Fairy where are you going?

di Master Chopper
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno: Back to the ... future?? ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due: Arrivano i guai! ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre: Nella tana del Diavolo ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno: Back to the ... future?? ***


Capitolo Uno: Back to the ... Future

“Il Regno di Fiore …
Un paese neutrale di 20 milioni di abitanti.
 
Un mondo di magia!
Qui la magia è comprata e venduta ogni giorno: essa è parte integrante della vita delle persone.
 
E c’è anche chi fa della magia la propria occupazione. Questi individui sono conosciuti come Maghi.
I maghi appartengono a varie gilde, compiendo lavori su commissione.
Vi sono molte gilde all’interno del paese. E in certe città risiedono determinate gilde …”
“ Tutta roba che già conosciamo, no?”  
Un’acuta voce scherzosa rimbomba nel vuoto teatro. I riflettori si indirizzano sulla fonte: una bassa figura seduta sul palco.

Poco più di un bambino, dai corti capelli color acquamarina e dai vivaci occhi gialli. La bocca mostra un’espressione felice e soddisfatta, mentre squadra con orgoglio il nulla intorno a sé.

Indossa uno stretto abito elegante, quasi scenografico, azzurro e pieno di pizzi e merletti. Spalline dorate, pantaloni bianco crema e stivali di cuoio. Sul lobo destro brilla un orecchino d’argento dalla forma di una testa di gatto.
 
L’indice destro viene teso in avanti, mentre mostra un ghigno beffardo.

“Vi è una gilda, sulla quale sono nate molte leggende e sulla quale, in futuro continueranno a nascerne!!”
 
Sospira, alzandosi e prostrandosi in un inchino rivolto al suo pubblico immaginario.
 
“Il suo nome è … Fairy Tail!”
 

Le tende si scostano, mostrando un grosso stemma rosso dai contorni rosa, dalla forma di una fata con una coda e due ali.
 
Dagli spalti arrivano diversi applausi e fischi di gioia, mentre un coro di voci si alza, inneggiando il marchio della fata.
 

 
 
Regno di Fiore Orientale, Città di Magnolia …

Settantamila abitanti, una città che nell’arco di dieci anni è diventata un’importantissima meta di scambi commerciali, grazie alla magia diffusa sin dagli albori di questo porto.
 
Oltre ai numerosi negozi magici specializzati e osterie, troviamo come attrazione turistica la celebre Cattedrale di Kaldia, divenuta da poco anche un centro di discussioni e dibattiti del Concilio.
 
Superata la costruzione, troviamo Fairy Tail, la leggendaria gilda di maghi.
 
Dal primo impatto potrebbe sembrare una semplice villa a tre piani, collegata ai dormitori tramite passaggi naturali nascosti da basse mura.
'Ma, la semplicità e l’umiltà sono le caratteristiche e i pregi che si vogliono conservare' ribadisce il Master ventisettenne, Romeo Conbolt.
 

La pagina di giornale si richiude, accompagnata da una candida risatina.

Una donna alta e snella, dai lineamenti ancora attraenti, accavalla le gambe. Appoggia la propria schiena ancora di più al legno della parete, scostando una ciocca dei suoi mossi capelli argentei dietro l’orecchio.

Indossa un abito lungo color rosa antico, tenuto in piedi da un fiocco gigante fucsia sulla vita e da qualche nastrino sulla schiena. Le forme le garantiscono un aspetto da nobildonna graziosa.

Gli occhi blu profondo guizzano vivaci dalla rivista ad un punto lontano.

Con un sorrisino chiama un uomo in piedi dall’altra parte della stanza, intento a rimettere a posto bicchieri, calici e posate dentro diversi ripostigli e cassetti di un nobile antico.

 
Lui si gira. Alto, dalle spalle larghe e muscoloso, il viso è bello e maturo, decorato da un pizzetto biondo, così come i capelli ispidi che porta raccolti in una crocchia. Gli occhi grigio blu, inizialmente freddi e distaccati, sembrano riprendere calore, a parte il destro, quello solcato da una lunga cicatrice a forma di fulmine, di colore più spento.

Sorride un po’ imbarazzato, grattandosi la peluria appuntita sulla faccia. Per colpa di una stupida scommessa doveva rimpiazzare la moglie per una settimana,svolgendo le sue  mansione. Cercava in tutti i modi di non mostrarsi nervoso o frustato, ma non poteva di certo ammettere che il lavoro di una donna potesse stancarlo!
 
Motivato a continuare, riprese il suo lavoretto, il primo tra tanti in quella giornata.
 
 
Questi due sono Mirajane Strauss e Laxus Dreyhar. Sposati da circa dieci anni, convivono una vita tranquilla alloggiando a Fairy Tail. Sono sempre i benvenuti, soprattutto Mira, bellezza intramontabile, rimasta per molti anni la donna più popolare ed ammirata di tuta Fiore.

Ovviamente a Laxus non andava bene che la moglie fosse sempre sotto gli occhi di tutti, quindi per quasi nove anni hanno vissuto nel continente nord. Qualcuno dice che siano ritornati a Fiore perché la modella avesse riscosso successo pure lì.

Entrambi maghi di Classe S sin da giovani, rispettivamente di quaranta e quarantaquattro anni.

 

Fuori dalla stanza isolata, nell’immenso salone della gilda regna come sempre il caos e la baldoria. Tra i tavoli che volano e le risate dei maghi ubriachi si possono sentire molto poco distintamente qualche complementazione con il Master Romeo, per l’ultima intervista rilasciata ai posteri.
 
L’uomo parlava in piedi sul bancone, non facendo caso alla poca attenzione che gli veniva data da un buon novanta per cento dei suoi amici. I capelli corvini dalle sfumature violacee balzavano, raccolti in una bassa e piccola coda di cavallo, mentre davanti erano portati cortissimi.
 
Qualche povero scalmanato aveva deciso di mettere qualche sedia e qualche sgabello lì sotto, casomai qualcuno si fosse voluto sedere.
Era da ormai un’ora, che chiunque passasse di la venisse costretto a sedersi ad ascoltare il discorso del Master, da un’alta donna dai capelli scarlatti.

Lo sguardo era fermo e serio, mentre ascoltava ad orecchie aperte ogni singola parola, girandosi appena per zittire chiunque avesse aperto bocca.
Il viso era fiero e sicuro, con degli intensi occhi color nocciola che parevano poter scrutarti nell’anima per sapere quando eri sincero oppure no.
 
Vestiva una maglietta della Heart Kruez rosso scura a maniche lunghe, non troppo scollata ma abbastanza per far notare le sue forme da capogiro. Una gonna nera lunga fino al ginocchio e degli stivaletti di cuoio adornavano la sua carnagione rosea.
 
Questa donna è Erza Scarlet, maga di classe S di Fairy Tail. Tra le donne sopra i diciotto anni è la più forte della gilda. Ottima spadaccina, cuoca e da qualche anno sponsor della Heart Kruez, grazie al suo fascino ora una delle più famose firme di Fiore. Vive molto lontano da Magnolia, insieme al suo marito, Gerard Fernandez, ma ogni mattina arriva sempre puntuale alla gilda. Come faccia, rimane un mistero per tutti.
Ha quarantenni, tanti quanto quelli di Gerard.

 
Al suo fianco, siede una ragazzina che cerca di mantenere la sua stessa postura rigida, con le braccia incrociate sotto il petto e uno sguardo concentrato. Ha dei splendidi capelli azzurri, lisci e lunghi fino a metà della schiena. Gli occhi sono marroncino chiaro, ma il destro è coperto da una frangetta.
Veste anche lei sul suo snello corpo una felpa Heart Kruez blu scura, con dei pantaloni neri e delle scarpe da ginnastica dello stesso colore.

La pelle è candida come la neve, mentre le guance sono leggermente rosee.
 
Lei invece è Sapphire Fernandez, figlia di Erza e Gerard. Carattere orgoglioso e fiero come la madre, ma talvolta esplosivo e ribelle. Odia i disguidi e il disordine, preferisce la tranquillità, la lettura e l’aria aperta.
Palato sopraffino e grande lettrice di libri sull’astronomia. Adora sua madre e suo padre, ma vede di più in Erza un modello da seguire. Ha solo dodici anni ma rivaleggia per il trono di ragazza sotto i diciotto anni più forte di Fairy Tail. Si dice che quando Erza e Sapphire iniziano a litigare, neppure il Master riesca a fermarle o tantomeno ad intervenire! Mai prenderla in giro per la sua altezza ( un metro e quaranta, la più bassa fra le sue coetanee).

 

Seduto su di uno sgabello al bancone, un ragazzino armeggia con il suo Lacrima-MP3, collegato alle sue cuffie preferite.

E’ piuttosto alto per la sue età, circa sul metro e cinquantacinque, dai capelli color cenere  ribelli, perennemente scompigliati in ciuffi rivolti verso l’alto. Veste una maglietta verde chiaro con dei pantaloni sbrindellati beige. Ai piedi, dei sandali estivi, nonostante sia autunno.

La carnagione è chiara, ma leggermente abbronzata, corporatura magra ma sulla quale sono presenti muscoli prevalentemente sull’addome.
 
Sbuffa distrattamente, alzando dal lettore i suoi occhi blu cobalto annoiati. Incrocia lo sguardo con quello di Sapphire, che lo fissa con aria di rimprovero per non star ascoltando Romeo.
 
Di tutta risposta lui si alza, iniziando a camminare via, con una musica orchestrale ad altissimo volume che fuoriesce dalle cuffie.
 
Questo ragazzino spaccone è Rov Dreyhar, figlio di Luxus e Mirajane. Una testa calda, sempre contrariato su tutto ma mai volenteroso a far valere la sua opinione, piuttosto tende ad ignorare le domande scomode. Nonostante abbia ricevuto una buona educazione dalla madre, è spesso scorbutico con gli altri bambini, senza mai però scendere alle mani. Menefreghista e pigro, quando non lo si trova basta cercare sulle travi della gilda, che nonostante siano sospese dieci metri da terra, lui trova parecchio comode.
Ama la musica classica più di ogni altra cosa, infatti si dice che il suo unico ‘grazie’ lo abbia detto al padre il giorno in cui gli ha installato una playlist di oltre ottocento brani sul suo Lacrima-MP3. Ha tredici anni e spesso fa infuriare Sapphire per il suo modo di fare non consono a quello di un ragazzo, a detta sua.

 
Rov si dirige verso i tavoli dei maghi più grandi, intravedendo qualcuno di familiare nella baldoria generale.
 
Sono una donna non molto alta dai capelli bianchi corti e un uomo muscoloso e dal fisico slanciato, seduti ad un tavolo.
Lei è candida e cordiale, ride e sorride ai suoi compagni, accompagnando la conversazione con un bicchiere di vino. Per certi versi ricorda molto Mirajane, tranne per il fatto che è decisamente meno formosa.
 
L’uomo veste un cappotto blu scuro pieno di tasche e cerniere dorate, mentre in testa una visiera da elmo gli copre il viso dal naso in su. I capelli sono nascosti da un cappuccio nero collegato al resto del vestiario, adornato da diverse piume azzurre.
 
Un braccio cinge la donna, mentre l’altro sorregge vicino a sé un bimbo piccolo, dai vivaci occhi azzurri e dai capelli blu scuro.
 

Loro sono Lisanna Strauss e Bixlow Carpet, felicemente sposati da cinque anni. Bixlow e Luxus sono in ottimi rapporti, quindi non disdegnano mai di affidare il loro piccolo figlioletto di cinque anni, Shogi, in custodia di Mirajane o di Rov. Sinceramente al ragazzo non da fastidio, perché con i bambini ci sa fare, dato che non parlano come i grandi e quindi, secondo lui sono meno noiosi. Parecchio invadenti, si presentano a casa loro inaspettatamente, con la scusa di festeggiare i vecchi tempi. Di trentotto e quarantatre anni.
 



Al piano superiore, sulla balconata riparata dal portico, una coppia osserva la leggera pioggia scendere a pochi centimetri dai loro nasi.
 
Uno è un uomo alto e di bell’aspetto, lineamenti maturi, sfigurati solo da una piccola cicatrice sulla parte sinistra della fronte e una sul mento. Magro e muscoloso, occhi blu scuro e capelli neri lunghi e lisci,dietro sono raccolti in una codina.

Sul collo si intravede un tatuaggio nero, ma sparisce sotto il suo giubbotto di pelle con la pelliccia.
 
“Juvia … potresti staccarti?” Chiede con un tono seccato abilmente mascherato da una punta di dolcezza.
 
Si riferisce alla donna poco più bassa di lui, dai lunghi e mossi capelli blu scuro. La carnagione è molto chiara, mettendo in risalto il rossetto e l’ombretto nero. Gli occhi sono chiusi, mentre sorride con espressione sognante, attaccato al braccio del suo amato.

“ Gray … Gray …” Ripete come una cantilena, ignorando le richieste di lui.
Indossa un cappotto grigio con uno scialle nero a scacchi bianchi. Calza degli stivali neri sopra dei pantaloni del medesimo colore.
 
“Juvia … non in gilda!” Sussurra lui, cercando di togliersela dal braccio. In realtà i sentimenti della donna sono più che ricambiati, ma in quel luogo, dove battutine e doppi sensi aleggiavano di continuo, non voleva farsi riconoscere così. L’uomo per qualche arcano motivo, ora non indossava più il giubbotto, rimanendo in maglietta bianca.

“Gray … Gray …” continua lei, continuando a ignorarlo bellamente.
 

Finalmente la sua attenzione è catturata da qualcos’altro, costringendo a staccarsi dal marito.
 
Un bambino è seduto sulla ringhiera della balconata, lasciando le gambe penzoloni sotto la pioggia. Indossa poco più di un costume da bagno nero con il simbolo della gilda impresso sul retro, in color cristallo.
 
La donna lo cattura in un abbraccio, portandolo all’interno.
“Silver!!”
 
