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di Zoichi Kuronin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ecco... siamo nei guai ***
Capitolo 2: *** Bel tenebroso da strapazzo ***
Capitolo 3: *** Pesce crudo da combattimento ***
Capitolo 4: *** Elementare Devitto, elementare... ***
Capitolo 5: *** Risvegliamoci tutti in un albergo sconosciuto! ***
Capitolo 6: *** Quel brutto... padrone figo come pochi! ***
Capitolo 7: *** Sento qualcosa di caldo scendere dal naso ***
Capitolo 8: *** Fughe dal maniaco diventato Akuma ***
Capitolo 9: *** Sarà un'occasione per adocchiare belle donne! ***
Capitolo 10: *** Perchè? Volevi che facessi altro? ***



Capitolo 1
*** Ecco... siamo nei guai ***


GUAIO N°1: quando la donna se ne andò lasciando quelle due sole in casa a studiare si fidava.
GUAIO N°2: se doveva proprio lasciarle sole non poteva ignorare il fatto di avere un cellulare.
GUAIO N°3 (che poi sarebbe un consiglio): MAI mettere marshmallow, caramelle e patatine in microonde, perché potrebbe anche succedere qualche brutto e misterioso incidente di percorso!
Si erano appena distese sul tappeto del salotto dopo aver fatto esplodere le varie schifezze ed essersele mangiate eliminando la parola GUAIO dal punto number three, quando ad una delle due venne una cosuccia in mente.
- Pensi che tua madre si arrabbierá per quella piccola esplosione?- fece la bluetta mettendosi le mani sotto la testa per fare da cuscino.
-Fammici pensare ... mi ammazzerá- commentò pensando coi crampi allo stomaco a cosa mai sarebbe potuto capitare loro se la madre della rossa fosse tornata proprio in quell'esatto istante di pace dei sensi.
Il telefono di casa cominciò a squillare ignorato deliberatamente dalla autoletta padrona di casa per alcuni minuti.
Fu il "forse dovresti rispondere, magari è importante" di Miki a convincerla ad alzarsi dopo minuti che suonava.
Alzò la cornetta deglutendo, poteva anche sembrare la persona più estroversa al mondo con i suoi amici e tutti quelli che aveva già visto almeno due volte, però, in realtà, parlare con persone di cui non conosceva il volto le dava una sensazione di inquietudine.
- Pronto?- rispose con voce flebile. Chissà chi era?
_... Un... Due ... Tre... _
Sparì tutto, in un attimo come fosse un sogno. Le pareti si disintegrarono in mille pezzi di puzzle, le foto deformate rotearono vorticosamente dandole un senso di pura nausea, le porte si ruppero, poi con un rumore di vetri che cadono il mondo fermò il suo lungo andare con fare calmo e canzonatorio.
- Mi...ki -balbettò girandosi come se avesse ancora in mano il telefono. Trovò la compagna seduta in ginocchio ancora più confusa. Guardò attorno a sé chiedendosi dove fossero, il terrore non la fece più respirare facendola cadere in ginocchio tossendo violentemente. Dov'era l'aria?
Un qualcosa di mettallico si appoggiò sulla sua tempia puntellata dai dolori lancinanti della nausea.
- Kusa... cosa succede?- farfugliò Miki ormai sull'orlo dello sclero. Anche lei era nella stessa situazione dell'amica.
- CHE CAVOLO SUCCEDEE!?- strillò in tutta risposta Kusa inarcando la schiena dallo sforzo dell'urlo.

ANGOLO DI ZOICHI:
Salve! Allura chiariamo perché vorrei dire una cosa commovente: sto dedicando questa fic all'amicizia che mi lega alla tipa dietro Miki... T^T tvb tiziadicuinondicoilnomeoppurearrossiscie/omiuccidi!
Anyway questo capitolo è piuttosto confusionario e banale ma spero lo stesso in una vostra recensione nei prossimi capitoli (o anche in questo per sapere se vi incuriosisce)! Vabbene a presto! Un bacione da Zoichi Kuronin*vola via*

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Capitolo 2
*** Bel tenebroso da strapazzo ***


Erano in una specie di spiaggia sassosa ai limiti di un bosco scuro dal quale provenivano versi di belve, era quasi notte, una notte viola con una mezzaluna inquietante che faceva la guardia alle stelle quasi invisibili.
-CHE CAVOLO SUCCEDEE!?- strillò in tutta risposta Kusa inarcando la schiena dallo sforzo dell'urlo.
- Ti rispondo io - disse una voce aggressiva aumentando il paso sulla sua tempia - qualcuno ha portato voi due e noi due in questo posto-
Solo allora la rossa si accorse che oltre a quello che la teneva sotto tiro ce ne era un altro che osava minacciare silenziosamente l'amica. La cosa strana era che la loro pelle così apparentemente liscia era di un colore grigio.
- MA CREPA!- gli urló facendo uno sgambetto a tradimento con la gamba scoperta dalla gonna della divisa. L'altro accorse in aiuto del tipo fissandolo ridendosela solo con gli occhi.
Afferrò la mano di Miki con una velocità che non le apparteneva data la sua incapacità a correre senza stramazzare a terra augurandosi che la sofferenza finisse presto presa spesso in giro da colei che dovrebbe comprenderla.
Gli occhiali di Kusa scivolarono a terra romlendosi, non aveva tempo di fermarsi a raccoglierli, al diavolo la sua miopia cronica che era ormai conosciuta da ogni essere vivente in questo e in altri mondi.
- Chissá chi erano- si chiese la ormai talpa che correva retta dalla blu.
- Se vuoi ... ci fermiamo a chiedere!- ironizzò urlandole contro ingiurie peggio di uno scaricatore di porto.
- Non ti arrabbiare adesso!- replicò allo stesso tono rivelando la sua posizione ad un certo orsacchiotto grizly che sonnecchiava tra le fronde degli alberi.
- E CHE CAPPERO!! HO GIÀ FATTO GINNASTICA IO!- piagnucolò la rossa aumentando la velocità in maniera esponenziale.
- CREDIMI: IO NON MI LAMENTO!- controbatté la bluetta a seguito dell'amica.
Vicolo cieco, fu solo quello che ripeterono le due appena accortesi di quell'intrico di foglie. Altre parole che comparirono nella loro testa? Che sfiga nera!
- Kusa... per favore, ora voglio che tu mi ascolti attentamente - ansimò Miki appoggiandole le mani sulle spalle, lo sguardo di puro rammarico.
- SONO STATA IO A CANCELLARTI I DATI DI QUEL GIOCO YAOI!!- confessò gettandosi ai suoi piedi per implorare perdono lasciando sul viso della rossa l'espressione di pura ira. Come aveva potuto?
Dieci secondi, l'animale le aveva raggiunte, otto secondi, le caricava, cinque, si preparava a spiccare un balzo, tre...due...uno... sparo!
Le due avevano visto tutto: la pallottola dorata che entrava, si creava un varco tra i nervi, tra i neuroni infine usciva oltre l'altra parete del cranio con una spruzzata di cremisi. Miki mimò un "fico" con le labbra, la rossa pensò che la carne d'orso poteva essere buona.
- Diciamo che le abbiamo trovate non è vero Jasdero?- cantilenò il moro in direzione del biondo intento a contemplare la bestia ormai morta.
- Devitto e Jasdero sono stati bravi!- esclamò con voce stridula battendo le mani facendo presagire alle due un risveglio dell'intero bosco.
- Hey tu- la indicò quello che Kusa intuì fosse Devitto. Lui la guardava come fosse un giochino, il suo sorriso poteva anche essere considerato serafico oltre che sorione.
- Che vuoi?- domandò sgarbatamente.
- Jasdero ha trovato cibo!- strillò il biondo tirando fuori dalle tasche di Miki una caramella. L'istinto omicida si scatenò in pochi millisecondi e il povero malcapitato si ritrovò un pugno degno di Rocky che lo scaraventò oltre una decina di metri assieme alla sua pistola che venne afferrata con precisione della rossa. Si sorprese perfino di vederci chiaramente.
- Tu brutta... - la pistola gli si posizionò davanti alla gola. Ora la situazioni si erano invertite, se anche lui avesse voluto ucciderla sarebbe sprofondato con lei all'inferno.
Devitto ridacchiò rischiando perfino il soffocamento.
- Tu... vorresti minacciare me?- rise ancora più forte reggendosi la pancia dicendole di piantarla di rendersi solamente ridicola.
- Cosa c'è di divertente?- ringhiò Miki stringendo i pugni, non lo sopportava proprio.
- Jasdero e Devitto sono immortali- spiegò il biondino sistemandosi meglio il gilet.
-Come?- bisbigliarono le due incredule.
- A differenza tua ... - commentò il moro poggiando la pistola sulla gola di lei facendola tremare. Il dito stava per spingere il grilletto lei invece stava per allentare la presa, deglutendo . Le loro iridi si scontravano e quelle di Devitto stavano per avere la meglio. Il dorato e il verde si stavano praticamente uccidendo.
- FERMO!- lo fermò la blu interrompendo quella trance nel quale erano caduti entrambi.
- Dato che siamo nella stessa situazione perché non collaboriamo?- propose trattenendo il respiro. La mano era appoggiata,stretta al polso del ragazzo che la squadrava.
Sbuffò abbassando il braccio, Kusa lasciò cadere a terra la pistola color dell'oro respirando finalmente dopo tutta quella tensione, si sorprese però quando si rese conto che Miki aveva proposto qualcosa di non violento facendola finalmente sorridere dopo tutti quei minuti di terrore puro.
Lanciando uno sguardo fugace alla mezzaluna che si stagliava alta nel cielo viola si chiese ancora una volta:"cosa ci facciamo qui?"

