Chi nasce WILDCATS, resta WILDCATS!

di 144kagome_alice144
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CELEBRITA'! ***
Capitolo 2: *** IL RITORNO DELLO STATUS QUO ***
Capitolo 3: *** LA FAMIGLIA ***
Capitolo 4: *** SI RITORNA A CASA ***



Capitolo 1
*** CELEBRITA'! ***


                                        CELEBRITA’!
 
Albuquerque era una piccola cittadina nel New Messico. Non era molto conosciuta, almeno fino a qualche anno fa. Infatti, gli otto ragazzi più famosi al mondo, venivano proprio da quella piccola cittadella, per essere precisi dalla East High School.  Erano considerati da tutti delle vere e proprie celebrità, erano ammirati e rispettati, anche solo simbolicamente. Nella East High vennero conservati gli armadietti di questi ragazzi e anche tutte le loro foto, addirittura nel corso di teatro che teneva la professoressa Darbus, questi ragazzi venivano anche studiati.

I ragazzi in questione erano:

Zeke Baylor, famoso pasticcere ed ex membro dei Red Houx. Aveva seguito i suoi due migliori amici in quella squadra, ma quando gli era stata offerta la possibilità di lavorare con i migliori pasticceri italiani aveva colto l’occasione al volo.

Sharpay Evans, star di Hollywood. Al primo anno di università, tenutosi nella sua cittadina, venne notata da un famoso regista che la portò con sé ad Hollywood facendola diventare una vera e propria Stella. Sharpay in quegli anni si diede molto da fare: diventò un’ottima ballerina, un’attrice molto richiesta e molto spesso veniva chiamata come ospite d’onore a molti programmi televisivi; la sua passione, però, rimaneva il canto, infatti incise vari dischi e partecipò anche a vari Talent Show che vinse con le sue splendide canzoni.  Aveva realizzato il suo sogno, finalmente era conosciuta in tutto il mondo, anche se dentro di se avrebbe tanto voluto rivedere la sua bella cittadina, dove per la prima volta aveva capito che cosa significasse la parola Amicizia. Infatti la Reginetta di Ghiaccio, qualche giorno prima del diploma, riuscì a farsi accettare dal gruppo dei suoi amici, diventando una volta per tutte una Wildcat.

Ryan Evans, fratello gemello di Sharpay. Dopo aver passato un periodo alla famosissima accademia della Julliard venne invitato a Parigi da una nota famiglia; così iniziò il viaggio di Ryan che lo portò ad essere un ballerino affermato in tutto il mondo per la sua bravura.

Kelsi Neilsen, anche lei seguì gli studi alla Julliard, ma poco dopo di Ryan partì alla volta della Russia. Lì c’erano i suoi genitori, musicisti affermati. La ragazza potè continuare lì i suoi studi e diventare una pianista famosa come i suoi genitori, anzi, molto più famosa. Kelsi venne addirittura chiamata dalla regina d’Inghilterra per farle suonare al battesimo della sua nipotina.

Chad Danforth, famoso giocatore di basket. Aveva iniziato la sua carriera brillante negli Wildcat, come il suo migliore amico, e poi erano andati insieme nei Red Houx. Si fece notare subito per la sua bravura e venne convocato in una delle squadre più importanti al mondo: la Phoenix Green, in Australia. Anche in quella squadra, riuscì in poco tempo a conquistarsi il titolo di vice-capitano e ad indossare la maglia numero 8.

Taylor McKessie, famosissima avvocatessa. Era diventata un’avvocatessa straordinaria; riusciva a vincere ogni causa, anche quelle più difficili. Si era trasferita in Canada e purtroppo aveva perso quasi tutti i contatti con i suoi amici, l’unica persona con qui era rimasta in contatto era la sua migliore amica.

Troy Bolton, migliore amico di Chad. Anche lui venne convocato nella squadra australiana e gli venne offerto fin da subito il ruolo di capitano con il numero 14. All’inizio Troy non voleva lasciare Albuquerque, ma poi, dopo la rottura con Gabriella, aveva deciso di abbandonare quella città, che per lui era solo sede di un gran dolore. Con il passare del tempo era cresciuto ed era diventato sempre più bello. Attualmente era fidanzato con la modella australiana Corinne Blig, ma sia lui che Chad sapevano bene che non era vero amore quello che legava i due. Lei stava con lui per la sua fama, e lui stava con lei perché.. il perché non lo sapeva nemmeno lui. L’aveva incontrata un giorno in un pub, lui era un po’ brillo e l’aveva scambiata per Gabriella. La ragazza, infatti, assomigliava un po’ alla moretta. Anche lei aveva i capelli scuri, solo che li teneva rigorosamente lisci e lunghi, gli occhi scuri e i tratti europei. A detta di Chad quella ragazza era la brutta copia di Gabriella, e in effetti anche Troy la pensava così: quella donna non aveva niente a che fare con la sua Gabriella; specialmente ne carattere: l’opposto.

