Prilla's adventures- Il legame

di Prilla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La leggenda ***
Capitolo 2: *** L'albero portale ***
Capitolo 3: *** Astreg ***
Capitolo 4: *** Magor ***
Capitolo 5: *** Lui ***
Capitolo 6: *** Il Deserto di Ghiaccio ***
Capitolo 7: *** Ritorno sull'isola ***
Capitolo 8: *** Falco! ***
Capitolo 9: *** Due fate un po' bizzarre ***
Capitolo 10: *** Pirati! ***
Capitolo 11: *** Sassi per cena ***
Capitolo 12: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 13: *** Una strana nebbia ***
Capitolo 14: *** La capitale dell'Acqua ***
Capitolo 15: *** La capitale dell'aria ***
Capitolo 16: *** Il Rifugio ***
Capitolo 17: *** Il folletto può essere utile ***
Capitolo 18: *** Il sogno ***
Capitolo 19: *** La roccaforte della terra ***
Capitolo 20: *** 20. Lo scambio ***



Capitolo 1
*** La leggenda ***


1. La leggenda

Una mattina di primavera, sull'Isola-Che-Non-C'è, nel Bosco Incantato, una fata ed un folletto
erano alla ricerca di Piante del filo per cucire dei nuovi vestiti.
Mentre camminava, Prilla, così si chiamava la fata, inciampò su una radice...
-Luke, Luke vieni a vedere! Quest'albero si illumina!
-Non mi starai prendendo in giro, vero?- rispose il folletto avvicinandosi per darle una mano a rialzarsi.
-Guarda con i tuoi occhi, mi credi ora?
-Ho le traveggole vero? Dimmi che sono traveggole. Gli alberi non possono illuminarsi da soli.
-Appunto, se non si possono illuminare da soli vuol dire che c'è qualcosa sotto, andiamo a scoprire
 cosa!-disse Prilla tutta eccitata. Non è cosa da tutti i giorni vedere un albero che si mette a brillare
appena lo sfiori.
Appena si furono avvicinati al nodo del tronco una forza misteriosa li costrinse a tenersi per mano mentre venivano risucchiati da un enorme vortice.
Volevano urlare ma la voce non uscì, gli rimase in gola. Non sapevano cosa li aspettava.
Quando tutto sembrava finito atterrarono con la potenza di uno starnuto su di un morbido prato in una radura ombrosa dove ogni albero o pietra erano ricoperti da uno spesso strato di soffice muschio.
-Prilla, stai bene?-disse Luke ansimando, era atterrato sull'unico gruppo di pietre presente la intorno.
-Sì, credo di sì. Ma che posto è mai questo?- rispose lei in un gemito.
-Non lo so, ma sento aria di guai, andiamocene.- Quando Luke aveva un presentimento, quello, la maggior parte delle volte si avverava.
Nel frattempo, dietro un mucchio di cespugli, ben nascosti per  non farsi vedere, un gruppo di strani esseri, li stava osservando. Quello che aveva l' aria di essere il capo sussurrò in un bisbiglio:
-E' il momento. Nel libro delle leggende c'era scritto che sarebbe arrivata la ragazza.
-Ma quello con lei, chi è?- chiese un altro.
-Cosa vuoi che ne sappia io? Ti sembro forse un libro di leggende?
-Entriamo ora in azione?- domandò un terzo.
-No! Seguite il piano e basta.
Luke e Prilla intanto si erano alzati, avevano controllato di non essersi rotti niente e avevano iniziato a vagare senza meta fermandosi di tanto in tanto ad ammirare il paesaggio. Verso l' orizzonte si intravedevano un vulcano imponente e una strana roccia dall'aspetto bizzarro che ricordava la testa di un uccello.
-Luke , non è meraviglioso qui?- disse Prilla con voce sognante.
-Dimmi se ti sembra meraviglioso il fatto che non sappiamo dove siamo, non conosciamo il modo
 per tornare a casa... devo continuare?
-Sei il solito guastafeste. Non vedi mai la situazione dalla parte del bicchiere mezzo pieno.- lo stuzzicò Prilla imbronciandosi. Luke aveva ragione è vero, ma bisognava divertirsi almeno una volta tanto.
-Io lo vedo il bicchiere mezzo pieno... mezzo pieno d'aria.- ribatté Luke indignato.
Ma pochi istanti dopo un urlo interruppe il silenzio che si era creato.
-RETE DI PIANTE!
-Cos'era quell'urlo?-domando Luke terrorizzato.
-Cosa vuoi che ne sappiaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!
All'improvviso dal terreno sotto i loro piedi sbucarono fuori tante piccole ma robuste liane che li ricoprirono quasi completamente. Erano in trappola!
Mentre provavano a liberarsi il capo degli strani esseri si avvicinò...
-Benvenuti su Gorm.
Prilla, che non lo aveva visto né tanto meno sentito arrivare, trasalì quando si ritrovò faccia a faccia con quello che per lei era l'essere più spaventoso che avesse mai visto.
Aveva due lunghe corna color avorio, un paio di ali nere che lo rendevano maestoso, non assomigliava per niente ad un essere umano. Era altissimo rispetto a lei e a Luke.
-C-chi s-sei?- chiese Prilla con un filo di voce.
-Se te lo dico ora ti rovino la sorpresa.- disse lui con un aria di chi si sente superiore.
-Non ci piacciono le sorprese.-ribatté Luke, cercando di non far vedere di essere spaventato.
-Abbiamo già perso troppo tempo.- si intromise un altro-Addormentiamoli, così non ci daranno
  noie.
A un cenno del capo quello che se ne era stato più in disparte si fece avanti. Aveva due piccoli occhi gialli e il suo sguardo era agghiacciante. Aveva solo una mano mentre, sull'altro braccio, prendevano posto un paio di chele che da sole sarebbero riuscite a tagliare di netto un albero.                            
Le sollevò lentamente e le puntò verso due poveri malcapitati... uscì un denso fumo nauseabondo che in pochi attimi li avvolse...scese il buio sui loro occhi. Erano svenuti.
Quando rinvennero non erano più nella radura dove erano atterrati, ma si trovavano in una cella dalle pareti di lava incandescente, dove continui sbuffi di vapore rendevano l' aria appena respirabile.
Appena si resero conto della loro triste situazione, iniziarono a cercare un punto dove sarebbe stato possibile manomettere la parete per poter scappare. Già, scappare, che bella parola, ma scappare dove? Non sapevano come erano arrivati lì, come facevano ad andarsene senza essere visti, dal momento che non conoscevano il numero delle guardie? Addirittura non erano al corrente del fatto che ce ne fossero.
Mentre erano intenti a perlustrare una parete alle loro spalle tuonò una voce.
Si voltarono di scatto e si ritrovarono faccia a “muso” con i loro rapitori.
-Alla buon'ora.- disse un gormita tutto blu che sembrava fatto interamente d'acqua -Finalmente vi           
 siete ripresi. Seguiteci. Niente scherzi, non vi conviene se volete vivere a lungo.
Non avevano scelta. Prilla, in cuor suo, si stava dando della stupida, per colpa sua e della sua curiosità erano stati catturati e non avevano più contatti con l'Isola-Che-Non-C'è o con alcuna forma di vita che non fosse un gormita.
Luke invece si guardava intorno cercando disperatamente una via di fuga. Dopotutto avevano ancora la polvere magica, erano in grado di volare. Poter volare era la loro unica possibilità per fuggire.
Purtroppo non c'erano finestre o prese d'aria abbastanza grandi per poterci passare. Dopo aver percorso una serie di corridoi intricati che salivano e scendevano, arrivarono in una grande sala dove li aspettava il capo di quei gormiti.
-Vi stavo aspettando. Bene... Prilla...-disse una voce che fece tremare tutto.
-C-come c-c conosce il mio nome ?
-Tutti qui su Gorm lo conoscono. Ma bando alle ciance, parliamo di cose serie.-tuonò la voce.
-Prima vogliamo sapere come vi chiamate voi!- intervenne Luke.
-Zitto, moscerino! -lo richiamò un altro gormita color rosso vivo.
 Sembrava uguale a quello che aveva le chele al posto della mano ma questo aveva una specie di sperone che colava lava continuamente, in più aveva una lunghissima coda che, se usata come frusta, avrebbe disintegrato una roccia in un sol colpo.
-Luke, stai calmo e vediamo di farli ragionare, magari ci lasciano andare.- lo chetò Prilla.
-Non parlate tra voi, tanto riusciamo a sentirvi. E' inutile che mi guardi con quell'aria smarrita, Luke. Noi gormiti abbiamo un udito molto più fino del vostro. Comunque io sono Obscurio, signore dell'oscurità.
-Io sono Nobil Mantis.- disse quello tutto blu.
-Io mi chiamo Lavion, signore della lava.-si presentò il gormita con la chela.
Dopo di lui si presentarono anche Magmion, signore del magma (quello con la coda), Barbataus (quello che li aveva intrappolati con le piante) e Armageddon (non aveva né occhi né naso ma solo una bocca gigantesca).
-Soddisfatto?- chiese Obscurio rivolgendosi a Luke con un tono beffardo.
-Ora continuiamo, dove eravamo rimasti?-disse la voce con un tono pungente.
-Lei stava per iniziare a “parlare di cose serie”.- disse debolmente Prilla.
Lei era abituata a parlare con i Goffini (le fate chiamano gli esseri umani Goffi e i bambini Goffini) ma non aveva mai parlato con dei gormiti prima d'ora. L'istinto naturale di Prilla la portava ad essere gentile con tutti, anche con i più meschini.
-Dacci del “tu”. Sappiamo che sei molto potente, possiamo averne la conferma?- lo disse con un tono niente affatto gentile, quasi a prendere in giro.
-Non avrete la conferma di un bel niente se non ci spiegate subito perché siamo qui, perché ...-
Ma non fece in tempo a finire la frase che un'ondata d'acqua si riversò sulla sua testa.
-Vediamo se sai tenere quella bocca chiusa ogni tanto.- disse Nobil Mantis.       
-Lasciatelo in pace!- disse a quel punto Prilla -Volete sapere di me e non di lui, liberatelo dato che
  da lui non volete niente.
-Non dirlo neanche per scherzo!- sbottò Luke -Sai che non ti lascerei mai da sola insieme a questi
  cosi...
-Prima di tutto abbiamo un nome, poi ha ragione lei, tu puoi anche tornare su quella bizzarra isola.-
disse Obscurio guardando Luke dritto dentro gli occhi, facendogli gelare il sangue.
-M-ma...- balbettò lui.
-Niente ma. E' deciso. Dopo tornerai a “casa”.
Appena Obscurio terminò la frase gli si avvicinò Magmion e gli sussurrò due parole nell'orecchio.
Tutto d'un tratto un ghigno malefico apparve sui volti di tutti i gormiti.
-Un'ultima cosa. Prilla parteciperà al torneo che si tiene nella piana di Astreg.
Detto questo, Obscurio se ne andò senza lasciare il tempo a Luke e Prilla di fare la più piccola domanda su quella scelta o su cosa fosse la “piana di Astreg”.
Dopodiché Lavion li avvicinò e fece loro segno di seguirlo.
Mentre tornavano nella cella, Prilla bisbigliò nell'orecchio di Luke qualcosa come: “Al tre!”
Ma Lavion la sentì e appena Prilla disse “TRE” si voltò di scatto per vedere il tentativo di fuga
dei suoi prigionieri. Peccato per questi ultimi che Lavion fosse il più abile tiratore di tutti i gormiti del vulcano! Impiegò una frazione di secondo per prendere la mira e lanciare una delle sue        
potentissime e precisissime saette di lava.
Si sentì un grido seguito da un tonfo. Prilla era stata colpita ad un braccio, che ora perdeva sangue. Nel frattempo, il rumore del colpo e del tonfo avevano mobilitato una decina di gormiti del vulcano che erano accorsi per vedere la causa di quel frastuono. Appena videro Luke e Prilla ebbero un fremito: davanti a loro c'era la fata delle leggende!
Dovete sapere che su Gorm c'erano dei libri magici che erano in grado di prevedere il futuro e al loro interno contenevano tutte le informazioni relative ad ogni popolo. Oltre al popolo del vulcano e dell'oscurità c'erano tutti gli altri elementi naturali: acqua, aria, terra, foresta e luce.
Si narrava di altre dimensioni magiche, tra cui L'Isola-Che-Non-C'è, e di una fata che fosse andata in contatto con una parte del potere dell'Occhio della Vita e lo avesse assorbito. Non c'erano immagini che la ritraevano ma solo il suo nome, la sua descrizione e come sarebbe arrivata su Gorm ma non diceva quando. Quindi, tutti i giorni i gormiti del vulcano si davano i turni per controllare quello che sarebbe stato l'albero portale dal quale sarebbe arrivata la fata. Molti di loro credevano che tutto ciò fosse infondato... dopotutto erano solo leggende! Ma dietro alcune leggende a volte c'è il vero, come dietro a questa:
“Durante l'ultimo scontro tutti i gormiti lottavano per il possesso dell' Occhio della Vita, una pietra che permetteva a chi la possedeva di controllare tutti gli elementi, aveva anche però dei poteri malefici; chiunque venisse toccato dal possessore della pietra diventava malvagio, chi veniva invece sfiorato era istantaneamente teletrasportato chissà dove.
Il duello finale della battaglia era stato combattuto dal Sommo Luminescente, il signore della luce, e da Obscurio, signore dell'oscurità. Obscurio era stato sconfitto, e il Sommo Luminescente era entrato in possesso dell'Occhio della Vita. Per annullare il suo potere malefico decise di separare i due enormi poteri. Spostò la parte “buona” dei poteri in una seconda pietra: era proprio quella stessa pietra che aveva dato la capacità a Prilla di controllare gli elementi.
L'Occhio della Vita era rimasto con la parte “cattiva”. Obscurio però non si era rassegnato all'idea di aver perso. Decise così di impadronirsi di una parte dell'Occhio della Vita. Riuscì nel suo intento ma per sua sfortuna prese la parte “cattiva” che, senza essere unito a quella “buona”, era inutilizzabile.”

Ma torniamo ai nostri fuggitivi...
Tra la folla accorsa in seguito ai rumori si stava alzando un bisbiglio. Nel frattempo era arrivato Barbataus, che afferrò Luke per un braccio, nonostante lui si divincolasse con tutte le sue forze, e lo allontanò da Prilla che stava ancora a terra per il colpo ricevuto.
Anche Prilla fu portata via da un gormita che non aveva mai visto prima. Era più basso rispetto agli altri e la sua testa era ovoidale con, ai lati, degli occhi perfettamente sferici in cui sembrava ardesse una fiamma.
Venne portata in una cella peggiore della prima; non si vedeva niente a causa del vapore, il pavimento era circondato da rigagnoli di lava che emanavano nuvole di fumo.
L'intera cella aveva una sola finestra ed il ricambio d'aria era appena sufficiente per Prilla, tanto che appena faceva un movimento le girava la testa.
-Sta ferma, più ti muovi più sangue ti esce dalla ferita.- disse il gormita- Tra poco si rimarginerà     
 senza bisogno di cure.
Detto questo se ne andò, lasciando Prilla in mezzo ai vapori.
Appena se ne fu andato lei fece un giro per la cella e trovò uno spuntone dal quale gocciolava continuamente acqua, la prese e la sparse sulla ferita, disinfettandola.
Prilla soddisfatta, guardò la ferita dove si stava formando la nuova pelle. Le fate guariscono in fretta con la polvere magica.
Si mise a pensare ad Astreg e ciò a cui stava per andare incontro. Mentre pensava, stanca, si addormentò...

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Capitolo 2
*** L'albero portale ***



2. L'albero portale
 

Nel frattempo Luke era stato condotto all'albero portale per essere rispedito sull'Isola-Che-Non C'è.

Lo avevano scortato dei gormiti alquanto bizzarri: erano tutti e tre uguali, nessun segno distintivo, neanche la più leggera sfumatura di colore... niente!

Una volta arrivati notarono però che l'albero aveva smesso di illuminarsi, anzi, sembrava un albero come un altro. Si capiva che era quello perché era l'unico albero in mezzo a quella stessa radura dove erano atterrati lui e Prilla.

Luke pensava che adesso quei gormiti avrebbero fatto un incantesimo all'albero per farlo tornare a casa, con suo stupore vide che nemmeno loro sapevano ciò che accadeva.

-Cosa dobbiamo fare,- chiese uno- se il portale si è richiuso?

-Lo chiedi a me?- gli rispose un altro- Domandalo a Obscurio.

Luke stava seguendo quella scena cercando di capire cosa doveva fare, se scappare o restare a guardare.

Ormai la discussione andava avanti da diversi minuti quando un potente ruggito proveniente dal cielo catturò l'attenzione dei gormiti.

Luke alzò lo sguardo e vide un drago cavalcato da Armageddon e con un gesto fulmineo lo fece atterrare vicino all'albero portale. Scese dalla sua cavalcatura e si diresse deciso verso Luke spingendolo verso l'albero. A pochi passi da esso però si fermò.

-Mi spiegate che ci fa lui ancora qui?- disse rivolgendosi ai tre gormiti con fare minaccioso.

-Ehm...- disse uno -l'albero portale si è rotto.

-COME SI È ROTTO!?- sbraitò Armageddon- È un albero non si rompe, a meno che non lo si

spezzi o sradichi.

-Obscurio dice questo portale si apre solo con determinati esseri.-disse uno dei tre gormiti.

-Prilla non è un “essere”- Ribatté Luke indignato.

-Sta zitto lingua lunga. Evidentemente tu non sei tra questi, ecco perché il portale non si apre. Ma ora tornate al vulcano. È inutile restare qui ancora a lungo.
________

 

Prilla stava dormendo quando dei rumori la svegliarono all'improvviso.
-Muoviti. Dobbiamo arrivare al Torneo dei combattenti entro questa sera.- tuonò profonda la voce di Obscurio. Detto questo lasciò la cella.

Poco dopo anche Prilla uscì... improvvisamente venne ricoperta da un'onda d'acqua. Non se lo aspettava e si arrabbiò tantissimo. Fece una cosa che neanche lei sapeva di poter fare: controllò i movimenti dell'acqua dirigendola contro Obscurio con tale forza da farlo barcollare e cadere.

Dopo un attimo di stupore generale Obscurio si rialzò e si diresse verso Prilla con fare minaccioso.

-Come hai fatto?-disse -Come hai fatto a controllare l'acqua?

-G-giuro c-che n-non lo so,- balbettò Prilla- ho sentito l'acqua uscirmi dalle d-dita e non sono stata in grado di farla tornare dentro...

-Spiegati meglio- comandò Nobil Mantis

-Ho pro-prodotto acqua. È-è strano nemmeno le fate con il talento per l'acqua possono farlo.

-Sono stati i tuoi poteri a permettertelo. Sei la fata delle leggende, hai tu l'altra parte dell'Occhio

della Vita.

-Occhio della Vita?- domandò Prilla- Cos'è?

-Non c'è tempo per le spiegazioni. Lo capirai durante la tua permanenza qui a Gorm. Ma ora

andiamo.-disse Obscurio mentre si toglieva l'acqua di dosso.

Quando lei ed Obscurio si misero in marcia per raggiungere la piana di Astreg Prilla era preoccupata... Dov'era Luke? Stava bene? Era già tornato sull'Isola-Che-Non-C'è?

Era talmente assolta nei suoi pensieri che non vide che Obscurio si era fermato e gli andò contro.

-Sei sicura di sentirti bene?-disse con un tono maligno- Non fai un passo che o ti fai male tu o fai

male a qualcun altro.

-Scusami... ma...

-Ma?

-Bé... sto pensando, per questo ho la testa fra le nuvole.

-Ma a cosa stai pensando?-la stuzzicò lui.

-Voglio veder te lontano da casa tua e da ciò in cui sei sempre vissuto arrivare dove non conosci

niente e nessuno.-urlò Prilla di rimando.

-Ok,ok ma stai calma!

-Ora mi dici anche di calmarmi!

Prilla stava diventando furibonda, sentiva sempre più caldo, sempre di più, sempre di più. Sentiva che tutto ciò che stava intorno a lei prendere fuoco e si accorse che le fiamme l'avevano circondata. Ciò che la sorprese fu il fatto che le fiamme non gliele aveva dirette contro Obscurio ma le aveva generate lei stessa!

Ad un certo punto ne perse il controllo mandandole addosso ad un albero là vicino.

Obscurio non si aspettava che Prilla reagisse a quel modo ma si preparò per bloccarla prima che desse fuoco all'intera foresta.

Per prima cosa assorbì tutte le fiamme poi, con un incantesimo molto potente, trasformò quelle stesse lingue di fuoco in potenti serpenti, assomiglianti a fumo denso, con i quali fermò Prilla quasi soffocandola.

Appena ritirò quei serpenti di fumo Prilla cadde a terra tossendo per mandar via quella roba dai polmoni. Si sentiva stordita e aveva perso il senso dell'orientamento, ogni volta che provava ad alzarsi le girava la testa. Ci mise una decina di minuti per tornare in sé.

-Hai un grande potere ma non sai ancora utilizzarlo. Ti conviene imparare entro questa sera. O al

torneo combinerai un disastro.

Prilla lo guardò a fondo negli occhi e sentì la schiena percorsa da brividi che le arrivarono fin sulla punta delle ali. Gli occhi di Obscurio sembravano vuoti ma infondo brillava una fiamma ardente che ti colpiva nel profondo facendoti venire quegli odiosi brividi.

Si rimisero in marcia e continuarono a camminare fino a tardo pomeriggio.

-Abbiamo camminato troppo lentamente. Di questo passo non arriveremo mai in tempo. Hai mai

preso un teletrasporto?

-Se per teletrasporto intendi un qualche cosa come l'albero portale allora sì, altrimenti no.- rispose Prilla aspettandosi un vortice luminoso così potente da disintegrare un corpo per poi rimetterlo insieme.

-Voi femmine non date mai una risposta coerente alla domanda... vi limitate a scriverci su un poema, comunque ora capirai come ti senti ad essere teletrasportato.

Detto ciò con un gesto fulmineo delle mani creò un cerchio per aria fatto dello stesso fumo che prima formava i serpenti. Man mano che le sue mani roteavano più velocemente il cerchio formava degli anelli che gli stringevano intorno alla vita sollevandoli da terra, Prilla sentì il vento sulle guance e istintivamente si mise a battere le ali come per volare via.

Aveva chiuso gli occhi e ora stava nel Mondo Fermo (così le fate chiamano la Terra) vedeva Goffini che facevano le cose più strane come lanciarsi dei piccoli pezzi di carta colorati che loro chiamavano coriandoli durante una festa che Prilla amava moltissimo: il Carnevale.

Subito dopo si trovava ad un compleanno dove una ragazzina soffiava divertita sulle candeline. Vide tanti Goffini uno dopo l'altro finché una turbolenza del teletrasporto non la fece sussultare. Stavano per arrivare a destinazione quando a pochi metri da terra Obscurio, con un gesto, interruppe l'incantesimo.

Prilla, che non se lo aspettava, precipitò di colpo. Per fortuna del suo fondo schiena atterrò su un mucchio di foglie.

Poco dopo anche Obscurio la raggiunse. Era evidentemente preparato per quel genere di cose tanto che non si era procurato il benché minimo graffio.

-Cerca di stare attenta quando ti trovi su un teletrasporto!- la canzonò lui- Questa volta ti è andata

bene. La fortuna è cosa rara.

-Lo terrò a mente.-disse Prilla rialzandosi.-Sbaglio o queste sono voci?

-Non sbagli, ci sono i gormiti degli altri popoli. Sei molto conosciuta da tutti. Le leggende vengono raccontate a tutti, poi ognuno libero di crederci o no. Un po' come per voi fatine.

-Allora nessuno mi crederà. Anche i Goffini ultimamente hanno smesso di credere nella nostra

esistenza.-sospirò Prilla ripensando all'Isola-Che-Non-C'è

-Prima di andare vieni qua. Se provi a fare la furba non avrò pietà a sarò costretto ad “aprire fuoco”.

-Ho capito alla perfezione... ora andiamo? Prima arriviamo prima ce ne andiamo, no?

-No. Ce da vedere come te ne vai, se tutta intera o a pezzi tenuti con la colla. - Obscurio cambiò tono all'improvviso - Dammi il braccio, svelta!

Prilla obbedì all'istante porgendogli il braccio destro. Obscurio lo afferrò e le strinse una mano attorno al polso. Sussurrò qualche parola incomprensibile e lasciò andare Prilla. Non le aveva fatto male, aveva fatto un semplice incantesimo.

-Chiunque mi colpisca o mi lanci un incantesimo danneggerà anche te. Molto di più.-disse lui in un ghigno.

Dopo di ché esclamò:

-Andiamo!

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Capitolo 3
*** Astreg ***


3. Astreg

 

La piana di Astreg brulicava di gormiti. Ce ne erano di tutti i colori, altezze... Prilla notò che c'erano alcuni gormiti che sembravano essere femmine.

Stava seguendo Obscurio quando si accorse che tutti i presenti si stavano fermando e si preparavano ad attaccare.

Obscurio si fece avanti e disse a gran voce:

-Fossi in voi non lo farei, se non volete uccidere anche lei.

In un attimo tutti quei gormiti che si erano preparati a far fuoco si fermarono di colpo. Si alzò un bisbiglio che andava via via crescendo... ad un tratto due gormiti si fecero avanti.

Avevano gli stessi colori, giallo e beige chiaro.

-Cosa ci fa la fata delle leggende con te?-disse uno dei due che assomigliava quasi ad un cavallo.

-Deve solamente partecipare al torneo,Trematerra, non sa usare i suoi poteri.- disse beffardamente Obscurio.

-Di un po',- disse l'altro che aveva una corazza simile al guscio di una tartaruga- L'hai rapita per

toglierle l'Occhio della Vita?

-Se un abile osservatore, Schienacciaio, ma non hai poteri sufficientemente potenti per fermarmi.

Ora procediamo... -disse senza neanche guardare negli occhi quel gormita- Chi è il campione della

terra?

Si fece avanti un gormita enorme con delle corna da capra rivolte all'indietro, era alto quasi quanto Obscurio ma era meno largo di spalle. Teneva in mano due enormi martelli che Prilla reputava troppo pesanti da poter essere sollevati ma il loro proprietario non ci badava e li faceva roteare con una facilità e agilità tale da farli sembrare leggerissimi.

-Sono io il campione quest'anno- disse- vuoi sfidarmi?

-Non sarò io a battermi con te, Rocciatauro,ma lei.

Puntò il suo dito su Prilla.

-Dove sta il trucco?

-Nessun trucco, anzi...

-Un momento non sono d'accordo.- disse Prilla e tutti gli occhi compresi quelli di Obscurio si girarono a fissarla.-Ci tengo a restare intera...

Si sentiva in imbarazzo tanto che l' alone di luce che la circondava diventò da giallo-dorato ad arancione.

-Non ti intromettere.-disse acido Obscurio fulminandola con gli occhi.

-Non parlarle così!- disse un gormita con due grandi ali.

