l'amore ci consuma

di Fabins_16
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il principio prima dell'inizio ***
Capitolo 2: *** festa dei fondatori ***
Capitolo 3: *** Il falò -prima parte ***
Capitolo 4: *** Il falò- seconda parte ***



Capitolo 1
*** Il principio prima dell'inizio ***


                                                                                  IL PRINCIPIO PRIMA DELL'INIZIO 


DAMON

La notte era calata su Mistyc Falls, erano anni, o forse secoli che non mettevo più piede lì, ed ora sono tornato spinto da chissà quale forza magnetica.
Ogni tanto mi capitava di ritornarci con la mente, la mia casa, la tomba di mia madre, mio fratello, ma mai mi spinsi fino al punto di tornare in questo noioso buco provinciale.
Eppure quella sera ero lì, il leggero vento estivo mi accarezzava i capelli per poi propagarsi sul mio corpo steso a terra, in attesa di qualche ragazza da dissanguare, da quando avevo spento le mie emozioni ogni corpo era solo un contenitore senz'anima per me, placavo il mio desiderio e la mia brama di sangue lasciando scie di corpi lungo il mio cammino e mentre cercavo di ricordarmi i volti di quelle persone notai che quella sera il cielo era particolarmente sereno e le stelle erano così brillanti, brillanti come gli occhi di Kathrine, la donna che più di tutte al mondo avevo amato, riuscivo a sentire l'asfalto così freddo e ruvido sotto di me senza però percepire alcun tipo di brivido, quei brividi che solo lei era stata in grado di darmi e gli stessi che mi hanno lasciato quel giorno del 1864 in cui venni ucciso da un colpo di fucile per mano della stessa donna che amavo ardentemente per potersi mettere in salvo.
Ero ormai assorto negli stessi pensieri di sempre, quei pensieri che mi avevano reso l'uomo senza scrupoli che ero, gli stessi pensieri che nella mia testa non avrebbero mai trovato pace e che solo un bicchiere di bourbon poteva renderli un pò meno dolorosi di quello che erano.
Una voce femminile interruppe i miei soliti monologhi interiori, perfetto avevo trovato la mia cena! pensai.
"ok, ci sentiamo più tardi " disse la voce femminile, in poco più di un attimo mi catapultai dietro di lei, aveva un maglioncino rosa, dei jeans e dei capelli castani lisci che le scivolavano sulle spalle, e non appena si voltò per mia grande sorpresa esclamai:
"Kathrine!" i suoi languidi occhi marroni si scontrarono con il ghiaccio dei miei e rimasi ancora più stupito quando mi rispose:
"no..io sono elena"
"oh..è che tu somigli incredibilmente.. scusami mi sono sbagliato, sono damon comunque.. ma cosa ci fà una ragazza tutta sola in un bosco?"dissi
"siamo a Mistyc Falls, qui non succede mai niente..stavo litigando con il mio ragazzo"
"e di cosa? se posso" dissi alzando le mani
"del futuro, vuole già programmare tutto, lui sà già quello che vuole"
"e tu invece?" risposi
"io non sò quello che voglio"
"si che lo sai" replicai con tono provocatorio
"ah si? e cosa voglio damon?" disse lanciandomi un sorriso timido
"Tu vuoi un amore che ti consumi, vuoi passione, avventura e anche un pò di pericolo" vidi i suoi occhi sbalorditi e la sua bocca dischiusa, avevo fatto centro ma prontamente cammuffò le sue emozioni e rispose:
"e invece tu cosa vuoi? misterioso sconosciuto venuto fuori dal nulla?" non appena ebbe pronunciato le ultime parole il rumore di un clacson la fece distrarre ed immediatamente arrivai alla sua schiena così non appena si girò i miei occhi furono completamente immersi nei suoi
"voglio che tu trova tutto ciò che desideri, e che dimentichi questa conservazione, nessuno deve ancora sapere che sono in città".
Elena sparì dopo alcuni secondi e ciò che provai all'istante fu un brivido che mi trapassò da parte a parte facendomi provare qualcosa che non provavo da tempo, non la conoscevo ma nel profondo sapevo di volerla, il mio desiderio oscillava tra l'azzannarle il collo fino a bere ogni goccia del suo sangue ed il tenerla con me per sempre.