Gabriella Montez, famosa cantante. La ragazza in realtà si era laureata in medicina, ma prima che potesse iniziare a fare la pediatra incontrò un ragazzo: Jeremiah Oscar Dakota. Era da poco diventato manager di una nuova cantante che però, per dei motivi sconosciuti, abbandonò la sua carriera. Jeremiah affascinato dalla bravura di Gabriella, sentita cantare all’ultimo musical nel quale aveva partecipato la ragazza, ma soprattutto affascinato dalla sua bellezza, fece di tutto per convincerla a diventare una cantante affermata. All’inizio Gabriella negò l’offerta, ma da un giorno all’altro si venne a scoprire che aveva tradito Troy con lui e che aveva così preso la sua decisione. Nessuno, nemmeno Taylor con qui era rimasta in contatto, sapeva la verità sul cambiamento repentino della ragazza, e lei non accennava mai né a questo né al rapporto che legava i due. Che dire, Jeremiah era un bel ragazzo: capelli sbarazzini biondi come il sole e occhi azzurri come l’oceano trasparente, fisico ben mantenuto, dato che, si era venuti a sapere, che aveva praticato basket per circa due anni. Insomma, come piaceva definirlo Sharpay: la brutta copia di Troy.

Questi erano gli otto ragazzi più famosi al mondo, questi erano i ragazzi che avevano eliminato lo status quo dalla East High School. Loro erano sempre stati uniti. Anche adesso che erano separati, erano insieme. Perché loro erano legati da un filo indistruttibile da chiunque; loro erano legati dallo spirito Wildcat.


Spazio autrice

Salvee!! Sono nuova in questa sezione, quindi perfavore trattatemi bene.. So che ho ancora una fanfiction da finire, ma purtropo ha finito l'ispirzione, sono ad un punto morto. Passiamo alla storia; spero che l'inizio vi piaccia. 

Volevo ringraziare Titty90 perchè è grazie alle sue storie che mi sono decisa finalmente a scrivere. Titty90 ho letto praticamente tutte le tue storie, scrivi veramente bene. Purtroppo non ho potuto lasciarti prima una recensione per mancanza di tempo, mi dispiace. Spero che anche tu legga questa mia storiella ( delirio ).

Ringrazio già chi leggerà questo capitolo e vi chiedo di dirmi se c'è qualcosa che dovrei migliorare.

Riguardo a Jeremiah.. non so se ve ne siete accorti leggendo, ma mi sono " ispirata " all'attuale fidanzato di Vanessa, Austin. Io tiferò per sempre ( come potrete vedere dai deliri che scriverò ) la coppia Zac e Vanessa. Fatemi sapere la vostra!!
 
Alla prossima!!                         144kagome_alice144

 

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Capitolo 2
*** IL RITORNO DELLO STATUS QUO ***


                    IL RITORNO DELLO STATUS QUO       
 

Era una giornata come le altre nella piccola cittadina di Albuquerque, in New Mexico; gli anziani si ritrovavano nei parchi o nei bar per giocare a carte, gli adulti si dirigevano con le proprie auto al lavoro e i ragazzi, a gruppi, si avviavano verso le scuole…
Driinnn
< Buongiorno ragazzi > disse una donna mentre si alzava dal suo “ trono “ < Buongiorno professoressa Darbus > risposero in coro gli studenti. < Bene ragazzi, oggi inizieremo a parlare di Shakespeare. Allora.. > < Scusi professoressa..? > titubò una ragazza alzando leggermente la mano < Che cosa c’è Lily? > rispose la professoressa sbuffando. < Non è che potrebbe parlarci di nuovo degli Wildcats? > sussurrò la ragazzina.
 
