Di cosmetici, pellicce e situazioni imbarazzanti.

di sasaneki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Conoscenze ***
Capitolo 2: *** 2. Playboy ***
Capitolo 3: *** 3. Allergie e palle di pelo ***
Capitolo 4: *** 4. Picnic ***
Capitolo 5: *** 5. Interruzioni e figuracce ***
Capitolo 6: *** 6. Presentazioni ***
Capitolo 7: *** 7. Scherzi di cattivo gusto ***
Capitolo 8: *** 8. Vacanze ***
Capitolo 9: *** 9. La tranquillità non è sempre un buon segno ***
Capitolo 10: *** 10. Acqua park ***
Capitolo 11: *** 11. Tepore. ***



Capitolo 1
*** 1. Conoscenze ***


Ok, bene. Ieri sera ho passato metà della serata a sclerare con Seripa ad immaginare situazioni imbarazzantissime con Cora, Law e Kidd. Vi assicuro che mi sono fatta le peggiori risate. Insomma, vi sfido a non ridere mentre immaginate Kidd e Cora amici per la pelle che vanno SUUUUPER d'accordo. Perciò, non ho saputo resistere alla tentazione di scrivere qualcosa e pubblicarla sotto costrizione consiglio di Seripa~ <3 Oltretutto, sempre sotto suo suggerimento, inizio con questa flash una raccolta su Law e Kidd (e di tanto in tanto sarà presente anche Cora, giusto per fare un dispetto a Law).
Bon, vi lascio a questa flash idiota
.
Buona lettura~



Disclaimer: One Piece © Eiichiro Oda
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Di cosmetici, pellicce e situazioni imbarazzanti.
1. Conoscenze.



Trafalgar Law era sempre stato un individuo che programmava la sua vita, anzi no, ogni sua giornata nei minimi dettagli. Sapeva sempre cosa aspettarsi, quali conseguenze sarebbero derivate dalle azioni da lui pianificate. In questo modo non veniva mai colto impreparato. O, per lo meno, quasi mai.
Certe volte, Law si scordava che nella sua vita, ormai da tempo, era presente una variabile costante che prendeva il nome di Eustass Kidd.
Aveva ormai imparato a conoscerlo, a comprendere come quel cervello – se pur di rado – pensasse, a precederlo. Eppure, a volte, quel grandissimo pezzo di merda era in grado di coglierlo impreparato, mandandolo nella più totale confusione, paralizzandolo totalmente da capo a piedi. Come era successo il giorno precedente.

«Voglio conoscere tuo padre»
«E perché mai, di grazia?»
Che cosa cazzo gli era passato per la testa?
Per quale motivo voleva conoscere suo padre?

«Perché siamo una coppia ed è giusto così. E poi non devi rompere i coglioni. Ho detto che voglio conoscere tuo padre.»
«Non puoi chiedermi una cosa simile, Eustass-ya!»
«Infatti non te lo sto chiedendo, te lo sto
ordinando, Trafalgar!»
Law nemmeno aveva fatto caso a quel verbo, da lui tanto odiato. Era talmente preoccupato e allarmato per quella notizia che nemmeno vi prestò attenzione. Insomma, Eustass Kidd gli stava davvero facendo presente che voleva incontrare suo padre?
Lo conosceva bene, ormai. Anzi, almeno così credeva. Non pensava nemmeno lontanamente che Kidd potesse essere un tipo così… tradizionalista.
Nemmeno avessero dovuto sposarsi, dannazione!


E ora, solo perché quello stronzo del suo adorabile fidanzato gli aveva fatto presente quel capriccio, Law si trovava adagiato sulla poltrona del salotto. Il corpo irrigidito, gli occhi leggermente sgranati, le labbra schiuse e il volto contratto in un’espressione che sembrava una via di mezzo tra lo schifato e l’allibito.
Law osservò la scena da lontano, in silenzio, sperando che qualche meteorite o qualche altra catastrofe si abbattesse su di lui, nella speranza di porre fine alla sua sofferenza.
Insomma, vedere Kidd e Corazòn parlare di cosmetici e vestiti – in particolare di pellicce – mentre fumavano insieme una sigaretta non era certo un bello spettacolo.
Perché diavolo non poteva avere un fidanzato e un padre normali?