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Capitolo 3
*** Pesce crudo da combattimento ***


Era ormai tardissimo, Kusa pensò che fosse al massimo l'una di notte.
- Ho fame- si lamentò afflosciandosi sui sassi.
- Dividiamoci allora, magari tu e Jasdero potreste rimanere a preparare il campo- propose quella che la rossa definì "una inquietante Miki" data la sua inspiegabile calma, risolutezza e dolcezza, immaginó fosse perché quella brutta bippata compagna di banco scrausa si era pappata la sua parte di schifezze fatte saltare in aria di conseguenza il suo carattere sfascia-scatole era represso.
- Perché fermarsi?- sbuffó Devitto affondando l'idea della bluetta - Continuiamo-
- Ma sei cretino oppure hai semplicemente poco spirito d'osservazione?- fece Kusa irritata, anche solo il suono della sua voce le dava un fastidio immenso.
- Hey qualcuno ha paura...-
- Dico solo che è pericoloso muoversi in quel bosco al buio, non ho intenzione di fare da bersaglio per gli orsi- replicò lei sfidandolo.
- Prima o poi arriverebbe l'alba- ridacchiò come fosse naturale.
- Scordatelo rimaniamo e partiamo domani mattina!-
- No, partiamo ora e senza discussioni- contestò il moro alzando il tono.
- Giammai- tuonò lei battendo i piedi a terra, testarda fino alla fine.
- JASDERO A CHI DAI RAGIONE!?- domandarono in coro voltandosi improvvisamente verso il biondo tranquillamente accovacciato ad accendere il fuoco. Infondo Miki glielo aveva chiesto con gentilezza... a Kusa comparì un ghigno e fece il segno di vittoria godendosi la soddisfazione.
- Fate un po'come vi pare- sputò di malavoglia addentrandosi nel bosco con la scusa di trovare cibo.

- Dimmi Jasdero, come hai fatto ad accendere un falò del genere?- si incuriosì la rossa fissando attentamente le fiamme che gettavano ombre ballerine sui sassi lisci.
- Jasdero lo sa da quando era un bambino, anche Devitto sa accendere il fuoco- esclamò illuminandosi a parlare del fratello. La sedicenne annuì distratta appoggiando i vari stecchi accanto alla piccola catasta di legno che ardeva allegramente.
- Mi chiedo che posto sia questo...-
Il biondo fece spallucce.
- Oi Erba, renditi utile- la schernì il moro con caricato in spalla uno strano pesce enorme quanto lui per lunghezza e il doppio di larghezza. Il tic assassino all'occhio si mostrò presto.
- Come mi hai chiamata?- sibilò tra i denti irritata. Miki si preoccupò vedendo l'aura oscura uscire dai pori dell'amica.
- Non ti piace che ti chiamo Erba*?- sorrisetto irritante su una faccia da ceffoni in sintesi SISUFC.
- No, fa pure,ma se poi domani mattina ti ritrovi senza parti del corpo sappi che mi è dispiaciuto molto - sorrisino più tirato di una corda di violino e mani frementi di rabbia.
- D'accordo... mangiamo?- propose la blu intromessasi nell'amichevole discussione cuore-a-cuore improvvisata.
- Siiiiiii- sbavò la rossa avventandosi sulla povera preda ancora cruda, Miki tirò la coda del pesce usandola come mazza lanciando l'amica in acqua. Nelle fredde acque gelide del lago.
- E-go-i-sta!- si lamentò dalla riva.
- Non puoi mangiare il pesce crudo da appena pescato, se stata tu a farmi una capoccia tanta- le puntò il dito appena in tempo per sentire uno starnuto.

- Ti prego scusa- pregò dall'altra parte del falò.
- Dod ibporta...etcì!- tirò su col naso tremando dal freddo imprecando.
- Tsk e poi sarei io il cretino- rise il moro.
La visuale fu oscurata da qualcosa di caldo. Era un giubbotto. Quello di Devitto!
- Grazi...e...e...etcì!- la testa sbatté sulle ginocchia e Miki cadde dalle risate fracassandosi la nuca con una maledetta pietruzza appuntita.
- Dotte...- augurò la raffreddata stringendosi nella stoffa calda, aveva un profumo di...di... acqua marina e fiori, ecco un altro odore da catalogare: quello di Devitto.
- Devitto è stato buono- fece accennando ad una risara il biondo.
- Sciocchezze - ribatté con un ghigno che, quando si voltò di fianco cambió inclinazione verso il basso.
______________________________________________________
*KUSA significa erba (grazie traduttore!XD)
ANGOLO DI ZOICHI:
eccomi! Sta volta mi sono impegnata sì! E come avevo predetto -magimagia- ho aggiornato il giorno dopo ieri! Eehe ringrazio Lady Red Moon per la recensione! Bene credo andrò a nanna arrivederci e recensite gentaglieria!

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Capitolo 4
*** Elementare Devitto, elementare... ***


- Te lo avevo detto- sospirò solamente.
- Ziddo!- sibilò tra i denti irritata ancora raffreddata stringendosi nel giubbotto - Dando abbiamo faddo betà della strada alla luce del giordo... credo(?)-
Quest'ultima osservazione se la poteva risparmiare.
- Sei certa sia la metá?- domandò lui incurante della rabbia che nella testa della ragazza aveva preso il posto dei neuroni ormai bruciati in cellulare (lasciato in cucina) e PC, tra siti di anime e manga e videogiochi online. Non che Miki fosse messa meglio. Le due erano campionesse olimpioniche di divaning e cellularing agonistico per soli professionisti.
- Kusa-chan... mi manca il cellulare- sbuffò allo stremo la blu. Camminava con la schiena piegata in avanti dalla stanchezza, gli occhi dorati chiusi per lo stesso motivo. Avevano camminato per ore girando a tondo due volte e finendo in due burroni diversi.
- Albeno dod abbiabo idcontrato adibali- sentenziò Kusa avventandosi in quel territorio chiamato "ultime parole famose" pestando la coda ad una specie di lupa intenta a mangiare un qualcosa. La rossa fu attratta dalla sua preda, credendo di essersi sbagliata si fermò seduta sulla terra com'era a contemplare quella parti di corpo ormai ridotte a filamenti di vene e carni scoperte.
- Kusa!- chiamò Miki terrorizzata.
La lupa caricò avventandosi sulla sedicenne intenta ad osservare il suo prezioso pasto. Una folta chioma bionda la scaraventò con un calcio tra le costole facendola sbattere contro un cespuglio spinoso, una punta le su conficcò nel cuore e guaendo morì dissanguata.
- Cretina! Mi hai fatta preoccupare!- rimproverò la blu abbracciandola. Notò che lo sguardo dell'amica era altrove, seguendola notò due gambe, una mano e mezza pallina bianca che a prima vista pareva un occhio marrone.
- Quello... -
- Finalmente la prova che cercavo! Alla faccia tua Devitto!- cinguettò orgogliosa di avere ragione.
Jasdero si avviccinò al fratello squadrandolo incuriosito, l'altro fece lo stesso alzando le spalle e grattandosi la nuca.
- Ammira!- indicò col braccio una parte del terreno dove campeggiava un cadavere.
- E allora?- uno sbuffo era simbolo che la stava schernendo e voleva ridere - Uno sfigato addentrato nella foresta viene attaccato e tu te la ridi-
- È qui che volevo la tua attenzione: un semplice abitante di una città come questo qui non si avventurerebbe mai in un bosco se non per trovare legna, immagino sia qui da alcune ore anche le sue impronte provengono da est ergo... ci deve essere un centro abitato qui vicino, altrimenti da dove sarebbe venuto?- tirò su dalla pipa(?) prendendosi il mento con una mano, il raffreddore era miracolosamente sparito nella foga del momento - Elementare Devitto, elementare- ridacchiò soddisfatta.
- Certo... O potrebbe essere un viaggiatore - si strinse caricandosi in spalla la carcassa a pezzi.
- Dove lo porti?!- chiese esaltata Miki. Amava tutto ciò che era macabro e il fatto che avessero trovato un cadavere la rendeva particolarmente eccitata.
- Se come ha detto Erba c'é una cittá qui vicino è meglio che lo seppelliamo lì no?-
- Io mi oppongo!- protestò la rossa alzando la mano in stile matrimonio - Non possiamo portarci dietro un morto. Oltre a puzzare mi fa schifo!- ammise lanciando uno sguardo disgustato al povero malcapitato.
- Potremmo seppellirlo e poi se proviene da un posto qua vicino basterá dare ai familiari l'ubicazione - propose amaramente abbassando lo sguardo. A parlare di morti una voragine le si apriva come se un coltello seghettato le si fosse piantato nel braccio e l'unico modo che aveva qualcuno per toglierlo fosse tirare in giù.
- Una specie di funerale?- sbuffò Miki. Odiava dover andare ai funerali specialmente dopo l'ultimo...
- Non chiedo di celebrare una messa però... vorrei che almeno la sua anima vivesse in pace con Dio...-
- Ameen!- interruppe irriverente la blu annoiata - Non eri tu a dire che le cose da chiesa non fanno per te? Siamo le uniche cristiane in tutto il Giappone (più o meno) e tu vorresti farmi credere che questo tipo ti fa pena?-
- Non dico questo ... ti prego! Vorrei almeno togliermi questo tormento dalle spalle- ammise francamente avvicinandosi al moro.
- Io odio Dio e Dio odia noi quindi vedi di fare in fretta- sul braccio, tenuto come avesse un'asciugamano, le porgeva l'uomo.
Kusa si chiese come fosse possibile che Dio potesse odiare ed essere odiato.

