Not only Them.

di __granger
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sweet blondie One??! ***
Capitolo 2: *** Hope. ***
Capitolo 3: *** Normality is the watchword. ***



Capitolo 1
*** Sweet blondie One??! ***


Note dell'autrice: "Not only Them" è una raccolta di Shots e Flash!Fic che riguardano tutti i personaggi, anzi le coppie di Twilight eccetto per Edward/Bella.
La prima One-Shot tratta di Rosalie/Emmett.
Le recensioni sono gradite (anzi, adorate xD) e con esse anche le critiche!

Sweet Blondie One?
~Rosalie/Emmett~
***


Sgrunt.
Può dello stupido raso dare un tale fastidio ad un corpo fatto di puro granito?!
Evidentemente si.
-Fratello, dovrei farti una foto per ricattarti.-
Ringhiai di riposta.
-Edward, credimi, se Alice persiste nell’ obbligarmi ad indossare queste stupide scarpe potrei non rispondere delle mia azioni.
-Emmett.- sibilò una voce trillante dietro lo specchio gigante. –Aggiustati quella cravatta.- disse, e senza lasciarmi il tempo di rispondere schizzò veloce, anche per un vampiro, verso di me, strozzandomi con quella stupida stoffa rossa.
-Dai, Em, non fare quella faccia, pensa che lo fai per Rosalie.- mi sorrise Alice, improvvisamente addolcita dalla perfetta sistemazione della cravatta.
Sorrisi, al pensiero di Rose. Chissà com’era... Se era già stupenda normalmente, chissà cosa non era bella ora, quando tentava di esserlo.
“Meglio non fare previsioni” pensai, “Tanto mi lascia sempre e comunque senza fiato”.
Carlisle spuntò, in equilibrio su un piede, appoggiandosi allo stipite della porte. –Figliolo, ho come l’impressione che giù alla festa manchi qualcuno.-


-Stai calma, cara, starà per arrivare.- sussurrò Esme, accanto alla ragazza, affacciata alla finestra.
-Normalmente è la sposa ad arrivare in ritardo, non lo sposo! E guardami, qui in casa ad aspettare che si faccia vivo, per non essere io ad restare impalata davanti all’altare…- sbuffò.- Ma quando mai nella nostra famiglia accade qualcosa di normale?.-
Chinò il capo, gli occhi gelidi fissi sullo stipite della finestra.
Alzò la testa veloce, vedendo l’espressione dispiaciuta di Esme, che si era subito avvicinata, una mano tesa ad accarezzarla.
-Ehi. Non mi guardare con quello sguardo di pietà!- sorrise.-Oggi dovreste guardarmi pieni di ammirazione, estasiati. Dovrei essere celestiale.-
-E lo sei, tesoro, davvero. Di sicuro più bella che modesta, ma non è una novità… Guarda là, piuttosto.-
Emmett arrivò di corsa, si posizionò a lato del prete e, se avesse potuto respirare, avrebbe avuto il fiato corto e affannato.
Rosalie sorrise vedendolo sbuffare quando Alice gli mise a posto la cravatta. Conoscendola non era di sicuro la prima volta.
-Direi che è ora di andare.-


Eccola, oddio eccola.
Vidi Esme veleggiare aggraziata e dolcissima nel suo vestito di rose.
Ecco, merda eccola.
Respirai. Bè, oddio, era tutta scena quella del respiro.
Mi faceva sentire più umano.
Mi faceva sentire più simile a quello che lei voleva.
Ma che io non avrei saputo mai darle; bè, ci avrei provato. Con tutto me stesso.
Scaccia ogni pensiero melodrammatico e mi preparai.
Eccola - l’ho già detto?- eccola.
E la vidi, finalmente non ce la facevo più, arrivare, più che camminare sembrava volare.
Indossava un vestito perfetto; era bianco, che strano eh?, lungo, senza spalline, rigido sul busto e poi morbido, fluente dalla vita in giù.
Non riuscii neanche a descriverlo, in realtà non riuscii neanche a vederlo. Avevo occhi solo per lei, per il suo volto.
Non l’avevo mai visto così bello.
Ma la cosa più bella era che non l’avevo mai visto così felice, raggiante. Mi sentii da Dio quando fui consapevole che era grazie a me.
Arrivò al mio fianco in poco tempo, troppo poco, sarei rimasto a guardarla per sempre.
Oddio, ma da quando ero così mielenso?
“Basta” pensai, e mi diedi un contegno, e, cercando di evitare la bava alla bocca, mi atteggiai da duro… Bè, ci provai.
Mi sorrise. Vanificò i miei sforzi.
E ci sposammo.

