Something out the usual

di Miss_G
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One: Melody ***
Capitolo 2: *** Chapter Two: Nights ***
Capitolo 3: *** Chapter Three: Thinking ***
Capitolo 4: *** Chapter Four: Drunk mind ***
Capitolo 5: *** Chapter Five: Tensions ***
Capitolo 6: *** Chapter Six: Hate & Make Up ***



Capitolo 1
*** Chapter One: Melody ***


Premessa: ho scritto questa storia a caso. Non ho un'idea precisa in mente, ho scritto così.. di getto xD Non so quanto sarà lunga ne nulla. So solo che è incentrata sulla Jongkey. So solo questo ahahah x') 
Spero che qualcuno la legga e che magari (?) a qualcuno piaccia anche xD 
Buona lettura :3




-



Chapter One.



“And then I heard this melody. The dopest one I've ever seen.. something out the usual”


Le pareti tremavano. Quella melodia era.. Oh beh, era insolita, affascinante e martellante. Sì, martellante. I suoi piedi non riuscivano a stare fermi e ballava, continuava a ballare, con gli occhi fissi sullo specchio di fronte a lui, cercando di immergersi pienamente in quello che stava facendo.
I capelli biondi erano imperlati di sudore, così come il suo volto.. ma non importava, o almeno non in quel momento. I movimenti si impossessavano di lui e sorrideva, come mai prima.

“Key..!” scoppiò a ridere il ragazzino seduto su una panca di legno in fondo alla sala da ballo. Si scostò velocemente una ciocca di capelli dal viso e tornò a guardare attraverso l’enorme specchio. Non sapeva da quanto erano lì. Da quanto era lì a fissare l’amico ballare a ritmo di quella strana melodia. Key non la smetteva più e continuava a muoversi, come posseduto, mentre lui rideva.. Lo guardava a rideva felice.

Insieme a lui altre tre persone sorridevano e, indiscrete, fissavano il ballerino dalle vetrate della sala che davano sul corridoio.
“Dovremmo entrare?” fece Minho prima di poggiare la mano sulla maniglia della porta, lanciando veloci occhiate ai due compagni. Key stava lì dentro da non si sa quanto e loro avrebbero dovuto provare invece di stare lì come pesci lessi.
“Aspetta ancora un po’.. E’ divertente” Onew non finì la frase che prese a muovere le spalle a ritmo di musica, facendo scoppiare Jonghyun in una fragorosa risata che non accennava a finire.
“Dio ahahahahahahahahaha”
“Che c’è? Mi piace ballare!”
“Dio, sei osceno Onew ahahahahahaha”
“Taci tu, ballerino mancato” proferì il leader, non accennando a smettere il suo ridicolo balletto ma aggiungendoci, addirittura, uno sculettamento sfacciato.
“RAGAZZIIIIII! VENITE A BALLARE ANCHE VOI!!” urlò un eccitato Key, invitando i ragazzi ad unirsi a lui.
“Sì, infatti dovremmo provare…” sentenziò Minho entrando nella sala seguito a ruota dagli altri due che saltellavano da una parte all’altra come due cavallette.
“Che scorbutico Minho.. ti do delle caramelle così ti addolcisci un po’~” lo schernì bellamente Taemin che si alzò, dopo un’infinità di tempo, da quella panca che quasi poteva aver preso la forma del suo sedere.

Quando furono tutti al centro della sala e la canzone giunse al termine capirono che era tempo di lavorare.. Il manager non avrebbe accettato una così sconsiderata perdita di tempo da parte loro.
“Era bella la musica, vero? VEROO??”
“Sì, dovremmo farci una canzone”
“Ottima idea Tae, ottima idea”
“Farà ballare tutti!”
“Sììì! E diventeremo famosi in tutto il mondo!”
“Come Rihanna?”
“Di più! ..Come Madonna!”
“Ossì come Madonna!!!”

Onew, Minho e Jonghyun si fissarono. Quei due ne avevano di fantasia..


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~


“New places, new faces, new fans, all ages”


“Grazie a tutti! Buona notte!”
Un boato si sollevò all’interno dell’arena e i cinque ragazzi uscirono di scena, tra le urla, le lacrime e gli applausi dei fans. Era sempre un’emozione fortissima quella. Non c’era soddisfazione più grande che poter cantare le proprie canzoni davanti ad un pubblico che era lì solo per te, che ti sosteneva e ti gratificava come nient’altro.

~

Key credeva fortemente nella sua carriera perché era quello che aveva sempre desiderato fare, fin da quando era un piccolo ragazzino che girovagava tra le strade di Daegu… e adesso che ce l’aveva fatta non riusciva neanche a rendersene davvero conto. Certo, lui voleva fare il solista. Avrebbe davvero voluto  quell'attenzione solo per sé e non divisa per cinque. Ma ormai ci aveva fatto l’abitudine ed era arrivato alla conclusione che nulla sarebbe stato lo stesso senza gli altri. Erano la sua famiglia ormai. Erano quelli con cui si svegliava ogni mattina, con cui lavorava ogni giorno, con cui cenava, con cui rideva e scherzava. Erano i primi e gli ultimi che salutava ogni giorno e, anche se a volte si lamentava del fatto di dover fare da mamma a tutti, sotto sotto amava quel ruolo. Adorava preparare la colazione, inondando la casa del dolce profumo delle frittelle. Adorava rimboccare le coperte a Taemin quando si addormentava stanco la sera. Adorava anche andare a comprare il pollo per Onew. Adorava per fino guardare i drama che faceva Minho. Ma, più di tutto, adorava quando, a fine giornata, lui e Jonghyun andavano in terrazza a parlare. A parlare di tutto e di niente. A parlare del tempo, delle prove, dei concerti. A progettare piani per rubare il latte alla banana di Taemin e il pollo di Onew. A parlare degli errori sul palco e delle figuracce ai party.

