La verità è che ognuno di noi vuole il suo gelato più ghiacciato di quello degli altri!

di _Yumemi_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Yorozuya ***
Capitolo 2: *** Shinsengumi ***



Capitolo 1
*** Yorozuya ***


Correre, correre! Doveva correre più veloce!!
-Shinpachi, muoviti o ti lasciamo indietro!!-
-Si, Patsuan, vai più veloce! Muovi quelle stanghette più in fretta!-
Shinpachi arrancava dietro i due invasati a fatica tra le le strade di Oedo, il sole estivo sembrava voler far bollire il terreno sotto i loro piedi.
-Non ce la faccio più! Io rinuncio, mi fermo qui!-
-Non ti azzardare occhialetto, ci servi anche tu per fare numero!! E io non sono disposto a rinunciare per colpa tua e del tuo fiato corto!-
Alle sue spalle Shinpachi riprese i suoi soliti piagnistei isterici, ma Gintoki non stette ad ascoltare e senza rallentare svoltó rapidamente un angolo guidato da come una sensazione. Sbucó in una via principale piena di negozi. A circa 30 metri dal trio vi era un gruppo di persone ammassate più o meno ordinatamente. Non riusciva a scorgere l’inizio della coda, però…
-È lì! Dev'essere lì!!- Esplose il samurai con un urlo selvaggio -Correte, seguitemi! Questa volta sarà nostro!!-
Lui e Kagura si schiantarono letteralmente nella mischia creando il caos più totale. Lo voleva! Lo voleva!! Doveva essere suo! Quel gelato in promozione speciale per un tempo limitato triplo strato di fragole su un triplo strato di panna con croccantissimo caramello e cioccolato, ricoperto di uno strato così spesso di due tipi di cioccolato e meringhe che al primo morso rischiavi di slogarti la mandibola doveva essere suo!
Spintonarono, minacciarono e alla fine riuscirono a raggiungere il loro obiettivo, ma..
-Mi dispiace, signori: abbiamo esaurito le nostre ultime scorte.- Disse con tono amichevole e con un gran sorriso la ragazza allo stand, i mini freezer portatili aperti attorno a lei erano una conferma desolante.
Un "oh" dispiaciuto si levó a canone da diverse bocche mentre un urlo atroce ne deformò due, una in modo particolarmente artistico. Usando come trampolino di lancio il tavolo pieghevole allo stand, l’uomo e la ragazzina con l’ombrello spiccarono un grande balzo superando al volo le persone immobilizzate dallo spettacolo di quei due invasati. Atterrarono malamente in strada e, dopo aver agguantato Shinpachi per il colletto del kimono, ripresero a correre.
-Il prossimo!- Gridava Gintoki –Il prossimo sarà la volta buona!-
-Perche? Perché ci stiamo affannando così tanto solo per un campione gratuito di gelato??-
-La risposta alla tua domanda te la sei appena data da solo, occhialetto: gratis e gelato non ti dicono niente?? Il cibo gratis che ti offrono non si rifiuta mai, soprattutto se è un un mega-concentrato di zuccheri che forse non mi ricapiterà mai più di mangiare!!-
-Ma noi lo stiamo cacciando, non siamo riusciti a farcelo offrire da nessuno! E poi qui l’unico che vuole davvero mangiarlo sei tu perchè sia io che Kagura-chan l’abbiamo già..- Shinpachi si interruppe all’improvviso tappandosi la bocca con una mano, ma ormai era troppo tardi. Gintoki aveva piantato i piedi a terra bloccando la sua corsa quasi istantaneamente. L’aria si era stranamente fatta immobile.
-Che cosa, Shinpachi-kun?- Domandò minacciosamente l’uomo continuando a dare ad entrambi le spalle. –Tu e Kagura-chan cosa, Shinpachi-kun?-
I loro nomi erano sempre suonati in modo così sinistro, prima?
-Ecco!- Esclamò la ragazza rifilando una gomitata nelle costole all’occhialuto –È tutta colpa tua e della tua boccaccia! Te l’avevo detto io che dovevi pensare solo a muovere più veloce quelle stanghette rinsecchite!-
-Ah, ora è colpa mia!- Esplose di rimando l’altro –E tutte le volte che tu nascondevi la carta della confezione tra i cuscini del divano alla Yorozuya?? Se non c’ero io a ripulire quello schifo, con l’occhio che ha per queste cose, l’avrebbe scoperto subito e allora..-
-Voi due.- Disse lentamente Gintoki, richiamando la loro attenzione. Shinpachi e Kagura si zittirono immediatamente, come se fossero stati ripresi da un insegnante. Un insegnante molto arrabbiato.
-Gin-san, non volevamo mentirti ne nasconderti niente..- Iniziò Shinpachi con Kagura che annuiva con forza ad ogni sua parola. –Tama-san... è stata Tama-san a darci i campioni gratuiti. Li riceveva andando nella zona commerciale a fare rifornimento per il locale, però poi li dava a noi due.-
-È stata tanto carina!-
-Noi gli abbiamo chiesto come mai non ne tenesse da parte uno anche a te e lei ci ha risposto che, essendo conoscenza del tuo problema di iperglicemia, preferisce non contribuire ulteriormente al tuo eccessivo consumo di zuccheri.. E… E quindi, ecco… - Non sapendo più cosa dire, Shinpachi iniziò pericolosamente a tentennare. Sapeva che se non sceglieva per bene le parole la bomba di nome Gintoki gli sarebbe esplosa tra le mani provocando un sacco di vittime.
-E quindi…- Riprese Gintoki, la voce scossa da un leggero tremore –Avete deciso di stare zitti zitti e pugnalare così il vostro capo alle spalle.-
L’aria attorno a lui sembrava tremolare e Shinpachi sperava fosse un effetto ottico dovuto dall’asfalto bollente.
-Gin-san, non prendertela così… Infondo si tratta soltanto di un gelato…-
Il ragazzo si accorse dell’errore un attimo dopo aver parlato: quella frase fu la goccia che fece traboccare il vaso. Gintoki si girò verso di loro e, con il volto deformato a tal punto da sembrare un bejelit, iniziò a gridargli contro –Come avete potuto farlo?! Nonostante sapeste della mia passione per tutto ciò che contiene zucchero mi avete tradito! Avete tradito i miei sentimenti!-
Dopo di che scappò via senza voltarsi indietro in pieno stile shojo manga, seminando Shinpachi e Kagura rimasti senza parole pietrificati sul posto.