Lily Bridge era una ragazza molto timida, non aveva molti amici e non si trovava molto bene in quella scuola. Aveva lunghi capelli neri e gli occhi del medesimo colore. Era una bella ragazza, educata e sensibile anche se molto chiusa. Aveva paura di essere giudicata e classificata.
 
< No signorina Bridge, degli Wildcats ve ne ho già parlato l’altro giorno > rispose la donna con un leggero sorriso e un luccichio di commozione negli occhi. Se fosse stato per la Darbus, infatti, sarebbero stati tutte le ore a parlare di quel gruppo di ragazzi, così diversi, ma allo stesso tempo, così uniti.
 
Lily abbassò il capo dispiaciuta. A lei piaceva molto ascoltare le avventure di quei ragazzi. Il suo sogno era di diventare come loro: sicura, forte, coraggiosa. Voleva diventare una Wildcat; anche se sapeva che era impossibile. “ Come può una ragazzina come me essere come loro? “ si domandava; in realtà Lily non conosceva tutta la storia degli Wildcats e non poteva di certo sapere come, quei ragazzi, erano diventati così.
 
Driinn
La campanella che segnava l’ora di pranzo suonò come un miracolo per gli studenti che si catapultarono nella mensa. Lily, dopo aver preso da mangiare, cercò un posto dove poter passare la ricreazione in pace. Nel piano di sopra c’era il gruppetto del Drama club e la ragazza sapeva benissimo che era pericoloso anche solo pensare di andarci. Sotto, nel tavolo centrale, c’erano i giocatori della squadra della scuola con le cheerleader e in un altro tavolo un po’ più appartato risiedevano i secchioni.
 
< Hey Lily! > al richiamo la mora si girò e notò due ragazze della sua età. < Rin! Amy! > salutò. Rin e Amy erano diventate amiche di Lily nonostante fossero in classi differenti. Si erano conosciute durante una detenzione della Darbus ed avevano fatto amicizia. Rin era una ragazza dai corti capelli rossi e gli occhi verdi, aveva un carattere forte e non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno. Amy invece aveva dei lunghi boccoli biondi e un paio di occhi grigi, Amy aveva un carattere un po’ più chiuso rispetto a Rin, un  po’ era dovuto anche al fatto che era straniera.
 
Le due raggiunsero l’amica e si misero ad un tavolino libero a mangiare. < Lily senti, oggi io e Amy avevamo in programma di andare a vedere quel nuovo film che è uscito al cinema, ti va di venire con noi? > disse la rossa < Volentieri Rin! > esclamò la mora, era proprio felice di aver trovato due ragazze che la pensavano come lei. < Em, ragazze, sbrighiamoci  a finire. Non mi piace stare in mensa troppo a lungo. > < Eddai Amy non fare così! La mensa è un luogo pubblico, abbiamo diritto quanto loro di starci! > esclamò Rin < Shh! Rin abbassa la voce > la richiamò Lily. < Va bene, va bene – sospirò la ragazza – però sapete benissimo che ho ragione. Lily, dici di voler diventare una Wildcat, dovresti opporti a questi “ gruppi “ > disse pronunciando l’ultima parola con astio. Lily sospirò e continuò a mangiare in silenzio sapendo che la sua amica aveva perfettamente ragione.
 
Driinn
La scuola era finita, la maggior parte degli studenti si diresse in fretta all’uscita per prendere il pullman, alcuni come Lily, Rin e Amy si diressero verso il centro e altri rimanevano a scuola per i vari impegni.
 
Aula di chimica
< Bene, fra quattro mesi avremmo il Dechatlon. Lo voglio vincere avete capito! > esclamò una ragazza dai capelli neri raccolti in una cipolla e gli occhi marroni con un camice bianco indosso. < Sapete bene che cosa accadrà altrimenti.. > lasciò la frase in sospeso un’altra ragazza identica a quella prima. < Si! > esclamarono i membri del club di scienze impauriti, mettendosi al lavoro. Le due ragazze, Sheila e Laura Goff, erano le presidentesse del club e le ragazze più intelligenti della scuola. I membri del club “ maledetto “ sapevano bene di non doversi mettere conto di loro; era successo, infatti, che una ragazza, che ci aveva provato, era stata espulsa e si diceva che erano state loro. Le due non negavano il fatto, ma nessuno aveva mai provato direttamente a chiederglielo.
Intanto una persona nascosta fuori dalla porta del club di scienze sospirò.
 