“A che pensi Bummie?”
“…eh?”
Key fu bruscamente risvegliato dai suoi pensieri da una voce vicino a lui. Ovviamente era Jonghyun, non avrebbe mai potuto confondere la sua voce.
“Ho chiesto a che pensavi” rise il moro, trascinandosi dentro l’appartamento, stanco come non mai dopo il concerto.
La routine era sempre la stessa, vista la stanchezza e il sonno di tutti. Si facevano la doccia a turno e poi correvano a letto, cercando di riposare al meglio.
“A nulla di particolare” affermò Key, togliendosi le scarpe e lanciando un’occhiata a Taemin che sgusciava velocemente dentro il bagno.
“Ahhhhhhh! Taemin!!! IO avevo prenotato il bagno per primo!”
“Beh Onew, ormai dovresti sapere che fa sempre così” annuì Minho gettandosi a peso morto sul divano.
“Non sederti sul divano tu. Puzzi.”
“Anche tu, eppure ci sei seduto sopra lo stesso”
“Io sono il leader, posso tutto”
“Se potevi tutto allora avresti fatto la doccia per primo!”
“Ahhhhhh non ricordarmelo occhi da rana!”

“Sono buffi, no?” commentò silenziosamente Jonghyun che, insieme a Key, sostava ancora davanti alla porta, osservando la divertente scenetta a loro offerta.
“Molto..” sorrise il biondo, prima di soffermarsi a guardare l’altro. Non andavano in terrazza da qualche giorno ormai. Erano troppo stanchi la sera e andavano tutti subito a dormire. Eppure lui avrebbe messo da parte tutta la stanchezza del mondo  pur di chiacchierare un po’ con il suo migliore amico.
“Senti  Jong, io stavo pensando che magari….”
“Andiamo in terrazza?”
Key sorrise, sinceramente felice.
“Volentieri” 


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Capitolo 2
*** Chapter Two: Nights ***


Chapter Two.



-Era tutto buio, solo un grande pianoforte bianco in mezzo alla stanza.
“Forza Kibum. Suonalo”
Una voce lontana e ovattata, senza volto, pronunciava quelle parole dure che suonavano proprio come un ordine.
“Suona questo pianoforte o non diventerai mai famoso. Lo sai, no?”
“No….non lo so… io…”
“Forza suonalo!”
“Non sono capace… io….”
“Suonalo!”-







“Bummie?”
Jonghyun si era svegliato nel cuore della notte a causa delle parole sconnesse che uscivano dalla bocca del suo compagno di stanza.
Scostò le pesanti coperte dal suo corpo e scese dal letto, avvicinandosi a quello di Key, cercando di fare più silenzio possibile. Il biondo giaceva immobile, con la fronte completamente imperlata di sudore e stringeva le mani in due pugni serrati.
“Bummie….” sussurrò osservando il più giovane che aveva una triste espressione dipinta sul volto. Gli occhi serrati e le labbra corrucciate facevano intendere che stava facendo un brutto sogno, ipotesi che fu subito confermata dai mugugni che uscirono in seguito dalla bocca di Key.
“Hey! Svegliati per favore” insistette Jonghyun che, non ricevendo risposta, si soffermò a guardare i perfetti lineamenti dell’amico.

Secondo lui era molto raro trovare un ragazzo con lineamenti così belli e dolci. Non erano come quelli femminili.. Erano meglio. E ogni volta che ne aveva occasione lo osservava, nonostante potesse sembrare un maniaco o chissà cos’altro. Key era bello, non lo si poteva negare. E anche se Jonghyun non era attratto dagli uomini non poteva fare a meno di pensare che fosse bellissimo. In qualunque situazione, lui era bellissimo. Non poteva certo negarlo.

“Kibum svegliati…”
“Ummm?”
Key aprì debolmente gli occhi, sussultando alla vista del moro a pochi centimetri da lui. Da quanto era lì?
“Hai fatto un brutto sogno? Sei tutto sudato e mi hai svegliato”
“Scusa….” disse ancora tutto intontito. Non riusciva a comprendere il significato del sogno ma credeva che dovesse sicuramente averne uno.
“Che hai sognato?” Jonghyun si sedette sul letto, facendo spostare l’altro di qualche centimetro, giusto il necessario per potersi sedere vicino a lui, senza smettere di osservarlo.
“Mmh… Non so.. C’era un pianoforte e dovevo suonarlo. Ma io non so suonare il pianoforte. Capisci? Non so suonarlo…”
“Ed è un problema?”
“Non lo so… Forse? Forse è un problema” Key si strofinò il dorso della mano sugli occhi, non essendo neanche sicuro di quello che stesse dicendo. Probabilmente era ancora intontito dal sogno appena fatto e non sapeva cosa dire.
“Non è un problema, se vuoi te lo insegno io. A suonare il pianoforte, intendo” il moro sorrise, buttando un occhio fuori dalla finestra. Era notte fonda e la luna era alta nel cielo, permettendo loro di avere un minimo di luce per vedere.
“Da quando sai suonare il pianoforte?”
“Eh?? Da sempre! Non dirmi che non lo sapevi!”
“Non lo sapevo” scoppiarono a ridere, badando sempre di tenere un volume di voce abbastanza basso in modo da non svegliare i ragazzi nella stanza affianco alla loro.
“Ora lo sai.. E sono anche piuttosto bravo”
“Allora okay… Puoi insegnarmi.. Se vuoi..” disse Key titubante. Non riusciva a capire se Jonghyun stesse scherzando o fosse serio. Voleva insegnargli a suonare il pianoforte? E lui stava accettando?
“Certo! Quando vuoi”


~


Era mezzanotte. Si esatto, mezzanotte. A mezzanotte lui, in genere, dormiva. Ma non oggi. Oh no, oggi era lì, in una sala prove dimenticata, in attesa che uno stupido dinosauro arrivasse e gli insegnasse a suonare il pianoforte. O almeno provarci.
Jonghyun aveva detto che era l’unico momento libero della giornata quello e adesso era pure in ritardo.

