One Night at Freddy's

di TheHellraiser
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What could possibly go wrong? ***
Capitolo 2: *** 12 AM ***
Capitolo 3: *** 1 AM ***
Capitolo 4: *** 2 AM ***



Capitolo 1
*** What could possibly go wrong? ***


Intro – What could possibly go wrong?
 
-Ragazzi, sto cominciando ad avere fame- sbuffò Vance, annoiato, continuando a rosicchiare lo stecchino che teneva fra i denti. Wade annuì, sospirando a sua volta, mentre Nico si limitò ad ignorarlo, troppo occupato a scrivere messaggi sul suo cellulare per pensare ad una risposta. Rimase in silenzio per una manciata di secondi, picchiettando alacremente sullo schermo del cellulare, e quando ebbe finalmente finito di scrivere alzò lo sguardo e guardò Vance.
-Beh, possiamo andare a farci una pizza al Freddy’s. Non è molto lontano da qui, no?- suggerì Nico con un’alzata di spalle, rimettendosi poi ad armeggiare con il suo cellulare.
-Qualsiasi cosa, basta che mangiamo- rise Wade, dando una pacca sulla spalla a Nico per distrarlo. Lui si limitò a rifilargli uno sguardo velenoso che sembrava quasi dire “non mi rompere”, ma si decise finalmente a riporre il cellulare. Vance si limitò ad annuire senza dire altro, e così i tre si diressero verso il Freddy Fazbear’s Pizza. Nico aveva ragione, non si trovava molto lontano da lì, infatti dopo poco più di un minuto di camminata arrivarono al ristorante e ci entrarono. Non appena varcarono la porta, una musica allegra li investì in pieno, assieme alle risa dei bambini che si affollavano intorno a tre grossi pupazzi messi su un palco. Erano un grande orso marrone, un coniglio azzurro e una specie di gallina gialla; gli animatronics stessi producevano la musica, cantando e suonando degli strumenti musicali. I tre, tuttavia, ignorarono i pupazzi, mettendosi al primo tavolo libero che trovarono per ordinare una pizza.
-Quando ero piccolo adoravo quell’orso. Com’è che si chiama? Freddy, giusto?- commentò Vance, osservando i tre animatronics che cantavano sul palco.
-Già. Freddy è l’orso, la gallina è Chica, e poi c’è il coniglio che si chiama Bunny- annuì Wade, indicando di volta in volta il pupazzo che nominava.
-Bonnie- lo corresse distrattamente Nico, mentre guardava il menù per scegliersi una pizza.
-Sì, sì, Bunny, Bonnie, stessa roba- replicò Wade, senza nascondere una vaga sfumatura seccata nella voce.  Nico rise, e passò il menù a Vance perché potesse scegliersi una pizza. Lui rimase ancora un po’ a guardare gli animatronics, prima di prendere il menù per darci un’occhiata.
-Il mio preferito era sempre stato Foxy, ma da quando hanno rifatto questo posto non c’è più. Dicevano avesse morso qualcuno, ma sono tutte stronzate. Era solo uno stupido robot, non può aver fatto una cosa del genere - brontolò Vance, quasi come se fosse ancora contrariato dal fatto che il suo animatronic preferito fosse stato rimpiazzato.
-Su internet dicono che fosse posseduto- rise Nico. Vance gli rivolse un’occhiata scettica.
-Certo, posseduto. Come no. Di sicuro ci sono dei fantasmi in una fottuta pizzeria- ghignò, scuotendo la testa e lasciando cadere il menù sul tavolo. Wade ignorò i due assorti nelle loro discussioni e si mise a sua volta a scegliere una pizza, senza prestare la minima attenzione a ciò che stavano dicendo sulla volpe animatronica.
-Ehi, stai attento, magari ti sentono- rise Nico.
-Tsk. Sai che paura. Mi piacerebbe davvero incontrarli, così gli faccio il culo di persona per aver fatto rimpiazzare Foxy- replicò Vance con una smorfia, continuando a rosicchiare lo stecchino che ormai era diventato più simile ad una specie di pasta di legno che ad uno stecchino vero e proprio.
-Secondo me te la faresti addosso- lo provocò Wade, riponendo a sua volta il menù sul tavolo. Vance gli rifilò un’occhiataccia offesa, punto nell’orgoglio dal commento di Wade.
-Ma fottiti. Sai cosa? Facciamo una scommessa. Stanotte resto qui, non sarà tanto difficile. Mi nasconderò in qualche stanza a caso, tanto quelli dello staff sono troppo occupati a rincorrere marmocchi per accorgersene. Alle cinque tornate pure a controllare, sarò ancora qui, altro che fantasmi- disse Vance, lanciando un’occhiata di sfida a Wade. Lui scoppiò a ridere, e Nico sospirò scuotendo la testa.
-E va bene. Scommetto cinquanta dollari che scappi fuori prima- ghignò Wade, porgendo la mano destra a Vance. Quello la strinse vigorosamente, con un ghigno sarcastico dipinto sul volto. Era evidente che si sentiva già in tasca quei cinquanta dollari. Nico li guardò con aria di sufficienza.
-Come volete, ragazzi, ma io non mi alzo alle cinque per stare dietro alle vostre stronzate, ci penserà Wade a venire a controllare- sbuffò. Wade e Vance annuirono, senza smettere di fissarsi negli occhi con aria di sfida. Nico alzò gli occhi al cielo. Ogni volta che uscivano per andare da qualche parte, quei due finivano sempre per fare qualche scommessa stupida del genere, e ormai Nico aveva rinunciato da tempo a cercare di fargli capire quanto inutili fossero quelle scommesse, limitandosi a cercare di indovinare chi avrebbe vinto. In fondo erano scommesse stupide, sì, ma il massimo che rischiavano erano di essere beccati a girare per una pizzeria durante la notte. Cos’altro poteva andare storto?
 