-Pensa alle tue piume Aquilasolitaria.

-Non darmi ordini, non sono uno dei tuoi stupidi servitori.

-Nessuno di noi lo è!-aggiunse qualcuno dalle ultime file.

-State calmi!- li ammonì Obscurio- Non sono venuto qui per litigare. Vi ho già detto che è per la

“cosa” che sono qui.

Lo disse alludendo a Prilla che già era nervosa, ora Obscurio la chiamava “cosa”... era la goccia che faceva traboccare il vaso.

-Non sono “cosa”! Mi chiamo Prilla e vorrei essere chiamata così!

Lo gridò all'improvviso cogliendo di sorpresa tutti.

-Ti vorrei ricordare che noi gormiti abbiamo un udito più fino rispetto al tuo.- disse Obscurio.

-Scusate se ho urlato, ma dato che si tratta di me vorrei decidere io la mia sorte. Ho scoperto da

poco i miei poteri e non so usarli bene potrei uscire da uno scontro a pezzi o vittoriosa col rischio di danneggiare il mio avversario.- Mentre disse questa frase guardò Obscurio e si ricordò dell'incidente avvenuto appena uscita dalla cella e un cenno ad un sorriso le apparì sulle labbra. Sparì appena un grido interruppe questo suo pensiero...

-Obscurio è solo e noi siamo in tanti possiamo batterlo!

Tutti i gormiti con un urlo si lanciarono addosso a Obscurio che si difese prontamente, Prilla venne quasi travolta ma riuscì a svolazzare via staccandosi dalla folla. Stava per atterrare quando sentì un dolore atroce le attraversò una gamba facendola cadere.

L'incantesimo di Obscurio funzionava!

Provò a rialzarsi... un altra fitta di dolore la colpì... Era impossibile fare un passo senza cadere.

Radunò le sue ultime forze e generò del vento... non un vento qualsiasi... l'aria si muoveva velocemente, sempre più velocemente creando un sibilo talmente acuto che persino lei dovette ammettere di aver un po' esagerato.

I gormiti ai fermarono di colpo cercando di tapparsi le orecchie... il campo di battaglia era fermo.

Sfruttando l'energia del vento Prilla si avvicinò ad Obscurio e di colpo fermò il tornado che la avvolgeva.

-Non colpite Obscurio.-lo disse ansimando. Mai le era capitato di dover affrontare uno sforzo simile

-Se colpite lui i vostri colpi si abbatteranno su di me...

Una voce profonda e rauca domandò:

-Chi ci dice che tu non sia un'impostora?!

-Prova a colpire Obscurio... però fai piano e vedi se non dico la veri...

Non aveva finito la frase che si fece avanti un gormita che aveva le braccia trasparenti fatte d'acqua...

-Io sono Martello, hai una preferenza su dove devo colpire?

-Ehm...in un posto dove non fa ...troppo male...

-No problem!

In un attimo Prilla sentì un rumore e il dolore al braccio che Lavion aveva colpito era di nuovo aumentato.

Ci appoggiò una mano e si accorse che le sanguinava di nuovo.

-Temo di aver colpito nel punto sbagliato...-disse Martello avvicinandosi.

-No, non ti preoccupare, è una vecchia ferita.

-Chi te l'ha fatta? - le domandò Aquilasolitaria.

-Lavion.-rispose Prilla dopo un attimo di esitazione...poi le si appannò la vista e tutte le voci intorno a lei diventarono un ronzio...

Si afflosciò su se stessa, stava perdendo troppo sangue e la sua condizione attuale non la aiutava... svenne.

Quando si risvegliò si trovò distesa su una lettiga di foglie.

-Dove mi trovo?- disse dopo essersi guardata intorno...

-Tra amici.-le rispose una voce alle sue spalle.

Prilla si girò e vide Obscurio.

-Tra amici, eh?

-Ti preferisco svenuta... non parli, non fai battutine sarcastiche...Tò, prendi. -disse porgendole una ciotola piena di piccoli frutti.

-Molto spiritoso. Qui non ci troviamo più ad Astreg, giusto?-rispose lei prendendola.

-Ho approfittato di un momento di distrazione di quei gormiti per teletrasportarci qui. Avresti dovuto vedere la loro espressione.-disse Obscurio. Poi guardando la faccia interrogativa che Prilla faceva esclamò-Quei frutti sono commestibili, puoi mangiarli tranquillamente!

-Grazie. Che cosa hai fatto al mio braccio?-disse dopo aver notato una sostanza gelatinosa che lo avvolgeva quasi interamente.

-Niente di particolare... linfa di albero, bacche marce...

-Come marce?!

-Bé con noi gormiti funziona benissimo.

-Ma io non sono un gormita!

-Cosa vuoi che ti dica, se ancora non si è gonfiato significa che va alla grande!

-Sarà...-disse vaga mettendo una manciata di quegli strani frutti in bocca. Erano dolci come le fragole che lei adorava.

-Ora dormi, domani dovremo camminare parecchio per arrivare al vulcano. Magor ti sta aspettando.

-Chi è Magor?

-È il nostro comandante, futuro re di Gorm...

-Oh, ho capito.-disse Prilla con un tono sarcastico.

-Un'ultima cosa, se ti dovesse venire in mente di scappare, sappi che c'è un campo di forza che ci

circonda.

Detto questo si girò su un lato e dopo pochi minuti si mise a russare.

Anche Prilla si girò su un fianco ma non riuscì a chiudere occhio. Passò metà della notte da sveglia.

Cosa succede sull'Isola-Che-Non-C'è? Luke sta bene?

Tante domande le frullarono nella mente quella notte finché non si addormentò.

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Capitolo 4
*** Magor ***


4. Magor

 

Obscurio aprì gli occhi e dopo qualche sbadiglio si decise ad alzarsi dal suo giaciglio. Buttò un occhio su Prilla, dormiva ma sul suo volto si vedeva che non aveva avuto una notte tranquilla.

Le si avvicinò e la percosse tanto da farla sobbalzare.

-Ti sembra questo il modo di svegliare una signora?-disse lei appena si riprese dallo spavento.

-No. Ma come credi che possa fare se dormi come un ghiro!

-Guarda che mi tocca sentire, pensa a te... non è trascorso un minuto stanotte senza che tu russassi!

-Lo so, ammetto di russare ma ora possiamo farla finita?

-Umpf. Va bene.

Prilla si alzò e puntò dritto un piccolo foro da dove usciva del fumo. A pochi metri da esso però sbatté il naso sua lastra invisibile che la respinse abbastanza violentemente ai piedi di Obscurio.

-Hai già dimenticato il campo di forza?!

-Sì, purtroppo.-disse massaggiandosi il naso.

-Sei un incantesimo vagante...- le rispose Obscurio senza nemmeno guardarla- Possiamo andare, ho

tolto la barriera.

Il viaggio proseguì senza intoppi fino a che...

-Ma qui non siamo vicini all'albero portale?- domandò Prilla osservando le piante che la circondavano.

-Sì, ma se torni nel tuo mondo io ti seguirò, i miei incantesimi sono multifunzionali.

-Oh! Fantastico!

Obscurio si mise a lanciare incantesimi alle pietre là intorno facendole diventare lava.

-Nei libri di leggende c'è scritto che le pietre di Gorm sono le più dure di tutte le dimensioni, pensa cosa potrei fare a quelle del tuo!

-Meglio se non ci penso.-bisbigliò Prilla.

Obscurio anziché continuare per il sentiero che conduceva all'albero portale girò a destra per un'altra via più stretta immersa negli alberi.

Man mano che camminavano il bosco diventava più rado. Continuarono per quel sentiero per altri dieci minuti circa fino a quando non si aprì una voragine davanti a loro.

-Siamo arrivati al passo della Terra Famelica. Dovremo volare.-disse Obscurio spalancando le ali.

-C'è solo un piccolo problema... senza polvere magica non volo.-disse allora Prilla prima che questo prendesse il volo.

-Giusto. Ti dovrò trasportare io.-da come lo disse sembrava che l'idea non gli andasse proprio a genio.

Detto questo la afferrò e iniziò a volare. Prilla non aveva mai volato così veloce neanche con la super polvere di Vidia, una sua “amica” fata.

-Woah! C'è una vista mozzafiato!- esclamò Prilla guardandosi intorno.

Sotto di loro infatti c'erano fitte boscaglie, torrenti impetuosi e il vento soffiava continuamente muovendo allegramente i capelli di Prilla.

Quel volo durò poco. Quando atterrarono Obscurio con un gesto le fece segno di stare in silenzio.

-C'è un falco?- chiese sottovoce atterrita alzando gli occhi al cielo.

-No, ma mi era sembrato di vedere qualcosa dietro una roccia, sarà stata una sentinella.- rispose lui abbassando la guardia.

Continuarono a camminare fino a che non arrivarono in una specie di deserto. C'erano pietre e rocce ovunque, niente piante né animali: erano arrivati nel territorio dei gormiti del vulcano.

-Uscite fuori, sono io.- disse ad un tratto Obscurio.

Da dietro delle rocce uscirono quattro imponenti gormiti.

-Loro sono i guardiani, hanno il compito di distruggere tutto ciò che passa il confine senza prima farsi identificare.

Detto questo uno di loro si fece avanti e parlò ad Obscurio con un'espressione preoccupata.

-Mmmh... bene. Tornate al vostro lavoro.
Appena se ne furono andati Obscurio si girò verso Prilla.
-Pare che l'albero portale si sia richiuso, il tuo amichetto dovrà aspettare in po' prima di poter

tornare a casa, a meno che...

-A meno cosa?- domandò Prilla ansiosa.

-A meno che tu non sia disposta a farcelo tornare. Quell'albero apre il portale solo con determinate persone. Tu sei l'unica a poterlo fare per il momento.

Ripresero il cammino e non volò un fiato durante il resto del tragitto. Erano ormai ore che camminavano senza interruzioni da quella mattina e le gambe di Prilla iniziavano a farsi sentire, senza contare poi il sole. Era alto nel cielo ed era da poco passato mezzogiorno ma Obscurio non sembrava avere né caldo né di essere stanco.

Poco dopo però arrivarono al vulcano ma per sfortuna di Prilla bisognava percorrere una lunga salita che portava all'ingresso principale.

-Vuoi darti una mossa o hai intenzione di rimanere lì tutto il giorno?- disse Obscurio a Prilla che era assorta nell'osservare la cima di quella montagna di fuoco.

-Arrivo. Da qui sembra molto più grande, il vulcano intendo...

-Per me è normale.-disse facendo spallucce. Quella fata era facilmente impressionabile.

In cima alla salita si apriva un enorme portone ricoperto da delle decorazioni che seguivano un disegno che in più punti si intrecciava con se stesso. Oltre quella soglia si estendeva una fitta rete di corridoi che se percorsi portavano ad una grande sala al centro esatto del vulcano, nella sua camera magmatica. Ed è proprio lì che Prilla e Obscurio arrivarono.

Al centro della sala prendeva posto una piattaforma collegata alle quattro porte principali collocate in corrispondenza dei punti cardinali. Quattro ponti di roccia univano il tutto. L'aria era molto calda ma non c'era vapore, continui schizzi di lava danzavano sulla superficie di quel bacino magmatico.

Una volta attraversato il ponte nord una voce fece tremare la piattaforma facendo quasi cadere Prilla.

-Sei arrivata finalmente...-disse un gormita alto quattro volte Obscurio, con tre enormi tentacoli di fuoco - “Prilla” strano nome. Ma veniamo al dunque; dove tieni l'Occhio della Vita?

-P-prego?- rispose lei.

-Oh fantastico! Hai dei poteri e non sai nemmeno la loro origine...

-Io non so neanche cosa faccio qui, se per questo.

-Obscurio puoi andare.-disse rivolto a Obscurio, ignorando Prilla.

-Sì, mio signore.

Appena se ne fu andato Prilla si rivolse a Magor.

-Quindi tu sei il capo qui.

-Preferisco definirmi il padrone. Ora torniamo a te. Davvero non conosci i tuoi poteri?

-Bé, so che posso fare degli incantesimi...

-Non sai nient'altro?

-No.

-Nelle leggende di Gorm si parla di una fata in grado di controllare tutti gli elementi, coraggiosa e

leale. Ti riconosci in questa descrizione?

-Non sono d'accordo sul pezzo “coraggiosa”...

-Questo è quello che credi. Ti ho osservata dalle pozze di lava. Sono molto utili, come telecamere di sicurezza...Puoi andare in mondi che non sono il tuo in qualsiasi momento.

-Posso andarci anche adesso quindi?- domandò speranzosa. Forse poteva andarsene per tornare sull'Isola-Che-Non-C'è.
-No. Il vulcano è protetto da uno scudo di magia oscura. Puoi solo spostarti a piedi neanche i

gormiti possono volare. I tuoi poteri vengono da una pietra che prende energia da Gorm. Se mi

impadronisco sia della pietra che di Gorm sarò il capo supremo. Ma...

-Ma?

-Ma la tua pietra non è completa. Una parte ce l'ha Obscurio e se la tua parte non ha sviluppato tutti gli elementi non posso fonderla con l'altra.

Detto questo iniziò a camminare avanti e indietro.

-Fume, portala da Armageddon.

Disse allo stesso gormita che l'aveva portata nella seconda cella dopo che si era ferita.

-Subito mio signore-disse in un inchino. Poi rivolgendosi a Prilla esclamò: -Seguimi!

 

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Capitolo 5
*** Lui ***


5. Lui


Uscirono dal vulcano per una porta secondaria. Erano sulle pendici del vulcano vicino ad uno dei camini secondari.

Ad attenderli c'era Armageddon con il suo drago e Luke. Appena si videro si misero a correre l'uno nelle braccia dell'altro.

-Oh, Prilla stai bene. Ma cosa hai fatto al braccio?- disse lui notando la sua fasciatura.

-Non è niente, è la ferita che ha fatto Lavion, ricordi?

-Basta voi due.- li interruppe Armageddon -Vi conviene stare zitti se non volete che vi tappi

definitivamente la bocca! Ora salite svelti.

-Su lui?- chiese Prilla fissando il drago.

Per tutta risposta questo sputò una lunga fiammata che le strinò i capelli.

-Ti basta? -domandò beffardamente Armageddon- A “lui” non piace che si mettano in dubbio le sue

doti di drago nonché guardiano.

Appena fu salita questo spiccò il volo librandosi in aria.

-Visto che l'hai offeso credendo che non sapesse volare ti farò vedere cosa sa fare.

Ad un segnale il drago chiuse le ali e si abbandonò al vuoto. A qualche decina di metri da terra le riaprì e in pochi istanti riprese quota. Fece così per un paio di volte ma cambiò all'improvviso giochetto. Con un colpo di coda iniziò a fare dei giri della morte. Il tortuoso volo ebbe fine solo all'atterraggio.

Quando scesero dal drago Prilla e Luke avevano completamente perso il senso dell'orientamento, non riuscivano a stare in piedi e appena ci provavano ricadevano a terra.

-Certo che se un semplice volo su un drago vi mette KO...-disse Armageddon.

-Chiamalo semplice... -disse Luke.

-Non sapevo che poteste cambiare colore.-disse Armageddon vedendo che Luke si era fatto verde in faccia.-Perché non me lo hai detto lingua lunga.

-Hanno preso l'abitudine di chiamarmi lingua lunga.-disse Luke a Prilla non appena Armageddon si fu girato.

-Guarda che ti sento...- rispose lui senza neanche voltarsi.- Muovetevi devi tornare a casa lingua

lunga.

Quando Prilla e Luke guardarono alle loro spalle videro l'albero portale.

-Forte allora è vero!- disse Luke guardando l'albero.

-Vero cosa?- gli chiese Prilla curiosa.

-Che quest'albero apre il portale solo quando ci sei tu nei paraggi. Vedi, ha ripreso a brillare!

-Muovetevi moscerini. Non abbiamo tutto il pomeriggio.-disse Armageddon.

Infatti il sole stava per scendere sull'orizzonte e già si alzava un vento gelido proveniente dal Deserto di Ghiaccio, una landa gelida e desolata forziere dei più antichi tesori di Gorm.

-Vi stavamo aspettando.-disse Obscurio sbucando da dietro un albero seguito da una scorta di quegli strani gormiti tutti uguali- Luke, vieni davanti all'albero portale. Tu Prilla rimani dove sei.

Luke obbedì e si posizionò davanti all'albero.

-Ora Prilla avvicinati anche tu. Ricorda bene quello che ti ho detto.

Man mano che Prilla si avvicinava a Luke sentiva di nuovo quella forza che la attirava, gli odori e i suoni dell'Isola-Che-Non-C'è che la avvolgevano. Smise di camminare. Percepiva l'energia vitale dell'isola che la richiamava a tornare.

Tutti i rami dell'albero si protesero verso di lei e alcuni avvolsero le sue caviglie e i suoi polsi sollevandola da terra, un'enorme potenza la attraversò. Poi d'un tratto, tutto venne interrotto, i rami si ritirarono e l'energia dell'albero svanì e Prilla si ritrovò a terra.

-C-cosa è successo?-domandò esterrefatta.

-Hai avuto un collegamento con il tuo mondo.-disse Obscurio- Ogni volta che vieni qua i tuoi poteri

si connettono all'Isola-Che-Non-C'è aprendo il portale, solo chi entra in contatto con te può
percepire ciò che percepisci tu. Luke non può tornare sull'Isola-Che-Non-C'è a meno che tu non
entri in contatto con lui quindi ora muoviti.

Prilla porse la sua mano a Luke ma lui la rifiutò.

-Non mi muovo da qui senza di te.- dichiarò guardandola negli occhi.

-E invece dovrai farlo.-disse Obscurio afferrandolo per un braccio, costringendolo a prendere la mano di Prilla.

In un tratto si aprì il portale e Luke ne fu risucchiato.

In meno di un secondo si ritrovò disteso sull'erba morbida e profumata dell'Isola-Che-Non-C'è.

Si rialzò di scatto e provò a forzare il nodo principale dell'albero da cui era uscito. Niente. Non ne voleva sapere di aprirsi.

Si mise a correre verso la Radura Incantata. Senza la polvere le ali erano più leggere ma ingombranti perché il vento gliele spingeva fra le gambe facendolo inciampare.

Dopo una lunga corsa riuscì a raggiungere la Radura Incantata.

Appena le altre fate lo videro gli vennero incontro. Erano due giorni che lui e Prilla non avevano fatto ritorno alla Casa Albero e tutti erano preoccupati.

-Devo parlare con la Regina.-rispondeva a tutti quelli che lo fermavano per fargli domande -Prilla è

in pericolo.

Si formò un piccolo corteo che seguiva Luke continuando a fare domande. Alla fine il baccano richiamò l'attenzione della Regina che era intenta in una riunione con i ministri delle Stagioni Calde.

-Fate, folletti.- zittì i presenti la Regina Ree -Cosa ti è successo Luke? Sono due giorni che nessuno ti ha visto in giro!- gli si rivolse preoccupata.

-Maestà, Prilla sta su un altro mondo. Strani esseri vogliono l'Occhio della Vita. È ferita … ha

lottato... gormiti, cattivi...

-Calmati, così non ci capiamo niente.

Luke allora riprese fiato e raccontò l'intera storia dall'inizio.

 

-Un rompiscatole in meno.- risuonò beffarda la voce di Armageddon alle spalle di Prilla.

-Muoviamoci ora. Tra poco più di mezz'ora sarà buio.-disse Obscurio.

Prilla vide tutti i gormiti sprofondare nel terreno in pozze di lava e scomparire.

-È normale.-disse Obscurio notando la sua espressione.-Ora però sali sul drago, svelta.

Prilla obbedì senza aprire bocca nella sua testa vedeva ancora Luke che non voleva lasciarle la mano.

Il volo del ritorno non fu movimentato come il precedente soprattutto perché alla guida c'era Obscurio e non Armageddon.

Appena scese a terra anziché sentire caldo come al solito sentì un freddo che la avvolgeva. Ebbe questa sensazione solo per un attimo poi svanì.

-Ho annullato l'incantesimo. Non sei più legata a me.-disse freddo Obscurio- Andate ora, portatela

in una delle celle sospese e aumentate le guardie. Lui si sta avvicinando.

-Lui chi?-domandò Prilla notando che il suo tono di voce si era abbassato diventando d'un tratto grave.

-Non ti riguarda.-la ammonì brusco detto questo si girò e se andò.

Prima che potesse fare altre domande venne condotta da Nobil Mantis tra una serie di scale e scalette fino in cima al vulcano. Da qui, attraverso dei ponti di corda arrivarono ad una strana costruzione di roccia che galleggiava in aria.

Prilla non aveva mai visto niente di simile e osservava tutto ciò che succedeva continuando a fare domande a Nobil Mantis che, paziente, rispondeva a tutte.

Quando giunsero appena sotto la cima di quell'isola volante Nobil Mantis si fermò di colpo e rimase zitto e immobile così per qualche secondo e poi si rilassò.

-Cosa è successo?-domandò Prilla un po' preoccupata.

-Stavo in ascolto.-disse lui senza battere ciglio.

-In ascolto di cosa?

-Fai troppe domande.

Detto questo aprì una porta lì vicino e vi spinse Prilla. La cella era piccola ma c'era un ricambio d'aria maggiore rispetto alle precedenti.

-Per ordini superiori dovrò assicurarti alla cella.

-Cioè?-chiese Prilla.

-Dammi i polsi e lo vedrai!

Prilla allungò le braccia e chiuse gli occhi aspettandosi chissà cosa. Sentì un sonoro 'CLACK' e li aprì.

Sulle sue braccia prendevano posto due manette molto spesse collegate con una catena al muro.

-Lascio?- chiese Nobil Mantis.

-Lasciare...-disse Prilla non capendo quello che aveva in mente Nobil Mantis.

-Ti avevo avvertita.- disse lui con aria indifferente, lasciando andare le manette.

Prilla non si aspettava fossero così pesanti venne trasportata anche lei a terra.

-Per fortuna che sei la fata delle leggende. Pensa le altre.-disse mettendosi a ridere.

Prilla provò a difendere la reputazione delle sue amiche ma Nobil Mantis era già uscito chiudendosi dietro la porta.

“Mamma mia” pensò Prilla,”Questi affari pesano tantissimo. Ma dove credono che possa andare, non posso né volare né fare “magie”.”

Provò a rialzarsi una decina di volte col medesimo risultato di ritrovarsi a gambe all'aria.

“Ci rinuncio.” pensò lasciandosi scivolare lungo il muro. Era troppo stanca per continuare e si mise a tracciare tante linee per terra senza un senso preciso. Vedeva un'immagine nella sua testa e la stava riproducendo. Man mano che continuava il suo disegno prendeva la forma di una stella dalle innumerevoli punte.

Tracciò un'ultima linea per finire questo strano disegno quando una nebbiolina luminosa la circondò. Era una luce calda e rassicurante ma al tempo stesso inquietante.

Iniziò a raggrupparsi fino a prendere la forma di un gormita. Era alto quanto Obscurio ma talmente splendente che sembrava esserne il doppio. Aveva delle ali e una specie di elmo rilucente dal quale si intravedevano due enormi occhi azzurri.

Prilla rimase impietrita da quella visione e si strofinò gli occhi credendo di stare sognando.

-Non sono una visione, rassicurati.- disse il gormita con una voce calda ma contemporaneamente imperiosa.

-A-allora cosa s-sei?- chiese timidamente Prilla.

-La domanda giusta è chi sono. Sono il Sommo Luminescente, il signore della luce. Il mio compito

è quello di proteggere Gorm.

-Tu saresti... ehm... “Lui”?

-Se è così che mi chiamano allora sì.- esclamò dopo una breve risata divertita- Tornando a noi- disse ridiventando serio- Io non posso attraversare questa barriera per entrare a meno che non si disegni il mio simbolo.-con una mano indicò la stella sul pavimento -Posso però uscire tranquillamente. Ho fatto in modo che tu lo disegnassi per permettermi di arrivare qui e liberarti.

-Quindi tu sei lo spirito dell'isola?

-No. Sono un gormita della luce. Ora però muoviamoci prima che arrivi qualche guardia.

Con un gesto fulmineo fece andare in mille pezzi le catene che imprigionavano Prilla.

-Grazie.- disse lei massaggiandosi i polsi ormai rossi.

Il Sommo Luminescente le porse una delle sue enormi mani alla quale Prilla si afferrò saldamente. Una spirale di luce li avvolse, Prilla chiuse gli occhi per alcuni secondi e quando li riaprì vide che si stava avvicinando verso un punto luminoso.

-Quello è il Tempio della Luce.-disse il Sommo Luminescente.

Atterrarono poco dopo. Prilla come al solito cadde per terra.

-Anch'io all'inizio ci ho messo un po' per atterrare in piedi. È solo questione di abitudine.

Prilla si rialzò e appena si guardò intorno vide solo luce.

-Non vedo nulla!- gridò spaventata. Aveva forse perso la vista?

-Non è niente, i tuoi occhi si devono ancora abituare alla luce.

Infatti poco dopo Prilla iniziò a distinguere le forme di alcune colonne che circondavano una porta dorata.

-È-è fantastico!- esclamò.

Il Tempio della luce era immerso nelle nuvole e la sua luce le illuminava facendo sembrare tutto più grande.

-Non bisogna perdere tempo!- esclamò il Sommo Luminescente- devi tornare sulla tua isola. Segui questa scintilla, ti porterà all'albero portale.

-Io non posso volare.-disse Prilla.

-Hai dei poteri no?- disse avvicinandola al bordo del tempio.

Sotto c'era il vuoto e Prilla tentò di liberarsi.

-Non posso farcela! Non so usare l'orecchio della vita o come si chiama!

-Occhio della Vita.-precisò- Basta che tu creda in stessa e ce la farai.

Con un'ultima spinta Prilla sentì che sotto di lei non c'era più il pavimento ma aria, solo aria. Era terrorizzata quando ad in tratto si ricordò cosa aveva fatto ad Astreg; si concentrò tanto che il cuscino d'aria che era riuscita a formare era denso talmente tanto da essere diventato...una nuvola!

Prilla vi si sedette sopra e vide che, oltre ad essere funzionale, la nuvola era anche comoda. Si guardò intorno. Il Sole stava tramontando e una brezza marina agitava le fronde degli alberi. Vide sfrecciargli davanti la scintilla che il Sommo Luminescente le aveva dato come guida per tornare a casa.

Inconsciamente iniziò a fare dei movimenti con le mani e le braccia spostando le correnti d'aria che trasportavano lei e la nuvola per seguire la scintilla che nel frattempo stava prendendo velocità.

Il suo volo fu breve ma le permise di vedere tutta Gorm dall'alto. Era enorme, due o addirittura tre volte l'Isola-Che-Non-C'è. Vide dei gormiti lungo la costa che giocavano nel mare. Erano dei bambini... dei gormitini.

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Capitolo 6
*** Il Deserto di Ghiaccio ***


6. Il Deserto di Ghiaccio

 

Sull'Isola-Che-Non-C'è la regina Ree aveva ordinato ad una decina di fate bibliotecarie di portarle tutto ciò che trovavano su Gorm, portali e altri mondi.

