Le parole scarlatte

di Dusolina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Velluto ***
Capitolo 2: *** Leonora ***



Capitolo 1
*** Velluto ***


Velluto
Le scriveva delle parole sulla schiena nuda,utilizzava un pennello intinto in quel liquido scarlatto e con tocchi leggeri e sinuosi dipingeva su quel giovane corpo bianco come se fosse una tela.
La giovane donna ,sempre di fretta e distratta ,non le avrebbe mai lette.
"Sei la mia vita" ,"Sei il mio respiro","Sei ogni palpito del mio cuore". 
Ogni giorno una nuova frase.
L'aveva rinchiusa all'ultimo piano di quel vecchio palazzo in un appartamento arredato con un lusso decadente;desiderava tenerla prigioniera in quella torre d'Avorio e velluto,averla tutta per se in modo che nessun altro potesse godere della sua bellezza,della sua intelligenza e sporcarle l'anima.
L'aveva raccolta in strada,sembrava un uccellino ferito,l'aveva portata con se e a poco a poco aveva iniziato a mangiare dalla sua mano e orami non aveva altri affetti che lui.

Non aveva mai incontrato uno spirito simile a quello di lei,era unico e desiderava goderselo a piene.
Sperava di tenerla con se a lungo;non voleva un mero bacio di sangue,cercava molto di più non sapeva bene nemmeno lui cosa ma sperava che il tempo glielo avrebbe rivelato.
L'angolo di Dusolina. È la prima volta che pubblico su efp, so che non sono bravissima a scrivere ma la passione c'è ed è tanta. Spero che qualcuno mi dica cosa ne pensa,sia nel bene che nel male. Ciao a tutti bagnati e asciutti.

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Capitolo 2
*** Leonora ***




Leonora

Leonora viveva in quell'attico polveroso e un po' umido da un anno,lì  sembrava che il tempo si fosse fermato,intrappolata per sempre negli anni '20;pesanti tende di velluto marrone impedivano alla luce di posarsi su qualsiasi oggetto presente nelle stanze come se potesse distruggerli e ridurli in cenere.
Le vecchie lampade alogene a in ferro dorato emanavano una luce soffusa facendo assomigliare la casa ad un boduare pieno di sussurri e malinconia e che le facevano vedere dentro gli antichi specchi appesi ad ogni parete forse dei fantasmi. Le pareva di vedere persone festanti ,un attimo c erano e quello dopo erano sparite.
Ma di sussurri e spettri in realtá non vi era traccia dato che l'unica abitante dell'appartamento tranne quando avvenivano le visite notturne del padrone di casa.

Gliela' aveva donato per legarla a se,controllarla e farle respirare ogni giorno il suo odore intriso in ogni singolo cuscino,in ogni divano.
Non poteva provare altro per lui  se non un insano rapporto di amore ed odio;
Si sentiva intossicata dalla sua presenza,un po' come un veleno che lentamente e dolcemente ti corrode e corrompe l'anima.
Per lei ormai quell' "uomo" era l'aria,l'acqua e il cibo  che lui poteva toglierle in qualsiasi momento.
si sentiva impazzire quando non giungeva ma allo stesso tempo provava una forte oppressione quando spalancava la pesante porta in noce che la divideva dal resto del mondo e le sorrideva con falsa benevolenza.

Si sentiva minuscola e insignificante al suo cospetto.

La giovane donna fingeva sempre di non sentirlo e si faceva trovare sempre occupata ma era tutta una finzione.
Aspettava con ansia la sua venuta e appena  egli varcava la soglia le arrivava alle narici il suo profumo dolce mischiato all'odore della brezza notturna.
Lui l'abbracciava da dietro circondandole le spalle e iniziando a darle dei piccoli baci ,impalpabili  come il battito d'ali di una farfalla,sulla nuca ricciuta e rossiccia.

Leonora tentava di restare calma e granitica ma il suo cuore batteva come quello di un colibrì.
Lentamente iniziava a passarle le dita fredde fra le  lunghe ciocche ramate saggiandone la morbidezza.
Lentamente la voltava e la guardava negli occhi  come per poter carpire ogni segreto della sua anima;la ragazza non poteva fare a meno di specchiarsi negli occhi cerulei di lui.

Non si sarebbe mai potuta abituare al suo aspetto ultraterreno.
Il suo padrone di casa dimostrava appena una ventina d'anni ; alto come un vichingo,aveva la pelle d'albastro,una folta chioma di capelli neri come l'ala di un corvo che  gli ricadevano in morbide onde sulle spalle e scure sopracciglia sormontavano occhi azzurri in cui albergava una luce demoniaca.

Era la perfetta incarnazione di un angelo caduto.

Con il suo scrutarla la terrorizzava sempre,pareva un padre che  chiede tacitamente al proprio figlio se abbia fatto o meno i compiti fissandolo per poter scorgere ogni minimo accenno di bugia.

Sembrava potesse leggerle nel pensiero.

Finalmente lui parlò "Come vedi anche questa notte sono venuto farti visita non sei felice?"disse con un sorriso.
Lei per un attimo sentì la sua mente vacillare e le parole morirle in gola ma alla fine trovò la forza di rispondere
"No, non sono felice,come ogni sera te lo ripeto e tu continui a pormi la stessa domanda, la mia risposta non cambierá" .
Il   sorriso si trasformò in un ghigno pieno di scherno e in un istante il malvagio sorriso si tramutò in un bagliore aguzzo che penetrò nel collo di Leonora.

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