Our Personal Space - Un Appartamento per due

di Dimea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo/ Buonanotte Detroit ***
Capitolo 2: *** Capitolo I/ Il Talento di Mr Fatty ***
Capitolo 3: *** Capitolo II/ Verde Speranza ***
Capitolo 4: *** Capitolo III/ A Due Passi Dall'Apocalisse ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV / Vapore ***
Capitolo 6: *** Capitolo V/ Quasi Amici ***



Capitolo 1
*** Prologo/ Buonanotte Detroit ***


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Dean Winchester è sempre stato un ragazzo impulsivo e testardo
Da quando suo fratello minore Samuel, era partito per il college, la vita del giovane Dean era calata precipitosamente verso un baratro.
La sua relazione con Lisa, dopo quattro anni, era finita in maniera disastrosa, ed il lavoro presso l'officina dello zio Bobby cominciava a scarseggiare.
Forse fu proprio per la sua indole, o forse per spirito di conservazione, ma una mattina il ragazzo si rese conto che la cittadina di provincia in cui viveva con lo zio ed il fratello, da vent'anni , ora cominciava a stargli stretta. Iniziava a soffocarlo... Tanto da cominciare a fare i bagagli.
Con la benedizione dello zio Bobby, un borsone contenente qualche abito ed uno scatolone di vinili caricati nella vecchia auto ereditata dal padre, il maggiore dei Winchester partì alla volta di Detroit.
Ed è proprio qui che comincia la nostra storia.
Ma il giovane Winchester non sa a cosa sta andando incontro...
Tra un coinquilino strano, vicine di casa avvenenti ed Ex incallite.


Prologo

Buonanotte Detroit

Mi chiedo ancora che ci faccio qui 
non ci sto dentro piú 
e mi chiedo come mai 
almeno tu che vai piano 
resisterai ma io no 
e penso d'intuire che fine faró 
se non cambiassi idea 
so che mi pentirei .... ah!
mi conosco mi pentirei
[...]
e credo che la strada 
sappia esattamente chi sei
[...]

[Voglia di Dance all night - Effeil 65]



Le lancette indicavano le 20.25 e i cartelli autostradali segnalavano l'uscita sulla Eight Mile Road a pochi chilometri, mentre la radio canticchiava Any Way You Want It dei Journey. Ti era sempre piaciuto il Rock classico, tanto da farlo diventare il tuo unico compagno di viaggio. Era divertente non avere nessuno, nell'abitacolo della tua Bimba, in grado di romperti i coglioni se cantavi a squarciagola.
Eri partito un paio di giorni prima, fermandoti a riflettere, di tanto in tanto, sulla tua scelta. La partenza di Sammy ti aveva lasciato debole e la rottura con Lisa ti aveva dato il colpo di grazia. Desideravi solo macinare più strada possibile, creare un'incolmabile distanza tra te e quella cittadina in Colorado.
L'asfalto volava sotto l'Impala, mentre il mondo cambiava attorno a te. Ti passasti una mano tra i capelli biondi, scompigliandoli, mentre l'autostrada mutava nella eight mile road.
Non ti eri prefissato una meta, ma Detroit rappresentava un ricordo d'infanzia, quindi Perchè non cedere anche solo per un giorno?
Tua madre ti diceva che tutto accade per un motivo, che noi seguiamo un filo invisibile. E tu seguivi quella scia, senza sapere dove ti avrebbe portato.
Non ti eri ancora posto la domanda "cosa farò?". Alle superiori eri nella squadra di football, giusto per passare il tempo... e per provarci con qualche cheerleader.
Sfortunatamente, il genio della famiglia era sempre stato Sam, a te era toccata l'idiozia e  la testardaggine. Non ti era mai piaciuto studiare, quindi avevi scelto la strada più semplice ovvero lavorare  come meccanico nell'officina di Bobby. Fortunatamente la voglia di fare non ti era mai mancata.
Un'insegna catturò la tua attenzione, tanto da farti fermare. Avevi bisogno di rinfrescare la gola e di qualche indicazione... certo, forse Opyum Lounge non era un nome rassicurante, ma ti fidasti del tuo strano istinto, che diceva che saresti uscito vivo di lì.
Il locale puzzava di muffa ed alcool di pessima qualità, ma cercasti di non farvi caso più di tanto. Eri entrato in quella bettola nella speranza di rimediare una birra ed un motel nei paraggi. Niente di più, niente di meno.
Ti accomodasti ad uno sgabello, ignorando le occhiatacce dei pochi presenti nel pub.
-Scusi - domandasti con il tuo tono affabile - potrei avere una birra?-
Il barista corpulento allungò un braccio tatuato, porgendoti una pinta, senza fiatare.
Riprovasti di nuovo a parlare, ma l'armadio al di là  del bancone, ti ringhiò il suo dissenso.
Gran bel comitato di benvenuto!
-Non caverai un ragno dal buco...- ridacchiò una voce alla tua destra. - Sei nuovo, vero? Altrimenti sapresti che Erwin è di poche parole...-
Un ragazzo dagli occhi color ghiaccio, ti fissava, appollaiato su uno sgabello con un bicchiere di Whisky in mano ed un sorriso sghembo stampato in volto. Ad occhio e croce sembrava poco più grande di te, forse un paio di anni .
Probabilmente dovevi sembrare parecchio a disagio, tanto che quello strano individuo finì per scusarsi, porgendoti la mano.
-Perdonami, non si vedono spesso facce nuove, qui dentro- disse, accennando con il capo al barista e ridacchiando -Generalmente le persone scappano subito. Il mio nome è Castiel, piacere-
Titubasti un secondo, prima di accettare la stretta di mano e lui se ne rese conto e ti lanciò uno sguardo interrogativo.
-Dean... e sì, sono appena arrivato.- ti decidesti a rispondere.
-Cosa ti porta qui, Dean-  Forse fu solo una tua impressione, ma sembrò quasi che enfatizzasse il tuo nome. -Direi che questa non è una via da turisti...- sussurrò, prima di portarsi il bicchiere alle labbra.
Non aveva tutti i torti, ti trovavi nei sobborghi di Detroit, ma avevi scelto di fermarti comunque. 
-A dir la verità, cambio aria- ridacchiasti - A tal proposito, conosci un motel nei paraggi? Dove mi possa fermare un paio di giorni....- ed in quel momento ti tornò in mente il discorso di tua madre, sul filo invisibile - mentre cerco un posto ed un lavoro.-
Castiel corrugò la fronte e ti squadrò, come se stesse cercando i farti una strana radiografia. Si portò  ancora una volta il bicchiere alla bocca.
-Qualche chilometro da qui c'è un motel...- disse sfregandosi il mento, prima di tornare a guardarti - ma se cerchi un appartamento, beh... io sto cercando un coinquilino-
Quel ragazzo poteva essere un serial killer, per quel che ne sapevi.
-Tranquillo, non è in questa zona...- sorrise lui, come se ti avesse letto nel pensiero -è in centro. Nessun pazzo prenderebbe casa qui...-
Ok, questo era un punto a suo favore. Ma qualcosa non quadrava...
-E come mai vieni qui ? Insomma, non mi sembra un posto di classe...-
Lui parve pensarci un secondo.
-Mi piace venire qui per farmi un goccetto ogni tanto, sai  nessuno ti importuna ...- bevve l'ultimo sorso prima di riprendere -Beh, Dean, quanti anni hai? Sai, per fare un po' di conversazione...-
Dopo un'ora buona di amichevole chiacchierata, ti eri autoconvinto di sapere vita, morte e miracoli del ragazzo: il suo nome era Castiel Novak, ventisettenne, specializzando in medicina. Amava i tramonti... e bla bla bla. La cosa più importante è che non sembrava un serial killer e che ti stava offrendo di dividere le spese di un tetto ed un minimo di compagnia. Male non poteva essere!
-Gran bella auto! Non se ne vedono spesso in giro.- esordì Castiel, girando attorno alla tua Bimba prima di accomodarsi nell'abitacolo e cominciare a fare da navigatore.
-Castiel... è un nome particolare...-
-Genitori New Age- rispose velocemente il tuo futuro coinquilino - Ora gira a destra, e alla prossima a sinistra.-
Venti minuti di navigatore umano, ed eravate già nell'ascensore.
-Quinto piano, interno 22B- sorrise affabile il moro.
Castiel spalancò la porta immacolata ed accese l'interruttore alla sua destra, illuminando il soggiorno e la cucina. Ti trovavi all'interno di un quadrato perfetto. Le pareti a mattoni a vista ed un arredamento spartano. Perfetto! Niente orpelli, o roba simile.
-Per l'affitto ci metteremo a posto quando avrai un lavoro, per ora non ti preoccupare... ah! Il bagno è l'ultima porta a destra, mentre quelle due frontali sono le due camere da letto. La tua è quella sulla sinistra.- Disse Castiel meccanicamente, accompagnandoti nella tua stanza. -Se ti va, domattina posso accompagnarti a fare la copia delle chiavi...-
Dopo una tua risposta affermativa, il ragazzo ti lasciò nella camera.
Si trattava di una stanza sobria. Tre pareti immacolate e quella ai piedi del letto, color antracite. Vicino alla finestra, se ne stava una strana libreria a scala e qualche mensola, accanto ad una cassettiera bassa, mentre il letto matrimoniale si trovava alla parete opposta. Decidesti di cominciare a sistemare i tuoi vestiti ed i vecchi vinili, prima di buttarti sul letto.

