NON SO PIU' CHI SONO

di violetmoon888
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** MERITO DI SOFFRIRE ***
Capitolo 2: *** Confessioni ***
Capitolo 3: *** Panico ***
Capitolo 4: *** Memorie passate ***
Capitolo 5: *** Incidente ***
Capitolo 6: *** Bagliori di luce ***
Capitolo 7: *** "Cosa sono?" ***
Capitolo 8: *** Incosciente ***
Capitolo 9: *** Trasformazione ***
Capitolo 10: *** Angelo ***
Capitolo 11: *** Controllo ***
Capitolo 12: *** "Io posso fare del male " ***
Capitolo 13: *** Riflessioni ***
Capitolo 14: *** Noi due soli ***
Capitolo 15: *** "Mary Auntie's motel" ***
Capitolo 16: *** Stanza 202 ***



Capitolo 1
*** MERITO DI SOFFRIRE ***


CIAO A TUTTI...FORSE L'AVRETE INTUITO MA AMO TROPPO QUESTI PERSONAGGI ;) .....AMMETTO CHE QUESTA VOLTA HO SUL SERIO LAVORATO DI  FANTASIA...COSA CHE SI VEDRA' SOPRATUTTO IN SEGUITO...INTANTO BUONA LETTURA !




 





POV JASPER

Alice si comportava in modo alquanto strano da qualche  giorno, cercava di stare sempre lontana dagli altri e a volte persino da me quando ne aveva l'occasione; era pervasa da un continuo senso di malinconia e ne soffriva parecchio...lo sentivo. Tuttavia non riuscivo ad identificarne la causa e di solito ero brillante nel farlo. Più che in tutti, in lei, la donna di cui ero innamorato, riuscivo sempre a cogliere le cause dei più sottili cambiamenti di umore; ora però potevo soltanto continuare a percepirne la sofferenza. Ma in fondo cosa ti aspettavi? Mi ero domandato un migliaio di volte... la mia piccola aveva da poco scoperto le dinamiche della sua vita da umana, del suo passato, dell'abominevole supplizio a cui la vita stessa l'aveva sottoposta! Era logico che si sentisse così!.Eppure alla fine di quel tortuoso viaggio mi era sembrata rinascere, felice come non mai...adesso dopo alcuni mesi la sofferenza stava tornando ,incombeva come una nuvola grigiastra... dovevo fare qualcosa.
Lei era lì, accanto alla finestra, scrutava l'orizzonte, ma chissà...sembrava persa nei suoi pensieri o forse proiettata in uno dei tanti scenari futuri.
“Alice...” sussurrai appena il suo nome ma lei si voltò immediatamente, un sorriso raggiante le illuminò il volto seppure per una breve frazione di secondo; da quando avevo notato quella nube di nostalgia, lei riusciva a spazzarla via soltanto incrociando il mio sguardo, dandomi un bacio, stringendosi a me,ma tutta quella sofferenza era sempre lì, in procinto di scagliarsi contro di lei e il mio potere diveniva inutile.
“oggi il tempo è davvero orrendo!” che idiota, certo parliamo dell'argomento più stupido del mondo, del meteo!. Eravamo soli nel salotto e al dire il vero non sapevo affatto dove si erano cacciati gli altri ma meglio così.
“Già...” disse lei e tornò a fissare la finestra sconsolata, le andai vicino e le cinsi le spalle dandole teneri baci sul collo,
“Jazz...mi fai il solletico!” emise un risolino;
“Su avanti...parla...” divenne seria all'improvviso e mi colse alla sprovvista,
“Come?” si girò verso di me e con un'espressione irresistibile mi accarezzò la guancia destra,
“Lo so che vuoi dirmi qualcosa...da un paio di giorni ci stai rimuginando su...l'ho visto...” pronunciando quelle ultime parole si morse il labbro.
“Perchè lo fai?” le chiesi confuso,
“Fare cosa?”
“Ogni volta che dici di aver avuto una visione ti mordi il labbro, oppure abbassi gli occhi e lo sento Alice....” l'afferrai, tremava,
“Lo sento...l'odio che provi per te stessa....per le tue visioni...” si divincolò e mi voltò le spalle,
“Amore devi smetterla di colpevolizzarti...tu non hai fatto niente di male...” rimase immobile,
“Ascoltami... capisco quanto sia dura e difficile accettare il proprio passato... di certo solo tu conosci l'atroce dolore che hai dovuto sopportare...ma una piccola parte lo avverto anch'io Alice, e so che ti sta bruciando dentro ancora adesso...piccola mia devi ...” non riuscivo a proseguire, come potevo dirle di accettarlo e andare avanti? Che tutto sarebbe stato lenito dal tempo se non sarebbe stato così? Certo il mio passato era stato orribile ma non così misterioso e atroce come e il suo e solo grazie a lei lo avevo ormai accantonato. Restammo qualche secondo in silenzio, lei sempre immobile...poi parlò:
“Devo cosa? Dimmi...cosa dovrei fare?” si voltò, gli occhi lucidi, lo sguardo dritto su di me,
“ ...devi solo smettere di prendertela con te stessa... non è giusto che tu soffra ancora...”
“Jasper ti prego smettila...” stava soffrendo, a causa delle mie parole..ma perchè?
“Era questo quello che volevi dirmi?” chiese fredda,
“ Si esatto... e sto solo cercando di aiutarti!” dissi leggermente offeso, un senso di colpa profondo la investì, ecco perfetto, oggi non riuscivo a combinarne una buona.
“Scusami...” sussurrò, si diresse verso il divano e si sedette massaggiandosi le tempie,
“No Ali, scusami tu...io non voglio vederti soffrire...non lo meriti...per questo ti sto dicendo queste cose.” Scattai verso il divano e le presi le mani, la reazione che seguì fu del tutto opposta al mio scopo. Lei si alzò di scatto, ora provava rabbia ma non verso di me, nuovamente verso se stessa, mi rivolse uno sguardo così profondo e carico di un mix di emozioni che per un secondo mi paralizzò,  uno sguardo che diceva NON CAPISCI! NON TI RENDI CONTO DI CIO' CHE DICI!, 
“Jasper...io MERITO di soffrire...” e chiuse la porta della stanza.
Se avessi potuto sbattere la testa su un muro lo avrei fatto, 
“Stupido!” mi dissi, era in un stato peggiore di quanto avessi supposto, si stava colpevolizzando per tutto quello che era accaduto negli anni non solo per il suo passato, la mia povera Alice, come potevo farla sentire meglio!
“Che succede?” ero così perso nelle mie speculazioni da non accorgermi che Edward e Carlisle erano tornati. “Oh beh...sono un imbecille che non riesce a consolare la donna che ama” pensai, Edward sorrise ma capì la gravità della situazione analizzando le  parole di lei che rimbombavano nella mia testa, per ultime “ IO MERITO DI SOFFRIRE”.
“ Che le sta succedendo?” mi chiese, Carlisle era nel suo studio,
“Ed... sta male da morire...ha cercato di trattenerlo da qualche giorno...ma ora è evidente...”
“Strano... non ho avvertito nulla di strano nei suoi pensieri..oh...Bella … è stata sempre attaccata a lei! Ecco...”
“Si colpevolizza...”
“Per cosa?”
“ Per tutto credo...”
“Ma che dici Jazz?”
“Intendo per tutte le situazioni preannunciate dalle sue visioni...almeno così ho intuito...”
“Non ha voluto parlare con te?” mi chiese sorpreso, frattanto impilava nuovi libri appena acquistati,
“Ci ho parlato...ma credo di aver esagerato con i miei moniti...” Edward provò a chiamarla avvicinandosi alle scale, ma non c'era,
“Sento i suoi pensieri... lontani...credo sia nella foresta....” ero già davanti alla porta, pronto ad andarle in soccorso, Edward mi bloccò,
“Forse vuole stare un po' sola...” mi sussurrò,
“No... è stata lasciata sola fin troppe volte” .





POV ALICE

“Ma che hai fatto Alice!” continuavo a ripetermi, avevo lasciato lì, nel modo più brusco possibile Jasper, paralizzato dalle mie parole, ecco avevo deluso anche lui ormai. Me ne stavo seduta sulla cima di un albero cercavo di pensare a qualsiasi cosa pur di essere lasciata in pace dalle mie visioni. Basta ! Non ne potevo più di vedere catastrofi...non lo avevo detto a nessuno...ma da un mese circa il mio potere si era “amplificato”...riuscivo a vedere eventi drammatici che si svolgevano nei luoghi più disparati di tutta la terra. Una madre che aveva perso tutti i suoi figli a causa di un pazzo armato di fucile, un aereo schiantatosi nell'Atlantico mietendo 356 vittime. Dolore. Sangue. Paura. Ero stanca di tutto questo. 
In più adesso mi ritrovavo inevitabilmente a pensare al passato e ogni qualvolta affioravano quei ricordi mi sentivo sempre peggio, sempre più maledetta. E ogni persona che aveva l'onere di fare la mia conoscenza finiva inevitabilmente col soffrire! La mia famiglia! I miei amici! Jasper! 
Un odore familiare all'improvviso invase le mie narici, profumo sublime capace ancora di scombussolarmi e mandarmi al tappeto....
“Eccoti!” Jasper sbucò da sotto un ramo, senza esitare mi raggiunse con un balzo e mi abbracciò forte, lo strinsi più forte che potevo.
“ Mi dispiace Jazz...” mi prese il volto tra le mani e mi baciò la fronte,
“Sono io che devo scusarmi, ho forzato troppo la mano...non dovevo parlarti così..” era così rammaricato , eppure lui aveva fatto la cosa giusta!
“No no Jazz... le tue parole erano le più adatte...sono io...io non dovevo fuggire in quel modo...so che vuoi aiutarmi...ma vedi... io...” non riuscivo a continuare, un nodo mi stringeva la gola. Lui mi prese tra le braccia e scendemmo dall'albero, 
“Ali... dimmi tu...cosa posso fare?”
“io...non lo so...” ammisi,
“Piccola...posso sapere perchè hai detto di meritare di soffrire?” mi chiese dolcemente,
“ Perchè e così Jazz...io sono la causa di tutte le sofferenze che si sono abbattute nel corso degli anni sulla nostra famiglia...le mie visioni... sono una maledizione... recano solo paura terrore e puro dolore...ma se ciò accadesse solo a me stessa...ci soffrirei ma non cosi tanto... il fatto è che...è per colpa mia …. è colpa mia se gli altri soffrono. Ogni volta che ho una visione vedo gli sguardi ansiosi di tutti, di Bella ,di Edward, di Carlisle...il tuo sguardo preoccupato...ed è logico che sia così! Predico disgrazie!... Sono una fonte inesauribile di rovina... faccio del male...” cercai di riassumere e dare corpo alle angosciose emozioni che provavo da tempo, sfogarmi mi dava un po' di sollievo. Jasper doveva sentire cosa stessi provando ed ero conscia di quanto male gli facessero quelle parole perchè teneva a me in un modo indescrivibile e anch'io tenevo a lui più della mia vita;
“Oh Alice non dire questo...” si avvicinò,eravamo davvero vicini, i nasi quasi si toccavano, non riuscivo a sostenere il suo sguardo carico d'amore, non era giusto che lui soffrisse ancora ,per causa mia.
“Guardami Alice,guardami...” non ci riuscivo...
“Alice Cullen...tu non sei una disgrazia...non sei una rovina ne tanto meno una sciagura! Ascolta, è solo per merito tuo che la nostra famiglia è salva....per la seconda volta! Ti rendi conto?” mi accarezzò i capelli,
“Alice tu salvi vite, non le spezzi, ne causi sofferenza o dolore, certo le tue visioni sono sconvolgenti a volte...ma è nulla paragonato a cosa sarebbe potuto accaderci se tu non le avessi avute! ...”
“Non cominciare a dirmi che ho un dono! Questa è una maledizione!” indietreggiai,
“ Io non credo sia una maledizione … sai cosa? Non chiamiamolo dono o potere o capacità...  sei tu...semplicemente tu...le tue visioni sono parte di te... e mi dispiace che tu ne soffra tanto...nessuno di noi può sapere cosa comporta vedere nel futuro...ma Alice devi sapere che grazie a te centinaia di vampiri non si sono uccisi quella mattina nella radura...grazie a te la nostra famiglia è ancora unita... Reneesme è viva... e vogliamo parlare di me?” a quel punto lacrime di gioia e tristezza cominciarono a rigarmi il volto,
“Tu mi hai SALVATO!”
“Shhh...ti prego....Jazz...” caddi in ginocchio sussultando....lui si accovacciò vicino a me,
“Alice io ti amo...” lo guardai finalmente negli occhi,
“Ti amo anch'io” sussurrai, sorrise carezzandomi per qualche secondo, 
“ Ora non osare mai più dire che meriti di soffrire.... Nessuno che io conosca ha più sofferto di te quindi no...se qualcuno o qualcosa si azzarderà a farti soffrire ti giuro che ...” fece una pausa, un respiro,
“va tutto bene...”
“Oh Jazz! Io vorrei stare bene...vorrei che tutto questo non scalfisse il mio cuore...ma è impossibile... e so quanto forte tu senta il mio dolore...”
“lo so...e non ti chiedo di gridare in giro quanto ami le tue visioni...” risi per un attimo,
“Ma soffrire così nuoce a te stessa....e più che mai hai il diritto di essere felice...” smisi di piangere... mi accorsi di aver inondato buona parte della sua camicia; ci alzammo, lui mi prese le mani, cercai di ricompormi...
“Sei così forte Alice...” mi disse,
“Uhh...Cosa?...Scherzi? ...hai appena assistito ad una piena del Nilo...” scherzai, lui rise ,
“ Cadi e ti rialzi...torni a cadere e continui a rialzarti...” spiegò,
“Ma questo è anche merito tuo...” gli arruffai i capelli; mi sentivo meglio...si molto meglio... tuttavia il parere che avevo nei riguardi delle mie visioni non era poi tanto cambiato,
“Jasper...” cominciai seria,
“hai ragione...devo smetterla ti autocommiserarmi … devo smettere di colpevolizzarmi....ma vedi, so ormai chi sono e che non posso cambiare nulla del passato...comprese le mie visioni.... e in ogni caso non potrò mai giudicarle come mezzo di salvezza” lui si intristì,
“ Non potrò mai riuscire a sostenerti come tu hai fatto con me...” disse,
“Cosa?...Jazz cosa dici...sei l'unico che può capirmi...il tuo sostegno è.... straordinario...” gli presi il viso e lo baciai intensamente...infondendo tutto l'amore possibile; poi mi feci indietro, un espressione di sollievo balenava sul suo viso...
“Okay...mi hai convinto...” gli tirai un pugno sul torace,
“Ahi...” mi attirò a se e mi sfiorò soltanto la bocca con le sue morbide labbra;
“Allora...” sussurrò ma si fermò, intuì cosa voleva dire;
“allora... smetterò di tormentarmi e se dovessi farlo ti dirò ogni cosa...”
“Signorina Cullen.... sa una cosa?” ora le nostre labbra si toccavano,
“Lei è la mia unica ragione di vita”

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Capitolo 2
*** Confessioni ***


ECCO UN NUOVO CAPITOLO! ED ECCO LA FANTASIA CHE INIZIA A GALOPPARE ;)








POV ALICE

Passeggiammo a lungo nella foresta, a velocità umana, lui mi teneva sotto braccio ed io ogni tanto gli poggiavo la testa sulla spalla. Il tempo da cupo e umidiccio stava lasciando spazio ad un atmosfera decisamente più secca e raggi di sole si infrangevano sulle nuvole ricadendoci addosso, Jasper si fermò,
“Che c'è?” chiesi preoccupata,
“Sei bellissima...” lo scintillio prodotto dalla nostra pelle era davvero stupefacente per gli esseri umani, ma a me non era mai piaciuto particolarmente, del resto era per quel motivo che mai gli umani ci avrebbero visto per ciò che eravamo, ma Jasper adorava i lineamenti del mio viso scintillare.
“Lo so...” sospirai compiaciuta, mi sfrecciò davanti e mi sollevò,
“Siamo modeste eh?” mi scoccò un bacio sulla guancia, gli feci una linguaccia,
“Sai, credo che dovremmo tornare a casa...” mi scrutava attentamente, un velo di malinconia oscurò i miei pensieri per 1 secondo, cosa avrebbero pensato gli altri del mio comportamento di questi giorni?
“Si... andiamo...” a Jasper non sfuggiva nulla,
“Oppure potremmo andare a Parigi e prenderci una vacanza!” esclamò, risi di cuore,
“ahhah... Jazz...”
“Perchè potremmo...” cominciai a vedere i possibili scenari, meravigliosi...
“Sarà stupendo no?” disse,
“Oh Jazz...anche stare in una caverna con te sarebbe stupendo!” lo scrollai,
“Ma non possiamo andarcene così...e...non credo sia il momento adatto...” dissi d'un fiato... avrei voluto dirgli delle visioni disparate dell'ultimo mese, di quanto si fossero amplificate, ma avevamo già parlato poc'anzi e quello era il momento, non questo. Un' espressione confusa apparve sul suo volto,
“No non ho visto nulla di....” anticipai,
“Scusami...” mi fermò, lo guardai interrogativa,
“Ho fatto quello sguardo...quello che facciamo tutti quando...beh...quando...”
“Shhh... Jazz...te l ho detto è naturale...”
“Sappi che succede perchè voglio proteggerti...”
“Lo so...” sorrisi,
“Ma è solo che vorrei ritornare pienamente me stessa prima di fare qualcosa di nuovo...” ed era vero,
“Perfetto...” mi fece l'occhiolino e scattò verso casa, in pochi minuti arrivammo nel cortile, sentivamo discutere in modo leggermente acceso Bella ed Edward , Esme faceva da palo per entrambi, non c'era nessun 'altro in casa.
“Ah Jazz...” lo fermai prima che entrassimo,
“Hai detto a qualcuno di quello che...insomma...di...me?” sussurrai,
“Hey...tranquilla... solo Edward lo sa...” disse un po' dubbioso,
“E' solo che non vorrei che si preoccupassero inutilmente...” mi prese la mano,
“Alice siamo una famiglia... le tue preoccupazioni sono le nostre preoccupazioni...ma non sei obbligata a parlarne con nessuno...” mi rassicurò, entrammo e di certo non era affatto l aria giusta per parlare della mia piccola crisi.
“Sei un idiota! Un vero idiota!” Bella urlava, accidenti, cos'era successo?
“Jasper smettila!” si rivolse verso di noi, Jasper stava cercando di eliminare le emozioni negative nella stanza;
“Bella che è successo ?” mi avvicinai, lei si calmò,
“Beh... non lo sai? Ah meglio che tu non l'abbia visto... tuo fratello...” si stava nuovamente alterando,
“Ha detto a Charlie che siamo vampiri!!!” oh cavolo! Restai di sasso, volsi lo sguardo verso Jasper, stessa reazione.
“ Prima o poi l'avrebbe scoperto!” esclamò Edward, Esme annuiva,
“E come ha reagito?” chiese Jasper,
“E' sconvolto, non vuole più parlarmi...” Bella sprofondò sulla sedia, andai a consolarla,
“Vedrai che capirà col tempo ...” aggiunse Esmee.
Edward andò via, Jasper lo seguì... io restai con Bella ed Esmee.. lei continuava a fornirci dettagli della vicenda, avevo decisamente mal di testa, come se Reneesme e Jacob fossero ad un metro da me. Visioni confuse cominciarono a saettarmi in testa, cosa avrebbero fatto Carlisle ed Esmee, la sfuriata di Edward in città, un uragano alle Bahamas, una bambina con un orsacchiotto....ma che?... mi alzai di scatto, le mani portate alle tempie,
“Alice, stai bene?” Esmee si allarmò, la sentivo così lontana, la bambina stava attraversando la strada... le cadde l'orsacchiotto a terra...ma dov'era? Chi era?... c erano dei cartelli 35th Avenue...New york forse?... un camion all'improvviso sbucò da nulla...la bambina si chinò per prendere l orsetto …
“NO NO NO!” urlai...troppo tardi...
“Alice Alice?” avevo urlato sul serio....Esme e Bella mi guardavano sconvolte,
“Hey Alice...va tutto bene? Eri....è successa la stessa cosa ….eri come quando avevi visioni del passato nel Mississippi...” Bella mi abbracciò... cosa potevo dire, di certo non la verità, cosa avrebbero pensato... che stessi impazzendo...comunque non avrebbero potuto fare nulla ,
“Hai avuto un altro ricordo?” mi chiese Esme,
“Si...” mentii, mi appoggia alla sedia, abbassai lo sguardo,
“Sorellina va tutto bene....vuoi...parlarne...?” chiese Bella decisamente sofferente per me,
“Oh...ti ringrazio Bella ma... vorrei andare solo a stendermi di sopra...” più in fretta che potei raggiunsi il piano di sopra, senza guardarle,
“Forse è per questo che è così distante da giorni...” Bella cercò di sussurrare il più piano possibile per un vampiro...ma riuscì a sentire lo stesso. Mi buttai sul letto cercando di calmarmi.
Presto fu notte, ero rimasta chiusa nella stanza per delle ore, Jasper non tornava...e nella casa solo Carlisle gironzolava... decisi di scendere, avevo sete, forse era meglio andare a caccia ma avrei voluto andarci con Jasper. Forse avrei potuto prendere la porche  e fare un giro in centro...ma non mi andava...che diavolo...non avevo voglia di fare nulla... le immagini di quella piccola anima portata via da un camionista ubriacone sfiorò per la centesima volta i miei pensieri.
“Alice....” non mi accorsi che Carlisle era entrato in soggiorno, eravamo soli...era la persona più adatta per parlare delle mie strane visioni.
“Carlisle....ecco...posso parlarti...?” chiesi esitante,
“Si certo... dimmi...” non sapevo in che modo avviare la conversazione,
“Vuoi che andiamo nel mio studio?” annui, ci dirigemmo nella parte più nascosta della casa dov'era posizionato il suo studio, frattanto riflettevo su come esplicare il problema.
“Siedi..” accidenti mi sembrava una visita medica...c'era una certa tensione nella stanza;
“Vedi Carlisle...credo di avere un problema con le mie visioni...” sgranò gli occhi,
“Non vedi più le cose chiare?” 
“No no...anzi...accade l' opposto... le vedo troppo chiare!!!” esclamai, sembrò molto confuso,
“Ti spiego... io ho sempre e da sempre avuto visioni riguardo persone che conoscevo...per quelle come voi con cui ho un rapporto ben consolidato vedo le cose estremamente chiare, per gli altri un po' meno...oppure ho visioni su avvenimenti e non su persone ma che riguardano lo stesso esperienze o individui con cui ho interagito...” feci un pausa,
“Ora...anzi da circa 1 mesetto io riesco a vedere qualsiasi cosa...riguardante perfetti sconosciuti... luoghi lontanissimi ...prevedo catastrofi che si svolgono dall'altra parte del mondo … vedo MORIRE uomini e donne che non so chi siano....ed è orribile...” mio padre rimase attonito, poi mi poggiò una mano sulla mia, appuntò qualcosa su un foglietto poi si alzò e comincio a camminare avanti ed indietro,
“Ah...lo sapevo che sarebbe successo...” sussurrò, 
“Alice ascolta... te l ho preannunciato quando venisti a conoscenza del tuo passato che il recupero della tua memoria avrebbe comportato un aumento di potere...”spiegò,
“Beh ma...è...impossibile...”
“oh mia cara...nulla è impossibile...chi può saperlo meglio di te...” si avvicinò,
“Ma perchè non si sono manifestate subito queste visioni?” ero irritata ora, fece spallucce,
“Ti reca dolore?” 
“Se intendi dolore fisico...no...” sospirai ,
“Ah Alice da un mese... perchè non me l'hai detto subito?...” mi mise una mano sulla spalla,
“Posso solo immaginare quanto sia difficile veder morire tutta quella gente...” esatto, era estremamente terribile, e la cosa ancor più grave è che non potevo fare nulla per salvarle.
“Non c'è un modo per farle smettere.?..” Carlisle restò stupefatto,
“Cosa dici Alice?... lo sai meglio di me che un dono è un dono...non c'è modo di annullare il tuo potere...” si irritò,
“No no..io non voglio questo” era vero?...
“Io vorrei solo non avere queste super visioni su gente che non conosco e che non posso aiutare !!” mi alzai,
“Capisci Carlisle! E' terribile assistere alla morte di qualcuno senza poterlo aiutare!” cominciarono a bruciarmi gli occhi,
“Scusami....hai ragione....ma non credo ci sia un modo...” sospirai sonoramente,
“Jasper lo sa?” feci cenno di no,
“Non l hai detto a nessuno?”
“Certo che no...non voglio addossarvi tutti i miei problemi...Carlisle...l ho detto anche a Jasper... a causa mia succede sempre qualcosa di brutto...” si accigliò … mi prese per le spalle e mi sollevò,
“Alice...noi siamo una famiglia....e i tuoi problemi sono i nostri problemi...” mi abbracciò,
“ Non dire cosi... quello che ci è accaduto negli anni non è stato colpa tua...” ahh... continuavano a ripetermelo tutti...e sapevo che era la verità...ma non riuscivo a scrollarmi di dosso il senso di colpa...
“Okay...” 
“Appena arriveranno gli altri dovremo dirglielo...so che non possiamo farci nulla... ma  per informazione....”
Carlisle non riuscì ad aspettare che gli altri arrivassero...li chiamò tutti, erano le 3 del mattino, orario di riunione non inusuale per la famiglia Cullen... eravamo tutti in soggiorno, lasciai fluire liberamente i pensieri e rievocai tutte quelle spaventose visioni, Jasper era accanto a me... Edward ebbe un sussulto,
“Oddio...Alice!” esclamò,
“Beh è questo l'argomento della nostra riunione!” accennò Carlisle, Jasper era davvero confuso, percepiva la mia forte ansia, mi strinse la mano.
“Alice parlo io...?” mi chiese, annui... non riuscivo a spiccicare una parola, come avrebbero reagito? Carlisle sembrava preoccupato e così Edward...
“Ve lo dirò nel modo più semplice e diretto …. il potere di Alice si è amplificato...molto.... ora riesce a vedere eventi che coinvolgono perfetti sconosciuti ….eventi terribili... nelle più disparate parti del mondo...” esplicò,
“Che figo!” esclamò Emmett...lo fulminai con lo sguardo,
“Oh Alice è per questo che eri così silenziosa in questi giorni?” mi chiese Bella... mi portai al centro della stanza...
“Si...mi dispiace... avrei dovuto avvisarvi fin da subito...” guardai Jasper, mi stava guardando anche lui, probabilmente era ferito dal fatto che non avessi detto nulla neanche a lui, l'aria era tesissima, 
“Emm... perchè quelle facce....insomma... è grandioso hai un super dono...” Jasper volò da Emmett e gli tirò un sonoro pugno,
“Sta zitto !” era decisamente nervoso,
“Non è... grandioso ...” continuò Edward...
“Ora saremo sotto stretto allarme rosso....se Aro dovesse scoprire una Alice ancora più potente...ci annienterà per averla...” deglutii.... Jasper mi fu di nuovo accanto mi stinse nuovamente la mano;
“Ah io credo che siate troppo pessimisti!” disse Bella ,
“Come farà a scoprirlo?”
“Aro può tutto Bella...” esordì Carlisle...
“In ogni caso... saremo pronti...sempre grazie ad Alice... quindi è inutile allarmarci sin da ora...ma è giusto che sappiate...” si congedò... Bella ed Esmee mi abbracciarono,
“Sorellina... devi aver sofferto molto....per qualsiasi cosa...io ci sono!” sorrisi. Io e Jasper ci avviammo nella nostra stanza, io mi sdraiai sul letto, lui chiuse la porta;
“Ora capisco...” iniziò,
“Jazz prima che tu dica qualcosa...lo so... avrei dovuto dirtelo..” rimase in silenzio...
“... io mi fido ciecamente di te.... è solo che... non lo accettavo io stessa... come avrei potuto dirlo a qualcuno... l' ho detto a Carlisle..perchè stavo avendo un esaurimento...tu non arrivavi...e stavo esplodendo e...” cominciai a girovagare per la stanza... Jasper mi bloccò,
“Shhh...Ali... lo so... capisco... te l ho detto... ma sono stato anch'io cieco...dovevo capirlo che c'era qualcosa che non andava...” mi accarezzò il viso... ci stendemmo sul letto, gli poggiai la testa sul petto;
“Piccola... deve essere stato orribile vedere tutti quegli innocenti morire...”
“Si Jazz... ed ero così impotente...non ho potuto fare nulla per salvarli … capisci... ero inerme...non sapevo chi fossero...sono morti per colpa mia....!” non riuscivo a trattenere le lacrime...
“No no no...non dirlo neanche...” mi sollevò il viso,
“non volevo intristirti...” mi baciò,
“...Alice... starò sempre con te.... supereremo anche questa...” quella dolce speranza mi provocò un tuffo al cuore... lo guardai intensamente e rimanemmo abbracciati fino all'alba...
Alle 7 30 un eco lontano ci spronò ad alzarci dal letto... un allarme antifurto di una macchina chissà dove, vicino ai boschi mi stava annientando i timpani. Avevo una sete pazzesca, mi avvicinai alla finestra, l'aprì e tentai di fiutare qualcosa,
“Cosa vuole per colazione mamoiselle?” Jasper si avvicinò, si era tolto la camicia e aveva indossato un papillon,
“Jazz! Che cosa fai?” mi prese tra le braccia, si avvicinò alla finestra, stava...anzi stavamo per saltare,
“Credo che tu abbia una crisi d'identità...sei Tarzan?” scherzai mentre gli solleticavo il petto,
“Lo sai che per te posso essere chiunque....” saltò e in attimo ci ritrovammo in piena foresta, mi posò a terra,
“E' da due giorni che non vado a caccia...” dissi, con tutto quello che stava succedendo la fame era l'ultimo dei miei pensieri, feci per scattare in avanti, avevo avvertito l'odore di un cerbiatto,
“Aspetta Ali!” Jasper mi afferrò, mi attirò a se e cominciò a baciarmi, con molta passione, riuscì a stento a staccarmi,
“Jazz...starei con te ogni secondo del mio tempo...” gli baciai l'orecchio,
“Ma preferirei in un letto caldo...” lo spinsi a terra,
“Ed ho fame!” rise,
“Okay... l'attesa risulterà essere insopportabile signorina...” mi fece un inchino, 
“Ma permetta che le offra io il pasto...” sorrisi, scattò immediatamente e dopo 2 minuti eccolo arrivare con una lince.
“Wao... non se ne trovavano da settimane...” l'afferrai...bevvi avidamente,
“Dovresti offrirmi la colazione più spesso...” lo abbracciai, 
“Beh...lo ammetto ho battuto il record di velo.....Alice? Alice?”
Oh no...stava succedendo di nuovo...un'immagine...una scena così reale si dipanò nella mia testa...mi paralizzai.

