Avventure a caso di corvetti sclerati

di ELIOTbynight
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 ***
Capitolo 2: *** 02 ***
Capitolo 3: *** 03 ***
Capitolo 4: *** 04 ***
Capitolo 5: *** 05 ***
Capitolo 6: *** 06 ***



Capitolo 1
*** 01 ***


Non ho resistito. E’ stato più forte di me. Non posso fare a meno di pubblicare subito dopo che scrivo qualcosa. Ho altre fanfiction che dovrei continuare a pubblicare, sono tutte long e dovrei curarmi di quelle, ma la fame di commenti è incontenibile.
Sono messa così male?
*sospira*
Ad ogni modo, ormai sono qua.

 
Salve e benvenuti in questa raccolta di One Shot scritte sulla base di un CHARACTER MEME!
Vi spiego subito di che cosa si tratta.
Si scrivono delle frasi-prompt, che descrivano delle situazioni (più strane sono e meglio è) che coinvolgano almeno due persone. Al posto delle persone, però, si mettono dei numeri, decidendo un numero massimo sia di frasi, sia di numeri nelle frasi e quindi di persone coinvolte.
Dopodiché, senza guardare le frasi, si fa una lista di personaggi di un fandom (o più di un fandom se si è abbastanza sadici da fare un po’ di crossover – io lo sono, quindi preparatevi perché farò la grande cazzata di fare un mega Character Meme con i personaggi di Free, Kuroko no Basket e Haikyuu – che il cielo mi assista) e si numerano completamente a caso. Il tot di personaggi deve corrispondere col totale dei numeri coinvolti nelle frasi, che si possono anche ripetere così da non utilizzare ogni personaggio una sola volta.
Ora non resta che sostituire i numeri nelle frasi con i personaggi e vedere che caspita viene fuori! Quando l’ho fatto io, mi sono piegata in due dalle risate. È una sfida divertente che spero apprezziate.
 
Vi lascio alla lettura, ulteriori dettagli li vedrete alla fine. Adios!
*


Avventure a caso di corvetti sclerati - CHARACTER MEME
 
Fandom
: Haikyuu!!






01.
 
- Vorrei due milkshake, uno alla vaniglia e uno al cioccolato, per favore!-
Non sia mai interrompere la calma interiore che regna nell’animo di Kenma con un’ordinazione così lunga.
- Come, scusi?- mormora il mezzo biondino distrattamente da dietro il bancone, rifugio robusto dove intende nascondersi per il resto del pomeriggio.
Un nanetto con degli insoliti capelli spettinati e color carota lo fissa con i suoi occhioni vispi, cercando di arrampicarsi sullo sgabello troppo alto come fosse il monte Everest.
- Due milkshake, vaniglia e cioccolato!- ripete lui, quasi affaticato.
Kenma non cambia espressione di una virgola – non che lo faccia spesso – e muove appena il capo in un cenno di assenso:
- Arrivano.-
Prepara i due frullati, concentrandosi in realtà sulla pesantezza del palmare nella tasca della felpa e cercando di reprimere la voglia di tirarlo fuori e provare a battere il boss finale del suo gioco preferito.
- Non pensarci nemmeno, Kenma.-
La voce seria di Kuroo lo raggiunge nel solito modo pacato, ma non per questo impercettibile.
- Cerca di impegnarti almeno quando lavori.- continua il moretto, strofinando un bicchiere sul grembiule per pulirlo. - Ho fatto fatica per procurarti il posto.-
L’altro annuisce lentamente, corrucciando la fronte con un lieve sospiro. Al banco, Hinata aspetta i milkshake con pazienza, o quasi.
- Sbrigati ad arrivare, Bakageyama. Ho già ordinato anche per te!- sbotta nel telefono, prima di riattaccare. Seccato, incrocia le braccia e si appoggia con aria irritata, ma si riprende quando vede arrivare l’ordinazione. Si dimentica a momenti di ringraziare e poi comincia a bere di gusto, rimediando al caldo estivo.
- Buono!- esclama, arrivando a metà bicchiere in un batter di ciglia.
Tuttavia, mentre sta per tirare un altro abbondante sorso, un’improvvisa spinta smuove la schiena di Hinata con violenza e tutto ciò che resta del suo frullato ora gli decora la maglietta con delle enormi chiazze marroni.
Con disappunto, Hinata si volta e vede il barista di prima. Si era del tutto dimenticato di lui, impegnato a godersi il dolce sapore del cioccolato, e solo in quel momento realizza che era andato a servire qualcun altro, urtandolo però nel tragitto.
- Oh.- dice Kenma, sollevando di poco lo sguardo dal cellulare. - Mi dispiace. Ne faccio un altro?-
Finalmente i neuroni di Hinata si connettono e lui capisce che il barista, poco attento a dove metteva i piedi perché intento a giocare, l’ha spinto nel tentativo di evitare un altro tizio che passava.
Esasperato, Hinata si guarda il petto e si lamenta:
- La mia maglietta, era la mia preferita …!-
E’ stata una giornata pessima. Si è svegliato tardi e non è riuscito ad accompagnare Natsu in tempo per lo spettacolo della scuola con conseguente rimprovero della sorella e della madre, Kageyama non gli ha risposto al telefono per tutta la mattina e quando si è fatto sentire gli ha detto con noncuranza che sarebbe stato in ritardo per l’appuntamento … e ora si ritrova con la sua maglietta preferita macchiata di un colore piuttosto equivoco.
È troppo facile, per una persona emotiva come Hinata, perdere la pazienza.
- Testa a budino, ma sei scemo o cosa?!- grida a metà tra il disperato e l’infuriato, mentre salta giù dallo sgabello. - Accidenti a te!-
Ormai saturo di tutta quella negatività, deve sfogarla in qualche modo e così tira un pugno sul braccio di Kenma, il quale si smuove leggermente per la botta, ma fa finta di non averla subita. Si limita a guardare Hinata senza reagire e soprattutto senza spegnere il cellulare.
- Chiedo scusa. Faccio un altro frullato? Per farmi perdonare, è gratis.-
Il nanetto sbatte gli occhi, inebetito. Quella è in assoluto l’ultima reazione che si sarebbe aspettato. Mai vista tanta noncuranza e mancanza di espressività concentrata tutta nello stesso individuo.
È la sua antitesi e quando Hinata se ne rende conto stringe i pugni con forza e si altera ancora di più.
- Chi ti credi di essere?!- gli sbraita in faccia, smuovendogli solo un po’ la frangetta. - Pensi di cavartela con quella faccia da pianta grassa e un frullato gratis? Guarda che hai fatto! Vai al diavolo, tu e il tuo giochino!-
Continua a sputare insulti a gran voce e lo prende a pugni, ma ahimè, l’impavido Hinata è mingherlino e persino più basso del barista distratto. Lo colpisce sulle braccia e sul petto, ma Kenma subisce senza reagire, né tantomeno lamentarsi: rispetto a certi ceffoni di Kuroo, quelle sono le carezze della mamma.
Al che, quasi senza esserne consapevole, il biondino lo interrompe con uno schiaffone in pieno viso.
I due si fissano, uno più stupito dell’altro. Kenma ha agito per riflesso, per necessità di farla finita, siccome c’è mezzo locale a osservarli. Pel di carota, d’altra parte, è rimasto impressionato dall’improvviso spalancarsi dei suoi occhi, che fino a un attimo prima sembravano senza vita.
Come quando prova un nuovo videogioco, Kenma decide di tastare il terreno. È la prima volta che alza le mani e soprattutto si accorge di esserne compiaciuto. Curioso, gli molla un secondo schiaffo, stavolta con l’altra mano.
- Hey!- esclama Hinata sempre più colpito – in tutti i sensi – prima di riempirlo ancora di pugni.
Stanno per oltrepassare il limite, quando entrambi si sentono tirare per le spalle: da un lato Kuroo e dall’altro Kageyama.
- Mi dispiace, questo idiota non sa mai controllarsi … - si scusa quest’ultimo.
L’altro, altrettanto desolato, strattona Kenma e risponde:
- Dispiace anche a me, giuro che di solito non si comporta così.-
- Oh, finalmente sei arrivato, Kageyama!- sbotta Hinata, incrociando le braccia. - Andiamocene da questo post-AHIO!-
Lamentandosi dal dolore, il piccoletto viene trascinato fuori dal bar per i capelli; cerca di liberarsi, ma le mani di Kageyama sono sempre troppo grandi e forti rispetto alle sue.
Kenma se ne resta lì, ricordandosi improvvisamente che per suonarle meglio a quella piccola testa calda aveva messo in pausa il gioco sul telefonino e l’aveva intascato in fretta. Ritirandolo fuori, sente Kuroo sospirare:
- Ma che figure mi fai fare, si può sapere che ti è preso? Li hai anche fatti andare via senza pagare … -
- Lascia perdere, Kuroo.- lo interrompe lui, trascinandosi nel retro con passo stanco. - Direi che non sono tagliato per questo lavoro. Pago io i due frullati.-
Il moretto si gratta in testa con aria interrogativa, ma poi alza le spalle e ci rinuncia, tornando a servire i clienti.
Intanto Kenma si accascia sul divanetto del retro dopo essersi sfilato il grembiule, continuando imperterrito a giocare. Non riesce a vincere contro quel fastidiosissimo boss, ma non gliene importa: la sua mente è rimasta su quel nanetto dai capelli rossi, così pieno di vita sia nel bene che nel male, che in qualche modo gli ha dato una svolta alla giornata.
È la sua antitesi e quando Kenma se ne rende conto accenna un mezzo sorriso divertito.

 
 
 
 
 
*




La prima frase era questa: “Hinata è cliente di un bar, ma scoppia una rissa con Kenma che lavora dietro il banco.
Mi sembrava tremendamente improbabile rendere Kenma protagonista di una rissa, ma per fortuna al suo fianco aveva il grande amico Shouyou, in grado di coinvolgerlo. Così ho cercato di giostrarmela in modo da non andare OOC (se invece per voi sono andata OOC con Kenma o con qualcun altro, vi prego di dirmelo, perché l’OOC non posso soffrirlo T.T).
Spero che la prima OS della raccolta vi sia piaciuta, anche se un po' cortina - magari nelle altre mi dilungo un po' di più. Chi shippa KenHina potrebbe essere particolarmente soddisfatto; io non ho pensato a questo pairing perché è una mia NOTP, ma vi lascio comunque libera interpretazione. ^-^
Questo è solo l’inizio, gente. I prompt più pazzeschi devono ancora arrivare! Il problema è che non so quando aggiornerò … Siccome questa è una raccolta random, non mi sento troppo obbligata ad aggiornare in fretta, ma vedrò comunque di riuscire a non lasciar passare troppo tempo tra una OS e l’altra.
Alla prossima, se lo vorrete. ;)

Eliot

 

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Capitolo 2
*** 02 ***


Hello! Rieccomi tornata, vi sono mancata? Ma che domande sono, certo che no. (?)
La mia seconda OS è qui in paziente attesa di essere letta da voi anime pie. Buona lettura. <3



02.
 