Key cercò di ingannare l’attesa curiosando ovunque. Quella stanza artificialmente illuminata aveva uno strano odore. Sicuramente non veniva usata spesso perché c’era un sacco di polvere in giro.
Erano passati ormai quindici minuti e il giovane continuava a chiedersi che fine avesse fatto l’amico. Insomma, non doveva aver molto da fare a quell’ora e sicuramente non poteva avergli dato buca. Questo era sicuro.
Si sedette sulla morbida panca davanti al grande pianoforte a coda situato al centro della stanza. Fuori pioveva a dirotto e, talvolta, dei fulmini comparivano veloci nel cielo. Era stanco e si stava quasi per addormentare…

“Eccomi Bummie.. Scusa il ritardo”
Jonghyun entrò nella stanza facendo sobbalzare l’altro che credeva, ormai, di essere stato abbandonato. Andò a sedersi velocemente vicino a lui e iniziò a poggiare le dita sui bianchi tasti d’avorio.
“Credevo non venissi più! Stupido..”
“Scusami, avevo scordato delle cose nello spogliatoio.. E poi questo posto è talmente nascosto che è un’impresa trovarlo”
“Mi hai detto tu di venire qui..”
“Lo so” sorrise il maggiore, decidendo di iniziare subito con la loro così detta lezione.

Jonghyun spiegò le nozioni basi del pianoforte, non essendo molto sicuro che Key lo stesse seguendo, comunque. Il biondo, infatti, fissava impassibile il ragazzo e si trovò a pensare a quanto fosse  sensuale mentre era concentrato a suonare lo strumento e a quanto sarebbe voluto restare lì a fissarlo.
“Hey mi stai seguendo? Prova tu adesso”
“Io? Nono, non ho capito nulla….”
Key abbassò la testa arrossendo impercettibilmente. Si sentiva come se fosse stato appena colto in flagrante delitto. Si ripromesse di non guardare più Jonghyun in quel mondo. Per nessun motivo al mondo.

“Allora?”
Il moro prese una mano di Key e la poggiò sui tasti del pianoforte, facendogli suonare qualche nota, non lasciando la presa dalla sua candida mano.
L’altro, dal canto suo, cercò di non fissare la sua mano ormai intrappolata in quella dell’amico. Divertente pensare come questi gesti fossero frequenti davanti alle telecamere ma praticamente inesistenti dietro le quinte.
Era infatti raro che i due avessero questi tipi di contatti, nonostante fossero molto amici. Ed era ancora più raro il fatto che Key arrossisse in quei momenti. Anzi, non era mai successo.
Forse era colpa dell’atmosfera. O era colpa della pioggia. O, molto più probabilmente, era colpa di Jonghyun, che aveva una canottiera troppo attillata quella sera.
No, forse stava solo diventando pazzo. O gay. Ecco forse stava diventando gay.
Poi, oddio, non era mai stato molto mascolino. E non era neanche mai stato attratto da una ragazza. Ma non era neanche mai stato attratto da un ragazzo, per Dio! E ora? Cosa stava succedendo ora?

“Sei qui sulla Terra, vero?”
“Eh?? Ah sì, certo!”
“Non sembrava… Sembravi una ragazzina che sogna ad occhi aperti”
“Ma che dici!” Key voltò il viso cercando di sembrare offeso. Il muro non era mai sembrato più interessante di quel momento.
“Oh oh, non dirmi che pensavi alla tua cotta segreta!”
“Ma quale cotta, lo sai che non penso a quelle cose.”
“Tutti pensano a quelle cose!”
“Non io. Forse tu.”
“No, neanche io penso a quelle cose.”
“Bene.”
“Bene.”
“Ho fame.”
“Anche io.”
 

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Capitolo 3
*** Chapter Three: Thinking ***


Non ricordavo neanche di questa storia.
Poco male, la continuo ora ahahah xD
Ahh voglie notturne x)
Ahh.. Penso che ora Key sia moro e Jonghyun biondo, giusto? Ma per me Key sarà sempre biondo e Jonghyun moro ahah quindi scusate se i capelli non coincidono con la realtà xD

 

Chapter Three.


1:44
Era l’una e quarantaquattro minuti.
Ed era San Valentino. Chi schifo. Beh non così tanto schifo, magari a qualcuno piaceva pure quella festività.

L’una e quarantacinque.
“Ho bisogno di un po’ di cioccolato”
O forse di un po’ di nicotina. O forse di tutti e due, pensò sorridendo tra sé e sé il ragazzo, alzandosi dalla sedia su cui si trovava e trascinandosi fuori dalla sua stanza con tutto il corpo avvolto da una morbida coperta rosa.

Attraversò silenziosamente  il corridoio sperando di non svegliare nessuno e, non appena raggiunto il soggiorno, si tuffò a capofitto sul divano, aprendo la fodera di un cuscino, cercando di infilarci le mani dentro.
“Maledetto Onew… Stupido, stupido”
E sì, perché Kibum sapeva ormai da tempo che il loro leader nascondeva lì le sue sigarette. Un posto un po’ insolito penserete, eppure non si poteva fare altrimenti visti i severi controlli che avevano da parte della loro casa discografica.
Molto di quello che a dei comuni ragazzi sembrerebbe normale per loro era una benedizione, come avere un pacchetto di sigarette nell’appartamento. Non che importasse veramente a qualcuno.. insomma Taemin non fumana, Minho neanche, vista la sua grande passione per lo sport non poteva permettersi di rovinarsi i polmoni così. Jonghyun si era sempre detto contrario al fumo e Onew ne fumava solo una alla settimana, ogni venerdì sera e teneva lì il pacchetto.
Il biondo, dal canto suo, non lo diceva a nessuno ma ne fumava un bel po’. Almeno un paio giorno, se non di più, ecco perché quel pacchetto finiva così velocemente. Onew lo sapeva sicuramente ma faceva finta di nulla.

Dopo aver preso le sigarette, raccolse la scatola di cioccolatini mezza vuota dal tavolino e si avviò sul terrazzo, sedendosi su di una vecchia sedia arrugginita.
Era in momenti come quelli in cui pensava che stare un po’ da solo gli facesse bene.
Poteva pensare, rilassarsi e cose così.. ma subito dopo pensava che se Jonghyun fosse stato lì con lui forse sarebbe stato meglio.

Accese una sigaretta e fece il primo tiro mentre tirava fuori un cioccolatino dalla scatola. L’odore di fumo e di cioccolato si mischiavano perfettamente insieme, facendolo dubitare su cosa dare la precedenza. Un altro tiro di sigaretta o un morso al cioccolatino?
Optò per il cioccolatino.
Era troppo goloso.