NdA: Ci tenevo a lasciarvi quest'immagine, giusto per darvi un'idea migliore sulla faccia di Law lol

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Capitolo 2
*** 2. Playboy ***


Vi giuro, ho pensato a diverse cose da scrivere. Anche perché i prompt non mi mancavano, dato che Seripa me ne ha offerti un po' - tra cui QUESTO QUI PRESENTE NELLA FLASH -. Cioè, tra tutti quelli che mi sono segnata, il primo contro il quale ho deciso di sbattere la testa è stato questo. Tra l'altro, non sono così soddisfatta di questa cosa però EHI, pace. Volevo scrivere qualcosa e non sono riuscita a fare di meglio. PERDONATEMI.
E niente, vi lascio a questa seconda flash.~

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Di cosmetici, pellicce e situazioni imbarazzanti.
2. Playboy.

 

Che a Law facessero ribrezzo le donne era risaputo.
Si era sempre chiesto che cosa un uomo potesse trovarvi di attraente in due seni gonfiati e in una vagina.
Dio, solo a pensarci gli venivano quasi i conati di vomito. Kidd, d’altro canto, su certe questioni era molto più aperto di lui.
Diciamo che al rosso andava bene qualsiasi buco. Perciò, per lui era anche abbastanza normale nascondere sotto al materasso una rivista di Playboy ogni qualvolta che finiva a letto con Law. Peccato, però, che per qualche oscura ragione quella rivista era scivolata fra le travi in legno, cadendo affianco al letto e sotto gli occhi del moro.
«Cos’è questa merda, Eustass-ya?» chiese, afferrando con ribrezzo il giornalino fra pollice e indice.
«A te cosa sembra, Trafalgar?»
«Una schifosissima rivista che non dovrebbe stare sotto il tuo letto»
«Geloso che possa pensare a quelle donne, oltre che a te?»
«Tsk. Non farmi ridere.»
«Sta’ tranquillo. Il tuo culo non lo batterà mai nessuno.» rispose, dimostrandoglielo senza perdere altro tempo, scaraventandolo sul materasso per poi scagliarsi sulle sue labbra.

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Capitolo 3
*** 3. Allergie e palle di pelo ***


Prompt offerto gentilmente da Seripa! lol


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3. Allergie e palle di pelo.


Gli occhi d'ambra lacrimavano, prudevano, si gonfiavano.
Il naso colava, l'ossigeno faticava a entrare nei polmoni, e Kidd avvertiva il respiro farsi sempre più pesante.
Da quando aveva messo piede in casa di Law, quel pomeriggio, aveva fatto sì e no una trentina di starnuti.
E pensare che considerava Corazòn un suo alleato, una delle pochissime persone con le quali riusciva ad andare d'accordo. Almeno lo credeva fino a quel momento, quando il suo pseudo-suocero aveva avuto la brillante idea di regalare un gatto bianco a macchie nere a Law.
Idiota di un Corazòn, non poteva farsi gli affari suoi?!
«Vaffanculo, Trafalgar. Sono allergico a quel mostriciattolo» disse a fatica, fra uno starnuto e l'altro e con voce nasale.
«Attento a come parli di Bepo, Eustass-ya» lo rimproverò con sguardo truce, reggendo fra le braccia il piccolo batuffolo di pelo.
«Ah sì? Se no che fai?»
«Se no ti sbatto fuori casa, stronzo!»
Ah, e così quel bastardo preferiva un misero gatto a lui?

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Capitolo 4
*** 4. Picnic ***


 
 
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4. Picnic

 
 
Non che Law sorridesse spesso, diciamolo. Però, in quel momento, sul suo volto era notevolmente visibile una smorfia di disappunto mista a rabbia.
Non capiva per quale assurdo motivo si fosse fatto trascinare in quella situazione.
Ah, sì. Forse perché Kidd gli aveva promesso un’intera notte di sesso.
Ma, se solo avesse saputo che quella giornata si sarebbe rivelata così pessima, avrebbe volentieri rinunciato alla nottata focosa.
Che diamine, di chi cazzo era stata l’idea di fare un picnic? A quella domanda, Law trovò un’unica risposta.
Corazòn.
«Tieni, figliolo, dei tramezzini» disse il più anziano, rivolgendosi a Kidd.
Il rosso allungò il braccio per afferrarne uno.
«Scusa, papà, e per me cos’hai preparato?» domandò il moro indignato dalla scena.
Corazòn sgranò gli occhi in un’espressione mortificata.
«Oh caspita, Law. Mi dispiace…»
«Qual è il tuo problema, Trafalgar?»
«Vaffanculo, Eustass-ya»
«A Law non piace il pane» spiegò Corazòn.
Ciò che seguì fu solo una risata sguaiata da parte di Kidd, mentre Law gli scoccò un’occhiata omicida che, probabilmente, il rosso non notò neanche, perché troppo impegnato a prenderlo per il culo.