Luke era stato rifornito di polvere magica e aveva accompagnato una decina di folletti ricercatori all'albero portale.

Tutta l'isola era in agitazione. La notizia si stava espandendo rapidamente arrivando persino all'orecchio del famigerato e temuto capitan Giacomo Uncino, a Kyto il drago imprigionato in cima al Monte Torto. Persino le schive e bellissime sirene che non uscivano mai dalla loro laguna, ne conoscevano tutti i particolari, o così credevano loro, e non facevano altro che parlarne aggiungendo, togliendo elementi...modificando tutto tanto che alla fine non sapevano neanche loro di cosa stavano parlando!

 

Prilla all'atterraggio si ritrovò nel bosco. Il Sole era tramontato già da un po' e le prime stelle apparivano nel cielo insieme con una splendida Luna piena.

Scese dalla nuvola e si guardò intorno. I raggi lunari facevano assumere al bosco un aspetto sinistro.

Prilla iniziò a camminare seguendo la scintilla che si inoltrava nella fitta rete di rami e foglie sempre di più.

Dopo un po' ebbe la sensazione di girare in tondo ritrovando sul terreno le sue impronte. Era così infatti. I raggi della Luna piena provocavano il mal funzionamento di tutti gli incantesimi usati durante quelle notti.

Prilla si sedette su una roccia con la testa fra le mani. “E ora, che faccio?” continuava a pensare.

Ad un certo punto sentì prima un borbottio confuso poi delle risate. Qualcuno si stava avvicinando.

Si alzò di scatto e si mise in ascolto. Mentre si alzava aveva però spezzato un rametto che aveva emesso un debole “crick”.

-Avete sentito anche voi?-bisbigliò uno.

-Sentito cosa?-gli rispose un altro.

-Se ti stai zitto testa di tronco! -disse un terzo.

Prilla capì che l'avevano scoperta e si mise a camminare il più silenziosamente possibile per allontanarsi.

Il suo fiato però si fece più rumoroso.

-Sì, ora sento anch'io. Se non sbaglio si sta allontanando.-disse il quarto.

-Dividiamoci.-ordinò il primo.

Così i quattro gormiti, molto più silenziosamente di quanto stesse facendo Prilla, si incamminarono in quattro direzioni diverse per accerchiarla.

Prilla, ignara di tutto questo continuava ad indietreggiare.

I quattro gormiti avevano iniziato a spostarsi sugli alberi fino a circondarla, ad un gesto concordato si buttarono dal loro ramo.

Prilla ricevette una botta che la fece cadere. La sorpresa fu tanta ma passò subito e si rialzò mentre concentrandosi riusciva a creare una luce calda e accecante. Era riuscita a controllare un altro elemento: la luce!

I quattro gormiti che l'avevano assalita erano disorientati.

-Fermati!- ordinò uno di loro.

Prilla obbedì anche perché le mancavano le forze. Aveva mangiato troppo poco negli ultimi giorni.

Quando alzò gli occhi per guardarli si accorse che erano più bassi degli altri gormiti e i loro lineamenti dimostravano che erano anche più giovani.

-Chi siete?-domandò Prilla cercando di non mostrare di essere spaventata.

-Un momento -disse uno con le ali- Qui siamo noi che facciamo le domande!

-Noctis, aspetta.-lo zittì un altro-Sentiamo cosa vuole lui...

-Lei, prego.-lo corresse Prilla un po' indispettita.

-Tu saresti una lei?- domandò il 'testa di tronco' mettendosi a ridere e abbassando la guardia.

-Tasaru, per favore...

-Non una parola di più! -disse Prilla in tono minaccioso.

-Ehi! Tu non sei un gormita!-esclamò incredulo quello che si chiamava Noctis.

-Già, hai dei tratti umani.

-Come il Vecchio Saggio e l'Imperatrice di cristallo. Ma Agrom, lei non è né lei né lui.

-Già Piron, hai ragione, però sul libro delle leggende...

-Sveglia, testa di sasso sono solo leggende.-lo fermò Noctis.

-Come ti permetti!...-rispose Agrom.

Si stava accendendo una discussione e Prilla ne approfittò per allontanarsi. Non fu però abbastanza silenziosa e dopo poco tempo si ritrovò a correre con Piron, Agrom, Noctis e Tasaru alle calcagna.

Provò a controllare il vento... niente. La luce...niente... Insomma li provò tutti, colpa della Luna.

Nella corsa non si era accorta che era arrivata ormai al limite della foresta e che dopo c'erano solo distese di ghiaccio. Stava entrando nel territorio dei gormiti dell'acqua.

Ad un certo punto perse l'equilibrio e scivolò. Il ghiaccio creava dei lunghi scivoli tortuosi e Prilla si ritrovò in uno di questi.

-Fermi.-ordinò Piron.

Era il principe del popolo dell'acqua e conosceva bene il Deserto di Ghiaccio.

-Se mi ricordo bene quello scivolo finisce proprio... qui.-continuò indicando una piccola conca ai loro piedi illuminata dai raggi lunari.

Il Deserto di Ghiaccio era un ottimo specchio per la Luna e si vedeva bene come di giorno.

Prilla finì il suo giro su quello scivolo proprio nel punto indicato da Piron.

-Sta' ferma.- ordinò Agrom.

Questi non era altro che il leader del gruppo e apparteneva al popolo della terra.

Prilla aveva il mal di stomaco. In un solo giorno aveva volato su un drago acrobata e aveva fatto un giro sullo scivolo più tortuoso e lungo che avesse mai provato.

-Chi sei?-domandò Noctis.

-Prilla.-disse cercando di tenere dentro un piccolo rigurgito.

-Un momento.-si intromise Tasaru principe della foresta e più giovane tra tutti -Tu sei quella fata di cui si parla nelle leggende di Gorm!

Dopo un secondo tutti e quattro si erano inchinati davanti a Prilla che diventò rossa più di una fragola.

-Ma che ci facevi nella foresta di notte?-disse Noctis, il più impetuoso e presuntuoso, principe del popolo dell'aria

-Bé, ho avuto qualche contrattempo...-rispose Prilla.

-Che genere di contrattempo?- domandò allora Piron. -Non ti sarai imbattuta in Magor o con

qualche gormita del vulcano?!

-Invece sì.-rispose Prilla. Poi avvertì un pizzicore al naso e starnutì ripetutamente, era freddo lì ma sembrava che i principi non ci facessero caso.

-Andiamo dove fa meno freddo.-disse Agrom rivolto al gruppo- Mentre camminiamo ti

dispiacerebbe spiegarci da quanto stai su Gorm, cosa sai di Gorm...

Così Prilla iniziò a raccontare tutto quello che le era successo e si fece anche un'idea del carattere dei Lord (così erano chiamati e riconosciuti da tutti).

Agrom era il leader del gruppo e principe del regno della terra. Ragazzo dall'animo gentile e aperto, conosceva i suoi doveri ed era l'unico del suo regno a credere che l'unico modo per sconfiggere Magor e il suo esercito fosse combattere tutti insieme.

Noctis era il principe dell'aria, possiede un grande ego e pensava di conoscere alla perfezione l'isola di Gorm. Fu il primo ad unirsi ad Agrom per combattere il popolo del vulcano. La sua caratteristica principale era quella di possedere una grande autorità nei confronti di tutti. Si arrabbiava facilmente e detestava i luoghi troppo stretti o pieni di liane, radici ed erbacce come la foresta in cui, a causa della folta vegetazione, non riesce a volare. Faceva parte di una famiglia nobile del Regno dell'aria, infatti suo padre Nadar era il re. Essendo un principe doveva far valere la sua autorità all'interno del regno per ottenere rispetto da tutti i gormiti dell'aria (era proprio così che ha sviluppato il suo pessimo carattere).

Piron era il principe del regno dell'acqua, molto riflessivo e pacato rispetto a tutti gli altri. Grazie alla sua tranquillità e astuzia era in grado di creare strategie vincenti. Fu il terzo membro del gruppo.

Tasaru il principe della foresta fu l'ultimo a unirsi al gruppo, era molto rissoso sempre pronto a dar battaglia, ma nello stesso tempo era anche il più insicuro, tendeva a fidarsi degli altri e si metteva anche in ridicolo quando era estremamente felice tanto che, ad un certo punto, si mise addirittura a ballare coinvolgendo Prilla.

-E noi che credevamo che soltanto Tas fosse un po' svitato!-esclamò Noctis chiamando l'amico con un soprannome.

-Però sembra divertente!- osservò Agrom.

-Agrom non starai mica pensando...-disse Piron capendo quello che l'amico stava per fare.

-...Di aggregarmi? Certo.

Nel giro di poco erano tutti sdraiati a terra per riprendere fiato.

-E pensare che io la settimana scorsa non sospettavo nemmeno la vostra esistenza!-disse Prilla e si ricordò di Luke.-Io però devo tornare sull'Isola-Che-Non-C'è.

-Torneremo all'albero portale domattina, adesso è tardi e siamo anche lontani. Ora dormiamo.

-Qui?-domandò Prilla -Non avete..che so...una base segreta?

-No. La natura è la nostra base.-rispose Agrom.

-Possiamo fare tutto ciò che ci pare!-aggiunse Noctis.

-Entro certi limiti.-precisò Piron.

-Perché avere segreti, si sta meglio senza averne.-disse Tasaru.

-Ma non vi possono attaccare se state allo scoperto?- chiese Prilla un po' preoccupata.

-No, non di notte.-disse Agrom sbadigliando.

-Perché no?

-C'è Gorm che protegge tutti.-disse Tasaru.

-Tutti tranne i gormiti del vulcano. Buonanotte.

In poco tempo tutti si addormentarono. Anche Prilla al contrario della notte precedente si addormentò subito. Non per la stanchezza era semplicemente più sicura, si sentiva al sicuro.

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Capitolo 7
*** Ritorno sull'isola ***


7. Ritorno sull'isola

 

-Ho trovato!-esclamò una fata bibliotecaria irrompendo nella sala.

-Trovato cosa?-chiese ansiosa la regina Ree.

-In questo libro si parla di Gorm, albero portale, specchio del portale...

-Cos'è lo ''specchio del portale''?

-Qui dice: 'Lo specchio del portale non rispecchia ma vede, giudica lui se sei giusto e ti

mostra l'invisibile a te,visibile agli altri'.

-Che vuol dire?

-Forse questo disegno può aiutare.-disse la fata bibliotecaria mostrando alla regina un'immagine raffigurante uno specchio ovale incorniciato da una spessa lastra d'oro.

-Io l'ho già visto. È lo specchio di Peter Pan.-si intromise Trilli la più abile fata ripara pentole e padelle.

-È vero!-esclamò Ree.-Andiamo subito a recuperarlo!

 

Era ormai mattina inoltrata quando Prilla venne svegliata da una serie di rumori.

Aprì gli occhi e vide che Agrom e Noctis si stavano azzuffando.

-È la solita lite mattutina.-disse Piron vedendo che Prilla si era svegliata.-Agrom ogni giorno ci

sveglia mettendoci della sabbia sul viso e Noctis continua a dire che la sabbia fa male alla sue

piume e 'Bam' scoppia la lite. Vedrai che tra poco smettono.

Infatti di lì a poco la finirono e poterono finalmente mettersi in marcia verso l'albero portale.

 

Le fate nel frattempo erano riuscite ad entrare in possesso dello specchio dopo una lunga trattativa con i Bimbi Sperduti.

-Bene, vediamo se è lo specchio giusto.-disse Ree versandoci sopra della polvere magica.

Per un po' non successe nulla. Ad un tratto lo specchio emanò una luce grigiastra poi iniziò a formarsi un'immagine che ritraeva Prilla insieme ai Lord.

-Chi sono quelli con Prilla?-domandò Luke.

-Speravo me lo dicessi tu.-rispose Ree.-Un momento ma l'immagine si muove!

-Ehi! Lo riconosco quel posto, Prilla sta andando vicino all'albero portale!

-Quindi sta tornando!-esclamò felice Trilli.

-Luke, guida una squadra di infermieri, spargipolvere e altri talenti che possano rivelarsi utili all'albero portale.

-Subito.-esclamò pronto Luke e si precipitò fuori per radunare una dozzina di fate e folletti di ogni talento.

In poco tempo una piccola folla si radunò intorno all'albero. Oltre alle fate chiamate da Luke c'erano anche molti curiosi tanto che dovettero intervenire dei folletti tienifolla.

 

-Siamo arrivati?-domandò Noctis impaziente.

-Ancora qualche minuto.-disse Tasaru -Possibile che tu non possa restare un'ora senza utilizzare

quegli aggeggi?

-Le mie ali non sono ''aggeggi''. Sono utilissime...

-E bla, bla, bla. Lo conosciamo il resto della storia.-disse Agrom -Ecco, ci siamo.

-L'albero ha ripreso a illuminarsi.-esclamò Prilla tutta eccitata.

-Aspetta.-la fermò Agrom -ho sentito qualcosa.

Tutti gli altri annuirono. Prilla continuava a non sentire niente.

Ad un certo punto da dietro l'albero portale uscì fuori Obscurio.

-Così pensavi di andartene senza i miei saluti!-disse rivolgendosi a Prilla che si era preparata ad attaccare non appena lo aveva visto.

-Potere della terra a me!-disse Agrom attivando la sua Gorm-stone.

Fecero lo stesso gli altri e in breve tempo si trasformarono.

La loro trasformazione gli permetteva di avere il dominio totale del proprio elemento. La loro forza aumentava notevolmente e anche loro...aumentavano!

Le Gorm-stones prendevano energia direttamente da Gorm, e questa stessa energia trasformava il loro corpo facendoli diventare più alti, più scattanti e nel caso di Noctis anche più svegli.

-State calmi, non vi agitate. Non è per le vostre pietruzze che sono qui, voglio l'Occhio della Vita.-disse Obscurio, poi rivolgendosi a Prilla -Grazie alle pozze di lava ti ho vista. In ogni momento Gorm è sorvegliato. Non ci sfugge nulla.

-Obscurio, lascia in pace Prilla, è finita in mezzo alla nostra guerra per errore!-esclamò Agrom.

-La lascerò in pace solo quando avrò l'Occhio della Vita!-disse Obscurio.

Con un gesto fulmineo spiccò il volo e con un incantesimo li avvolse con una nebbia nera e densa.

Non utilizzò altro che un incantesimo di annullamento, quando la nebbia si dissolse la trasformazione dei Lord era svanita...erano di nuovo normali.

-Oh,no!- esclamò Noctis.

-Potete anche arrendervi, senza i vostri poteri non potete fare niente!

-Mai, piuttosto...-disse Agrom fermandosi e riflettendo su come continuare la frase.

-...Piuttosto morire!-concluse per lui Tasaru.

-Ma io non volevo arrivare a tanto!- ribatté Agrom.

-Finitela mocciosi.-ordinò Obscurio.

-Non siamo dei mocciosi.-disse Noctis.

-Non più, almeno.-disse Piron all'amico.

Prilla ne approfittò per attaccare e stavolta lottò ad armi pari: usò l'oscurità.

Era riuscita a dominare anche l'ultimo elemento e sentì dentro di sé una nuova energia. Dal palmo delle sue mani uscirono dei serpenti come quelli di Obscurio che però si dissolsero prima di colpirlo.

-Forse hai tralasciato un piccolo dettaglio, anch'io controllo l'oscurità!-disse Obscurio creando un vortice nerastro che catturò tutte le nuvole nel cielo scagliandole a raffica contro Prilla.

Lei si difese prontamente rispedendogliele indietro. Si stabilì un equilibrio precario per cui Obscurio scagliava le nuvole contro Prilla che poi lei rispediva.

Nel frattempo Agrom, Noctis, Tasaru e Piron avevano approfittato del momento di distrazione di Obscurio per ritrasformarsi e colpirlo alle spalle.

Così fecero e Obscurio, colto di sorpresa, non riuscì a contraccambiare.

Prilla gli rimandò indietro le ultime nuvole ormai diventate temporalesche con l'aggiunta di una scarica elettrica ottenuta con l'unione di acqua e luce e raggiunse i Lord vicino all'albero portale.

-Prendetevi per mano, svelti!-ordinò Prilla.

-Prenderci per mano?-chiesero all'unisono.

-Muovetevi. Prima che Obscurio si riprenda.-ordinò di nuovo la fata.

I Lord obbedirono e istantaneamente vennero catturati dalla spirale del portale.

In pochi attimi si ritrovarono sull'Isola-Che-Non-C'è.

-Mi manca l'aria.-disse Prilla in un filo di voce.

Infatti tutti e quattro i Lord erano atterrati sopra di lei ed erano ancora trasformati

Cercarono di togliersi da quella scomoda posizione e si ritrovarono a gambe all'aria.

Prilla si alzò di colpo e senza accorgersi della presenza di quasi tutta la Radura Incantata spiccò un volo con l'aiuto dei suoi nuovi poteri e grazie alla luce creò un gigantesco fuoco d'artificio; non era mai stata più contenta di rivedere l'Isola-Che-Non-C'è.

Dai curiosi si sollevò un ''Oooooooh'' di ammirazione.

Prilla non si era accorta della loro presenza e quel “Oooooooh” l'aveva fatta sobbalzare, facendole perdere la concentrazione e precipitò. Noctis però riuscì a prenderla al volo e riportarla a terra.

Luke si avvicinò a Prilla e lei gli saltò al collo. Terence, uno spargipolvere le spruzzò sopra una dose di polvere magica, Blenda, una dottoressa, controllò la sua ferita sul braccio e le diagnosticò una cura che prevedeva una pomata a base di limone.

La Regina Ree si fece avanti e parlò alla folla accorsa:

-Fate, folletti!-esclamò.

-Voce!-risposero tutti in coro.

-Non sappiamo molto di altri mondi se non del nostro o del Mondo Fermo. Prilla tre giorni fa, non si sa per quale motivo, ne ha trovato uno nuovo. I miei ordini sono quelli di non avvicinarvisi più. È troppo pericoloso.

Lo disse con un tono che usava solo quando le situazioni erano serie. Molto serie.

-Maestà,-chiese Prilla- e loro? -disse indicando i Lord che erano tornati normali.

-Torneranno su Gorm quando le acque si saranno calmate.

Detto questo spiccò il volo e se ne andò.

In poco tempo anche i curiosi se ne andarono, rimase solo Luke.

-Grazie di aver aiutato Prilla.-disse.

-Non c'è di che!- rispose Noctis spavaldo.

-Ora che siamo sull'Isola-Che-Non-C'è posso farvela vedere.-esclamò Prilla facendo una capriola in aria.

-Come hai fatto?-chiese Noctis.

-Come ho fatto...cosa?-chiese Prilla.

-A fare la capriola. Io sono riuscito solo a farmi venire il mal di testa.

-Posso vedere come la fai? Forse riesco a capire dove sbagli.

Noctis si rivolse agli altri principi e disse:-Non una parola!

Poi spiccò il volo e provò a fare una capriola. Andò tutto bene fino a che...SBADABAM! Si ritrovò a terra.

Prilla a stento riuscì a trattenere una risata mentre sia Luke che Agrom, Piron e Tasaru risero a crepapelle.

-Sbaglio o avevo detto 'non una parola'?!-disse Noctis.

-Bé, scusa tanto,-disse Agrom tornando un attimo serio- ma sei buffissimo!-e tornò a ridere.

-Devi solamente continuare a battere le ali, altrimenti perdi quota, ti sbilanci e cadi.

Noctis ci riprovò ma stavolta cadde apposta per travolgere i suoi compagni.

-Torna giù uccello del malaugurio!-esclamò Agrom.

-Prima prova a prendermi testa di pietra.-disse Noctis sollevandosi in volo.

-Appena torna giù lo concio per le feste.-disse Agrom tra i denti.

-Il problema è se torna giù!-disse Prilla preoccupata.

-Perché cosa c'è?-chiese Piron scrutando il cielo.

-Falco!- gridò atterrito Luke nascondendosi dietro una roccia.

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Capitolo 8
*** Falco! ***


8. Falco!

 

-Chi è 'Falco'?-chiese Tasaru.

-Noctis vola via!-gridò Prilla. Vedendo però che l'amico non l'aveva sentita spiccò il volo per toglierlo dal menù della cena del grosso uccello.

-Per di qua, falco.-urlò a gran voce.-Noctis non è cibo.

L'animale si accorse della sua presenza e decise che forse era meglio una fata di un uccello striminzito.

Prilla era stata rincorsa da altri falchi e sapeva dove andare. Vicino all'albero di Peter Pan si trovava una piccola rientranza scavata nella roccia con un'apertura abbastanza larga per far passare una fata ma non un falco. Prilla era diretta proprio lì, con il vento ci arrivò ancor più velocemente e vi si infilò.

Ma il rifugio non era come l'aveva lasciato. Ci aveva infatti messo delle scorte di cibo, delle coperte, un materasso gonfiabile... non c'era più niente eccetto l'elmetto guscio di noce nel caso che ci fosse stata pioggia.

Si addentrò in uno dei cunicoli secondari per vedere se il vento li aveva spinti là in fondo.

Non c'erano neanche lì. Notò un passaggio che non c'era l'ultima volta. Era molto stretto e dovette raggomitolarsi per potervi entrare. Quando riuscì a uscirne si ritrovò nel buio.

-C'è nessuno?-chiese e la sua voce si disperse in un lungo eco. 'La stanza deve essere molto grande' osservò Prilla.

Fece luce e lanciò un grido.

 

-Il falco se ne è andato?-chiese Luke uscendo dal suo nascondiglio.

-Sì, ha inseguito Prilla.-rispose Noctis che era appena atterrato.

-Allora so dove trovarla. Seguitemi, andremo lì con un colombo.

-Un co... che?- domandarono in coro.

-Seguitemi e basta.

Detto ciò si inoltrarono verso il centro della Radura Incantata. Si diressero verso la piccionaia e Luke scelse Floppy, il suo piccione preferito.

-Lo uso per fare le commissioni, è molto affidabile.-spiegò Luke invitando Agrom, Piron e Tasaru a salire.-Tu...voli, giusto?

-Ho le ali per questo.-disse Noctis.

-Bene, possiamo andare.

Il colombo prese il volo, diretto al rifugio anti-falco di Prilla.

 

Davanti a lei non c'era altri che Obscurio.

-Sorpresa!-esclamò lui con un aria alquanto beffarda.

Due gormiti bloccarono il piccolo buco dal quale Prilla era entrata con una toppa di lava che in pochi attimi si solidificò...era in trappola!

-Bene, sapevo che in qualche modo saresti arrivata qua.

-Come hai fatto? Credevo che l'unico modo per voi gormiti di raggiungere l'Isola-Che-Non-C'è

fosse attraversare l'albero portale.

-E hai sbagliato. Forse avrai già sentito parlare di portale alternativo?

-Ehm, veramente... no.

-Bé, un incantesimo che ti permette di andare dove vuoi, tranne nelle zone protette.

-Zone protette?

-Sì, dentro un campo di forza. Ma non è questo il punto. A noi interessa solo l'Occhio della Vita. Se

ce lo dai possiamo finire questa storia una volta per tutte.

-Mai.

-Mai è una parola che non ho nel mio vocabolario. Lo voglio ora!

Prilla sapeva che l'unico modo per provare a fuggire era lottare.

Si concentrò e fece una scintilla di luce accecante. Obscurio ne rimase abbagliato e prima che potesse vedere dove stava Prilla ci vollero minuti.

Nel frattempo però Prilla riuscì a togliere la toppa di lava che otturava il passaggio e uscì dal rifugio

anti-falco proprio mentre Luke faceva atterrare il colombo.

-Volate via!-disse urlando-C'è Obscurio!

-Come ha fatto...-chiese Luke incredulo.

-Non c'è tempo per le spiegazioni, volate via.

In un secondo erano tutti diretti verso la Casa Albero, un gigantesco acero dove vivono tutte le fate, al centro della Radura Incantata. Appena arrivati informarono la regina e in pochi minuti erano tutti pronti a dar battaglia.

-Prilla, come ha fatto?-le chiese la regina.

-Non lo so davvero, ha solo detto che il suo incantesimo non ha effetto sulle zone circondate da un

campo di forza. Forse possiamo provare a farne uno.

-Noi ti aiuteremo.-dissero i Lord che erano appena entrati nella sala delle udienze.

-Bene, allora andate, tutta la radura è nelle vostre mani.-disse seria la regina Ree.

Uscirono e videro chiaramente Obscurio che si stava avvicinando in volo.

-Dobbiamo fare presto.-intimò Piron pronunciando la formula di trasformazione.

Si trasformarono tutti e iniziarono a creare dei vortici del proprio elemento. Anche Prilla fece lo stesso però con la luce. Li unirono tutti e da loro partì un raggio enorme che andava dalla terra al cielo e che continuava ad espandersi.

-Funziona! -disse Prilla vedendo che Obscurio si era fermato e si stava allontanando sempre più in fretta.

-Bene, può bastare.-disse Agrom interrompendo il suo vortice di energia imitato dai compagni.

-Ancora una volta abbiamo vinto!-disse spavaldo Noctis.

-Non darti tante arie. Stiamo solo all'inizio.-disse Piron.

-Tu assomigli tanto a Luke.-disse Prilla.

-Non è vero.-disse Luke che stava là vicino.

-Invece sì!-disse ridendo Prilla-Tutti e due siete pessimisti.

-Non siamo pessimisti, diciamo solo le cose come stanno.-dissero tutti e due insieme.

-Visto. Dite anche le stesse cose!-esclamò Prilla scoppiando in una lunga risata.

-E con ciò?-chiese Luke indispettito.

-Dai, non te la prendere, stavo scherzando.

-Ora però tornate seri.-disse Agrom.

-Perché?-chiese Prilla.
La fata aveva la mente di un Goffino, essere seri è da Goffi noiosi come possono essere alcuni professori intenti a spiegare la lezione mentre fuori nevica. Nessuno li ascolta perché i Goffini già immaginano battaglie di palle di neve. Prilla ragionava come loro, poco bastava a renderla felice ma quando qualcosa non le stava bene le usciva fuori il broncio.

-Obscurio è arrivato sull'Isola-Che-Non-C'è, come ha fatto?-disse Noctis.

-Ha detto di avere usato un portale alternativo.-rispose Prilla senza far pesare la notizia-Non può tornare però sull'isola con lo stesso incantesimo.

-Il portale alternativo è l'unico incantesimo che ti permette di non usare i classici portali. Obscurio

non può più tornare sull'isola a meno che non passa per l'albero portale.-disse Piron.

-In verità un altro modo ci sarebbe.-lo corresse Luke -Se Obscurio passa per il Mondo Fermo?

-Non ci avevo pensato!-disse Prilla-La Terra è collegata all'isola ma non so se è collegata anche a Gorm.

-Purtroppo è collegata anche a Gorm, secondo alcune leggende almeno.-disse Tasaru.

-Allora Obscurio ha una possibilità. Se dovesse arrivare sull'isola e avvicinarsi alla Radura Incantata verrebbe avvistato dai folletti ricognitori.