Mike si guardò attentamente allo specchio, passandosi le dita sul volto liscio e appena sbarbato. Sorrise appena, provando il suo sguardo più determinato. Insomma, doveva fare bella figura al colloquio di lavoro. Si sistemò per bene il colletto della camicia, poi i polsini, e infine stirò per bene la stoffa delle maniche con una mano. Si mise il profumo, appena un pochino, e infine si pettinò i capelli. Quando ebbe concluso tutta quella serie di azioni, uscì dal bagno e si lasciò cadere sulla poltrona del salotto, accendendosi una sigaretta per rilassarsi un po’. Il colloquio di lavoro era fra un paio d’ore, e Mike voleva essere pronto. Certo, era soltanto uno di quei lavoretti estivi, ma comunque ci teneva a fare bella figura con il suo futuro capo, visto che l’affitto non si sarebbe di certo pagato da solo. Mike socchiuse gli occhi, ripetendo mentalmente il discorso che aveva intenzione di fare al capo. Nulla di speciale, il solito che ripeteva a ogni colloquio di lavoro. Nome, età, titolo di studio, precedenti esperienze lavorative, spiegazione su come fosse molto più figo degli altri candidati e meritasse molto più di loro di essere preso. Il discorsetto mentale di Mike venne interrotto dal suono del campanello. Lui cercò di ignorarlo, ma chiunque fosse alla porta non sembrava avere alcuna intenzione di desistere.
-Che palle- brontolò fra i denti, alzandosi dalla poltrona e trascinandosi pigramente verso la porta dell’appartamento. Quando aprì, si trovò davanti un ragazzo, che poteva avere al massimo diciassette o diciotto anni. Quel tipo lo stava fissando con aria afflitta, come se gli avessero appena investito il gatto, e sembrava incredibilmente nervoso.
-Signor Schmidt, deve aiutarmi- disse il ragazzo, con un filo di voce. Mike lo guardò con aria di sufficienza, squadrandolo per bene per alcuni secondi prima di rendersi conto del fatto che lo conosceva.
-Ehi, ma tu sei quel ragazzino del terzo piano, quello che mi fotte sempre il wi-fi, Nico o come cazzo ti chiami. Cosa vuoi?- rispose Mike con una smorfia, senza nascondere un tono ostile. Nico rimase a guardarlo fisso negli occhi, come se stesse pensando a come mettere la frase prima di dirla.
-I miei amici sono scomparsi. Hanno fatto una scommessa stupida, Vance voleva restare da Freddy tutta la notte e Wade doveva andare a controllare, ma non li ho più visti. La prego, mi aiuti a trovarli- disse, teso, fissando intensamente Mike con uno sguardo che diceva molto. Lui continuò a guardalo con la stessa aria di sufficienza, senza mutare minimamente espressione. Tutto il suo atteggiamento diceva più che chiaramente che non gliene poteva fregare di meno. Aspirò una boccata di fumo, pensandoci su.
-Stammi a sentire, piccoletto, non è che…- cominciò, ma Nico lo interruppe quasi subito.
-La prego. Lei è la persona più simile ad un poliziotto che conosca, non so a chi altro chiedere- disse nervosamente, con il tono di voce che stava diventando sempre più simile ad un piagnucolio. Un poliziotto, certo, pensò Mike. Altri secondi passarono nel silenzio, prima che Mike si decidesse nuovamente a rispondere.
-Ero solo un guardiano notturno, e neanche tanto bravo- rispose, soffiando fuori il fumo della sigaretta. Cercare persone scomparse non era esattamente nella lista delle sue dieci attività preferite, né delle cento, e nemmeno delle mille. Anzi, probabilmente era un’attività che mai nella sua vita si sarebbe messo a fare. Certo, a meno che non l’avessero pagato per farlo, benintesi. Tuttavia, in tutta sincerità, dubitava che quel ragazzino avesse intenzione di pagarlo.
-La prego- disse nuovamente Nico, senza scollare lo sguardo dagli occhi blu di Mike. Lui rispose con una smorfia.
-Che, ti si è incantato il disco? Come speri che possa ritrovare i tuoi amici se non so nemmeno trovare due calzini uguali nel cassetto, ragazzino?- sbuffò Mike, con il tono che stava diventando sempre più seccato. Non capiva perché quel dannato ragazzino insistesse così tanto, nonostante ogni atteggiamento e parola di Mike lasciasse intravedere un vaffanculo bello grosso. Forse, era davvero così disperato come diceva. Nico abbassò lo sguardo, probabilmente non sapendo più cosa rispondere. Rivolse a Mike uno sguardo da spezzargli il cuore, e Mike distolse lo sguardo, portandolo sulla sigaretta accesa che teneva fra le dita. Anche se la tentazione di dirgli di arrangiarsi era forte, Mike non riusciva comunque a non sentirsi in colpa. Certo, non era affatto un poliziotto e probabilmente non sarebbe riuscito a cavare un ragno dal buco anche se si fosse messo alla ricerca degli amici di quel tipo, ma comunque non gli piaceva l’idea di mandarlo semplicemente affanculo e tornarsene sulla sua poltrona a fissare il soffitto. Certo, aveva il colloquio di lavoro da fare, ma Nico sembrava essere così disperato. Sospirò pesantemente, spegnendo la sigaretta contro lo stipite della porta.
-E va bene, smetti di fare quella faccia. Ti darò una mano, ma non ti prometto niente. Hai detto che erano da Freddy, posso provare a chiamare un amico e vedere se mi lascia dare un’occhiata. Però se ti aiuto tu la smetti di ladrare sul mio wi-fi, ok?- disse Mike, puntandogli contro un dito. Il viso di Nico sembrò illuminarsi di colpo, e lui annuì speranzoso. Mike gli fece un cenno con la mano, invitandolo ad entrare nel suo appartamento. Il ragazzo seguì Mike, richiudendo la porta dietro di sé e attendendo con ansia istruzioni da parte di Mike. Lui gettò il mozzicone di sigaretta nel posacenere messo sul tavolino del salotto, e prese il cellulare che ci stava appoggiato accanto. Aprì la rubrica, scorrendo fino alla F e chiamando uno dei contatti, mentre Nico restava a guardarlo con aria ansiosa. Dopo interminabili secondi di silenzio, finalmente qualcuno rispose.
-Pronto?- disse una voce dall’altra parte, resa vagamente metallica dal cellulare.
-Jeremy? Devo chiederti di restituirmi un favore-