Tornò a vagare tra i meandri dei suoi pensieri e il viso del migliore amico gli parve di nuovo in mente. Ultimamente pensava a lui un po’ troppo e non era normale pensare così tanto al proprio migliore amico, che può essere migliore quanto vuoi ma resta comunque solo un amico.
Forse era a causa di San Valentino.
Di solito non si poneva quelle domande, eppure quella sera accadde. Accadde e si trovò da solo, di notte, su un balcone a fumare e mangiare cioccolatini, ascoltando canzoni tristi e pensando al perché Jonghyun quel giorno non gli avesse mandando neanche un messaggio. Insomma, non si erano visti per tutta la giornata dato che il moro era stato tutto il tempo a fare cose per gli S.M. the ballad.
Si chiedeva se Jong si fosse divertito a passare tutto quel tempo con Taeyeon delle SNSD, se avesse riso con lei e se per caso avesse almeno un po’ pensato a lui, che era a casa senza far niente. Che era a casa ad annoiarsi e a mangiare cioccolato mentre tutti gli altri erano da qualche parte a fare qualcosa di produttivo per la loro carriera.

“Oddio, sembro un ragazzino depresso e pazzo.
Oddio, sono una ragazzino depresso e pazzo?
No che non lo sono.
Oddio adesso parlo anche da solo”

“…Ho sempre saputo che ti sarebbe servito uno psicologo” e una candida e silenziosa risata lo raggiunse.

Non era possibile. Perché Jonghyun spuntava sempre così, dal nulla?
‘Beh, sì, proprio come nei romanzi d’amore’ pensò il biondo che, non appena si rese conto di tutto quello che aveva pensato, cacciò via quei pensieri. Non voleva sembrare pazzo, né tanto meno diveltarlo. Né tantomeno pensare di provare un affetto un po’ particolare per il suo migliore amico.
E non importava se alle loro fan avesse potuto fare tantissimo piacere, non sarebbe mai accaduta una cosa del genere. Era solo stanco. Sì stanco. Stanco e annoiato e si stava aggrappando a pensieri che non erano reali e si faceva problemi che non esistevano.
Sì.
Doveva essere così.

“Nessuno psicologo. E’ quest’aria che mi fa delirare”
“Forse non dovresti fumare”

Oh cazzo.
Beccato così.
In flagrante delitto.
Adesso l’amico gli avrebbe preso la sigaretta ancora a metà e gliela avrebbe buttata giù dal balcone.

Con questi pensieri ritrasse istintivamente la mano, cercando di nascondere la sigaretta con scarsi risultati. Non voleva buttarla via, questo era chiaro.
“Dai, passamene una”

“Lo sapevo, lo sapevo. Falsi perbenisti” disse Key tirandone fuori una dal pacchetto e passandogliela assieme all’accendino.
“Tu e quell’altro malato di pollo.”
Jonghyun si mise a ridere accendendo la sigaretta e continuando ad ascoltare il discorso frustrato che stava cercando di fare il più giovane.
“No, non si deve fumare, vi rovinerete i polmoni” proseguì il biondo imitando la voce di Onew “Per gli Shinee niente sigarette, dobbiamo cantare come angeli”
“Ahaha Jinki ha detto così?”
“Certo, e lo dici anche tu! Falsi ipocriti. D’ora in poi fumerò tutte le sigarette che vorrò”
“Ah, davvero?”
“Sì, farò tutto quello che ho sempre voluto fare e che non ho mai potuto fare”
“Tipo fumare le sigarette, giusto?” chiese ironico Jonghyun, divertito per la scenetta offertagli dall’amico.
“Sì, e anche mangiare un sacco di cioccolato”
“Credevo non ti piacesse tanto il cioccolato”
“Beh, mentivo.”
“Ah.. Bravo, bravo.. Non devi mentire al tuo Hyung ahah”
“Ho mentito su altre cose”
“Tipo?”
“Hai presente la canzone ‘A day without you’? Tua e di Chen?”
“Sì”
“Beh non mi piace. Ho detto che mi piaceva solo perché non potevo dire il contrario.”
“Ah, non ti piace?”
“No.”
“E allora perché la stavi ascoltando ora sull’ipod?” Jonghyun scoppiò a ridere lasciando Key senza parole.


Beh… Perché adoro sentirti cantare.

“Vabbè mi piaciucchia solo un  po’”
Beh forse gli piaceva tanto.
Forse sentire Jonghyun cantare quella canzone gli piaceva un po' più di tanto. Tantissimo forse.

Ahh! Basta!

“Andiamo a dormire?”
“Sì, probabilmente è meglio. Sai com’è, mi sta venendo la febbre.”
“Certo fumi, stai al freddo e dici bugie”
“Shhhh!”



Kibum si addormentò quella notte, ripromettendosi di evitare qualunque tipo di pensiero romantico riguardante il suo migliore amico.
Si addormentò sicuro di poterci riuscire, ma un nuovo giorno era alle porte e come il seguente tanti altri sarebbero venuti.
Sarebbe riuscito a scacciare quel piccolo fuoco che stava prendendo vita dentro di lui?
Sarebbe riuscito a scacciarlo prima che fosse troppo tardi?

 

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Capitolo 4
*** Chapter Four: Drunk mind ***



 

Chapter Four.



“Quando mai ho deciso di portarvi fuori a bere?”
Un pensieroso Onew camminava per il vialetto che conduceva all’appartamento degli Shinee seguito a ruota dagli altri quattro che camminavano a passo meno spedito.
“Lo hai fatto perché tu volevi bere, stupido..” proferì un’assonato Minho  che non vedeva l’ora di toccare il letto. Non era stato molto d’accordo sulla serata “alternativa” fin dall’inizio ma, alla fine, si era lasciato convincere ed ora si ritrovava in mezzo ad un leader preoccupato, un giovane Taemin con il mal di pancia  e un Jonghyun che faceva del suo meglio per sorreggere un ubriachissimo Kibum.

