Cuore di donna

di orny81
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il vestito ***
Capitolo 2: *** Sentimenti ***
Capitolo 3: *** Vino e luna ***
Capitolo 4: *** Nascondersi ***
Capitolo 5: *** La cena ***
Capitolo 6: *** Paura ***
Capitolo 7: *** Incontri spiacevoli ***
Capitolo 8: *** Proposta e ricatto ***
Capitolo 9: *** lacrime e rabbia ***
Capitolo 10: *** Confidenze ed incontri ***
Capitolo 11: *** Obblighi ***
Capitolo 12: *** Progetti ***
Capitolo 13: *** Minuetto ***
Capitolo 14: *** Il capanno ***
Capitolo 15: *** Angelo ***
Capitolo 16: *** Forza e coraggio ***
Capitolo 17: *** Anticipi ***
Capitolo 18: *** Piano ***
Capitolo 19: *** Contratto ***
Capitolo 20: *** L'abito da sposa ***
Capitolo 21: *** La sposa ***
Capitolo 22: *** La lettera ***
Capitolo 23: *** Uniti da Dio ***
Capitolo 24: *** Fersen ***
Capitolo 25: *** Passione ***
Capitolo 26: *** Tempesta in arrivo ***
Capitolo 27: *** Delirio ***
Capitolo 28: *** Cure ***
Capitolo 29: *** Gabbia dorata ***
Capitolo 30: *** Ora o mai più ***
Capitolo 31: *** Resa dei conti I° ***
Capitolo 32: *** Resa dei conti II ***
Capitolo 33: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** il vestito ***


 1° CAPITOLO
IL VESTITO
 
Non so cosa mi prenda, lo guardo camminare per i saloni di Versailles, e mi perdo in lui, è così bello e  gentile, è ritornato dall'America ed ha nei suoi occhi un velo di malinconia, che lo rende ancora più affascinante, sento il cuore battere ad un ritmo che non ha mai avuto prima, cosa può significare tutto ciò, mi appoggio con la schiena ad una colonna, e sospiro senza farmi notare, lui passa, ha accanto a sè tante dame e nobiluomini, ma io guardo solo lui.
Si avvicina a me Andrè, mio fedele e caro amico, mi guarda ed afferma.
  • "Oscar, cos'hai sei tutta rossa in viso, non hai per caso la febbre?
"no Andrè, tranquillo, non ho niente, andiamo stasera ho da fare, devo sbrigarmi"
Mi guarda con sospetto, ci avviamo verso casa, è tramonto inoltrato ormai, non ho tempo, devo avvertire la nonna.
Arrivati a casa lasciamo i cavalli e mi dirigo in cucina a parlare, con la nonna, la informo che stasera alla reggia si svolge un ballo e che avrei intenzione di parteciparvi ma non vestita da uomo, guardo il suo viso sconvolto, allo stesso tempo felice.
Prende il mio viso tra le sue mani esultando di gioia, mentre mi avvio verso la mia camera, la vedo correre a destra e a sinistra, come una pazza, povera donna, quante volte avrà pregato per sentirsi dire che volevo un abito femminile, ora è arrivato il momento, le sue preghiere sono state ascoltate.
 
Iniziano i preparativi, ma come fanno le altre donne, è una tortura e per lo più ogni giorno, mi sento tirare i capelli, stringere la vita, non respirare, i piedi stretti in quelle scarpe che sembrano tenaglie per non parlare del corsetto.
Inizia a truccarmi, lieve molto lieve, come dice lei perchè secondo il suo parere, sono bella già di mio non ho bisogno di trucco eccessivo, sono pronta, mi guardo allo specchio, sono sconvolta, chi è quella donna bellissima di fronte a me, non posso essere io, mi giro verso la nonna che con le lacrime di gioia negli occhi, mi dice che sono bellissima e che è giunta l'ora di chiamare Andrè per farmi portare al ballo.
Resto sola, mi guardo ancora allo specchio, tocco la seta del vestito, è così morbida al al tatto, guardo i miei seni che si notano dalla scollatura, con una mano tocco il mio viso così diverso.
Mi avvio per le scale, giù c'è Andrè che appena mi vede, si blocca, mi mette in imbarazzo il suo sguardo, ha qualcosa di diverso, di languido e sorpreso, mi porge la mano e mi invita a salire sulla carrozza, che la serata abbia inizio.
 

 
 
Davanti la fontana, piango lacrime amare, mi vede come un uomo, il suo migliore amico, non mi ha neppure riconosciuto, non mi ama e non mi amerà mai, perchè l'amore fa così tanto male.
Mi alzo, asciugo con un fazzoletto le mie lacrime, mi avvio verso la carrozza, di fronte a me trovo lui, mi guarda con fare serioso, mi fa accomodare, non diciamo niente, non serve.
Arrivati a casa, mi dirigo verso la mia camera, penso che devo togliermi questa armatura che ho addosso, mi giro e chiedo ad Andrè di aiutarmi.
 
  • "Andrè, aiutami per favore, devo togliere questo obrobrio"
  • "Perchè obrobrio Oscar, sei bellissima, non è vero quello che dici"
Mi girò, arrabbiata, lo guardo mi avvicino a lui.
 
  • "dici? io non credo, guardami sembro un essere indefinito dentro un abito femminile, che bello c'è in me? nulla"
  • "smettila Oscar, solo perchè lui non ti guarda come ti dovrebbe guardare, non dovresti abbatterti così, sei splendida, la donna più bella che abbia mai visto"
  • "finiscila, non dire questo, non è vero ciò che dici, smettila"
Mi avvicino a lui inizio a sbattere i pugni sul suo petto,  non dice nulla, mi fa sfogare la rabbia che ho dentro, mentre continuo a piangere, ma non voglio che mi veda.
 
  • "Oscar, non puoi ridurti così, per lui, non ne vale la pena"
Mi prende il viso tra le mani e mi guarda, i suoi occhi sono lucidi ed indecifrabili, lo guardo e qualcosa dentro di me mi fa rabbrividire.
 
  • "Andrè tu ameresti mai una donna come me?"
 
non mi risponde, avvicina il suo viso al mio e mi bacia,  dolce e delicato, le sue labbra sono morbide come pesche, il suo odore è forte mi dà alla testa, non capisco più nulla, è il mio primo bacio, non credevo fosse così bello.
si stacca da me, vedo con fatica, ha le guance rosse e mi guarda sorpreso, e dice.
 
  • "scusami Oscar, non dovevo, ma sei così bella che qualsiasi uomo si innamorerebbe di te, non capiterà più"
e se ne va, lasciandomi sconvolta, mi giro verso lo specchio e mi guardo in viso, ho le guance rosse e lo sguardo sconvolto, tocco lo specchio, accarezzo la mia immagine riflessa, un pensiero mi balena nella testa, è stato bellissimo e avrei tanta voglia di riavere ancora le sue labbra sulle mie.

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Capitolo 2
*** Sentimenti ***


2° capitolo
sentimenti 
 
Sono ancora con il mio vestito addosso, se n'è  andato, lasciandomi sola in questa stanza piena di dubbi e pensieri, cerco con fatica di togliermi questo maledetto vestito, un'armatura secondo me, calcio via le scarpe, troppo strette per i miei poveri piedi, solo con il corsetto e le culottes, mi siedo sulla poltrona, tolgo le forcine che mi tirano i capelli, lasciandoli scendere sulla mia schiena.
Non sono seduta come si conviene ad una dama di corte, ma direi tutto l'opposto, sono pur sempre un uomo per certi aspetti, anche se stasera il mio cuore di donna è esploso in tanti pezzi.
 
Con le dita della mano destra tocco la mia bocca, dove poco prima le labbra di Andrè si erano posate, che sensazione strana che ho provato, una vita insieme e non ho mai pensato a lui come un uomo, ma come un fratello, un confidente, non una persona da amare.
 
Cosa è successo Andrè? cosa è cambiato in te? sono stata terribilmente cieca a non accorgermi che tu provavi dei sentimenti per me, ora non so come comportarmi, cosa provo io a riguardo, non saprei. 
meglio andare a dormire anche se non so domani, come posso guardarlo in viso, ma è pur sempre Andrè, tornerà tutto a posto.
 
IL MATTINO SEGUENTE
 
Scendo le scale, pronta per andare a lavoro, in cucina la nonna prepara la colazione, chiedo dove si trova Andrè, indicandomi la stalla, mi avvio, appena giro l'angolo un immagine mi colpisce.
Lui a torso nudo, con Ceasar, intento a pulirlo e spazzolarlo, non so cosa mi prende, inizio a sentire caldo, molto caldo, con un dito sposto il colletto della divisa, mi dico che è solo Andrè, non è normale che mi comporti così.
 
Ad un tratto sento delle voci in lontananza.
 
  • "Andrè ...andrè... ma così vi prendete un malanno, tieni prendi una camicia asciutta, non vorrai mica stare male, non vorrai rovinare la tua bellezza con un raffreddore?
  • "oh grazie sophie sempre molto gentile, vedo che sei cresciuta,  un bel pò di uomini ti verranno dietro"
  • "oh ma io ho gli occhi solo per uno"
La guardo mentre con un dito, accarezza il polso di Andrè, con fare languido, in quel momento non ragiono, esco fuori dal mio nascondiglio, con fare autoritario e con sguardo severo guardo Sophie dicendole.
 
  • "dovresti tornare dentro, se non vuoi essere licenziata"
  • "subito padrona"
  • "Oscar, non ha fatto niente di male perchè l'hai trattata così"
  • "visto che ti interessa tanto, puoi restare anche tu a casa a farle compagnia"
  • "OSCAR, non fare così, non ti ha fatto niente, oppure c'è qualcosa che non mi vuoi dire"
  • "non ho niente da dirti Andrè, vado alla Reggia, non venirmi dietro"
Salgo sopra Ceasar e parto al galoppo, sono furiosa, corro forsennatamente, mi rendo conto di stare esagerando, in fondo sophie non ha fatto niente, e allora cosa mi prende.
Mi fermo al laghetto, dove andavamo da piccoli, scendo e lascio libero  il mio cavallo, mi siedo sull'erba guardando davanti a me.
  • "Sapevo di trovarti qui"
mi giro di soprassalto, spaventata.
 
  • "ti avevo detto di non seguirmi, ma come al solito fai di testa tua"
  • "Oscar se è per quello che è successo ieri, dimmelo, ti ho già detto che non accadrà più"
Non riesco a guardarlo negli occhi.
  • "hai sempre provato questo per me Andrè? dimmelo devo capire"
  • "si Oscar, da sempre, ma non ti ho mai detto niente perchè io sono un servo, e non può mai esserci niente"
  • "io ti voglio bene andrè, ma non come vuoi tu, non sono una donna da amare lo sai, d'ora in avanti devo diventare come un uomo, certe debolezze non devono accadere"
  • "non cambierai mai Oscar, una rosa non sarà mai un lillà, credimi tu sei donna in tutto e per tutto e quando amerai qualcuno lo amerai con tutta te stessa, e la cosa non può che farmi male"
  • "io non amerò mai nessuno Andrè, mai"
  • "lo dici ora Oscar, ma non sai il futuro com'è, non puoi saperlo"
Lo vedo avvicinarsi sempre più, indietreggio.
  • "Oscar, non ti bacerò non preoccuparti, ho riflettuto stanotte e ho deciso che me ne andrò, per qualche tempo, in città, cercherò un lavoro, se sono fortunato una donna che possa amarmi senza problemi, anche se il mio cuore sarà sempre tuo"
prende la mia mano e la porta al suo petto,la avvicina alla sua bocca e bacia le mie dita.
  • "spero che i tuoi desideri si avverino, io andrò per la mia strada, ti scriverò qualche volta, se vorrai, non ti dimenticherò mai Oscar"
Si avvicina al mio viso, e mi bacia, un bacio dolce e struggente che sa d'addio, una morsa si stringe sul mio cuore, cosa mi succede, perchè mi sento così.
stacca le sue labbra dalle mie e se ne va, lasciando dentro di me una sensazione nuova, di vuoto, smarrimento e solitudine, come farò senza di lui, che cosa succederà alle nostre vite.
Mi butto a terra sulle ginocchia, pensando che il mio cuore di donna, è in combutta con il mio cervello da uomo, vuole emergere e provare sensazioni che non ha mai provato prima, ma come farò ora che lui non è più con me.

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Capitolo 3
*** Vino e luna ***


3° capitolo
Vino e luna

 
Cammino per i saloni di Versailles insieme a lui,  è l'ultimo giorno che Andrè mi accompagna, come attendete ed amico, nessuna parola tra noi, solo sguardi, a volte di sfuggita, sembra malinconico e triste, mancano pochi minuti alla rassegna.
Mentre ci avviamo, si avvicina a noi il Conte di Fersen, a braccetto con una nobildonna, dopo quello che è successo al ballo, guardarlo con un'altra donna, non mi fa nessun effetto.
 
  • "Madamigella Oscar,  buongiorno, vedo che oggi è una bella giornata, ha da molto che non ci vediamo"
  • "conte di Fersen, effettivamente ha da molto tempo che non vi vedo, sono stata abbastanza impegnata, ora avrei una rassegna da fare, con permesso, conte, madame"
Saluto la coppia, passo  accanto a loro quando sento il conte chiamarmi e chiamare Andrè
 
  • "Madamigella avrei bisogno di parlarvi, vi prego Andrè potreste fare compagnia a madame Matilde?"
  • "certo signor Conte"
Ci dirigiamo in una stanza del palazzo, per parlare in privato, non so cosa vuole, non ho voglia alcuna di stare da sola con lui, chiude la porta e si avvicina a me.
 
  • "mia cara Oscar, ho capito dopo un pò che quella donna alla festa eravate voi, mi avete stupito, non credevo che foste così bella, vedendovi sempre in divisa, non si può notare tale bellezza"
  • "smettetela di adularmi, conte, lo avete detto benissimamente che per voi sono solo un amico, credo che questa discussione sia inopportuna, mi vogliate scusare ma ho delle mansioni da sbrigare."
  • "Oscar vi dico subito quello che penso, io amo la Regina e voi lo sapete, ma è un amore difficile, travagliato,  voi mi avete confuso, siete così bella..."
 
Si avvicina a me, siamo uno di fronte all'altro, capisco perchè molte donne hanno perso la testa, per lui, ed anche io,  è un uomo molto bello,  con i suoi occhi grigi, che ti guardano in modo magnetico, avvicina una mano al mio volto tentando di accarezzarmi il viso.
 
  • "No!!" ( mi sposto da lui)
  • "cosa Oscar, cosa non vuoi, non vuoi essere toccata da me, eppure l'altra sera mi sembrava che volessi questo da me"
  • "dall'altra sera sono cambiate molte cose, conte di Fersen, vi prego di lasciarmi andare"
  • "madamigella avremo in futuro, tante cose di cui parlare, vi lascio libera, vi auguro una buona giornata"
  • "anche a voi conte"
 
Esco da quella stanza, trovo davanti a me Andrè, il suo sguardo mi fa capire molte cose, c'è della rabbia velata in lui, immagino cosa stia pensando.
 
  • "Andiamo Andrè, ho perso anche fin troppo tempo"
  • "avete fatto in fretta a quanto vedo"
 
mi giro in modo brusco verso di lui, mi avvicino e dico
 
  • "non è come pensi Andrè, abbiamo solo parlato"
  • "non devi darmi nessuna spiegazione Oscar, tra due giorni andrò via, non sono cose che mi riguardano"
 
Mi giro incamminandomi, sento qualcosa dentro me, non so se è rabbia o tristezza, sono confusa.
 
  • "Andrè, stasera vieni da me, dobbiamo parlare"
  • "va bene Oscar"
TARDA SERATA
 
Sono dentro la mia stanza,  seduta nel salottino, leggo  uno dei mie libri, anche se la testa è altrove, dovrebbe arrivare a momenti, sento bussare.
 
  • "avanti"
  • "Oscar, sono io, la nonna mi ha dato da portarti una tisana"
  • "vieni entra, accomodati"
  • "no Oscar, ho bisogno di riposare, andrò in camera mia, scusami"
  • "non voglio una tisana, dentro quel mobile trovi una bottiglia di vino ed i bicchieri, prendili per favore"
 
Si avvia al mobile, prende la bottiglia e due bicchieri, si gira verso me e posa i bicchieri versando il vino.
 
"cosa vuoi festeggiare Oscar, io che vado via o il fatto che finalmente il conte svedese si sia accorto che tu sei una donna, una splendida donna"
"Andrè non dovresti parlare così,  non è successo niente oggi, niente di quello che pensi, abbiamo solo parlato"
"non sono cose che mi riguardano Oscar, la tua vita e quello che fai non sono più affari miei"
 
Lo vedo bere avidamente, è teso nervoso, bevo pure io sono confusa, i pensieri si accavallano, lui andrà via, gli mancherò? avrò ancora modo di toccare le sue labbra, che toccano avidamente il bicchiere, vorrei essere al suo posto, mi sento accaldare, il vino avrà fatto effetto.
 
  • "cosa c'è Oscar, stai pensando a Fersen? si dice che lui e la regina si incontrino la notte, nei boschi della reggia, si dice che sia un'amante scrupoloso"
Lo vedo, ha bevuto parecchio, dice cose senza senso, sembra disperato arrabbiato e triste.
 
  • "smettila Andrè non sono cose che ci riguardano"
  • "oh si Oscar, a te soprattutto, cosa succederebbe se ti chiedesse la mano, lo sai che non ti ama e non ti amerà mai perchè ama lei, lo capisci vero? sarai la seconda scelta e credimi non è bello esserlo"
Butta giù un altro sorso di vino, la bottiglia è quasi finita.
 
  • "smettila Andrè, io non lo sposerò e basta di dire farneticazioni, ti credi più forte facendo così, cosa credi di dimostrare, sei geloso? dimmelo "
  • "si Oscar lo sono perchè lui potrebbe sposarti mentre io no, e  mi fa male terribilmente male vedere come lo guardi, vorrei tanto avere su di me lo stesso sguardo, ma è impossibile"
 
ci guardiamo, lui è rosso in viso deve essere stato pesante rivelarmi quello che pensa e che tiene dentro di sè.
 
  • "Andrè mi ami fino a questo punto? lasceresti questa casa per non rivedermi più?"
Mentre i suoi occhi si posano sui miei, prende le mie mani e le porta sul petto, dove si trova il suo cuore.
 
  • "si Oscar, lascerei questa casa, non riuscirei a guardarti vestita da sposa, andare all'altare con un altro, ne morirei"
prende le mie mani e le porta sulla sua bocca, baciando ogni dito con calma snervante.
 
  • "Andrè io..."
  • "non dire niente Oscar, io andrò via che ti piaccia o no, non mi avrai più tra i piedi, così sarai libera di fare ciò che più ti piace senza me tra i piedi, io ti ho sempre amato, e lo farò anche da lontano, ma ti prego trova un uomo che non ti divida con un'altra, tu sei splendida, non hai bisogno di un amore a metà"
lascia le mie mani e si avvia verso la porta, il cuore mi batte forte, penso che non lo rivedrò, non sentirò la sua risata , non vedrò i suoi occhi così belli e le sue labbra, un dolore lancinante che non ho mai provato, presa da rabbia e dolore, afferro la sua mano.
 
  • "Andrè no, non andare via, ti prego, non farlo"
  • "perchè Oscar, perchè non dovrei andare via, cosa ci sarebbe qui a trattenermi"
  • "Io Andrè, ci sarei io"
Non penso a nulla, prendo il suo viso tra le mani e lo bacio, quanto mi sono mancate le sue labbra, sono così morbide,  prima è un bacio dolce poi famelico, sento le sue mani cingermi i fianchi, sollevare e uscire dai pantaloni la mia camicia, la stessa cosa faccio io.
 
  • "Oscar, non possiamo farci questo lo sai"
  • "Oh smettila, non pensare"
 
le mie mani sfilano la sua camicia, vederlo a torso nudo di nuovo, mi crea delle sensazioni strane, riprende a baciarmi con impeto, ci dirigiamo verso il letto, dove cadiamo, l'uno sopra l'altro, i pantaloni vanno via, come tutto il resto, anche le fasce, siamo nudi.
 
  • "Oscar, sei sicura di quello che vuoi fare, non possiamo tornare indietro lo sai"
  • "parli troppo per i miei gusti"
La luna da fuori guarda verso la stanza in cui gli amanti si amano con ardore, abbracciata a lui, con la testa appoggiata alla sua spalla, accarezzo con l'indice, il suo petto.
 
  • "credo di amarti Andrè, forse lo sono sempre stata, non andare via, ne morirei"
ci solleviamo, seduti sul letto, mi prende il viso e dice
 
  • "non andrò mai via da te, ora che ci siamo uniti, non ti lascerò più, ti amo anch'io Oscar, non sai quanto, ma dobbiamo stare attenti, se ci scoprono è finita"
Ci sdraiamo, con la luna che ci guarda, non mi sento più un uomo, ma il mio cuore di donna è esploso, e non tornerà più indietro, mai più.

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Capitolo 4
*** Nascondersi ***


4°  capitolo
Nascondersi
 
Sono passate due settimane, da quando è iniziato tutto,  sdraiata sul mio letto guardo il soffitto, un filo di sole entra attraverso le tende semichiuse della mia stanza, mi giro nel letto, lui non c'è, curiosa guardo in giro, sollevandomi con i gomiti e trattenendo il lenzuolo, coprendo il seno nudo.
 
  • "Andrè? dove sei?"
  • "Sono fuori Oscar, sto guardando l'alba, vieni qui, guardiamola insieme"
  • "Arrivo"
Mi alzo dal letto, nuda, prendo la vestaglia posata sulla poltrona, mentre mi avvio da lui.
 
  • "sai che non dobbiamo farci vedere, Andrè, dobbiamo stare attenti"
  • "lo so Oscar, ma in questo momento non c'è nessuno, vieni"
 
Apre le sue braccia, facendomi entrare nel suo abbraccio, gli dò le spalle, e lui mi da dietro avvicina le sue mani sul mio ventre circondandomi, appoggiando il mento sulla mia spalla sinistra.
 
  • "Andrè è splendida l'alba, ma è ancora più bella insieme a te"
  • "ma come siamo romantici Oscar, non credevo che lo fossi"
  • "anche se siamo cresciuti insieme, ci sono tante cose che tu non sai di me"
  • "allora devo scoprirle"
 
mi giro guardando i  suoi occhi, porto le mie mani dietro il suo collo beandomi del suo sguardo, mentre lo sento armeggiare con la vestaglia.
 
  • "cosa stai facendo? "
  • "sto scoprendo, non sei contenta?"
  • "ti prego non qua, entriamo"
 
Camminiamo ancora abbracciati, le sue mani toccano fianchi e seni, slaccia la vestaglia e nuda mi ritrovo al suo cospetto,  mentre mi sposta i capelli baciandomi il collo, le spalle, non riesco a resistergli prendo il suo viso tra le mani e lo bacio, un bacio furente, selvaggio, cadiamo sul letto continuando a baciarci  e amandoci incondizionatamente.
 
  • "questo deve essere una parte di te che ancora non conosco, ma mi piace"
  • "ohhh te l'ho detto che non mi conosci abbastanza"
 
mi alzo dal letto ancora nuda, per chiudere bene le tende.
 
  • "se in questo momento ti vedesse il conte svedese, gli prenderebbe un colpo, lui può solo immaginarselo il tuo corpo, quando io posso averlo sempre, non lo invidio per niente"
  • "esattamente Andrè, può solo immaginarselo"
 
mi avvicino di nuovo a lui baciando prima il naso, poi le guance ed infine la bocca.
 
  • "ma non sei stanca? stanotte mica abbiamo dormito, non ti credevo così focosa Oscar"
  • "vuoi che mi vesta e vada dal conte, non credo gli dispiaccia"
  • "no no tu resti qui"
mi trascina su di lui, non riesco a resistergli, ormai non più, ogni posto è buono per stare insieme, la mia stanza, la sua stanza, a volte anche le stanze vuote del palazzo, basta uno sguardo, un gesto ed io sono persa.
Dopo due ore, è giunta l'ora di alzarsi, non voglio ma il lavoro mi aspetta, sento armeggiare la porta, che da quando stiamo insieme prudentemente chiudo a chiave.
 
  • "Oscar, svegliati perchè tieni chiuso? apri!"
  • "Andrè presto nasconditi, se ti trova sbrigati"
  • "e se mi vedesse sul tuo letto nudo? credo che neanche si accorgerebbe di me, dai su Oscar vieni fatti baciare"
  • "ma tu sei .... ahhh mettiti sotto il letto, ti prego o nell'armadio o fuori"
  • "mi sento come l'amante di una donna sposata, sbattuto sotto il letto o in un armadio, e per lo più senza neanche un bacio, che sfortuna"
  • "Andrè ti prego già mi è difficile..."
  • "Oscar, perchè non apri, oh bambina stai male?
  • "oddio ora butterà a terra la porta, sbrigati Andrè, nasconditi"
  • "e va bene"
 
Lo vedo infilarsi sotto il letto, sa bene che non dobbiamo farci vedere insieme, mi infilo la vestaglia, butto alla rinfusa i suoi vestiti sotto il letto.
 
  • "ehy fai piano mi hai centrato in pieno"
  • "benissimo allora"
Sistemo il letto, scomposto per la nostra notte non di certo calma, ravvivo i capelli, mi avvicino alla porta tirando un sospiro.
 
  • "buongiorno nonna, perchè sei così allarmata, sono qui"
  • "Buongiorno bambina, mi è sembrato strano, tu non ti chiudi mai"
la vedo avviarsi verso il letto, di scatto la supero e mi ci butto sopra per non far capire  che c'è un ospite sotto.
 
  • "bambina, ultimamente sei strana, cosa ti prende? bah... meglio che vada, tra poco quel fannullone di mio nipote si sveglia"
 
La nonna va via, sento ridere da sotto il letto, il cuore mi batte abbastanza forte, abbiamo corso il rischio di essere scoperti.
 
  • "puoi uscire ora, e smettila di ridere, poteva scoprirti, lo sai"
sale sul letto, prendendomi per i fianchi, con fare sensuale si avvicina al mio viso, baciandolo
 
  • "non credo..(bacio sulle guance), che ci avrebbe scoperti ...(bacio sul naso), e poi... (bacio sugli occhi), io sono bravo a nascondermi...(bacio sulle labbra)
  • "oh Andrè...(mentre lui la bacia sul collo), così mi farai morire, dobbiamo andare, ormai è tardi su"
A malincuore si scosta da me, raccoglie i vestiti, mentre io lo guardo affaccendato.
 
  • "non sopporto vederti con Sophie e le altre, le prenderei a sberle"
  • "non essere gelosa Oscar, io che dovrei dire, ultimamente lo svedese ti gira troppo intorno, pensi che io me ne sia contento? io ti amo e so che pure tu mi ami, ma pensa che se lui ti chiedesse in sposa, tuo padre vedrebbe bene questa unione, mentre se sapesse che tu stai con me, finirei impiccato, io vorrei amarti alla luce del sole, come esseri uguali senza distinzioni di rango"
  • "Fersen, non mi gira intorno, sicuramente se ricevessi una sua proposta, sarei costretta ad accettarla, io spero tanto che non accada, io amo te, non amo nessun altro che te, darei tutto ciò che ho per vivere da persone libere"
  • "è meglio che vada, ci vediamo sotto"
 
la nostra giornata ha inizio, ci dirigiamo, come solito fare, a Versailles, dopo vari controlli di routine, ci allontaniamo nei giardini lontano da occhi indiscreti, scendiamo dai cavalli, senza parlare, ci sediamo a terra appoggiati ad un albero, le sue braccia mi avvolgono, sento le sue mani accarezzarmi i capelli, sono momenti rubati, che durano poco ma che per noi sono essenziali.
 