Teatro
< No! No! No! Non va bene così! Ragazzi lo spettacolo è fra quattro mesi! Vediamo di impegnarci meglio! > strillò una ragazza dai capelli castani raccolti in una coda alta e gli occhi azzurri. Si chiamava Rosa ed era la presidentessa del Drama club; insieme alle sue due amiche formava il gruppo delle Girls, uno dei gruppi più temuti in tutta la scuola. < Fai schifo! Ma mi spieghi perché vieni nel nostro club se non sai nemmeno fare a ballare! > urlò una ragazza dai capelli neri corti e gli occhi marroni ad un ragazzo. Era Miriam che si occupava della coreografia degli spettacoli della scuola, era una della amiche di Rosa. < Scusi, è che è da tre ore che ci stiamo esercitando, non è che si potrebbe fare una pausa? > chiese il ragazzo. Mark, questo il suo nome, era un ballerino. Gli piaceva molto ballare, ma soprattutto cantare, ma per colpa delle Girls era costretto a esibirsi in stupidi balletti. < Che cosa hai detto? > domandò retoricamente una ragazza dai capelli tinti di un giallo orribile e gli occhi marroni: Luisana la musicista. < Al lavoro!! > strillarono in coro le tre. Rose, Miriam e Luisana formavano le Girls e tutti avevano paura di loro, nessuno osava mettersi contro di loro, nemmeno i professori potevano tanto con quelle tre.
Una donna fuori dal teatro sospirò pesantemente dirigendosi in presidenza.
 
Palestra
< WILDCATS! Forza Wildcat, siete i migliori! > gridavano le cheerleader con a capo Jenny, la fidanzata del capitano della squadra. Jenny era una ragazza dai lunghi capelli castani e due occhi neri e spietati. Non dava pace a nessuno, non era solo a capo delle cheerleader, ma comandava anche su molti membri della squadra.
gridò il vice-capitano James con affianco il capitano Pierre. James e Pierre erano fratellastri; il primo era scuro di pelle moro con gli occhi marroni e il secondo aveva la pelle pallida, i capelli biondi e gli occhi verdi. Non erano veri e propri campioni, ma il padre era ricco ed aveva “ gentilmente “ chiesto al preside Matsui di farli diventare giocatori importanti. Manuel e Heric invece erano da sempre due riserve e da poco tempo erano entrati in squadra come giocatori ufficiali. Manuel era castano con gli occhi celesti mentre Heric biondo con gli occhi neri. Erano da sempre degli ottimi amici e se la cavavano discretamente a basket, non fosse stato per i due fratellastri che gli umiliavano sempre per il differente ceto sociale.
Intanto un uomo fuori dalla palestra sospirò dirigendosi in presidenza.    
 
< Oh, signora Darbus, che ci fa qui? > < Sono qui per il suo stesso motivo Bolton! > lo sfidò la donna bussando alla porta del preside. < Avanti > I due si guardarono e dopo aver preso un grosso respiro entrarono. < Il preside era intento a leggere dei documenti e quando vide entrare quelle due persone esclamò < Non sarete venuti a litigare di nuovo? >
La Darbus sorrise nostalgica e si accomodò su una sedia seguita dal coach Bolton che, serio, iniziò < Preside, mi sono accorto che nella mia squadra le cose non vanno più molto bene. Anzi, le dico che la mia non può più  essere definita una squadra. > < E’ tornato lo Status quo > lo interruppe il preside sorprendendo i due professori.
< Lei lo sapeva? > chiese la Darbus < Me ne sono accorto spiando il club di scienze. Immagino che anche nel Drama club ci siano problemi. > La Darbus annui dispiaciuta. Nella stanza calò il silenzio, un’unica domanda ronzava silenziosa nella stanza; a pronunciarla, dopo vari minuti, fu proprio Matsui < Allora, che cosa si fa? >
 I tre si guardarono per altri minuti quando la Darbus sospirò < C’è un’unica cosa da fare – i due la guardarono allibiti chiedendole silenziosamente di continuare – In questa scuola lo Status quo c’è sempre stato, soltanto una volta siamo riusciti a sconfiggerlo. Adesso è ritornata l’idea dei gruppi, della classificazione, e li unici che possono far ritornare le cose alla normalità sono loro. > < Lei è impazzita Darbus > annunciò il coach Bolton < E invece no! – esclamò il preside – potremo riconvocare quei ragazzi qui e fargli seguire le lezioni come studenti e fargli seguire i vari club come professori! > disse tutto d’un fiato.
I due professori si guardarono e poi rivolsero lo sguardo verso il preside mostrando un sorriso sincero. Tutti e tre sapevano che la soluzione era quella; sapevano che soltanto quegli otto ragazzi avrebbero potuto sconfiggere lo Status quo e sotto sotto, tutti e tre, non vedevano l’ora di poter riabbracciare quei ragazzi così speciali.