-È vero, ma se usa un incantesimo di invisibilità?-chiese Tasaru.

-Bé, per quello abbiamo particolari ricognitori che possiedono degli occhiali che hanno le lenti fatte

di una miscela di acqua, polvere magica e un liquido ottenuto dalle radici di un biancospino che

cresce solo nella Radura che ti permettono di vedere tutto.

-E se dovesse passare lo stesso?-chiese Piron.

-Visto che sei pessimista!-disse Prilla- Comunque lo posso affrontare e guadagnare tempo, mentre

arrivate voi a dare rinforzi. Ma non credo che ciò accadrà, l'isola è viva, accoglie solo chi vuole lei.

-Giusto, quindi quante possibilità su cento ha?-chiese Tasaru.

-Una su cento, all'incirca.

In quel momento passò sopra di loro un'ombra velocissima seguita da una folata di vento che costrinse Prilla a tenersi la maglietta per evitare che volasse via.

-Cos'è stato?-chiese Noctis.

-Vidia, si diverte a darti fastidio volandoti sopra e a circondarti con dei mulinelli che hanno la capacità di infilarsi ovunque.-disse Luke facendone uscire uno dai suoi pantaloni.

-È la fata con il talento per la velocità più veloce.-spiegò Prilla.

-Dire veloce è dire poco, è un razzo!-esclamò ammirato Noctis.

-È più veloce di te?-chiese Agrom canzonandolo.

-Ovvio che no!-rispose lui stizzito-Nessuno mi può battere il velocità.

-Non ne sarei tanto sicura, specialmente se l' avversario è Vidia...-ridacchiò Prilla.

-Chi di voi ha fame?-chiese Luke sentendo un gradevole odore che veniva direttamente dalle cucine della Casa Albero.

Prilla, che era affamatissima, alzò subito la mano ed esclamò: -L'ultimo che arriva sta' a digiuno!

Dopo di che spiccò il volo seguita da Noctis. Fecero a gara ma alla fine vinse Noctis battendo la fata con largo anticipo.

-Visto? Nessuno mi supera in velocità.

-Poi mi dai la rivincita.-disse Prilla atterrando. Se c'era una cosa in cui Prilla non sarebbe mai cambiata era darsi per vinta. Se si fosse data per vinta alla prima occasione, non avrebbe mai scoperto il suo talento.

-Vuoi perdere di nuovo?-rispose lui.

-No. Ora però andiamo a mangiare!-rispose sentendo un gorgoglio provenire dalla sua pancia.

-E gli altri?-disse Noctis vedendo che mancavano.

-Giusto, aspettiamoli.

Dopo pochi minuti arrivarono e si diressero tutti verso la mensa.

-Venite, da questa parte.-disse Prilla dirigendosi verso una tettoia -Qui possiamo mangiare stando

all'aperto.

-Voi fate, cosa mangiate?-chiese Agrom guardandosi intorno.

-Dalla frutta alle verdure, pane di tutti i tipi e tanto altro.

-Quel “tanto altro” contiene rocce?

-E pesce?

-No, niente di tutto questo. Noi fate siamo vegetariane e ogni essere va rispettato. Le rocce, poi, non riusciremo neanche a masticarle, figurati a digerirle!-disse Prilla- Ma voi, cosa mangiate di solito?

-Rocce e frutta, ma solo i frutti dell'albero di pietra.-disse Agrom.

-Cos'è l'albero di pietra?-domandò Luke.

-È un albero come gli altri solo che i suoi frutti quando sono maturi si pietrificano, solo allora puoi

mangiarli.-spiegò Agrom.

-Io detesto la frutta di qualsiasi genere.-disse Noctis.

-Tu detesti qualsiasi cosa sia vegetale.-disse Agrom canzonandolo.

-Cosa intendi dire con questo testa di pietra!-esclamò offeso Tasaru.

-Non fraintenderlo Tas, sai che se non ribatte Noctis non è contento e viceversa.- disse Piron appoggiandogli una mano sulla spalla.

-Questa volta te la faccio passare, ma quando torniamo su Gorm non ti salveranno nemmeno i tuoi

poteri!

-Ok, calmate i bollenti spiriti e mangiate ciò che vi può piacere, al massimo...date di stomaco...

Piron provò a prendere un po' di stufato di finta tartaruga e gli piacque, non era proprio pesce ma gli andava vicino.

Male andò ad Agrom, assaggiò tutto ma tutto non gli piaceva. Praticamente rimase a digiuno.

Tasaru mangiò ogni cosa di ciò che gli veniva messo davanti e anche Noctis, stranamente, si riempì la pancia di frutta.

 

 

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Capitolo 9
*** Due fate un po' bizzarre ***


9. Due fate un po' bizzarre

 

Dopo pranzo Prilla decise di andare a fare una passeggiata in giro per l'isola e la sua proposta fu ben accolta.

-Prima però mi devo cambiare, questo vestito è un po' rovinato.-disse Prilla infilando un dito in un buco nella sua maglietta-Posso approfittarne per farvi vedere la Casa Albero.

Entrarono così nell'atrio principale che si affacciava direttamente su un cortile sempre illuminato dai raggi del Sole che erano catturati in qualsiasi ora del giorno da una complicata rete di specchi collegati tra di loro. Bastava tirare una leva e tutti gli specchi si orientavano verso il Sole.

Salirono al piano superiore dove si trovavano i laboratori (tra cui quello di Luke).

La Casa Albero ospitava le abitazioni di tutte le fate (a parte Vidia, lei viveva su un prugno poco lontano dal Cerchio Magico). Era divisa in più piani a loro volta percorsi da corridoi collegati da altri piccoli e ogni tanto c'erano come delle minuscole sale d'attesa dove le fate dei vari talenti si davano appuntamenti o dove si poteva prenotare una visita da un medico, da una lava ali o da tanti altri.

-Manca ancora tanto?-domandò esasperato Noctis, non poteva volare perché non c'era abbastanza spazio per le sue ali.

-Ci sono solo altri cinque piani...-disse Prilla.

-Cosaaa?!-esclamò.

-Dai, cercheremo di fare in fretta.-disse Piron.

Infatti aumentarono il passo e cinque piani più su...

-Eccoci, siamo arrivati. La mia camera si trova dietro questa porta.-disse Prilla indicando una porticina di sughero davanti a lei.-È piccola ma accogliente.

La aprì, il soffitto era alto quanto il corridoio, c'era una finestra che si affacciava su un rametto e un enorme letto prendeva posto al centro della stanza. I mobili erano semplici ma capienti e ospitavano per lo più vestiti e scarpe.

-Prilla, tu ti devi cambiare, che ne dici se ci vediamo giù, nel mio laboratorio?-disse Luke.

-Va bene.-rispose lei -Un'ultima cosa, presentali a Rani e Trilli, saranno ben contente di conoscerli.

-D'accordo. A dopo.

Prilla si chiuse la porta alle spalle, aprì l'armadio dei vestiti e prese con sicurezza quello con la gonna e il corpetto rosa. Lo infilò e si mise le sue scarpe preferite che si intonavano anche col vestito. Aprì il primo cassetto del comodino e ne tirò fuori un diario. Quello era il suo diario segreto, al suo interno Prilla aveva raccolto molte informazioni sia sull'isola che del Mondo Fermo, ma ci aveva anche scritto tutto ciò che faceva durante le sue giornate, là dentro c'era tutta la sua storia.

Lo aprì alla prima pagina che trovò bianca e con una penna iniziò a fare degli schizzi su come fossero fatti i gormiti, sull'isola di Gorm e accompagnò il tutto con una serie di didascalie. Posò la penna e guardò soddisfatta il suo lavoro. Non era proprio un'artista ma si capiva chi erano i soggetti raffigurati.

Ripose il diario nel cassetto e uscì in fretta dalla camera. Ci aveva messo un po' ma con la polvere magica e un battito d'ali si trovava già al primo piano, prese una scorciatoia che passava per la lavanderia della Casa Albero e ne approfittò per lasciare lì i suoi vestiti sporchi.

Arrivò finalmente al laboratorio di Luke dove trovò anche Rani e Trilli.

-Prilla!-esclamarono in coro, saltandole al collo.

-Fate piano ragazze.-disse Prilla perdendo l'equilibrio e cadendo sul pavimento.

-Ops, scusaci.

Le dissero dandole una mano a rialzarsi.

-È che siamo così...

-...Entusiaste che tu sia tornata.-finì la frase Rani.

-Non crederete mai come mi sono spaventata quando mi sono trovata...

Iniziarono a parlare e non avrebbero smesso se non si fosse intromesso Luke per fargli notare che esistevano anche loro.

-Hai ragione, scusaci, ma quando inizi a parlare non puoi più smettere, specialmente se...-disse Trilli.

-...Si parla di un'avventura del genere!-disse Rani saltando in aria.

Rani era una fata dell'acqua molto simpatica. Era l'unica fata dell'Isola-Che-Non-C'è a non avere le ali, avendole sacrificate anni prima proprio per la salvezza dell'isola stessa.

Trilli, una fata ripara pentole e padelle era stata amica di Peter Pan, nessuno meglio di lei conosceva quel ragazzo, ma non le piaceva toccare l'argomento 'Peter Pan'. Peter le aveva spezzato il cuore.

-Bé, credo che vi siate già conosciuti...-disse Prilla.

Rani e Trilli annuirono -Non ci resta che farvi visitare l'isola!

-Da dove iniziamo?-domandò Luke aprendo sul tavolo un'enorme cartina dettagliata dell'intera Isola-Che-Non-C'è.

-Io propongo di andare sul Rio Scorriscendi.-esclamò Rani.

-Noo, meglio l'insenatura dei tesori!-disse Trilli che adorava quel posto avendovi trovato molti oggetti curiosi provenienti dal Mondo Fermo.

-Su questa carta ci sono degli uccelli, sono come Falco?-domandò Noctis indicando l'enorme montagna che si trovava al centro dell'isola, il Monte Torto.

-Peggio...-iniziò la frase Trilli.

-...C'è anche il Falco Dorato, il più temibile, magico, astuto, veloce, abile di tutti i falchi!-finì Rani.

-Quella strana costruzione sull'acqua, invece cos'è.-chiese Piron.

-Quella è la Jolly Roger, la nave di Capitan Uncino.-spiegò Luke.

-Ma se andiamo a vederla succede qualcosa? Dal tuo tono di voce sembri spaventato.-disse Tasaru.

-No, no. Non sono affatto spaventato, è solo che Uncino non gode di una buona fama. Si dice che

abbia ucciso lui tutti i capitani delle altre navi che solcavano i mari dell'Isola-Che-Non-C'è!

-Ne abbiamo avuto la conferma!- dissero Prilla e Rani.

Anni prima per salvare l'Isola-Che-Non-C'è dalla morte avevano dovuto sottrarre a Uncino il suo reggisigari dorato. Lo avevano sentito mentre dormiva elencare il nome di tutti questi uomini da lui uccisi; gli si erano gelate le ali.

-Allora dove andiamo? Ogni posto sembra pericoloso.-disse Agrom.

-I Goffi non possono vederci, quindi ci potremmo anche andare sulla Jolly Roger...

-Io voto per la Jolly Roger.

-Anch'io, se non ci possono vedere non c'è alcun pericolo.

-Mi avete convinto, vada per la Jolly Roger.

Tutti e quattro i Lord erano d'accordo, se Uncino non riusciva a vederli non li avrebbe nemmeno attaccati.

-Va bene, andiamo a prendere Floppy. Ci vediamo dopo sulla spiaggia.-disse Luke e uscì dalla stanza seguito dai principi di Gorm.

Prilla, Rani e Trilli invece non si mossero, erano preoccupate. Ognuna di loro aveva avuto almeno un incontro un po' troppo ravvicinato con un pirata e di certo non saltavano dalla gioia nel dover andare proprio nel loro covo.

-Secondo voi, possono vederci?-chiese titubante Prilla.

-Sveglia! Siamo fate, lo hai detto prima tu stessa che i Goffi non possono vederci, ma che ti

succede?-chiese Trilli.

-Il fatto è che l'equilibrio dell'isola è stato turbato, non vorrei che ora i pirati potessero vederci.-rispose lei.

-Non ti preoccupare, una cosa del genere è impossibile!-esclamò Rani, poi tirò fuori dalla tasca una foglia fazzoletto e si soffio energicamente il naso. Non perché avesse il raffreddore, semplicemente perché era una fata dell'acqua. Le succedeva sempre e tutti i suoi vestiti avevano le tasche piene di fazzoletti.

-Dai gente, allegria!-disse Trilli.-Se sei fuggita dai “gormiti cattivi” non puoi dirmi che non riuscirai a fuggire a quegli stupidi pirati!

-Giusto, andiamo.-disse Prilla rasserenandosi.

Uscirono dalla Casa Albero e si recarono direttamente sulla spiaggia ma non trovarono nessuno a parte una famiglia di lombrichi di mare che si dava un gran daffare per costruirsi una tana.

-Certo che sono proprio lenti i ragazzi!-esclamò Rani guardandosi intorno.

-Aspettiamoli, non possiamo fare altro.-sospirò Trilli sedendosi su un ciottolo.

-Vi va di costruire un castello di sabbia?-domandò Prilla.

Provò a usare i suoi poteri e iniziò a dare una forma alla sabbia... ne usciva una costruzione sempre più grande, più grande. Prilla si fermò. Il suo castello di sabbia era alto ormai quasi un metro, se considerate che una fata è alta più o meno dodici centimetri per lei quello era un grattacielo in piena regola.

-Che ve ne pare, è abbastanza alto?-chiese alle sue amiche.

Rani e Trilli la guardarono a bocca aperta e annuirono.

Un fruscio sopra le loro teste le fece sobbalzare. Si sentì un frullo d'ali e Prilla vide la sua creazione caderle addosso.

Si lanciò su un lato appena in tempo per evitare di essere sommersa di sabbia.

Si rialzò e si diresse verso le macerie del suo castello per tirare fuori dalla sabbia Rani e Trilli.

-Ancora viva!-esclamò Rani uscendo dalla sabbia.

-Splut, chi è che ha avuto la bella idea di seppellirci?-disse Trilli non appena fu uscita dalla montagna che la ricopriva.

Prilla si mise in guardia, poteva essere un qualunque uccello pronto a mangiarle.

 

 

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Capitolo 10
*** Pirati! ***


10. Pirati!

 

Vide un'ombra enorme venir fuori da dietro una duna alle loro spalle si voltò di scatto e...

-Ciao, scusate se...- disse Luke in groppa a Floppy.

-...Ci avete sommerse di sabbia facendoci quasi soffocare!-finì la frase Rani molto arrabbiata.

-Appena scendi da quell'uccello ti faccio vedere io.-disse Trilli con fare minaccioso.

-Ma non è colpa mia.-tentò di difendersi Luke -C'era Tasaru alla guida, voleva provare, gli ho

lasciato le redini e...

-Non ho fatto in tempo a frenare.-disse Tasaru scendendo con un balzo da Floppy.

-Dai, smettetela.-disse Prilla -Sbagliando si impara.

-Certo che se magari si evita di uccidere qualche innocente.-disse Trilli.

-Sbaglio o dobbiamo arrivare sulla Jolly Roger?-chiese Rani cercando di cambiare argomento.

Si rimisero tutti in volo e dopo pochi minuti raggiunsero il ponte dell'enorme nave.

-Ecco.-disse Prilla a bassa voce -Questa è la mitica Jolly Roger .Ogni pirata che si rispetti deve aver

almeno vinto una battaglia su questa nave. È il fiore all'occhiello dell'isola, come amano

definirla i pirati. Ma bando alle ciance, andiamo sul ponte.

Quel pomeriggio regnava uno strano silenzio sulla nave, non c'erano pirati.

-Deve esserci una battaglia in corso nei boschi più folti della Macchia Verde -ipotizzò Luke.

-Meglio così, non corriamo nessun rischio.-osservò Trilli in un sospiro di sollievo.

Fecero un giro per tutta la nave; visitarono le stive, le celle, le cabine dei marinai. Stavano per oltrepassare la soglia della cabina del capitano quando delle urla attirarono la loro attenzione.

-Oh, no!-esclamò Rani nervosa-Sono tornati!

-Tanto non ci vedono.-disse Luke tranquillo.

-Non vedono noi, ma non sappiamo se non vedono loro.-disse Prilla alludendo ai principi di Gorm.

-Giusto! Non ci avevo pensato. Dobbiamo andare via subito!

Troppo tardi il temuto Uncino si stava dirigendo a passo svelto verso la sua cabina quando li vide. Ma non vide solo i Lord. Vide le tre fate e il folletto. Si tolse dalla tasca un fazzoletto e con un gesto fulmineo li catturò. Non ebbero neanche il tempo di provare a fuggire.

L'equilibrio che regnava ormai da tempo sull'isola era stato bruscamente modificato. Ora anche i Goffi potevano vedere le fate, stava per iniziare una nuova battaglia: fate contro pirati.

Le fate dovevano difendersi non solo dagli attacchi dei falchi, ora dovevano anche fuggire alla ferocia dei pirati che le avrebbero catturate per la loro polvere magica che permetteva a chiunque di volare.

All'interno del fazzoletto non passava luce, solo il fioco bagliore delle ali che era sufficiente a far vedere i contorni dei volti. Sentivano solo il passo del capitano e la sua voce imperiosa che comandava alla ciurma di radunarsi sul ponte mentre provavano a liberarsi.

Seguirono un alternarsi di grida, spari. Ad un certo punto un rumore metallico di uno sportello li fece fermare tutti.

-Bene stupidi cani rognosi, venite a vedere chi ci è venuto a fare visita...-disse Uncino e rovesciò il contenuto del suo fazzoletto in una gabbia per uccelli.

Prilla si ritrovò di nuovo ad avere tutti addosso. Si rialzarono e videro i pirati che li stavano osservando mentre un mormorio confuso si alzava sempre di più.

-Prilla- disse Agrom- L'Occhio della Vita è in grado di farti cambiare dimensioni, se riesci a diventare alta come un pirata con un semplice incantesimo potrai batterli tutti.

-Ma Agrom- rispose lei- E se vengono a sapere di Gorm? Non credi sia rischioso?

-La nostra priorità è difendere Gorm.-disse Tasaru.

-Te lo avremmo detto se no?-aggiunse Piron.

-Va bene ma ora spicciati!-esclamò spazientito Noctis.

-Ci proverò. L'unico problema è che sento i miei poteri indebolirsi. Non so se saranno sufficienti per affrontare i pirati.-disse Prilla. Infatti l'Occhio della Vita prendeva potere direttamente da Gorm, più era lontano dall'isola più i suoi poteri diminuivano.

-Al massimo ingrandirai anche noi. Sono un vero asso con la spada.-si vantò Noctis

Prilla si concentrò e chiuse gli occhi. Sentiva che i suoi capelli si stavano allungando, le sue braccia, le sue gambe, i suoi piedi. Persino i suoi vestiti si adattavano alla sua nuova forma.

La gabbia in cui li avevano rinchiusi si era rotta anche perché era molto arrugginita.

Prilla li riaprì e vide gli occhi di Spugna, il nostromo irlandese di Uncino, proprio davanti a lei.

Ora era alta sul metro e i trenta centimetri e la visuale del mondo era totalmente diversa. Non ci badò, il suo compito era salvare i suoi amici.

Si rivolse a Uncino dopo un piccolo inchino ricambiato da un cenno del capitano.

-Vorrei chiedervi di lasciare i liberi i miei amici.-disse sicura Prilla guardando negli occhi Uncino.

Giacomo Uncino aveva dei lunghi capelli neri che erano in contrasto con i freddi occhi. La sua voce era piena di rabbia, da ogni sua parola si intravedeva l'odio per Peter Pan e per le fate che lo avevano cresciuto, gli avevano insegnato a volare e a combattere.

Ora aveva una fata davanti, il suo odio gli suggeriva di eliminare i suoi prigionieri ma la sua curiosità lo spingeva a cercare di capire come quella fata avesse raggiunto delle dimensioni così notevoli.

Tutti gli abitanti dell'isola sapevano che solo sul Mondo Fermo le fate potevano fare incantesimi difficili come quelli di ingrandimento. Le fate dell'Isola-Che-Non-C'è potevano al massimo rimpicciolire o ingrandire oggetti, non loro o altri esseri viventi.

-Prima, madamigella, mi dica cosa ci facevate sulla mia nave.-disse secco Uncino andandosi a

sedere nella sua scrivania dove si metteva di solito a scrivere piani di battaglia contro Peter o cercava i tesori dell'isola.

-Signore, i miei compagni sono dei folletti scrittori e volevano scrivere un libro dettagliato sulla sua

nave. Mi sono offerta di accompagnarli.

-E tu invece saresti?-chiese Uncino sistemandosi il pizzetto.

-Prilla, visita-Mondo-Fermo-batti-le-mani.-si presentò lei.

-Un po' lungo come talento.-osservò Uncino.

Nel frattempo, nella gabbia, i Lord stavano escogitando un piano di fuga.

-Ci potremmo trasformare in Megasus.-ipotizzò Noctis.

-Ma certo, così arriveremo al ginocchio di questi “pirati” , non gli faremo che il solletico!-ribatté Agrom

-State calmi. Qui ci vuole un piano.-disse Piron.

-Allora muoviti, hai qualche idea.-lo spronò Tasaru.

Ma torniamo al dialogo tra Prilla e il capitano.

-C'è solo una cosa che non mi convince in te, la tua storia...-disse Uncino.

-Cioè?-chiese Prilla preoccupata.

-Hai detto che i tuoi amici sono dei folletti scrittori, ma voi fate avete dei tratti del volto come noi umani, loro invece sono diversi.-disse prendendo dalla gabbia Piron.

-Mettimi giù.-provò a dire lui senza che però Uncino potesse sentirlo.

-Non sono dei folletti della primavera, sono dell'autunno e quindi anche il colore della loro pelle è diversa dalla nostra.-spiegò Prilla.

Prilla si accorse che il capitano stava perdendo la pazienza. Doveva subito trasformare i suoi compagni. Si concentrò e in breve erano tutti delle dimensioni giuste per combattere contro un pirata.

-Legateli, legateli tutti. Per una volta ho io il coltello dalla parte del manico. Chiederemo in cambio della polvere magica e potremo volare e sconfiggere Peter -disse Uncino.

-Ragazzi, trasformatevi!-ordinò Prilla mentre cercava di schivare i colpi dei pirati.

I Lord provarono ad attivare le loro Gorm-stones ma invano. Il loro potere non si attivava.

-È colpa della barriera.-disse Piron.

-Abbandonate la nave!-esclamò Rani che aveva preso il controllo dell'acqua contenuta in un bicchiere e l'aveva diretta addosso ad un gruppo di pirati che l'avevano circondata.

-State pronti!-gridò Prilla.

Tutti i suoi compagni si fermarono e Prilla attivò un teletrasporto. Purtroppo la barriera iniziava a fare effetto e i suoi poteri ne risentirono. Aveva troppa poca energia per riuscire a trasportare tutti nella Radura Incantata. Fece una decisione, trasportare i suoi amici in salvo e usare il suo talento per fuggire ai pirati.

Il teletrasporto si aprì in un lampo di luce e Prilla tornò alla sua statura originale.

Il teletrasporto si richiuse e i suoi passeggeri si ritrovarono davanti all'ingresso della Casa Albero. Erano tornati normali.

 

Prilla si ritrovò a terra sul ponte prima che le sue ali riuscissero ad aprirsi per spiccare il volo. Si rialzò subito. Questa volta riuscì veramente a volare. Decise di utilizzare il suo talento: le sarebbe bastato pensare ai Goffini, al Mondo Fermo e vi si sarebbe ritrovata immersa.

In pochi attimi stava volando sul Colosseo e tutti i bambini che la videro esclamarono:

-Una fata!

Ognuno di loro lo pronunciava nella propria lingua ma Prilla li capiva tutti alla stessa maniera. Se un bambino inglese esclamava: “A fairy!” lei lo capiva così come se avesse sentito un bambino francese dire: “Une fée!”

Le fate possono capire tutti i Goffi del Mondo Fermo, qualsiasi sia la loro lingua.

Quando Prilla tornò sull'isola atterrò vicino al Cerchio Magico dove si trovava Mamma Colomba.

Sentì un fruscio alle sue spalle e si voltò.

“Oh, è solo un po' di vento.” pensò. “Strano però che non ci sia Vidia.'”

Lo aveva appena pensato che eccola arrivare.

-Ciao dolcezza. Ma che bella idea andare a trovare i pirati. Avevi voglia di essere uccisa?

-Guarda che l'idea di andare dai pirati non è stata mia. E poi siamo tutti salvi.

-Umpf , questa volta ti è andata bene.-ribatté lei.

-Aspetta, Vidia.-la fermò Prilla.

-Si, che c'è tesoro?

-Ora che anch'io riesco a controllare il vento che ne dici di provare a fare una gara di velocità? Sai,

un giorno o l'altro...

-Ma certo. Sempre pronta a perdere, eh? Se vuoi possiamo farla anche adesso.

-No, ora no. Devo...ricaricarmi. I miei poteri non funzionano al massimo.

-Tutte scuse.-sbottò Vidia e se ne volò via lasciando Prilla da sola.

Il sogno nel cassetto di Prilla era battere Vidia in una gara di velocità e ora aveva gli strumenti adatti per affrontarla.

Prilla si incamminò verso la Casa Albero. Stavano tramontando tutti i soli dell'isola e la prima luna prendeva posto alta nel cielo.

Arrivò alla Casa Albero mentre le fate lavandaie stavano raccogliendo i panni dai rami dal cespuglio che cresceva davanti ad uno degli ingressi secondari.

Entrò e si diresse automaticamente verso la sala delle udienze, la regina doveva essere messa al corrente del fatto che le fate non erano più invisibili ai Goffi.

La regina fortunatamente non era impegnata in riunioni quindi Prilla poté essere ricevuta subito.

Prilla si inchinò come suo solito e le raccontò la storia dei pirati.

-Mmmh...Dobbiamo stare pronte a proteggerci. Dai pirati ci si può aspettare di tutto.

La regina era notevolmente preoccupata. L'intera Isola-Che-Non-C'è era in pericolo.

Il compito delle fate era sia portare le stagioni sulla Terra che occuparsi di Mamma Colomba, una colomba che viveva nel Cerchio Magico e, grazie al suo uovo, tutti gli abitanti dell'isola non invecchiano. Se alle fate veniva tolta la polvere magica queste non avrebbero potuto portare le stagioni nel Mondo Fermo né tanto meno prendersi cura di quella che si potrebbe definire come lo spirito vitale dell'isola.

-Manderò delle fate messaggere in ogni stagione. Non possiamo correre dei rischi così alti.

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Capitolo 11
*** Sassi per cena ***


11. Sassi per cena

 

Prilla decise di andare a cercare i suoi compagni. Non era sicura di essere riuscita ad attivare un teletrasporto che li avesse portati nei pressi della Casa Albero.

Le sue ricerche però durarono poco; si trovavano infatti nel laboratorio di Luke.