La serata è dolce. L’aria è fresca al punto giusto, mette voglia di sbottonare le giacche e passeggiare lungo i marciapiedi del centro. Quella mattina Tanaka ha mandato messaggi a chiunque lo ispirasse dalla rubrica; chi ha risposto ed accettato di partecipare a quella grandiosa uscita di gruppo ora si sta godendo l’atmosfera emanata in quel preciso momento, con tanta bella gente intorno, le luci della città, chiacchiere e risate che si spargono tutt’intorno.
Nel gruppo di amici c’è anche Kiyoko, che timida com’è si limita a sorridere e a camminare, affiancata da Yachi con cui scambia due parole. In fondo ha sempre apprezzato la compagnia di quei ragazzi, anche se sono uno più scalmanato dell’altro.
- Sono ore che girovaghiamo!- sospira ad un certo punto Yamamoto. - Che ne dite, entriamo in un bar a prendere qualcosa?-
- Ma come, se ci siamo incontrati tutti solo mezz’ora fa?!- ridacchia Sugawara con le mani nel giaccone.
Hinata fa un balzo e arriva due metri avanti a tutti, fermandosi a guardarli:
- Sì dai, prendiamo qualcosa da bere!-
- Se offri tu, va bene.- soggiunge Kageyama, continuando a camminare e sorpassandolo, ignorando le sue lamentele.
Lev affianca il piccoletto e lo imita nell’entusiasmo:
- Avanti gente, mi sembra una buona idea, no?-
Kuroo e Kenma non protestano e anzi, fanno sì con la testa, così come Yaku, Inuoka, Suga e Daichi.
- D’accordo, allora! C’è un posto niente male qui vicino … - sogghigna Tanaka, mentre Nishinoya esulta insieme a Hinata e Lev, assordandolo da una parte. - Oh, per te va bene, vero Kiyoko-san?- aggiunge poi con il solito sguardo adorante.
Quest’ultima annuisce, mentre Yachi non le si stacca un attimo di dosso e con leggera soggezione – dopotutto è circondata da ragazzi forti e robusti e se non fosse per la sua senpai sprofonderebbe nel marciapiede – mormora:
- Sarà divertente!-
L’allegria sembra regnare tra tutti loro, anche quando entrano nel locale e prendono posto al tavolo più grande che c’è. Yamamoto sta ricevendo lezioni di corteggiamento da Tanaka e Nishinoya, Daichi e Kuroo sospirano e non osano domandarsi fino a che punto possano arrivare i loro discorsi, Yaku e Suga si fanno in quattro per ordinare e portare le bibite agli amici, Hinata punzecchia Kageyama spalleggiato da Lev e Inuoka, Kenma è impegnato in un livello piuttosto arduo dell’ultimo videogioco acquistato e infine Yachi racconta aneddoti scolastici a Kiyoko, che ascolta e sorride con pazienza.
- Oggi non mi hai baciato neanche una volta, Kageyama-kuuun!- blatera il rosso accanto a lui, allungando le labbra a ventosa e stringendo il drink quasi finito in una mano.
Il moretto, che si è messo con lui solo da pochi giorni, arrossisce di botto e cerca di allontanarlo con una mano in faccia:
- N-non dire queste cose all’improvviso, Hinata boke!-
Intorno a loro ridacchiano tutti, comprese le ragazze. Tuttavia Kiyoko si accorge che Lev, seduto vicino a lei, tiene silenziosamente gli occhi fissi nel vuoto da quando è entrato nel locale. Curiosa, lo osserva con la coda dell’occhio mentre lui prende un altro sorso abbondante del suo secondo cuba libre e sospira pesantemente.
“Che strano.” pensa la brunetta, abituata a vederlo felice e spensierato insieme agli altri.
Lev tace ancora e gioca con la cannuccia nel bicchiere, ridendo alle chiacchiere di Hinata, Yachi e Inuoka, ma ogni tanto si gira dall’altra parte e lancia un’occhiata al gruppo dei senpai. In particolare a uno di loro.
- Avete finito con i vostri ragionamenti strambi? Non stanno né in cielo, né in terra.- borbotta Yaku, togliendo una bottiglia di birra di mano a Yamamoto.
Quest’ultimo si lamenta con una smorfia:
- Aspetta, stai interrompendo una lezione di vita importante!-
- Stai tranquillo, Yaku-san.- dice Nishinoya, mimando un ok con la mano. - Questo simpaticone è un allievo modello!-
Yaku sospira e beve dalla bottiglia dell’amico, rinunciando a riportare la loro conversazione verso un livello superiore. Guarda di sottecchi Kuroo che avvolge le spalle di Kenma con un braccio e Sugawara che tiene per mano Daichi: si rende conto che si sentirebbe di troppo, se si intromettesse nella loro conversazione. Con aria rassegnata, continua a seguire i discorsi di Yamamoto, Tanaka e Nishinoya, calmandoli quando alzano troppo la voce. Tutto sommato è buffo ascoltarli, così anche Lev e Kiyoko si divertono a vederli gesticolare e parlare d’amore come fossero dei veri esperti.
Inaspettatamente arriva un cameriere:
- Di chi è il cuba libre?-
- Mio!- esclama Lev, allungandosi per prenderlo.
Il cameriere non fa in tempo ad allontanarsi che lo spilungone ha già cominciato a bere avidamente. Kiyoko lo fissa, incuriosita e preoccupata. Quanto ancora ha intenzione di ubriacarsi?
Lev nota lo sguardo insistente della ragazza e le porge il bicchiere già mezzo vuoto:
- Vuoi assaggiare?-
- No, grazie.- scuote appena la testa lei. - Va tutto bene?-
L’altro finisce l’ennesimo sorso e accenna un sorriso sghembo, facendo sì con la testa più volte di fila.
- Sicuro?-
La mano di Lev col bicchiere già quasi vuoto si ferma a mezz’aria. Il ragazzo sbatte gli occhi verdi e nota che l’espressione di Kiyoko non è piatta come sembra, ma nasconde della leggera apprensione negli occhi. Stavolta lui non sa rispondere e deglutisce, abbassando lo sguardo e grattandosi la nuca nervosamente.
A Kiyoko non va che ci sia anche solo uno di quei giovani scapestrati col morale a terra. È una bella serata e deve essere così anche per Lev. Così, all’improvviso, si alza e mormora:
- Andiamo.-
Perplesso, il ragazzo sbatte le palpebre, poi finisce il drink e la segue senza replicare. Dietro di lui, uno sguardo interrogativo dopo l’altro da parte degli amici; per fortuna hanno tutti bevuto abbastanza da cambiare argomento in fretta.
Kiyoko si ferma nel piccolo corridoio che conduce ai bagni, poi si volta e lo fissa dal basso, chiedendo:
- Cosa c’è che non va? Avevi l’aria triste, prima.-
Stupito, Lev arrossisce e incespica sulle proprie parole, senza riuscire a pronunciarne neppure una.
- Puoi sfogarti, se vuoi. Basta che smetti di ordinare tutto quell’alcol.-
Piomba il silenzio e il ragazzo si accorge di non aver nascosto bene le proprie ansie. Sospira e si appoggia stancamente al muro, sconsolato:
- Va bene. Sono stato stupido a bere così tanto, la testa mi gira da un pezzo … Sei sicura di volermi ascoltare?-
Kiyoko annuisce con convinzione e allora Lev sente gli occhi inumidirsi e la testa esplodere ancora di più.
- G-grazie, sei gentile.- sussurra con il labbro inferiore che trema. - Ecco … La verità è che mi sono innamorato di Yaku-san!-
E così Lev dà sfogo a tutte le sue pene d’amore. Si siede contro il muro e ripete quanto il suo senpai sia buono e gentile, ma anche forte e figo; dice che adora il modo in cui si preoccupa degli altri e si lamenta perché vorrebbe essere più basso, in modo da poterlo guardare in quei bellissimi occhi; elogia il suo sorriso e i suoi capelli così chiari e praticamente tutto il resto, persino il modo in cui lo prende a gomitate quando battibeccano tra loro, ma soprattutto lo sguardo sereno con il quale poi lo perdona.
Kiyoko, inginocchiata accanto al ragazzo, ascolta con pazienza il suo discorso, pronunciato con voce strozzata, ma anche piena della volontà di Lev di non cedere alle lacrime che premono per uscire. Di tanto in tanto la brunetta annuisce e gli accarezza una spalla, impedendogli di mettersi a piangere come un bambino nonostante continui ad avere un’aria affranta.
- Non mi ricambierà mai!- esclama lui per l’ennesima volta, tirando su col naso. - Non piacerò mai a Yaku-san, perché sono un imbranato senza speranza!-
- Su, non fare così.- lo consola Kiyoko. - Secondo me dovresti dichiararti.-
 L’altro alza gli occhioni umidi e mugola:
- E come faccio? Non ne ho il coraggio. Yaku-san è troppo perfetto per uno come me … -
- Non darti per vinto.- sorride lievemente lei. - So che puoi farlo.-
Piano piano, Lev si riprende. Si asciuga le lacrimucce che stanno per scendergli lungo le guance e torna a sorridere:
- Forse hai ragione. Non posso sapere se gli piaccio, se non glielo chiedo direttamente!-
Entrambi col cuore più leggero, tornano dagli altri che sono già in piedi. Hinata e Nishinoya stanno cantando a squarciagola un motivetto indefinito, Kageyama si è addormentato e Daichi cerca di svegliarlo, gli altri iniziano a manifestare i primi segni di stanchezza.
- E’ meglio ritirarci, domani c’è scuola per tutti.- sentenzia Kuroo, camminando con il solito braccio intorno alle spalle di Kenma.
Lev barcolla e i compagni di classe Inuoka e Yamamoto, allarmati, lo prendono entrambi per un braccio. Yaku sospira e borbotta:
- Hai esagerato come al solito, spilungone!-
Lev diventa rosso di vergogna e non risponde, anzi, si lascia trasportare dai compagni fuori dal locale e medita sulle parole giuste da usare per la sua dichiarazione. In strada, Yachi prende l’amica per un braccio e le domanda:
- Va tutto bene?-
- Sì, Hitoka-chan.- risponde lei, sorridendo. - Ora va tutto bene.-
La biondina inclina la testa con aria dubbiosa, ma non chiede altro.
- Yaku-san!-
La voce squillante di Lev sveglia tutti i presenti dallo stato di mezzo sonno con cui stanno ciondolando verso casa. Il ragazzo si libera dalle braccia degli amici e cammina a passo sicuro verso il ragazzo che ama.
- Devo dirti una cosa e non penso che potrò farlo in un altro momento, quindi ascoltami.-
- L-Lev?-
Yaku lo guarda sorpreso, mentre nessuno osa fiatare. Lev ha assunto un’aria intimidatoria e determinata; chiunque capirebbe che è un momento importante.
- Tu mi piaci, Yaku-san. Mi sei piaciuto dalla prima volta che ci siamo incontrati!- esordisce il più alto, stringendo i pugni e tremando.
Tutto il gruppo sussulta, compreso il diretto interessato che avvampa fino alla punta delle orecchie.
- Non hai mai smesso di piacermi.- prosegue Lev, senza peli sulla lingua più del solito, per effetto di tutto quell’alcol. - Mi piaci in ogni singolo attimo, anche adesso mi piaci e continuerai a piacermi sempre. Forse non sono un granché per te, ma dovevo almeno farti sapere quello che provo!-
Vuole nascondere il rossore, ma non ci riesce. Sapere che si sta dichiarando davanti a tutti è imbarazzante, ma anche elettrizzante allo stesso tempo. Per questo motivo prende un lungo respiro e termina il suo breve discorso:
- Per favore, Yaku-san, accetta i mie-
- Idiota, Lev, sei un idiota!-
Il ragazzo dei suoi sogni lo interrompe, guardandolo con la fronte corrucciata. Mortificato, lo spilungone non riesce ad emettere più un fiato. Sente che potrebbe piangere di nuovo, quando Yaku lo prende per le maniche della giacca:
- Baka di un Lev, perché non me l’hai detto prima?!-
Vaghi suoni e versi di meraviglia si sentono da un po’ tutti gli amici. Mentre i due protagonisti della scena non accennano a distogliere gli occhi l’uno dall’altro, Kenma mormora:
- Era ora.-
Stretto a lui, Kuroo fa sì con il capo ripetutamente. Yamamoto, Tanaka e Nishinoya lì vicino non hanno la forza di emettere un fiato e restano a bocca aperta.
- Mi … mi piaci anche tu.- mugugna Yaku, abbassando di poco lo sguardo per non cedere a quello adorante di Lev.
A quest’ultimo brillano gli occhi dalla felicità, talmente che all’inizio non riesce a parlare. Preso dall’entusiasmo, lo afferra per le spalle e si abbassa per baciarlo. Il contatto delle labbra di Lev sulle proprie fa sì che il cuore di Yaku martelli nel petto più forte di prima, ma è una sensazione troppo bella per rinunciarci, così il più basso manda al diavolo la dignità, chiude gli occhi e ricambia il bacio con tenerezza.
Inuoka e Hinata spiccano un salto di gioia dietro l’altro, gridando le loro congratulazioni ai quattro venti. Gli altri si limitano a sorridere e Kiyoko ridacchia tra sé, attirando l’attenzione di Yachi.
- Allora sei contenta anche tu, senpai!- osserva la ragazzina.
La più grande si volta verso di lei e risponde con orgoglio:
- Sì … tanto contenta.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 *