“Già Minho, IO volevo bere, non loro”
“Ma io sto bene Jinki, è solo che ho lo stomaco in subbuglio.. Devo andare in bagno..” piagnucolò il più piccolo, muovendo la testa a forma di fungo da una parte all’altra.
“Taemin è apposto, è Bummie che ha bevuto come un alcolizzato.. E neanche so perché” commentò Jonghyun trascinando l’amico dentro la loro casa, lasciando che Onew chiudesse la porta.
“Perché lo sai che se gli dai un dito si prende tutto il braccio! Spero che il manager non lo venga mai a sapere. Adesso per favore Taemin vai in bagno, fai quello che devi fare, io e Minho ci mettiamo il pigiama e dormiamo mentre tu Jong… Beh vedi tu quello che devi fare per Kibum, basta che domani stia bene.”
Gli altri annuirono e ognuno si diresse dove doveva andare, sperando di svegliarsi in modo decoroso la mattina seguente.

“Dai Bummie, andiamo in camera, sei distrutto”
“Nooo io sto beneee fidati! Però ti pregooo fammi sedere..”
“Sì sì, ora ci sediamo..”

Il moro accesa la luce della loro camera facendo sedere Kibum sul suo letto e iniziando a togliergli il giacchino, lanciandolo da qualche parte della stanza.
Jonghyun fissò per qualche secondo l’amico e gli parve di vedere un filo di tristezza nei suoi occhi anche se, detto sinceramente, non capiva se fosse per l’alcol o per altro.
Era stanco ma si obbligò di stare sveglio e aiutare il biondo fin quando non si sarebbe addormentato perché è questo quello che fanno gli amici, no?

“Jonggg …”
“Sì?”
“Come sei bello.. Bello bello”
Il maggiore scoppiò a ridere non nascondendo un filo di rossore alle parole dell’altro. Insomma per lui quello bello era Kibum, non certo sé stesso! Questo gli fece pensare come anche in quella condizione Key riuscisse ad essere bello e naturale. Forse un filo più tenero del solito. Lo guardò sdraiarsi sul letto e nascondere il viso nel cuscino come un bambino timido e questo lo fece inevitabilmente sorridere.

Sì avvicinò a lui iniziò a togliergli la maglietta rossa che aveva addosso, stando attendo a non fargli male o a non disturbarlo troppo.
“Hey, già che tenti di spogliarmiiii? Sei proprio un maialinooo ahah”
Kibum rise dondolandosi come se fosse un autistico, lasciando Jong un po’ interdetto dalle sue parole. Quest’ultimo decise comunque di non darci troppo peso e continuò il suo lavoro cercando di non pensare al fatto che forse sì, se avesse potuto un pensierino ce lo avrebbe fatto. Insomma era lì a fissare il suo bellissimo amico senza maglia, con quella pelle bianchissima e che lo guardava con quegli occhi da gatto.. infondo la carne era carne.. o no?
“Ti sto solo aiutando, sei ubriaco marcio..”
“Noo non lo sono! E sai perchèè?
“Perché?”
“Perché adesso ti dirò una cosa sisi ti dico una cosaa”
“Cosa vuoi dirmi Bummie?”
“Sei bello”
“Grazie, ma lo hai già detto prima”
“E poi ti dico anche un’altra cosa.. Però shhhhh è un segreto!”
“D’accordo, non lo dirò a nessuno.. cos’è?”

Kibum si sedette di fronte a Jong, piegando la testa un po’ ti lato e portando un dito alle labbra iniziando a morderlo un po’. Il moro pensò a quanto fosse bello e a cosa avrebbe detto da lì a poco, anche se, qualsiasi cosa fosse stata non poteva prenderla troppo sul serio visto che era ubriaco. O forse sì, visto che era ubriaco?

“Tu mi piaci, sai? Sì, ma non come amicooo!”
“…Cosa?”
Jonghyun si sentì come se fosse appena stato catapultato in un altro pianeta. Kibum era serio? Oppure delirava? Forse delirava, era troppo ubriaco. Ma ora che se ne accorgeva aveva notato che il biondino era lì a due centimetri da lui, con gli occhi chiusi e la bocca corrucciata come se stesse aspettando un bacio. E Dio, com’erano tentatrici quelle labbra.. Ma non poteva certo baciare il suo migliore amico ubriaco solo perché stava parlando a vanvera e perché era dannatamente sexy così, mezzo nudo su quel letto.
O Forse poteva?
Forse? Perché, lo voleva fare?
Gli piaceva il suo migliore amico?
Beh forse sì… o forse no?
Forse non se lo sarebbe ricordato.. forse..

Prima che se ne accorgesse, comunque, le sue mani erano già andate a stringere la vita del più piccolo e il suo viso si stava avvicinando sempre di più a quello dell’altro senza il suo consenso, o così voleva credere.
Quando le loro labbra si sfiorarono Jong sentì chiaramente un piccolo gemino da parte di Key ma decise di continuare ad approfondire quel contatto che lo stava inebriando sempre di più.
Iniziò ad aprire la bocca facendo entrare in contatto le loro lingue, sentendo una scarica elettrica pervadergli il corpo.
Si sentiva confuso ma nonostante questo non riusciva a fermarsi, era come se fosse una calamita.
“Jong..” sospirò Kibum sdraiandosi sul letto e trascinando il moro sopra di lui che, ormai troppo preso dal momento, fece scivolare lentamente una mano fino al suo cavallo dei pantaloni.
“Bummie io…”
Jonghyun si staccò lentamente da quel lussurioso bacio solo per guardare il giovane, scoprendo che si era appena addormentato. O almeno così sembrava.
Guardò in basso e vide la sua mano in una zona troppo intima e, frastornato, si staccò velocemente, alzandosi dal letto.

‘Kim Jonghyun, questo è il punto più basso che potessi raggiungere’ pensò mentre camminava avanti e indietro per la stanza, cercando una tuta da mettersi.
‘Se domani se lo ricorda ti odierà per sempre. Ti sei approfittato di lui da ubriaco, ma non ti vergogni?’ continuò ad auto insultarsi finché non si fu completamente cambiato e decise che forse sarebbe stato sicuramente meglio rimboccare le coperte a Kibum.
“Oh Bummie…Come farò a guardarti negli occhi domani?”