Continua.



Eccoci qui, con una commedia degli equivoci tutta in tinte Destiel. Questo è solo il prologo, spero di avervi incuriositi.
Ci sarà da ridere tra ex che ritornano, fratelli curiosi ed un coinquilino MOLTO invadente.
A presto, Dimea









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Capitolo 2
*** Capitolo I/ Il Talento di Mr Fatty ***


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Capitolo I

Il Talento di Mr Fatty


Nice to meet you, where you been?
I could show you incredible things
[...]
Ain’t it funny, rumors fly
And I know you heard about me
So hey, let’s be friends
I’m dying to see how this one ends

[Blank Space - Taylor Swift]


Era cosa universalmente riconosciuta, che la mattina, la tua reattività era pressoché inesistente ed il tuo cervello ragionava a scatti. Sicuramente il ritrovarsi una sottospecie di cuscino in faccia non aiutava la tua situazione, ma il tuo essere irrequieto anche nel sonno, ti portava a risvegli tutt'altro che comuni.
Decidesti di rimanere ancora qualche istante sotto lo coperte, prima di realizzare che la cosa che se ne stava sul tuo volto, respirava.
Lanciasti un urlo, saltando dal letto e lasciando che l'esserino planasse sul cuscino. Ti ritrovasti faccia a faccia con un coso somigliante ad un topo, mentre Castiel faceva capolino dalla porta.
-Oh! Vedo che hai fatto la conoscenza di Mr Fatty... -
Te ne stavi aggrappato al muro, con gli occhi fuori dalle orbite.
-Che diavolo è quel coso... E PERCHE' MI DORMIVA IN FACCIA?- Urlasti mentre il mostriciattolo peloso si arrampicava sulla spalla del ragazzo.
Il roditore rimase a fissarti con gli occhioni liquidi, quasi cercasse la tua attenzione.
-E' un dolcissimo Petauro dello zucchero. E credimi, non lo fa con tutti, solo con chi gli piace.- rispose, coccolando la palla di pelo.
Non riuscivi a capire se ti shockasse di più lo stare simpatico allo scoiattolo o la vestaglia di flanella, aperta, del tuo coinquilino che lasciava in bella vista un paio di boxer bianchi con api stampate.
-Bel tatuaggio- aggiunse Castiel prima di dirigersi verso la cucina e, solo in quel momento, ti rendesti conto di indossare solo i pantaloni.
Buongiorno Detroit!
Infilasti la prima maglietta a portata di mano, prima di seguire la traiettoria del moro. Strascicando i piedi nudi sul parquet, arrivasti in cucina, dove il tuo coinquilino ti porse una tazza di caffè.
-Grazie, Cass... posso chiamarti così, vero?- Il giovane si illuminò, ed annuì .
-Sai - cominciò, dopo un breve attimo di silenzio  - Il vero nome di Mr Fatty era diverso. Mio fratello lo prendeva in giro per un suo piccolo problema, da cucciolo... lo chiamava Mr Farty.-
Per poco non ti andò di traverso il caffè. Avevi sentito bene?!? Il coso che ti dormiva in faccia, soffriva di aerofagia?!? Cercasti di scacciare la terribile immagine che stava prendendo piede nella tua mente.
-Beh... Fatty, è più adatto- cercasti di dire tra un colpo di tosse e l'altro, fissando l'animaletto in notevole sovrappeso.
Castiel ti si avvicinò con un piattino.
-Ti piace la torta di mele? Ne ho presa un po' ieri, ma da solo ci vuole tanto a finirla...-
Ti voltasti, verso quello strano figuro, con gli occhi lucidi, lasciandoti sfuggire un sospiro felice ed accettando di buona lena il dono. Torta... Lo avresti aiutato molto volentieri a finirla. Con una sola frase ti aveva fatto dimenticare il suo aneddoto della palla di pelo con problemi di perdite... ok, dimenticato no, ma messo da parte per qualche minuto.
Dal piatto arrivava il profumo della cannella a solleticare le tue papille gustative.
-Ti spiace se accendo la radio mentre finiamo la colazione?- chiese il moro, vicino allo stereo.
In quel momento poteva anche partire la voce di Justin Biber. NIENTE ti avrebbe allontanato dalla tua felicità a portata di cucchiaio. Tanto che non ti rendesti conto della musica new age attorno a te.
Ma la coda dell'occhio catturò il ragazzo in vestaglia, annaffiare qualcosa vicino alla finestra. Sembrava un vaso per piante officinali, di quelli un po' bohèmien. Ti ricordava quelli di Lisa. Lei amava cucinare ed aveva sempre una vaschetta di piante aromatiche sul bancone della cucina.
La cosa ti fece sorridere.
-Ehi, specializzando- lo schernisti -Ti dai al pollice verde?-
Castiel rise a quella battuta, annuendo -Eh sì, sono piante delicate...- rise. - Ascolta, tra poco devo uscire per andare ai corsi. Se esci con me, facciamo la copia delle chiavi, così non ci sono problemi per nessuno.-
Decidesti, quindi, di cambiarti il più in fretta possibile per lasciar la possibilità all'altro di usufruire del bagno. Apristi l'acqua, pronto per lavarti i denti, ma la porta si spalancò e ti ritrovasti, con lo spazzolino in bocca, a fissare Cass.
-Oh! Scusa, sai ero abituato da solo... ehm... beh... aspetterò, ehm, qui fuori...- sussurrò chiudendo la porta, seguito dal tuo sguardo interdetto.
Fissasti lo specchio, finendo ciò che avevi iniziato, cercando di non pensare all'accaduto. In fondo poteva capitare e tu potevi passarci sopra... e avresti imparato a chiudere le porte per evitare altre situazioni spiacevoli.
Dopo un paio d'ore, tu avevi finalmente il tuo mazzo di chiavi ed il tuo coinquilino si trovava a lezione.
Con passo svelto, cominciasti ad avviarti verso un'edicola per dare il via alla tua ricerca di un lavoro, almeno tramite un giornale.
Di Detroit conoscevi poco e nulla, e la tua scarsa voglia di chiedere informazioni ti fu fatale. Nel giro di venti minuti ti rendesti conto che stavi solo girando intorno... molto male! L'unica via che riconoscevi con facilità era quella del palazzo, quindi con l'umore nero ed il passo forzato, ti avviasti verso casa.
Sbuffando apristi il portone. Ti era sembrato strano non vedere un portiere, ma Cass ti aveva prontamente spiegato che il vecchio Crowley era in vacanza. Era tornato per qualche giorno dai parenti inglesi. Poco male, in quel preciso istante, gli avresti ringhiato anche al minimo accenno di saluto.
Arrivasti davanti all'ascensore, ma qualcosa ti bloccò. Davanti alle porte, troneggiava un bel cartello "FUORI SERVIZIO".
-QUESTO DUE ORE FA NON C'ERA!-  Maledicesti, avviandoti verso le scale. Cinque piani. A piedi. -Bene.-
Con chissà quale autocontrollo, riuscisti finalmente ad arrivare al quinto piano, madido di sudore. Con la mano tremula, per la rabbia, infilasti la chiave nella toppa.
Solo quando la porta si richiuse alle tue spalle, tirasti un sospiro di sollievo.
Qualcosa ti si arrampicò sulla schiena, e ti ritrovasti due occhietti neri che ti fissavano dalla spalla. Mr Fatty se ne stava lì, ad osservarti.
In fondo quel tipo strano aveva ragione, quell'esserino era dolce ed una parte di te si sentì in colpa per il comportamento nei suoi confronti, la mattina.
-Ehi, Sacchetto di gas, in fondo non sei male...- ammettesti, prima di renderti conto di aver lasciato le chiavi fuori.
Sbuffando apristi la porta. E in un attimo, accadde il danno.
Quella piccola peste del Petauro, planò dalla tua spalla e corse giù per le scala. Ti lanciasti di corsa all'inseguimento della bestiola, per una rampa. Arrivando davanti all'appartamento 18C. Qui l'essere, si arrampicò sulla ringhiera e planò sul campanello. Non riuscisti a fermarlo in tempo, e la porta si aprì... mentre tu te ne stavi in ginocchio sullo zerbino a prendere il fuggitivo, che senza polemiche si arrampicò sulla tua testa.
-Ehi! Mr Fatty, che ci fai qui?- Una voce femminile ti costrinse a voltarti.
Una ragazza dai capelli rossi se ne stava sulla porta a fissarti con aria divertita.
-Ehm, scusa... sono il nuovo coinquilino di Novak, mi è scappato il coso peloso...ehm...-
-Charlie, piacere. Tranquillo, Fatty viene ogni volta che Castiel apre la porta. Cerca qualche pezzo di frutta- Rise aiutandoti ad alzarti - forza, entra altrimenti comincerà a lamentarsi.-
Hai capito Farty...!
La casa di Charlie, poteva essere scambiata per una fumetteria. Su qualunque mensola, bancone e mobile trovavi action figure e gadget di Star Wars, Harry Potter, Star Trek ed anime. Il Paradiso del nerd, insomma.
-Vieni in cucina, taglio un pezzetto di mango all'esserino- ridacchiò lei.
-Ehm - cercasti di rompere il ghiaccio -Quindi, tu conosci Cass?-
-Sì - rispose lei, coccolando Mr Fatty - Ogni tanto salgo da lui per una birra e due chiacchiere...-
-Quindi tu e lui...-
-No - rispose lei con una fragorosa risata - Non è il mio tipo-
La situazione si faceva interessante. Molto interessante.
-Effettivamente è un ragazzo particolare... E dimmi, Charlie, cosa fai nella vita?- Eri parecchio arrugginito in tecniche di assalto.
-Insegno letteratura  in una scuola qui vicino-
-Interessante.- decidesti di sfoderare la tua carta charme - E quale sarebbe il tuo tipo?-
Charlie ti fissò divertita per qualche istante, prima di rispondere.
-Beh, in genere il mio tipo ha i pettorali più, beh, gonfi.-
Ok, qualcosa non tornava...
-Palestrati?-
-No, Donne.- Scoppiò a ridere lei - Mi spiace-
Incassasti il colpo, cercando di guardare il lato positivo: Finalmente conoscevi qualcuno oltre al tuo strano coinquilino.
-Senti, potrebbe sembrarti una richiesta strana... mi faresti da guida? Non conosco bene Detroit, anzi non la conosco affatto... -
-Perchè No! Coraggio, afferra Mr Fatty ed andiamo.-
Non appena il Petauro fu rimesso al suo posto, tu e la rossa, cominciaste il vostro Tour.
Dopo quattro edicole, sei quotidiani, due lavanderie, una caffetteria ed ore di camminate, cominciasti a dubitare della riuscita della vostra spedizione.
Sconsolati, decideste di buttarvi nella prima caffetteria davanti a voi. Tu e Charlie vi accomodaste ad un tavolo, ordinando un caffè ed un cappuccino all'italiana.
-Precisamente cosa stiamo cercando?- esordì lei.
-Un lavoro, ma comincio a dubitarne- sospirasti.
La ragazza cominciò a chiederti delle tue competenze, prevalentemente manuali.
-Sfortunatamente, non ho amato mai la scuola. Mio fratello era il genio, io alzavo la media con il football.- La tua compagna di sventura s'illuminò.
-Football...- chiese - Quindi eri molto capace a livello sportivo?-
-Beh, me la cavavo...-
-In che posizione giocavi?-
-Quaterback. Perché?- Non riuscivi a capire l'interessamento della ragazza. 
Improvvisamente, Charlie, sfoderò uno sfavillante sorriso.
-Perchè se ti fidi di me... la tua ricerca finisce qui!-