- Ecco fatto!- tolse la polvere dalle mani e dalle ginocchia indolenzite.
- Perché anche Jasdero e Devitto hanno dovuto aiutare?- protestò il biondo. Aveva fatto troppe cose in un giorno solo per niente piacevoli: si era svegliato di buon ora, era caduto in un burrone assieme a suo fratello, aveva ucciso una bestia e ora finiva di sotterrare uno sconosciuto.
- Perché due povere donzelle indifese non potevano di certo sotterrare un uomo adulto- mentì spudoratamente lei slegandosi i capelli.
- Potevi anche farlo da sola- bofonchiò Miki ravvivandosi la solita coda alta.
- Invece no -
- D'accordo... ci muoviamo?-
I quattro si mossero ma divennero tre a muoversi poiché dopo un'oretta circa Miki crollò dal sonno sbavando sul terreno abbracciandosi per essersi scambiata per un peluche.
- Vedo delle somiglianze tra lei e un peluches!- rise la ragazza accarezzando i capelli della blu. La mise in spalla facendo qualche prova di movimento con della zavorra.
Un'ora dopo:

- Quanto manca?- buttò fuori ormai retta solo dalla forza di volontà che andava scemando sempre più.
- Non ne ho la più pallida idea... che hai?- si era appena reso conto che la ragazza camminava con gambe molli. Teneva le labbra strette e le mani serrate nei polsi della blu.
- Per caso Kusa si sente male?- ipotizzò Jasdero.
- Non è quello... - balbettò continuando a camminare imperterrita.
- Allora cosa?- domandarono all'unisono i gemelli lanciandosi occhiate d'incomprensione.
- Dovrei...- strinse i denti - fare pipì-
La risata che dovette sopportare fu tremenda, il tic nervoso all'occhio la fece impazzire e lo stimolo del bagno cresceva.
- Muoviamoci deficienti!- strillò in preda a un raptus di follia mangia-uomini.
- Vai tra i cespugli e falla, no?- propose indicando le foglie.
- Ho paura di andare da sola e quelle foglie sono poco rassicuranti- commentò lanciando un piccolo sguardo al luogo indicato.
- Se vuoi vengo con te- il suo sorrisino voleva dire tutto e niente.
- Ci sarebbero sempre dei pericoli anche se ci fossi tu- disse spostando il peso da un piede all'altro. A quanto pare non aveva capito l'intenzion perversa, oppure l'aveva capito e faceva finta di niente.
-Sali - ordinò il moro inginocchiato davanti a lei. Era contrariato dalle sue stesse azioni, da quando erano finiti lì non faceva altro che accontentare e darglela vinta a Erba, ci aveva lavorato un po'più del solito ma alla fine aveva trovato il modo di farla infuriare.
Lei non esitò e salì strangolandolo in un primo momento con le braccia per evitare di cadere e per trattenersi di più. Lasciò la sua amica nelle mani del biondino, di lui si fidava, del fratello un po'meno.

- Luci! - fece Kusa sistemandosi meglio.
- Siamo arrivati finalmente?- russò la blu strofinando la guancia nel petto del ragazzo.
Era ancora notte ed erano tutti esausti, tuttavia fecero un ultimo sforzo constatando che era uno strano villaggio, o almeno questa era l'impressione delle due ragazze. La gente indossava vestiti bizzarri come bustini ottocenteschi su camicette alla metallara e pantaloncini cortissimi e fermagli stravaganti, vecchi abiti da contadino medievale...
- Siamo entrate in Fairy Tail o che?-
- Quello è un albergo- strillò Jasdero mettendo giù Miki ormai sveglia.
- Il problema é che non abbiamo un soldo per pagare una stanza - sospirò la blu mentre la sua amica frugava nelle maniche del cappotto incuriosita. Le pareva di aver sentito un certo peso di troppo da quando lo aveva messo.
Tirò fuori un sacchetto rigonfio di qualcosa. Produceva un suono di metallo che sbatte e ad aprire non si sorprese: monete dorate e argentate racchiuse in due decimetri quadri. Non erano monete conosciute oppure Miki avrebbe cominciato a descrivere nei particolari perfino il centesimo meno usato.
- Wow! Avevi una piccola fortuna! Speriamo solo ci sia il bagno!!-
Gli altri tre risero, un po' per la stanchezza e un po' per il sollievo di aver trovato un albergo e quindi la possibilità di riposare finalmente dopo un giorno di cammino.
Il sole cominciò a rischiarare il cielo pian piano, la luna passò il posto al sole e le luminose stelle sparirono lasciando il posto all'azzurro del giorno.

Selena sorseggiò dalla tazza godendosi l'alba che nasceva, la sedia era decisamente troppo grande per una bambina di sette anni. Se il suo papá fosse tornato scoprendo il "nuovo ospite" nella camera al secondo piano...
A parlar del diavolo si vedono le corna: l'uomo era sullo stipite e si grattava la testa riccioluta ancora mezzo addormentato.
- Buongiorno! Come stai? Ti ho trovato svenuto ora sei in mani sicure tranquillo!-
Lui annuì abbozzando un sorriso, la sua missione iniziava da subito.

ANGOLO DI ZOICHI: Eccomi! Il 4° capitolo è finalmente arrivato! Vi lascieró col punto di domanda riguardo gli ultimi due personaggi per alcuni capitoli (uno o due massimo), ma vi farò dire "lo sapevo" quando rivelerò i... SPOILER! Vi auguro buon Natale in anticipo nel caso non riesca ad aggiornare prima del 24/25! Un bacio

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Capitolo 5
*** Risvegliamoci tutti in un albergo sconosciuto! ***


Spalancò gli occhi e avvertì un tremendo mal di testa, aveva dormito per non si sa quanto ed ora voleva solo mangiare ogni genere di pietanza conosciuta e sconosciuta. Sperava che, stando in camera, sua madre l'avrebbe chiamata ma le avrebbe portato la colazione con qualche imprecazione per il ritardo.
Si sistemò la coda blu lanciando uno sguardo di sfuggita ad uno specchio che occupava l'intera parete. Che cappero... lei non aveva mai avuto uno specchio! Anche perché, a detta sua, si sarebbe incrinato ogni mattina data la sua faccia da zombie. Altro che Sankarea.
- Buongiorno Miki - sbadigliò l'amica al suo fianco. Sul momento la bluetta dovette fare mente locale, appena si rese conto di ciò che fosse successo ci mancò poco che non cadesse dal letto rompendosi qualcosa, in effetti si ritrovò a dover accarezzare di collo il tappeto.
- Dove... ah ora ricordo!- fece rizzandosi a sedere. Scrollò la rossa vedendola scivolare oltre il bordo del letto singolo con un urletto esilarante.
- Tutto apposto?- rise lei aiutandola a tornare sulle proprie gambe. Kusa si strofinò gli occhi semiaperti sbadigliando delicatamente.
- Che ne dici? Ce ne andiamo?- propose Miki afferrando la maniglia quasi fosse già tutto deciso. Naturalmente la sua migliore amica non era per nulla capace di intendere e di volere quindi le lasciò alcuni secondi per rispondere.
- Non lo so... penso che forse dovremmo rimanere e sapere cosa ci è capitato - propose fermandola con la sola forza delle parole pronunciate a bassa voce.
- Quanto pensi di resistere?-
- Altre otto settimane più o meno- calcoló contando con le dita.
- D'accordo ma alla prima occasione tagliamo la cor...-
- Chi vorrebbe tagliare la corda?- bofonchiò il moro entrato con fin troppa nonchalance. La sedicenne ce lo aveva proprio davanti.
- Assolutamente nessuno - mentì a braccia conserte la blu evitando di guardarlo negli occhi.
- Jasdero pensa che Miki stia dicendo una bugia- strillò il biondo fracassando i timpani delle due povere ragazze ancora lievemente sottomesse da Morfeo.
- Tsk, cavolate!- annusò poi l'aria con aria attenta, pareva un segugio - Cibo!-
Quella disgraziata si fiondò oltre la porta, volando sopra le scale e buttandosi tra le vivande pazzesche appostate su di un tavolo.
- Sempre la solita - sibilò ridacchiando internamente la rossina.
- Ah a proposito - si tolse velocemente il cappotto tirandolo in testa a Devitto senza nemmeno volergli davvero oscurare la vista -grazie-
- Credo di non aver sentito- si avvicinò con la mano all'orecchio canzonando la ragazza che lo aveva trattato male fino a qualche ora prima.
- Amplifon- gli urlò a pieni polmoni fin troppo vicino all'apparato uditivo del giovane, il quale si tappò la parte ancora pulsante mettendosi ad inseguire quella brutta... erba.
Un suono lungo e vuoto lo bloccó uccidendolo dalle risate.
- Certo che è davvero facile capirti!!- e si rotoló reggendosi la poncia che minacciava un esplosione. Quella era un libro aperto, piangeva e rideva con niente.
Kusa si rese conto di un dettaglio piuttosto strano in quel momento di imbarazzo totale.
- Ditemi una cosa ...- girò il capo anche nella direzione del secondo gemello scrutandolo attentamente - come mai ora la vostra pelle è normale?-
Avevano lo stesso aspetto certo peró la loro pelle ora era candida e liscia, brillava quasi alla luce del sole. Quelle strane forme molto simili a dei rombi erano sparite dalle loro fronti.
- Questa era la forma di Jasdero e Devitto prima di diventare No... - il cuscino lo fece indietreggiare - DEVITTO È CATTIVO!!!-
- Hai parlato troppo idiota!- era lievemente infuriato e sinceramente la rossa non aveva voglia di finire male per colpa di un semplice sbalzo di melanina.