-State bene per fortuna!- disse Prilla-Non ero sicura di essere riuscita a mettervi in salvo.

-Puoi sempre migliorare la mira.-disse Trilli.

-A momenti finivamo sulla biancheria pulita...-iniziò la frase Luke.

-...Lympia non ce l'avrebbe fatta passare tanto facilmente.-finì Rani

-Ehm...chi sarebbe questa Lympia?-chiese Tasaru.

-È una fata lavandaia. È pulita, ordinata e profuma di bucato.

-Già.-confermò Trilli -Ma come hai fatto a sbarazzarti dei pirati?

-Ho usato il mio talento.

-Possiamo sapere che cosa riguarda il tuo talento?-chiese Agrom.

-È anche parecchio lungo se non sbaglio.-disse Noctis.

-Non è così lungo come sembra. Il mio talento si occupa dei bambini. Dovete sapere che alla prima

risata di un bambino nasce una fata e a volte diventa una fata dell'Isola-Che-Non-C'è. Ogni fata ha

un talento, per esempio Rani è una fata dell'acqua, Trilli e Luke sono dei tuttofare ma ognuno di loro è specializzato in qualcosa, dei sotto-talenti.-spiegò Prilla.

-Io sono una fata ripara pentole e padelle mentre...

-Io sono un folletto sarto.-disse Luke sospirando.

-Perché sospiri? C'è qualcosa che non va?-chiese Tasaru.

-No, è solo che sono l'unico folletto tra i tuttofare ad essere un sarto. “Gli altri” con il mio stesso

talento sono tutte fate.

-Guarda il lato positivo...sarai un Don Giovanni perfetto.-disse Prilla.

Tutti la guardarono e lei diventò rossa.

Dovete sapere che solo a fate di alcuni talenti era permesso andare sul Mondo-Fermo, molte rimanevano sull'isola.

Prilla era una di quelle fate che poteva andare sul Mondo Fermo ed era l'unica che ci poteva andare ogni volta che voleva.

Il suo talento era legato ai bambini ed il suo compito era farli credere nelle fate. Ogni volta che un bambino smette di crederci una fata muore. Se ci sono però abbastanza bambini che credono nella loro esistenza e sono pronti a dimostrarlo battendo le mani questa fata continua a vivere.

Prilla volava ogni sera nel Mondo Fermo e parlava con tutti i bambini, sia nei loro sogni, sia mentre erano svegli.

Era ormai sera e decisero di andare a mangiare.

-Un momento...-fermò tutti Agrom -Avete deciso di farmi stare a dieta?

-Già, a te non piacciono frutta e verdura.-disse Luke.

-Ma cosa facciamo allora?-chiese Tasaru.

-Visto che a te piacciono le ehm, le rocce, possiamo prenderne un po' e lavarle.-propose Rani.

-Concordo.-disse Trilli facendo la voce di una cameriera intenta a prendere le ordinazioni -Hai qualche preferenza?

-Basta che mangio!-esclamò lui.

Si misero alla ricerca di pietre e ne raccolsero una cesta.

-Ora non ci resta che lavarle.-disse Rani e tirò fuori da un sacchetto che portava sempre con sé dell'acqua. Con un po' di polvere magica la fece diventare un piccolo vortice con il quale sciacquò accuratamente tutte le pietre. A operazione finita fece rientrare tutta l'acqua nel sacchetto e lo richiuse.

-Ecco fatto.-disse.

Agrom ne prese una e l'addentò. La tenne in bocca, la masticò e la inghiottì poi disse:

-Buona, solo...

-Solo...?-chiesero gli altri.

-È morbida, non che non sia dura, certo. È che le pietre di Gorm sono molto più dure.

Gli altri tirarono un respiro di sollievo.

-Possiamo andare a mangiare ora?-chiese Noctis.

-Sì, andiamo.

Dopo cena si informarono sulla posizione delle stanze dove i Lord avrebbero passato la notte.

-Bene, stiamo sullo stesso piano.-disse Prilla.

Salutarono Luke, Rani e Trilli e andarono ognuno ad un piano diverso.

Si diressero verso il settimo piano dove c'erano le loro stanze.

-Su ogni porta c'è una raffigurazione del talento del proprietario. Non vi sarà difficile trovare la vostra.

Infatti sulla camera di Piron c'era disegnata una grossa goccia d'acqua, su quella di Tasaru un albero, su quella di Noctis un tornado e su quella di Agrom...

-Una palla?

-Ma no, Agrom, non vedi che è un sasso.-lo corresse Prilla.

Entrarono ognuno nella propria stanza.

“Certo che siamo capitati in un mondo strano.” pensò Agrom.”Non mangiano rocce, non sanno disegnare un sasso...!”

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Capitolo 12
*** Ritorno a casa ***


12. Ritorno a casa

 

La mattina dopo Prilla fu svegliata da dei rumori. Ancora in camicia da notte uscì dalla stanza. Stranamente non erano Agrom e Noctis che litigavano ma Piron che era rimasto bloccato in camera sua.

-Spingi. No, non così!-continuava a dire Noctis.

-E come allora?-rispondeva Piron da dietro la porta.

-Che succede?-chiese Prilla strofinandosi gli occhi.

-Oh, ti abbiamo svegliata.-disse Agrom.

-Vorrei vedere! Con la confusione che fate come minimo avete fatto alzare mezza isola.-rispose Prilla in uno sbadiglio.

-Piron è rimasto bloccato. Non riusciamo a farlo uscire.-disse Tasaru.

-Fatemi vedere.

Prilla si avvicinò alla porta e guardò dentro il buco della serratura.

-Come pensavo. Si è incastrata la maniglia.-disse.

Poi entrò in camera sua e aprì un cassetto. Ne tirò fuori un pezzettino di filo di ferro. Lo piegò.

-Spostati da dietro la porta.-ordinò Prilla a Piron.

Poi infilò il filo di ferro nella serratura e lo fece girare. Si sentì un CLACK. Prilla prese la maniglia e la girò. La porta si aprì e uscì Piron.

-Grazie.-disse lui.

-Non c'è di che, ora però mi spieghi come hai fatto?-chiese lei recuperando il suo pezzo di filo di ferro.

-Oh, non saprei, ieri sera sono entrato in camera e ho chiuso la porta, non ho fatto altro.-rispose lui.

-Mmmh. Va bene. Aspettatemi qui, mi vesto e andiamo a fare colazione.

-Già fatta.-disse Agrom.

-E come?-chiesero gli altri.

-Ieri ho tenuto con me alcune di quelle pietre e questa mattina le ho mangiate.

-Mistero svelato.-disse Tasaru.

-Vado a cambiarmi.-disse Prilla ritornando nella sua stanza. Ne uscì poco dopo con lo stesso vestito del giorno prima.

Si incamminarono verso la sala del tè e presero posto al tavolino dove di solito Prilla faceva colazione.

-Ogni fata si siede ad un tavolo in base al suo talento. Io sono l'unica in tutta l'isola ad essere una fata batti le mani e quindi mi siedo ad un tavolo da sola.-spiegò Prilla.

-Dopotutto i nostri mondi non sono poi così diversi.-osservò Tasaru.

-Già, se da noi sono divisi in base agli elementi...-disse Piron.

-Qui siete divisi per talento.-completò la riflessione Agrom.

Noctis annuì poi disse:

-Credo che dovremo procurarci delle sedie.

-Giusto, aspettate un momento, tornerò con le sedie.-disse Prilla e raggiunse in volo uno sgabuzzino dove si tenevano le sedie, i tavoli, i piatti e i modelli per le decorazioni di eventuali feste. Parlò con una fata cameriera e prese quattro sedie di foglie intrecciate.

I Lord si sistemarono intorno al tavolo e iniziarono a fare colazione avendo a disposizione una vasta serie di tartine, biscotti e tanto altro. Entrarono poco dopo anche altre fate da sole o in compagnia e ben presto la sala si riempì e aumentò anche il rumore. Prilla disse che sarebbe stato meglio uscire e la sua proposta fu ben accolta dai Principi di Gorm che, essendo gormiti, sentivano anche un bisbiglio come una voce normale.

Appena usciti gli venne incontro una fata messaggera.

-I Principi di Gorm e Prilla sono richiesti immediatamente dalla regina nella sala delle udienze.

Detto questo volò via per portare eventuali altri messaggi a qualche fata o folletto.

-Se la regina ci vuole vedere vuol dire che potete tornare su Gorm!-esclamò Prilla facendo una ruota in aria. Era il suo modo per dimostrare la sua felicità, ad ogni peripezia corrispondeva un'emozione o un sentimento ma a volte, quando era molto contenta, non la finiva un secondo di saltare, piroettare, prillare appunto.

-Bene, non vedo l'ora.-disse Agrom.

-Concordo amico.-disse Piron.

-Tu non esulti testa piumata?-chiese Tasaru a Noctis dandogli una sonora pacca sulla schiena.

-Vacci piano cespuglio.-rispose lui. Poi voltandosi d'improvviso gli ricambiò il colpo con le ali sbattendogliele in faccia.

-Ehi!-esclamò Tasaru.

-Siamo pari non puoi lamentarti.

-Smettetela voi due e vedete di essere educati di fronte alla regina.-li ammonì Prilla sistemandosi la gonna.

Entrarono nella sala delle udienze e furono accolti dalla regina Ree e dai ministri delle stagioni. C'erano infatti il Ministro d'Estate, una fata dai capelli ricci rossi che indossava uno splendido vestito fatto interamente di fiori estivi; il Ministro della Primavera un folletto molto pignolo, era lui che gestiva i preparativi per portare la primavera nel Mondo Fermo; il Ministro dell'Autunno, un folletto vestito di foglie secche e marroni; infine c'era il Ministro dell'Inverno, una fata ricoperta di splendidi cristalli di ghiaccio.

-Bene, avete fatto in fretta.-disse il Ministro della Primavera staccando gli occhi da una clessidra.

-Vi abbiamo convocati per dirvi che su Gorm le acque si sono calmate.-disse la regina Ree.

-Potete tornarvi senza pericolo.-continuò il Ministro dell'Inverno.

-Lo abbiamo visto attraverso lo specchio del portale.-finì il Ministro dell'Autunno indicando lo specchio che avevano avuto dai Bimbi Sperduti.

I Lord lo guardarono e ebbero tutti lo stesso pensiero ed esclamarono all'unisono:

-È lo specchio del Tempio della Luce!

-Tempio della Luce?-chiese la regina Ree stupita.

-È una costruzione immersa nelle nuvole ed è la “casa” del Sommo Luminescente, signore della luce.-spiegò Agrom.

-E questo specchio dove prendeva posto all'interno del tempio?-chiese il Ministro dell'Inverno.

-All'interno di una piccola sala, in fondo al colonnato centrale.-disse Noctis.

-Nessuno oltre al Sommo Luminescente può entrarvi a causa della troppa luce che viene prodotta da

un sistema di specchi.-aggiunse Piron.

-Allora deve essere un oggetto di grande valore quello che abbiamo.-osservò il Ministro dell'Autunno indicando lo specchio.

-Non c'è però una spiegazione su come sia arrivato qui, sull'Isola-Che-Non-C'è.-continuò la regina Ree.

-Sulle leggende non si dice niente al riguardo.-disse Tasaru.

-Dovremmo chiederlo al Sommo Luminescente.-affermò Agrom.

In quel momento Prilla, che era rimasta in silenzio, iniziò a recitare una specie di filastrocca:

-In un vortice energetico sono stato imprigionato, a lungo ai popoli consigli ho dato fino a che un giorno...

-Cosa stai dicendo?!-chiesero i ministri.

-...sono stato in un'altra dimensione scaraventato. Ho a lungo aspettato e riflesso volti in vano finché non mi hanno richiamato e una fata ho salvato ma il mio compito non è ancora terminato.-finì la frase Prilla.

-Prilla cosa vogliono dire queste parole?-domandò perplessa la regine Ree.

Prilla si sentiva un po' spaesata, non ricordava di aver detto nulla.

-Credo che non sia stata direttamente Prilla a parlare.-disse Piron -Bensì lo specchio.

-Come lo specchio?-chiese Noctis- Lo abbiamo visto tutti che era Prilla a parlare.

-Io non mi sono accorta di ciò che stavo stavo dicendo.-si difese Prilla.

A quel punto parlò la regina Ree zittendo tutti:

-Quello con cui abbiamo a che fare è un oggetto magico. Non sono un'esperta ma so che gli oggetti

magici possono mettersi in collegamento con qualsiasi cosa.

-Noi ci stavamo facendo domande su questo specchio...-iniziò a dire il Ministro dell'Estate.

-E questo meraviglioso oggetto ci ha risposto!-finì il Ministro dell'Inverno specchiandovisi.

-Quindi lo specchio ha raggiunto l'Isola-Che-Non-C'è con un vortice dimensionale.-disse Tasaru.

-Ora non ci resta che capire chi l'ha aperta, quando, dove, perché...-disse il Ministro della Primavera.

-Sono dei dettagli di poco valore, chi l'ha portato qui, sull'isola, voleva che lo specchio fosse, a tempo debito, utilizzato nella maniera giusta.-disse Piron.

-Molto probabilmente è stato il Sommo Luminescente. Se solo lui aveva accesso nel luogo dove era custodito lo specchio, no?-disse Prilla.

-Se veramente questo specchio viene da Gorm allora funzionerà anche con voi. Provate a chiedergli cosa sta succedendo in questo momento qualche cosa su Gorm.-ordinò la regina Ree.

Si fece avanti Piron e chiese allo specchio di mostrargli suo fratello Deron. Pian piano nello specchio prese forma la figura di un giovane gormita molto simile a Piron. Anche lui aveva come una specie di treccia solo che la sua, a differenza di quella di Piron, era arancione scarlatto.

-Funziona, questo è mio fratello Deron, re del popolo dell'acqua.-disse Piron.

-Allora è certo che questo specchio venga da Gorm.-disse il Ministro dell'Autunno.

-Ne abbiamo avuto la conferma, ora però è meglio che torniate su Gorm.-disse la regina Ree.

-Verremo anche noi all'albero portale.-dissero i ministri.

Così, dopo essere accomiatati dalla regina Ree i ministri, i Lord e Prilla si diressero verso l'albero portale.

Appena arrivati all'albero portale i ministri si aspettavano da Prilla un chissà quale incantesimo mentre lei si limitò a prendere per mano i principi di Gorm. Subito si aprì il portale ma stavolta Prilla stette bene attenta a non esserne risucchiata.

 

I Lord atterrarono nella radura dell'albero portale e con un paio di rotoloni si fermarono contro un cespuglio.

-Ancora vivo!-esclamò Tasaru balzando in piedi.

-Agrom, togli i tuoi piedi dalle mie ali, me le stai riempiendo di polvere.-si lamentò Noctis.

-Non ci posso fare niente.-disse Agrom alzandosi.

-Dobbiamo trovare un modo per rendere i nostri futuri atterraggi più confortevoli, magari con un

materasso.-propose Piron.

-Prima però dovremo procurarcene uno. Oppure metterlo insieme con delle foglie.-disse allora Tasaru.

-A che serve cucire se possiamo trovarne uno già fatto?-domandò Noctis.

-E dove vuoi andare a prenderlo?-chiese Tasaru.

-Credo che sia ora di tornare al Picco dell'Aquila!-esclamò Noctis indicando la grande montagna con la testa d'aquila alle sue spalle.

-Giusto. Oppure facciamo un materasso con le tue di piume.-gli disse Tasaru scatenando la furia di Noctis.

-Il primo a dire che il materasso doveva essere fatto di foglie sei stato tu.-gli rispose Noctis a tono.

-Noctis, calmati, materializza il Solar Sailer piuttosto.-ordinò Agrom.

-Umpf.-rispose lui ma materializzò lo stesso l'enorme mezzo di trasporto.

Il Solar Sailer era come uno shuttle, solo che era armato di cannoni spara razzi, disponeva di sofisticati stabilizzatori di volo molto utili nelle battaglie. Era anche un mezzo anfibio: poteva sia volare che muoversi sulla terraferma.

I quattro amici salirono a bordo e subito il Solar Sailer prese il volo.

A terra però qualcuno li aveva osservati, era Fire Spitter, un altro degli scagnozzi di Magor. Appena i principi di Gorm, a bordo del Solar Sailer, si furono allontanati dall'albero portale Fire Spitter spiccò il volo e si diresse verso il vulcano.

 

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Capitolo 13
*** Una strana nebbia ***


13. Una strana nebbia

 

Sull'Isola-Che-Non-C'è, Prilla si stava preparando per andare a dare una mano a Lily nell'orto oggi bisognava raccogliere le carote!

Il suo talento le lasciava molto tempo libero che lei impiegava spesso per aiutare in piccoli lavori altre fate o folletti. A volte aiutava Luke quando doveva confezionare nuovi abiti e gli dava consigli.

Oggi era il “giorno nell'orto” come lo chiamava lei. Aveva indossato i suoi stivali, il suo completo da lavoro e si era diretta verso il Rio Scorriscendi. Era quasi arrivata all'orto quando sentì in lontananza delle grida di aiuto. Provenivano dal centro della foresta e Prilla pensò subito che una delle fate esploratrici si trovasse in pericolo. Le fate esploratrici di solito agivano insieme ma altre volte, per delle esercitazioni, si dividevano in gruppi formati al massimo da due elementi.

A volte le fate esploratrici fingevano di aver bisogno di aiuto per mettere alla prova le compagne, in quei casi usavano però un altro segnale a loro convenuto. Il regolamento poi era molto duro: chiunque venisse sorpreso a chiedere aiuto quando non ce ne fosse stato bisogno sarebbe stato punito severamente. Nessuna fata esploratrice si sarebbe mai permessa di infrangere il regolamento. Prilla decise di andare a vedere, forse i suoi nuovi poteri potevano essere utili.

Corse in direzione della richiesta di aiuto, la voce sembrava però sempre lontana e più Prilla la seguiva più questa si allontanava. Arrivò al limitare della foresta abitata e si fermò. Andare più avanti sarebbe stato da sciocchi anche perché era vietato a tutte le fate di oltrepassare il confine. Era evidente che la richiesta di aiuto non era di una fata ma forse di qualche indiano, un pirata. Prilla tornò ai suoi passi quando però si accorse che stava girando in tondo. Eppure era sicura che le indicazioni fossero corrette. Spiccò il volo sperando di poter proseguire così. Si accorse però che una corrente di aria fredda la riportava a terra.

“Qui c'è qualcosa di strano...” pensò.

Decise di aspettare un po', magari sarebbe tata più fortunata. Passarono una decina di minuti e Prilla provò di nuovo a volare. Niente, nemmeno stavolta.

L'isola era avvolta da un'insolita nebbiolina che lasciava solo pochi centimetri dal naso di visuale. Decise così di arrampicarsi su di un albero per trovare riparo almeno dagli animali che si muovevano sul terreno. Pochi sono gli animali di terra pericolosi: le talpe, che con i loro grandi buchi nel terreno sono in grado di provocare frane e gli orsi, che nel periodo dopo il letargo sono affamatissimi e sarebbero in grado anche di ingoiare una fata senza neanche masticarla.

Al solo pensiero di ciò che le sarebbe potuto succedere se avesse incontrato uno di questi animali Prilla rabbrividì.

 

Su Gorm i Lord si trovavano ancora a bordo del Solar Sailer quando un tonfo seguito dallo sbandamento del mezzo li fece sussultare.

-Noctis, ti sembra il momento di mettersi a giocare?-chiese Tasaru all'amico che era seduto nel posto del pilota.

-Non sono stato io!- si giustificò lui.

-Allora chi, è colpa di qualcun altro?-lo canzonò Agrom.

-È strano, i radar non rilevano niente.-disse Piron osservando il quadro dei comandi.

-Hai ragione.-annuì Tasaru.

-Allora cos'è stato?-chiese Noctis.

Piron si affacciò ad uno degli oblò.

-Ragazzi...-disse debolmente.

-Che c'è ora?-risposero gli altri in coro.

-Abbiamo visite.

-Trasformiamoci.-ordinò Agrom.

-Accidenti! Le Gorm-stones non si attivano!-esclamò Noctis.

In quel momento il Solar Sailer fu colpito e dagli oblò entrarono de sassi che sprigionavano del fumo.

-Non respiratelo!-disse Tasaru.

Era però troppo tardi. In pochi istanti si accasciarono per terra.

 

Sull'Isola-Che-Non-C'è Prilla si era sistemata su uno dei rami bassi dell'albero su cui si era arrampicata. La nebbia persisteva e diventava sempre più fitta impedendole di orientarsi. Provò ad utilizzare i suoi poteri. Usò tutti gli elementi finché, arrivata all'oscurità, vide che tutta la nebbia era sparita ma era sparita anche l'Isola-Che-Non-C'è!

Si trovava sempre seduta sul ramo di un albero solo che questo non era più nella Macchia Verde dell'isola.

Provò a volare e stavolta ci riuscì senza neanche sforzi. Si guardò intorno e riconobbe il Mondo Fermo. Infatti vide tutto intorno a lei il traffico cittadino. Era l'orario di uscita dei bambini dalla scuola e tra tutti i gridolini festosi dei marmocchi felici e i rimbrotti delle madri troppo premurose Prilla si fermò. Di solito in un'occasione del genere sarebbe stata felicissima ma non questa volta.

Come era arrivata nel Mondo Fermo senza volerlo? Cosa era successo alla barriera che circondava l'Isola-Che-Non-C'è?

Si alzò in volo e si diresse verso un parco giochi là vicino. I primi bambini arrivavano in sella a biciclette, pattini a rotelle, monopattini oppure sugli skateboard facendosi strada tra siepi e aiuole. Ogni uccello si rintanava sui rami degli alberi e i cani correvano verso i propri padroni, prima che i temibili strappa pelo arrivassero in massa.

Con urli, salti e capriole iniziavano a salire su scivoli e altalene. Ogni tanto tutto si fermava quando qualcuno cadeva e si sbucciava un ginocchio ma dopo il bacio magico di una madre affettuosa il bambino si rialzava e tornava ad inseguire un pallone.

Anche Prilla si era rintanata su un albero poco lontano da uno scivolo. Non voleva farsi vedere. Se era arrivata sul Mondo Fermo voleva dire che l'isola cercava di allontanarla per qualche motivo oppure, con un incantesimo, qualcuno la voleva lontano dalle altre fate.

Prilla era l'unica fata di tutta l'Isola-Che-Non-C'è che poteva essere vista dai Goffi e a volte era anche un pericolo. Se non si nascondeva c'era il rischio di essere catturata da un Goffino e per questo, dopo un po', fu costretta a cambiare nascondiglio perché un gruppo di ragazzini si stava arrampicando verso il ramo dove si trovava urlando un grido di battaglia strappa timpani. Con un volo atterrò su una panchina e provò a tornare sull'isola ma senza alcun risultato.

In quel momento sentì un sibilo vicino al suo orecchio e qualcosa le mosse i capelli.

-No! L'ho mancato!-esclamò un ragazzino ricaricando la sua cerbottana di carta con un sassolino.

-Avanti, proviamo tutti insieme!-incitò un bambino.

-No, il più grande sono io, sta a me catturare quell'animale.-disse un Goffino che sembrava avere una decina d'anni.

“Mi sta dando dell'animale! Adesso gliela faccio vedere io!” pensò Prilla e con un piccolo volo si mise a volargli intorno alla testa, tirandogli piano i capelli ricci.

-Aiuto! Sparate, svelti.-ordinò il ragazzino spaventato.

I suoi compagni però stavano ridendo a crepapelle e per loro prendere la mira fu molto difficile.

Appena soffiarono dentro le loro cannucce di carta però, Prilla si spostò e tutti i piccoli proiettili colpirono il ragazzino.

-Scusaci Mattia!-esclamarono i compagni appena questo si fu ripreso dalla pioggia di sassolini che lo aveva appena travolto.

“Dunque ti chiami Mattia, piccola peste armata di cerbottana.” pensò Prilla e volò sulla spalla del ragazzo sussurrandogli nell'orecchio:

-Sei ancora convinto che io sia un animale?

-L'animale parla!-disse il bambino scacciando dalla sua spalla Prilla.

-Ancora.-disse lei scocciata-Non sono un animale, mi vedi?, sei cieco?

Prilla si mise a svolazzare intono ai ragazzini che la guardavano sia divertiti sia intimoriti.

-Ma quella è una fata!-esclamò una bambina senza i due incisivi da latte.

-Ma dai, le fate non...-provò dire un ragazzino con una crestina da bulletto.

Prilla allora lo fermò con un piccolo incantesimo prima che questo potesse finire la frase.

-Sssh, mai dire che le fate non esistono!-disse allora atterrandogli in testa.

Proprio allora si sentì un rombo e sul parco si abbatté un acquazzone potentissimo, uscito quasi dal nulla.

“Oh, no! Non potrò volare con le ali bagnate!” pensò Prilla.

Tutti i bambini corsero dalle loro madri urlando per lo spavento, queste ultime quasi si mettevano le mani nei capelli. Lo sanno tutti che ai bambini piace saltare nelle pozzanghere di fango, adorano sporcarsi e queste povere signore già immaginavano i vestiti dei loro figlioli tutti inzaccherati.

Prilla perse l'equilibrio e cadde dalla testa del ragazzino ritrovandosi dentro una pozzanghera. La cosa più preoccupante fu che il livello dell'acqua le arrivava già alla vita. Se continuava a piovere con quel ritmo sfrenato rischiava di affogare in uno dei giganteschi fiumi di fango che si erano formati nel parco.

Iniziò a battere le ali e a fatica svolazzò fin sulla panchina più vicina. Guardò il cielo. Rimase ammirata davanti all'enormità di quel cielo infuriato e colorato di un grigio scuro, nero che lasciava cadere a terra le gocce di pioggia che bagnavano i prati. Pensò così all'Isola-Che-Non-C'è e a tutte le fate come Rani che si divertivano a creare ogni singola goccia, dotata della sua personale sfumatura di colore. Le venne un nodo al cuore e riprovò a tornare a casa...

Un altro sibilo fendette l'aria ma stavolta non si trattava di qualche ragazzino con una cerbottana...

-Allora, ti piace la pioggia?-disse una voce semicoperta dal rombo del temporale.

Prilla si girò ma non vide nessuno e balzò subito in piedi.

-Sono qui sopra.-disse di nuovo quella voce.

Prilla alzò la testa e vide...Obscurio!!

Cosa ci faceva nel Mondo Fermo?! Come ci era arrivato?!

-Vedo che sei sorpresa di ritrovarmi qui, sulla Terra.-disse lui planando verso la panchina. Prilla notò che la pioggia non lo colpiva, scivolava come su una sorta di ombrello invisibile.

-Cosa ci fai qui?-domandò Prilla mettendosi sulla difensiva.

-Logico, voglio l'Occhio della Vita, hai imparato a utilizzare tutti gli elementi e ora lo si può riunire con l'altra metà. Uscite fuori.-ordinò rivolto verso il prato allagato.