  • "Oscar, io ho paura che ci scoprono, ormai non posso fare a meno di guardarti o innervosirmi se Girodelle o Fersen o chiunque altro tenti di avvicinarsi, la rabbia mi possiede, non so se riuscirei a trattenermi ancora per molto"
Giocando con un filo d'erba, mi giro verso di lui.
  • "Andrè, so che è difficile, ma dobbiamo stare attenti, se..."
Sentiamo dei rumori, qualcuno che ride, ci alziamo dirigendoci di fretta ai cavalli, saliamo in groppa, d'un tratto mi sento chiamare.
 
  • "Madamigella Oscar, cosa ci fate nei giardini, siete venuta a guardare la bellezza di questi alberi, dei fiori, o per stare sola con il vostro attendente?"
  • "Conte di Fersen, sono qui in pattugliamento, a quanto vedo non demordete con i pettegolezzi, ma dovete aggiornarvi con le altre dame, la presunta storia tra me e il mio attendente è vecchia molto vecchia, dovreste informarvi meglio, e trovare qualcun altro da prendere di mira, con il vostro permesso io andrei"
  • "madamigella, vorrei cenare con voi una di queste sere, se a voi non dispiace"
  • "non sono interessata alle vostre cene, quindi vi prego di lasciar stare, vi auguro una buona giornata conte"
  • "mph... una di queste sere vi avrò a cena con me, farò in modo che accada, a presto madamigella"
 
Neanche lo guardo, continuo la mia strada, dietro di me Andrè, sento che si avvicina, mi giro verso di lui, è furente, i suoi occhi hanno un colore strano.
 
  • "non dire nulla, non andrò a cena da lui"
  • "Oscar, io sono sicuro che farà in modo che tu ci vada, ne sono convinto, e allora io non saprò che fare, sto male al solo pensarci"
  • "non parliamone qui, non è il caso, ne parleremo stasera a casa, quando saremo soli"
Passarono i giorni, il conte non smette di girarmi intorno, aumentando l'irritazione di Andrè, tornando a casa, mio padre mi cerca nel suo studio.
 
  • "Padre posso entrare?"
  • "certo Oscar, entra devo parlarti"
Mi accomodo nella sedia di fronte a lui, mi sistemo, mentre lui di fronte a me, appoggia i gomiti alla scrivania ed incrocia le mani, appoggiandosi il mento.
 
  • "Oscar, oggi il conte mi ha chiesto se era possibile che tu andassi a cena da lui domani sera, ha chiesto a me perchè era sicuro che avresti rifiutato l'invito, ma dicendolo a me, non puoi rifiutare, sai Oscar, Il conte è un buon partito, e per la nostra famiglia un nome illustre come il suo, farebbe comodo, quindi domani sera andrà da lui"
  • "Padre, ora cosa sono? passo da essere soldato a donna da maritare urgentemente per il bene della famiglia? no non andrò da lui, disdicete l'invito"
  • "No tu ci andrai, anche con la forza, se ce ne sarà bisogno, è un mio ordine e devi obbedire, è chiaro il concetto?"
Lo guardo fisso, devo a malincuore obbedire, alzo il viso, non abbassando mai la testa,
 
  • "va bene padre, ci andrò, ma non crediate che io accetti una proposta di matrimonio del conte"
  • "tu accetterai invece, non puoi fare altrimenti, e ora vai mi è partito un forte mal di testa, e domani vestiti in modo più femminile, mi raccomando"
 
E' impossibile, non metterò mai un'altra volta un abito da donna, soprattutto per lui, una volta basta, mi dirigo in camera, trovando Andrè al balcone, appoggiato, vado dietro di lui e lo abbraccio stretto, lui prende lei mie mani e girandosi..
 
  • "è successo qualcosa, lo sento, non dirmi che c'entra il conte"
  • "mio padre mi ha riferito, anzi ordinato, di andare a cena da lui e che è un buon partito e che farebbe comodo avere lui in famiglia e..."
  • "non dire nulla Oscar, lo sapevo, lo sapevo"
si dirige all'interno della camera, mettendosi le mani sui fianchi e poi accarezzandosi i capelli in modo nervoso.
 
  • "Andrè io non accetterò mai lo sai"
  • "Oscar, non potrai non accettare, è giusto così, io devo farmi da parte"
Mi avvicino a lui guardandolo in viso, vedo i suoi occhi diventare più lucidi, gli sposto i capelli dalla fronte, lo accarezzo.
 
  • "Andrè, io ti amo e ti amerò sempre, ricordalo, domani andrò a quella cena, e farò in modo di tornare subito, non voglio stare sola con lui, non mi fido"
  • "ti amo anch'io, verrò con te, resterò fuori, ti aspetterò e se dovesse accaderti qualcosa, entrerò e..."
  • "shh... basta andiamo a dormire, è tardi, e domani è un lungo giorno"
Ci adagiamo sul letto, vedo i suoi occhi chiudersi, lo guardo in viso, lo amo troppo, non posso fargli del male, proprio non posso.

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Capitolo 5
*** La cena ***


5°capitolo 
La cena
 
 
Tutto il giorno a Versailles, lavoro instancabilmente, così tanto per non pensare alla cena di questa sera, al mio fianco c'è lui, Andrè, sono nervosa e pure lui lo è.
Impartisco ordini, faccio lavorare fino allo stremo i miei soldati, solo per riuscire a non pensare all'assurdità della situazione, mentre dò gli ultimi ordini, vedo da lontano, la presenza del conte di Fersen, come sempre circondato da dame, pronte a tutto per un suo sguardo, un suo cenno ad una stanza privata della reggia, per alleggerire una giornata per loro terribilmente noiosa tra balli, capricci e moine.
Cerco di non farmi notare, forse così dimenticherà la cena, mi allontano dal suo raggio visivo, ma non sono fortunata, anzi, vedendomi andar via, lascia il gruppo di dame che lo circonda, per dirigersi da me, d'un tratto mi sento chiamare.
 
  • - madamigella Oscar, che piacere rivedervi, da un paio di giorni sembra che mi evitiate, non sarà per la cena di questa sera a casa mia spero"
  • Conte di Fersen, buongiorno a voi, no vi sbagliate, sono stata parecchio impegnata ultimamente, e non vi evito per la cena di stasera"
  • "avevo questa sensazione, comunque, una mia carrozza vi verrà a prendere alle venti, vi attenderò con ansia"
  • "non c'è bisogno, verrò con la mia di carrozza, non vorrei farvi scomodare, a questa sera, ora ho dei compiti urgenti da sbrigare"
 
Si avvicina a me, lentamente senza lasciare lo sguardo dai miei occhi, mi sento a disagio, sembra un leone in attesa della preda, prende la mia mano destra effettuando un baciamano, turbata la tolgo , voltandomi.
Velocemente mi avvio alle scuderie della reggia, trovo Andrè con Ceasar, mi dà le spalle, non sente la mia presenza, io rimango a guardarlo, è sempre stato bello lui, forte ed allo stesso calmo, capisco che la situazione non gli piace, lo noto la notte, quando lui crede che io dorma, lo sento che è sveglio, tende ad accarezzare i miei capelli più del normale, quando lo è, ed a sospirare come se nella sua mente ci fossero un turbinio di pensieri, e tra quei pensieri io sono l'artefice.
Mi avvicino cauta, gli appoggio una mano sulla spalla sinistra facendolo girare, lo guardo in viso, rimango sorpresa da ciò che vedo, lui cerca di girarsi di nuovo.
 
  • "Andrè, cosa c'è, perchè piangi ti prego dimmelo"
  • "non è niente Oscar, non preoccuparti, mi sarà entrato qualcosa nell'occhio"
  • "no Andrè non ti credo, sei nervoso ed agitato lo vedo e lo sento, so quello che provi, perchè non me lo dici, immagino il motivo di tanta tensione tra di noi ultimamente,  ma sai benissimo che io amo solo te, non riuscirei a stare un attimo senza te, lo capisci questo?
 
Avviciniamo le nostre fronti, mentre io metto le mie mani dietro il suo collo per avvicinarlo di più a me.
 
  • "lo so Oscar, ma ho paura, questa sera so già quello che accadrà, e sono arrabbiato, con il generale, con il conte e con me stesso, perchè non posso stare con te, ma un damerino del genere si, lui ti darebbe tutto quello che desideri, io cosa posso darti, non ho neanche una casa da offrirti"
  • "smettila, smettila Andrè, non sopporto quando parli così, mi fai stare male, non riesco a vederti così, tu credi che io non ci pensi, io lo faccio ogni singolo momento, io farei qualunque cosa per stare con te, darei anche la mia vita per te, il mio cuore è tuo, lo è sempre stato, anche quando non lo sapevo, ti prego, ti prego"
 
ci accasciamo a terra con ancora gli occhi negli occhi e le mani di lui sulle mie guance bagnate di lacrime, avvicina il viso al mio, lasciando un bacio leggero sulle mie labbra, è un bacio di richiesta, richiede il mio amore incondizionato.
 
  • "Andrè, dobbiamo andare, non possiamo qui"
  • "andiamo, devi prepararti"
 
Prendiamo i cavalli e ci dirigiamo verso casa, nessuno dei due parla, solo sguardi tra di noi, arriviamo a destinazione, dividendoci, salgo le scale e trovo la nonna ed il bagno pronto.
Passa un ora, sono quasi pronta, mi guardo allo specchio, non sono vestita da donna come si aspetta il conte, è una cena informale, scendo le scale con molta calma trovando Andrè di fronte a me, è serio composto come deve essere, ma i suoi occhi parlano per lui.
Salgo sulla carrozza, è lui a guidarla, non si fida del conte, ed ha ragione, ci dirigiamo verso la sua residenza, ad attenderci è lui in persona, insieme al maggiordomo di casa.
 
  • "buonasera madamigella Oscar, pensavo che stasera indossavate un abito più femminile"
  • "buonasera conte di Fersen, io mi sento molto più comoda così, se non vi dispiace"
  • "Vedo che avete portato il vostro amico, non vi fidate di me?"
  • "Andrè è il mio attendente è suo dovere starmi vicino"
 
Mi giro incontrando il suo sguardo, ci parliamo con gli occhi, è preoccupato ed anch'io lo sono, mi dirigo insieme al conte nella sala dove è adibita la cena, la tavola è imbandita con le migliori stoviglie della casa, grandi candelabri e mazzi di fiori adornano il tavolo, iniziamo conversando del più e del meno.
Dopo cena ci dirigiamo in un salottino, per prendere qualcosa da bere, ci sediamo sulle poltrone uno di fronte all'altro, ed inizia a parlare

  • "madamigella, voi mi avete sorpreso a quel ballo, eravate splendida, vi ho pensato da allora, ed ho pensato anche  ad un altra cosa, voi siete una donna adulta, ormai l'età da marito è passata da un pezzo, sarò sincero con voi, avrei intenzione di chiedervi in moglie, non perchè vi ami, io amo una donna sola e non è disponibile, ma mi piacete in senso fisico, siete bellissima ed intrigante, mio padre vuole che trovi moglie, cosa ne pensate della mia richiesta"
 
Rimango basita dalle sue richieste assurde, io dovrei diventare la moglie di un uomo che non mi ama, solo per continuare l'eredità familiare e soprattutto stare con lui fisicamente, le mie orecchie hanno sentito troppo, mi alzo dalla poltrona, arrabbiata e furiosa.
 
  • "no mi dispiace, trovatevene un'altra con cui stare, io non voglio sposarmi con voi ne con nessun altro, ed ora se mi volete scusare io andrei a casa"
  • "non così di fretta madamigella"
 
Afferra il mio braccio sinistro facendomi voltare, ritrovandomi il suo viso di fronte, non faccio in tempo a scansarmi che sento le sue labbra sulle mie, è un bacio aggressivo violento, non come quelli di Andrè, lo sposto da me con rabbia, dandogli uno schiaffo.
 
  • "mai più non provateci mai più, vi è chiaro? non vi sposerò mai"
  • "voi sarete mia, farò in modo di convincere vostro padre, e allora veramente sarete mia"
 
Mi giro verso di lui e vedo un sorriso maligno sul suo viso, come posso esserne stata innamorata, non mi capacito.
Esco dalla casa, dirigendomi verso la carrozza, trovando Andrè seduto nella fontana accanto.
 
  • "Oscar, cosa è successo, perchè sei così arrabbiata, dimmelo"
  • "andiamo via Andrè, non voglio stare più qui "
 
Saliamo sulla carrozza dirigendoci verso casa, questa cena mi ha turbato, sono sicura che mio padre accetterà la richiesta e allora io cosa farò?
Cullata dalla carrozza ripenso alla serata appena trascorsa, delle lacrime silenziose scendono giù sulle mie guance, perderò Andrè e allora io ne morirò. 

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Capitolo 6
*** Paura ***


capitolo 6
Paura

 
E'  una splendida giornata primaverile il sole è già alto in cielo,  seduta al tavolino fuori sul terrazzo, sento su di me il calore del sole che accarezza la mia pelle, il mio viso.
Prendo tra le mani la tazza di thè caldo, oggi ho chiesto un giorno di libertà ho bisogno di riposo, soprattutto per riflettere su ciò che sta accadendo alla mia vita.
Con Andrè ultimamente, per via di tutti gli impegni, stiamo insieme poche volte come se il destino remasse contro di noi ed il nostro amore.
Sento aprire la porta della mia stanza e dei passi avvicinarsi a me, mi giro e trovo la nonna:
 
- Oscar, hai bevuto il tuo thè?...posso togliere il vassoio?
- no ancora no, nonna dimmi Andrè è in casa?
- si tesoro, sta aiutando Sophie a portare l'ultima legna in casa prima che arrivi il periodo caldo.
 
Appena sento il nome di Sophie qualcosa dentro di me si blocca, una sensazione di rabbia mi assale, inizio a picchiettare il dito sulla tazza, in modo nervoso.
 
- Dimmi nonna, cosa vorresti per tuo nipote, quali sono i tuoi desideri?
- tesoro io spero che lui trovi una donna che lo ami e che lo renda felice, io gli auguro solo questo, che sia felice.- alza il suo sguardo leggermente verso me, come se volesse captare qualcosa, o forse già lo immagina.
- tu lo vedresti bene con Sophie nonna?
- io lo vedo con una donna che gli vuole bene, Sophie è una brava ragazza, certo gli darebbe una famiglia, ma non penso lo renderebbe felice, io credo che il suo cuore sia già legato a qualcun'altra, ma forse questo sentimento è troppo grande per lui, talmente tanto che soffrirà.
 
Queste sue parole sono un fulmine a ciel sereno per me, mi sento scossa, turbata, mentre parlo con lei sento una risata femminile in giardino, mi giro e li vedo insieme, mi appoggio alla balconata per non cadere a terra, tanto mi tremano le gambe, lui le sorride e l'aiuta, è sempre stato gentile con tutti, ma questa gentilezza  verso di lei  mi turba.
 
- Oscar, so che è difficile, ma vi farete solo del male...
 
Mi giro di scatto verso di lei, sorpresa ed incredula, non posso credere che lei sappia tutto.
 
- cosa nonna, cosa stai insinuando?
- Vi vedo bambina mia, vedo te e vedo lui, vi ho cresciuti io vi conosco, e so che certi sguardi non sono  d'amicizia ma di qualcosa di più forte.
 
Rimango in silenzio, lei con fare tranquillo si avvicina a me, tenendo il mio viso tra le sue mani morbide.
 
- tesoro, so  che stai soffrendo ed anche lui si vede, vorrei potervi aiutare, ma non so come.
- grazie nonna, è così io e lui ci amiamo, solo che è difficile.
- in amore niente è facile, ultimamente vi vedo strani, sembra come se avete delle cose in sospeso da risolvere, per caso è successo qualcosa che vi ha turbato?
- si nonna, il conte di Fersen mi vuole chiedere in moglie, ma non perchè mi ami, ma per far credere di aver allontanato una persona importante dal suo cuore, ma non è così, io sarei un rimpiazzo, un bel rimpiazzo secondo lui.
- oh bambina, ma è terribile e Andrè cosa ne pensa di tutto questo?
- Andrè vuole mettersi da parte, perchè come dice lui è solo un servo, ma non lo è per me nonna non lo è.
 
Inizio a singhiozzare, finisco in ginocchio a terra con le mani sul viso, a coprire le mie lacrime, sento un fruscio di stoffa accanto, la vedo abbassarsi e prendere i miei polsi spostandoli dal mio viso.
 
- tesoro, mio nipote è una persona intelligente, sa qual'è il suo posto qui, è per questo che ho cercato in tutti i modi di evitare tutto ciò, fa male lo so ma purtroppo è questa la realtà e lui ne è cosciente.
 
Abbasso lo sguardo, ancora pieno di lacrime, cerco di asciugarmi il viso con le mani.
 
- sei ancora una bambina Oscar, non hai mai il fazzoletto con te, vieni fatti asciugare il viso- mi asciuga delicatamente - sei sempre più bella piccola mia, vedrai che tutto si risolverà, abbi fede.
 
Rimaniamo a terra, io abbracciata a lei come quando da bambina, subivo un rimprovero, era lei che mi cullava e tranquillizzava, mi calmo e la guardo in viso.
 
-grazie nonna, sei sempre con me, sempre.
- ora vado cara, faccio salire Andrè cosi che potete parlare con calma, non vi farò disturbare da nessuno, sta tranquilla.
 
Esce  con il vassoio in mano, vado di nuovo verso la balconata, Andrè e Sophie non ci sono più, respiro.
 
-Oscar, così prenderai freddo, entra ti ammalerai.
 
Mi dirigo da lui, che mi guarda con fare timoroso, siamo uno di fronte all'altro, con la mano sinistra accarezzo il suo viso, in modo dolce e delicato, gli accarezzo i capelli, morbidi e setosi.
 
- ho sempre amato i tuoi capelli - attorciglio una ciocca al mio indice - sono così belli e morbidi.
- Oscar sei strana, che cos'hai oggi? sembri sconvolta.
- mi lasceresti mai andare? andresti con un'altra donna? la sposeresti? dimmelo Andrè....-
- io amo solo te lo sai, non riuscirei a stare con un'altra donna.
- e se mi sposassi con Fersen? cosa faresti tu?
- non lo so, non lo so, perchè mi parli così mi stai preoccupando.
 
Non perdo altro tempo, avvicino le mie labbra alle sue, è da molti giorni che non lo bacio, e mi è mancato, sento le sue braccia avvolgermi tutta, i suoi baci sono fuoco su di me, inizia a baciarmi il collo, piano molto piano, l'orecchio, le guance, si ferma mi guarda negli occhi, in lui vedo desiderio e forse pure i miei danno a lui quest'impressione, rimaniamo a guardarci per un bel pò, i nostri occhi si parlano.
Avvicina il suo viso di nuovo riprendendo a baciarmi, in modo violento e rabbioso, sposta la mia camica dalla spalla baciandola, facendola cadere giù sui miei fianchi, non porto le fasce quando sono in casa, bacia i miei seni, mi accarezza la pelle, siamo dentro ormai, davanti al letto che è pronto ad accogliere gli abbracci degli amanti.
I vestiti volano via, in modo scomposto, molte parole d'amore vengono pronunciate, in quelle quattro mura in questo momento, parole di un amore sofferto disperato, le nostre mani, le nostre bocche non si lasciano, in un intreccio fatto di sospiri gemiti e dolore.
Finiamo stanchi e sudati, lui sopra di me, con il viso sul mio seno, i suoi capelli sudati che mi solleticano il collo, li accarezzo, in modo lieve.
 
- amo il tuo profumo Oscar, morirei se qualcun altro ti toccasse, non riuscirei a stare con un'altra donna, sono pazzo lo so ma preferirei morire.
- Andrè ti prego, non parlare così, mi farai stare solo più male, ti prego ho paura anch'io non voglio lasciarti per qualcun altro, io ti amo, ne morirei anch'io.
 
Cosi continuamo a baciarci, agli occhi di Dio siamo marito e moglie e nessuno potrà dividerci.

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Capitolo 7
*** Incontri spiacevoli ***


7° capitolo
Incontri spiacevoli
 
 
Oggi per  la Regina Maria Antonietta è una giornata ricca d'impegni, ovviamente anche la mia lo è, mi sveglio molto presto per essere già pronta ed attiva.
Sdraiata a pancia in su, mi giro verso la mia sinistra e lo trovo li,  il mio Andrè,  adagiato sul cuscino che dorme ancora, i suoi  capelli corti gli cadono sulle guance, ultimamente  li ha tagliati con mia grande delusione.
Amavo i suoi capelli neri come l'uva e  adoravo toccarli mentre ci univamo fisicamente, lo ha fatto per un motivo pratico, era stanco di portarli così lunghi, vederlo così non mi dispiace,  sembra come se in  lui ci fosse qualcosa di  caldo e selvaggio,  tutto ciò mi turba piacevolmente.
Sposto un riccio corto dal  viso quando improvvisamente vedo aprire i suoi occhi, è così bello  il suo sguardo tanto che  mi tiene aggrappata a lui, il verde che irradia dai suoi occhi mi trascina in una distesa immensa d'amore, non dice una parola ma i suoi occhi parlano per lui, stiamo fermi a fissarci per secondi forse minuti mentre  continuo ad accarezzargli dolcemente il viso
 
- Oscar, sei già sveglia è ancora presto dormi un altro pò!
- Andrè devo alzarmi presto oggi ed anche tu e poi oggi arrivano  molti nobili a fare visita alla nostra regina, devo preparare le truppe dare gli ordini ai soldati negligenti, cercare Girodelle per le stanze della Reggia...
- Cosa  dici Oscar? Perchè devi cercare Girodelle, è sempre al tuo fianco no?
- ultimamente no, credo si sia innamorato di una contessina che vive alla Reggia e si vede poco in giro, l'ultima volta sono andata a cercarlo  l ho trovato con lei.
 
Le sue dita si intrufolano tra i bordi della mia camicia da notte tirando i lacci che la chiudono.
 
- Sono contento che non abbia messo i suoi occhi su di te, non avrei sopportato un altro spasimante oltre a Fersen.
 
Mi giro verso di lui, prendendogli il viso tra le mani baciandogli il naso gli zigomi ed infine le sue belle labbra.
 
- Monsieur...( bacio) lei è geloso quindi? (altro bacio)... mmm non credevo che lo fosse così tanto (bacio)...
 
Mi prende per i fianchi facendomi sdraiare con la schiena sul materasso, prende a baciare il collo con avidità fino ad arrivare nell'incavo dei seni.
 
- Dai Andrè mi fai il solletico ti prego smettila..
- Sei mia tutta mia, nessuno ti avrà mai.
 
Dopo un quarto d'ora circa di baci e carezze ci alziamo per prepararci, lo guardo mentre si infila la camicia ed i pantaloni e sono ammaliata da lui dai suoi movimenti  e  ora con i capelli più corti lo sono ancora di più.
Dopo aver fatto colazione ci avviamo alla Reggia come al solito, il lavoro oggi è intenso molta gente circola per il palazzo ovviamente la sicurezza è a livelli molto alti.
Non vedo il conte di Fersen dalla famigerata cena nella sua casa e spero di non rivederlo, approfittando di un momento di calma, Andrè ed io ci incamminiamo per i giardini della reggia e giunti in un posto leggermente distante dal palazzo, finalmente possiamo rilassarci.
Si avvicina a me guardandomi fisso negli occhi, il suo viso attaccato al mio e  tenta di darmi un bacio.
 
- non qua Andrè, non voglio che ci vedano lascia perdere.
- Oscar ho così voglia di baciarti, ma proprio tanto non riesco ad aspettare.
- allora fallo.
 
Mi bacia con passione ma malauguratamente c'è qualcun altro presente in quel giardino ad assistere alla nostra piccola effusione.
Dopo esserci staccati ci dirigiamo alla Reggia, felici e contenti, pensando che niente e nessuno al mondo potesse rompere il nostro idilio ma si sa gridare ai quattro venti la felicità non porta mai a niente di buono.
La giornata passa in fretta torniamo a casa stanchi e distrutti, entriamo nella stalla per lasciare i nostri cavalli al giusto riposo.
 
- ora posso baciarti Oscar o devo aspettare ancora?
- aspetta,  vedo se c'è qualcuno nei paraggi- guardo in tutte le direzioni non vedendo nessuno- ora puoi ma non farlo in modo delicato come pomeriggio, voglio uno dei tuoi baci.
 
Le sue labbra si fiondano sulle mie è un bacio violento selvaggio e  desideroso di avere di più, è un fuoco che arde e che vuole essere aizzato ancora di più.
I nostri corpi ci cercano  e le nostre mani pure, le guance iniziano ad avere un leggero colorito rosso, siamo accaldati e senza respiro, chiudiamo le porte della stalla è tanta la foga del momento che ci buttiamo sul fieno dove ci cerchiamo e ci amiamo con tutta l'anima ed il corpo, non siamo stati mai così azzardati ma si sa quando il fuoco della passione è forte non puoi spegnerlo facilmente.
Dopo aver consumato il nostro amore, ci sistemiamo per andare finalmente verso casa, entrando troviamo la nonna ad aspettarci.
 
- Oscar il generale ti aspetta nel salone e  c'è un ospite insieme a tuo padre, mi ha chiesto di riferirti di andare da lui appena arrivavi.
- va bene nonna, Andrè ci vediamo dopo vado a vedere chi è questo ospite misterioso e cosa vuole mio padre da me, aspettami su.
- vado Oscar, a dopo 
 
Mi avvio verso il salotto, apro la porta e mi ritrovo davanti mio padre e lui, il conte di Fersen, un moto di rabbia mi esplode al solo guardarlo.
 
-Oscar finalmente sei arrivata, il conte è da un paio d'ore che è  qui a farci visita, ti abbiamo aspettato con ansia.
 
Vedo il conte alzarsi dalla poltrona accanto a mio padre e dirigersi verso di me, avvicina il suo viso al mio orecchio toccando una ciocca dei miei  capelli.
 
- madamigella deve stare un pò più attenta ad appartarsi con Andrè, qualcuno poteva passare dai giardini e vedervi, ma vedo che la stalla è anche un altro bel posto per far quello che penso...
 
Nelle sue mani vedo una pagliuzza di fieno che era probabilmente tra i miei capelli.
 
- tranquilla, quando sarete mia moglie dimenticherete il fieno ma avrete solo seta, non siete contenta?
 
Non riesco a dire una parola ci ha visti e  ora userà tutto ciò contro di me ed Andrè, credo che d'ora in avanti il nostro amore sarà in serio pericolo.

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Capitolo 8
*** Proposta e ricatto ***


8° capitolo
Proposta e ricatto
 
Dopo questa piccola e spiacevole conversazione con il conte, mi dirigo verso le poltrone davanti al camino dove è seduto mio padre che, suppongo, non abbia sentito niente delle parole viscide del suo ospite e soprattutto quello che riguardava me ed Andrè.
 
- Accomodati Oscar, il conte ed io abbiamo qualcosa da dirti di molto importante
 
Un brivido mi passa lungo la schiena ed immagino già cosa vogliano dirmi.
 