Il ragazzo si mise a letto continuando a pensare al perché delle sua azioni, ma senza giungere a conclusioni. Si stava innamorando dell’amico?  Come faceva a capirlo? Lui non era mai stato innamorato.
L’unica cosa, però, che sapeva era che passò ben due ore a fissare il giovane nel letto vicino al suo, pensando a quanto avrebbe voluto baciarlo di nuovo.
 

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Capitolo 5
*** Chapter Five: Tensions ***


Chapter Five
 
 
 
Key, di quella notte, non si ricordò nulla.
Da quella notte passarono alcuni giorni e molto era cambiato.
Jonghyun si distacco da lui, sentendosi in colpa per quello che accade e cercò di reprimere, inutilmente, i suoi sentimenti.
Il biondo, dall’altro canto, si sentì profondamente ferito dall’indifferenza che gli continuava a riservare l’amico, non avendo la più pallida idea di cose gli avesse fatto di male per meritare ciò.
Con il passare dei giorni si convinse che, forse, Jong non gli voleva più bene. E così smise di volergliene anche lui.. o almeno così si autoconvinse.
Non voleva sotterrare la sua dignità.
Ma per quanto avrebbe potuto continuare quella farsa tra i due?

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Il tramonto era ormai giunto per le strade di Seoul e, nell’’appartamento degli SHINee, i cinque ragazzi si stavano riposando dopo una stancante giornata piena di impegni.

“Mi passi un pezzo di pizza?” domandò Kibum a Taemin, che allungo la mano soddisfando la richiesta del più grande.
Il biondo morse lentamente la pizza assaporandone il sapore più allungo possibile.
Jonghyun lo osservava come ormai faceva da molto tempo.
Lo osservava in silenzio, logorandosi al ricordo del bacio di quella sera.
Avrebbe voluto parlargli, dirgli qualcosa, qualunque cosa. Ma non ci riuscì e finì per tenersi tutto dentro.
La visione del biondo lo tormentava giorno e notte e, quella sera, non riuscì più a trattenersi.

Si alzò di scatto e se ne andò dal soggiorno, uscendo sul terrazzo per rimanere solo.
Quella stanza gli stava stretta, e la presenza di Key non aiutava la sua situazione mentale.

“Dovresti andare a parlare con lui Kibum..” proferì il leader, finendo il bicchiere di coca-cola che aveva in mano.
“Io? Perché? Lui non vuole parlare con me” risultò un po’ acido con quelle parole ma, alla fine, era la verità. Perché parlare con qualcuno che cercava in tutti i modi di evitarlo?
“Ma ti rendi conto?” il tono di Onew era diventato duro e penetrante “E’ da giorni che vi evitate. Questa situazione è insostenibile. Vai a parlare con lui. ADESSO.”
Un profondo silenzio calò tra i ragazzi, per poi essere spezzato dai passi di Key, che si dirigevano verso il terrazzo.

;

Fuori il gelo la faceva da padrone.
L’inverno congelava l’aria e piccoli fiocchi di neve cadevano, flebili, dal cielo. Quel gelo sembrava ingigantire ancora di più il gelo che intercorreva tra i due protagonisti di questa piccola scena che potrebbe sembrare insignificante agli occhi del mondo ma che, ai loro occhi, avrebbe potuto segnare un punto di svolta nella loro vita.

Kibum osservò la figura del moro, appoggiata contro la ringhiera del terrazzo, con lo sguardo fisso sul vuoto.
Si avvicinò, mettendosi di fianco a lui, ma non standogli troppo vicino. Giusto per non stravolgere le promesse di distacco che si era fatto negli ultimi tempi.
Rimase lì qualche secondo, fino a che Jonghyun si voltò lentamente verso di lui, lanciandogli uno sguardo debole che interruppe poco dopo.
“Che hai?” esordì il biondo, chiedendosi se avrebbe mai udito una risposta alla sua domanda.

Jong non proferì parola, continuando a fissare il nulla.
Non se la sentiva di parlare.
Non se la sentiva di guardarlo.
Non si sentiva di far nulla.
Si sentiva solo male.
Male perché si stava accorgendo di non essere più in sé da quando aveva assaporato quelle labbra.
Voleva assaggiarle ancora e ancora. Ma non poteva. Era sbagliato e non voleva sbagliare ancora.
Credeva che se lo avesse evitato, se non gli avesse più parlato sarebbe passato tutto e che magari, prima o poi, sarebbe potuto stagli di nuovo vicino, solo come amico, senza altre pretese.

“Lo so che ti do fastidio, ma mi ha mandato Onew”
Ancora nessuna risposta.

“Ha detto che dobbiamo parlare ma io non ho niente da dirti”
….

“Forse sei arrabbiato con me ma.. io non ti ho fatto nulla quindi non mi interessa. Se non vuoi essermi più amico va bene così, lo posso accettare”.
Il moro sospirò leggermente,  fissando un piccolo fiocco di neve che scendeva ad una lentezza snervante. Aveva tante cose da dire al giovane ma nulla riusciva ad uscirgli dalla gola.

“Però non far pesare a tutti il tuo comportamento. Sembri idiota. Ti stai comportando male senza che nessuno ti abbia fatto niente. Senza che IO ti abbia fatto niente”
“Sono io che ti ho fatto qualcosa non tu…” queste prime parole di Jong uscirono come un flebile sussurrò.
Kibum quasi non ricordava più che bel suono avesse la voce dell’amico e tremò leggermente. Tutto quello che aveva soppresso negli ultimi giorni tornò a farsi vivo dentro di lui, pur non sapendo bene cosa fosse.

“…cosa?”
“Lascia perdere…”
“No, finisci il discorso.”
“Non voglio.”
“Perché devi fare così??” ora Key aveva alzato la voce. Stava quasi urlando ma cercò di trattenersi. La freddezza del maggiore lo stava uccidendo e ora non poteva più trattenersi.
“E’ troppo complicato e, fidati non ne vale la pena. Mi riprenderò presto e tornerà tutto come prima”
“No, voglio che torni tutto come prima adesso. Adesso.”
“Adesso non si può. Devi smetterla di fare il bambino, hai capito?”