Maledetto Shinpachi! Maledetta Kagura! Come avevano osato? Aveva sfidato il caldo soffocante cittadino di metà luglio per loro! Aveva rinunciato alle lusinghe del divano e del ventilatore sparato al massimo per loro! Va bene: la vecchia che iniziava ad indugiare un po’ troppo spesso davanti la porta di casa per riscuotere gli affitti arretrati era un’ottima scusa per stare un po’ fuori… Ciò non toglie che lui si era tanto affannato per cercare di prendere un campione gratuito anche per quei due ingrati! Certo, progettava in un qualche modo di rubarglieli dalle mani e scappare a rintanarsi da qualche parte a ingozzarsi in santa pace… Ma comunque, il loro era stato davvero un affronto! Gliel’avrebbe fatta pagare, eccome se l’avrebbe fatto! Per prima cosa sarebbe andato a casa e, una volta là, avrebbe smangiucchiato tutto il sukombu di Kagura e poi gliel’avrebbe risputato sul letto. A Shinpachi, perché era lui la mente dietro tutto il sotterfugio, spettava qualcosa di più subdolo: sarebbe andato a casa sua e, con una scusa, nella sua camera. Una volta là avrebbe spiegato tutti gli angoli di tutte le riviste con tutti gli articoli con Otsu-chan. Era certo che un otaku come lui ne sarebbe rimasto così sconvolto da svenire all’istante.
 