Continua...





Eccoci qui al secondo capitolo... o meglio al primo! Siamo solo all'inizio.
Sono felice che vi sia piaciuta la scelta della copertina. Sappiate che ogni capitolo avrà la sua, differente dalle altre, tranne che per l'immagine centrale.
Su 8tracks ho creato la playlist della fan fiction per divertimento, se vi va di ascoltarla, eccola --- >   Our Personal Space-Playlist .
Spero vi sia piaciuto il primo capitolo.
Preparatevi a colpi di scena e situazioni equivoche.
A Presto.
Dimea

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Capitolo 3
*** Capitolo II/ Verde Speranza ***


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Capitolo II

Verde Speranza


So won't you come back
Throw me like a car crash
I'm waiting for your impact
Until you're here, I'm only wasting time
Because
I've seen enough now to know
I've changed the pattern of the storm
I've seen enough now to know
Spin me around, knock me off my feet
Try to say dry but you rain on me
You know, you can be my hurricane
[Hurricane- Midnight Cinema]

I Tuoi primi giorni  nella città di Alice Cooper erano passati tranquillamente. Insomma, senza tentavi di suicidio da parte tua...
Convivere con Castiel era strano. Quel pazzo sparava musica new age alle sette del mattino, e se non chiudevi il bagno a chiave te lo ritrovavi  a lavarsi i denti mentre ti facevi la doccia! A volte lo avevi anche beccato a lanciarti strani sguardi, tanto da ricordargli che non eri interessato ad amicizie particolari... e lui scoppiava a ridere , dicendo che eri un ragazzo molto divertente.
Era snervante a tratti, ma non era sempre malaccio. Aveva i suoi lati positivi, come il comprare spesso e volentieri torte di mele o il preparare il caffè la mattina. E con te cercava di essere amichevole... alla stregua dell'invadente. Tanto che quando ti chiamava tuo fratello, chiedeva di salutarglielo, sbracciandosi come un tifoso dei Celtics... E qual cretino di Sam ci stava pure! Tanto da cominciare a progettare una capatina a Detroit per vedere come ti eri sistemato e conoscere quello schizzato. Povero te!
In più, avevi scoperto che lui e Charlie si ritrovavano tutti i week end a guardare film spazzatura e mangiare schifezze.
Con la palla di pelo, la situazione era migliorata. Ogni mattina te lo ritrovavi addosso, ma almeno non ti dormiva in faccia! E poi dovevi essergli grato, e lo sapevi benissimo. La sfacciataggine di Mr Fatty ti aveva aiutato a trovare un'amica ed un lavoro. Infatti, Charlie, aveva fatto in modo di farti avere un colloquio con il preside della scuola dove insegnava, per la cattedra di Educazione Fisica. Ti saresti divertito tantissimo a dare ordini a piccoli mocciosi  grassottelli. Insomma delle versioni umane di Farty.
Charlie era la sorella che avresti sempre voluto. Spesso e volentieri vi fermavate a parlare di Anime, telefilm e fumetti, oppure a giocare a Monopoly. Era un piacere averla intorno.
Lei era così, frizzante e genuina... a volte un po' troppo.
-Coraggio, c'è da festeggiare!- Esordì la ragazza, facendo capolino dalla porta d'ingresso, imitando le movenze tipiche del "trenino".
-Cosa festeggiamo?- Saltellò Cas, dal bagno... in mutande.
Era allucinante la mancanza di pudore di quel ragazzo. La sua mente, per te, restava un mistero.
-Il Lavoro di Dean! Da lunedì comincia nella mia scuola- La rossa  continuò a parlare come se nulla fosse. Possibile che l'anima spudorata del tuo coinquilino, lasciasse stranito solo te?
-Cass copriti, per favore...- lo implorasti, visibilmente a disagio
-Ah ma non mi infastidisce.- rispose la ragazza, tranquilla. No, non poteva non essere successo nulla tra quei due.
Il moro ti si avvicinò e ti strinse in un abbraccio -Complimenti! Ci vuole una serata speciale!-
I due Best Friend Forever  cominciarono a saltellarti attorno in stile Puffi. L'unico modo, che avevi appreso negli ultimi giorni, per fermarli era acconsentire alle loro pazzie. Quei due insieme erano peggio di Sponge Bob e Patrick!
Dopo una decina di minuti di tortura psicologica, i due si avviarono verso la cucina, confabulando vicino al vaso delle erbe officinali ed il ragazzo rimise la classica musica Hippie.
Cercasti di non far caso a loro, infilandoti, quatto quatto, nella tua stanza, ma uno strano odore ti richiamò in cucina. Quell'aroma l'avevi già sentito tempi addietro, alle superiori. Un profumo resinoso, speziato, quasi balsamico...
Oh Cazzo!
Spalancasti gli occhi correndo in soggiorno come un matto.
-CHE CAZZO STATE FACENDO?!?- Urlasti passandoli a rassegna con lo sguardo.
Castiel e Charlie, ti osservarono interdetti dal divano. Il ragazzo reggeva qualcosa di strano in mano. Uno strano ricordo della tua adolescenza... perché tutti l'hanno fatto almeno una volta.
-Ti prego Cass, dimmi che quella non è ciò che penso. Non sei un ragazzino!- Il moro alzò un sopracciglio.
-Marijuana medica... ho il certificato. Soffro di attacchi frequenti di Emicrania...- cercò di giustificarsi, prima che Charlie gli rubasse l'oggetto incriminato dalle mani.
-E tu che scusa hai?!?- Domandasti verso la ragazza, che per tutta risposta, se la portò alle labbra.
-Vita stressante... ed il ciclo- Sorrise, alzando le spalle, la rossa. -Su, non fare il pudico! Vieni a farti un tiro, a giudicare dalla tua reazione, ne avresti parecchio bisogno!-