“Mamma, cribbio!” impreca il bambino, sentendosi soffocare dalle braccia della madre.
 
Lei lo guarda intensamente, assicurandosi che non si fosse fatto nulla.

Sorride appena notando una certa somiglianza con il padre, a parte per i corti capelli blu ricci, che lo collegano alla tanto affettiva Juvia Loxar. Decisamente trova più che affascinanti quegli occhi di ghiaccio.
 
“Quante volte ti ho detto di non sporgerti dal balcone? Rischi di cadere, Silveruccio di mamma.”

“Ma mi piace guardare la pioggia!” Il bambino indica le nuvole grigie, che ai suoi occhi non sono per niente tristi.
 
Lui è il piccolo Silver Fullbuster, di sette anni. Figlio di Gray Fullbuster e Juvia Loxar, leggendari maghi di classe S. Il nome rimanda a quello del nonno paterno, ma la madre ha insistito, alla sua nascita, di dargli ‘Musica’ come secondo nome, per un qualche capriccio personale.
Alcuni membri della gilda raccontano che quando Silver Musica Fullbuster  si incupisce o si infuria, scende una dirompente grandinata dal cielo. Non si può confermare la veridicità di queste parole.
Ha solo dieci anni, ma nella Gilda è stato subito inquadrato come uno della Nuova Generazione Casinista. I suoi genitori hanno trentotto e trentanove anni, ma lui li considera già vecchi.


“ Silver, quando ti decidi a togliere questo vizio di levarti i vestiti senza motivo?” sbotta Gray, con un sorriso divertito.
 
“Vecchio … guarda che anche tu sei in mutande!” Si infuria il bambino, indicando il genitore a torso nudo, che reagisce correndo via a cambiarsi. Inutile dire che Juvia lo segue a ruota, richiamando l’amato marito a gran voce.
 
Silver rimane finalmente solo. Sospira, appoggiandosi alla ringhiera e mantenendosi il mento con il palmo destro.
Perso com’è nell’ammirare il cielo, quasi non nota tre individui ammantati che parlottano, dirigendosi verso l’entrata.
Il moro tira su col naso, riconoscendo un odore a lui troppo familiare.

Digrigna i denti, fiondandosi giù dalle scale.

“Dragneeeeeel!”

Il suo urlo risuonò in tutta la gilda, lasciando un silenzio di maghi ammutoliti. Poco dopo, scoppiarono fragorose urla e centinaia di loro si diressero verso il portone, aspettando l’entrata di qualcuno.
 

Nel primo interrato, in una camera lussuosa una donna è stesa a pancia sotto su di un lettino, mentre un alto e massiccio uomo le massaggia la schiena nuda.
 
Lei è esile e sensuale, persino mentre si rilassa mantiene uno sguardo ammaliante. Magra e dalla carnagione chiara, capelli biondo miele raccolti in una coda di cavallo che ora scende dalla spalla sinistra, arrivando quasi a terra.
Gli occhi sono verde smeraldo e le sottili labbra sono truccate con un rossetto rosso scuro. Dal bacino in giù è coperta da un asciugamano bianco, su cui sono appoggiati degli occhiali rettangolari dalla montatura verde.
 
L’uomo che la massaggia ha la carnagione chiara ma abbronzata, spalle massicce e addominali scolpiti che fuoriescono dalla maglietta viola e bianca scollata. I capelli sono bianchi e cadono lisci sulla schiena. Lo sguardo è serio e concentrato.

Questi sono Evergreen e Elfman Strauss, maghi di Classe S.
Evergreen ha avuto un successo mondiale come attrice, ma si è ritirata qualche anno fa alla nascita del suo primo figlio, con il suo ultimo debutto insieme al marito: La Fata Bella e l’Uomo Bestia!
Dalla critica è stato ritenuta una delusione immensa, ma l’intera Gilda ha venduto milioni di lacrima-riprese dello spettacolo.
Si sa poco su di loro, tranne che la cosa che lei trova più affascinante di lui è ‘il nome’, mentre lui la ama perché è una ‘vera donna!’.

 
Improvvisamente la porta della stanza si spalanca, lasciando entrare un bambino mingherlino alto sul metro e venti. Indossa una giacchetta nera con sotto una camicia bianca a righe viola. Pantaloni grigio scuro e scarpe lucide, insomma, parecchio formale per l’ambiente che frequenta. Icapelli bianchi sono corti, tagliati a coppola.
 
“Madre,Papà! Sono arrivati zio Natsu e zia Lucy! Andiamo a salutarli?” La voce è un po’ grave e tremolante.
 
Lui è Puck Strauss, figlio di Evergreen ed Elfman. Ha dodici anni, ma lo considerano molto maturo ed educato per la sua età. Timido e sincero, gioca sempre con i suoi amici della Gilda, ma ha paura di conoscere altre persone. Adora le favole e i racconti fantastici, tanto che da grande vuole diventare un mago cavaliere del regno, anche se gli dispiacerebbe lasciare Fairy Tail. Cugino di Rov e Shogi, va d’accordo con entrambi, ma con i bambini ha un talento particolare, infatti quando possono, Lisanna e Bixlow gli affidano il piccolo.
 A lui fa sempre piacere e adora raccontargli le fiabe e narrargli delle leggende sui maghi. Ama gli animali e i frutti di bosco.
 

“ Puck-kun, non vedi che la mamma è impegnata?”  mormora gentilmente Evergreen, chiudendo gli occhi per rilassarsi meglio.
 
“Papà?” chiede un po’ deluso il bambino, rivolgendosi al genitore.

“Puck, un vero uomo deve ascoltare sempre una vera donna! Se vuoi puoi precederci, ma sappi che finiremo tra un bel po’.” Nonostante Elfman provi a parlare a bassa voce, il suono tono rimane sempre possente e serio.

“Oh…”
Sinceramente  Puck non ha molta voglia di uscire da solo, quindi decide di andare a chiamare suo cugino Rov.
 


 
Sedute ad un banco, due ragazzine osservano l’accalcarsi di tutti sulla porta d’ingresso.

Sono Sapphire Fernandez, intenta a finire la sua ultima cucchiaiata di gelato al limone e Ebi Redfox, seconda figlia di Gajeel Redfox e Levi McGarden. Lei è una coetanea di Sapphire, ma più alta e muscolosa. I capelli corvini sono lisci e corti, scivolando gentilmente sulle spalle e sul collo, tenuti da una fascia grigia sulla fronte. Gli occhi sono rosso sangue, piccoli e cattivi, così come i sorrisi pieni di scherno che riserva prima di immischiarsi in una zuffa. Indossa una maglietta nera vergognosamente scollata e senza maniche, con una spallina d’acciaio sul lato destro, da cui parte una stoffa nera che le avvolge il braccio, terminando in un guanto dello stesso colore. Su quasi ogni dito sono presenti degli anelli e porta diverse collanine e ciondoli al collo, che tintinnano ad ogni suo movimento. E’ una delle poche ragazze in gilda che porta la minigonna, color blu notte e degli stivaletti cremisi con un basso tacco.
 
“ Guarda un po’, è arrivato Natsu insieme a Toby… ” sospira, sorridendo un po’.

“Si, sono tornati dalla sua prima missione fuori Magnolia. Deve essere felicissimo, immagino.” Conferma la azzurrina, salendo sul tavolo per poter scrutare oltre la folla.

La corvina, dopo una lunga pausa di silenzio guarda l’amica, fatta seria.
 
“Non ti piacerebbe compiere missioni vere, come quelle dei nostri genitori?”
 
Sapphire sembra un po’ confusa da quella domanda, ma poi le risponde tranquillamente:
“ Porta pazienza, Ebi-chan. Romeo-sama dice che potremo partire fuori Magnolia quando avremo superato i quattordici anni.”
 
Ebi di tutta risposta sbatte un pugno sul tavolo, mormorando tra i denti.
“Non è possibile allora che i nostri fratelli siano gi capaci di affrontare l’Esame di passaggio alla Classe S! Eppure loro HANNO solo quattordici anni.”

Rivolge un’occhiata infuriata al piano dei maghi di Classe S: il terzo. Potrebbe giurare di aver visto quattro occhi fissarla, per poi dileguarsi nell’ombra.
 
“Guarda come ci sbeffeggiano!” Sbraita la ragazzina alzandosi, facendo calare un gocciolone sulla testa dell’altra.

“Ma che dici Ebi-chan … ?”
 




Finalmente, dopo quasi due minuti di attesa, il portale di legno si apre. Il suono dei cardini è coperto solo da qualche mormorio sottovoce, mentre due figure, più una terza più bassa, fanno capolino nella gilda.
 

Il primo a sfilarsi il mantello è un uomo alto e dal fisico slanciato. I muscoli si intravedono da sotto la maglietta nera aderente, lasciata visibile da una giacchetta blu cobalto aperta sul davanti. Indossa dei pantaloni larghi color crema e dei sandali di cuoio. Sul viso maturo è stampato un sorriso a trentadue denti, pieno di denti acuminati. Gli occhi verde chiaro sono spalancati e allegri. Delle cicatrici sulle guance e sul collo sono coperte da lunghi capelli rosa ispidi, che entrano in contrasto con la pelle abbronzata.
 
Dietro di lui segue una donna più bassa, tanto bella da lasciare senza fiato molti dei presenti. Formosa ed elegante nella  sua veste azzurra e gialla con un cappuccio che quasi copre del tutto dei corti capelli biondi.

Gli occhi sono color cioccolato e parecchio allegri, così come il sorrisino con cui saluta i suoi compagni della Gilda.
 
“Wahhh!!” un boato si alza dai maghi, inondando l’edificio e richiamando chi non era ancora accorso. I bambini si accalcano tra le gambe degli adulti, cercando di sgattaiolare per poter vedere meglio i leggendari maghi.
 
Natsu Dragneel e Lucy Heartphilia, maghi di Classe S, nonché membri onorari dell’Alleanza Fiore, che racchiude tutte le gilde della luce sotto il marchio di Fairy Tail. Personalità di spicco nella comunità, non c’è nessuno che non li conosca in tutta Fiore.
 

“Yo!”Saluta Natsu, abbracciando decine di suoi compagni alla volta.

“Testa calda, eri sparito da tre mesi!” Esclama il vecchio Macao, in lacrime di gioia.
 
Perfino il Master accorre, non riuscendo a trattenere un pianto nel vedere ritornato il suo idolo dell’infanzia.
 

“ Ciao, Master!” Lucy lo nota prima di tutti, facendogli l’occhiolino mentre si toglie il cappuccio bagnato.

“Eh, no Lucy! Vi ho già detto che non voglio che mi chiamiate così.” Romeo si finge arrabbiato, sentendosi a disagio dal farsi chiamare Master da una persone che stima così tanto.
 
“Maledetto nanerottolo, mi sei mancato!” Il rosato invece, gli salta addosso cingendolo in un abbraccio e sollevandolo da terra.

“Però così è anche troppo …” mormora l’uomo rassegnato all’infantilità del mago.
 

“Ehi, fiammifero!” una voce graffiante e roca lo chiama, facendolo voltare con un espressione seria.
“ Ferro vecchio …”
 
Un imponente uomo più alto e muscoloso di lui gli si avvicina, arrivando ad un palmo del suo naso. La pelle è color caramello, graffiata e piena di cicatrici nascosti da tatuaggi tribali raffiguranti draghi. Il volto è segnato da un segno d’ustione sulla guancia sinistra, mente invece si possono contare sei piercing sul naso, sei sulle sopracciglia e due sul labbro inferiore.

Gli occhi sono come quelli della figlia, rosso sangue e dalla pupilla sottile e appuntita. La sua chioma nera è perennemente spettinata, talmente lunga da toccare terra. Veste una camicia grigia sul petto nudo, dei pantaloni neri e stivali. Tutto estremamente pieno di quante più borchie possibili.
 
“ Speravo non ritornassi più, sai?” gli ricambia un ghigno di sfida, porgendo il pugno in avanti.

Gajeel Redfox, mago di Classe S. Amico/rivale di Natsu e Gray da parecchi anni. Per quant battaglia abbiano combattuto, nessuno saprebbe dire chi sia il più forte tra i tre. Ha fatto carriera come chitarrista e cantautore in una band composta dalla moglie Levy e la sua Ebi. Il suo successo: ‘Sciubidubà, ho voglia di SGNAM dolce miele’ ha forato l’indice degli ascolti, ricevendo dozzine di premi da tutta Fiore.

“Ti piacerebbe! Scommetto che anche il ghiacciolo non ha dormito la notte.” Il rosato ribatte con tono scherzoso, ricambiando il saluto: battendo il pugno contro il suo.
 
 

“Tobiiiii!!!” un urlo fa ripiombare la Gilda nel silenzio, rimbombando per diversi secondi tra le pareti.

A gridare è stato Silver, ora in bilico su una delle travi del secondo piano, con le braccia conserte e uno sguardo serio.
 
Con lentezza, la terza figura ammantata si incammina, facendosi largo tra i passanti che si scansano con nervosismo.

Il tessuto cade sul pavimento, rivelando il portatore: un bambino coetaneo del figlio di Gray, alto sul metro e dieci, dai corti capelli rosso scuro ispidi, molto più simili a corna. La carnagione è chiara e il viso è furioso, mentre i suoi occhi marroncino prendono fuoco dalla rabbia.
 
“Dannato Silver, mi avevi detto che nelle terre dell’ovest ci sono i folletti magici!”
Tuona, facendo assumere a tutti un’espressione confusa.

Il Fullbuster aspetta un po’ prima di rispondere, per poi iniziare a ridere sguaiatamente.
“Che moccioso! Ci sei cascato come un pollo! Ahahahaha!!” lo addita, mentre si mantiene la pancia per le troppe risate.
 
Il volto del rosso è stupito e allo stesso tempo furioso.
“Come? Prova … a … ripeterlo.”
 