Spazio Autrice
Salveee!! Ecco che ritorna il nemico numero uno: lo Status quo!! Bhe che ve ne pare del capitolo? si legge abbastanza bene? fatemi sapere!

Alla prossima                                                      144kagome_alice144

 

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Capitolo 3
*** LA FAMIGLIA ***


                                                                                                   TROY 
                                                                                                       GABRIELLA
                                                                                                TROY&GABRIELLA                                                                                             CHAD&TAYLOR&KELSI
                                                                                           RYAN&SHARPAY&ZEKE
                                                                               TUTTI IN SIEME ( WILDCATS )
 
                                                                                            
                          

                                        LA “ FAMIGLIA “


 
Australia: ore nove.
< Troy ti vuoi sbrigare? > < Si! Si! Arrivo Chad! > esclamò Troy Bolton nella sua camera, intento a infilarsi un paio di jeans. Chad Danforth si affacciò alla porta della camera della suit che condivideva con l’amico notando che era ancora intento a prepararsi. < Troy, è mai possibile che per colpa tua dobbiamo sempre arrivare in ritardo?! – lo rimproverò il riccioluto – Corinne e Tiffany ci staranno già aspettando > aggiunse sospirando. Troy lo guardò e sorrise maliziosamente: Tiffany era una cheerleader della loro squadra che moriva letteralmente dietro al riccioluto, tutti se ne erano accorti tranne lui. Inoltre la ragazza era una vecchia amica di Corinne e, proprio a quest’ultima, era venuta l’idea di organizzare un appuntamento a quattro per far svegliare un po’ quel ragazzo. < Non ti preoccupare, sono quasi pronto. Tu aspettami in macchina. > disse mentre cercava una camicia nella confusione della stanza. Chad sorrise e scese le scale dell’albergo a cinque stelle raggiungendo la macchina.
 
< Ma dove diavolo è finita quella maledetta camicia!? > esclamò esasperato Troy continuando a frugare nei vari cassetti della stanza. Ad un certo punto la sua mano urtò qualcosa che andò a scivolare sotto la scrivania. Il castano si chinò raccogliendo l’oggetto. Era una vecchia cornice un po’ impolverata, ma carica di ricordi. Conteneva una foto al gruppo degli Wildcats tutti insieme, quando ancora erano tutti amici e si consideravano una grande famiglia. Istintivamente gli occhi del ragazzo caddero sul viso di una ragazza che lo stava abbracciando felice; Gabriella. Una folata di vento entrò dalla finestra aperta facendo risvegliare dai ricordi Troy che, guardando il cielo stellato, cantò dopo tanto tempo.

 
Chi  ti  scalda  quando  senti  freddo,
Quando  piove  chi  corre  a  ripararti,
Chi  ti  aiuta  quando  stai  cadendo
E  ti  da  una  mano  a  rialzarti…
La  Famiglia!

 
In quel momento, dall’altra parte del mondo, in America, una ragazza si stava preparando per incidere un nuovo disco. < Gabriella sei pronta? > esclamò un ragazzo ai piedi delle scale che conducevano al piano superiore della villetta. < Si Jeremiah, arrivo subito. Aspettami in macchina. > Jeremiah sbuffando si diresse in macchina mentre Gabriella si dava un ultimo sguardo allo specchio. Indossava un paio di jeans a vita bassa con una larga cannottiera bianca, sopra una giacca color salmone con la borsa e i pendenti abbinati; ai piedi delle scarpe alte chiare. Non si era truccata molto, a lei non piaceva truccarsi e si era sistemata i capelli su di un lato, come faceva sempre prima di cantare. Era l’unica cosa che le rimaneva di veramente suo, si era accora che anche i suoi occhi, quando cantava erano spenti, senza nessuna emozione. Lentamente si sfilò la sua collana con una chiave dal collo e la inserì in un cassetto aprendolo. Dentro al cassetto c’era una vecchia foto che ritraeva tutti gli Wildcats. Sorrise rivedendo tutti i suoi amici, la sua famiglia, il suo amore sorridere felici in quella foto. Istintivamente guardò il cielo limpido, senza nemmeno una nuvola; notò due uccellini che volavano liberi, illuminati dal sole mattutino. Senza nemmeno accorgersene intonò:
 