Perfetto, una ragazza in pieno mestruo ti aveva appena dato dell'isterico. Grandioso! Effettivamente, nell'ultimo periodo eri un po' teso. Avevi decisamente bisogno di una distrazione. Ma rifiutasti sospirando e ti avviasti verso il  frigo, dove ti attendeva una bionda gelata. Non ci avevi mai pensato. Avevi visto spesso Cass annaffiare le piante nel vaso vicino alla finestra della cucina, ma mai avresti pensato che quelle non fossero erbe aromatiche. Di bene in meglio.
Cercasti di auto convincerti che era, effettivamente, per scopi medici, e sospirando ti buttasti sul divano con loro.
-Quindi, stasera che si fa?- provasti a dire, prima di tirare un golone alla birra.
Castiel fece spallucce sorridendo, prima di portarsi la canna alle labbra.
-Se vi fidate di me, vi porto in un posto fighissimo e pieno di donne bisessuali e disponibili...- esordì Charlie, facendo l'occhiolino ad entrambi.
Si era appena presentata la tua occasione per scaricarti. L'illuminazione divina! Non facevi sesso da un mese e ne sentivi il bisogno. Addio, Dean Isterico!
-Un'orda di bisessuali affamate! Tante, Castiel. TANTE!- Saltasti in piedi, con gli occhi fuori dalle orbite.
Il tuo coinquilino divenne paonazzo, abbassò lo sguardo e non proferì parola.
Charlie ti guardò scuotendo la testa. -Dean, mi sa che ti tocca convincerlo...- sussurrò senza farsi sentire dal ragazzo
-SCHERZIAMO?!? CAS TE NE PUOI PORTARE A CASA DUE!- lo afferrasti per le spalle - DUE!- rimarcasti eccitato.
Ma lui nulla. Restava a fissarti impalato, come un bimbo spaventato.
Urgeva un rimedio, e serviva in fretta! L'unica soluzione sensata che ti venne in mente, fu una chiacchierata tra uomini.
-Charlie, noi ci prepariamo. Ci vediamo tra un paio d'ore.- Liquidasti la rossa, facendole un cenno del capo, che lei colse al volo.
Lasciasti che la porta si chiudesse alle spalle della vostra amica, prima di avvicinarti al frigo e prendere due birre. Ti accomodasti accanto al tuo coinquilino, porgendogliene una.
-Ti va di parlarne?- Non era assolutamente da te fare lo strizzacervelli, ma per una sana scopata eri pronto a questo ed altro.
-Non c'è nulla da dire. Diciamo che non ho una ragazza da molto...- sussurrò lui prima di lasciare che la birra scivolasse nella sua gola. -Dal secondo anno del college.- ammise
La situazione risultava più grave del previsto.
-Cass, scherzi?!? E niente intermezzi "amichevoli"- chiedesti allarmato.
-Neanche uno...- rispose atono. Il suo sguardo era fisso nel vuoto, ed a tratti scuoteva la testa.- Non dopo Meg.-
Calò un silenzio imbarazzante tra voi, rotto solo dalle richieste di attenzione di Mr Fatty.
Lo capivi... Non del tutto, certo, ma lo capivi.
-Senti, posso farti una domanda?- Ruppe il ghiaccio, il moro -Perchè sei venuto a Detroit?-
-Te l'ho già raccontato...- Cercasti di sviare la conversazione.
Al vostro primo incontro, in quel pub,avevi taciuto la fine della storia con Lisa. Forse un lato di te cercava di lasciarsi alle spalle tutto. 
-Che volevi cambiare aria? Ok, ma perché...- Cercava di non incontrare il tuo sguardo, dedicandosi al Petauro.
-Che devo dirti?- abbassasti lo sguardo, portandoti alla bocca la birra. -Tutti abbiamo una donna da dimenticare.- sospirasti.
Ancora quel dannato silenzio, ma questa volta Castiel si voltò verso di te. Lo sguardo di chi ci è passato, di chi capisce come ti senti, traspariva dai suoi occhi ghiaccio, incorniciati da un suo sorriso sghembo. 
-Vado a prepararmi- disse d'un tratto, avviandosi verso la sua stanza. -Forse non ne rimedieremo una coppia a testa, ma ehi, è Venerdì sera!- ti sorrise dolcemente.
Lo ringraziasti silenziosamente, sorridendo tra te e te. Forse tu e quel pazzo avevate molte più cose in comune di quanto potessi immaginare.
Ti alzasti da quel divano, con un'idea nuova sul tuo coinquilino. E quella fu la prima volta, che non te lo ritrovasti in bagno mentre eri sotto la doccia.
Dopo un'ora buona Cass era pronto. Indossava una maglia verde evidenziatore, e alla tua richiesta di andarsi a cambiare "per il suo bene" aveva risposto qualcosa a proposito della sua maglia portafortuna e bla bla bla. Charlie, per l'occasione, aveva rispolverato dall'armadio un abitino succinto ed un paio di sandali neri, e tu un paio di Jean scuri ed una camicia.
Per la serata, acconsentisti ad utilizzare la tua amata Impala per lo spostamento
Dopo una mezzoretta di viaggio tra le vie di Detroit, Charlie, ti indicò un parcheggio sulla destra... e lì, si materializzarono i tuoi peggiori incubi.
-Ti prego, dimmi che hai sbagliato via.- Ringhiasti alla rossa seduta sul sedile posteriore della tua Bimba.
-No, è giusto il posto!- saltellò sul sedile, la ragazza.
L'insegna arcobaleno recitava "Stilletto's".  Non ci voleva una cima a capire che quello doveva essere un Gay Bar.
-Hai portato me e Cass, in un locale Gay...- Cercasti di respirare in modo regolare, ma una parte di te voleva strangolare la vostra amica.
-E dove le incontri delle Lesbiche, altrimenti?- Rispose lei.
Il suo ragionamento non faceva una piega. Ma accaparrarsi una ragazza bisessuale, in un locale pieno di bellissime donne lesbiche era impossibile.
-Dai... ma non conoscete la tecnica?!?- Vi guardò stupita la ragazza.
-Tecnica?- Chiese Castiel, curioso.
Charlie vi guardò per un secondo, sgranando gli occhi, prima di scuotere la testa.
-Dovete fingervi una coppia!-