Un veicolo rosso si stava dirigendo lungo una strada ghiacciata... all'interno una famigliola felice... una coppia e 1 bambina... cantavano... un momento...quella strada....gli alberi....era....era Forks...
All'improvviso un albero marcio cadde a pochi metri dall'auto...questa slittò e si capovolse... iniziò a prendere fuoco...

“Oh mio Dio...” rinvenni, Jasper mi guardava ansioso...un momento...troppo ansioso...ma perchè? Solo allora mi accorsi di essere in lacrime...lacrime che brillavano?
“Alice siediti...o mio dio...com'è possibile...” mi strinse la mano, poi con l'altra mi sfiorò la guancia e raccolse una lacrima... argentata o qualcosa del genere... ero davvero scioccata...
“Jasper...dobbiamo aiutarli...” non c'era tempo per quello...sapevo che l'incidente sarebbe successo a momenti ...a Forks...
“Chi Alice?”
“Ci sarà un incidente...a breve...una famiglia....devo salvarli....”  neanche il tempo di dirlo che mi misi a correre... appena in tempo...la macchina si era ribaltata in quel momento e non aveva preso fuoco....ma...accidenti se fossi arrivata prima avrei potuto evitare l'intero incidente...
“O dio...” Jasper saettò verso la macchina e tornò indietro ...tra le braccia aveva la bambina...
“Oh Jazz...ci penso io resta qui...” aveva il viso contratto evidentemente...c'erano dei feriti... portai in salvo la coppia...erano ancora vivi...ma bisognava chiamare i soccorsi.
Carlisle arrivò tempestivamente con ambulanze e poliziotti... dopo alcune domande efficacemente dissimulate...io e Jasper andammo in ospedale con mio padre.
“Alice...vieni qui...” eravamo nella hall dell'edificio...Jasper mi strinse forte...ero sconsolata...
“...hai salvato tre vite...” lo guardai negli occhi, era fiero di me...come sempre del resto..
“Si...io... sono un po'...scombussolata...” 
“Ci credo...” Jasper mi accarezzò la guancia...poi pensammo simultaneamente la stessa cosa...quelle lacrime?

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Capitolo 3
*** Panico ***


POV ALICE
"Alice, Jasper.... devo parlarvi...” arrivò Carlisle.
Ero così sconvolta da non riuscire a vedere...o forse non volevo farlo... cosa sarebbe successo a breve, cosa Carlisle ci avrebbe detto. Ci stava conducendo lungo il corridoio, estremamente agitato, anche un essere umano avrebbe potuto percepirlo. Jasper era rigido e lo sentivo deglutire... proseguire a passo umano aumentava la mia ansia, ma non riuscivo a spiccicar parola...neanche per chiedere spiegazioni a mio padre su dove ci stesse conducendo. Guardai Jasper di sottecchi, non si voltò... lo sentivo...qualcosa di spiacevole avrebbe di nuovo condizionato le nostre vite...per l'ennesima volta la mia vita sarebbe stata tutt'altro che normale...ma quando lo era stata?
“Eccoci...” Carlisle si fermò davanti alla porta di una stanza...
“Carisle...che sta succedendo?” sbottò Jasper nervoso, lui abbassò lo sguardo,
“Non credi che dovremmo parlarne a casa...lontano da...” e si guardò intorno...nessuna reazione da parte di mio padre,
“Sentite...io ...non so proprio come dirvelo o spiegarlo senza che pensiate che sia pazzo...quindi devo mostrarvelo...anzi lo farà lei...” non lo avevo mai visto  cosi insicuro e ...come dire...spaventato.
“Lei?” aprì la porta... e ci lanciò letteralmente dentro.. Distesa ma vigile nel letto vi era la donna che avevo salvato dall'incidente... Carlisle le si avvicinò...Jasper restava a debita distanza ...l'odore delle ferite bendate era ancora forte.
“Stephanie...questa è Alice....la ragazza che ti ha tirato fuori dalla macchina..” la donna si mise seduta e cominciò a scrutarmi attentamente...dopo un secondo cominciò a pregare? Io la guardai confusa...poi guardai Carlisle...
“Oh ti prego avvicinati...” mi implorò...lo feci...
“Si si... è lei....lei...” continuava ad alzare gli occhi al cielo,
“Lei...è l'angelo che mi ha salvata....Dio dio ti ringrazio...e ringrazio te... Alice hai salvato me e la mia famiglia... creatura celeste quale onore...perchè hai scelto di salvare me...” ora ero davvero confusa...perchè Carlisle voleva che ascoltassimo i deliri di una vittima traumatizzata dall' incidente?
“Carlisle...” sussurrai...la donna mi prese le mani...
“Non so perchè l'hai fatto...ma grazie.....Oh mio dio...ho visto un angelo...quando lo saprà mia madre...” ora doveva smettere...ero tutto furchè un angelo... insomma noi vampiri siamo minimo considerati demoni dagli umani....
“Grazie per le lusinghe...ma sei traumatizzata Stephanie... sono solo una persona che è capitata nel posto giusto al momento giusto...” la donna scosse la testa sorridendo,
“Ma no...mia cara...io ti ho visto... ho visto la tua luce...gli occhi ti brillavano di un blu più intenso dell'oceano...e attorno a te mi abbagliava una luce bianca....e prima di perdere conoscenza ho visto una lacrima argentata scorrere sulla tua guancia!!!” un brivido mi attraversò dalla punta dei piedi sino alla nuca...come faceva a sapere della lacrima...l'aveva vista sul serio... ora ero decisamente terrorizzata... saettai fuori dalla stanza....forse troppo velocemente ma la donna non se ne accorse,impegnata a tessere ancora elogi; Jasper e Carlisle mi seguirono a ruota... mio padre rivolse qualche scusa alla donna e mi posò una mano sulla spalla una volta fuori in corridoio.
“Capite perchè non avrei potuto dirvelo a parole?” Jasper era estremamente confuso ma non spaventato come me...ma perchè avevo paura? In fondo avevo salvato degli esseri umani e la donna mi stava solo ringraziando...anche se in modo alquanto esagerato.
“Carlisle è evidente che quella donna è in stato di shock …. non sa quello che dice, né tanto meno quello che ha visto...”  dissi,Jasper annui;
“Alice posso assicurarti che quella donna è perfettamente sicura di ciò che ha visto...l'ho beh interrogata a lungo...” Jasper cominciò ad essere turbato,
“la questione è ? Scusate ma non capisco....Alice è un angelo?” ironizzò Jasper...feci una risatina nervosa...
“Andiamo ragazzi...dovete ammettere che la cosa è alquanto strana....non sto dicendo questo...ma... tutto non può essere una coincidenza...l'ampliamento delle visioni di Alice....insomma il suo super potere e ora la descrizione che  fa quella donna di te....”
“Le lacrime argentate...” sussurrò Jasper... il suo nervosismo aumentò, 
“lo sapevi già?” chiese Carlisle,
“Lascia stare....” cominciai a dirigermi verso l'uscita dell'edificio, 
“Al!” Jasper e Carlisle mi vennero dietro...basta non ne potevo più di altre novità...e stranezze...e dispiaceri... gli occhi cominciarono a bruciarmi...
“Alice...devi dirglielo...” Jasper mi fermò e mi abbracciò...
“Okay....Carlisle...quando ho avuto la visione dell'incidente ho...pianto...e le lacrime erano...”
“Argentate....” concluse lui,
“Ecco contenti?” ero irritata...ma accidenti...il mio umore era più strano del solito;
“Alice...ti sta succedendo qualcosa...dobbiamo indagare...” si massaggiò la fronte, mi mancò il fiato...stavo per divenire di nuovo il problema della famiglia Cullen;
“Hey....su vieni qui...” Jasper mi portò in disparte,
“So cosa stai pensando... e levatelo subito dalla testa...” 
“Jasper....lo vedi...ammettilo... ecco....ho causato un altro problema... quello che dicevo ieri era....”
“un enorme sciocchezza!” mi prese il viso tra le mani,
“Alice non è assolutamente colpa tua...qualsiasi cosa stia succedendo....smettila...ti prego...” 
“Jazz...mi dispiace...è solo che vedi stai soffrendo anche tu e io non voglio questo...”
“amore mio....io soffrirò sempre se tu soffrirai...il tuo dolore è il mio dolore...perchè vedi io e te siamo una cosa sola...” avvicinò le sue labbra alle mie,
“Che questo sia un problema...una novità... o altro... non lascerò mai che tu l'affronti da sola …. Alice....io sono qui...” poggiò la sua mano sul mio cuore... 
“Ti amo tanto Jazz...non so cosa farei senza di te...”

Carlisle ci attendeva nel parcheggio dell'ospedale, mi sorrise seppur con una nota di nervosismo, avevamo solo una macchina a disposizione...pertanto il viaggio verso casa l'avremmo fatto tutti e tre insieme. In quel momento non volevo vedere nessuno, ne stare con nessuno, a parte che con Jasper... eppure il viaggio sarebbe durato soltanto 5 minuti.... minuti eterni per me. Jasper percepiva la mia impazienza e l'aria tesa estremamente pressata nel veicolo; Carlisle guardava fisso la strada senza dire una parola...tuttavia dal modo in cui corrucciava la fronte era tangibile che stesse congetturando qualcosa. Anch'io non osavo parlare, ne chiedere che cosa stesse pensando, in quel momento mi sarebbe piaciuto poter dormire come gli umani... allontanare ogni preoccupazione...dormire per 24 ore...
Una volta arrivati Jasper, che sedeva davanti con mio padre saettò e venne ad aprirmi la portiera...scrutai nel futuro... nessuna riunione di famiglia in vista...almeno per ora.
Io mi stavo già dirigendo verso la foresta, Jasper restava fermo....osservava Carlisle...per ben 20 secondi lui non se ne accorse...forse Jasper aveva intensione di agire subito ed indagare sulla mia condizione...ma Carlisle lo liquidò,
“Andate...ho bisogno di riflettere” Jasper restò un po' sorpreso, in un baleno mi raggiunse e mi fermò, capì al volo ciò che stava per dire, gli arruffai i capelli;
“Jazz...che ne dici di andare in spiaggia?” era notte fonda, non ci avrebbe visto nessuno...nemmeno i licantropi. Lui annuì, mi prese fra le braccia e mi scoccò un bacio sulla guancia...
“Che notte!” esclamò ad un tratto Jasper mentre saettavamo attraverso gli alberi, giunti sulla spiaggia mi fermai...a pochi metri dall'oceano...
“Cosa intendi?” chiesi curiosa,
“Beh....” cominciò a togliersi la camicia, risi,
“Sono in riva al mare...con la donna che amo...” 
“non ho mai visto un cielo così stellato...”dissi, mi prese la mano... 
“E avrei proprio voglia di...” lo buttai sulla sabbia...
“Di nuotare!...cosa credi?” mi lanciò un'occhiata maliziosa.... si immerse fino al bacino... 
“Comunque...sul serio... il cielo ha qualcosa di straordinario stasera.... guarda la Via lattea ….è così...luminosa...argentea...lo so sembra sciocco...ma...non trovi anch..” si bloccò...gli ero accanto e gli passai le dita fra le spalle, si voltò, deglutì...incantato....ero completamente nuda.... lo fissavo intensamente...
“Wah...Signorina Cullen... così mi spiazza...” mi tuffai in acqua...ridendo... 
“Credo di avere voglia di qualcos'altro....” rise... mi raggiunse...cominciò a baciarmi intensamente , le sue ruvide dita lambivano bramose ogni parte del mio corpo...piacevoli brividi cominciarono a stuzzicarmi...
“E se ci sentisse qualcuno...?” sussurrai...continuava a baciarmi... le sue labbra si posarono sul mio collo...indugiarono un attimo...
“Spero ci sentano....spero ci senta l'intera galassia....e provi invidia...” 
“Non credo che le stelle siano impegnate in certe attività...” rise. 






POV Jasper
Erano le quattro del mattino...distesi sull'umida sabbia l'uno accanto all'altra contemplavamo il cielo, eravamo rimasti in acqua per molte ore...
“Cosa pensi?” sussurrò Alice, mi abbracciava...la testa poggiata sul mio petto...disegnava piccoli cerchi con le dita..sui miei addominali...
“Mmm...vorrei tornare in acqua...” sorrisi, le si illuminarono gli occhi e i mille campanellini della sua risata riecheggiarono tutt'intorno.
“Ci stanno cercando...” disse, incupitasi, fece per alzarsi...la strinsi a me...
“Jazz...ahhaah...non vorrai che mi trovi senza vestiti...!” risi,
“Anch'io sono senza vestiti...”  baciai ,
“Si ma non credo che Jacob si soffermerà su di te quando verrà!” 
“Vestiti!...” gli tirai a dosso i vestiti umidi...
“ahh...su non fare il geloso...” 
“anche se un sasso posasse gli occhi su di te sarei geloso...” la cinsi tra le mie braccia... dopo pochi secondi che ci vestimmo...Jacob arrivò...appena in tempo...sospirai...
“Ah eccovi finalmente...” aveva un leggero affanno,
“Edward vi sta cercando...”
“Sono le 4 del mattino...cosa vuole quel rompiscatole?” chiese nervosa Alice ...sapevo di cosa avrebbe voluto parlare...Carlisle aveva informato tutti...chissà forse anche lui...
“Per le tu...non lo so..” si corresse...
“E' in casa....con Carlisle... andate...” e si dileguò, lei cambiò umore...e mesta cominciò a camminare;





POV ALICE
Okay...respira Alice....niente panico....niente panico...in fondo cosa può accadere di così terribile? Mi ripetevo di stare calma ogni frazione di secondo, tuttavia una sensazione insolita si stava impadronendo del mio corpo. Avevo paura...non ero triste o arrabbiata o furiosa o angosciata...pura paura...puro panico che tentavo di respingere. Eppure non lo mostravo, effettivamente lo sentivo di essere calma...di apparire calma...ma dentro nel profondo...sentivo la paura ...questa paura che tentava di esplodere....cercava la scintilla. 
“Fermo...” dissi a Jasper all'improvviso,
“Non sono in casa...” mi guardò interrogativo,
“Ma Jacob ha appena detto che...” chiusi gli occhi,
“Sono nella riserva...” lo dissi un po' titubante, perchè erano andati lì...perchè avevano cambiato idea così in fretta?
“Oh...allora non dovremmo andare...” a Jasper non piaceva oltrepassare il territorio dei lupi, nonostante ormai fossimo alleati tra cui scorreva buon sangue. Conoscevo Jasper e sapevo quanto fosse difficile per lui abituarsi a qualcosa di nuovo; ma stavano parlando di me...col padre di Jacob!? Come!...
“Io lo uccido...”ringhiai...perchè ora anche i licantropi dovevano considerarmi più pazza di quanto già lo credessero!
“Jasper, devo andare alla riserva..” sussurrai rilassata...
“Stai bene?” mi scrutava attentamente...restai immobile per 5 secondi finchè capii che avevo cambiato umore troppo velocemente...cioè avevo ringhiato e ora ero calma e tranquilla e pensavo di andare a parlare con i lupi come se fosse per me l'atteggiamento più naturale del mondo?
“Si sto bene...” tagliai corto e mi voltai...ora ero nuovamente irritata, per un attimo avevo quasi dimenticato gli attimi di intesa gioia con lui in spiaggia. 
“Jazz...discutono sulla mia situazione...e anche se non mi alletta l idea ...” dissi calma,
“di parlare con i lupi delle mie strane..” ecco di nuovo irritata,
“si beh, stranezze... voglio farlo...” fissavo il suolo, lui da dietro mi cinse le spalle,
“Vengo anch'io...” 
Sentivo quanto fosse inquieto all'idea di entrare nella casa dei Quileute... fortunatamente già da fuori riuscivamo a sentire l'odore di soli tre licantropi ...Leah, Jacob e suo padre; poi c'erano i nostri e sorprendentemente soltanto Edward e Carlisle. Strinsi la mano a Jasper...entrammo.
Non so descrivere la faccia di Leah quando mi vide, era a metà fra stupore,curiosità e ...paura,
“Alice...” Carlisle mi apostrofò, ero decisamente inquieta, non ero mai stata in quella casa ne a contatto diretto col capo clan. Lui mi sorrise nervosamente, era intento a scrutare libri polverosissimi, 5 volumi occupavano un modesto tavolo da pranzo, la stanza era angusta, solo una finestra e due poltrone stile anni 80 di stoffa blu sgualcita. Niente tv...nessun soprammobile ...nessun arredo che non fosse essenziale. Attorno al tavolo c erano 5 sedie, Edward era su quella più vicina al padre di Jacob, Leah su quella a destra, Carlisle era in piedi, lo stesso Jacob se ne stava in fondo alla sala impaziente.
“Accomodati...” mi disse suo padre, poi lanciò un'occhiata a Jasper che accolse l'invito...nervoso....da seduti gli appoggiai una mano sulla gamba per calmarlo....risultato?....la mia mano tremava.
“E' una storia così strana...” mentre tentavo ancora di raccapezzare i pensieri lui parlò...cercai di concentrarmi sul presente senza badare alle innumerevoli visioni che ancora si affollavano in testa...un palazzo stava crollando a Denver.... tentai di trattenere il gemito ma mi sfuggì... Jasper si agitò.
“Tranquilla ...strana non significa terribile...” credeva fosse riferito a lui,
“Alice...come avrai visto di sicuro...ho raccontato quello che è successo ieri a coloro che in questo momento sono presenti in questa stanza” disse Carlisle, gli lanciai un' occhiata rabbiosa,
“E aggiungo che ha fatto bene a farlo...” disse il lupo,
“Alice...posso chiamarti Alice vero?...Ha dovuto farlo...senti non vorrei essere nei suoi panni poiché non riesce a capire cosa ti sta succedendo...e neanch'io posso comprenderlo del tutto...ma ti giuro... non devi avere paura...è un evento straordinario!” parlava entusiasta. Guardai confusa negli occhi ciascuno di loro...ora Leah sembrava anche imbarazzata.
“Non capisco, cosa vuoi dire?” la mia domanda era stupida , credo, ma sul serio non ci stavo capendo nulla.
“Alice, tu sei mia sorella, e devo parlarti sinceramente e con schiettezza...” Edward intervenne e si alzò dalla sedia,
“ Ti stai trasformando...” sgranai gli occhi,
“Lei cosa?” Jasper parlò istintivamente,
“Si Jasper ...siamo chiusi in questa stanza da ore...e leggendo tutti questi libri che narrano del mondo soprannaturale così definito dagli esseri umani e a cui chiaramente apparteniamo...siamo arrivati a questa conclusione! I CAMBIAMENTI che Alice sta mostrando da mesi ci inducono a pensare che stia diventando qualcos'altro.” Senza parole.
“Siete giovani e mi sorprende che vostro fratello abbia accettato questa supposizione irreale così prontamente ...ma è la verità...e se vorrete...se vorrai Alice...ti informerò di ogni indizio seppur limitato che ci ha condotto a tale supposizione...” continuò l'anziano,
“Basta...” le mie labbra si mossero meccanicamente, ero rigida, intontita,
“Cosa sto diventando?” chiesi imperturbabile, Carlisle guardò il vecchio nervoso,
“Ahh...non lo sappiamo...non possiamo affermarlo con certezza... è una questione troppo delicata,,, non abbiamo abbastanza inform...” mio padre si fermò, nessuno riusciva a guardarmi negli occhi, Jasper affianco a me era impietrito.
“Una creatura alata...” sussurrò soavemente il lupo, un silenzio carico di tensione riempì la stanza;
“MI PRENDETE IN GIROO?!” urlai con quanta voce avevo in gola....silenzio....ora ero isterica...
“Io vengo qui con la speranza di ricevere risposte coerenti e voi vi fate beffe di me!?”
Non ci posso credere...Carlisle io ho un problema... forse medico...insomma per noi vampiri...la nostra medicina.... le lacrime ...c'è una spiegazione razionale...è possibile che si sia sviluppato un virus o che so che attacca i vampiri e causa questo …” vaneggiavo... silenzio...
“Andiamo!! Basta con questa storia dell'angelo! Carlisle quella pazza in ospedale ha offuscato le tue capacità di giudizio!”
“Non potete credere sul serio a questa favola?” guardavo tutti...silenzio....mi alzai di scatto, sorprendentemente il lupo mi afferrò le spalle e mi rimise a sedere. Jasper scattò in piedi, Edward lo fulminò con lo sguardo.
“Non è una favola...” disse fastidiosamente tranquillo il capo,
“ Quello  che sto per raccontarti è una memoria della nostra famiglia...di mio padre...e ti assicuro che non è una favola...” mi fissò intensamente....mi calmai....respira Alice...niente panico...

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Capitolo 4
*** Memorie passate ***


La nostra famiglia ha sempre avuto contatti con queste creature... dovete sapere che Forks un tempo era priva di ogni traccia umana ...priva di ogni essere umano...solo noi abitavamo in questa terra ...e siamo qui da ben 15 generazioni. Il mio trisnonno Akati fu il primo a vedere un uomo di pietra...o vampiro se così preferite; ma questa storia tua sorella Bella la conosce già se vuoi saperla. Veniamo a noi … gli uomini di pietra non furono le sole creature ad avere a che fare con i nostri antenati; infatti nel nord della riserva al confine con la Terra Fredda...ah già scusate...l'abitudine...il Canada intendo...vivevano delle creature ...diverse... neppure Akati non ne vide mai una...suo padre però la vide...
A questo punto mi è d'obbligo fare una piccola digressione, Akati era venuto al mondo in mondo decisamente strano … certo, suo padre era un licantropo come noi...tuttavia nessuno al villaggio seppe mai chi fosse sua madre. E difatti quel piccolo neonato fu trovato dal padre abbandonato in una spelonca...e lui subito lo fece suo... non osò mai dire che fosse adottato. In ogni caso il bambino era del tutto simile ad ogni ragazzino del villaggio...come tutti si trasformò all'età di 15-17 anni ...come tutti cacciava per il villaggio … difendeva i confini dai branchi del sud... fu, come ho detto, il primo a sperimentare la forza e il morso di un vampiro ...e da allora fu sempre rispettato. Tuttavia un giorno qualcosa accadde... ormai adulto pronto ad entrar a far parte del consiglio essendo figlio dell'alfa non riuscì più a trasformarsi. Nessun guaritore riuscì a capire quale fosse l'origine di quel maleficio, così lo defivano...a partire da allora per ben 2 anni fu relegato nel suo corpo da umano. Si congetturò che fosse colpa di quella sconosciuta madre con cui Inua (suo padre) si unì , magari non era umana...magari era uno di quei mostri di pietra... Sapete...questo non deve sorprendervi...seppur forse si sono avuti 2 casi nel corso di millenni è accaduto che un licantropo si innamorasse di una vampira o l'opposto. Comunque non fu questo il suo caso... Akati ormai divenuto l omega del gruppo un giorno vagava presso i confini della Terra Fredda...e fu lì che ascoltò l'armonia più dolce, più soave più penetrante che avesse mai udito. Una donna cantava... non la vide...il canto veniva dall'alto più in alto degli abeti coperti di neve... estremamente dubbioso tornò a casa..e per la prima volta in 25 anni chiese a Inua chi fosse sua madre.
L'anziano Inua da giovane aveva vissuto numerose avventure d'amore, lo stesso Akati aveva due fratelli e una sorella figli di un'altra donna. Prima dell'imprinting con la donna che anche allora continuava a fargli palpitare il cuore d'amore, si unì ad un'altra. Avrà avuto non più di 19 anni almeno da ciò che Akati raccontò a suo figlio che poi lo raccontò al figlio sino a giungere alle orecchie di mio padre e a me. Dunque anche Inua da giovane lupo si trovava spesso a passare in rassegna i confini del nord...sicchè un giorno fermatosi a riposare sotto una spelonca di ghiaccio vide lei.
Una gelida cascata si riversava in un piccolo laghetto a 5 metri in basso dalla grotta; era una donna bellissima, pallida, dai lunghi capelli color oro... gli occhi di un blu più intenso di quello dell'oceano... il giovane lupo vedendola...completamente nuda entrare nell'acqua gelida...sgranò gli occhi...di certo non poteva essere umana altrimenti sarebbe già stata in ipotermia...tutto di lei...la carnagione, le movenze...facevano sì che potesse essere scambiata per una vampira. Inua si alzò e ringhiò istintivamente...la donna lo udì...si volse verso di lui e lo fissò intensamente...quegli occhi blu trafissero il suo cuore... smise di ringhiare e balzò in acqua...ormai erano faccia a faccia.... il giovane non sapeva davvero cosa stesse facendo... la donna lo guardò sorridendo... poi avvenne una cosa indescrivibile... una luce accecante illuminò il suo corpo e due ali enormi ancor più luminose ...bianchissime … straordinarie... si distesero offuscando il sole. Inua era letteralmente incantato...non riuscì a rendersi conto di essere tornato umano. Lei si avvicinò...gli occhi blu erano ancora più intensi gli prese le mani e con un solo battito d'ali si innalzarono a 5 metri d'altezza...nella grotta. Poi, potete ben immaginare che cosa accadde ...non chiedetemi perchè o come ma accadde...e lui disse che fu bellissimo... si addormentò e solo una volta svegliandosi vide che lei affianco a lui piangeva...lacrime argentee le rigavano il volto... quando si svegliò definitivamente lei non c era più. Tornando al villaggio raccontò a tutti questa storia ma nessuno provò a credergli...tranne sua madre..che aveva già sentito dell'esistenza di queste creature alate da una sua zia anni prima. Inua continuò a recarsi in quella spelonca per mesi e mesi … e ogni volta pur non incontrando quella creatura sentiva una melodia armoniosa trasportata dalla brezza...era sicuro che fosse lei...così iniziò ad andare in modo casuale... in orari sempre diversi e in giorni sempre diversi... inviò anche due membri del branco di ronda da quelle parti per verificare se anch'essi sentissero la melodia...ma nulla... soltanto allorchè lui giungeva la creatura manifestava la sua presenza...quasi come se prevedesse il suo arrivo...capite?... un giorno...erano ormai passati nove mesi, recandosi presso la grotta trovò il bambino...e di certo non poteva non essere suo figlio...avuto da quella creatura...collocato lì così che egli potesse trovarlo ed occuparsene. Per questo Inua lo chiamò Akati... nella nostra lingua...figlio delle ali... Dunque il motivo per cui il figlio della creatura non riusciva più a trasformarsi era forse perchè stava divenendo qualco's altro. Akati restò di stucco ascoltando questa storia... silenzioso... quella stessa sera dopo aver raccontato cosa fosse accaduto a moglie e figlio.. si recò nella spelonca di ghiaccio … invocò invano la creatura... non udì più nessuna melodia... pianse a lungo...poi proferì queste parole: << Non sono un uomo...non sono un licantropo...non sono un uomo di pietra...Madre! Non so chi sono... >> tirò fuori dalla casacca che aveva portato con sé un pugnale...<< quello che so è che non sono degno di essere come te....ho ucciso molti uomini di pietra...ho ucciso altri lupi...nemici...ma miei fratelli... non so chi sono...>> e si colpì dritto al cuore.



Un “cosa?!” collettivo ruppe i primi istanti di silenzio nella stanza, Jacob e Leah erano così affascinati dalla storia da tremare di entusiasmo, io ero davvero confusa...Edward mi rivolse un'occhiata penetrante.
“Beh...lo so...non è una storia a lieto fine...ma capisci Alice perchè ho pensato alla creatura che vide il mio antenato?..” non sapevo davvero che cosa dire...Jasper era basito,
“Sa una cosa? Di sicuro si sentirà offeso dalle mie parole ...ma a me sembra proprio una STORIA...!” esclamò lui,
“Figliolo, lo capisco...ci vuole del tempo per credere alle memorie passate...” replicò il lupo,
“Alice?” attendeva una risposta da me...
“io...io... sono scettica...” sentenziai a occhi bassi,
“Alice...ammetto che ci sono dettagli che non hanno a che fare con noi...ad esempio la melodia ...oppure le circostanze...il lupo...” iniziò mio padre...
“e forse il fatto che non ho due paia di ali bianche ?” ironizzai nervosa,
“Già ma... la donna...sembrava perfettamente una vampira...la carnagione...l odore... la bellezza... e il fatto che prevedesse quando il giovane lupo andava a farle visita? A quanto pare prevedeva il futuro...E le lacrime? Gli occhi?...la donna in ospedale ha detto che i tuoi occhi erano blu e una luce l'abbagliava”.... lo guardai ferita...consapevole che avesse ragione...Jasper mi strinse la mano per un attimo.
“Woo...!! avete visto ?” esclamò Jacob...
“Che cosa ?” tutti fissavano me...
“Presto...Leah...Jacob andate...” disse il capo, non ci capivo nulla... anche Jasper si alzò e mi si parò di fronte...guardandomi negli occhi...
“Che avete?” ero spaventata...
“I tuoi occhi Alice...” disse lui, di scatto cercai lo specchio più vicino...blu...trasalii.