La frase-prompt che mi era capitata era questa: “Tra Kiyoko e Lev nasce inaspettatamente un rapporto in stile psicologo-malato mentale.”
Non chiedetemi come abbia fatto a partorire una frase del genere, tantomeno ad essermela cavata con due personaggi come Lev e Kiyoko. Ma siccome sono un’inguaribile romanticona e mi è subito risultato naturale shippare YakuLev, il mio ragionamento è stato questo: se Kiyoko deve diventare psicologa di Lev, quest’ultimo deve avere qualche problema, ma che tipo di problema, visto che non posso fare a meno di shippare Lev con Yaku potrebbe essere un problema di cuore, magari Kiyoko aiuta Lev a dichiararsi con Yaku, ma come fa Kiyoko a entrare in contatto con Lev se voglio rimanere nel contesto AU?
E così mi è venuta l’idea della mega uscita di gruppo.

Ho deciso di restare nel contesto AU per tutta la raccolta, in modo da non essere costretta a spoilerare la storia originale. E poi questi prompt sono nati a prescindere per essere usati in un contesto AU, perciò ho voluto rimanere coerente con questa scelta per tutte le OS.
Spero che vi sia piaciuta anche questa e che abbiate apprezzato il mio tributo ad una delle tante ship di Haikyuu che adoro, la YakuLev! :3

Ne approfitto per ringraziare ancora tantissimo ChidoriBlade (tesoro bello! **) e Mitsuki, che mi hanno recensita in maniera tanto tanto dolce. <3
Lasciate una recensione, mi piacerebbe molto conoscere la vostra opinione. A presto!

Eliot
 

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Capitolo 3
*** 03 ***


E siamo a tre! Che ne dite, sto procedendo bene? Giudicate voi! :D
Questa qui è proprio una piccola chicca, ma i dettagli ve li dico dopo. Buona lettura! ;)
*



03.

 
Continua a piovere senza tregua. Infreddolito nel suo angolino del marciapiede, Takeda trema e attende con pazienza infinita l’arrivo dell’angelico autobus che lo porterà finalmente a casa. Un vago sorriso gli si stende sul volto quando questo accosta alla fermata, non prima di aver infradiciato un vecchietto e una ragazzina, svuotando quasi del tutto una fastidiosa pozzanghera.
Le porte si aprono, ma il disappunto si impadronisce del povero professore. Un tipo alto e robusto gira la testa verso l’esterno – solo la testa, perché il resto del corpo è bloccato dalla folla che riempie vertiginosamente il mezzo pubblico – e si accorge di Takeda, che scruta le persone all’interno mordendosi un labbro. A poco a poco il disappunto lascia spazio alla rassegnazione, ma una voce lo distoglie dai suoi angosciati pensieri:
- Forse riusciamo a fare un po’ di spazio … che ne dici, Noya?-
- Eh?- mormora un piccoletto accanto a lui, sommerso dalla massa di persone, che ci mette un po’ di più a vedere l’uomo sotto la pioggia. - Oh, certo, vieni più in qua!-
Il ragazzo dalla possente mole si stringe con timidezza all’amico più basso e dà qualche leggera spinta ad un altro tizio lì vicino, creando miracolosamente uno spazietto. Takeda trasale e non perde tempo, chiudendo l’ombrello e infilandosi lì appena prima che le porte lo blocchino dentro e il viaggio dell’autobus ricominci.
- G-grazie mille!- sospira lui, alzando lo sguardo e osservando il suo salvatore, che gli sorride.
Schiacciato tra lui e Takeda, c’è Nishinoya che esclama:
- Asahi-san è il solito cuore di vetro … Se vuole stare più comodo, me lo dica e mi faccio ancora più piccolo!-
Il ragazzo più robusto arrossisce e distoglie gli occhi, mentre Takeda ricambia l’occhiata amichevole:
- Non preoccuparti, mi avete già ceduto un po’ del vostro spazio. Ve ne sono riconoscente.-
Noya alza la fronte e lancia un sorriso a trentacinque denti verso l’amico, che viene contagiato da quell’aura sempre positiva che ha intorno e sorride a sua volta, anche al professore.
Quest’ultimo si appoggia alla porta, stringendo la valigetta tra le braccia, ma cambia espressione quando nota un biondino alto e forte quanto Asahi, lo stesso che è stato spinto di poco per farlo entrare. Il suo sguardo, diretto al coetaneo, non è tra i più gentili. Anche gli altri due si accorgono delle sue occhiate storte ed insistenti, così Nishinoya sbotta:
- Che hai da guardare, tu?-
L’altro non risponde e si volta verso i compagni di scuola che chiacchierano.
“Meno male che in giro ci sono ragazzi come questi due!”, pensa Takeda, soppesando la valigetta e facendo attenzione alle porte che si aprono di nuovo.
Dopo un paio di fermate, il bus si è svuotato per miracolo e sia il professore che i due studenti possono tornare a respirare. Reggendosi a una sbarra, il professore sofferma gli occhi sulle divise scolastiche dei due ragazzi e chiede:
- Per caso frequentate la Karasuno?-
- Sì.- risponde Asahi gentilmente.
- Quindi andate nella stessa scuola dove inizierò a insegnare dalla prossima settimana!- aggiunge Takeda con entusiasmo. - Chissà se sarete voi i miei studenti … Penso che mi piacerebbe, visto che siete stati così gentili con me.-
Il piccoletto si fa in avanti verso di lui, penzolando dalla sbarra orizzontale sulla sua testa: - Davvero?-
- Che coincidenza.- mormora Asahi con un altro pacato sorriso. - Allora immagino di doverla chiamare “sensei”.-
- Beh, è solo un’ipotesi, quindi non è necessario essere subito così formali.- sentenzia Takeda.
La fermata seguente è quella di Noya, che prima di scendere punta un dito contro Asahi:
- Mi raccomando, stai attento ai malintenzionati e mandami un messaggio quando arrivi a casa!-
Al richiudersi delle porte, il ragazzo dal cuore di vetro sospira e lascia vagare lo sguardo nel vuoto, perso nei suoi pensieri. Il professore si compiace della conoscenza fatta con Nishinoya e non si trattiene dal fare un’osservazione:
- E’ un buon amico, vero?-
Asahi si sorprende, ma poi annuisce con un leggero rossore sulle guance.
- Per caso sono stato troppo indiscreto?- prosegue l’altro. - Ti chiedo sc-
La frase di Takeda viene interrotta da una brusca frenata dell’autobus. Tra lo stupore generale, tutti vengono sbalzati in avanti: il professore fa appena in tempo ad appoggiarsi alla sua sbarra, mentre lo studente finisce addosso al gigante di prima. Quest’ultimo si volta lentamente e lo fulmina con gli occhi. Asahi non ha il coraggio di fiatare e anche Takeda deglutisce alla vista di un individuo dall’aria tanto minacciosa.
- Oh, sei tu, Azumane!- esordisce un compagno di classe di quell’energumeno, poco più basso di lui. - Dovevi dirlo subito, che a spintonarti era stato lui, Aone!-
- F-Futakuchi-san … - balbetta Asahi intimorito, sotto gli occhi curiosi di Takeda.
L’altro continua, lanciando occhiate complici al suo amicone biondo:
- Adesso Azumane ha così fifa da dimenticarsi di chiedere scusa? È sempre stato un pappamolla, giusto Aone? E pensare che potrebbe avere la tua forza fisica … che spreco!-
Asahi inghiotte a vuoto e abbassa gli occhi, mormorando a malapena le sue scuse per averlo spinto prima. Futakuchi, tuttavia, non è molto disposto a perdonarlo e si mette a ridere, cercando di contagiare Aone, che rimane impassibile senza però smettere di fissare Asahi con odio.
Takeda osserva la scena in silenzio. Ripensa alle parole di Nishinoya e si convince che non tutti hanno la decenza di rispettare un cuore di vetro come quello di Asahi. Quest’ultimo è imbarazzatissimo, lo si può dedurre fin troppo bene, e anche intimorito dagli occhi penetranti di Aone che continuano a fulminarlo.
Il professore non è mai stato particolarmente coraggioso o sfrontato. In quel momento si sente spaventosamente simile ad Asahi, un giovane umile e buono come pochi, che sta stringendo i pugni con una smorfia di frustrazione repressa. Ora che il suo amico Noya non è presente, l’unico che potrebbe aiutarlo è lui. E’ un autorevole professore di letteratura, dopotutto!
Prende un respiro profondo e muove un passo verso Aone e Futakuchi:
- Magari esistessero più ragazzi educati come lui, sapete? Non ha spintonato nessuno, tanto per cominciare, e poi con la vostra mole non avreste dovuto avere problemi in ogni caso a subire qualche piccolo spostamento. Abbiate più riguardo verso una persona come Azumane, perché non merita la vostra cattiveria!-
Entrambi rimangono immobili e silenziosi, anche se la vergogna ha già iniziato a traboccare dall’espressione di Futakuchi. Asahi, meravigliato, vede Aone scomporsi lievemente di fronte allo sguardo determinato di Takeda, per poi voltarsi e raggiungere il fondo dell’autobus.
- Aspettami, Aone!- replica il compagno, andandogli dietro e rischiando di sbattere contro una vecchietta.
L’impressione del professore è positiva. Pur senza dire nulla, quel biondino tutto muscoli ha compreso la situazione anche meglio del suo amico. Asahi esclama, riconoscente:
- Sensei, non ho parole … La ringrazio!-
- Dovevo farlo.- sorrise Takeda. - E poi ho ricambiato il tuo favore di prima, giusto?-
Il nodo allo stomaco che infastidiva Asahi si scioglie e il ragazzo ricambia l’espressione amichevole, promettendosi che non avrà più bisogno di qualcuno che lo difenda.
 