- subito padre, ditemi cosa c'è di così importante da dirmi?
- Madamigella sapete l'affetto che nutro per voi...
 
Un senso di rabbia mi assale.
 
- ho chiesto di poter parlare con vostro padre per una richiesta che ritengo molto soddisfacente sia per me che per voi madamigella.
- ditemi Fersen, sono curiosa.
- Figlia mia, il conte avrebbe intenzione di chiederti in moglie e ritengo, in quanto vostro padre, che sia una magnifica proposta in quanto appartiene ad una famiglia di alto livello nobiliare e farebbe felice me di questa unione.
 
Un calore improvviso arriva nelle mie guance, stringo forte le mani facendomi male con le unghie, io dovrei sposare quest'uomo, forse se me lo avessero detto tempo fa avrei accettato di buon grado ma ora no io amo Andrè con tutta me stessa non potrei mai stare con un altro uomo.
 
- Non credo sia possibile padre  io non ho intenzione di sposarmi.
 
Alzo lo sguardo verso di lui e lo trovo rosso ed adirato, vorrebbe picchiarmi per l'oltraggio davanti soprattutto un ospite, ma non mi riguarda minimamente, si alza dalla sua poltrona con rabbia mentre il conte sorride come se la cosa non gli interessasse.
 
- Oscar come ti permetti, tu sposerai il conte così è stato deciso e cosi farai, è chiaro?
- no padre non lo farò, non mi sposerò mai mettetevelo bene in testa.
 
Alza la mano per schiaffeggiarmi in viso ma viene trattenuto dal conte
 
- suvvia generale non c'è bisogno di tutto ciò, parlerò io con vostra figlia e vedrà tutto si risolverà.
 
Abbassa la mano guardandomi negli occhi.
 
- va bene parlatevene io vado via, buonanotte signor conte
- buonanotte generale
 
Si avvia verso l'uscita e appena chiude la porta sento avvicinare a me il conte
 
- ora possiamo parlare liberamente, credo che sia opportuno OSCAR  che accettiate la mia proposta anche perchè voi ne uscirete ricca e rispettata.
 
Mi giro verso di lui adirata, sento il suo sguardo su tutto il corpo.
 
- no mai, non mi avrete mai
 
cerco di andare via ma mi trattiene per un braccio
 
- forse non avete capito Oscar,  se non accettate la mia proposta dirò a vostro padre della  relazione che avete con Andrè e sapete  cosa accadrebbe se lui sapesse... vero Oscar? ...e poi una così bella donna non può stare con un poveraccio...
 
Con un dito accarezza il mio viso in modo viscido avvicina il suo al mio e mi lascia un bacio, sono sconvolta non riesco neanche ad allontanarlo, poi  lo spingo lontano da me in malo modo.
 
- Fersen non fate mai più una cosa come questa
- cara Oscar ti ci dovrai abituare a tutto ciò, sarò tuo marito ho diritto al letto coniugale e quindi tra un mese esatto ci sposeremo che tu lo voglia o no e ti dimenticherai cosa ti fa provare ora quel servo
 
Prende la  mia mano e la bacia, la ritiro in modo schifato e disgustato.
 
- ohhh cara non credo farete così la prima notte di nozze, dovrò  ringraziare Andrè per avervi fatto gustare i piaceri dell'amore, sarà estremamente interessante.
- basta smettetela ... io amo Andrè niente riuscirà a dividerci e non vi sposerò mai
- mmm... ci vediamo la prossima settimana per organizzare il tutto, preparatevi avrete notti di fuoco
 
Si avvia verso la porta ed io ancora incredula guardo il fuoco che scoppietta nel camino
 
- dimenticavo... Andrè dovrà starvi alla larga appena saremo sposati, farò in modo che lui venga mandato da qualche parte lontano da noi, e non fate cose azzardate come scappare o sposarvi in segreto perchè io farò in modo che tutto venga annullato, alla prossima settimana madamigella.
 
Se ne va lasciandomi con l'ansia e l'angoscia, devo sposare quest'essere viscido e passare le notti con lui, mi accascio a terra sentendo le lacrime scivolare giù  per il mio viso, sono confusa arrabbiata e non so come farò a dire tutto ciò ad Andrè.
Mi alzo apro la porta per dirigermi nella mia stanza, so per certo che lo troverò lì ad aspettarmi ed allora, vedendolo, mi si spezzerà sempre più il cuore.

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Capitolo 9
*** lacrime e rabbia ***


9° capitolo
lacrime e rabbia
 
 
Apro la porta della mia camera molto piano dolcemente cercando di non fare rumore, lui potrebbe dormire in questo momento e non voglio farmi vedere in questo stato ma i miei propositi non sono giusti.
Lui è li seduto sulla poltrona davanti al camino che legge uno dei miei libri e non avrà sentito la mia presenza è assorto nella lettura, la luce del fuoco che divampa dal camino si riflette sui suoi capelli donandogli un riflesso diverso dal suo.
Sto ferma a pochi passi da lui non mi muovo sono bloccata, avrei voglia di piangere e stringermi a lui ma non lo faccio e non so il perchè ad un tratto..
 
- Oscar ...- chiude di colpo il libro alzandosi dalla poltrona - cosa ti succede sei pallida - si avvicina a me abbracciandomi.
 
Tra le sue braccia mi sciolgo in lacrime mentre prendo il colletto della sua camicia tra le mani tirandolo a me le lacrime scivolano sulle mie guance sono inarrestabili, le mani di Andrè mi accarezzano dolcemente i capelli.
 
- Oscar ti prego sei sconvolta parlami non farmi questo, dimmi cosa ti fa male, potrei aiutarti.
 
Mi sposto da lui mentre con la mano destra asciugo le mie lacrime  avvicina la mano sul mio viso prendendolo per il mento sollevandolo. I suoi occhi così belli e lucidi mi guardano con amore sincero, come posso dirgli quello che è successo ed io stessa sto male al solo pensarlo.
 
- Andrè... oddio Andrè il conte ci ha scoperti - lo lascio per dirigermi verso la finestra così da evitare di guardarmi in viso.
- come Oscar?... cosa dici non può essere siamo stati molto attenti a non farci vedere
 
Si avvicina a grandi passi verso me mettendo le mani sulle mie spalle per farmi girare verso di lui.
 
- no Andrè ti prego lasciami, non guardarmi per favore
- perchè Oscar? per non vedere quanto sei sconvolta? cosa ti ha detto il conte per ridurti così dimmelo..
 
Mi tira con forza verso sè, sento che è nervoso ed adirato, le sue braccia mi avvologono tutta mentre appoggia il mento sulla mia spalla destra.
 
- non fare così ti prego se non mi dici cosa è successo come posso aiutarti
 
Sento la sua bocca baciare piano prima la spalla e poi  il collo.
 
- Andrè non è così facile e poi non mi stai aiutando così, mi fai ancora più male, perchè lui ci ha visti l'altro giorno a Versailles e ha notato un pò di fieno tra i miei capelli alludendo che era con te e la cosa buffa sai cos'è?..
 
lo lascio dirigendomi verso il tavolino dove si trova il vino versandone un pò nel bicchiere  e lo bevo tutto in un unico sorso.
 
- Oscar non dovresti bere così  non ti fa bene...
- Andrè ahahahah ... - riempio nuovamente il bicchiere bevendolo avidamente
- Oscar basta smettila... - mi toglie la bottiglia ed il bicchiere- dimmi cosa ti ha sconvolta
- Andrè il conte ti ringrazia per avergli spianato la strada, visto che tu hai avuto l'onore di avere tolto la mia purezza ed ora lui si può divertire come vuole appena saremo sposati... 
 
Mi accascio a terra in preda ai singhiozzi e al tremare visibilmente, vedo avvicinare Andrè a me ed abbassarsi 
 
- sapevamo che tutto ciò poteva accadere, siamo stati degli stupidi dovevamo essere più attenti.
- Andrè perchè non sei adirato, io lo sarei se fossi in te, come fai sempre ad essere così tranquillo e dolce con me, ti sto facendo soffrire e tu non dici nulla?
- Oscar credi che non sia adirato?  ho tanta rabbia  in corpo  ma cosa posso fare lui può pretendere la tua mano, io no, non sai quanto dolore c'è dentro di me  e sapere che lui ti sposerà e ti toccherà ..
 
Lo guardo ed i suoi occhi si riempiono di lacrime, mi accarezza il viso dolcemente
 
- Andrè se non lo sposo dirà di noi a mio padre, ci saranno dei problemi e  non so cosa fare..
 
mi prende per mano alzandoci da terra, non parla mi guarda soltanto ed i  suoi occhi mi bruciano l'anima.
 
- devi sposarti Oscar è l'unica soluzione
 
Lo guardo sorpresa non avrei mai creduto ad una cosa come questa, sono sconvolta dalle sue parole  mi libero dalla sua stretta guardandolo in malo modo, appoggio tutte e due le mani sul tavolino e  non riesco a proferir parola.
 
- così dovrei sposare il conte Andrè? è questa la soluzione a tutto? e tu cosa farai? andrai da Sophie  la sposerai ed avrai dei bambini?
 
Mi giro come una furia verso di lui dandogli dei colpi sul petto
 
- dimmelo ... dimmelo... mi dimenticherai e sarai felice con un'altra, avevi pensato a tutto già
- smettila Oscar io non amo Sophie amo solo te... - mentre continuo a dargli pugni sul petto- smettila è l'unica soluzione io non sono nessuno per sposarti ricordalo e lui può renderti felice, tu credi che io sia contento di ciò...-
mi prende per il polsi bloccandomi - ora mi guardi e non abbassare lo sguardo, so che stai male ed io pure ma non possiamo fare altrimenti.
- scapperemo ... lascerò tutto.. voglio vivere con te
- non puoi ... non  puoi tuo padre ti cercherebbe ed io sarei perduto
 
Avvicino le mie labbra alle sue con furia e frustazione, ho bisogno di sentirlo di avere il suo profumo le sue mani ma si divincola.
 
- non stasera Oscar sei troppo arrabbiata e furiosa e  non ti amerei nel modo giusto, vai a dormire io...io ho bisogno di prendere una boccata d'aria buonanotte Oscar
- Andrè ti prego non andare non lasciarmi sola stanotte
- Oscar ho bisogno di riflettere e in questo momento non siamo per niente lucidi, vai a dormire domani ne riparliamo- lascia un bacio sulla mia fronte e va via chiudendo la porta.
 
Mi dirigo verso il letto sdraiandomi, prendo il cuscino tra le mani come se fosse lui, forse è meglio che non stiamo insieme troppe  parole sbagliate troppe mal dette verrebbero fuori con la rabbia che uno tiene in corpo.
Sono sempre io quella impulsiva ed istintiva tra i due ma anche lui ha bisogno di sfogare tutta la sua rabbia accumulata, probabilmente andrà da qualche parte a bere e non posso fermarlo.
Mi addormento subito, avvolta dalle coperte che mi danno un pò di calore in questa giornata così fredda, non oso pensare di sposare il conte il mio cuore è solo per Andrè, troveremo una soluzione a tutto ciò, il buio mi avvolge e le ombre calano con la notte.
 

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Capitolo 10
*** Confidenze ed incontri ***


10° capitolo
confidenze ed incontri 
 
E' notte fonda, credo di essermi addormentata sul mio letto da sola, lui è uscito da solo ma forse è meglio così la notizia lo ha devastato e sono sicura che le parole relative al mio matrimonio con il conte sono solo pensate e non sentite.
Mi giro e rigiro sul letto, sono in ansia nervosa e più i minuti passano più ho paura di perderlo dentro qualche locanda in compagnia di qualche donna di facili costumi, no non può io ne morirei ed il fatto stesso che possa essere toccato da un'altra donna mi crea un senso di disagio, poi penso che io mi sento male al solo pensiero che lui possa frequentare un'altra donna, non oso pensare a cosa provi lui a sapere di me e del mio possibile matrimonio con il conte.
Mi gira la testa mi sento mancare, lui mi ama da morire ma sta soffrendo dannatamente e non possiamo fare nulla per modificare tutto ciò, cerco di chiudere gli occhi sperando di poter dormire ma un rumore desta la mia attenzione, sento chiudere la porta della mia stanza, tengo socchiusi gli occhi per non far vedere che sono sveglia.
Lo sento avvicinarsi al letto con gli occhi socchiusi l osservo, barcolla vergognosamente sbattendo a destra e sinistra nei mobili della stanza, si avvicina al letto sedendosi in modo scomposto.
Appoggia i gomiti sulle sue ginocchia tenendosi la testa, lo sento sospirare, si gira verso me accarezzandomi il viso, iniziando  a parlare piano
 
- Oscar come farò senza te io amo tutto ciò che sei, i tuo sbalzi d'umore la tua tenacia il tuo sguardo fiero ma amo di te il tuo essere donna quando mi guardi o mi baci o mi ami con tutto il tuo ardore, non posso pensare che sarai toccata da lui, che ti amerà ma senza cuore, so bene che i primi tempi non ti concederai a lui, ma poi?... 
 
Mi accarezza delicatamente, dentro di me sono in tumulto vorrei mettergli le braccia al collo e baciarlo fino a perdere il respiro, ma continuo ad ascoltarlo
 
-Tuo padre e lui stesso vorranno un erede, verrai forzata a stare con lui- mentre lo sento piangere- e a te forse inizierà a piacere, molte donne hanno perso la testa per lui e tu probabilmente la perderai ed io? io ne soffrirò
 
Non ce la faccio più, non mi piace sentire le sue parole così sofferte e dolorose cerco di aprire gli occhi ma lui continua a parlare.
 
- ho incontrato una persona in una locanda, sembra simpatico, mi ha parlato di sè e della sua vita militare, sai che non parlo molto con gli altri ma lui mi ha parlato con la mano sul cuore e mi sono confidato con lui,Alain  sembra una brava persona mi ha dato dei buoni consigli, penso che lo cercherò per parlare con lui
 
Alain, chi è costui che ascolta i dolori di Andrè e lo aiuta, è riuscito dove io ho fallito miseramente, vorrei incontrarlo per ringraziarlo.
 
- Oscar se tu ti sposassi... io....io ... andrei via lontano da te, mi arruolerei, oddio perchè? perchè non possiamo vivere quest'amore perchè?
 
Basta non restisto, mi alzo dal letto e lo prendo di sorpresa
 
- Andrè smettila non ti lascio io ti amo più di me stessa ricordalo, ed ora basta sei ubriaco e stanco vieni appoggiati a me.
 
Piano piano ci sdraiamo sul letto, la sua testa appoggiata sul mio seno ed io che gli accarezzo i capelli in modo lieve baciandogli la nuca, ci addormentiamo con il cuore in tumulto
Passano i giorni la nostra vita corre lenta senza problemi, camminando per i giardini di Versailles, ci imbattiamo nella Regina ed il Conte di Fersen.
Come sempre la Regina è dolce ed affettuosa, noto gli sguardi che si scambiano con il suo amante, una tempesta insorge dentro me, lui vorrebbe sposarmi solo per usarmi come paravento e distruggere la felicità di due persone, come può essere così meschino.
 
- Madamigella, dopo vorrei parlarvi privatamene se possibile.
- Non credo Conte, ho molto da fare oggi.
- mph ... immagino il vostro da fare - detto in modo sarcastico-  ma credo che il vostro attendente possa essere allietato dalla vicinanza di molte altre donnine del regno mentre noi possiamo parlare tranquillamente.
 
Mi guarda in modo voglioso e lascivo, mi spoglia con gli occhi, mi giro verso Andrè e lo trovo che stringe le sue mani come per trattenersi dal mettergliele addosso.
 
- mi dispiace ma sono impegnata, con il vostro permesso maestà io continuo il mio lavoro.
- Madamigella a più tardi, ho bisogno veramente di parlare con voi, è una questione di vitale importanza
 
Annuisco mentre li vedo allontanarsi.
 
- non puoi Oscar, non puoi stare sola con lui, già una volta ha provato a baciarti cosa farai ora? io non voglio..
- shh qualcosa mi inventerò non preoccuparti.
 
Passano le ore vedo avvicinarsi a me il conte.
 
- madamigella dobbiamo parlare assolutamente e lui - indicando Andrè - non deve essere presente.
- Andrè vai di là ti prego
- ma Oscar...
- Andrè non rendere le cose più difficili ti prego 
- va bene vado
 
mentre lo vedo allontanarsi il conte mi fa accomodare in una stanza della reggia.
 
- io non vi capisco Oscar, potete avere tutto con me ma preferite uno stalliere, siete caduta in basso
- non vi permetto di parlare così di Andrè, non valete quanto lui
- ah... si certo comunque il matrimonio si celebrerà tra un mese esatto da oggi, vi voglio con l'abito bianco anche se ormai di puro non avete nulla, e voglio che lui vada via la sera prima per non creare problemi, è chiaro Oscar?
- no io non vi sposerò mai
- eh no puoi essere un soldato ma io ti avrò in un modo o nell'altro.
 
Mi prende il viso e mi bacia con forza, il suo è un bacio selvaggio forte non piacevole, si stacca da me guardadomi con fare soddisfatto ma non riesce a tenermi bloccata, d'istinto gli tiro uno schiaffo, i miei occhi si riempiono di lacrime
 
- MAIIII non mi avrete mai ...
 
Scappo via da quella stanza, questa è già la seconda volta che prova a mettermi le mani addosso, ma non mi avrà mai.
 
- Ve ne pentirete Oscar, ora più che mai raggiungerò il mio obiettivo.
Scappo via lontano, mi trovo Andrè che mi guarda spaesato.
-Oscar ... cosa è successo, quell'infame ti ha messo le mani addosso dimmelo?
- Andrè credo che ora siamo veramente nei guai 
 
Avvicino le mie labbra alle sue che sono ben diverse da quelle del conte, ora combatterò con tutta me stessa, Fersen non mi avrà mai.

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Capitolo 11
*** Obblighi ***


Capitolo 11 
Obblighi

 
I giorni passano e sembra che il mondo si sia fermato, non si parla più di matrimonio in casa e tutto sembra essere tornato alla normalità.
Mi alzo di buon mattino per andare a cavalcare un pò, mi guardo allo specchio pronta per uscire,  mi giro verso il letto trovando Andrè che dorme tranquillo coperto solo da un lenzuolo. 
La mano sotto il cuscino...il respiro lento e tranquillo, tutto in lui emana tranquillità anche se dopo gli ultimi avvenimenti non lo è per niente. Prendo la giacca e dopo averla messa mi dirigo verso la porta..
 
- Oscar...dove vai?
 
Mi giro verso di lui e lo trovo seduto sul letto mentre mi guarda con fare addormentato, mi avvicino  con passo delicato per non fare rumore, gli prendo il mento sollevando il suo bel viso per poterlo guardare meglio.
 
- Andrè vado solo a cavalcare... dormi un altro pò ancora è presto.
- mmm...- appoggia la sua testa sul mio ventre mentre mi cinge la vita con le sue braccia- lo sai che non voglio che vai da sola, potrebbe presentarsi il conte.
- Andrè so difendermi da sola lo sai, e poi a quest'ora credo che ancora dorma.
- Va bene ma stai attenta, non mi fido di quell'uomo.
 
 Gli dò un bacio veloce e vado verso la porta uscendo, appena fuori dalla stanza sento molto movimento giù nei piani inferiori, scendo le scale e mi trovo davanti le cameriere che corrono a destra ed a sinistra e dei mobili posti al centro della stanza.
Vedo davanti a me la nonna che si muove come una forsennata, mi avvicino e chiedo
 
- Buongiorno nonna cosa sta succedendo qui, cosa è tutto questo disordine?
- Oh bambina buongiorno, come non lo sai?
- Cosa dovrei sapere nonna?
- Il generale ha organizzato un ballo in tuo onore e ha ordinato che ti vengano prese le misure per un bellissimo abito da donna, non sei contenta?
- Nonna ma io..
- Oscar sai bene che è un ordine di tuo padre, vieni andiamo nell'altra stanza qua ci sono troppe orecchie indiscrete.
 
Ci allontaniamo verso le cucine, mi siedo ed appoggio le mie mani sul tavolo, lei si accomoda accanto a me e le prende accarezzandole.
 
- Bambina mia so che è difficile  ma tu e mio nipote siete di due mondi totalmente diversi, so bene che non vi lasciate un attimo ma non puoi stare con lui, non puoi.. so che fa male...
- Nonna io lo amo.
- Lo so che lo ami Oscar e so anche quanto ti ami lui ma non può andare avanti, tuo padre ha organizzato tutto non puoi tirarti indietro.
 
Le lacrime scendono veloci sul mio viso, la sua mano si avvicina delicata a me mentre con un fazzoletto cerca di asciugarle come quando ero bambina.
 
- Non porti con te mai il fazzoletto bambina mia, oggi verrà la sarta a prenderti le misure fatti trovare pronta, devi essere bellissima domani.
 
Si alza ed esce dalla stanza, mi alzo anch'io dirigendomi verso le scuderie, mi avvicino a Ceasar e appoggio la  testa al suo muso accarezzandolo.
 
- Oh Ceasar cosa devo fare, sono così confusa ed arrabbiata...avrei voglia di urlare di correre... io amo Andrè con tutto il cuore ma ho delle responsabilità verso la mia famiglia... cosa devo fare?
 
Salto in groppa ed esco fuori, cavalco come una forsennata, è tanta la rabbia che ho dentro e non riesco a liberarmene; ritorno a casa stremata e dolorante, la nonna mi informa che è pronta la tinozza per potermi lavare.
Mi spoglio e mi immergo in quell'acqua così calda e profumata, sento dei passi dietro me.
 
- Oscar è arrivata la sarta esci dall'acqua così ti prende le misure.
- Va bene nonna.
 
Esco dalla tinozza mentre lei mi porge un telo, mentre continuo ad asciugarmi entra la sarta addetta a prendere le misure.
 
- Piacere mademoiselle sono Madame Rouge, siete pronta? possiamo iniziare?
- Piacere mio madame si sono pronta.
 
Le ore passano snervanti tra una stoffa e l'altra, tirata a destra e sinistra, quando questa tortura finisce, mi rivesto e tutte vanno via, mi siedo davanti lo specchio mentre con la spazzola pettino i miei lunghi capelli, mi guardo e ripenso alla mia vita e non posso fare a meno di piangere.

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Capitolo 12
*** Progetti ***


Capitolo 12
Progetti
 
 
Seduta nel terrazzino osservo la luna da lontano, è bella luminosa  fredda e scostante...la guardo e penso a quanto sia simile a me, tutti la vogliono tutti la bramano...l'invocano con poesie d'amore e promesse...a lei si rivolgono gli amanti e  allora anch'io e scrivo queste due parole di getto: 
 
Tu che mi guardi da lassù e vedi in me dei cambiamenti... io da soldato a donna innamorata di un uomo splendido che non posso amare per ovvie ragioni,  io che lo amo più di me stessa e  darei la vita per lui se me la chiedesse, cosa devo fare per far tacere il mio cuore ora che ha imparato ad amare? 
 
- Oscar ... cosa stai facendo, fa freddo fuori, entra dai?
 
Mi avvolgo nella vestaglia... chiudo il foglio e mi giro verso di lui.
 
- Cosa ti succede sei strana hai pianto per caso?... si hai pianto, lo sai che non mi piace vederti così.
- Andrè... la vedi la luna? ...non è bella?
- Oscar è splendida, ma dobbiamo rientrare fa freddo fuori.
- Aspetta un attimo... vieni qui abbracciami.
 
Si avvicina a me cingendomi stretta, le sue mani intrecciate nel mio ventre e la sua guancia appoggiata a me, piano piano dondoliamo come se stessimo ballando.
 
- Andrè hai  voglia di ballare stasera?
 
Mi giro verso di lui guardandolo in viso, con la luce della luna i suoi occhi brillano di un verde limpido, gli cingo il collo avvicinando le nostre fronti.
 
- Andrè balla con me... 
 
Muoviamo piano piano i nostri passi...senza musica solo il rumore di un leggero vento ci fa da sottofondo.
Ci muoviamo guardandoci negli occhi, non c'è bisogno di parlare... mi guarda e mi ama.
 
- Questa è la prima volta che balliamo lo sai questo?... 
- Si è la prima volta...Andrè ho voglia di ballare con te per sempre...
- Oscar tu non sai quanto lo vorrei anch'io....mah...
- shhhh... 
Continuiamo la nostra danza... le braccia s'incontrano...i fianchi si sfiorano...le labbra si avvicinano iniziando anche loro una danza fatta di passione ed ardore.
Ballando rientriamo...con mani sapienti sbottono la sua camicia, con calma molta calma, lui scioglie il nodo della vestaglia trovandomi nuda al di sotto.
 
- Ti aspettavo...
 
I baci corrono giù per il collo fino ai seni che aspettano impazienti il suo tocco delicato ed appassionato, i pantaloni vanno via.
 
- Andrè... voglio essere tua moglie...fa che io sia tua moglie.
- Oscar tu per me lo sei già.
 
Un bacio famelico prende le nostre bocce saziandoci, sul letto inizia la nostra danza d'amore che non può finire per uno stupido capriccio.
Un amplesso travolgente prende i nostri corpi sfiancandoci, sudati ed abbracciati ci teniamo per mano con la mia testa appoggiata alla sua spalla.
 
- Come faremo domani? ci sarà il ballo... io...
- Vieni via con me...andremo lontano da qui, lontano da tutti da tuo padre da fersen.
 
Mi alzo su di un gomito e lo guardo, il suo sguardo è fiero e sicuro di quello che vuole.
 
- Dici sul serio Andrè? mi porteresti via lontano da qui?
- Si... - si alza e siamo l'uno di fronte all'altro- vuoi continuare così? ... vuoi sposare il conte o vuoi vivere?
- Andrè io voglio vivere... io con te mi sento viva, morirei con lui...
- Allora preparai bagagli e porta anche qualche moneta per il viaggio, Alain ci aiuterà, domani sera dopo il ballo andremo via da qui.
- Si andremo via...
 
Ritorniamo a sdraiarci guardando la luna che entra dalle finestre e pensando al futuro che verrà.

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Capitolo 13
*** Minuetto ***


Capitolo 13
Minuetto

 
La sera tanto attesa è arrivata ... seduta sul mio letto, aspetto impaziente che la nonna sistemi le ultime cose prima di iniziare a prepararmi.
Sono pronta per mettere la mia "armatura"o direi pure una "gabbia", perchè è di questo che si tratta...non un abito, per la seconda volta in vita mia indosso un abito da donna, il primo mi ha portato un immensa delusione... il secondo mi porta il dolore.
Lo vedo lì ...su quel manichino ad aspettarmi, è splendido e terribile allo stesso tempo ; immersa nell'acqua calda  porto verso il mio viso le gambe per darmi conforto...mi abbraccio non voglio andare...non voglio altri obblighi, ma devo farlo.
Nella mia mente cosi piena di pensieri...vedo il suo viso così dolce e pieno d'amore e penso al suo folle piano di scappare, in un primo momento mi sembrava l'unica soluzione... ma poi?...il futuro mi spaventa, come vivremo... cosa faremo?
Tante solo le domande che mi vengono in mente, ma non a tutte posso dare  una risposta, sento dei rumori mentre allungo le mie gambe beandomi dell'acqua che mi attraversa il corpo.
 
- Forza esci Oscar devi prepararti per il ballo, gli ospiti aspettano.
 