NdA: Ok, spero che sia abbastanza decente come inizio. Non picchiatemi pls. x°D

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Capitolo 2
*** 12 AM ***


Capitolo 1 – 12 AM
 
-Allora, dai, spiegami com’è andata- disse Mike con tono vagamente svogliato, tamburellando con le dita sul volante dell’auto e soprattutto senza distogliere l’attenzione dalla guida. Nico, che fino a quel momento si era limitato a guardare fuori dal finestrino con aria assente, si scosse appena e guardò verso Mike.
-Eh…- disse, senza aggiungere altro per un lungo periodo di tempo, pensando a come spiegare la cosa senza farla sembrare la gran cazzata che in realtà era.
-Dunque, siamo andati da Freddy a farci una pizza, e parlando degli animatronics è uscito fuori il discorso sul fatto che Foxy fosse posseduto o cose del genere… Sa, l’hanno rimpiazzato, e ovviamente nascono sempre queste teorie assurde su Internet ogni volta che succede qualcosa. Vance non ci credeva e io e Wade abbiamo cominciato a prenderlo in giro dicendogli che aveva solo paura. Così, lui si è incazzato con noi e ha detto che per provarci il contrario sarebbe restato tutta la notte nel ristorante. Quando siamo andati via, infatti, lui è rimasto lì. Alle cinque Wade doveva tornare a controllare che Vance fosse ancora lì, ma non ho più visto nessuno dei due. Certo, non pensi che io creda che li hanno rapiti i fant..-
-Per l’amor di dio, smettila di darmi del lei, non sono mica un cinquantenne. E chiamami Mike, non signor Schmidt- lo interruppe Mike ad un certo punto. Nico rimase piuttosto sorpreso dall’uscita di Mike, ma si limitò ad annuire. In effetti, non si era mai chiesto quanti anni avesse lui in realtà, anche perché in fondo non aveva mai avuto motivo di interessarsene. Stava per chiederglielo, quando all’improvviso il cellulare di Mike si mise a squillare. La suoneria era una musichetta da carillon di cui Nico non ricordava il nome – qualcosa tipo Pop! Goes the Weasel – ma che aveva già sentito da qualche parte. Mike fece un cenno a Nico, e questo si sbrigò a prendere il cellulare e a rispondere alla chiamata. Mise il vivavoce, così che Mike potesse sentire anche mentre stava guidando.
-Ehi, Mike- rispose una voce che per Nico era sconosciuta.
-Ciao, Jeremy. Cinque minuti e siamo lì- rispose Mike. Probabilmente, questo Jeremy li stava aspettando da Freddy, visto che era lì che stavano andando, almeno stando a ciò che Mike aveva detto a Nico prima.
-Non importa, non vi sto aspettando. Ho lasciato aperto l’ingresso principale, le chiavi sono sul bancone. Tornerò alle sei, devo almeno far sembrare di non avervi lasciato in giro a fare casino per il locale tutta la notte. Dai un’occhiata in giro e non distruggere niente. Quando entri, chiudi la porta principale, perché quei pupazzi non hanno la modalità notte e non voglio doverli rincorrere in giro per la città. Ah, e stai attento che non entri qualcuno, visto che tempo fa era già entrato quel tizio vestito di viola a smontare tutti i pupazzi- disse Jeremy, tutto di fila. Nico si chiese se di tanto in tanto avesse bisogno di pause per respirare, visto che parlava velocemente come una mitragliatrice. Mike sbuffò sonoramente.
-Lo so, Jeremy, ti ricordo che c’ero pure io ad aiutare a rimontarli, e ho lavorato lì prima di te- brontolò Mike all’amico. Anche se in quel momento non potevano vedere Jeremy, sia Mike che Nico erano sicuri che in quel momento lui avesse sul viso un’espressione scettica.
-Certo, come dici tu. Se ti serve qualsiasi cosa vai a cercare nel mio ufficio, lì ci sono anche le telecamere di sicurezza in caso vogliate dare un’occhiata. Se hai fame o sete, c’è il minifrigo dietro la mia postazione… Ma non divorarmi tutto- sottolineò Jeremy.
-Senti, all’università non ero io quello che svuotava il frigo del nostro appartamento. O forse ricordo male?- replicò sarcasticamente Mike con un sorrisetto stampato in viso. Nico scoppiò a ridere, e non arrivò alcuna risposta dall’altra parte del telefono per parecchi secondi.
-Vaffanculo. Ah, un’ultima cosa. Non dimenticarti assolutamente, per nessun motivo al mondo, di ricaricare il carillon nel Prize Corner. Ok?- lo ammonì Jeremy, con tono che a Mike sembrò molto più preoccupato di quanto in realtà non servisse. Lasciare che un carillon si spegnesse per qualche secondo non sembrava un problema così terribile, per Mike.
-Altrimenti?- rispose Mike, divertito. Numerosi secondi di silenzio seguirono la domanda, riempiti solo dal respiro nervoso di Jeremy che era udibile dall’altoparlante del cellulare.
-Non dimenticartene e basta. Ci si vede alle sei, non fare troppo casino.-
Prima che Mike potesse aggiungere altro, la chiamata si interruppe. Nico lanciò uno sguardo perplesso al cellulare, ma preferì non commentare. Mike continuò a rimanere in silenzio tenendo lo sguardo fisso sulla strada. Nessuno dei due aveva poi molta voglia di parlare all'altro e non avevano nemmeno molto da dirsi. Entrambi, infatti, chi per un motivo e chi per l'altro, non vedeva l'ora di tornarsene a casa sua e finirla con quella storia. Nico perchè sperava di rivedere Vance e Wade, mentre Mike perchè avrebbe finalmente potuto tenere per sè il suo wi-fi.
-Siamo arrivati- si limitò a dire dopo un po’ Mike, indicando la grossa insegna che portava sopra le parole “Freddy Fazbear’s Pizza” scritte con dei tubi al neon luminosi. Mike parcheggiò l’auto di fronte al ristorante e scese, invitando Nico a fare lo stesso con un cenno della mano. Prima di scendere, tuttavia, allungò una mano verso i sedili posteriori dell’auto e prese una torcia e delle batterie che erano state buttate lì chissà quanto tempo prima. Una volta sceso, svitò la parte superiore della torcia e ci inserì la batterie, riavvitandola poi al suo posto e accendendo e spegnendo la torcia un paio di volte per controllare che funzionasse bene.
-A che ti serve?- chiese Nico, incuriosito. Non si stavano di certo avventurando in una caverna, la torcia gli sembrava un po' una cosa di troppo.
-Meno luci accendiamo e meglio è- si limitò a rispondere Mike. In effetti aveva senso, magari se avessero acceso troppe luci nel ristorante, da fuori qualcuno avrebbe potuto accorgersi che c’era qualcosa che non andava. Mike spostò lo sguardo verso il ristorante e rimase a fissarlo per un po', immerso in qualche pensiero che solo lui conosceva.
