Escursione nel passato

di Najara
(/viewuser.php?uid=44847)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Primo capitolo ***
Capitolo 3: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 4: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 5: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 6: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 7: *** Sesto capitolo ***
Capitolo 8: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Prologo

“Attivazione da mondo alieno non programmata”, le luci rosse si attivarono e l’allarme si mise a suonare, Jack scattò in piedi, uscì dal suo ufficio e si precipitò nella sala di controllo “Allora? Sono loro?” “Sì, signore, abbiamo il codice d’identificazione” “Bene, aprite l’iride” L’addetto eseguì l’ordine e pochi istanti dopo dalla Porta sbucarono Sam, Teal’c e Daniel. Lo Stargate si richiuse e Jack li raggiunse nella sala d’imbarco. Andò direttamente da Sam “Colonnello cosa è successo? Siete in ritardo di due ore!” Sam lo guardò stupita “Non è successo niente signore, Daniel voleva terminare la traduzione di un testo così abbiamo perso un po’ di tempo e siamo giunti in ritardo allo Stargate…” “Carter, avrebbe dovuto comunicarcelo!” Daniel intervenne “Jack, con te eravamo sempre in ritardo, non vedo il problema!” “Esattamente!” Jack alzò il mento sfidandolo ad aggiungere altro, quest’ultimo lo guardò ancora più stupito “Ma cosa…” Teal’c, che era rimasto in silenzio, pensò fosse il caso di intervenire “Daniel Jackson credo che dovremmo recarci in infermeria” Sam, che non capiva l’atteggiamento di Jack, ma che poteva già prevedere lo scontro che sarebbe seguito gli diede man forte “Sì, generale, credo che dovremmo andare…” Jack smise di guardare male Daniel e si voltò verso di lei “Giusto, in infermeria, un po’di punture e poi tutti da me…” guardò l’orologio, ci picchietto un po’ sopra poi continuò “Facciamo tra mezz’ora” “Bene signore”, Sam partì, seguita da Daniel, Teal’c inchinò leggermente la testa verso O’Neill poi li seguì. Jack, rimasto solo, tornò nel suo ufficio.

Mezz’ora dopo Sam fece il suo rapporto, poi fu il turno di Daniel che spiegò cosa avesse scoperto. Alla fine Jack li guardò e riassunse “Quindi niente di interessante!” “Beh non direi che aver scoperto un sito della civiltà dei…” Jack lo stoppò alzando la mano “Intendevo dire niente di interessante per far fuori i nostri amici, è ovvio che la pietra…” “Stele!” “Sì certo che quella stele  sia di notevole importanza!” Sam dovette trattenersi dal ridere, quei due erano davvero incorreggibili, erano pronti a morire l’un per l’altro, erano come fratelli, ma non potevano fare a meno di litigare e provocarsi continuamente. “Bene, potete andare” “Grazie signore, le farò avere il mio rapporto il prima possibile” “Oh non ce n’è bisogno…” Sam lo guardò con aria interrogativa “Signore?” “Non ve l’ho detto?” Daniel stava uscendo, concentrato sul testo che aveva sotto mano, mentre Teal’c si era alzato e lo stava seguendo, entrambi si voltarono, Daniel con la curiosità nel volto, mentre Teal’c aveva leggermente alzato un sopraciglio. Jack si godette il suo momento “Vacanze!” disse poi tutto orgoglioso di se stesso. “Avete lavorato un bel po’ quindi vi concedo una settimana di vacanza, per questo Carter hai tutto il tempo di redigere il rapporto!”. Jack li guardava raggiante, “Allora cosa farete di bello?” Daniel che aveva ancora gli occhi sgranati, fu il primo a rispondere “Beh ho molto arretrato, l’Sg4 mi ha portato 10 pagine di un manoscritto, finalmente potrò darci un occhiata…” Detto questo uscì dirigendosi verso il suo studio, Jack lo guardò con una smorfia poi riportò l’attenzione su gli altri due “Colonnello?” Sam gli sorrise un po’ dubbiosa “Devo fare delle analisi sulla nave degli antichi che abbiamo trovato…” “Ma Carter ho detto vacanze!” “Signore, è un po’ di tempo che volevo farlo, potrebbe essere fondamentale per combattere i Goau’d! Con le sue armi abbiamo distrutto un vascello madre!” “Ok ok! Teal’c?” Jack lo guardò con aria supplichevole “Credo che raggiungerò mio figlio…” “Meno male! Almeno tu! E vi farete una bella settimana padre e figlio?” Teal’c inarcò leggermente un sopraciglio “Devo verificare il suo addestramento” Jack scosse la testa “Nessuno che sa come divertirsi in questa base! Un bel lago, una canna da pesca…” la voce di Jack si fece sognante, Sam sorrise “Signore noi andiamo” Jack, riportò di nuovo l’attenzione su di loro “Bene Colonnello, buona settimana, non si diverta troppo con quella navicella, potrei diventare geloso!” Jack si rese conto di quello che aveva detto vedendo Sam arrossire “Voglio dire…” “Certo Generale” Jack rimase in silenzio, certo Sam sapeva come rimetterlo in riga, ricordargli i gradi gettava immediatamente del gelo tra loro due. Teal’c, che si era accorto della gaffe di Jack decise ancora una volta, saggiamente, di intervenire “O’Neill quando potrò partire per raggiungere mio figlio?” “Oh sì…” Jack distolse lo sguardo dai limpidi occhi azzurri di Sam “Appena sei pronto, non abbiamo partenze o arrivi previsti per le prossime tre ore…” Inclinò la testa ed uscì. “Signore vado anche io…” “Certo Carter” Entrambi si sorrisero, ancora un po’ insicuri. Appena fu uscita Jack si morse una mano, accidenti come poteva una semplice allusione metterli in quello stato?! Avrebbe dovuto imparare a stare zitto! No al contrario! Doveva smetterla di stare zitto e digli che era pazzo di lei! Se non fosse stato per quel maledetto regolamento! Ma era davvero solo per il regolamento? Se si fosse fatto avanti lei cosa avrebbe detto? L’avrebbe respinto? Sapeva che anche lei provava qualcosa per lui, ma forse i suoi sentimenti erano cambiati? Ora stava con quel Pete no? Però…

Così Jack si perse nel circolo di pensieri che ormai lo teneva occupato da anni.

Da parte sua Sam non stava facendo di meglio, perché una semplice battuta riusciva a farla arrossire in quel modo? Jack… per lui provava ancora qualcosa? Se i gradi non li avessero separati? Strinse le mani, perché lo aveva chiamato generale? Accidenti non poteva stare zitta? Il gelo che aveva creato era stato terribile! Si sedette nel suo laboratorio, doveva fare chiarezza nel suo cuore, aveva lasciato Pete… ricordava ancora quello che lui gli aveva detto: “Sarai felice con lui?” lei era rimasta sbalordita ma a quel lui la sua mante aveva immediatamente formato l’immagine di Jack, il suo sorriso… cosa provava? Ripensò al suo volto, conosceva così bene ogni sua espressione, sapeva interpretare ogni suo gesto, spesso non avevano neanche bisogno di parlare, ma lo amava? Le balenarono alla mente varie immagini: una barriera azzurra che li separava, lui steso su un letto in coma a causa di un’antica malattia, una lancia jaffa che lo colpiva… le emozioni che aveva provato e che lei aveva a fatica nascosto esplosero, aveva avuto così tanta paura di perderlo! Con Pete aveva cercato di negare, non lo lasciava per un altro uomo… ma lui aveva scosso la testa “Sam, credo di aver sempre saputo che avevi qualcun altro nel cuore… speravo che un giorno avrei avuto io l’amore che provi per lui… ma è chiaro che sono stato uno stupido” Poi se ne era andato lasciandola sola. Si chiese se quello fosse il suo destino, rimanere sola… l’uomo che amava e che forse provava gli stessi sentimenti per lei, gli era accanto, ma non avrebbe mai potuto averlo. Si gettò nel lavoro, quello era il miglior modo di non pensare.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Primo capitolo ***