-Eccola qui.- disse Carlisle. –La vostra prima casetta.- Sorrisi.
-Grazie mille Carlisle, Esme. E’ bellissima.- sussurrò Rosalie.
-Bè, se vi piace, forse è il caso che vi lasci soli. Alice e Jasper vi portano i loro saluti… Buona luna di miele… E tornate presto.- ci salutò.- Ovvero non dopo l’anno prossimo…- aggiunse in un sussurro perfettamente udibile.
Mi girai verso la mia donna. Mia moglie.
Ecco, emh.. questa parte è un po’ difficile da raccontare. Diciamo che non ci abbandoniamo ai sensi solo durante la caccia.
Quella fu la notte più bella in assoluto della mia vita.
Povera Esme. Della bellissima sala da letto –grande, sfarzosa, bellissima, come piace a Rose- è rimasto ben poco.
Mi girai verso Rosaline, sdraiata su letto, che mi guardava.
-Ti amo.- disse.
E mi sciolsi. Sul serio, il duro, lo scimmione Emmett McCarthy Cullen si sciolse, guardando i suoi occhi dorati.
La baciai con foga, infilando le dite nei suoi soffici e lunghi capelli biondi.
Ma lo scimmione non può essere sempre così romanticone. That’s why iniziai a farle il solletico.
Era l’unica vampira che conoscevo, il cui unico punto debole era il solletico.
Ma non feci in tempo a farla contorcere più di tanto che lei mi sbatté contro il muro, con tutta la forza che aveva.
Non mi feci un graffio, ma non la sapevo così potente.
-Ehi!-
Mi fece una linguaccia, imitando la sua faccia quando era molto, molto arrabbiata.
-Davvero eri convinto di sposare una dolce e tenera biondina?!.-
Mi guardò maliziosa, e feci un balzo verso di lei.
La baciai.
-No, non l’ho mai pensato.-





Grazie a tutti delle recensioni!: (lo so sono solo due, ma mi entusiasmo con poco XD).
Per rispondere a Steffylove... innanzitutto grazie e poi per quanto riguarda Ed/Bella; no, li adoro! Solo che siccome il loro legame è talmente profondo, indissolubile e coinvolgente e sopratutto Stephenie l'ha descritto talmente bene, in modo più esauriente possibile che preferisco non rischiare di storpiare i personaggi, non mi reputo in grado di emulare una relazione simile ;D.

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Capitolo 2
*** Hope. ***


Note dell'autrice: Seconda flash-fic/Shot, questa volta su Alice/Jasper, coppia che mi affascina moltissimo e su cui spero di scrivere altro presto.
. E' ispirata dalla canzone ''You'll be in my heart''(**) di Phil Collins che io adoro (è anche il soundtrack di Tarzan).
Vi consiglio, oltre di sentirla, anche di leggere il testo.
(*)Citazione di Eclispe.