La guardo e vedo che è tutto un fermento, è a conoscenza dell'amore ricambiato che provo per suo nipote ma anche lei deve eseguire degli ordini e sottostare al volere di mio padre.
 
- Nonna...nonna fermati un attimo.
- Dimmi Oscar, cosa c'è..
- Nonna...io...
- Oscar ne abbiamo già parlato e  mi stupisco di te, sei un soldato e ti perdi in queste cose... fai vedere quello che sei e quello che vali, sii donna in tutto e per tutto... fai vedere che sei OSCAR FRANCOIS DE JARJAYES e non una di quelle pupattole che girano per i corridoi di Versailles;  so che è difficile...so che il tuo cuore soffre, ma fai vedere che non ti metteranno mai i piedi in testa!  non ti dico di scappare Oscar- alza gli occhi verso me, facendomi capire che sa tutto del piano di Andrè-  usa l'astuzia bambina mia.
 
Si gira e va a prendere il vestito sistemato sul manichino iniziando a vestirmi con fare delicato, mette le culotte... una camicia fine molto fine, sistema sopra di essa il corsetto che stringe fino a farmi mancare quasi l'aria creando un seno diverso da quello che è, molto tondo ed abbondante, piano infila le calze che trattiene a metà coscia con filo di seta blu.
Infila il vestito dalla testa il suo colore è blu con fili dorati, è molto bello e particolare, stringe il busto con in nastri; messo il vestito inizia a truccarmi e pettinarmi con maestria.
A lavoro ultimato mi guardo e non sono io quella che è davanti  allo specchio.
 
-Forza mettiamo le scarpe e la maschera, stasera devi essere splendente.
- Va bene nonna.
 
Esco dalla porta della mia stanza, la nonna dietro di me a sistemare le ultime cose rimaste.
 
- Che la farsa abbia inizio.
 
Scendo le scale con molta delicatezza...l'atrio è pieno di gente, ferma cerco Andrè disperatamente con lo sguardo non trovandolo.
Non abbiamo avuto il tempo di organizzare la nostra fuga, ma conoscendolo troverà il modo più avanti.
Scendo le scale con calma... molta calma, vedo girarsi tutti al mio passaggio, arrivo da mio padre che mi aspetta impaziente.
Si gira guardando soddisfatto il lavoro svolto da Marie.
 
- Oscar, figlia mia sei bellissima.
- Grazie padre.
- AMICI...VI PRESENTO MIA FIGLIA...che voi già conoscete ma che stasera sarà con noi come mademoiselle Oscar, sono così orgoglioso di lei.
 
Lo guardo in viso e la rabbia mi cresce dentro come una tempesta, cosa sono io? un burattino?...no solo stasera lo sarò... ma poi decido io quello che farò; devo seguire il consiglio della nonna.
La musica persevera nell'aria e tanta è la gente che molti di loro neanche conosco, inizia a darmi fastidio tutto ciò che mi circonda, molte maschere girano intorno a me e non so chi siano.
Iniziano i balli e tutti sono presi dall'euforia, vedo in lontananza il mio presunto futuro marito...il conte di Fersen.
 
- Madamigella Oscar siete splendente come un diamante prezioso.
 
Mi prende la mano destra effettuando un baciamano alquanto viscido.
 
- Un diamante prezioso caro conte va maneggiato con cura.
 
Tolgo la mano dalla sua con fare annoiato, non voglio dare l'impressione di essere snervata dal suo contatto.
 
- Vedo che stasera siete abbastanza tranquilla, suppongo sarete così pure durante la nostra vita matrimoniale.
- Ancora non abbiamo concordato nulla...quindi se mi volete scusare ho bisogno di bere qualcosa.
 
Mi allontano da lui sperando di non essere seguita ma i miei sforzi sono vani.
 
- Troppo tardi madamigella, ha inizio un minuetto ed io ho intenzione di ballarlo con voi.
 
Prende il mio polso con forza, cerco di liberarmi ma vedo avvicinare mio padre a noi.
 
- Vedo che siete pronti per un minuetto? ... andate a divertirvi, ho tanta voglia di vedervi danzare.
 
La mia rabbia è arrivata al limite ma non posso fare nulla, mi avvio con il conte al centro della sala, ci guardiamo l'uno di fronte all'altra... ci inchiniamo contemporaneamente, guardo avanti poggiando la mia mano sinistra sulla sua mano destra, iniziando con  piccoli passi... prima il destro e poi il sinistro e di nuovo il destro per poi battere il piede a terra per tre volte...di nuovo un altro inchino e ripartiamo.
Mentre continuo quest'assurda danza, mi giro cercando Andrè... ma non lo trovo non so dove sia  e mi sento mancare l'aria, la stanza mi gira ed  inizio a sudare...vedo facce e sorrisi, maschere e piume...nelle orecchie sento un fischio e poi il nulla...tutto è buio intorno a me.

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Capitolo 14
*** Il capanno ***


capitolo 14° 
Il capanno

 
Lentamente i miei occhi si aprono...il buio mi aveva avvolto, tanto rumore intorno a me...un continuo vociare mi inizia ad infastidire. I miei occhi si aprono del tutto trovando davanti a sè una maschera dorata che mi fissa preoccupata.
Non è il conte la sua è d'argento...guardo meglio per carpire il colore degli occhi, ma è un attimo  e viene allontanato subito da me.
 
- Oscar figlia mia cosa è successo? sei svenuta ...ho avuto paura.
 
Mia madre disperata per lo  svenimento improvviso, asciuga il sudore della mia fronte con il suo fazzoletto con fare allarmato. 
 
- Madre è tutto apposto, mi sento bene ora sarà il corsetto troppo stretto.
- Probabilmente madamigella, oppure la mia vicinanza vi crea un certo scombussolamento.
 
Alzo il viso alquanto adirata il conte non si smentisce, credevo fosse il conte Girodelle quello vanesio ma lui non lo immaginavo, la sua stessa vicinanza urta i miei pensieri. Mi alzo con difficoltà visto i strati e strati di stoffa con cui sono vestita, vedo avvicinare mio padre preoccupato.
 
- Tutto apposto Oscar? ti senti meglio? ...ci hai fatto molto preoccupare non è da te svenire, saranno questi abiti di cui non sei abituata.
- sicuramente padre, andiamo di là gli invitati vi reclamano.
 
Rientriamo nel salone la musica continua molta gente balla e si diverte, alcuni sono sulle scale che conducono al salone ...altri discutono fuori nel terrazzo adiacente, è tutto un groviglio di stoffe colorate piume maschere e risate.
Mi invitano a ballare due uomini a me sconosciuti, ma nessuno di loro ha la maschera intravista di sfuggita, cerco Andrè in ogni angolo...non trovandolo.
I balli continuano...è tutto un girare, cambiare ballerino ed inchini, non sopporto più tutto ciò è al di fuori di tutto quello che ho fatto nella mia vita, non ho mai sopportato i balli ed ho tanta voglia che finisca presto.
Durante un minuetto prenotato ad un nobile, che non conosco, un cambio di passo...un giro e mi ritrovo un uomo diverso da quello con cui ballavo, lo stesso della maschera dorata.
Non riesco a staccargli gli occhi di dosso ...non so perchè qualcosa cattura il mio sguardo, un ciuffo di capelli neri sfugge al suo controllo ed un paio di occhi verdi mi osservano dietro quella maschera.
 
- Andrè sei tu? ... sei tu?
- Andrè?... mademoiselle di chi parlate, forse sbagliate persona.
 
La nostra danza continua ma non mi convince molto il suo modo di fare, continuo a guardarlo...un giro un inchino e di nuovo tra le sue braccia, il suo odore mi arriva alle narici non posso sbagliare è lui.
 
-Andrè smettila sei tu!
- mmmm Oscar come hai fatto ad indovinare, eppure sono in maschera.
- Andrè riconoscerei il tuo odore ovunque... 
 
Gli occhi non si lasciano si guardano intensamente, continiuamo a danzare indisturbati, uno due ...tre danze fino a quando non veniamo interrotti dal conte.
 
- vedo madamigella che vi state divertendo, ora dovrebbe toccare a me visto che sono il vostro futuro marito.
- mii vogliate scusare signor conte, vi cedo volentieri mademoiselle per questo ballo.
 
Lo guardo allontanarsi verso il terrazzo, inizio a ballare con il conte ma le sensazioni sono diverse a farlo con lui.
 
- Non siete sciolta come poco fa Oscar, ditemi per caso quell'uomo vi ha importunata oppure lo conoscete?
- Suvvia Fersen non fate finta di essere geloso che non lo siete per niente, era un uomo abbastanza simpatico, ma non credo che devo darvi delle spiegazioni in merito.
- Chiedevo così per fare conversazione, ho parlato con vostro padre il matrimonio si svolgerà tra tre settimane esatte, quindi preparatevi perchè sarete mia e soprattutto la notte non portate con voi la spada, non c'è bisogno sarò io a soddisfarvi.
 
Dicendo questo mi lascia un baciamano lasciandomi al centro della sala, arrabbiata mi dirigo verso il terrazzo dove trovo Andrè intento a guardare la luna ed il paesaggio.
 
- Oggi la luna è più bella rispetto a ieri.
- Come hai fatto a capire che sono io?
- Oscar ...- girandosi e guardandomi negli occhi-  il tuo modo di camminare è inconfondibile, ti conosco da una vita, so come cammini come dormi e come mangi...so tutto di te.
 
Mi prende per mano senza lasciare il suo sguardo dal mio.
 
- Vieni andiamo di là..
- Dove mi vuoi portare, se mio padre ci vedesse..
- Tranquilla, non ci vedrà nessuno...
 
Si siede sul parapetto scavalcandolo appoggia i piedi su di una insenatura sistemandosi.
 
- Forza Oscar vieni...
- Andrè non posso questo vestito mi blocca è pesante.
- Dai su non preoccuparti.
 
Scavalco anch' io senza problemi, mi prende per la vita facendomi scivolare su di lui, ci ritroviamo occhi negli occhi ed un bacio sfugge al nostro controllo.
 
- Dove andiamo Andrè ...se non mi trovano inizieranno le ricerche.
- Non preoccuparti Oscar, saranno talmente tanto ubriachi che non se ne accorgeranno.
 
Per mano mi prende iniziando a correre per il giardino, è buio solo la luna ci fa da luce, corriamo a perdifiato quando davanti a noi troviamo la casa sull'albero che avevamo costruito da bambini.
 
- Oddio Andrè pensavo fosse stata distrutta ...invece eccola qui.
- L 'ho ritrovata qualche giorno fa, volevo fartela rivedere dai saliamo su.
 
Saliamo su per la scaletta alquanto instabile, appena dentro tanti ricordi arrivano nella mia mente, quante risate e giochi all'interno, dentro troviamo un lume e dei cuscini.
 
- Oscar ti piace?
 
Non gli do il tempo di parlare, gli prendo il viso tra le mani baciandolo appassionatamente, le mie dita scendono verso i bottoni della sua giacca mentre le sue mani iniziano a sciogliere i nastri del vestito, che dopo un pò cade a terra afflosciandosi.
Le nostre bocche non si lasciano continuano ad amarsi, nell'aria sospiri e piccoli gemiti, inizia a fare caldo ed il corsetto sciolto cade giù lasciandomi con la camicia che mi copre a malapena e le calze.
 
- Oscar... eri bellissima con quest'abito ma così sei splendida.
 
Mi abbraccia e le sue mani sono ovunque, abbassa la manica ed inizia a baciare la spalla ed il collo fino a togliere la camicia definitivamente, sono nuda e la luna che entra da una fessura  illumina il mio corpo.
Mi prende andagiandomi ai cuscini iniziando ad amarci, senza problemi e non in silenzio per paura che ci possano sentire così possiamo esprimere il nostro amore liberamente.
Passa un pò di tempo e sazi del nostro amore cerchiamo di tornare alla villa, con molta delicatezza riesce a rimettermi il vestito, iniziamo a correre felici del nostro amore.
Arrivati alla villa gli ultimi ospiti sono stanno per andare via, entriamo divisi per non destare sospetti, quando mi sento trattenere il braccio.
 
- Dove siete stata?... vostro padre vi cercava...io vi cercavo.
- Perchè mi cercavate è successo qualcosa di importante?
- Oh figlia mia sei qui, ti cercavamo... allora AMICI VI VOGLIO DARE UNA SPLENDIDA NOTIZIA IL QUI PRESENTE CONTE DI FERSEN HA CHIESTO LA MANO DI MIA FIGLIA ED IO HO ACCETTATO...IL MATRIMONIO SI SVOLGERA' TRA TRE SETTIMANE SIETE TUTTI INVITATI.
 
Sento il mondo crollarmi addosso...guardo il viso del conte soddisfatto e pure quello di mio padre, mi giro ed in un angolo vedo lui che si gira per andarsene.
No troverò il modo ...non posso sposarmi, dopo l'annuncio mi dirigo verso di lui che prontamente aveva rimesso la maschera.
 
- Non so come faremo... un modo troveremo.
- Oscar... io ti amo e non ti lascio per niente al mondo potrei farmi uccidere per te, tu aspettami amore mio; andrò via per un paio di giorni per trovare una soluzione, ma ti prego non restare mai sola con il conte.
- Va bene .. ma stai attento ti prego.
 
NO non mi sposerò con il conte, il mio amore per Andrè è troppo forte, riusciremo a risolvere tutto ciò.

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Capitolo 15
*** Angelo ***


15° capitolo Angelo Sono passati diversi giorni da quando lui  andato via...la sua mancanza si fa sentire. Tutto mi manca di lui, il suo sguardo luminoso appena appannato dal sonno... i capelli neri come l'ebano ricci e morbidi e la cosa pi importante il suo sorriso. Non so cosa mi prenda...sembro una ragazzina alla prima cotta eppure sono una donna adulta ormai, non dovrei arrossire ma non riesco a farne a meno, solo il pensiero delle sue mani sulle mie mi porta in estasi. La dichiarazione improvvisa di mio padre sul mio futuro matrimonio con il Conte, crea in me una profonda agitazione; mi alzo dal letto spostando le coperte dal mio corpo, appoggio i piedi rabbrividendo al contatto con il pavimento ghiacciato e creando un brivido lungo la mia schiena; mi dirigo verso la finestra spostando le tende e facendo entrare il sole nella mia fredda stanza, apro le finestre beandomi dell'aria fresca che mi arriva diretta in viso...respiro felice di tutto ci che mi circonda. Sento bussare alla mia porta dev'essere qualche cameriera o la nonna. - Avanti... La maniglia si abbassa... - Madamigella...-  sophie la cameriera che Andrè aiutò tempo indietro con la legna e di cui scoprì essere gelosa- posso entrare?... dovrei rifarvi il letto. - Certo entrate pure. - Madame Marie mi ha chiesto di  dirvi che  pronta la colazione. - Grazie Sophie, vorrei chiederti una cosa, se  possibile. - Oh ...- arrossisce un p- madamigella cosa posso fare per voi.. - Vorrei sapere se siete innamorata di qualcuno e se quel qualcuno  di mia conoscenza. Il suo viso cambia colore ed espressione,  sorpresa e titubante, le mani si stringono in modo convulso. - Vedete madamigella... io ero profondamente innamorata di un uomo tempo fa, ma questo non ricambiava il mio affetto perché innamorato anche lui di una donna molto particolare, ho dovuto abbandonare l'idea di essere corrisposta ... Alza il suo sguardo verso me e con molta tranquillità continua il suo discorso. - Ora amo ricambiata un uomo che lavora per voi, parlo di Lionel il guardiano della villa ed abbiamo intenzione di sposarci presto. A queste parole respiro .... - L'amore  una cosa splendida...deve essere libero e corrisposto per essere bello e limpido, ora se mi volete scusare continuo il mio lavoro. - Grazie Sophie sei stata illuminante... Quell'uomo doveva essere André, che lei amava non ricambiata. Mi avvio verso il salone dove trovo Marie ad aspettarmi. -Bambina buongiorno, sei pallida oggi- si avvicina prendendo il viso tra le mani. - Non  niente nonna non ho dormito bene stanotte - Ho preparato la colazione, vieni siediti . - Nonna ti prego niente caffè, non ne voglio...anzi toglilo mi d la nausea. - Va bene bambina. Dopo aver fatto colazione mi avvio verso le stalle cercando Ceasar per una cavalcata mattutina. Mi avvicino a lui accarezzando il suo muso, salto in groppa ed esco dirigendomi verso il fiume. Cavalco furiosamente, fino ad arrivare al laghetto...mi fermo per far riposare il cavallo quando sento qualcuno dietro di me. - Oscar buongiorno...vi vedo bene stamattina siete splendida. Un fulmine a ciel sereno...  il conte che mi parla, mi giro di scatto verso di lui guardandolo in viso, se non fosse per tutto quello che  successo fino ad ora e il mio amore per André, forse avrei accettato il matrimonio, maledicendomi per tutta la vita. - Buongiorno cosa ci fate voi qui? - Non posso venire a salutare la mia futura sposa? Si avvicina sempre pi, con un dito accarezza il mio viso, oltrepassando il mento e finendo nel collo. - Cosa fate...toglietemi le mani di dosso...subito! - Non fate così...tra poco sarete mia moglie, questo  nulla in confronto. Il suo ghigno mi inquieta...come può un uomo così bello essere così spaventoso, rimango ferma e muta come se una forza pi grande di me mi bloccasse. Mi prende il viso avvicinando le labbra alle mie... un attimo, un bacio forte e selvaggio arriva mentre le sue mani toccano un seno lasciato libero dalle fasce. - NO...NO...fermatevi! - No mi dispiace sarete mia. Continua a baciare in modo selvaggio...sento le sue mani ovunque... ma non posso cadere nel suo tranello. Un calcio ben assestato nelle sue parti basse lo bloccano sul vivo, cade a terra ansimando dal dolore. Mi tolgo dal suo abbraccio saltando sul mio cavallo. - Maledetta...sarete mia... MIAAAAAAA! Galoppo come se avessi il diavolo dietro che mi insegue. Da lontano noto la nonna che mi viene incontro allarmata. - Cosa  successo? ...Pierre ...PIEEEEERRE  PRENDI IL CAVALLO, vieni Oscar andiamo nelle cucine a prendere un p d'acqua. Non dico una parola tanta l'angoscia dentro di me, entro in cucina quando ad un certo punto il buio e le parole della nonna che chiede aiuto. - Dottor Lasonne ...- sento la nonna parlare, non apro gli occhi non ho le forze- mi dica cosa ha la mia bambina vi prego, non tenetemi in ansia. - Vedete Marie, madamigella Oscar  svenuta per un trauma subito. - Ma tutto quel sangue, mentre non era ferita.... - Vedete Marie, madamigella Oscar non so come dirvelo, sono sicuro che fosse incinta al momento dello svenimento purtroppo il trauma e la cavalcata, che mi avete detto era forsennata, hanno creato in lei un aborto spontaneo, mi dispiace, ora deve solo riposare e non fare sforzi e mi raccomando non deve fare nulla, verrò a visitarla nei giorni a venire, dovrebbe svegliarsi tra poco, arrivederci. Sono scioccata...una lacrima solca il mio viso, la nonna accompagna il dottore alla porta...quando ritorna da me sono sveglia e guardo il suo viso così triste ed addolorato. - Nonna ho sentito tutto...ho perso il mio bambino e sono stata io ad ucciderlo, avevi ragione tu sono ancora una bambina. Si siede sul letto accanto a me, accarezzando il mio viso e spostando i capelli dalla mia fronte sudata. Calde lacrime scendono dalle mie guance, asciugate dalla sua mano cosi dolce. - Tesoro...non  colpa tua sono cose che capitano, non lo hai ucciso tu, vieni fatti abbracciare ne hai bisogno e piangi quanto vuoi io sono qui...era di André vero? Appoggiata alla sua spalla mentre mi accarezza dolcemente i capelli le rispondo. - Si nonna e ora non c' pi...e mi dovrò sposare con quello. - Ami così tanto mio nipote? Mi sposto da lei e la guardo in viso, i suoi occhi mi scrutano da sotto gli occhialetti rotondi. - Si nonna con tutta me stessa, non voglio nessun altro. - Allora combatti per lui Oscar, non farti vedere debole, diremo che sei stata male perché la cena di ieri ti ha fatto male, nessuno saprà nulla, parlerà con il dottore e lui terrà il silenzio, ma devi dirlo ad André... lui deve sapere. - Cosa deve sapere? che ho ucciso suo figlio per la mia testardaggine? - Si bambina...lo deve sapere...ma ti ripeto non  colpa tua, ora sdraiati e dormi. Mi copre baciandomi infine la fronte come quando da bambina avevo la febbre e dovevo restare a letto. - Grazie nonna, per esserci sempre e comunque. - Tesoro io ti voglio bene...e se quell'angioletto non c' pi...ne arriverà qualcun altro, combatti per il tuo amore Oscar, riposati ti porterò un thè più tardi. Si allontana lasciandomi sola, la mia mano destra accarezza il ventre. - Addio piccolo mio...non lo sapevo...da lassù mi perdonerai, combatter per questo amore perché amo tuo padre, ti avrei amato tanto. Cosi continuando ad accarezzare il ventre ormai vuoto, mi addormento sognando un angelo con i capelli neri e gli occhi azzurri.  Con la sua manina piccola  accarezza il mio viso e mi bacia sulla labbra dicendo: - Non  stata colpa tua...un giorno ritornerò e non me ne andrò...ma tu combatti per avermi, l'amore vince su tutto.

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Capitolo 16
*** Forza e coraggio ***


16° capitolo
Forza e coraggio
 
Andrè
 
Dovevo partire per soli due giorni ma purtroppo diventarono cinque, aiutato dal mio nuovo amico Alain, ho girato in lungo e in largo tutta Parigi e dintorni per trovare un notaio accondiscendente ed un prete che vincolasse il mio amore con Oscar.
Tutto assolutamente impossibile. Nessun notaio o prete può fornire questo servizio, in molti si spaventano per ritorsioni e problemi legati alle loro carriere, nessuno può mettersi contro una famiglia nobile soprattutto legata al Re come la famiglia de Jarjayes.
 
-Andrè non abbatterti, tu ami questa donna con tutto te stesso, si vede ma non per questo devi ridurti come una larva ...sii uomo ed affronta il problema. Fossi in te andrei da lei la butterei sul letto e le farei vedere le stelle di giorno...se capisci quello che intendo ovviamente...- mi dice dandomi una pacca sulla spalla.
- Alain smettila...lei non è come le donne che frequenti tu!
- Ah vero....lei è diversa ...speciale...si caro figlio di un falegname ma sempre una femmina è... e credimi vogliono solo una cosa... - mi prende per il collo scolpigliandomi i capelli e blandendo la mia parte più intima.
- Smettila ...- gli dico allontanandolo da me- lei non è così ...non sa cosa significhi comportarsi come una dama, lei conosce le armi e tutto ciò che riguarda la guerra, l'altra sera era così impacciata con quell'abito ma era ugualmente splendida; non voglio che si sposi con il conte...ne morirebbe.
- va bene ...va bene ho capito, farò delle ricerche, tu intanto torna dalla tua amata che ti starà aspettando. A presto e mi raccomando...
- cosa Alain?
- Buttala sul letto e divertiti...ahahahhah
- sei un porco...vai via prima che ti prenda a calci e tu lo sai che lo faccio.
- si si vado, ti terrò informato, a presto.
 
Lo vedo allontanarsi per le strade di Parigi, giro il mio cavallo e mi dirigo verso il palazzo Jarjayes, ho voglia di rivederla  di baciare le sue labbra e toccare la sua pelle così profumata, mi è mancata e spero che in mia assenza non sia successo niente.
Lascio il cavallo nelle stalle e mi dirigo all'entrata del palazzo, alzo lo sguardo e mi trovo davanti la nonna.
 
- Andrè devo parlarti...
- Nonna...- un bacio sulla testa- è importante riguarda Oscar.
- Cosa è successo...non farmi preoccupare.
- Andiamo di là..
 
Ci dirigiamo nella sua stanza lontano da orecchie indiscrete, la cosa inizia a farmi preoccupare; ci sediamo sul letto e lei  prende le mie mani.
 
- Tesoro,  Oscar ha avuto dei problemi in questi giorni, la troverai diversa da come l'hai lasciata;
- In che senso diversa...cosa è successo ti prego parlami.
- Te lo dico ...ma io non ti ho detto nulla, deve essere lei a dirtelo.
- Cosa....cosa?
- Oscar era incinta...
 
Mi blocco...non respiro, sento un groppo in gola, mi alzo dal letto e guardo la nonna.
 
- Come incinta? e cosa significa era?
- E' arrivata stravolta dopo una corsa a cavallo, non mi ha voluto dire cosa le è successo, so solo che è svenuta in un lago di sangue; ho chiamato il dottore e mi ha confermato che dopo un trauma e la cavalcata ha perso irrimediabilmente il bambino.
- Ma io non sapevo nulla del bambino.
- Neanche lei sapeva...quando si è svegliata e ha saputo tutto, si è data la colpa della morte del vostro bambino.
 
Mi siedo sul letto prendendomi la testa tra le mani. Sento le piccole mani della nonna accarezzarmi i capelli.
 
- Va da lei... sta male, non mangia da ieri sera, è chiusa in quella stanza e non vuole scendere, va da lei solo tu puoi aiutarla.
 
Alzo il mio viso guardandola, lei mi accarezza le guance asciugando le mie lacrime.
 
- Va da lei...
 
Mi alzo e corro subito nella sua stanza; busso tre volte non avendo risposta apro la porta, è tutto buio  le finestre sono chiuse e c'è aria pesante, segno che non viene aperta da un pò di giorni.
Attraverso il salottino fino alle finestre, tiro le tende  e le apro facendo entrare aria fresca.
Mi avvio verso la sua camera, lei è li sdraiata sul letto dandomi le spalle; dei singhiozzi tagliano l'aria...piange lo sento...non è la mia Oscar combattiva, sembra che il suo cuore di donna abbia preso il sopravvento, disperandosi.
Mi sdraio anch'io sul letto insieme a lei. 
 
-Sono qui non andrò più via...
 
L'abbraccio dandole calore.
 
- La nonna ti avrà informato...Andrè è morto per causa mia...non dovevo...non dovevo...
- Oscar...- le bacio il collo spostando i suoi capelli- sono cose che capitano, non è stata colpa tua- mentre continuo a baciarla accarezzandole leggermente i capelli- non darti una colpa che non hai e poi non potevi sapere.
- L' ho sognato...era così bello con i suoi occhi azzurri ed i tuoi capelli...non dovevo andare a cavallo...
- Dimmi cosa è successo...ti prego voglio sapere.
- Non stavo bene dovevo capirlo da li, ho preso il cavallo ed ho iniziato a correre, arrivata al laghetto per mia sfortuna ho incontrato il conte...
- Il conte? cosa ci faceva li?
- Mi ha seguito... Andrè mi ha preso e baciato ed io non sono riuscita a divincolarmi...fino a quando non gli ho dato un calcio e sono scappata come una forsennata....Andrè dovevo rimanere a casa come avevi detto tu...lui non sarebbe morto.
 
La prendo per le spalle facendola girare ed incrociare i nostri occhi, due profonde occhiaie sono presenti sul suo bel viso, le sue guance bagnate fanno notare che ha pianto molto.
 