Era ancora immerso nei suoi pensieri di rancore e vendetta quando una voce cantilenante e appena troppo mascolina che gli sembrava vagamente famigliare attirò la sua attenzione. Ne riconobbe all’istante il proprietario, così come riconobbe i colori e i disegni del banco dietro di lui. Gintoki partì alla carica come un toro davanti lo stendardo rosso della corrida.
-Zura! Zuraaaa!!-
Katsura si voltò nella direzione del richiamo, lo sguardo torvo come se gli avessero gridato un insulto -Non sono Zura, sono Katsura!!-
Gintoki continuava a chiamarlo mentre a tutta velocità colmava la distanza che li separava. Lui e i gelati, ovviamente. Non stette a domandarsi troppo come mai Zura fosse così a suo agio –e stesse così bene, dannazione!- nella divisa striminzita da promoter, o nemmeno come mai l’essere paperiforme dallo sguardo allucinato costantemente al suo fianco non intimorisse passanti e avventori.
-Tienimene uno! Tienimente uno!!-
A Katsura ci volle un attimo per capire chi era il cespuglio bianco che si stava pericolosamente avvicinando.
-Oh, Gintoki!- Esclamò sorridente, agitando uno degli ultimi gelati in mano come se fosse una bandiera –Finalmente il fuoco della rivoluzione ha incendiato anche il tuo spirito e sei pronto a combattere con noi per la nuova alba del paese!-
-Tienimene uno, dannato idiota!!- Urlò l’altro non avendo afferrato nulla delle parole dell’altro.
-Non sono un dannato idiota, sono Katsura! E sai bene che ti ho sempre tenuto un posto nel nostro gruppo di ribelli!!-
Gintoki non riusciva a capire una parola di ciò che diceva Katsura, concentrato com'era sull’innegabile verità che non stesse collaborando con lui per fargli avere ciò che gli aveva chiesto. Gintoki aumentò la velocità quando, ormai prossimo a rischiantarsi in mezzo a quell’ammasso di corpi sudaticci, notò un uomo chinato a terra che cercava di prendere qualcosa –una moneta? Boh- da sotto un distributore automatico. Sí, ce la poteva fare! Perché se c’era una cosa che Shonen Jump e gli spokon gli avevano insegnato negli ultimi anni era che… poteva ancora saltare!
Senza pensarci due volte usò la schiena di quel tipo, che si rese poi conto essere Hasegawa, come catapulta sorvolando la folla attonita.
Tutto si svolse come a rallentatore: Elizabeth tirò fuori da chissà dove un cartello con un punto esclamativo sopra, Katsura sgranava gli occhi e gridava altre parole incomprensibili, poi le sue dita incontrarono qualcosa di freddo e si chiusero in automatico come se fosse scattata una molla. Lo aveva! Ce l’aveva finalmente fatta! Sollevò il pugno che stringeva la confezione col gelato sopra la testa, al di sopra della folla e lanciò un grido trionfante come se avesse appena vinto la medaglia d’oro ad una gara olimpica.
Ora che aveva raggiunto il suo obbiettivo era necessario scappare da quelle che lui vedeva come iene affamate e trovare un luogo sicuro dove avrebbe potuto godersi il suo premio in santa pace. Ancora una volta mise in atto le sue conoscenze sugli spokon di Jump: piegò la schiena, curvò le spalle in avanti e, tenendo saldamente il gelato tra le mani come se fosse una palla da rugby, si ributtò nella mischia. Non gli importava di farsi male o fare del male, l’importante era uscire vivi da lì e arrivare alla meta! Le persone caddero al suo passaggio come tanti birilli, non facendo nemmeno in tempo a rialzarsi o a ritrovare la voce che l’uomo dai capelli argentati era sparito.
 