Il moro ritorna serio, fissandolo con sguardo freddo.
“ Hai voglia di prenderle, Dragneel?” Poggia il pugno destro sul palmo aperto dell’altra mano e una luce gelida color metallo lo avvolge.
 
“Fatti sotto!” Sbraita Tobias Dragneel, con la bocca spalancata per mostrare i suoi denti acuminati e i pugni serrati.
 

“Perché succede sempre così?” si chiede qualcuno.

“Più che altro … perché Silver è a torso nudo?” domanda imbarazzata Sapphire, osservando il bambino su cui risalta in bella vista sotto il collo, il marchio della Gilda.
 
“Perché questa … è Fairy Tail.” Risponde semplicemente Romeo, con un tono che è tra l’orgoglioso e lo sconsolato.
 
 
 
 
Otto anni dopo.
 
E’ estate e diversi maghi, troppo indaffarati a bere per andare in piscina o al lago, sostano nel salone, alla tenue luce che passa attraverso le vetrate.
 
Qualcuno gioca a carte, altri consultano la bacheca delle missioni, altri semplicemente oziano all’ombra.

L’ambiente festoso sembra essersi placato in quei giorni.

Cosa può essere successo? E’ questa la domanda che rimbomba nella testa di tutti.

Poi … improvvisamente, quella porta si apre, come otto anni fa.
E proprio come allora, un sorriso si dipingerà sui loro volti.
 

Delle ombre fanno irruzione nell’edificio ed un ghigno si spalanca nell’oscurità.

“Siamo a casa!”
 
 
 
 



Angolo dell’autore:
 
Welcome back! Sono Andrea, conosciuto come Master Chopper sul web.

Molti di voi staranno leggendo questa pagina ancora con gli occhi sgranati e le mani nei capelli, intenti a strapparveli ripetendo ‘Perché?! Perché??!’ … bhe, mi scuso con quelle persone.
Con le altre … il  welcome back è dedicato a voi! O per chi ancora non mi conosce welcome oppure … ci siamo capiti: sono parecchio imbarazzato anche se non dovrei … forse!

Per chi avesse voglia di urlarmi contro ne i commenti, vi invito a leggere solo la prima parte di questo angolo autore (che si prospetta essere più lungo del capitolo).

Risponderò a due semplici domande: ’Perché?’ e ‘Dove vuoi arrivare con questa fan fiction?’
Iniziamo con la prima: il perché è forse un po’ confusionale, ma cercherò di spiegarvelo lo stesso. Mentre buttavo giù l’ennesimo capitolo di Story of a family (la mia fan fiction su KHR), riflettevo sulle numerosissime idee che mi giravano in testa, ma che venivano subito cacciate via perché …

‘Perché?!’ mi sono chiesto subito.
 ‘Perché non devo sentirmi libero di pubblicare e sperimentare, solo dato che ho attive due altre fic (ah, giusto: vi avviso che il crossover tra KHR e Dark Souls sarà sospeso)?’

 Ragazzi, io sono o no uno un autore su EFP? Il tempo per gestire le mie storie lo decido io, quindi tranquilli e non preoccupatevi se il capitolo di KHR non esce una volta a settimana precisa oppure se Stella d’Argento non viene aggiornata da quattro mesi (sono più di trenta OC, dannazione!).

Voglio solo dirvi: Lasciatemi sperimentare e provare, perché sono sicuro che piuttosto di voler vedere il 140esimo capitolo di Story of a Family, vi piacerebbe magari anche leggere qualcosa di nuovo :)

Tutto qui.
 
Ora (per così dire) inizierà la seconda parte, più rilassata, dell’angolo autore.

Dove voglio arrivare con questa fan fiction? In alto, sempre più in alto! Perché con la mia trivella posso sfondare anche il cieloooo!! [cit.]

No, scherzi a parte XD! Mi piacerebbe narrare una storia nuova e originale, perché di ff sulla Nuova Generazione ce ne sono a miriadi, ma almeno su questo fandom di EFP sono pochissime (se non una sola) quelle in corso.


Vi voglio promettere che non vi annoierete, perché con questa idea vorrei riscattare il fascino di Fairy Tail.

Si, avete letto bene, il FASCINO di Fairy Tail. Intendo quella cose che, dal primo capitolo del manga o dalla prima puntata dell’anime vi ha fatto dire: ‘Wow!’

Quello che indubbiamente mi ha attratto di più è stato decisamente il look di Rave Master, rinnovato ed adattato in un contesto più fiabesco e nuovo. Non per dire, ma le gilde io prima di FT le vedevo soltanto su Pokémon Mistery Dungeons o su Dragon Quest XD!

E invece le avventure, i personaggi approfonditi con storie commuoventi (Si, hai sentito bene Akira Amano! Anche quelli secondari! Persino Elfman è più approfondito di Lambo e  Hibari messi assieme  -.-’’) mi hanno tenuto incollato agli albi per parecchio tempo. E poi ho iniziato con l’anime.
 

Ma … mi riferisco principalmente alla prima serie di FT. La seconda, sinceramente non mi piace per niente …

Alt! Ho solo detto che non mi piace, quindi per favore facciamo le persone mature e cerchiamo di capire che queste cose sono soggettive. Ad esempio, per me Naruto sarebbe potuto anche finire con la Guerra Ninja, anziché tirarla avanti con tutta la storia del … vabbè, non facciamo spoiler.

Quindi,  onde evitare fraintendimenti, spiego i motivi di questo mio giudizio (non si dica in giro che Master Chopper non è uno ragionevole .. Anche se so bene che con queste ultime frasi verrò perseguitato da tutto il fandom T^T )

Per me la Seconda Serie è … scritta da un Mashima che sta cercando di accontentare un … fandom rumoroso! Ecco, l’ho detto!

Perché quando il fan service tra crack si fa così forte vuol dire due cose: o Fairy Tail sta finendo e Hiro vuol farci capire le sorti di tutti, oppure il fandom di FT è diventato così rumoroso che ha deciso di fare il contentino un po’ a tutti.

 Ovviamente non sto incolpando le shipper o chi scrive sulle NaLu, Gruvia, GaLe, Gerza o (porca miseria, sembrano dei Pin per cellulare!) qualsiasi altra coppia, inventata (yaoi, coff,coff!) o più confermata. Perché se questa seconda serie si è presa la Sindrome da Shonen moderno …  la colpa non può essere sempre dell’autore …

Ribadisco che nessuno/a si deve sentir offeso o provocato, perché qui non si incolpa proprio nessuno (Anzi, vi invito a dirmi cosa è piaciuto di più a voi, di entrambe le serie)
Se siete stati così intelligenti da capirlo, allora siete invitati a leggere oltre (tranquilli, sta per finire T.T)
 

Ringrazio chi deciderà di seguire questa ff (a cui devo pensare un nome … anche se forse, qualcosa in mente già ce l’ho), invitandovi ad un gioco. Così, giusto perché le mie ultime ff c’era poca interazione con i recensori, ed è una cosa che vorrei non si ripetesse.

Allora, come avete potuto vedere questo branco di maghi scalmanati (Gray,Juvia,Evergreen,Elfman,Laxus,Mirajane etc …) non sanno proprio dare dei nomi decenti o normali ai propri marmocchi XD! Perché?
Bhe, se Natsu si fosse chiamato Piergiovanni (mi scuso con i Piergiovanni) non avrebbe fatto lo stesso effetto, o sbaglio? Si, è vero che una rosa con un altro nome avrebbe lo stesso … per favore, di queste cose ne ho fin sopra la gola -.- …

Le regole del gioco sono:
  1. Indovinare o intuire il significato dietro i nomi elencati a fine delle regole, scrivendo possibilmente dopo la mia risposta alla vostra recensione, così da non poter essere visualizzato da altri.
  2. Cosa succede se due persone (limite massimo) riscono a totalizzare il miglior punteggio? Queste due persone vincono.
 
Qual è il premio? Decidere quale personaggio sarà raffigurato nella locandina del prossimo capitolo. I disegni son fatti da me, possibilmente sulla base del manga o di fanart su Fairy Tail. Se saranno due a vincere, la seconda persona deciderà quella del capitolo ancora dopo.
Ve gusta come idea? Vi avviso che forse non sarà facile XD.

I nomi sono:
Rov (figlio di Laxus e Mirajane)
Ebi (figlia di Gajeel e Levy)
Sapphire (figlia di Erza e Gerard)
Puck (figlio di Elfman e Evergreen)
Silver Musica (vale doppio punto se indovinate anche il secondo nome- figlio di Gray e Juvia)
 
Son tutti! Ogni nome vale un punto, per vincere bisogna totalizzarne minimo cinque (per il secondo anche quattro va bene)

Per i nomi come Shogi e Tobi … bhe, per il figlioletto di Bixlow avevo pensato qualcosa che rimandasse ad un giocattolo, oppure anche ad un gioco.
Invece Toby non ha un reale significato. Inizialmente volevo dargli un nome figo americano, come Duncan (subito declinato perché è lo stesso nome dell’OC del mio Sensei  Pro_dracorider), ma ho optato per Tobias, abbreviato in Tobi.

Bhe mondo, ho lanciato la mia follia! Vedremo se questo guanto verrà raccolto da qualche povero pazzo intenzionato a seguirmi T^T!
Perché vorrei portare Qualità, piuttosto che Quantità … ma l’ho già detto ;)
Ragazzi … Ragazze …
-Alla prossima!

P.S: Scusate per errori vari, avrò di sicuro tempo per correggerli domattina!
 

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Capitolo 2
*** Capitolo Due: Arrivano i guai! ***


                                                  
CAPITOLO DUE: ARRIVANO I GUAI!



Gilda Fairy Tail

I passi rimbombavano come tonfi sordi nella sala, mentre un sorriso confuso brillò nell’ombra.
“Che c’è, vi sono mancato?!”
 
A parlare era stato un ragazzo piuttosto alto e dalla carnagione chiara ma abbronzata. I muscoli del torace risaltavano sulla giacca nera portata sulla pelle nuda, così come il pantalone sottile blu scuro.
Gli abiti erano piuttosto logori, come se li stesse usando da tempo, infatti erano pieni di strappi e rattoppati al meglio.
Con energia batté un pugno su di un tavolo a lui vicino, giusto per portare su di sé un po’ di attenzione.
 
“Oi! Mi avete visto??” Iniziò ad innervosirsi, digrignando i denti, mentre qualche vena si gonfiava sulla sua fronte.
 
“ Fai piano, maledetta testa calda!” Lo ammonì una voce maschile dall’oscurità.
Gli altri maghi della gilda abbassarono la testa, ritornando alle loro mansioni.
 

“ La figlia del Master si è ammalata gravemente quando tu eri via.” Sospirò la stessa persona, facendosi avanti.

Era un coetaneo del tipo appena entrato, lo stava fissando con secchezza, mentre con il pollice indicava una porta dietro al balcone.
Con un salto i due giovani la raggiunsero, aprendola con nervosismo.
 
Gli si parò davanti una stanzetta illuminata solo dalla luce di una lampada, con un letto al centro e una bambina sdraiata sopra.
 
Il suo nome è … Charlotte Marvell.
 
“Come stai Charlotte?!” il ragazzo dai capelli rosso scuro si fiondò vicino alla piccola, prontamente tirato indietro dall’altro.
La bambina dai lunghi capelli blu sciolti si agitò nel sonno, fortunatamente senza svegliarsi.
 
“ Non riusciamo a curarla con le nostre medicine. Se solo ci fosse Wendy qui con noi …”  borbottò Silver, strofinando la coperta tra le dita.
 
“ Dove sono Sapphire e gli altri?” domandò Tobi mentre usciva dalla stanza. Era fortemente preoccupato e niente riusciva a dargli calma in quella Gilda.

“ In missione per cercare una qualche medicina magica. I maghi di Classe S, eccetto mia madre sono in riunione ad Era.”

Appena pronunciate quelle parole, una donna dai lunghi capelli blu sciolti si avvicinò al ragazzo, posandogli una mano sulla spalla con dolcezza.
“ E’ successo tutto troppo in fretta, Tobi-kun.” Sussurrò la signora Fullbuster, chinando il capo.
 

Di tutta risposta il rosso le voltò le spalle, incamminandosi a passi pesanti alla soglia da poco varcata.
“Non è ancora detto, zia Juvia!” ruggì lui, sparendo nella strada principale di Magnolia.
 

Dopo svariati secondi di silenzio:

“Non vai con lui ?” domandò con un sussurro Juvia, appoggiando la testa al petto dell’alto figlio.
Silver le accarezzava distrattamente i capelli, ancora con gli occhi puntati sulla porta.
 
La donna allora alzò il capo, guardando con malinconia suo figlio e ripensando a quanto fosse cambiato in otto lunghi anni.
 
I capelli blu di media lunghezza erano mossi, seguendo l’acconciatura del padre, con qualche ciuffi che a detta sua, ricordavano quelli del nonno. Un ciuffo in particolare, sopra l’orecchio destro, era stato tinto di nero. Oltre a tre piercing sul sopracciglio sinistro, a quindici anni si era fatto tatuare sul polso destro la scritta ‘Absolute Zero’ e un simbolo che, secondo le leggende che gli raccontava la madre, era lo stesso che portava un antico avventuriero: una nota musicale con dietro una croce.
 

Il ragazzo abbassò lo sguardo, incontrando gli occhi scuri della madre, che sovrappensiero sussultò.
 
“ Quanto mi da fastidio rincorrere quell’idiota!” esclamò finalmente, dirigendosi verso l’uscita con un’espressione nervosa.
 

La donna rimase ferma dove l’aveva lasciata ancora per qualche minuto, limitandosi a fissare la fioca luce esterna.
 
 

Regno di Bosco

 
All’interno di un antico fortino abbandonato, dove la luce penetrava tenue dai crolli del tetto.
 