- Ora basta Oscar...non è stata colpa tua, ritorna in te...deve ritornare la mia Oscar quella che non piange... combattiva, che non si fa prendere dall'insicurezze...- lei abbassa il viso- Oscar guardami...non fare così, forza alzati devi farti un bel bagno e mangiare.
 
Mi guarda e vedo nei suoi occhi una scintilla...il suo fuoco arde forte.
 
-Andrè...lui mi ha detto che devo combattere perchè ritorni...io ti amo, il conte non mi avrà mai.
 
L'abbraccio forte, sento il suo viso premermi sul collo e le sue mani accarezzarmi i capelli. Inizia a baciare dietro le orecchie...le guance...avvicina le sue labbra alle mie divorandomi in un bacio lungo e appassionato; si posiziona a cavalcioni su di me.
 
- Mi sei mancato...- continuando a baciarmi- non lasciarmi mai più sola,  resta con me stanotte.
- mmmm...dannato di un Alain.
- Cosa c'entra Alain.
- Niente...solo una cosa che mi ha detto e diavolo di un volpone ha ragione.
 
Mi butto sulle sue labbra baciandola con ardore e passione, non la lascerò mai più sola, quando le acque si saranno calmate dovrò fare un bel discorsetto al conte e non credo che sarà tanto felice di ciò che ho da dirgli.

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Capitolo 17
*** Anticipi ***





 
17° capitolo
Anticipi

 
Andrè è tornato da me, solo lui riesce a pulire le ferite della mia anima; il mio cuore spezzato a metà ha bisogno di un balsamo per le ferite e lui solo sa darmelo.
Ho voluto fortemente passare la notte con lui, ne avevo bisogno...tanto bisogno. Ho rivisto il mio bambino nei suoi occhi, non posso farmi abbattere ora devo essere forte e superare le avversità.
Nuda mi ritrovo sul letto, un suo braccio sopra il seno mentre, anch'egli nudo, dorme a pancia in giù; con fare dispettoso gli soffio sul viso, voglio vedere il suo sguardo voglio illuminare la mia giornata con il suo bellissimo smeraldo.
Non si sveglia ed io continuo ma ha il sonno pesante. Irritata da ciò inizio a mordergli il lobo dell' orecchio destro quando, improvvisamente, apre i suoi occhi emettendo un leggero urlo di dolore.
 
- Ahy... Oscar ma cosa ti è preso non siamo più bambini...ahy che male.
- Ohhh sei sempre il solito non ti ho nemmeno sfiorato.
Mentre continuo il mio assalto, lui inizia a svegliarsi del tutto.
- Ah smettila Oscar ti prego, se non la smetti sono guai per te.
- mmmm... e dimmi mio prode cavaliere, cosa mi faresti?....ho una paura.
- primo...- bacio sul mento- inizierei a farti il solletico.
- siiii ...poi continua sono curiosa.
- secondo... mi alzo e vado via perchè la nonna mi trucida se mi trova qui a dormire, quindi cara mia alzati se non vuoi che ti arrivi una mestolata pure a te.
- ah no no  non la voglio, ma devi darmi un bacio prima di uscire da qui.
- certo mia cara Giulietta, ora alzati devi ritornare a Corte.
 
Si alza dal letto recuperando i pantaloni ed il resto sul pavimento, rivestendosi in fretta, appoggiata alla testata del letto con le braccia incrociate lo guardo affascinata.
 
- Non voglio...non voglio andare, mi troverei davanti di nuovo il Conte, non riesco.
 
Si gira verso di me, sale con le ginocchia sul letto prendendo il mio viso tra le mani.
 
- Ascoltami ... devi ascoltarmi, troveremo la soluzione, devi farti vedere a corte, anche tuo padre si insospettirebbe di questo tuo malessere; devi fargli credere che è tutto apposto e che sposerai il conte.
- Mah...io non voglio, non lo amo, amo te Andrè, non posso sposarmi con lui.
- Lo so che mi ami come ti amo io ma se vogliamo che tutto si risolva, fai finta di accettare.
 
Un bacio sulla fronte e scende giù dal letto.
 
- Ti farà portare l'acqua per un bel bagno rilassante, ma poi metti la divisa e scendi giù.
- Va bene ma tu verrai con me?
- Oscar... io non ti ho mai lasciato e non lo farò ora.
 
Chiude la porta mi sdraio sul letto ripensando ai bei momenti passati insieme in questa notte che ci ha visti amanti.
Sento bussare ed entra la nonna con il suo sguardo dolce che mi augura il buongiorno.
 
- Bambina.... - bacio sulla fronte, tale nonna tale nipote- ti vedo bene stamane, la cura che ti ho mandato ieri sera è servita.
- Si nonna grazie, è servita a molto direi.
- Lo sapevo...sono cose delicate bambina mia e so che stai male ma devi farti forza, riprendi in mano la tua vita e soprattutto combatti.
- Lo farò...
 
Dopo essermi lavata e preparata, sono pronta ad affrontare il mondo, esco fuori e trovo Andrè che tiene i nostri due cavalli pronti per andare a Corte.
 
- Andiamo Andrè è già tardi e tutto per colpa tua.
- Ecco lo sapevo ora la colpa è mia...vabbè è  colpa mia ma solo per questa volta.
 
Corriamo al galoppo verso la Reggia, sicuramente oggi rivedrò il Conte in tutta la sua arroganza e presunzione.
Nulla è cambiato...tutto rimane uguale, l'ipocrisia che aleggia nell'aria dentro la Reggia più bella del mondo, è a livelli altissimi, ogni nobile la dentro tiene un segreto...un amante ma tutto sembra nella normalità.
Camminando per i corridoi, come immaginavo, trovo il conte che parla amorevolmente con una delle sue tanti amanti sparse per la Reggia. Alza lo sguardo verso me guardandomi dritto negli occhi, lascia con eleganza la donna che era con lui per avvicinarsi a me.
 
- Madamigella bentornata, ho saputo che avete avuto un malore  spero non sia nulla di grave.
- Grazie nulla di grave per fortuna è tutto passato, ora scusatemi ma ho del lavoro importante arretrato da sbrigare.
- Oh ma c'è anche il vostro fidato Andrè ... - si avvicina al mio orecchio e parlando sottovoce- sicuramente vi ha aiutato nel vostro letto futura moglie mia, capirete che quando saremo sposati, lui andrà via.
 
Mi giro e con fare accigliato rispondo.
 
- La stessa cosa dovrei dire di voi caro conte... con tutte le donne che vi portate dietro nei vostri appartamenti.
- Io posso è diverso.... ah dimenticavo  ho detto a vostro padre di anticipare il matrimonio perchè non riesco a stare senza di voi e voglio sposarvi al più presto, quindi ....preparatevi sarà venerdi prossiimo.
 
Impietrita mi giro verso Andrè che freme di rabbia e disappunto.
 
- Ah mi rivolgo a voi Andrè.... non siete  stato invitato al nostro matrimonio anzi ho chiesto al generale di farvi trasferire altrove...mia moglie non può avere un uomo accanto a sè, che figura ci farei io. Vi lascio mia carissima e futura moglie, non vedo l'ora di sposarvi e poter vedere il vostro splendido corpo, avrete delle notti di fuoco ve lo prometto.
 
Guardo Andrè che va verso di lui  con tutta la rabbia in corpo.
 
- No fermati, non puoi fare così qua dentro, Andrè guardami... non fare nulla ti si può ritorcere contro è un uomo potente lo sai.
- Oscar ...una settimana, e io non ti vedrò più.
- No non lo sposerò, non accadrà... hai saputo qualcosa da Alain?
- No non ho ricevuto nessuna notizia.
- Va bene, voglio incontrarlo Andrè, è giunto il momento dobbiamo elaborare un piano. 
- Va bene per questa sera? ci incontreremo alla locanda che frequenta di solito.
- Per me va bene, Andrè non mi avrà mai te lo prometto.
 
E' giunto il momento, non possiamo più aspettare non mi importa cosa perdo, voglio solo Andrè il resto non conta.
 

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Capitolo 18
*** Piano ***


18° capitolo
PIANO

 
 
E' già sera, in sella ai nostri cavalli ci dirigiamo a Parigi per incontrare l'amico di Andrè, il famoso Alain.
E' una bella notte stellata, cavalchiamo con tutta calma tanto lui, come dice Andrè, è sempre lì a bere e bivaccare.
Sono silenziosa stasera non ho tanta voglia di parlare, anche se mi reputo forte quello che è successo mi turba terribilmente; sapere di avere un bambino in grembo e perderlo così senza neanche sapere della sua esistenza, non è cosa da poco.
Sospiro guardando la strada ed alzando gli occhi al cielo a guardare le stelle(1)
 
- Oscar, sei silenziosa stasera qualcosa non va?
- No Andrè stavo pensando...anzi...volevo farti una domanda.
- Dimmi ...sono tutto orecchie.
- Se il bambino fosse nato, come l'avresti chiamato?
- Oscar...sei turbata per questo motivo?...per questo sei silenziosa ultimamente, mi dispiace per ciò che è successo.
- Lo so Andrè ma non è una cosa passeggera, credo ci voglia del tempo...dimmi come lo avresti chiamato.
- mmm.... jacques se fosse stato un lui ...Rose(2) se fosse stata una lei...
- Oh Andrè...- mentre guardo le stelle- chissà se un giorno...
 
Vedo che ferma il cavallo e s' avvicina a me.
 
- Oscar...stai tranquilla, risolveremo tutto...- mentre con una mano accarezza dolcemente il mio viso- vedrai staremo insieme per sempre ed avremo un altro bambino...tuo e mio.
 
Una lacrima scende giù per il viso, bagnando la sua mano.
 
- Su dai ...ti bacerei in questo momento, ma se qualcuno ci vede...siamo pur sempre due uomini a cavallo...
 
Una leggera risata prende il sopravvento.
 
- Meglio non dare questa impressione, andiamo voglio conoscere questo Alain e vedere se possiamo fidarci di lui.
 
Ci incamminiamo arrivando quasi subito a destinazione; leghiamo i cavalli ed entriamo nella locanda dove ci siamo dati appuntamento.
 
- Luis... buonasera, per caso Alain è già arrivato?
- Si si è con la sua amichetta preferita, con Nicole, è là...in fondo alla sala.
- Grazie mille luis.
 
Lasciamo il locandiere dirigendoci verso il fondo della sala dovre troviamo un uomo ed una donna intenti a baciarsi appassionatamente.
Lei seduta sulle gambe di lui, avvolge le sue braccia al collo mentre le mani di lui l'accarezzano in modo molto rude.
 
- Alain...Alain... ALAAAAIN...
- Ehy ciao Andrè....- sposta la donna da sè- scusami pupa ho da fare, ci rifaremo dopo te lo prometto.
- E va bene Alain...ciao Andrè è un piacere rivederti... è da molto tempo che non vieni più.
 
Mi giro verso di lui con fare arrabbiato, non sapevo di queste sue amicizie.
 
- ehm... grazie Nicole, ma avevo da fare.
 
Mi guarda come per chiedere perdono.
 
-Andrè poi ne parliamo...ora ci sono cose più importanti... arrivederci Nicole.
 
Alain si alza dalla sedia porgendomi la sua grande mano.
 
- Ohh suvvia, non siate gelosa, Nicole è la nipote di Luis e spasima per me da sempre, con Andrè ha solo parlato.
- Spero sia così, comunque mi presento sono Oscar François de Ja...
- Non c'è bisogno che vi presentiate so già chi siete, Andrè mi parla sempre di voi... vi conosco benissimo credetemi.
- Oh...
- Andiamo al dunque.... - ci sediamo
- Alain la situazione è peggiorata ora il matrimonio è la prossima settimana, il conte ha convinto il padre ad anticipare le nozze.
- Mmmm.... cosa possiamo inventarci in così poco tempo.
- Alain... -sono io che parlo- non conosci qualcuno che potrebbe sposarci o aiutarci prima di quel giorno?
- Difficile i tempi sono duri, nessuno si metterebbe contro un nobile e soprattutto così vicino aI sovrani.
 
Si mette le mani tra i capelli ... aggrotta la fronte, gira lo sguardo.
 
- Ecco... ora si... Nicole vieni qui abbiamo bisogno di te.... 


(1) Riferimento a Notti di stelle e sogni della carissima Mgrandier
(2) per chi ha letto Amarsi un pò... il nome della bambina di Oscar

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Capitolo 19
*** Contratto ***


19° capitolo
Contratto

 
Seduta davanti al fuoco, ripenso al famoso piano di Alain. Credo sia terribilmente difficile un piano simile ma è l'unica possibilità per essere felice.
Sento arrivare dietro di me qualcuno.
 
- Oscar...
 
Mi giro lasciando cadere la coperta che mi riscaldava.
 
- Nonna, ancora sveglia? ...è molto tardi.
- Non preoccuparti per me bambina, invece cosa ti succede?... siete tornati tardi con Andrè, è successo qualcosa?
 
Guardo il suo viso preoccupato, è lei che ci ha cresciuti conosce ogni cosa di noi, forse più di noi stessi.
 
- No nonna tranquilla...- mi alzo avvicinandomi a lei- anzi volevo chiederti una cosa molto importante.
- Dimmi sono qui per questo.
 
Prendo le sue mani tra le mie e la guardo in viso.
 
- Promettimi che qualunque cosa accada, tu ci sarai sempre con noi... ti prego voglio sentirmelo dire è importante.
- Oh tesoro cosa succede? ....così mi farai preoccupare. Andrè sta male?...  per caso successo qualcosa di brutto? Oscar ti prego parlami.
- Nonna non posso dirti nulla, è una cosa molto... molto difficile da gestire...
- Riguarda il matrimonio vero?... io lo sapevo lo sapevo... dovevo prendere a mestolate il Generale quando potevo, come ha potuto e poi con quell' uomo, con quel viscido venuto dal freddo...ahhhh 
- Nonna ti prego non fare così, ma a tutto c'è una soluzione e si risolverà per il meglio.
- Come posso aiutarvi, come posso fare?...non voglio vederti infelice insieme a quel viscido di uno svedese...
- Nonna allora ti metterò al corrente, ma dovrai tenere il silenzio ed aiutarci.
- Dimmi tutto, vi aiuterò volentieri.
- Allora il giorno del matrimonio dovrai....
 
Qualche ora più tardi
 
Scendo le scale  è l'ora di cena e purtroppo ospite di mio padre ci sarà di il conte di Fersen; non oso pensare ad una vita da passare insieme a lui.
Entro dentro il grande salone e vedo in lontananza, seduto sulla poltrona, il conte intento a fumare il sigaro e conversare di politica con mio padre.
 
- Buonasera signori.
- Oh Oscar, finalmente ti aspettavamo impazienti, vero signor  Conte?
 
Mi giro verso il Conte che appena mi vede, si alza dalla poltrona venendomi incontro.
 
- Si vi aspettavo mia cara, vi trovo bene, siete bellissima.
 
Prende la mia mano baciandola, anche se è un essere viscido e terribilmente irritante, la sua bellezza camuffa il tutto ed anche i suoi modi raffinati ed educati; è normale che tutte le donne che lo circondano ne rimangano affascinate, sà come ammaliare una donna, ed anch'io lo ero in passato.
Tolgo la mano allontanandomi.
 
- Vedo che ancora avete delle difficoltà ad avvicinarvi a me in quel senso, ma state tranquilla, so essere molto bravo in questeo genere di cose, quindi non fate tanto l'altezzosa, non serve a nulla anzi fate crescere in me il desiderio di farvi mia.
 
Mio padre s' avvicina a noi, non credo abbia sentito la conversazione.
 
- Conte di Fersen visto che Oscar è arrivata, possiamo accomodarci nell'altra stanza per poter finalmente cenare.
 
Mi avvio dietro di loro, entrando nella stanza, con la coda dell'occhio, mi accorgo che a servirci a tavola è proprio Andrè.
Non doveva esserci lui a servirci ma mio padre, non so per quale motivo, lo ha voluto.
 
- Oh vedo che c'è Andrè a servirci sig. Generale, avete accolto la mia richiesta quindi.
 
Alzo lo sguardo fulminandolo con gli occhi, è stato richiesto da lui  ecco perchè è presente in veste di cameriere.
 
- Come noterete Oscar, Andrè è presente in veste di cameriere, perchè i primi tempi servirà in casa nostra; mi servirà personalmente, sarà ...come posso dire...il mio valletto.
 
Mi alzo in piedi facendo cadere la sedia.
 
- NO!!!  Andrè non farà mai una cosa simile....MAI!
- Mi dispiace Oscar, invece sarà così perchè tu sarai mia moglie e quindi dovrai sottostare a ciò che ti dico e quindi se io voglio una cosa l'avrò!
 
Sono arrabbiata, vorrei avere la mia spada qui accanto a me per poterlo uccidere seduta stante.(1)
 
- Su calmati Oscar, in fondo è quello che ha sempre fatto in questa casa, non ci vedo nulla di male in ciò.
 
Mi giro cercando di sollevare la sedia da terra, quando vedo Andrè aiutarmi, guardandomi negli occhi in uno sguardo carico di tristezza.
Mi siedo cercando di darmi un contegno.
 
- Mi dispiace padre, ma Andrè non è mai stato un servo per me e voi lo sapete.
- Oh Oscar... io so perfettamente cosa è per voi Andrè,  per questo per contratto dovrà trovarsi una moglie e crearsi una famiglia, ci sono tanti pettegolezzi nei vostri riguardi, da tanti anni ormai, ma che se alimentati possono rovinare la mia reputazione, e voi come mia futura moglie, non potete rovinare vostro marito giusto?
- Suvvia Conte sono dicerie e poi per mia figlia Andrè oltre che il suo attendente  è un amico da molti molti anni ormai.
- tsè....Generale, sapete com'è Versailles...- mentre mi fissa negli occhi-  basta una voce, anche fasulla per far crescere il pettegolezzo e rovinare una famiglia stimata dai sovrani.
- Scusatemi ma non mi sento molto bene...vi prego di scusarmi, mi ritiro nella mia stanza.
- Oscar, ci vediamo all'altare, esattamente tra tre giorni. Non vedo l'ora di sposarvi.
- Oh signor Conte, siete proprio impaziente di sposare mia figlia.
- Buonanotte padre... Conte ...
 
Mi avvio verso la mia stanza, dove trovo ad accogliermi la nonna, mi butto sul letto picchiando con le  mani il materasso, piangendo lacrime amare.
Sulla mia testa sento delle mani gentili accarezzarmi.
 
- Oscar ho saputo poco fa, credo che a questo punto il vostro piano deve riuscire, se no ne vale della vostra felicità, ti prego bambina non piangere, sei forte fidati di me andrà bene.
- Nonna prepara il necessario, tutto quello che ti ho chiesto stamane, dobbiamo essere pronti a tutto.
- Va bene Oscar, ma voglio incontrare questa persona di cui mi hai parlato, per sapere come organizzarmi e fare tutto nel modo giusto.
- Andrai da lei domani sera, ti ci porterà Andrè...deve funzionare...promettimelo
- Te lo prometto!


(1) Dedicato ad Emerald, Katniss92. Giusy Cecile Rose Rouge e MGrandrier, al posto della spada c'è qualcos'altro :D

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Capitolo 20
*** L'abito da sposa ***


20° capitolo
L'abito da sposa

 
Domani è il grande giorno, sdraiata sul mio letto...guardo il soffitto assorta nei miei pensieri. Giro lo sguardo verso destra trovando davanti a me l'abito da sposa, urgentemente confezionato da Madame Bertin.
Mi alzo dal letto e mi avvicino al manichino che l'indossa; è bello ...bianco pieno di piccoli diamanti sparsi in tutto il vestito, questo è il regalo del mio futuro marito.
Alzo la mano accarezzando la manica a sbuffo, è di seta morbida leggera al contatto; ne sono ammaliata ma nello stesso tempo lo odio; l'unica nota diversa in tutto ciò è il velo che ho richiesto io personalmente, di una stoffa molto spessa  per non far vedere il mio viso che sarà affranto e non gioioso.
Sento bussare alla porta.
 
- Oscar...posso entrare?
 
Mi giro incrociando lo sguardo smeraldo del mio Andrè.
 
- Si entra pure e chiudi la porta, non deve entrare più nessuno.
- Va bene...
 
Richiude la porta dietro di sè  avvicinandosi; sento cingermi i fianchi in un abbraccio dolce ma nello stesso tempo forte per far sentire la sua presenza.
 
- Oscar è un abito splendido non credi? ... e tu...sarai bellissima.
 
Non rispondo, non sono in grado. Sento le sue mani accarezzarmi i fianchi fino a farmi girare trovandomi in lacrime.
 
- Lo sapevo...quando non mi rispondi due sono i motivi o sei arrabbiata o piangi...pensavo di più la prima opzione, mi sono sbagliato.
 
Prendo il suo viso tra le mie mani.
 
- Odio questo vestito, perchè mi allontana da te...
 
Mi sposto da lui allontanandolo con rabbia.
 
- Oscar non fare così, il piano riuscirà ...è sicuro.
- E se fosse il contrario?... se Alain si sbagliasse?
- Senti... Alain non sbaglia e credimi se dice che funzionerà...funzionerà, devi fidarti di lui.
- Non lo so Andrè è troppo grande questa storia, il conte è un personaggio influente a corte, il matrimonio è solo una copertura per amare liberamente la regina, sono solo un burattino nelle sue mani.
- Ora basta Oscar domani andrà tutto bene, andiamo a dormire, sei stanca ed arrabbiata...dobbiamo essere molto svegli per domani, ci saranno molte cose da fare e lo sai bene. 
- Va bene Andrè.
 
Passano le ore, è notte fonda. Appoggiata alla spalla sinistra di Andrè, guardo il suo petto fare su e giù durante il suo sonno regolare; non riesco a dormire, tanti pensieri nella mia mente, con un dito tocco il suo petto dolcemente, alzo lo sguardo e lo vedo che mi guarda dolcemente.
 
-  Oscar...non hai sonno?...su è tardi
- Non riesco a dormire Andrè...stringimi forte...non lasciarmi andare.
 
Sento accarezzare i miei capelli dolcemente,un bacio si posa sulla mia fronte.
 
- Tu sei il mio sole Oscar...senza di te non potrei vivere, farò di tutto ... di tutto per non perderti.
- Oh Andrè...
 
E tra baci e carezze, passa veloce la nostra ultima notte insieme.
 
E' già mattino...Andrè si alza in fretta e furia per non farsi trovare nella stanza insieme a me dalla servitù, esce dalla porticina nascosta dietro un mobile che usavamo da bambini per scappare in giardino.
Sento bussare alla porta.
 
- Madamigella Oscar...aprite sono Marie con le ragazze della servitù, siamo venute per prepararvi, siete sveglia?
- Si entrate pure sono pronta.
 
Entrano tutte e dentro la stanza regna il disordine, è tutto un fermento.
 
- Oh bambina mia...- parlando sottovoce mentre mi accarezza il viso- sta tranquilla, Andrè non ti lascerà andare tanto facilmente, è tutto pronto, fidati di noi.
- Lo farò...
 
Mi sento stringere e tirare, chi i capelli  e chi il bustino dell'abito, a lavoro ultimato mi guardo allo specchio.
 
- Nonna questa non sono io, non sono io ....
 
Inizio a girare per la stanza in preda al panico.
 
- Fermatevi Madamigella Oscar... fermatevi, ragazze potete andare finirò io con lei.
 
Le cameriere del palazzo vanno via lasciandoci sole.
 
- Bene ora siamo sole...è giunto il momento di attuare il piano,...VIENI ... PUOI ENTRARE NON C'E' NESSUNO!
 
La porticina si apre lasciando entrare...

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Capitolo 21
*** La sposa ***










21° capitolo
La sposa

 
 
La casa della famiglia Jarjayes è tutta in fermento, la figlia più piccola del Generale  sta per convolare a nozze con un nobile molto importante in Francia.
Il Generale, cammina avanti indietro, aspettando con ansia l'uscita della figlia dalla sua stanza.
 
- Marie...è tardissimo, è pronta mia figlia?
- Si...vostra figlia è pronta, solo un attimo ed uscirà.
 
Si aprono le porte della stanza, esce per prima Marie.
 
- Signore... vostra figlia è pronta,  mi ha chiesto di riferirle di non sollevarle il velo, è molto emozionata e vorrebbe che fosse il conte a vederla per la prima volta in viso.
- Ohhhh ...va bene, basta che ci sbrighiamo è molto tardi Marie.
- Madamigella... uscite, è giunta l'ora di andare.
 
Dalla stanza,  Madamigella Oscar esce con lo stupore generale di tutti, con il suo abito bianco ed il suo candore.
 
- Figlia mia siete bellissima, ma perchè non dite nulla.?
- Oh signore è solo emozionata.
- Lo so Marie... ma non è da lei non dire una parola.
- Perdonatemi la franchezza... ma se non ricordo male anche voi per il vostro matrimonio eravate in silenzio troppo emozionato per parlare, è vostra figlia e vi somiglia molto.
- Vero!... avete ragione come sempre Marie, andiamo Oscar, il conte non vede l'ora di farvi sua moglie.
 

§

 
La carrozza parte mentre in casa i preparativi non sono ancora ultimati.
- Andrè...Andrè, dove sei?
- Sono qui nonna eccomi.
- Tieni prendi questa sacca troverai tutto il necessario.
-Grazie nonna per tutto quello che fai, senza di te sarei perso.
- Andrè... - prende il viso del nipote tra le mani unendo la sua fronte a quella di lui- voglio sapere tutto... dove andrai e cosa farai...e tu sai cosa, stai attento e che Dio ti protegga... ti voglio bene.
- Anch'io nonna... anch'io, non piangere non riuscirei ad andare via ...
- No!... devi andare ...la carrozza è pronta...
- Addio nonna...
- Abbi cura di te ...
§


 
La carrozza arriva davanti la chiesa; il Generale, orgoglioso di tale bellezza della figlia, la prende sottobraccio,  la chiesa è gremita di nobili e parenti delle due famiglie, mancano solo i sovrani e poi tutti i nobili di Francia sono presenti a quest'evento.
La sposa si avvia all'altare, un uomo incappucciato segue,  nello stesso momento nei laterali ,tutta la scena.
Il conte si avvicina alla sposa ed al futuro suocero, prende la mano di lei e si avvia all'altare mentre l'organo suona.
Il conte, splendido in alta uniforme, si gira verso la sua sposa.
 
- Siete piuttosto silenziosa oggi Oscar, dovreste essere contenta di questo matrimonio.
 
Nessuna parola...silenzio.
 
Il prete inizia ...mentre il silenzio circonda la chiesa, l'uomo incappucciato si avvicina sempre più, senza destare nessun sospetto .
 
- Mia cara è giunta l'ora di unirci, finalmente posso guardare in viso la mia futura moglie.
 
Si gira verso di lei ...alza il velo, ad un tratto il suo viso inizia a cambiare colore...
 
- CHI SIETE?....VOI NON SIETE OSCAR...
 
Di fronte a lui si trova Nicole, fisicamente molto simile ad Oscar, bionda slanciata l'unica differenza il colore degli occhi, i suoi sono verdi.
 
- Tesoro...siete proprio un bell'uomo...mmm...ma l'altro con gli occhi verdi è ancora più bello di voi...
- Chi siete...- iniziando a strattonarla...- chi siete?...
 
Si avvicina il Generale.
 
- Voi non siete mia figlia... dov'è Oscar?
 