-Uhm. Un bel miglioramento- si limitò a commentare, avviandosi poi verso l’ingresso. Nico lo seguì, intenzionato a stargli dietro per tutta la notte. Forse avrebbe semplicemente dovuto lasciare che ci pensasse Mike, ma si sentiva un po' in colpa per aver lasciato andare Wade a controllare da solo. Nico sapeva fin troppo bene che in fondo era una stronzata, però continuava a ripetersi che forse, se fosse andato con Wade, a quel punto non ci sarebbe stato quel problema. Si limitò a scacciare quel pensiero, preferendo spostare la sua attenzione su altro. Di sicuro Wade e Vance stavano più che bene, e magari si erano solo nascosti da qualche parte per fargli uno scherzo o qualcosa di simile. Con l'umorismo pessimo che avevano quei due, l'opzione non poteva affatto essere scartata.
-Lavoravi qui?- chiese Nico a Mike. O almeno, questo era quello che aveva dedotto da ciò che Mike aveva detto a Jeremy poco prima.
-Sì. Dovevo pagarmi l’università, e questo impiego non mi sembrava male. Insomma, mi immaginavo un ristorante niente male con almeno un po' di pizza gratis per gli straordinari. Quando invece sono arrivato qui ho scoperto che era solo una specie di posto di merda con appena abbastanza budget per tenere le luci accese durante la notte. Infatti, dopo nemmeno sei giorni che mi avevano assunto hanno chiuso- rispose Mike con un ghigno amaro. Nico annuì senza aggiungere altro, e i due varcarono l’ingresso del ristorante. Nico cercò le chiavi menzionate da Jeremy, e le trovò sul bancone principale assieme ad un badge dai colori improbabili con su scritto "Ciao, benvenuto al Freddy Fazbear's Pizza! Io sono..." e sotto la firma "Jeremy Fitzgerald" fatta in una calligrafia così orribile da rivaleggiare con quella di un medico. A lato, un Freddy stilizzato e allegro indicava con una zampa la linea su cui stava la firma. Senza pensarci troppo, Nico le prese, usandole per chiudere l’ingresso principale da dentro in modo che nessuno potesse entrare... o uscire. Mike si guardò intorno per una manciata di secondi, e infine accese la torcia, puntando il fascio di luce nel buio per vedere un po’ meglio. Esplorò per bene la stanza con lo sguardo, scorrendo la luce della torcia sui vari mobili, ma si fermò quando raggiunse il palco. La luce illuminò i tre animatronics che Nico aveva visto ballare il giorno prima. Erano immobili e fissavano il vuoto di fronte a loro con lo sguardo perso degli occhi di plastica, che riflettevano la luce come se fossero biglie di vetro colorato.
-Bah- si limitò a commentare Mike, avvicinandosi a loro ed esaminando il muso di Bonnie.
-Qual è il problema? Hai visto qualcosa?- fece Nico, preoccupato, avvicinandosi a sua volta a Bonnie e osservandone attentamente il muso.
-No, nessun problema. È solo che quando ero piccolo venivo qui e Bonnie sembrava molto meno finocchio. Era il preferito di mio fratello- spiegò Mike, voltandosi verso di Nico. Lui lo guardò, perplesso. Era? Beh, forse ora aveva cambiato animatronic preferito, o semplicemente non gli interessava più.
-E ora qual è il suo preferito?- chiese, con tono quasi divertito, come se stesse ridendo del fatto che Mike aveva dato del “finocchio” a Toy Bonnie.
-Se sapessi dove si trova, glielo chiederei. È scomparso anni fa in questo stesso ristorante, quando aveva dieci anni- replicò gelidamente Mike. Nico deglutì, distogliendo lo sguardo da Mike.
-Scusa- biascicò, incapace di pensare a qualche altra frase che potesse sembrare sensata in quella situazione. Mike non rispose, limitandosi a proseguire la camminata in direzione della stanza successiva, con Nico che lo seguiva con atteggiamento mogio. Gli pareva di essere stato così tremendamente scortese nei confronti di Mike, anche se ovviamente non poteva sapere cosa fosse successo, e non sapeva davvero cosa dire per scusarsi. Ogni parola che gli veniva in mente gli sembrava fin troppo banale o di circostanza per poter essere detta. Tuttavia, dopo un po' fu proprio Mike a rompere quel silenzio pesante come piombo.
-Fa niente, ragazzino, non potevi saperlo- disse senza nemmeno voltarsi verso Nico. Lui annuì appena, anche se Mike non poteva vederlo, e continuò a camminare in silenzio. L’atmosfera in quel ristorante era completamente diversa rispetto a com’era durante la giornata. Il buio invadeva ogni cosa, rendendo impossibile vedere cosa si trovasse intorno a loro, e in più una musichetta di carillon proveniva da chissà dove riecheggiando nelle altre stanze debolmente, e contribuendo solo a rendere più tetro il tutto. Quella musichetta e i passi dei due erano gli unici suoni che si potevano sentire in tutto il ristorante: per il resto, nient’altro si muoveva. O almeno, loro non riuscivano a vederlo muoversi. In breve i due arrivarono nella Hallway del ristorante, e finalmente Mike si decise a rivolgere nuovamente la parola a Nico per proporgli quello che sembrava essere un piano.
-Bene. Conosco ancora abbastanza decentemente questo posto, quindi direi che possiamo cominciare a cercare dalla stanza di Parts e Service. Se c’è un posto dove il tuo amico può essere andato a ficcarsi, è sicuramente quello. Nessuno ci entra mai, a parte quelli della manutenzione che sono stati licenziati… qualche era glaciale fa- disse Mike, annuendo verso Nico. Lui, di canto suo, non rispose, limitandosi a fissare Mike con sguardo stralunato, come se avesse appena visto satana in persona. Mike rimase perplesso per qualche secondo, piegando leggermente la testa con fare interrogativo. Insomma, non gli pareva di aver tirato fuori un piano talmente orripilante da meritarsi uno sguardo del genere.
-Beh? Hai un’idea migliore? In tal caso, dilla- disse Mike a Nico, con tono vagamente infastidito. Quello continuò a non rispondere, ma si limitò a muovere appena le labbra come se stesse tentando di dire qualcosa. Alzò lentamente un dito, puntandolo verso Mike. Lui non capiva cosa stesse cercando di fare o dire, e continuò a guardarlo in attesa di un chiarimento.
-C’è un… C’è un… - biascicò Nico, senza spostare lo sguardo di un millimetro dallo stesso punto che stava fissando in precedenza. Finalmente, Mike capì quale fosse il problema. Non stava indicando lui, ma qualcos’altro. Per la precisione, qualcos’altro di cui lui non si era accorto fino a quel momento. Finalmente, dopo vari tentativi, Nico riuscì finalmente ad articolare una frase sensata.
-Dietro di te-
 