ELENA

 finita la straziante telefonata con Matt mi addentrai nel bosco, volevo lasciarmi la festa alle spalle, non ero proprio dell'umore di festeggiare quella sera, finchè ad un certo punto un uomo uscì dal nulla, mi aveva scambiato per una sua amica credo, il suo sguardo penetrante era quasi ipnotico, capelli corvini pelle chiara ed occhi di ghiaccio.
Non appena mi resi conto del suo fascino arrossii e molto maldestramente cercai di prolungare quella conversazione che sembrava stesse sul punto di finire, ero esterrefatta dalle sue labbra carnose e della sua ironia tagliente finchè ebbi un sussulto non appena cominciò ad elencare ciò che secondo lui una ragazza potesse desiderare, aveva indovinato e il sorriso provocatorio che stava esibendo ne era la prova, ci interruppe il suono di un clacson, sicuramente erano i miei genitori, dovevo andare via, e ad un tratto ricordai solo la telefonata con il mio ragazzo, anche se dentro di me c'era qualcosa in più, volevo trovare un amore vero, che mi consumasse e per questo le mie mani senza alcun comando dettato dalla mia testa scrissero un messaggio a Matt "dobbiamo parlare".

SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti! questa è la prima storia che pubblico, quindi spero siate clementi, la scena appena descritta è semplicemente una scena realmente presente nel telefilm da dove tutto iniziò, le scene saranno sempre un pò ispirate dalla storia reale ma comunque riadattate secondo la mia visione e modificate, ringrazio anticipatamente chiunque seguirà questa storia, la metterà nelle preferite o la seguirà in silenzio, aspetto le vostre recensioni più che altro per capire se piace la storia o se è meglio stroncarla sul nascere, con affetto Fabiana

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Capitolo 2
*** festa dei fondatori ***


                                                                                                FESTA DEI FONDATORI

erano passati già 3 mesi dalla morte dei miei genitori in quel maledetto incidente di macchina, anche se il mio dolore era fresco come fosse appena accaduto, la gente cominciava a dimenticare ed una vocina nella mia testa mi diceva che in un modo o nell'altro avrei dovuto farlo anche io, così aprii il mio armadio e presi uno dei miei vestiti migliori, è colorato con colori allegri che si sfumano a vicenda, chissà magari indossandolo sembrerò più allegra anche io, la scollatura a "V" mette in risalto le mie forme ma non troppo, decido di abbinarci un punto luce e lascio i capelli morbidi sulle spalle, il trucco è molto leggero perchè non voglio dare troppo nell'occhio, questa sera c'è l'evento che ogni anno la moglie del sindaco organizza per le famiglie fondatrici ed io non avrò l'accompagnatore perchè lasciai Matt subito dopo l'incidente, ma in compenso andrò insieme alle mie due migliori amiche, Caroline e Bonnie, i miei due pilastri, così diverse le une dalle altre ma così complementari.
Scendo in fretta le scale e saluto mia zia Jenna che ormai vive insieme a me e Jeremy da quando i nostri genitori ci hanno lasciato, lancio un'occhiata a lui che stà sdraiato sul divano, impassibile a giocare alla playstation, un pò perchè è fatto e un pò perchè il dolore lo ha fatto chiudere ancora di più in sè stesso.
"Jer sei sicuro che non vuoi venire con me?"
"a far finta che i nostri genitori non siano morti? No grazie"
"Hei, lo sai che se vuoi parlare io ci sono sempre, sono tua sorella"
"Elena vai via" risponde scontroso prima di defilarsi in camera sua, a questo punto esco di casa dove già mi aspetta una Caroline nella sua nuova decappottabile grigia
"Elenaaa! pensavo di morirci dentro questa macchina! Oops"
"Carolineee!" esclama Bonnie dandole un calcio, faccio finta di non aver sentito e mi siedo a bordo della macchina che ci avrebbe portato alla festa, in pochi minuti ci troviamo nel vasto parcheggio della villa immesa del sindaco e penso che per quanto è grande potrebbe ospitare l'intera città al suo interno.
Appena varco la soglia dell'entrata un abbraccio mi cinse le spalle "Oh piccola come stai?"
"bene signora Lockwood"
"meglio così! ma sappi che per qualsiasi cosa tutta la città è con voi"
"la ringrazio signora Lockwood" e con il suo sorriso compassionevole subito va ad accogliere la prossima vittima, intanto io vado a cercare qualcosa da bere quando ad un tratto mi volto e vidi un uomo, un uomo mai visto prima ma così dannatamente familiare, capelli neri, occhi azzurri, lineamenti definiti, e poi eccolo, si gira e mi rivolge uno sguardo mentre parla con lo sceriffo Forbs, uno sguardo di un quarto di secondo che mi fà arrossire profondamente, e intanto rimango imbambolata e continuo a fissarlo finchè non ritorno in me e mi rendo conto di ciò che stà accadendo, quindi mi volto e vado verso il bancone delle bevande.