Chi  accorre  se  solo  tu  lo  chiedi,
Chi  ti  aspetta
E  sempre  a  braccia  aperte,
E  chi  è 
Che  sa  scaldarti  il  cuore,
Sempre  lì,  con  tutto  il  suo  amore…

La  Famiglia
La  Famiglia
La Famiglia

 
In quel momento anche Chad che era in macchina intravide la stessa foto nel cruscotto, anche Taylor, nella sua agenda teneva quella foto, e Kelsi l’aveva messa nel pianoforte. Così anche se i ragazzi non si potevano sentire diedero sfogo ai loro pensieri.
 

Che  cos’è  la  Famiglia?
 
Anche Ryan teneva la foto al sicuro nel suo borsone, mentre Sharpay l’aveva messa nel camerino e Zeke in cucina. Quella foto era la loro Famiglia, era tutto iniziato da lì, e nessuno poteva dimenticare, perché ancora oggi era quella foto a dare a tutti la forza.
 

E’  qualcuno  che  ti  vuol  bene,
Che  pensa  sempre  a  te,

 
Poi le voci di otto ragazzi sparsi per il mondo si unirono, come una vera Famiglia.
 
Che  vuol  dividere  ciò  che  c’è;
Che  ti  aspetta  sempre  a  braccia  aperte
Che  cos’è  la  Famiglia?
Un  amore  fatto  di  magia
Ti  vuole  bene…
Ma  chi  è,
Che  sa  scaldarti   il  cuore

Sempre  lì,  ad  aiutarti  lungo  la  via…
Con  amore…
La  Famiglia
La  Famiglia
La  Famiglia


Spazio autrice

Eccomii!! Nuovo capitoloo, la canzone è: " C'è qualcuno che mi vuole bene " di Lilli e il vagabondo 2. Spero che vi piaccia, è il primo capitolo che scrivo cn la canzone, fatemi sapere!!


Alla porossima                                  144kagome_alice144

 

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Capitolo 4
*** SI RITORNA A CASA ***


                                SI RITORNA A CASA!
 
Chad venne riscosso dai suoi ricordi da una fastidiosissima suoneria proveniente da un cellulare. Rimise accuratamente la foto nel cruscotto e si mise in cerca del telefono. Lo trovò dopo un po’ sotto il sedile del passeggero, notò subito che non era il suo, ma quello di Troy, ma vedendo chi chiamava decise di rispondere. < Coach Bolton! > < Chad! Che bello sentirti! Come stai? > < Oh molto bene coach, qui le cose vanno alla grande! > rispose il riccioluto cercando di sembrare convincente. < Ho saputo che sei il vice-capitano! Sono fiero di te.. >
< Bolton! > Chad fu spaventato da quell’urlo disumano, ma ancora di più dai rumori che provenirono dopo. < Coach Bolton, sta bene? > chiese titubante, non riusciva a spiegarsi perché ma aveva una strana sensazione; inoltre quell’urlo gli era così famigliare.. < Danforth! Dov’è Bolton? > A quel richiamo Chad si riscosse; come aveva fatto a dimenticare quella voce che per anni aveva caratterizzato la sua vita? < Signora Darbus.. > sussurrò < Si Danforth, sono io. Dov’è Bolton? > ripetè la donna un po’ più calma. < Oh, bhe Troy si sta ancora preparando, in questo momento è ancora in casa.. > Non fece in tempo a continuare che venne interrotto dalla voce della sue ex professoressa < Non importa, lo dirò a te; quindi ascoltami bene.. > < Ook.. > rispose titubante lui
< Qui alla East High sono sorti dei problemi… > < Che genere di problemi? > interruppe lui allarmato < Danforth non interrompere! – lo sgridò lei continuando – Dicevo, sono sorti vari problemi e abbiamo bisogno che sia tu che Bolton torniate qua. Non ti devi preoccupare di nulla, abbiamo già parlato con il vostro allenatore e ci ha dato il permesso a patto che ti facessimo allenare con la squadra degli Wildcats. Bene, ti ho detto tutto. Arrivederci Danforth! > e così esclamando chiuse la conversazione lasciando Chad alquanto spaesato e confuso. Non riusciva a metabolizzare quello che avevano sentito le sue orecchie; però di una cosa era sicuro: sarebbe tornato nella sua vecchia squadra ed era proprio questo pensiero che gli fece comparire sul volto un leggero sorriso.
 