NdA: Gente bella, grazie per aver recensito, favvato o seguito la mia fan fiction, sappiate che siete belle persone e che il karma vi ricompenserà con abbondante budino al cioccolato (?) Sì, mi piacciono i finali di capitolo così. Si capisce? :’)

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Capitolo 3
*** 1 AM ***


Capitolo 2 – 1 AM
Mike rivolse a Nico uno sguardo scettico, ma nonostante questo non protestò o fece commenti e si limitò a girarsi, con un atteggiamento che stava praticamente dicendo “sì, divertente come scherzo, ma ora possiamo tornare a lavorare?”. Non appena si girò, tuttavia, Mike cambiò immediatamente espressione. Dietro di lui, immobile nella Hallway, stava una cosa indefinibile seminascosta nell’oscurità, ma che era alta almeno una volta e mezzo Mike stesso. Non si poteva vedere bene il suo corpo, ma uno dei suoi occhi sfavillava nel buio, mentre l’altro non era visibile, probabilmente coperto da qualcosa. Mike boccheggiò, facendo un passo indietro e urtando involontariamente Nico. L’indefinibile cosa si mosse in avanti con passo lento, trascinando i piedi a terra ed emettendo un suono vagamente meccanico. Nell’avanzare verso di loro uscì dall’ombra, e Mike sembrò rilassarsi vedendo cos’era in realtà.
-Uh. È solo Foxy. Mi è venuto un fottuto infarto- disse Mike, tirando un sospiro di sollievo. Foxy continuò ad avanzare verso di loro, ma non sembrava essere pericoloso, così Mike e Nico si avvicinarono a lui visto che se avesse dovuto fare tutta la strada da solo ci avrebbe messo dei millenni. L’animatronic sembrò notare che loro avevano deciso di avvicinarsi, infatti smise di camminare attraverso la Hallway  e si limitò ad aspettare che lo raggiungessero. Quando furono di fronte a lui, Foxy si mise ad osservarli, spostando lentamente gli occhi – anzi, l’occhio, visto che l’altro era coperto da una benda da pirata – da Mike a Nico e viceversa più volte. Nico allungò lentamente una mano, quasi come se fosse intimorito dal grosso animatronic, e sfiorò il suo petto. Foxy si limitò a guardarlo con gli occhi lucenti, senza sembrare infastidito, così Nico si mise ad esplorare il petto dell’animatronic con le dita. Foxy era ricoperto di tessuto che probabilmente in qualche epoca precedente doveva assomigliare a della pelliccia, ma che ormai era evidentemente sfibrato, sporco e ruvido al tatto. Guardandolo da così vicino, Nico notò che ampie parti del costume dell’animatronic erano mancanti, e lasciavano esposti i circuiti che stavano sotto. Evidentemente, Foxy  non veniva riparato da molto tempo.
-Mike, perché Foxy è così rovinato?- chiese Nico, sfiorando i fili che uscivano dai buchi nel petto. Sentendosi nominare da Nico, Foxy aprì e chiuse la mascella lentamente, pronunciando un “ARR! Sono Foxy il pirata!” debole e distorto. Mike sospirò, guardando l’animatronic che tendeva una zampa verso Nico con fare amichevole.
-Boh. Anche quando lavoravo io qui, Foxy era già in questo stato. Penso che già allora avessero in mente di sostituirlo con quella nuova versione bianca, infatti durante il giorno era sempre chiuso nel Pirate Cove. Mi chiedo cosa ci faccia qui in giro- commentò Mike, avvicinando a sua volta una mano a Foxy. Cogliendo il movimento di Mike, Foxy si bloccò improvvisamente, girandosi di scatto verso di lui. Mike si immobilizzò di colpo, fissando Foxy nel suo unico occhio, ma prima che potesse ritrarre la mano l’animatronic scattò improvvisamente in avanti e gli azzannò il braccio. Mike lanciò un urlo di dolore cercando di strappare il braccio dalla presa di Foxy, ma era inutile. Quello aveva stretto le mascelle e non sembrava affatto intenzionato a lasciarlo andare, anzi. Continuava a stringere e a tirare come se fosse un cane da combattimento e sperasse di staccare letteralmente il braccio di Mike. Non vedendo altra soluzione possibile, Mike rifilò un colpo in pieno muso a Foxy con la parte inferiore della torcia, spezzandogli qualche dente e stordendolo. Foxy fu costretto a lasciar andare Mike e tentennò per qualche istante, fissando il vuoto e cercando di tenersi in piedi. Il tentativo fallì però miseramente, e Foxy cadde a terra stordito.
-Ragazzino, dobbiamo andare nell’ufficio di Jeremy, presto! È l’unico posto dove saremo al sicuro- disse Mike a Nico, con tono spaventato. Nico annuì nervosamente, e lui e Mike partirono di corsa attraverso la Hallway cercando di raggiungere l’ufficio prima che Foxy si riprendesse dalla botta. Lo raggiunsero in fretta, e Mike si mise a rovistare in giro per la scrivania dell’ufficio buttando in giro tutte le carte e premendo tutti i bottoni che trovava in giro. Uno aprì uno schermo che Mike non si preoccupò di controllare, mentre altri due sui muri accesero delle luci in altri schermi posti sotto gli stessi. Nico non poteva fare altro che restare a sorvegliare Foxy sperando che non si rialzasse, perché non aveva idea di cosa Mike stesse cercando così furiosamente.
-Dove sono i controlli delle porte!? Non possono non esserci!- sbraitò Mike più a se stesso che altro, continuando a buttare all’aria tutto quello che trovava in giro per l’ufficio nella speranza di trovare questi misteriosi controlli.
-Mike, Foxy si sta alzando- mormorò Nico, indicando la volpe animatronica che si era ripresa dalla botta e si stava rialzando. Mike lanciò a Nico uno sguardo terrorizzato.
-Siamo fottuti. Non ci sono più le porte, ma forse…- mormorò Mike guardandosi intorno con fare sperduto. Raggiunse la torcia che aveva lasciato sulla scrivania dell’ufficio, ma prima che potesse fare qualcos’altro, Foxy si alzò e partì di corsa verso di loro con uno scatto talmente veloce da sembrare quasi impossibile da compiere per un robot.
-Attenzione!- urlò Mike a Nico, ma si accorse troppo tardi di essere lui il bersaglio di Foxy: una volta arrivato fin lì, infatti, l’animatronic saltò letteralmente addosso a Mike, facendolo rovinare a terra. La torcia gli sfuggì di mano, cadendo sul pavimento e perdendo la parte superiore. Le batterie uscirono dalla torcia aperta rotolando in giro per il pavimento.
-Ragazzino! La torcia! Rimetti a posto la torcia e puntala negli occhi a Foxy!- urlò Mike, cercando di spingere via Foxy che tentava di azzannarlo nuovamente. Nico non esitò nemmeno un attimo e si gettò a terra, cercando a tentoni le batterie che erano in giro per il pavimento. Fortunatamente le trovò dopo pochi secondi e prese le due parti della torcia, inserendoci le batterie con una certa difficoltà, visto che gli tremavano le mani per lo spavento. Mike, nel frattempo, stava lottando per divincolarsi da sotto Foxy, tenendogli la bocca spalancata con entrambe le mani per non lasciarsi mordere. Foxy sembrava fermamente intenzionato a divorargli la faccia o cose del genere, perché nemmeno i calci che Mike gli rifilava sembravano avere alcun effetto su di lui. Quando riuscì finalmente ad inserire le batterie nella torcia, Nico ci avvitò la parte superiore e la accese, puntando il fascio di luce dritto negli occhi dell’animatronic. Non sapeva cosa stesse facendo né perché lo stesse facendo, ma se Mike gli aveva detto di fare così allora doveva esserci un motivo. Foxy, infatti, lasciò immediatamente perdere Mike, alzando la testa e mettendosi a fissare la luce della torcia per dei lunghi secondi che sia a Mike che a Nico sembrarono ore. Mike rimase immobile, fissando Foxy con sguardo sconvolto, ma senza fare alcun movimento per timore di attirare nuovamente la sua attenzione. Dopo qualche attimo, Foxy si alzò da terra senza nemmeno preoccuparsi più di Mike né di Nico, come se non esistessero più, e si voltò verso la Hallway tornandoci a passo lento. La attraversò in tutta calma, per poi andarsene in chissà quale altra stanza. Solo quando Foxy se ne fu andato, Mike si accorse che fino a quel momento aveva trattenuto il respiro, e lasciò andare un lungo sospiro di sollievo. Nico, che ancora teneva la torcia con mani tremanti fissando il punto verso cui era andato Foxy, si scosse di colpo, correndo ad aiutare Mike che stava goffamente cercando di alzarsi da terra. Si accovacciò accanto a lui, cingendolo con un braccio e aiutandolo a tirarsi su, dal momento che Mike era ancora piuttosto sconvolto e non riusciva ad alzarsi da solo. Visto che trovava ancora un po’ problematico stare in piedi e aveva bisogno di calmarsi, Mike si sedette sulla sedia di fronte alla scrivania di Jeremy per riposarsi un po’.