In chiesa regna il caos, madame Marguerite è  svenuta mentre il vociare dei nobili cresce.
 
- No!.. dove è andata?....sarà con lui, maledetti vi troverò...
 
Inizia a correre per la navata uscendo dalla chiesa, sale sul suo cavallo in preda alla rabbia.
 
- Conte... cosa avete intenzione di fare? ...spiegatemi cosa succede, mia figlia ha avuto un comportamente deplorevole.
- Ancora non lo avete capito signor Generale? ... vostra figlia è scappata con il suo attendente, con Andrè, dobbiamo trovarli ora...subito. Ha infangato il nome della vostra famiglia ed  anche me con il suo comportamento, prendete la ragazza e portatela nella vostra casa ...dobbiamo sapere dove sono andati;  intanto io vado a cercarli...voi intanto fate ciò che vi ho detto per il bene vostro.
 
E corre via...il Generale, rientrando,cerca la donna che ha messo i panni di sua figlia, non sapendo che l'uomo incappucciato, in mezzo alla confusione, ne ha approfittato per portarla via da li,  su di  una carrozza usata dalla gente del popolo per non farsi notare.


§

 
 
- Alain ...quest'abito è di un pesante...la cosa positiva è che posso vendere tutti questi diamanti e togliermi da quel lurido buco in cui mi trovo....
- Ahhh Nicole mi mancherai lo sai, nessuna è come te, hai rischiato tanto ma alla fine spero che vada tutto bene.
- Comunque peccato era proprio un bell'uomo, mi sarei divertita con lui, ha la fama di essere un gran donnaiolo.
- Ohhhh ...spero solo che il mio amico Andrè sia riuscito nell'impresa.
- Sai ...era molto nervosa lei, quando sono entrata nella sua stanza camminava avanti ed indietro, poi ha visto il tuo amico e le è passato tutto...Alain quei due si amano, si vede...un poco l'invidio.
- MMM...- mentre le bacia il collo alzandole la gonna e insinuando la sua mano in mezzo alle sue cosce- ma ci sono sempre io Nicole, non sono male non credi?
 
Lei lo guarda iniziando a baciarlo.
 
- No non sei male...perchè non vieni con me?
- Devo aiutare prima i miei amici...grazie a quella vecchietta e a te che finalmente posso vivere il loro amore.
- Ora il piano come si evolve?
- Ci dobbiamo incontrare in un paesino e sistemare gli ultimi dettagli...ancora non è finita qui, il conte li cercherà ovunque, spero solo che l'idea della nonnina funzioni.
- OHHH speriamo di si....intanto anche se non sono una sposa... ho l'abito bianco, che ne dici di inaugurarlo?...divertiamoci un pò, la strada è lunga.
- Che idea allettante Nicole...ho sempre desiderato farmi una sposa...soprattutto perchè non sono io lo sposo..ahahhah su su via le gonne....


§


 
Dall'altro lato della città un'altra carrozza con due persone all'interno si tengono per mano guardandosi negli occhi.
 
- Oscar... 
- Non dire nulla Andrè..- tenendo il suo indice sulle labbra di lui - lui ci cercherà, spero solo che il piano della nonna funzioni e che Alain e Nicole siano riusciti nell'impresa.
- Non preoccuparti ...sarà andato tutto bene.
- Lo spero... mi preoccupo solo per la nonna, mio padre non la lascerà tranquilla, vorrà sapere e non so cosa dirà lei.
- Non preoccuparti la nonna è un osso duro, riuscirà a cavarsela...anche se mi mancherà molto.
- Anche a me.
 
 Appoggia la sua testa nella spalla di lui che l'abbraccia dolcemente, mentre la carrozza cammina seguendo il suo corso.

 
Ragazze finalmente c'è l'ho fatta, è stata un'impresa titanica ma troppi ostacoli ho avuto davanti, soprattutto influenzali, e come si sa se non funziona la testa, niente riesce. Dedico questo capitolo alle ragazze del mio gruppo su fb che mi seguono, pronte con le pale in mano per l''operazione antifesso... Emerald ...Cecile...Katniss...Giuseppina...Rose rouge... Maddy...Antonella...Ilana ...Pamina... Amantea...Queenjane e Marian  (se dimentico qualcuno scusate)  e tutta la combriccola; ma non dimentico di chi mi segue assiduamente, chi recensisce e chi legge soltanto, vi ringrazio il vostro supporto è molto importante per me io ci metto il cuore e spero che si noti.
Un abbraccio di cuore Orny81

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Capitolo 22
*** La lettera ***







22° capitolo
~La lettera~
 



Molta strada manca ancora per arrivare a Calais, il viaggio in carrozza è lungo e snervante, l'unica cosa che mi rincuora e mi dà forza è l'aver vicino a me l'uomo della mia vita, il mio migliore amico...il mio amante, lui Andrè, l'unico che sà amare la vera Oscar, quella più selvaggia e determinata.
Appoggiata fino a poco prima sulla sua spalla, alzo gli occhi cercando il suo viso, lo trovo addormentato, con gli occhi socchiusi e mi incanto a guardare la sua bellezza.
 
- mmmm Oscar ...anche se ho gli occhi chiusi ti vedo, chiudi la bocca ...entreranno le mosche.
- OH...
 
Presa di sprovvista, inizio a ridere svegliandolo definitivamente.
 
- E va bene ho capito, devo svegliarmi vero? se tu non dormi neanche io giusto?
- Giusto... ho bisogno di guardarti, non posso farci nulla è più forte di me lo sai.
 
 Sentiamo bussare sul tettuccio della carrozza.
 
- Monsieur, siamo arrivati alla locanda.
- Perfetto Jacques grazie... - si gira verso di me- Oscar tra poco arriverà pure Alain e possiamo fare quella cosa che tu sai bene.
- Oddio non vedo l'ora, la nonna ed Alain mi fanno paura sai?...
- Perchè scusami?
- Hanno ideato un piano degno degli Antichi Romani, pieno di tattiche e strategie; questo mi fa pensare che la nonna è un autentico generale, mi dispiace solo che non ci sia qui con noi.
- Dispiace anche a me, forza scendiamo.
 
Presi i bagagli, ci dirigiamo alla locanda prenotata tempo prima da Alain, entrando troviamo davanti a noi una signora che ci accoglie con un gran sorriso stampato in volto.
 
- Salve sono Monsieur Grandier, ci sarebbero delle stanze prenotate a nome mio e di Alain de Soisson.
 
La signora scruta il suo registro in cerca dei nomi.
 
- Si monsieur, siete i primi...- prende le chiavi- prego queste sono le vostre, la cena sarà servita più tardi.
- Grazie madame, appena arriva l'altra persona, dobbiamo uscire per due orette massimo, può tenerci la cena in caldo, ovviamente pagando in più se vi crea problemi?
- Oh certo monsieur non si preoccupi, sarà tutto caldo per il vostro ritorno.
- Grazie di nuovo madame, noi saliamo su per rinfrescarci un pò.
 
Saliamo su, appena entrati guardo la stanza...è semplice e confortevole anche se piccola, un piccolo letto al centro ed il camino che scoppietta allegramente.
 
- Andrè è molto carino qui....
 
Sento le sue braccia avvolgermi da dietro dolcemente.
 
- Alain ha fatto un ottimo lavoro, spero tanto che il piano sia riuscito.
 
Mi giro guardandolo negli occhi.
 
- Sicuramente....
 
Inizio a baciare le sue labbra con passione, mi sono mancate terribilmente.
 
- Vedo che sei impaziente... no cara devi fare le cose con calma; ora mi faccio portare su dell'acqua calda così che, possiamo lavarci ed essere perfetti per ciò che andremo a fare.
- Va bene resisterò....e tu riuscirai a resistermi?
- Oscar non tentarmi....
 
Dopo un pò di tempo e dopo esserci lavati e sistemati...sentiamo bussare alla porta.
 
- Ehy ... Grandier....sei lì? Sono Alain non è che disturbo piccioncini?
- No no tranquillo entra pure.
 
Apre la porta con irruenza tipica della sua persona.
 
- Buonasera a voi ragazzi, siamo arrivati finalmente non vedevo l'ora.
- Ciao Alain, allora racconta...
 
Prende una sedia e si ci siede con noncuranza.
 
- Vi siete persi una scena bellissima...Nicole è stata molto brava, Andrè devo farti i complimenti, tua nonna è mitica.
- Grazie Alain è verissimo e credimi mi manca già....ma dimmi ...il conte?....
- AHAHAHAHHHA ... è stato uno spettacolo, soprattutto quando ha sollevato il velo, c'era un gran vociare in chiesa, è uscito fuori come un matto seguito dal Colonnello.
- Dimmi Alain mio padre come si è comportato?
- Era direi confuso, vostra madre è svenuta e lui vagava per la chiesa in preda a non so cosa, ma si vedeva che era molto arrabbiato.
- Spero solo che la nonna non subisca conseguenze, ne soffrirei.
- A proposito...dobbiamo fare quella cosa.
- Si andiamo, prima devo ultimare quello che stavo facendo.
- Allora ci vediamo fuori Oscar, io sono già pronto.
 
La porta si chiude lasciandomi di fronte alla borsa con dentro i vestiti preparati dalla nonna; l'apro per prendere ciò che c'è dentro, una cosa all'interno mi sorprende vi trovo una lettera con su scritto: Per la mia bambina.
 
" Bambina mia,
  in questo momento sarete lontani da me, non preoccupatevi per l'ira del generale, lo conosco  e so come tenerlo calmo e farlo ragionare.
Vorrei essere li con voi per potervi vedere, sarete bellissimi ed avrete una vita meravigliosa; troverai all'interno di questa borsa, un abito che avevo creato io tempo fa ti sarà molto utile per quello che andrai a fare, e insieme ad esso la mia fede che spero porterai con amore.
Vi voglio un bene immenso e sono contenta per la decisione che avete preso, io sarò lì con voi con il cuore.
un bacio 
Marie
 
 

Con le lacrime agli occhi, poso la lettera sul letto prendendo il vestito, lo sollevo ed è bellissimo, lo abbraccio come se ci fosse la nonna al posto suo.
 
- Grazie nonna.
 
Mi infilo l'abito che mi entra perfettamente, mi guardo allo specchio.
Esco dalla stanza infilandomi il mantello, scendo le scale ed incrocio lo sguardo di Andrè che mi guarda con fare sorpreso.
 
- Sei bellissima...
- E non hai visto il resto, più tardi dovrai leggere una lettera che ci ha lasciato la nonna.
- Va bene, andiamo...
 
Ci dirigiamo fuori verso il nostro futuro....

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Capitolo 23
*** Uniti da Dio ***


 
23° capitolo
Uniti da Dio
 
 
Quattro persone in tutto...quattro anime legate all'amore. Mi dirigo insieme ad Andrè Alain e Nicole, verso una piccola chiesetta sperduta, li dovrebbe trovarsi un prete amico della nostra cara nonna, pronto ad aiutarci.
Arrivati davanti alla grande porta finemente lavorata, l'apriamo con moderazione... mentre sentiamo un canto lieve provenire dal fondo della chiesa.
Ci avviamo con fare lieve verso l'altare, dove troviamo inginocchiato a cantare una lieve canzone religiosa, un frate.
 
- Andrè secondo te  è lui?
- Non saprei Oscar dovremmo chiedere ma non vorrei disturbarlo- il tutto detto sottovoce.
 
Un leggero movimento del frate...l'ultimo verso e poi si alza girandosi verso di noi.
 
- Ohhhh benvenuti in questa umile casa di Dio, voi dovreste essere Andrè- gli porge la mano in segno di saluto- il famoso nipote della cara Marie, che il Signore la benedica, che donna.
- Si sono io Andrè, piacere di conoscervi padre Philippe giusto?
- Giusto ...giusto figliolo... e tu devi essere la donna con il nome da uomo, mi sembra di ricordare....Oscar giusto?
- Padre avete indovinato si quello è il mio nome, piacere di conoscervi.
- Piacere mio cara, questi devono essere i vostri testimoni se non sbaglio.
- SI ...lui è il mio caro amico Alain e la sua compagna Nicole.
- Ohhhh che piacere ragazzi,  allora ho saputo tramite la carissima Marie, che avete intenzione di sposarvi e che lei essendo nobile non può sposare te giusto Andrè?... ma io farò uno strappo alla regola... ti dò del tu non sono abituato al voi, noi siamo gente umile, non badiamo a certi dettagli.
- Non si preoccupi a noi non interessa, basta che ci unisce in matrimonio.
- Va bene siete pronti allora?...forza ragazzi inizia a fare buio....
 
Ci dirigiamo verso l'altare...inizia a dire le parole di rito mentre io sciolgo il mio mantello lasciando intravedere l'abito della nonna.
Il frate s'interrompe appena mi vede.
 
- Oh mio Dio, ma questo è l'abito di Marie...quanto tempo è passato.
- Ma veramente lo ha cucito in questi giorni, di notte.
- No no cara riconosco il vestito e sono sicuro che ha anche una tasca interna..
- Si ha una tasca interna... ma non c'è nulla probabilmente.
- Dovreste guardare meglio.
 
Apro la tasca trovando all'interno un involucro, è un piccolo foglietto con scritto qualcosa sopra.
 
- Dovete sapere che io ero il migliore amico di Lucienne, il nonno di Andrè, li aiutai io a scappare dai genitori di lui che non volevano questo matrimonio, sapete di Lucien vero?
- No...veramente la nonna non parla molto di queste cose.
- Sempre la stessa non cambierà mai...comunque, Lucienne era di nascita nobile e Marie era la figlia del garzone che veniva da lui, nel suo palazzo una volta a settimana, un giorno Marie dovette sostituire il padre malato, s'incontrarono e si innamorarono...la sua famiglia se ne accorse e scapparono, io all'epoca avevo preso i voti da poco, li sposai. Guarda li dentro ti stupirai.
 
Apro il foglietto e dentro trovo poche parole ed un anello.
 
" Amore mio, lascio la mia casa ed il mio mondo solo per te, ma non ho ne rimpianti e rimorsi, ti amo immensamente e niente potrà più dividerci.
Lucien"

 
Guardo la fede e dentro vi trovo una L ed una M, è la fede della nostra cara nonna, un suo regalo d'amore per noi.
 
- Bando alle ciance, mi sto emozionando a ripensare al passato, forza ragazzi.
 
Con gli occhi lucidi pronunciamo le nostre promesse, mentre Andrè infila al mio dito, l'anello della nonna che tocco con affetto.
 
-Ragazzi vi dichiaro marito e moglie, Andrè puoi baciare finalmente la sposa.
 
Ci guardiamo negli occhi carichi d'emozione.
 
- E dai finalmente è tua moglie  Andrè, ora dovresti baciarla, abbiamo fatto tanto per questo, vero Nicole?
- Si Alain...
 
Finalmente arrivò il tanto agognato bacio, prima dolce e poi passionale..
 
- OHHHHH...Andrè per quello c'è tempo, siamo in chiesa trattieniti, va bene che finalmente siete sposati ma così è troppo.
- AAHHAHA Alain va bene hai ragione, sono solo felice finalmente di aver sposato la donna che amo più di me stesso.
- Ragazzi siete bellissimi, ma devo dirvi una cosa molto importante che Marie ha chiesto di farvi sapere...
- Un altro regalo? ...la nonna non si smentisce mai.
- Si ma è un documento che non potete aprire ora, ma solo nel caso in cui vi troveranno e vi chiederanno di dividervi, questo documento vi aiuterà.
- Grazie infinite, spero un giorno di poter ringraziare pure la nonna.
- OHH accadrà credetemi, ora dove andrete a vivere?
- Abbiamo intenzione di trasferirci al nord, vicino a Calais, se ci trovano prendiamo la prima barca che salpa per andare in Inghilterra.
- Figlioli che Dio vi benedica.
- Grazie ...- ringraziamo all'unisono.
 
Usciti dalla chiesa ci dirigiamo finalmente alla locanda, dove troviamo come concordato la cena tenuta al caldo.
Mangiamo con gusto e gioia, la nostra cena di nozze, non ha nulla di nobile e artificiosa, ma  a noi basta così.
 
- OHHHH.... - Alain si alza dal tavolo toccandosi la pancia- penso di aver mangiato troppo ...su alzati Nicole è giunta l'ora di smaltire un pò non credi?...forza andiamo a festeggiare, e soprattutto voi piccioncini...buonanotte.
- Andiamo anche noi?
- certo finalmente sei mia moglie, sono così felice.
 
Gli prendo la mano e saliamo su per le scale non smettendo di guardarci, apro la porta mentre lui sposta una ciocca dei miei capelli lasciando dei baci lievi sul collo.
Entrati nella stanza al buio sento le sue mani sciogliere piano i nastri del corsetto, mentre con la bocca continua a baciare il mio collo.
 
- Ci pensi Oscar che se la nonna e Alain non ci avessero aiutato, saresti con il conte in questo momento? ...
 
Mi giro verso di lui guardandolo negli occhi.
 
- Non parliamo di lui stanotte ti prego, invece hai smesso di baciarmi e non si fa, continua su...
 
Mi prende il viso baciando le mie labbra come se volesse mangiarle, in un attimo mi trovo nuda davanti a lui, iniziando ad amarmi con passione e tutto l'amore che ha dentro, il Conte per il momento è lontano, stanotte siamo solo io e mio marito, il resto per il momento non conta.
 

§§§

 
 
- Non può...non può averlo fatto veramente, ti troverò Oscar e finalmente sarai mia, chi ha osato pagherà con la vita per il danno che mi ha creato....Andrè sei un uomo morto.
Nello stesso attimo in cui i due innamorati si amano, un altro uomo medita vendetta sorseggiando l'ennesimo bicchiere di vino davanti ad un camino con il fuoco ormai quasi spento.


Grazie di cuore a tutti, a chi legge, a chi mi segue e chi mi recensisce sempre. Per chi aspetta con la pala in mano, tranquille arriverà il vostro momento, un grazie particolare a Love Candy per la bella recensione dell'ultimo capitolo e per averti tra di noi in quest'impresa per me titanica. Un abbraccio sincero anche a chi legge silenziosamente ma siete sempre presenti.
 Orny

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Capitolo 24
*** Fersen ***






24° capitolo 
Fersen

 
Il fuoco acceso in un camino illumina la stanza, dove due anime si amano in modo appassionato;  dopo gli ultimi gemiti e sospiri, l'uomo si sposta dalla sua amata sdraiandosi sul letto tirandola a sè.
 
- Ti vedo pensieroso...sei diverso ultimamente.
- mmm...
 
Alza le coperte alzandosi dal letto mentre lei, seduta, copre il suo seno nudo con il lenzuolo.
 
- Il mio piano non ha funzionato... - si gira verso di lei salendo sul letto e guardandola negli occhi già pieni di lacrime- io vi amo mia Regina...mio unico fiore... ma non possiamo continuare così devo prendere moglie, non voglio infangare il vostro nome  con l'amore che nutro per voi, mia cara Antonietta - prende il viso tra le sue mani - io vi amo con tutto il cuore, ma non posso.
- Io non capisco...non capisco, perchè proprio lei?... con tante dame a palazzo consenzienti, perchè proprio Oscar?
- Perchè c'è qualcosa in lei che mi attira, non fraintendetemi io vi amo, ma lei ha qualcosa dentro....- appoggia le mani sulla scrivania accanto al letto- ha dentro di sè qualcosa di selvaggio e pieno di passione, potrei considerare di avere una famiglia che con voi non potrei avere.
 
Un rumore di passi  si sente nell'aria, mentre una mano arriva all'altezza della sua spalla sinistra facendolo girare verso di sè.
 
- Ho capito.... voi mi avete usato Hans, non mi amate come dite per andare a cercare altrove l'affetto che io non potrei darvi.
- Vi sbagliate, il mio cuore piange per voi  ma non posso farvi del male, ma devo andare avanti, voi avete il Re ed i vostri figli...io non ho nessuno...
- Voi avete me...  non vi basto?
 
Calde lacrime scendono dagli occhi lucidi di Maria Antonietta, mentre lui l'attira a sè baciandole la fronte.
- Il mio cuore sarà sempre vostro.


§§§


 
Il giorno seguente, di buon mattino, il conte si dirige verso il palazzo della famiglia Jarjayes, per un colloquio con il padre di Oscar.
Ad aprire la porta è  la nonna di Andrè.
 
- Buongiorno, vedo che siete ancora alle dipendenze del Generale, avrebbe dovuto buttarvi fuori di qui per quello che avete fatto.
- Buongiorno a lei signor Conte, il generale l'aspetta nel suo studio e non credo sia di vostro interesse il fatto che io sia ancora alle  sue dipendenze in questa casa, prego si accomodi.
 
Entra nello studio trovando davanti a sè il Generale, seduto davanti alla sua scrivania.
 
- Signore, il conte di Fersen è qui, posso farlo entrare?
- Si Marie, fallo entrare.
- Buongiorno signore.
- Buongiorno signor Conte.
- Avete notizie di vostra figlia? ... vedo ancora la cameriera...la nonna di quell'Andrè, ancora qui dopo quello che ha fatto a voi ed alla vostra famiglia.
- Marie non ha fatto nulla alla nostra famiglia, è una serva devota ma è anche una nonna che ha a cuore la sorta del suo unico nipote.
- Quindi voi giustificate il comportamento sbagliato di questa donna?
- Io non giustifico nulla signor Conte, sono adirato con lei, terribilmente adirato, ma lei mi ha cresciuto, è una presenza fissa nella mia vita ed in quella della mia famiglia, ha solo agito d'istinto per il bene di suo nipote, cosa che io non ho fatto per mia figlia; ho agito solo per il mio volere e non ho ascoltato i desideri di lei...mi sono imposto come al solito evidentemente sbagliando.
- Quindi voi mi state dicendo che approvate la scelta di vostra figlia?...di essere scappata con un servo...un essere di bassa lega?
- Come vi permettete?...- si alza dalla sedia lasciandola cadere a terra visibilmente adirato-  Andrè non è un servo e non lo sarà mai, per me è stato come un figlio e non c'è persona migliore accanto ad Oscar.
- Fate come credete io cercherò vostra figlia e la sposerò con o senza il vostro consenso, e ora vi prego di scusarmi ma devo andare a cercarla, con permesso.
 
Il conte, con fare veloce, esce dalla casa con impeto, terribilmente adirato dalla discussione con il generale.
Sale sul suo cavallo correndo a velocità verso la propria dimora, mentre pensa.
 
- Vi troverò, giuro sulla mia stessa vita che vi troverò....

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Capitolo 25
*** Passione ***



25° capitolo
Passione

 
 
Saliamo le scale lentamente...assaporiamo ogni attimo della nostra unione, senza correre...abbiamo tutto il tempo.
E' già tarda sera ed ormai tutti sono andati a dormire, apro la porta piano trovando davanti a me il camino acceso e sul letto tanti petali di rose bianche, mi giro verso Andrè sorpresa.
 
- Andrè?...
 
La porta si chiude lasciando dietro di noi tutto, siamo solo io e lui ora e nessun altro.
 
- Cosa significa Andrè?...sei stato tu vero ad organizzare questo?
 
Due braccia forti mi stringono tirandomi a sè, un respiro caldo sul mio collo ed un sospiro, alzo la mano sinistra accarezzando mento e capelli.
 
- Andrè...perchè non mi rispondi?... è stata una tua idea vero?...non credo sia stato Alain...
 
Un altro sospiro...una carezza sul mio fianco sinistro, la sua bocca vicina al mio orecchio...quasi in modo impercettibile, lo sento parlare.
 
- Si Oscar...sono stato io, volevo una cosa romantica per la nostra prima notte da marito e moglie, non ti piace?
 
Mi giro verso di lui e senza proferir parola, lo bacio sulla fronte sussurando.
 
- Cosa farei senza di te...
 
Scendo piano baciando il naso ....le guance ed infine la bocca.
 
-Io ti amo Andrè...ti amo...ti amo...
-Oscar il mio cuore muore d'amore per te e finalmente sei mia...
 
Il bacio dapprima dolce e tranquillo...inizia ad essere carico di possessione e ardore, un fuoco che brucia, che scalda e ti riempie il cuore.
 
-Oddio...morirei senza le tue labbra...i tuoi baci e le tue carezze, sei una donna splendida e così passionale...
 
Abbasso le mani sul suo petto piano...
 
- Oscar...
 
Mi mordo il labbro guardandolo fisso negli occhi...
 
- Oscar... cosa fai?...Oscar...
 
Mi abbasso piano guardandolo dal basso, non siamo mai andati così oltre i nostri desideri ma forse è giunto il momento.
E'una cosa nuova per me, sento le sue mani nei miei capelli mentre io amo la sua parte più intima...lo venero...è tutto così strano.
Sento il piacere invadermi tutta e non solo io...alzo lo sguardo trovando il suo sognante, deve piacergli molto la mia adorazione; ad un tratto mi sento sollevare fino ad incontrare i suoi occhi...incrociando il suo sguardo, lo trovo carico di desiderio e d'attesa.
 
- Oscar...così mi farai morire...
- mph... non sei contento?...se non sono stata brava...- mentre mi giro per andarmene- vado dal conte, penso che lui si ne sarebbe felice...
 
Vengo tirata per un braccio e  verso di lui...
 
- Eh no cara mia...lui no.
 
Le sue mani scivolano lungo il mio corpo facendo cadere il vestito, mentre baci appassionati mi divorano tutta...
 
- Oscar...oddio...
- Andrè ti prego...non resisto più se continui così.
- Oscar, io...io voglio...
- Andrè....- prendo il suo viso tra le mani- lo voglio anch'io e tu non sai quanto e ora che siamo marito e moglie, ti voglio più di prima...voglio che resti in me...ancora ci penso sai?...
 
Il suo sguardo verso di me vale più di mille parole.
 
- Abbiamo sofferto... ancora è grande il mio dolore Andrè, ma lo voglio con tutto il cuore.
- Basta parlare ....e cosi sia.
 
Le sue mani calde accarezzano frementi il mio corpo mentre gemiti e sospiri riempiono la stanza...lo amo in tutti i modi, rimane dentro me più volte in preda alla passione, non lo fermo ...non lo blocco, voglio sentirmi donna in tutto e per tutto, voglio un altro essere mio e suo dentro di me da amare.
Il sole sorge...un altro giorno ha inizio...la nostra vita ha inizio.

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Capitolo 26
*** Tempesta in arrivo ***







26° capitolo
Tempesta in arrivo


 
Rumori di passi in lontananza, la domestica che urla parole incomprensibili, mentre imperversa la tempesta fuori le mura di questo castello; passi concitati si sentono da lontano...qualcuno bussa alla porta.
 
- Vi prego ...non potete entrare, il signor conte non vuole ricevere nessuno...
- Levatevi...devo parlare con il conte subito, è estremamente importante.
 
Si apre la porta della stanza con forza.
 
- Luise...cosa avete da urlare...oh Jerome siete voi, prego entrate.
- Scusate signor Conte, ma vi porto notizie importanti.
- Prego accomodatevi....Luise preparate una tazza di thè per il nostro ospite..
- Subito signor Conte...
- Prego accomodatevi...
 
Tolto il mantello, Jerome si accomoda davanti al fuoco acceso per asciugarsi.
 