Continua...
Eccoci  ad un nuovo capitolo e finalmente entriamo nel vivo della nostra storia!
Come andrà a finire la serata presso lo "Stilletto's" ?
Riusciranno a conquistare qualche ragazza, i nostri malcapitati eroi?
Spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo.
Ci leggiamo presto.
Dimea


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Capitolo 4
*** Capitolo III/ A Due Passi Dall'Apocalisse ***


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Capitolo III
A Due Passi Dall'Apocalisse

A drop in the ocean,
A change in the weather,
I was praying that you and me might end up together.
It's like wishing for rain as I stand in the desert,
But I'm holding you closer than most,
'Cause you are my heaven.
I don't wanna waste the weekend,
If you don't love me, pretend
A few more hours, then it's time to go.
As my train rolls down the East coast,
I wonder how you'll keep warm.
It's too late to cry, too broken to move on.
[...]
Misplaced trust and old friends,
Never counting regrets,
By the grace of God, I do not rest at all.
[A Drop in the Ocean -Ron Pope]


In qualche modo, quella pazza di Charlie era riuscita nel suo intento di convincervi. Lo sapevi benissimo di aver perso in partenza, ma già che eravate lì, tanto valeva non tenere il muso.
Il vostro allegro terzetto si accomodò su un divanetto, facendosi strada tra la calca. In Pista le coppie ballavano e si strusciavano.
Tu e la rossa cominciaste a passare a rassegna tutte le ragazze del locale, tu nella vana speranza di rimorchiare e lei con la certezza.
Nulla, non vedevi nemmeno uno spiraglio di possibilità. Ogni essere femminile ruotava attorno ad un individuo del suo stesso sesso.
Oramai eri certo di tornare a casa ed andare in bianco.
Dopo venti minuti di tremenda agonia a guardare scene lesbo gratuite, il tuo corpo cominciò a richiedere alcolici. Sospirando, ti alzasti dal divanetto.
-Vado a prendere da bere. Cosa vi porto?-
- Un Orgasmo, grazie...- rispose Charlie, gasatissima.
Avevi sentito bene? Aveva detto Orgasmo?!? Esisteva un Cocktail con quel nome?
Ti voltasti appena in tempo per vedere il barista. Era un armadio palestrato.
-Quindi io dovrei chiedere a quel lampadato un Orgasmo?- Ringhiasti verso la rossa.
-Dean calati nella parte!- Provò a dire Castiel, ridacchiando sotto i baffi,
Ma da che parte stava, quello stronzo?!?
-Ho cambiato idea! Io non ci vado- ti risedetti, mentre la vostra amica, scuotendo il capo scelse di avviarsi verso il bancone.
Cass cercava di non guardarti, trattenendo una risata. Dopo la vostra chiacchierata, il tuo coinquilino aveva cominciato a rilassarsi. Tanto, che da seduto, ballava anche!
-Che cosa c'è da ridere?- domandasti sorridendo.
-Nulla, è solo che sei così ingessato... tutto qui!- fece spallucce il moro, ridacchiando.
E... Bam! Ecco il secondo che ti diceva, tra le righe, che eri un po' troppo nervoso. Troppo impostato. Neanche fossi Han Solo! 
In quel preciso istante arrivò Charlie con un vassoio.
-Che cosa sono?- chiese Cass, visibilmente incuriosito
-4 Shottini a testa - Sorrise, prima di rivolgersi a te - Magari qualcuno si scioglie!-
Sbuffasti sonoramente, alzando gli occhi al cielo.
-Ok, ok... passa il primo-
Forse avevano ragione, avevi bisogno di lasciarti andare. Cosa poteva accadere? E via...Quattro shottini in fila seguiti dalla Ola dei tuoi amici.
-Olè!- ti urlò Charlie -Ed ora, ho adocchiato una gattina...- si addentrò tra la folla ridendo.
Quella ragazza era assurda!.Vi portava in un locale per rimorchiare e poi scappava dietro ad una minigonna, lasciandovi da soli in un gay bar.
-Senti, mi sta venendo un attacco... mi accompagni fuori?- chiese Castiel. Certamente non saresti rimasto lì dentro, da solo, a fare tappezzeria.
L'aria di Detroit ti penetrò nelle narici, sostituendo l'odore acre, misto sudore e profumi vari,del locale, prima di essere sostituito da quello dell'erba.
-Se ti dovesse dare fastidio il fumo, mi sposto più in là.-
-No, tranquillo-
Cass fumava in silenzio mentre tu restavi lì a guardarlo. Aveva l'aria di chi ne aveva viste abbastanza nella sua vita. Ti ricordava te stesso.
Era strano e fumava, certo. Ma tu non eri assolutamente meglio di lui. Anni prima, avevi avuto qualche problemino con gli alcolici ed avevi visto da vicino la prigione, per una notte.
Istintivamente, ti sentisti uno stronzo per averlo aggredito, dopo averlo visto con l'oggetto incriminato in mano. Non sapevi nulla di lui, se non le cazzate che vi eravate raccontati la prima sera.
-Posso chiederti cosa simboleggia il tatuaggio che hai sul petto?- Chiese il ragazzo.
-Ah! Ehm, è un simbolo di protezione che ci siamo tatuati io e mio fratello.- rispondesti con sincerità, prima di renderti conto di una cosa -Sai, non ho mai fatto caso se ne hai qualcuno tu...-
-Mi piacerebbe farmene uno... è tanto che ci penso.- Ti guardò sorridendo - Un paio di ali che partono dalle scapole.-
-Beh, se ti va - Sorridesti - ti posso accompagnare- La sua espressione era indescrivibile. Sembrava un bambino davanti ad un negozio di caramelle. Gli chiedesti un tiro, che non ti negò.
Una parte di te si sentì ancora un liceale, quando il filtro toccò le tue labbra.
Lasciasti che il fumo pervadesse la tua mente ed ovattasse gli spigoli delle tue paure. Lo facevi da ragazzo, quando eri uno scapestrato giocatore di football. Ironico.
Improvvisamente si avvicinò un ragazzo dalla pelle scura e gli occhi neri come la notte, diretto verso Castiel.
-Castiel! Che diavolo ci fai qui, non pensavo frequentassi certi posti...- Sputò in tono acido.
-Ciao anche a te Raphael.- cercò di non dargli troppa corda il moro.
Raphael, non sembrava molto felice della poca attenzione che Cass gli dedicava.
-Ehi, c'è qualche problema?- domandasti, intromettendoti.
-Fatti gli affari tuoi...- rispose acido il ragazzo.
-Se rompi le palle a Castiel, sono affari miei-
-Dean, lascia perdere...- continuò a fumare il tuo coinquilino.
-Già , Dean, lascia perdere.- Gli fece il verso il molestatore. -Altrimenti mi tocca farti male...- Gli scoppiasti a ridere in faccia, e  Raphael non la prese bene... tanto da tirati un gancio destro, che ti ruppe un labbro.
Immediatamente uno dei suoi amici lo afferrò urlandogli dell'idiota, cercando di trascinarlo via. Ma tu fosti più veloce, rispondendo con la stessa moneta ed afferrandolo per il bavero. E la sua espressione di trionfo si trasformò in paura.
-Sappi che stavolta ti lascio andare con i tuoi amici cretini, con solo un labbro rotto... ma se ti becco attorno a Castiel,  sappi che il tuo corteo non mi fermerà dal mischiarti le ossa, intesi, Coglione?!?- ti voltasti verso il suo gruppo - Ora, me lo levate dalle palle?- Ringhiasti.
Nonappena il gruppetto si fu allontanato, ti sedesti sul marciapiede e Cass ti fu subito addosso a constatare la ferita al labbro.
-Non dovevi! Me la sarei cavato...- disse con un filo di voce.
-Pazienza... direi che ora sei a posto per un po'- cercasti di sorridere - è tanto gonfio?- il tuo coinquilino alzò un sopracciglio
-Beh... niente che con un po' di ghiaccio non possa passare.- Eravate vicini. Tremendamente vicini... sentivi il suo respiro sul tuo volto.
I suoi occhi azzurri non sembravano provenire da questa terra.
Ti sentivi strano. Era parecchio tempo che il tuo cuore non galoppava tanto. Impossibile che il mix tra alcol e fumo ti avesse reso tanto vulnerabile! Non avevi bevuto quasi niente, ed un tiro non poteva annebbiarti tanto. Ti sentivi una calamita, e Castiel era il ferro.
Lo lasciasti spiazzato, senza fiato, quando di punto in bianco decidesti di azzerare le distanze tra le vostre labbra, mentre la tua lingua si faceva strada nella sua bocca.
In quel preciso istante vibrò il telefono nella tasca, costringendovi ad allontanarvi.
Con rabbia afferrasti il cellulare, maledicendo chiunque vi avesse interrotto...
Sul display comparve il nome di Charlie, seguito dal testo "non torno a casa ;) ".