DAMON 

"Allora Damon cosa ti ha spinto a ritornare a Mistyc Falls?" i colli da sbranare delle fanciulle sceriffo, penso
"Sono stato preso da un attacco di nostalgia sceriffo, Mistyc Falls è sempre stata la mia casa e avevo voglia di vedere come è diventata" rispondo sfoggiando uno dei miei sorrisi migliori, quando mi giro e la rivedo, erano mesi ormai che non la vedevo, i suoi occhi da cerbiatto impaurito color cioccolato mi stanno fissando e nel rivolgerle quel veloce sguardo scorgo che è davvero bella questa sera, i colori vivaci del vestito risaltano la sua carnagione olivastra.
"Mi perdoni sceriffo, vado a cercare da bere" le dico defilandomi, il mio corpo ha un bisogno estremo di alcool o sarà il sangue di qualche adolescente ad avere la meglio su di me.
Mi dirigo verso il bancone delle bevando e allungando una mano per prendere un calice una sensazione di calore mi pervade la mano, mi accorgo che la mia mano è entrata in contatto per sbaglio con quella di Elena che è rimasta immobile "oh scusami" le dico 
"di niente figurati"
"Non ci hanno presentati, sono Damon Salvatore" questa volta porgo la mano volontariamente verso la sua, che contracambia la stretta rispondendo "Sono Elena Gilbert", e continua
"non ti ho mai visto, sei nuovo di qui?" questa volta il suo sorriso è più sicuro 
"no, ho vissuto qui molti anni, poi mi sono trasferito nel caos perchè la tranquillità di questo posto mi aveva stancato, ed ora invece mi manca la tranquillità quindi sono ritornato"
"e sei qui di passaggio o pensi sia una cosa definitiva?"
"Dipende da come si evolveranno certe faccende" rispondo
"quali faccende?"
"penso che non ci conosciamo abbastanza per affrontare questa conversazione" le dico, e subito si zittisce imbarazzata, una ragazza sicura di sè mi avrebbe rispoto un " allora conosciamoci meglio", ma lei era rimasta in silenzio imbarazzata quindi feci un sorriso per stemperare la tensione creata e le porsi il mio drink, "tieni prendi il mio, io prenderò un bourbon" 
"ti ringrazio"
"Non c'è di che, ci vediamo presto Elena" dissi, e me ne andai lasciandola li immobile mentre mi guardava scomparire tra la folla con un alone di mistero.


ELENA

"Hei Elena ti abbiamo cercata ovunque, dov'eri finita?"
"ero a prendere da bere ragazze"
"e perchè quel bel ragazzo ti sta fissando?" disse Caroline
"abbiamo parlato prima, ma niente di rilevante" risposi indugiando
"Elena Gilbert, tu parli con uno così e te lo lasci sfuggire? Almeno ti sei fatta lasciare il suo numero?"
"No Caroline, e anche se fosse non sono pronta per una storia in questo momento"
"Noiosa!" sbuffò Car mentre mi prese per un braccio e mi trascinò sulla pista da ballo insieme a Bonnie
Stranamente mi stavo divertendo con loro a ballare, e intanto lo sguardo di Damon mi studiava attentamente, mi metteva in soggezione, non lo conoscevo eppure mi aveva trasmesso qualcosa, qualcosa che nessuno mi aveva trasmesso fino a quel momento.
Alla fine della serata Car e bonnie mi accompagnarono a casa, mi diressi subito in bagno, mi levai il vestito mi misi i miei pantaloncini con canottiera da notte, mi raccolsi i capelli in una coda di cavallo e come ogni sera scrissi la giornata appena trascorsa sul mio diario, finchè non cominciai ad avvertire il sonno che si faceva strada in me, l'ultimo ricordo che ebbi prima di dormire fu sempre lui Damon, vorrei tanto rivederlo.