 
 
*




Il prompt era abbastanza generico: "Takeda e Asahi si ritrovano a condividere un viaggio in autobus."

Il bello di questi prompt semplici è che si possono sfruttare praticamente in qualsiasi modo. Un viaggio in autobus avrebbe potuto significare qualsiasi cosa! Però due persone come Takeda e Asahi, diciamo, non si caccerebbero mai in situazioni insolite da soli. Sono troppo dei cuori dolci <3
Perciò ci andava l'intervento di qualcun altro. E siccome mi piaceva l'idea di Takeda protettore del nostro gigantone dal cuore di vetro, doveva esserci qualcuno che facesse da villain. Quel gran dork di Aone era perfetto, così voilà! Ci ho anche messo un pizzichino di AsaNoya, perché da brava fujoshi che sono non posso trattenermi dal shippare gente con gente. C:

Mi auguro che l'idea e soprattutto la OS vi sia piaciuta! Le prossime garantiranno più risate, vedrete. ^_^
Un baciotto e grazie dell'attenzione :*

by Eliot ;D

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Capitolo 4
*** 04 ***


Ladies and gentlemen, siamo alla quarta shot! E stavolta si ride, LOL
Ma bando alle ciance: buona lettura! :*
#


04.

 
Il silenzio perfora i timpani dei due malcapitati, non appena si chiude la porta dietro di loro. Restano immobili, con le braccia lungo i fianchi e i pugni chiusi, la fronte bassa e la bocca storta in una smorfia di disagio. Di fronte, la scrivania del preside, il quale sospira e si tiene la fronte con una mano. Quasi ha paura di chiederlo, ma lo deve fare perché beh, è il suo lavoro.
- Che cos’è successo?-
Pena e rassegnazione si diffondono nell’ufficio attraverso quella domanda e colpiscono l’alunno e il professore con violenza, come se la situazione non fosse già patetica.
- Ukai-sensei. Cominci lei, prego.- sospira ancora il preside.
Il falso biondo deglutisce e guarda di sottecchi colui che considera la causa del suo guaio, lo studente più basso della scuola, ma dal carisma prorompente.
- E’ stato un incidente.- precisa subito Ukai. - Non sarebbe successo nulla, se non fosse stato per Nishinoya.-
Quest’ultimo si drizza sulla schiena e lo interrompe subito a gran voce:
- Non è vero, signore! La colpa non può essere data solo a me. Ukai-sensei ha fatto la sua parte nel misfatto. Eravamo entrambi d’accordo!-
- Non dire scemenze, mocciosetto sconsiderato!- ribatte prontamente il professore.
- E lei non dica bugie, rompiscatole di un sensei!-
Il preside preme le mani sulla scrivania e fissa i due con la fronte corrugata, richiamando la loro attenzione e facendoli ammutolire come due tombe.
- Vi ho chiesto. Che cosa è successo.-
Nishinoya e Ukai si scambiano un altro sguardo truce, ma poi sospirano all’unisono e raccontano la storia senza girarci troppo intorno, per non peggiorare la loro condizione.
 
Due ore prima …
- Noya-san, non puoi farlo.-
- E perché no, Ryu? È un’idea strepitosa!-
- Sì, ma anche rischiosa e non voglio che ti sospendano di nuovo.-
- Uh, ti mancherei per caso?-
- Ma che dici? È per la tua incolumità: chi li sente, poi, i tuoi genitori?!-
Le chiacchiere degli studenti rimbombano in maniera indistinta fin nella palestra dopo la lezione di ginnastica. Ukai se ne sta sdraiato in panchina con il registro sulla faccia, per nulla deciso a rinunciare al pisolino che lo aspetta nell’ora libera seguente. Nello spogliatoio, invece, l’aria è satura di eccitazione.
- Lo vuoi fare davvero, Noya-san?- domanda Hinata con gli occhi che sfavillano.
Il senpai ride con orgoglio e inarca un sopracciglio:
- Vedrai, sarà qualcosa di epico.-
Mentre gli “woah” di Hinata riempiono lo spogliatoio a ripetizione, Nishinoya si prende il suo tempo tra le critiche di Daichi, lo scetticismo di Tanaka e le prese in giro di Tsukishima, per poi ritrovarsi ultimo a uscire. Guardingo, il ragazzo sgattaiola di nuovo in palestra e procede tranquillo, siccome Ukai sta già russando sonoramente da sotto il registro.
In un angolo, il borsone del professore di ginnastica è ancora mezzo aperto. Ridacchiando, Nishinoya ci si avvicina e fruga dentro, sempre con un occhio al sensei per timore che si svegli all’improvviso.
- Uffa, ma dove l’avrà messa? Possibile che a scuola non la usi? Impossibile, l’ho visto … - borbotta sottovoce.
Ukai si muove nel sonno e Noya si immobilizza. Sente il sudore freddo grondargli dalle tempie e non ha il coraggio di girarsi a guardare. Quando il silenzio torna a regnare nella palestra, Noya decide di aprire le tasche laterali e finalmente trova ciò che cerca.
- Eccola!- sussurra tra sé, fissando con espressione trionfante la bottiglietta racchiusa nella mano.
Sta per svignarsela in punta di piedi, ma alle sue spalle qualcuno si schiarisce la gola e Nishinoya perde un battito. Un’ombra minacciosa lo sovrasta e con il panico radicato fin nelle ossa, il ragazzo si volta lentamente e rivolge uno sguardo terrorizzato a Ukai.
- Nishinoya Yuu.- esordisce il professore con tono greve. - Che cosa ci fai con la mia tintura per capelli?-
Lo studente non è abituato a farsi scoprire durante una delle sue malefatte; di solito la punizione gli arriva a missione compiuta. Nascondendo la bottiglietta di tintura bionda dietro la schiena, balbetta:
- E-ecco sensei, in realtà avevo bisogno di-di sistemarmi il ciuffo, sa, la ricrescita … -
A Ukai basta sollevare un sopracciglio per trasmettergli il suo sospetto.
- Se me la restituisci, sono disposto a dimenticare la faccenda.- sentenzia, mostrandogli la mano aperta.
Nishinoya potrebbe acconsentire, ma arrendersi non è affatto nel suo stile. Il suo scherzo farebbe scalpore in tutta la scuola, non può negarsi un momento di gloria simile.
- Non posso, sensei. È per una buona causa.-
Il suo atteggiamento è cambiato, ma Ukai non se l’aspettava. Perplesso, gli chiede:
- Una buona causa? Ma che stai dicendo?-
- Sensei, lei conosce bene l’influenza del nostro vicepreside all’interno dell’istituto.- comincia Noya con tono autorevole. - E sa anche che la sua reputazione è piuttosto, ecco, discutibile.-
Sentirlo parlare in quel modo è decisamente insolito, ma Ukai non ha molta voglia di interromperlo e si limita ad ascoltarlo, senza però prenderlo troppo sul serio.
- Ebbene, ho pensato di dare un sollievo agli studenti stressati e intimoriti dalle sue costanti critiche. Per la felicità dei miei colleghi, io confesso: ho intenzione di tingere il parrucchino del vicepreside di un biondo così sgargiante da illuminare le vite di noi giovani!- termina il ragazzino con enfasi.
O per l’assurdità dell’idea, o per il tono concitato con cui Nishinoya ha parlato – ma forse per entrambe le cose – Ukai spalanca le orbite ed esclama:
- Che cosa?! Delinquente che non sei altro, ma come ti salta in mente?-
- Non è geniale?- ride il ragazzo. - Tutti odiano quel pallone gonfiato, sono sicuro che non mi puniranno neanche per averlo fatto! Anche lei, sensei … -
Il professore sobbalza:
- Anche io, cosa?-
- Lo ammetta. Anche lei detesta il vicepreside.- sussurra Nishinoya al suo orecchio, allungandosi sulle punte dei piedi.
Stupito, Ukai avverte un pesante senso di colpa addosso. Eppure il delinquente è l’altro, non lui! Allora perché non riesce a negare che sotto sotto Nishinoya ha ragione?
In effetti, già da quando ha ottenuto a fatica il posto da professore di ginnastica, Ukai preferirebbe non avere quel pelato a tradimento sotto gli occhi, causa inaspettato prurito alle mani provocato dalla voglia di tirargli un pugno in faccia. Se lo immagina, il vicepreside, col parrucchino biondo che vola via nel cielo di ottobre, confondendosi con le foglie secche che cadono dagli alberi del cortile.
Il sensei non riesce a spiccicare una parola. Il ragazzino lo guarda sornione e attende una risposta, divertito dalla difficoltà che ha Ukai di prendere una decisione e forse prevedendo già la sua resa.
Il biondino stringe i denti sul punto di cedere e alla fine il buonsenso l’abbandona.
- D’accordo, Nishinoya, hai vinto.- sospira. - Qual è il piano?-
 