Jonghyun lo fissò. Aveva uno sguardo strano, un misto tra rabbia e tristezza. Era difficile per Kibum comprenderlo. In compenso, però, la pazienza lo stava abbandonando. Fino a poco tempo fa adorava il suo amico, e una parte di lui nutriva anche sentimenti più profondi per l’altro. Adesso invece lo odiava. Lo odiava perché, con quel comportamento, lo stava logorando.

“Sai una cosa? Se un’egoista. Sei davvero una persona di merda. Pensi solo a te stesso. Non ti frega che io stia male per te. Non ti frega che io stia cercando di capire cos’hai, trovandomi solo un muro davanti”
La sua voce ormai tremava.
Jonghyun avrebbe solo voluto tapparsi le orecchi per non sentire quelle parole.
“TI odio. Hai capito? Io ti odio.”
Il biondo corse via rientrando in casa.
Il salone era buio e vuoto ormai. Erano già tutti andati a dormire e Kibum si rintanò nella sua camera. Nella loro camera.
Chiuse la porta a chiave e si accasciò contro la porta, con gli occhi che bruciavano a causa delle lacrime che pregavano di uscire.

Sul terrazzo c’era ancora Jonghyun, scosso da quelle parole.
Ma forse era meglio così.
Perché preferiva sapere di non aver possibilità per un amore illegale e immorale con l’amico. Preferiva essere odiato che vivere nel dubbio.

Con questi pensieri si trascinò sul divano pronto a passare lì la notte.
Pronto a passare lì un’altra notte visto che, dopo quel bacio, lui non dormì nella loro stanza mai più. 

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Capitolo 6
*** Chapter Six: Hate & Make Up ***


Mi torna in mente questa storia di tanto in tanto. Ora ho davvero DAVVERO deciso terminarla in tempo breve (o almeno credo) e ho anche deciso la struttura e la durata dei prossimi capitoli. E' davvero odioso vedere le fanfiction incomplete. La voglio finire in modo che, chi vorrà, potrà leggerla già completa.
Ad ogni modo, indicativamente verrà terminata in in altri circa 5 capitoli ^^




Chapter Six
 

Erano passate ormai più di due settimane da quella brusca discussione e non è certo una novità dire che nulla fosse cambiato.
Dal canto suo, Onew, si sentiva veramente un'idiota per aver "consigliato" a Key di affrontare il discorso con l'amico. Forse avrebbe potuto starsene zitto e lasciare che le cose si sistemmassero da sole.. e invece no, aveva dovuto fare il leader della situazione. 
"Che leader del cazzo" pensò tra sè e sè mentre, appoggiato al cofano del loro van, stava finendo la sigaretta accesa poco prima.
Gli altri, dentro la macchina, attendevano pazientemente di partire e ritornare, finalmente, a casa dopo una stancante giornata di prove. Sarebbero pure potuti partire se non fosse che Jonghyun mancasse all'appello. 
Aveva detto che doveva "salutare una persona" e che sarebbe sceso nel parcheggio in pochi minuti. Eppure quei pochi minuti si erano trasformati in quasi mezz'ora e, al contrario di Taemin che si era silenziosamente addormentato sui sedili posteriori, lui, Minho e Key stavano bollendo di rabbia per quel ritardo.
Ed erano propio di Key i sospiri scocciati che si sentivano provenire dalla macchina.

Il biondo, se possibile, stava cominciando ad odiare sempre di più Jonghyun, via via che il tempo passava. Odiava i silenzi che riservava solo a lui, odiava quando scherzava con gli altri, odiava sentirlo felice durante le interviste, odiava vederlo ingozzarsi di cibo durante l'ora di cena, odia sentire la sua risata.. e tutto questo perchè Key, dal canto suo, non riusciva più a fare nulla delle cose che faceva l'ormai ex amico. 
Lo odiava davvero. Lo odiava perchè ogni giorno che passava c'era una parte di lui che desiderava che il loro rapporto tornasse almeno come era prima. Voleva tornare a scherzare con lui e riuscire a farlo ridere ancora. Ma ora non era più possibile. O forse sarebbe stato possibile se ora Jonghyun non avesse comunicato che "mi scuso se da ora in poi a volte sarò fuori più del previsto ma volevo dirvi che mi sono fidanzato".

Esatto. FIDANZATO.
Non c'è neanche da ricordare quanto il biondo fosse arrabbiato dentro di sè. Stava attraversando un momento di crisi che mai si sarebbe aspettato. E tutto per cosa? Per una cotta verso il suo migliore amico? Per una brutta litigata? Per il fatto che ora non fossero più migliori e forse neanche amici?

"Scusate il ritardo ragazzi"
Il moro entrò in macchina, scusandosi, con voce stanca. Probabilemente aveva corso e tutti pensavano fosse giusto così visto il suo irragionevole ritardo.

La macchina partì e, mentre il cielo notturno accompagnava i ragazzi, Jonghyun si accorse solo allora di essere seduto vicino a Kibum, il quale stava fissando fuori dal finestrino con un'espressione alquanto accigliata.
Il moro lo osservò per poi tornare a fissare il paesaggio anche lui.
Sapeva quanto il biondo ce l'aveva con lui ma non ci poteva fare nulla, ormai. Aveva provato più volte a chiare la situazione ma Key continuava a giocare la carta della persona "arrabbiata e insofferente" così decise di lasciare perdere. Da un cero punto di vista questo gli era anche sembrato un bene. Sebbene ogni qual volta lo osservava il suo sguardo cadeva sempre a fissargli le labbra, era giunto però alla conclusione che il suo gesto, quella notte, era dovuto solo ad un istinto fisico e non per una questione sentimentale. Aveva anche capito che doveva lasciarsi la cosa alle spalle e aveva iniziato ad uscire con una ragazza; Se Kyung. Lei era davvero bella e simpatica. Inoltre non lo tormentava e avevano una relazione davvero tranquilla, senza pretese. Avrebbe davvero voluto che la sua amicizia con Kibum fosse stata così e invece no. Il biondo trovava sempre una scusa per litigare. 
Il ragazzo iniziò quindi ad evitarlo il più possibile sperando che, quando l'altro si sarebbe sentito pronto, avrebbero potuto chiarire.. ma non si prospettava essere un'attesa tanto breve.


