Angolo dell'autrice

Eccomi tornata.

Sono passati anni dall'ultima volta che ho messo piede in questo fandom e mi fa uno strano effetto scrivere ancora di questi personaggi.

Questa piccola drabble di 110 parole mi è venuta in mente pensando a quanto sventurati siano stati Mirai Bulma e Mirai Trunks, e a quanto diverse siano state le loro vite nel futuro alternativo che tutti noi conosciamo. Da qui mi son sorte un paio di domande: come si vedono? Hanno del rancore per chi è stato più fortunato di loro? Si vorrebbero trovare al posto di chi è stato salvato? Oppure si farebbero una semplice risata di fronte ai loro doppi?

Detto questo, spero vi possa piacere la mia riposta.

Buona Lettura!

Differenze

Bulma sventolò le mani in ampi saluti davanti la telecamera, mandò un bacio e chiuse la conversazione interdimensionale, mentre ancora gli altri della sua dimensione tentavano inutilmente di prendersi un po' di spazio in quello schermo.

Mirai Trunks resistette con quel piegamento all'insù degli angoli delle labbra fino all'ultimo minuto, poi lasciò andare il tutto, facendo trasparire un'espressione crucciata su quel viso segnato dagli avvenimenti del suo futuro.

Mirai Bulma sospirò, arricciandosi una ciocca dei capelli che erano ormai di un azzurrino slavato, rispetto a quelli che erano stati un tempo.

Entrambi sorrisero.

“Che svampita!”

“Che idiota!”

Dissero contemporaneamente, riferendosi ai se stessi dell'altra dimensione, poi scoppiarono a ridere.

Piccole Rinunce

Trunks poggiò la sua tazzina di caffè sulla superficie del tavolo, giocherellò un po' col cucchiaino e poi alzò lo sguardo verso la madre.
“Le ultime piantagioni sono state rase al suolo”. Inutile informarla sul resto delle perdite, la scienziata avrebbe capito da sola.

Bulma alzò gli occhi al cielo e si sedette accanto al ragazzo. “Un'altra cosa di cui faremo a meno”.

“Peccato, mi è sempre piaciuto il caffè”.

“A me aiutava a stare sveglia”.

Un sospiro partì dalla bocca di entrambi, poi nacque un sorriso da quella del più piccolo.
“Vorrà dire che i cyborg dovranno temerti”.

Perché di fronte a orribili misfatti, spesso è bene rimuginare sulla cosa di minor conto.

Una volta ancora

Una parete di cemento prende forma mattone dopo mattone, gli operai lavorano giorno e notte. Sanno che il loro operato potrebbe essere inutile, che quei cyborg potrebbero tornare, distruggendo ogni cosa, ancora e ancora.
Eppure continuano: prendono un mattone, lo ricoprono di cemento e ne aggiungono un altro, facendo sempre le stesse azioni, ancora, ancora e ancora.

Mi ricordano Gohan.

Veniva sconfitto, si rialzava: la sua vita era tutta lì, nei lassi di tempo tra una battaglia e un'altra.

Riuscirò ad essere come lui?
Adesso che non c'è più, quante volte dovrò cadere e rialzarmi?

E gli operai? Loro quante volte rialzeranno quel muro?

Angolo dell'autrice

Questa raccolta, nata inizialmente come unica drabble, non si ferma qui.

La vita di Mirai Trunks è per me incredibilmente affascinante, quindi prenderò parti di lui, o, perlomeno, cercherò di catturare frammenti di lui in modo disordinato e alla fine di questa raccolta spero di dare un quadro completo di quello che è il personaggio.

Spero sinceramente l'idea vi piaccia.

A presto!

Loro

La prima volta che aveva visto gli occhi di ghiaccio dei gemelli ne era rimasto affascinato.

Mirai Trunks aveva provato a immaginare i circuiti che dietro quelle iridi permettevano l'annullamento delle emozioni umane, la crescita di una forza smisurata e un sadismo senza pari.

Solitamente è dalla violenza che si genera altra violenza.

Se quei due ragazzi fossero stati trasformati contro la loro volontà?

Se sfogassero la loro rabbia nei confronti di chi è rimasto del tutto indifferente di fronte alle loro torture?

Chi erano i veri mostri?

Poi rivedeva i volti dei propri cari e il dolore che ne seguiva era insopportabile.

La risposta che veniva spontanea dalle labbra era semplice: loro.

Rinascita

Il ragazzo alzò lo sguardo ceruleo verso il cielo, che si era tinto di porpora a causa delle continue esplosioni che scuotevano il terreno.

I tuoni causati dal cozzare degli arti dei combattenti era udibile a miglia di distanza.

Gohan lo stava difendendo; ancora una volta e, come sempre, Trunks non sapeva se sarebbe tornato da quello scontro.

Un'altra onda d'urto si propagò per tutto il campo di battaglia, estendendosi fino alle acque dell'oceano, facendole gonfiare ed esplodere in un gigantesco vortice che si riversò sulle strade della città.

I cyborg prendevano terreno, spingevano Gohan nell'angolo; gli impedivano ogni movimento.

Trunks provava a trasformarsi e non ci riusciva, non trovava la rabbia necessaria, perché ancora non gli era stato tolto tutto; lui stesso non lo sapeva.

Non era al corrente di quello che aveva tra le mani, di quello che stava per lasciar scivolare via.

Un altro tuono, più forte, ancora più dirompente.

Gohan cadde.

Gohan non c'era più.

Nel momento in cui si spegneva una luce, se ne accendeva un'altra, poiché solo nel dolore si trovava la forza per andare avanti.

Angolo dell'autrice

Con questa flash credo di aver finito questa piccola raccolta su Mirai Trunks.

All'interno di ciò che ho appena pubblicato potrebbe esser intravisto dello shonen-ai e nonostante non abbia mai visto nulla di simile nell'universo di Dragon Ball, posso dire d'averne notato almeno un accenno tra Mirai!Gohan e Mirai!Trunks.

Ringrazio chiunque abbia letto la mia raccolta e chi ha avuto il buon cuore di recensire.

Detto questo, non mi resta che lasciarvi con il mio solito saluto.

Alla prossima!