Continua...

Mmm, una parte di me, è indecisa se cambiare rating o meno.
In ogni caso, siamo arrivati al primo bacio!
Spero vi sia piaciuto questo capitolo ^^ù
Ringrazio Ciuffettina e rockaddicted per i commenti, Le Otto persone che anno messo questa storia tra le seguite e  andrejdenali, delirium_ e Sherlock221 per averla messa tra le preferite...
 GRAZIE
Fatemi sapere cosa ne pensate, ricordatevi... è sempre un piacere leggere i pensieri di chi legge una tua creazione ^^
Ci leggiamo presto.
Dimea








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Capitolo 5
*** Capitolo IV / Vapore ***


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Capitolo IV
Vapore



Parlare tra noi, problemi zero tra noi, comunicare tra noi 
in fondo cosa ci costa 
è così che succede tra noi. 
All'immensità mi arresi 
nei tuoi occhi e nei tuoi jeans, 
[...]
Non fermare le mie mani se ti sfioro l'anima, 
siamo solo noi, tra noi l'immensità.
[Tra Noi L'immensità - Laura Bono]



L'abitacolo dell'Impala, navigava nel silenzio. Dopo l'accaduto, tu e Castiel avevate smesso di proferire parola, evitando di guardarvi.
Il ragazzo, fissava il cielo notturno dal finestrino, con la fronte aggrottata, e tu cercavi di focalizzare i tuoi pensieri sula strada. Ma ti risultava molto difficile.
Continuavi a chiederti cosa ti era preso poco prima, e l'unica possibile risposta che ti balenò in mente fu la mancanza di sesso. Sì, doveva essere quello. Ovviamente.
Il problema è che Cass sembrava chiaramente shockato. Avevi combinato un casino ed ora ti toccava rimediare in fretta.
Accendesti la radio, nella speranza di rompere il ghiaccio. Le note di I Kissed a Girl invasero l'abitacolo, e dopo un'istante d'imbarazzo ti sbrigasti a cambiare stazione, sperando che il tuo compagno di viaggio non notasse il tuo impaccio ed il tuo rossore. Finalmente dopo tre stazioni cambiate, la radio cominciò a canticchiare qualcosa di più sensato... o forse no.
In questo momento, qualunque cosa richiamasse atti sessuali, anche solo lontanamente, risultava pericoloso e Anyway You Want it non era da meno. Sospirasti, maledicendoti.
-Bella canzone- disse Castiel, senza preavviso, continuando a guardare la strada.
-Già...- deglutisti a fatica - Splendida- La tua voce risultava graffiata, come se non riuscissi più ad emettere suoni.
-No, davvero - si voltò verso di te - mi piacciono i Journey-  sorrise il ragazzo.
Cercava di metterti a tuo agio?
Inspirasti profondamente, prima di parlare. Volevi rimettere tutto a posto.
-Cass...-
-Tranquillo, Dean... non avevi mai fumato in vita tua. Può capitare a tutti di non reggere.- Cercò di giustificarti.
Ma tu avevi già provato a fumare alle superiori e sapevi benissimo che un tiro non dava alcun effetto. Forse cercava di mentire più a se stesso, che a te.
Non riuscivi a darti pace! Quanto di dava sui nervi, quella situazione. non sapevi come uscirne.
Parcheggiasti l'auto e senza proferire parola, vi avviaste verso l'ascensore. Quinto piano, appartamento 22b, ripetè la tua mente come se a dirlo fosse Castiel.
-Hai detto qualcosa?- domandasti al tuo coinquilino che per risposta, scrollò la testa.
La porta si chiuse, ed il marchingegno cominciò a muoversi.
Un profumo cominciò a farti venire i brividi lungo la schiena. L'avevi già sentito... agrumi e sandalo. Dove?
Eppure lo riconoscevi chiaramente. La tua memoria olfattiva non ti aveva mai tradito, fino ad ora. Ma l'odore era troppo vicino. Istintivamente voltasti la testa, e la fonte dell'aroma fu chiaro.
Dio! Stavi impazzendo. Ovvio.
Quel profumo arrivava da Cass e l'avevi sentito poco prima, quando stava cercando di constatare i danni che quello stronzo del suo amico, aveva combinato fuori dal locale.
E poi perchè l'avevi difeso? Se la sarebbe cavata benissimo, ma soprattutto... Quanto ci stava mettendo quel cazzo di ascensore?!?
Scrollasti violentemente la testa, tanto da far alzare un sopracciglio al tuo amico.
-Va tutto bene?- chiese, nello stesso istante in cui arrivaste al piano.
-Certo...- sussurrasti, avviandoti a grandi passi verso la porta, entrando nell'appartamento, seguito dal moro.
-Dean, senti, ti andrebbe una tazza di tea? -
Ti bloccasti in mezzo al corridoio, senza voltarti. Indeciso sul da farsi.
-Sì- sussurrò una parte di te - non mi dispiacerebbe- annunciasti, avviandoti verso il bagno.
Lo specchio ti fissava incredulo, o forse compassionevole... non riuscivi a capirlo. Apristi il rubinetto e ti buttasti l'acqua in faccia, nella speranza di rinsavire o di far sparire quel riflesso fastidioso. Nulla, restava lì.
-Che cosa ti sta succedendo? - scrollasti la testa -Piantala di fare la ragazzina! Finiscila !-
Ti passati le mani tra i capelli, misurando a grandi passi la stanza. Avevi una gran voglia di prendere a pugni il muro. Di distruggere qualcosa. Avevi fatto quello, negli ultimi anni. Distruggere. E lo stavi facendo ancora... -Ma che problema ho? Cazzo!-
Un paio di colpi secchi ti richiamarono alla realtà. Cass ti stava bussando alla porta.
-Dean, è pronto il tea-
Inspirasti -Arrivo...-dicesti, fissandoti allo specchio, con le mani sul lavello.
Uscisti dal bagno, pregando che il tuo coinquilino non avesse sentito i tuoi ragionamenti ad alta voce.
Castiel ti aspettava seduto al tavolo della cucina, con due tazze fumanti e Farty sulla spalla. Indossava gli occhiali e vicino al braccio aveva 1984 di Orwell. Sul tavolo aveva posato un piatto di Triple Chocolate Cookies.
-Scusa, prima stavo leggendo- disse togliendosi le lenti -Siediti...- Sorrideva. Cominciaste a chiacchierare del più e del meno, come se steste cercando di sotterrare l'accaduto.
Ma tra una sorsata di tea bollente, ed un morso di biscotto, il suo profumo ricominciò a provocarti strani sussulti. Ti scaldava l'anima, in qualche modo.
Ma il problema era un altro... cominciava a stuzzicarti, mandando strani flash alla tua mente.
La bocca cominciò a diventarti secca e tu cominciasti a sudare freddo. Cazzo. I pantaloni cominciarono a stringere.
Lui parlava, gesticolava e beveva. Le sue labbra...
Ricominciò a guardarti con quei suoi profondi occhi di ghiaccio, con quello sguardo da bambino.
Le vostre tazze si svuotarono presto, e Cass corse a prendere un paio di bottiglie di birra. E qui cominciarono i guai...
Oltre all'alcol, che andava a sommarsi a quello già assunto, Castiel cominciò a bere a canna... Alla terza bionda, ti congedasti per scappare a farti una doccia fredda.
Cominciasti a levarti la maglietta, restando a fissarti nello specchio. Non riuscivi a capire le tue reazioni, il tuo desiderarlo così ardentemente.
Avevi decisamente bevuto troppo. Decidesti di aprire l'acqua, mentre finivi di spogliarti.
Il tuo coinquilino entrò per lavarsi i denti, come spesso faceva, trovandoti in mutande ad un passo da lui.
Forse a causa del suo rossore da ragazzina, forse della birra. Ma lo sbattesti al muro, baciandolo con trasporto. La cosa che ti lasciò piacevolmente divertito, non fu il suo non opporsi... ma il suo rispondere con altrettanta foga.
La testa si svuotò di colpo, diventando leggera. Ti sembrava di fluttuare e di affogare del blu dei suoi occhi.
Cominciasti a spogliarlo, avviandovi verso la doccia, mentre le vostre mani esploravano ogni centimetro dei vostri corpi.
Qualcosa in voi si era sbloccato.
Il Vapore vi avvolse come una coperta, mentre i vostri corpi si lambivano e si infiammavano sotto a quella cascata corrente.




