Cursed or not, love and family are always there for you

di AleDic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nella tana del coniglio si fanno strani incontri ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Autore: AleDic
Disclaimer: non sono miei, ovviamente.
Generi: Sovrannaturale, Sentimentale
Avvertimenti: Crossover!SPN/TVD, Spoiler!SPN!Stagione10, Post!10x07,  Spoiler!TVD!Stagione4, Post!4x21, CrackShip!Dean/Elena
Rating: Arancione
N/A - Note dell'Autrice: non ci credo che l’ho fatto, ma eccomi qua. È partito tutto dal disagio per la CrackShip Dean/Elena, aggiunto al finale di stagione di SPN e alla piega presa negli ultimi anni da TVD. La storia è tutta ben delineata nella mia mente – cosa mai successa prima d’ora – per cui dovrei riuscire a portarla avanti senza grossi problemi. Spero di riuscire quindi a fare aggiornamenti settimanali. Vedremo. Grazie in anticipo a tutti coloro che leggeranno, che sceglieranno di seguirmi in questa avventura, che lasceranno commenti. Data la particolarità della storia, mi sarebbe davvero utile sapere cosa ne pensate e discuterne anche, per farlo potete contattarmi sul mio profilo FB, semplicemente cliccando sull’apposito bottone sulla mia Pagina Autore, o semplicemente scrivendomi messaggi privati su EFP.  

Vostra,

Ale

 

 

Cursed or not,

       Love and Family 
                                  
are always there

                                                   For You

 

 


PROLOGO

 

 

Oh, Death, оh Death, oh Death,
Won't you spare me over til another year
But what is this, that I cant see
with ice cold hands taking hold of me
When God is gone and the Devil takes hold,
who will have mercy on your soul
Oh, Death, оh Death, oh Death,  
No wealth, no ruin, no silver, no gold
Nothing satisfies me but your soul
Oh, Death,
Well I am Death, none can excel,
I'll open the door to heaven or hell.
Oh, Death, оh Death,
my name is Death and the end ïs here.

(O’ Death, Jen Titus)

 

 

Sembra assurdo essere convinti che la morte ti segua? Nel mio caso, penso che si possa dire “letteralmente”. L’ha sempre fatto. Ho cercato di sfuggirle, ho perso tutto quello che avevo, inclusa la mia stessa vita. Sono diventata una Creatura della Notte, uno strumento della morte. Neanche cercare di essere normale, di avere una normale esistenza, l’ha allontanata. Ovunque andassi, riusciva trovarmi, sempre. Forse fa parte di un piano superiore, forse anch’io sono maledetta. Dovrei chiederglielo. Ma, dopotutto, non cambierebbe niente.

Ho scelto io di essere qui.

Sono stata io, questa volta, a volerla incontrare.

È ora di porre fine a tutto questo.

È ora di smettere di scappare.

 È ora di fare la cosa giusta.

Di essere coraggiosi.

Di amare.

Non pensavo mi sarebbe successo di nuovo, non pensavo che potesse essere possibile. Per quanto mi riguarda, è stato un miracolo. E io voglio proteggere questo miracolo. Voglio che possa ancora salvare qualcuno. Non c’è paura, né rimpianto. Ho trovato quello che stavo cercando: una ragione che avrebbe dato un senso a tutto quello che mi è accaduto. Alla fine, ne è uscito qualcosa di buono. Non potevo chiedere di più.

Ci siamo.

Sono pronta.

Non è in fondo questo la morte?

Il punto d’arrivo alla fine del viaggio che ti ha dato la vita?