Il ragazzino entra nel territorio nemico appena con il naso, lanciando occhiate di sicurezza a destra e a manca. Appoggiato al muro dietro di lui, Ukai sta finendo la sigaretta. Buttando fuori una nuvoletta di fumo, borbotta:
- Ancora niente?-
- Devo aspettare il momento giusto.- mormora Nishinoya, concentrato. - Lasci fare a me, ho mesi di esperienza alle spalle!-
- Poveri noi, allora.-
- Su, non faccia così … Venga, la via è libera!-
Il professore spegne e butta la sigaretta in un cestino, prima di seguirlo nel piccolo corridoio che porta alla sala insegnanti. Non sembra esserci anima viva nei paraggi, il nanetto aveva ragione.
- Ti avverto, Nishinoya. Io ti fornirò solo una copertura, mentre il lavoro è tuo.- mette subito in chiaro Ukai.
L’allievo storce la bocca, indispettito, per poi appiattirsi contro la porta della sala insegnanti. L’altro resta lì accanto, con le mani stancamente rifugiate nelle tasche della felpa.
- Non è nervoso?- chiede Noya, infastidito dalla sua indifferenza.
Ukai ammette che dopotutto c’è un che di divertente in quella storia, ma non può certo permettersi di darlo a vedere. Quasi atono, risponde:
- Perché dovrei essere nervoso? Se ci scoprono, la colpa è tua.-
- Io non mi farò problemi a trascinare nel baratro anche lei, sensei.- ridacchia il ragazzino.
- Non oserai!-
La conversazione è interrotta da alcuni rumori provenienti dalla stanza. Quando la porta si apre ed esce un altro professore, Nishinoya resta appiccicato ad essa, scomparendo nell’angolino tra la porta e il muro. Ukai fa finta di niente come d’accordo e anzi, saluta il collega per non destare sospetti. Una volta che il corridoio torna deserto e la porta si richiude, il ragazzino sospira di sollievo.
- Adesso dovrebbe esserci solo la vittima nella sala insegnanti.- inizia Ukai, serioso. - Ora io entro e lo distraggo, mentre tu entri in azione.-
- Così mi piace quando parla, sensei!-
L’operazione comincia. Il professore bussa e viene accolto dal vicepreside, come sempre con aria snob e col fedele parrucchino in testa. Sfruttando agilità e mancanza d’altezza, Nishinoya si intrufola nella stanza a gattoni, nascondendosi dietro tavoli e sedie. Il discorso di Ukai non ha molto senso e il vicepreside non è molto disposto a dargli retta, ma l’altro non demorde e cerca di tirarla per le lunghe almeno finché Nishinoya non raggiunge la scrivania che c’è alle spalle della vittima.
- Adesso mi stia a sentire … - esordisce seccato il vicepreside con uno dei suoi sproloqui.
Ukai pensa che sia il momento giusto per agire, così dà appena un cenno allo studente che si è già arrampicato sul tavolo. Nishinoya fa per stappare la bottiglietta di tintura bionda, ma si accorge con orrore di avere qualche difficoltà. E’ stata chiusa troppo bene!
Il complice, che regge a malapena alle chiacchiere dell’uomo, si sente morire e trattiene con tutte le sue forze il disappunto nel vedere il ragazzino farsi silenziosamente in quattro per aprire quella dannata bottiglietta.
Dopo alcuni tentativi, finalmente Noya riesce a togliere il tappo, ma le conseguenze sono devastanti.
Il braccio che ha usato per aprire la bottiglia sbatte contro la nuca del vicepreside. Nello stesso momento, il ragazzino perde l’equilibrio e cade dalla scrivania, finendo addosso alla vittima dello scherzo. Davanti agli occhi di Ukai si presenta una scena incredibile: il vicepreside con la faccia a terra che si dimena per riuscire a rialzarsi e Nishinoya sopra di lui che con un ultimo sforzo gli versa la tintura in testa. Non sa nemmeno se scoppiare a ridere; fissa i due sul pavimento senza muovere un muscolo e con un’espressione tragicomica sul volto.
 
Un paio d’ore più tardi, i due colpevoli escono dall’ufficio del preside con l’ennesimo sospiro. Se la sono cavata entrambi con tre giorni di sospensione.
- Grazie a te, quel poco di buono che avevo della mia reputazione è andato a farsi benedire.- sbotta con irritazione Ukai, cercando le sigarette nella tasca.
- Tre giorni non sono tanti, poteva andare peggio.- lo consola Nishinoya, come per ringraziarlo dell’aiuto in quello scherzo, che in parte è anche andato a buon fine. - Magari il preside ci ha alleggerito la pena perché anche lui in fondo detesta il suo vice!-
Il professore mugugna, mettendosi una sigaretta in bocca. Lo studente lo osserva per qualche attimo, prima di balzargli davanti e domandargli:
- Almeno si è divertito, sensei?-
Ukai riflette. Ora che il danno è fatto, forse può lasciarsi andare.
- Visto che mi ci fai pensare … in effetti non posso negarlo!- sorride, prima di accendersi la sigaretta sotto lo sguardo compiaciuto di Noya.

 
 
 




*








"A scuola, Nishinoya e Ukai vengono mandati in presidenza." Che prompt, ragazzi!
Vedere questi due scemotti nei guai è stato piuttosto naturale... anche se non avevo in mente subito questo scherzo. I miei neuroni bruciati al sole ci hanno messo un po' a partorire l'idea della tinta bionda, anche se entrambi i soggetti sono interessati dalla cosa. Poi, pensando ai capelli finti, mi sono ricordata del parrucchino del vicepreside... ed è stata la fine. XD
Spero che vi siate divertiti e che la storia vi sia piaciuta! Lasciatemi una recensione, dai *-*
Ringrazio ancora le mie lettrici e recensitrici, siete adorabili <3
Un baciotto e alla prossima :*

by Eliot ;D

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Capitolo 5
*** 05 ***


Signorine, eccomi tornata! Scusate la lunga attesa, ma ero in vacanza nello splendido Salento xD
Ma mentre ero lì mi sono lasciata ispirare dal mare e dal vento, così sono riuscita a proseguire la raccolta con l'ennesima storiella pazza. Spero che vi piaccia! I dettagli dopo ;)
#




05.

 
- Tanaka-san, alle tue spalle!-
La frase sfuma nell’aria, sostituita dal fruscio dell’acqua che piomba in testa al rasato e gli ovatta le orecchie per un secondo. Dietro di lui, Noya è piegato in due dal ridere e batte il dieci con Sugawara. Tanaka si strofina il cranio asciugandosi alla meglio, per poi gridare:
- Adesso me la pagherete!-
Ride di gusto e cerca di sollevare più acqua possibile dalla fontana centrale del parco, rincorrendo i due amici che l’hanno bagnato. Hinata non riesce a smettere di sghignazzare, ma viene interrotto prontamente da uno schizzo negli occhi da parte di Kageyama.
- Adesso siamo pari!- esclama quest’ultimo, prima di venire rincorso a sua volta dal piccoletto.
Seduto sul bordo della fontana, Yamaguchi sorride, ma Tsukishima lì accanto sentenzia subito:
- Guai a te, se osi bagnarmi anche solo di una goccia.-
- Come vuoi, Tsukki!-
Il biondino non ricorda più il momento in cui hanno iniziato tutti a bagnarsi per rimediare al primo vero caldo dell’anno. Vorrebbe andare a casa dopo aver fatto i compiti insieme a Yamaguchi, ma su suggerimento dell’amico d’infanzia si è fermato al parco con i compagni per approfittare della bella giornata.
- Quest’anno ha fatto caldo in anticipo, vero Asahi?- chiede Daichi, seduto su una panchina all’ombra.
- Già.- sorride l’altro. - E’ stata una buona idea uscire tutti ins-
Il ragazzo si interrompe e spalanca le orbite, atterrito. Nishinoya sta correndo verso di lui con una bottiglia in mano. Piena e soprattutto senza tappo.
- Asahi-san! Bevi un po’ d’acqua, altrimenti con questo caldo rischi di sentirti male … -
L’argomentazione è buona e lui allunga una mano verso la bottiglia senza esitare; tuttavia, sul punto di afferrarla, Noya scuote il braccio all’improvviso e gli bagna completamente la faccia.
- Pesce d’aprile!- esclama con una fragorosa risata.
Rischiando di farsi acchiappare da Daichi per il ciuffo, Nishinoya scappa di nuovo verso la fontana, mentre gli altri si schizzano ancora.
In effetti è insolito che faccia così caldo il primo di aprile, ma i giovani della Karasuno non perdono certo un’occasione simile per divertirsi. Il più gasato è ovviamente Tanaka.
- Stamattina sono riuscito a fare ben tre pesci d’aprile!- sogghigna lui, arrampicandosi sul bordo della fontana come un re che ascende al trono. - E sarebbero stati quattro, se quello di mia sorella avesse funzionato … -
- Cosa, hai provato a fare uno scherzo a Saeko-nee-san? Che coraggio!- esclama Noya, che dopo tutti quei gavettoni è il più fradicio di tutti.
Tanaka spiega che non ci è riuscito perché sua sorella è troppo furba per lui – “chiunque è troppo furbo per te” pensa subito Tsukki che ascolta di sottecchi – ma in compenso quelli a sua madre, a suo cugino di due anni e quello al panettiere sotto casa hanno riscosso un successo strepitoso. Infine, mettendo le mani sui fianchi con orgoglio, sentenzia:
- Modestamente sono il migliore!-
La sua risata si sparge tutt’intorno e i presenti che passeggiano lo guardano perplessi, ma l’unica di cui si cura Tanaka è la bellissima …
- Kiyoko-san! Che sorpresa meravigliosa vederti da queste parti!-
A fargli eco c’è sempre Noya che aggiunge:
- Con questo caldo si rovinerà la tua splendida pelle; ti aiutiamo noi a rinfrescarti!-
Siccome non ha la benché minima intenzione di subire alcun gavettone d’aprile, la ragazza nemmeno si ferma e mormora “no grazie” prima di procedere dritta per la via senza scomporsi.
Basiti, Nishinoya e Tanaka si fissano per qualche istante e all’unisono esclamano:
- Mi eccita quando mi ignora così!!-
Il più basso si rinfresca i capelli “per riprendersi dalla bellezza di Kiyoko-san che gli ha mozzato il fiato”, mentre l’amico ride a gran voce e lo aiuta a bagnarsi con qualche schizzo.
Yamaguchi sospira e sorride ancora divertito, prima di stappare una bibita:
- Tanaka-san è come una macchinetta senza interruttore per spegnerla.-
- E’ irritante.- sbotta Tsukishima, facendo per alzarsi.
- Aspettami, Tsukki …!-
I due si allontanano e solo Yamaguchi si ferma qualche attimo in più per salutare gli altri prima di prendere la strada di casa, ma entrambi si bloccano al suono di una certa macchinetta.
- Hey, ve ne andate di già?-
L’amico d’infanzia conosce Tsukki troppo bene e sa che in quel momento c’è un brivido di rabbia che sta salendo lentamente lungo la sua spina dorsale.
- Ho da fare.- sillaba il biondino, immobile sul posto sotto il sole cocente.
Tanaka, che a sua volta fa fatica a sopportare l’apatia di Tsukishima, non vuole farsi sfuggire la ghiotta opportunità di giocare uno scherzo anche a lui. Qualcosa gli dice che sarebbe estremamente appagante.
- Resta ancora un po’.- dice il rasato con gli occhi a fessura, mimando a Nishinoya di riempire e passargli la bottiglietta di nascosto. - Vedrai come ti divertirai … -
- Preferisco sciogliermi al sole, piuttosto che restare. Soprattutto se me lo chiede uno scemo come te.-
Gelido anche con trentacinque gradi all’ombra, Tsukishima lascia Tanaka di stucco. Quest’ultimo reprime il pugno che gli tirerebbe dritto sul naso e forza un sorriso:
- Andiamo, ti va di scherzare?! Forse hai solo bisogno di … rinfrescarti le idee!-
Con le ultime parole, tenta di svuotargli la bottiglia in testa, ma Tsukki non è stupido ed evita facilmente il getto d’acqua sul cranio. Il problema è che, con un rapido movimento del polso, Tanaka smuove la bottiglia e gli ultimi schizzi freddi bagnano la sua faccia e la sua maglietta.
Yamaguchi, silenzioso come mai in vita sua, deglutisce appena e vede chiaramente la pazienza dell’amico scendere al livello zero.
- … Andiamo, Yamaguchi.- sussurra soltanto Tsukishima, senza muovere un muscolo.
Rigido quanto un manico di scopa, inizia a camminare fuori dal parco. Dietro di lui, il rasato ripete a manetta “andiamo Yamaguchi” facendogli il verso e ridendosela con Nishinoya e Hinata.
Il ragazzo con le lentiggini si smuove con un battito di ciglia e raggiunge il biondino:
- Te ne vai così, Tsukki?-
- Assolutamente no.- risponde l’altro, tremando di rabbia e nascondendo lo sguardo malvagio dietro gli occhiali ancora bagnati. - Non finisce qui.-
Notando che Tsukishima tiene gli occhi fissi su un punto preciso davanti a sé, l’altro segue la direzione indicata dalla sua espressione e trasale quando vede Kiyoko che aspetta il verde al fondo della strada.
 