Primo capitolo

Primo capitolo

Il mattino dopo Jack tornò al suo ufficio piuttosto stanco, era rimasto buona parte della notte a pensare a Sam e a quanto fosse impossibile la loro storia, così aveva dormito molto poco. Passarono due giorni e iniziò a pentirsi di aver dato le ferie all’ Sg1, Daniel era in qualche museo per delle ricerche sulla sua pietra e sul testo dell’Sg4, Teal’c era su un altro pianeta e Sam era nell’area 51 per studiare la nave, così lui era solo… beh non proprio c’erano state due emergenze, Sg7 era ritornata con due feriti e i suoi superiori premevano per dei rapporti e lui che credeva che se fosse diventato generale non avrebbe più dovuto farli! Ma questo non gli impediva di sentire la mancanza della sua squadra, la loro presenza gli era così famigliare! Doveva smetterla, in fondo era rimasto lontano da loro per molto più tempo e poi sarebbero tornati a breve… si alzò e andò al briefing dell’ Sg6.

Sam lavorava sulla nave degli antichi da diversi giorni, ma non riusciva a fare seri passi avanti, erano riusciti, lei e sei altri tecnici, a isolare il sistema che permetteva alla nave di viaggiare nel tempo e a riindirizzare tutta l’energia nelle armi e nei motori, ma a parte questo nulla, anzi non erano neanche sicuri di aver avuto successo. Senza Jack, la nave era inerte. Un tecnico la raggiunse “Colonnello, non riusciamo a stabilire il tipo di energia che viene rilasciata dall’arma… in realtà non sappiamo neanche se le armi sono attive o se è energia quella che rilascia…” In effetti erano tutti piuttosto frustati dal fatto di non riuscire neanche ad avviare le luci della nave, figurarsi i motori e le armi! “Però se il generale O’Neill fosse disposto a fare un volo di prova potremmo fare delle analisi…” Sam sospirò, le avevano già fatto quella proposta il secondo giorno di lavoro, ma lei aveva rifiutato dicendo che portare la navicella nello spazio sarebbe stato rischioso e che il generale aveva cose più importanti da fare. Ora, però, anche lei era piuttosto esasperata, era veramente fastidioso non poter verificare i loro progressi. Annuì al tecnico “Credo che lei abbia ragione ormai non abbiamo altre soluzioni per verificare i nostri risultati… chiederò al Generale se ha del tempo…” il tecnico le sorrise soddisfatto, poi tornò ai suoi calcoli.

Sam guardò l’ora, sì c’era ancora tempo, salutò i suoi colleghi poi si diresse alla base. Scese tutti i piani e si diresse all’ufficio di Jack. Lo trovò vuoto, andò alla sala di controllo, ma di lui nessuna traccia. Di sicuro non era ancora partito, aveva chiesto alle guardie all’ingresso, non sapendo cosa fare si recò al suo laboratorio per inserire dei dati nel computer, sarebbe tornata all’ufficio di O’Neill più tardi, entrò nel laboratorio e vi trovo Jack. “Signore?” “Carter?! Salve cosa fai qua di bello?” “Volevo parlare con lei…” “E mi cerchi nel tuo laboratorio?” “No, certo… non l’ho trovata nel suo ufficio e in sala controllo così sono venuta qui per inserire dei dati…ma lei è qui!” Sam era stupita cosa ci faceva lui lì?… e come faceva a confonderla in quel modo, era lui che era nel posto sbagliato, lo guardò con aria interrogativa “Beh Carter mi hai trovato! Cosa volevi dirmi?” Incrociò le braccia, sorrise ed aspettò, Sam non poté fare a meno di rispondere “Le ho detto che volevo fare dei test con la nave degli antichi…” “Sì…e…” Lo sguardo di Jack si fece scrutatore “Non riusciamo a capire se facciamo dei progressi, lei è l’unico che può farla funzionare, se potesse fare un giro noi potremmo fare dei test…” “Ok” Sam lo guardò stupita, era convinta che avrebbe ricevuto una risposta negativa e si era preparata un discorso che riteneva molto convincente, ma lui era riuscito a stupirla ancora una volta “Bene… abbiamo isolato il dispositivo che permette di viaggiare nel tempo, quindi non dovrebbero esserci rischi…” “Perfetto, con chi faremo questa piacevole crociera?” Sam sorrise “Credo che per sicurezza sia meglio se con lei venga solo io, porterò un computer così da poter registrare tutti i dati necessari che poi potremmo analizzare successivamente” “Sono d’accordo. A che ora partiamo?” “Saremo pronti per le dieci” “Benissimo allora a domani, Carter” Sorrise e se ne andò lasciandola sola. Jack percorse il corridoio, le mani in tasca fischiettando, ma appena voltò l’angolo tirò un sospiro di sollievo e si batté la mano sulla fronte, si era fatto beccare! Per tirarsi da quell’impiccio avrebbe accettato anche di infiltrarsi in una nave Goau’d con scritto Sg1 sulla fronte! Nessuno sapeva che lui passava del tempo nel laboratorio di Sam, aveva preso quell’abitudine da quando era diventato generale e Sam andava in missione senza di lui, lì la sua presenza era tangibile, se chiudeva gli occhi poteva facilmente immaginarla accanto a lui intenta a fare i suoi esperimenti, al sicuro, lontana dal fuoco nemico. Ma oggi era stato sorpreso e proprio da lei! Non aveva nessuna scusa quindi aveva finto una totale sicurezza e aveva accettato tutto quello che diceva… a proposito cosa gli aveva detto? Ah Sì, domani avrebbe dovuto fare un giretto sulla nave degli antichi… solo con lei… doveva smetterla! Sarebbe stata una barba e lei non avrebbe distolto gli occhi dal computer… però forse… “Attivazione da mondo alieno non programmata” il solito allarme si attivò, Jack scosse la testa, poi si avviò con passo deciso verso la sala di controllo.

 

 

Thia: Credo che non sia ancora ora di abbandonare la nave… anzi!

 

Jolinar: Grazie mille, spero che Jack ti piaccia anche in questo capitolo…

 

23jo: Hai interpretato bene, Jack si preoccupa, trovavo la cosa molto tenera! Sono contenta che ti piaccia spero che sarà così anche per il seguito… e sì sono una fanciulla quindi grazie per il ben tornata!

 

Titina: Grazie!

 

Pilla Polla: Spero sia abbastanza presto!