“Jacob, Leah! Non mi avete sentito?” sbottò il lupo, i due si guardarono confusi, poi obbedirono e uscirono dalla stanza. Carslisle faceva avanti e indietro per la stanza corrugando la fronte, Edward fissava il lupo che fissava me che fissavo Jasper spaventata.
“Ora ci credi?” esclamò all'improvviso mio padre, continuando a camminare,
“Che facciamo?” domandò Jasper con una leggera nota di esasperazione, io avanzai presso l'angolo più lontano di quel salotto e mi voltai per non guardarli , che diavolo mi stava succedendo?.
“Innanzitutto dovremmo dirlo agli altri...” sussurrò Edward, il capo lo guardò accigliato, dall'espressione intensa di mio fratello era evidente che gli stesse leggendo il pensiero.
“Forse hai ragione disse...meglio di no...” Edward telefonò Nessie e le disse di non aspettarlo per andare fuori città, avevano programmato un weekend solo loro tre in Florida dalla madre di Bella. 
“No aspetta Ed...devi andare...non serve che tu resti...” la mia voce uscì strana...rauca...soffocata...e allo stesso tempo squillante...mi schiarì la gola.
“Ascoltate... voi che siete a conoscenza di ciò che sta succedendo ad Alice non dovrete parlarne con nessuno...chiaro?” esordì il lupo,
“Ma perchè?” il tono nervoso di Jasper ora era chiaro, Carlisle si fermò,
“Aro ha sentinelle ovunque...se lo venisse a sapere...” non c'era bisogno che continuasse, mi morsi un labbro sempre nel mio angolino non guardando nessuno, Jasper si accasciò sulla sedia.
“Nessuno ha risposto alla mia domanda! Cosa diavolo si fa?!” sbattè un pugno sul tavolo, 
“Perchè li hai mandati via? Jacob e Leah ?” chiesi un attimo dopo straordinariamente non badando alla tensione che si era creata.
“Perchè non voglio che ascoltino altro...meno persone lo sanno meglio è...” disse il lupo,
“Ma ormai già lo sanno!” esclamai, 
“Calma!” disse lui notando il vampiro biondo in procinto di ringhiare...
“Ho bisogno che non ascoltino altro anche perchè ho un'idea...ecco cosa faremo...” indugiò sulle ultime parole guardando Jasper, poi si bloccò...riflettendo.
“Okay sorellina, ora dovresti aspettare fuori...Jasper...” lui capì subito..si avvicinò e mi cinse le spalle,
“Ma....dite sul serio?... Questa storia riguarda me... non potete prendere decisioni senza che io ascolti! Vi prego... sento di impazzire ...” Edward mi guardò sofferente,
“E' per il tuo bene...” sentenziò il capo, mi rassegnai subito , in fondo cosa avrei potuto fare fisicamente con 3 vampiri e un capo branco pronto a chiamare i suoi pur di trascinarmi fuori da lì.
“Ah ragazzo, cerca Jacob e restate con lui...” sbruffai,
“Per tutto il tempo che ci vorrà” concluse Carlisle.

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Capitolo 5
*** Incidente ***


POV Jacob

Una...due...tre...quattro... cinque... ne stavano passando parecchi di cervi, strano pensai, non è ancora primavera di solito non migrano qui in questo periodo. Me ne stavo disteso su di una roccia con muso immerso in un cespuglio di mirto, bleah...mi ricordava l'odore dolciastro dei vampiri.
“Cos'era un insulto?” Leah sbucò all'improvviso e mi saltò addosso, ringhiai,
“Tranquillo, non credo che ci abitueremo mai!” staccò con un morso le radici di quell'arbusto e si sedette accanto a me. A parte il continuo scalpitare delle zampe di quei cervi, tutto intorno era tranquillo, non un filo di vento, il sole faceva capolino ogni tanto tra le nuvole. Scrutai l'orizzonte in cerca di qualcosa di interessante da fare, ma dopo l'assurda conversazione in quella stanza tutto il resto mi sembrava noioso. Era davvero incredibile, fantascientifico per certi versi, gli angeli esistono? Non ho mai creduto in Dio o cose del genere... era tutto così strano...un mugolio mi sfuggì,
“Hey...che ti prende? Dio? Al massimo quella Alice potrà essere un angelo di Satana!” mi guardò soddisfatta... 
“Non l hai detto sul serio!” scattai in piedi, aria di sfida, gli balzai addosso ma non per scherzare, si stupì mentre tentava di evitare i miei morsi... ci inseguimmo per 1 chilometro ,
“Basta Jacob !” abbassò la coda, si era arresa, presi aria,
“Credevo avessi superato il tuo astio per i Cullen ...” pensai arrabbiato,
“Si...beh... è solo che con loro succede sempre qualcosa di spiacevole per non dire fatalmente mortale!” 
“Alice ci ha salvati...” mi voltai,
“Lo so... comunque non credo che questa faccenda abbia a che fare con gli “angeli” di cui parlano gli umani.” Non risposi.
“Hai ascoltato la storia di tua padre? E' fantastico che prima lottassimo con branchi rivali ! Cioè non che sia fantastico lottare...ma ci pensi c'erano altri lupi...molti altri lupi!” era inutile l'istinto di combattere era inestirpabile in quella lupa.
“Beh vedi... con questa storia forse avrai ancora occasione di usare gli artigli... allora non ti dispiace  correre pericoli fatalmente mortali!?” la presi in girò, ringhiò di nuovo,
“In ogni caso io credo alla storia di mio padre...” dissi, lei annuì,
“Dovremmo andare a cercare quella grotta magari troviamo qualche indizio!” agitò la coda entusiasta,
“Dopo secoli e secoli!” sbruffai,
“Aiuteremmo la vampira...” si lasciò sfuggire, la guardai confuso, ah le donne di qualsiasi specie volubili come il vento!
“Non fare il maschilista.... Lo senti?” cavolo se lo sentivo, era proprio l'odore di Alice e Jasper, erano davvero vicini,
“Sembra quasi che stiano cercando noi...” le dissi,
“Forse dovremmo trasformarci...” fortunatamente avevamo lasciato i vestiti lì vicino.
Entrambi silenziosi si avvicinarono, Alice lanciò un sguardo rammaricato a me e Leah , Jasper si fermò mentre lei avanzò di una decina di metri; non osavamo seguirla, ma non andò oltre, guardai il vampiro ,
“Tuo padre vuole che non ascolti il piano di cui stanno parlando... e a quanto pare anch'io non dovrò saperlo...” sospirò, in fondo anch'io era abituato alle stranezze, Nessie era una mezzosangue e ancora mi sbalordivo quando da un giorno all'altro passava dal sangue ad un hot dog. Ma non sarei voluto essere nei suoi panni, insomma...una completa trasformazione da vampiro...a vampiro con le ali?...angelo?...o chissà cosa.
“Fidati di lui...” mi venne solo da dirgli, tuttavia mi sentivo inesorabilmente coinvolto in quella faccenda, insomma anche loro ormai erano la mia famiglia; Leah se ne'era andata ormai da un pezzo seppure restava nelle vicinanze.
“E...lei come ...” non ero un mago dell'eloquenza,
“Come l 'ha presa?” sorrise nervoso,
“Immagina...è sconvolta...distrutta...non si sente più se stessa...ed era già ossessionata dall'idea di essere la colpevole di ogni situazione pericolosa in cui siamo stati coinvolti...” frattanto la guardava, in modo che davvero non saprei descrivere a parole... non un semplice sguardo d'amore, molto di più... ne io guardavo così Nessie, ne Edward così Bella. Sembrava scrutarle l'anima, in quel momento esatto anche lei si voltò, stesso sguardo seppur velato da immenso dolore, era un legame spirituale...quasi le loro anime fossero una sola. Restai ammaliato. Alice ci raggiunse, lui le accarezzò i capelli, avrei voluto andare via, poi però capì perchè fossero venuti me...Alice non doveva avere visioni su cosa gli altri avevano in mente...servivo io.
“Jacob mi dispiace che siate coinvolti in questa storia...” mi disse lei all'improvviso,
“Figurati nanetta! Con voi non ci si annoia mai...” le sorrisi, sentì comunque un nodo alla gola, era evidente che era in un pessimo stato. Sentivo Leah tornare indietro e infatti tornò da umana,
“Devo restare anch'io...” annunciò, Alice abbassò lo sguardo,
“Le sue visioni sono più potenti...” spiegò Jasper,
“Oh...” ancora più strano, Leah sembrava voler dire qualcosa ma non riusciva a smettere di fissare Alice, cercavo di farle capire come fosse fuori luogo il suo sguardo “curioso”, in fondo non era certo come una rara specie di felide appena scoperta!
“Leah...” la chiamai a qualche metro di distanza dagli altri,
“Che c'è?” 
“Smettila di fissarla...” mi guardò stupita, sbruffò,
“Non fa niente Jacob...” Alice ovviamente ci aveva sentito, a quel punto Leah arrossì leggermente,
“Sei una vampira decisamente stramba” disse con schiettezza, ecco pensai ora esplode, le salta addosso, oppure fugge chissà dove, invece no, Alice iniziò a ridere e così anche Leah, a quanto pare anche Jasper fu sorpreso , ben presto però entrambe continuando a guardarsi smisero di ridere, emozioni cambiate in un momento, angoscia.



POV ALICE
Non che mi dispiacesse poi così tanto ma per tutto il giorno fummo seguiti da Leah e Jacob, anche a casa, in città, da Charlie, come due ombre si assicuravano perentoriamente di non lasciarci soli. Difatti io e Jasper non avevamo potuto parlare di ciò che era successo in quella stanza, nella riserva, della storia, della creatura, di quella realtà che sentivo ancora distante e del tutto estranea da me. Lui però poteva percepire che cosa provassi, ma cosa provavo davvero? Insomma volevo districare i nodi della situazione, volevo davvero sapere chi fossi, dato che ormai forse non ero neppure una vampira.
“Hai fame?” mi chiese Jasper mentre me ne stavo seduta sul porticato, i piedi ciondolanti nel vuoto;
“Non lo so...” tenevo gli occhi fissi sui due lupi sotto di noi, distesi tra l erba alta, decisamente annoiati.
“Non lo sai?” Jasper si sedette vicino a me,
“No, non lo so, non so più nulla ormai” affermai sul punto di crollare, quella giornata mi aveva sfinito,
“Forse non dovrei più bere sangue, non sono una vampira giusto?” ironizzai,
“Che dici Alice!” si alzò in piedi, entrò dentro casa, restai seduta a lungo, da sola, a riflettere, a far rivivere nella mia testa ogni singolo istante di quell'assurda giornata. 
“Cavolo...” gemetti, quello sforzo mi costò caro, una serie convulsa di visioni cominciò a vorticarmi attorno, solo flash, ora davvero non distinguevo nulla, troppe immagini, troppi volti, troppo sangue, troppe urla , era troppo...
“Hey...” Jasper mi fermò, non mi ero resa conto di essere scattata all'interno, mi girava la testa,
“Scusa...” sussurrai, mi appoggiò sul divano, mi fece stendere e appoggiai il capo sulle sue gambe.
Presto fu l'alba, Leah e Jacob erano ancora di sotto, potevo sentirne l'odore; all'improvviso si sentì un rumore di chiavi, qualcuno stava rientrando...Bella. Mi alzai e guardai Jasper disorientata,
“Ricorda Alice non dobbiamo dire niente a nessuno” sospirai,
“Ciao ragazzi!” Bella entrò raggiante e bellissima, appena mi vide si bloccò per qualche secondo, per un momento temetti che i miei occhi si fossero nuovamente e improvvisamente diventati blu, dall'espressione tranquilla di Jasper dedussi che non era così;
“Alice, stai bene?” probabilmente dovevo avere un aspetto orribile, 
“Si..io...sono un po' a pezzi..” si avvicinò abbracciandomi,
“altri ricordi?” era agitata,
“Si...” mentii,
“Ma non badare a me... piuttosto dov'è Edward?” chiesi innocente, mi serviva un distrattore,
“Emm...non saprei...” distolse l'attenzione da me,
“Sai, lo avevo perdonato, per Charlie intendo...ma” un moto di rabbia la fece muovere fin troppo velocemente,
“Ora che non vuole andare piu in Florida con Nessie da mia madre...beh l'ha fatta grossa!” Jasper ridacchiò, 
“Ah Bella, sappiamo che appena lo rivedrai cadrai ai suoi piedi...” rise anche lei,
“Mmm...comunque non vi sembra inutile rimandare per il clan Denali?” io e Jasper ci guardammo, che diamine le aveva detto Edward?
“Non lo sapete? Ha detto Edward che verranno qui fra qualche giorno...” annuimmo,
“Okay, ora devo andare... Charlie va a pesca e avevo promesso di aiutare Sue, a dopo!” mi diede un bacio sulla guancia, poi mi sussurrò all'orecchio,
“Devi dirmi cosa succede...” e sparì; sospirai sconsolata.

POV Jasper
“Jacob!” il lupo sbucò dai cespugli,
“Andiamo a caccia...” dissi, lui annuì, correndo verso la foresta, Alice mi raggiunse,
“Questo ti ricorderà che sei una vampira, la mia vampira..” mi guardò affettuosa ma poco convinta.
Ci spingemmo vicino alla baia, il lago era a qualche chilometro da noi;
“Prima Jacob mi ha detto di aver visto moltissimi cervi” le gridai, era veloce...più veloce di me mentre correvamo...possibile? Mi fermai stupito;
“E' strano...” mi arrivò la sua voce lontana, accelerai e la raggiunsi;
“Sei lento oggi” disse con tono stupito;
“Oh...sono io più veloce...” si portò le mani alle tempie, la abbracciai baciandole la nuca;
“Hai visto?” la voltai a sud, un grosso cervo maschio era appena passato, era enorme,
“Prendiamolo!” acceso dall'entusiasmo e dalla sete lasciai Alice e scattai come un fulmine, c'ero quasi quando...
“Ah...lupo 1 vampiro 0...”Jacob lo aveva preso, e aveva anche avuto il tempo di ritornare umano;
“Mi sa che sei lento sul serio...!” mi voltai, Alice non c'era, sentivo il suo odore, non era lontana,
“Ora ci raggiunge...” affermai, passarono 5 minuti,nulla...una brutta sensazione cominciò ad impossessarsi di me... la sentimmo urlare, il tempo di uno sguardo ed io e il lupo ci fiondammo nella foresta;
“Alice !” vedendola sana e salva mi calmai, 
“Non è possibile...devo fare presto...” disse ma stava già correndo, tentai di fermarla, non ci stavo capendo nulla, perchè aveva urlato ? Si voltò per un secondo e rimasi spiazzato come la prima volta vendendo quegli occhi blu ardere e ancora quell'argento.
Ad ogni passo aumentava sempre di più la velocità, non riuscivo a starle dietro, ma era evidente che si stesse dirigendo verso il lago; pochi sencondi dopo ed eccola sfrecciare sul molo, ma quella era la macchina di Charlie? A testa in giù, galleggiare nell'acqua, mi fermai impietrito; qualcuno mi afferrò le spalle;
“Fermo...” Carlisle era lì, ad aspettare...ma cosa? Tentai di divincolarmi;
“Resta qui lo salverà lei...ed Edward verificherà se succede...” sussurrò,frattanto Alice si era già tuffata e con lei Edward arrivato da est...ero impietrito...
“Ora sapremo con certezza cosa le succede...”

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Capitolo 6
*** Bagliori di luce ***


POV EDWARD
Speravo con tutto il cuore che fosse stata una buona idea, e sapevo che Bella mi avrebbe ucciso quando glielo avremmo riferito; sott'acqua era difficile vedere Charlie quasi sul fondo del lago; svenuto... la melma torbida rendeva tutto scuro ed indistinguibile, ero a 2 metri da Alice, di sicuro mi aveva sentito; non sembrò cercare il mio aiuto, né si voltò, era come ipnotizzata da ciò che stava facendo; appena sfiorò Charlie vidi...vedevo...chiaramete... l'invisibile abisso del lago ora splendeva... luce...luce...Alice emanava una luce intesa, bianca apparentemente...ma anche blu...come i suoi occhi... si voltò a guardami per un attimo ed una pace ,una quiete indescrivibile mi avvolse all'istante. Un angelo, per la prima volta in vita mia vidi un angelo.









POV ALICE 
Andiamo Charlie respira respira respira! Continuavo a ripetere con un filo di voce mentre gli praticavo il massaggio cardiaco. Se fosse morto, Bella non me lo avrebbe mai perdonato e sarebbe sprofondata in un abisso di disperazione e sconforto. Dopo 1 minuto rigettò l'acqua che aveva nei polmoni e ricominciò a respirare, tirai un fragoroso sospiro di sollievo, aprì gli occhi per un secondo e mi guardò come stranito, poi perse conoscenza. Finalmente mi guardai attorno, ero al lago, ero arrivata così in fretta, credevo fosse troppo tardi , nella visione sembrava essere già...morto. Edward bagnato fradicio era immobile, in piedi, davanti a me.
“Che stai facendo aiutami!” gli urlai, si ricompose, chiamò Jasper e Carlisle che arrivarono immediatamente, Carlisle controllò i parametri vitali e presto anche Leah e Jacob ci raggiunsero, erano tutti lì intorno a quanto pare...ma perchè nessuno aveva visto l'auto finire in acqua, perchè nessuno era intervenuto prima di me?
“Jacob Leah, portatelo da Billy... starà bene..solo un giorno di riposo...” annunciò mio padre, lo guardai scioccata,
“Ragazzi ma siete impazziti? Poteva morire! Perchè non avete mosso un dito?” ero esterrefatta,
“Shh...calma Alice..era tutto sotto controllo...”  Edward si strizzava i vestiti, alzai gli occhi al cielo, iniziando a borbottare e a muovermi freneticamente, gli diedi uno spintone, sul serio avrei voluto staccargli la testa ...Jasper mi trattenne;
“Lascia che ti spieghiamo...ma andiamo via di qui...prima che gli umani vedano la macchina...” li bloccai;
“Ora mi dite cosa diavolo stavate facendo o non mi schioderò da qui!” ero furiosa, Edward mi porse il suo cellulare;
“Cosa dovrei farci!” 
“Guarda il tuo riflesso!”; ecco un bagliore blu...i miei occhi, lo mollai, affondò nella ghiaia,
“Era una prova... volevamo verificare se la donna dell'ospedale avesse detto la verità, e se il padre di Jacob avesse ragione...” disse , 
“Alice, è a questo che abbiamo pensato tutto il giorno, ovviamente non dovevi vederlo, quindi Jacob e Leah vi sono stati appiccicati..” guardò Jasper, arrabbiato quasi quanto me,
“Abbiamo dato un sonnifero a Charlie, che oggi sarebbe dovuto andare a pesca, quindi abbiamo sganciato il freno a mano mentre era in macchina ed è finita nel lago...”
“CHE COSA?!” mi scoppiava la testa,
“E se non fossi venuta, se non avessi avuto una visione?” dissi,
“Impossibile...Alice tu vedi persone in pericolo...prossime alla morte...il legame d'amicizia con Charlie avrebbe di certo contribuito a vedere cosa stesse succedendo in modo tempestivo, per questo abbiamo scelto lui... e comunque eravamo tutti qui...se qualcosa fosse andata storta l'avremmo subito riportato in superficie..” affermò Carlisle,
“Io non ci credo...un piano davvero stupido Carlisle!...io credevo avesse trovato una soluzione per me...per capire cosa stessi diventando...e poi mettere in pericolo suo padre!? Bella non te lo perdonerà mai Edward!”
“L'abbiamo fatto per te...glielo dirò...capirà...” 
“A cosa è servito?” sbottai;
“Ascolta ...” Edward mi afferrò per le braccia, anche lui nervoso, Jasper lo spinse via,
“Calma Edward...”
“Mi sono buttato in acqua dopo di te e ho visto tutto!” si fermò,
“Alice...è incredibile... è vero... i tuoi occhi ardevano...e una luce accecante proveniva dal tuo corpo...e quando ti ho guardata... è stato un miracolo...” si calmò,
“Oddio...” anche mio fratello, anche lui come la donna in ospedale aveva visto un'altra Alice,
“La conclusione è che il padre di Jacob ha ragione...tu sei...quella creatura...” concluse Carlisle e sorrise, Jasper si rese conto che stavo crollando per l'ennesima volta,
“Andate via...” disse con tono autoritario,
“Non vedete che è spaventata! Andate alla riserva...vi raggiungeremo...” si avvicinò per stringermi, mi ritrassi, 
“Vai anche tu Jasper...” mi guardò sofferente,
“No Alice ...”
“Vattene!” urlai e cominciai a correre, correre per l'eternità, fuggire dal mondo reale, non sentire, non provare più nulla...ecco cosa volevo.
Correvo a perdifiato, non sapevo in che direzione andassi, ma dopo alcuni minuti mi fermai, gli altri mi stavano aspettando, preoccupati, Jasper se ne stava in disparte, fissava gli alberi in modo indecifrabile. Sentivo di aver sbagliato a rivolgermi così, in fondo loro stavano solo cercando di raccapezzarci qualcosa, come me in fondo. 
“Era un piano assurdo!” gridai agli alberi, qualche corvo spaventato dalla mia voce volò via; già proprio un piano assurdo, ma ormai ciò che era fatto era fatto, mi stava sul serio succedendo quello che gli altri avevano visto, quello che potevo vedere io guardandomi allo specchio. Per un attimo mi risuonarono in testa le parole di quel licantropo <> e << Ma di certo non sono come te...ho ucciso ecc..>>. Per un attimo compresi cosa significasse provare quella sensazione, sentirsi inappropriata....diversa; anzi no, una sensazione che già sperimentai da umana a causa delle mie visioni. Per un attimo pensai ad andarmene per sempre, sul serio...fu solo un attimo...come potevo abbandonare la mia famiglia? Jasper? Avrebbero sofferto troppo. Quella serie di attimi mi portarono a desiderare di non essere mai nata.
“Smettila!” una voce mi scosse da quei pensieri, mi girai di scatto, non era nessuno dei Cullen, né un lupo, non sentivo alcun odore, girai su me stessa diverse volte ma non vidi nessuno;
“Chi ha parlato?” chiesi sulla difensiva, nessuna risposta, continuai a camminare per qualche secondo,
“Tu sai chi sei...” risuonò di nuovo tra gli alberi, la cosa diveniva inquietante, decisi di rispondere e spingere chi stava parlando a venire allo scoperto;
“Non è affatto vero... secondo te cosa sono! Su dimmelo! Vieni fuori!” esclamai, forse stavo diventando pazza, oramai avevamo già toccato il fondo;
“Sei una creatura meravigliosa...rara...e unica ...” le ultime parole furono proferite in un sussurro, poi la voce sparì. Attesi qualche altro minuto, nulla, respirai profondamente, mi feci coraggio e tornai indietro.





POV Jasper
“E' passata mezz ora...” Edward scagliava rocce dall'altra parte del bosco, nervoso, Billy Black era tranquillo, per giunta aveva un sorriso stampato in faccia che mi irritava parecchio, non era proprio il momento adatto per sorridere.
“Tornerà...” disse felice, Carlisle era dentro con Charlie, si era svegliato ma fortunatamente non ricordava nulla, Bella era stata informata da Edward, non solo su cosa fosse successo a Charlie ma logicamente anche riguardo Alice. Nei 460 secondi di conversazione sentivo le emozioni di Edward variare, estremo pentimento per quel piano davvero pericoloso, senso di colpa, stupore allorchè descriveva Alice, preoccupazione. La reazione di Bella non fu esattamente comprensiva, dopo aver ascoltato seguì un silenzio tesissimo...poi riattaccò.
“Non sento i suoi pensieri...è lontana...” Edward si portò una mano alle tempie,
“Restate calmi... tornerà per forza, vorrà sapere di più...cosa seguirà...” disse il lupo,
“Dimmi di nuovo cosa hai provato quando l'hai vista?” aggiunse,
“Te l ho detto...è stato incredibile... non so spiegarlo ...una sensazione di pura gioia... era ipnotizzato da lei...quella luce così calda... accogliente...” sospirò, lo fulminai con lo sguardo, questo il vecchio lo notò.
“Figliolo non dovresti essere così preoccupato...è un avvenimento straordinario...l'ultima creatura alata è stata vista secoli e secoli fa!” esclamò, riuscì a controllarmi e a ponderare la risposta,
“Sarà straordinario o tutto quello che volete, ma fratello come fai a dire di aver provato gioia e pace...questa cosa che le sta succedendo la distrugge... vedi come soffre...dovremmo trovare un modo per impedirlo...non restarcene qui a non far nulla!” mi irritai, Billy scosse la testa,
“E' chiaro che ciò che provi per lei è forte...molto forte...ma un processo del genere non si può contrastare...si sta soffrendo...ma quando accetterà se stessa...si risolverà tutto” restai in silenzio. Carlisle uscì,
“Carlisle amico mio, perchè non volete capire che abbiamo di fronte la purezza, la bellezza, la bontà assoluta, dovremmo essere felici per lei...” Carlisle annuì, pur essendo titubante,
“Le resteremo vicino... e la aiuteremo...non posso neanche immaginare cosa stia provando” mi si avvicinò e mi mise una mano sulle spalle.
Alice arrivò, in verità pensai che non sarebbe mai più tornata alla riserva a discutere col vecchio , non sapevo cosa fare, come confortarla, se poc'anzi aveva reagito così come avrei dovuto agire? Arrivò con passo leggiadro ma veloce, lo sguardo dritto dinanzi a sé, indecifrabile; rivolse una timida occhiata a Carlisle e a Billy, non osò guardare Edward, a me solo dopo essersi fermata mi rivolse un'occhiata fugace, incerta, ma rammaricata; non mi avvicinai. 
“Voglio sapere di più...” annunciò con voce acuta senza alcuna traccia di tremore; non riuscivo a capire, dentro di lei si agitava un groviglio di emozioni contrastanti mentre dall'esterno traspariva calma , padronanza di sé, quasi freddezza, forse aveva paura di mostrarsi debole, in quel momento avrei voluto stringerla a me e restare avvinghiati per un tempo infinito, tuttavia dovevo rispettare quella sottile barriera che ci divideva , che la divideva da tutti, dalla realtà, a causa di questa situazione. Edward come me non si lasciò ingannare dalla sua apparente tranquillità, ma non disse nulla, Carlisle fu invece rincuorato da quelle parole e cominciò a guardala intensamente, come si sta a guardare per la prima volta l'oceano, o la Via lattea, insomma come quando si comprende che si è difronte alla mera potenza e infinità dell'universo.
“E' arrivato il momento in cui anche tu dovresti leggere i miei libri” annunciò Billy, Carlisle quasi fosse solito da sempre entrare in quella casa andò a prendere i 5 volumi impolverati che avevamo visto il giorno precedente nel salotto della casa; Alice si sedette su una delle sedie della veranda e cominciò a sfogliare le pagine, mi sedetti accanto a lei, scrutando quegli occhi che avidi cercavano di cogliere ogni dettaglio stampato su carta , leggendo diveniva a tal punto concentrata da accantonare ogni emozione; terminato uno dei libri lo passò automaticamente a me, certo anch'io volevo sapere cosa le stesse accadendo; così mi guardò per la seconda volta, a lungo, le iridi nuovamente oro colato per un istante si velarono di lacrime, non c'era il blu, era la mia Alice , fragile, bellissima, non c'era bisogno di parole, quello sguardo mi rivelò ogni cosa, il suo senso di colpa, il desiderio di fuggire via lontano con me, l'amore, la paura, l'angoscia ma al tempo stesso l'adrenalina, la curiosità, la volontà di capire; senza accorgermene le strinsi un ginocchio con la mano libera dal libro e continuammo a guardarci finchè un colpo di tosse del vecchio riportò Alice nel suo status di concentrazione e continuò a leggere, leggere, leggere.
Passarono altri 30 minuti, ed aveva letto ben 500 pagine moltiplicate per 5 volumi, del resto erano ben poche le informazioni riguardanti questa misteriosa creatura alata a dispetto delle numerose pagine. Anch'io avevo sfogliato quei volumi ed era davvero sorprendente, insomma vi erano parecchie affinità. La creatura descritta era in grado di vedere il futuro, “di candida pelle ed animo”, vista come un essere superiore a qualsiasi essere umano, benevola, ma straordinariamente forte e distruttiva. Gli esseri umani che avevano raccolto quelle informazioni scrivevano in modo artificioso ed altisonante, il che mi spingeva a credere che fosse stato qualche inglesino del 600 giunto in America in cerca di fortuna. Vi erano tra l'altro dettagli sulle ali di queste creature, dettagli scritti in modo diverso, virgolettati, con note a piè di pagina che esplicavano come tali parole fossero frutto delle voci degli indigeni, tra questi forse vi erano anche i licantropi. Comunque,un trafiletto del secondo volume raffigurava un ala, decisamente indistinguibile, annerita e ingiallita dal tempo, i tratti della matita erano appena visibili. Ero davvero affascinato, ogni tanto guardavo Carlisle che ammiccava entusiasta. Finiti di leggere i capitoli più o meno utili su ciò che interessava la nostra questione Alice si alzò dalla sedia, sospirò e si rivolse a Billy;
“Chi ti ha dato questi volumi?” domandò,
“Sono un lascito di mio padre, memorie di famiglia...” 
“Non capisco, avevi detto che ai tempi in cui il tuo antenato vide questa creatura non vi erano esseri umani in questo territorio...” disse confusa lei,
“SI, precisamente, ma questi volumi furono aggiornati nel corso del tempo, modificati, e dopo generazioni giunsero gli inglesi qui, come tutti sappiamo...cominciarono a scrivere resoconti delle loro esplorazioni, miti e leggende si fusero insieme divenendo realtà...come avete potuto notare qui sono riportate descrizioni risalenti a voci popolari, ma anche testimonianze di generali e capitani inglesi... avete visto lo stile di scrittura...è decisamente variabile...” spiegò Billy,
“Sostanzialmente sono sorta di testi didascalici sul sovrannaturale! E' davvero interessante, gli umani hanno creato una vasta gamma di creature e chissà molte potrebbero essere reali...” continuò eccitato Carlsile. Alice annuì, pensierosa, ora manifestava una calma sorprendente, io restai seduto, in attesa, ora che sapevamo qualche informazione in più cosa avremmo dovuto fare?
“Lo hai notato anche tu vero?” mi bisbigliò Edward ma lo sentirono tutti, Alice lo guardò di sottecchi, capì che intendeva i cambiamenti d'umore di Alice , quindi annuì,
“C'è anche qualcos'altro..” sussurrò Billy,
“Non c'è scritto qui..” e picchiettò le dita sui libri,
“Non te l' ho detto prima Alice perchè dovevo accertarmi che tu fossi convinta, consapevole del cambiamento che sta avvenendo in te...” si fermò,
“A raccontarmelo fu sempre mio padre... il vecchio Inua affermò per tutta la sua vita che in quella grotta la creatura le aveva rivelato segreti indicibili...e solo uno ne rivelò... il processo di trasformazione riguardante ogni creatura alata, forse ella era già consapevole del fatto che avrebbe generato un bambino...” lo guardammo un po' diffidenti, Alice mi guardò fugacemente per un attimo,
“Okay...in cosa...consisterebbe?” disse d'un fiato con voce tremante,
“Non spaventarti Alice, non so di certo se questa trasformazione vari da soggetto a soggetto...” si schiarì la voce,
“Gli effetti concreti sono: incremento del potere e dunque capacità profetica irrefrenabile, maggiore velocità forza, empatia, perdita di appetito...” deglutii nervoso,
“successivamente dovrebbero manifestarsi il colore blu dell'iride e “il candore”, si così lo definì mio padre...la luce... e poi insomma...non chiedetemi come ma le ali...segnano la completa trasformazione” concluse con tono greve. Seguì un istante di leggero stupore, ormai non ci stupiva più nulla, poi calma Alice disse;
“okay...” si voltò, fece qualche passo mi fece un cenno con la mano,
“Jazz andiamo...” non mi mossi, sul serio non sapevo cosa fare? Insomma mi aspettavo che il vecchio ci desse qualche aiuto concreto a parte riempirci di informazioni teoriche. 
“Aspetta Alice, credo che tutti ci stiamo chiedendo quale sia la prossima mossa...” Edward le disse avvicinandosi a me.
“Prossima mossa?” il vecchio Billy rise, lo osservai sbigottito,
“Non c'è una prossima mossa...dobbiamo solo aspettare...” Carlisle corrugò la fronte,
“Intendi aspettare quando si trasformerà?” chiese,
“Intendo aspettare cosa avverrà, non possiamo sapere con certezza cosa diventerà, se lo diventerà, o se diverrà qualcos'altro...” fece per andarsene spingendo le ruote della sedia, lo bloccai scattando nella sua direzione,
“Qualcos'altro?” chiesi nervoso, mi fissò divertito,
“Questa non è scienza figliolo, non posso dare risposte sicure...” poi si voltò verso Alice,
“Ma ragazza mia, spero proprio che tu diverrai un angelo...” aggiunse, dileguandosi nell'abitazione. Restai di sasso, Edward si avviò, Carlisle sospirò e fece lo stesso, io irritato andai da Alice ancora immobile,
“Mi dispiace...” le sussurrai non osandola guardare di nuovo negli occhi, mi sfiorò la mano,
“Non è colpa sua...” proferì riferendosi a Billy,
“Non sa altro...” cominciò a correre, 
“Cavoli se è veloce!” esclamò Edward mentre gli correvo affianco, Alice ci aveva già superati tutti,
“Già...” dissi mesto, non sembrava più la mia Alice,
“ahi...” Edward mi aveva dato un pugno,
“Non osare pensarlo..è sempre la nostra Alice...anzi è di più...” sorrise, a quanto pare non riuscivo davvero a capire cosa avesse visto … così si scatenò in me uno smanioso desiderio di vedere quella luce, di provare quella pace, di vedere la nuova Alice.