 < Perché quel sorriso ebete? > domandò una voce entrando in macchina. Chad si riscosse guardando il suo amico entrare < Alla buon ora signorina! > esclamò divertito. < Sta zitto e parti! Siamo in ritardo! > I due si guardarono e poi scoppiarono a ridere mentre Chad metteva in moto e partiva.
 
Dopo vari minuti il riccioluto riuscì a frenare le risate e a tornare serio ( per quanto serio si potesse definire Chad Danforth ) e iniziò < Troy, prima mi ha chiamato tuo padre.. – il ragazzo in questione divenne tutto un tratto serio guardando l’amico e spronandolo con gli occhi a continuare – In realtà con lui ho parlato poco, anzi io non ho parlato quasi per nulla, comunque, praticamente, stavo parlando con tuo padre quando la Darbus ci ha interrotti e.. > < Frena frena. Che cosa c’entra la Darbus con mio padre? > chiese Troy accigliato e più confuso di prima < Non lo so, in realtà neanche io ci ho capito molto, quello che ho capito è che a scuola ci sono dei problemi e hanno chiamato noi, perciò dovremmo partire per ritornare ad Albuquerque > spiegò un confuso Chad.
Troy sbarrò gli occhi, intuendo che tutta quella storia gli avrebbe causato solo guai e così esclamò < E come faremo con gli allenamenti? L’allenatore non ci darà mai il permesso di partire. > < In realtà c’è l’ha dato, a condizione che continueremo ad allenarci con la vecchia squadra > rispose il riccioluto. Troy sbuffò pesantemente, chiudendo gli occhi e appoggiandosi completamente al sedile.
 Ritornare ad Albuquerque voleva dire riaffrontare i problemi, ma ce l’avrebbe fatta questa volta? Avrebbe avuto il coraggio di lottare di nuovo come aveva fatto un tempo? Questa volta era solo, però. < C’è un unico problema.. > asserì Chad parcheggiando < Quale? > chiese rimanendo immobile l’amico < Corinne.. > disse Chad indicando una ragazza fuori dal locale. Troy guardo la sua ragazza e poi Chad, poi sorrise < By By Corinne.. > disse scendendo dalla macchina e facendo ridere Chad. “
 
 Dopo i soliti saluti entrarono nel locale. Quella sera c’era molta gente, ma questo aiutò molto i due amici: uno si nascondeva nella folla per evitare un ballo con Tiffany, l’altro con la scusa di cercare l’amico stava più lontano possibile da Corinne. A fine serata prima dei saluti Troy trascinò Corinne da una parte per parlarle in privato < Troy ma sei impazzito? Cosa ti salta in mente? > chiese lei < Corinne ma veramente non ti sei accorta di nulla? > domandò invece lui.
 Come era possibile che non si fosse accorta che la stava evitando, che nei suoi baci non c’era per nulla passione ne tantomeno amore. < Di che cosa mi sarei dovuta accorgere? > chiese lei ammirandosi la manicure. Troy la guardò e sorrise beffardo.
< Corinne, non sei più la mia ragazza > asserì convinto. La ragazza sbiancò. < Come? Perché? Hai trovato una più bella? > < No, semplicemente non ho più voglia di sprecare il mio tempo con una persona come te > < Tu non puoi lasciarmi > lo minacciò lei < E perché non potrei? > Corinne fece per aprir bocca ma fu interrotta di nuovo dal ragazzo < te lo dico io perché: se io ti lasciassi tu perderesti tutta la tua fama, vero? > La ragazza lo guardò minacciosa. Lui le sorrise, si girò e prima di andarsene si girò e salutò la ragazza con la mano sillabando un “ ciao “ altezzoso.
 