Un uomo dai lineamenti giovani si dirigeva verso la vecchia mensa, ora riempita solo dalla spessa polvere e dai residui dell’immobiliare dei secoli passati.
Indossava una tuta bianca e giallo sabbia, a quadretti, con pantaloni lunghi e grigi, scarpe nere a punta ed un copricapo di pelliccia marroncino.
 

“ Capo, abbiamo trovato la sua medicina speciale.” Annunciò sibilando, mentre il suo ghigno si apriva nell’ombra.
Con i piccoli occhi neri scrutò una figura rilassata su di una grande sedia di legno, dai ricami in ferro.
 
L’individuo misterioso spalancò di colpo gli occhi, le uniche cose di lui visibile nell’oscurità. La voce era tremante, quasi confusa.
“Dov’è?!” tuonò con un timbro decisamente appartenete ad un uomo di mezza età.

“ E’ in possesso della figlia di un noto medico di Cidrus. Siccome il padre è morto da un paio di anni vive da sola … indifesa.” Aggiunse l’altro, leccandosi viscidamente le labbra.

Dopo un lungo silenzio, interrotto solo dal cinguettio di qualche rondinella, l’uomo si alzò dal suo trono, facendo scricchiolare rumorosamente il legno.
“ E’ ora di andare …” proclamò, ergendosi in tutta la sua altezza sul salone polveroso.
 
Cidrus, cittadella vicina la confine tra Fiore e Bosco. Conta trecento abitanti, poggia su di una  rigogliosa vallata, circondata da campi  e torrenti.
La popolazione vive di pastorizia e talvolta di pesca, sfruttando tutti i prodotti che le stagioni permette. L’unica reale simbolo di importanza della città è una famosa Università, edificata con i fondi della ‘Gara del raccolto di Bosco’, che ha appunto vinto in passato.

 

“Perché diavolo sei sicuro che la medicina si trovi qui?!” ruggì, senza alcun apparente motivo, Tobi, appena uscito dalla carrozza, rivolgendosi a Silver.
Il blu lo fissò nervoso, stanco di ripetere sempre la stessa cosa.

“Te l’ho già detto …” provò a dire, sbuffando vapore dalle narici, mentre cercava di contenersi  “… per più di dieci volte in quest’ora.  L’Accademia di Ricerche di Cidrus è famosissima in tutto il continente.  Neanche io sarei voluto venire fino a Bosco, che credi?!” Ringhiò, spintonandolo via, mente iniziava a camminare verso una direzione non precisa.

“ Grrrr … non mi piace questo posto: le case sono tutte troppo vicine tra di loro.” Il rosso lo ignorò completamente, mentre intanto si guardava intorno nervosamente, passando attraverso un vicolo angusto.
 
“ Non iniziare!”

“ Silver, sento le pareti che mi stringono …” si lamenta Tob, iniziando a sudare freddo.
 
“Smettila, maledizione!!” il ragazzo non resistette più, così si girò di centottanta gradi, colpendo con un calcio di collo il compagno, mandandolo di faccia contro la parete dell’edificio al suo fianco.

 
Dopo un lungo scricchiolio seguì il silenzio più totale. I due maghi rimasero immobili, con gli occhi spalancati e la bocca semiaperta.
 “Non ti muov…”


Videro a distanza ravvicinata l’intero muro crollare sotto il suo stesso peso, per via dei diversi mattoni incrinati e , forse, dell’antichità dei materiali.
 
Quando il fumo si dissolse, si era formato un grande buco di due metri di diametro, che lasciava vedere cosa stesse accadendo all’interno della locanda.
Perché l’edificio che avevano appena … ‘vandalizzato’ si trattava proprio di una locanda.
 
I clienti li guardavano sbalorditi dai loro tavoli, alcuni si erano fatti andare il pasto di traverso per lo spavento.
 
Il barista, un uomo massiccio piuttosto anziano, calvo ma dagli imponenti baffi alla francese, si fece avanti dal suo bancone, strofinando un bicchiere. Totalmente impassibile, i suoi passi rimbombano come unico suono nella sala.
 
“  Cosa volete? Siete della stessa banda di ieri mattina? ” chiese, facendo rimbombare il suo vocione rauco.
I presenti iniziarono a mormorare tra di loro, sottolineando il coraggio dell’uomo.
 
“ Ehm … no,no!  Scusate per il muro!” balbettò a disagio Silver, mentre Tobi fa il segno del pollice in su.
“ Lo ripareremo!”
 
“ Tsk. Giovinastri.” Borbottò il barista e, con un luccichio negli occhi bruni, estrasse qualcosa dalla cinta sotto il grembiule.
 
Il suono di uno sparo e un tintinnio risuonarono nell’aria, mentre urla di spavento salivano dai tavoli.
 

Il corpo del rosso era teso all’indietro, con la schiena inarcata quasi fino a terra e tutti i muscoli contratti.
 
Con lo stupore di tutti riuscì a raddrizzarsi, sbuffando amaramente.
“ Che diavolo!”
 
Tutte le persone, eccetto l’uomo che li guardava sconvolto, lasciarono il locale urlando.
“ Ma come …” con un tonfo, la piccola pistola d’argento che teneva in mano cadde sul pavimento ligneo.
 
“Scusi per il disturbo.” Il ragazzo dai capelli blu lanciò a pochi centimetri dai suoi piedi una saccoccia di cuoio, che atterrò con un fragoroso tintinnio.
 
“Spero bastino.” I due maghi lo guardano intensamente, senza far trafelare alcuna emozione dai loro sguardi. La prossima mossa ostile non sarebbe stata accettata.
 
 
“ Nooo!! Non fategli del male!”
Una voce femminile fece irruzione nella locanda, cogliendo alla sprovvista i due ragazzi.
 
 
Quindici minuti prima...
 
Nella libreria dell’università, una ragazza era intenta a riordinare un paio di libri, in bilico su un’altissima scala.
Nonostante l’altezza, dopo essersi asciugata il sudore sulla fronte con un fazzolettino, riuscì a riscendere con facilità in una manciata di secondi.

Un’anziana signora vestita di verde pozza le sorrise riconoscente, probabilmente perché era la responsabile della libreria.
“ Grazie mille Haru … da sola non ci sarei proprio riuscita.” Sorrise debolmente la vecchina, facendo un piccolo inchino di riconoscenza.
 
“ Ma le pare, signora Ruka? Non è niente, davvero.” Disse la ragazza, troppo umile per accettare quei ringraziamenti per aver fatto una cosa così di poco conto.
 

La giovane era davvero una bella ragazza, tanto che non era insolito se ogni volta che veniva dare una mano in libreria, gli occhi degli studenti maschili
ricadessero su di lei.

La carnagione rosea, fisico esile e non particolarmente formosa, ma sempre aggraziata e dolce in qualunque cosa facesse. I capelli rosa antico erano lunghi fino a metà schiena, di solito portati lisci, ma quella volta per via del calore aveva preferito raccoglierli in una coda alta. Non si poteva di certo vantare di essere molto alta, ma per i suoi sedici anni, i centosessantotto centimetri le andavano più che bene.
Le labbra rosee così come le gote, più i grandi occhi azzurri rendevano il suo viso ancor più angelico.
 
Quell’afosa giornata vestiva una maglietta bianca aderente, che le copriva quasi del tutto l’ombelico, con sopra un gilet di jeans leggero senza maniche. Pantaloncini color crema lunghi fino al ginocchio e sandali di cuoio adornavano il suo grazioso vestiario per quel giorno.
 
Con fretta recuperò la borsa nera con il cuore rosa ricamato e schizzò fuori dall’edificio, ringraziando il cielo che quella sessione di lavoretti partime fosse finita.

 
Con passo lento si diresse verso la locanda di suo zio, lamentandosi del caldo ripetute volte.
“ Oi, oi … speriamo che questi ultimi giorni di Agosto finiscano in fretta. Non appena vedo zio Benhart mi faccio fare una granita. Non ne posso più!” strillò come una bambina, dimenticatasi di essere in piena città.

Abbassò il viso diventato rosso e, ignorando gli sguardi confusi dei passanti aumentò l’andatura.
 

Arrivata alla porta del locale tirò un lungo sospiro, come a voler cacciare via l’imbarazzo per la figuraccia.

“ Che giornate che mi capitano ultimamente …” Poi, acquistando più sicurezza si tirò su di morale, preparandosi a rilassarsi.
“  Ziooo ♥ ” Haru non poteva credere che quella dura giornata stesse per concludersi, magari davanti ad una bevanda fresca, mentre leggeva un bel libro.
 
Ecco … non credeva nemmeno a quello che le si parava di fronte in quel momento: dalla parte opposta alla porta da cui era appena entrata, la parete era collassata, lasciando un grosso buco. In più la locanda era vuota, eccetto suo zio che si trovava in ginocchio, con due ragazzi dall’aria pericolosa che lo fissavano.
 

“ Nooo!! Non fategli del male!”
 
 
E poi…
 

“Davvero? Una Gilda magica?!”
Haru stava cercando in tutti i modi di sapere di più sulla gilda di cui facevano parte i maghi, ma dalle loro bocche non usciva nemmeno un filo d’aria, a causa della quantità di cibo che stavano divorando in quel momento.

“ E ditemi … com’è? Ci sono tanti maghi? Voi sapete per caso usare qualche magia?”
Le domande entusiaste quasi le morivano in gola, vedendo che non riceveva più nessuna risposta.

“Uff…” con un broncio si lasciò cadere sulla sedia, esausta.
“Possibile che non mi ascoltino?!” si rivolse allo zio, a cui quasi scappò una risatina nel vederla così capricciosa.
 
Un verso poco galante fuoriuscì dalla bocca del rosso, che senza pensarci più di tanto, si ripulì velocemente la bocca.
“ Fuuuu … Grazie per il cibo! ” Balzò in piedi, come se avesse riacquistato le forze, più una carica di adrenalina.
“ Scusate ancora per il disturbo.” Ripeté sorridendo Silver, mentre stava per perdere la pazienza nel vedere il compagno saltellare da una parte all’altra come una scimmia.
 

Però, all’improvviso Tobi si bloccò a mezz’aria, cadendo a terra subito dopo con il viso pallido e sudato.
“ Tutto bene?” domandò Haru, incerta di cosa avesse appena visto.
“ Si … diciamo che non sopporta i posti troppo stretti.” Rispose il blu con una punta di ironia, mentre se la rideva nel vedere il rosso ansimare a terra.
 
“ Già … diciamo che a parte l’Università … questo è l’edificio più grande in circolazione.” Borbottò Benhart, ripulendo per terra con uno spazzolone.
“ Ma come, vecchio?!” Silver non poteva credere a quanto aveva sentito. E pensare che quella locanda era più o meno un quarto del salone di Fairy Tail.
 “ I soldi hanno ripreso a scarseggiare.” Mormorò triste la rosa, sventolandosi con un tovagliolo di carta.

“Tutta colpa degli assalti dei briganti che in questi giorni, stanno estorcendo tutti i nostri capitali.”
 
Tobi inarcò un sopracciglio.

“ Il loro accampamento si trova nella foresta ad Est di qui. A quanto apre il loro capo, Lucius, sta cercando la rarissima medicina magica dell’ex mago Jeremy Rampart.” Spiegò minuziosamente, soddisfatta di aver attirato l’attenzione dei maghi.

“ MEDICINA MAGICA?! ” esclamarono all’unisono i due, spaventando la ragazza e l’uomo.

Subito dopo Tobi ricadde disteso al suolo.

“ S-si. E’ la nostra più grande ricchezza. Stavamo pensando di venderla per ricavare abbastanza soldi da farci tutti trasferire nella Capitale …”

Calò il silenzio più profondo nella sala. Improvvisamente i ragazzi erano caduti in depressione, con la testa abbassata e lo sguardo perso nel vuoto.
“ Ah …” dissero soltanto, quasi in un sospiro.
“ Che significa ‘Ah’ ?!!”
 


Improvvisamente, un potente boato ruppe il silenzio ed un turbine nero investì un’intera parete del locale.
 Le mattonelle schizzarono ovunque e si udì solo il grido della ragazza, in mezzo al fumo causato dall’esplosione.

Quando lei riaprì gli occhi si trovava con la schiena poggiata al muro opposto a dove si trovava prima, mentre tutta la sala era piena di rimasugli di tavoli e rientranze nel pavimento.
Soffoco un altro grido, quando vide Benhart, Tobi e Silver semicoscienti e distesi a terra, con lividi e ferite su tutto il corpo.
 

Dal varco creato fuoriuscirono quattro figure, seguite dopo poco da un’altra ventina di individui.


Li riconobbe all’istante: erano i banditi della foresta che si erano sempre limitati ad estorcere la metà dei guadagni da suo zio. Sembravano agguerriti, erano tutti armati e le figure che capeggiavano la banda avevano un’aria che trasudava pericolosità da tutti i pori.

Il più inquietante era una specie di uomo-uccello, con il corpo tozzo e basso coperto da un mantello cobalto, da cui fuoriuscivano solo delle zampe bovine color marroncino. Indossava un elmo d’acciaio munito di corna e sul suo dorso sedeva un ragazzo dai capelli neri legati in un codino arruffato.
Vestiva pantaloni e gilet ornati con pellicce e sul volto appuntito era dipinto un ghigno soddisfatto.
 
Alla loro destra c’era un uomo piuttosto alto, vestito con una camicia blu scura a righe bianche, così come il pantalone e la cravatta. I capelli erano viola e raccolti in un ciuffo che gli copriva l’occhi destro, mentre il sinistro, color cristallo, brillava sinistramente.

In testa a tutti, un altissimo uomo dalla carnagione color caramello si faceva strada tra le macerie, calciandole via come se niente fosse.
Era vestito completamente di nero, giacca, pantaloni e scarpe lucide, tranne una sciarpa di stoffa color cobalto che svolazzava come uno stendardo. I suoi lunghi capelli erano argentei con qualche ciuffo nero, tirati all’indietro. In modo che ricadessero sulle spalle.

