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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Soap Bubbles [Theodore/Luna] *** Capitolo 2: *** Medicine [Remus/Tonks] *** Capitolo 3: *** Snow [James/Lily] *** Capitolo 4: *** Smile [Harry/Luna] *** Capitolo 5: *** White Rose [Lucius/Narcissa] ***
Il suo sguardo vagava distratto
verso l’immenso cielo azzurro che la sovrastava, osservando divertita le
piccole bolle trasparenti che si disperdevano ovunque nell’aria.
Da quando suo padre le aveva mandato
via gufo quello strano giochetto babbano, non passava giorno che lei non ne
usufruisse.
Ridacchiò, tornando a scuotere il
barattolino ricolmo di sapone.
«Cosa ci troverai di tanto
divertente…»
Sobbalzò leggermente, stupita da
quella affermazione saltata fuori così all’improvviso. Voltando la testa di
lato, incrociò due occhi scuri come la pece che la scrutavano attentamente.
«Attira le lumicine» sorrise
allegra nella sua direzione, soffiando poi un’altra bolla.
Il moro accanto a lei voltò lo
sguardo infastidito, ignorando ancora una volta le assurdità che uscivano dalla
bocca della biondina.
«Hai una brutta faccia, Theo» la
sottile voce da bambina gli giunse alle orecchie come una dolce melodia: ancora
una volta, Luna dimostrava la sua specialità nell’esprimere senza problemi le
verità scomode.
«Schietta come al solito, Luna»
sospirò, mettendosi seduto sull’erba umida e fresca.
La ragazza non rispose, limitandosi
ad agitare ancora una volta il barattolino che teneva in mano.
Con un gesto semplicissimo,
estrasse il bastoncino rosso che portava un cerchietto sulla sua estremità e lo
porse al giovane serpeverde, invitandolo ad afferrarlo.
«Che ci dovrei fare?» chiese lui,
inarcando un sopracciglio e stringendo il bastoncino colorato tra l’indice e il
pollice.
«Soffia» gli ordinò gentilmente lei
«se soffi sicuramente le lumicine ti porteranno tanti buoni pensieri.»
Theodore la guardò stralunato e,
con una scrollata di spalle accettò il consiglio di Luna facendola sorridere
compiaciuta.
Soffio delicatamente verso il
cerchietto rosso, osservando interessato quella piccola bolla di sapone
formarsi e staccarsi, per poi librarsi libera nell’aria.
Al suo fianco, Luna rideva di
gusto: in effetti, non era cosa da tutti i giorni vedere un serpeverde che si
perdeva a fare le bolle di sapone.
«Bhe, non ti senti meglio adesso? »
chiese la corvonero, rivolgendogli l’ennesimo sorriso gentile.
«Uhm» Theo arricciò le labbra
fissandola di sottecchi, per poi schioccare la lingua sul palato «è una
sciocchezza.»
«Però ti ha divertito» trillò Luna
riappropriandosi del bastoncino e soffiando ancora.
***
Spazio
Autrice [16 Giugno 2010]
Ah, che bellezza leggere queste
cose!
Theodore e Luna sono ancora una
delle mie coppie preferite in Harry Potter e direi che, con questa ho fatto un
buon lavoro.
Certo, non è perfetta…
Ho dovuto correggere un po’ la
punteggiatura e cambiare qualche parolina ma, direi che per il resto va bene. *smile*
Sorrise debolmente nella sua
direzione, cercando di tranquillizzarlo un pochino.
Con un gesto secco e veloce,
rovesciò un altro po’ di disinfettante sul piccolo batuffolo di cotone che
teneva in mano, andando a posizionarlo sulle ferite del viso.
«Dora, brucia!»
«Smettila di fare il bambino, non
stai per morire» esclamò esasperata Tonks, premendo con più vigore il cotone
sulla ferita e ricevendo in risposta un lamento soffocato.
Ogni mese sempre la stessa storia:
la luna, la trasformazione, le ferite auto inferte e le suecure.
Alzò lo sguardo su di lei,
osservando il suo viso concentrato sul lavoro che stava facendo.
Sorrise intenerito, ripensando a
tutte le volte che lei si era ritrovata a fargli da infermiera.
«Qualcosa non va, Remus?»