 

Nahid: Sì l’avevo promessa e spero che ti piacerà… bellissima l’immagine di Sam e Jack arrotolati in una canna da pesca! Come sai però, Sam non abbandona facilmente un esperimento, soprattutto se è una nave degli antichi…

 

Kae: Troppo gentile! Spero di non deluderti con il seguito! Grazie!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Secondo capitolo ***


Secondo capitolo

Secondo capitolo

Il mattino dopo Sam e Jack si ritrovarono nel luogo di lancio. “Allora Carter tutto pronto?” “Sì signore” “Non mi devo aspettare nessun problema?” “No signore…” “Carter perché sento del dubbio?” “Abbiamo deviato l’energia ai motori e alle armi, però è una tecnologia ancora piuttosto sconosciuta, non siamo totalmente sicuri di aver escluso il dispositivo per viaggiare del tempo…” “Va bene, dovrò solo stare attento a non pensare al passato giusto?” Sam gli sorrise “Sì signore” Jack gli sorrise a sua volta, poi si diressero entrambi alla navicella pochi minuti dopo erano in orbita. Sam, come aveva previsto Jack, era concentrata sul computer mentre lui pensava a pilotare, per non farsi rivelare aveva attivato il “mantello” ed eseguiva le manovre che gli chiedeva Sam, aveva già attivato le armi e aveva sparato a dei bersagli predisposti, tutto andava per il meglio. Alla fine Sam si dichiarò soddisfatta e si sedette accanto a Jack “Possiamo rientrare signore” “Ok” Jack diresse la nave di nuovo verso terra poi sbirciò Sam che ammirava la vista della terra dallo spazio, aveva gli occhi accesi e un leggero sorriso sulle labbra, era bellissima, avrebbe voluto baciarla, dirgli quanto l’amava, sarebbe stato bellissimo poterla stringere! Jack si lasciò andare, stringerla? Avrebbe voluto sposarla! Avere dei figli con lei, formare una famiglia! Guardò di nuovo verso di lei, come sarebbero stati i loro figli? Era sicuro che Sam era stata una bambina bellissima… magari con i boccoli biondi e quei suoi occhi azzurri… “Signore!” “Cosa?” “Si è attivata!” Sam si era alzata e si era diretta al suo computer e stava osservando con apprensione i dati che apparivano sullo schermo, poi ritornò alla consolle, attivò la radio e chiamò la base, non ottenne nessuna risposta. “Cosa succede Carter?” “Signore non so cosa è successo ma un attimo fa si è attivato il dispositivo, temo che abbiamo viaggiato nel tempo…” “Ma come? Non era disattivato?” “Sì… ma non del tutto… devo fare dei controlli… a cosa stava pensando?” Jack si voltò di nuovo verso i comandi…non poteva dirgli la verità! “Pensavo a quando ero giovane… ma credevo fosse spento… siamo andati indietro di qualche decennio?” “No, non è possibile, il dispositivo porta indietro di qualche secolo, non può averci portato indietro di soli pochi anni…” “Cosa è successo allora?” “Non capisco… forse…” Sam si mise ad armeggiare con il computer ed il dispositivo “Carter?” “Credo di aver capito…” “Sì?” “Signore si concentri sul presente” “Bene” Jack chiuse gli occhi e si concentrò poi aprì un occhio “Carter?” “Nulla, come temevo… signore, insieme ai tecnici dell’area 51 abbiamo tolto l’energia al dispositivo, però credo che ce ne fosse ancora una riserva ridotta che è stata attivata dal suo pensiero, ora però è esaurita” “Allora basterà ridargli l’energia no?” “Non è così semplice signore, abbiamo lavorato io ed un equipe di sei persone, per due giorni, per riuscire a deviare l’energia, da sola ci metterei almeno una settimana… e non è tutto, non ho gli attrezzi che mi servono…” “Beh che problema c’è, io non ho nessun appuntamento! E basterà fare un po’ di spesa al supermercato più vicino no?” E gli fece un bel sorriso a cui per una volta Sam non rispose “Signore, non sappiamo in che epoca siamo, non possiamo rischiare di compromettere la linea temporale, inoltre per quanto ne sappiamo potremmo essere in un’epoca in cui non è ancora stata inventata l’attrezzatura che mi serve!” “Colonnello, non possiamo rimanere in orbita per sempre! Dobbiamo scendere e verificare, siamo già stati nel passato e non abbiamo fatto troppi danni giusto?” “Sì signore, ma prima suggerirei un volo di ricognizione su qualche città, sarà sufficiente che lei mantenga sempre il “mantello” così che non potranno vederci e neanche rilevarci…” “Perfetto, ha qualche posto che preferisce?” “Un posto che conosciamo… direi che Colorado Springs possa andare, è nato insieme al complesso sotterraneo che è relativamente recente, quindi se esiste significa che non abbiamo viaggiato indietro nel tempo per più di un secolo” “Agli ordini capitano! Facciamo rotta per Colorado Springs! Tutta a dritta marinaio! Ho sempre sognato di dirlo” Sam sorrise, come riusciva a restare sempre così allegro, anche nelle situazioni peggiori? E come faceva a risollevarle puntualmente il morale?

Qualche minuto dopo erano in vista della cittadina “Ottimo esiste!” Sam annuì questo era un buon segno, Jack rallentò l’andatura “Perfetto ora non ci resta che scoprire l’anno… dobbiamo trovare un luogo sicuro in cui atterrare e poterci mettere alla ricerca del materiale che ci serve, almeno sappiamo che esiste!” Sam era notevolmente sollevata, ora sapeva che la situazione poteva comunque risolversi. “Ha qualche idea signore? Un posto tranquillo e isolato, potremmo scegliere una foresta…” “Stop! Ho io il posto ideale: un gentile chalet con una camera, uno spazioso sofà ed una graziosa cucina, offre una favolosa vista sul lago, lontana da tutti gli occhi indiscreti, particolarmente indicata per la pesca!”  Sam non poté fare a meno di ridere “Signore cosa le fa credere che la sua casa nel Minnesota sia già stata costruita?” “Facile, quella casa appartiene alla mia famiglia da due generazioni e visto che ovviamente c’era già quando ero giovane ci deve essere per forza, mio padre in questo periodo dell’anno non ci veniva quasi mai, è praticamente impossibile che incontriamo qualcuno! Inoltre potremo capire in che anno siamo, sarà la nostra base, potrai fare tutte le tue riparazioni in santa pace!” “Prima di scendere, però, dobbiamo assicurarci che non ci sia nessuno” “Concordo!” Jack riprese quota e si diresse verso il Minnesota, dentro di sé era euforico, finalmente era riuscito a portare Sam in Minnesota! Certo non era la situazione che aveva immaginato, ma cosa importava? Andavano insieme e da soli in Minnesota!

Sam era un po’ meno entusiasta, era fortemente combattuta, da una parte si preoccupava per la loro situazione, il minimo errore e avrebbero potuto creare enormi danni alla linea temporale, ma dall’altra parte provava una specie di brivido all’idea di ritrovarsi sola con Jack in quello chalet, aveva immaginato innumerevoli volte di dire di sì a Jack, ma ogni volta il suo maledetto cervello interveniva e lei con qualche scusa rifiutava. Ora quel momento era arrivato, ma non come previsto, erano in una situazione troppo delicata, non doveva permettere ai suoi sentimenti di emergere! Guardò Jack di sottecchi: stava sorridendo, accidenti perché il suo cuore aveva improvvisamente accelerato? Non era più una ragazzina al primo amore! Si diresse al computer per distrarsi da quei pensieri che rischiavano di prendere il sopravvento.

 

 

Nahid: Sì credo che Jack sia un gran tenerone basta vedere come si comporta con i bambini!

 

23jo: I tuoi commenti sono assolutamente perfetti prendi sempre gli aspetti di cui vado più fiera! Quindi finché ne troverai io sarò più che contenta! Grazie mille!