Continua...

Note Dell'Autrice

Eccoci qui! Finalmente si sono svegliati i nostri danni.
Per non cambiare rating alla storia, ho dovuto trattenermi TANTO. Ma presto arriverà un capitolo un po' più corposo.
Spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo.
S vi va, lasciatemi un commentino.
Grazie a tutte le persone che stanno seguendo questa storia e benvenuti ai nuovi lettori.
Ci leggiamo Presto.
Dimea









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Capitolo 6
*** Capitolo V/ Quasi Amici ***



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Capitolo V
Quasi Amici

We're too far out we're in too deep
And we've got miles to go before we can sleep
I said, we've been walking a thin line
You've got one hand on the devil baby and one hand in mine
But don't let go no it's not too late you know
Hold on we're gonna make it if it takes all night
Hearts racing like a rocket at the speed of light
[...]
Farewell to all the places that we have been
And if it takes us all night long
We're going back where we belong
[Where we Belong - Thriving Ivory ]



Le lenzuola umide ti avvolgevano come un bozzolo limitando ogni tuo movimento, ma con un po' di fatica riuscisti a districarti da quella trappola infernale.
Sbadigliasti rumorosamente, sedendoti sul bordo del letto e con noncuranza ti passasti una mano tra i capelli, scompigliandoli.
Le pesanti tende, non lasciavano passare molta luce, cosa che ti rendeva difficile capire che ore fossero. Ti sentivi parecchio sperduto, mentre attorno a te il mondo pareva ovattato.
 Il tuo stomaco brontolò rumorosamente, mentre una fitta alle tempie ti suggerì di aver bisogno di un caffè. 
Ti alzasti, dirigendoti verso la cucina, barcollando per il corridoio a piedi scalzi. Ti stropicciasti gli occhi. Una luce accecante entrava dalla finestra, illuminando tutta la stanza.
I chiari segni dei postumi di una sbronza, diedero il  via ad un profondo esame di coscienza, su quanti alcolici il tuo stomaco avesse ingerito. Shottini a parte, ricordavi qualche birra di troppo, in compagnia di Castiel. Gettasti una rapida occhiata al tavolo della cucina, contando otto cadaveri di Dirty Bastard. A quanto pare non vi eravate certo risparmiati!
Allungasti pigramente una mano, per permettere a Mr Fatty di salire sulla tua spalla. Mentre azionavi la macchina del caffè, la palla di pelo iperattiva, ti solleticò la guancia con la coda ricordandoti che la colazione spettava anche lui. Oramai quel mostriciattolo era diventato una sorta di appendice, ti piaceva la sua esuberanza e ti divertivi a schernirlo per i suoi problemini. Gli sbucciasti uno spicchio di mela, prima di porgerglielo. Lo sentisti mangiucchiare sulla tua spalla, soddisfatto.
In casa regnava uno strano silenzio, probabilmente quel matto del tuo coinquilino ancora dormiva. Alzasti le spalle, mentre rovistavi nel frigorifero alla ricerca dell'ultimo pezzo di New York Cheesecake alle fragole. Castiel la prendeva in una pasticceria, al ritorno dal suo tirocinio. Non aveva voluto dirti il luogo, forse perchè gli piaceva vederti sorridere, ogni volta che tornava a casa ed infilava in frigo il dolce.
Sbuffasti, ripensando ad uno strano sogno, fatto quella notte. Tu e Cas in doccia... La mancanza di sesso ti faceva male.
Un brivido ti percorse la schiena. Ricordavi ogni minimo particolare, dalle sue unghie sulla tua schiena alla presa sul tuo... scrollasti violentemente la testa, cercando di scacciare il rossore e le immagini, afferrando la tazza di caffè e ed avvicinandoti al tavolo.
Qualcosa non tornava.
Stranamente ti eri addormentato dal lato della porta, capitava davvero di rado. Insomma, tu non eri un abitudinario, certo, ma sin da bambino, c'erano alcune costanti nel tuo comportamento, persino nel tuo modo di dormire.
Cercasti di non darci molto peso, alzando le spalle, prima di sederti. Ma non appena le tue natiche toccarono il plexiglas della sedia,cominciasti a provare una strana sensazione.
Cazzo! Come avevi fatto a non renderti conto di essere nudo? Da quando vivevi con Cas, avevi evitato accuratamente di girovagare per casa persino in mutande.
Un ricordo ti fece sbiancare: Il letto in cui ti eri svegliato. La stanza, seppure nella penombra, aveva qualcosa di diverso. Nella penombra non potevi certo distinguere i colori, certo... ma la distanza tra letto e porta la conoscevi! Come potevi non essertene reso conto?
Corresti verso il bagno, trovando subito al tuo ingresso nella stanza, i vostri indumenti abbandonati.
Inspirasti profondamente, insomma, doveva esserci una risposta logica. Era, oramai, chiaro che la sera prima eravate ubriachi. Probabilmente avevate fatto la doccia, SEPARATI, lasciando entrambi gli abiti in bagno. Questa possibilità ti fece rallentare il battito cardiaco, tirando un sospiro di sollievo. Ma voltandoti troppo velocemente, forse, intravedesti uno strano riflesso nello specchio: quello della tua schiena coperta di graffi.
Il sogno della sera prima, si fece prepotentemente strada nella tua mente.
Tornasti in cucina, molto in fretta, afferrando una birra dal frigorifero, cercando di ignorare l'orologio che ti segnalava, chiaramente, che non erano neppure le dieci del mattino.
Al diavolo i tuoi vecchi problemi di alcolismo, ora ne avevi davvero bisogno! Mr Fatty, rimase a fissarti per una buona mezzora, mentre misuravi a grandi passi la stanza. La tua mente, vedeva sul suo musino un'espressione interdetta.
Un grugnito richiamò la tua attenzione, obbligandoti a voltarti. Castiel si stava stiracchiando in mezzo al salone, diretto verso la cucina. Indossava la solita vestaglia di ciniglia a coste, aperta. Ma ciò che ti creò parecchio disagio, fu il constatare che sotto quell'indumento, era nudo come un verme.
-Porca puttana, Cas Copriti!- urlasti stizzito, voltando velocemente il capo.
Il ragazzo, fece scivolare lo sguardo dal tuo volto alla tua mano, che stringeva la bottiglia oramai vuota, con aria divertita. E solo dopo averti superato per avvicinarsi al suo vaso, scoppiò a ridere sguaiatamente.