Uscirono dai loro nascondigli allora tutti i gormiti che l'avevano catturata la prima volta all'albero portale ma c'erano anche Magmion, Fume, uno che non aveva mai visto con la testa di ragno e altri ancora... erano tanti, troppi per batterli tutti.

Sul volto di Obscurio si dipinse un sorriso come se avesse già vinto la battaglia. Prilla però non aveva alcuna intenzione di cedere tanto facilmente. Sapeva benissimo che se si fosse arresa forse l'avrebbero risparmiata ma avrebbe ulteriormente disturbato il sottile equilibrio che legava la sua dimensione al Mondo Fermo. Se avesse lottato e poi perso, almeno avrebbe provato a salvarlo.

-Allora, che dici adesso?-disse Obscurio -Sei da sola, non c'è nessuno che ti può aiutare. Arrenditi, è la tua unica possibilità.

-Mai!-rispose lei di rimando.

-Verrai distrutta dalla potenza del vulcano.-Obscurio fece cenno a dei gormiti di raggiungerlo sulla panchina.

-Se non ti arrendi di tua spontanea volontà forse loro ti faranno cambiare idea.

Prilla cercò di capire cosa c'era tra le mani di quei gormiti e rimase quasi senza fiato... quelli erano i principi di Gorm!

-Prilla, non arrenderti!-esclamò Agrom tentando di liberarsi.

-Sta' fermo moccioso.- disse sprezzante il gormita che lo tratteneva.

-Allora, Prilla, cosa hai deciso?-intervenne Obscurio.

Prilla sapeva che ad un gesto di Obscurio tutti quei gormiti le sarebbero stati addosso. Per di più avevano il coltello dalla parte del manico, era terrorizzata dall'idea che potessero uccidere i Lord e impossessarsi anche dell'Occhio della Vita.

-La mia risposta è sempre la stessa.-disse Prilla raccogliendo tutto il suo coraggio.

Obscurio allora alzò un braccio pronto a dare l'attacco ai suoi soldati quando si fermò...

Prilla era avvolta da un alone di luce abbagliante... era riuscita ad entrare in pieno contatto con l'Occhio della Vita e col suo più potente incantesimo, il Tornado di Natura!

Con tutti e sette gli elementi l'effetto del Tornado di Natura era devastante... chiunque ne venisse colpito spariva all'istante e veniva trasportato dove l'Occhio della Vita stesso decideva.

Prilla si sentiva carica di una nuova energia e nella sua pancia prendeva posto come un nodo. Era l'Occhio della Vita entrato in collegamento con Gorm e la sua magia.

Obscurio fu il primo ad attaccarla per impedirle per terminare la carica necessaria allo svolgimento dell'incantesimo. Dalla sfera di luce che circondava Prilla partì una sagoma luminosa che aveva le stesse sembianze di una Goffa che fermò il colpo di Obscurio.

Nel frattempo Agrom, Noctis, Piron e Tasaru si accorsero che si stavano trasformando. L'Occhio della Vita aveva infatti il potere di controllare persino le Gorm-stones.

Piron approfittò del temporale per dirigere i getti d'acqua e fango contro i gormiti del vulcano.

Infuriò una battaglia svolta quasi alla cieca dato che la barriera che avvolgeva Prilla era talmente luminosa che non si vedeva che luce. I gormiti del vulcano erano spaesati e confusi e molti di loro si sconfissero a vicenda.

Dal vantaggio iniziale i gormiti del vulcano ora iniziavano ad essere in difficoltà tanto che oltre la metà di loro era stata sconfitta.

L'Occhio della Vita era pronto a scagliare l'incantesimo e ora l'alone di luce che circondava Prilla era diventato azzurro cielo. Tutto d'un tratto si sentì un rombo assordante e i Lord furono costretti dalla forte luce che emanava Prilla a coprirsi gli occhi. L'incantesimo aveva avuto inizio. Dalla sfera di luce che avvolgeva Prilla partirono sette vortici che con un sibilo acuto si unirono. Fu tutto avvolto da un uragano di energia che travolse tutti i gormiti del vulcano. Poi tra le urla di rabbia di questi ultimi il ciclone si richiuse in un frastuono.

Prilla cadde in ginocchio. Sentì uno scalpiccio e vide i Lord, tornati alla loro forma normale, che si avvicinavano.

-Prilla, sei riuscita a controllare il più potente incantesimo di sempre!-esclamò Agrom.

-In un solo colpo li hai annientati tutti.-disse Noctis.

-Ma che incantesimo era quello con cui hai fermato Obscurio?-chiese Tasaru.

-Non lo so.-rispose lei debolmente.-È stato l'Occhio della Vita a creare quella figura di luce.

-Mmmh, quindi l'Occhio della Vita non è ancora pienamente sotto il tuo controllo.-disse Piron.

-Già.-annuì Prilla cercando di rialzarsi.

-Aaaah.-disse debolmente accasciandosi a terra.

-Cos'hai?-le chiese preoccupato Agrom.

-Mi fa malissimo il ventre. Durante l'incantesimo ho sentito come un grosso nodo, probabilmente

deve essere l'Occhio della Vita.-rispose lei.

-Sarà un problema riportarti sull'Isola-Che-Non-C'è.-osservò Noctis.

-No, almeno non se uso il mio talento.-disse Prilla.

Detto questo provò a tornare sull'isola ma per quanto si sforzasse non ci riusciva.

-È inutile, già da prima del combattimento ci ho provato ma senza alcun risultato.-disse lei.

-Allora dovremo tornare all'Isola-Che-Non-C'è passando per forza per Gorm.-disse Tasaru.

-Qualcuno di voi ha una vaga idea di come si apra un teletrasporto?-chiese Noctis rivolgendosi allora ai compagni.

Tutti alzarono le spalle. Non erano molto pratici con i teletrasporti soprattutto perché non ne avevano presi quasi mai, figuriamoci aprirne uno.

-Forse riesco a crearlo...-disse Prilla.

-Ma sei troppo debole.- obiettò Piron.

-Allora, volete rimanere sotto la pioggia in un posto che neanche conoscete o volete tornare dove

siete bene accolti e soprattutto siete voi più grandi?-chiese Prilla.

-Bé, in effetti...-osservò Noctis.

-Allora è deciso!-esclamò Prilla e in un men che non si dica aprì un teletrasporto con destinazione Gorm prima che la potessero fermare.

Un raggio di luce li avvolse e, senza il minimo rumore, li sollevò da terra. Il vortice dimensionale li avviluppò e in questione di attimi si ritrovarono su Gorm, nella Foresta Silente.

-Visto? Ci è voluto solo un momento.-disse Prilla. Subito però avvertì un'altra fitta di dolore al ventre.

-Continua a farti male?-chiese Tasaru.

-Sì, ma non è niente di che sono sicura che poi passerà.-rispose lei e, bensì a fatica, si alzò.-Come

hanno fatto a catturarvi?-chiese.

-Mentre eravamo diretti verso il Picco dell'Aquila...-disse Piron.

-Vi hanno teso un'imboscata.-disse Prilla indovinando come si erano svolte le cose.

-Esatto.-affermò Agrom.

-Toglietemi una curiosità.-disse Prilla.-Cos'è il Picco dell'Aquila?

-È una montagna la cui cima ha la forma della testa di un'aquila.-disse una voce alle sue spalle.

Prilla si girò di scatto e quasi non cadde per il dolore al ventre. Ma la cosa più strana fu che davanti a lei non c'era un gormita, bensì un Goffo!

-Salve mia cara.-le disse questo.-Io sono il Vecchio Saggio uno dei protettori di Gorm.

-Prilla, è lui che per la prima volta ci ha mostrato come usare i poteri. È dalla nostra parte-.spiegò Agrom notando l'espressione sul volto dell'amica.

-Molto piacere.-disse Prilla.

-Vedo che con l'Occhio della Vita sei arrivata a buon punto. Obscurio e gli altri gormiti del vulcano

sono tornati qui su Gorm con un grande fracasso! Li avete conciati per le feste! È così che si

fa, bravi. Ora però dovete fare un'ultima cosa prima che Prilla torni nella sua dimensione.-disse e la sua faccia tornò seria.-Come avrete notato sta per iniziare una nuova grande guerra che però stavolta coinvolgerà anche altre dimensioni oltre a Gorm e ogni vostra azione influenzerà l'equilibrio di ognuna di queste. Vi servirà l'appoggio di ogni popolo, andrete in ognuna delle capitali e presenterete Prilla ad ognuno in modo tale che anche lei inizierà ad ambientarsi. -poi rivolto a Prilla- Hai un grande potere, non ti resta che imparare a usarlo e per far questo dovrai allenarti molto duramente.

Detto questo scomparve nel modo misterioso così come era arrivato.

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Capitolo 14
*** La capitale dell'Acqua ***


14. La capitale dell'acqua

 

-Avete sentito gli ordini. In marcia!-esclamò Tasaru.

-Un momento, cespuglio ambulante!-lo fermò Noctis.-Da dove iniziamo?

-Visto che sono il leader sta a me scegliere.-disse Agrom.

-Ma neanche per sogno!-esclamò Tasaru.

Iniziarono a becchettarsi e, come al solito Agrom e Noctis passarono alle mani.

-Basta!-gridò Prilla e tutti e quattro smisero all'istante di litigare.

-Se dovremo andare in tutte le capitali tanto vale tirare a sorte.-propose Prilla.

-Va bene.-disse Piron.

-Conoscete qualche conta?-chiese Noctis.

-No però ho un metodo migliore di una lunga conta.-rispose Tasaru. Poi si avvicinò all'amico e gli strappò quattro piume.

-Ahio, ma sei matto!?-esclamò lui saltando in aria per il dolore.

-Scusa pennuto, ma senza queste la conta non funziona.-si giustificò lui poi le consegnò a Prilla.

-Ora, chi prende la piuma più lunga ha vinto, seguiranno in ordine decrescente le altre tre piume.

Prilla sistemò le piume nel suo pugno affinché risultassero tutte lunghe alla stessa maniera e le porse ai suoi compagni. Ognuno di loro ne pescò una e le confrontarono.

-Si inizierà dal popolo dell'acqua!-esclamò Piron mostrando ai compagni la sua lunga piuma.

-Poi seguirà il popolo dell'aria, il migliore ovvio.-disse Noctis un po' avvilito per non aver vinto.

-Poi ci sono io!-esclamò Tasaru sventolando la sua piuma.

-E per ultimo, sfortuna, vengo io.-sospirò Agrom guardando la sua piumetta.

-Dai, non te la prendere. È solo una questione di fortuna.-cercò di rincuorarlo Prilla.

Dopo di che si misero in marcia verso la capitale dell'acqua.

-Mio fratello Deron governa sul mio popolo.-spiegò Piron a Prilla -A volte è molto agitato e quindi

non so come reagirà quando vedrà che non sei un gormita.

-Spero solo di non dover fare altri combattimenti.-sospirò Prilla massaggiandosi il ventre.

-Temo che non sarà così, di certo tutti vorranno avere una prova dei tuoi poteri.-disse Agrom.

-Ma non mi hanno già vista ad Astreg?-chiese Prilla.

-Sì, è vero. Anche se credo che vorranno averne ancora una dimostrazione, almeno un incantesimo

per ogni elemento.-disse Noctis.

-E poi non dimenticarti che devono essere pienamente convinti della tua identità, faranno di tutto

per metterti alla prova.-continuò Tasaru.

-Esatto.-confermò Agrom.

Il viaggio continuò fino a che in lontananza Prilla scorse il mare.

-Ecco, siamo quasi arrivati a Fortezza Aqu.-disse Piron indicando una specie di isoletta in mezzo alle furiose onde del mare.

Prilla osservò che da dietro l'isolotto sbucarono fuori delle imponenti navi, leggere e veloci che solcavano la superficie dell'acqua.

-Quella è la Guardia Imperiale, deve averla inviata Deron.-disse Piron alzando un braccio in segno di saluto.

Scesero la scogliera e arrivarono su una piccola spiaggetta perennemente percorsa dallo scorrere delle onde.

Un gormita quasi identico a Piron scese da una delle navi con una scorta di alcuni gormiti dell'acqua.

-Ecco, quello è Deron.-bisbigliò Agrom rivolto a Prilla.

Piron gli andò in contro a braccia aperte e salutò il fratello stringendolo a sé. Si scambiarono un saluto e Deron si avvicinò agli altri principi per salutarli. Si fermò non appena vide Prilla.

-Guardie! -chiamò e subito due gormiti robusti presero Prilla. Lei provò a liberarsi ma i gormiti erano molto più forti di lei e riuscirono a tenerla ferma.

-Deron, per favore, liberala.-chiese Piron al fratello.

-Chi è?-rispose lui ignorando ciò che Piron gli aveva appena chiesto.

-È la fata delle leggende.-rispose Agrom.

-È perché sono leggende non mi fido.-rispose lui in tono calmo. Poi si rivolse a Prilla che continuava a cercare un modo per liberarsi dalla stretta dei due gormiti che la trattenevano.

-È vero che sei la fata delle leggende come dicono loro?-domandò con tutta la calma del mondo.

-Sì, signore.-rispose Prilla.

-Mmmh. Voglio una dimostrazione.-disse lui e i due gormiti che la tenevano la lasciarono andare.

-Le leggende dicono che sei in grado di dominare tutti gli elementi. Se è così ti chiederei di fare un

incantesimo con l'acqua. Tramutala in ghiaccio.

Prilla annuì e si concentrò. Dal mare si levò un'onda gigantesca che sollevò Prilla in aria. Le acque si ritirarono e le navi della guardia imperiale fecero sentire le loro assi in uno scricchiolio poco rassicurante.

Prilla si concentrò ancora di più e l'acqua sotto i suoi piedi iniziò a solidificarsi. C'era riuscita!

Con la forza del vento planò fin sulla spiaggia.

-Hai fatto un buon lavoro.-disse Deron guardandola da capo a piedi.

Si diresse verso una delle barche e vi salì subito seguito dalle sue guardie, anche i Lord si diressero verso una barca raggiunti da Prilla.

Queste salparono e in pochi minuti arrivarono in prossimità della piccola isola in mezzo al mare. Prilla, con sua grande sorpresa, notò che l'isola in verità conteneva una lunga scala che si inoltrava in profondità. Seguì i suoi compagni lungo quella vertiginosa scalinata e arrivarono in quella che doveva essere la sala del trono.

-Bene, la fata delle leggende è arrivata...-disse Deron -Ora però ci sarà un'altra guerra immagino.

-È già iniziata, purtroppo.-intervenne Piron -Ci serve l'appoggio del Popolo dell'Acqua.

-Bene, contateci pure.-rispose Deron -Immagino che dobbiate andare anche nelle altre capitali.

-Hai indovinato di nuovo.-disse Piron.

-È inutile trattenervi ancora lungo allora. Però vorrei chiedervi un'ultima cosa prima che andiate.

Alcuni gormiti dell'acqua che erano andati ad Astreg per il torneo annuale mi hanno raccontato di

aver visto la fata delle leggende insieme ad Obscurio. Cosa ci facevi con lui?

-Ero sua prigioniera, con un incantesimo mi aveva legata a lui, non ero in grado di liberarmi da

sola.-rispose Prilla.

-Ma tu hai l'Occhio della Vita, puoi liberarti da qualsiasi incantesimo.-disse Deron.

-Sì, ma ancora non so usare bene i miei poteri.-rispose Prilla.

-Allora dovrai allenarti. Credo che Klaksus sarà perfetto.-disse Deron.

-Non credo sia una buona idea, Deron.-obiettò Piron.

-Questo è ciò che credi.-poi si rivolse a Prilla -Sai nuotare?

-No.-rispose lei.

Nessuna fata sa nuotare, infatti sono le ali a impedirlo, assorbono l'acqua e le trascinano a fondo.

-Te l'ho detto che è una cattiva idea.-disse Piron.

-È un'occasione per imparare.-rispose il fratello.

Deron impugnò un tridente e diede un colpo al pavimento. Prilla sentì il vuoto sotto di lei, si era aperta una voragine. Immediatamente creò un cuscino d'aria che le permise di non schiantarsi contro un'altra superficie, stavolta più ruvida e sconnessa rispetto a quella del pavimento levigato della sala del trono.

Atterrò in piedi e subito guardò verso l'alto. Vide solo un piccolo foro su un soffitto lontano con affacciate delle figure. Ma subito una specie di ruggito catturò la sua attenzione, si girò nella direzione del verso e si ritrovò davanti ad un gormita gigantesco. Era più alto addirittura di Magor!Prilla spiccò il volo grazie ad una corrente d'aria appena in tempo per evitare di essere sommersa da un'ondata d'acqua. Il mostro alzò una delle enormi chele che aveva al posto delle mani e mirò Prilla che riuscì a schivare il fendente appena in tempo. Prilla allora iniziò ad attaccare Klaksus colpendolo con delle scariche d'acqua ad alta pressione che purtroppo non gli fecero che il solletico. Provò allora ad immobilizzarlo con delle liane ma queste vennero subito tagliate di netto da una delle pinze dell'imponente gormita.

Proprio allora Klaksus riuscì a colpirla con un'ondata d'acqua sollevata con la sua coda. Prilla si trovò in acqua, immediatamente le sue ali ne assorbirono e iniziarono trascinarla sul fondo. Iniziò a battere le gambe e a muovere le braccia ma ormai le sue ali erano diventate troppo pesanti. Con i polmoni in fiamme e il ventre che le doleva, Prilla, provò a creare intorno a lei una bolla d'aria che le permettesse almeno di respirare. Era difficile riuscire a catturare abbastanza aria per formare anche solo una piccola bolla ma finalmente quando stava per esaurire tutto l'ossigeno ci riuscì. Risalì in superficie grazie ad una piattaforma di terra. Era stremata. Il gormita attaccò di nuovo ma stavolta Prilla schivò il suo attacco e con l'aiuto del vento combinato all'oscurità creò una scarica elettrica che diresse verso l'acqua. Il mostro si contorse e con ruggiti di rabbia e dolore e dopo un lungo agitarsi cadde a terra e rimase immobile. Prilla radunò tutti i suoi poteri e dalle sue mani uscirono delle lunghe fiammate che la portarono fino al buco nel soffitto. Si arrampicò su delle sporgenze e raggiunse finalmente la sala del trono. Era stanchissima, bagnata fradicia ma rimase in piedi lo stesso.

-Ottimo lavoro, in pochi sono riusciti a sconfiggere Klaksus da soli.-disse Deron.

Prilla abbozzò un piccolo sorriso che però svanì in un istante.

-Credo che sia ora di andare, restano tre capitali.-disse Piron.

 

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Capitolo 15
*** La capitale dell'aria ***


15. La capitale dell'aria

 

Avevano ormai lasciato la capitale dell'acqua da alcune ore ed erano in prossimità del Picco dell'Aquila.

-Ecco, il monte più alto e imponente di tutto Gorm, da fare invidia persino al popolo della terra.-disse Noctis rivolto particolarmente ad Agrom.

-Qua sopra c'è la capitale dell'aria. Ci sono il palazzo reale e le abitazioni della maggior parte dei

gormiti del mio popolo, gli altri vivono in città sospese in aria.-spiegò.

Si fermarono alle pendici della montagna e Noctis materializzò il Solar Sailer in pochi minuti di volo erano arrivati. Atterrarono in una piazzola nel bel mezzo di una specie di città dove le abitazioni erano scavate proprio dentro la roccia della montagna. Si radunò intorno a loro una piccola folla di curiosi di tutte le età. Infatti c'erano dei gormiti più bassi di statura rispetto agli altri e i loro lineamenti mostravano che erano ancora piccoli. I loro becchi non erano ancora del tutto sviluppati, le loro ali poi non erano enormi come quelle degli adulti ma erano più sottili, le piume sembravano essere così morbide...

-Prilla, ci sei?-domandò Agrom alla fata che aveva lo sguardo come perso nel vuoto.

-Uh?! Sì, ci sono, mi ero distratta un attimo.-rispose lei.

In quel momento alcuni gormiti dell'aria armati di lunghe ed esili lance si fecero avanti tra la folla che subito si aprì in due rami, stava arrivando qualcuno di importante.

Prilla vide un gormita un po' più alto degli altri scortato da un gruppetto di quelle guardie armate. Tutti al suo passaggio si inchinavano, quello era infatti il Re del popolo dell'aria, Nadar.

Prilla si inchinò subito ma il suo gesto suscitò un borbottio di stupore. Secondo le usanze di Gorm ogni gormita si deve inchinare davanti ad un sovrano anche se questo non regna sul proprio popolo. Tutti devono attenersi a questa regola tranne il possessore dell'Occhio della Vita perché questo è collegato con il profondo di Gorm e può modificarne gli aspetti e sono gli altri a doversi inchinare al suo cospetto.

Per questo l'inchino di Prilla fu male interpretato. Il Re era ormai davanti a Prilla. Le appoggiò una mano sulla spalla e Prilla si alzò.

Nadar si girò e fu subito seguito dalle sue guardie e dai Lord.

Si fermò solo quando arrivarono davanti ad una parete di roccia alta svariati metri. Spiccarono tutti il volo verso una porta che si trovava sulla piattaforma sovrastante. Solo i principi rimasero a terra. Noctis afferrò Agrom e lo portò su, fece lo stesso con Tasaru. Prilla decise di rendersi utile e, con l'aiuto dei poteri dell'aria portò con sé Piron.

Oltre la porta c'era un enorme salone il cui soffitto era ricoperto da piccole nuvole che fluttuavano in giro. In fondo alla sala c'era una parete verdolina decorata con un sole proprio alle spalle del trono dove sedeva Nadar.

-Noctis, qual buon vento ti porta al nido?-chiese il Re rivolto a suo figlio.

-Padre, la fata di cui si parla nelle leggende è arrivata. Ma con il suo arrivo il popolo del vulcano è

insorto. Ci serve sapere se ci darete appoggio durante questa guerra.-rispose lui un po' in imbarazzo per il saluto con il quale il padre gli si era rivolto.

-Certo figliolo. Contate sul nostro popolo.-disse Nadar, poi si rivolse a Prilla -Posso chiederti una

cosa?

-Comandi.-rispose lei.

-Se è vero che sai utilizzare tutti gli elementi a tuo piacimento, riusciresti a far volare Noctis?

-Padre!-disse lui evidentemente contrario.

Prilla generò delle piccole scintille luccicanti che iniziarono a raggrupparsi intorno a Noctis e, man mano che aumentavano di numero, anche la distanza fra Noctis e il terreno aumentava.

Noctis rimase sospeso a mezz'aria per pochi minuti finché Prilla fece sparire gradualmente le scintille facendolo tornare a terra.

-Bel trucco, davvero.-disse Re Nadar.

-Padre vi dobbiamo questa visita solo per avere...-disse Noctis.

-Ho capito, dovete andare. Ma che ne dite prima di un banchetto, è ora di pranzo no?-lo interruppe Nadar.

Noctis guardò i compagni che annuirono, una pausa non avrebbe fatto male.

Dopo aver consumato il pasto ed aver salutato il re il gruppetto si rimise in viaggio, la capitale della foresta li stava aspettando!

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Capitolo 16
*** Il Rifugio ***


16. Il Rifugio

 

Avevano lasciato il Picco dell'Aquila ed ormai il Sole brillava alto nel cielo.

-Accidenti a queste liane!-esclamò Noctis atterrando accanto a Prilla-Non si può neanche volare!

-Camminare non ti farà male.-disse Piron.

-Siamo ancora lontani dalla capitale della foresta. Prilla, ce la fai ad aprire un teletrasporto?-chiese Agrom e lei annuì.

Nel giro di pochi minuti si trovavano dentro i confini del popolo della foresta.

Era tutto ricoperto da uno strato di fitta vegetazione formata da alberi ricoperti di liane, piccoli cespugli avvolti per la maggior parte di piccoli frutti colorati e da un folto manto di soffice erbetta profumata.

-Eccoci arrivati. Prilla, ti do il benvenuto nei territori del mio popolo.-annunciò Tasaru alzandosi dal cespuglio su cui era atterrato.

-Assomiglia molto alle piccole radure della Macchia Verde, sull'Isola-Che-Non-C'è.-osservò Prilla alzandosi anche lei.

-La mia tribù vive nel villaggio interno, dobbiamo andare per di qua.-indicò Tasaru ai suoi compagni.

-Bene...-disse Agrom ma si interruppe quando uscì allo scoperto un gruppo di gormiti della foresta.

-Perché siete tornati?-chiese un gormita piuttosto basso.

-Non sei contento di rivederci?-chiese allora Tasaru.

-Bah.-disse il gormita con fare quasi antipatico -Allora cosa vi serve?

-La conferma che vi alleerete a noi per combattere la prossima guerra e vincerla.-spiegò Tasaru.

-Una nuova guerra? Non ne siamo appena usciti?-chiese questo grattandosi la testa.

-Sì ma stavolta Magor vuole L'Occhio della Vita.

-Ma non ce lo aveva una fata o roba del genere?-domandò il gormita non avendo ancora notato Prilla.

-Infatti la fata è arrivata, Petrifus.-disse Tasaru indicandola.

Ad un cenno di quel piccolo gormita che rispondeva al nome di Petrifus, che doveva essere il capo della tribù di Tasaru, un gruppo dei gormiti che gli erano venuti incontro la circondarono disponendosi in cerchio.

Tutto il gruppo si mise a camminare, costringendo Prilla a fare lo stesso, verso una direzione ignota. Camminarono per poco tempo e quando il gruppo intorno a lei si sciolse vide che si trovava in una specie di arena.

Accanto a lei c'erano i Lord.

-Prilla, il popolo della foresta accoglie solo chi è forte per tradizione, devi sconfiggere il tuo

avversario se vuoi essere accolta dalle tribù.-le bisbigliò Tasaru dietro di lei.

A bordo di una grossa foglia c'era Petrifus con in mano un bastone di legno.

-Popolo della foresta oggi quella che dice di essere la fata delle leggende sfiderà i nostri più abili

combattenti.-annunciò brandendo il lungo legno, la folla iniziò ad acclamare.

Da una specie di porta di corteccia uscirono dei gormiti che Prilla aveva l'impressione di aver già visto tra quelli di Astreg.

Un altoparlante annunciò dei nomi che la folla accolse con un fragoroso applauso.

Il primo che Prilla dovette affrontare fu Frusta Letale o, perlomeno era questo il nome con cui era stato annunciato.

Il gormita si fece avanti, aveva al posto di un braccio una specie di liana che si allungava a suo piacimento, forse era per questo che si chiamava così.

Prilla capì subito che se lo voleva sconfiggere doveva immobilizzargli in qualche modo lo strano braccio.

Il gormita attaccò per primo con il suo lungo braccio che Prilla bloccò prontamente con uno scudo di quelle scintille di luce con le quali aveva sollevato Noctis. Quando la lunga liana si infranse lungo lo scudo tutte quelle piccole scintille lo avvolsero e per volere di Prilla lo sollevarono da terra.

Dalla folla si alzarono delle risate.