 I suoi occhi neri vagarono per la sala, posizionandosi infine sulla rosata, che rabbrividì all’istante.
“ Trovatela.” Disse solamente, con il suo tono cupo e subito tutti i suoi seguaci si diressero verso l’interno della locanda, usando la porta dietro il bancone.

Anche se non li vedeva, la ragazza li sentiva urlare selvaggiamente, mentre rovistavano senza pietà nel magazzino.
Non riusciva a parlare, tantomeno a muoversi. Eppure sentiva che dentro sé avrebbe dovuto fermarli. Combattere per non farla portare via.

Ma tutto quello che riuscì a far uscire furono due lacrime che presto bagnarono il pavimento, mentre soffocava i suoi singhiozzi.

 
“ Ohh, ma guarda un po’ … era quella la ragazza di cui ti parlavo!” sghignazzò il moro vestito a righe, squadrando da cima a fondo la ragazza, con pensieri decisamente poco casti visto allo sguardo languido.

- Chester. Briganti di Bosco -
 

“ Woow! Tutta questa distruzione è incredibilmente figa! Incredibile!!” il ragazzino dal codino scoppiò a ridere, dando ne frattempo numerose pacche sul dorso della sua cavalcatura.
“Incredibile, vero Bootes?!”

“Boooh!” dall’elmo fuoriuscì di risposta una vampata di aria calda, accompagnata da un verso disumano.
- Gek e Bootes. Briganti di Bosco -
 

“Umpf!” grugnì l’albino, sferrando un potente calcio al bancone del locale, mandandolo in frantumi all’istante.
- Lucius. Capo dei Briganti di Bosco -
 


“Basta!” ruggì la voce rauca di Benhart, attirando l’attenzione dei quattro.
 
“Smettetela subito! Il villaggio ha bisogno della medicina!” urlò l’uomo, disteso a pancia in giù ma con la testa rivolta verso Lucius, mentre l’unico occhio aperto sprizzava furore da tutte le parti.
 
“ Bisogno?” domandò il brigante, avvicinandosi sempre più a lui.
“Non azzardarti mai più a farmi perdere tempo con i vostri stupidi bisogni.”  Gli disse minaccioso, scrocchiando le nocche una ad una con fare sinistro.

Ma l’uomo venne bloccato prima di agire, avvertendo un qualcosa stringersi sulla sua caviglia.
 
Abbassò lo sguardo, rimanendo sinceramente sorpreso di quel che vide:


Il ragazzo dai capelli che fino ad allora era rimasto a terra, adesso gli stava afferrando la caviglia, cercando di rialzarsi.

“ Non è una cosa di tua proprietà!” mormorò, riaprendo di scatto gli occhi.
Le pupille ora erano diventate appuntite come quelle dei rettili, restringendosi di colpo una volta a contatto con la luce.

“ Sparisci da questo villaggio, bastardo!”

 
“ Chi sei, pulce?!”domandò l’albino, inarcando un sopracciglio, per niente intimorito dalle minacce.
“ Sono Tobi di Fairy Tail, la più libera gilda del mondo!”
“ Questo nome non mi dice proprio niente …”
“?!”


Un’aura invisibile violacea lo schiacciò pesantemente al suolo, incrinando le assi del pavimento con un fracasso.
“TOBI!” urlarono Haru e Silver, non sentendo più nessun rumore provenire dal corpo immobile del rosso.
 

Benhart svenne sul colpo, abbandonando ormai ogni speranza e pregando per la salvezza della nipote.
 
 “ Incredibile, Boss!!” urlò Gek, totalmente esaltato, mentre Chester sghignazzava in disparte.
 

“Bastardi!!” gridò Fullbuster, alzandosi di scatto per poi balzare verso Lucius, caricando i pugni.

 
Quando la distanza si era ormai ridotta a pochi centimetri, due pilastri di ferro muniti di spuntoni lo centrarono in pieno petto, strappandogli appena un grido soffocato, prima di mandarlo a scontrare violentemente contro il soffitto.
Anche il mago cadde a terra, con le pupille sbiancate e la bocca aperta da cui fuoriusciva un rivolo di sangue.

 
“ L’incredibile Bootes colpisce ancora! Ahahaha!!” rise Gek, avvicinandosi al corpo senza sensi del ragazzo.

 Mentre cercava di stare calma, Haru capì subito che era stato appunto il misterioso essere ad agire con quell’attacco.
La sottospecie di volatile adesso aveva un lato del mantello appena sollevato, come se fosse un’ala, da cui fuoriusciva ancora un filo di fumo.

“ Fastidiosamente ripetitivo, Gek. Magari collaborassi anche tutto, ogni tanto … anziché far fare tutto a quel bambolotto che ti porti dietro.” borbottò acido il brigante più anziano, sistemandosi il coletto della camicia con attenzione maniacale.

“ E tu sei INCREDIBILMENTE rompipalle, Chester!” strillò fumante di rabbia il ragazzo, trattenuto solo dall’ala aperta di Bootes, per non far scoppiare un rissa in quella situazione.
 
“ Tacete … abbiamo quello che cercavo.” Li interruppe Lucius, che ora teneva in mano una scatoletta metallica con piccole tracce di ruggine, ma con ricami dorati ancora in evidenza nonostante l’antichità.

La ammirava e riammirava quasi ipnotizzato, avvicinando con cautela l’altra mano per aprirla, ma ritirandola subito dopo nervosamente.
 

Quando la ragazza la vide, sussultò, mettendosi una mano davanti alla bocca per trattenere un grido. Le lacrime iniziarono a scendere copiosamente, mentre anche lei si rendeva conto … che ogni speranza era vana.

Avevano la medicina magica.
 
Come erano apparsi, tutti i briganti si dileguarono, incitati a male parole dal loro capo a ritornare al loro covo. Rimase sola.
 
“Haru … dovrai rimanere con lo zio Ben ancora per un po’.” La voce che sentiva sempre nei suoi sogni più recenti.
Una mano. Un uomo davanti ad una porta spalancata, con addosso un mantello logoro.

Lei è piccola, con suo zio voltato, intento a mugugnare qualcosa di incomprensibile.
 
“ Io … tornerò quando ti sarai fatta grande. Devo partire e starò fuori per un bel po’ di tempo.”
 
“ Perché?!” una domanda tra i singhiozzi, rimasta sempre senza risposta.
“ Vorrei che tenessi sempre questa con te. Ci tengo molto sai?”

La mano adesso le porgeva un cubo metallico pieno di ricami che risplendevano, riflettendo l’intensa luce del sole.
La bambina parve rassicurarsi alla vista di quell’incantevole dono.

“ La magia può fare tanto, tanto bene se usata da una persona speciale e pura di cuore come te. Spero che da grande seguirai le orme di tua madre, piccola Haru.”
La piccola era di nuovo scoppiata in lacrime, mentre la figura le accarezzava i capelli, sorridendo tristemente.
“ Ti voglio bene, cuore  mio.”
E … quell’abbraccio. Un calore sempre più lontano. Non ricordava più neanche le emozioni provate.
Rimaneva soltanto il dolore.
 

“ Tobi … Silver …” provò a dire, notando i silenziosi occhi spalancati dei due ragazzi, persi nel vuoto.
Erano incredibilmente seri, ma si capiva lontano un miglio che stavano trattenendo qualcosa dentro.

 
“ Mi dispiace … gli uomini di Rufus sono venuti a prendere la medicina magica … perché io sono la figlia di Jeremy Rampart!” ammise, piangendo sempre più forte, senza più trattenersi.

“ Non volevo che … succedesse tutto questo!” guardò la sagoma di suo zio, disteso all’ombra di un pezzo di parete rimasta in piedi.
“ Mi dispiace! Midispiacemidispiacemidispiacemidispiace…” la voce, già rotta dal pianto, andò sempre più ad esaurirsi.

Poi … sentì di nuovo la sua mano poggiarsi sulla sua testa, come a trasmetterle tutta la solidarietà del mondo, rendendosi complice dei suoi dolori.

Alzò di scatto lo sguardo, pronta a gridare ‘Papà’ e correre ad abbracciarlo, come aveva fatto lui parecchi anni prima.

Ma non trovò suo padre a guardarla.

Due occhi silenti la guardavano, più luminosi del sole di mezzogiorno che stava illuminando la città.
Dopo svariati secondi, Tobi lasciò scivolare la sua mano verso il proprio collo, sfilandosi la giacca con lentezza, accusando delle fitte alle ferite appena procurate.

La appoggiò delicatamente sulle spalle di lei, che continuava a fissarlo con centinaia di parole che in quel momento le morivano in gola.
 
Il mago si girò, notando il suo compagno già in piedi sulla soglia.
Era appoggiato alla parete, con le braccia incrociate al petto e il viso rivolto verso l’esterno.

Sotto il collo, ora che la camicia era ridotta a brandelli, si notava chiaramente il simbolo della fata con la coda.
Così come sulla schiena del rosso, decisamente più grande, tanto da coprire il dorso da una scapola all’atra, mentre la coda arrivava fino al fianco sinistro.

“ Non sei tu a doverti scusare con noi.” Disse infine Silver, sputando poi per terra un grumo di sangue, seguito da un’imprecazione rivolta ai suoi dolori.
 
“ Ora andiamo lì e giuro che spacco qualche faccia, fino a che non avrò indietro quella medicina !!” ruggì Dragneel, alzando i pugni al cielo con ferocia.
 
 




Angolo Autore:

 
Welcome back! Come va? Spero tutto bene :)
Scusate se l’aggiornamento ha un po’ tardato (mi ero ripromesso di non scriverlo più, ma fosse stato per me avrei aggiornato prima), ma purtroppo questo è stato un periodo bello tosto per me, ma  *rullo di tamburi* finalmente è finito!! Spero di tornare più attivo nell’aggiornare, proprio come l’anno scorso. Ahhh, l’estate magica che ha segnato al mia prima ff come autore su EFP. Quanti bei ricordi, eh?
* facepalm* So che dovrei aggiornare Stella d’Argento … non linciatemi vi prego, anche se avreste tutte le giustificazioni del mondo per farlo.
Comunque, che ve ne pare di questo capitolo? Lo avete trovato noioso o incredibile(attenzione a non prendervi la sindrome di Gek  o.O!)?Mi interesserebbe saperlo perché per questi primi capitoli è questo lo stile che vorrei mantenere.
Se notate cambiamenti nei tempi rispetto al prologo, è perché trovavo proprio difficile per il mio format scrivere al presente. Ma dopotutto è meglio così, no?
 Spero che la copertina, richiesta da shinigamichan, vi piaccia (come base ho utilizzato Natsu nella locandina del Chapter 56 di Fairy Tail). Devo dire che mi sono proprio divertito a farla, sia questa che quella del capitolo successivo, richiesta da stardust94. Magari ci sarà modo di richiedermene altre, chissà.
 
Comunque, visto che ci stiamo avvicinando alla conclusione, devo dire che comprendo il motivo delle poche recensioni nello scorso capitolo.
Ora, io sono il primo c he forse pecca in quanto originalità, ma le ff sulle coppie Nalu, Gerza etc. sono Sempre.Tutte.Uguali tra di loro e vengono caricate ogni nanosecondo sul fandom di Fairy Tail. Giuro che dopo cinque minuti che avevo caricato il capitolo, sopra la mia fic c’erano già altre due. Dopo un ora non la trovava più …
Devo far delle accurate ricerche statistiche per capire quando aggiornare senza essere soffocato da milioni di altri autori che hanno avuto la mia stessa geniale idea di aggiornare proprio in quel momento …
Consolatemi …
Alla prossima X3 !
 
P.S: Dal prossimo capitolo si aggiungeranno novità, come le schede Oc alla Fairy Tail e (forse) delle mini interviste ai personaggi più apprezzati! Spero di incuriosirvi !!
P.P.S:  Scusate ma ho dovuto ricaricare il capitolo, causa l’html sballato (che come alcuni sanno, io non so aggiustare). Mi scuso con il fandom, sperando di non recare danni.

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre: Nella tana del Diavolo ***


Locandina Capitolo: http://i60.tinypic.com/xqi4h3.jpg


Nella sala del ‘trono‘ all’interno del vecchio fortino.
 
 
Lucius sedeva da ormai qualche ora, con la testa rivolta all’indietro, fissando il cielo attraverso i buchi sul soffitto.
 
L’area crepuscolare pervadeva quella sala, colorando tutto, eccetto la penombra, di arancione scuro.
 
Il capo dei banditi sospirò rumorosamente, socchiudendo gli occhi.
 
“ Li sento. Stanno arrivando, ma non riusciranno ad ostacolarmi.”  E, molto lentamente, si alzò per poi incamminarsi verso una porta di legno alle sue spalle.
 
 

 
Intanto, all’esterno, i banditi di guardia stavano venendo rapidamente decimati.
 

“ Presto, ci servono i fucilieri!” Urlò un uomo dalla folta barba bianca, prima di venir investito da diversi suoi compagni sbalzati in aria.
 
A pochi metri, una folla aveva circondato quelli che da un po’ stavano avanzando verso l’entrata principale.
 
“ Ehi, testa bacata! Non sarebbe stato meglio prendere un’altra strada per entrare?” gridò Silver per farsi sentire tra il fracasso, schivando all’ultimo una falce che gli avrebbe altrimenti reciso la gola.
 
“ Ma ti pare?! E’ così che facciamo le cose, noi di Fairy Tail!!” ruggì Tobi, afferrando l’ennesimo avversario per la spalla e sbattendolo violentemente per terra, facendogli perdere i sensi all’istante.
 
 
“Maledetti!” un ragazzo dal volto coperto da un cappuccio nero estrasse un fucile di precisione, sperando di non essere stato notato.
 
Era riparato da un muretto e i due intrusi gli davano le spalle, così calcolò velocemente un futuro spostamento e mirò alla testa del ragazzo dai capelli rossi.
 
“ Tre … due … uno! 
 