 

Thia: Sarebbe una bella idea… ma come avrai letto ho altro in mente per loro…

 

Cipollina: Temo che non ci sia su quella nave un solo posto da cui Sam non potrebbe raggiungere qualche pannello da smontare e su cui lavorare! Sono assolutamente d’accordo Jack è un tesoro sapevo che prima o poi lo avresti ammesso!    ; -)

 

Kae: Hai ragione il cartellone luminoso era ancora meglio per non parlare del megafono! Jack sarebbe capacissimo! Soprattutto se si tratta della nave di Ba’al!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Terzo capitolo ***


Terzo capitolo

Terzo capitolo

Pochi minuti dopo Jack sorvolava la zona “Direi che non c’è nessuno, nessuna macchina, la casa è vuota possiamo atterrare in quella radura” “Sì signore” Jack eseguì la manovra poi aprì lo sportello ed entrambi uscirono, Sam gli consegnò una specie di telecomando e gli spiegò cosa fosse “Controlla la nave dalla distanza,  provi a inserire di nuovo il “mantello”” Jack provò e la navicella divenne invisibile, tranne per l’interno che si vedeva dallo sportello aperto, una volta chiuso non si poteva più scorgere nulla della nave “Perfetto, Carter segnati il numero del parcheggio altrimenti ci vorranno mesi per ritrovarla!” Sam rispose con un sorriso. Si diressero alla casa, avvicinandosi lentamente, ma la ricognizione dall’alto non aveva nascosto loro nessuna sorpresa, il luogo era deserto. “Allora, se non mi sbaglio, la chiave la tengo… qui!” Jack estrasse, da un vaso vicino alla porta, una chiave “Certe cose non cambiano… beh, la pianta non è la stessa…” Sam sorrise ancora. Entrarono e Jack le fece visitare la casa, come se fossero davvero in vacanza. “Ed ecco qui finito!” “Molto carino…” “Grazie” Jack le fece un bel sorriso, felice “Ora passiamo alle cose serie allora…” Jack iniziò a guardarsi in giro, poi si diresse sicuro ad una piccola cassapanca messa vicino al caminetto la aprì e ne estrasse un pacco di giornali Sam si avvicinò “1975! Quadra, avevo quattordici anni!” Sam si fece pensierosa “Carter?” “Penso che abbiamo fatto qualcosa di più che togliere il flusso di energia al dispositivo, evidentemente abbiamo anche ridotto la sua capacità… oppure migliorato la sua precisione… devo fare dei controlli” “Questo significa che?” “Significa che non è sufficiente ridargli energia potremmo fare un balzo troppo lungo e finire nel nostro futuro…” “Però…” Jack le fece un cenno come per invitarla a continuare “Ho tutti i dati nel computer credo di poter riottenere una situazione simile, ma ci vorrà un po’ più di tempo” “Quanto?” “Non so signore” “Va bene ci penseremo domani, ora dobbiamo organizzarci per la sopravivenza e se possibile trovare quegli aggeggi che ti servono” “Sì, il problema è che non abbiamo soldi con noi…” “A questo ci penso io!” Jack si diresse sicuro verso un armadio della cucina, aprì un anta e ne estrasse un barattolo con alcuni dollari all’interno “Tadan!” “Signore non saranno sufficienti!” “Donna di poca fede! Andremo alla cittadina che c’è qui vicino, chiederemo un passaggio, poi io farò fruttare questi dollarucci!” “E come pensa di farlo?” “Questo è un segreto! Dovremmo cambiarci” Si diresse nella camera aprì un po’ di armadi e alla fine trovò quello che cercava “Ecco Carter dei vestiti di mia madre, dovrebbero andarti, cambiati pure qui, io vado in cucina” Detto questo uscì lasciando a Sam i vestiti. Lei si cambiò, erano della sua misura, un paio di jeans e una maglietta arancione.

Quando tornò in cucina anche Jack si era cambiato, ora indossava un paio di jeans e una camicia che gli stava un po’ larga. “Perfetto, ora dobbiamo solo fare qualche kilometro a piedi, ma se siamo fortunati qualcuno ci darà un passaggio!” Partirono per il paese, la fortuna non fu della loro, non passò una sola macchina, Sam si disse che almeno quello confermava il fatto che quel luogo era davvero deserto! Arrivati in paese Jack si diresse verso un piccolo bar, entrò si guardò attorno, come se fosse la prima volta, poi si diresse al bancone. “Non ci credo! Bill!?” il gestore lo guardò con aria sorpresa “Non mi riconosci? Vecchia canaglia abbiamo passato un bel po’ di tempo nella giungla insieme!” Il volto di Bill si accese “Thomas Reed! Cosa ci fai da queste parti?! Accidenti siediti che ti offro da bere!” Poi si voltò verso Sam e le fece un sorriso “Allora è questa la donna di cui mi hai parlato per mesi in quella maledetta giungla? Signora si accomodi, cosa le posso offrire?” Sam si sedette al tavolo insieme a Jack, Bill li raggiunse poco dopo con tre birre, Jack chiacchierò un po’ dei vecchi tempi, poi portò l’argomento sull’hockey, Sam non capiva dove volesse arrivare Jack, che volesse farsi prestare dei soldi da quell’uomo? Dopo una buona mezz’ora alla fine Jack si alzò “Temo che dobbiamo andare…” “Oh certo, non voglio rovinare la vostra vacanza da innamorati, con vecchi ricordi!” Sam e Jack arrossirono, ma Bill non se ne accorse “E’ stato bello rivederti! Rimarrai in paese per molto o sei di passaggio?” “Beh io e la mia… signora… pensavamo di restare sul lago per qualche giorno…” Bill gli fece un occhiolino poi sorrise a Sam “Ma certo, il lago è bellissimo anche in questa stagione!” I due uomini si salutarono, Sam ringraziò e saluto il gestore poi uscì, Jack, che era rimasto un po’ indietro, fu afferrato per un braccio da Bill “Vecchio birbante! Mi avevi detto che era bella ma mentivi! E’ stupenda!” Jack sorrise, poi si voltò a guardare Sam, era fuori dal locale: sullo sfondo c’era il lago, era magnifica, sospirò “Già…” ricevette un leggero colpo da Bill, lo salutò e raggiunse Sam.

Si allontanarono in silenzio ancora un po’ imbarazzati, ma quando furono un po’ più lontani Sam si fermò “Scusi signore, ma, a parte farci offrire una birra, qual’era il suo piano? E come faceva a sapere tutte quelle cose su Bill?” Jack le sorrise compiaciuto “Conosco quell’uomo, quando ero ragazzo, cioè adesso, lui mi ha raccontato molte cose sul suo passato, era un nostalgico, e io amavo ascoltare, perciò non è stato difficile…” “Va bene, ma rimane il problema dei soldi…” “E qui il mio piano diventa a dir poco geniale! Quando ero giovane, giocavo in una squadra di hockey ed ero un fan dei Chicago…” “Mi dispiace ma non vedo la connessione” “Beh seguivo tutte le loro partite, e si da il caso che grazie a Bill so che stasera giocheranno contro gli Angels e grazie ai miei ricordi so anche che purtroppo perderanno” Jack fece una smorfia, mentre Sam afferrava la situazione “Lei vuole scommettere sulla partita?” “Esatto! Punterò tutto sugli Angels che sono dati sfavoriti, vinceremo un po’ di soldi e potremmo comprare tutte le attrezzature che le servono” “Ma signore non è un po’ ingiusto?” “Sono d’accordo, dover puntare contro la mia squadra è davvero un ingiustizia! Ma pazienza, lo faccio per una buona causa…” Sam rise “Non era proprio quello che intendevo…” Jack le sorrise e Sam capì che sapeva perfettamente quello che aveva voluto dire, ma aveva ragione lui, in qualche modo doveva tornare nel loro tempo “Signore quanto vinceremo?” “Bella domanda Carter, se puntiamo tutto quello che abbiamo, cioè 5 dollari e 18 cents allora dovremmo vincere all’incirca 500 dollari, le basteranno?” Sam rimase sbigottita “Accidenti questo si che è far fruttare i soldi…” “Colonnello non vorrà darsi alle scommesse?!” “No, certo che no” Si sorrisero poi Sam continuò “Saranno sufficienti, basteranno per le attrezzature e non moriremo di fame” “Perfetto, ecco siamo arrivati” Mentre parlavano, Jack li aveva condotti davanti ad un piccolo locale, chiese a Sam di aspettare fuori, entrò e uscì qualche minuto dopo con una ricevuta “Ecco fatto, domani potremo ritirare la vincita!” Si avviarono di nuovo verso lo chalet, ormai era pomeriggio inoltrato e quando finalmente lo raggiunsero era sera. “Signore è meglio controllare se la nave è ancora al suo posto” “Perfetto, io cerco nella dispensa qualcosa da mangiare, se ci sono problemi usi la radio” “Sì signore”. Si separarono, Sam ritrovò facilmente la nave, anche se era occultata, poi tornò allo chalet. Jack intanto si era dato da fare, aveva acceso il fuoco nel caminetto e sul gas c’era una pentola che cuoceva “Tutto a posto Carter?” “Sì signore, la nave è al suo posto, sempre invisibile” “Perfetto io ho trovato un po’ di cosucce, le preparerò un pranzo succulento!” Sam gli sorrise, poi lo aiutò a preparare il tavolo, era piuttosto tesa, la situazione era troppo romantica, il caminetto acceso, il lago, lui, tutto era perfetto… no! Jack portò in tavola dei fagioli “Ecco qui! Fagioli in salsa di fagioli con contorno di fagioli… ho detto che ci sono dei fagioli?” “Sì signore” “Benissimo, allora, buon appetito!” Sì sedettero e mangiarono.