- Dopo ieri notte, hai il coraggio di dirmi di coprirmi? E poi- ti squadrò sogghignando -
da che pulpito viene la predica!-
Arrostisti violentemente, sfoderando il tuo miglior sguardo truce, mentre il tuo coinquilino annaffiava le sue piantine.
Non sapevi come uscire da quella situazione ed il tuo cervello era ancora annebbiato dai postumi.
-Cosa ti ricordi?- domandasti, cercando di indirizzare lo sguardo da qualche altra parte.
Il moro si fermò un secondo, irrigidendosi, prima di continuare in ciò che avevi iniziato.
-Solo qualche flash... ma a giudicare dai succhiotti che mi avvolgono il collo, deve essere stato divertente.- nella sua voce non c'era malizia. Lo diceva con naturalità, come se fosse qualcosa di ovvio.
Castiel aveva cambiato atteggiamento in pochi secondi,
continuava a darti le spalle senza fiatare. Qualcosa non tornava in tutta questa storia.
Ti congedasti in fretta, con la scusa di una doccia.
Mentre l'acqua scivolava sulla tua pelle, i ricordi cominciarono a riaffiorare nitidi. Le sue mani su ogni centimetro della tua pelle, la sua bocca attorno al tuo membro... Il tuo coinquilino aveva ragione, era stato molto divertente.
Cominciasti a temere che ciò che avevi combinato, avrebbe potuto rovinare la strana amicizia che si stava creando tra di voi. Urgeva correre ai ripari al più presto.
Afferrasti un paio di mutande e i primi indumenti che si trovavano nella tua cassettiera, vestendoti in fretta.
-Cas, dobbiamo parlare...- ti bloccasti di colpo
-A proposito di cosa?- rispose Charlie.
Dannazione! -Del bucato.- ti affrettasti a dire, sorridendo ebete. - C... che ci fai qui, non dormivi fuori?-
Alla ragazza sfuggì una risata amara -Claire mi ha abbandonato all'ultimo secondo.- sospirò - In ogni caso, Dean, volevo chiederti se avevi già qualcosa per domani. Insomma, per il tuo primo giorno da insegnate.-
Effettivamente, non eri sicuro di avere qualcosa di adatto. - In realtà no- rispondesti sinceramente.
-Allora ti dispiace, se ti accompagno a fare un po' di shopping?- domandò la rossa, sbatacchiando le ciglia.
La situazione si faceva sempre più strana e complicata...
-Ehm, ok...- rispondesti senza pensare.
-Perfetto- si alzò dal divano - ci vediamo alle tre, ragazzi!- disse prima di scappare di corsa dalla porta, lasciandovi soli.
Cominciasti a camminare nervosamente, misurando a falcate il salone. Le mani ti sudavano e la saliva divenne collosa.
Il tuo coinquilino, restava sul divano, con il suo anti-stress preferito tra le labbra. Ti osservava fare avanti e indietro, senza proferire parola.
Inspirasti profondamente - Cas, dobbiamo parlare- esordisti.
Castiel annuì silenziosamente, buttando il fumo dalla bocca.
Deglutisti a fatica -Quello che è successo ieri...- Inspirasti di nuovo - è stato molto divertente- decretasti, prima che il tuo cervello ti abbandonasse del tutto- Ma non vorrei che cambiasse qualcosa tra noi.-
-Tranquillo.- Sorrise lui.
Se avevi imparato qualcosa dalla tua passata relazione, era che il "tranquillo", non valeva un cazzo. Anzi, spesso voleva dire un "fanculo, hai fatto una cazzata".
Cominciasti a sudare freddo mentre lui continuava a fumare. accarezzando Farty.
Non riuscivi a capirci nulla. Non potevi entrare nella sua mente. Non sapevi abbastanza, per poterlo capire.
Istintivamente ti tornarono in mente un nitido ricordo della sera prima, il bacio... e subito dopo la doccia. Avevi creato tu tutto. Ti sentivi uno schifo.
Decidesti di lasciare Castiel sul divano, per poterti andare a preparare.
Quando Charlie arrivò a prelevarti, salutasti in fretta il tuo coinquilino, spingendola fuori dalla porta.
In ascensore continuavi a passarti una mano tra i capelli, mordendoti l'interno delle guance. La rossa continuava a guardarti con aria interrogativa, ma aprì bocca, solo dopo essersi allacciata la cintura di sicurezza.
-Ti vedo nervoso...- mormorò
-No. Tranquilla- evitasti il suo sguardo.
-Non usare la tecnica del tranquillo con me!- ridacchiò
Le mani ti sudavano, mentre reggevi il volante -va tutto bene...-
Lei ti osservò ancora con quella sua aria interrogativa, come se cercasse di scrutare nella tua anima, prima di annuire.
-Quindi, i segni che ho visto sul collo di Cas, se li è fatti da solo...- sussurrò vagamente.
Decidesti di non rispondere, cercando di concentrarti sulla strada. E fortunatamente lei decise di non proferire parola per un buon quarto d'ora.
La radio canticchiava Crazy little thing called love, e tu cercavi di non ascoltare. Non che i Queen non ti piacessero, solo che ultimamente ti capitavano tutte le canzoni sbagliate!
Vi trovavate in un parcheggio, quando Charlie ebbe la fantastica idea di aprire il becco.
-Ieri sera avete fatto parecchio casino...-
Inchiodasti di colpo la macchina, lasciando parecchie strisciate di pneumatico sull'asfalto. Sbiancasti, voltandoti verso di lei con lo sguardo allucinato.
-Tranquillo, non vi sto giudicando... anzi, sapevo sarebbe successo.- sorrise




Continua...


Note dell'autrice:
Spero vi sia piaciuto questo capitolo e soprattutto, scusate il ritardo dell'aggiornamento, ma ho cominciato un nuovo lavoro e magari riuscirò a postare un capitolo ogni settimana. Massimo quindici giorni, nel peggiore dei casi XD.
Ed ora (Sottofondo: Aria sulla quarta corda - Bach)...
La Dirty Bastard è una birra prodotta dal birrificio Founders a Grand Rapids, in Michigan. Ha quasi nove gradi, insomma non è una birretta leggera .
Scusate per questa breve parentesi, ma oltre ad essere appassionata di birre, mi sembrava giusto spiegarvelo. Non mi piace lasciare nulla al caso... Tanto che quando scrivo, ho google maps aperto per cercare locali dove ambientare le varie scene... Lo so, non sono molto normale .
Il misterioso passato di Castiel sta per venire a galla, con i suoi alti e bassi... ci sarà da divertirsi.
Ci leggiamo presto!


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