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Capitolo 2
*** Nella tana del coniglio si fanno strani incontri ***


Autore: AleDic
Disclaimer: non sono miei, ovviamente.
Generi: Sovrannaturale, Sentimentale
Avvertimenti: Crossover!SPN/TVD, Spoiler!SPN!Stagione10, Post!10x07,  Spoiler!TVD!Stagione4, Post!4x21, CrackShip!Dean/Elena(Dealena)
Rating: Arancione
N/A - Note dell'Autrice: eccomi qui, finalmente! Mi scuso per il ritardo, ma è un periodo terribililmente duro questo. Mi sono resa conto di avrer fatto un errore nella descrizione della storia: la mia storia si stacca dalla serie originale di TVD dall'episodio 4x21, quello in cui Elena riacquista la sua umanità, ma senza la scena di lei che dice di volersi vendicare di Katherine. Ho fatto confisione con la 4x20, che è invece il primo pilot di TO - e non c'entra niente, quindi. Chiarito questo, spero che questo primo capitolo non risulti troppo lungo e spero anche che sia ben fatto. Non sono molto sicura di essere riuscita a scrivere in modo chiaro ed emozionante l'incontro con Elena, e anche temo ci siano troppi dialoghi e poca descrizione. Lasciatemi commenti e ditemi cosa ne pensate, cosa vi piace e cosa non va, così da poter far meglio la prossima volta. Grazie a tutti quelli che hanno recensito il Prologo e che stanno seguendo questa mia piccola follia.

Vostra,

Ale

 P.S.: per chi ama i Cross-over e soprattuto la Dealena, consiglio di fiondarsi a leggere Beauty In The Dark di Nivei.

 

Cursed or not,

       Love and Family

                         are always there

                                  For You





 

Capitolo I

Nella tana del coniglio si fanno strani incontri

 

 