Per evitare qualsiasi rischio Sam portò la conversazione sulle loro mosse future, così la cena passo tranquillamente e per il giorno dopo avevano un piano perfetto: avrebbero ritirato la vincita, poi sarebbero andati a Washington, città che Sam conosceva bene perché ci aveva abitato per anni quando lavorava al progetto Stargate, lì non le sarebbe stato difficile trovare l’attrezzatura di cui necessitava. Poi si prepararono per andare a dormire, Jack andò a recuperare delle coperte e le mise sul sofà, poi si allontanò per cercare un cuscino, quando tornò, Sam stava sistemando la coperte “Troppo gentile, non era necessario!” “Signore?” Sam lo guardò con aria interrogativa, Jack scosse la testa “La sua camera è di là!” e le indicò l’unica camera della casa “Signore quel letto è suo, io dormirò benissimo qui!” “Non si discute, io mi prendo il sofà!” Sam aprì bocca per obiettare “E’ un ordine Colonnello!” “Bene signore… grazie” Detto questo si avviò verso la camera. Prima di entrare si voltò verso Jack “Buona notte” Jack le sorrise “Notte” poi lei entrò nella stanza e chiuse la porta. Jack sospirò continuando a guardare la porta chiusa, poi si sistemò sul sofà e si addormentò. Sam si sedette sul letto e si guardò intorno, sul comodino c’era una foto che non aveva visto prima, la prese, un giovanissimo Jack era stretto a quella che doveva essere sua madre e le dava un bacio sulla guancia. Sam sorrise a quella foto poi pensò a Jack così vicino, si diede della stupida, cosa le prendeva? In missione avevano dormito ben più vicino! Ma qui era diverso… si svestì, si coricò e chiuse gli occhi sperando di addormentarsi presto.

 

Nahid: Assolutamente sì quella di Jack era una strategia preparata da tempo! Beh forse no, ma rimane un genio!

 

Thia: Su questo puoi contarci!

 

23jo: Direi che questo capitolo risolve alcuni tuoi interrogativi… per gli altri ti toccherà aspettare, sperando che la mia storia, per quanto possibile, rimanga sempre un pochino imprevedibile! Ovviamente ti ringrazio sempre tantissimo per i complimenti!

 

Jolinar: Direi che i sadici sono gli autori del telefilm! Noi rimettiamo le cose a posto, anche se come si dice prima dell’alba l’oscurità è sempre più fitta… in parole povere bisogna farli soffrire un po’ no?! Grazie mille!

 

Pilla Polla: Sì Jack è fantastico, solo lui potrebbe distrarsi mentre pilota una nave degli antichi che funziona come macchina del tempo… facendoci un enorme favore!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Quarto capitolo ***


Quarto capitolo

Quarto capitolo

Il mattino dopo Sam si svegliò all’alba, per un attimo rimase disorientata, poi i ricordi riaffiorarono. Si alzò e si vestì, forse sarebbero riusciti a comprare anche un po’ di vestiti se fossero avanzati dei soldi. Aprì lentamente la porta. Jack era ancora addormentato, fece attenzione a non svegliarlo ed uscì. Andò alla navicella, aprì lo sportello manualmente, almeno per quello non ci volevano particolari doti genetiche! La parte più difficile era farlo senza vedere dove metteva le mani, ma dopo qualche tentativo ci riuscì. Entrò e recuperò il suo portatile, quello era un problema non da poco, come avrebbe fatto ad alimentarlo per una settimana e più? Eppure senza sarebbe stato impossibile, aveva bisogno dei dati e in più avrebbe dovuto eseguire calcoli troppo complessi, farli a mano avrebbe voluto dire allungare la loro permanenza di molti giorni, con un notevole aumento delle possibilità di errore. Ma l’energia non era un problema, la nave ne possedeva in abbondanza, iniziò ad annotare mentalmente tutto il materiale che le sarebbe servito per modificare l’interfaccia che serviva al suo computer per registrare i dati, oltre all’attrezzatura base per riallineare l’energia senza fare errori. finì in una mezz’ora, richiuse lo sportello e ritornò verso lo Chalet. Entrò il più silenziosamente possibile, ma il sofà era vuoto “Carter! E io che ho fatto di tutto per non svegliarti!” “Scusi signore, sono andata alla nave per fare un inventario di quello che mi servirà” “Benissimo, io ho preparato colazione” Mangiarono, Jack aveva trovato del the, si scusò ma non aveva scovato nessun biscotto. Quando ebbero finito si recarono di nuovo alla cittadina, questa volta una macchina diede loro un passaggio, Jack andò a ritirare la vincita “Dovevi vedere la faccia di quel uomo, ieri mi dava del pazzo!” avevano vinto ben 569 dollari, per prima cosa Jack offrì a Sam un enorme brioche alla crema e prese per sé una ciambella alla marmellata. Molto più soddisfatti, tornarono allo chalet, anche questa volta furono fortunati e un camioncino diede loro un passaggio. Arrivati alla nave salirono e si diressero sempre invisibili verso Washington. Trovarono un posto, ad una mezz’ora dalla città, che ritennero abbastanza sicuro, atterrarono e con l’autostop arrivarono in poco tempo in città. “Direi che la cosa migliore è separarci, tu pensi ai tuoi gingilli ed io ai pasti, ci rivediamo qui tra due ore” “Perfetto signore, a dopo” “Carter se ci sono problemi usi la radio” “Sì signore” Poi si allontanarono in direzioni diverse. Jack fece una spesa enorme e si preoccupò di comprare anche vari oggetti che avrebbero reso il loro soggiorno il più confortevole possibile. Sam invece fece un po’più di fatica a trovare tutto quello che le serviva, ma alla fine si ritenne soddisfatta così si recò al luogo d’incontro con numerosi pacchi. “Lo sapevo! Mai dare la propria carta di credito ad una donna!” Sam guardò con aria eloquente le enormi borse di Jack che alzò le spalle come a dire che non erano sue. Sam rise, poi appoggiò le scatole e le borse a terra e si sedette sulla panchina accanto a lui “Signore conosco questo posto!” “Beh, Carter, sei tu che hai detto che conosci la città come le tue tasche e questo è uno di suoi parchi più belli!” “Sì signore, ma mi ero dimenticata che ci ho vissuto anche da piccola, mio padre era stato mutato qui…” Si alzò e andò verso delle altalene sorridendo a Jack che l’aveva seguita “Venivo sempre a giocarci! Ora non ci sono più… cioè nel nostro tempo…” Jack sorrise, era la prima volta che Sam sembrava davvero non pensare alla loro situazione, si guardò intorno, non voleva che gli rubassero le loro cose, ma rimase senza fiato. Una bambina di circa sette anni si stava avvicinando correndo, aveva i capelli lunghi e biondi e due occhi azzurri che Jack avrebbe riconosciuto ovunque. “Carter!” Sussurrò lei si voltò, il sorriso si bloccò sulle sue labbra nel vedere l’espressione di Jack “Cosa…” Poi lo vide, appena dietro una bambina c’era suo padre! Era più giovane certo, aveva ancora tutti i suoi capelli e rideva come non aveva mai più fatto dopo la morte di sua madre. Sam riportò l’attenzione sulla bambina, era lei! Jack non sapeva cosa fare, non potevano nascondersi, erano in piena vista e la bambina si stava dirigendo verso di loro, che erano tra lei e le altalene. Jacob non poteva riconoscerlo, non lo conosceva! Ma Sam? Lei era sua figlia! Era ancora bloccato dal dubbio quando la bambina li oltrepassò, Jacob era a pochi passi, alzò il volto su di loro… fu allora che accadde l’unica cosa che non si sarebbe mai aspettato che accadesse, Sam si volse verso di lui, mise le braccia intorno al suo collo e lo baciò, cioè non era un vero e proprio bacio, però le sue labbra sfiorarono le sue e lui fu attraversato da capo a piedi da una scossa. Jacob passò oltre, distogliendo lo sguardo, ma Sam rimase ancora allacciata a lui, gli occhi fissi nei suoi, poi li abbassò arrossendo si staccò da lui e si diresse senza una parola alle loro borse. Lui la seguì ancora un po’ disorientato, si caricò di buona parte della roba, lasciando a Sam il meno possibile e insieme si diressero, sempre in silenzio, verso un autobus che li avrebbe portati poco lontani dalla nave. Quando la raggiunsero si erano scambiati solo poche frasi, neanche Jack aveva cercato di fare battute, scosso almeno quanto Sam per quello che aveva provato a quel semplice contatto. Aveva già baciato Sam, tre volte, ma la prima era stata più un’aggressione, la seconda non era la sua Sam e la terza lei non lo ricordava, evidentemente, però, da allora i suoi sentimenti erano cresciuti! Ripresero quota e si diressero di nuovo verso il Minnesota. “Signore… mi dispiace…” “No Carter è stata un ottima idea! Nel senso che ci ha permesso di non farci notare da tuo padre… o almeno non nel senso che temevamo…” Sam arrossì, aveva quasi baciato Jack! E davanti a suo padre! Rabbrividiva ancora al pensiero della paura che aveva avuto nel vederlo alzare gli occhi su di lei, la sua reazione era stata automatica, il suo cervello si era sboccato ed aveva reagito, ma trovarsi tra le braccia di Jack e posare le labbra sulle sue aveva creato in lei uno shock ancora maggiore! E separarsi? Aveva dovuto lottare contro la voglia di approfondire quel contatto e di poter finalmente baciare quelle labbra! Scosse la testa, meglio non pensarci, ma un sorriso le affiorò sulle labbra.