-Mi… Mike, hai del sangue sul braccio- disse Nico, puntando la torcia contro l’avambraccio di Mike. Quello abbassò lo sguardo, accorgendosi che il morso di Foxy aveva fatto non pochi danni. I denti aguzzi dell’animatronic avevano lacerato la carne, lasciandoci un vistoso segno. In più, con il colpo che Mike aveva rifilato a Foxy, alcuni dei denti si erano rotti ed erano rimasti piantati nel braccio di Mike, e ora dovevano essere rimossi. Mike fece una smorfia.
-Nico, vedi se c’è dell’acqua e qualsiasi cosa possa assomigliare a del tessuto in giro, ma non fare troppo casino o potremmo attirare di nuovo Foxy- disse Mike a voce bassa. Nico annuì, mettendosi a rovistare in giro. Prese una bottiglia di acqua dal minifrigo vicino alla scrivania, e trovò qualche pacchetto di fazzoletti che probabilmente era stato lasciato in giro da Jeremy. Portò le due cose a Mike, che era intento a togliersi le schegge dei denti di Foxy dal braccio.
-Grazie- disse Mike distrattamente, concentrato nel suo lavoro. Prese un fazzoletto e lo bagnò con l’acqua, ripulendosi il braccio dal sangue. La ferita aveva la forma della mascella di Foxy, e non sembrava avesse intenzione di smettere di sanguinare.
-Cazzo- brontolò Mike, visto che non aveva niente per fasciarla. Nico ci pensò su un attimo, poi mise giù la torcia, si tolse la felpa e ne strappò un pezzo, passandolo a Mike.
-Tieni, usa questo- gli disse. Mike rimase a guardare fisso Nico per qualche secondo come se stesse per dire qualcosa, ma infine si limitò a rimanere in silenzio e a prendere il pezzo di tessuto, fasciandosi sommariamente l’avambraccio in modo che la ferita smettesse di sanguinare. Poi, si lasciò andare contro lo schienale della sedia, esausto. I due rimasero in silenzio per parecchi secondi, godendosi l’attimo di riposo. Fu Mike a parlare, dopo un po’.
-Non immaginavo che ci avrebbe attaccato. Non aveva mai fatto così- mormorò Mike, quasi come se fosse dispiaciuto di aver messo entrambi in pericolo toccando Foxy. In effetti, per tutto il tempo in cui Mike aveva lavorato lì, Foxy si era limitato a farsi dei giretti fuori dal Pirate Cove, ma non lo aveva mai attaccato o altro. Certo, probabilmente era stato solo merito delle porte dell’ufficio, che Mike aveva sempre chiuso in tempo. Fortunatamente, si era ricordato del fatto che i vecchi animatronics potevano essere resettati con una forte luce, altrimenti a quell’ora avrebbe potuto trovarsi ancora a lottare con Foxy.
-Non importa. Strano, però- si limitò a commentare Nico, tenendo d’occhio la Hallway, in caso Foxy tornasse.
-Cosa è strano?- chiese Mike, voltandosi verso Nico e rivolgendogli uno sguardo stanco.
-Che degli animatronics attacchino così la gente senza motivo, per dirne una. Oppure, che ce l’avesse solo con te. Quando l’ho toccato io non mi ha attaccato- rispose Nico, spostando lo sguardo da una parte all’altra della stanza, pensieroso. Mike annuì, pensandoci su a sua volta. Quando aveva lavorato lì, gli era stato detto di stare attento agli animatronics, perché avrebbero potuto prenderlo per un endoscheletro e tentare di ficcarlo in un costume da Freddy, ma nonostante questo il comportamento di Foxy gli sembrava comunque strano. Insomma, Foxy non aveva tentato di prenderlo per metterlo in un costume, ma l’aveva proprio aggredito e basta, magari persino con l’intenzione di ucciderlo. E in più, Nico aveva ragione anche sulla seconda stranezza: quando Foxy era stato toccato da lui non aveva reagito, anzi, si era limitato a tirare fuori una di quelle frasi che diceva uscendo dal Pirate Cove; mentre invece quando era stato Mike stesso a toccarlo l’aveva azzannato. Inoltre, quando si era lanciato di corsa verso l’ufficio, era comunque saltato addosso a Mike nonostante Nico fosse stato il bersaglio più vicino.
-Non lo so. Magari è ancora incazzato per tutte le porte che gli ho sbattuto in faccia- ghignò Mike chiudendo gli occhi per qualche secondo. Sospirò, riaprendoli subito dopo. Il vero problema che Mike vedeva era la possibilità che Foxy avesse davvero attaccato gli amici di Nico, anche se preferì non diglielo. Si alzò dalla sedia, procurando di non fare troppo rumore… Foxy era ancora in giro.
-Vediamo se c’è qualcosa che ci può aiutare in sto posto- disse Mike. Nico annuì, indicando qualcosa vicino a lui. Mike si voltò nella direzione indicata da Nico, notando il monitor che aveva aperto a caso cliccando tutti quei bottoni. Era acceso, e mostrava lo Show Stage, con Toy Bonnie, Toy Chica e Toy Freddy ancora immobili nella posizione in cui li avevano visti prima. In parte, posta in modo da non oscurare la visuale, stava una piccola mappa dello stabilimento, che permetteva di spostarsi fra le varie telecamere.
-Ah, ok, aspetta, so come funziona- disse Mike, avvicinandosi al monitor. Cominciò a toccare i rettangolini che corrispondevano alle varie telecamere, dando un’occhiata alle varie Party Rooms e al Kid’s Cove. Proprio in quella stanza, notarono  un altro animatronic, che tuttavia sembrava non essere attivo. Era una volpe bianca, la nuova versione di Foxy, ma era praticamente stata fatta a pezzi e se ne stava lì sul pavimento, emettendo uno strano suono distorto.
-Oh. Ce ne sono altri?- chiese Nico, indicando Mangle a terra. Mike annuì, avvicinando lo schermo a Nico perché potesse vedere meglio.
-Sì. Ci sono i tre Toy nello Show Stage, poi c’è il nuovo Foxy, e infine un coso bruttissimo che sta nel Prize Corner, ma che durante la notte sta in quella scatola gigantesca. Non penso sia in grado di uscire- spiegò Mike, indicando la grande scatola nel Prize Corner in cui stava Puppet.
-Tieni, prova a dare un’occhiata, vedi se trovi qualcosa che possa appartenere ai tuoi amici o altro fuori posto- disse infine Mike, indicando la piccola mappa a Nico e cambiando fra un paio di telecamere per mostrargli come funzionava. Nico annuì, mettendosi ad esaminare le stanze una alla volta, alla ricerca di qualsiasi cosa potesse indicare la presenza di Wade o Vance. Incontrò Foxy che stava pattugliando una delle Hall, ma a parte questo non c’era molto altro movimento. Ad un certo punto, cambiando fra le telecamere a caso, Nico fece un improvviso scatto all’indietro, portandosi la mano destra sulla bocca per soffocare un urlo. Mike, che stava guardando distrattamente lo schermo a sua volta, scattò di colpo in piedi, già pronto a prendere altri animatronic a colpi di torcia.
-C’è un animatronic che ci fissa- disse Nico, indicando il monitor. Mike ci diede un’occhiata, realizzando il perché Nico fosse scattato su così di colpo. Cambiando fra le telecamere era capitato nella Party Room 3, ma la visuale era completamente ostruita da Freddy, che guardava direttamente dentro la telecamera con gli occhi che sfavillavano di blu. Era completamente immobile, ma aveva ugualmente fatto prendere un mezzo infarto ad entrambi.
-Non me lo ricordavo così Freddy- piagnucolò Nico, cambiando immediatamente telecamera per evitare di vederlo. Mike sembrava perplesso.
-Uhm. Quello era il Freddy che sorvegliavo io, quello vecchio, per questo è diverso da Toy Freddy. Prima Foxy, ora lui. Che ci fanno fuori? Dovrebbero essere spenti- disse fra sé e sé, cambiando fra le altre telecamere per vedere se anche Chica e Bonnie fossero in giro da qualche parte. Quando arrivò alla Main Hall, tuttavia, Mike notò che Foxy era sparito. La porta di Parts e Services, invece, si stava lentamente aprendo.
-Ehi, guarda- disse Mike a Nico, indicando la porta. Qualcuno spuntò cautamente dalla porta socchiusa, guardandosi intorno per qualche secondo prima di scivolare fuori e dirigersi verso una delle Party Room, fortunatamente non la 3. Nico, esterrefatto, indicò la porta della Party Room in cui la figura era entrata.
-Non ci credo. È Wade-