Pochi istanti prima di premere il grilletto, vide il suo bersaglio voltarsi ed avvicinarsi in una frazione di secondo. Prima ancora di poter dire ‘A’, si trovò disarmato e altrettanto velocemente venne scagliato contrò l’edificio con una forza mai vista.
 
“ Non …. Sono u-umani …” riuscì a sussurrare, mentre il muro alle sue spalle si sgretolava, creando un accesso per l’interno.
 
Silver sfruttò subito il varco creato e, scavalcando una decina di individui, si portò subito al fianco del compagno che lo aveva preceduto.
 
“ Grr! Non finiscono mai!” ringhiò, rompendo il naso ad un altro uomo armato con una ginocchiata in pieno viso.
 
 
Entrambi però, sebbene presi dal combattimento, riuscirono a percepire una presenza davanti a loro, ancor prima di vedere un’ombra calare da sopra le loro teste.
 
Un corpo atterrò a pochi centimetri dall’ingresso, sollevando una grande nuvola di polvere, terra e fili d’erba.
 
Lentamente, emerse un uomo in cotta e schinieri di ferro nero, con un lungo mantello porpora che si sollevò nello spostamento d’aria, mostrando al centro un emblema scolorito o cancellato.
 
 
Era pelato, ma aveva una barba nera appuntita, sotto un naso piccolo e degli occhi anch’essi neri.
 
Era molto alto e possente, sulla carnagione color caramello si notavano diverse cicatrici, soprattutto vicino alle sopracciglia.
 
Il fattore più preoccupante era che brandiva nella mano sinistra uno spadone d’acciaio, dalla lama larga almeno quanto l’apertura alare di un’aquila.
 
“ E questo chi è?!” domandò sorpreso Tobi, interrompendo la sua avanzata.
 
 Anche il blu iniziò ad innervosirsi, notando che gli avversari rimasti in campo, avevano iniziato ad indietreggiare senza proferir parola.
 
“ Il mio nome è Orione.” Tuonò, mentre un ghigno si apriva sulla sua faccia.
 
“ Ed ho affrontato abbastanza battaglie da potervi dire che … non riuscirete a passare di qui!” E nel dire questo, sollevò la spada da terra, puntandola verso i due, continuando a sorridere spavaldo.
 
Silver mugugnò, indeciso sul da farsi. Di sicuro sarebbero passati, ma probabilmente se non si fossero impegnati abbastanza, questo scontro gli avrebbe privati di molta energia.
 
Era così immerso nei pensieri, che il vedere Dragneel avanzare lentamente, lo sorprese.
 
“ Aspetta, non fare sempre di testa tua! Non sappiamo quanti altri troveremo una volta entrati!” provò persino a bloccarlo per una spalla, ma il ragazzo si scostò bruscamente, lasciandolo basito.
 
“ Io … sono stanco, Silver.” Sussurrò in un sospiro, abbassando la testa.
 
Alcune ciocche dei suoi capelli rosso scuro si persero nel vento, al seguito dell’onda d’urto che aveva colpito il suolo passando a qualche millimetro dalla sua guancia.
 

“ Lo credo, ragazzino!” Rise Orione, che ora stava sollevando la sua gigantesca spada da terra. Si era spostato ad una velocità pazzesca, non lasciando nemmeno l’impronta dei suoi passi.
 
“ Hai combattuto fino ad adesso, questo ti fa onore. Ma non credo proprio che riuscirete a proseguire il vostro cammino!” disse seriamente l’uomo, fissando freddo la testa del suo avversario.
 
Qualche secondo dopo, si accigliò, avvertendo un leggero spostamento d’aria colpirgli la faccia.
 
L’istante successivo si accorse che non era stata l’aria a colpirlo sul volto, ma un calcio di collo di Tobi.
 
Ancor prima di accusare il colpo, si ritrovò disteso per terra, con un grosso livido sanguinante sulla tempia destra.
 
“ Ho detto …” parlò il rosso, avvolto da un’intensa aura cremisi che gli agitava i capelli, facendoli sembrare fuoco ardente.
“ … che sono stanco di essere ostacolato ogni cinque secondi !!
 
Orione era paonazzo dalla rabbia, con diverse vene pulsanti sul collo e sulla fronte.
 
“ Tu !!!” boccheggiò in cerca d’aria, recuperando e brandendo a due mani la sua lama.
 
 
“ Devo dare ragione alla testa bacata: è inutile opporsi, ormai.” Sorrise, nella penombra delle fronde degli alberi, Silver.
 
Orione li vedeva avanzare sempre più lentamente, come se per loro lui non rappresentasse un reale ostacolo. Questo lo faceva infuriare a morte.
 
“ Vedremo!!” urlò al cielo, con gli occhi iniettati di sangue. Portò il filo della lama davanti al suo viso, per poi sollevarla ancora oltre la sua testa. Avrebbe atteso minimo altri due passi, poi avrebbe attaccato senza alcuna pietà.
 
Ma, invece, fu questione di un attimo: l’aroma dei ciliegi della radura si intensificò, propagandosi nell’aria.
 
Si sollevò una leggera brezza molto bassa, che fece sollevare di poco i petali caduti. Quel vento, prese a muoverli come in una danza, dove il rosa copriva ogni centimetro circostante di terreno.
 
“Ma cosa …?”
 
Un’ombra alle spalle dei maghi di Fairy Tail alzò le braccia verso l’alto, per poi richiudere le mani a coppa all’altezza del proprio petto.
 
Flora Rebellion: Danza dei Petali di Ciliegio!
 
Una voce femminile si perse nell’eco, mentre il manto rosa ora si stava sollevando, come una fitta coltre di nebbia.
 
 
“ Nooo!!” gemette Orione, mentre i petali iniziarono a vorticare intorno a lui, sempre più velocemente. A nulla servivano i suoi potenti fendenti, mentre ad ogni mulinello, veniva sollevato sempre più da terra.
 
 “ Petali Solari
 
Ora il vortice lo aveva inglobato come in una sfera a cinque metri dal terreno.
Bastarono una decina di secondi e il globo implose in una luce rossa e rosa, mentre i petali formavano un piccolo sole stilizzato.
 
Il corpo del gigante cadde a terra, producendo un gran tonfo. La mascella era spalancata, gli occhi vacui e la pelle ustionata in vari punti.
 
Tobi e Silver si guardarono in faccia più volte, con la faccia a voler dire ‘Non sono stato io, eh!’.
 
“ Ciao ragazzi ♥!” li richiamò una gentile ma determinata giovane voce femminile.
La mascella dei due arrivò quasi a toccare terra (peggio di quella di Orione), per lo stupore: la ragazza in questione era proprio …
 
“ Sei quella del bar!” gridò Tobi, indicandola col dito.
Il suo viso venne subito raggiunto da un manrovescio velocissimo.
“ Mi chiamo Haru, uffa!”
 
Anche Silver fu sorpreso di vedere la fragile studentessa di poco prima, liberata dalle lacrime e dai rancori.
 
“ Ma … era necessario cambiarsi?” domandò senza peli sulla lingua, indicando il nuovo vestiario di lei.
Come il rosso, venne punito da uno scappellotto sulla nuca.
 
“ Ma insomma! Non era proprio il caso venire fin qui con quegli abiti tutti graffiati e sporchi di polvere.”
Disse, mettendosi le mani ai fianchi e valutando da che pulpito le arrivava la predica: l’unica cosa che copriva quei ragazzi erano dei pantaloni larghi e dei sandali, tutti in pessime condizioni.
 
Lei  invece, adesso vestiva una felpa color cobalto senza cappuccio, con sotto una maglietta bianca e dei jeans lunghi, che non coprivano però delle scarpe da ginnastica grigio scolorito.
Aveva legato i capelli in una coda alta, mentre la fronte era  lasciata libera grazie ad una bandana arancione.
 
“ Comunque sono felice che ora hai ritrovato la determinazione.” Sorrise Tobi, sinceramente contento per lei.
 
La ragazza, un po’ imbarazzata, fece il segno dell’ ’Ok’ con le dita, mentre mostrava un sorriso leggermente tirato.
“ Si, lo so  … grazie, ecco.”
 
“ Non sapevo sapessi utilizzare anche la magia. Sembrava forte!”
 
Questa considerazione fece  arrossire ancor di più la ‘maga’, che prese ad accarezzare distrattamente i lembi della felpa.
“ Era … un incantesimo di mia madre. Mio padre come regalo dei miei quattordici anni mi ha spedito le formule, scrivendomi solo che era un regalo prezioso da parte di tutti e due i miei genitori …”
 
Il rosso si diede mentalmente dell’idiota, mentre Silver si schiaffava una mano sulla faccia dalla vergogna.
“ N-non volevo …”
 
“ Fa niente, mi ci sono abituata ormai. Ricordare non mi fa male.” Sussurrò piano Haru, sorridendogli dolcemente, come a voler dire che stava realmente bene.
  
“ Comunque …” continuò, riprendendo le redini della situazione. “ Se la medicina è nelle mani di Lucius, vorrà dire che bisognerà scoprire dove si trova e sottrargliela.” Spiegò ai due maghi che la guardavano attenti come bambini durante una lezione in classe.
“ Conosco poco degli altri banditi che abbiamo visto qualche ora fa, ma la cosa più importante da sapere è che praticano tutti delle strane magie, in grado di distruggere individualmente una città, se volessero.”
 
“ Non c’è problema!” esclamò entusiasta il rosso, serrando i pugni davanti a sé in una posa da pugilato.
“ Solo se la situazione si farà drastica, useremo la magia.” Sghignazzò, menando pugni a casaccio e spaventando Haru.

“ Come? Che vuol dire ‘solo se la situazione si farà drastica’ ??”
“ Bhe, come dire …”  rispose Silver, sollevando di peso il corpo senza sensi di un bandito.

“ Non so se ci hai fatto caso, ma prima che arrivassi tu, non abbiamo fatto uso nemmeno per un secondo delle nostre magie.”
 
-E’ vero!- pensò, stupefatta – sui corpi degli avversari ci sono solo ferite e lividi, ma sono riusciti comunque a batterne una cinquantina a mani nude-
Lanciò uno sguardo ai due, che avevano iniziato ad incamminarsi verso l’interno dell’edificio.

- Sono molto forti. Speriamo che riescano a cavarsela… -
“ Ehi, aspettatemi!” gridò, rincorrendoli.
 
Dopo qualche minuto …
 
Il trio osservò gli occhi sbarrati e le labbra serrate la porta da dove erano entrati. Per la terza volta, erano ritornati al punto di partenza.
“ Non ci posso credere …”
 
“ Secondo me dovremmo dividerci.” Sbuffò Silver, accendendosi una sigaretta e sbuffando nuvolette di fumo.
 
“ Come?! Quando nei Lacrima-film un gruppo si divide succedono sempre brutte cose!” disse debolmente la verde, con voce tremante.
 
“ Invece io do ragione a Silver.” Una frase che sarebbe dovuta essere registrata e conservata negli annali di Fairy Tail: Tobi che era d’accordo su qualcosa con Silver. Lucy e Gray non ci avrebbero mai creduto.
 
“ Se ci dividiamo, avrei più possibilità di prendere a calci Lucius tutto da sol- ehm! Di salvarci e … trovare la medicina magica! ” Peccato che il ragazzo non sapesse proprio raccontare delle bugie.

“ Ah si, eh?” domandò sarcastica Haru, mettendo subito sotto pressione l’altro, che incominciò a fischiettare fingendosi distratto.
 
“ Allora è deciso …” ridacchiò il blu, iniziando a passeggiare per un corridoio scelto sul momento. Senza nemmeno voltarsi, salutò con la mano i suoi compagni e sparì.
 

Ma, per adesso la mente del mago teenager di Fairy Tail ci porterà altrove … risalendo a sei anni prima di questa loro scelta.
 
Era una calda mattina di Agosto, quando la porta di casa Fullbuster si spalancò, cogliendo di sorpresa il capofamiglia.

Dall’uscio fece capolino il piccolo Silver, conciato per le feste, pieno di lividi, graffi e bernoccoli su tutto il corpo. Senza dire niente, esibì un sorriso compiaciuto e chiuse la porta alle sue spalle, andando tutto contento a sedersi sul divano al fianco del papà.

Gray fece una smorfia, inarcando un sopracciglio.
“ Sai che se tua madre ti vede così ti farà DI NUOVO uscire solo ed esclusivamente con lei, per un altro mese?”

La testa del bambino fece su e giù, continuando a sghignazzare.
“ E tu sai che non ho voglia di passeggiare per le strade, con mia moglie che porta nel passeggino un bambino della tua età?”

Un altro energico segno di assenso.

L’uomo sbruffò esasperato e tornò alla lettura del Sorcerer settimanale.
“ Vuoi almeno dirmi come mai ti sei ridotto così? ”
“ Ho fatto a botte con Tobi.” Esclamò Silver, alzando i pugni al cielo e aspettando una valanga di complimenti da parte del genitore.

“ E perché? ” continuò imperterrito il padre, seppur conoscendo la forte rivalità tra i due marmocchi.
“ Stavolta per nessun litigio. Volevo solo fargli vedere che ero più forte di lui. Ed ho vinto! “ Il blu gettò le braccia al collo del proprio papà, serrandolo in un abbraccio.

Non riuscì però, a vedere le pupille di Fullbuster sgranarsi all’improvviso.
Prima che potesse domandargli il perché di quel comportamento, un pugno a piene nocche lo colpì al centro della testa, facendolo ruzzolare per terra.

“ Ma … perché papà?! Ho vinto! “ domandò tra i singhiozzi. Non era stata tanto la botta a scuoterlo così, ma il rimorso di non ricevere complimenti o elogi.

“ Sei uno stupido se pensi che la forza di una persona si manifesti da una disputa di mocciosi. Finché si tratta di un litigio può pur andare bene, ma è da smidollati fare a pugni per una ragione così sciocca!” Ribatté duro lui, puntando uno sguardo severo sul figlio, ormai in lacrime.