 

 

23jo: Spero che anche questo capitolo sia di tuo gusto… Sono crudele no? Cosa gli faccio subire!

 

Pilla Polla: Sì Jack è un cuoco provetto! Lo adoro anche io nel caso non si sia capito!

 

Thia: Troppo gentile! Perdere i soldi no… ma possono succedere tante cose in un solitario cottage…

 

 

A tutti e tutte Buon Natale!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Quinto capitolo ***


Quinto capitolo

Quinto capitolo

Pochi minuti e furono in vista della radura, atterrarono e trasportarono allo chalet quello che non serviva direttamente sulla nave. Mangiarono pranzo, poi Sam tornò alla nave e iniziò a lavorare su come alimentare il portatile, Jack la raggiunse più volte, ma poi, visto che non era di nessuna utilità, se ne andava e la lasciava lavorare. Quando finalmente tornò allo chalet era sera, ma era riuscita nel suo obiettivo, il computer caricava la batteria direttamente dalla nave.

Ormai carico, lo portò con se così avrebbe potuto eseguire i primi calcoli e verificare la sua teoria. Appena entrò rimase però stupita, la casa risplendeva e dalla cucina proveniva un delizioso profumino “Appena in tempo! A tavola Carter!” Sam sorrise ed obbedì all’ordine, non si era resa conto di avere così fame. “Grazie signore, ma avrei potuto aiutarla…” Jack la guardò inclinando leggermente la testa “ Stai scherzando? Vuoi togliermi questo piacere? Tu sei lì fuori tutto il giorno a divertirti, mentre io sono qui ad annoiarmi!” “Potrebbe pescare, no?” Jack le fece una smorfia “Così mi sentirei in colpa! Non posso fare nulla per aiutarti!” Sam si rese conto del perché la casa luccicava, Jack si era occupato come poteva. Mangiarono chiacchierando, parlando soprattutto di Daniel e Teal’c ed evitando tutti e due qualsiasi allusione a quello che era successo quella mattina. Una volta finito, Sam si mise a fare dei calcoli con il computer, dopo un’ora sospirò soddisfatta. Jack, che non l’aveva persa di vista un attimo… era bellissima con il riverbero del fuoco sul volto, le chiese cosa aveva scoperto. “La mia teoria è esatta” “Questo lo sapevo già! Possiamo tornare indietro?” Sam gli sorrise “Sì signore, sarà sufficiente riallineare tre dei sei pannelli, attivare la nave e togliere di nuovo l’energia a quei sistemi, la nave dovrebbe reagire come la prima volta cioè incanalare nei cristalli di sicurezza…” Jack la interruppe “Carter?!” lei alzò lo sguardo su di lui e sorrise “Funzionerà signore e ci vorrà meno del previsto… diciamo ancora tre giorni…” “Evviva!” Jack le sorrise, non sapeva perché, ma quella che doveva essere un ottima notizia non lo rendeva così felice. “Signore, domani potrei avere bisogno di lei…” “Di me? Sicura? Non vorrei fare di nuovo un pasticcio come quello che ci ha portato qui…” “Signore non è stata colpa sua, le avevo assicurato di aver escluso il sistema! Tutto sarebbe più veloce se lei mi aiutasse, a smontare i panelli ad esempio…” “Benissimo allora, lo farò volentieri!” Si augurarono la buona notte ed andarono tutti e due a dormire. Quella notte entrambi fecero sogni d’oro. Sogni che sicuramente non avrebbero potuto raccontarsi.

 

Come da programma il mattino dopo Jack aiutò Sam a fare i lavori più semplici, mentre lei calibrava e sistemava i processori della nave. Passarono così tre giorni, tra i due regnava l’armonia, lavoravano in perfetta sintonia, quando il lavoro era strettamente manuale e Sam non aveva bisogno del silenzio allora chiacchieravano e ben presto seppero cose dell’altro che non avevano mai avuto l’occasione di scoprire, cose piccole, ma che li completavano e li caratterizzavano. Parlarono dei loro amici, del generale Hammond, della dottoressa Fraiser, che li aveva lasciati, di Cassandra di come l’avevano incontrata e dei molti amici che avevano sui vari pianeti esplorati. La sera del terzo giorno Jack sistemò l’ultimo pannello “Fatto, questo era l’ultimo giusto?” Sam, che era al computer, si voltò verso di lui “Sì signore, devo solo finire alcuni calcoli e credo che potremmo fare un tentativo” “Perfetto!” Nella sua voce non c’era tutto quell’entusiasmo, erano stati tre giorni perfetti, avevano scherzato e lavorato insieme, non credeva che fosse possibile… ma si era innamorato ancora di più! Eppure aveva tentato di vederla solo come un’amica! Ma era come riscoprirla ogni giorno. “Allora finiremo domani mattina, così questa sera possiamo risistemare lo chalet” “Va bene” Jack rimase stupito, mai a memoria d’uomo Sam aveva rimandato un lavoro!