Hope.
»Alice/Jasper ***

"Mi offristi la mano e la presi
senza chiedermi cosa stessi facendo.
Per la prima volta in almeno un secolo
sentii nascere la Speranza.(*)”
Jasper, on Alice


-Ti conosco Alice.-
-Emh, tesoro?, scusa se ti smonto così, ma questo lo sapevo già. E da un bel pezzo.-ridacchiai nervosamente. Sapevo a cosa si riferiva.
-Alice.-
Alzai il capo, e lo guardai negli occhi.
-Non sei mai stata una codarda. Sai benissimo che posso sentire cosa provi adesso, e in generale è lo stesso miscuglio di sentimenti che provi da settimane.- mi sorrise tranquillo.-Non contesto il fatto che tu abbia utto il tempo del mondo, ma prima lo fai meglio sarà.- continuò, porgendomi la mano.
-Andiamo Alice?.-
Da quando il manicomio mi aveva fatto accedere, o meglio aveva fatto accedere la gentilissima e ricchissima benefattrice Jaqueline Verne, agli archivi privati, non avevo smesso un attimo di cercare, scavare sul mio passato. Ero riuscita a trovare poche informazione, relative per lo più ai dati anagrafici di quelli che erano i miei genitori.
Date di nascita e morte, nomi e cognomi, niente di più.
Ma in fondo, cosa speravo di trovare?
Un commuovente messaggio degli affettuosi genitori che mi avevano abbandonato?
Abbandonato? No, quello sarebbe stato meglio.
Loro non mi avevano lasciato; avevano fatto sì che io lasciassi loro, mi avevano cacciato.
Di sicuro non c'era qualche Carillion stile Anastasia con allegato un amorevole lettera a ?La nostra Piccolina, la nostra ragionedi vita'.
Mm-mh.
Molto carino, troppo per me.
Alla fine avevo abbastanza informazioni per arrivare all'unica persona ancora viva nele cui vene scorresse il mio stesso sangue. Bè, in senso lato.
Si chiamava Jules, era mia nipote ed abitava a Biloxi.
Il giorno dopo la scoperta ero vuota, spenta.
Come se avessi esaurito ogni obiettivo.
Già dal distacco da Bella e Forks la mia vita, la nostra vita, era diventata sempre più noiosa.
Anzi, più che noiosa era grigia. Un bel grigietto fumo.
Per questo mi ero buttata nella ricerca dei miei parenti, ed ora che li avevo trovati, cosa mi restava?
-Andare a trovarli, no?.- Fu la risposta di Jasper. Facile.
Non sono mai stata come Rosalie, ho sempre amato la mia vita da vampira, ma solo perchè non sapevo, com'era prima.
E ora? Avrei sofferto come Rose, vedendo ciò che avevo la possibilità di avere, ciò che mi è stato tolto?
Mai voluto perchè mai assaggiato, provato, visto.
Dovete ammetterlo, sono una brava psicologa per me stessa.
Razionale e distaccata, o forse pazza e con doppia personalità.
Devo esserlo; non voglio che Jasper si preoccupi più di quanto non faccia normalmente.
Ed eccomi qui, appostata su un albero, la mano in quella del mio amore, gli occhi vuoti fissi su un vialetto erboso davanti a me.
Eravamo lì da poco più di un'ora, ma cosa vuoi che sia il tempo per noi? Semplice burocrazia.
Jules, la figlia di mia sorella Cynthia doveva avere si e no 70 anni, ma all'anagrafe risultava viva e vegeta. Dovevo vederla.
Verso le 4 del pomeriggio sentimmo una sedia a rotelle arrancare sul per la stradina ghiaiosa, fino alla porticina di legno.