Gintoki corse a perdifiato per diversi minuti, svoltando ogni volta che ne aveva l’occasione in viuzze sempre meno battute finchè non fu solo.
Impaziente iniziò a scartare lentamente la confezione, ad ogni scricchiolio della plastica un’ondata di piacere che gli faceva venire la pelle d’oca sulle braccia. Prese lo stecco di legno tra le mani e solo nel tirarlo fuori sentì le sue ghiandole salivari aumentare il ritmo di lavoro. Quando lo ebbe estratto dalla confezione rimase qualche istante in estasi a contemplare la sua semplice perfezione. Lo avvicinò piano piano alla bocca, percependo e gustandosi sulle labbra il freddo che emanava. In quella giornata di caldo afoso era proprio quello che ci voleva.
La gioia del momento aveva però offuscato il suo giudizio. Gintoki non aveva tenuto in considerazione degli eventuali “danni strutturali” causati dalla prolungata presa sommati alla sua elevata temperatura corporea data dallo sforzo prolungato, più la temperatura ambientale e l’umidità relativa decisamente sopra la media stagionale. La crosta di cioccolato, sbriciolata ma invisibile sotto la patina di condensa, cedette sotto il suo stesso peso e il gelato cadde a terra con un misero “splaff”. Accadde così velocemente che per i primi 30 secondi il samurai fissò quella pozza di crema squagliata con il medesimo sguardo estasiato di prima, solo una vena pulsante in fronte ad indicare uno shock troppo grande per qualsiasi altra reazione.
Poi la consapevolezza e l’improvviso senso di perdita lo investirono come un treno ad alta velocità.
Avrebbe voluto gridare, dimenarsi per terra e distruggere un po’ di cose a caso come un pazzo furioso sfogando tutto ciò che teneva represso nel petto, invece si accasciò a terra senza emettere un fiato. Nemmeno quando le ginocchia e i palmi delle mani iniziarono seriamente a fargli male per colpa dell’asfalto bollente.
-Ehi, cosa stai facendo lì per terra?- Gli chiese la vocetta fastidiosa di Kagura -Credi di essere Yam*ha, per caso?-
-Stai zitta, mocciosa. Sto cercando di ricaricare i miei Punti Vita. Vattene via che mi distrai.-
Si sarebbe aspettato un’altra frecciatina di rimando che avrebbe fatto continuare il rimpiattino di risposte per parecchi minuti, invece accadde una cosa che non si aspettava: sentì su entrambe le guance qualcosa di gelido. Vi portò le mani, riconoscendo un involucro di plastica, e quando li ebbe davanti agli occhi… eccoli, due gelati nelle sue mani. Si voltò verso Shinpachi e Kagura, trovandoli entrambi sudati che tentavano con malcelata disinvoltura di riprendere fiato.
-Non hai idea di quello che abbiamo fatto per riuscire ad averli.- Disse Shinpachi –E non chiederlo, tanto non te lo diremo mai.-
Gintoki sorrise appena e si rialzò da terra.
Un’altra cosa che gli spokon di Jump gli avevano insegnato ma che aveva dimenticato era che la squadra non ti abbandonerà mai.
-Andiamo a casa nostra, sto morendo di caldo.-




 
Ciao! Buon pomeriggio, come state (a chiunque leggerà)? =D
Ritorno in questo ma
gggico fandom con una fanfic, questa volta demenziale. All'inizio doveva essere una one-shot con una parentesi finale sulla Shinsengumi perchè sì, MA le cazzate si sono prolungate più del previsto e ho deciso di dividerla. Ma tranquilli, la parte della Shinsengumi non sarà così inutilmente lunga e farcita di cavolate, lo giuro! xD
Va beh, che dire: è stupido. cioè, mi faceva ridere l'idea di Gintoki che si attivava in modalità berserker solo per un campione di gelato gratuito. XD ho cercato di immaginarlo come un capitolo del manga, cioè farcito di citazioni più o meno velate (e censurate XD quasi sarei tentata di chiedervi di indovinarle tutte) e di cose nonsense ma con una lezioncina finale.<3 Al contrario di quello che faccio solitamente ho messo un sacco di dialoghi (cioè: un sacco per me). E' una cosa in cui faccio fatica, ma spero non risultino scritti male/strani.
Ecco, insomma... leggete e fatemi sapere se vi ha fatto ridere. /0/ (come al solito scusate per eventuali errori, se li trovate correggetemi e siate clementi >/////>)
Yume

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Capitolo 2
*** Shinsengumi ***