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Capitolo 5
*** 5. Interruzioni e figuracce ***


Bene, gente. Con questa flash alzo il rating a giallo. E non so se sia solo l'inizio e se lo alzerò ancora ;__; Spero comunque che la cosa non vi dispiaccia.
Buona lettura!~

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5. Interruzioni e figuracce


 
Trafalgar Law si era sempre distinto per il suo sangue freddo, per quella sua espressione impassibile, per il suo ghigno sadico e quello sguardo freddo.
Era sempre in grado di mantenere la calma, di non perdere il controllo, anche nelle situazioni più assurde e imprevedibili.
O, almeno, situazioni assurde che non prevedessero la presenza di suo padre Corazòn. In quei casi, Law non aveva ancora imparato come reagire.
Esattamente come in quel momento, mentre era inginocchiato fra le gambe di Kidd, intento a fargli un lavoro di bocca.
Suo padre non aveva l'abitudine di bussare, ed entrava in camera quando cazzo gli pareva.
«Oddio, scusatemi» disse Cora, neanche troppo imbarazzato, cogliendo un Kidd piuttosto incazzato perché interrotto sul più bello. Ma il più anziano non sembrò curarsene e richiuse semplicemente la porta avvisandoli che la cena era pronta.
«Puoi riprendere da dove hai interrotto, Trafalgar».
Ma Law non gli diede retta. Sul suo volto, Kidd poté scorgere un'espressione inedita e che lo fece sorridere di gusto.
Trafalgar con le gote arrossate per l'imbarazzo era qualcosa d'impagabile.
Allora nemmeno quel dottorino del cazzo era immune alle figure di merda?!

 

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Capitolo 6
*** 6. Presentazioni ***


Oh beh, questa è un hc che sto iniziando ad amare tantissimo. Una FIDANZATA PER CORA-SAN. Ma non vi rivelo nulla, potrete scoprire chi è poche righe qui sotto u.u Posso dire, però, che sto davvero iniziando seriamente a shipparli perché li trovo bellissimi e dolcissimi ;___;
E nulla. Volevo ringraziare tutti coloro che hanno inserito questa raccolta nelle preferite/seguite/ricordate; chi ha sprecato due minuti del suo tempo per recensire e lasciarmi un parere; e la Seri per i prompt che mi offre ;__;
Per il resto, buona lettura~


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6. Presentazioni



 
Li aveva fatti sedere sul divano, pregandoli di restare fino all'ora di cena.
Law conosceva suo padre, sapeva quanto fosse bizzarro e particolare. Eppure, non aveva mai visto Corazòn così su di giri e agitato come in quel momento, quasi come una ragazzina in preda al batticuore.
Il campanello risuonò in tutta la casa, e Rocinante andò ad aprire la porta, inciampando un paio di volte.
«Figlioli, questa è la mia fidanzata, Bellemere» disse loro, presentandola.
La donna salutò i due ragazzi, rivolgendo loro un sorriso amichevole.
Law, una volta ogni tanto, sorrise, mentre Kidd si limitò semplicemente a fare un cenno con il capo.
«Eustass-ya, non dirmi che sei geloso» lo schernì, senza farsi udire da Corazòn e Bellemere, cogliendo la reazione del rosso.
«Ti prego, Trafalgar, non dire stronzate. Perché dovrei esserlo?»
«Ora che Cora ha Bellemere, chi ti accompagnerà a comprare rossetti e pellicce?»
Inutile dire che il moro si beccò un'occhiataccia dal rosso, accompagnata da un dito medio.
«Perché non vai a farti fottere, Trafalgar?!»
«Ti piacerebbe, eh?»