- Lavoro?- ripeterono i tre ragionando su quella strana parola che non aveva sfiorato le loro menti manco a pagarlo oro.
- Avete sentito bene! Vedete, siamo finiti qui per nonsisaqualemotivo, e abbiamo trovato dei soldi per miracolo - Kusa camminava avanti e indietro addentando il cosciotto che teneva saldo tra le mani, era il diciottesimo che ingurgitava in quella mattinata - ritengo che sia opportuno sopravvivere e adattarci, sono certa che riusciremo a trovare un qualcuno che sappia dirci qualcosa!-
Gli altri erano rimasti basiti valutando la proposta.
- A me basta avere del cibo, il resto non conta-
- Se trovare qualcuno che ci aiuti a tornare a casa vuol dire qualcuno che ci aiuti a starti lontana, mia cara Erba, siamo pronti per lavorare- il moro fece spallucce, il biondo era ovviamente intenzionato a seguire il fratello incondizionatamente.
- Perfetto, la missione "torniamo a casa" comincia ora!-

Il giorno dopo:

L'albergo sarebbe stato il loro quartier generale, era deciso ormai. Ognuno aveva il compito di cercare un impiego buono, non che i soldi trovati fossero pochi. Il valore approssimato era tale da permettere loro di comprare una vera casa, ma per evitare di sprecarne troppi e rimanerne senza proprio nel momento del bisogno se li tenevano "sotto il materasso".
Miki tornò dalla "ricognizione" raggiante come non mai.
- Buone notizie gente!- esclamò investendo il povero Devitto. Il ragazzo sbuffò sotto il peso della blu ancora con tutta l'adrenalina che le scorreva a mille.
- Quali sarebbero queste notizie? Hai trovato lavoro?-
- Sì! Non solo io, ma anche voi potete venire con me! Ho saputo che ad una villa strafiga qua in periferia c'era uno strafigo che cercava domestici quindi sono andata da lui e... -
- E?- pretesero Jasdero e Kusa addossati ai due ancora a terra.
Dopo aver ripreso fiato si lasciò sfuggire uno scherzoso: - Ed era davvero figo!-
-Bene quando si comincia?- la rossa cominciò la strada sotto effetto della parola "figo".
- Come se potesse volere una come te- sbuffò il moro ridacchiando.
- Cosa vorresti dire?? Non sono carina secondo te??-
- L'unica cosa che va bene è il corpo, la faccia è assolutamente quello che rovina tutto- fece diffamante indicando il complesso.
Il ceffone che gli arrivò lo riscosse. Come aveva potuto quella brutta... erbaccia?!!

ANGOLO DI ZOICHI:
KUSA: Strafigone ....• ╥╥ •
MIKI: Strafigone .... • ╥╥ •
JASDERO: Come mai Kusa e Miki sanguinano dal naso?
DEVITTO: Perché sono due imbecilli
*passano la cameriere del prossimo episodio*
DEVITTO: X ╥╥ X (sprut)
Ci vediamo nel prossimo episodio, ringrazio Naikekagamine per la sua recensione (e le pressioni che mi fa da un po' per questo capitolo) ci vediamo domani a scuola e ci sentiamo al prossimo capitolo, bye!

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Capitolo 6
*** Quel brutto... padrone figo come pochi! ***


Avevano deciso di comune accordo che, anche se la villa fosse stata enorme quanto la piramide di Cheope non avrebbero in nessun modo fatto una faccia sorpresa o in qualche modo strabiliata. Dovevano mantenere un profilo serio e professionale.
Miki era riuscita a far indossare (con le unghie e coi denti ovviamente) il frac ai due gemelli. Con Jasdero era stato piuttosto facile, fu Devitto l'osso duro.
- Sei riuscita a farli vestire come si deve?- domandò di ritorno dalla stanza da bagno quella che a prima vista i ragazzi scambiarono per una sconosciuta.
- K/E...Kusa/Erba?!- urlarono tutti increduli.
Le gambe perfettamente lisce e chiare ricoperte per tre quarti da delle parigine e dalla gonna molto corta, la parte superiore sul punto di esplodere da tanta abbondanza nascosta dalla divisa piuttosto sporca gettata in una tinozza d'acqua. Le labbra erano di un rosa chiaro e travolgente, gli occhi dorati ornati da una matita nera sottile, le guance lievemente rosse da tutti quegli strani sguardi.
- Devitto - con grazia lo prese per l'orecchio indicandogli il completo da cameriere comprato qualche ora prima -indossalo subito-
Il moro era ancora a bocca aperta. Quella era davvero Erba?

- Lo avevamo promesso...-
- Già, ma nonostante tutto...-
- CHE FIGATA!!!- urlarono i due gemelli.
- Potete dirlo forte - disse la blu sistemandosi la cravatta, non avrebbe indossato quel completino da fanatico degli ecchi nemmeno sotto le peggiori torture. A costo di andare in giro nuda come un verme.
- E io che volevo vederti vestita da ragazza- sbuffò la rossa piegandosi per sistemarsi la scarpa.
- Non ci pensare nemmeno Kusoshika-
A sentire il suo vero nome avvampò raggiungendo il colore dei suoi capelli stessi. - M...Miki!!! Non chiamarmi Kusoshika!!- strillò nascondendosi il viso tra le mani. Bella amica! Sperava solo che gli altri non avessero...
- Il tuo vero nome è Kusoshika?- troppo tardi. "Gli altri" in questione si rotolavano a terra reggendosi la pancia dalle risa.
- Piantatela coppia di imbecilli! Non che i vostri nomi siano tanto normali!-
- Meglio di Kusoshika!- ribattè Devitto -I tuoi devono essere stati davvero ubriachi il giorno in cui hanno deciso il tuo nome-
I suoi ... già non aveva ancora pensato che i suoi genitori da quando era capitata lì. Quando sua madre sarebbe tornata di sicuro sarebbe morta d'infarto poi avrebbe chiamato papà che avrebbe aumentato ancora di più la tensione facendo schizzare le paure della moglia a livelli stellari. Probabilmente avrebbero telefonato anche al padre di Miki implorandolo di perdonarli per essere stati degli incoscienti. Avrebbero sguinzagliato l'intera polizia giapponese se fosse stato necessario. Si immaginava soprattutto il loro dolore e le loro lacrime. Tante, tantissime gocce salate e amare per non averle trovate.
- ...sa ... Kusa, hey?- la mano che le si poggiò sulla spalla era quella della sua migliore amica, così calda e grande. I mesi che separavano le loro nascite erano più o meno otto e spesso recitavano la parte della "senpai maschiaccio" e della "kohai imbranata". Una volta avevano dovuto perfino smentire delle voci riguardante una loro relazione. Erano sempre assieme sia a scuola che fuori, conoscevano alla perfezione ogni paura, ogni punto debole, ogni neo dell'altra.
- Scusa Miki... ero un attimo assorta nei pensieri- ammise abbozzando un sorriso.
- Allora asciugati le lacrime sei ridicola- il moro le schiaffò un fazzoletto proprio in faccia facendole uscire un mugolio di spavento.
- G...grazie- Devitto si sciolse lievemente la cravatta andandosene verso la porta.

- Sono felice che siate venuti per l'annuncio, ultimamente è difficile trovare camerieri ben disposti e preparati- il padrone di casa fece una riverenza e il moro tossicchiò un insonorizzato "gay" avvertito solo dal piccolo gruppetto che gli stava dietro. La ragazza accanto gli tirò una gomitata tra le costole.
Il castano che stazionava di fronte a loro prese la mano di Kusa e le diede un bacio creando una reazione a termometro.
- Più di tutto sono a dir poco onorato di avere tra il mio personale una bella ragazza come voi- a quei complimenti i capelli della rossa erano decisamente troppo pallidi per star dietro alla colorazione della pelle.
- Sisì ... l'onore è tutto nostro... lasciate che ci presentiamo...- la blu tirò indietro l'amica con un lieve strattone per evitare che si fondesse - il mio nome è Michael e sono il fratello di Kusoshika.- indicò la cameriera ancora nel mondo dei bei occhi verdi - Quei due invece sono Devitto e Jasdero... sono i nostri...-

-FIDANZATI???!- protestarono i tre ringhiando contro il "maschio improvvisato".
- Avevate opzioni migliori?-
- Cugini, conoscenti, colleghi- propose Devitto - In questo modo però diventerai gay-
Miki si sistemó i ciuffi ormai corti davanti allo specchio. Si sentiva finalmente libera dopo quel taglio.
- Beh... ormai è fatta, d'altro canto non penso che crei a quello qualche problema, piuttosto Kusa...- si interruppe lanciando uno sguardo alla bella signorina che le teneva la testa appoggiata sulla spalla facendole i complimenti - Adeline ha detto che devi portare gli asciugamani puliti in camera del capo-
Gli occhi le brillarono.
- Ordine e pulizia!- recitò allegra affondando l'abbraccio sulla blu. La loro solitudine era la loro forza, sin dal primo incontro.
- Buon lavoro!-
Adeline era la capo-cameriera, una ragazzina alta dalle lunghe trecce nere e gli occhiali tondi. Era stata buona e paziente, aveva indicato ogni stanza possibile immaginabile.
La rossa imboccò dalla lavanderia esterno il primo corridoio a destra. Aprì due o tre porte rimanendo sbalordita dallo sfarzo impeccabile di ogni singolo angolo. Anche i rari granelli di polvere emanavano un'aura splendente e regale.
Salutò con un cenno due sue colleghe salendo la lunga scalinata.
Durante il terzo corridoio del pomeriggio inoltrato di quel suo primo giorno di lavoro si ritorvò a dover imprecare a bassa voce. Il vestito era impigliato ad un candelabro strappando una piccola parte, ma niente che un colpo d'ago non possa far scomparire.
Promemoria: mai andare a lavorare con vestiti così corti. Si vedevano quasi le mutande!!
Camminò col dorso a muro per alcune scale, due sale da ballo ed un salottino.
Diede lo sprint finale piombando in camera nel momento più sbagliato di tutti.
A quella visione (per quanto celestiale) dovette tassativamente avvampare sentendo un certo caldo. L'odore che aleggiava le faceva giarare vorticosamente la testa.
- S...signore... i...io chiedo umilmente scusa!!- l'imbarazzo le aveva fatto cadere tutti gli asciugamani e dovette abbassarsi a raccoglierli.
Chiudendo gli occhi attraversò quello spazio che la separava dell'armadio, pareva di essere in una strada infinita.
- Non volevo farvi arrossire signorina- si scusò avvicinandosi pericolosamente. Non era il fatto che era a torso nudo che faceva diventare paonazza Kusa, era piuttosto l'atmosfera che veniva a crearsi con tutto il bouquet di odori che le impediva di pensare lucidamente.
Lei si mise una mano sul viso respirando affannosamente. Da quando l'aria non c'era più?
- D...devo anda... -
- Rimanete- la fermò con voce suadente costringendola in pochi passi alla parete -insisto-
La mano dell'uomo le accarezzò la gamba avvicinandosi sempre più fino a far sentire il suo respiro.
- St...sta...- in pochi millesimi di secondi si ritrovò distesa sul letto enorme che era incredibilemtne morbido. Era come se tante braccia la tenessero ferma mentre le mani di quel tanto (sbavato) adorato "padrone" le attraversavano di carezze l'intero corpo.
- Andrà tutto bene, so che è ciò che vuoi ...- che fine aveva fatto la cortesia del "voi"?
- T...ti stai sbaglia...- un dito le si appoggiò delicatamente sulle labbra rosa dopo quella ripassata di trucco sul quale aveva impiegato qualche quarto d'ora.
- Non serve che provi a negare, non devi avere paura, sono qui con te bellissima- sussurrò facendole venire una scarica di brividi che peggiorarono la situazione facendo cogliere segnali diversi all'altro, stazionava sopra di lei con un sorriso tendente più che altro al folle, con occhi profondi illuminati da una luce accecante di desiderio.
Il colpo secco le strappò il vestito raggiungendo il seno che, fortunatamente, era abbastanza grande da impedire altri strappi improvvisi, ma a quel castano bastava anche solo una piccola parte di gonna e si sarebbe sentito appagato.
L'odore aveva appena preso forma, le entrava nelle narici attaccandosi ai polmoni, ansimò disperatamente in cerca di aria e l'altro la prese come un altro segno.
- KUSA!- la voce del moro le arrivò quando ormai i sensi di nausea avevano raggiunto un livello di sopportazione fin troppo alto perfino per lei.
- Dev...- si sentì portare verso l'alto, lo stomaco sbatté contro una spalla (credo) e poi la vista partì lasciandole godere di una visione nera.
"Se devo morire, fa in modo che i miei amici si dimentichino di me" pregò scivolando nell'oblio.