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Capitolo 7
*** "Cosa sono?" ***


POV ALICE
Arrivai a casa Cullen in un battibaleno, non potevo dire agli altri della voce..così melodiosa e stranamente familiare, oppure avrei sollevato altri problemi, e poi forse era solo un'allucinazione causata dal troppo stress e dalla suggestione. Avvertì sin da subito l'odore di Bella, oh no, ecco, avevo visto la sua discussione con Edward , era furiosa per ciò che avevano fatto a Charlie; cosa avrei dovuto dirle, ormai sapeva già tutto di me, nonostante non sapessi nulla del loro piano in ogni caso era stata la mia situazione a provocarlo. Sentendo la mia presenza Bella si catapultò nel giardino a tutta fretta, sul viso aveva un'espressione di profonda agitazione, appena mi vide accelerò il passo e corse ad abbracciarmi;
“Oh Alice, stai bene?!” 
“Bella mi stai soffocando...” rise, continuando a stringermi,
“Io sto bene...senti mi dispiace per Char...” 
“Shh..sei impazzita, tu l hai salvato....Dio meno male che sei arrivata in tempo...” irritazione sul suo volto,
“Bella...era tutto previsto nel caso in cui non fossi arrivata gli altri lo avrebbero tirato fuori dall'acqua...” sembrò non aver ascoltato le mie parole...
“Alice , che ti sta succedendo...si lo so che era pianificato...ma sono seriamente preoccupata per te...” mi strinse di nuovo, non volevo parlarne, cioè non avrei saputo spiegare...
“oh...ecco che arriva mio marito...” avanzò di qualche passo furiosa, 
“vediamo un po' forse vorrà mettere di nuovo in gioco la vita di mio padre...” Edward comparì, davvero afflitto,
“Bella...” lei abbassò lo sguardo, Jasper e Carlisle erano dietro di lui, ad un tratto squillò il telefono di Carlisle, ciò comportò che Bella sussurrasse a mio fratello che avrebbero parlato dopo e che ora doveva andare alla riserva da suo padre, ed inoltre uno status di agitazione da parte di Edward e Jasper che circondarono mio padre.
“Si...no stiamo tutti bene...tranquilli...no no sul serio...restate lì...ci sentiamo...” Carlisle riattaccò,
“Erano Rose ed Emmett...”avevo completamente dimenticato del loro viaggio a Londra, erano via da qualche giorno,
“Avevano chiamato a casa....ovviamente non c era nessuno da 24 ore... quindi hanno contattato l'ospedale e Adelaine li ha avvisati dell'incidente della famigliola lungo la statale e di come io forse fossi occupato....quindi erano un po' allarmati...” spiegò,
“Ricordate non dobbiamo parlare di questa storia con nessuno...” disse Edward, 
“Aro non oserà tornare dopo la battaglia” disse fra i denti Jasper, ero stanca, stanca di parlare o ascoltare chiunque, avevo sonno? Mi uscì una risata isterica, Jasper preoccupato mi accarezzò la guancia,
“Tesoro, cos'hai?”
“Ho sonno....” Carlisle mi guardò affascinato,
“Alice da oggi devi informarmi di ogni mutamento che avverti ok? Sia fisico che psichico!” entrò dentro casa,
“Possibile potrà dormire?” Jasper mi baciò la fronte,
“E' incredibile...Alice...basta pensare che ciò che ti sta accadendo è strano o pericoloso..asseconda tutto ciò che senti di dover fare...questa sei tu... nulla potrà cambiarti” proferì Edward, ero ancora arrabbiata con lui ma non potei fare a meno di sorridergli. Andò via anche lui.
“Andiamo a letto...?” disse dolcemente Jasper...
“Andiamo...” lo abbracciai.

Mi svegliai, incredibile a dirsi, il mattino seguente estremamente frastornata, la testa mi scoppiava, a quanto pare dormire non era poi così piacevole. Jasper non c'era, vidi che stava cacciando, avevo sete anch'io, feci per uscire dalla finestra ma poi mi resi conto di avere gli stessi abiti da 2 giorni, abiti che avevano affrontato terra, melma del lago e paura,
“Ahh...Alice...” rimproverai me stessa, quindi aprii l'armadio sempre rifornito fino a scoppiare, vedere le mille sfumature di colore dei vari tessuti mi svegliò totalmente, optai per una camicia svasata e dei jeans aderenti, chiusi l armadio. Ora veniva il difficile, potevo non farlo, ma prima o poi mi sarei ritrovata di fronte ad un specchio, non volevo che quegli occhi straordinariamente blu mi fissassero,ma ormai quella ero io, quegli occhi erano i miei, dovevo farci l'abitudine. Molto, molto lentamente mi avvicinai al grosso specchio rettangolare al centro della stanza, chiusi gli occhi prima di vedere l'immagine riflessa nello specchio...li riaprii... un sospiro di sollievo...nessun traccia di blu...solo nero...accidenti se avevo sete allora. Presi un bracciale sulla mensola dirimpetto allo specchio ma una visione fece si che esso mi scivolasse a terra, non si distingueva nulla nella visione solo fumo e gente che urlava, forse un incendio?. Mi portai le mani alle tempie e per un attimo cercai di focalizzare meglio ciò che avevo appena visto, ma invano. 
“Se solo potessi vedere chiaramente forse potrei aiutare!” urlai alle pareti, mi chinai a prendere il bracciale...mi chinai...ma la mano non si decideva ad afferrarlo, ero paralizzata, solo gli occhi spaventati e rivolti allo specchio scrutavano me stessa atterriti. Mi alzai e in 1 secondo mi ritrovai schiacciata alla parete opposta, il fiato corto.






POV CARLISLE
“Carlisle mi dici cosa sta succedendo?” mia moglie, appoggiata alla scrivania del mio studio, sospirava intensamente,
“Tesoro, non posso, credimi, non ti nasconderei nulla se non fosse necessario.” continuai a sfogliare quegli enormi fascicoli ospedalieri, l'ispettore sanitario sarebbe arrivato fra tre giorni, avevo un mucchio di lavoro, in più nella biblioteca a Cartain street avevo preso un libro che sembrava davvero usurato dal tempo, sulle creature mitologiche, forse avrei trovato qualcosa riguardo Alice.
“Okay...” disse lei, dispiaciuta, 
“Nessuno è in pericolo vero?” chiese allarmata,
“No no... non credo...” andò a sedersi sul divano di pelle a 2 metri da me.
“Domani ho quella mostra di sculture etrusche in Canada...” sospirò,
“Beh...l'attendevi da tempo...non sei felice?” dissi sempre immerso dalle scartoffie,
“Si...ma...non so...ho una strana sensazione...” sospirò di nuovo,
“Chi l'avrebbe mai detto che sarei diventata nonna!” rise, cambiando argomento, la guardai negli occhi e sorrisi anch'io,
“Abbiamo dei ragazzi stupendi...” si alzò e si parò dietro di me massaggiandomi le spalle,
“Non dovresti lavorare così tanto...per sino per un vampiro!” sospirai,
“Carslisle... non volevo dirtelo...ma...sono preoccupata per Alice...” disse a scatti,
“Cara, il suo potere si è amplificato, è normale che sia scossa...” non dissi altro, in fondo era quello che già sapeva,
“Si ma...è strano... ad  Edward Jasper perchè non è successo? Anche loro hanno dei doni...” mi girai e le presi le braccia,
“Siamo tutti diversi, ed Alice è...speciale...” sorrise,
“Lo so...” fece per andarsene e io riportai la mia concentrazione sui documenti, il libro l'avrei letto 
quella notte. All'improvviso la porta si spalancò, c'era Alice, il viso contratto in una smorfia di dolore, tuttavia appena vide Esmee riuscì a controllarsi ed assunse un'espressione rilassata,
“Scusate...Carisle posso parlarti?” chiese tranquilla, ma ad Esmee non sfuggiva nulla, mi guardò preoccupata, 
“Si, vieni.” cercai di far capire a mia moglie che doveva uscire dalla stanza, non volle percepire il mio desiderio.
“Io resto...non me la contate giusta..” 
“Esmee devi uscire...” lo dissi un po' brusco, ma era necessario,
“Per favore...” continuai meno brusco, mi guardò contrariata e uscì, Alice tornò ad assumere un espressione sofferente,strinse i pugni,
“Alice, cosa succede?” mi alzai e la portai sul divano,
“Hai detto che dovevo informarti di qualsiasi cambiamento...” disse esitante,
“Certo...qualunque cosa...” fece un respiro profondo, si alzò,
“Devo togliere la camicia...” la guardai confusa, si sbottonò l'indumento di spalle, restando con la schiena nuda,
“Oh...” balzai in piedi, non avevo mai visto una cosa simile, 
“Come...quando è successo?” domandai scioccato,
“Non lo so...stamattina l ho notato allo specchio...inizia....a...a...farmi male...” disse tremando,
“Okay...aspetta... devo esaminarle...prima chiamo Jasper d'accordo?” lei annui, rimettendo la camicia, scattai nella foresta.
Era con Edward, discutevano di qualcosa ma non riuscivo a sentirli essendo così concentrato, eccitato, non riuscivo a distogliere la mente da ciò che avevo appena visto, incredibile. Appena mi trovai ad una 20 di metri da loro, Edward smise di parlare e mi guardò, un secondo bastò a farlo vacillare, Jasper mi si avvicinò preoccupato, 
“Alice...” le mie labbra si mossero ma non uscì alcun suono, lui saettò in direzione della casa senza lasciarmi spiegare. 
“Sta succedendo?” Edward mi raggiunse, anche lui sbalordito e curioso, annuì, respirai un secondo,
“Ora capire sarà davvero una sfida...devi vederle dal vivo...andiamo...”







POV ALICE
Esmee entrò nello studio, mi vide seduta sul divano e si guardò attorno confusa, cos'avrei dovuto dirle? Non ne potevo più di mentire. Mi guardò interrogativa e feci semplicemente spallucce per rispondere alla domanda su dove fosse Carlisle. Chiuse la porta dietro di sé e cominciò a sfogliare i fascicoli di medicina, poi venne a sedersi sul divano, accanto a me, voleva dire qualcosa ma era profondamente imbarazzata. Io d'altro canto cercavo di non guardarla negli occhi e fare a meno di sorridere per evitare una conversazione....quella conversazione. Altri 5 secondi e me ne sarei andata ma poi lei parlò:
“Alice, credo che tu non stia bene.” disse sicura, cercai di dissimulare uno sguardo stupito,
“Come? No ti sbagli, non preoccuparti, sto bene.” non se la bevve, mi posò una mano sulla gamba,
“Tesoro non serve fingere, sappiamo tutti quanto sia difficile per te ricordare...” tirai un sospiro di sollievo “interiore”, la scusa dei ricordi era ancora valida allora.
“Se hai voglia di parlare, sappi che sono sempre disponibile...” mi guardò amorevolmente, era così gentile e premurosa, da sempre, dal primo giorno in cui io e Jasper ci unimmo ai Cullen; le feci un sorriso a trentadue denti, poi dissi che Jasper mi stava aspettando ed uscì incolume dallo studio.
In effetti appena Carlisle aveva visto la mia schiena in una visione lo vedevo già correre terrorizzato verso di me, andai al piano di sopra, nella stanza ove vi erano ancora le attrezzature utilizzate durante la gravidanza di Bella, lì Carlisle voleva...insomma...visitarmi. Mi affacciai alla finestra e feci un cenno a Jasper ,il quale vedendomi sana e salva accelerò,saettò lungo le scale e venne ad abbracciarmi,
“Dio, Alice...” aveva affondato la testa nella mia clavicola,
“Jazz, è tutto ok...” dissi dolcemente, poi mi staccai da lui, faceva male,
“Hey...provi dolore, che succede?” mi girò attorno in cerca di ferite,
“Ora vi faccio vedere...” Carlisle e mio fratello arrivarono, mi sedetti sul lettino e cominciai a sbottonarmi la camicia, Jasper era confuso Edward si parò già dietro di me con Carlisle, restò di sasso, Jasper cercò d guardarmi in faccia ma non riuscivo a scollare gli occhi dal pavimento, si fece coraggio e andò anche lui a guardare...
“Cosa cosa sono?” balbettò...

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Capitolo 8
*** Incosciente ***


POV ALICE

“Non vorrei dire sciocchezze...ma...sembrano....fessure per...” non continuò, sapevo già cosa pensasse, quelle due “cicatrici” parallele dietro la mia schiena , lunghe una 40ina di cm partivano dalla spalla, sembravano ferite di coltello, non potevano essere altrimenti.
“Per?” Jasper incalzò,
“Ali...” la mia voce tremava, il mio corpo ebbe un sussulto quando Edward ne seguì i tratti con un dito,
“E' questo che ti fa male?” Jasper mi prese la mano, annuì,
“Quando sono comparse? Non le avevo mai viste...” mi chiese,
“Stamattina... le ho notate allo specchio... è stato...uno shock” gli strinsi le dita,
“Alice, se permetti, vorrei prendere qualche campione e analizzarlo in ospedale...” non era una domanda, prese l'occorrente in una valigetta e cominciò a staccare qualche frammento di tessuto epidermico, stringevo i denti, era così doloroso, possibile?
“Okay, fatto...ora voglio provare un altra cosa!” prese una pila con un vetrino attaccato all'estremità,
“Edward, spegni la luce...” era luce ultravioletta, le due fessure reagivano illuminandosi, 
“Wao..” le emozioni in quella stanza erano divergenti, io e Jasper eravamo seriamente preoccupati, mio padre e mio fratello, curiosi adrenalinici, affascinati.
“Edward, dovresti informare Billy...” mi voltai, irritata,
“Alice....deve saperlo...ci ha aiutati molto...” poi tirò fuori una sorta di pinzetta,
“Dimmi se senti troppo dolore...” più che dolore iniziavo ad avvertire un bruciore, Jasper tornò a guardare cosa stesse facendo, sui suoi occhi ora leggevo stupore al massimo grado, 
“Cavolo...si...si...aprono...” sussurò sbigottito, ora iniziava a farmi davvero malissimo, basta, dovevano fermarsi,
“Carlisle...” la mia espressione contratta preoccupò Jasper che scosse Carlisle,
“Si ok....un attimo non devo fare movimenti bruschi...” ci stava mettendo troppo, per sminuire il dolore immaginai che le sue mani fossero fuori, lontane da me, 
“Aaalice...” aveva urlato? Mi voltai, era in fondo alla stanza accasciato a terra, Jasper aveva fatto qualche passo indietro, 
“Ma cosa?” mi alzai e mi vestì immediatamente, Jasper aiutò Carlisle a rialzarsi.
“Accidenti...” a passo deciso venne verso di me,
“Fermo...sono stata io...cos'ho fatto?” sentivo di svenire,
“C'è stato una sorta di bagliore bluastro proveniente dalle fessure e poi una forza ha scaraventato via Carlisle...” disse in fretta Jasper, oddio, cos'avevo combinato,
“Non vi avvicinate... non so come sia successo ma non voglio che accada ancora...Jasper dico sul serio...” indietreggiò,
“Non voglio farti del male...”






POV EDWARD

“Oh merda...” mi fermai di botto, avevo appena letto i pensieri di Carisle, di nuovo una scarica di adrenalina invase il mio corpo, pensai di tornare indietro ma dovevo avvisare i Quiliet, cominciai a correre più in fretta che potevo, finchè non sentì qualcuno che mi seguiva, ringhiai alle mie spalle,
“Edward che ti prende, sono io!” Jacob lupo indietreggiò di qualche passo, ero così concentrato su i pensieri di mio padre da non accorgermi dell'odore, gli rivolsi uno sguardo di scuse e continuammo a correre insieme, arrivati lo persi di vista per qualche secondo, poi tornò da umano, ero fermo a poca distanza dalla porta d'entrata di casa sua, non mi andava di entrarci senza essere invitato. Jacob andò dentro per chiamare suo padre che poco dopo sbucò con la sua sedia, dall'entrata laterale, vedendo la mia faccia in cui erano dipinte mille emozioni mi fece sedere e prendere fiato.
“Novità?” chiese speranzoso,
“Si...” Jacob mi scrutava guardingo,
“Billy....è proprio come avevi detto tu...la trasformazione...credo stia avvenendo completamente...” rivelai entusiasta,
“Ah quei libri, speravo che un giorno fossero serviti....” Jacob prese una sedia e mi si parò di fronte,
“Che vuoi dire?” sbarrò gli occhi,
“Sono apparse due enormi cicatrici sulle sue spalle e, come faccio a spiegarlo...” mi portai una mano fra i capelli spettinati,
“Non l'ho visto con i miei occhi....ma quando Carlisle ha tentato di studiarle più a fondo.... l ha scaraventato dall'altra parte della stanza!”
“Cosa? Alice?” Jacob era impietrito,
“Non lei...cioè non consapevolmente... lo so sembra assurdo...un bagliore proveniva dal suo corpo e poi bam...Carlisle si è ritrovato contro il muro...” conclusi con foga,
“Sbalorditivo... la nuova parte di lei si sta difendendo!” Billy muoveva le mani in preda alla frenesia,
“Voglio vederla...Jacob...” frenai il suo entusiasmo,
“No... credimi non è una buona idea...non credo sia in condizioni di vedere qualcuno in questo momento...” mi guardò dispiaciuto,
“Ah...non l'ha ancora accettato eh? Prima lo farà, meno soffrirà...dovete aiutarla...lei non ha soltanto un dono...lei è il dono!” mosse la sedia, mi fece un cenno ed entrò dentro casa.
“Allora io resto qui....Ness dovrebbe venire fra poco...” disse Jacob alzandosi,
“Si, meglio così... non dire niente a Reneesme ti prego” sussurrai,
“Certo...mio padre mi ucciderebbe” e sparì tra le siepi, ricominciai la mia corsa, a mano a mano che mi avvicinavo un gran vociare turbinava nella mia testa, c'erano anche Bella ed Esme? Con gli altri...ecco...segreto già perduto...







POV Alice
Non mi ero mossa di un millimetro dopo quello che avevo fatto, ero lì in fondo alla stanza, il più lontano possibile da tutti, la sensazione di svenimento era più forte e cominciavo a temere che avrei sul serio perso i sensi, in più la stanza era troppo affollata, mi occorreva una boccata d'aria fresca, Jasper era il più vicino, Esmee sentendo il frastuono causato dalla caduta di Carlisle era corsa di sopra, ed era ritta in piedi dinanzi alla porta da 10 minuti, in attesa di una spiegazione, Carlisle beh, era davvero intontito, per la prima volta lo vidi in seria difficoltà, non sapeva cosa fare o cosa dire. Per giunta era arrivata anche Bella, percepite le voci del piano di sopra in un attimo si era unita agli altri e mi fissava scioccata.
“Allora volete parlare!? Cosa diamine è successo?” ad uno ad uno Bella scrutò i nostri volti, indietreggiai ancora e mi appoggiai allo stipite della finestra, gli occhi bassi,
“Carlisle...ti prego...” Esmee supplicò il marito, a quel punto Bella scavalcò il tavolino accasciato a terra e fece per avvicinarsi a me,
“Noo...ferma!” istintivamente portai il braccio sinistro in avanti,
“Alice perchè?” 
“Ti scongiuro stammi lontana!” non potevo guardare l'espressione del mio viso ma lo sapevo, lo sentivo...ero terrorizzata, e il mio viso non poteva non essere altrimenti.
“Okay, facciamo tutti un respiro profondo...” Carlisle si parò tra me e Bella,
“Edward sta arrivando, andiamo di sotto e vi informerò di tutto...” guardò Esmee, decisamente irritata e offesa,
“Alice...tu...”
“Andate...vi prego...io resto qui...”dissi ansimante, Jasper era straziato, non voleva lasciarmi in quelle condizioni,
“Jazz...” il mio sguardo supplicante non bastò a farlo scendere con gli altri, restammo da soli nella stanza.
“Non me ne andrò Alice...” disse deciso, mi accasciai sul pavimento, la schiena contro il muro, il capo sulle ginocchia, si inginocchiò a mezzo metro da me, tentò di avvicinare una mano alla mia, lo fulminai con lo sguardo,
“Non ti farai più toccare adesso?” gli uscì con un moto di rabbia, non osai guardarlo negli occhi,
“Alice devi reagire...” disse più piano, non riuscivo a deglutire, ne a parlare, un fiotto di lacrime premeva per sgorgare via; appena sentì una lacrima la eliminai con il dorso della mano...argento...fissai la mano irata,
“Devi accettarlo” Jasper si alzò,
“Devo devo devo...dimmi qualcosa che non DEVO fare? Ho sempre dovuto subire dalla vita, ho dovuto accettare le mie visioni, il fatto che i miei genitori mi odiassero, il fatto di essere stata rinchiusa in un manicomio, ora devo accettare tutto questo...ma non è facile! Non riesco a farlo!” urlai, e per un attimo il vociare al piano di sotto si spense, Jasper mi osservava, ferito, arrabbiato, roso dal senso di colpa...uscì dalla stanza e senza fermarsi corse via nel buio.
Non so dire quanto tempo aspettai prima di ricominciare a pensare, pensare a volte è difficile, insostenibile, pensare è come dare un pugno all'acqua, nonostante tu ci metta tutta la forza possibile, quella forza, quella potenza si frantuma a contatto con la superficie , fredda, bagnata, inesistente dell'acqua. Ecco, si, ero acqua, in quel momento ero acqua, avrei potuto assumere ogni forma, essere qualsiasi cosa, tranne me stessa. Tuttavia in fondo quella ero io, in ogni caso ero io, la ragazza accasciata sul pavimento, fremente di rancore, impaurita, potente, dagli occhi blu, ero io. Dovevo accettarlo, si era vero, era un dovere, un dovere a cui adempiere per la mia famiglia e per me. Lo sapevo, lui aveva ragione, tutti avevano ragione, accettare , accettare, non rassegnarsi ma accettare. Quando cominciai a pensare, vennero a galla ricordi disparati, si beh, si sa, in alcuni momenti, quando tutto sembra sprofondare, quando si è preda dell'angoscia, come fosse un meccanismo di autodifesa del cervello, vengono a galla sciocchi, inutili, ma divertenti e ridicoli episodi della nostra vita, che ci fanno sorridere, un sorriso appena accennato sulle  nostre labbra ma a 32 denti nei nostri pensieri, ricordi che stemperano la triste situazione riflessiva in cui siamo immersi. Quindi mi ritrovai a pensare a quando avevo accidentalmente distrutto un ponte a Howinks, ero con Jasper, ebbene si, si può distruggere accidentalmente un ponte. Erano passati appena 3 anni dalla mia trasformazione, ed ero ancora davvero forte, così mentre ci baciavamo su di un ponte di legno di quercia in un parco della cittadina feci leva in modo esagerato coi piedi e tutta la costruzione crollò, io e Jasper ci ritrovammo l'uno sull'altra nel laghetto sottostante, le nostre risate si miscelarono ai cinguettii dei passeri, per di più c'era una vecchietta di fronte, con un cagnolino, che aveva assistito alla scena e la sua faccia era... indescrivibile. Dopodicché sopraggiunse il ricordo del matrimonio di Bella,  così vicino a dispetto di quel passato lontano e sfumato. Un giorno memorabile, gioioso, divertente. E poi...pensai alla mia corsa nel bosco, dopo aver preso coscienza del incidente di Charlie, e quella voce... anche quello era un dovere, dovevo dirlo agli altri. Ecco ricordi angosciosi, tutte le emozioni provate in quei giorni seppur rammentate ad ogni lento trascorrere della notte, fluivano ora nei miei pensieri. Ed il dolore, per un momento lo avevo accantonato, quelle cicatrici o fessure, mi dolevano da impazzire. Mi alzai. Dolore.Mi appoggiai al lettino. Dolore. Arrivai sulla rampa di scale. Dolore. Stavo per compiere un passo alla volta del salotto dove gli altri ancora discorrevano. Fumo.
“Ma cosa?!” esclamai a me stessa, ancora quella visione, ancora non distinguevo nulla, solo urla, urla, urla, poi qualcuno mi afferrava, parlava, un suono confuso, ovattato, provai a dimenarmi, fumo,urla ancora urla.
“Alice Alice, sono io!” 
“Edward, scusa..” sospirai, scesi velocemente le scale, gli altri mi guardarono simultaneamente, Esmee fu la sola a muoversi, le braccia quasi protese, forse voleva abbracciarmi, il mio sguardo di ghiaccio le stroncò il tentativo sul nascere. Non volevo farlo. Volevo che qualcuno mi abbracciasse. Ma certo! Così lo avrei scaraventato dall'altra parte della stanza. Un momento, prima Edward mi aveva toccato il braccio!
“Alice, non ci farai del male...” disse lui, leggendomi nel pensiero, Carlisle si mosse, verso di me,
“Carlisle...non voglio che succeda ancora...” mi guardai attorno, avrei potuto ferire tutti in quella stanza, con uno scatto fulmineo mio padre mi prese per le spalle, restai immobile, senza respirare, dopo 30 secondi mi lasciò,
“Visto? Non ci farai del male” ripetè mio fratello.
“Black dice che si tratta di un meccanismo di difesa...” proferì poi,
“Si Alice, Carlisle ha in pratica frugato dentro quelle....” non riusciva a continuare,
“Non sappiamo neanche di cosa si tratta!” esclamai, senza rabbia, senza ira, senza paura, era una semplice constatazione, Dio come sono volubile! Pensai.
“E' un sintomo, così come il tuo umore pazzo, è chiaro che seppure non riesca a dare una definizione per quelle cicatrici, sono la conseguenza finale della tua trasformazione...” continuò,
“Non sappiamo se sia finale...” Carlisle mi guardava, ancora quello sguardo di ammirazione misto a       devozione, pace, ardore.
“Okay...allora sapete tutto?” mi rivolsi a Bella che fin'ora non aveva aperto bocca e ad Esmee, annuirono,
“Jasper...” una fitta al cuore mi attraversò per un attimo
“Tornerà...” sussurrò Bella sicura.
“Ahii...” non riuscì a nasconderlo, il dolore adesso era troppo forte, 
“Hey....” Esme non ci pensò un secondo di più, venne a sostenermi, mentre mi piegavo in due per quel acuto spasmo di dolore, sembrò passare, 
“Sono fitte vero?” Carlisle fece per scoprimi la schiena,
“N-no” gemetti,
“Già non sembra una buona idea...” Bella osservò, lui sospirò, era evidente che non sapesse cos'altro fare.
“Andrò ad esaminare i campioni in laboratorio ok?” tutti annuimmo,
“Ma non c'è nulla che possiamo darle per il dolore?” chiese Esmee, 
“No...farò in fretta....” e scivolò fuori. Le occhiate estremamente preoccupate degli altri mi agitarono, 
“Tranquilli...sto bene..” Esmee scosse il capo,
“Tesoro, non stai bene...” un altra fitta mi fece sussultare, mi venne la nausea, tutto comiciò a vorticare freneticamente,
“ Ragazzi, non mi sento ...”
“Sta svenendo...” Esmee mi afferrò per le braccia e con l'aiuto di Edward mi adagiò sul divano, le orecchie fischiavano, ero ancora cosciente, ma potevo svenire? 
“Alice...” Bella mi stringeva la mano, lo vedevo seppur in modo sfocato, ma no sentivo il contatto della sua mano...poi sentì un profumo...si Jasper...
“Oddio, Alice! MI senti...” sentì l'odore delle sue labbra molto vicino, mi stava baciando la fronte...poi le voci accavallate colme di angoscia divennero un brusio, dopo un minuti riuscì a cogliere qualche parola,
“Perchè non risponde! Riprova...”
“Carlisle pronto? Corri a casa!”
“Alice resisti okay...resisti ti prego!” silenzio.