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Capitolo 7
*** 7. Scherzi di cattivo gusto ***


Oh, perdonate se non aggiorno questa raccolta da un po'. Purtroppo, per me è periodo di esami e, non dico che mi sto ammazzando di studio ma in realtà sto facendo finta almeno cerco di aprire qualche libro. Oltretutto, sto scrivendo una oneshot, rigorosamente KiddLaw e rigorosamente LEMON lol che spero di pubblicare a breve.
Per il momento vi lascio a questa flash!
Buona lettura~


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7. Scherzi di cattivo gusto


 
Nonostante fossero fidanzati ormai da quasi due anni, fra Eustass Kidd e Trafalgar Law non scorreva buon sangue. Ma questa, ovviamente, non era una novità.
Passavano metà del loro tempo a punzecchiarsi, insultarsi e a scambiarsi bestemmie e imprecazioni, mentre il resto lo trascorrevano a fare altro.
Law si divertiva a sfoggiare i suoi ghigni più bastardi e irritanti, mentre Kidd si divertiva ad attaccarlo letteralmente al muro e a bloccarlo con la sua stazza.
La differenza di altezza aveva sempre irritato Law, era qualcosa che lo infastidiva oltre ogni limite.
I ghigni, però, non erano l'unica arma che il moro aveva a disposizione per far imbestialire Kidd e per prendersi qualche rivincita. Ogni tanto gli piaceva cambiare tattica.
«Porca puttana, Trafalgar, non farmi incazzare»
«Che vuoi, Eustass-ya?»
«Non fare il finto tonto, stronzo. DIMMELO!»
«Non darmi ordini. E poi, dirti cosa?»
«Dove cazzo hai nascosto i miei smalti, pezzente»

Certo, irritare un individuo di quella stazza con l'ausilio di un solo sorrisetto era appagante. Ma anche nascondergli gli smalti aveva il suo lato comico.
Per non parlare della vena che pulsava paurosamente e ad un ritmo incontrollato sulla tempia di Kidd, mentre Law non riusciva a trattenere le risate.

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Capitolo 8
*** 8. Vacanze ***


Hola gente!~
Dopo molto, aggiorno anche questa raccolta. Perdonate se non l'ho fatto prima, ma ho dato la precedenza alla mia long. Long che hO FINITO. Per cui, se voleste darle un'occhiata, QUI trovate l'ultimo capitolo. ~
Vi lascio ora a questa flash, che spero vi piaccia!
Buona lettura!~


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8. Vacanze


 
Grazie a Dio, erano arrivate le vacanze estive. Finalmente, Law aveva la possibilità di rilassarsi; nessuno che gli tartassasse l’anima, a parte Eustass Kidd. Se ne stava sotto l’ombrellone a godersi il fresco dell’ombra con un buon libro fra le mani. Al suo fianco, il rosso se ne stava sdraiato sul lettino a prendere il sole mentre ascoltava la musica.
A un tratto, il moro sentì il proprio cellulare squillare.
«Pronto?»
«Ciao Law!»
«Ciao papà! Come stai–»
«Passami Kidd che mi manca»
«Sì, sto bene anch’io, papà–»
«Poi ho trovato questo nuovo negozietto di cosmetici e devo assolutamente portarcelo!»
«Certo che potresti avere un po’ più di considerazione per tuo figlio–»
«E ho anche scovato un negozio di pellicce a buon mercato!»
«…»
«Law? LAW! Ci sei ancora?»
Il moro aveva prontamente riattaccato, pigiando indispettito e ripetutamente il tasto rosso, quasi fino a sfondarlo, per poi gettare malamente il telefono nella borsa da spiaggia.
«Chi era?» domandò Kidd alzando a fatica il capo.
Law si voltò di scatto, scoccandogli un’occhiata glaciale.
«Nessuno. Hanno sbagliato numero»

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Capitolo 9
*** 9. La tranquillità non è sempre un buon segno ***


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9. La tranquillità non è sempre un buon segno



 
Una volta ogni tanto, la giornata a Law sembrava procedere bene.
Oltretutto, la casa non era mai stata così dannatamente silenziosa. Il che era tutto dire, dato che, all’interno dell’abitazione, non era da solo.
E, ora che ci pensava, era fin troppo silenziosa considerato che, in qualche angolo della casa, c’erano suo padre Corazòn e quel coglione di Eustass Kidd.
Decise di avventurarsi tra le insidie di quella casa, per i suoi gusti troppo tranquilla conoscendo i soggetti che vi erano presenti. Era fin troppo strano che non avesse ancora udito schiamazzi e conversazioni su frivole questioni come make-up o pellicce. La cosa gli puzzava ed era curioso di sapere il perché di tanta tranquillità.
Aprì la porta della camera, e la scena che gli si parò dinnanzi fu, a detta sua, alquanto raccapricciante.
Suo padre era intento a mettere accuratamente lo smalto a Kidd, mentre questo gli faceva i complimenti per la bravura con cui gli spennellava le unghie.
«Oh, Law! Vedi, Kidd con il braccio ingessato non riesce a mettersi lo smalto, così mi sono offerto di aiutarl–»
Law richiuse prontamente la porta. Sul suo volto fece capolino un’espressione schifata, mentre un brivido gli percorse la spina dorsale.
In quel momento, maledisse se stesso, la sua curiosità del cazzo, e la voglia di trovare risposta a ogni dubbio.
Una volta ogni tanto non poteva farsi gli affari propri?