Okita bussò alla porta e, senza aspettare che gli venisse dato il permesso, fece scorrere il pannello. All’interno della stanza, esattamente come da programma, trovò Hijikata seduto a gambe incrociate concentrato nella pulizia meticolosa della sua katana.
-Ehi, Hijikata-san- Disse, facendo strisciare davanti a se un vassoio. -Ti ho portato una cosa-
Hijikata sollevò lo sguardo di malavoglia dalla lama, notando che sul vassoio vi era adagiato un gelato ancora incartato. I suoi occhi si posarono poi sul volto del suo sottoposto, incontrando la solita espressione vuota.
-Che gesto gentile il tuo, Sougo. Sono quasi commosso- Disse Hijikata ritornando a pulire il filo della spada, la voce atona di chi non è esattamente sul punto di commuoversi.
Non accennò un minimo movimento verso quel dolce allettante a pochi centimetri da lui. Conosceva fin troppo bene Sougo. Il dialogo per lui era concluso. Sperava se ne andasse da solo senza costringerlo a cacciarlo, che capisse che con lui non attaccava. E invece niente: quell’imbecille se ne stava seduto composto all’ingresso della stanza, in attesa. Sapeva che non se ne sarebbe andato, non subito. Ma decise che non gli avrebbe dato corda. Aveva delle cose da fare e, anche se non era di turno per la guardia nelle strade e nonostante se ne fregasse delle scartoffie, sicuramente anche lui ne aveva.
Lo guardò di sottecchi e finì per incrociare il suo sguardo, fisso e imperscrutabile, per un attimo. Dannazione.
Sarebbe stata dura, ma non gliel’avrebbe data vinta.
 
No.
 
Mai.

-D’accordo, ho capito- Sbottò, già esausto di quella prova psicologica di resistenza. Dannato caldo. -Qual è la fregatura?-
Sougo spalancò gli occhi, sorpreso -Nessuna fregatura. Non posso portare un piccolo omaggio contro il caldo al mio superiore?
-No, non se si tratta di te-
Il ragazzo sospirò scuotendo leggermente il capo con fare dispiaciuto. -Hijikata-san, quando la smetterai di essere sempre così sospettoso nei miei confronti? Solo per un paio di piccoli incidenti capitati in passato?-
Si stava innervosendo. -Peccato che i suddetti “piccoli incidenti” verificatisi con un po’ troppa frequenza abbiano rischiato di mandarmi all’altro mondo più di una volta!-
-Va bene, va bene- Fece Sougo alzando le mani in segno di resa. –Me ne vado e porto questo con me. Ho faticato tanto per riuscire ad averne uno… Sono andati letteralmente a ruba in questi giorni-
Stava per riprendere il vassoio e andarsene quando, nel portico subito oltre la soglia, passò il Capitano Kondou.
-Oh, Sougo!- Esclamò tutto contento come un gorilla che aveva appena ricevuto un premio in banane -Grazie ancora per il gelato che mi hai portato, ci voleva proprio con questa afa!-
Hijikata seguì l’uomo con lo sguardo fino a che non ebbe svoltato l’angolo sparendo dalla sua vista. Ok era sorpreso ma non troppo. Infondo lui e Sougo si conoscevano da tanti anni.
Stava per ricongedarlo definitivamente quando anche Yamazaki fece capolino all’improvviso, una mano occupata dalla solita racchetta da badminton e l’altra anche lui con un gelato; subito dopo fu il turno di Saito che si presentò con un [GRAZIE] scritto su tutta una pagina del suo block notes, seguito da un altro e un altro uomo ancora. Hijikata rimase immobile, sempre più allibito mentre l’intera Shinsengumi sfilava diligentemente davanti la sua porta a ringraziare il “Signor Capitano della prima divisione Okita”. Quest’ultimo, di rimando, rispondeva come se nulla fosse che non aveva fatto niente di speciale, non nascondendo però un certo imbarazzo. Non ci credeva. Non ci poteva credere. Quella era una scena così palesemente falsa e costruita da risultare quasi ridicola. Sougo aveva davvero fatto tutto questo? Il Principe del pianeta Sadico aveva davvero passato la mattinata -la sua mattina di permesso!- a girare per Oedo, saltando di Kombini in Kombini solamente per comprare un gelato in edizione limitata a tutti? Impossibile, non ci avrebbe mai creduto. Ci doveva essere qualcosa sotto. Doveva pensare. C'era una qualche improbabile e malsana ricorrenza personale? Aveva fatto qualcosa di recente per aizzarselo contro? Niente, non gli veniva in mente assolutamente nulla.
Ma un dubbio, che lo volesse o meno, iniziava a intrufolarsi nella sua mente: e se quello fosse una sorta di tentativo di riconciliazione da parte di Sougo, ma in basso profilo? Conoscendolo non poteva essere, non poteva assolutamente essere! Con il suo faccino carino e la finta aria angelica a nascondere un implacabile sadismo era il perfetto esempio di yandere, senza dubbio! Nascondere un gesto semplice e gentile facendo lo stesso con tutti gli uomini della base era la perfetta messa in pratica del proverbio “se vuoi nascondere un albero, nascondilo in una foresta”. Queste cose da tsundere non erano da lui!
Sarebbe stato più che sconsiderato da parte sua abbassare la guardia in quel modo, conoscendo i precedenti. Eppure se alla fine la sua non si fosse dimostrata altro che paranoia, rifiutare adesso davanti gli altri uomini e dopo che questi si erano dimostrati così riconoscenti nei suoi confronti, sarebbe stato un atto di pura scortesia. Senza contare che avrebbe potuto far aumentare l’astio nei suoi confronti e di conseguenza gli attacchi -oh, già! Gli “incidenti”- sarebbero potuti addirittura aumentare di frequenza e brutalità.
Cosa fare? Cosa doveva fare??
-Oh dannazione, e va bene!- Eslamò esasperato, allungandosi per afferrare la confezione. -Lo mangio, lo mangio! Grazie mille Sougo!-
Prima di aprirla controllò velocemente la presenza di buchi, strappi o altri segni di manomissioni sospette nella plastica. Niente.
-Ti ho portato anche questo- Aggiunse velocemente il ragazzo, estraendo dalla giacca della divisa un barattolo di maionese ancora sigillato. Aprì il tappo davanti a lui e si fermò sopra il gelato, in attesa. -Posso?-
Annuì e l’altro vi verso una più che abbondante quantità di salsa, ricoprendo completamente la crosta di cioccolato e trasformando il dolce in un blob giallastro.
Hijikata liquidò quella frase con un verso scocciato e facendogli cenno con una mano di levarsi dai piedi ora che aveva ottenuto ciò che voleva, non aspettandosi davvero che ubbidisse.
-Spero sia di tuo gradimento, Hijikata-san-
Sougo stava facendo appello appello a tutte le sua capacità di autocontrollo per non tradirsi, faticando anche solo a non far tremare la propria voce. Se solo il vice-comandante non fosse stato abbagliato dalla presenza della maionese, forse avrebbe notato il leggero tic ad un angolo della bocca del suo sottoposto.
L’attesa lo uccideva, ma si pregustava già la scena del momento in cui lo stupido Hijikata avrebbe dato il primo -e unico- morso fatale a quel gelato tenuto immerso per ore nell’azoto liquido. Le ustioni da congelamento che aveva programmato sarebbero state un bello spettacolo, ma anche vedergli saltare tutti i denti non sarebbe stata una brutta alternativa.
Era questione di secondi, pochi attimi.
-Buon appetito- Disse infine con un sorriso affabile.