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Capitolo 3
*** Il falò -prima parte ***


                                                                                                  IL FALO' prima parte 

Finita l'estenuante festa mi diressi verso casa mia, la tenuta dei Salvatore era vuota da anni prima del mio arrivo, il mio piccolo fratellino squarciava colli chissà dove e il mio povero zio Zach era in vacanza alle Hawaii..naah lo avevo ucciso anni prima e non me ne pentivo, sempre sull'attenti "Damon ovunque tu vada muore gente"diceva,  Damon di quà, Damon di là, e io che mi dicevo tra me e me, ma che male c'è? è la mia natura, sono un vampiro, un vampiro cazzo non un cane da compagnia o un coniglietto pasquale, la mia natura è quella di bere sangue umano e io seguo ciò che sono, non mi vergogno come fà Stefan e non vengo assalito da strazianti sensi di colpa come lui, io li affronto, io mi accetto.
Mi versai dell' altro bourbon nel mio prezioso e costoso servizio intagliato di cristallo e mi sedetti davanti al camino mentre l'alcool faceva il resto, chiusi gli occhi ed appoggiai la testa sullo schienale del divano e l'immagine che vidi all'istante fu Elena, così uguale a Kathrine e così diversa da lei, quella timida ed insicura ragazza che ogni volta riusciva a catturare la mia attenzione e d il mio sguardo, così bella ed innocente, chissà se sotto le lenzuola sarebbe stata ancora così timida o avrebbe preso la situazione in mano come faceva Kathrine, in fondo sono identiche mi rifiuto di credere che non ci sia nessun legame tra loro.
Mi resi conto che la solitudine e forse anche la stanchezza mi facevano farneticare così decisi di andare al letto, e mi ripromisi che l'indomani avrei fatto un giro perlustrativo della città, così magari avrei socializzato con qualche scolaretta e avrei potuto fare un pasto decente.

ELENA

Venni svegliata bruscamente da quella sveglia starnazzante e mi alzai a fatica da quel caldo letto ad una piazza e mezzo, mi diressi subito in bagno e mi feci una lunga e calda doccia, ero di buon umore quella mattina ed un sorriso non riusciva a scomparire dalla mia faccia, era la prima volta che mi succedeva dopo l'incidente e avrei sfruttato il mio buon umore per fare qualcosa di costruttivo, quindi dopo essermi infilata i jeans, un maglioncino blu ed essermi stesa un filo di trucco sul viso scesi di corsa le scale e mi diressi in cucina a preparare la colazione per tutti, uova, pancakes, caffè, imbandii la tavola in attesa di zia Jenna e Jeremy che dopo qualche istante si unirono a me
"Wow Elena mi stupisci! sei di buon umore questa mattina?"
"Si zia, e mi capita così di rado che ho voluto approfittarne"dissi sorridento
"Hai fatto bene" rispose Jenna con un pancakes già in bocca e versandosi ettolitri di caffè in una tazza gigante
"Oh che bello Elena hai cucinato! il prossimo passo è prenderci tutti per mano e ballare" disse sarcasticamente Jeremy sbattendo la porta di casa dietro di sè
"lascialo stare, gli passerà un giorno" 
"lo spero tanto Jenna, oh quasi dimenticavo, stasera c'è il falò organizzato dalla scuola, penso di andarci"
"si, ma non fare troppo tardi, è così che dicono i tutori reponsabili giusto?"
feci una risata ed uscii anche io, il primo giorno di scuola era alle porte e subito dopo Caroline aveva coinvolto ogni ragazza a partecipare al suo car wash per raccogliere i fondi del ballo.

"Elenaaa! Bonnieee! siete pronte a questo raggiante ultimo primo giorno di scuola?"
"come potremmo non esserlo!"rispose Bonnie ridendo
"Si, come potremmo non esserlo" risposi sarcastica 
"Come siete negative, siamo all'ultimo anno ed il prossimo anno andremo al college, l'ultimo anno è speciale ragazze, ci si bacia con ragazzi carini, si và alle feste dei ragazzi carini.."
"Si, abbiamo capito Car" concluse Bonnie prima di far esplodere una clamorosa risata
Le ore si susseguivano, le campanelle che le segnavano squillavano tintinnanti, e ad ogni ora una folla di ragazzi si spostava da un'aula all'altra, io ero già sfinita e non vedevo l'ora di tornare a casa, Cavolo il car wash! quella giornata cominciata tanto bene sembrava destinata a non finire mai.