Strinsi la mano di Jasper, che arretrò, per lasciarmi spazio per vederla meglio, come se c ne fosse bisogno visti i miei 10 decimi perfetti. Era piccola, grigia e corrucciata in un espressione impegnata mentre apriva la porta. Era... tenera?
Purtroppo era di spalle e non riuscii a vederla in volto. Entrò.
Stavo per seguirla, a distanza naturalmente, dalla finestra che poco prima avevo notato sul retro, quando Jazz mi fermò, ammicando verso la strada.
Mi girai e vidi una ragazzina, di circa 16 anni, correre giù aggraziata verso la casa di Jules.
In quel momento sentii qualcosa che non penso si possa descrivere bene.
Nel sorriso smagliante della ragazza, nel suo modo di muoversi trovai qualcosa di mio.
Ed era strano perchè non pensavo neanche di avercelo quel qualcosa. Edward mi aveva avvisato che spesso qualche rimasuglio della vita umana affiorava in particolari situazioni, ma non pensavo che avesse quella potenza, il potere di farti sentire te stessa, finalmente.
-Meg!- chiamò la vocina flebile di Jules, salutando con un abbraccio la ragazzina dai capelli corti e corvini che le era saltellata incontro.
Sentii il suo respiro fresco insinuarsi tra i miei capelli, poi vicino all'orecchio, fino a baciarmi sul collo, dolcemente, leggero con una frafalla.
-Jazz..- risposi, sorridendo, grandomi verso di lui per baciarlo. -Credo che ora possiamo andare.-
Mi alzai in punta di piedi e lo baciai con foga.
Lui ridacchiò, felice perchè in me sentiva solo serenità, e mi spinse via, ricordandomi che eravamo ancora su un ramo di un albero, non proprio stabile.
Tornammo a casa in macchina, e per la prima volta rispettammo i limiti di velocità.
Non avevamo niente di cosìurgente da fare.
Ci fermammo addirittura in un boschetto, tra Biloxi e il confine per rilassarci un po'.
Il sole splendeva alto, ma nella radura i raggi erano perfettamete filtrati.
Sdraiati per terra accanto alla macchina, non facevamo altro che guardarci negli occhi. A noi bastava.
Ad un certo punto la radio mandò in onda la canzone di Phil Collins, "You'll be in my heart".
When destiny cals you, you must be strong.
I may not be with you, but you've got to hold on...
(**)
Ridacchiai.
-Bella canzone.- sussurrai, avvicinandomi a lui, che mi abbracciò.
-E' vero, Alice. Io avrei potuto non esserci...- sorrise mesto, compiaciuto del fatto che invece lui c'era.
-Ma ci sei stato. Jasper sei sempre qui, per me, e questo è l'unica cosa che conta.-
-Alice... ascolta, non riesco a focalizzarlo bene, ma continuo a chiedermi; cosa hai provato quando hai visto Meg? Tu...tu vorresti ancora essere umana?-
-Rosalie rinuncerebbe anche ad Emmett per questo, io no, se è quello che ti chiedi. Jasper se tutta l'esistenza da vampira fosse orribile, se la vita umana fosse possibile, io resterei vampira.- sospirai.- E sai perchè?.-
M fissò, bellissimo,biondo e brillante.
-Perchè tu sei la mia vita Jasper Hale. Tu non sei solo sempre nel mio cuore, tu sei il mio cuore. Il mio cuore che batte, che batte come se fosse vivo.-
E lo baciai, ora completa.