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Capitolo 4
*** 2 AM ***


Vista la mia imminente ri-partenza per Londra, vi lascerò questo capitolo su cui spargere odio(?), ma per un paio di settimane non potrò scriverne altri xD

Capitolo 3 – 2 AM
-Cosa?- disse Mike, stupito. Prese il monitor, avvicinandolo per poter vedere, e si spostò alla telecamera della Party Room 2. Un ragazzino, che sembrava avere circa la stessa età di Nico, se ne stava nella Party Room a rovistare in quella che sembrava essere una riserva di bibite fresche da dare ai clienti durante il giorno. Nico rimase a guardarlo, pensandoci su.
-Sisi. È proprio Wade. Cosa sta facendo?- chiese Nico a Mike. Quello si limitò ad alzare le spalle, perché non ne aveva idea. Se doveva essere sincero, non capiva perché qualcuno, alle due di notte in un ristorante pattugliato da una volpe robot posseduta, dovesse aver voglia di mettersi a cercare una coca cola invece di scappare urlando come un assatanato. Era evidente, tuttavia, che Wade sapesse di essere in pericolo, perché continuava a interrompere l’attività di tanto in tanto per guardarsi intorno con fare preoccupato. Quando trovò ciò che cercava, Wade uscì dalla Party Room, controllando che non ci fossero animatronics nella Main Hall prima di tornare in Parts e Services.
-Il tuo amico è molto stupido- commentò Mike guardando le telecamere, anche se il suo tono faceva capire che quello era solo un modo politically correct per dire “guarda quel coglione”. Nico gli lanciò un’occhiataccia, ma preferì non replicare, più che altro perché l’atteggiamento di Wade sembrava strano anche a lui. Beh, non gli restava altro da fare che andare a controllare quel famoso Parts e Services, come Mike aveva suggerito prima che Foxy cercasse di sbranarlo. Mike controllò accuratamente tutte le stanze dall’ufficio alla Main Hall per accertarsi che non vi fosse alcun animatronic, e dopodichè richiuse il monitor.
-Bene, andiamo. Sarà meglio che quel tipo abbia un buon motivo per starsene qui a bere coca cola, perché se mi sono quasi fatto ammazzare per cercare uno che poi voleva solo farti uno scherzetto…- brontolò Mike minacciosamente, senza concludere la frase. 
-E per il Wi Fi. Non dimenticare il Wi Fi- disse Nico con tono divertito. Mike gli rifilò un’occhiataccia.
-…Passami la torcia e basta- replicò gelidamente. Nico annuì, porgendo la torcia a Mike. Quello la prese, uscendo dall’ufficio con Nico al seguito. La calma nella Hallway era tornata piatta come prima, e nulla si muoveva, né umani né animatronics. Mike e Nico la percorsero, evitando accuratamente la porta della Party Room 3, dalla quale si sentiva provenire una musichetta lenta e discontinua.
-La Toreador’s March. Freddy è ancora lì dentro- sussurrò Mike a Nico, indicando la porta. Nico trasalì ricordando lo spavento che aveva preso poco prima vedendo Freddy nella telecamera, e si limitò ad annuire. Il solo pensiero di attirare l’attenzione di Freddy lo spaventava ancora più che non rivedere Foxy, per qualche strana ragione. Si sentiva quasi come se Freddy sapesse che erano lì e li stesse osservando in attesa di un loro passo falso. Scosse la testa, dicendosi che era solo un animatronic, e per quanto potesse essere pericoloso era solo un robot malfunzionante. Nessuno uscì dalla Party Room 3 né dalle altre, così Mike e Nico proseguirono indisturbati attraverso il ristorante. Raggiunsero la Main Hall, avvicinandosi alla porta di Parts e Services che era solo accostata. Dentro si sentiva del movimento, e Mike aprì lentamente la porta per dare un’occhiata all’interno. Wade era intento ad aprire una lattina di Coca Cola e ad infilarci una cannuccia dentro. Alle sue spalle, accatastato in un angolo buio, stava un grosso animatronic giallo. Wade, tuttavia, non sembrava prestarci la benché minima attenzione, tutto intento nella sua attività. Mike non si preoccupò molto, perché sapeva di che animatronic si trattasse. Era Golden Freddy, e durante tutto il tempo che aveva lavorato lì nemmeno lui l’aveva mai visto muoversi. Anzi, era quasi certo che Golden Freddy nemmeno avesse un endoscheletro. Quando ebbe finito di mettere la cannuccia nella lattina, Wade la prese e si avvicinò a Golden Freddy, abbassandosi a livello della sua testa e infilando la cannuccia nella larga bocca aperta dell’animatronic. Mike rimase perplesso per qualche secondo, ma subito dopo Golden Freddy emise un breve e profondo gemito che sembrava lontano miglia. Mike, sconvolto, non riusciva a capire cosa stesse succedendo, ma reagì comunque istintivamente.
-Ehi, ragazzino! Attento a quel coso o ti attaccherà!- sbottò spalancando la porta di colpo. Wade si voltò di scatto, terrorizzato, e scattò indietro cercando di nascondersi dietro Golden Freddy, nell’ombra. Rimase lì per qualche attimo, prima di accorgersi che erano persone e non animatronics.
-N… Nico?- mormorò Wade, rivolgendo uno sguardo spaventato all’amico che stava accanto a Mike. Nico annuì semplicemente, restando a guardare Wade. Sembrava sconvolto, probabilmente anche lui doveva aver incontrato gli animatronics. Wade uscì dal nascondiglio, riprendendo in mano la lattina che gli era caduta e riprendendo l’attività precedentemente interrotta.
-Chiudete la porta o quelli entrano. Arrivo fra un attimo- mormorò distrattamente, facendo del suo meglio per infilare la cannuccia nella bocca di Golden Freddy. Quello emise un altro gemito, come se stesse cercando di parlare ma non ci riuscisse. Mike continuò a guardarlo con sospetto, senza capire per quale assurda ragione Wade stesse dando della coca cola ad un animatronic spento.
-Dai Vance, bevi. So che la coca non ti piace molto, ma non ho trovato altro. Poi andrò a cercare della pizza- mormorò Wade con tono triste. Nico non riuscì a trattenere un tono di sorpresa. Si avvicinò a Golden Freddy, obbligando Wade a prestargli attenzione.
-Questo affare sarebbe Vance!?- chiese Nico a Wade. Quello annuì, rivolgendo a Nico uno sguardo disperato. Né Nico né Mike stavano capendo cosa stesse succedendo, ma era evidente che nemmeno Wade aveva ben chiara la situazione. Nico guardò nelle ampie orbite di Golden Freddy, e finalmente riuscì a vedere che c’era qualcosa sotto. All’interno dell’animatronic c’era effettivamente qualcuno, anche se da lontano non era possibile vederlo per via del buio. All’interno delle orbite, infatti, era possibile intravedere due occhi azzurri che lo guardavano. Gli occhi di Vance. Mike si avvicinò a sua volta per esaminare Golden Freddy.
-Oddio. Allora quegli affari mettono davvero la gente nei costumi come capita. Ma il tuo amico è vivo o cosa?- chiese Mike a Wade. Lui sospirò, mettendo a terra la lattina ormai finita, e voltandosi verso Nico e Mike. Sembrava terribilmente stanco, come se non dormisse da mesi. Se ne rimase in silenzio per parecchi secondi, fissando il vuoto, come se pensasse a cosa dire.
-Wade, spiegaci cos’è successo- disse Nico, posando una mano sulla spalla dell’amico. Wade annuì piano, iniziando a raccontare com’era andata prima che loro arrivassero. Mike e Nico si misero in ascolto.
-Sono tornato qua alle cinque, per vedere se Vance fosse effettivamente ancora qui o se fosse scappato dopo essersela fatta sotto. Sono entrato e non c’era nessuno, ma conoscendo Vance mi aspettavo già che si fosse nascosto da qualche parte con una maschera da Bonnie per saltarmi addosso e spaventarmi, quindi l’ho cercato un po’ in giro. Ho fatto una gran cazzata… Vance non c’era da nessuna parte, ma nel corridoio ho trovato una specie di cosa viola senza la faccia che mi ha inseguito per tre quarti del ristorante. Se fosse stato solo quello non avrei avuto problemi ad evitarlo, ma cazzo… Sembrava che quei robot si moltiplicassero, non facevo in tempo a cambiare stanza che ce n’era un altro pronto a saltarmi addosso. Alla fine mi hanno circondato, e una specie di pollo enorme mi ha catturato. Chica o roba simile, credo. Pensavo mi avrebbe ammazzato, invece mi ha portato in questa stanza e mi ha lasciato qui. È stato proprio qui, infatti, che ho trovato Vance. All’inizio mi ha spaventato, pensavo fosse un animatronic, ma poi mi sono accorto che non poteva muoversi né parlare. Non so come sia finito lì dentro, ma non riesco a tirarlo fuori. La testa di quel coso è pesante, non so aprire il robot e non vorrei fargli male, che già non sembra messo molto bene. Non posso scappare lasciando Vance qui- spiegò Wade, con la voce che diventava sempre più simile ad un piagnucolio. Nico e Mike si scambiarono uno sguardo. Evidentemente, dovevano essere stati gli animatronics a catturare Vance, così come avevano catturato Wade.
-E perché non sei uscito durante il giorno?- chiese Nico, perplesso, osservando il Golden Freddy in cui era rinchiuso Vance. Wade scosse la testa con decisione.