Si riscosse dai suoi pensieri,
voltando leggermente il viso di lato: ancora una volta, si era incantato a
guardarla.
«No, niente. Pensavo…»
«Ah sì? E a cosa?» il tono curioso,
tipico di una bambina.
Rimase zitto per qualche minuto,
continuando a guardarla medicare quegli sfregi.
«Al fatto che tu sei la mia cura
contro la luna.»
Tonks sorrise divertita da quel
nuovo ruolo, alzò i suoi occhi - quel giorno viola – e incrociò quelli marroni
del marito.
«Grazie» disse semplicemente, per
poi posare un dolce bacio sulla piccola ferita del labbro.
«Ahi…il labbro, Dora!»
«Scusa, scusa, scusa…» lo implorò,
lasciandosi andare in una risata cristallina.
***
Spazio
Autrice [16 Giugno 2010]
Da un po’ di tempo a questa parte,
la Remus/Tonks ha smesso di appassionarmi.
Forse perché la cara zia Row me li
ha ammazzati senza pietà.
Forse perché su di loro c’è fin
troppo poco in giro.
O forse, semplicemente, perché
ormai sono una coppia già fatta su cui c’è poco da fantasticare.
Senza dubbio, sono carinissimi
insieme – modestia a parte, questa flash è un tocco di genio – ma non mi
trasmettono più le stesse emozioni di una volta.
Camminava lenta, senza fretta,
osservando il paesaggio bianco che si presentava tutt’intorno a lei.
Quella notte il cielo aveva deciso
di regalare ad Hogwarts un manto regale di candida neve, ricoprendo ogni cosa –
persino il Platano Picchiatore.
I jeans chiari le fasciavano le
lunghe gambe affusolate, ma non le davano quel piacevole calore che tanto
agognava; così come il maglione azzurro di lana.
Strinse più forte il mantello
attorno al suo esile corpo – gesto dovuto a una forte folata di vento gelido –
e strinse gli occhi.
«Che freddo!» mormorò tra sé e sé,
gettando una rapida occhiata verso il portone d’entrata del castello.
Una figura nera imbacuccata quasi –
e forse più – come lei, attirò la sua attenzione.
«Evans!» quella voce la conosceva
anche fin troppo bene.
«Potter, cosa diavolo ci fai fuori
al gelo?»
«Ti cercavo. Tu, piuttosto, che fai
fuori?»
«Passeggiavo» rispose facendo
spallucce, segno che non dava molta importanza a quella risposta.
Si voltò di nuovo, dando le spalle
al ragazzo e incamminandosi verso il Lago Nero.
Sapeva che quel rompiscatole non
l’avrebbe lasciata in pace così facilmente. Infatti, eccolo lì che camminava al
suo fianco.
«Potter, hai bisogno di qualcosa?»
«No.»
Lo osservò, inarcando un
sopracciglio.
«Allora perché mi segui?»
«Perché non voglio lasciarti sola»
sorrise malandrino, osservando la reazione sulla faccia della rossa «Su, su
Evans non è bene che una ragazza esca fuori da sola con questo freddo.»
Lily si arrestò, mettendo una mano
sul fianco e guardandolo con la testa leggermente inclinata.
Bellissima,
fu
tutto quello che James riuscì a pensare.
Quasi istintivamente le si
avvicinò, prendendole le mani e portandosene una alla bocca.
«Come immaginavo» alitò sulla pelle
candida della ragazza, facendole scorrere un brivido di piacere lungo tutta la
schiena «sei congelata!»
Con gesti rapidi e calcolati si
sfilò la sciarpa rossa e oro, porgendola alla ragazza e invitandola a metterla.
Lily accettò l’invito, afferrando
l’indumento e avvolgendoselo intorno al collo candido.
«Grazie» mormorò, lasciandosi
andare in un sorriso. Un sorriso che venne prontamente ricambiato.
«Si figuri, signorina Evans!»
***
Spazio
Autrice [16 Giugno 2010]
James/Lily è il bene!
Sono perfetti insieme come Romeo e
Giulietta, Tristano e Isotta, Renzo e Lucia, Minato e Kushina…
«Al
diavolo!» sbuffò seccato, gettando il giornale di lato sull’erba bagnata.