< Sei stato grande amico! > esclamò Chad quando entrarono in camera < Così domani si ritorna a casa.. – continuò iniziando a preparare la valigia – Se ci fosse anche lei? > domandò. Troy sospirò sedendosi sul letto < Non lo so.. > < Troy, lo sappiamo tutti e due che la ami ancora! > disse il riccioluto tirandogli una maglietta < Si, ma.. > < Troy.. > < Oh Chad, si vedrà. Piuttosto, perché non pensi un po’ a te stesso? > disse iniziando a preparare anche lui il borsone < Che vuoi dire? > < Che forse ci sarà anche l’avvocatessa.. > Chad sbiancò provocando la risata di Troy che contagiò anche lui. Dopo qualche minuto la loro camera si trasformò in un campo di battaglia fra magliette lanciate di qua e di là e risate liberatorie.
 
 
< Pronto, qui è Jeremiah Oscar Dakota, manager della signorina Montez, con chi ho il piacere di parlare? > chiese annoiato l’uomo rispondendo ad un’ennesima chiamata < Sono la signora Darbus, insegnavo recitazione a Gabriella, sarebbe possibile parlare con lei ora? > Jeremiah scattò in piedi e guardò la ragazza mentre sia accingeva a registrare una nuova canzone.
< No signora, ora non è possibile, può lasciar detto a me se vuole.. > tagliò corto lui. Gabriella stava per entrare nella sala di registrazione quando incrociò gli occhi del suo manager che la scrutavano severi mentre parlava al telefono. Incuriosita si avvicinò. < Non saprei signora Darbus, vede Gabriella è molto impegnata in questo periodo e.. > < Jeremiah! > l’uomo si girò sorpreso incontrando lo sguardo confuso della sua ragazza. < Con chi stai parlando? > chiese lei per conferma. Jeremiah sbuffò passandole il telefono.
 < Pronto? > < Gabriella che bello sentirti! > < Signora Darbus! Che piacere! > < Scusa Gabriella se salto i convenevoli, ma volevo chiederti se saresti disposta a tornare qui per un periodo, siccome.. > < Si! Accetto! Partirò subito! > < B-bene, allora a presto > la conversazione finì lasciando la Darbus confusa dalla reazione così impulsiva della ragazza. Dall’altra parte Gabriella era euforica per quella notizia: sarebbe tornata a casa, al sicuro, felice.
 < Gabriella.. > la richiamò il suo ragazzo. Al richiamo Gabriella cadette dalle nuvole. Le era bastato sentire il nome “ Darbus “ per dimenticarsi del suo ragazzo. < J-Jeremiah io.. > < Non ti preoccupare, una pausa fa bene ogni tanto, no? Dai, vai a incidere la tua canzone così potremmo partire > le disse con un falso sorriso che lasciava intravedere tutto e niente. La ragazza deglutì e fece come le era stato detto; ma non potè evitare di cantare cento volte meglio di come cantava di solito. Dentro di lei si era accesa quella luce, quella piccola luce che le aveva dato una nuova forza per poter di nuovo affrontare i suoi problemi.
 
< Allora, abbiamo chiamato tutti? > chiese il preside Matsui ai due professori < Si, hanno accettato tutti. Zeke era molto contento di poter prendersi una pausa e anche Sharpay e Ryan erano entusiasti di ritornare > disse il signor Bolton < Bene, e per Kelsi ci sono state qualche difficoltà? > domandò di nuovo il preside < Lei era felice di poter ritornare, solo che i suoi genitori non erano dello stesso avviso, comunque alla fine ce l’ho fatta a convincerli > rispose l’uomo fiero di sé.
< Non so quanto possa aver capito Chad, ma sia lui che Troy ci saranno. Anche Taylor ha confermato che ci sarà.. > < E Gabriella? > interruppe il coach Bolton < Lei, stranamente, ha accettato subito, senza nemmeno che le spiegassi le cose.. > disse seria la Darbus
 < Bene, credo che oltre a risolvere i problemi della East High, quei ragazzi dovranno risolvere anche i loro.. > annunciò il preside < Io credo che sia giunta l’ora, per loro, di smettere di scappare dai problemi e affrontarli > disse la Darbus facendo annuire gli altri due. “ Infondo loro sono gli Wildcats “ pensò tra sé e sé dirigendosi verso la sua classe.



Spazio autrice
Salvee! Chiedo a tutti scusa per gli errori presenti nei capitoli, purtroppo aggiorno sempre di sera e non mi riguardo mai il testo! spero che anche questo capitolo i piaccia!!


Alla prossima!                                                  144kagome_alice144

 

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