Sam accettò volentieri, avrebbe avuto l’occasione di passare ancora qualche ora con lui, quei pochi giorni erano stati una specie di sogno e lei non aveva voglia di svegliarsi, non ancora.

Si avviarono allo chalet sempre scherzando e ridendo, Jack propose il pesce come cena e Sam gli chiese quanto fosse lontano il pescivendolo, allora lui sentendosi sfidato iniziò a raccontare dei numerosi pesci che aveva pescato e delle loro dimensione,  raccontando aneddoti chiaramente inventati che fecero ridere Sam. Prepararono cena insieme e per festeggiare aprirono una bottiglia di vino che Jack aveva comprato già in previsione di quel momento. Jack, come ogni sera, accese il fuoco, l’atmosfera restò scherzosa per tutta la cena ed anche dopo, mentre sparecchiavano e sistemavano le cose come le avevano trovate, in previsione della partenza. Poi si sedettero sul sofà, Sam aveva sempre fatto attenzione a non farlo, ma oggi stava così bene, pensò che rimanere a chiacchierare ancora un attimo non avrebbe fatto male a nessuno. “E ti ricordi quella volta su quel pianeta, aspetta P3X 349 o 7 non ricordo, Daniel aveva voluto assolutamente assaggiare la loro bevanda sacra, abbiamo dovuto riportarlo a casa in braccio! Era ubriaco perso!” “Oh sì, signore, se non ricordo male anche lei ne aveva assaggiato!” “Carter!” Lei scoppiò a ridere e lui la seguì nel riso, si calmarono, i loro visi erano pericolosamente vicini, Jack, improvvisamente serio, alzò lentamente una mano e le accarezzò il volto, lei rimase immobile, il cervello le diceva che non doveva, che non poteva, ma il cuore era per una volta più assordante, urlava! Sentiva il suo respiro sulle labbra, i suoi magnifici occhi nocciola erano fissi nei suoi, vi poteva leggere un forte desiderio ma anche della paura, allora non pensò più ed eliminò lo spazio che li separava. Lo baciò dolcemente, tutto il suo corpo era in tensione, una scossa la percorse, si separarono, lui le sorrise dolcemente “Sam…” Lei non lo lasciò continuare e lo baciò di nuovo, questa volta il bacio lasciava intravedere la passione e il desiderio, molto presto lei fu distesa su di lui, le loro mani non rimasero inattive, la camicia di Jack finì a terra seguita dalla maglietta di Sam. Jack si interruppe, si alzò, la prese tra le braccia e la portò in camera da letto, Sam non smise di baciarlo. Avevano atteso quel momento per così tanto tempo, l’avevano immaginato e sospirato, ora finalmente erano nelle braccia uno dell’altro e tutto sarebbe stato perfetto. Jack chiuse la porta dietro di sé e poi smise di pensare per perdersi totalmente in Sam, lei lo seguì, quella notte erano solo Sam e Jack una donna e un uomo che si amavano totalmente e perfettamente.

 

 

Jolinar: Grazie mille! Sono perfettamente d’accordo evviva il Minnesota in fondo è quello che ci invidiano i Goau’d no?!

 

Nahid: Già Sam ha sempre ottime idee ma direi che questa le batte tutte!

 

23jo: Accidenti! Molto gentile! Direi che gli sviluppi ci sono stati no?

 

Pilla Polla: Direi che il capitolo risponde a tutte le tue domande… e sì viva Jacob!

 

Thia: Non sono stati sette giorni ma il tempo è stato sufficiente comunque no?!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Sesto capitolo ***


Ultimo capitolo dell’anno

Ultimo capitolo dell’anno! Quindi ne approfitto per augurarvi un bellissimo anno nuovo!

Anche la storia sta per concludersi… dopo questo capitolo rimane sono l’epilogo…

Buona lettura!

 

Sesto capitolo

Sam si svegliò per prima, si voltò, Jack era lì, sorrise, era così dolce addormentato, aveva le labbra leggermente incurvate verso l’alto, sorrideva. Sam ripensò a quelle labbra ed arrossì di piacere al ricordo di quella notte. Non resistette oltre e lo svegliò baciandolo delicatamente sulle labbra, Jack accentuò il sorriso ed aprì un solo occhio, poi lo richiuse e fece finta di dormire ancora, Sam sorrise, poi gli diede un altro bacio, di nuovo Jack aprì un occhio poi con voce piatta disse “Credito non sufficiente” Sam lo guardò con divertimento “Ah è così?” e gli assestò un leggero pugno sul petto. Jack parò il colpo e cercò di afferrarle le braccia, la lotta ebbe inizio e i due si rotolarono ridendo sul letto, alla fine Jack soccombette, alzò le braccia “Mi arrendo mi arrendo!” Sam era sopra di lui e rise dalla gioia, poi gli diede un bacio pieno di passione “Potevi dirlo subito, mi sarei arreso prima!” Vedendo che lei stava per colpirlo di nuovo rialzò le braccia, che aveva stretto intorno al suo corpo “Mi arrendo!” Sam rise ancora poi si sistemò accanato a lui, su un fianco, anche Jack si voltò “Hei! voglio fare la pace, mi sono arreso no!” Sam gli sorrise dolcemente e gli diede ancora un bacio, non si sarebbe mai stancata. Rimasero a guardarsi sdraiati uno accanto all’altro, Jack accarezzava dolcemente il fianco di Sam. “E pensare che io qualche anno fa ho buttato questo materasso! Se avessi saputo!” Jack sorrise, ma invece del sorriso di risposta, che si era aspettato sul volto di Sam, passò un ombra, si voltò dandogli la schiena, “Sam cosa…?” le prese una spalla e la obbligò a voltarsi, stava piangendo. “Sam? Io ti…” Ma lei non gli permise di terminare gli premette un dito sulle labbra poi gli sorrise, un sorriso triste, gli diede un leggero bacio “Vado a completare i calcoli, saremo pronti a partire tra mezz’ora…” Si alzò, prese la sua uniforme e uscì dalla stanza. Jack rimase immobile, pietrificato. Stava facendo un incubo o quello era stato un addio? Cosa diavolo era successo? Erano lì insieme, felici e poi questo! Rimase seduto sul letto stringendosi la testa tra le mani, alla fine si alzò per vestirsi.