Frusta Letale cercò di liberarsi da quel gruppo di lucine e il suo divincolarsi fece perdere il controllo a Prilla che, dopo un po' di tentativi non ce la fece più a tenere per aria il gormita che con un tonfo si ritrovò a terra.

Dalla folla si levarono una serie di fischi.

Il gormita si rialzò subito e il duello riprese senza esclusione di colpi da parte di quest'ultimo. Prilla si batteva abbastanza bene ma era ovvio che il suo avversario aveva molta più esperienza di lei.

Il duello durava ormai da una decina di minuti e Prilla continuava a cercare un modo per immobilizzare l'avversario.

Ad un certo punto Frusta Letale attaccò Prilla in un momento in cui lei non sarebbe riuscita a schivare il colpo se l'Occhio della Vita non l'avesse circondata con un muro di fuoco.

Il gormita si fermò subito. L'unica cosa che un guerriero della foresta teme è il fuoco, questo infatti li brucia, trasformandoli in cenere o pezzi di carbone.

Il gormita iniziò ad indietreggiare e dal pubblico si alzarono alcune grida.

Prilla aveva trovato il punto debole dei suoi avversari e con un gesto trasformò il muro di fuoco in quei lunghi serpenti fatti di fumo denso e nero così come aveva visto fare da Obscurio.

Il gormita era atterrito così come tutti gli spettatori solo che questo cercava di nasconderlo agli occhi della sua avversaria.

Prilla creò con quei lunghi serpenti una gabbia intorno intorno al suo avversario. Questi non provò neanche a liberarsi quando fu rinchiuso perché i lunghi serpenti non appena composero la gabbia si ricoprirono di fiamme.

L'annunciatore si fece sentire di nuovo, Prilla doveva affrontare un nuovo avversario annunciato come Mimeticus.

“Se vogliono cercare di battermi almeno cambiassero nome, così capisco subito il loro punto di forza!”, pensò Prilla preparandosi al prossimo scontro.

Il ventre le faceva ancora male e aveva la sensazione che ora fosse diventato incandescente.

Le si presentò davanti un gormita massiccio dalle gambe robuste simbolo che era un gran corridore, aveva come tutti gli altri i pettorali scolpiti e la sua testa era di un verde intenso. I suoi piccoli occhi scrutarono da capo a piedi Prilla, aveva appena visto la sua avversaria in azione e aveva imparato un paio di cosette che gli avrebbero garantito la vittoria, almeno per il suo parere...

Lo scontro iniziò e Prilla si preparò a vedere scomparire il suo avversario. Questo infatti con un'illusione svanì agli occhi della fata. Prilla spiccò il volo e si circondò di una densa nebbia che si espanse tutto intorno, se lei non poteva vedere il suo avversario allora neanche lui avrebbe dovuto ricambiare.

Nel frattempo il gormita si era precipitato contro la nebbia e aveva iniziato una lotta alla cieca nella speranza di riuscire a colpire Prilla.

La giovane fata si affidò all'Occhio della Vita, se era collegato con Gorm allora era anche in grado di localizzare il gormita.

Provò allora a chiudere gli occhi e affidarsi solo al suo udito... “Eccolo!” pensò e lanciò una scarica di saette di roccia affilata verso un punto dove sembrava non esserci niente.

-Ah.-fece un voce seguita da un tonfo.

“Colpito e affondato.” pensò.

Il gormita ora era di nuovo visibile e si trovava a terra, il colpo che Prilla gli aveva inflitto lo aveva però solo preso di striscio lasciandogli qualche graffio. Si rialzò, più deciso che mai a sconfiggere la fata, la vedeva soltanto come una ragazzina. Dopotutto l'Occhio della Vita le era finito in mano per errore, non era nemmeno nata su Gorm, come poteva controllarne il potere così bene?

Voleva dimostrare che solo i gormiti possono avere il pieno controllo di quell'oggetto ritenuto da tutti la più potente fonte di energia.

Attaccò Prilla con delle schegge affilate che quest'ultima trasformò in delle sottili e robuste liane che andarono a avvolgere il gormita.

Rimase tutto in silenzio... poi un sonoro “strapp” interruppe tutto. Il gormita si era liberato nonostante gli sforzi di Prilla di far resistere quelle piante.

Era furibondo, di solito gli incontri li vinceva subito o li perdeva subito, non duravano tanto a lungo. Il perché era semplice: Prilla aveva paura di infliggere dei danni anche piccoli ai suoi avversari e quindi utilizzava attacchi poco potenti che facevano indebolire lentamente il suo avversario in modo di portarlo allo stremo e sconfiggerlo con un altro piccolo incantesimo. E, se anche avesse usato incantesimi più potenti, non li avrebbe mai inflitti direttamente sul suo avversario, così come aveva fatto affrontando Frusta Letale.

Mimeticus attaccò di nuovo con una nuvola di piccole spore velenose che formavano una nuvola densa e verdolina. Prilla iniziò a tossire ripetutamente e riuscì a liberarsi di quella nuvola troppo tardi per evitare il calcio con il quale il gormita la fece cadere. La fata si ritrovò a terra momenti senza saperne il perché, tanto era stordita da quelle piccole spore.

Il gormita le mise un piede sul petto per impedirle di alzarsi.

Non respirava più e il gormita la stava per colpire quando per un'altra volta l'Occhio della Vita agì scagliando contro il gormita una scarica elettrica che lo sbalzò dall'altra parte dell'arena.

Di nuovo l'altoparlante gracchiò una frase semicoperta dalla folla in delirio. Prilla fu raggiunta dai Lord che le fecero i complimenti.

-Bene.-disse Petrifus avvicinandosi a Prilla. Poi le prese la mano tra le sue dita sottili e callose e alzò il braccio della fata esclamando:

-Popolo della foresta, è arrivata la Fata delle Leggende.

La folla applaudì e iniziò a lasciare lentamente le scalinate che circondavano l'arena. In pochi minuti quello stadio divenne silenzioso.

Anche Prilla lasciò l'arena insieme ai suoi compagni. L'Occhio della Vita ora era sia caldo sia freddo, non era mai tiepido e la pancia continuava a farle male. Però era felice, pian piano stava riuscendo a dominare sempre più i suoi poteri anche se li conosceva appena da quattro giorni.

Il Sole stava iniziando a calare e gli imponenti alberi di quella foresta proiettavano sul terreno delle ombre un po' inquietanti. Gli scontri erano durati tutto il pomeriggio e la luce ormai iniziava a scomparire portando con sé il giorno. La foresta iniziava a illuminarsi da tante piccole lanterne colorate appese sui rami degli alberi. Era uno spettacolo fantastico che in poco tempo portò la foresta ad essere illuminata quasi come di giorno.

Il popolo della foresta offrì ai suoi ospiti una cena a base di frutta che Prilla accettò molto volentieri.

Come ogni volta che si faceva un banchetto in onore di qualcuno i gormiti della foresta iniziarono a danzare, anche Tasaru lo fece scatenando le risata di Noctis e Agrom.

-Voglio vedere voi due a ballare.-disse Piron prendendoli in giro -Ma temo che neanche dopo aver

preso due o tremila lezioni sarete capaci di fare una piroetta.

-Allora a te quante credi ne servano?-lo punzecchiò Noctis.

-Già, forse neanche se facessi una scuola di danza per il resto della tua vita riusciresti a fare un

passo.-aggiunse Agrom.

-Invece di stare qui a punzecchiarvi vi conviene approfittarne ora per imparare.-disse Prilla -Nessuno ve lo ha mai detto che per noi ragazze uno dei primi modi per conoscere un

ragazzo è attraverso un ballo?

-Ma noi non abbiamo intenzione di corteggiare nessuna...-dissero i suoi compagni.

-Lo dite ora ma appena vedrete quella giusta scommetto che fareste di tutto per poterle dire: “Mi

concede questo ballo?”

I giovani Signori si misero a ridere.

-Voglio vedervi io, poi mi direte se non ho ragione!-esclamò Prilla.

-Va bene ma fino a quel momento perché dovremmo perdere tempo?-chiese Noctis.

-Forse per non dover imparare tutto all'ultimo minuto col rischio di fare una figuraccia.-osservò Prilla.

-Ma se cambiamo argomento?-domandò Agrom ai compagni -È una bella serata, che ne dite di fare

una passeggiata?

-Sono d'accordo, vado a recuperare Tasaru.-disse Piron.

Poco dopo erano di nuovo riuniti. Iniziarono ad incamminarsi verso il centro della foresta, mentre una brezza marina muoveva le fronde degli alberi e le stelle brillavano oltre i rami più alti degli alberi.

 

 

Angolo Autrice

Ci sono già stati dei combattimenti nel corso della storia e spero di essere riuscita a riprodurre gli epici scontri dei gormiti. Oltre a questo volevo ringraziare chi legge e chiedo di recensire. ;)
Ciao da Prilla

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Capitolo 17
*** Il folletto può essere utile ***


17. “Il folletto può essere utile”

 

Torniamo però un po' prima di mezzo giorno quando i gormiti del vulcano vengono rispediti su Gorm dall'energia dell'Occhio della Vita.

Erano stati catapultati proprio ai piedi del vulcano principale, il Monte Vulcano, lo stesso dove si trovava Magor.

Appeno quest'ultimo era venuto a sapere della loro sconfitta aveva mandato a chiamare tutti i suoi gormiti più fidati per capire cosa fosse successo dato che con le pozze di lava non riusciva a raggiungere la Terra.

Poco dopo fu raggiunto da Obscurio, Magmion e Lavion e si fece raccontare tutto l'accaduto.

Era evidentemente arrabbiato ma cercò di mantenere la calma e ascoltò tutta la storia. Quando Magmion parlò del Tornado di Natura, Magor rimase come impietrito. Come faceva una ragazzina ad avere così tanta dimestichezza con l'Occhio della Vita dato che aveva iniziato a svilupparne i poteri con così poco tempo?

-Voi avete qualche vaga idea su come possa aver fatto la fata a controllare l'incantesimo?-disse rivolto ai suoi seguaci.

Questi si scambiarono un'occhiata e parlò Obscurio:

-No, mio signore, ma sembra che nemmeno lei sappia controllare pienamente l'Occhio della Vita, è

come se ci fossero due persone che combattono nel corpo di una sola.

-Spiegati meglio, come fai ad esserne sicuro?-chiese Magor.

-Mentre Prilla stava terminando la carica per eseguire l'incantesimo ho provato fermarla ma sono stato bloccato da una figura di luce che aveva le sembianze di una fata. Prilla mi aveva già colpito in precedenza con dei suoi incantesimi ma stavolta l'energia che ha sprigionato era diversa.-spiegò.

-Mmmh, non è ancora riuscita a dominare tutti i poteri dell'Occhio della Vita... abbiamo ancora delle possibilità ma prima dobbiamo scoprire i suoi punti deboli. Portatemi ciò che riuscite a

trovare.-disse.

-Mio signore.-intervenne Lavion -Il libro delle leggende non dice molto su di lei, lo abbiamo già controllato, oltre al suo nome e dove sarebbe arrivata non c'era altro.

-Allora andrete sull'isola dove lei vive e mi porterete tutto ciò che troverete, frugate ovunque. Nulla

sul suo conto ci deve sfuggire.-disse Magor.

Tutti e tre i suoi scagnozzi annuirono e, dopo un inchino, abbandonarono la sala principale.

L'Isola-Che-Non-C'è li attendeva.

Così raggiunsero con un teletrasporto il Mondo Fermo e, dopo aver oltrepassato il mare che separa l'isola da questa dimensione, arrivarono.

La barriera aveva ceduto dato che Prilla non si trovava più sull'isola.

Dovettero utilizzare un incantesimo che li facesse diventare alti come una fata dato che, in realtà, rispetto ad un Goffo i gormiti sono circa il doppio sia in altezza che di peso.

Una volta delle dimensioni giuste raggiunsero la Radura Incantata. Era piena di fate e folletti all'opera, se avessero cercato di entrare nella Casa Albero sarebbero di certo stati visti.

Escogitarono un piano. Magmion e Lavion avrebbero creato un diversivo nella foresta, come un incendio, in modo tale da attirare l'attenzione di tutte quelle fate che si sarebbero precipitate per sopprimerlo mentre Obscurio, che era in grado di volare, avrebbe raggiunto la stanza di Prilla e la biblioteca in modo da trovare tutte le informazioni possibili.

Il piano fu messo in atto e la prima parte, come previsto, mise in allerta l'intera Radura.

Ora toccava ad Obscurio che, con un incantesimo che gli permetteva di attraversare le pareti, raggiunse la biblioteca.

Si mise a cercare su ogni libro che parlava di fate e in particolare del talento di Prilla. Trovò libri che parlavano delle ali delle fate e incantesimi che si potevano svolgere con l'ausilio di polvere magica. Alla fine mise da parte una decina di volumi che insieme avevano un peso notevole ma, per la sua mole, Obscurio non ci fece caso.

Ora non restava che perlustrare la camera di Prilla e poteva tornare nella sua dimensione.

 

-Non è divertente bruciare alberi?-chiese Magmion rivolto al compagno.

-Già, però c'è molto più gusto quando qualcuno cerca di impedirtelo, almeno puoi distruggerlo in un combattimento.-rispose Lavion spargendo fiamme ovunque.

I due gormiti stavano parlando come se per loro le fate là intorno, che però con tutte quelle fiamme non riuscivano a vederli, non fossero dei degni avversari.

Queste ultime stavano sudando sette camicie pur di riuscire a domare le fiamme.

Tra tutti quelli accorsi c'era anche Luke. Il folletto era uno di quelli in prima fila che aiutava le fate dell'acqua a soffocare il fuoco. Si era portato dietro delle coperte fatte con un particolare filo che spegneva in poco tempo il fuoco. Stava riuscendo a farsi strada tra l'erba bruciata e, a sua insaputa, stava raggiungendo alle spalle Magmion e Lavion.

Appena Luke riuscì a oltrepassare i pochi metri roventi che lo separavano dai due gormiti rimase di sasso.

Questi ultimi due erano talmente intenti a ridere della loro impresa che non si accorsero della sua presenza.

Luke poi era quasi asfissiato dalle fiamme che aveva perso quasi tutta la sua lucidità. Cercò di tornare indietro verso i suoi compagni per avvertirli e agire tutti insieme ma fu tradito da uno sternuto dovuto alla presenza di fumo nell'aria.

I due gormiti si girarono subito e il primo a parlare fu Magmion:

-Oh, chi si rivede, il lingua lunga.

Lavion afferrò Luke per la maglietta e lo sollevò da terra. Il folletto provò a liberarsi ma era stordito dal calore e debole per l'aria calda.

-Allora, come te la passi moscerino?-disse prendendolo in giro Lavion vedendo che il folletto era quasi soffocato.

-L-lasciami...-tentò di dire Luke.

-Se pensi che prendiamo ordini da te ti sbagli di grosso.-disse Magmion e con un colpo di coda trasformò in roccia fusa un ciottolo là vicino.

-State distruggendo la Macchia Verde, fermatevi...-disse di nuovo Luke ansimando. Stavolta la presa di Lavion si fece più stretta. Luke iniziò a tossire ripetutamente e provò di nuovo a liberarsi; se Lavion continuava a stringerlo così forte lo avrebbe soffocato.

-Gli vuoi proprio male al lingua lunga? Lo stai stritolando, se vuoi continuare a punzecchiarlo ti

conviene lasciarlo respirare.-disse Magmion -È talmente debole che se lo lasci un secondo di più

senz'aria muore.

-E se anche fosse, al massimo sta caro a Prilla. Noi cosa ce ne facciamo?-chiese Lavion allentando un po' la presa sulla maglietta di Luke.

-Giusto, se lo catturiamo possiamo chiedere in cambio la ragazzina.-osservò Magmion.

-Si ma cosa dirà Obscurio? Per non parlare poi di Magor...-disse Lavion.

-Vedrai, non succederà niente.-lo rassicurò Magmion.

Luke, nonostante stordito e accecato dal fumo che lo circondava continuava a divincolarsi agitando le ali che però sentiva sempre meno, stava perdendo pian piano conoscenza.

 

Obscurio si era addentrato nei corridoi contorti della Casa Albero, stava cercando la camera 7P ramo nord nord-ovest.

Era arrivato al settimo piano ma non riusciva a trovare la camera della giovane fata.

Iniziò a vagare senza meta quando sentì dei rumori in lontananza. Entrò in una stanza qualunque e si nascose.

Non dovevano vederlo. Quando il rumore cessò Obscurio uscì dalla stanza dove era entrato e continuò a cercare senza risultato fino a che non trovò una targa d'ottone dove erano incise le posizioni delle camere di ogni fata che aveva un alloggio al piano.

Lesse l'elenco e si fermò quando vide il nome: “Prilla”.

La sua stanza era là vicino, gli sarebbe bastato percorrere due piccoli corridoi e sarebbe arrivato.

Memorizzò il percorso anche per il ritorno e raggiunse la camera della fata. Entrò attraverso una parete e si ritrovò difronte ad un letto con un baldacchino sorretto da delle margherite, un comodino a fungo affiancava il tutto. Obscurio ne spalancò subito il piccolo cassetto e iniziò a svuotarlo di tutto ciò che c'era dentro: un nastro di seta rosa, una conchiglia fermacapelli, dei bottoncini di perla, alcuni braccialetti di corallo dell'isola e tante altre piccole cianfrusaglie.

In fondo al cassetto però, Obscurio, vide quella che sembrava la copertina di un quaderno. Infatti quello era il piccolo diario dove Prilla aveva scritto tutte le sue giornate da poco dopo il suo arrivo nella Radura Incantata.

Obscurio lo infilò in una sacca insieme agli altri libri recuperati nella biblioteca e continuò la ricerca.

Stavolta aprì la cassettiera trovandovi però solo vestiti e accessori vari. Insomma, mise a soqquadro l'intera stanza ma non trovò altro che il piccolo diario.

Senza dover ripercorrere la strada al rovescio Obscurio preferì raggiungere in volo Magmion e Lavion. Uscì dalla finestra della camera della fata assicurandosi di non essere visto da nessuno e si diresse verso il fumo che veniva dalla foresta.

 

-Il lingua lunga è svenuto, ha respirato troppo fumo.-disse Magmion vedendo che Luke non si agitava più.

-Non tutti hanno i polmoni d'acciaio.-rise Lavion battendosi il petto.

-Aspettiamo che ci raggiunga Obscurio, poi torniamo su Gorm.-disse Magmion e, in quel momento, arrivò proprio il gormita delle tenebre con una sacca di libri in mano.

-Allora, vogliamo andare?-chiese, poi vedendo Luke esclamò:

-Perché lui...?!

-Se lo prendiamo in ostaggio possiamo chiedere Prilla in cambio.-spiegò Magmion.

-Vi siete fatti vedere da altri?-chiese Obscurio.

-No, l'unico ad averci visto è lui.-disse Lavion indicando il folletto.

-Mmmh, andiamo. Se Magor non è d'accordo poi glielo spiegate voi, io non voglio entrare in questa

faccenda.-disse Obscurio, molto pensieroso.

Aprirono un portale e si ritrovarono nel Mondo Fermo.

Luke iniziava a respirare e tossire, in poco si riprese del tutto.

Appena aprì gli occhi vedeva un po' sfuocato ma appena le immagini davanti ai suoi occhi smisero di muoversi si ritrovò faccia a faccia con Obscurio che lo salutò dicendo:

-Allora, dormito bene?

Luke non rispose, anzi. rimase in silenzio e si alzò di scatto. Appena si guardò intorno però non riconobbe l'Isola-Che-Non-C'è.

Luke, come molti altri folletti e fate non era mai stato nel Mondo Fermo. Solo chi aveva talenti legati alla natura poteva andarci.

Insomma, era molto spaesato e glielo si leggeva in faccia.

-Allora, lingua lunga, hai perso le parole?-chiese Magmion con un tono antipatico.

Luke rimase ancora in silenzio.

-Vedrai che poi le ritrova, è solo questione di tempo.-disse Lavion.

-E di maniere persuasive.-aggiunse Obscurio -Ma ora bando alle chiacchiere, dobbiamo andare su

Gorm.

Aprirono un portale e, prima che Luke potesse reagire, si ritrovarono nei territori del popolo del vulcano.

Atterrarono tutti in piedi tranne Luke che schivò per un pelo un sasso appuntito.

-Alzati.-gli ordinò Magmion.

Luke obbedì e si misero in cammino verso il Vulcano.

Il folletto stava escogitando uno stratagemma per poter fuggire. Magari nella foresta poteva trovare i principi di Gorm, di certo loro sarebbero stati in grado di farlo tornare a casa.

Però ogni suo tentativo fallì miseramente e alla fine, quando arrivarono al vulcano era ricoperto di lividi.

Obscurio lo affidò ad Armageddon e gli diede l'ordine di condurlo in una delle celle elevate.

Nel frattempo lui, Magmion e Lavion sarebbero andati da Magor.

Quest'ultimo li ricevette e accolse la loro idea di utilizzare Luke come esca, non restava che mandare un messaggio alla fata.

-Potremmo aprire una pozza di lava così da comunicarglielo di persona.-propose Magmion.

-No, troppo gentile.-respinse l'idea Magor.

Bisognava trovare un modo che lasciasse della paura dentro il destinatario.

-Allora tramite un sogno. Se si sveglia nel cuore della notte poi farà fatica a riaddormentarsi e sarà

più debole durante il combattimento.-propose Obscurio.

-Ottima idea.-disse Magor -Una reazione a catena. Tu Lavion, non hai niente di meglio?

-No, mio signore.-rispose il gormita.

-Bene, allora questa notte faremo venire degli incubi a qualcuno...-disse Magor ed esplose in una risata maligna imitato dai suoi scagnozzi.

 

Nello stesso momento Luke era stato quasi lanciato dentro una cella da Armageddon.

-Allora, lingua lunga, ancora non hai imparato a difenderti?-lo prese in giro il gormita.

Luke si rialzò subito e questa volta si fiondò contro di lui anche se già sapeva di non avere alcuna speranza. Attaccò lo stesso.

Ad Armageddon infatti bastò alzare un dito, non sto scherzando, solo un dito, dal quale però uscì una saetta che colpì Luke proprio in pieno petto. Il folletto fu sbalzato abbastanza violentemente contro la parete di fondo della cella.

-Già, hai molto da imparare ancora...-disse e se ne andò chiudendosi la porta alle spalle.

Luke si rialzò. La saetta non gli aveva fatto quasi niente perché aveva colpito la tasca dove teneva la confezione in cuoio duro degli aghi e degli spilli per non pungersi.

Ormai non si poteva più definire confezione dato che era stata ridotta a poco più di un brandello.

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Capitolo 18
*** Il sogno ***


18. Il sogno

 

La passeggiata si era conclusa con una zuffa tra Noctis e Tasaru ma per il resto tutto era andato per il meglio.

Quella notte l'avrebbero passata ospiti del popolo della foresta in una delle capanne del villaggio.

Prilla trovò accogliente la piccola stanza che le avevano riservato, il letto era fatto con un'intelaiatura di rami e il soffice materasso era imbottito di soffioni. Ci si sprofondava.

Prilla pensò di nuovo al Mondo Fermo ma stavolta non ci andò. Se le avessero teso una nuova trappola?

Immersa nei suoi pensieri si addormentò. All'inizio sognò i Goffini poi, a poco a poco, iniziò a prendere forma l'incubo.

Le apparse prima un'ombra che si mutava lentamente in una figura che Prilla aveva l'impressione di conoscere.

Era Luke!

Poi il suo amico scomparve coperto dall'immagine di un gormita che ghignava, era Magor.

Prilla iniziava a sudare freddo e ad agitarsi nel sonno.

Magor iniziò a parlarle, spiegandole tutte le condizioni per far si che il suo amico fosse liberato illeso (o quasi).

Appena Magor finì di parlare il sogno si trasformò in nero.

Prilla si svegliò di soprassalto. Evidentemente doveva essersi agitata parecchio durante il sonno perché non appena aprì gli occhi si ritrovò davanti le facce preoccupate di Tasaru e Piron.

-Prilla, ti senti bene?-chiese quest'ultimo.

Prilla non rispose alla sua domanda ma balzò in piedi ed esclamò:

-Luke è qui su Gorm!

-Come è possibile, solo tu sei arrivata sulla Terra, lui non era con te.-disse Tasaru preoccupato.

-È impossibile, mi è apparso in sogno, era prigioniero...-iniziò a dire Prilla ma era talmente preoccupata che sia Piron che Tasaru non capirono niente di quello che aveva appena detto.

-Aspetta, calmati, cosa è successo?-domandò a quel punto Piron.

-Mi è apparso Magor in sogno.-disse Prilla, riprese fiato -Mi ha detto di avere Luke prigioniero!

-È solo un sogno, come fai a sapere se è vero?-osservò Tasaru.

-Io vado a chiamare Noctis e Agrom.-disse Piron e uscì dalla stanza.

Prilla iniziò a camminare in cerchio per la stanza, era agitata. Diede uno sguardo alla piccola feritoia, si vedevano le stelle, era ancora notte fonda.

In quel momento entrarono nella stanza Piron, Agrom e Noctis. Quest'ultimo era molto assonnato e di certo non era molto contento dell'idea di essersi dovuto alzare nelle ore piccole.

-Allora, spero che ci sia una buona ragione per cui mi avete svegliato a quest'ora.-disse sbadigliando.

-Prilla, racconta quello che hai detto a noi.-disse Piron.

Prilla allora raccontò per filo e per segno tutto ciò che le era apparso in sogno.

-Mmmh, non ne siamo certi, potrebbe anche essere frutto della tua fantasia.-osservò Agrom.

-Già, non possiamo rischiare per un semplice sogno.-disse Noctis.

-Non è detto, potrebbero avermi mandato il sogno come si manda un biglietto. Se Luke è davvero

stato catturato, possiamo correre il rischio di metterlo in pericolo?-disse Prilla.

-Se davvero vuole ricattarti allora perché non ti ha mandato il messaggio con una prova, bé, più

credibile?-chiese Noctis.

-Non lo so, resta il fatto che ho avuto questo sogno.-rispose Prilla.

Mentre la discussione per provare a spiegare la verità del sogno le ore passavano e le prime luci dell'alba si facevano vedere dalla feritoia della capanna.

Pian piano uno alla volta erano caduti addormentati per la stanchezza gli uni sugli altri.

Nel momento in cui si furono addormentati tutti qualcuno bussò con forza sulla porta.

Piron si alzò di soprassalto facendo cadere Noctis che gli si era addormentato sopra che a sua volta fece sobbalzare Agrom.

Insomma, con una reazione a catena si svegliarono tutti.

Piron aprì la porta. Era un gruppo di gormiti della foresta, avevano un messaggio. Piron li ascoltò e quando se ne furono andati chiuse la porta, poi, rivolto ai compagni disse:

-Ci aspettano nel salone del Rifugio.

-Proprio ora che ci eravamo addormentati!-esclamò Noctis stiracchiandosi.

Prilla si sfregò gli occhi un paio di volte e si decise ad alzarsi.

Seguì i suoi compagni nella foresta fino a che non giunsero ai piedi di un enorme albero.