Nulla.
Sono settimane che cercano tra i documenti degli Uomini di Lettere, ma ancora nulla sul Marchio è venuto fuori. Dean emette un suono rauco, qualcosa tra uno sbuffo e un lamento che si perde tra le vecchie pagine ingiallite, ammucchiate sul tavolo, sollevando una piccola nube di polvere. Sam fa il suo ingresso nella stanza, passandosi una mano tra l’enorme folta di capelli castani.
«Ehi. Tutto ok?».
«Una meraviglia. Adoro l’odore di pergamena al mattino».
Sam si siede di fronte al fratello, aprendo il suo portatile con sguardo accigliato.
«Quindi ancora niente? Insomma, quanto ci rimane ormai da controllare?».
«Assurdo, vero? Pensavo che questi sapientoni, con tutta la robaccia che hanno accumulato per anni, avrebbero potuto trovare qualcosa di importante. Senti qua». Il maggiore dei Winchester afferra un vecchio tomo dal mucchio di libri riverso sul tavolo, la pelle bluastra adornata da macchie di muffa verdognole. «“Licantropi o Stregoni? Tutto sulle leggende dei Figli della Luna Blu”. 600 pagine. Volume primo».
Sam inarca le sopracciglia, osservando la consistenza del tomo. « Ma nulla di importante su, non so, forse il simbolo più antico che l’uomo conosca? Sarebbe stato tempo sprecato. Non è abbastanza strambo», continua imperterrito Dean, sfogando tutta la frustrazione come un fiume in piena. Sospira piano, passandosi le mani sul viso, massaggiando i muscoli tesi e stanchi per le troppe ore passate a sfogliare e leggere cose risapute e completamente inutili.
Sarebbe stata una lunga giornata.
Lo squillo acuto del telefono di Sam lo interrompe prima che possa aggiungere altro.
«Non ci credo», afferma Sam, leggendo il nome sullo schermo. «Jody», saluta, accettando la chiamata. Dean alza la testa verso il fratello, incuriosito. È da molto tempo che non sentono l’amica, realizza. E, di solito, quando accade non si tratta di buone notizie.
«Come va?», chiede Sam, lanciandogli un’occhiata sorridente. Suo fratello sembra essere davvero contento di sentire lo sceriffo, e anche molto più intimo e suo agio di quanto ricordasse. Probabilmente perché negli ultimi mesi lei e Cas sono state le uniche persone con cui poteva parlare, gli sussurra la sua voce nella testa. Dean prova a scacciarla via, concentrandosi sulla conversazione in corso.
«Oh, sai, mi sto divertendo da matti in un ritiro di sceriffi a Hibbing», risponde seccata Jody, dall’altro capo del telefono.
«Wow, sembrerebbe uno spettacolo. Dean ti saluta», la informa Sam, quando Dean gli fa un cenno con la mano.
«L’hai trovato?!». La voce dello sceriffo tuona in un misto di sollievo e irritazione. «Grazie tante per avermelo detto, Sam!».
«Già. Mi dispiace». Sam cerca di scusarsi, ora a disagio. 
«Come sta?».
«Bene, bene, uh, aspetta un attimo, ti metto in vivavoce».
«Ehi, Jody, come se la passa Alex?» esclama Dean, sporgendosi leggermente in avanti per avvicinarsi al telefono, ora poggiato sul tavolo.
«Alla grande. È già capo delle cheerleader».
«Wow, davvero?», chiese scettico Sam.
«No, Sam, fuma erba sotto le gradinate. Ma almeno non attira uomini verso una morte certa».
«Giusto».
I Winchester risero per un momento, un momento di rara normalità che, come tutti gli altri, finiva sempre troppo presto.
«Ascoltate, potrebbe non essere un caso per voi, ma c’è stata notizia del ritrovamento di un cadavere a Duluth questa mattina. Al poveretto hanno staccato la testa e aveva diverse ferite su tutto il corpo».
«Be’, non sembrerebbe un caso per noi. C’è dell’altro?», chiede Sam, aggrottando le sopracciglia.
«Sì, in effetti», continua Jody. «Questo è stato l’ultimo di una serie di delitti avvenuti in città nell’ultima settimana. Sono stati ritrovati quattro cadaveri in cinque giorni. Questo è il quinto».
«Wow, si sono dati da fare», esclama Dean, ricevendo un’occhiataccia da suo fratello.
«Puoi dirlo forte. La cosa più strana è che mentre le prime tre vittime sono state ritrovate tutte senza il cuore, quella di ieri aveva la gola squarciata e quella di oggi, be’, lo sapete».
«Questo è abbastanza strambo».
«Sentite», inizia Jody, « me ne occuperei io, ma sono bloccata qui per i prossimi giorni. Potrebbe non essere niente, ma credo sia meglio controllare».
«Non c’è problema, c’è ne occupiamo noi», la rassicura Dean.
«D’accordo, devo andare ora. Tenetemi aggiornata, questa volta», sottolinea severa per Sam.
«Certo, certo. Be’, divertiti al ritiro».
«Fottiti, Winchester», saluta Jody, chiudendo la chiamata.
Sam lascia scivolare il cellulare sul tavolo, lanciando uno sguardo diffidente al fratello.
«Cosa?», chiede Dean.
«Sei sicuro che sia una buona idea? Insomma, forse è meglio restare qui e concentrarci sulle ricerche. Potremmo chiamare
Rudy per il caso». Sa che non riuscirà a convincerlo, ma provarci non costa nulla.
«Sam, lo so che sei preoccupato, ma sto bene. Ho tutto sotto controllo. E se non esco almeno per ventiquattro ore da qui, finirò per spararmi un colpo in testa».
Sam annuisce, rassegnato. «Va bene. Andiamo allora».

 

≈≈≈≈≈

 

Sangue.
Rosso sangue.
Odore ferroso.
Cadaveri cremisi.
Rosso sangue.
Lì, sulle tue mani.
Non puoi sfuggirgli, lo sai.