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Capitolo 9
*** Trasformazione ***


POV JASPER





“Ti prego ti prego..” non riuscivo a smettere di parlare o pensare, smettere di stringerle le mani nonostante fosse inerme, incosciente, gli occhi chiusi..silenzio.
“No no no....” Esme mi poggiò una mano sulla spalla destra, chinai il capo sul petto di Alice, non dovevo andarmene, perchè l avevo fatto, ero furioso, stanco di questa situazione ma ero stato egoista avevo pensato soltanto a me stesso; eppure sapevo come si sentiva, lo sapevo...era lei a soffrire più di tutti...
“NON è colpa tua Jasper...” Edward incrociò le braccia sospirando e osservando Alice nervoso,
“Che facciamo? Come la svegliamo? E se non dovesse più risvegliarsi ? Dioo...” Bella era isterica, Esmee la abbracciò, Edward tentò di dire qualcosa ma sul serio non sapevamo come comportarci...
“Dov'è Carlisle?!” esclamai continuando a restare a 10 cm di distanza da Alice, non l'avrei più lasciata sola, mi sentivo così impotente, inutile, 
“Alice...mi senti? Risolveremo tutto...” le sussurrai,
“Sta arrivando...sta facendo più in fretta che può...ecco...sento i suoi pensieri...è vicino...” dopo 2 minuti ecco apparire Carlisle sul porticato, esausto, appena ci vide raggruppati intorno al divano, confusione e timore balenarono sul suo volto. Mi scostai per lasciargli vedere Alice,
“Alice, è....oddio ha perso conoscenza?” e scattò verso di lei, istinto di medico pronto ad entrare in scena . Osservò le pupille illuminandole, poi le tastò la gola, prese un bicchiere di plastica rivestito di una membrana più spessa,
“Li usiamo in laboratorio...” chiarì, poi le aprii la bocca, scoprendo i canini, li premette con forza sulla membrana, tirò un sospiro di sollievo, 
“E' viva...” dichiarò, 
“Viva cioè ancora una vampira?” chiesi terrorizzato,
“E' viva... vedete è uscito il veleno..è ancora qui...” cominciò a toglierle la camicia... non riuscivo a dire una sillaba, Carlisle guardò Edward che si scostò per non guardare, anche se con tutto ciò che stava accadendo i limiti del pudore stavano scomparendo, aiutai Carlisle a volgerla di schiena, esaminò ancora le due fessure, erano diverse...
“Guardate...” fece cenno agli altri, si unì anche Edward, le due fessure erano più marcate ma più sottili, inoltre erano contornate da un accenno di blu,
“Sembrano...livide?” constatò Bella,
“Blu...” corresse Carlisle,
“Avete fatto bene a chiamarmi...”
“Puoi darle qualcosa? Che la faccia svegliare? Aiutiamola.!!!” mi portai lontano da tutti, ero così nervoso che avrei potuto buttare giù la casa,
“Jasper...non ho mai visto una cosa del genere... certo potrei darle massicce dosi di stimolante per umani ma....”
“Fallo!” lo interruppi,
“Calmati Jasper!” disse Bella più isterica di me...
“Bella!” anche Edward si alterò,
“Ok basta...zitti tutti!” la voce di Carlisle sovrastò le nostre che si stavano accavallando,
“Ascoltate.... è una cosa nuova per chiunque... è possibile che la cosa per noi funzioni come per gli umani...quando il corpo non sopporta un eccessivo dolore si perde conoscenza....la cosa migliore è aspettare...e se volete che sia D'AIUTO...lasciatemi esaminare questi campioni!” tutti ci acquietammo, lui prese una pinzetta e cominciò a prelevare di nuovo un po' di tessuto dalla sua schiena, fortunatamente non fu scaraventato via, Bella rivestì Alice, lui se ne andò,
“Aspettare...” disse lei con un accenno di disprezzo, la guardai, voleva bene ad Alice non come una sorella, come se fosse una parte di se stessa, mi avvicinai anch'io, sembrava dormisse, 
“Forse dovremmo lasciarli un po' da soli..” suggerì Esmee agli altri, 
“Si... siamo qui fuori...” 
Ora ero solo con lei, se avessi potuto avrei pianto, mi mancava già, il suo sorriso, il campanellio della sua voce, i suoi baci, il suo amore,
“Mi dispiace tanto Ali...” le baciai la mano,
“Non so se puoi sentirmi... mi dispiace... non dovevo andarmene...non voglio che tu soffra per colpa mia...Però non lasciarmi Alice, non posso vivere senza di te, sei la mia unica ragione di vita... non lasciarmi... ti amo... ti amo...ti amo...  Anche se lo ripetessi trentamila volte non riuscirei ad esprimere a parole quanto tu sia importante per me... Alice torna da me...”

C'era Bella con Alice, mi aveva convinto a prendere una boccata d'aria, ero sul porticato assieme ad Edward, ormai erano passate 12 ore, non si svegliava, Carlisle non era tornato, aspettare stavamo soltanto aspettando. Non riuscivo proprio a rilassarmi, e se non fosse più svegliata davvero? Al solo pensiero le gambe divenivano molli, la lingua intorpidita, la vista si offuscava il cuore già fermo diveniva pietra, no...non poteva succedere...non aveva senso.
“Nulla ha senso per noi...” disse Edward,
“La smetti di leggermi nel pensiero?!” sbottai,
“Non posso, sei a 30 cm da me...” mi allontanai di qualche passo, poi riflettei, come se bastasse....
“La nostra stessa esistenza non ha senso...” continuò,
“Insomma guardaci...non respiriamo...non viviamo...ma viviamo allo stesso tempo... e guarda me io leggo nel pensiero! Com'è possibile!.....Tu senti le mie emozioni!” 
“Dove vuoi arrivare?” domandai stanco,
“Al punto della situazione... Jasper anche Alice è come noi...cioè anche lei non ha senso come noi...come le nostre vite...ma esiste... e legge nel futuro...e ha gli occhi blu... e ha quelle cicatrici...ed è svenuta....tutte assurdità...si...ma che sono parte di noi....e sono reali...” mi si parò difronte,
“TI sto dicendo che si sveglierà...e sarà qualcosa di totalmente assurdo ma sarà nostro...è la nostra vita...” sospirai, voleva tirarmi su di morale...e tirare su se stesso, e la casa e tutto ciò che ci circondava e che era divenuto grigio e freddo senza la vitalità di Alice.
Entrai dentro, Esmee e Bella parlavano sottovoce, parlavano di quanto gli era stato nascosto della situazione, di quanto fossero preoccupate...l'atmosfera era tesa... appena mi videro però cambiarono emozioni,
“Jasper, vieni qui...” Bella mi cedette il posto vicino ad Alice, le accarezzai i capelli,
“Notizie di Carlisle?” chiese Edward,
“Ha mandato un messaggio...” disse Esmee, ma non continuò, aspettammo qualche secondo,
“E?” Edward le si avvicinò,
“E nulla che possa aiutarci...” disse amareggiata,
“Ah...non dirmi che è elettrizzato per quello che ha scoperto sulla composizione biologica o genetica di quelle cicatrici e bla bla?” Bella sbruffò, Esmee annuì imbarazzata,
“Scusate...” dissi all'improvviso, tutti mi guardarono stupiti, non staccavo gli occhi da Alice mentre continuavo a parlare,
“Esmee e Bella, dovevamo dirvi tutto sin dall'inizio...” Esmee si posizionò sulla poltrona accanto ad Alice e gli prese la mano... Bella tacque guardando di sottecchi Edward.
“Non preoccuparti...deve essere stato fin troppo sconvolgente...quando me l'hanno detto...io non ci credevo, finchè non ho visto i suoi occhi e ...” si interruppe,
“Andrà tutto bene...” dissi io, a me stesso e nuovamente ad Alice, e forse a Jacob che era appena entrato e aveva sentito.
“Novit...” non finì, vedendo Alice ancora sul divano... distesa nella stessa identica posizione di prima, se non fosse che le avevo messo un cuscino sotto la testa, era così bella, dolce......un cellulare vibrò...
“E' di nuovo Carlisle...” annunciò Esmee, poi alzò la voce per leggere il messaggio,
“Scoperte interessanti...davvero interessanti... sto tornando... credo che la mia teoria fosse giusta...è svenuta per non provare dolore... ma dobbiamo svegliarla...o bloccherà il processo...” fine del messaggio,
“Credete davvero che...beh...le sbucheranno un paio di Ali?” si lasciò sfuggire il lupo,  gli feci cenno di avvicinarsi, girai un po Alice e gli scoprii la schiena, mostrandogli le cicatrici...erano contornate da un blu più intenso di 12 ore prime ed inoltre in leggero strato sotto cutaneo sembrava essersi formato un strato ...lanuginoso...
“E'....davvero inquietante....” Jacob si ritrasse...ringhiai sonoramente,
“o bellissimo ...” deglutii lui, Edward rise... dopo circa 10 minuti Carlisle tornò, nella sua valigetta stracolma, adagiata sul tavolo della cucina vi erano delle medicine...fiale di qualcosa...ne sentivo l'odore... prese una siringa enorme, con un ago spessissimo e si avvicinò al divano,
“Che cos'è?” mi parai fra lui ed Alice, protettivo,
“Una massiccia dose di anti-sedativo...per svegliarla...” mi guardò sicuro,
“Non mi piace l'idea che tu le infili quel coso enorme nella pelle...” non mi mossi,
“Jasper sai quanto è dura la nostra pelle...è necessario...” 
“perchè non l'abbiamo svegliata prima?!” mi scostai,
“Era comunque ragionevole aspettare che si riprendesse da sola...ma dopo aver visto cosa quelle cicatrici stanno diventando...non dobbiamo interrompere la trasformazione...”
“Un momento...” Bella fermò Carlisle posandogli una mano sul braccio,
“Hai detto che è svenuta per il troppo dolore....quindi se la svegliamo....soffrirà!” esclamò,
“Si... ma è necessario...dobbiamo svegliarla e vedere che succede...perchè sinceramente non credo lo farà da sola...” rispose, io guardai Bella scongiurandole di lasciarlo fare, dubbiosa e tormentata andò dall'altra parte della stanza. L'ago penetrò la sua pelle marmorea ed il liquido molto lentamente avanzò, non successe nulla per i primi secondi...passò un minuto... tutti gli occhi puntati su di lei...poi qualcosa cambiò, le palpebre cominciarono a muoversi....








POV Alice
La prima cosa che sentii non furono i sospiri di sollievo degli altri, di Jasper, non fu l'odore dolciastro e tenue della stanza, non fu l'upupa annunciare il calare della notte...la prima cosa che sentii fu il dolore, prima ancora di aprire gli occhi, un dolore lancinante alla schiena, forte come prima. Non volevo aprire gli occhi crogiolandomi nell'idea che potessi nuovamente perdere i sensi a comando e starmene tranquilla, tuttavia dovevo farlo, dovevo reagire, per Jasper. Ovviamente il volto di Jasper a pochi centimetri dal mio riuscì a farmi sorridere anche in quella circostanza, vidi però da subito la sua espressione afflitta a quanto pare il mio viso era contratto in una smorfia di dolore, Carlisle prese il suo posto ed ad un tratto avvertii la mano fredda, a quanto pare Jasper l'aveva stretta per tutto quel tempo, senza lasciarmi sola. Mio padre, sollevato , mi controllò i parametri per quello che è possibile per noi vampiri, chiusi di nuovo gli occhi , ero esausta, 
“Fa vedere...” Carlisle tirò fuori una piccola torcia e me la puntò sul viso, poi si scostò, Esmee si avvicinò così come gli altri, mi sentivo un po' compressa, tentai di alzarmi di scatto, pessima idea,
“Ahhh” gemetti, Jasper mi aiutò a sedermi massaggiandomi la schiena, a denti stretti stavo squarciando il divano con la mano che ne stringeva la stoffa,
“Alice lo sappiamo, deve essere terribile... devi solo tollerare il dolore...” mi aggrappai a Jasper ed affondai il viso nel suo petto,
“Sono qui...” mi sussurrò, alzai la testa per guardarlo, restò incantato, passò un po' di tempo, mi convinsi ad alzarmi, il dolore era un po' diminuito, niente fitte per il momento, Bella venne ad aiutarmi, anche lei mi guardava in modo strano, ipnotizzata, allo stesso modo Esmee Carlisle ed Edward,riuscivo quasi a camminare a velocità umana,respirai profondamente,
“Cos'è non avete mai visto qualcuno col mal di schiena?” ironizzai per sminuire il tasso di sofferenza che provavo, Edward sorrise mesto,
“Non è un semplice mal di schiena amore...” disse Jasper,
“E...” Edward prese il posto di Bella nel sorreggermi da un braccio,
“Non è per questo che ti guardiamo così...”
“Oh...” capii,
“Sono bellissimi...così....non so...mi trasmettono una quiete indescrivibile...” disse Esmee sincera, mi voltai allo specchio del salone, mi avvicinai con Edward, non mi ero mai soffermata a scrutare quel blu da vicino, in effetti non erano intensamente blu e basta, avevano delle sfumature, l'iride era più chiara al centro con degli sprazzi di azzurro. Erano davvero ….wao...
“Beh, iniziano a piacerti...” mi morsi il labbro,
“Alice...” cercai di spintonarlo, il che mi provocò una breve impennata di dolore...Jasper in un attimo mi fu accanto,
“Tutto okay...” mugolai...poi cercai Carilisle con lo sguardo,
“Carlisle....hai capito...cosa sono queste cicatrici?” chiesi,
“Direi di si...” si  illuminò,
“10 minuti...credo che stia avanzando...” disse a se stesso,
“Emmm Carisle?” Jasper attirò la sua attenzione dalla valigetta su cui era chino,
“Scusate...dicevo...sono 10 minuti che la colorazione dell'iride è blu....sino ad ora il pigmento si è manifestato per alcuni secondi...ciò suggerisce un avanzamento della trasformazione.....e anche le cicatrici stanno cambiando...” sembrò concludere,
“Edward aggiorna Billy di nuovo, e chiedigli secondo il suo parere fra quanto....anche se insomma è impossibile prevedere una cosa del genere...e non credo che Alice abbia una visione su se stessa...continui a vedere disastri?” quella cospicua massa di parole mi confuse un po' ma ero lucida per rispondere e concentrarmi,
“Si...e c'è una visione in particolare che si ripete... una sorta di incendio ma a parte il fumo e le urla non distinguo nulla...però..” mi interruppi,
“Hai ragione...non ho visioni su me stessa ultimamente, si su di voi...Charlie...ma...appunto non saprò cosa mi succederà...” restai un attimo senza fiato,
“Noi saremo tutti qui per te...” annunciò lui,
“Si ma...non sappiamo quando succederà...o cosa...potrebbe essere ora, come fra settimane...” dissi fiaccamente,
“Vorrei uscire da qui...” guardai Jasper, mi prese fra le braccia e in un attimo respirai aria fresca,
“Prima...non intendevo dire che i miei occhi fossero...hai capito...” ero triste, per lui, perchè non ero più io ma non potevo farci nulla, e se non avesse amato la nuova me?
“Bellissimi...” mi abbracciò da dietro,
“Bellissimi non basta....sono miracolosi....incantevoli....tu sei un miracolo....”
“Ma io credevo che...” ero stupita,
“Shhh....Alice, credi davvero che ti abbandonerei in un momento del genere?” tacqui,
“Te ne sei andato prima...” lo dissi fredda, mi pentii immediatamente,
“Si...” abbassò gli occhi,
“Mi dispiace... non avrei mai dovuto farlo...ho avuto un crollo...” lo baciai, inaspettatamente e fugacemente, volevo farlo,
“No Jazz...avevi ragione...” mi prese le mani,
“Alice, questi occhi...sono i tuoi e sono bellissimi... li adoro...” volevo sorridergli, ma non ci riuscivo proprio, qualcosa me lo impediva, 
“Jazz...c'è qualcosa che non va...” dolore, acuto intenso più forte di una fitta, sentivo che dovevo allontanarmi da lui...qualcosa stava per succedere...
“N-no... N-non t-ti avvi....cinare...” parlavo a fatica, mi piegai in due, tentai di allontanarmi di qualche metro,
“Carlisle.....presto venite...!!!” Jasper urlava sconvolto, tutti furono ad osservare meravigliati, una luce abbagliante mi avvolse, caddi in ginocchio, volevo urlare per il dolore ma la mia bocca non emetteva alcun suono, poi sentii una sorta di “crack” e.... finita... dolore svanito....tutto ciò che mi circondava svanito...di nuovo buio.

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Capitolo 10
*** Angelo ***


POV JASPER

Ero senza fiato... non riuscii a muovermi....vedevo soltanto quella sagoma distesa lì, sul prato... la luce era durata qualche secondo...intenso...ora nulla....era lei...Alice... ma con qualcosa di nuovo...miracoloso...irreale.
“Jasper!” l'invocazione di Carlisle mi svegliò, andai vicino a lui, aveva preso Alice fra le braccia, per quanto fosse possibile e la punta di un ala gli era finita sul capo, esitai un attimo, poi però decisi di accogliere tra le mie di braccia quella creatura, bellissima...un angelo. Non posso descrivere a parole cosa provai a contatto con quelle ali...erano così morbide, vellutate...forti... una felicità inconsueta mi invase; Bella Edward ed Esme, rimasti sulla veranda e scioccati dallo spettacolo provavano la mia stessa emozione, incantati non riuscivano a distogliere lo sguardo da lei. La portammo dentro, e non fu difficile come mi aspettavo, nonostante l'apertura alare fosse enorme, erano rilassate e quindi riuscìì ad adagiarla sul divano nonostante l'ala sinistra formasse uno strascico a terra.
“Wao...” io e Edward lo dicemmo all'unisono, Bella strabuzzò gli occhi,
“Datemi un pizzicotto, forse sto sognando...” disse,
“Se è un sogno, spero non finisca mai...” aggiunse Esmee,
“Non è un sogno...già...è successo davvero..” percepivo l'adrenalina a mille di Carlisle...scriveva freneticamente su un taccuino, scattò avanti e indietro un paio di volte, prese delle pinzette da laboratorio,di nuovo, e un contenitore, si avvicinò ad Alice , non capivo ne volevo capire cosa stesse facendo ero ipnotizzato da lei, dalla mia metà anima, era lì, un angelo... il suo corpo ebbe un breve sussulto, ma non si svegliò, mi spaventai un secondo, poi vidi Carlisle che le aveva tirato una piccola piuma alla base dell'ala sinistra, uscì un liquido argenteo,
“Oh...guardate come le lacrime!” osservò Bella,
“E' svenuta di nuovo per il dolore vero?” domando Esmee un tantino agitata,
“SI...avete sentito tutti quel rumore no..?” disse Carlisle in tono greve,annuimmo,
“Uno schiocco, insomma proprio quel rumore che immaginiamo quando un paio di ali si distendono velocemente...affascinate...davvero...” sospirammo estasiati,
“E' strano...” sorrisi, Carlisle mi guardò interrogativo,
“Jasper crede che sia strano che fossimo tutti così preoccupati, nervosi...spaventati...e ora...così allegri...” continuò per me Edward,
“Già...deve essere l'effetto che ci fa lei...” parlando Bella accarezzò una guancia di Alice,
“Ed...vai a...” Edward la interruppe,
“Eh no... voglio restare qui... “ si sedette sulla poltrona, Bella sbruffò ma il clima sereno che si era creato fece sì che baciasse velocemente suo marito e dicesse;
“Okay...vado io da Jacob e suo padre...” e scappò via,
“Non credo dovremmo somministrale ancora anti-sedativi...” spiegò Carlisle,
“Dopotutto, anche se qui nessuno di noi ha mai visto una cosa del genere, posso affermare che il processo di trasformazione sembra completo...” le accarezzò un'ala,
“Straordinario...davvero straordinario...” disse fra sé e sé. 

Passarono 40 minuti esatti, nessun cambiamento... eravamo frementi dall'impazienza, questa volta però non rosi dall'angoscia, ma dalla pura gioia di mostrarle cos'era diventata,
“Spero reagisca bene....” mi sussurrò Edward, avevo completamente accantonato la discussione che avevo avuto con Alice...ma in quella discussione mi aveva detto di non riuscire ad accettarsi,
“Beh è una cosa difficile da accettare...insomma...immagina fosse accaduto a noi stessi?” disse,
“Lo so... ma sono fiducioso...” dissi,
“Hai visto l'effetto che ha su di noi...!...immagina su se stessa!” 
“Jasper?”
“Si?”
“Ecco...ora l'hai vista...ora hai visto Alice...”







POV Alice

Ero cosciente, stavolta volevo aprire gli occhi immediatamente, vedere i volti della mia famiglia, quella sensazione, perdere conoscenza era davvero strano, da brividi, nonostante interrompesse il dolore; avvertivo sotto di me una superficie davvero morbida, pensai subito dall'odore di essere dentro casa, in camera o forse sul divano. MI decisi.
“Sei tornata finalmente...” Jasper mi scrutava felice, la sua voce dolce e limpida,
“Mi sei mancato...” sorrisi maliziosa, mi resi conto che non eravamo soli, Edward si avvicinò,
“E' finita Alice...” mi disse, ero ancora indolenzita, non volevo scollarmi da quella posizione e non smettevo di guardare Jasper,
“Sii...” dissi automaticamente, non sentivo più dolore, pensavo che intendesse questo, il dolore era cessato, mi sentivo me stessa,
“Alice?” Carlisle attirò la mia attenzione, guardai lui,
“Ecco, come posso dirtelo...” esitò,
“Hai un paio di ali enormi!” tutti fulminarono Bella con lo sguardo,
“Scusate...” abbassò lo sguardo, io chiusi gli occhi, tremante, 
“No non è vero...non è successo...no...” strascicaii le parole nervosa,
“Va tutto bene... “ Jasper mi prese la mano, 
“Alice, sono fantastiche, dovresti guardarle!” Edward pose una mano sulla mia spalla...no...non sulla spalla... sentivo il suo tocco...ma non sulla pelle....guardai in basso...ero adagiata su un'ala! Bianca...soffice...oddio...e dall'altra parte l'ala sinistra mi avvolgeva a mò di coperta, il mio scguardo scioccato fece ridere Edward; dopo una frazione di secondo la sensazione di indolenzimento svanì, pensai soltanto ad alzarmi in piedi ma l'ala sinistra si mosse scoprendomi e la massa d'aria che agitò violentemente fece arretrare Edward e Jasper,
“Magnifico!” sussurrò Carlisle mentre con le pupille divorava lo spettacolo che aveva dinanzi agli occhi. Respirai profondamene, Jasper mi rivolse uno sguardo di incoraggiamento, mi misi in piedi, avevo voglia di sgranchirmi, il peso delle ali non aveva alcun effetto su di me...ero così...leggera...tuttavia sentivo di trattenerle, toccavano il pavimento a mo di strascico, fortunatamente il soffitto era altissimo, se le avessi dispiegate però avrei provocato seri danni,
“Devo uscire...” senza esitare puntai al cortile ed in un attimo fui all'aria aperta, controllai dietro di me, avevo comunque fatto cadere un vaso di Esmee, finalmente libera le distesi...
“Ahh...” sospirai soddisfatta, 5 vampiri mi scrutavano immobili, senza fiato... Jasper avanzò di qualche passò, non sapevo cosa fare...se indietreggiare, andare verso di lui...quindi rimasi ferma,
“V-vado a prendere uno specchio...” balbettò Bella....5 secondi dopo mi mise davanti un grosso specchio rettangolare, preso dalla stanza di Rose, finchè non guardai quella creatura allo specchio, non avevo compreso fino in fondo come fossero quelle ali...cosa fossi diventata... inizialmente restai incantata...
“S-sono i-io?” domanda sciocca, e chi altro?... stupore...meraviglia...paura....repulsione, quest'ultima sensazione mi fece contrarre i muscoli, gli occhi che si erano mantenuti color oro, divennero quel blu ormai familiare, senza volerlo le due ali scattarono velocemente battendo simultaneamente in avanti e facendomi spostare di qualche metro indietro..lo specchio andò in frantumi sulla ringhiera....
“Emm...non speravo in questa reazione...” ironizzò Bella impaurita, 
“Jazz...” bloccai il suo tentativo di venirmi vicino, avevo mosso di poco la mano sinistra e un leggero movimento delle ali alzò una sottile brezza,
“Non riesco a controllarmi...” ora la voce mi tremava...
“Jasper stai indietro...” Carlisle si portò davanti a tutti,
“Alice...siamo tutti qui...ti aiuteremo ok?” sentivo che una lacrima stava per infrangersi sulla mia pelle marmorea, annuì col capo,
“Come dovremmo aiutarla!?” Bella afferrò Carlisle per un braccio, 
“Bella...”
“No Carlisle... ha ragione....non potete aiutarmi... è assurdo...come farò se non riesco ad evitare di scaraventare qualcuno in aria!” mi portai le mani alle tempie,
“Ha ragione...non possiamo aiutarla...” disse Edward, Jasper ringhiò per un secondo,
“Devi aiutarti tu Alice... solo tu puoi capire come controllarti...come gestirle...purtroppo non è come per la sete... non c'è nessuno qui che prima di te ha sperimentato questa cosa...” era sincero, 
“Si...” mi tirai un po' su...altro leggero battito d'ali...
“Alice...credo che...dipenda anche dalle tue emozioni...non solo dalla volontà...prima avevi paura allo specchio, è stata una reazione...” Jasper avanzò ancora,
“si...e ora sono davvero spaventata..quindi Jazz sul serio non ti avvicinare...” scosse la testa sorridendo, scattò e non potei muovermi perchè mi abbracciò, reazione? Le ali si distesero ancora di più, stupore...
“Visto...non puoi farci del male...guardati Alice sei un angelo...!” gli si illuminarono gli occhi mentre accarezzava quelle candide piume...mi sentii felice per qualche istante...e un calore intenso mi pervadeva...sorrisi...lo baciai,
“Davvero...wao...” Edward si avvicinò, mi staccai da Jasper,
“Carlisle hai visto?” annuì,
“Cosa? Visto cosa?” ancora altre sorprese?
“Quando Jasper ti ha abbracciata i tuoi occhi erano ancora più luminosi...e anche le ali si sono come illuminate di una sottile luce azzurra...e quando l'hai baciato...davvero splendevi...” Edward parlava concitato, Esmee che fino ad allora non aveva detto un parola strinse la mano a suo marito avvicinandosi,
“Emozioni quindi...” Jasper prese la mia di mano,
“Si cavoli! Visto? Jasper...i suoi occhi...sei tu...cioè il sentimento che lei prova fa quest effetto...Bella prova ad abbracciare Alice! Vediamo...” senza esitare Bella mi strinse, per un minuto buono ...nulla...anche Edward volle provare...
“Beh...a quanto pare solo con quel tipo di sentimento...” fece l'occhiolino a Jasper,
“Jazz...” mi pose un dito sulle labbra...aveva già capito,
“Carlisle, che dici se andiamo nella radura...non c'è pericolo che nessuno la veda...e potrà esercitarsi nel controllo...” disse
“Si...” guardai gli altri supplichevole,
“Okay...ragazzi....lasciamola sola...” disse Edward,
“Tu...vieni con me?” chiesi a Jasper attirandolo a me,
“Ovvio...sempre...” 



POV Jasper

“Jazz non ci riesco...non so proprio come gestirle...” che creatura perfetta...meravigliosa...ero innamorato di un angelo, ancora non riuscivo a crederci... 
“Jasper?” Alice mi sventolò una mano dinanzi al viso, ero troppo assorto nei miei pensieri e a contemplarla...
“Scusa dicevi?” quelle ali così..non avevo mai visto una cosa del genere...erano parte di lei così simmetricamente perfette per quel corpo,
“Lascia stare...” disse sconsolata e in risposta battè le ali con forza,
“Forse non è il controllo quello che ti serve...” 
“Come...?” mi alzai dal tronco spezzato su cui ero seduto,
“Ti serve libertà....” mi guardò confusa, le presi la mano e stando attento a quell'immenso biancore la portai ai margini della radura dove si estendeva un burrone di oltre 300 metri di altezza che dava sulla foresta sottostante, la guardai sorridendo,
“Non vorrai che io?...”
“Laggiù?” deglutii,
“Sono ali...di sicuro sono fatte per volare...!” dissi entusiasta,
“Jazz...ma non riesco nemmeno a capire o controllare come muoverle...come farò aaaaaaaaaaaaa!” era caduta? Scivolata? Svenuta? No ...cercai di afferrarla ma una mano mi tratteneva,
“Aliceee!” esclamai pronto a lanciarmi giù,
“Ma...Edward???” era lui ad impedirmi di saltare,
“Cosa hai fatto?!” mi portai una mano ai capelli,
“Volevi farla volare!” rise,
“SI ma...doveva farlo lei ! Spingerla così...ti ucciderà....” tesi l'orecchio per sentire se era atterrata saltando da qualche parte... nulla...
“Oddio Guarda!” guardavo giù ma non vedevo nulla,mio fratello rideva...
“La smetti di...” lo guardai, aveva il capo puntato verso il cielo, feci lo stesso...
“Guarda...”
“Vedo....eccome...se...vedo...” era lei, Alice, con quelle meravigliose ali solcava il cielo distendendole come non mai, maestra dell'aria, abile come un'aquila... sentivo la sua risata cristallina, anche se sparì in pochi attimi nella stratosfera...
“Io-io …” non riuscivo a spiccicare una parola,
“E' così appagante, vederla... ti riempie di una tale gioia...è davvero un angelo? Insomma quel tipo di angelo?” guardò il sole,
“Si...credo di si...un angelo....come tu voglia interpretarlo...è un angelo... qualcosa che noi tutti possiamo solo accogliere e amare” gli cinsi le spalle con un braccio.