L'uomo si sistemò il guanto con i denti annodando meglio la cravatta nera.
- Sei pronto?- curiosò la piccola sbucando alle sue spalle, salendoci pure. Lui le diede un buffetto sulla guancia, per quanto possibile dalla sua posizione annuendo.
- Ti aspetto fuori-
Rimasto solo toccò lo specchio sorridendo compiaciuto, la missione stava procedendo fin troppo tranquillamente, era d'obbligo un po'di pepe no?

ANGOLO DI ZOICHI:
Lo so, lo so Kusa sta facendo troppo la protagonista lasciando in ombra Miki, ma ancora per poco perché nel prossimo capitolo sarà la nostra blu a sorprenderci!
Arrivesorci e recensite!
P.S. Grazie Naikekagamine ;)

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Capitolo 7
*** Sento qualcosa di caldo scendere dal naso ***


Aprì le palpebre avvertendo una certa corrente d’aria alla pancia e alle gambe. Le braccia tiravano e le facevano malissimo, per non parlare poi del collo che le lanciava fitte dolorose a tutta la spina dorsale. Sbattè più volte gli occhi accecata da tutto quell’oro. Le pareti che le ricoprivano la testa erano in pura roccia, il pavimento era coperto da monete luccicanti, gioielli e corone platinate.
- Dove…- avvertì un senso di nausea non indifferente e si trattenne guardandosi meglio attorno soffermandosi sui suoi polsi stretti in lunghi nastri rossi che terminavano in un grosso masso schiacciato ai lati di quella che a prima vista sembrava una grotta.
- Ah, ti sei svegliata …-
Voleva urlargli contro le peggiori ingiurie, parolacce, bestemmie... insomma lo voleva ammazzare, non avesse avuto quel dannato senso di nausea, avvertiva ancora l'odore dolciastro della stanza precedente.
- Ma staccati una gamba- sputò strizzando gli occhi e i denti dal dolore.
- Ahiahi, mi sono comportato bene fino ad ora, che sgarbata. Mi deludi- sospirò scuotendo la testa passandosi una mano tra i capelli.
- Quindi mi lascerai andare?- gli occhi di Kusa brillarono di speranza.
- Ovvio che no-
La ragazza, sotto quegli sguardi avvertì l'irrefrenabile voglia di coprirsi il corpo con qualcosa, l'abito che indossava in quel momento era una specie di costume da bagno con delle cinghie al busto (giusto quello che bastava per coprire i capezzoli) e le braccia. Non era esattamente il genere di vestito che avrebbe indossato per andare in giro (sia mai), forse però per festeggiamenti come halloween.
- Vedo che l'abito che ho scelto non ti delude, se vuoi potremmo disfarcene-
- Ma anche no!- interruppe paonazza. Tentò di controllare i battiti del cuore, ispirò stringendo i pugni tremanti e deboli.

- COSA?- strillarono i sue agitati lasciando cadere la sua testa sul pavimento.
- Quel FIGODELLAMADONNA ha rapito Kusa?- Miki andava avanti e indietro, mangiandosi le unghie a sangue, pestando i piedi nervosa.-Dov'è sparito?-
- Ho visto che se ne andava verso le montagne, poi sono svenuto- ammise passandosi la mano sulla botta che gli aveva regalato una bozza sulla testa ancora dolorante.
- Che cazzo di immortale sei se svieni?-
- Sono immortalate, non invul... Jasdero?- si rizzò in piedi guardandosi attorno preoccupato. Dov'era finito suo fratello?

- Non toccarmi... - la sua mano le toccò una spalla e provò il suo peso, i muscoli le tirarono ulteriormente facendole uscire un gemito traditore.
- Ah, che voce sublime, voglio sentire i tuoi lamenti molte molte più volte, cara Kusoshika- le guance dell'uomo si tinsero di rosso e il suo respiro era affannoso, disgustoso.
- I miei amici arriveranno presto ... e te la faranno pagare- fece tra i denti resistendo ai continui spostamenti, non avrebbe retto ancora per molto.
- Amici?- ripeté avvicinandosi pericolosamente a lei.
- Moriranno prima di uscire dalla villa- sentenziò una voce a lei familiare. Adeline? - Ho dato ordine mio signore-
Gli occhiali erano stati tolti e così i fiocchi che le legavano i capelli in due treccine. I lunghi capelli fluivano nel vento proveniente da fuori, ciò che indossava era pressoché identico a quello della prigioniera.
- Ben fatto- il suo signore con un balzo le fu addosso e le accarezzò amorevolmente la guancia dandole un bacio. Per poco la rossa non vomitò, beh almeno finché non toccavano lei era tutto a posto.
- Padrone!- altre donne entrarono da chissà dove e lei lo massaggiarono, lo baciarono e lo abbracciarono, era una specie di harem. Si stupì a vedere anche una bambina tra loro, pareva avere più o meno dieci anni.
Tentò, nella distrazione di tutti di liberarsi dai nastri stretti attorno a lei, non avvertiva quasi più le dita. Dolori in ogni parte del corpo.
- Aiutami ... Miki ... per favore...- pregò in un sussurro sperando di non versare lacrime.

- Merda! merdamerdamerdamerdamerdamerdamerda!- urlò per tutto il tragitto fino alla porta principale, aveva evitatao tutte le cameriere e i maggiordomi, ad uno aveva anche storto il braccio e il collo, era evidentemente sulle spine e Jasdero era sparito nel nulla. Il secondo gemello la seguiva ripetendo una lunga fila di bestemmie stile "scaricatore di porto".
- Siamo arrivati- esclamó aprendo velocemente le ante, le sue speranze stavano svanendo e la ferita che le si creò sullo stomaco dopo quella lancia conficcatasi nei suoi organi, le lasciò sfuggire del sangue dalla botta insieme ad un ultimo impercettibile "merda".

- Dovresti fare almeno un mezzo sorriso, stai entrando a far parte del mio harem- provocó il castano dall'alto del suo trono.
- Scherzi non è vero?-
- Dovresti smetterla di pensare ai tuoi amici, loro moriranno- con facilitá disumana sottolineò la parola "moriranno".
Dalle labbra screpolate ancora incerate di rossetto uscì lo sbuffo di una risata.
-Due di loro sono immortali, l'altra invece non creperà di certo prima di avermi trovata!-
- È presto detto- un'ancella, se così si può definire una donna bellissima dal seno scoperto ed i pantaloni a palloncino completamente invisibili, gli portò una bellissima tazza di the che si frantumò al contatto con quelle sue labbra.
Tutte le concubine urlarono, all'entrata c'erano tre figure, una gobba, due dritte e minacciose.
- Ragazzi!- non riuscì più a trattenerle, le lacrime le rigarono il viso contorto dalla gratitudine e lo sfogo di dolori che si sarebbe risparmiata.
- Sta tranquilla Kusa! Innocence, attivati!- il braccio della sua amica, da lievemente muscoloso dati continui allenamenti, diventò una specie di enorme uncino metallico con una bellissima croce verde luminescente sul dorso di quella specie di mano che veniva a formarsi.
- Innocence?- una parola sola, la conosceva... ricordava di averla giá sentita, quelle sillabe le scorrevano nella testa provocandole fitte peggiori tanto da non accorgersi che era tra le braccia della blu.
- Amica mia...- chiamò affondando il viso tra le pieghe della sua camicetta. Voleva sapere se era davvero lei, se stava davveri bene, se per venire lì aveva sacrificato qualcosa.
- Kusa è vestita in modo molto strano, sento qualcosa di caldo scendere dal naso- la voce acuta del biondo aumentò le lacrime.
- Piantala Jasdero!- lo ammonì il moro - Anche se, vestita così non sembr apoi da buttar via-
Kusa alzò lo sguardo verso Miki. Quegli occhi decisi potevano solo appartenere a lei, quella sicurezza e delicatezza mancata la contraddistingueva. Si allungò fino a darle un bacio sulla guancia.
- Mio principe!- ridacchiò asciugandosi una lacrima.
- E adesso... uccidiamo il Bastardo!-

ANGOLO DI ZOICHI:
At first: grazie Naikekagamine per avermi aiutato con le paroline delicate! I copia e incolla fanno miracoli! XD
Anyway... mi auguro che questo capitolo vi sia piaciuto, esco dopo molto e anche se mi odierete, mi piacerebbe sapere se almeno il capitolo è un buon riscatto!
Ci vediamo il prossimo capitolo!!