Lo scatto della portiera dell’auto che si apre lo risveglia da quei pensieri oscuri. Sam ha appena parlato con la polizia per scoprire qualcosa di più su come sono morte quelle cinque persone.
«Jody ci ha visto giusto. Qui sta accadendo qualcosa di davvero assurdo. Le vittime sono state ritrovate tutte in un’area di cinque kilometri, nel bosco che attraversa la città…». Quando si gira verso il fratello, si accorge però che sta fissando dritto davanti a sé, assente, come se qualcosa lo turbasse profondamente. «Dean?»
«Sì?». Dean si volta finalmente a guardarlo, cercando di cancellare dal suo viso ogni traccia di quegli incubi che assillano le sue notti, di cui Sam non sa niente. Né dovrà saperlo.
«Va tutto bene?», chiede Sam, preoccupato. Ancora pensa che non sia stata una buona idea quella di sospendere le ricerche sul Marchio, sa che prima o poi comincerà ad essere di nuovo un problema.
«Certo», mente Dean, schiarendosi la voce per cercare di controllarla. «Allora… con che cosa abbiamo a che fare, quindi? Lupi mannari? Vampiri?».
Sam continua a guardarlo per qualche secondo, poi scuote il capo, proseguendo: «È questa la cosa assurda: credo che ci siano entrambi».
«Aspetta… vampiri e licantropi che cacciano nella stessa città? Mai sentita una cosa simile».
«Non credo che stiano cacciando, credo che stiano lottando», afferma Sam.
«Intendi una specie di faida soprannaturale?».
«Esatto».
Dean scuote il capo, alzando gli occhi al cielo. «Perfetto. Che cosa te lo fa pensare?».
«Primo: le vittime, come sappiamo, presentano i segni di attacchi da parte di entrambe le specie. Secondo: su cinque, solo una delle vittime risiedeva qui». Sam apre un fascicolo, preso dalla centrale. « Norman Wilson. Antiquario. Cinquant’anni, scapolo».
«Antiquario e scapolo? Questo tizio era di per sé uno scherzo della natura». Sam gli lancia un’occhiataccia che lo ammonisce all’istante. «E le altre vittime?».
«Vengono tutti da fuori, alcuni anche da altri Stati».
«E questo che vorrebbe dire?».
«Che forse le vittime non sono vittime. Forse sono vampiri e licantropi morti in uno scontro».
«E Norman Wilson, invece?».
«È quello che dobbiamo scoprire. Vedi, la notizia divulgata è che gli omicidi sono avvenuti tutti in giorni differenti. Ma secondo il rapporto della polizia, nel primo ritrovamento c’erano tre cadaveri. E uno di loro era Wilson».
«Hanno falsificato la notizia, probabilmente per evitare cattiva pubblicità», disse Dean. Non aveva mai avuto molta stima delle forze dell’ordine. «Che cosa sappiamo su questo tizio?».
«Wilson era anche un collezionista. Aveva accumulato molti pezzi rari, l’ultimo acquisto risale a due settimane fa. Ma dalle referenze bancarie, risulta insolvente».
«Non aveva un soldo». Dean si sporge verso sinistra per leggere meglio i documenti tra le mani di Sam. «Allora come faceva a comprare gli oggetti?».
«Bella domanda».
Dean corruga leggermente la fronte, rimettendosi composto sul sedile. «Dove teneva la sua collezione?».
«Aveva un cavò in periferia, ora sotto sequestro dalla banca».
«Be’, direi di andare a dare un’occhiata e cercare di capire cosa c’entri questo tizio in una faida tra Teen Wolf e True Blood». Mette in moto l’Impala, che parte con un rombo. Quella storia è davvero assurda e non gli piace per niente.

 

≈≈≈≈≈

 

Il cavò si trova vicino una strada statale, molto isolato. La struttura sembra molto vecchia e appariscente, dando di più l’aria di un magazzino di scarico. I Winchester non hanno alcuna difficoltà ad entrare.
«Wow. Questo tizio è di sicuro il peggior truffatore che abbia mai visto». Dean si muove lento tra i centinaia di scatoloni che occupano la maggior parte dello spazio. Su ognuno c’è un’etichetta con appuntato una breve descrizione dell’oggetto contenuto. «Tutta questa roba e non riusciva a coprire i pagamenti bancari. O era il più grande idiota che si sia mai visto, oppure qui ci sta sfuggendo qualcosa».
Sam si trova d’accordo col fratello. C’è qualcosa che li sta sfuggendo. Perché andare in banca rotta se si possiede un simile patrimonio? A Wilson sarebbe bastato vendere un paio di quei pezzi per coprire le spese. «A meno che…».
«A meno che cosa?», gli chiede Dean, voltandosi verso di lui.
«E se Wilson non stesse collezionando oggetti, se ne stesse cercando uno in particolare?».
«Di che cosa parli?», domanda Dean, non riuscendo a capire dove volesse andare a parare.
Sam si ferma, mettendosi la torcia al contrario, tra il braccio e il busto, in modo da avere le mani libere.
«Se il motivo per cui Wilson era immischiato in affari soprannaturali, fosse perché stesse cercando qualcosa di soprannaturale? Qualcosa che stessero cercando anche i lupi e i vampiri?».
Dean sembra cominciare a capire il ragionamento: «Ma non sapeva quale forma avesse questo oggetto, così non può vendere i pezzi che compra». Punta la torcia sulla pila infinita di scatoli ammassati nello spiazzo. «Fantastico. E noi come diavolo facciamo a scoprire di cosa si tratta?».
Sam corruga la fronte, altrettanto spiazzato. «Non ne ho idea».
Mentre fa scorrere il fascio di luce per il magazzino, lo sguardo si sofferma sui dei segni sul terreno, davanti un vecchio mobile in ferro.
«Dean, laggiù». Sam si avvicina allo scaffale, seguito dal fratello. Afferrando un lato, lo tirano verso di loro, facendone combaciare perfettamente il percorso con i segni sul pavimento. Una scala ferrata si snoda davanti a loro. I Winchester si scambiano un’occhiata d’intesa, poi, estraendo ognuno la sua pistola, iniziano a scendere.