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Capitolo 11
*** Controllo ***


POV Alice

Ma quanto surreale e allo stesso tempo meravigliosa era la mia nuova realtà, come avevo mutato parere così in fretta? Era stata quella sensazione, volare era così...così...semplice...istintivo, liberatorio, l'aria fredda e pungente mi sfiorava il viso scompigliandomi i capelli; ammiravo il mondo, quel mondo così diverso visto da lassù, così immenso e allo stesso tempo minuscolo, le nuvole, non le avevo mai viste in questo modo, nella loro assoluta pienezza, evanescenti eppure così vicine. Le mie ali continuavano a fendere il vento senza fatica, girai il collo per poterle osservare, in po' l'una, un po' l'altra, mi vennero i brividi, brividi piacevoli, ero lì, nessuno mi avrebbe visto, nessuno poteva sapere dove fossi, non ero vincolata da nessuno, potevo volare, andare sempre più lontano sempre più su, magari sparire nell'universo....virai verso l'alto, ciò fece si che sballottai uno stormo di allodole che finì a 200 metri da me, mi fermai un attimo sbattendo le ali con più forza per tenermi a quell'altezza...respirai un secondo...con un falcata guadagnai abbastanza quota, poi continuai a salire avidamente, la testa vuota...più salivo più ogni pensiero evaporava...più ero leggera...più libera...evanenscente come le nuvole,
“Ferma...Alice...ferma...” le mie ali smisero di muoversi un attimo, tanto bastò a farmi precipitare giù, tentai di fare qualcosa ma non riuscivo più a muoverle, mi innervosii sempre di più,
“Respira tesoro...” quella voce calda, mi diede la forza, riuscì a riprendere il controllo, ormai mi trovavo a bassa quota,vedevo le cime degli alberi, 
“Chi sei?” come risposta ebbi soltanto la mia eco nel vuoto,
“Sei la stessa voce vero?” nulla...tutti i meccanismi chimici del mio cervello cominciarono a muoversi, pensieri...preoccupazioni...visioni...tutto era tornato, sconsolata perlustrai in volo l'area assicurandomi che non ci fosse nessuno e atterrai...nella...neve...a Forks non c'era ancora la neve... dov'ero finita? Ero stata sempre in volo? Non mi ero resa conto di quanto tempo fosse passato.
“Cavolo!” ringhiai al grosso abete di fronte a me,
“Non puoi scappare...” ancora!
“Sei una donna!” ora distinguevo chiaramente la tonalità era un timbro femminile,
“Cosa vuoi? Perchè parli con me?” sentivo di impazzire, dovevo tornare indietro, ma ora tentare di volare di nuovo mi sembrava impossibile, 
“Se solo sapessi dove sono...” 
“Sei nell'estremo nord del Canada...” 
“Grrr...se solo potessi vederti ti staccherei quelle corde vocali a morsi...” forse avevo esagerato, non sapevo neppure se quella voce era reale,
“Parlerò di questa cosa agli altri...che tu sia reale o no!” esclamai fiera, sgranchii le ali , mi accorsi per la prima volta che quando ero a terra si portavano automaticamente indietro piegandosi leggermente, formando uno strascico a terra, ma adattandosi perfettamente al mio corpo, le distesi accarezzandole soddisfatta, riuscii con un battito a sollevarmi di molto, troppo, mi vennero le vertigini per un attimo, dovevo controllare la potenza, 
“Ma cosa...” avvertivo una puzza di bruciato,sempre più intensa, avanzai volando di qualche 10ina di metri, lì in mezzo al neve si stagliava un edificio a 10 piani...
“Da dove sei sbucato!” fiamme, fiamme roventi con forza fuoriuscivano dalle finestre e dai balconi, un istinto primordiale ebbe la meglio su di me, mi fiondai in soccorso, senza il timore che qualcuno mi vedesse, tuttavia appena stavo per abbassarmi e aiutare quella povera gente che urlava urlava r urlava capii...
“E' una visione...” sussurrai a me stessa, appena lo feci l'edificio come un immagine virtuale tremolò, riuscì a leggere l'insegna, Mary Auntie's Motel...poi sparì,
“E' quella visione! Quel fumo...le grida...” non capivo, non avevo mai avuto una visione così reale da non rendermi conto che fosse una visione, deglutii spaventata, mi tormentava da giorni quella visione...non potevo fare nulla, non era come la visione dell'incidente, non era Forks...non c'erano indizi...era come la serie di centinaia di visioni che avevo visto rimanendo impotente...
“Devo fare qualcosa...” riflettei a mezz'aria...avevo visto l'edificio ora, più o meno...e avevo letto l'insegna...per iniziare sarebbe bastato, mi voltai...annusai l'aria...sapevo in che direzione andare per tornare dagli altri...lo sapevo... battei le ali il più velocemente possibile...






POV Edward

“Che vuol dire che l'avete persa di vista?” Bella batteva i pugni sul tavolo della cucina,
“Calma tesoro, Jasper la sta cercando...con Jacob...” con la coda dell'occhio guardavo Carlisle chino su alcuni files,
“E cosa fai ancora qui! Va con loro...anzi ci vado io...” la bloccai scrollandola un po',
“Bells, ti prego...” si tranquillizzò leggermente,
“Okay...” attese,
“Non sono andato con loro nel caso in cui tornasse qui ...” mi guardò incredula,
“Che? Qui ci siamo noi...cosa dici Ed!” appoggiai i palmi sul tavolo,
“Credo che dovrebbe restare un po' da sola...” ancor più incredulità,
“Ripeti questa cosa da settimane....e no caro Edward non deve stare da sola a mio parere... come potrebbe stare sola dopo quello che è successo! Insomma deve digerire tutto questo...”
“Appunto restando un po' sola...” continuai, ringhiò sommessamente,
“Ho cercato di dirlo anche a Jasper, ma non voleva assolutamente lasciarla...” sorrise persa nei suoi pensieri,
“Come odio non sapere ciò che pensi ogni secondo...” le cinsi la vita baciandole la nuca,
“Eh no non funziona...” risi,
“Sono d'accordo con Jasper...e infatti ora lo aiuto a cercarla...” si avvicinò alla porta d'ingresso,
“Bella...” la voce di mio padre la fermò,
“Credimi anch'io vorrei che fosse qui, insomma per starle vicino e osservare quelle...ali...così...” si alzò sospirando,
“Ma...le servirà tempo per ritrovare se stessa, e tornerà quando sarà pronta...”
“Tornerà?.... Dici...che...è andata via?” la voce le uscì strozzata, guardò me, 
“Non saprei, il suo ultimo pensiero è stato di pura gioia...” ammisi,
“No, non può farlo...non vorrà andarsene...” tornò indietro,
“Okay, resterò qui...”si sedette,
“Non correrà il rischio di farsi vedere da qualcuno comunque, non sa padroneggiare le ali...dovrà impratichirsi, dunque anche se restasse via per qualche tempo sarebbe qui vicino...” Carlisle tentò di consolarla,senza grande successo,
“Sono sicuro che Alice vorrà parlare con te quando verrà, e sono sicuro che fra poco sarà qui...”
“L'hai detto anche 3 ore fa...” sussurrò...
“Jasper la troverà...” 








Pov Jasper

“Andiamo raccontamelo di nuovo!” Jacob mi stava irritando,mi stava davvero irritando,
“Non credi che dovresti trasformarti, sentiresti meglio il suo odore!” rise divertito,
“La vostra puzza si avverte da chilometri...” poi mi guardò supplicante,
“Ahhh... per la 30esima volta... lei ha le ali e poco fa ha volato...” 
“Lo dici come se fosse una storiella per neonati! Io voglio i dettagli! Il pathos!” lo guardai stupito,
“Non credevo fossi un arguto lettore...” sghignazzò,
“Come faccio a raccontarlo? E' indescrivibile... lei è un angelo...” sorrisi, ogni qualvolta pensavo a lei, a lei con quelle ali ,  l'amavo sempre di più,
“Quando la vedrai capirai...”
“Spero non si sia schiantata su qualche abete...” ironizzò, lo fulminai con lo sguardo,
“Hey, scherzavo...” arricciò il naso,
“Accidenti è troppo complicato sentire l'odore così, niente tracce ...” sospirò,
“Se non saremo noi a trovarla ci troverà lei...” mi fermai, 
“Che c'è?” chiese il lupo in allerta,
“Lo senti?” scosse la testa,
“Aspetta ma cosa....” dovevamo spostarci da lì, lo afferrai senza pensarci e in attimo lo buttai dall'altra parte, fu un attimo e lei piombò giù...
“Alice ?” il lupo era incredulo, non le vedevo il viso, soltanto le due magnifiche ali agitate che tentavano di equilibrarsi dopo la caduta, si mise in piedi sporca di fango,
“Ti ho trovato!” Esclamò soddisfatta e si buttò tra le mie braccia con troppa foga, mi ritrovai a terra con lei sopra di me, il sole offuscato dalle ali che battevano per la contentezza,
“Mi sei mancata....” le sfiorai la guancia con un dito, si irrigidii, 
“Tutto ok?” mi accorsi che non era per causa mia, guardava dall'altra parte, seguii il suo sguardo, Jacob impietrito, a bocca spalancata, non percepivo le sue emozioni, erano troppo forti e miscelate fra loro, quando Alice si irrigidii imbarazzata le ali si bloccarono anch'esse, era sorprendente,
“Oddio, Jacob non svenire...” Alice si alzò e si allontanò leggermente,
“Io-io...non ci posso credere...” si strofinò gli occhi,
“Credici, credici...” sorrisi ad Alice, tuttavia era sempre più nervosa,
“hai sul serio le ali? Sei un angelo?!” Jacob si avvicinò,
“Posso toccarle...” era un'affermazione più che altro, scattò verso di lei, Alice ringhiò e roteando l'ala sinistra lo scaraventò via,
“O no! Scusa Jacob...” disse subito dopo, il lupo si alzò ,
“Emm...tutto ok...tranquilla...” cercai di prenderle la mano ma si ritrasse,
“Andiamo dagli altri...” proferii e volò via...

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Capitolo 12
*** "Io posso fare del male " ***



 POV ALICE


Ad attendermi c'erano Edward e Bella, entrambi con un sorriso a trentadue denti, riuscii ad atterrare in modo meno disastroso , mia sorella corse ad abbracciarmi, il mio corpo diceva che non dovevo permetterlo ma non avrei mai fatto un affronto a Bella, quindi riuscii ad abbracciarmi seppur tentai di dissimulare quella sorta di fastidio; Edward e Jasper se ne resero conto e corrucciarono nello stesso momento la fronte.
“ Sono così felice che tu sia tornata!” disse Bella staccandosi da me ma continuando a stringermi il braccio, le sorrisi,
“Quell'idiota di tuo fratello credeva ti saresti presa un po' di tempo lontano da noi....” 
“Credevo fosse passata la moda dell'anno sabbatico...” scherzai,
“Jacob!” era dietro Jasper, Bella l'aveva appena intravisto, 
“Che è successo?” chiese lei guardandolo poiché si teneva lontano da tutti...” Edward ridacchiò,
“Te le ha suonate!” diede una pacca al lupo poi tornò serio, in quel momento mi resi conto di pensare intensamente a quella visione per cercare di cogliere il maggior numero di dettagli possibili,  ancora non riuscivo a realizzare quanto fosse stata così reale poc'anzi...
“Dovrei dirlo a Carlisle...” dissi rivolta ad Edward, gli altri confusi,
“Perchè? Insomma cos'è successo con Jacob!” esclamò Bella preoccupata,
“No Bells non è per questo...” disse Edward, Jasper si avvicinò a me con sguardo interrogativo,
“Ho avuto una visione...” attesi, non volevo di certo incrementare la tensione che avevo appena creato con sole 4 parole, ma non proseguii perchè avvertii di nuovo quella voce...
“Non dire nulla di me...” era una minaccia? No...quella voce era troppo melodiosa e pacata...incapace di minacciare...
“I volturi?” chiese Bella annaspando,
“No...” sollievo generale, Jasper mi sfiorò un ala, sentire il suo tocco mi creava una sensazione inebriante, mi ricomposi prima ancora di scompormi, Jacob mi fissò un po' irritato,
“Non preoccupativi, è una visione che non riguarda voi, ne me...credo... è un incendio che avviene in un motel, c'è molto fumo e urla e io tento di salvare gli umani lì dentro...nella visione o forse nella realtà...è...un po' confusa...” ammisi,
“Ma forse non dovrei neanche parlarne a Carlisle, insomma ne ho avute 100aia di visioni così, se dovessi raccontarle tutte non finiremmo più...” Jasper si intristì facendo qualche passo indietro,
“Si ma...è una visione che si ripete spesso, credo sia importante e che dovresti dirglielo..:” disse Edward,
“Credo che dovreste raccontare anche a me un paio di cose...” borbottò Jacob,
“Che intendi Jake?” Bella gli si avvicinò,
“Beh...innanzitutto come ha fatto Alice a diventare..così...e i suoi occhi ora sono come sempre non più blu...e poi perchè non vuole essere sfiorata, andiamo Bella l'hai visto anche tu come ti ha abbracciata...” un moto di rabbia mi invase, sentii un nodo alla gola,
“Jacob sono qui davanti a te...parla con me...” ringhiai,
“Ah....a quanto pare devo farti incavolare e il blu compare...” guadai Jasper in procinto di pararsi fra me e il lupo,
“Cosa?!” non riuscivo a controllare la rabbia, ma perchè ero arrabbiata in fondo voleva solo sapere...
“Carlisle dice che ha a che fare con le emozioni...il blu...sia degli occhi e delle ali...” Edward Deglutii fissandomi, cosa mi stava succedendo volevo saltare addosso a Jacob e ….
“Alice!” Jasper mi strattonò, avevo le ali tese, pronta a scattare ,i canini scoperti, mi attirò a sé e mi strinse forte,
“Smettila...” era un rimprovero ma lo sussurrò preoccupato e con dolcezza, mi calmai in fretta,
“Visto?” Bella era a bocca aperta, mi resi conto che emettevo di nuovo quella luce bluastra, respirai,
“Scusate...io non so che mi prende...” la voce mi tremava,
“No...Alice...è colpa mia...non dovevo immischiarmi” con queste parole Jacob sparì tra i cespugli,
“Da quando è così permaloso?” Bella fulminò Edward con lo sguardo,
“Alice ti porto da Carlisle....” si incamminò,
“Aspetta , è alla riserva vero?” chiesi esitante,
“Si...beh Billy vuole vederti, c'è stato d'aiuto in questa storia, e forse potrebbe dirci qualcosa sul tuo...”
“Umore pazzo?” dissi,
“Io lo chiamerei istinto di protezione!” disse, mi accorsi che Jasper  era indietro, molto più indietro di noi con Bella, confabulavano qualcosa, 
“Proteggermi da cosa?” ripresi con Edward...
“Ah Non lo so...ma lo scopriremo...” mi fece l'occhiolino...eccola la casa dei Black, ormai familiare, dispensatrice di stranezze e risposte.
Sentivo già l'odore di Billy a 1 km di distanza, che cosa avrebbe detto appena mi avrebbe vista? Che aveva ragione ovvio... ed era questo a sconfortarmi particolarmente, aveva ragione, aveva avuto ragione sin dall'inizio ma io mi ero rifiutata di credergli. Rallentai gradualmente, era difficile correre con le ali,insomma avrei potuto volare ma stavo conversando con Edward e stare lassù, era così appagante, forse se avrei volato un'altra volta sarei stata di nuovo mossa dall'impulso di fuggire via.
“sei più lenta...” osservò lui, guardai le ali ammiccando, lui annuì,
“Sono pesanti?” chiese, scossi il capo, sentivo Jasper e Bella sussurrare quasi di continuo il mio nome ma era troppo distanti per sentire di cosa stessero parlando,
“Guarda loro , sono così lenti che arriveranno alla riserva qualche minuto dopo di noi!” esclamai un po' nervosa,
“Credo che Bella abbia timore di te...” disse Edward spontaneamente, mi sorpresi,
“Cioè, scusa mi sono espresso male, non che abbia paura di te...”
“Invece dovreste averne tutti voi...” continuai,
“Alice...” mi arruffò i capelli,
“Finchè non imparo a controllarmi...hai visto con Jacob...” era pensieroso,
“Dicevo... ha timore di parlare con te, crede che qualsiasi cosa dica sembri inutile o banale...” si intristì,
“Ci parlerò io...lo sai...siamo sorelle ormai..” gli sorrisi, quel sorriso rimase sulle mie labbra ma appena ci fermammo vicino alla recinzione dei Quiliet,  era diventato un sorriso imbarazzato e ansioso,
“Inutile che ti dica quanti elogi ti saranno rivolti...” e si inchinò scherzoso,
“Ah ah ah...” sospirai sonoramente,
“Voglio aspettare 1 secondo...” non mi mossi, in realtà volevo aspettare più di un secondo, aspettare che Jasper arrivasse, solo lui poteva darmi coraggio.
“Esmee ha avvisato Rose ed Emmett” deglutii,
“Li ha chiamati poco dopo la tua...trasformazione...” calciai un sassolino con la scarpa,
“Saranno qui domani...” si appoggiò allo steccato,
“Sai fratellino così non mi aiuti!” gli tirai un pugno dello stomaco, emisi un ringhio misto ad una risata soffocata.
“Hey...” Jasper fece un cenno, erano a 200 metri da noi, mi voltai...un ondata di calma mi invase...
“Se ora per assurdo volessi nasconderlo, non potresti...” ero distratta,
“Cosa Ed?” rise,
“Quello che provi per Jasper...cioè non che non fosse evidente prima per chi non ti conosceva...ma ora...i tuoi occhi...dicono tutto...” non era affatto linguaggio metaforico, ovvio, il blu che appariva nei miei occhi,apparentemente in modo casuale, la diceva lunga. Jasper mi prese la mano stando attento all'ala, Bella mi sorrise cercai di dissimulare il mio nervosismo,
“Jasper...” gli tirai una manica, 
“Che c'è?” disse innocente,
“IL mio umore è molto difficile da controllare...non provarci...anche se prima...forse c'eri riuscito..:” gli sorrisi, mi guardò confuso,
“Veramente solo ora ci ho provato...” avanzò, guardai Edward tutto estasiato,
“Te l'ho detto...non potrai più nasconderlo...” Bella cercò di cingermi la vita, automaticamente l'ala sinistra le lasciò spazio inclinandosi dall'altro lato...in fondo forse avrei potuto acquistare il controllo in fretta.
Leah, Billy, mio padre, Seth e un altro lupo di cui non avevo ancora memorizzato il nome, tutti lì, ad ammirare quale scherzo della natura era ormai di fronte ai loro occhi. Ero ferma, sulla veranda, all'aperto, Jasper ed Edward dietro di me, non li si riusciva a intravedere dal davanti a causa della mia sagoma dominante, Bella era affianco a Billy sorridente, Carlisle su di una sedia, sospirava quasi intontito. L'espressione dei licantropi era indecifrabile, pensavo “A momenti scappano via urlando” e nello stesso tempo “ A momenti si inchinano e invocano il mio nome come fossi una dea” il mio tasso di agitazione saliva sempre di più allo scorrere dei minuti, inoltre nessuno osava aprir bocca e il tempo diveniva sempre più lento. I miei occhi saettavano da un lupo all'altro ma si soffermarono su Billy, non potevo guardare Jasper perchè voltandomi avrei fatto sfoggio ancora di più di quelle ali immense e forse avrei spaventato maggiormente tutti loro, vedere una cosa del genere non credo fosse facile, neanche per un essere sovrannaturale come un licantropo.
“A-l-i-c-e” la prima cosa che Billy disse fu il mio nome, scandendo ogni sillaba,
“Sappi che non dimenticherò mai più questo nome, né lo faranno i miei discendenti, e allargò le braccia per indicare i giovani lupi, i miei sensi allora percepirono il nervosismo di Seth, l'imbarazzo di Leah, l'eccessiva paura dell'altro lupo resa evidente dalle gocce di sudore anelanti sulla sua fronte. Mi schiarì la voce,
“Grazie...” Dio, avevo detto sul serio grazie...ma perchè?...insomma parlare di me a tutti i licantropi non era ciò che volevo, nessun altro doveva sapere chi fossi. Non dissi nulla però. Non potevo sfaldare l'orgoglio e la gioia sincera di quell'uomo che beato mi contemplava, pensando che fossi sul serio un essere superiore, che fossi sul serio l'Angelo della situazione.
“Figliola, puoi avvicinarti?” lo feci, avanzai e mi voltai ormai rassegnata, tutti avrebbero visto, così poteva esaminare scrupolosamente i dettagli delle ali,
“Strabiliante...” mosse la mano automaticamente per toccare quel candore, Carlisle lo bloccò tempestivamente, mi irrigidii, si noto dalla leggera contrazione delle ali,
“Non sa ancora controllarsi...” spiegò mio padre sussurrando, lui annuì,
“Che ti avevo detto, non è bellissima?” aggiunse, se avessi potuto arrossire l'avrei fatto, Leah si avvicinò di lato, così come Seth, l'altro lupo era sparito,
“Non ci farai del male figliola...” mi disse Billy, senti la sua mano, vicino alla scapola destra, muoveva le dita lentamente su e giù , chiuse gli occhi sospirando, 
“Ora capisco cosa potè aver provato Inua...” Jasper ora davanti a me emise un colpo di tosse, gli sorrisi.
“Io posso fare del male...” dissi con tono sicuro, gli altri si stupirono,
“Beh, ha ragione, è sempre una vampira, no?” constatò Bella,
“Ecco...cioè... si è evidente che ora è questa creatura, ma prima era un  vampiro...cioè anche ora...” Edward la interruppe abbracciandola,
“Quello che mia moglie vuole dire è che Alice avendo subito una trasformazione potrebbe essere come Akati, una mezzosangue...mezza vampira mezza creatura alata...” Billy annuì soddisfatto,
“Precisamente....e infatti non ho detto che puoi farci del male..ma che non lo farai...” mi girai per guardarlo in faccia, stando attenta a non scaraventarlo giù dalla sedia,
“Sono confusa...”
“Alice è vero, sei forte, potente, invincibile, dico sul serio, e non perchè sei anche una vampira...ma perchè sei questa creatura...la più forte fra tutti noi...” Carlisle si illuminò,
“Ma sei buona...e quando imparerai a controllarti non sarai una rovina per gli altri...ma salvezza...” silenzio, 
“Quindi hai una madre o un padre angelo?” una voce calma e morbida ci colpì da dietro Bella, Era Seth, il suo nervosismo era passato e ora mi guardava affascinato, quella sua domanda ci lasciò esterrefatti...insomma era così semplice avanzare questa deduzione, se ero una mezzo sangue uno dei miei genitori doveva essere quella creatura...non potevo essere nata da due umani...non si diventava un angelo con un morso...
“Mio Dio...” 
“Come abbiamo fatto a non pensarci?”
“Ma lei ha ricordato i suoi genitori...erano umani...”
“Non ci posso credere!” tutte queste esclamazioni giunsero alle mie orecchie, stavo per crollare di nuovo, arretrai, un battito d'ali nervoso scosse gli altri dalle loro congetture... respirai...Jasper provò a tenermi calma....funzionò fortunatamente...parlai...
“ A meno che...non siano i miei genitori...” 

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Capitolo 13
*** Riflessioni ***



POV Jasper

Possibile che alla risoluzione di un problema ne scaturiva subito un altro? Eravamo felici, ormai, eravamo già estasiati per aver risolto il mistero per aver capito cosa fosse Alice, bastava solo un po' di autocontrollo, ma quest'auto-controllo non sarebbe mai arrivato dopo una problematica così delicata, il mistero era più intricato di quanto ci si potesse aspettare. Alice era nuovamente rigida, fredda, immobile, nessuno sapeva cosa dire ed in effetti non c'era nulla che si potesse dire o fare... quale parente avrebbe potuto rivelarle che in realtà i suoi genitori non erano i suoi genitori! Restava Cynthia sua sorella, ancora in vita...ma...non aveva mai voluto vederla...e poi ora con questa nuova forma...era impossibile... non avremmo mai svelato questo dubbio, e contemporaneamente avevamo la certezza che almeno 1 dei suoi genitori dovesse essere quella creatura,era certo. Si doveva andare avanti, esercitarsi, imparare a convivere con la situazione, non frugare più nel passato, adattarsi...ed essere in pace. Mentre Seth tossicchiò per risvegliare l'attenzione di tutti,ognuno perso nei meandri delle proprie congetture, pensavo a tutto ciò. Per l'appunto era ciò che pensavo io, io soltanto, né Alice ne tutti loro avrebbero accettato la mia soluzione. 
“Billy, perchè non l'hai detto chiaramente...” Bella si portò davanti al vecchio infervorata,
“Siamo stati degli stupidi, sul serio...io prima di tutti...spesso le cose scontate sono quelle che ci scivolano fra le dita.” disse sommessamente, poi si rivolse ad Alice,
“Alice, qualunque siano le tue origini è il presente che ora conta...il presente...ciò che sei...ciò che devi imparare...” Alice tacque, fece qualche passo indietro, dal modo in cui corrugava la fronte e dal modo in cui serrava ogni tanto il pugno, capii che stava riflettendo, in ogni caso avvertivo il suo sforzo di calmarsi e di ascoltare Billy.
“Controllo...” annunciò, 
“Riesci a richiuderle?” lo chiese con una tale naturalezza da lasciarmi atterrito, richiudere? 
“Le ali?” domandò ingenuamente Seth, a quel punto mi accorsi di essere stato anch'io ingenuo, anzi che tutti compresa Alice lo eravamo...non riuscivamo a parlare di Alice come Alice e basta, ora in lei c'erano Alice e le ali, due entità separate e unite. Billy sospirò sorridendo.
“E Come dovrei fare?” Alice rise nervosamente, 
“Non ci avevi ancora pensato eh ?” Billy rise sonoramente, 
“Beh, no...” sentii le emozioni di Alice mutare, si piegò appoggiando i palmi sulle ginocchia, come se volesse allungare i muscoli poi si accasciò in ginocchio.
“Ali?” il mio istinto di protezione scattò, le andai vicino e le presi una mano,singhiozzava, ma non era un pianto, rideva, le lasciai la mano imbambolato,
“Sta ridendo...sta ridendo!” Edward scoppiò a sua volta in una risata fragorosa,
“Jazz...ahah....o mio dio...ahha...non riesco a...fermarm..ahaah” la risata contagiò tutti,
“E' tutto così assurdo...ahahah....” respirò, si mise in piedi, osservò le ali...
“Ahahahah...aiuto...cioè....vi rendete conto? Ho le ali...mi sono spuntate dal nulla...e non ho mai pensato che potessero sparire nel nulla...che potessi....ahahha.... dispiegarle e rimetterle dentro....ahahah...” si calmò,
“In effetti nessuno di noi ci aveva pensato” osservò Carlisle in modo impercettibile, con un moto di rimprovero verso se stesso, si gratto frettolosamente il mento,
“Ma non è una cosa permanente?” chiese Bella,
“Solo Alice può saperlo...” vedevo Alice sobbalzare di irritazione ogni volta a quest'allusione,
“Io non lo so... come dovrei saperlo?” ammise sconsolata,
“Provaci soltanto..” ammiccò il vecchio,
“Okay..” sospirò , scese giù dal porticato e chiuse gli occhi; seguì un movimento calcolato delle ali, come se volesse sgranchirle, dopo le portò in alto e le piegò, le vedevo attecchire alla schiena sempre di più...finchè sparirono...le andai incontro così pure Carlisle ed Edwaard; studiammo per diversi minuti quelle cicatrici, si vedeva sempre quella lanugine e il colore bluastro era durato solo per qualche secondo.
“Sorprendente!” esclamò Carlisle, sentivo Billy ridere compiaciuto,
“Come hai fatto?” Alice fissava il mio volto stupito e gioioso e fu un po' sconcertata,
“Non lo so...ho solo desiderato che s...si richiudessero...” abbassò lo sguardo, ciò che intendeva era che in realtà sparissero. Perchè? Insomma quando mi aveva trovato atterrandomi addosso era così felice, così com 'era felice di riuscire a volare, e ora sembrava infelice...dovevo parlarle....
“Bene...” disse Billy,
“Sei riuscita a volare?” chiese con naturalezza lui, Alice annuì,
“E' tutta questione di abitudine e istinto, come trasformarsi da lupo o come resistere agli umani e fissò tutti, giusto? Te la caverai Alice, e chissà quante cose potresti scoprire ancora!” pronunziò tali parole accentuandone alcune col tono della voce , poi girò la sedia e sparì dentro casa; Bella guardò titubante Carlisle e Seth che lo seguì rivolgendo ad Alice un'ultima occhiata.
“Se ne va?” Bella entrò a sua volta trascinando con se Edward, 
“Come ti senti?” chiesi ad Alice,
“Un po' intontita...ma sto bene” scioccò le dita poi mi afferrò la camicia sospirando,
“Abbiamo dimenticato la visione...” già, quella visione...ormai gli ultimi giorni erano stati un susseguirsi di novità e sorprese e assurdità e la memoria faticava a stare al passo.
“Carlisle” nonostante fosse a un metro da noi dovetti richiamare la sua attenzione, sembrava assorto in chissà quali congetture mentre scrutava il prato sottostante.
“Ho una visione che si ripete da giorni...da quando è successo tutto questo... non è come le altre, è qualcosa di più lo sento...” e spiegò a Carlisle i dettagli cinematografici dell'ultima identica visione che però risultava essere così reale da farla impazzire. Mio padre concluse che l'unica cosa da fare era ottenere il maggior numero di informazioni circa l'ubicazione di questo motel sul posto e recarsi di persona e poi...
“Vedere che cosa succede...” disse, Alice sorrise nervosa, era uno di quei sorrisi che le conferivano un'espressione indecifrabile da giorni, certo un sorriso falso, illusorio che mostravano quanto fosse fragile il suo mondo, che mostravano quanto si sentisse sola e incompresa, eppure aveva noi, tutti noi.
Solo noi due tornammo a casa, Carlisle decise di restare ancora alla riserva per chiedere qualche altra curiosità, non parlai per tutto il tragitto, Alice correva davanti a me, anche lei immersa nel groviglio di pensieri che avvertivo a distanza; un altra faccenda mi struggeva, l'arrivo di Rose ed Emmett e le spiegazioni che ne sarebbero seguite. Loro non sapevano nulla, non avevano vissuto nulla, tutti quei giorni trascorsi a vederla cambiare. Come avrebbero reagito? Ma cosa di vitale importanza come avrebbe reagito Alice ? Poteva benissimamente avere la stessa reazione avuta con Jacob.
Arrivati, Alice saettando afferrò il portatile dello studio di Carlisle , lo portò in salone se lo adagiò sulle ginocchia e cominciò a pigiare agitata i tasti. La bloccai adagiando una mano sulle sue, non c'era bisogno che dicessi nulla, sospirò si portò le mani ai fianchi e poi si stiracchiò allungandosi sulla morbida pelle del divano.
“Jazz sto bene...” quello sguardo dolce e sincero mi catturò, ora vedevo il suo vero sorriso, non avvertivo più imbarazzo o nervosismo o paura, mi accorsi dell'effetto che avevo su di lei, che il mio amore aveva su di lei. Non riuscivo a capire perchè si sentisse così fuori luogo con gli altri, con Edward! Insomma avevano un rapporto così intimo e con Bella, sua sorella, non era mai stata fredda con lei...e ora? 
“Trovata!” esclamò piena di adrenalina, scattò dal divano, 
“Dove vai?”
“Ho l'indirizzo, Jasper, devo andare...” mi guardò intensamente negli occhi,
“Vengo anch'io...” sorrise, scattai in avanti e chiusi la porta già spalancata, era confusa,
“Ma non oggi...” le baciai la guancia e la tirai giù sul divano abbracciandola da dietro, rise, 
“So che vuoi che tutto questo finisca...”
“Esatto.... tutti i dubbi, i misteri, le stranezze...” le tremò la voce,
“Però dobbiamo affrontare ogni situazione gradualmente...” mi strinse la mano,
“Avevo dimenticato Rose ed Emmet...” si irrigidii,
“Non turbarti, saranno sconvolti ma capiranno...” ancora quel sorriso indecifrabile,
“Hey...” volevo invitarla a parlare, a sfogarsi a dirmi la ragione di quella sensazione di inappropriatezza, 
“Si...capiranno...” si alzò,
“Oppure crederanno che siamo tutti pazzi...” scossi il capo sorridendo,
“Jasper io non so se....” mi alzai anch'io le accarezzai i capelli cingendola con le braccia,
“Se riuscirò a farle usci....insomma le ali....incespicò,
“Ci riuscirai, segui quello che senti , istinto o volontà o rabbia....vuoi provare ora?” il suo volto beato si increspò e si sciolse dall'abbraccio a quelle ultime sillabe. Per riportare la conversazione a quella tranquillità chiesi cosa si provasse nel volo. Si illuminò e mi descrisse dettagliatamente ciò che aveva sentito, visto, percepito. Ero incantato da quanta gioia le aveva dato quella libertà assoluta. MI disse anche che per un attimo era forte il desiderio di fuggire via, deglutii...si fermò.
“Poi però ho pensato a te, agli altri...non avrei mai potuto lasciarvi...” altra pausa, raccontò della visione ma passò a quell argomento credendo che non avessi udito tutto quello che aveva detto a
 Carlisle ed inoltre nel narrare sembrava aver fatto un salto in avanti, come se mancasse un pezzo, un filo conduttore che aveva risvegliato la visone ed inoltre come aveva capito che era in Canada? Notò la mia incertezza, 
“Oh, scusa. Lo sai già...” si schiarì la voce, sapeva che avvertivo qualcosa di strano, mi stava nascondendo qualcosa, di nuovo,
“Sai...credo che mi addormenterò...” cambiò espressione, ora era completamente a suo agio e mi scoccò un bacio sulle labbra, dormire, a quanto pare poteva , come l 'altra notte, mi dissi che ero paranoico e che non c'era nulla da nascondere le sorrisi, la porta si aprii, era Bella.