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Capitolo 8
*** Fughe dal maniaco diventato Akuma ***


-...incredibile- si lasciò sfuggire solamente la rossa. La sua migliore amica, quella che ogni santa volta che andava a vederla ad un allenamento di kendo la colpiva regolarmente solo per sentire quali suoni produceva la sua testa dall'oggi al domani, la stava proteggendo in maniera... DEL TUTTO SBAGLIATA!
Era partito tutto benissimo: entrata alla "LIKE A BOSS", momento fluff tra loro due con sbrilluccichii e bollicine di sfondo in omaggio e momento di figaggine assoluta nello schivare delle concubine incavolate e nel farsi appoggiare delicatamente a terra con un sorriso della serie "Non temere, ora ci sono io... e appena finiamo facciamo finta che io sia un ragazzo e concludiamo questa fanfiction cambiando il "tipo di coppia" da HET a YURI", peró...
- MALEDIZIONE!- boccheggiò Miki schiacciando la schiena contro il muro per sorreggersi e non vomitare dallo sforzo. Quella Innocence, qualunque cosa fosse, la stava distruggendo! - M...Miki! Ti prego, rinuncia. Fuggiamo via e lasciamo qui questo bastardo! Non merita nemmeno di essere sfidato- imploró andandole incontro.
- Non avvicinarti!- le urlò lei facendo leva sul braccio argentato deforme e lacerato che sembrava una nave che aveva deciso di fare harakiri su uno scoglio con un effetto "burro"- Lui... ti ha rapita, quasi stuprata e ti ha messo un vestito che ti fa risaltare quelle tette di cui vai tanto fiera e che mi fanno andare in bestia... mi sembra ovvio che lo debba fare fuori!-
Jasdero rise sommessamente all'ultimo punto della spiegazione sistemandosi il fazzoletto su per il naso.
- Non voglio che tu muoia!-
Il silenzio di conseguenza fu una cosa davvero gelida che perfino il castano maniaco aveva sgranato gli occhi.
- Hey Miki... avevi promesso che se fossi stata nei guai tu saresti venuta senza pensarci due volte ed io ho fatto lo stesso, perció ti proibisco di ucciderti in questo modo. Se muori adesso, brutta scema, chi mi proteggerá?-
La blu sorrise trattenendo un colpo di tossetraditore, rizzò la schiena con decisione ma non ce la fece piú a reggersi che cadde e per un momento temette che si sfracellasse il naso a terra. Qualcosa la tenne con la testa a mezz'aria.
- Devitto?- sbottó incredula, avvertí anche l'altro braccio, quello che aveva all'inizio definito gingillo di latta dal peso discutibile, sollevarsi e cingere le spalle di qualcuno -Jasdero... ma voi due...-
- Non possiamo di certo permettere che le nostre Queen crepino!- la interruppe il moro freddo.
- Jasdero e Devitto lo impediranno!!- aggiunse il biondo con allegria spiccando un balzo nonostante fosse sotto il peso dell'arma.
- Queen?- ripeterono le ragazze non capendo minimamente di che cavolo quei due stessero parlando.
- Heyhey voialtri!- chiamó il castano con un sorrisone a centoquarantaquattro denti piú uno -Mi sembra che vela stiate prendendo un po'troppo comoda-
Incurvò la schiena in avanti, i vestiti si stracciarono quasi fosse ingrassato improvvisamente... a Kusa era successa una cosa simile quando aveva undici anni: si era piegata per prendere un gesso caduto in classe e i jeans avevano farto uno strano rumore di stoffa che si straccia. Inutile dire le risate rivolte alla cicciabomba che era stata.
Cioè lui non era ingrassato! Gli stavano uscendo dall schiena accuminate spine, dalle labbra sbucavano delle zanne appuntite es affilate, gli occhi rotearono e sulla fronte ormai grigiastra apparí un pentacolo.
- Che ca...- una sferzata sbalzò la blu oltre alcuni metri assieme ai gemelli, travolse l'amica cercando di afferrarla in volo, cosa che non riuscí a fare poiché era impegnata a reggersi l'occhio che le esplodeva dal dolore.
- Miki!- chiamó disperata la rossa correndole incontro per vedere se fosse ancora viva. Ebbe anche la dignitá di preoccuparsi di Jasdero e Devitto prendendoli a schiaffi per risvegliarli.
- Ngh... il mio occhio fa malissimo!- si lamentò la ragazza stringendo i denti, contorcendosi dal dolore. Si impose di rialzarsi, anzi no, fu una voce che aveva del femminile per certi versi. Le diceva si non arrendersi.
"Devi vincere...devi salvare quell'Akuma..." bisbigliava, ad ogni parola il bulbo oculare pulsava ad un ritmo sempre piú veloce.
"Chi sei?"
"Fidati di me" rispose solamente "distruggi l'Akuma, salva la sua anima!"
- Akuma?- ripetè squadrando quella figura spinosa che abbaiava risate e insulti con la stessa facilitá di quanto Miki faceva lo sgambetto per le scale a Kusa, il che equivale ad un'estrema facilitá.
- Merda! Un Akuma che ci attacca? Ma che diamine succede?- sibilò Devitto mettendosi a sedere con una certa nonchalance.
- Mooooolto strano hiiiiiiiii!!!- strillò il fratello massaggiandosi la spalla.
- Hey, Jasdevi... dopo mi spiegate sta storia delle Queen ed Akuma- scrocchiò le dita di ferro, fece altrettanto con il collo.
- Hm? Qualcuno qua vuole morire giovane AHAHHAHAHAHA!!!!!- rise l'Akuma (?) inclinando la testa di lato con fare di scherno, sembrava davvero divertito.
- Che ti ridi deficiente!- si gettò con un occhio serrato ancora dolorante, tagliò l'aria. L'arriglio gli staccó il braccio - Nessuno deve permettersi di toccare la mia piccola Kusa, nessuno-
Ne uscí una quantitá alquanto improponibile di sangue tanto da farle venire una lieve nausea.
"Hey tu!" chiamò sperando che la voce che aveva sentito prima la potesse aiutare in qualche modo. Intendiamoci, lei sapeva usare una spada, conosceva le basi del karate e aveva una forza giá di suo quindi non si sarebbe stupita di vincere... aveva solamente paura: paura di perdere, se fosse accaduto avrebbe perso Kusa, non l'avrebbe piú rivista.
"Vuoi una mano?... ascoltami allora..."
L'Akuma la prese a pugni in quel momento you-and-ma con la voce e per un briciolo di schifoso momento Devitto fu tentato di alzarsi e combattere al posto di quella stupida. Poi si rese conto che comunque lei non era la Sua Queen. Fece alcuni passi verso Kusa prendendola per le spalle e trascinandola fuori tappandole la bocca per evitare di rompersi i (cosiddetti?) timpani.
- Ma che...?- riuscí solo a fiatare la rossa.
- Ora ascoltami, non é il caso di stare lí, potresti solo rimanere ferita- la interruppe severo, portandola di peso verso la ripida parete di roccia che faceva da terrazzo per quella caverna.
- Ma se lei...-
- Rimarrá Jasdero con lei! Non sta a me decidere se proteggerla o fuggire, sta a lui-
La lasciò cadere appena atterarono di fortuna giú da quella montagna. L'aveva quasi gettata tra i cespugli con tutta la noncuranza con cui aveva "scaricato il carico".
- Allora? Che cos'é quella cosa che ha nel braccio?- si era imposta di attribuire la prioritá a "quella cosa" che tanto le rimbalzava nella mente.
- Un'arma- alzò le spalla.
- Oh mio Dio, il tuo cervello avrá una sincope degenerativa, ti sei sprecato a spiegare l'ovvio!- ruggí sarcastica lei incrociando le braccia, anche perchè cominciava a sentire freddo.
- D'accordo... a quanto pare Miki è compatibile con un'arma creata grazie all'Innocence. Comunque questa non è la prima volta che vedo Quel braccio... c'era un tipo che l'aveva uguale identico... o forse mi sbaglio- alzò le spalle all'ultima affermazione come dire "che cosa vuoi che ne sappia, ho avuto un ruolo quasi marginale in tutto il manga... mica posso esserne al 100% sicuro, ti pare?".
- Cos'è quest'Innocence?- era sicurissima di averla giá sentita da qualche parte... ma dove???
- Non c'ho palle di spiegartelo Erba- si lamentò buttandosi sull'erba rischiando di sbattere la testa su una radice.
- Grrr... ti odio!- e gli tirò un calcio. Fu cosí che Devitto perse la capacitá di procreare♪.
Una figura ne reggeva un'altra tra la braccia, atterrò con la grazia pari a zero e barcollò d'instabilitá trovando poi l'equilibrio necessario a mettere giú la blu che corse dall'altra soffocandola in un abbraccio.
- Ce l'ho fatta- sospirò solamente svenendo piacevolmente.
- Ben fatto, mio principe.- resasi conto che c'era anche il biondo gli sorrise dolcemente - Grazie Jasdero, sei davvero una delle persone piú buone che abbia mai conosciuto-
- Ovvio che lo abbia fatto!- si intromise il moro spezzando quel momento -Miki è la sua Queen, ovvio che faccia cose simili-
- 'proposito! Che cappero è 'sta Queen?- biascicò Miki strofinandosi la faccia per sentire se era o non era ancora viva.
- Okayokay... da dove comincio...- prese un respiro profondo - vedete, anche se nessuno può percepirlo, ogni persona è strettamente legata ad un altro essere vivente della sua stessa specie, possono passare centinaia, anche migliaia di anni che le due entitá collegate -di sesso opposto- non si incontino nemmeno. È strano però è cosí. Anche io e Jasdero siamo legati a qualcuno sin dalla nascita, ma per decenni, forse anche per uno o due secoli la nostra Catena è rimasta sospesa, in attesa di voi due-
Le amiche istintivamente si portarono le mani al petto e graffiarono coi polpastrelli la stoffa -o la pelle, nel caso di Kusa- per sentire se avessero legato un qualcosa.
- Ogni inddividuo maschile definisce la propria "legata" con il termine Queen, ossia regina; mentre l'individuo femminile chiama la controparte con il termine "Butler", maggiordomo. Non prendetela come se da ora in avanti fossimo i vostri servi: è solo un modo per definire le due parti. Nessuno puó vedere questi legami, due persone potrebbero anche incontrarsi ed essere Queen e Butler e sentire che si conoscono giá, senza nemmeno saperlo.- aggiunse pacato, con una nota di noia nella voce, il moro avvicinandosi alla sua Queen e passandole la mano davanti agli occhi - E solo noi Noha possiamo permettervi di vedere queste catene-
Abbassando lo sguardo Kusa vide la catena che partiva del centro del petto e raggiungeva lo sterno del Butler, guardò Miki e poi Jasdero, erano collegati da una catena simile alla loro.
- P...perchè non ho mai sentito questa catena?- fece scossa piú che mai, la rossa.
- Prova a toccarla, quella catena.-
Seguendo quel consiglio cercò di toccare gli anelli di ferro, la mano passò attraverso quasi fosse un miraggio. In un certo senso, era una sensazione indescrivibilmente bella tentare di toccare quella catena. Era divertente.
- Ma siamo sempre stati lontani... com'è possibile... insomma, se uno di noi fosse morto...- sollevò lo sguardo affondando nei suoi occhi dorati - non è dato sapere, vero?-
La mano le si appoggió il testa.
- Che brava! Allora vedi che se ti impegni ce lo hai il cervello- e se ne andó per i cespugli facendo segno agli altri di seguirlo.
- È compito dei Butler proteggere la propria Queen, Devitto è solo reoccupato per Kusa- la rassicuró il biondo passandole le dita davanti alla visuale. Le catene sparirono e con loro anche il divertimento.
- Proteggere me?-