 

Il sotterraneo è umido e maleodorante, ma molto più attrezzato. Doveva essere quello il vero cavò. La maggior parte degli oggetti su cui posavano lo sguardo, aveva l’aria occulta. Ma qualcosa non andava. Lì sotto sembrava passato un uragano: era tutto ribaltato e sottosopra, c’erano vetri e scatole e pezzi sparsi ovunque in quello spazio angusto.
C’è qualcun altro laggiù.
In silenzio, proseguono per l’enorme stanza fino ad arrivare ad una porta in ferro, semi-aperta. Dean si volta verso Sam, facendogli un segno con la testa; il minore dei Winchester annuisce, portandosi dietro il fratello. Dean si sporge verso l’apertura, per osservare all’interno, quando vede un’ombra muoversi velocemente per la piccola stanza oltre la porta. Senza altre esitazioni, il maggiore dei Winchester la spalanca con un calcio, irrompendo nella stanza insieme a Sam, le pistole pronte a far fuoco a qualsiasi mostro vi avrebbero trovato.
Ma nessuno dei due è preparato a questo: davanti a loro infatti, c’è una ragazza minuta, con lunghi capelli castani che le ricadono a onde sul viso, due occhi grandi e cioccolato che li fissano, spaesati quanto i loro. I tre restano immobili a studiarsi per alcuni istanti, prima che Dean si accorga che la ragazza ha in mano un sacchetto. È lei l’intrusa, non ci sono dubbi. Ma non quello che si aspettavano.
«Chi diavolo sei tu?», le chiede, sconcertato.
La ragazza assottiglia lo sguardo, tra l’irritato e il perplesso. «Chi diavolo siete voi!».
«Siamo noi quelli che fanno le domande, qui, ragazzina».
Lei gli lancia uno sguardo di fuoco. «Come mi hai chiamata?», sibila.
Sam interviene per evitare che la situazione precipiti. «Sei un vampiro o un lupo mannaro? Che cosa stavi cercando?».
«Cosa?», domanda la ragazza, sorpresa.
«Rispondi!», tuona Dean, tenendo salda la pistola verso di lei.
La ragazza continua ad osservarli, piegando leggermente la testa da un lato. Poi spalanca gli occhi, emettendo un sonoro sospiro. «Cacciatori», soffia piano, in un modo simile ad un lamento. «Ci mancava solo questa», continua, parlando fra sé.
Quell’atteggiamento non fa altro che irritare Dean, come se quella ragazza li considerasse una seccatura, invece che un pericolo. Chi diavolo si crede di essere?
Prima che possa esprimere quel pensiero ad alta voce, un rumore al piano di sopra mette tutti in allerta, avvertendoli di altre presenze indesiderate.
«Dovreste andarvene», li avverte la ragazza. «Dalle vostre espressioni deduco che non siano vostri amici, e di sicuro non sono miei».
«Sì, come no. Non andiamo da nessuna parte, e neanche tu», risponde minaccioso Dean.
Sam guarda preoccupato dietro di sé. La situazione li sta sfuggendo di mano e la cosa peggiore è che suo fratello non sembra rendersene conto. «Dean…». Il minore dei Winchester viene interrotto dalla ragazza.
«Come volete». Più veloce di quanto i ragazzi si aspettassero, li raggiunge. «Ma cosa…», comincia Dean, preso alla sprovvista, ma prima che uno dei due possa fare qualsiasi cosa, la giovane li spinge via senza alcuna difficoltà. I Winchester atterrano sui mucchi di scatoloni ammassati negli angoli, mentre lei è già uscita dalla stanza. «Figlia di puttana!», impreca Dean, cercando di rimettersi in piedi.