DAMON

 i raggi abbaglianti del sole mi avevano svegliato, esiccome non avevo intensione di passare un'altra giornata nell'ozio più totale decisi di uscire, jeans scuri, maglia nera ed il mio inconfondibile cappotto di pelle, ero pronto!
Mi strafogai con due sacche di sangue rubate al Mistyc Falls ospital e presi la mia Camaro blu, una volta fuori, feci un giro nella città, e mi decisi ad entrare nel mistyc grill dove un giovane Matt Donovan si accingeva a versarmi altro bourbon,
"mi scusi, non credo siano affari miei, ma, non crede di esagerare?"
Abbassai i mieiocchiali da sole ed i mei occhi si incastrarono nei suoi "Infatti non sono affari tuoi, ora lascia qui la bottiglia e vai a vedere cosa succede in cucina, una signora sta reclamando il suo piatto" dissi io soggiogandolo, il cameriere ipnotizzato si allontanò e sparì dietro nel retrobottega
"cavolo amico, devi aver combinato qualcosa di terribile per bere a quest'ora" mi disse un uomo sui 40 
"Sai, problemi in famiglia, e invece qual'è la tua scusa?" dissi assumedo un'aspressione provocatoria, notando che anche il suo bicchiere era pieno di bourbon
"Odio la mia vita, Alarik Salsman" disse porgendomi la mano
"Damon Salvatore, bhè ora capisco perchè odi la tua vita ALARIK" dissi scandendo il suo nome, il tizio sbottò in una fragorosa risata, chiamami Rik amico.

ELENA

Odio il bikini che mi ha procurato Caroline, il fucsia non mi dona, è provocante e non amo dare nell'occhio
"Muoviti Elena sicuramente stai benissimo, esci!" esclamò Car, e a quelle parole mi decisi ad uscire
"OH avevo detto che saresti stata benissimo, solo che quei pantaloncini mm, sarebbe meglio toglierli"
"Dobbiamo raccogliere fondi Car, non fare un film porno"
"appunto! sai quanti soldi in più faremmo se tu ti togliessi quei pantaloncini?" 
"Niente da fare!" dissi sbuffando, e subito mi prese per un braccio e mi posizionò all'entrata con un secchio in mano ed una spugna, stupida stupida stupida!, non avrei mai dovuto accettare di farlo, Bonnie era intenta a servire un cliente e le altre ragazze facevano lo stesso, l'unica che si sentiva fuori posto ero solo io pensai, quando d'un tratto una camaro blu si posizionò di fianco a me, imbarazzatissima andai vicino al finestrino e non appena vidi il conducente mi si gelò il sangue nelle vene, di colpo il finestrino si abbassò e due occhi ghiaccio sbucarono fuori scrutandomi scrupolosamente
"Ciao Elena" disse con un tono più accattivante del solito, divenni di mille colori e risposi un timido 
"Ciao" mimandolo con un gesto, cercai subito di rompre il ghiaccio
"tra dieci minuti dovrebbe essere pronta"
"No che peccato, non posso restare dentro a godermi lo spettacolo?" disse ridendo mentre io ammiccai un sorriso sprofondando ancora di più, a quel punto scese dall'auto e mi disse
"trattamela bene"
"certamente" risposi, mentre lui si allontanava sorridendo, sentivo i suoi occhi sul mio corpo mentre ricoprivo la sua auto di sapone, era inevitabile non sporcarmi ach'io, e questo rendeva tutto più sensuale ma a me non piaceva affatto, ogni tanto lo cercavo con lo sguardo e ogni volta venivo ricambiata, sciacquai il tutto e la sua auto era pulita, finalmente! almeno non avrei dovuto sopportare quella situazione un minuto di più, anche se cistavo prendendo gusto.
"La tua auto è pronta"
"vedo.. sei stata brava" disse regalandomi uno sguardo malizioso, abbassai lo sguardo perchè il suo era troppo bello ed ipnotico per guardalo più di due secondi
"St..stasera..ci sarebbe..ehm, ci sarebbe un falò"dissi tutto d'un fiato alla fine, vidi i suoi occhi spalancarsi, forse non si sarebbe mai aspettato che io gli dicessi una cosa del genere
"Si, mi è capitato di vedereuna locandina" rispose
"Se vuoi passare, venire, io sono lì, cioè non è che devi venirci per me, dicevo solo che comunque vada io starò lì, quindi se vuoi fare un salto (oddio ho detto davvero un salto!) io ci sono"
"Elena Gilbert non mi starai per caso invitando?" rispose ancora più stupito e divertito
"No cioè Si, dipende, tu ci verresti?" dissi cercando di scavare una fossa sotto i miei piedi
"bhè se me lo chiedi con tanta insistenza, vedrò di esserci" rispose alzando le sopracciglia
"Ok perfetto " dissi ancora più imbarazzata
"ciao Elena.. a stasera" rispose voltandomi le spalle e sparendo lasciando una scia con la sua camaro.
Cosa mi aveva fatto dire la testa, perchè d'un tratto facevo cose che non avrei mai fatto prima? sò soltanto che Damon mi faceva sentire coma mai mi ero sentita prima, BENE.