POV Alice
Forse avrei dovuto fermarmi, in fondo era quella la cosa giusta e corretta da fare, dallo sguardo di bella era evidente che voleva parlarmi, tuttavia in cuor mio sentivo di non poterle stare vicino, di non poterle confidare tutto, avevo nascosto a Jasper di sentire quella voce, addirittura lui, non potevo dirlo ad anima viva,era troppo forte il legame con quella voce, poiché mi diceva così amorevolmente ti tacere, avrei taciuto. Dunque continuai a salire le scale ed a dirigermi nella mia stanza, Bella interpretò tutto questo come un segnale positivo e difatti raggiante mi venne dietro, lanciai un occhiata sconcertata a Jasper il quale a sua volta era dubbioso,
“Bella..” indugiò, 
“No nulla...” uscìì fuori, forse avrebbe voluto fermarla oppure metterla in guardia su ciò che provavo, mi sovvenne poi l'immagine di lei e Jasper che parlavano di sottecchi nel bosco, un nuovo sentimento mi padroneggiò un attimo, ero gelosa. Gelosa del fatto che loro due mi nascondevano qualcosa, 
“Anche tu nascondi qualcosa...” quella voce, ancora, prima dolce ora con quest affermazione irritante mi bloccò un attimo, mi fiondai sul letto distendendomi e massaggiandomi le tempie, Bella si sedette sulla sedia dirimpetto al materasso, davanti a me lo specchiò rettangolare, c'ero io, senz'ali, quel volto tuttavia era ...diverso...sospirai,
“Alice...” c'era un imbarazzo opprimente in quella stanza che mai aveva colpito me e Bella,
“Io...non so da dove cominciare...” disse esitante, mi alzai a sedere, abbracciai un cuscino e tentai di assumere un ' espressione il più amorevole possibile.
“C'è qualcosa che non va Bella?” ora tutto mi sembrava essere tornato come prima, quando entrambe passavamo la notte a parlare e parlare, di Reneesme, di Edward, della scuola, di me,
“No Al...” rise nervosa,
“Che ne dici di spostare il polo della conversazione su di te?” mi fissò con gli occhi speranzosi, mi resi conto di avvampare e per un attimo vidi un bagliore blu negli occhi della ragazza riflessa nello specchio.
“Okay..” iniziai a sistemare le coperte per evitare che vedesse i miei occhi,
“Come ti senti?” mi poggiò una mano sul ginocchio, inaspettatamente mi scostai indietro, stupita di me stessa, Bella ingoiò il rospo,
“Sto bene...non preoccuparti” tentai di raddolcire la situazione sorridendo,
“Andiamo Alice...” si accucciò sul letto affianco a me sfiorandomi,
“Tutto quello che ti è accaduto, se fossi in te avrei voglia di spaccare un albero in due, di mettere sottosopra la casa, anzi ideona! Dopo l'arrivo di Rose ed Emmett io e te andremo a Jacksonville un po' di sole e shopping ti distrarrà e io...” la bloccai con lo sguardo,
“Bella non ho bisogno di distrazioni sul serio...sono al 100%!” dissi con poca convinzione,
“ E poi tu odi fare shopping...” sospirai,
“Per te farei questo e altro!” mi abbracciò, tutti i muscoli del mio corpo gridavano smettila smettila! Non farti toccare! Scappa! Spostati! Mi trattenni, tuttavia non riuscivo a ricambiare l'abbraccio, lei si alzò pensierosa,
“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” sussurrò con gli occhi bassi, mi venne un tuffo al cuore, perchè mi comportavo così? Perchè non riuscivo più a confidarmi con lei, lasciarmi toccare...solo Jasper...solo con lui non era cambiato nulla.
“No Bella, ti prego perdonami...non so perchè agisco in questo modo!” sentii le lacrime premere per uscire, si sedette di nuovo,
“No, io...non capisco...non potrò mai capire come ti senti, ma noi siamo la tua famiglia Al, non devi respingerci..noi siamo qui per te...” tentò di avvicinare la mano alla mia spalla ma si fermò,
“Lo so...” sorrisi e fui io a prenderle la mano, 
“Infatti ti confiderò questo...” dissi titubante,
“Ecco, quando qualcuno cerca di...abbracciarmi o toccarmi...è come se il mio corpo pensasse che ogni persona voglia farmi del male...e non lo accetta...ma io no! Io non voglio diventare così...” mi uscì una lacrima,
“Alice...passerà...tu non cambierai...tu sarai sempre la stessa...” disse lei avendo centrato a pieno il vero motivo della mia sofferenza.
“Grazie sorella...” sorrise dolcemente, sbadigliai,
“Hey sembri stanca...” si alzò e andò vicino alla porta d'ingresso,
“Con Jasper non succede...anzi...credo che il vostro legame si sia rafforzato...” sussurrò,
“si...” e pensai a quanto mi mancasse nonostante fosse passato un quarto d'ora...
“Beh ti lascio dormire...”
“okay...”
 sognai....sognai quella visione...o forse non dormii affatto ed ebbi ancora quella visione, stavolta però riuscivo a vedere qualcuno che avevo tra le mie braccia, nel fumo denso, cercavo di portarla in salvo, era una ragazzina di 14 anni, mi sembrava così familiare...
“Cynthia!” esclamai , svegliandomi di soprassalto.









CIAO A TUTTI PURTROPPO AGGIORNERO' LA STORIA AD AGOSTO A CAUSA UN VIAGGIO CHE FARO' A BREVE! TRANQUILLI...VI CHIEDO SOLO UN PO' DI PAZIENZA,BACIONI !


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Capitolo 14
*** Noi due soli ***


PERDONATE LA LUNGA ATTESA! SONO TORNATA, SPERO CONTINUERETE A SEGUIRE LA STORIA CHE STA VOLGENDOSI AL TERMINE! BUONA LETTURA!























POV Alice 

Era impossibile che fosse una visione, mia sorella oramai aveva un'ottantina d'anni, dunque era un sogno, in cui inaspettatamente era confluito un ricordo della mia infanzia da umana, 
“No...” dissi a me stessa, non poteva essere un sogno, era quella visione...poi capì che per escludere l'ipotesi sogno avrei dovuto guardare la sveglia e vedere quanto tempo fosse passato. Ero stesa nella stessa identica posizione la guancia premeva sul cuscino, la sveglia era dall'altro lato,
“22 30” adagiai la sveglia nuovamente sul comodino, erano passati 10 minuti, poteva essere un sogno tanto quanto poteva essere una visione, 
“Toc toc” Jasper fece capolino dalla porta semi-aperta,
“Credevo dormissi...”sussurrò sedendosi sul letto,
“No, prima...” gli presi la mano,
“Tu e Bella...avete...” 
“Parlato...si” corrugai la fronte,
“Anche voi due avete parlato...” ammiccai con lo sguardo, 
“Si, beh...non volevo dirtelo ma...” gli strinsi la mano,
“Ho capito...” sorrisi,
“Si sentiva in imbarazzo con me, credeva che ce l'avessi con lei...per il mio comportamento...lo so...” sospirai,
“Jasper...non mi hai sentito parlare nel sonno da giù?” domandai seria, scosse il capo,
“Rose ed Emmett...a che ora?” mi diede un bacio sulla guancia, si fermò a pochi centimetri dall'orecchio,
“All'alba, non agitarti...andrà tutto bene...” lo abbracciai,
“Solo con te, non perdo il controllo” rise,
“Che coppia tragi-comica eh?” si alzò,
“Lui che dopo decenni se vede un braccio sanguinante freme dal desiderio di uccidere e perde il controllo, lei che riesce già dopo pochi giorni a dominare se stessa...” spiegò,
“Solo in sua presenza” e feci un inchino stando al gioco,
“Signorina non era stanca?” fece per andarsene,
“Cosa no!?” risposi con foga presumendo che volesse andarsene sul serio, 
“Cioè, mio cavaliere, vorrei approfittare ancora della sua compagnia...” tornò indietro,
“Che ne dice di una passeggiata al chiaro di luna?” mi sollevò e mi baciò sul collo,
“Okay...”
“Okay..? Non credo che Lady Cullen avrebbe detto così nell'800!” risi,
“Vuole mettere alla prova il decoro del mio lessico signore?”
“Giammai mamoiselle...” mi sporsi sulla finestra attirandolo a me, andammo all'aria aperta.
La  luna si stagliava sopra le nostre teste,prepotente, enorme, quasi volesse offuscare l'oscurità della notte, nessun suono si avvertiva nell aria, l'odore ricco del sottobosco era penetrante a causa della pioggia mattutina. Avevamo deciso di non dirigerci in qualche posto particolare, né in spiaggia, né nella radura, né ai confini, camminavamo a velocità umana senza scomporci, sottobraccio, più passava il tempo più sentivo che ogni mia preoccupazione si allontanava dal mio centro di gravità, e a mano a mano confluiva nella luce opaca della luna; tuttavia erano sempre lì, opprimenti, cupe...dovevo fare qualcosa per non sentirne più il peso.
“E' piacevole qui fuori con te” disse Jasper,
“Oh, credevo che non ci si potesse rivolgere ad una lady sanza alcun preambolo!” gli strinsi l'orlo della camicia,
“Oh già...” sfilò il braccio dal mio,
“Jazz, che hai?” lo guardai preoccupata,
“Ti amo così tanto...” disse in un soffio guardandomi negli occhi, 
“Ti amo così tanto ed ho paura che ora questo non basti...” scattai verso di lui abbracciandolo con tutte le mie forze,
“Cosa dici Jazz! Sei tutto quello che mi serve per vivere....” lo baciai, intensamente,
“Se sono fredda, perdonami...te ne prego...” mi accarezzò i capelli,
“No non lo sei... sei la persona più calda e dolce che conosca....è solo che non mi sento alla pari con tutto questo...” ammise,
“Lo so Jazz...anch'io ...” fu lui a baciarmi questa volta e con una passione che non ammetteva sottigliezze, mi sfilò la maglietta, in un secondo,eravamo nei pressi di una piccola valle, lo spinsi giù sul prato e gli sbottonai lentamente la camicia,
“Dio Alice da quanto non stiamo insieme...” non era una domanda era un'affermazione, ed era vero, era questo, col suo amore avrei dimenticato ogni problema. 
“Aspetta...qui?” disse lui, mentre io fremente non riuscivo più a smettere di baciarlo ovunque,
“Si...” annui, l'odore del sottobosco ora era meno intenso ed il prato fresco e morbido, ora la luna non sembrava così opprimente, mi sentivo felice, tranquilla, amata... era tutto perfetto, 
“Jazz...io-nn-on “ nel bel mezzo di tutta quella perfezione sentivo che qualcosa non andava, Jasper mi scrutava sorpreso, nelle sue pupille osservavo quel bagliore blu, i miei occhi erano una fiamma blu;
“Alice, tutto bene?” si fermò,
“E' troppo, le mie emozioni...non riesco a...” mi bloccai, sentivo che stavo per esplodere,
“A?” Jasper mi accarezzò la schiena e capii,
“A trattenerle...” lo sentivo, volevano liberarsi, venire fuori, ma non potevano rovinare tutto, la mia vita in quel momento,
“Alice è tutto okay, non devi trattenerle...” mi accarezzò dolcemente il viso,
“N-no,forse ci riesco...” balbettai stringendo  denti,
“Va tutto bene...”continuò a baciarmi, non potevo farne a meno in un secondo sentii un breve scroscio e poi mi sentii leggera, libera, le ali si distesero svettando verso l'alto, resami conto di ciò che era successo mi irrigidii, Jasper mi guardava abbagliato,
“Sei bellissima...” mi accorsi che dei bagliori erano riflessi sul prato,
“S-sto brillando?” chiesi, mi sollevai da lui, respirai profondamente,
“Vieni qui...” e non pensai più alle alle ali, o a cosa fossi pensavo solo a lui.















POV Jasper

“Jasper, mi dispiace...” disse lei, parlava sommessamente nascondendo il volto nel mio petto, eravamo distesi l'uno accanto all'altra coperti dalla sua ala sinistra, morbida e accogliente,
“Per cosa Ali?” le baciai la fronte,
“Per tutto questo...”
“non capisco perchè continui a scusarti...” le dissi a mò di rimprovero,
“Devo, Jazz, capisci che le nostre vite sono ormai cambiate per sempre?” sentivo il suo respiro accelerato sul torace,
“Jazz, ora sarà tutto diverso...” si voltò dall'altra parte,
“In che senso?” sospirò,
“Io non sono più la stessa, il nostro futuro, ahh non voglio nemmeno dirti che...come...sarà difficile tutta questa situazione...tu non immagini...” la girai verso di me,
“Ne abbiamo passate così tante, questa è solo una nuova occasione...” tentai di infonderle sicurezza,
“Un' occasione!?” cominciò ad irritarsi,
“Jasper, io sento che accadrà qualcosa di brutto...” aveva detto sento, non vedo, era una sua struggente preoccupazione , evitare che la nostra famiglia soffrisse per causa sua, ma non aveva avuto una visione, respirai,
“Non accadrà nulla, ti prego Alice, so che sei spaventata, lo sono anch'io, è tutto così strano, ma dobbiamo accettarlo, e la nostra vita continuerà, noi saremo gli stessi, non è detto che muti...” gli presi la mano,
“Io non sono più la stessa...” disse fredda,
“Potrai ripeterlo anche cento volte ma tu per me sarai sempre la stessa...”
“Andiamo Jazz, guardami!” e sollevò l'ala su cui si diffuse per un breve momento quel bagliore blu che ci aveva abbagliati poc'anzi,
“Saresti  dovuto fuggire mentre noi..e io...” le posai un dito sulle labbra deciso,
“Shhh...” l'attirai a me,
“Come puoi dirlo Alice? Io ti amo...io non ti lascerò, non fuggirò per nulla al mondo...” la strinsi, sentivo che tremava,
“Quindi non è un problema...io ti piaccio anche così?” farfugliò, 
“Alice, quante volte dovrò dirtelo che sei la creatura più bella, affascinante e seducente dei questo mondo!” sorrise,
“Non credo che tu ti renda conto di quanto tu sia ...” non riuscivo a trovare l'aggettivo giusto,
“Straordinaria...” dissi fiero,
“Jazz, ho le ali, insomma mi spuntano due grosse ali dalle scapole!” rise,
“Due magnifiche, calde, pure, accoglienti, forti, bellissime ali che ti rendono ancora più bella e più pura e potente e amorevole di quanto tu non lo sia mai stata...” mi strinse la mano,
“Se ti senti diversa, non più la stessa, non è così...tu sei sempre Alice... ed una Alice amplificata, ora sei te stessa io credo...”
“SI, credo che tu abbia ragione...” sospirò,
“Sono una sciocca...” rise,
“a porti tali dubbi riguardo il mio amore per te..certamente...” rise ancora di più,
“okay...io direi di tornare a casa...è quasi l'alba...” mi baciò fugacemente e s alzò stiracchiando le ali,
“Vuoi uccidermi Alice Cullen?” mi guardò interrogativa,
“Sono senza fiato...” fece un giro su se stessa appagata e si rivestì,
“Metti i vestiti..” richiuse le ali,
“Che c'è? Non voglio a tal proposito far venire un infarto ad Emmet e Rose...” 
“Non sarebbe possibile...” risi,
“Beh si...ma...non si sa mai...” mi fece l'occhiolino e corremmo verso casa.

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Capitolo 15
*** "Mary Auntie's motel" ***


POV Alice 

Emmett avrebbe strabuzzato gli occhi, 1...2...3..10 volte, alla fine però avrebbe compreso che ciò che vedeva era reale, avrebbe fissato sconvolto Carlisle poi Rosalie che in tutto ciò avrebbe mantenuto un espressione sbalordita,costante, alla fine dunque entrambi avendo realizzato che non sarebbero potuti essere impazziti e che quella non era un allucinazione, avrebbero accettato la verità. Mentre avanzavamo verso casa rivedevo quelle immagini, i loro visi, le loro espressioni quali sarebbero state pochi minuti dopo. Jasper mi osservava mentre corrugavo la fronte ad ogni sobbalzo di Emmett . Pochi eterni minuti e me li trovai di fronte, tutto accade come nella mia visione, ero già pronta per ogni eventuale domanda.

“A-lice un ...angelo..” quest'ultima frase dopo i mille gridi di shock era il segnale del passaggio da uno stato di paura e incredulità ad uno stato di entusiasmo come quando un bambino prova per la prima volta una giostra pericolosa. Fra poco sarebbe stato tutto passato.

“Si, esatto.” dissi sicura, alterando il futuro, non era quello che avrei dovuto dire ma ero impaziente di andarmene via, nella mia testa si propagava la stessa spiacevole sensazione di quando mi aveva visto Jacob, mi sentivo impotente, nuda, se vista così da qualcuno, tutti tranne Jasper....

“Alice?” Edward mi sfiorò l'avambraccio, non avevo udito la domanda di Rose,

“come?” mi strofinai gli occhi, esausta,

“C'è qualcun'altro come te ?” lo chiese in modo greve, temendo però di alterare il mio umore,

“E' possibile, non lo sappiamo...” dissi inespressiva, poiché ormai Emmett e Rose accettavano ciò che vedevano Carlisle si dilungò spiegando tutta la storia, io avevo soltanto voglia di passeggiare di nuovo, di stare con Jasper, da sola,lontana dal mondo. Le ali fremevano per spiccare il volo, guardavo il cielo, purtroppo avevo dovuto aprirle alla fine per dimostrare ai miei fratelli che nessuno di noi era pazzo.

“Posso ?” mi chiese dolcemente Rose avvicinandosi con la mano protesa in avanti, potevo farcela, insomma anche Billy le aveva toccate e non ci legava alcun legame affettivo, restai immobile, mentre lei passava le dita dure e gelide tra le piume guardavo i suoi occhi sfavillare, in estasi, caldi e rassicurati.

“Wao..” fece cenno ad Emmet di avvicinarsi, a quel punto non potei farci nulla, l'ala dov'era poggiata la mano di Rose fece un movimento convulso, mosse una massa d'aria che li spostò di qualche metro portando me dalla parte opposta,

“Scusate, io non volevo, io..” farfugliai,indecisa se restare o volare via, lo sguardo di Jasper mi impedì di fuggire,

“Non sappiamo perchè, ma avverte il contatto fisico come un pericolo e a volte non riesce a controllare le ali...” spiegò Carlisle,

“Figurati sorellina...è troppo figo ...sei la più forte di noi...neanche i Volturi ci faranno un baffo ora...” Rose gli tirò una gomitata nello stomaco, quel nome aveva fatto rabbrividire tutti.

“Okay, ora credo che siano tutti informati a sufficienza...” proferiì Edward leggendo nella mia testa l'assillante desiderio di andarmene...

“Ragazzi non deve saperlo nessun altro..nessuno...se qualcuno dovesse riferire ad Aro che Alice...sapete meglio di me che sarebbe guerra..” tutti annuirono e si congedarono. Solo Carlisle rimase davanti alla porta, io e Jasper ci stavamo dirigendo dalla parte opposta quando ci chiamò,

“So che vuoi andare a dare un occhiata al posto della tua visione.” mi colse di sorpresa, non avevo visto che lui sapeva,

“Sono stato con Bella ed Edward fino ad ora, volevo dirti io che ti avrei accompagnato con lui ovviamente...” accennò a Jasper, sospirai leggermente,

“Carlisle apprezzo veramente tutto quello che fai per me...tuttavia sento che questa cosa devo farla da sola...Jasper lui...” sorrisi stringendogli la mano,

“Mi seguirà lo stesso...ma voi....” mi prese l'altra mano,mi bloccai,

“Noi veniamo con te, non si discute...due persone in più non faranno la differenza non ti accorgerai neanche della nostra presenza...!” annuii cercando di dissimulare il mio disaccordo,

“Okay, ma si parte ora...non voglio restarmene qui senza far niente...”

“Perfetto, ci vediamo in garage fra 5 minuti...” e saettò via,

 

 

POV Jasper

“Dove si va ?” chiesi allegramente baciandole la mano, 

“Nel Montana!” disse lei fremente,

“Uh, beh sarà un viaggio ...lunghetto..” mi fece una smorfia,

“Con la porche ci metteremo 3 ora al massimo...e comunque non sei obbligato a venire..” tentò di essere seria ma la sua voce melodiosa si incrinò a quelle parole, l'attirai a me e le scoccai un bacio sulla fronte,poi la strinsi forte,

“Non vedo l'ora di stare con te Jazz...” un colpo di tosse ci fece staccare all'istante, gli altri ci raggiunsero nel garage,

“Carlisle non è una gita..” disse Alice frustrata appena vide le sagome di Bella ed Esmee avanzare,

“Non mi taglierete fuori anche questa volta...” disse scherzosa Esmee non rivolgendosi a qualcuno in particolare,

“Non ti dispiace vero?” si rivolse ad Alice che scosse il capo e le sorrise in modo ammaliante, Bella la abbracciò per qualche secondo, notai con piacere che ormai lei non rappresentava più un pericolo per il nostro angelo,

“Oh..accidenti...” sussurrò a mala pena Alice, mi voltai verso di lei che intenta a controllare le gomme si era appoggiata alla macchina come se stesse per cadere,

“Tutto bene ?  Quella visione?”  ,mi avvicinai,

“No, tranquillo sto bene, un piccolo giramento di testa, è perchè devo essere stanca...”

“Rimandiamo se vuoi...” dissi,

“No assolutamente, oggi o mai più...” decisa si sedette al posto del guidatore, Bella e Carlisle si misero dietro di noi , Edward e  ed Esmee nell'altra macchina.

“Si va nel Montana, in una piccola città chiamata Countrock...lì c'è l'edificio della mia visione..” annunciò Alice nervosa,

“L'hai trovato così velocemente?!” esclamò Bella eccitata,

“Non è stato difficile,con internet.... insomma sapevo perfettamente com'era l'edificio, <>, dopo i primi 30, ho visto quello che era identico a ciò che avevo visto, mappa e la cosa è fatta...” sembrò aver concluso,

“Ieri sera, Jazz quando avevo dormito un po', credo di aver avuto di nuovo quella visone”

“Credi?” la interruppe Carlisle interessato,

“Non so se fosse un sogno...comunque c'erano più dettagli portavo in salvo una ragazzina di 14 anni forse, e somigliava davvero a...” non parlò più, appoggiai la mia mano sulla sua  che tremava sul cambio,

“A mia sorella...” le tremava la voce,

“Ma è impossibile, avrà ottantanni ora...” sussurrò Bella, lei annuì,

“Lo so ...appunto forse era un sogno...non era reale...” la conversazione sembrò cadere lì, Carlisle non diceva nulla, la tensione aumentava,

“C'è un altra cosa...” continuò Alice reggendo con fermezza lo sterzo,

“Io...ecco dovevo dirlo sin dall'inizio..ma mi avreste creduto pazza...o forse lo sono...” mi rivolse un'occhiata intensa,

“A volte sento una voce...” spalancammo tutti gli occhi simultaneamente...lei fissò la strada con occhi di ghiaccio, un bagliore blu invase le sue iridi e vi restò finchè non arrivammo,

“Una voce melodiosa, dolce...femminile....non so da dove provenga, riesco a sentirla solo io, forse è tutto nella mia testa, Carlisle si illuminava sempre di più,

“Non credo assolutamente che tu sia pazza, è davvero possibile che sia la voce di un altro angelo?” chiese retorico, 

“Credi che sia la stessa creatura che sentiva l'antenato di Billy?!” anche Bella era accesa dall'entusiasmo,

“Non so, è tutto possibile, ma credo di più che sia un altro angelo!” 

“Che avete ragazzi!” chiese Bella rivolta a noi, Alice scrutava inespressiva la strada, io mi ero irrigidito, non potevo credere che non me lo avesse detto, era questo il segreto, mi aveva nascosto qualcosa, ma perchè? Aveva promesso che mi avrebbe sempre rivelato tutto...non capivo, non capivo...non riuscivo più a guardarla...forse era davvero un'altra Alice.

POV Alice

Non mi sentivo affatto meglio, credevo che se avessi rivelato tutto mi sarei sentita più leggera, in pace con me stessa, libera...eppure non ero così, non riuscivo ad identificare cosa provassi in quel momento, non ne ero certo. No, di una cosa ero certa, avevo ferito Jasper, non lo guardavo , ne tentai di osservarlo con la coda dell'occhio, sentivo talmente in modo chiaro però che era arrabiato, offeso da mio comportamento. Non ci fu più alcun suono in quella macchina per 2 ore, tranne il continuo pigiare di Bella sui tasti del suo cellulare. Mantenni la stessa indentica posizione durante tutto quel lasso ti tempo finchè non vidi il cartello con su scritto “Montana”.

“Ci siamo...” sussurai im modo impercettibile, ma tutti aguzzarono le orecchie, Bella mise via il telefono, Carlisle sospirò impaziente, Jasper mi fissò a lungo.

“Quanto manca?” chiese Carlisle, diedi un occhiata al navigatore,

“10 minuti!” pronunciammo atoni nello stesso momento io e Jasper, decisi di guardarlo, aveva un espressione fredda, un po' cupa ma non piena d'ira, appena lo guardai quella freddezza che voleva mantenere si scompose per alcuni secondi e rilassò il viso, 

“Ci stavo pensando Alice, se non vuoi che veniamo con te, resteremo in macchina...” proferii Bella dolcemente, Carlisle la guardò stupito,

“Bella, no...siete arrivati fin qui...non vedo perchè non dovreste....”

“Forse ha ragione Bella...è evidente che tu voglia stare sola dato che solo ora ci hai resi partecipi di tutti questi dettagli di vitale importanza per m-noi...” mi interruppe Jasper, eravamo fermi ad uno stop, la macchin di Edward subito dietro di noi, Jasper scese di scatto, non lasciando spazio per alcun tipo di risposta e andò nell'altra macchina. 

“Accidenti, scusa Al..non volevo che...” farfugliò Bella imbarazzata,

“No, è colpa mia...” mi morsi il labbro, avevo incasinato tutto, ancora una volta, forse gli esseri come me erano destinati a stare da soli.

Il Motel era davvero ridotto male, più ne scrutavo la fisionomia più capivo che era inevitabile che andasse a fuoco prima o poi, una visione mi oscurò la vista per un attimo, mi appoggiai a Bella,

“Alice?” sentii la sua voce preoccupata...vedevo solo immagine continue, fuoco...fiamme...quella ragazzina tra le mie braccia, un orologio che segnava le 15, un giornale mezzo bruciacchiato sul pavimento della stanza 202. La vista tornò lentamente, quella visione era davvero sfiaccante, avrei desiderato un letto e riposare, ma non diedi a vedere, mentre tornav in me avvertivo la presenza di Jasper a 1 metro di distanza...sentivo la sua preoccupazione,

“Tutto ok...” dissi, Edward guardava incerto Jasper, gli aveva detto tutto,

“Oddio...” la mia mente si fissò su quel giornale...sulla data di quel giornale...