 

Quei rumori sono il suo campanello d’allarme. La vampira sa di dover andarsene da lì in fretta, prima che arrivino. Quei due cacciatori sono un ostinato contrattempo, ma riesce a sbarazzarsene senza alcun problema. Si mette il sacchetto, ancora saldamente stretto nella mano, al collo e si precipita fuori dalla stanza. È quasi convinta di farcela, quando, giunta a pochi metri dalle scale è costretta a fermarsi. Tre uomini sono immobili alla base dell’ultimo gradino. Il più alto, al centro tra i due, ha la pelle olivastra, gli occhi sono due pozze scure.
«Marcus».
«È un piacere rivederti, Elena». Marcus pronuncia il suo nome in un soffio lento e basso, il sibilo di un serpente. Ad Elena quell’uomo ha sempre suscitato un disgusto viscerale. «Non posso dire lo stesso per me».
L’uomo solleva le labbra in un ghigno, facendo un passo avanti.
«Che scortese. E lo è anche prendere cose che non ti appartengono. Sai bene che al capo non piacciono i ladri. Ora, non rendiamo le cose più difficili. Dammi quel sacchetto e seguici». Il tono della sua voce è calmo e controllato, per rendere le sue parole più minacciose.
«In realtà, questo non appartiene neanche a lui, per cui, tecnicamente, non può considerarmi una ladra», lo canzona la vampira, cercando di prendere tempo e trovare un modo di uscire da lì.
«Non mi sembri nella posizione giusta per permetterti del sarcasmo». I due uomini dietro di lui iniziano ad avvicinarsi. Elena non gli ha mai visti, ma sa benissimo essere anche loro licantropi. Piega lentamente le ginocchia, pronta all’attacco, quando dietro di lei sente dei passi veloci.

 