- Meraviglia delle meraviglie, che giornata meravigliosa, che tramonto meraviglioso … -
Lungo la via si sente soltanto la voce di Tanaka che canticchia frasi a caso e l’inaspettata afa del pomeriggio ha lasciato posto alla lieve brezza della sera. Ha appena salutato Daichi e Asahi all’angolo ed è rimasto solo, perciò si tiene compagnia a modo suo, meditando un pesce d’aprile da giocare a sua nonna che verrà a visitare la sua famiglia.
La sua cantilena spericolata viene interrotta inaspettatamente dal trillo del telefonino. Curioso, il ragazzo lo tira fuori e controlla, ma la bocca gli si spalanca dalla sorpresa quando legge il nome del mittente.
- … K-K … Kiyoko-san!!- esclama, a corto di fiato.
Se Tanaka non è abbastanza sconvolto dall’aver ricevuto un messaggino dalla sua dea, ci pensa il suo contenuto a bloccargli del tutto l’immissione di aria nei polmoni:
“Vorrei vederti. Incontriamoci alla fontana dove ci siamo visti oggi. Ti aspetto, Ryu. Tua Kiyoko”
Paonazzo e con la mandibola paralizzata, Tanaka avverte solo il proprio cervello ribollire ed esplodere come un fuoco d’artificio, prima di lasciarsi andare ad un grido liberatorio.
 
Ormai ha la lingua per terra da quanto è affaticato dalla corsa, ma la sua espressione di pura gioia non l’ha mai abbandonato. Tanaka è tornato al parco alla velocità della luce e si guarda intorno, pensando che non ci sia anima viva e che il tramonto sia l’unico spettatore del suo incontro d’amore.
Come si sbaglia!
Il cellulare suona di nuovo e scioglie per un momento la sua tensione:
- Pronto?-
- Sei sleale, Ryu!-
- Noya-san, non arrabbiarti, per favore … non ci posso fare niente se Kiyoko-san ha scelto me!-
- Mi permetterai almeno di farti da testimone?-
- Ma certo, amico mio!-
- Ottimo! Certo che hai una fortuna sfacciata … e quindi la incontrerai adesso?-
- Sì! Ho il cuore a mille!!-
- Allora ti lascio, amico … mi raccomando, fammi sapere com’è andata!-
- Puoi starne certo, ciao!-
Con un piccolo clic, il ragazzo riattacca e canticchia il motivetto di prima a bocca chiusa, sistemandosi la maglia e lisciandosi la testa semipelata.
All’improvviso si avverte un fruscio. Tanaka si volta nella direzione del rumore e nota la siepe che delimita un sentiero laterale, dall’altra parte della fontana. Con gli occhi che brillano, domanda:
- Sei tu, Kiyoko-san?-
Cammina a passo lento sulle punte dei piedi, per gustarsi quell’attimo di suspense prima del grande incontro, e si dirige verso la siepe. È troppo occupato a ridacchiare tra sé e sé dall’emozione, per accorgersi che qualcuno oltre il cespuglio sta facendo la stessa cosa.
- Su, fatti vedere, mia dolce e splendid-
Splash!
Acqua, tanta acqua. Litri d’acqua gelata. Una secchiata, probabilmente.
Tanaka resta paralizzato a bocca aperta; a malapena gli trema una palpebra.
- Pesce d’aprile, Tanaka-san.-
E solo a quel punto riesce ad sentirla chiaramente, la risatina di Yamaguchi da dietro la siepe.
Ryu si gira con estrema lentezza, senza cambiare espressione di un millimetro, per poi impallidire davanti a quella visione: Tsukishima con un secchio vuoto in mano, la luce del tramonto che gli si riflette sulle lenti e un ghigno sadico stampato sul viso.
La realizzazione gli piomba dall’alto, proprio come quell’acqua fredda che ora gocciola dai suoi vestiti. Tanaka non si è mai sentito così idiota, per aver abboccato ad uno scherzo del genere.
- Come pensavo.- aggiunge il biondino. - Solo gli stupidi possono cadere in una trappola altrettanto stupida.-
Yamaguchi esce dal suo nascondiglio, mentre la sua risata aumenta di intensità:
- Ottimo lavoro, Tsukki! Direi che posso restituire il cellulare a Shimizu-senpai.-
Ora del tutto conscio del pesce d’aprile che ha subìto, Tanaka tramuta il suo sguardo atterrito in una smorfia d’ira.
- Maledetto … - mugugna a denti stretti, chiudendo le mani a pugno.
Sorprendendosi lievemente, Kei salta giù dalla fontana e si affretta ad unirsi all’amico:
- In effetti io devo restituire questo secchio. Vengo con te, Yamaguchi!-
I due si mettono a correre senza smettere di ridere, mentre Tanaka raccoglie tutta la sua forza bruta e comincia a rincorrerli, urlando come un forsennato.
- TSUKISHIMAAAAA!-
 
- Pronto?-
- Noya-san … -
- Ryu! Allora, com’è andata? Sono curioso! Ma … come mai questa voce triste?-





*





"Tanaka è protagonista di un pesce d'aprile di Tsukishima."
Ragazzi, non chiedetemi perché abbia scelto di sviluppare il prompt così, perché non me lo ricordo più o meglio non ne ho mai avuto idea. xD
Diciamo che Tanaka era perfetto per un pesce d'aprile, sì, ma non come vittima. Solo che beh, trattandosi di Tsukki, le cose sono state molto più semplici. La parola che mi è venuta in mente è stata VENDETTAAAA LOL
E niente, spero che anche questa shot vi sia piaciuta! La prossima si prospetta incredibile, quindi non perdetevela!! Di sicuro rimedierà alla cosina che è venuta fuori ora, perché rispetto alle altre non è che ne sia proprio soddisfattissima... non ho fatto uscire abbastanza vena comica.
Ma migliorerò, perché voglio farvi divertire! <3

Che dire, alla prossima dolcezze! :*

Eliot ;D

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Capitolo 6
*** 06 ***


06.