-Non so quando sia arrivato giorno. Ho dovuto restare nascosto dietro Vance perché ad un certo punto sono arrivati alcuni di quei cosi e sono rimasti lì seduti tutto il tempo. Avevo paura- ammise Wade, abbassando lo sguardo. Nico guardò Mike, che sembrava pensieroso.
-Hai un piano?- gli chiese. Mike annuì, continuando a restare in silenzio per parecchi secondi e vagando per la stanza, come se questo lo aiutasse a pensare meglio. Esaminò attentamente Golden Freddy, e infine annuì deciso.
-Ok. Posso aiutarvi a tirare fuori il vostro amico, so come si apre questo affare. Ci avevano fatto tutto un corso su come mettersi su questa roba- disse Mike a Wade. Sia Nico che Wade guardarono Mike, perplessi.
-Pensavo che questi cosi fossero robot, non fossero tute- commentò Nico, indicando Golden Freddy.
-Infatti. Solo questo e un altro Bonnie che non so dove sia sono utilizzabili come tute. Il vostro amico ha avuto una fortuna incredibile. Se l’avessero messo in un altro animatronic, adesso sarebbe morto. Questo ha abbastanza spazio dentro per farci stare una persona, gli altri invece sono pieni di viti, fili e circuiti che gli avrebbero schiacciato la testa. Oltretutto... I meccanismi devono essere arrugginiti o bloccati, la tuta è vecchia, se fosse stata nuova Vance avrebbe potuto farsi uccidere facendo scattare i meccanismi quando è stato infilato qui dentro. Ora, aiutatemi. Wade, allontaniamolo dal muro. Nico, prendi la testa per le orecchie e accompagnala fino a terra, dobbiamo farlo distendere. Non fartelo scappare, che se cade in parte rischia di spaccare la schiena a Vance- ordinò Mike, gesticolando freneticamente. I due annuirono. Wade afferrò la zampa posteriore destra di Golden Freddy, e Nico prese la testa dell’animatronic per un orecchio, reggendone la parte superiore in modo che non cadesse di lato. Mike prese l’altra zampa.
-Pronti? Spostiamolo- disse poi. Cominciò a tirare con Wade, trascinando il pesante animatronic in mezzo alla stanza. Man mano che lo spostavano, Nico accompagnò gentilmente la testa fino a terra, in modo da far distendere l’animatronic a muso in su. Fortunatamente non ci furono imprevisti, e Mike tirò un sospiro di sollievo asciugandosi la fronte. Ora che era disteso, potevano togliere Vance dalla tuta senza troppi problemi. Mike si avvicinò alla testa, tastando il punto in cui si univa al busto, alla ricerca delle cerniere metalliche che univano le varie parti del costume. Le trovò in pochi secondi, erano quattro in tutto, e le sganciò in modo che la testa potesse essere tolta.
-Sostenete la testa di Vance, o si prende una capocciata contro il pavimento- disse, rimuovendo poi la testa di Golden Freddy e rivelando quella di Vance. Non appena fu libero dalla costrizione della testa di Golden Freddy, Vance cominciò a respirare pesantemente l’aria fresca, che prima arrivava solo in quantità limitata per via della testa dell’animatronic. Si guardò intorno nervosamente, spostando lo sguardo da Nico, a Wade per poi arrivare a Mike, ma si limitò a non dire nulla, continuando a cercare di recuperare fiato. Aveva qualche ferita sul viso, probabilmente provocata da qualche pezzo di metallo della tuta, vista la forza con cui doveva essere stato messo lì dentro.
-Bene, la parte facile è passata. Ora, ascoltatemi. Adesso voi dovrete tirare la tuta di là come facevamo prima per spostarla, mentre io tirerò Vance da questa parte, così possiamo tirarlo fuori. Tuttavia dobbiamo stare attenti a tirare piano, perché potrebbe aver rotto qualcosa o essere ferito gravemente, e non  dobbiamo peggiorare le cose. Capito?- chiese Mike, esaminando la tuta per vedere se ci fosse qualche segno di sangue furiuscito dalla tuta che potesse indicare delle ferite gravi. Non ne vide, così decise di procedere. Nico e Wade annuirono, prendendo le zampe di Golden Freddy, e Mike afferrò solidamente Vance per le spalle. I due cominciarono a tirare cautamente la tuta animatronica, mentre Mike teneva Vance aiutandolo ad uscire senza ferirsi ulteriormente. Vance si limitava a guardare fisso Mike, lasciandosi sfuggire solo qualche verso di dolore di tanto in tanto. Il procedimento durò parecchi minuti, ma alla fine Vance fu completamente libero dalla pesante tuta da animatronic. Mike e Wade lo sollevarono, mettendolo a sedere a terra in modo che potesse stare appoggiato contro il muro. Vance sembrava sconvolto, era stato ferito in più punti dalle parti in metallo della tuta ed era chiaramente spaventato. Doveva aver passato una notte infernale. Mike si mise a tastargli gli arti, per capire se avesse rotto qualcosa.
-Uhm. Ha un braccio e un ginocchio rotto, un po’ di costole andate e ha preso una gran bella botta in testa, ma non sta poi così male. È sicuramente successo quando quei cosi l’hanno messo nella tuta, devono aver usato troppa forza- constatò Mike, annuendo. Nico gli rivolse uno sguardo scettico, come a dire “non sta poi così male, eh?”, e Mike si limitò ad un’alzata di spalle. Era pur sempre vivo, no? Solo in quel momento Mike si accorse della larga macchia di sangue che Vance aveva sulla maglietta, e la alzò per controllare. Sotto, stava un’altra ferita molto simile a quella che aveva Mike, anche se nel caso di Vance non era stata curata, e quindi la parte ferita era diventata gonfia e tumefatta.
-Ti ha morso Foxy?- chiese Mike, indicando la ferita sul fianco di Vance. Quello mosse appena la testa, annuendo stancamente.
-Sì- rispose, con voce così flebile da sembrare lontana miglia. Mike sospirò, se lo immaginava. Questo, tuttavia, non contribuiva ancora a spiegare cosa avesse Foxy che non andava. Aveva attaccato lui e Vance, ma non Nico e nemmeno Wade. Quest’ultimo, infatti, non era nemmeno stato messo in un costume da animatronic, ma era semplicemente stato portato in Parts e Services. Mike ci pensò su attentamente, osservando Nico, Wade e Vance per capire quale fosse la differenza fra di loro. Improvvisamente, gli venne un’illuminazione.
-Quanti anni hai, Vance?- gli chiese Mike. Vance lo guardò con fare stupito, non capendo la ragione della domanda.
-Ventuno- rispose debolmente. Mike annuì, convinto. Aveva capito perché gli animatronic avevano attaccato Vance e lui, ma non Wade e Nico.
-Secondo me, gli animatronic hanno attaccato me e Vance perché siamo più grandi di voi. Insomma, non intendo proprio come età, ma voi due siete evidentemente più piccoli. Vance è più alto e massiccio, si vede che è più grande rispetto a voi. Credo che sia per questo che gli animatronics hanno attaccato noi e voi no. Siamo più grandi. Forse credono che voi siate i bambini che devono intrattenere, infatti Foxy se ne è uscito con una di quelle frasi assurde quando ti ha visto, Nico- spiegò Mike. Probabilmente, avrebbero attaccato qualsiasi adulto avessero visto nelle vicinanze, limitandosi ad ignorare quelli più giovani. Come spiegazione sembrava plausibile, almeno per Mike, anche se tuttavia questo spiegava semplicemente come gli animatronics scegliessero chi attaccare, ma non il perché attaccassero effettivamente.
-Uhm. Sì, è vero, può essere. Anche se non capisco comunque perché ce l’abbiano con voi. Sì, siete più grandi, e allora?- chiese Nico, esplicitando il dubbio di Mike. Lui si limitò a spalancare le braccia, non sapendo cosa dire al riguardo. Non aveva idea del perché, e sinceramente non gli interessava. Ora, dovevano uscire e portare Vance in ospedale al più presto, perché si occupassero di lui.
-Non lo so e non mi importa, forse hanno pensato che fossimo ladri o roba simile. Dobbiamo uscire di qui. Nico, aiutami a tirare su Vance, lo porteremo noi. Tu, ragazzino, prendi la torcia e facci luce. Se arriva qualche animatronic, avvertimi, che in tre riusciremo ben a fargli il culo- brontolò Mike, contrariato all’idea di potersi nuovamente imbattere in Foxy. Nico lo aiutò a tirare su Vance, sostenendolo per permettergli di camminare anche se aveva un ginocchio andato. Uscirono da Parts e Services, con Wade che guidava il gruppetto nel buio facendo luce con la torcia e controllando che non ci fossero animatronic ad aspettarli. Avanzarono lentamente nella Main Hall.
-Ehi, Freddy deve essersi spostato- sussurrò Nico, notando che dalla Party Room 3 non proveniva più quella strana musichetta. Mike annuì, guardandosi intorno con fare infastidito.
-Cosa c’è?- chiese Vance, notando la sua preoccupazione.
-C’è uno strano suono. Sentite?- disse Mike. Tutti si zittirono improvvisamente, restando in ascolto. In effetti, un suono fastidiosissimo proveniva da chissà dove. Sembrava quasi… Una distorsione radio.
-Viene da lassù- disse Wade, puntando la torcia verso un angolo buio del soffitto. Non appena lo fece, tuttavia, non riuscì a trattenere un urlo. Appesa al soffitto stava una volpe bianca, o almeno quello che ne rimaneva visto che era poco più di un ammasso di parti attaccate insieme come capitava. E stava guardando dritto verso di loro.
 

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