I Winchester si rimettono in piedi, ancora scossi per l’accaduto. Nessun vampiro o licantropo che abbiano mai incontrato si è mai dimostrato tanto veloce. «Sam, forza, non possiamo lasciarcela scappare!», afferma Dean, correndo fuori dalla stanza. «Dean, aspetta!». Sam gli corre dietro, confuso e agitato. Quella storia diventa sempre più strana e pericolosa e lui ha una brutta sensazione.
Raggiunta l’entrata del cavò, però, non trovano solo la ragazza dalla super-velocità. Tre uomini le bloccano l’uscita, probabilmente sono coloro che hanno provocati quei rumori che hanno avvertito nella stanza. Tutti si voltano verso di loro, avendo avvertito la loro presenza.
«Oh, ma bene. È dannatamente fantastico», dice Dean, seccato, per poi incrociare lo sguardo di Elena.
«Cos’è, state forse cercando di farvi ammazzare, voi due?». Elena non capisce che razza di cacciatori siano quei tipi; non sono riusciti neanche ad affrontare lei e ora si lanciano contro tre licantropi?
Sam e Dean si scambiano uno sguardo confuso, dopo la frase della vampira.  
«Ecco perché facevi la spavalda, avevi anche tu dei rinforzi. Ma non serviranno a niente», le dice Marcus.
«Rinforzi?», esclamano i Winchester all’unisono. Ma non hanno tempo per altro. Marcus ha fatto segno agli altri due, che si sono subito lanciati contro i fratelli. Dopo di ché, rivolge di nuovo un ghigno ad Elena. «Il capo ha detto di catturarti viva, credo voglia ucciderti con le sue mani», le dice, una luce maligna negli occhi. Sa che sta pregustando la cosa con perverso piacere.
«Be’, buona fortuna. Non è il primo mostro psicopatico che ci prova».
Marcus non perde altro tempo in chiacchiere e le sferra un colpo. Elena lo schiva quasi con grazia e cerca di colpirlo alla testa, ma il lupo riesce a intercettarla. Fa un balzo di lato e allunga il braccio verso di lei. Elena è convinta voglia prenderle il sacchetto e si abbassa tentando di schivarlo. Ma Marcus la afferra per il collo, facendola sbattere contro la parete. Le scappa un gemito, più di sorpresa che di dolore. Cerca di liberarsi, ma la stretta di Marcus è salda, quasi le impedisce di respirare. «Sei abile, te lo concedo, ma non pensare di potercela fare contro di me, ragazzina. Non avresti dovuto immischiarti in certi affari, ti sei messa contro un nemico più potente di quanto tu possa immaginare», le soffia Marcus a pochi centimetri dal viso. Elena riesce a sentire il suo fiato caldo che la fa rabbrividire di disgusto. Fortunatamente però, è troppo distratto dal suo ego per accorgersi che la vampira ha afferrato un pezzo di vetro dall’ammasso che la circonda. «Forse-e hai… ragion-ne…», incespica Elena nella stretta delle sue dita, «… ma t-ti sbagli… su una c-cosa…». Senza esitazione, la vampira alza il braccio e colpisce l’uomo ad un occhio. Marcus lascia andare la presa, urlando, e indietreggia, chino su se stesso per il dolore, portandosi una mano a coprire l’occhio sanguinante. «Non sono una ragazzina».

 

Sam e Dean si ritrovano inizialmente in difficoltà, non hanno la minima idea se quei due siano vampiri o licantropi. Il corpo a corpo non è una buona arma quando si tratta di mostri con forza sovrumana. Dopo vari colpi, Dean riesce a recuperare la sua pistola, a terra, proprio accanto a dove l’uomo lo ha lanciato. L’afferra e spara tre colpi, dritti al cuore. L’arma era caricata a pallottole d’argento. L’uomo crolla al suolo, immobile. «Lupo mannaro», esclama compiaciuto. Sam, che ha già ucciso l’altro lupo, gli tende una mano, aiutandolo a rimettersi in piedi. Quando raggiungono gli altri due, Marcus è piegato in avanti, sanguinante da un occhio. Elena li lancia un’occhiata sorpresa. Sono riusciti a far fuori quei due licantropi e a sopravvivere? Non sono messi male come pensavo, allora.
Marcus osserva con disprezzo i tre, digrignando i denti dalla rabbia. «Siete degli sciocchi! Non avete idea contro chi avete a che fare! Il destino che vi attende uno volta chi vi avrà, sarà di disperazione». Il suo corpo inizia ad essere scosso da spasmi violenti.
«State indietro!», avverte Elena, lanciando uno sguardo ai Winchester.
Il corpo di Marcus inizia a crescere e ad oscurarsi, perdendo mano a mano forma umana. Il suo ultimo grido si acuisce e sfuma, diventando un ringhio profondo. Sotto gli occhi increduli di Sam e Dean ora c’è un enorme lupo nero. Dopo un ultimo ringhio, il lupo svanisce così in fretta che sembra essersi dissolto nell’aria.