“E' oggi! Oggi!” esclamai scattando verso il Motel, una mano mi afferrò da dietro, era Jasper, il suo sguardo mi trasmise calma, mi accorsi che delle lacrime argentate mi rigavano il volto, tentai di far trasparire tutto il mio senso di colpa per avergli mentito, mi sentivo egoista, inutile,

“Oggi!” ripetei ricordandomi perchè avevo uralto,

“L'incendio sarà oggi!, Fra un ora...Dobbiamo far evacuare l'edificio...morirà tanta gente...moriranno tutti...se noi...io...oddio...devo andare...” Jasper mi trattenne di nuovo questa volta inaspettatamente mi abbracciò, stavo singhiozzando, in modo irrefrenabile,

“Andrà tutto bene tesoro...” disse Esmee carezzandomi la schiena,  mi ricomposi, Carlisle stava già entrando, tutti lo seguirono a ruota, mi staccai da Jasper, non capivo se mi avesse perdonata, restai ferma, anche lui attese, quando gli altri furono dentro parlai,

“Jazz mi disp..” 

“Perchè Alice?” chiese sussurrando,

“Jazz, credimi il senso di colpa mi divora...e tu lo sai...puoi sentirlo...” gli presi un amano,fece per resistere ma non ci riuscì,

“Ora potrei dirti che volevo dirtelo...che non trovavo il momento giusto o cose del genere...ma non te lo dirò...” mi guardò confuso,

“Il fatto è che è così...senza condizionale...io dovevo dirtelo..era un tuo diritto saperlo...perchè noi ci amiamo e ho giurato di dirti tutto...ma non l'ho fatto...e non so perchè...forse perchè non volevo credere che fosse vero...perchè se lo avessi detto a te allora quella voce sarebbe stata reale...oppure sono io....c'è qualcosa che non va in me...sono cattiva forse....egoista...io...” mi strinse la mano con forza,

“Alice no...smettila...basta....è colpa mia...” 

“Cosa?”

“dovevo capirlo che c'era qualcosa che non va...è anche colpa mia...e mi dispiace...perchè poco fa ho pensato che tu fossi cambiata...” mi si gelò il cuore,

“No no...hey...” non lo avvertivo ma altre lacrime mi rigarono il volto,

“Non è così...non è così...ora l'ho capito...Alice... non sono arrabbiato con me....lo ero...ma particolarmente con me stesso.....” sospirai,

“Come l'hai capito...?” chiesi,

“Perchè tu vuoi salvare quella gente, tutta quella gente...anche se ti farà soffrire tantissimo...vuoi salvarla ….sei tu...tu agisci così... sei sempre stata un angelo...solo che non lo sapevamo...” mi abbraciò, lo baciai,

“Ti amo Jazz...davvero, non potrei vivere senza di te...è difficile per noi, tutto questo...”
“La vita non è mai facile.....ti amo anch'io....ora andiamo a salvare delle vite okay?”

“okay!”

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Capitolo 16
*** Stanza 202 ***


POV Alice

Non mi sentivo affatto meglio, credevo che se avessi rivelato tutto mi sarei sentita più leggera, in pace con me stessa, libera...eppure non ero così, non riuscivo ad identificare cosa provassi in quel momento, non ne ero certo. No, di una cosa ero certa, avevo ferito Jasper, non lo guardavo , ne tentai di osservarlo con la coda dell'occhio, sentivo talmente in modo chiaro però che era arrabbiato, offeso da mio comportamento. Non ci fu più alcun suono in quella macchina per 2 ore, tranne il continuo pigiare di Bella sui tasti del suo cellulare. Mantenni la stessa identica posizione durante tutto quel lasso ti tempo finchè non vidi il cartello con su scritto “Montana”.
“Ci siamo...” sussurai in modo impercettibile, ma tutti aguzzarono le orecchie, Bella mise via il telefono, Carlisle sospirò impaziente, Jasper mi fissò a lungo.
“Quanto manca?” chiese Carlisle, diedi un occhiata al navigatore,
“10 minuti!” pronunciammo atoni nello stesso momento io e Jasper, decisi di guardarlo, aveva un espressione fredda, un po' cupa ma non piena d'ira, appena lo guardai quella freddezza che voleva mantenere si scompose per alcuni secondi e rilassò il viso, 
“Ci stavo pensando Alice, se non vuoi che veniamo con te, resteremo in macchina...” proferii Bella dolcemente, Carlisle la guardò stupito,
“Bella, no...siete arrivati fin qui...non vedo perchè non dovreste....”
“Forse ha ragione Bella...è evidente che tu voglia stare sola dato che solo ora ci hai resi partecipi di tutti questi dettagli di vitale importanza per m-noi...” mi interruppe Jasper, eravamo fermi ad uno stop, la macchina  di Edward subito dietro di noi, Jasper scese di scatto, non lasciando spazio per alcun tipo di risposta e andò nell'altra macchina. 
“Accidenti, scusa Al..non volevo che...” farfugliò Bella imbarazzata,
“No, è colpa mia...” mi morsi il labbro, avevo incasinato tutto, ancora una volta, forse gli esseri come me erano destinati a stare da soli.
Il Motel era davvero ridotto male, più ne scrutavo la fisionomia più capivo che era inevitabile che andasse a fuoco prima o poi, una visione mi oscurò la vista per un attimo, mi appoggiai a Bella,
“Alice?” sentii la sua voce preoccupata...vedevo solo immagine continue, fuoco...fiamme...quella ragazzina tra le mie braccia, un orologio che segnava le 15, un giornale mezzo bruciacchiato sul pavimento della stanza 202. La vista tornò lentamente, quella visione era davvero sfiancante, avrei desiderato un letto e riposare, ma non diedi a vedere, mentre tornavo in me avvertivo la presenza di Jasper a 1 metro di distanza...sentivo la sua preoccupazione,
“Tutto ok...” dissi, Edward guardava incerto, Jasper, gli aveva detto tutto,
“Oddio...” la mia mente si fissò su quel giornale...sulla data di quel giornale...
“E' oggi! Oggi!” esclamai scattando verso il Motel, una mano mi afferrò da dietro, era Jasper, il suo sguardo mi trasmise calma, mi accorsi che delle lacrime argentate mi rigavano il volto, tentai di far trasparire tutto il mio senso di colpa per avergli mentito, mi sentivo egoista, inutile,
“Oggi!” ripetei ricordandomi perchè avevo urlato,
“L'incendio sarà oggi!, Fra un ora...Dobbiamo far evacuare l'edificio...morirà tanta gente...moriranno tutti...se noi...io...oddio...devo andare...” Jasper mi trattenne di nuovo questa volta inaspettatamente mi abbracciò, stavo singhiozzando, in modo irrefrenabile,
“Andrà tutto bene tesoro...” disse Esmee carezzandomi la schiena,  mi ricomposi, Carlisle stava già entrando, tutti lo seguirono a ruota, mi staccai da Jasper, non capivo se mi avesse perdonata, restai ferma, anche lui attese, quando gli altri furono dentro parlai,
“Jazz mi disp..” 
“Perchè Alice?” chiese sussurrando,
“Jazz, credimi il senso di colpa mi divora...e tu lo sai...puoi sentirlo...” gli presi una mano,fece per resistere ma non ci riuscì,
“Ora potrei dirti che volevo dirtelo...che non trovavo il momento giusto o cose del genere...ma non te lo dirò...” mi guardò confuso,
“Il fatto è che è così...senza condizionale...io dovevo dirtelo..era un tuo diritto saperlo...perchè noi ci amiamo e ho giurato di dirti tutto...ma non l'ho fatto...e non so perchè...forse perchè non volevo credere che fosse vero...perchè se lo avessi detto a te allora quella voce sarebbe stata reale...oppure sono io....c'è qualcosa che non va in me...sono cattiva forse....egoista...io...” mi strinse la mano con forza,
“Alice no...smettila...basta....è colpa mia...” 
“Cosa?”
“dovevo capirlo che c'era qualcosa che non va...è anche colpa mia...e mi dispiace...perchè poco fa ho pensato che tu fossi cambiata...” mi si gelò il cuore,
“No no...hey...” non lo avvertivo ma altre lacrime mi rigarono il volto,
“Non è così...non è così...ora l'ho capito...Alice... non sono arrabbiato con te....lo ero...ma particolarmente con me stesso.....” sospirai,
“Come l'hai capito...?” chiesi,
“Perchè tu vuoi salvare quella gente, tutta quella gente...anche se ti farà soffrire tantissimo...vuoi salvarla ….sei tu...tu agisci così... sei sempre stata un angelo...solo che non lo sapevamo...” mi abbracciò, lo baciai,
“Ti amo Jazz...davvero, non potrei vivere senza di te...è difficile per noi, tutto questo...”
“La vita non è mai facile.....ti amo anch'io....ora andiamo a salvare delle vite okay?”
“okay!”


POV AliCE
“Carlisle?” mi sentivo stringere il cuore in una morsa, fra poco si sarebbe scatenato l'inferno,
“Ho cercato di convincere il direttore, ma nulla da fare, non intendono evacuare l'edificio.” Esmee stava parlando docilmente con la recepsionist, tentando di far richiamare questo signor Borgues, il direttore.
“Ma, come...non capiscono la gravità della situazione!” esclamai interdetta, la donna si voltò stranita,
“Alice..” Carlisle mi afferrò le spalle,
“Devi capire, gli umani non si fidano affatto degli altri, e per di più siamo 5 sconosciuti venuti a predire un incendio che avverrà a distanza di un ora senza il minimo straccio di prove per loro, non possono crederci.”mi guardò preoccupato,
“Signori devo pregarvi di lasciare l'hotel...” una guardia in giacca di pelle scura si avvicinò con fare minaccioso,
“AH bene, non vi sembra esagerato!” disse Bella rivolta alla receptionist,
“Signorina si allontani...” la guardia si diresse da lei ed Esmee,
“Non siamo piromani, volevamo solo avvisarvi...” scongiurò Edward speranzoso guardando profondamente la donna alta e bionda, davvero gradevole che lo scrutava con un briciolo di malizia, l'effetto non ebbe il successo sperato. Fummo fuori in 5 minuti, non potevamo certo costringerli con la forza.
“O cavolo... 40 minuti!” ero fuori di me,
“Dovevamo venire prima! Dovevo capirlo prima quando sarebbe avvenuto l' incendio! Dovevo vederlo chiaramente, e invece? Come al solito non posso intervenire non potrò salvare nessuno!!” Esmee fermò il mio andi-vieni continuo, mi posò una mano sul braccio e disse:
“Non sei da sola...” la guardai irritata, lo vedevo che non ero da sola, forse se non ci fosse stata tutta quella gente avrei visto più chiaramente, li avrei fermati, non dissi una parola,
“Non sei da sola certo!” Jasper mi guardò sorridendo,
“Che avete ora!” ero isterica,
“Nella visione non non eravamo presenti, eri da sola...ora invece, siamo qui...siamo in 5...ci saranno forse 70-100 persone qui dentro, possiamo salvarle, appena vedremo una scintilla, Alice...hai già cambiato il futuro...” sospirai di sollievo per un attimo,
“Forse si...” mi fermai,
“Ma non riesco a stare qui senza far niente, per i prossimi 37 minuti!” Edward ridacchiò,
“Beh, a meno che tu non voglia saltare alle finestre e portare la gente giù senza motivo per loro e farci arrestare tutti, non vedo altra soluzione...” lo fulminai con lo sguardo,
“Okay, allora dividiamoci, ognuno di noi  sorveglierà un lato dell'edificio, e alla minima traccia di fumo o quant'altro interverrà...” esortò Carlisle, annuimmo,
“Alice tu sta con Jasper...” 
“Dividerci, significa essere in 5 posti contemporaneamente...non a coppie...sarebbe inutile...” replicai,
“Ha ragione” confermò Bella,
“Sta attenta però” Jasper mi baciò fugacemente le labbra mentre con le dita stringeva un lembo della mia camicia,
“Ohh...”
“Che hai ?” stavo barcollando,
“Nulla nulla, te l ho detto sono distrutta, dopo che avremo lasciato questo posto dormirò tutto il giorno...” gli sorrisi cercando di scrollarmi di dosso quella fiacchezza,
“Posso stare tranquillo?”
“Vorrai dire, posso stare lontano da te?!...Beh no...ma ora si, vai, sto bene...avremo tempo per stare insieme...” rise,
“Aaandiamo...”Edward sbruffando lo tirò via, si diressero l uno nel sottopiano, vicino al generatore, l'altro nella zona parcheggi all'interno dell edificio,
“Okay, io andrò nella hall... non preoccupatevi, prenoterò una super stanza e mi faranno restare, Bella tu va al 2 piano, è quello centrale, l'incendio potrebbe partire da lì...” continuò Carlisle,
“Io andrò alle cucine...” disse Esmee, poi guardarono tutti me,
“Io, voglio...devo capire cosa succederà nella stanza 202....”deglutii,annuirono.
Ognuno di noi aveva un compito, sorvegliare una data zona, ce l'avremmo fatta, in fondo un gruppo di vampiri poteva salvare tutti prima che l'incendio avesse la meglio, dovevo tranquillizzarmi, entrai dall'ingresso posteriore, non volevo incrociare altri esseri umani, presi le scale, in un lampo fui al terzo piano, mi bloccai, 12 cuori battevano nelle stanze del corridoio dov'ero giunta, due cuori lenti e soffocati arrancavano nella 212, due vecchietti sulla 70ina, un cuore temprato ma non affaticato faceva attività nella 205, respiri goffi e accelerati invadevano la 208, sorrisi imbarazzata, due giovani innamorati erano lì. Ad un tratto sentii un battito vivo, fresco, giovane, pulsante vitalità, familiare, seguito da una voce squillante e vellutata, si rivolgeva ad un adulto, una donna, forse la madre, sicura ed entusiasta,
“Lucy, anche domani ci andrò...ho perso la testa forse, ma ci andrò!” 
“Solo perchè sono la tua migliore amica 18enne non significa che ti appoggerò!” disse scherzando quella che credevo fosse l'adulta, la madre...per un attimo avevo accantonato il pensiero dell'incendio, ma di lì a poco quelle due giovani ragazze sarebbero potute morire, così come la coppia di innamorati, i docili vecchietti, il fisicato lì vicino, no no...l'avrei impedito.
“Cosa faccio? Busso, aspetto, vado via?” sussurrai alla porta 202, bussai,
“Un momento!” rispose la voce vellutata della ragazzina, avvertivo passi lenti provenire dalla moquette, all'improvviso cambiarono direzione e invece di dirigersi da me si spostarono a sinistra,
“O merda!” non ci pensai due volte, con un calcio energico sfondai la porta, tuttavia non feci altro che peggiorare la situazione, la vampata di fuoco uscì dalla stanza invadendo il corridoio e le altre stanze, un fumo denso, nero come la pece, impediva di respirare, smisi di farlo, la vista si offuscò,
“no no , non ora..!” barcollai, di nuovo quella sensazione orribile di svenimento, frattanto la ragazza più grande aveva raggiunto le scale, ma non vedevo l altra, la ragazzina, quella che sembrava essere   mia sorella, orde di gambe e braccia invasero il corridoio destro, a quanto pare l'incendio proveniva dal secondo piano poiché intravidi il condotto della stanza 202 proveniente dal basso ruggire lingue di fuoco implacabile, pensai a Bella, era di sotto,
“Alzati!” gridai a me stessa sconvolta, lo feci, trovai la forza, andai nella stanza, la ragazzina era svenuta,
“Non sei lei, le somigli tanto ma non sei Cynthia...” le dissi, tanto non poteva sentirmi, la presi tra le braccia, non c era via di fuga dall'esterno, la calca invadeva le scale, era bloccata, l'ascensore fuori uso, mi diressi vicino al balcone della stanza, giù c'era parecchia gente, impaurita che scrutava le fiamme uscire dal tetto, dovevo saltare, o volare via, mi avrebbero vista, ma dovevo salvarla, salvarli tutti. Decisi di farlo ugualmente, la ragazza sembrò rinvenire,
“C-cosa succede? Chi sei?” tremava,
“Andrà tutto bene, ora salteremo e sarai salva...” sentii un fruscio, le ali si aprirono involontariamente,
“No No...” coprii gli occhi della ragazza, troppo debole per muoversi, tentavo di farle rientrare senza successo, forse era il troppo calore,
“Ah, al diavolo!” le spiegai e mi lanciai fuori dalla finestra, mi videro, questo era certo, due uomini invitarono gli altri a guardare nella mia direzione, feci tutto il più velocemente possibile, adagia la ragazza dietro un tram fermo, a 30 metri dal motel, gridai più forte che potevo aiuto e mi fiondai velocemente tra le nuvole, tutto in 10 secondi, ma qualcuno mi aveva vista era inevitabile, tornai dal tetto nell edificio, qualsiasi cosa vedevo muoversi l'afferravo, la portavo in salvo, in punti diversi, velocissima, in tutta quella frenesia, con l'arrivo dei vigili del fuoco potevo riuscirci, vidi Jasper, Edward, fare la stessa cosa, a volte a velocità umana a volte a velocità totale, alcuni applaudivano, benedivano il cielo, una bambina mi vide al terzo piano, era l'ultima ancora cosciente, spalancò due occhioni color cioccolato e sorrise,
“Mamma mamma, un angelo viene a salvarci!” allargò le braccia e mi si fiondò al collo, la presi con le lacrime che scendevano a fiotti, la madre sbucò da un pezzo di calce enorme che le schiacciava la  tibia, lasciai un attimo la bambina,
“O mio Dio...cosa cosa...sei?” vedevo nei suoi occhiali il riflesso delle mie iridi, il blu era così intenso che avrebbe illuminato una stanza buia, riuscì a sbloccarle il piede, non mi toglieva gli occhi di dosso,
“Siamo morte è così!?” chiese tremante ma mi porgeva la mano quasi felice,
“NO no...vi porto fuori siete vive...” ormai aveva capito che ero reale, cosa potevo fare? Evitare di parlare, le portai fuori, stavo per tornare dentro,
“Grazie, forse ho le allucinazioni, o forse è tutto reale, grazie...grazie....hai salvato ma figlia, grazie, grazie...”
“Mammina certo che è reale, vedi è un angelo...” sorrisi a quegli occhioni e volai dentro,
“Alice!” era Jasper, 
“Che fai? Mettile dentro...ti hanno vista?” lo abbracciai, singhiozzi continui mi impedivano di parlare,
“Hey hey, shhh, è finita, i pompieri stanno spegnendo l'incendio, non è rimasto più nessuno, ce l'abbiamo fatta, grazie a te, non è morto nessuno...” mi calmai a stento,
“Si-non so che mi prende- non riesco a controllarmi, a mettere via le ali...” mi accarezzò i capelli,
“Non importa, okay? Andremo via dal tetto, sul retro...” 
“No devo parlare con quella ragazzina, ci deve essere una ragione se era nella mia visione, se ho salvato prima lei...” annuì,
“Quando riuscirai a...” l bloccai,
“no Jazz, ora...non cap...”
“Alice?” una voce conosciuta mi arrivò all'orecchio, la ragazzina era davanti a Carlisle,
“Carlisle ma?” 
“Voleva parlare con l'angelo mi ha detto, mi ha visto ecco saltare dalla finestra, dal terzo piano e...”
“ho minacciato di raccontarlo alla polizia se non m avesse portato da te” concluse lei fiera,
“Stai bene? Eri a mala pena cosciente prima...” Jasper mi strinse la mano,
“Sono passati 30 minuti, aveva solo bisogno di ossigeno...” mi disse Carlisle, eravamo lì da mezz ora ad evacuare esseri umani, accidenti.
“Cavoli...” la ragazza era sempre più eccitata, avvicinandosi,
“Non hai paura di me?” le chiesi
“Non lo so...” si fermò,
“Non avrei mai creduto che...gli angeli esistessero....siete anche voi così?” scrutò Carlisle e Jasper,
“Emm...non proprio.... meglio non saperlo..” disse Carlisle risoluto,
“Mi hai salvato la vita, volevo ringraziarti...” mi porse la mano,
“Anna...sono Anna Brandon...” mi paralizzai,
“Hey, che ha?” cominciai a tremare, 
“Nulla...” tentai di dissimulare,
“E' che, abbiamo lo stesso cognome... hai una parente di nome Cynthia?” chiesi roca,
“Si , è mia nonna...” mi voltai, non riuscivo a parlare, a pensare, cosa avrei dovuto fare,
“Sua nonna conosceva molto bene tua nonna...” la ragazza annui,
“Oh quindi siamo pro-cugine forse...o non so...” sorrise,
“E' incredibile, i vedi, tu non sei sconvolta da quello che vedi? “ mi voltai sbalordita,
“IO...non lo so, mi sembra di conoscerti” 
“Nooo” il pavimento sotto di noi cedette in un attimo, come, l'incendio era passato, non c era più fumo o scricchiolii, 
“Anna?!” fortunatamente il secondo piano era sgombro, 
“Sangue....Jasper non ti avvicinare...” no no non stava succedendo, la macchia rossa sul pavimento si allargava a vista d'occhio,
“Anna , o dio no!” mi avvicinai a Carlisle che le teneva una mano premuta sull'addome, tentava di fermare l'emorragia,
“Resisti tesoro ok?” le mie mani tremavano mentre tentavo di afferrare le sue, Carlisle ordinava a Bella di portargli qualcosa o di chiamare i medici nell'ambulanza, poi parlò a me, non capivo, sentivo solo un rimbombo, mi sentivo legata a quella piccola umana in modo indissolubile, non potevo lasciarla li, dovevo fare qualcosa,
“Alice Alice!” gridò lui fuori di se,
“Riprenditi! Devi andare via, arriveranno i soccorsi, altrimenti non potremo salvarla...” scossi il capo,
“Io resto...” Jasper provò a tirarmi da dietro,
“A-alice t-tu puo...puoi guar-rirmi come pr...prima g-giusto? Salvami..” la voce di Anna da vellutata ora era a mala pena udibile per essere chiamata voce, era pallida, perdeva conoscenza a tratti.
“Non posso farlo, non so come aiutarti piccola...” una rabbia incontrollabile iniziò ad invadermi,
“Oh, no diamine...”
“Carlisle? Cos'ha? Che c'è? Carlisle!” tolse le mani dalla ferita, non ricacciava più sangue,
“Non sento il battito, non respira...è morta” un lampo blu invase tutto il mio corpo, volevo distruggere tutto, tutti, fuggire via, sbattei le ali più forte che potevo e mi fiondai nel cielo.



POV Jasper
“Edward, Edward!” che giornata terribile! Avremmo dovuto darle pace, invece tutto si era concluso nel peggiore dei modi e adesso lei era furiosa, andata chissà dove,
“Lo so, dobbiamo trovarla!” Bella mi affiancò, Carlisle ed Esme ci seguivano a ruota fuori dall edificio,
“Ora, è pericolosa” annunciò Calisle,
“Che? Alice non farebbe del male ad una mosca...” ribattè Bella,
“Amore, è fuori di se, arrabbiata, non riesce a controllarsi...” Edward le prese una mano,
“Aspettate...sento...” continuò,
“La sento, sento i suoi pensieri...” Carlisle si mostrò sorpreso,
“Davvero? E' vicina allora...”
“Molto vicina...” Edward tirò un sospiro di sollievo,
“Dove? Dov'è? “ chiesi impaziente, lui si voltò e indicò dritto davanti a se, in alto, stava puntanto il tetto dell'edificio, del motel,
“E' qui? Ma come...” disse Esmee,
“E' sulla terrazza, è terrorizzata, non sa cosa fare, corri Jasper !” mi fiondai subito nell edificio e arrivai sull tetto, si apriva una terrazza abbastanza grande, lei era lì, vicino al cornicione,
“Ali...” non si voltò, la cinsi da dietro e le baciai la nuca,
“Mi dispiace” non sapevo cos'altro dire,
“Lo so” sussurrò,
“Volevo fuggire, andarmene” disse in un soffio,
“Ultimamente è un desiderio che sento fremente...” disse lei, si voltò a guardarmi, gli occhi arrossati per le lacrime,
“Ma poi mi sono detta, a cosa servirebbe? Incontrerei altre persone, farei loro del male, le farei morire o chissà cosa..”
“Alice tu..”
“Lasciami finire, Jazz, ma come potrei pensare di lasciarvi, la mia famiglia ...te... a volte mi faccio paura, se facessi una cosa del genere non potrei più tornare indietro, e non voglio che che succeda...” la abbracciai,
“Non succederà ok... lo so non è andata come avevamo sperato...”
“stava andando bene...quella ragazza...la nipote di mia sorella...non so...dovevo parlare con lei...mi avrebbe dato delle risposte...” continuò
“E se andassimo da...” mi fermai, gli altri ci raggiunsero,
“Sto bene...” Alice si schiarì la voce,
“Torniamo a casa, è finita...” disse rivolta a tutti,
<< Non è finita...>> tutti ci bloccammo all'istante, portai Alice dietro di me,
“Chi c'è? Chi sei?” dissi esterrefatto, Edward e Carlsile mi affiancarono, a destra del tetto un bagliore bianco venne giù dal cielo, Alice si portò avanti,
“Quella voce....è lei...” cominciò a dirigersi verso la luce,
“Alice ferma!” si fermò, mi guardò spaventata,
“Ho paura...” sussurrò,
“Ma devo avvicinarmi...” lo fece, a poco a poco, davanti la sua sagoma, la luce prendeva forma, si potè distinguere un corpo femminile, capelli lunnghi neri....due ….ali....maestose....più grandi di quelle di Alice,
“Oh mio dio!” Carlisle e gli altri si avvicinarono...lo feci anch'io, Alice era ipnotizzata in realtà lo eravamo tutti,
“Alice...” sussurrò quella voce melodiosa,
“Sono Anna, è un piacere conoscere tutti voi...” disse l'angelo,
“Come fai a sapere il mio nome? C-chi sei?” il bagliore degli occhi blu di Alice era ardente, era luminosa, tanto quanto l'altro angelo,
“Sono...” si fermò, una lacrima le rigò il volto, riuscivo a sentire le sue emozioni, era totalmente commossa e felice,
“Sono tua madre...” credetti che Alice sarebbe svenuta, invece no...ma non pronunciò una parola per diversi minuti, notai allora le somiglianze, i capelli corvini, gli occhi, identici, il viso molto simile,
“So che può essere una notizia, shoccante...ma vedi la tua visione, doveva preparati a questo...”
“Tu non sei mia madre...io non ti conosco...” disse tremante Alice, lei le prese la mano, una nuova emozione,calda, di gioia invase per un attimo Alice a quel contatto,
“E' difficile...lo so...tesoro mio...non sai per quanto tempo io ho desiderato incontrarti...” poi abbassò la voce,
“Ma loro, non me lo permettevano...non...” si fermò, guardo me,
“Credimi, avrei voluto che sapessi la verità fin dall inizio...io e tuo padre...” Alice l'interruppe,
“Mio padre? Non chiamarlo così...sai che mi ha rinchiuso in un manicomio....lui ha rinchiuso sua figlia!! E tu non hai fatto nulla...non potevi farle qualcosa!!! Perchè !” stava indietreggiando, l'angelo cominciò a scomporsi, le forti emozioni la opprimevano decisamente,
“Lo so...io vedevo...io sapevo...sentivo cosa stavi passando... so cosa hai dovuto affrontare nella vita....” si portò le mani alla testa,
“Se avessi potuto ti avrei detto tutto! Ti avrei tirata fuori da li...avrei impedito che diventassi un vampiro....tesoro...devi credermi...” Alice abbassò gli occhi,
“Non riesco a....non so se fidarmi di te...” fu Alice a prenderle la mano, con mia grande sorpresa,
“Prometti che mi racconterai tutto...ogni cosa...su chi sono...sul mio destino...su cosa dovrei fare...” l'angelo annuì,
“O mio Dio ...ora capisco...Anna...tu porti lo stesso nome della ragazzina...tu...mia sorella...è come me...anche lei...no...lei è solo umana?” l'angelo annuì di nuovo,
“Eppure sapeva...per questo ha fatto chiamare sua nipote Anna...è cosi!” 
“Si...l'ha saputo a 18 anni... gliel ha detto tuo madre...non avrebbe dovuto...e loro lo hanno punito...” si morse le labbra,
“Loro..chi sono ?” fu Carlisle a parlare, la donna lo guardò compiaciuta,
“Ve lo dirà Alice, quando saprà tutta la storia...” l'angelo guardò il cielo,
“Non te ne stai andando vero?” Alice la supplicò, la abbracciò, fu la scena più bella che mai vidi in vita mia... le loro ali si illuminarono a tal punto che non riuscimmo più a guardare, quando ruppero l'abbraccio l'angelo sorrise finalmente,
“Devo andare....o loro....Alice non infrangerò la nostra promessa, tornerò...molto presto...e parleremo a lungo...” lacrime argentate riempirono il volto di Alice, automaticamente le presi la mano,avvicinandomi quanto lei all'angelo,
“Siete una famiglia davvero.....grazie...siete perfetti...grazie per esservi presi cura di lei...” poi guardò me, sorridendo,
“Non ho mai visto un amore così forte come il vostro...tu la ami davvero... proteggila sempre...lei ti ha dato l anima...” Alice mi guardò piena di passione, 
“IO la amo, nessuno le farà mai del male...” l'angelo mi prese la mano, un calore meraviglioso mi invase il cuore, una sensazione indescrivibile,
“Alice...?” aveva avuto un altro giramento di testa, guardai Carlisle preoccupato, la madre la sostenne fra le braccia,
“Tesoro, dovrai essere forte...” le mise una mano sul ventre che si illuminò per un istante,
“Cosa...” 
“Forte per tuo figlio...” l'angelo si dileguò così com'era apparso, ero ….non so come mi sentivo, abbracciai Alice, tutti ci circondarono,
“Jazz, io...noi...hai sentito...” annuì,
“Aspetti un bambino...” la baciai commosso.










LA NOSTRA STORIA E' FINITA, BEH SI, E' UN FINALE IN SOSPESO, DIFATTI ORA STA A VOI IMMAGINARE COME UNA NUOVA STORIA POTREBBE EVOLVERSI! SPERO VI SIA PIACIUTA ! BACI!!!

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