 
- Hey bella signorina, ti piacerebbe avere uno dei miei cupcakes?-
- Ehm, ecco … -
- Coraggio, assaggiane uno. Non mordono mica, anzi … sono loro che aspettano di essere morsi da te … -
- Smettila di guardarla in quel modo, scemo di un Oikawa.-
- Iwa-chan, non disturbarmi! Non vedi che sto facendo affari?-
- Gli affari altrui, intendi dire?-
Tutti sono euforici per la festa del paese, ma per Iwaizumi ciò significa semplicemente tempo in più in cui deve sopportare quel broccolo del suo amico d’infanzia e non ne sembra molto entusiasta.
- Sei sempre il solito!- mugugna il broccolo in questione, allungando le labbra in avanti.
La giovane cliente, incitata dalle sue amiche adoranti, mormora:
- Ne prendo volentieri uno, grazie.-
- A te, dolce fringuello!- esclama soddisfatto Oikawa, mentre alle sue spalle il moro sospira sistemando nella vetrina l’ennesima infornata.
Vorrebbe tirargli un pugno in faccia ogni volta che fa quel suo sorrisetto da playboy, ma è una buona strategia di vendita e se non vuole passare dalla parte del torto è costretto a trattenersi.
Tutt’intorno è un tremare di luci e di colori, un intrecciarsi di risate e chiacchiere che viaggiano da una bancarella all’altra con vitalità. Molti indossano yukata e abiti tradizionali, rendendo le vie del paese ancora più vivaci da vedere. L’ultima cliente di Oikawa e Iwaizumi si allontana offrendo un morso del suo cupcake alle amiche, che cominciano a pigolare:
- Come sei fortunata, Oikawa-san ti ha offerto una delle sue creazioni!-
- C-creazioni?-
- Sì, come vorrei che l’avesse offerto a me, sono così buoni!-
- E lui è così bello … ah, se potessi comprerei tutti i suoi cupcakes!-
Voci e discorsi di ogni tipo si mescolano per la via, ma le parole di quelle ragazze vengono captate da un gruppo di liceali che arranca tra la folla nella direzione opposta, in cerca di cibo.
- Avete sentito, ragazzi?- esordisce Yamaguchi. - Oikawa-san vende di nuovo cupcakes.-
Hinata emette un verso di felicità inconfondibile ed esclama con l’acquolina in bocca:
- Woooh, andiamo a provarli?-
- N-non dovevamo andare a comprarli allo stand di Kageyama-kun?- mormora Yachi perplessa, cercando di non cadere dagli zoccoli tradizionali accompagnati al suo yukata a fiori.
- Ah, giusto, hai ragione … -
Tsukishima mette via il portachiavi a forma di tirannosauro che ha appena comprato, intanto sbotta:
- Sei stato tu ad insistere per andare da lui e ora te ne dimentichi, che scemo.-
- Stai zitto!!- ribatte l’energico piccoletto.
Quando Kageyama aveva timidamente annunciato agli amici che avrebbe partecipato al festival con uno stand, Hinata è stato il primo a offrirsi di aiutarlo nei suoi dolci affari di famiglia e si è impegnato a comprare qualcosa da lui. E’ stata una promessa così spontanea da stupirsene da solo. Fino a quel momento gli è sembrato inverosimile preoccuparsi così per qualcuno di tanto idiota e con palesi problemi di socializzazione quale era il suo compagno di scuola dai capelli di corvo e gli occhi che potrebbero riflettere il cielo stellato di stasera …
Ma sono davvero questi i pensieri che si ritrova a fare?
- Eccolo laggiù!- esclama Yachi, notando all’angolo della via la bancarella di dolciumi di casa Kageyama.
Il ragazzo si sta occupando della clientela con un grembiule bianco da fornaio e un cappellino abbinato, anche se non pare proprio contento di averli addosso. Gli amici si avvicinano e lui impallidisce.
- Hey Kageyama!!- dice subito Hinata con espressione divertita. - Ma che ti sei messo?-
- Cosa ci fate qui?- si limita a domandare il moretto freddamente.
Yamaguchi e Yachi ammirano i dolci sparsi nei vassoi che hanno davanti, mentre Tsukishima si ritrova – e quasi non ci crede nemmeno lui – d’accordo con Hinata:
- Sembri più stupido del solito.-
Kageyama cerca di spaventarlo con uno dei suoi sguardi indemoniati, ma impacciato nel ritrovarsi vestito in quel modo è ancora meno credibile di quanto lo sia normalmente.
- Stai zitto o ti caccio via in questo istante!-
Dietro di lui, i suoi genitori stanno preparando altri dolcetti, ma sentono il figlio sbraitare contro quello spilungone con gli occhiali che sembra così tranquillo ed esprimono tutta la loro perplessità:
- Qualcosa non va, Tobio?-
- N-no, mamma, tutto a posto.- risponde Kageyama, tornato tranquillo come se nulla fosse.
Hinata non ce la fa e comincia a sghignazzare, mentre Yachi nota l’ira funesta che dalla testa del moretto si sta spargendo nell’aria e tenta quindi di far smettere di ridere il rosso. Quest’ultimo cambia espressione non appena vede quante prelibatezze ci siano in vendita di fronte all’amico.
- Ooh, quante cose buone! Dai, che cosa mi offri?-
- Quello che vuoi, ma purtroppo non posso concedere sconti. Tantomeno a te, idiota.-
- Ma chi lo vuole, il tuo sconto?!-
Da Hinata subito parte una linguaccia, prontamente replicata da Kageyama.
Come sempre tocca alla pavida biondina provare a dissuaderli dalle loro reciproche manie omicide:
- Hinata-kun, che ne pensi di quei cupcakes? Sembrano deliziosi … -
- Già, hai ragione!- le fa eco il piccoletto.
Quale gioia per il piccolo e innocente Tobio! Per la prima volta qualcuno nota i cupcakes che ha decorato lui personalmente e un lieve bagliore si irradia dai suoi occhi – chissà come mai nessuno aveva ancora apprezzato i suoi mostriciattoli di zucchero dalla forma ambigua e sconclusionata, mah, questi clienti hanno proprio cattivo gusto.
- Vi piacciono?- chiede Kageyama, felice come un bambino ma incapace di darlo troppo a vedere. - Quelli li ho fatti io.-
Yachi sorride e sta per fargli un complimento, ma più il ragazzo ha quello sguardo compiaciuto in viso, più Hinata ha voglia di sciuparglielo e così esordisce:
- Sul serio li hai fatti tu? Che coraggio a metterli in vendita! Se non l’avessi detto, ne avrei mangiato uno e sarei morto avvelenato!-
- EH?!- sbraita Kageyama.
Pel di carota non ha il buonsenso di tenere calmo l’amico, non ci riesce, è più forte di lui e rincara la dose:
- Sei stato generoso a risparmiarmi da una morte tanto cruenta, ti ringrazio Kageyama-kun!-
- Adesso BASTA!-
Purtroppo Yachi non fa in tempo a intimarli di smettere, che viene strattonata via da Yamaguchi per non venir travolta da Kageyama, il quale ha scavalcato la schiera di dolci che lo separava dalla sua nemesi e ora sta tirando Hinata per i capelli.
Grazie a Yamaguchi da una parte e i genitori di Kageyama dall’altra, la rissa viene scampata, non senza aver attirato l’attenzione dei dintorni per qualche secondo. Alcune bancarelle più indietro, anche Iwaizumi ha notato il trambusto.
- Possibile che debbano fare casino tutti gli anni?- mugugna, trafficando con delle scatole di caramelle.
- Non cambierà mai, quel mocciosetto.- storce il naso Oikawa con aria altezzosa. - Ingrato come sempre, gli basta un niente per lamentarsi anche se ha i genitori che lavorano al posto suo!-
- Oikawa … -
- Non capirà mai cosa significhi guadagnarsi da vivere solo con i propri sforzi, quel bambino viziato. L’unica cosa che sa fare è imbustare due dolcetti e mettersi in tasca i soldi!-
- Oikawa … -
- E’ incredibile, ogni anno vende molto più di noi perché ha la fortuna di essere aiutato dal babbino e dalla mammina, gnè! Non crescerà mai e non imparerà mai, vero Iwa-chan? Io e te sì che facciamo bene le cose, sudandoci ogni singolo spicciolo che guadagniamo … -
- Oikawa!!-
Il melodramma di Tooru raggiunge il suo apice quando il ragazzo prende l’amico per il colletto e la sua espressione si fa sofferente:
- Ti sembra giusto, Iwa-chan? Ti sembra giusto che la vita debba sempre prendersi gioco di noi poveri lavoratori innocenti e favorisca invece chi non merita un briciolo di guadagno?-
Iwaizumi non ha la pazienza di lasciare da parte le caramelle per mollare un sano cazzotto in faccia a quella primadonna. Si limita ad emanare la sua esasperazione con gli occhi a fessura e un semplice, ma efficace avvertimento:
- Piantala di farfugliare queste stupidaggini e impegnati per vendere qualcosa, altrimenti ti spiaccico il naso per terra … e sappi che non è una minaccia, è una promessa.-
Con un aumento di sudorazione da zero a mille in un nanosecondo, Oikawa esegue l’ordine e termina il suo sfogo con un semplice sospiro teatrale, prima di armarsi di nuovo dei suoi soliti sorrisi sciupafemmine per attirare un po’ di clientela.
Anche Iwaizumi sospira, stavolta con serietà, perché in fondo comprende il suo punto di vista. Tuttavia non c’è tempo per perdersi in chiacchiere e lamentele, tantomeno se si tratta di quel cretino del suo amico.
- Vado a prendere gli ultimi scatoloni. Quando torno ti faccio secco, se non hai venduto almeno un pasticcino!- sentenzia, lasciando Oikawa da solo.
Quest’ultimo continua a borbottare e a rosicare, fulminando con gli occhi da lontano la bancarella di Kageyama. È talmente occupato a farlo, che all’inizio non si accorge che l’amico gamberetto del suo avversario sta passando proprio di lì.
- E’ inutile, Kageyama rimarrà un idiota di prima categoria!-
- Cerca di calmarti, Hinata-kun … -
La curiosità di Oikawa si risveglia e le sue orecchie si allungano verso lo stand accanto al proprio. Nota il più alto del gruppo fermarsi lì davanti per dare uno sguardo alla merce esposta, mentre tra i suoi amici ad aspettarlo ci sono lo sfigato con le lentiggini, una ragazzina che non ha mai visto prima in loro compagnia e il nanetto coi capelli rossi che va sempre in giro con il tanto odiato Tobio-chan.
Sorpreso di quello che sta dicendo, Tooru è deciso a non perdersene neanche una sillaba.
- Non è capace di parlare, di scherzare, non è capace a stare in società!- esclama Hinata furioso. - Io ci provo a far uscire il suo lato più normale, ma a quanto pare non esiste. Dimmi, Yamaguchi, secondo te esiste?-
Il ragazzo, preso per le spalle dal più basso, si intimorisce e balbetta:
- B-Beh, è un po’ strano, ma non penso che lo faccia apposta … no?-
- Dannazione, mi dà sui nervi!- grida infine Hinata con occhi e braccia al cielo.
Oikawa ridacchia tra sé; finalmente succede qualcosa di divertente in questa fiera da quattro soldi.
Tsukishima mormora un flebile “possiamo andare” dopo aver constatato che lo stesso portachiavi acquistato in precedenza era su quella bancarella a metà prezzo e che sarebbe bastata un po’ di pazienza per trovarlo e risparmiare qualche yen in più. I suoi amici lo seguono verso uno stand dalla parte opposta, ma il mago dei cupcakes difensore dei lavoratori onesti non perde tempo a farsi notare:
- Ehi Chibi-chan, come va?-
Hinata si volta, pronto a dar battaglia a chiunque l’abbia chiamato così, ma quando si accorge di chi si tratta non riesce a non sobbalzare.
- O-Oikawa-san!!- esclama.
Quest’ultimo approfitta dell’assenza di Iwaizumi per lasciarsi andare alla voglia di stuzzicare la gente.
- Che ne pensi della festa? Una noia mortale, vero?- domanda con quel suo solito sorrisetto sornione. - Oh, porta i miei saluti al caro Tobio-chan!-
Il rosso sa quanto il rapporto tra Oikawa e Kageyama sia teso e sa anche che la colpa è dello strano odio del primo nei confronti del secondo. Per questo il suo primo istinto è di fissare il tizio che ha davanti con cattiveria e sospetto, come se a offendersi fosse stato proprio Kageyama stesso.
Tuttavia, più la fronte di Hinata si corruga, più il sorrisino di Oikawa si allarga e Yamaguchi, che assiste alla scena insieme agli altri, cerca di correre ai ripari:
- Ragazzi, laggiù ci sono i biscotti della fortuna!-
- Eh? Davvero? Andiamo subito!!- urla il ragazzino, dimenticandosi completamente del suo … rivale? Può sul serio definirlo così?
Di solito Oikawa non ama essere ignorato, ma stavolta non ci rimane troppo male. Sogghigna, pensando allo scherzetto che vuole giocare ad una certa persona, e si allontana quatto quatto dallo stand senza che Iwaizumi se ne accorga.
 
