsi al corpo del dio. Il titano si voltò verso il suo 'aggressore', Loki stringeva tra le mani Gungnir con un sorriso compiaciuto.
"Dunque è vero...a suo tempo Odino ti fermò con questo semplice bastone." lo schernì.
"Tu non hai idea del potere che quel "bastone", come tu lo definisci, possiede." rispose.
"Ti sbagli." disse prima di colpirlo, ma questa volta non si fece prendere alla sprovvista e prontamente rispose all'attacco.

Nebula era a terra Serena le aveva tranciato di netto un braccio, ma non era stillata una goccia di sangue dall'arto tranciato spuntavano solo fili meccanici.
Nebula si rialzò scagliandosi contro la ragazza disarmandola, ma quella con un calcio l'allontanò da lei riacquistando vantaggio.

Sideria conduceva gli arcieri, cercando di colpire i conducenti delle vetture aliene, ma quando vide Loki combattere contro il titano imprecò.
"Quell'idiota si vuole far uccidere!" gridò, lasciò ad Haimdall il comando e si tuffò nel vivo della battaglia sguainando le spade a doppio provenienti dal suo pianeta d'origine.
Non pensava, menava fendenti mentre il sangue le imbrattava il viso e l'armatura, il suo unico obiettivo era il titano.

Le navi aliene contro ogni previsione di Emanuela avevano preso a bombardare pesantemente, l'armatura faticava a resistere.
"Tony non ce la faccio!" disse esasperata mentre si accasciava al suolo, ora combattevano sul campo di battaglia.
"Tranquilla arrivo!" rispose tentando di raggiungerla col cuore che batteva furioso nel petto per la paura di perderla.
Troppo tardi...uno di quegli enormi e mostruosi esseri in ferro perse quota ed era sul punto di schiacciare la ragazza.
Tony ad una velocità impressionante si gettò su Emanuela tentando di proteggerla...

Uno, due, tre i battiti del suo cuore rallentano ad ogni secondo, non c'è più tempo.
Uno, due è mortale non può farcela.
Uno... ed è così che l'anima si distacca dal corpo, così che lo abbandona.
Un grido squarcia il silenzio, calde lacrime bagnano la terra arida.

Questa una storia che finisce così 
sopra una pietra che la pioggia bagnò; 
son tornato una notte, e ho sentito una voce 
il grido di un uomo che chiedeva perdono. 
Ho difeso, ho difeso 
il mio Amore 
il mio Amore...

Le grida di Emanuela le squarciarono il petto l'elmo abbandonato al suolo, le braccia che stringevano spasmodicamente il corpo senza vita di Tony.
"È colpa mia!" sussurrò.
Sideria e Serena non seppero cosa dire in quel momento l'avrebbero stretta tra le loro braccia e consolata ma la battaglia continuava senza dar loro pace.

Le lacrime della ragazza bagnarono il viso dello scienziato, i suoi occhi chiusi, il petto immobile...
La ragazza si chinò sulle sue labbra dandogli un casto bacio.
"E così che si compie il tuo destino, l'amore ecco la chiave...due in uno." queste furono le parole che le rimbombarono nella testa e subito dopo una luce accecante scaturì dalla mano sinistra.
Velocemente la ragazza tolse il guanto metallico e scoprì la Gemma, che altri non era che lo zaffiro incastonato nel suo anello di fidanzamento. 
Lo stupore l'assalì, ma al contempo venne avvolta da una sensazione di benessere.
Senza difficoltà riuscì a sfilare la Gemma dall'anello e senza pensarci la strinse nella mano, sentì le forze tornare e l'energia della Gemma prendere possesso del suo essere.
Subito si avvicinò a Tony poggiò entrambe le mani sul suo petto, in pochi istanti riprese a muoversi regolare e lentamente lo scienziato riaprì gli occhi.
"Sei tornato..." gli sussurrò.
"Non sono mai andato via...ho visto tutto!" rispose con un filo di voce prima di baciarla con slancio.

Da da da dannnn
Si sono in ritardo clamoroso ma ho un esame a breve e il tempo oramai è tutto dedicato ai libri.
Insomma che ne dite? Banale, emozionate?
La canzone è dei Nomadi indovinate come si chiama? Ovviamente "Ho difeso il mio amore" XD 
Certo potevo fare la cattiva e farlo morire ma poi mi avrebbero uccisa XP
Aspetto commenti e ringrazio l'anima pia che ha deciso di recensire ALESSIAOUAT96 sappi che ti voglio tanto bene!!! <3 <3 <3
Ovviamente un grazie speciale a tutti coloro che seguono la ff, che l'hanno inserita tra le preferite e seguite. Anche se non recensite vi amo lo stesso! Ah e se vi va di leggerle ho pubblicato due flashfic "ogni uomo uccide ciò che ama" e "e amore entrò nei miei sogni"
Grazie a tutti di cuore!
A presto (si spera)
Angel27

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3129504