“ Ascolta Silver … Tobi in questo momento sta affrontando un momento molto difficile della sua vita. Lui adesso non ha un padre come me per te, in grado di vantarsi per le sue vittorie o farsi rincuorare per le sconfitte.”

Proseguì dopo una pausa di silenzio, notando che adesso il piccolo lo ascoltava silenziosamente a testa bassa.

“ Se tu avessi conosciuto Natsu come me … sapresti riconoscere lo sconforto nei suoi occhi in questi momenti.”
Con una lentezza quasi dolce, estrasse da un cassetto sotto il comodino più vicino, una piccola cornice di legno.

Al suo interno, vece notare una volta girata, vi era una fotografia datata a undici anni prima.
Al centro c’erano dei molto più giovani Natsu e Gray, che tenevano davanti a loro dei piccoli esserini addormentati dai capelli rispettivamente rossi e blu. Mentre in secondo piano, Lucy e Lluvia li guardavano trattenendo delle risatine per i loro super esaltati e felici mariti, mentre mantenevano tra le braccia i loro figli di un anno da poco compiuto.

“ Quindi ricorda … per dimostrare di essere il più forte, devi impiegare tutto te stesso per proteggere Tobi. Ti assicuro però … che non sarà facile con quella testa calda, te lo dico da esperto.” E sorrise, quasi come in quella foto, scompigliando i capelli del figlio, ora commosso.
 
 
Il ragazzo imprecò fra i denti, prima di tirare un lungo sospiro.

Cacciò via la striscia di fumo, per poi gettare la sigaretta ai suoi piedi, spegnendola sotto la suola delle scarpe.
“ Quindi sareste voi quelli incaricati di fermarmi?” disse freddo, voltandosi di centottanta gradi.

Proprio i piedi sulle travi che aveva appena aggirato, due figure nell’ombra lo guardavano ghignando.
 

 
“ Ihhh!” strillò Haru, inciampando all’indietro. Cercò di ritrovare la calma mentre indietreggiava carponi sul pavimento.
 
A pochi metri da lei, il bandito di nome Gek e la strana creatura che rispondeva al nome di Bootes avevano appena fatto capolino da due colonne.
“ Ci rivediamo ragazzina. Non ti aspettavi un incredibile trappola proprio nella nostra tana?! ” gongolò il ragazzo, dando delle sonore pacche sulle spalle di Bootes.
“ Booh! ”

- Maledizione! Se Tobi non si sbriga a venire qui …- pensò la ragazza, stringendo i denti mentre iniziava a rimettersi in piedi.
“ P-per favore … sono una ragazza indifesa … non credo che uno del tuo calibro voglia sporcarsi le mani con- “
 
“ Taci, principessina!” la interruppe lui, ghignando. ” Pensi che il Boss Lucius sia al corrente della tua vera identità? Potesti essere incredibilmente eliminata davanti a lui e non muoverebbe un ciglio!”
 
Il cuore della verde perse un colpo: Lucius non sapeva di lei?
“ Che succede bella? L’incredibile verità di toglie le parole di bocca? Hahaha!” rise nuovamente il ragazzo, avvicinandosi sempre di più a lei.
“ Non ti azzardare!” gridò Haru stringendo i pugni.
 
I suoi occhi si illuminarono e un breve bagliore rosa le pervase le pupille.
Petali di fiori variopinti la circondarono in un mulinello, sollevando nel mentre un forte vento.

Tifone Floreale “ gridò, scagliando quel turbine verso la coppia, inondandola  con la forte corrente.
Volarono mattonelle, polvere e legno, mentre la sala tremava sotto quella forte pressione.
 
“ Non sono più una bambina! Anche se ciò che sapete su mio padre è vero, non potete conoscere tutto il bene che lui e mia madre hanno fatto per il nostro villaggio. Per questo non vi lascerò portar via la medicina!” disse con tono ferma Haru, stringendo i pugni e preparandosi a  vedere i suoi avversari feriti e sconfitti.
 
“ Ah sì, eh? “ la sorprese una voce proveniente dal luogo dell’impatto.
“ Non me ne potrebbe incredibilmente fregare di meno!”
 
Una volta che il fumo si fu diradato, la mole di Bootes scattò verso la ragazza, caricandola con tutta la sua velocità.
La maga, seppur sconvolta, riuscì ad evitare l’attacco frontale semplicemente saltando di lato, ma nel farlo inciampò nuovamente.    
 
La creatura non si fermò nemmeno per un istante, schiantandosi contro la parete opposta e facendo di nuovo tremare la sala.
Anche stavolta, ne uscì illeso e carico, come dimostrò sbuffando una grande quantità di aria calda dai fori del suo elmo.
 
“ Pensi sul serio che la tua stupida  Flower Magic possa intaccare l’incredibile difesa fisica di Bootes?!” Ghignò Gek, spaventando la ragazza perché adesso si trovava a pochi centimetri da lei, accovacciato su una colonna crollata.

“ Stai iniziando a stancarmi con tutti questi ‘incredibile’!” Il cervello della giovane maga iniziò ad elaborare in fretta le informazioni, speranzoso di trovare una soluzione vincente prima di rimetterci la pelle.


Fu proprio nell’osservare la postura del bandito che trovò un indizio più che utile.
Poco sotto il collo del ragazzo, brillava una chiave d’argento tenuta su perché legata con una cordicella.
 
Sull’impugnatura vi era un’incisione rossa su di un riquadro bianco raffigurante due corna ai lati di un bastone legnoso.

Haru ricordò di aver visto un oggetto simile sui libri appartenenti alla madre, nella libreria di famiglia.
E non solo: anni prima fu proprio un mago holder possessore di una simile chiave a trovare ristoro nel villaggio, attirando subito le sue attenzioni.
“ Tu sei un mago degli spiriti stellari! Il possessore della chiave della porta di Bootes, il Guardiano[1][2].“
 
Quelle frasi rimbombarono come un fulmine a ciel sereno nella stanza.

Il moro ammutolì di colpo, barcollando nella sua posizione.
“ I-i-io … “ balbettò, cercando di riassumere compostezza.

Incredibile.” Sospirò rassegnato.
 
“ Questo è tutto quello che sai dire quando sei senza parole?! ”
- Tsk, ma ora ti tengo in pugno, caro mio. Tutti i maghi sanno che la debolezza di una magia di evocazione … è proprio il mago che la usa! -
( Lucy Heartphilia sternutì, da tutt’altra parte nel continente)
 
“ Bhe … sì, è vero! Ma che pensi di fare adesso? Io diventerò il più incredibile mago degli Spiriti Stellari, rubando la libertà del prossimo. Bootes! ” esclamò il mago, ancora scosso.
- Ti farò vedere come sono abile nei combattimenti con gli Spiriti Stellari. Non sta a te dirmi che non ho talento, come quella stupida bionda di Magnolia! -
 
Lo Spirito stellare grugnì, spalancando le sue alette. “Cancelli di Arcturus [3]!
- Riconosco questa magia! –
Due spuntoni di ferro vennero scagliati contro la ragazza, turbinando su sé stessi come delle trivelle.
 
“ Bye bye, ragazzina! La tua debolezza è incre-“ le parole di scherno del moro vennero coperte da un urlo di dolore puro.

“ Parli troppo …” sussurrò Haru, che osservava divertita lo sguardo assente del bandito, dopo averlo colpito con un calcio di punta proprio in mezzo alle gambe.
“ Nooh …” riuscì a dire lui, in un soffio appena udibile, mentre la chiave d’argento gli veniva strappata dal collo.

Gli attacchi magici persero potenza, dissolvendosi poco prima di raggiungere il bersaglio.

“ Boooh! ” muggì lo Spirito Stellare, prima di ritornare nella sua chiave.

“ E ora, come colpo di grazia … Danza dei Petali di Ciliegio!

Petali di ciliegio presero a sollevare il corpo inerme di Gek, facendolo mulinare in aria per diverse volte, per
poi lasciarlo piombare sul pavimento dopo un volo di sette metri.
 
Nella mente del ragazzo, poco prima che la sua faccia cozzasse contro la pietra, tornarono in mente quei pochi ricordi della sua precedente vita a Magnolia.
 
“ Che vuol dire che non ho talento?! ” gridava un bambino dagli irti capelli neri, contro la giovane donna che stava tenendo una lezione di magia nel quartiere povero dove abitava lui.
“ Sai … ognuno nel mondo ha un posto che gli vien assegnato dal destino, in base alle scelte che fa. Sono sicurissima che se continuerai ad impegnarti con spirito di sacrificio, riuscirai a diventare un incredibile mago.” gli disse dolcemente la bionda, accarezzandogli la testa.
 
“ Vittoria! “ esultò, saltellando qua e là per la sala.
 
“ Dov’è il nemico?! ” la voce furente di Tobi proveniente da un corridoio lì vicino la fece sobbalzare, spaventatissima di incapparsi in un nuovo scontro.

“ Ah … ha già fatto tutto tu? ” sorrise il rosso, salutandola con la mano.
“ Tu saresti dovuto arrivare almeno mezz’ora fa!! ”
 

 
Per l’ennesima volta il  ginocchio affondò nella carne del suo stomaco, strappando all’avversario un urlo di dolore. Prolungò il colpo, distendendo al gamba e ferendolo al mento con un calcio di tacco che lo prese in pieno.
L’uomo vestito elegantemente di blu e bianco, dal lungo ciuffo viola, tossì un grande quantità di bile.
 
Dall’alto della trave, un suo gemello, vestito von una tuta giallo sabbia e pantaloni grigi, rimaneva seduto ad osservare l’esito del combattimento che ormai si dilungava da molto.
 
“ Pfui! Dannato ragazzino!!” gridò Chester, caricando il pugno destro oltre la sua testa.
 
Il mago di Fairy Tail evitò anche questa raffica, per poi restituire una gomitata sul naso al bandito, che stavolta stramazzò a terra.

Si pulì un rivolo di sangue che gli macchiava le labbra, lanciando uno sguardo freddo all’ultimo avversario rimasto. Quella sua calma lo metteva sotto pressione: aveva assistito per tutto il tempo alla battaglia, ma non era mai intervenuto per supportare il debole compagno.
 
“ Perché non hai fatto niente? “ domandò, cercando di nascondere una punta di nervosismo.
 
L’uomo non rispose, limitandosi ad allargare le braccia ai suoi lati, movimento che insospettì parecchio il giovane.
Gli arti vennero ruotati fino ad arrivare paralleli, puntando di fronte a lui.
 
Delle scintille blu inondarono l’aria intorno a lui, mentre il legno iniziava scricchiolare sotto una forte pressione.

Aerial Phose ” una voce calma e cavernosa fuoriuscì dalla sua bocca.
Tutto intorno a lui parve esplodere, persino pietra e mattoni vennero polverizzati in un fragore simile a quello di un tuono.
 
Silver si buttò all’indietro, scivolando sulla schiena per evitare le macerie che avevano iniziato a precipitare verso il basso.
Una volta evitato il pericolo, cercò di scorgere l’avversario tra le rovine, trovandolo immobile a pochi metri dal punto dove era un istante prima.
 
“ Magia dello Spazio Aereo … roba già vista da quei ciarlatani di Blue Pegasus.” Decretò Silver, ormai reso conto che nessuna parola avrebbe alterato il carattere del nemico.
Piuttosto, assunse una guardia stabile, tenendo una mano rigida davanti a sé e l’altra più bassa, vicina al fianco.

“ Va bene allora, userò anche io la magia …”
 
Il pugno chiuso destro si appoggiò sul palmo aperto rivoltò all’insù. L’aria parve raffreddarsi, ma allo stesso tempo diventare più … liquida.
Una luce color cristallo illuminò le buie pareti e i grandi occhi di ghiaccio del ragazzo si spalancarono.
 
L’individuo misterioso si sentì mancare il fiato, mentre una barriera lo schiacciava sempre più verso l’esterno.

Ma, non era una normale barriera: era più turbolenta ed irrequieta. Era acqua!
 
Il suo corpo venne scagliato via, accompagnato dall’ondata che si era appena sollevata dalle mani del mago di Fairy Tail.
“ Sei già a terra? ” domandò ironico quest’ultimo, saltellando sul posto, ma mantenendo al stessa identica guardia di prima.
 
“ Magia … dell’Acqua ?” chiese con un filo di voce roca il bandito sconosciuto, rialzandosi da terra.

“ Alchimia, prego.” Sorrise Silver  alzando le mani, rivolgendo i palmi verso il basso e distendendo le dita.
Improvvisamente, tutte le gocce d’acqua rimaste sul pavimento, guizzarono verso il soffitto, spaventando il clone di Chester.

“ La capacità di materializzare e smaterializzare … plasmare e ricominciare. “
 
Aerial Phose” Una semisfera magica si allargò dalla posa del mago, estendendosi per almeno quattro metri.
Nuovamente tutto all’interno del raggio d’azione venne pervaso dall’elettricità, causando esplosioni concatenate.

“ Il mio nome è Chester, vice del capo Lucius e più potente ufficiale nella nostra organizzazione.”
 
“ Capisco, quindi quell’altro che ho steso poco fa era solo un tuo surrogato? ” domandò il blu, per niente intimorito dall’attacco che mano a mano si avvicinava al punto dove lui aspettava immobile.
“ Esattamente, Anti-Chester è solo uno dei tanti che ho reso schiavi con la mia magia Human Raise.” Sorrise perfido Chester, diventando tutt’uno con le scintille che lo pervadevano.
“ Bastardo … quindi era vero … quel tipo là fuori non era un bandito.” Disse freddo tra i denti il ragazzo, ripensando ad Orione e allo stemma sul suo mantello che richiamava l’ordine di guardia reale di Bosco.

“ Non sembri realmente scosso, ragazzino.” Notò l’uomo, mentre le sue vesti si agitavano come stendardi in balia della corrente.
 