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"Non ce la faccio più con quei due"
"Nemmeno io.."
"Dobbiamo fare qualcosa!"
"Sì ma cosa? Io ho già fatto la mia parte e ho fallito miseramente"
Onew, Taemin e Minho confabulavano tra di loro seduti sul divano del soggiorno mentre, un appisolato Jong riposava nella poltrona poco lontana.
I tre lo fissarono un pochino, quanto bastava per non sembrare degli stalker.
"Ho un'idea" eslamò Taemin alzando l'indice al cielo come a rappresentare una lampadina che si illuminava sulla sua testa.
"Chiudiamoli in camera insieme e lasciamoli lì qualche ora e vidiamo cosa succede"
"Ottima idea piccolo genio. Ottima idea.. Ma come?" commento il leader accarezzandosi il mento, cercando di somigliare il più possibile ad un detective.
"Beh Key è in camera sua ora.. Credo stia sistemando il suo armadio.. possiamo mandare Jonghyun lì"
"Già ma ti ricordo che ora non dormono più nella stessa camera quindi non avrebbe nessun motivo per entrare lì dentro.."
"Mmm vediamo.." Minho tirò un cuscino in faccia a Jonghyun, facendolo svegliare di soprassalto. 
"Oh sei pazzo rana? Che vuoi?" eslamò scorbutico il ragazzo, mettendosi a sedere sulla poltroncina.
"Mi è venuto in mente che mi devi ridare la PSP che ti avevo prestato mesì fa. la rivoglio ora perchè ho un gioco che voglio iniziare.. e dato che mi sembra proprio il pomeriggio adatto.. beh"
"La PSP?... credo sia rimasta tra le cose che ho lasciato nella camera di Key. Ti prego non farmi andare lì.. o vuoi vedermi morto?"
"Guarda, se ti sbrighi credo si sia addormentato. Dai vai dinosauro, con tutti i favori che mi devi."

Jonghyun si alzò velocemente, non volendo correre il rischio di un'ulteriore discussione con Kibum, che avrebbe inevitabilmente portato ad un maggiore distacco tra di loro.
Camminò di soppiatto e si istrofulò dentro la camera da letto e, senza avere neanche il tempo di realizzare, sentì il rumore della porta chiudersi a chiave dall'esterno dietro di lui.
"Okay. Ho capito. Stupidi. Ecco cosa volevano."

"Woah, bel lavoro Minho. Ti ci vedo come agente segreto, sai?" commentò compiaciuto Taemin, alzandosi, seguito da Onew.
"Oh, ora possiamo rilassarci! Che dite.. Pizza?" Eslamò il leader pronto ad ordnarla con il telefono in mano.

Intanto, nella stanza accanto, i due giovani si ritrovarono a sbuffare per l'accaduto.
Il biondo continuò, comunque, a sistemare i vestiti, seduto difronte ad suo armadio senza rivolgere lo sguardo all'altro. Jonghyun invece, prese atto che, forse, per una volta gli amici avevano fatto qualcosa di intelligente e comprese che quella poteva essere davvero l'occasione buona per chiarire la situazione.
Il moro si avvicinò all'altro sedendosi per terra di fianco a lui. 
"Umh.. Vuoi una mano" disse, con un tono alquanto pacato, timoroso di ricevere qualche strozzato urlo come risposta.
"No"
"Senti.. mi dici cos'hai? Mi fa davvero male vederti così. Io boh.. stavolta te lo chiedo io: Cosa ti ho fatto?"

Sapeva che era un'azzardo iniziare la conversazione così ma ci provò comunque. Il biondo si voltò di scatto verso di lui e in una frazione di secondo il suo sguardo andò subito a fissargli le labbra. Ancora.
Non lo guardava da così vicino da tantissimo, ormai, e ancora quelle labbra non passavano inosservate nella sua mente, nonostante sapesse bene di dover lasciare perdere certi impulsi.
"Cos'hai fatto? Ti sei comportato in modo orribile. Ti comporti come se non fossi tuo amico o peggio, come se non lo fossi mai stato. Pensi che a me stia bene? Pensi che io.. sia felice così?"
"E tu pensi che io lo sia?"
Il tono di Jonghyun ora sembrava abbastanza calmo, cosa che scosse un po' Kibum.
Nonostante tutto l'unica cosa che passava per la testa del biondo, ora, era che gli era davvero mancata la sua voce. Parlare con lui.
Attimi di silenzione vennero a seguire, e una moltitudine di pensieri gli confondevano la mente. Più lo guardava più voleva abbracciarlo. Ma poi pensava al fatto che ora aveva una ragazza, quindi lui sì che era felice al contario suo, e la cosa lo rendeva geloso in una maniera inconcepibile. Era combattuto dai sentimenti e, di fronte a lui, Jonghyun lo osservava modersi il labbro, tenendo lo sguardo basso, con i capelli biondi che gli coprivano gli occhi.

Un sospiro.
"Mi sei mancato così tanto" Jonghyun poggiò una mano dietro la nuca dell'altro, spingendolo contro di sè, abbracciandolo.
In pochi secondi il più giovane inizò a singhiozzare, stringendo le dita contro la maglietta di Jong, vergognoso di incrociare il suo sguardo e non azzardandosi, quindi, a sollevare la testa che ora era poggiata contro la spalla del moro.

"Hey... non piangere"
"Scusami, davvero. Era solo che...che...ero così arrabbiato e io... lo sai no... non voglio perderti e...mi dispiace tanto"
"Non è stata solo colpa tua, anzi. Mi scuso anche io. Promettiamoci solo di non far accadere mai più situazioni del genere"

Kibum annuì silenziosamente, sorridendo e inalando l'odore dell'amico ritrovato.
Gli era mancato il suo profumo, e si iniziò a domandare come aveva potuto tenerlo lontano per così tanto tempo.

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