DAMON

Wow la piccola Elena ci sapeva fare con la spugna pensai, la schiuma che le colava sul décolleté era così sexy, e quel mini bikini lasciava ben poco all'immaginazione, una figura snella e slanciata con le forme al punto giusto, una vera delizia per gli occhi di qualunque uomo, mi piaceva provocarla guardandola insistentemente e ogni tanto il suo sguardo si incrociava con il mio, è così innocente anche con quel bikini, qualcosa di lei mi attrae come una calamita, non è la voglia di bere il suo sangue, certo quella fantasia non mi dispiacerebbe ma ciò che provo è pura attrazione per quel corpo così familiare ai miei occhi, e che tanto avevo amato.
Mi rivolse la parola quando finì di lavarmi l'auto e per mia sorpresa molto maldestramente mi invitò al falò di questa sera, come avrei potuto rifiutarmi, magari avrei anche rimediato un bel collo da mordere, o forse un bel bacio, in ogni caso era per me una grande occasione.

SPAZIO AUTRICE
eccomi qui di nuovo a scrivere un nuovo capitolo, come vedete le situazioni che si stanno creando sono ispirate al telefilm ma con lo stravolgimento degli eventi, spero vi sia piaciuto fin qui, grazie mille a tutti coloro che hanno letto, e seguito, alla prossima 
Fabiana

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Capitolo 4
*** Il falò- seconda parte ***


                                                                                              IL FALO' SECONDA PARTE


ELENA

Corsi velocemente a casa, salii le scale e mi fiondai nella doccia, l'acqua bollente ricadeva delicata sul mio corpo e ad un tratto sorrisi pensando a ciò che mi aspettava, lo stomaco sottosopra, l'imbarazzo, tante emozioni si stavano fondendo insieme, eccitazione, emozione, ansia, paura, eppure non vedevo l'ora.
Optai per un vestitino casual blu e un paio di stivali marroni che riprendevano la sottile cintura che avevo in vita, lasciai i capelli sciolti e lisci sulle spalle e decisi di osare un pò di più con il trucco, aggiungendo al mio solito ombretto marrone un filo di eyeliner.
"Telefono, soldi, documenti, ok c'è tutto"ero solita fare una breve lista prima di uscire, presi un bel respiro, mi misi una goccia di profumo e mi guardai un'ultima volta allo specchio e via, scesi di corsa le scale aggrappandomi all'ultimo pomello che mi fece roteare fino al salone dove una zia Jenna perplessa e divertita si gustava la scena del mio "primo-quasi-appuntamento".
"zia Jenna, da quant'è che sei lì?"
"Abbastanza da aver visto la tua performance signorina" disse ridendo "Ah, e tanto per la cronaca, come pensi di rientrate stasera senza le chiavi?"
"Oh, sentivo che mancava qualcosa, grazie"risposi imbarazzata vedendo una zia Jenna scomparire nell'altra stanza ancora con un sorriso stampato in faccia.
Salii nella mia macchina e mi diressi al falò con il cuore in gola, una volta parcheggiato ebbi un sussulto, avevo timore di scendere dall'auto quindi dalla mia macchina guardai l'andamento della festa da lontano e riuscii ad intravedere Caroline flrtare con il giocatore di turno e Bonnie..un momento dov'è Bonnie?
"BHOO" urlò sbucando davanti al mio finestrino, facendomi sobbalzare 
"Bonnie ti ha dato di volta il cervello?"
"ehi scusa, ma stavi qui, tutta sola, non dirmi che hai paura di scendere dalla macchina?"
"paura? e perchè dovrei avere paura?"
"Non sò, ma un uccellino mi ha detto che stasera hai dato appuntamento a Mister occhi di ghiaccio" esclamò sorridendo maliziosamente
"Si, è vero, ma tu come fai a saperlo?"
"Caroline era vicino a te mentre lo invitavi, eri talmente presa a guardare i suoi profondi occhi che non ti sei accorta di nient'altro"
"oh, bhè ma io.." cercai di balbettare qualcosa di convincente ma Bonnie mi prese per un braccio interrompendomi e mi trascinò con sè.