Ancora
una volta La Gazzetta del Profeta
riportava stupide sciocchezze sul suo conto e questo lo infastidiva non poco,
per colpa di quelle false notizie mezza popolazione di Hogwarts lo
evitava come la peste, additandolo e bisbigliando chissà cosa sul suo conto.
«Ciao
Harry!» si voltò di lato, scorgendo una figura minuta piegata verso di lui.
«Ciao
Luna!»
La
bionda gettò una rapida occhiata al quotidiano abbandonato e, con un sorriso
gentile, si accomodò al suo fianco.
«Va
sempre peggio, vero?» chiese tranquilla, osservando distrattamente il viso del
ragazzo.
«Ormai
ci sono abituato, tranquilla» mormorò il grifondoro, sospirando rassegnato.
«Ma,
così la gente cercherà di evitarti…»
Scrollò
le spalle.
Era
ovvio che lo evitassero, ma lui che ci poteva fare?
«Se
preferiscono credere ad uno stupido giornale piuttosto che a me, non posso
farci niente.»
Il
tono malinconico con cui aveva risposto, non sfuggì alla biondina che con gesti
lenti e delicati voltò il viso del ragazzo verso il suo, piantando i suoi
vivaci occhi azzurri in quelli verdi del moro.
«Per
quello che vale» cominciò lasciandosi andare in un meraviglioso sorriso
rassicurante «io ti credo!»
Harry
rispose al sorriso mormorando un lieve “grazie”, per poi tornare a osservare la
superficie del lago.
«Bene»
Luna si lasciò andare all’indietro, sdraiandosi supina sull’erba «un sorriso è
sempre un ottimo modo per ricominciare» finì, prima di lasciarsi andare in una
sonora risata.
***
Spazio Autrice [16
Giugno 2010]
Ecco
un’altra coppia che continuo ad amare, nonostante l’Harry/Hermione abbia preso
pieno possesso della sottoscritta.
Continuo
a ribadire che, se Harry ha voluto chiamare la figlia Lilian Luna un motivo ci sarà…
«Wormy…?!»
la sua voce delicata, ma autoritaria, risuonò per tutto il salotto.
«Padrona ha chiamato?»
«Fai in modo che la cena sia
servita alle otto in punto, stasera. E mi raccomando, voglio dei piatti
speciali» ordinò, imperiosa.
«Ai suoi ordini, padrona» vide
l’elfo domestico esibirsi in un profondo inchino, prima di sparire nelle
cucine.
Mosse il capo verso la finestra che
dava sul giardino, osservando distratta i fiocchi di neve scendere lenti e
posarsi sul davanzale.
Un
anno.
Già un anno era trascorso dal suo
matrimonio combinato con Lucius Malfoy, eppure a lei sembrava passata solo una
settimana.
Con un gesto elegante sollevò la
mano sinistra, portandosela davanti agli occhi ed esaminando quella che era una
raffinata fede nuziale in oro bianco.
«Cissy…?!» la voce roca e sensuale
di Lucius la fece voltare verso l’ingresso della sala.
«Lucius, bentornato!»
Sorrise lievemente, incamminandosi
verso il marito e posando un lieve e casto bacio sulle sue labbra: un piccolo
gesto d’affetto che faceva- di buon
grado - da quando si erano sposati.
«Per te!»
Una splendida rosa bianca comparve
da sotto il mantello dell’uomo: candida e bellissima, proprio come lei.
Piegò un angolo della bocca verso
l’alto in quello che poteva essere un sorriso appena accennato, offrendo poi il
fiore alla donna bionda che lo osservava con lo sguardo di chi si aspettava una
sorpresa del genere ma che gradiva tali attenzioni.
«Grazie» mormorò carezzando i
petali.
Si voltò, avvicinandosi ad un enorme
vaso d’argento riposto su un antico tavolino finemente ricamato.
Annusò per un’ultima volta la rosa,
prima di riporla all’interno dell’oggetto insieme alle altre
trecentosessantaquattro.
***
Spazio
Autrice [16 Giugno 2010]
Non ringrazierò mai abbastanza
tutte quelle persone che hanno seguito, recensito, amato, apprezzato e – ebbene
sì – anche odiato questa raccolta.
In particolar modo, la mia amata figlia – ovvero Chis.
Questa ragazza, non si sa per quale
motivo, apprezza tutto quello che scrivo e io gliene sono infinitamente grata.
<3