Quello era l'albero che i gormiti della foresta chiamavano “Il Rifugio”. Era il più alto albero della Foresta Silente e al suo interno si intersecavano dei cunicoli che in caso di attacco erano una linea difensiva molto efficiente.

Quell'albero era anche il cuore della foresta, senza di lui tutto si sarebbe trasformato in polvere.

Era stato infatti attaccato più volte dai gormiti del vulcano proprio per questo. Inoltre custodiva tutti i segreti del popolo della foresta e, un libro in particolare, era vitale. Al suo interno c'erano tutte le mappe della foresta e, ogni albero che prendeva fuoco, poteva tornare in vita dalle sue ceneri se un gormita della foresta avesse fatto un incantesimo al libro.

Per entrare nel salone bisognava percorrere dei piccoli corridoi, sulle pareti di questi ultimi erano raffigurate nel legno delle scene che riprendevano la storia del popolo della foresta.

Prilla mentre camminavano rimase assorta tutto il tempo a guardarle, erano state realizzate talmente bene che aveva l'impressione che il momento descritto nell'immagine stesse accadendo in quel momento.

Le sembrava che le immagini si muovessero e la storia che raccontavano ormai l'aveva coinvolta.

In un tempo lontano Magor bramava di conquistare Gorm, quattro signori della natura, grazie alle loro Gorm-stones lo avevano sconfitto pagando però un prezzo altissimo. Infatti avevano dovuto rinunciare ai loro poteri , nascondendo le loro Gorm-stones nei regni di Gorm in modo tale che Magor non le potesse più ritrovare. Per far si che, se anche fossero stati catturati, non rivelassero il luogo in cui le avevano nascoste, avevano permesso al Vecchio Saggio di rimuovergli i ricordi dalla memoria.

Dopo tremila anni dei nuovi Lord si erano riuniti per combattere il popolo del vulcano e, dopo una lunga lotta, avevano riportato una gloriosa vittoria, erano proprio i giovani principi che ora lo stavano per riaffrontare.

In quel momento le raffigurazioni sulle pareti si interruppero, erano arrivati nel salone.

Al centro di questo prendeva posto un enorme tavolo di legno dove erano già seduti dei gormiti. Appena entrarono nel salone si fece silenzio, interrotto solo dalla voce gracchiante del piccolo gormita.

-Ce l'avete fatta ad arrivare!-esclamò -Bene, ora che ci siamo tutti possiamo iniziare.

-Iniziare cosa, Petrifus?-chiese Tasaru.

-Il trattato che impegna il possessore dell'Occhio della Vita rimanga sempre dentro i confini del

nostro popolo per proteggerci!-rispose lui.

-Ma non può rimanere sempre in un solo territorio.-ribatté Agrom.

-Si che può, sta scritto nel precedente trattato fatto con l'altro possessore.-disse Petrifus mostrando una vecchia carta ingiallita.

-Sì, ma ora non vale più, sono passati più di cinquemila anni da quando l'Occhio della Vita è scomparso da Gorm. E ora che è di nuovo qui lo possiamo utilizzare per sconfiggere Magor, forse definitivamente!-disse Piron.

-Tacete un attimo!-ordinò Petrifus -Non siete voi a possederlo, lasciate decidere alla fata.

Tutti gli occhi dei gormiti si puntarono su Prilla.

-Sono dell'idea che l'Occhio della Vita debba essere disponibile a tutti.-disse -In questa guerra

ognuno di noi è minacciato dal popolo del vulcano e tutti dobbiamo prepararci a difendere il nostro

territorio, voi come gli altri gormiti. Perché se anche un solo popolo minacciato verrà sconfitto

anche gli altri subiranno la sua stessa sorte, dobbiamo combattere gli uni al fianco degli altri.

Prilla si fermò. Non era molto brava nel fare discorsi e ora attendeva una risposta dai suoi ascoltatori.

Questi intanto avevano iniziato a parlottare tra di loro e, a poco a poco, una dopo l'altra i presenti iniziarono ad applaudire in segno di approvazione.

Prilla tirò un sospiro, era riuscita a convincerli, tutti tranne Petrifus che ora se ne stava imbronciato a braccia conserte.

-Uhmpf.-mormorò -Quando verremo distrutti dal vulcano poi non dite che non avevo cercato di

trattare.

Tutti i gormiti presenti l'avevano presa bene, o quasi, e ora non restava che andare a confermare l'appoggio del popolo della terra.

 

*angolo autrice*

Dopo ere geologiche che non aggiornavo ecco un nuovo capitolo. Per il prossimo cercherò di non fare ritardo ma anticipo che nel mese di Agosto non aggiornerò.
Grazie per aver letto e, perfavore, lasciate una piccola recensione.

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Capitolo 19
*** La roccaforte della terra ***


19. La roccaforte della terra

Dopo essersi accomiatati, si teletrasportarono ai piedi della roccaforte della terra, un'enorme montagna ai cui piedi sorgeva la capitale del popolo della terra.
-Ecco, finalmente potrò magiare cibo commestibile!-esclamò Agrom.
-Se lo dici tu...-disse Noctis.
Prilla si guardava intorno, ogni tanto degli spezzoni di pensiero tornavano a Luke. Il suo sogno era solo ed esclusivamente immaginazione o era la verità?
Il suo sguardo si era perso nel vuoto e l'unica cosa che la fece tornare in sé fu il richiamo di Piron:
-Sei ancora tra noi?-chiese.
-Eh!? Oh, sì mi ero solo distratta...-disse lei.
-Dai, è mattina. Per dormire avrai tutta la notte!-scherzò Tasaru.
In quel momento da dietro una roccia saltò fuori un gormita che corse loro in contro.
-Agrom! Agrom!-chiamò.
-Kondo! Che piacere rivederti!-ricambiò il saluto Agrom.
-Era un po' che non tornavi.-disse, poi puntò gli occhi su Prilla -Allora le voci che correvano in giro
 erano vere.
-Già, come puoi vedere.-disse Agrom, poi rivolto alla fata -Questo è il mio amico Kondo.  
Prilla gli sorrise, quel gormita aveva un'aria simpatica!
-Immagino sarete venuti per dirlo a tutti.-osservò.
-Esatto.-affermò Noctis.
-Di solito le strade sono più affollate, come mai oggi non c'è quasi nessuno?-chiese Agrom dando un'occhiata intorno.
-Hanno organizzato un piccolo torneo, sono qui dietro.-Kondo fece segno di essere seguito e li portò in un'arena.
Sugli spalti gli occhi di tutti erano puntati verso i due gormiti che si stavano dando battaglia.
-Ma quel gormita l'ho già visto!-esclamò Prilla.
-Se sei andata ad Astreg lo avrai incontrato sicuramente. È uno dei nostri campioni.-disse Agrom.
-È Rocciatauro. Ogni anno prende parte al torneo, più volte ha vinto infrangendo ogni volta i
 precedenti record ottenuti.-spiegò Kondo.
-È un grande ammasso di muscoli e potenza.-osservò Noctis.
-Vedo.-disse la fata seguendo i suoi compagni.
I sei andarono a sedersi in una delle file più alte mentre il pubblico continuava a seguire il torneo.
Prilla osservava attentamente il combattimento e ammirava il modo in cui i due massicci combattenti riuscivano a muoversi e a schivare i colpi che gli venivano inflitti. Il torneo finì dopo circa mezz'ora in cui la folla si era sgolata incitando il proprio combattente favorito. Il vincitore era l'imponente Rocciatauro che era riuscito a colpire il suo avversario mettendolo fuori gioco.
Il grande gormita fu circondato subito da una folla di gormiti più piccoli di lui esultanti.
-Adesso usciranno i risultati della classifica...-annunciò Kondo alzandosi.
-Eccoli.-disse Noctis indicando un cartellone sopra l'arena.
Rocciatauro aveva vinto superando di un centinaio di punti il record precedente.
-Ora ci sarà la festa di premiazione. Ce n'è una dopo ogni torneo.-spiegò Agrom.
-Anche a voi piacciono molto le feste...-osservò allora Prilla alzandosi.
-Certo, le feste sono un momento per stare insieme e rilassarci senza che nessuno ci attacchi.-disse Piron -Ora però muoviamoci. Non voglio perdermi la premiazione.
Guidato da Kondo e Agrom, il gruppo si diresse verso una montagna scolpita a forma di una faccia di un guerriero ed entrarono. Dentro c'era una vera e propria città e, infondo alla strada principale, c'era un altare sovrastato da un trono di pietra.
-Il compito di chi siede su quel trono è proteggere il popolo della terra dagli attacchi.-spiegò Agrom.
-Ora il campione dovrà fare il giuramento e fino al prossimo torneo ufficiale sarà suo dovere proteggerci.-aggiunse Kondo.
La piazza iniziava a riempirsi di gormiti esultanti e per ultimo entrò un corteo che accompagnava Rocciatauro tenuto in spalla da altri gormiti.
La folla era tantissima e i partecipanti erano tutti assai più alti di Prilla che in breve si ritrovò divisa dai suoi amici in balia delle correnti della folla.
In poco Prilla si ritrovò verso la parte esterna della piazza in una piccola stradina deserta. Provò a rientrare nella piazza ma i gormiti formavano una barriera impenetrabile.
La fata allora si sedette a gambe conserte aspettando il momento giusto per riuscire a passare. Rimase così per una decina di minuti, quanto basta per far venire un esaurimento nervoso. La luce che Prilla emanava divenne pian piano rossa.
Mentre era seduta circondata da un alone rosso fragola una voce alle sue spalle disse:
-È brutto essere esclusi vero?
Prilla si girò e si trovò faccia a faccia con quattro gormitini alti più o meno quanto lei. Si alzò e li salutò.
-Ciao. Sono d'accordo, essere esclusi è un'esperienza bruttissima. Lo fanno spesso?
-Ogni volta che c'è una festa di quelle importanti e la piazza si riempe, sì. Altrimenti ti dicono di stare buono e di non disturbare. Comunque noi siamo -disse indicando i suoi tre compagni-Egeo, Roch, Spaccaroccia e Lanciapietre.
Man mano che venivano nominati i gormiti si fecero avanti e abbozzarono un inchino.
-Io sono Prilla, piacere.
-Allora le voci che correvano erano vere. La fata delle leggende è arrivata.-esclamò Egeo.
-Abbiamo letto il Libro delle Leggende e poi ce lo raccontavano quando eravamo più piccoli.-aggiunse Spaccaroccia.
-Quindi è vero che hai l'Occhio della Vita?-chiese Lanciapietre.
-E sei venuta per sconfiggere Magor?-domandò Roch.
Iniziarono a fare tutti e quattro un sacco di domande e Prilla non ci capiva più niente.
-Calmi, uno alla volta, così non capisco molto...-provò a dire la fata cercando di sovrastare gli schiamazzi di quei gormiti.
I quattro smisero piano piano di parlare e stettero in silenzio.
-Bene, grazie.-disse Prilla sollevata -Non credo di essere in grado di rispondere a tutte le vostre
 domande.
Sul loro viso apparve un'espressione delusa.
-Non fate quella faccia. Magari c'è qualcosa che so...
Il primo a fare una domanda fu Roch:
-Come hai fatto ad avere l'Occhio della Vita?
-Bé, neanche questo so di preciso...
-Allora dicci come sei arrivata qui... Il libro dice che sei uscita da un albero...-disse Spaccaroccia.
-Non è esatto. Quell'albero è un portale dimensionale che collega Gorm all'Isola-Che-Non-C'è, dove
  abito...-spiegò Prilla.
-L'Isola-Che-Non-C'è è forse un posto dove quelli che devono avere l'Occhio della Vita si
 allenano?-chiese Lanciapietre.
-No, è un'isola circondata dal mare dove vivono fate, pirati e tanti animali. Ci sono anche dei Goffi,
  i Bambini Sperduti.
-Goffi, e che razza di specie è?-chiesero.
-I Goffi sarebbero nientemeno che degli esseri umani, sono molto alti rispetto alle fate e non hanno
 né ali né poteri magici.-spiegò.
-Pensa che noia...-disse Roch.
-È qui che ti sbagli, i Goffi sono felici, specialmente quelli piccoli. Il mio compito è quello di far si
 che i Goffini credano in noi fate, è il mio talento.-gli rispose Prilla.
-Ma tu hai l'Occhio della Vita, non hai bisogno di un talento!-osservò Egeo.
-Io non sono un gormita e pertanto sono molto diversa da voi...-rispose Prilla -Non ho la vostra
 resistenza fisica, sono più bassa e vengo pure da un altro pianeta!
-Questo non vuol dire niente, il Vecchio Saggio ti assomiglia. Lui è basso rispetta a Rocciatauro ma
 è comunque potente. Tutti lo rispettano.-aggiunse Lanciapietre.
-Ma è diverso, lui è potentissimo e sa combattere, io no.-sospirò Prilla sedendosi per terra.
I quattro gormiti rimasero in silenzio a fissare la fata.
Prilla dal canto suo ripensava a quegli ultimi giorni. Di come la sua vita fosse cambiata totalmente e...
Nella sua mente si riformavano le immagini della notte precedente. Il ghigno di Magor le apparve davanti agli occhi.
-Allora, non ci tieni a rivedere Luke con ancora addosso le ali?-disse mostrando un sorriso antipatico alla fata.
Prilla di tutta risposta iniziò a battere le palpebre come quando hai un granello di sabbia in un occhio e tenti di toglierlo.
-Ah ah ah...-rise perfidamente il gormita e aggiunse: - Non puoi mandarmi via, io sto ovunque. Se
 non credi alle mie parole verifica tu stessa. Ti manderò presto delle visite.
Così come era apparsa la visione di Magor si dissolse nella testa di Prilla. La fata continuò a scuotere la testa anche dopo che la visione se ne fu andata. Non si trattava più di un semplice sogno e ora ne aveva la conferma.
Mentre tutto questo accadeva Egeo, Roch, Spaccaroccia e Lanciapietre fissavano la fata e appena questa ebbe finito di darsi botte in testa scoppiarono a ridere.
-Che avete da ridere voi altri?-sbottò questa.
-Non è da tutti prendersi a botte da solo.-rispose Egeo mimando i gesti di Prilla.
-Devo avvertire i Lord!-esclamò la fata ignorando i quattro gormitini.
-Che le prende ora?-bisbigliò Roch ai compagni.
-Boh...-risposero questi facendo spallucce.
Prilla corse verso la parte del vicolo in cui si trovava verso la strada. C'era ancora un muro di gormiti della terra in festa.
-Permesso, potreste lasciarmi passare...-iniziò a dire la fata al muro di colossi che le stava davanti. Nessuna risposta. Ci riprovò. Niente ancora.
Potete immaginare anche voi come, dopo cinque minuti di richieste al vento, iniziasse ad arrabbiarsi Prilla.
La fata allora si acquattò per terra e iniziò ad entrare nella folla. Le gambe di quei robusti individui formavano un labirinto. Per Prilla era facile passargli attraverso anche perché lei aveva una corporatura minuta e riusciva ad infilarsi tra gli spazi che rimanevano tra una gamba e l'altra.
Ogni tanto si rialzava per controllare dov'era. Pian piano si avvicinava al centro della piazza dove Rocciatauro troneggiava. Uno alla volta i gormiti andavano a complimentarsi con lui o semplicemente a parlargli. Prilla vide che nella fila che portava da Rocciatauro erano in coda i Lord.
Si rannicchiò nuovamente per terra e continuò quatta quatta la sua traversata nel mare di folla.
Mancava poco all'altare in mezzo alla piazza e le gambe si facevano più rade.
Ancora poco e sarebbe arrivata. Metro dopo l'altro la fata si avvicinava... ecco le ultime gambe, ecco, c'era riuscita!
-Ehi, non si sorpassa!-disse una voce alle sue spalle.
Prilla si girò e si ritrovò davanti ad un gormita alquanto massiccio, con degli enormi artigli al posto delle dita. Il suo volto però non la guardava direttamente. Il gormita infatti rimase a testa alta nonostante Prilla non gli arrivasse che alla vita (eh già, era proprio bassa).
-Mi scusi ma è importante possiamo essere attaccati da un momento all'altro!- disse la fata tutto d'un fiato poi gli voltò le spalle e continuò a camminare ma una delle mani del gormita la fermarono.
-Ho detto che non si sorpassa!
-E io dico che è importante! Devo parlare con i Lord!-disse Prilla cercando di non piegarsi sotto il peso del braccio del gormita.
-Non sei della capitale, sei un intruso!-rispose questo senza neanche degnarla di uno sguardo.
-Nel caso un'intrusa comunque no, ha ragione non sono della capitale né di Gorm.-rispose calma Prilla.
La reazione del gormita non fu quella che si aspettava la fata. Infatti questo la sollevò letteralmente di peso e la mise davanti ad un altro gormita che faceva la fila. Questo aveva le braccia lunghissime che quasi toccavano il terreno e dalla sua bocca uscivano degli enormi denti di roccia.
-Ehi, Mangiaterra, sai dirmi chi è? Non riesco a riconoscere alcun odore...-disse il gormita mettendo la fata a terra.
Quell'altro la scrutò da capo a piedi con dei piccolissimi occhi posti ai lati della testa nera e disse:
-Le leggende dicono che doveva arrivare un forestiero qui su Gorm, colui che possedeva una delle due parti dell'Occhio della Vita. Sei forse tu quella persona?
-Si, sono io, mi chiamo Prilla, piacere!-esclamò la fata.
Il suo gesto fu male interpretato perché entrambi gormiti si misero a ridere mentre un crescente borbottio si diffondeva tra tutti quelli intorno.
Prilla approfittò di quel momento per raggiungere i Lord e Kondo che erano appena arrivati di fronte a Rocciatauro.
Prilla abbozzò un inchino che fece accigliare il Campione.
I Lord le lanciarono un occhiata interrogativa.
-Stiamo per essere attaccati dai gormiti del Vulcano!
Non finì la frase che delle grida si sparsero tra la folla:
-Il popolo del Vulcano avanza verso di noi!- gridavano di qua e di là, correndo e scontrandosi tra di loro.
I bambini venivano fatti entrare in casa mentre i guerrieri si preparavano a combattere, ma nel caos generale era difficile organizzarsi.
Prilla creò subito una corrente d'aria che la portò proprio sulla muraglia principale che segnava il confine tra i due territori.
Vide chiaramente che la battaglia non sarebbe finita bene per il popolo della Terra che, male organizzato, doveva contrastare un'orda di gormiti del popolo del Vulcano capitanati da Obscurio e Magmion. A Prilla parve di aver intravisto una figura mingherlina tra i due comandanti, ma il Sole che illuminava la distesa di terra da dove venivano la accecava e l'aria calda proveniente dal territorio confinante scomponeva le immagini in tante piccole onde colorate.
-E tu chi sei?-chiese un gormita vicino alla ragazza.
-Prilla.-rispose lei guardando il gormita che le stava davanti. Infatti questo non aveva una vera e propria faccia ma un disco costellato di piccole borchie di roccia, stalattiti per la precisione. Il gormita continuò a fissarla ma Prilla non ci fece caso. Era troppo concentrata sui due condottieri nemici.



Note Autrice
Dopo una lunga pausa ecco un nuovo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate. Ringrazio coloro che hanno letto.
Al prossimo capitolo!!

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Capitolo 20
*** 20. Lo scambio ***


20.Lo scambio
Obscurio guardò le mura della città alla ricerca di una cosa in particolare. Cercava tra i più bassi ma non la trovò, cercò tra le vedette ma non la trovò, cercò tra i guerrieri ed eccola lì, eccola in prima fila, pronta a tutto per difendere la roccaforte.
Cercò lo sguardo di Magmion. Il suo compagno stava guardando nella stessa direzione, si voltò per incrociare lo sguardo del Signore delle Tenebre. Entrambi annuirono.
-Ehi, lingua lunga, vieni a vedere chi c'è.
Da dietro i due gormiti spuntò il volto sottile di Luke. I suoi capelli biondicci erano spettinati e pieni di fuliggine, così come i suoi vestiti un po' bruciacchiati. Il folletto era abbastanza debole ma non si arrendeva mai, doveva vedere Prilla, doveva metterla in guardia. Riuscì a vedere la fata che si stava pericolosamente sporgendo dalle mura della roccaforte per poterlo scorgere.
-Vai Obscurio, e proponi lo scambio... procederà tutto secondo i piani.


Prilla vide una figura mingherlina tra i due gormiti, aguzzò la vista, era Luke, sì, proprio il suo migliore amico. Non sapeva se ridere per la gioia o piangere per la disperazione... fece allora una ruota mentre le lacrime iniziavano a scorrerle sulle guance.
Luke era in mani nemiche ma era vivo.
Si asciugò le lacrime e rimise a posto il vestito, giusto in tempo per vedere Obscurio separarsi dal gruppo per venirgli incontro volando. Subito i gormiti del popolo della terra caricarono catapulte e si prepararono per attaccarlo.
-No! Fermi!- esclamò Prilla. Se Obscurio stava venendo da solo ci doveva essere per forza una spiegazione.
Tutti si voltarono verso di lei ma subito ritornarono ai loro compiti.
Prilla non perse tempo: spiccò un salto e si lasciò cadere giù dalle mura, rallentò la sua discesa solo quando arrivò a pochi metri da terra aprendo le ali. Subito si mise a correre in direzione di Obscurio che planò verso di lei.
Il gormita atterrò con un tonfo che fece tremare la terra.
-Chi si rivede...-disse in tono di sfida.
Prilla aveva paura, non tanto per lei quanto per il suo amico.
-Come sta Luke?-chiese.
-Oh, lui sta bene, ma in quanto a te, ti vedo un po' tesa, non hai dormito bene?
-Voglio parlare con Luke!
-Oh, ci parlerai tranquilla. Sono venuto qui a proporti uno scambio: lui per te.
Prilla rimase a fissarlo, come se non avesse capito le parole del ricattatore.
-Yu-uh, sei connessa?-chiese il gormita passandole una mano davanti alla faccia.
-Aspetta qui, perfavore, ti darò una risposta.
Si aprì un portale dimensionale e Prilla si ritrovò accanto ad Agrom.
-Propongono uno scambio, Luke in cambio di me.-disse secca prima che i suoi amici potessero farle delle domande.
-Non possiamo abbassarci alle loro richieste, sarebbe come se avessimo perso. Non ce lo possiamo permettere!-disse Rocciatauro rigirando i suoi martelli tra le mani-E poi cosa sarebbe un "Luke?"
-È il mio migliore amico!-esclamò Prilla-Dobbiamo salvarlo, non possiamo lasciarlo nelle loro mani!-fissava negli occhi Rocciatauro.
-Sì, ma non possiamo neanche consegnargli l'Occhio della Vita.-aggiunse quest'ultimo.
-Come facciamo?-piagnucolò Prilla. Non era nel suo carattere piagnucolare ma la paura di perdere Luke la stava invadendo, era stanca e le si chiudevano le palpebre e ciò non era molto d'aiuto.
-Non lo so ma l'Occhio della Vita noi non glielo diamo!-disse fermo Rocciatauro.
-Ma per voi io non esisto? Vi vorrei ricordare che l'Occhio della Vita è dentro di me, anch'io merito un po' di rispetto.-sbottò Prilla. Il modo in cui i gormiti la trattavano non le piaceva per niente; poteva essere bassa, poteva non sapere usare quei poteri al meglio, ma era sempre e comunque degna di rispetto, non potevano, anzi non dovevano trattarla da diversa, come lei non aveva fatto con loro.
-Prilla calmati, vediamo di ragionare, Rocciatauro non voleva offenderti.-disse Agrom appoggiando sulla spalla della fata una delle sue dure mani di roccia.
-Agrom, così non andiamo da nessuna parte.-bisbigliò Piron al compagno.
-Hai ragione ma non so che fare... Questa volta deve scegliere lei.-gli rispose lui. Prilla dal canto suo voleva salvare Luke, ma sapeva che se si fosse consegnata ai nemici non ci sarebbe stata speranza né per lei né per il resto dei mondi (Isola-Che-Non-C'è, Gorm e il Mondo Fermo).
-Accetterò la proposta di Obscurio, però prima lo sfiderò a duello, se lo colpisco nell'orgoglio accetterà la sfida, sarà il segnale per iniziare la battaglia, però nessuno deve intromettersi nello scontro tra lui e me.- disse la fata.
Non ascoltò neanche se i suoi compagni avessero avuto qualcosa da ridire che spiccò il volo e raggiunse il gormita delle tenebre.
-Allora hai deciso!-esclamò questo non appena Prilla gli atterrò di fronte. -Sì, io per Luke.
Obscurio stava già per cantare vittoria quando la fata lo fermò: -Libera Luke ora!
Il gormita fece un segno a Magmion che spinse avanti il folletto.
Prilla lanciò a Luke uno sguardo d'intesa che questi colse al volo.
-Quando sei sicuro di vincere sei sempre così spavaldo?-chiese Prilla ad Obscurio.
-Uh?
-Bé, sai perché ogni volta che ti affronto perdi, quindi pensavo che tu avessi evitato di farmi combattere per eliminare la possibilità di perdere...-lo disse con un tono vago, per colpirlo all'orgoglio!
-Ma che stai farfugliando?! Io non perdo mai, mi limito ad abbandonare il campo di battaglia quando vengo richiamato dal mio signore Magor!!
-Sì, sì, è come dici tu però a me sembrava...
Non finì la frase che Obscurio sbottò dicendo: -Ora ti dimostrerò qual'è la vera forza dell'oscurità! Fin'ora ci sono andato leggero con te, ma non questa volta. Rispetterò il patto consegnando il folletto ma poi ti sfiderò e ti sconfiggerò davanti a tutti così che potranno vedere chi è il vero e legittimo padrone dell'Occhio della Vita!
Dettò ciò Obscurio prese Luke per un braccio e lo spinse verso Prilla.
I due si abbracciarono e la fata sussurrò nell'orecchio dell'amico alcune parole, poi lo lasciò. Luke afferrò subito le parole della ragazza e corse verso le mura della città senza voltarsi indietro. Prilla guardò attentamente il suo avversario, cercando di ricordarsi i suoi punti deboli o ciechi; aspettava un suo accenno ad iniziare il combattimento.
-A noi due fatina!-disse Obscurio digrignando i denti aguzzi e sottili, triangolari come quelli di un felino in una faccia che ricordava vagamente quella di un cane solo che munito di corna e ali da pipistrello.
Scagliò un colpo. Era l'inizio della battaglia. Era l'inizio dell'inferno.



N.d.A. Dopo ere geologiche senza aggiornare questa storia ecco finalmente un altro capitolo, anche se breve. Ringrazio chi legge e chi ha la fantasia di lasciare un commento, e soprattutto chi ha consigli da dare.

Questo capitolo lo dedico alla mia famiglia, dai bisnonni ai cugini e soprattutto a chi avrebbe voluto finire di leggere le mie storie ma che non ha potuto per forze maggiori.

A tutti gli studenti auguro buone vacanze e, a chi ha gli esami, buona fortuna!!


Ciao da Prilla!!!!

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