“ Ovvio … perché sarà adesso che ti fermerò, mettendo fine a questo tuo dominio !!” le mani piene di lividi di Silver si illuminarono con la stessa luce di prima, venendo inglobate da due vortici d’acqua che turbinavano simili a trivelle.
“ Sei coraggioso, ma anche tanto sciocco!” rise il viola, attendendo lo scontro dei colpi contro al sua Aerial Phose.
 
“ Non credo …” quando i pugni si scontrarono contro l’Aerial Phose, l’acqua iniziò a vibrare ancora più forte.

Dopo un attimo di tensione, però il liquido esplose all’interno del cerchio, conducendo l’elettricità in milioni di gocce che caddero lontano.
 
“ Cosa?! ” esclamò basito Chester, ora privo di difese.
 
“ Le qualità dell’Acqua sono tante e l’Alchimia permette di sfruttarle tutte. ” ghignò vittorioso Silver, alzando la mano destra davanti a sé, con il dorso rivolto all’esterno.
Quando il palmo i chiuse in un pugno, una colonna d’acqua cilindrica fuoriuscì dal terreno, spingendo il bandito per il mento fino al soffitto, dove l’impatto contro la testa lo mise fuori gioco definitivamente.
 
“ E sono due …” sbuffò il ragazzo, bagnato dalla pioggia che scendeva al suolo dopo il colpo.
 

“ Ne sei sicuro? ”
 
La vista si annebbiò per poco e un forte bruciore al fianco lo fece sbiancare di colpo in viso.
Scorse un oggetto metallico sbucare poco sotto le costole, da dove iniziò presto a sgorgare del sangue che gli macchiò i pantaloni.

Sentì un alito caldo sulle orecchie e subito dopo, una voce già sentita.
 
“ Non sei stato per niente cauto, nonostante tu abbia affrontato dei membri elitari dell’organizzazione.”
Era la stessa voce appartenente a Chester, ma proveniva dallo ‘schiavo’ messo al tappeto poco prima.
 
La lama venne estratta con un movimento secco e le gambe di Fullbuster cedettero allo shock.
“ Tu eri … sotto il suo controllo.” Gemette, premendosi la ferita.
 
“ Bha, Anti-Chester è solo un nome per passare inosservato sotto gli occhi di tutti! Sono io ad avere tutti al mio comando qui.” Sghignazzò perfido Anti-Chester, ripulendo il pugnale con la manica della giacca.
 
“ Con la magia Human Raise schiavizzò gli uomini senza spina dorsale come quel maledetto ex-generale, mentre con un incantesimo minore, Pet, ipnotizzo anche gli Spiriti come Bootes. E’ solo grazie a me se quel mago fallito di Gek ha un ruolo in questa mandria di sfigati.” Disse, continuando a pavoneggiarsi mentre faceva avanti ed indietro per il corridoio.

Qualcosa dietro il ragazzo si mosse, troppo veloce per notarlo.
 

Di nuovo l’aria divenne più pesante e delle scosse pervasero il suo corpo, facendogli rizzare persino i capelli in testa per via dell’elettricità statica.
 
Chester adesso era di nuovo in piedi, con la testa da cui sgorgava copiosamente sangue, ma gli occhi incolori e assenti.
 
“ Costringere le persone a rendersi in questo stato contro la loro volontà … sono i maghi come te la feccia del continente!” grugnì Silver, sputando un grumo rosso sulla faccia di Anti-Chester, che indietreggiò schifato.
“ Come ti permetti, bastardo !?” urlò iracondo, schioccando le dita per dare un segnale al suo ‘schiavo’.
 
Aerial Phose.”
 
La zona colpita divenne blu elettrico, come se fosse stata illuminata da dei raggi ultravioletti, per poi esplodere nel solito rombo fragoroso.

“ Oh …” esclamò sorpreso il mago, notando come all’interno del cerchio, un piccolo geyser sgorgasse dal corpo del blu, per proteggerlo come un’armatura.

“I miei complimenti, è davvero un ottimo piano ma non funzionerà una seconda volta. Basterà far aumentare il voltaggio e-“
Ma prima che potesse dare un nuovo comando, un rumore cristallino lo interruppe e diverse schegge di un materiale imprecisato gli graffiarono il corpo in vari punti.
 
“ N-no! Non può essere: avevi detto di essere un’alchimista dell’Acqua!! ”
Il sorriso di scherno di Fullbuster fu la prima cosa ad uscire da quell’enorme guscio di ghiaccio che aveva fatto implodere l’Aerial Phose.
 
“ Bhe, diciamo che un po’ ho mentito: sono esperto anche nell’alterazione dei liquidi.”
 
Strisciando come una marionetta snodata, Chester recuperò la distanza, preparandosi a colpire ormai vicinissimo al bersaglio.
“ Sta buono, tu.”

L’alchimista, senza nemmeno voltarsi, socchiuse le palpebre e battè di nuovo il pugno destro sul palmo aperto.
Solidificazione
Dalle vesti ancora umide e bagnate  del fantoccio, crebbe un massiccio spessore di ghiaccio, che andò ad immobilizzarlo per terra grazie al suo formidabile peso.

Fusione e Solidificazione “ la mano destra si aprì distendendo le dita, per poi richiudersi quasi immediatamente.
Il geyser congelato alle sue spalle si sciolse ritornando semplice acqua calda, che andò a condensarsi ai suoi piedi.
 
“ Non ci posso credere! E’ questo il vero potere di un’Alchimista ??” L’Anti-Chester indietreggiò, cadendo miseramente a terra e ritrovandosi di spalle al muro. Tutte le vie di fuga erano bloccate.
 
“ Bhe, diciamo di sì. Ma dovete ritenervi fortunati: se fosse venuto mio padre, tutto questo edificio sarebbe diventato una scultura di ghiaccio buona solo per il museo.” Tra le mani di Silver, il liquido iniziò a prendere forma, plasmato dalla volontà dell’Alchimista.
 
Bastò poco e venne tramutato in ghiaccio. Ora, brandiva una lancia da cavalleria dalla punta larga, finemente decorata e lunga quattro metri.
Water Make: Ice Grungir “ gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, caricando a testa alta, con l’arma imbracciata.
 
“ C’ero quasi riuscito … avrei potuto manipolare anche Lu-cius …” singhiozzò il viola, pallido in viso, prima di venir travolto da una forza inarrestabile.
 
Il suo corpo venne scagliato in aria, con un brutto squarcio che dall’ombelico arrivava quasi fino al collo.
Quando un tonfo segnò la fine dello scontro, la lancia di ghiaccio implose in tanti piccoli fiocchi semitrasparenti, che andarono a depositarsi sul freddo pavimento.
 
Il ragazzo rimase immobile, ansimando a testa bassa mentre un sottile strato ghiacciato gli bloccava l’emorragia all’altezza della ferita.
“ Così facciamo noi di Fairy Tail.”
 

 
Dopo l’ennesima svolta, i due ragazzi arrivarono davanti ad un massiccio portone di legno, dalla lacca forse un tempo rossa, ora consumata e color ruggine.
 
Haru dopo averlo squadrato dubbiosa, notò uno strano bagliore proveniente dalla tasca dei suoi jeans.
- La chiave … perché ha preso a brillare proprio adesso? – cercò con lo sguardo il compagno, trovandolo tristemente in una situazione pietosa: Tobi era sdraiato a pancia in giù per terra, con il volto verdognolo e gli occhi offuscati.
 
“ Troppo … stretto.” Sussurrava debolmente, lamentandosi come un bambino ad ogni singolo movimento di una sua fibra muscolare.
Effettivamente, le pareti ed il soffitto erano molto vicine, tanto che si potevano toccare senza nemmeno allungare troppo un braccio intorno a sé. Probabilmente la scarsa illuminazione e la puzza di chiuso soffocante avevano fatto il resto sul povero mago di Fairy Tail.
“ Ma come, non eri tu quello che poco fa voleva distruggere tutto e tutti?” chiese sarcastica la ragazza, mentre si preoccupava seriamente che il ragazzo non fosse più in grado di lottare.
 
Di tutta risposta ricevette un grugnito, seguito da un ringhio nervoso.
Lentamente, il rosso aveva disteso un braccio, iniziando a strisciare verso il portone.
“ S-si … e non mi arrenderò! ”
 

Angolo Autore supersimpaticocheinterrompeicapitolipropiosulmomentoclouchetuttiaspettavano:

 

Welcome back! Come va?

Spero proprio che il caldo non vi stia neutralizzan-*sviene sulla tastiera * (perché Master Chopper soffre molto il caldo ^^)

Sono riuscito ad aggiornare questo capitolo, nonostante mi sarebbe piaciuto inserirci anche la battaglia finale contro Lucius … ma sono perfido, quindi per stavolta no ;P
Anzi, vi avviso che il prossimo conterrà solo la battaglia contro il ‘boss finale’ proprio per non rovinare la linea narrativa che sto creando.

Quando arriverà il prossimo capitolo? Forse presto, forse tra due settimane o più, non lo so.
O magari anche mai, se questo caldo mi uccide prima!
 
Bhe, parliamo di quanto scritto, dato che ormai le recensioni (purtroppo) non abbondano:

Ci sono molti riferimenti al passato dei tre ragazzi e soprattutto alla situazione misteriosa e particolare di Tobi, di cui non ho voluto parlare subito per evitare di interrompere i combattimenti.

E … Gray invece, a dispetto delle apparenze, è un buon padre XD

Mi dispiace non ricevere tante recensioni, non tanto perché I WANT THE VIEWS MUHAUHAUHAUHAHUA, no.
Più che altro, perché mi rendo conto che le long ad OC non interattive non fanno molto successo, a dispetto della Nalu Week (che grazie a Gwyn è finita!) o one-shot tra paring … peccato, che ci posso fare :)


Inoltre, mi piacerebbe ricevere recensioni leggermente più lunghe, dato che vorrei capire se la ff la si legge sul serio oppure si intravedono i primi righi senza proseguire …
Facciamo che la smetto,ok?
 
Presto vorrei aggiornare anche la ff di KHR, quindi gioite, o voi che la aspettavate da così tanto XD
 
[1]: Sì, nella fic ci saranno Spiriti Stellari, prevalentemente inventati da me. Se per caso, andando avanti con la storia originale, verranno presentati Spiriti che io ho già inserito, solo con aspetto/magia diversi … ho una giustificazione per questo, ma adesso non è il momento.

[2]: Bootes, la costellazione del Pastore/Guardiano/Boote. Fonte: http://www.accademiadellestelle.org/costellazioni/Boote.html

[3]: Arcturus: Stella più luminosa della costellazione del Bootes.

 
Ah, vorrei ultimare con un piccolo angolo che avevo abbandonato dal Capitolo Zero: L’ispirazione per i nomi dei personaggi apparsi.
- Silver Musica: Silver Fullbuster era il padre di Gray, quindi nonno dell’attuale Alchimista, mentre Musica mi sembrava un degno tributo per uno splendido personaggio di Rave, reincarnato da Mashima nel nostro stripper ghiacciolo preferito.

Sapphire: Originariamente si doveva chiamare come un’altra tonalità di rosso (e quindi avrebbe avuto un colore di capelli diverso), ma poi ho deciso che avrebbe avuto i capelli color zaffiro.
E, se Gerard è stato così originale con Erza da averle dato un cognome in base ai suoi capelli, credo proprio che avrebbe fatto lo stesso con la figlia ^^

Puck: Personaggio (folletto) molto importante e ricorrente nell’opera Shakespeariana, ‘’Sogno di una notte di mezz’estate’’

Ebi: Vuol dire gamberetto, il soprannome che Gajeel affibbiava a Levy.

Rov: Diminutivo di MakaROV

Haru: Mentre pensavo al nome da darle stavo riordinando la mia stanza e mi sono imbattuto nel primo numero di Rave (per chi non lo sapesse, il protagonista del manga/anime si chiama Haru, che in giapponese significa ‘primavera’. Mi è sembrato un buon collegamento, dato che è un nome sia maschile che femminile: vedesi Haru Miura di KHR)

Benhart: Il nome di un guerriero ciarlatano di Dark Souls 2, inizialmente si sarebbe dovuto chiamare Zieg, oppure Sidd.

Lucius: Inizialmente il personaggio doveva avere un lato demoniaco che mostrava in battaglia, quindi avevo pensato a Lucifer. Ma siccome mi sembrava troppo estremo per un antagonista iniziale, ho cambiato idea, optando per il soprannome che usavo per infastidire un mio amico delle medie, di nome Luciano.

Chester: Non me lo ricordo.

Gek: Idem di sopra.

Bootes: Dalla costellazione.
Orione: Scelto perché suonava importante e ‘massiccio’ come nome, preso dalla mitologia greca.
 
 
Alla prossima X3!

P.S: Che cosa avevo detto nell’angolo autore dello scorso capitolo? Interviste ai personaggi?
Sì, ma come verranno rese: ho intenzione di scrivere una long spin-off (anche se non credo sia il termine corretto) di questa storia, dove i personaggi faranno la loro comparsa e verranno “intervistati”, anche se con una trama sottile sottile che si rivelerà negli ultimi capitoli.
Non aspettatevi cose serie o combattimenti entusiasmanti: sarà completamente no-sense e demenziale, giusto per staccare un po’ XD.
La maggior parte delle domande saranno ideate da me, ma se per caso voi avete qualche richiesta particolare, potete scriverle nelle recensioni (non più di quattro per recensione, per favore).
Il primo personaggio chiamato sarà Tobi, mentre l’intervistatore … è una sorpresa ;)
Fatemi sapere cosa ne pensate!

P.P.S:  La locandina di questo capitolo è stata richiesta da stardust94, disegnata da me sulla base di … bhe, credo non ci sia nemmeno bisogno di dire quale fosse l’immagine di base, per quanto è famosa.
Da adesso potete richiedermi anche voi delle locandine, per ora con un solo soggetto tra i personaggi apparsi.

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