DAMON

In questo momento dovrei essere a casa impaziente come un adolescente per la mia festa di ragazzini, ma io non sono Stefan, quindi, prima di andare a prepararmi decisi di fermarmi a fare uno "spuntino", era talmente tanto tempo che non bevevo il sangue direttamente da una gola che mi mancava il brio della caccia, ero immobile, sdraiato sull'asfalto di una via deserta ed ecco che il mio piano stava per compiersi.
"Signore tutto bene?" disse una voce femminile scendendo dalla macchina 
"Ora si" esclamai, in un secondo ero dietro di lei che non smetteva di piangere ed urlare,
"stai ferma e non gridare" le dissi lanciandole il mio incantesimo,
"perchè non posso muovermi?"rispose titubante
"come ti chiami tesoro?"
"Nancy"
"Sai Nancy, è talmente tanto che non faccio un pasto decente che sono indeciso, mangio e ti faccio dimenticare, oh ti dissanguo completamente?"
lo sguardo della ragazza si fece sempre più terrorizzato, il respiro più veloce, voleva urlare o scappare ma le sue gambe e le sue corde vocali sembravano non ricevere l'input e con la voce spezzata e gli occhi pieni di lacrime mi chiese "vuoi mangiarmi?" 
sul mio volto iniziavano a comparire le prime venature rossastre e facendo una piccola smorfia risposi un "si" indifferente, quasi sbaffeggiante prima di azzannarle il collo, il suo sangue sgorgava veloce nella mia bocca, e al suo sapore non ebbi dubbi, così la uccisi.
Misi il suo corpo senza vita nell'auto che spinsi sotto ad un dirupo e il fuoco generato dall'impatto dell'auto con il suolo fece il resto.
Stavo facendo tardi al mio falò del liceo quindi corsi a casa a farmi una doccia e misi i primi vestiti che trovai nell'armadio, total black ovviamente.
Anche se non ero entusiasta di partecipare a quell'evento il pensiero di Elena mi fece sorridere, ma questo non avrebbe cambiato le cose, io sono un mostro che uccide le persone e lei una ragazzina troppo pura per chiunque, figuriamoci per me.