- Grazie e buona serata.-
Kageyama ripete questa cantilena per l’ennesima volta e sospira, annoiato. Una grossa parte di lui vorrebbe essere in giro con i suoi amici, ma la parte di lui che non vuole – quella antipatica ed asociale – è dura a morire e gli impone di restare lì, sempre con grembiule e cappellino bianchi, a fare il suo lavoro.
L’unico episodio ad aver dato un po’ di vera vita alla sua serata è stato l’arrivo dei compagni di scuola, seguito dallo scontro con Hinata, ma la cosa non rappresenta una novità, anzi: più o meno tutte le sue giornate si svolgono allo stesso modo e se non fosse per quel piccolo raggio di sole la sua adolescenza andrebbe avanti liscia come l’olio, ma piatta come una tavola da surf.
Appena Kageyama se ne rende conto, spalanca gli occhi e poi li strizza, scuotendo la testa. No, non può averlo pensato davvero.
Per fortuna una voce familiare lo distrae da questi vaneggiamenti mentali:
- Mmh, quante prelibatezze. Gli affari vanno sempre a gonfie vele, vero Tobio-chan?-
Il moretto alza lo sguardo, ma si irrigidisce alla vista di quel sorriso maligno che più di ogni altra cosa lo mette a disagio.
- Oikawa-san … - mormora con soggezione. - Che sorpresa.-
- Non dire bugie, sai bene che ci sono sempre al festival annuale del paese a sfornare i miei migliori cupcakes. E tu non riuscirai a farli buoni come i miei.- esordisce Oikawa, indicandolo in modo arrogante con gli occhi a fessura.
Kageyama lo guarda contrariato, ma cerca di trattenere il suo solito tono provocatorio, almeno tanto quanto l’altro ama invece sfoderarlo:
- Non è un problema, se i dolci della mia famiglia continueranno a piacere alle persone e a farci guadagnare.-
- Sì, come vuoi.- taglia corto Tooru con un gesto della mano. - Piuttosto, ho notato che ci sono anche i tuoi amici in giro … -
Sorride sornione e si appoggia con un gomito alla vetrina dei dolciumi, facendo irrigidire Kageyama che vorrebbe cacciarlo via, ma attirerebbe l’attenzione dei genitori. Oikawa prosegue quindi, viscido come un serpente:
- Sai, chibi-chan era euforico e blaterava cose strane. Parlava di un idiota che non è capace a stare con la gente e che dovrebbe farsi ricoverare per sperare di comportarsi normalmente … ops, parlava di te.-
Lo sguardo del più piccolo si fa sofferente e il suo broncio sempre più accentuato.
- Davvero … ha detto queste cose?- dice appena, distogliendo lo sguardo e rimanendo rigido.
- Certo!- la voce dell’altro si alza all’improvviso di tono, come se fosse un bambino. - E non sai quante ne ha dette dopo, non saprei da che parte cominciare!-
Il sorriso allegro di Oikawa nasconde una nota di vendetta, facilmente visibile da come i suoi occhi si chiudono di nuovo a fessura, puntati su Tobio. Quest’ultimo sbarra gli occhi e si morde nervosamente un labbro, stringendo i pugni senza riuscire a dire nulla. In fondo sa che il suo rivale vuole solo essere cattivo, ma non è in grado di togliersi dalla testa il fatto che Hinata abbia parlato pesantemente male di lui. Prova una delusione e un’amarezza tale che si limita a guardare storto Oikawa e ordina:
- Cre-credo sia meglio che tu te ne vada, Oikawa-san.-
Il ragazzo sta per ribattere, ma viene sbalzato indietro senza preavviso, con un repentino cambiamento della sua espressione sulla faccia.
- Che diavolo ci fai qui, pezzo d’idiota?!-
È quasi sollevato Kageyama, a sentire la voce energica e arrabbiata di Iwaizumi che ha preso il compagno per i capelli. Per non essere costretto a dare subito spiegazioni, Oikawa si limita a lamentarsi per il dolore.
- Scusalo.- sbotta semplicemente Hajime con lo sguardo sul moretto, prima di trascinare via lo stupido.
Kageyama li fissa andare via perplesso e provato, mentre Iwaizumi assesta un bel calcio sul didietro di Tooru.
- Fai tutti i tuoi nobili discorsi e poi lasci la bancarella incustodita? Ma ci sei o ci fai?!-
- Che male, Iwa-chan … - ripete l’altro. - Sarei tornato subito da te. Sei venuto a cercarmi perché ti mancavo?-
- Finiscila. Che ci facevi laggiù? Perché stavi parlando con Kageyama?-
- Beh, ho sentito chibi-chan parlare male di lui e ho pensato di dargli una lezioncina … -
Quello sguardo compiaciuto non fa che attirare altra violenza fisica, stavolta sul fianco.
- Ahio!-
- Non sei capace a farti i fatti tuoi?-
- Lo sai che chibi-chan è il punto debole di Tobio! Non ho fatto altro che approfittare della situazione e colpire!-
- Oh, santa pazienza … -
Con queste ed altre chiacchiere di sottofondo, Hinata è all’angolo della strada insieme ai suoi amici, dove sta srotolando il suo biscotto della fortuna con la lingua che sporge fuori dalla bocca in una smorfia concentrata. Yamaguchi si lamenta di non aver letto nulla d’interessante, mentre Tsukishima ha già buttato il messaggio nel cestino senza dar troppo credito alla frase trovata.
- Cosa c’è scritto nel tuo biscotto, Hinata-kun?- domanda Yachi curiosa.
Il piccoletto resta con il bigliettino nelle mani senza dire nulla per un po’, poi ridacchia e legge:
- “Se una persona vi vuole bene, lo vedrete dalla briga che si prende per rivolgervi l’insulto che ritiene più adatto.”-
A sentire quella frase, anche gli altri due si avvicinano a Hinata e lo guardano con curiosità, siccome non hanno mai visto un sorriso così pensieroso sul suo volto. La ragazzina gli prende il pezzo di carta dalle dita con delicatezza e lo legge a sua volta:
- Che bella frase! Mi ricorda un po’ … oh!-
Con una sola occhiata, tutti capiscono a che cosa sta pensando il nanetto dai capelli color del sole, che arrossisce e si gratta in testa:
- Beh, è pur sempre un mio compagno, giusto?-
Yachi e Yamaguchi si scambiano una risatina complice; Tsukki invece sospira e alza gli occhi al cielo con sufficienza.
 
Le strade sono meno piene dopo alcune ore, il cielo si è fatto nero e pieno di stelle, offuscate tuttavia dalle ancora radiose luci del festival. Nonostante si avvicini l’ora di sgomberare tutto e tornare finalmente a casa, Kageyama non ne è entusiasta e con la mente è rimasto a quello che ha sentito da Oikawa.
- Grazie … - sbotta con sguardo torvo, porgendo un sacchettino di carta oltre la cassa con la fronte corrugata e facendo salire un brivido su per la schiena della ragazzina che ha pagato le sue ciambelline.
Non è la prima volta che Hinata parla male di lui, ma averlo fatto alle sue spalle ed averlo saputo da un subdolo come Oikawa non gli ha fatto per niente bene. Se si immagina l’amico sparlare di lui con qualcuno, magari altrettanto dispettoso come Tsukishima, la sua espressione si fa ancora più rude di quanto non lo sia già di default e le conseguenze si riversano spiacevolmente sulle vendite. I genitori di Kageyama hanno lasciato lo stand in custodia al figlio per un po’, quindi non possono rimediare agli strilli dei bambini che lo vedono o ai clienti mancati per colpa dell’improvvisa ed inspiegabile maleducazione del ragazzo.
E il suo umore non migliora affatto quando gli si presenta davanti con lo stesso sguardo contrariato proprio lo spilungone con gli occhiali.
- Non farti strane idee.- esordisce quest’ultimo, affiancato da Yamaguchi che resta col naso attaccato alla vetrina, in adorazione. - Ti ha promesso che avremmo comprato qualcosa.-
Kageyama stringe un pugno e incassa la testa nelle spalle, tremando di rabbia:
- Chi, quell’idiota da strapazzo? Farebbe meglio a starmi lontano, se non vuole finire spappolato!-
- Ma guarda com’è arrabbiato … - commenta Tsukki, con le mani sui fianchi e la strafottenza che regna sul suo viso. - Ottima pensata per attirare i clienti, non sei d’accordo Yamaguchi?-
L’amico è distratto, ma si preoccupa quando in un attimo Kageyama ha già oltrepassato la vetrina dei dolciumi e ora sta fronteggiando Tsukishima a un palmo dal suo naso.
- Se sei venuto per ricevere un pugno in faccia, allora non ti faccio aspettare!- sbraita.
Il biondino non fa in tempo a controbattere: Hinata sta arrivando seguito da Yachi, ma nota la scena e interviene con un sobbalzo:
- Kageyama!-
Il moretto si gira e lo fissa con odio, ma l’altro non si fa intimorire e lo indica con aria severa.
- Sei proprio uno stupido incapace! Se vuoi attirare gli ultimi clienti della serata, non devi fare il prepotente come al solito!-
- Tu! Piccolo mentecatto!-
Kageyama non perde tempo e senza che Hinata possa reagire lo prende per il colletto della giacca e lo solleva leggermente.
- Hai il coraggio di presentarti qui dopo quello che hai detto in giro su di me?!- grida con tutta la frustrazione che ha trattenuto finora. - Sei tu stupido ad attirare i miei cazzotti sulla tua faccia, non certo io!-
- E questo sarebbe il ringraziamento per essere tornato a comprare qualcosa da te? Hai ragione, scemo che non sei altro, facevo prima a non venire!- ribatte Hinata, energico come sempre.
Da lontano, anche Oikawa ha sentito il diverbio e deve trattenere le risate perché c’è Iwaizumi a tenerlo d’occhio tra una vendita e l’altra.
Kageyama rinforza la stretta sulla sua vittima:
- A chi hai dato dello scemo? A quanto pare non sai fare altro che offendermi, vero nanerottolo??-
Pel di carota si libera spingendolo via, ma non ha intenzione di perdere la sfida:
- Potrei dire la stessa cosa di te, Bakageyama! Non sono tornato per litigare, ma per spendere da te i miei ultimi spiccioli!-
- Io non vendo alle persone che sparlano di me in giro!-
- E io non me ne andrò finché non avrò svuotato la tua stupida vetrina di dolci!-
Come gli amici hanno previsto, il primo a cedere è Kageyama, che non trovando parole per rispondere resta fermo e zitto con i pugni tremanti dal nervoso e i denti stretti. Non sa mai come comportarsi, di fronte all’onestà di Hinata. Entrambi sono troppo orgogliosi per rinunciare alla competitività che li unisce, ma quando si rende conto che non è stato lui il primo ad andare incontro all’altro, si sente opprimere dai sensi di colpa.
Dopo un respiro profondo, Hinata si avvicina e gli mette tra le mani il biglietto che ha trovato nel biscotto della fortuna.
- Non so cos’hai sentito, ma qui è scritta la verità su quello che penso di te.- mormora a testa bassa. - Vado a scegliere qualcosa dalla tua bancarella.-
Il piccoletto corre insieme agli altri ad ammirare i dolci, commentando quanto sia appariscente uno o bizzarro l’altro. Kageyama ha la mente in subbuglio mentre apre la mano e legge il biglietto. Le rughe che rendono cupo il suo sguardo si distendono e gli occhi si aprono di più. Li ha ancora puntati sul foglietto, quando realizza il suo significato e nello stesso istante il botto sordo dei fuochi d’artificio echeggia sulla sua testa. Alza il viso e ammira i colori che illuminano la notte in modo confuso e rumoroso, proprio come la sua strana amicizia con un certo nanerottolo dai capelli arancio.
- Oh, che meraviglia!- commenta Yachi, avvicinandosi a lui insieme agli altri.
Kageyama si gira verso di loro e quando incrocia l’espressione di Hinata sussulta e si guarda i piedi con imbarazzo. L’amico gli si avvicina e resta a fissare il suo sguardo colpevole, addolcito dai bagliori che si susseguono nel cielo.
- Qualunque dolce tu voglia … - inizia il più alto, titubante. - Beh, potrei fare un’offerta e regalartene uno o due in più.-
Tobio non lo sta guardando, ma nel suo tono di voce Shouyou percepisce tutto ciò che ha bisogno di percepire e sorride con soddisfazione.
 
- Che spettacolo, Iwa-chan!-
- Lo vedo.-
- E’ tutto l’anno che aspetto questo momento … beh, sarà meglio che torni al lavoro.-
- Ehm, Oikawa … -
- Mmh?-
- Ecco … Finché non finiscono i fuochi d’artificio, puoi fare una pausa per guardarli, se vuoi.-
- Davvero? Grazie, sei un tesoro!-
- Ah, smettila.-






*







Dio mio, perdonate il mio increscioso ritardo! Beh, vi avevo avvertiti che non avrei aggiornato molto spesso, no? Ahimè, la vita si riempie di impegni, di distrazioni e vabè. xD
La frase prompt che mi era capitata per questa shot è: "Hinata e Yamaguchi spettegolano su Kageyama, Oikawa ascolta la conversazione e..."
Forse perché il prompt era così gustoso, ho preferito prendermela comoda e tirare giù una trama un po' più articolata. Io impazzisco per la KageHina, lo sapete, ma ancora di più se viene disturbata da Oikawa. Non so, ho un fetish per questa specie di triangolo. (?)
E quindi ho tirato giù questa idea. Non chiedetemi perché proprio un festival, perché proprio bancarelle di dolciumi e perché proprio cupcakes, davvero non chiedetemelo. Sapevo solo che volevo restare AU. Ma per le prossime one shot devo pensarci meglio, me ne rendo conto. xD

Beh, direi che è tutto. Ho fatto quel che potevo per tirare fuori la mia vena comica, perché lo scopo di questa raccolta è anche di farvi ridere. Spero quindi che questa OS rimedi all'attesa con la sua lunghezza e che vi piaccia. Fatemi sapere cos a ne pensate!
Grazie mille e a presto :*

by Eliot ;D


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