 

«Che diavolo era quello?», irrompe Dean, dopo qualche istante di silenzio assoluto.
«Non ne ho idea», risponde Sam. «Ma credo che lei lo sappia», afferma, guardando Elena. La vampira infatti, si è dimostrata impassibile di fronte all’evento, come se lo avesse già visto. Lei si volta verso di loro, ancora in silenzio. «Allora, è così?», le chiede Sam. «Sì».
«E che cosa sarebbe? E che cosa sei tu?». Dean le punta nuovamente la pistola contro.
«Dean, aspetta», lo ferma Sam, alzando un braccio.
«Che diavolo fai?».
«Ci servono risposte, ok? Non abbiamo mai affrontato nulla del genere prima, non abbiamo idea di come affrontarlo. Lei può aiutarci».
«Spiacente, ma ho già molto a cui pensare per farvi anche da enciclopedia», dice Elena, voltandosi per andarsene.
«Aspetta»., la richiama Sam. «Questa cosa ora riguarda anche noi. Tu sarai anche forte, ma non puoi sconfiggerli tutti da sola».
«E cosa ti fa pensare che io sia da sola?», lo sfida la vampira.
«Se non lo fossi, i tuoi amici sarebbero già qui», risponde Sam, serio.
Elena non replica, confermando la sua ipotesi. Continua però ad essere restia ad accettare. Ha promesso a se stessa che avrebbe fatto tutta da sola, ma il cacciatore ha ragione. Non è abbastanza forte per sconfiggere questo nemico. «Cosa ti fa pensare che anch'io non sia vostra nemica?», lo incalza Elena. 
«Avresti potuto ucciderci prima, ma non l'hai fatto». Sam la guarda negli occhi per tutto il tempo mentre parla. Elena prova inspiegabilmente un moto di rispetto nei suoi confronti. «Che cosa proponi?».
«Di lavorare insieme».
«Cosa? Sei impazzito?», esplode Dean, voltandosi verso il fratello. 
È vero, glielo concede, non li ha uccisi anche se ne ha avuto l’opportunità, ma questo non vuol dire che possono fidarsi di lei.
«Non c’è altro modo per vincere».
Dean sospira frustrato, dando così il suo assenso a quella folle idea. 
«E dovrei semplicemente fidarmi di voi? Siete dei cacciatori, dopotutto», rimbecca Elena.
Dean le lancia un’occhiataccia. «Siamo noi quelli che non possono fidarsi, sei un dannato mostro super-veloce».
Elena assottiglia lo sguardo, irritata. «Sono un vampiro».
«Un vampiro? Non sei come gli altri che abbiamo incontrato». Dean sembra parlare più a se stesso che a lei. Non ha idea di cosa sia passato in mente al fratello. Quella ragazza sa solo irritarlo, sarà un inferno lavorarci insieme.
«Nemmeno voi sembrate essere come tutti gli altri cacciatori, se è per questo», risponde Elena, con una punta di acidità.
«Dovremmo fidarci a vicenda se vogliamo cavarcela. Iniziando col dirci tutto quello che sappiamo sul caso», interviene Sam, fissando lo sguardo dritto negli occhi di entrambi. Dean ed Elena si placano subito, sotto il peso di quello sguardo. Elena non sa perché, ma quel cacciatore, quello più alto, le ispira uno strano senso di calore, è difficile non credergli. L’altro invece, quello con gli occhi verdi, è solo capace di fare saltare i nervi.
«Bene. Ma non qui», gli dice Elena, incrociando le braccia la petto.
«D’accordo. Visto che lavoreremo insieme, dovremmo cominciare col presentarci per bene: io sono Sam Winchester e lui è mio fratello, Dean».
Elena inclina leggermente la testa, pensierosa. «I Winchester? Ho già sentito il vostro nome».
«Non mi  sorprende. Siamo in questo giro da un bel po’, ragazzina».
Elena stringe le dita intorno alle braccia. Quell’uomo è solo in grado di irritarla, sarà un inferno lavorarci insieme. «Non chiamarmi ragazzina. Anch’io ho un nome».
«E quale sarebbe, ragazzina?». Dean sottolinea la parola con un ghigno divertito che le fa venir voglia di prenderlo a pugni.
«Come ti chiami?», le chiede Sam, con tono dolce.
La vampira distoglie lo sguardo da Dean, puntandolo in quello di Sam. «Elena. Elena Gilbert».
«Perché a mio fratello rispondi e a me no?», le chiede il maggiore dei Winchester, seccato.
«Perché tuo fratello non è uno stronzo», gli risponde lei a tono.
Sam si lascia sfuggire un sospiro. Questa faccenda non sarà per niente facile da gestire.

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