- Avete notizie importanti da darmi?
- Si signor Conte...tramite una cameriera del palazzo Jarjayes, con cui ho molto legato, ho saputo che Madamigella Oscar e il suo servo, sono fuggiti da una porta sul retro aiutati dalla nonna di quest'ultimo...
- Si questo lo so...voglio sapere dove sono andati..
- Ecco, questa ragazza ha sentito, mentre era ben nascosta, che la coppia doveva arrivare fino a Calais per  fare non so cosa, non è riuscita a sentire bene, e poi partire per l' Inghilterra.
 
Di scatto il conte si alza dalla poltrona facendo cadere le tazze di thè appoggiate sul tavolino di fronte a lui.
 
- Maledetti....- mentre stringe le mani a pugno davanti al camino, guardando il fuoco- non arriveranno mai In Inghilterra; Jerome...preparati alla partenza...Luise avverti Philippe di prepararmi subito il mio cavallo....
- Subito signor Conte.
 
I preparativi sono in atto, mentre il conte sempre più adirato, gira per la stanza.
- Signore.... i cavalli sono pronti.
- Grazie Jerome....
Sale sul cavallo in preda alla rabbia  ed il nervoso.
 
§

 
- Oscar...svegliati è tardi, dobbiamo salpare tra due ore e tu dormi.
 
Apre gli occhi piano piano, beandosi delle carezze che lui le offre sul suo viso.
 
- Andrè...ohhh Andrè, cosa mi hai fatto? io il soldato, la donna di ghiaccio, mi sento così diversa, così viva.
-Oscar...
 
Mentre piano la bacia sul naso e sulla bocca.
 
- Oscar, cosa hai fatto tu a me...dobbiamo alzarci e prepararci per la partenza, non vedo l'ora di partire.
-Anch'io, la Francia e la nonna mi mancheranno tanto.
- Già...
 
Si alzano ed iniziano a prepararsi...passa un ora e sono pronti alla partenza, pagano la locanda mentre si avviano fuori per sistemare le borse.
 
- Alain e Nicole...grazie, senza di voi...
- Andrè smettila non devi ringraziarci...era giusto così, ora forza andate si è fatto tardi...
- Alain... grazie.
- Oscar...anzi madame è stato un onore per me aiutarvi.
 
Salgono sui rispettivi cavalli...diretti verso il porto di Calais, non sanno ancora che qualcun altro li sta raggiungendo.



Capitolo piccolo di transizione, ma non temete pubblicherò molto presto...preparate le pale. Un abbraccio a tutti a chi legge, recensisce e chi legge soltanto Orny :*

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Capitolo 27
*** Delirio ***





27° capitolo
Delirio

 
Siamo sui nostri cavalli e non mi sembra vero; finalmente ho sposatol'uomo della mia vita, dopo tanti problemi.
Ci dirigiamo verso il porto, con la speranza di non perdere la nave per l'Inghilterra. Lascerò per sempre il mio paese, ma non mi interessa.
Mentre galoppiamo, mi giro verso mio marito.... mio marito è strano dire questa parola; tante volte siamo stati insieme, ma stanotte c'era nell'aria qualcosa di magico...come se fosse stata la nostra prima volta, una sensazione bellissima.
Mi giro incrociando il suo sguardo carico d'amore nei miei confronti, avvistiamo il porto in lontananza e rallentiamo il passo.
 
- Oscar... siamo quasi arrivati
- Si Andrè finalmente, voglio lasciare al più presto questo  posto.
 
Siamo quasi arrivati a destinazione quando ad un tratto ci sentiamo chiamare.
 
- ANDRèèèèèè .....OSCARRRRRR.... ANDATE VIAAAA...
-ALAINNNN...COSA SUCCEDE?
 
Dopo aver ripreso fiato, inizia a parlare.
 
- Mentre stavo per accompagnare Nicole... ho visto un movimento particolare in giro, troppo rumore, mi giro e trovo il conte a cavallo con due uomini al seguito.
- Cosa?...ti avrà seguito?
- Non credo...prendete subito la nave, presto.
- Andrè andiamo non possiamo perdere altro tempo.
- Si Oscar... addio Alain e grazie di tutto.
 
Ci avviamo verso la nave, ci mettiamo in fila per fare caricare i cavalli quando ad un tratto.
 
- Fermatevi....FERMATEVIIIIIIII
 
Quella voce...non è possibile.
D'un tratto vediamo tutta la fila dietro di noi dividersi e far passare lui...il conte.
 
- Oscar ...cosa fate? non potete andare via.
- E invece si caro Conte...voi non avete nessuna parola su di me, non sono vostra.
- Vi sbagliate...VOI SIETE MIA.
 
Prende il mio polso stringendolo fortemente e tirandomi a sè....
 
- NOOOOO....
 
Mi giro e trovo Andrè trattenuto dai due uomini del conte.
 
- Lasciate stare mia moglie...lasciatela.
 
Il conte furente si gira verso di lui.
 
- MMM... picchiatelo.
- Ma signor Conte, c'è molta gente qui.
 
 Si gira verso la fila e con fare arrogante dice
 
- Voi non avete visto nulla ...è CHIARO.
 
La gente si gira dall'altro lato, lasciandomi sorpresa.
 
- Fersen...lasciatemi...lasciatemi.
- Quindi siete sposata...mi dispiace mia cara ma non è legittimo essendo lui un povero in canna, il vostro matrimonio è nullo...
- NOOOO.... 
-  Oh mia cara invece si....voi  tra due giorni sposerete me...
 
Mi prende il viso dandomi un bacio forte ed arrogante, con la mia mano afferro il suo viso graffiandolo.
 
- AHHH... cosa avete fatto...voi non capite, più fate così e più ho voglia di sposarvi...
- NO... non vi sposerò mai...
 
Mi giro verso Andrè e trovo una scena terribile di fronte ai miei occhi...è accasciato a terra mentre quei due vili lo picchiano senza pietà....cerco Alain ma non lo trovo.
 
- ALAINNN...ALAINNN... 
-E' inutile...è svenuto dopo un bel colpo in testa ricevuto poco fa....mi dispiace mia cara nessuno può aiutarvi.
 
Mi giro di nuovo verso Andrè, cercando di districarmi dal conte... ma non mi lascia spazio, mi trascina con sè, facendomi salire sul suo cavallo.
 
- Salgo con voi Oscar...siete troppo furba riuscireste a scappare... 
 
Lo guardo con rancore mentre lui tocca la mia fede al dito, sfilandola.
 
- Questa non vi serve più.
- NOOOO...
 
La lancia verso Andrè, distrutto a terra dopo esser stato lasciato dai suoi aguzzini.
 
- Se solo si avvicina a voi...verrà ucciso, quindi o il matrimonio con me oppure la morte di Andrè...la decisione è vostra.
 
Guardo Andrè a terra pieno di sangue e dolorante.
 
- O..Oscar..
- Scelgo il matrimonio...ma voi non avrete mai il mio cuore.
- Mmmm... il vostro cuore non mi interessa...il vostro corpo si...quindi cercate di essere appassionata se non volete la morte di Andrè.
 
Il cuore dopo queste parole mi si spezza in due, non voglio pensare a ciò che potrebbe accadere, voglio scendere da cavallo ed andare da Andrè.
Alzo lo sguardo verso di lui e lo trovo svenuto per terra...è conciato molto male e non posso neanche aiutarlo, da lontano sento delle urla, è Alain barcollante.
 
-ALAAINNN.. TI PREGO AIUTA ANDRE'..
 
Mentre il cavallo s'impenna partendo al galoppo; mi giro con fatica e vedo Alain che cerca di svegliare Andrè.
Andrè... cosa farò ora senza di te.


Abbiate pietà...c'è ancora molto da scrivere, ma tenete al caldo pale e ruspe. Grazie infinite per la pazienza che avete seguendo la mia storia, un abbraccio a tutte Orny :*

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Capitolo 28
*** Cure ***




~ 28°~
Cure


 
- Andrè... Andrè...svegliati...svegliati!... E adesso cosa faccio?...
 
Alain alza lo sguardo da Andrè alla ricerca di qualcuno disposto ad aiutarlo, ma trova solo accanto a sè gente indifferente, si avvicina, cerca un appoggio ma non lo trova.
 
- ACCIDENTI....E SE FOSSE VOSTRO FIGLIO?...DANNAZIONE!
 
Si gira verso il corpo del suo amico riverso a terra sanguinante.
 
-Andrè... ci sono io qui..- mentre cerca di svegliarlo schiaffeggiando il suo viso- mi senti?...
- Figliolo, ti aiuto io...
 
Alain, sorpreso, si gira verso la voce dietro di lui.
 
- Mi chiamo Marcel e sono il medico del paese, carichiamolo sul mio carretto cosi che possiamo portarlo a casa mia per curarlo.
- Oh grazie grazie infinite...- si gira verso Andrè- non ha ancora preso conoscenza, dannazione non si merita tutto questo.
- Forza ragazzo non perderti d'animo, sembra forte riusciremo a salvarlo... andiamo.
 
Alain ed il dottore caricano sul carretto Andrè ancora incosciente, iniziano a camminare fino ad arrivare in una stradina che fa ad angolo con la strada principale.
 
- Siamo arrivati... Elise...Elise...
- Si padre?... eccomi.
 
Dalla porta esce una ragazza, la figlia del dottore, piccolina di altezza ma con un viso dolce da bambola e dei grandi occhi neri.
Alain appena la vede rimane folgorato da tale bellezza...diversa dal tipo di donna che frequenta abitualmente.
 
- Forza ragazzo...non stare qui imbambolato su.. aiutami se vuoi che il tuo amico viva.
- Si subito...Andrè svegliati....
 
Un leggero mugolio si sente da parte di Andrè... Alain lo guarda in viso constatando l'imminente risveglio; lo prendono in braccio.
 
- Prego... ho sistemato il letto di là, padre.
- Hai fatto bene tesoro...forza!
 
Elise apre la porta facendo entrare i due uomini con il ferito.
 
- Ecco ...- mentre adagiano Andrè, piano sul letto-  allora Elise riscalda l'acqua e porta delle bende pulite...mentre tu ragazzo... non so neppure il tuo nome.
- Alain ...mi chiamo Alain... 
- Dobbiamo spogliarlo e pulirlo, devo constatare se ha subito fratture...mi auguro di no; ELISE? ... a che punto sei?
- Arrivo padre... eccomi.
 
Entra nella stanza tenendo  in mano un secchio colmo d'acqua calda, Alain vedendola in difficoltà, si avvicina a lei prendendole il secchio.
 
- Grazie Monsieur...
- Dovere madamigella...
- Forza forza, non abbiamo tempo da perdere su, Elise prendi le bende e tu Alain  spoglialo con molta delicatezza.
- Subito...
- Come si chiama il vostro amico, Alain?
- Si chiama Andrè, ed è un caro amico.
- Sono arrivato tardi, non ho visto quello che è successo... ma anche tu sei ferito, Elise appena finiamo di spogliare Andrè, pulirai le ferite di Alain mentre io mi dedicherò a lui...- indicando Andrè.
- Va bene padre...
 
Dopo aver spogliato Andrè ed averlo ripulito, il dottore inizia minuziosamente a controllare lo stato fisico del ragazzo.
 
- Mmm... ha delle brutte ferite, sul mento ed una costola rotta...lo hanno pestato per bene, che bruti.
- Oscar...Oscar...
- Oh Andrè... sei sveglio.
 
Il povero Andrè apre piano gli occhi osservando, con difficoltà, le persone accanto a lui.
 
- La testa mi scoppia... non riesco a respirare...- d'un tratto s' alza a sedere-  Oscar... Alain dov'è Oscar?...ahy...che male...
- Ohhh non si deve muovere... ha una costola rotta non dovrebbe....
- Una costola rotta?....ah ora ricordo...- si gira verso Alain- Non mi dire che se l'è portata via ti prego..
- Mi dispiace Andrè...non sono riuscito a prenderla, il conte è stato molto furbo, mi hanno colpito ed anche a te.
- Devo andare da lei, non è al sicuro con lui.
 
Cerca nuovamente di alzarsi dal letto, Alain, con tutta la forza che ha, lo butta giù con fare poco elegante.
 
- Oh ragazzo fai piano...
- Non si preoccupi dottore, solo così riesco a fare rinsavire questo testone... senti..- verso Andrè- io lo so che è pericoloso e vuoi essere li con lei, ma non puoi muoverti, andrò io solo, anche se non so come entrare in casa Jarjayes, a parlare con tua nonna... ci vorrebbe un piano.
 
Alza lo sguardo verso Elise.
 
- Idea... dottore vostra figlia potrebbe venire con me, entrare in casa facendosi passare per una parente della nonna e parlare con lei.
- Oh figliolo, non posso mandare mia figlia con un uomo da sola, ne risentirebbe la sua reputazione, non è Parigi qui è un paesino, la gente parla.
- Padre... non vi preoccupate, partiremo stanotte nessuno ci vedrà, dobbiamo aiutare queste persone, sembrano tanto buone e sincere...- si gira verso Alain- credo di capire che il nome Oscar sia in realtà di una donna giusto?
- Giusto..
- E lui l'ama, ma per un caso del destino sono stati divisi, non è così?
- Si avete ragione, un uomo ha intenzione di prenderla in moglie e loro si sono sposati di nascosto, ma li ha separati essendo lui un uomo borghese e lei una nobile.
- Oddio è terribile, Elise hai ragione, partirete stanotte e spero che tutto si risolva.
 
Si girano verso Andrè,  di nuovo caduto in un sonno senza sogni.
 
- Ha ricevuto una brutta botta in testa, a proposito figliolo anche voi, io continuo a medicare il ragazzo, Elise occupati di lui.
 
Seduto su di uno sgabello basso, Alain guarda dal basso verso l'alto questa ragazza che con fare gentile, pulisce la sua ferita.
 
- State tranquillo Monsieur, aiuteremo il vostro amico.
- Non so come ringraziarvi...
- Non c'è bisogno, ecco ora è tutto apposto.
 
Passano le ore, la carrozza del dottore è pronta per partire.
 
- Figlia mia stai attenta, mi raccomando e tu riportamela tutta intera, buona fortuna io mi prenderò cura del vostro amico.
 
Partono alla volta di Parigi, sperando che tutto si sistemi per il meglio.


Grazie infinite a chi segue questa storia, come vedete ho lasciato tranquillo il conte, ma voi non abbassate la guardia nel prossimo sarà presente, era doveroso rassicurare tutte voi delle condizioni fisiche del nostro amato Andrè.
 Come avete notato,  è entrata un'altra donna ad allietare il nostro Amicone Alain,  Nicole non farà più parte della storia, essendo andata via verso una nuova vita; ma ora c'è Elise.
Grazie a tutti ed un abbraccio sincero Orny :*

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Capitolo 29
*** Gabbia dorata ***





~  29 °~
Gabbia dorata


 
Scendo da cavallo, dopo una lunga corsa. Il mio cuore è in pena, non so come sta Andrè, vorrei essere lì con lui curarlo ed accarezzarlo; invece no, mi giro incrociando lo sguardo del conte, sembra contento del risultato ottenuto.
 
- Perchè mi avete portato nel vostro palazzo...riportatemi indietro, non avete diritto di...
 
Lui prende i miei polsi bloccandoli dietro la mia schiena.
 
- Io non avrei diritto?...Ho più diritto io nei vostri riguardi che quel servo che vi portate sempre dietro.
 
Cerco di divincolarmi dalla sua ferrea presa, senza successo.
 
- E' inutile che vi muovete così Oscar...siete come una gatta selvaggia...riuscirò a domarvi non temete...
 
Lo guardo negli occhi ed un brivido mi passa per la schiena...il suo sguardo mi fa paura.
 
- Non mi avrete mai...scordatevelo.
- NO ... - iniziando a strattornarlo, ma senza successo  - ancora non lo avete capito?...mi sposerete con o senza il vostro consenso...venite..
 
Mi trascina per le scale del suo bel palazzo.
 
- Un giorno tutto questo sarà vostro...
- Non me ne importa nulla...potete tenervelo.
- BASTA...- mi strattona le spalle - Ora riposatevi siete stanca ed affamata, Juliette vi porterà l'acqua per farvi un bagno e dei vestiti puliti, vi aspetto nel salone per la cena, cercate di essere puntuale.
 
Esce lasciandomi in una stanza molto grande, piena di affreschi e oro... mi avvicino al letto appoggiando la testa sul baldacchino, mentre una lacrima scende giù.
 
- Dove sei Andrè...chissà se sei ferito...
 
Mi siedo sul letto prendendo la testa tra le mani, sono disperata ed il non sapere come sta lui mi rende ancora più agitata e nervosa.
Sento bussare alla porta, asciugo con una mano, il mio viso pieno di lacrime.
 
- Avanti..
- Signora, sono Juliette, ho portato l'acqua per il vostro bagno e dei vestiti puliti.
- Entra pure...
 
Apre la porta una ragazzina minuta dal volto dolce.
 
- Oh signora siete ferita...
 
Si avvicina a me con fare sorpreso.
 
- Vi prego posso aiutarvi?...perdete sangue dalla fronte.
 
La guardo e mi sembra davvero dispiaciuta
 
- Si Juliette... 
 
Le sue mani delicate puliscono per bene la ferita, un odore di rose mi entra nelle narici, mentre con una pezza imbevuta mi deterge il viso.
 
- Siete una donna incantevole, ha ragione il conte a volervi prendere in moglie.
 
Abbasso lo sguardo.
 
- Oh vogliate scusarmi, non volevo urtarvi con le mie parole, non parlerò più.
- Non preoccuparti Juliette, è solo un graffio...sai i tuoi modi di fare assomigliano molto alla mia governante...anche lei mi avrebbe curato e pulito con l'acqua di rose.
- Ne sentite la mancanza signora?....
- Moltissimo...
- Allora spero di essere allo stesso livello... prego la vasca è pronta.
 
Mi denudo ed entro nella vasca piena d'acqua calda e con essenze di rose, Juliette inizia a lavarmi la schiena...mentre i miei pensieri volano lontano.
Dopo un pò di tempo esco dalla vasca, mentre inizio ad asciugarmi seguita dalle cure amorevoli di Juliette.
Sul letto trovo adagiato un vestito blu di buona fattura, molto semplice con dettagli di fiori nelle maniche.
 
- Dovrei indossare questo?...
- Si signora, il conte ha espresso il desiderio di vedervi in abiti femminili.
- Maledizione...
 
Stringo le dita nel palmo della mano facendomi male con le unghie.
 
- Oh vi prego signora non fate così, se non vi vestite  verrò punita.
- No...mi vestirò, non preoccuparti Juliette sei stata così gentile con me, non vorrei che ti punissero per colpa mia.
 
Inizio a vestirmi, e grazie alle sapienti mani di Juliette, mi ritrovo nuovamente con un abito da donna.
 
- Signora, siete incantevole.
 
Guardo lo specchio accarezzando il mio riflesso.
 
- Bellissima e triste direi...mia signora.
- Portatemi dal conte...
 
Ci dirigiamo nel salone dove verrà effettuata la cena, entro ed è una sala enorme con un grande tavolo al centro apparecchiato solo per due commensali.
Dal suo posto, il conte si alza venendo nella mia direzione...è splendido nel suo vestito dorato...presunzione ed eleganza, arroganza e diamanti.
 
- Oscar, siete splendida...grazie Juliette potete andare.
 
La cameriera saluta e ci lascia soli.
 
- E' inutile che fate così Fersen, non mi comprate con il lusso ed un paio d'abiti finemente lavorati.
- Mmm...questo lusso vi piacerà quando sarete la mia devota sposa.
 
Mi siedo sul mio posto mentre lui fa lo stesso nel suo.
Inizia la cena...ma ho un nodo allo stomaco, ripenso a lui, ai suoi occhi e all'amore che provo per il mio Andrè.
 
- Oscar...è inutile che pensate a lui.
- Avete sue notizie, sapete se sta bene?...
- Non so nulla e se anche sapessi, non ve lo direi.
 
Stringo il tovagliolo tra le mani, arrabbiata e furente.
 
- Mangiate ...si fredda.
- Non ho fame...
- E invece dovete... 
 
Lo guardo in viso, sono in trappola, una gabbia dorata senza via di fuga.
 
La cena finisce ...ma io non ho gustato nulla.
 
- Tra due giorni sarete mia moglie, spero in un sorriso davanti all'altare.
- Mph... non avete pensato che potrei essere già incinta di un figlio di Andrè?
 
Il suo sguardo da prima sorpreso cambia in adirato, si alza sbattendo le mani sul tavolo.
 
- Anche se fosse ... è inutile, sposerete me e se siete rimasta incinta, faremo finta che sia mio..
 
Mi alzo anch'io dalla mia sedia facendola cadere  a terra.
 
- Siete un diavolo...
 
Esco dal salone chiudendomi la porta alle mie spalle, mi avvicino alla finestra, mentre vedo scendere la pioggia ed una lacrima.
 
- Andrè dove sei....





Angolino Orny:
So che aspettate trepidanti di poter trucidare il nostro AMATO conte, manca poco, pochissimo. Vi ringrazio tutte, chi legge...chi recensisce e chi solo legge, siete importanti. Un abbraccio a tutte/i :*
 

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Capitolo 30
*** Ora o mai più ***




~30°~
Ora o mai più


 
 
E' quasi l'alba, il sole tra poco si affaccia per illuminare il giorno; una carrozza s'avvia con fare veloce per le strade di Parigi, un uomo ed una donna all'nterno di essa.
Lei dorme con la testa appoggiata sulle spalle massiccie dell'uomo seduto accanto a lei, è stanca e la strada per arrivare fino a palazzo Jarjayes è abbastanza lunga; seduto accanto a lei, Alain osserva i lineamenti delicati della fanciulla, il naso all'insù... la bocca rosea e a forma di cuore, la linea delle ciglia che si curvano nel sonno, i capelli di lei che sprigionano un odore intenso di lavanda, creano nel ragazzo un leggero turbamento, mai provato per nessuna donna conosciuta fino ad ora.
Una ciocca le sfugge dall'acconciatura, posandosi sulle labbra, con un dito lui cerca di spostarla, ma non riesce è come se fosse bloccato dal suo viso così bello, non vuole svegliarla, davanti ai suoi occhi vede un angelo, non vuole profanare, con il suo dito, un dono del cielo.
Una buca e la carrozza salta, gli occhi di lei si aprono rivelando il suo colore, bello come i prati in primavera.

 
- Oh monsieur mi scusi....- spostandosi da Alain- non so come ho fatto ad addormentarmi.
- Eravate un pò stanca mademoiselle...siamo quasi arrivati.
- Ditemi Monsieur, con chi dobbiamo parlare?
- Mademoiselle, voi dovete far finta di essere una nipote lontana della cameriera di casa Jarjayes, questa donna è la governante  e anche la nonna del mio amico Andrè, ci aiuterà a trovare sua moglie.
- Non sono a conoscenza  della storia, ma voglio aiutarvi...non mi piace chi si approfitta della brava gente.
- Avete ragione...
 
La carrozza si ferma, Alain si affaccia dalla portiera.
 
- Siamo arrivati, Andrè mi ha detto di cercarla dietro la casanell'entrata della servitù, andiamo.
- Si ...
 
Scendono dalla carrozza e si dirigono verso un'entrata secondaria trovando, davanti a sè, una ragazza con una cesta piena di pane .
 
- Mademoiselle, scusate vorrei parlare con Madame Marie Grandier...
- Oh si Marie è dentro le dico che siete qui, voi siete?
- Ehm...lei è Elise una nipote lontana di Marie, ditele che siamo qui.
- Aspettate un attimo, arriva subito.
 
I due ragazzi si guardano, mentre si sentono delle voci da lontano.
 
- IO HO SOLO UN NIPOTE... CHI MAI PUò ESSERE...
 
Dall'uscio della porta s'affaccia Marie, tutta ricoperta di farina.
 
- Oh Alain...siete voi, siete impazzito è pericoloso venire qui.
- Si lo so, infatti grazie a mademoiselle Elise, sono riuscito ad avvicinarvi.
- Cosa è successo, perchè siete qui?... Andrè? ...sono partiti?...vi prego ditemi di si.
- Ahimè no, madame... si sono sposati grazie all'aiuto del vostro amico, ma il giorno dopo il conte li ha trovati, ha fatto pestare a sangue Andrè e preso sua moglie, è pazzo madame completamente pazzo; non è qui in casa vero?... non l'ha portata qui, suppongo.
 
Marie, portandosi le mani al viso, guarda con rabbia e dolore, il viso di Alain.
 
- Non doveva accadere...è tutto perduto ormai, ditemi una cosa?...Sta bene mio nipote?...dove lo avete lasciato? ...è ferito?
- Madame, mio padre è il medico che sta curando vostro nipote, è in buone mani...ha delle costole rotte e qualche escoriazione, per il resto è tutto apposto.
 
Si avvicina verso la ragazza, accarezzandole il viso.
 
- Grazie tesoro, sono contenta che ci sia qualcuno con lui in questo momento....Alain, credo che madamigella Oscar sia dal Conte, andrò da lei e voi mi accompagnerete, lei verrà con me e voi aspetterete fuori, devo parlare con la mia bambina.
 
Passano le ore, dal retro del palazzo, i due ragazzi aspettano con ansia l'uscita della governante.
 
- Monsieur voi credete che riuscirete almeno a parlarle?
- Io non credo mademoiselle, ma vedrete madame Marie riuscirà nell'intento.
 
D'un tratto la porta si apre facendo palesare la presenza della nonna, con addosso un mantello con cappuccio, pronta ad uscire.
 
- Orsù giovanotto non abbiamo tempo da perdere, portatemi a casa del conte, e voi mademoiselle entrerete con me.
- Certo subito madame.
 
Salgono sulla carrozza, Marie si siede accanto ad Elise e di fronte a sè è seduto Alain.
 
- Pregate che riesca in questa impresa, il conte non è una persona con cui si può tranquillamente parlare.
- Avete ragione madame, per ogni problema io sono pronto ad usare le armi.
- Io mi auguro di no giovanotto, devo portare fuori di li Madamigella Oscar...
 
La carrozza attraversa la città fino a trovarsi davanti un maestoso palazzo.
 
- Madame Marie...- parla il cocchiere- siamo arrivati.
- Grazie Jerome...forza ragazzi, non perdiamo altro tempo.
 
Le due donne s'avviano verso il portone d'ingresso, bussano lieve...il maggiordomo chiede loro di farsi riconoscere.
 
- Madame...chi dovrei annunciare.
- Monsieur dite solo al signor Conte che Madame Marie vuole incontrare madamigella Oscar grazie.
- Ma siete due madame, l'altra signora chi sarebbe?
- Lei è mia nipote Elise, ed avrebbe il piacere di poter rivedere Madamigella Oscar.
- Aspettate qui, arrivo subito.
 
Dopo molti ed interminabili minuti...una presenza si palesa sopra la scala a guardare le due donne dall'alto.
 
- Buonasera madame, vedo che non vi siete arresa, Oscar resterà qui con me è inutile venire qui per farmi cambiare idea.
- Mph... buonasera signor Conte, come ben sapete io tengo molto a Madamigella, ho saputo di quello che è successo alle porte di Calais e della sorte di mio nipote Andrè, non vi nascondo che sono molto adirata con voi... ma voglio constatare con i miei occhi se Madamigella Oscar  sta bene, tutto qui.
- E la donna che è con voi cosa mi rappresenta?
- Lei è una mia nipote, vedendomi partire sola, ha voluto accompagnarmi.
- Madame, non fate scherzi come l'ultima volta o non la rivedrete più, Jean accompagna le due signore nella camera di madamigella Oscar.
- Subito signor conte.
 