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Capitolo 9
*** Sarà un'occasione per adocchiare belle donne! ***


La giornata sembrava essere cominciata perfettamente: Hanna si era svegliata, come sempre, presto, avevano fatto insieme una colazione impeccabile, il padre di Hanna lo aveva accettato come “ospite speciale” eppure... sentiva che proprio qualcosa non stava andando per il verso giusto. Misurò a grandi passi il corridoio fino ad arrivare nella camera, gettò un occhio sullo specchio dopo averci passato la mano e apprese che il suo piano aveva fallito. Il suo subordinato era stato ridotto in polvere, anzi, anche meno di quella ormai.
"Ecco cosa succede quando lasci questo genere di lavoro ad un incompetente che appena vede una gonna perde la testa" si ritrovò a pensare mentre sbatteva la porta indignato, tornando in veranda con una faccia buia, i ricci stavano fremendo di rabbia. La bimba se ne accorse e, con tanta di quella innocenza da spianare le montagne, chiese:-Per caso c'è qualcosa che non va?-
Lui, che fino ad allora era stato tra i pensieri piú profondi e nascosti si ridestò come se si fosse appena reso conto di essere al mondo, di essere di fronte ad una bambina che stava praticamente esplodendo dalla curiositá.
- Beh, Hanna, ultimamente ci sono stati dei piccoli problemi con altri miei "simili"-
- Da come mi hai raccontato, sono tutti spaventosi!- si strinse nelle spalle tremante.
- Sí, vorrei evitare di avere a che fare con loro solo per proteggere te, ma, sai che si potrebbe fare?- la piccola tese le orecchie in ascolto, ogni idea che quell'uomo proponeva era sempre ben accetta -Se tuo padre permette, gentile qual'è, li invitiamo qua e li facciamo tutti venire amici. Cosí se mai ci servisse qualcosa potremmo chiamare loro, ti pare?-
- Sei sempre così intelligente!- esclamò buttandosi tra le sue braccia. Il moro la guardò bene e gli venne in mente un bambino che aveva conosciuto moltissimo tempo prima con cui aveva stretto un legame più che speciale. Non che gli volesse bene, siamo chiari, ma ci teneva.
- Naturalmente chiediamo a tuo padre prima- si alzò mettendole una mano sulla spalla, allontanandola da sé.

- Vii ringrazio di essere così comprensivo, non immaginavo che avreste accettato nemmeno nei miei più reconditi pensieri- fece camminando al fianco del vecchio, giù per il vialetto accostato da alberi ben tenuti e siepi potate alla perfezione da giardinieri ancora all’opera per sistemare le camelie della piccola Hanna.
- Ah, no sono io quello che deve ringraziare te. Se questo è per proteggere la mia adorata figliola… sono disposto perfino ad organizzare un gran galà per l’arrivo di questi tuoi … insomma queste persone. Anzi, lo farò di sicuro.- decise l’altro con le mani appoggiate l’una sull’altra dietro la schiena, la schiena lievemente curvata. I baffi vibrarono dall’eccitazione -Sarà una buona occasione per mettermi il mio vecchio smoking e adocchiare belle donne-
La risata profonda fece sbuffare falsamente il riccio che già pregustava un piano perfetto.
Il suo harem aveva cominciato a prendere forma.

ANGOLO DI ZOICHI:
Ciaoooo!!!!! Grazie di aver letto *colei che si ascolta THIS IS HALLOWEEN IN ESTATE*
Spero vi piaccia questo mini capitolo! Nel prossimo vedremo Miki con dei “complessi di misura” vero Miki
Miki: Fuck con amore!
Jasdero: C’è anche Dero!
Miki: *sbav*
Okay, alla prossima!!
recensiiiiiteeee!

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Capitolo 10
*** Perchè? Volevi che facessi altro? ***


-Senti, Kusa... secondo te sono piatta?-

- Che?- sbottò finendo di sistemare il letto.

In tutta sincerità non avrebbe DAVVERO voluto dar risposta alle seghe mentali dell'amica ma dopo giorni e giorni di occhiate ansiose si sentiva libera di dire che aveva raggiunto la sua utopia.

Ultimamente, dopo il suo salvataggio eroico, aveva cominciato a notare lo sguardo di Miki fisso sul suo petto, borbottava qualcosa in lingue sconosciute e appena le si chiedeva se aveva bisogno di qualcosa lei biascicava un "Niente, assolutamente niente" distratto e tornava a fissare il seno della rossa. La cosa aveva preso una piega alquanto preoccupante in quanto perfino Jasdero aveva singhiozzato per dei discorsi divertenti; inutile dire che il povero Butler si era ritrovato col sedere per terra e la faccia schiaffeggiata deriso dal gemello che si stava dedicando alla lima delle unghie nere.

 

- Com'é che te ne esci con sta storia?- chiese Kusa cercando di buttarla sul ridere, quando la blu affrontava l'argomento"tette"era particolarmente sensibile. Non che la cosa la imbarazzasse -sia chiaro- piuttosto cominciava a fare metafore assurde sul suo seno paragonandolo a qualcosa di estremamente microscopico. La preferita di Kusa era "Sono così piccole che se anche un atomo decidesse di aggirarle probabilmente non si renderebbe nemmeno conto di essersi mosso!"

Vuoi che gli atomi non si muovessero perché ne avevano voglia -e di certo se lo avessero fatto non si sarebbero impuntati sui SUOI seni- in un momento nel quale odiava la chimica, vuoi perché l'immagine che le aveva dato era molto verosimile l'aveva messo come stato di Whatsapp.

- Voglio sapere! Da quando ti ho vista indossare quella cosa (il costumino tutto cinghie) non riesco a capacitarmi che tu ce le abbia più grandi delle mie- si mise le mani tra i capelli strillando isterica, svegliando Jasdevi nell'altra stanza.

Devitto fu il primo ad entrare nella loro stanza con una faccia da "Buongiorno 'sto cazzo" e le mani frementi, aveva la stessa aura di un vampiro buttato fuori dalla bara a mezzogioro.

L'albergo aveva deciso di tenersi quei quattro squilibrati solo perché con le loro gag -più le botte da orbi tra Kusa e Devitto- tenevano alto il morale dei clienti volenterosi di relax. Il che fruttava “SCHEI* A PALATE”.

- Si può sapere che problemi hai di prima mattina?-

- Perfino quello ne ha più di me- indicò il Butler dell'amica.

La rossa si batté la mano sulla faccia lanciando sguardi di supplica al moro intento a capire cosa avesse più di Miki. Il cervello, forse?

- Non é che in giro c'é un badile che ho bisogno di atterrare qualcuno?- con un gesto Kusa si riferì all'esaltata.

- No, piuttosto posso la limetta?- si guardò critico l'unghia del mignolo - Continuo a ritenere che sia storta ma nessuno -Jasdero- mi crede-

-È nel bagnetto... ho un idea!- guardò speranzosa Miki ancora intenta a boccheggiare il suo palloso monologo. Appena si rese conto degli occhi dell'altra, così pieni di piani geniali per tapparle la bocca ebbe il buon senso di smetterla di fracassare i benedetti testicoli e le altrettanto benedette ovaie dei suoi amabili amici.

- Se ti da fastidio averle piccole, compreremo qualcosa che risalterà una delle parti migliori di una donna-

- Ripeto ciò che ho detto poc'anzi: È PIÙ FACILE TROVARE IL SENSO DELLA VITA CHE UN PAIO DI TETTE IN ME!-

- Non intendevo le tette ma- con questo le girò attorno come un avvoltoio, agguantandole un gluteo.– il culo!!!!!!-

- KOHAI MANIACAAAAA!!!- strillò con tutta l'anima la senpai.