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Capitolo 3
*** Normality is the watchword. ***


Note dell'autrice: Terza Shot della rccolta. Il titolo è tratto da un episodio di Veronica Mars, mi sembra 1x02, tra l'altro bellissima.
Mmh, non so cosa pensare di questa OS, perchè l'ho scritta di getto, poco dopo aver riletto la parte di Eclipse dovve Bella va appunto da Angela e c'è un momento, uno scambio di battute tra Angie e Ben dolcissima.Non ero ispirata e non mi piace come è venuta...


Normality is the Watchword.
~Angela&Ben~
***

Alleluja.
Con le campane che mi suonavano esultanti dentro alla testa mi avviai verso l'uscita del cinema, cercando di non dare ascolto al mio istinto di fuga veloce, e tentando di ostentare un sorriso.
Per fortuna domani Bella viene ad "aiutarmi con gli inviti" se no... non oso immaginare al film, mera definizione per quell' orribile tortura stile Jackie Chan in programma per quel giorno.
“Ragazzi che coreografie!!” esclamò Ben. “Amore, dimmi, era o non era un capolavoro!?”
“Certo! Da far invidia a Spielberg.”
Poveri noi. Cosa sono costretta a dire…
“Sul serio Angie poi, hai visto quando lui ha…
Lo guardai blaterare circa pugnali del drago e arti marziali Shing.
Non potei trattenere un sorriso.
Sembrava un cartone; agitava le mani, accompagnando le imitazioni con smorfie di approvazione o schifate, degne dei Manga per bambini.
Poi si bloccò, in un espressione orripilata.
“Aspetta, ma che ore sono?!”
“Le otto e mezza.”
“Cavolo, Angie, il ristorante!” mi prese sottobraccio e mi trascinò in macchina.
“Grazie” dissi, allacciandomi la cintura.
“Per cosa?”
“Per la sorpresa” sorrisi.
“Merda non dovevo dirtelo! Scusami, tesoro hai ragione, lo sai che in quanto ad organizzazione sono un disastro!”
Tipico di Ben.
Scese di corsa dalla macchina e si affrettò a rimediare il guaio venendo ad aprirmi la portiera.
Mi sorrise a trentadue denti e io non potei non rendermi conto di quanto ero fortunata.
Davvero, era troppo bello per essere vero.
Io che a non avevo mai dato un bacio vero fino ai 17 anni, ora mi ritrovavo con una specie di Goku bambino con la passione per il Karatè e uno stupendo sorriso.
Bè, detta così non sembra sta gran cosa, ma essere fidanzati con Ben lo è.
Non riesco a pensare a qualcun altro con cui passare la mia vita. Esagerata dite? No, non credo.
“Angie, ti sei incantata?” Rise Lui.
“No, scusa mi ero persa un attimo nei miei pensieri…”
“Ad esempio in quali?” incalzò lui facendomi sedere ad un tavolo più appartato, sotto ad un porticato che sapeva di fumo, ma non male nell’insieme, visto gli standard di Forks.
“Ben, perché mi hai chiesto di uscire, la prima volta, al ballo, tre anni fa?”
Ops.
Ben sbiancò, poi diventò rosso come un peperone.
Forse non era un domanda ideale dopo tre anni di fidanzamento.
Ma ancora una volta sorrise.
“Lo sai Angie, non sono un tipo molto coraggioso quando si tratta di chiedere di uscire ad una ragazza; non come Ju-nken Li, ohohoh lui si che è fantastico in queste cose, come dopo la battaglia di Ramshes, quando… emh, va bè non centra” aggiunse notando la mia espressione leggermente irritata.”Bè, diciamo che l’imput me l’ha date Edward, Edward Cullen.”
“Davvero?! Dici sul serio?!” questa non me la sarei aspettata. “Non vi sapevo così amici.”
“Già. E’ strano Edward. Però simpatico.”si fermò sovrappensiero. “Mmh, penso che se riesci a superare l e sue barriere, non sia così male….Bella cosa dice?”. “Mah, lei è pazza di lui, ma.. non so, c’è qualcosa in loro, di…speciale. O non normale, comunque.”
“Bè, ma non è di questo che dobbiamo parlare, no?” disse, prendendomi il mento con due dite e tirandomi dolcemente verso di lui, e scoccandomi un bacio veloce sopra il tavolo.
“ No, direi di no”.
Passammo una splendida serata, ma di sicuro non era una sorpresa, tutte le serate con Ben erano fantastiche.
Tornando a casa riflettei a quello che ci eravamo detti su Edward e Bella.
Mi sento ancora in colpa perché ho sempre invidiato quel nonsochè che Edward e Bella avevano in più. Quello che li rendeva così speciali, a volte era inquietante come si orientavano l’uno verso l’altro.
Poi però penso a me e Ben, a come mi sento quando mi sfiora, quando mi bacia, e mi rendo conto che in fondo questa nostra ‘normalità’ è perfetta, e non potrebbe andarmi meglio.
Lo amo, lui ama me, e sono più che sicura che niente potrà separarci.
Forse solo un film Giapponese.

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