 
Ciao, buon pomeriggio! =D come stanno andando gli esami, maturandi/universitari? Spero bene, tenete duro! /0/
comunque... questo era il capitolo "Shinsengumi" del trip inutile e non sense del gelato a edizione limitata. Ammetto che, purtroppo, lo trovo meno ispirato del capitolo "Yorozuya", ma spero che vi abbia fatto ridere comunque. è pure un po' scontato (OVVIAMENTE Sougo aveva qualcosa di sadico in atto), ma EHI! Gintama è anche bello per questo: succede l'imprevedibile e il prevedibile e una persona non sa mai dove andare a parare il gorilla dell'autore (ma questo lo fa a sua volta diventare imprevedibile e ODDIO che viaggio mentale!). xD
Sougo è il mio cucciolo e gli voglio troppo bene, inutile dire che adoro il suo profondo sadismo nascosto dietro una faccina angelica (ç_____ç piango per il lato fluff venuto fuori nell'arco di Mitsuba). Essendo abbastanza sadica anche io mi viene facile immedesimarmi il lui <3 oh, husbando!
ok, basta con le cavolate! Mi auguro che vi sia piaciuta. >_____<
Un saluto a tutti, as always scusate per eventuali errori (segnalatemeli in caso che li correggerò subito).
CIAO! Alla prossima!
Yumemi 

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