Sam uscì dalla stanza, il suo cuore era diventato un macigno, no non voleva e non poteva rimpiangere quella notte, era stata la più bella della sua vita, però le parole di Jack l’avevano riportata alla realtà, la sua bolla di felicità era esplosa… erano di nuovo colonnello e generale… però non era riuscita a dirlo, alla fine della sua frase …saremo pronti a partire tra mezz’ora…generale… non aveva potuto, sarebbe stato come pugnalare il proprio cuore ed anche il suo. Si vestì velocemente ed uscì, non sapeva se sarebbe riuscita a resistere se lui avesse detto quelle semplici parole, ti amo, non avrebbe più potuto dimenticare… ma lei non voleva dimenticare! Uscì dalla casa e si avviò alla nave, il suo balsamo contro il dolore era sempre stato il lavoro. Fu raggiunta poco dopo da Jack “Ho sistemato tutto, la casa è come l’abbiamo trovata, siamo pronti a partire?” “Sì signore” Jack la guardò, sperava di aver frainteso qualcosa, sperava che si voltasse e gli sorridesse, ma Sam fissava con grande intensità il computer come se da esso dipendesse la sua vita, non si voltò. Si sedette al posto di comando e portò la nave in orbita. “Bene signore siamo pronti, si può concentrare sul nostro presente” Jack non rispose, rimase in silenzio, poi chiuse gli occhi e pensò a quello che era il loro presente. La macchina si attivò e poi si spense. Sam tornò alla console accanto a quella di Jack e prese la trasmittente “Comando qui Colonnello Carter mi sentite?” “Sì Colonnello, siete partiti da soli dieci minuti, ci sono problemi?” “Siamo pronti ad atterrare” “Iniziate pure con le manovre di avvicinamento” “Bene chiudo”. Jack virò secondo le indicazioni, ma poi arrestò la discesa. Sam lo guardò preoccupata “Signore, dovremmo rientrare…” “Sam sei tu il mio presente!” “Jack…” Ecco se l’era lasciato sfuggire, il suo nome “Sam non so cosa sia successo questa mattina ma non voglio che tra noi finisca, ti amo!” Lei scosse la testa cercando di non ascoltare, ma lui le prese le mani “Sam parlami!” Lei si voltò verso di lui lo guardò negli occhi, quanto amava quell’uomo? Perché fuggiva da lui? “Signore, non possiamo!” “Allora è quello il problema?!” Jack tirò un sospiro di sollievo “Ed io che avevo pensato a mille cose, pensavo che tu credessi di aver fatto uno sbaglio, pensavo che preferissi Pete…” Sam lo guardò sbalordita “No certo che no! Io ti amo!” Si rese conto di quello che aveva detto troppo tardi, gli occhi di Jack dardeggiarono e sulle sue labbra si disegnò il suo irresistibile sorriso “Vieni qui” La tirò verso di sé e la fece sedere sulle sue gambe “Ti amo Sam e non mi importa un accidente del regolamento!” Poi la baciò, lei non resistette e rispose al suo bacio, sfogando tutta la paura che aveva provato, senza neanche saperlo, di non poter avere mai più la felicità che aveva provato insieme a lui. “Jack non è così semplice” le loro fronti erano rimaste una contro l’altra “Non voglio vivere con te di nascosto…” “Neanche io, però potremmo trovare uno stratagemma, sono sicuro che Hammond ha qualche idea, prima di andarsene ha fatto un’allusione a noi due e poi mi ha detto che se avevo bisogno di andare da lui…” Sam sorrise “Va bene, non voglio perderti, sono stata una stupida a pensare di poter ignorare quello che provo per te… ti amo Jack… ti amo così tanto!” Si baciarono a lungo e non avrebbero smesso se la radio non li avesse richiamati alla realtà “Colonnello, Generale qui commando ci sono dei problemi?” Sam si separò con dispiacere da Jack “Dobbiamo andare…” “Credo che degraderò quell’aviere!” Sam rise, poi prese la radio e comunicò che andava tutto bene e che sarebbero scesi. Jack sospirò, poi fece scendere la navicella fino al luogo stabilito. Quando si aprirono gli sportelli furono accolti da sei tecnici che guardavano speranzosi verso Sam, Jack fece una smorfia che poté vedere solo lei che sorrise sapendo perfettamente a cosa pensava. “Signori, tutta vostra… la nave sia chiaro!” Gli scienziati non capirono l’allusione, ma tutti sapevano che il Generale O’Neill aveva uno strano senso dell’umorismo, perché evidentemente si era trattata di una battuta, visto il sorriso con cui aveva risposto il Colonnello.

 

 

Nahid: Sono molto contenta che ti sia piaciuto! Grazie mille per i complimenti!

 

Thia: Wow! Grazie!

 

Jolinar: Già il terzo film… temo che sia inutile farsi troppe illusioni! Ma visto che sperare non costa nulla speriamo intensamente!

 

Pilla Polla: Credo di non fare anticipazioni se ti dico di no… nessuna escursione nel futuro… magari un’altra volta…

 

Titina: Grazie!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Epilogo ***


Epilogo

Epilogo

“Colonnello Carter” Sam alzò gli occhi dal microscopio, un aviere stava aspettando sulla soglia “Sì?” “Il Generale O’Neill vorrebbe parlarle, nel suo ufficio” il suo cuore fece un balzo, erano passate due settimane, Jack era andato a parlare con Hammond, ed era tornato con una soluzione per loro due, sarebbe stato sufficiente che Sam non fosse una sua diretta subordinata, ma che fosse ad esempio subordinata ad un altro ufficio, semplice burocrazia, Jack aveva fatto tutto il possibile ed Hammond aveva tirato alcuni dei suoi fili, ora dovevano solo aspettare la lettera di conferma. Si diresse al suo ufficio con trepidazione, avevano passato quelle due settimane nascondendosi, cosa che non piaceva a Sam, ma che aveva i suoi lati positivi… sorrise nel pensare alle scuse che dava ai tecnici per la rottura della telecamera nel suo laboratorio, Jack aveva calcolato che l’aviere addetto ci metteva esattamente 17 minuti e loro li sfruttavano tutti e 17! Arrivò davanti alla sua porta bussò ed entrò. Jack le sorrise, Sam non aveva bisogno di altre conferme, chiuse la porta dietro di sé e si gettò tra le sue braccia “E’ Arrivata?” “Ma come? E io che pensavo ti piacesse inventare scuse per le telecamere!” “Jack?!” La voce di Sam era supplichevole, Jack le sorrise ancora “Oh sì! Sei ufficialmente sottoposta all’ufficio del pentagono, ma distaccata all’SGC senza possibilità di richiamo” Quello era un punto fondamentale, non volevano rischiare che fosse trasferita! Sam lo baciò “Credo che dovremmo ringraziare Hammond, ci pensava da cinque anni!” Si sorrisero e si baciarono ancora, ma furono interrotti nel sentire un applauso provenire dalla sala accanto, si voltarono, Jack aveva dimenticato un piccolo particolare e Sam troppo presa dalla notizia non ci aveva fatto caso, non era stato coperto il vetro che separava l’ufficio dalla sala briefing. L’Sg3 e l’Sg7 stavano aspettando il Generale ed avevano potuto osservare tutta la scena. Sam arrossì però non si separò da lui. Jack sorrise hai suoi sottoposti che incitati dal fatto che i due non si separavano, iniziarono a fischiare, applaudire e fare segni di vittoria al loro Generale. Jack rispose con un pollice alzato, poi fece un cenno con la mano e i suoi sottoposti ridendo obbedirono, tutte le sedie furono voltate, ora erano visibili solo le schiene dei soldati. Sam aveva ancora le guance leggermente arrossate dall’imbarazzo, Jack la trovava più bella che mai. “Credo che abbiamo risolto il problema di dirlo agli altri, non c’è nessuno di più pettegolo dell’Sg7!” Sam sorrise si voltò verso la sala briefing e visto che nessuno guardava diede un rapido bacio a Jack “Ora vado, ti aspettano…” “Già!”  Jack fece ruotare gli occhi per fingere sgomento, Sam rise poi si avviò alla porta si voltò per guardarlo, lui l’aveva seguita con lo sguardo i loro occhi si incontrarono, si sorrisero, erano stati uniti dal passato, vivevano finalmente insieme nel presente, il futuro non poteva essere che roseo!

 

 

Jolinar: Già per una volta Jack si comporta come si deve! Ho visto Moebius in francese, sono curiosa qual’era la battuta e com’era in originale?

 

Thia: Sono delle teste dure ma almeno ogni tanto uno dei due mette la testa a posto! (Strano a dirsi ma questa volta è toccato a Jack!).

 

Nahid: Oh sì! Georgino, ancora una volta, ha fatto il suo dovere!

 

Kloe2004: Grazie mille!

 

23jo: Sì questa era l’ultimo capitolo… Sono contenta che la storia ti sia piaciuta, grazie mille per i complimenti! 

 

 

Non mi resta che ringraziarvi! Quindi grazie a tutte e tutti per i commenti e per i complimenti! Mi dispiace per voi ma ho già un’altra fic praticamente finita… mi mancano solo le correzioni… quindi, se vorrete, alla prossima!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=304686