La nonna non  guarda il conte, gli passa accanto con fare indifferente; Il maggiordomo apre la porta di una delle stanze nel secondo piano di questa grande casa.
 
- Prego madame, accomodatevi.
 
La nonna entra e subito trova Oscar davanti alla finestra che guarda fuori, da lontano sembra più magra, i capelli legati con un nastro blu e gli abiti maschili; si avvia piano verso di lei.
 
- Bambina...
 
Oscar sentendo la nonna si gira con fare veloce.
 
- Nonna sei tu....
 
Non c'è bisogno di parole, l'abbraccio arriva spontaneo.
 
- Nonna, gli ha fatto del male... se solo avessi qui con me la mia spada....
 
Dice ciò mentre stringe con forza le sue mani e lo sguardo carico di rabbia.
 
- Bambina, so tutto...se non fosse per questa cara ragazza che si trova qui con me ed Alain, non sarei qui.
- Lei chi è nonna?..
- Lei è Elise e suo padre sta curando Andrè a Calais
- Mademoiselle avete notizie di Andrè?...
- Madame non preoccupatevi...è in buone mani, mio padre è un bravo dottore...ha soltanto qualche escoriazione e uno o due costole rotte non ne sono sicura.
- Grazie ...grazie infinite, vi siamo debitori...Nonna...- girandosi verso di lei- cosa dobbiamo fare, io non ho nessuna idea e lui vuole sposarmi tra pochi giorni.
- Tesoro...non preoccuparti, per caso hai trovato una lettera dentro una tasca nel vestito da sposa?...
- Si... 
- Bene... devo avere il tuo permesso per parlare con il Generale...
- Mio padre?... NO... lui vuole che io mi sposi con il Conte..
-  Bambina, le vie del signore sono infinite, abbi fiducia in me...tornerò a trovarti, non stare in pena per Andrè è in ottime mani, anzi devi promettermi una cosa...
- Dimmi...
- Sii forte, non abbatterti non sei tu, voglio rivedere quella donna forte ed impavida che conosco e che mio nipote ama...
- Lo prometto...
- Ora vado, non vorrei far insospettire il conte....abbi cura di te.
 
Le lascia un bacio sulla guancia ed insieme ad Elise, dopo aver salutato, si avviano fuori.
 
- Madame... come avete visto è trattata come una regina.
- Monsieur...a cosa serve avere oro e ricchezze se il cuore piange?... vogliate scusarmi ma si è fatto tardi, tornerò a giorni per controllare come sta...
 
Escono fuori e ad attenderle dentro la carrozza, trovano Alain.
 
- Mi stavo preoccupando...cosa è successo là dentro.
- Alain... -mentre si leva il cappuccio- vai a prendere Andrè.
- Madame, ma è ferito...
- Non importa... fate venire pure il dottore con lui se può... io devo parlare con il Generale... ora o mai più... 



Angolo dell'autrice dispersa...
 
 Chiedo scusa a chi legge la mia storia, vi ho fatto attendere troppo, nel prossimo capitolo  la pala entrerà in azione... tranquille pubblicherò presto stavolta,  grazie a chi mi segue, a chi recensisce e anche a chi legge in silenzio, un abbraccio. Con affetto Orny :*

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Capitolo 31
*** Resa dei conti I° ***





~ 31° ~
Resa dei conti I°
 
Una corsa forsennata, il cavallo che ormai  è senza respiro...Alain sopra di esso che lo incita alla corsa, non c'è tempo da perdere bisogna prendere Andrè la nonna è stata chiara, anche se ferito deve tornare a casa, da lei e da sua moglie.
Arrivato davanti alla casa del dottore, scende da cavallo dirigendosi verso la porta, inizia a bussare senza pensare che è già notte inoltrata.
 
- CHI è CHE MI CERCA A QUEST'ORA DELLA NOTTE?...
- Dottore sono io Alain, l'amico di Andrè.
- Alain?...apro subito.
 
La porta si apre trovando davanti a sè, il dottore con la camicia da notte e l'occhio ancora addormentato.
 
- Oh benedetto ragazzo, a quest'ora si bussa nelle case della gente?...e poi dov'è la mia bambina?....
- Non preoccupatevi, vostra figlia è in buone mani, devo portare via con me Andrè.
- Non potete ragazzo mio, ancora non può muoversi, le costole gli fanno male.
- Non avete capito, devo portarlo via con me, è questione di vita o di morte.
- Di morte?... - Andrè alzatosi dal letto ed affacciato dalla porta della sua camera- Alain dimmi che Oscar sta bene...ti prego.
- Andrè, Oscar sta bene la nonna mi ha chiesto di riportarti a casa anche se moribondo, devi tornare, tua moglie ha bisogno di te.
- Dimmi cosa le è successo.
- Si trova dal Conte...Andrè, vuole sposarla è pazzo.
- Non può farlo, io e lei siamo sposati...davanti a Dio e dei testimoni.
- Andrè...a volte non ti capisco, lui può far annullare tutto...forza vestiti ed andiamo.
- Alain, vengo anch'io con voi...
- Ma dottore..
- Niente ma...Andrè è un mio paziente, e non è in grado di camminare, io vi potrei essere d'aiuto.
- Va bene dottore...andiamo.



§

 
Palazzo Jarjayes
 
La nonna si aggira per casa, in attesa di essere ricevuta dal Generale. Strofina le mani in segno di nervoso, sa cosa dire al padre di Oscar, ma non è tranquilla e la situazione è molto delicata.
 
- Entrate Marie...
 
La nonna apre la porta entrando nel grande studio del Generale. Lui è in piedi davanti alla finestra che guarda fuori con fare assorto.
 
- Marie... di cosa volevate parlarmi.
- Signore, so che ultimamente la mia situazione in casa è complicata per via di quello che è successo tra vostra figlia e mio nipote, non vi chiedo di perdonarmi perchè ho fatto tutto questo con il cuore, voglio molto bene a vostra figlia come se fosse mia...
- Si...- ancora dandogli le spalle.
- Purtroppo ho avuto notizie non troppo felici, che riguardano vostra figlia.
 
Il Generale si gira verso la nonna con fare sorpreso.
 
- Cosa è successo ad Oscar....voglio una spiegazione.
- Ecco...il Conte li ha trovati, ha portato con sè vostra figlia facendo picchiare mio nipote.
 
Un pugno contro la scrivania e lo sguardo di ghiaccio, fanno preoccupare la nonna.
 
- Fino a questo punto è arrivato?...
- Si...sono stata a casa del Conte, ho potuto vedere vostra figlia...sta male, ma è forte  si riprenderà...mio nipote e vostra figlia si sono sposati signore, ma il conte non ne vuole sapere, vuole annullare le nozze.
- Sapete anche voi Marie che è un personaggio influente, potrebbe fare annullare le nozze, poi a suo favore gioca anche il fattore che è un nobile, mentre Andrè non lo è.
 
Si siede sulla poltrona, appoggiando i gomiti sulle cosce e tenendosi la testa tra le mani...
 
- Signore...forse abbiamo una possibilità, Andrè a breve sarà qui, fidatevi di me.
- Marie...io mi sono sempre fidato di voi, come mai potrei pensare ad un vostro tradimento nei miei riguardi e verso la mia famiglia.
- Oh grazie signore...
- Quando arriva Andrè?
- Dovrebbe arrivare nel pomeriggio..
- Bene...preparatevi Marie, dobbiamo andare da mia figlia, non deve stare un attimo in più in quella casa.
- Subito signore...
 
Si dirige verso la porta quando ad un tratto il Generale la richiama.
 
- Marie...voglio bene a vostro nipote come se fosse un figlio, spero che tutto venga risolto al più presto
- Lo spero anch'io signore....
 
La giornata passa in fretta, arriva a palazzo Jarjayes una carrozza ed un cavallo con una persona che lo guida.
La nonna apre la porta trovandosi di fronte Alain.
 
- Oh figliolo siete arrivati finalmente...
- Si, è venuto pure il dottore con lui, non voleva lasciarlo andare combinato così...
 
Si avvia verso la carrozza mentre la portiera si apre.
 
- Ohh ...Andrè, finalmente sei a casa, scendi ti curerò io.
- Buonasera Signora sono il dottore che ha curato vostro nipote.
- Vi ringrazio infinitamente per aver curato Andrè...ma ora dobbiamo sistemare questa incresciosa situazione.
- Marie....Marie... - ( una cameriera)
- Dimmi Claudette, cosa c'è di tanto urgente.
- il signor Generale ha chiesto di voi e di Andrè, nel suo studio.
 
Si dirigono verso lo studio del Generale, bussano alla porta.
 
-Avanti...- seduto davanti alla scrivania- Andrè bentornato.
 
Andrè lo guarda in viso sorpreso dell'accoglienza.
 
- Grazie signore...
 
Il Generale gira intorno la scrivania, trovandosi davanti ad Andrè,  mettendogli le mani sulle spalle.
 
- Figliolo, mi dispiace per tutto quello che è successo...ti vedo malconcio.
- Si signore...abbastanza malconcio, ho due costole rotte.
- Andrè...non credere che io non sia arrabbiato con te e con mia figlia per quello che avete fatto, ma so per certo che tu la rendi felice...ho fatto tanti errori con lei, ho sbagliato fin dall'inizio con la mia idea malsana di educarla come un uomo, tutto ciò mi si è ritorto contro...
- Signore voi amate vostra figlia, e vi ringrazio per le vostre parole...ma ora la situazione con il Conte è molto delicata.
- Signore...possiamo andare dal Conte?...credo sia arrivato il momento di andare a prendere definitivamente vostra figlia. ( Marie)
- Cosa avete in mente Marie?...
- Oscar ha con sè un documento molto importante che li aiuterà, fidatevi.
- Non perdiamo altro tempo....JEROME..
- Si signore...eccomi.
- Prepara le carrozze e i cavalli, dobbiamo uscire...presto.
- Subito...
- Andrè andiamo a prendere Oscar...
Continua...



Angolo autrice dispersa:
 Ciaooo a tutti grazie a chi legge e recensisce, ma anche a chi passa soltanto lasciando uno sguardo, non temete uno o due giorni e ci sarà la seconda parte. Un abbraccio Orny :*


 

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Capitolo 32
*** Resa dei conti II ***





~32~
Resa dei conti II

 
 
Mi avvicino alla finestra, guardando verso fuori. Nevica e tutto attorno è bianco, appoggio la mano destra e la fronte nel vetro freddo, sono rinchiusa in questa grande casa senza sapere se Andrè sta bene.
Vorrei rivedere la nonna parlarle e sapere qualcosa di più, mi sposto abbracciandomi, cammino lentamente fino ad appoggiarmi al baldacchino del mio letto. Devo essere forte, sono un soldato non devo abbattermi così, non sono io.
D'un tratto sento bussare alla porta.
 
- Avanti...
- Oscar... vi trovo bene questa mattina, avete ripreso colore.
 
Mi giro guardando il conte in viso.
 
- Buongiorno...quanto durerà questa prigionia, sono stanca di stare chiusa qui...voglio tornare a casa mia.
 
Si siede sulla poltrona accanto al camino, accavallando le lunghe gambe.
 
- Mi dispiace mia cara, purtroppo per voi sarà questa la vostra nuova casa, dovete farvene una ragione.
- NO...non voglio stare qui.
 
Si alza con fare nervoso dalla poltrona avvicinandosi a me.
 
- Dovete smetterla di essere così prepotente, anche se la cosa mi stuzzica parecchio, il vostro essere selvaggio mi piace e non vedo l'ora di farvi mia.
- MAI....
 
Un rumore sordo, uno schiaffo in pieno viso....lui che si tocca la guancia sinistra guardandomi con rabbia e desiderio.
 
- Oscar ... - prende i miei polsi tirandomi a sè- non dovevate farlo, sono stufo del vostro comportamento...ora basta.
 
Mi trascina verso il letto, immobilizzandomi le mani...cerco di togliermi ma non riesco, è troppo forte. Mi butta sul letto mettendosi sopra di me, una mano stringe i miei polsi senza riuscire a sciogliermi, con l'altra scende verso il mio seno slacciando la camicia e cercandolo avidamente 
 
- NO ... NO...
- Avete superato un limite Oscar, non aspetterò la nostra prima notte di nozze, vi avrò ora con o senza il vostro consenso.
- NOOOO...
 
Mi bacia in bocca con fare aggressivo, la camicia non c'è più solo le fasce ancora resistono al suo assalto, quando ad un tratto...
 
Andrè
 
Scendiamo dalla carrozza, io il Generale e la nonna, mentre nella carrozza del dottore si trovano lui Elise ed Alain.
Sono ancora malconcio, ma devo riprendere mia moglie da quell'essere schifoso. Bussiamo alla porta, si apre e davanti a noi troviamo il maggiordomo.
 
- Buongiorno, posso esservi d'aiuto?
- Buongiorno sono Andrè Grandier e devo parlare con il conte di Fersen subito è urgente.
- Il conte in questo momento è impegnato, non può ricevere nessuno.
- Non avete capito è una questione di vitale importanza.
- Mi dispiace non pos...
 
D'un tratto un urlo terribile taglia l'aria in due, è Oscar non ho nessun dubbio, alzo lo sguardo verso le scale dove potrebbe essere mia moglie.
 
- Oddio la mia bambina...- la nonna portandosi la mano davanti la bocca.
- Andrè... dobbiamo salire su mia figlia è in pericolo.
- Ma non potete...il signor Conte non vuole.
- Toglietevi...
 
Saliamo tutti insieme le scale presi dalla paura, sentiamo un altro urlo e ci dirigiamo verso la stanza da cui proviene, apro la porta e la rabbia mi assale.
Lo trovo lì... sul letto, sopra a mia moglie che cerca di baciare, lei cerca di liberarsi ma non riesce nell'intento.
Accecato dalla rabbia mi dirigo verso il letto....
 
Oscar
 
Alzo lo sguardo incontrando gli occhi di Andrè, furiosi, non vedo gli altri che sono con lui, la sua mano afferra la spalla del conte facendolo alzare dal letto.
 
- Brutto bastardo...
- Oh ...chi abbiamo qui, come avete fatto ad entrare.
- Lasciatela stare, è mia moglie...
 
Sembrano due leoni, si guardano in preda all'odio e la rabbia. Mi alzo dal letto, mentre si avvicina a me la nonna che mi porge la sua mantella.
 
- Bambina mia andiamo via da qui...
- NO...lei non andrà via.
- Signor Conte...lasciate stare mia figlia, non potete tenerla qui...
- Anche voi signor Generale accettate le nozze di vostra figlia con questo servo?...
- Si ...anche se un servo è più nobile di voi in questo momento, non siete degno di portare un nome importante come il vostro, il comportamento che avete non è degno della nobiltà che tanto palesate.
- No ...lei è mia...
 
Incontro lo sguardo di Andrè, i suoi occhi così verdi, sono accecati dalla rabbia.
 
- NO...io sono sposata con lui... voi non mi avrete mai.
- E invece no, sarete mia!
 
Mi prende per un braccio stringendomi forte, mi giro ed è tutto un attimo, Andrè tira un pugno fortissimo sul viso del Conte, facendolo cadere a terra.
 
- Andrè...me la pagherete cara...metterò al mio cospetto i migliori avvocati e vi farò rinchiudere, il vostro matrimonio non è valido...perchè farò in modo che non lo sia, SIETE UN SERVO, UNA FECCIA ...
- SMETTETELA....
 
La nonna, adirata pure lei, si mette davanti Andrè...
 
- Smettetela.
- Come vi permettete voi, nonna di questo infame, parlarmi così.
- Ed invece posso, stiamo parlando di mio nipote...e il loro matrimonio è vincolato.
- Non dite schiocchezze stupida donna...
- Non parlate così con lei... ( il Generale)
- Io ho un documento che vincola il matrimonio di mio nipote con madamigella Oscar.
- Smettetela di dire cose non vere...
 
Estrae dalla borsa un documento, apre il foglio ed inizia a leggere.
 
" Amore mio, lascio la mia casa ed il mio mondo solo per te, ma non ho ne rimpianti e rimorsi, ti amo immensamente e niente potrà più dividerci.
Lucien"
 
- Nonna...- ascoltando le sue parole - questa è la lettera che ho trovato nel vestito.
- Si mia cara, ma c'è dell'altro.
 
Inizia a leggere.
 
" Io Lucien Armand de Grandier, dopo aver ripreso in mano il mio titolo nobiliare e tutto ciò che ne compete, nomino mio figlio Jacques erede del mio patrimonio e delle terre che ne fanno parte, se lui un giorno dovesse avere figli, l'eredità del mio casato andrà tutto al suo primogenito, chiedo che mia moglie abbia alla mia morte la casa dove abbiamo vissuto i nostri momenti più felici ed una dote con cui possa vivere in serenità la vecchiaia. 
                                                                                                                                  in fede
                                                                                                                                  Lucien"

 
Mi giro verso Andrè incrociando il suo sguardo confuso, mi avvicino a lui accarezzandogli il viso.
 
- Andrè, non possono dividerci hai capito?... non può più farlo...
- Un foglio può essere strappato e non può valere nulla...
- Signor Conte, lei non vi sposerà mai perchè io sono un nobile come voi e non potete dividerci.
 
La rabbia prende il sopravvento, il conte non sembra più un nobile, ma una bestia che cerca il sangue dalle sue vittime.
Iniziano a picchiarsi, il conte tira un pugno sulle costole di Andrè facendolo sobbalzare...
 
- SMETTETELA..., mia figlia è sposata Conte, fatevene una ragione...
- NO...
- Va bene l'avete voluto voi, Oscar... Andrè.... andiamo via, stasera stessa parlerò alla regina.
- Non potete fare nulla...la Regina mi ama, pende dalle mie labbra...
- Io non ne sarei così sicuro...
 
Neanche mi volto a guardare il suo viso, sono stanca ed adirata ma allo stesso tempo felice.  Usciamo dal portone principale, mi giro verso Andrè guardandolo negli occhi.
 
- Andiamo a casa Oscar...
Annuisco mentre prende a sè la mia mano stringendola, di fronte a noi la nonna e mio padre.
- Grazie....
 
- Non devi ringraziare noi bambina... era destino, io dovevo dirvelo prima, ma non volevo che mio nipote crescesse come il Conte, ricco di superbia ed arroganza, volevo che crescesse libero, la casa di mio marito  è disabitata, molto spesso vado a visitarla per vedere se è ancora in buone condizioni...ora potete andare a viverci e non dovete più partire per l'Inghilterra, come avevate pensato in precedenza.
- Oh nonna grazie...
- Figlia mia, se non era per il vostro amico Alain, per la nonna, io ...come puoi perdonare un padre, che voleva a tutti costi farti sposare ad un uomo così gretto, potrai mai perdonare questo povero vecchio?...
- Padre...- gli prendo le sue mani tra le mie- io non vi ho mai odiato, e se lo pensato ricredetevi.
- Andrè...anche se ora abbiamo scoperto che sei nobile, io avrei visto lo stesso di buon occhio la vostra unione, ma come sapete ragazzi, le regole sono regole ed io devo sottostare a loro, mia figlia doveva sposare un uomo nobile, dovevo per forza darla in moglie...
- Signore, ormai è tutto passato...ora dovete parlare con la regina....
- Si ...andiamo.
Saliamo sulla carrozza, mentre ci avviamo verso casa, appoggio la mia testa sulla spalla di Andrè, mentre lui accarezza dolcemente le mie mani.
- Oscar...ti amo.
continua...




Angolo dell'autrice dispersa:
Carissime/i grazie infinite a chi legge recensisce o chi solo dà uno sguardo, la storia è quasi al termine manca l'ultimo capitolo che scriverò a breve, mi mancherà molto. Ringrazio Pamina71 per avermi invogliata a scrivere visto che in partenza era una One shot, continuerò a scrivere sui nostri beniamini qualche one più avanti  e per le long c'è tempo, ne sto scrivendo un'altra nel romantico e mi prende un pò di energia, grazie grazie infinite, un abbraccio a tutti/e Orny :*

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Capitolo 33
*** Epilogo ***


 
Epilogo

 
Seduta sul bordo del letto, ripenso a ciò che è successo. Sono ancora sorpresa da quello che è accaduto, non mi capacito ancora che possa vivere il mio amore per Andrè in modo libero.
Accarezzo la coperta mentre i miei pensieri affollano la mente, quando ad un tratto sento qualcosa toccarmi la schiena in modo delicato.
Questa carezza dapprima incerta diventa piano piano più sicura di sè, il letto si muove mentre una mano sposta i miei capelli arruffati verso destra, delle labbra si appoggiano sulla mia spalla risalendo piano piano fino all'orecchio, sussurando:
 
- Buongiorno amore mio, sei mattiniera stamane.
 
Mi giro incrociando il suo sguardo smeraldino e languido, rimanendo senza fiato al solo guardarlo.
 
- Buongiorno Andrè, si mi son svegliata molto presto stamane.
- Perchè non mi hai svegliato?... 
 
Mi giro completamente verso di lui, tirandolo giù verso il letto ed iniziando a baciarlo sul collo e sul mento.
 
- Perchè dovevo farlo?...sembravi stanco.
 
Mentre i baci continuano.
 
- Oscar tu sai che se continui così...
- Ohhh Andrè, basta stai parlando troppo.
- Eccolo il comandante, sempre pronto a dare ordini.
- Ah si?... allora niente, puoi sognarti i miei baci....
 
Mi alzo dal letto imbronciando il mio viso ed incrociando le braccia.
 
- In fondo Oscar solo a me non riesci a darla a bere, puoi comandare un esercito dare ordini e andare in battaglia ma sei e resterai sempre una donna...guardati, tutta imbronciata sembri mia nonna.
- Brutto screanzato...
 
Gli salto addosso.
 
- Ecco questa è la parola giusta, sembri tu sua nipote non io...siete identiche ahahaha
 
Mi tira spingendomi con le spalle sul letto tenendomi i polsi sopra la testa.
 
- Togliti...togliti Andrè o ti mordo.
- Non lo farai mai...
- Ah si?...
 
Gli mordo il labbro facendolo urlare di dolore.
 
- Ecco, sei contento ora?.
- E no Oscar ora me la paghi...
 
Con il labbro sanguinante e pulsante mi bacia con tutto l'ardore che tiene in corpo, le mie mani entrano nella sua camicia cercando i suoi pettorali che amo tanto, cerco di sfilargliela quando ad un tratto bussano alla porta.

- Chi è a quest'ora?...
- Bambina sono io, vostro padre mi ha chiesto di informarvi che tra un paio d'ore dovete dirigervi alla Reggia per un'udienza con la Regina.
- Grazie Nonna...
- Ah per favore, fai presente a quello screanzato di mio nipote che anche se ora ha un titolo sempre un servo è quindi...deve rigare dritto se non lo fa lo attende il mestolo.
- Nonna tranquilla, sono stato buono.
- Lo spero...a più tardi ragazzi.
 
La mattinata passa in fretta, nello studio di mio padre siamo pronti per andare dalla Regina.
 
- Padre, noi siamo pronti per andare.
 
Si alza dalla poltrona e si posiziona di fronte a me.
 
- Oscar tu sai che rivedrai il Conte, questa udienza serve a lui per motivare le sue ragioni spera che la Regina l'appoggi in quello che fa. Ricorda sempre che sei sposata e che non sei sola, verrò anch'io con voi.
- Grazie padre, andiamo si è fatto tardi.
 
Arrivati alla Reggia, attraversiamo la sala degli specchi sotto gli occhi maliziosi di quei nobili che l'affollano.
Arrivati davanti alla porta degli appartamenti privati, ci facciamo accogliere dalla Regina; seduta su un divanetto mentre guarda i suoi cagnolini giocare, viene avvisata del nostro arrivo.
 
- Oh madamigella Oscar...
 
S'avvicina a me con tutta la grazia che la contraddistingue, mi guarda in viso prendendo le mie mani tra le sue.
 
- Che piacere immenso rivedervi, voi...- alle sue dame di compagnia- uscite!
- Generale Jarjayes e Andrè è piacere rivedere pure voi...
- Grazie è un sentimento reciproco vostra Maestà.
-Madamigella o dovrei dire Madame ho saputo ciò che è successo, il conte di Fersen mi ha informato di quello che è accaduto, ma vorrei sentire anche quello che pensate voi.
 
Inizio a raccontare tutto ciò che è successo, delle nozze saltate e del matrimonio fino al rapimento del conte.
 
- Oscar...- mentre si asciuga una lacrima dal viso- non sono riuscita a fermarlo dovevo farlo ma mi è stato impossibile, voleva coprire ciò che c'è tra noi usando voi, non è giusto.
-Maestà voi non avete colpa, io amo Andrè avrei fatto di tutto per sposarlo, il Conte non poteva fare altro.
- Oscar ho chiesto al Conte di andare per un pò via, nel suo paese...- si prende il viso tra le mani- come farò senza di lui.
- Maestà, lui vi ama troverete il modo per andare avanti.
 
La lasciamo lì seduta sul sofà, con le lacrime agli occhi. Uscendo dagli appartamenti, mi trovo davanti lui, il conte.
 
- Oscar, avete saputo la notizia?...per colpa vostra dovrò tornare a casa, non siete contenta?
- Conte di Fersen, non sono stata io a creare tutto questo pandemonio, se s non vi foste intestardito...
- Mph... ormai il dado è tratto vi auguro buona fortuna con quell'uomo, io vi avrei reso felice.
- Mi dispiace deludervi, io sono già felice... addio.
 
Ci avviamo fuori verso la nostra nuova vita insieme.
 
Epilogo
Sono passati diversi anni da ciò che è successo, la mia vita è cambiata radicalmente. Molte cose sono avvenute in Francia a causa della Rivoluzione.
Il Conte informato della situazione grave del paese, aiutò la Regina con la sua famiglia a scappare ma non riusci nell'intento, furono presi e riportati indietro, lui morì anni dopo nel suo paese.
La nostra vita non continuò in Francia, dopo un anno esatto dalle nozze rimasi incinta di un bel bambino di nome Jacques e poi dopo altri due anni di Charlotte, in ricordo della piccola Polignac.
La nonna morì dopo la nascita di nostra figlia, ci trasferimmo in Inghilterra dove noi nobili potevamo vivere in tranquillità le nostre vite ma la Francia resterà sempre nei nostri cuori, se non avessi avuto questa vita...chissà cosa sarebbe successo.
Guardo gli occhi di mio marito e quelli dei miei figli e non vorrei essere in nessun altro posto all'infuori di questo, loro sono la mia casa e la mia vita  non posso più farne a meno.
 
Angolino Orny
Grazie grazie grazie a chi ha seguito con ansia e trepidazione questa mia piccola ff, sono contenta dell'apprezzamento di molti di voi che mi avete seguito.
Mi dispiace per i miei errori grammaticali e sviste varie e di aver traumatizzato qualcuno per via dell'aborto, cerco sempre di migliorare.
Sono molto grata a Pamina che ha insistito sul fatto di continuare questa storia che di partenza era una One Shot, ringrazio Emerald Cecile e tutta la compagnia che mi ha seguito fino ad ora, potete riporre le pale.
Non credo che prossimamente scriverò una long, forse qualche one shot, ma non si sa mai tutto può accadere.
Per il momento vi auguro buone feste e grazie di cuore a chi mi ha seguito con tutto questo affetto. un abbraccio :*

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