ELENA

Ero alla festa da venti minuti buoni e di Damon neanche l'ombra, ok forse sono solo paranoica, arriverà, dissi tra me e me mentre bruciavo l'ennesimo marshmallow.
"Hei non sembra che tu ti stia divertendo, scusa l'intrusione ma la tua amica Caroline non smetteva di dirmi quanto sarebbe fantastico se noi due parlassimo" disse lo sconosciuto sorridendo
"Scusala, non sa quello che dice" risposi lanciando uno sguardo infastidito dall'altra parte, dove c'era Caroline che mimava degli "Ok" con i pollici.
"comunque sono Natan, e tu sei..?"
"Elena" risposi restituendogli la mano
"Elena, se vuoi posso offrirti qualcosa da bere, sempre che tu non voglia restare qui a bruciare marshmallow"
"ti ringrazio Natan, ma sto aspettando una persona, anzi ora che ci penso vado a fare una telefonata per sentire dove sia finito" dissi prendendo il telefono e allontanandomi da li, lo aprii e feci finta di digitare un numero, solo quando mi resi conto di esere abbastanza lontana lo richiusi e non appena mi rigirai urtai qualcuno
"dobbiamo smetterla di incontrarci così" disse un uomo dagli occhi di ghiacio
"Damon, mi hai spaventato!"
"scusami, non sono bravo ad annunciare il mio arrivo" rispose Damon con il suo fare tra lo scherzoso ed il provocatorio
"sono contenta che sei venuto" dissero le mie labbra senza alcun controllo, ormai ipnotizzate dal ragazzo che mi stava di fronte
"come avrei potuto lasciarti qui, in mezzo a questo branco di giocatori di football" rispose con il suo sorriso malizioso stampato sulle labbra
"senti ho un'idea, perchè io e te non ce ne andiamo? Conosco un locale qui vicino" aggiunse
 allora, premetto, non ho nè l'età per entrare in un locale, nè tantomeno l'età per bere e per di più il mio coprifuoco scatta a mezzanotte e mezza, quindi da ragzza responsabile quale sono devo rifiutarmi categoricamente, anche se così facendo sembrerei una ragazzina che deve rientrare a casa altrimenti la zietta la metterà in punizione.
"Ok" fu la mia risposta finale, e non appena pronunciata una strana euforia mi pervase, stavo andando in un locale da sola con Damon e non avrei chiesto di meglio da questa serata.
Damon mi aprì lo sportello della sua camaro, la stessa che pulii quel pomeriggio mezza nuda coperta di schiuma ed improvvisamente arrosii ed abbassai lo sguardo, intanto lui aveva fatto il giro ed era salito al posto del guidatore mettendo in moto la macchina, "carino il tuo vestito" disse gettando uno sguardo su di me
"Oh grazie, a dir la verità è stato il primo che ho trovato" risposi ancora di più in imbarazzo e con il cuore in gola
"no Elena, non sminuirti, ti ho fatto un apprezzamento, e quando qualcuno ti fa un apprezzamento si accetta, si ringrazia e se lo si vuole ci si può anche pavoneggiare un pochino" disse lanciandomi uno sguardo
"Va bene, allora grazie" risposi sorridendo ed aggiunsi "effettivamente è propio un bel vestito" con un tono compiaciuto, restando sempre in un clima giocoso.
Arrivammo davanti al locale e da bravo gentiluomo Damon, mi fece strada verso l'entrata, era un pub non troppo affollato, lo stile di quell'ambiente ricordava un pò gli anni '50 ed io ne ero affascinata, mi guardavo intorno finchè Damon non spostò uno sgabello per farmici sedere.
"Volete ordinare?" disse la cameriera giunta davanti a noi,
"si, un bourbon per me, e una cocacola per la ragazzina" esclamò goliardico
"Damon!" urlai divertita dandogli una pacca sulla spalla
"Ah mi scusi, coca light.. è una cheerleader deve stare attenta alla linea" aggiunse ridendo, la cameriera divertita mise una lattina davanti a me e un bicchiere di bourbon davanti a Damon che buttò subito giù un sorso, cominciavo a sentirmi a mio agio con lui, anche se stare a proprio agio con Damon era sempre relativo.
"Toglimi una curiosità Elena, perchè mi hai invitato al falò?"
"bhè, non lo sò, sinceramente non sò perchè faccio tutto quello che faccio quando sono con te, come ad esempio abbandonare la festa per andare ad un locale"
"allora perchè lo fai?" ribattè
"perchè tu hai qualcosa...si c'è qualcosa in te che mi spinge a comportarmi così, penso che ci sia un lato nascosto in te che ci accomuna, un lato che vale la pena di conoscere e che mi spinge a fidarmi di te" dissi tutto d'un fiato, contracambiando il suo sguardo profondamente toccato dalle mie parole, dopo qualche secondo di silenzio stemperò la situazione che si era creata con una delle sue solite battute
"e va bene, mi hai beccato, ascolto Taylor Swift" disse portandosi il bicchiere alla bocca e facendomi esplodere in una risata.
"E invece ora toglimela tu una curiosità, perchè hai accettato?" posò il bicchiere, si girò verso di me e si fece più serio,
"Sono i tuoi occhi Elena, i tuoi grandi occhi marroni" rispose
"i miei occhi?" dissi confusa
"Quando i tuoi occhi chiedono qualcosa è impossibile non accontentarli", rimasi di sasso accennando un lieve sorriso carico di gioia, sentire quelle parole mi aveva aperto il cuore e una speranza di aver aperto un minimo anche il suo.
Il ritorno in macchina fu meno silenzioso dell'andata, era stata una serata perfetta e arrivati davanti casa mia Damon scese insieme a me e mi accompagnò davanti al portico.
Ci ritrovammo l'uno davanti all'altro nel fatidico momento della buonanotte "sono stata davvero bene stasera" dissi armeggiando con le chiavi in mano
"sono contento, e anche tu non sei male Gilbert" rispose avvicinandosi un pò di più a me.
Le farfalle nello stomaco, le campane, il cuore in gola, ok c'era tutto, feci un passo verso di lui che alzò un braccio e mise le mie ciocche di capelli disordinate dietro le orecchie, il suo tocco dolce e delicato a contatto con la mia pelle fece fare un sussulto ad entrambi, l'atmosfera era magica e quel momento sarebbe potuto durare per sempre.
"Buonanotte Elena"
"Buonanotte Damon.


Ciao a tutti! scusate l'attesa ma sono in piena crisi "sessione estiva" prometto che scriverò sempre più spesso, grazie a tutte le lettrici che mi hanno ricordato in qualche modo e grazie a chiunque troverà del tempo per leggere la mia storia. 
Spero di ricevere delle recensioni per sapere più o meno il gradimento di questa storia, ancora grazie a tutti  
Ps. domani Ian è a Roma ed alloggerà in un hotel vicino casa mia, non sò se svenire subito o aspettare domani! XD
- Fabiana-

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