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Capitolo 10
*** 10. Acqua park ***


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10. Acqua park.



Una volta ogni tanto, Kidd aveva avuto una bella idea. Evento assai raro secondo la modesta opinione di Law.
Il moro non era un amante della piscina, preferiva di gran lunga il mare. Ma, con il caldo che opprimeva la città in quei giorni, si concedette di fare uno strappo alla regola. Oltretutto, il rosso non gli aveva proposto di trascorrere una giornata in una semplice piscina, bensì in un acqua park.
E Law aveva accettato senza troppe obiezioni.
Ma, ora che si trovava lì, sotto l’ombrellone, seduto sulla sdraio, iniziò a pentirsi amaramente di aver assecondato la richiesta di quell’imbecille. Perché, se solo avesse saputo che ci fosse stato anche suo padre Corazòn, avrebbe rifiutato l’offerta. Senza se e senza ma.
Con lo sguardo osservava indignato suo padre e il suo ragazzo.
Uno dietro l’altro, le braccia alzate e le espressioni da idioti, mentre urlavano come due cretini ogni volta che lo scivolo presentava una discesa ripida.
Incrociò le braccia al petto Law, stizzito da quella scena.
«Tsk. E io che pensavo di rimediare una scopata in piscina… come ai vecchi tempi».
E, amareggiato, si sdraiò, ricominciando a leggere il suo libro di medicina.
Oh, ma prima o poi Law si sarebbe preso la sua vendetta.

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Capitolo 11
*** 11. Tepore. ***


BUONDI'! Sono tornata ad aggiornare questa raccolta dopo un po' di tempo.
Duuuuunque, qui a Milano sta diluviando, cosa che mi ha portato a scrivere questa flash. VI AVVERTO, nelle prossime righe troverete del fluff perché, insomma, ogni tanto anche i nostri Kidd e Law hanno bisogno di un po' di dolcezza, nonostante trasudino p0rno da tutti i pori (???)
Vbb, vi lascio a questa flash che spero sia di vostro gradimento~

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11. Tepore.


 
Starsene a letto a poltrire non era mai rientrato nei suoi interessi. Anzi, in ventisei anni era capitato probabilmente un paio di volte. Senza contare quella mattina.
La pioggia cadeva incessante, schiantandosi sui vetri della finestra, infrangendosi sulla facciata del piccolo appartamento di Trafalgar Law.
Stranamente, quella mattina, il moro non aveva la minima voglia di sgusciare fuori dalle coperte e alzarsi dal letto. Oltretutto, il calore del piumone era troppo invitante per poterlo abbandonare. Per non parlare della magnifica sensazione che gli dava stare sotto le coperte, mentre udiva il melodioso e rilassante scrosciare della pioggia.
Richiuse gli occhi Law, beandosi di quel suono e del tepore che invase la sua pelle nuda. Ma quel tepore non proveniva solo dal tessuto della trapunta.
Aveva allungato un braccio, incontrando con la mano il petto nudo di Kidd. Inaspettatamente gli si avvicinò, rannicchiandosi al suo fianco e cingendogli il torace con un braccio, mettendo a contatto la propria pelle ambrata con quella chiarissima del rosso.
«Trafalgar, potrei soffocarti con il cuscino se non ti levi» sputò Kidd, nemmeno troppo minaccioso, voltandosi a guardarlo. Non si sarebbe mai abituato a scorgerlo in quel modo, col viso dannatamente rilassato, privo della sua solita espressione strafottente e di quel ghigno sadico. Quando dormiva, Trafalgar Law sembrava quasi un’altra persona.
Si strinse a lui con disinvoltura Kidd, assumendo un'espressione lievemente corrucciata, insinuandogli una mano fra i capelli corvini, mentre il viso del moro andò a infilarsi tra il collo e la spalla dell’altro.
E mentre il rosso gli scompigliava dolcemente i capelli con le dita, Law faceva finta di dormire, godendosi appieno l’incredibile tepore che il corpo e la pelle candida di Kidd avevano da offrirgli.

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