- Sapete, non è che mi dispiaccia parlare di queste cose, ragazze, ma potreste anche evitare di rompere i miei adorati timpani? Ah, oltre a qualcos'altro più in basso, grazie...-

- Hmmm... Dero si è svegliato- il biondo si stropicciò gli occhi e la blu non poté che trovarlo semplicemente adorabile, poi si rese conto che aveva formulato un pensiero carino e prese a picchiarsi la testa. NON.DOVEVA.PENSARE.COSE.CARINEEE! Era contro la sua natura di ragazza aggressivamente violenta.

L'unica eccezione era sempre stata Kusoshika!

- Buongiorno Jasdero, dormito bene?- fece con spontaneità Kusa, il sorriso stampato in volto.

Il gobbo -come lo aveva soprannominato già da tempo Miki- si era tolto le strane cuciture che aveva alle labbra e la lampadina sulla sommità del capo rimbalzava lampeggiante dandogli un aspetto più strano del solito.

- Si, tutto sommato Jasdero ha passato una buona nottata e Kusa?-

- Tutto bene!- notando la concentrazione dell'amica a non fare pensieri impropri, la rossa la fece entrare nella conversazione proprio mentre i ragionamenti della Queen sua coetanea raggiunsero l'apice della follia – Miki, non dici nulla? Certo che come Queen fai proprio schifo-

- Parlò quella che trattava il suo Butler come un bambolotto di pezza!- il moro le tirò una sberla sulla schiena così forte da farla sentire perfino nella troposfera.

- Questa ha fatto male…- commentò Miki strizzando gli occhi in un'espressione sofferente.

Lei rimase ferma, tremò e scoppiò in lamenti di dolore picchiando Devitto per poi mettersi seduta sul letto, rannicchiata a piagnucolare con la testa tra le gambe. Prese un lembo del lenzuolo e del trapuntino formando un bozzolo.

I sensi di colpa non sfioravano nemmeno il Butler che dalla noia aveva ricominciato la manicure. Soffiò per togliere la polvere d'unghia notando gli sguardi degli altri due (idioti) amici.

- Forse Devitto dovrebbe scusarsi con Kusa- fece il gemello indeciso se assolvere lui al compito di consolazione o altro.

- D'accordo- sbuffò avvicinandosi al fagotto di coperte -Dai Erba, esci. Non posso averti fatto così male -

- TI SEMBRA NIENTE???- si tirò su la maglietta indicando la manata rossa che tendeva ora al violetto. Al solo sguardo ci si rendeva conto che faceva un gran male -Pretendo almeno uno “scusa”- partì a lamentarsi di quanto le facesse male enfatizzando il tutto con esempi e aneddoti alquanto imbarazzanti.

Devitto sospirò, se era ancora in grado di sproloquiare cavolate come in quel momento, era in grado di alzarsi e camminare tra la gente come niente fosse.

- Va bene, va bene…- avvicinò le labbra al suo orecchio facendo una voce suadente – perdonami Kusa-

un brivido partì dalla nuca della ragazza fino al fondoschiena.

- N… NON USARE QUEL TONO CON ME IDIOTA!!!!!!-

SCIAFF

 

- Ftrano che in un pofto del genere ci fiano negoffi cofì- sputacchiò Devitto, riassestando la mascella spostata da Kusa in versione “so-incazzed”-Eddai Erba, mi fembra di averti chiefto fcufa, no?-

- Non voglio che tu mi rivolga la parola, imbecille di un...un..di un pinguino-

Dove lo vedesse il pinguino era uno dei misteri legati all'esistenza di Kusa, ricordava che la prima volta che l'aveva vista portava degli occhiali che -oltre a farla sembrare una specie di bimbaminkia con solo qualche formosità in più- erano misteriosamente spariti.

Erano tutti e quattro davanti ad un negozietto dall'aura fin troppo rosa per Devitto e Miki, e fin troppo stra-stilosa per Jasdero e Kusa.

- Sei sicura, non saprei se entrare è una buona…- la blu non fece in tempo a concludere che venne trascinata oltre la soglia, dove una signorina tutte cosce e tette diede il benvenuto. Le sue forme superiori non erano nemmeno paragonabili a quelle della rossa, ma ci si avvicinavano tanto da far sentire Miki a disagio tra tutti quei reggiseni e mutandine. Si chiese cosa ci facesse lì.

-State cercando qualcosa in particolare?- domandò a Kusa.

- Vorremmo qualcosa che risalti questa qui!- spinse l'amica per le spalle.

- Taglia?-

Con quella semplice parola anche la Queen rossa interrogò l'altra con lo sguardo.

-La mezza- una sberla le arrivò da parte dell'amica.- Okayokay! La prima...da bambino- sospirò.

Gli accompagnatori risero rotolandosi a terra, alla commessa tremò il labbro. Per pura educazione non rise.

- Da...da questa parte forza- indicò trattenendo la pancia che doleva in modo insopportabile data la tentazione a ridere.

- Okay…- sospirò senza più le forze per incavolarsi.

La guidarono tra tanti di quei reggiseni che le sue pupille stavano cominciando ad assumere una forma triangolare. Mentre Kusa guardava colorati pappagalli a pois dall'imbottitura proverbiale, Miki tirava fuori alcuni semplici top neri o grigiastri. I gemelli stavano sul sognante sbirciando qua e là cosette alquanto pervy che di certo avrebbero risaltato anche un petto da neonato come quello della blu.

- UUUhhh quanto è carino questo qua!- strillò eccitata la più prosperosa alzando una specie di mini bikini a forma di stellina che copriva sì e noi parti ammesse legalmente.

- Devo per forza fare la sorella gemella di Elena?- si informò sarcastica Miki rimettendo giù quell'abominio con la faccia scura.

- Elena?- fece Jasdero incuriosito.

- Elena di Troia- canticchiarono in coro. La commessa ridacchiò.

- Battuta di me…- sobbalzò Devitto vedendo la minacciosa mano alzata di Kusa, lo sguardo era fiammeggiante.

Raccattando qualche reggiseno e qualche costumino raccolse l'amica sbattendola in un camerino e facendo lo stesso senza proferir parola. Dopo alcuni secondi di silenzio, i due gemelli presero sconsolati posto su una sedia davanti alle due porticine.

Quel giorno, come a voler lasciare della privacy a Miki, non c'era anima viva.

La commessa portò ai ragazzi dell'acqua per pura ospitalità, se aveva intuito com'era la situazione tra la rossa e la blu ci sarebbero volute delle ore come minimo.

- Hai fatto carissima senpai-sama?- domandò Kusa allegra come poche volte.

- Ora non far la lecchina- tagliò corto.

- Assieme?-

- Sisi, assieme… -

Gli pseudo-sgabuzzini si aprirono e Jadevi sputarono per intero l'acqua.

Poco ma sicuro, Kusa tra le due era la più formosa e dava un certo calore al naso, mentre Miki dava solo l'impressione di una lolita che intrigò i gemelli in maniera tremenda.

- Senpai stai benissimo!- commentò la rossa facendo un movimento strano con le mani – mi fai venir voglia di palparti-

- N… non ci provare!!!- l'altra si coprì il busto con le braccia robuste. Si morse il labbro. A Jasdero scese del sangue del naso che nascose subito con una mano.

- Forza non fare la timida- le mani erano piantate con forza nel petto piatto dell'amica, Kusa toccò ridacchiando piacevolmente. Fu come se qualcuno avesse tirato un calcio sui denti ai due accompagnatori che presero a sanguinare copiosamente.

- Non mi toccare brutta parvertita!!-

Fu troppo costringere Jasdevi a stare lì a guardare tutte le prove di cosette tutto pizzo e filo.

- Ragazzi, tutto a posto?- avevano fatto pomeriggio tra tutte quelle prove, la blu, lo doveva ammettere, si stava divertendo, anche se ad ogni nuovo completino -obbligatoriamente sempre più ridotto sia sopra che sotto- la kohai più pervertita che avesse mai conosciuto si gettava su di lei in situazioni alquanto equivoche.

- Benissimo- ansimarono in coro i gemelli tappandosi le narici con l'ennesimo fazzolettino.

- Che ne dite di provare anche voi qualcosina?-

Devitto rizzò la testa che si era abbandonata con la schiena alla sedia, lo sguardo sprezzante.

- Se volevi vedermi nudo potevi anche dirlo sai?-

- Fe...fermi ragazzi… che volete… -

- Ah, okay… ti voglio vedere nudo- ammise con sincerità.

La giornata aveva dell'assurdo!!

Il moro si alzò andando nel reparto per uomini seguito a ruota dal fratello, dalla rossa e dalla blu che lanciava imprecazioni e fantasticava su cose imbarazzanti aumentando il rossore del suo viso.

- A… allora cosa mi devo mettere?- passò tra un centinaio di boxer e il sopracciglio continuava a salire fino all'attaccatura dei capelli.

- Che ne dici di questo?- Kusa teneva fra le mani un perizoma alla lottatore di sumo che dava l'impressione di coprire tutto finché non ci si muovesse o non spirasse aria.

- MA SI PUO' SAPERE COME FAI A SOPPORTARTI?? SEI UNA PERVERTITA IRRECUPERABILE!- le urlò. Scelse un qualcosa qualunque e andò a provarselo, appena aprì il camerino Miki ebbe un avvampamento e la rossa non fece una piega, alzò il pollice dicendo che gli stava bene.

- Bene ora che ci siamo divertiti che ne dite di andare a pagare?-

- ASPETTA VOLEVI DIRE CHE L'HAI FATTO PER DIVERTIMENTO???- interrogò rabbioso.

- Perchè? Volevi che facessi altro?-

Devitto sentì un tonfo inspiegabile al cuore ma non lo diede a vedere limitandosi a chiudere la cabina il più forte che poteva, voleva che tutti lo confondessero con la rabbia di essere stato preso in giro.

Uscì poco dopo, arrabbiato e un po' ferito. Che cosa gli stava succedendo?

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