La villa infestata

di LorasWeasley
(/viewuser.php?uid=196046)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Will ***
Capitolo 3: *** Nico ***
Capitolo 4: *** Nico ***
Capitolo 5: *** Will ***
Capitolo 6: *** Will ***
Capitolo 7: *** Nico ***
Capitolo 8: *** Will ***
Capitolo 9: *** Will ***
Capitolo 10: *** Will ***
Capitolo 11: *** Nico ***
Capitolo 12: *** Will ***
Capitolo 13: *** Nico ***
Capitolo 14: *** Will ***
Capitolo 15: *** Nico ***
Capitolo 16: *** Nico ***
Capitolo 17: *** Nico ***
Capitolo 18: *** Nico ***
Capitolo 19: *** Will ***
Capitolo 20: *** Nico ***
Capitolo 21: *** Nico ***
Capitolo 22: *** Nico ***
Capitolo 23: *** Nico ***
Capitolo 24: *** Will ***
Capitolo 25: *** Nico ***
Capitolo 26: *** Nico ***
Capitolo 27: *** Will ***
Capitolo 28: *** Will ***
Capitolo 29: *** Nico ***
Capitolo 30: *** Nico ***
Capitolo 31: *** Will ***
Capitolo 32: *** Will ***
Capitolo 33: *** Will ***
Capitolo 34: *** Nico ***
Capitolo 35: *** Will ***
Capitolo 36: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La villa infestata


Will Solace non aveva paura.
Questo era quello che continuava a ripetersi mettendo un piede davanti all’altro entrando in quella casa.
Tutto era iniziato per una stupida scommessa che, naturalmente, lui aveva perso.
Ora doveva entrare in quell’enorme villa, buia, malandata, con tutte le finestre rotte, c’erano diverse storie che giravano su di essa ma tutte erano d’accordo su un punto: quella casa era infestata.
Le infradito calpestarono dei vetri rotti di una qualche finestra spezzando quel terribile silenzio, iniziò a fare tutto con più calma non avendo poi così tanta voglia di tagliarsi.
Le stanze erano enormi, quella villa doveva essere stata bellissima un tempo.
I lampadari erano tutti rotti a terra, le schegge ovunque, le carte nei muri strappate e scritte rosse inquietanti.
Sangue, avrebbero detto tutti, ma quel colore era troppo brillante per essere sangue.
Passò in un’altra stanza, i frammenti di vetro erano di meno rispetto alla precedente, c’erano delle enormi scale in marmo che portavano ai piani di sopra, nel muro completamente spoglio di destra c’erano una poltrona che all’apparenza sembrava intatta e accanto un bambolotto, nudo e senza occhi, impiccato.
Fece un passo indietro per allontanarsi da quella scena macabra e spostò lo sguardo.
A sinistra però c’era qualcosa di ancora più inquietante.
Dove una volta doveva esserci una porta a vetri che portava in una nuova stanza ora c’era solo un buco nel muro, li in mezzo un fantasma.
O almeno questo, fu il primo pensiero di Will.
Pallido, completamente bianco, capelli neri e mossi, occhi del medesimo colore circondato da occhiaie nere, era tutto vestito di nero.
Immobile, non sbatteva ciglio con lo sguardo puntato proprio su Will.
Poi aprì la bocca, le labbra sottili dischiuse quel tanto che bastava per fare “Bu!”
________________________________________________________________________________________________________________
Prima storia su Percy Jackson. Anzi è proprio in generale la mia prima storia su un qualsiasi libro quindi spero di non deludere troppo...
Che altro dire? Amo la Solangelo e spero che mi lascerete qualche recensione per sapere che ne pensate come inizio.
Naturalmente questo è così corto essenso il prologo, gli altri saranno più lunghi.
Conto di aggiornare abbastanza presto, voi fatemi sapere.
Un bacio, Deh
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Will ***


Will non urlò.
Semplicemente saltò in aria, era una sua caratteristica, quando era completamente terrorizzato non aveva neanche la forza di urlare.
Sentiva il sudore scorrergli lungo la schiena dopo quello che parvero ore, anche se sicuramente erano passai massimo 10 secondi da quando era entrato in quella casa.
Poi il suo corpo si risvegliò e fece un passo indietro e a quello ne seguirono altri, sempre più in fretta si girò e di corsa si precipitò fuori di li.
Arrivò di fronte ai suoi amici con il fiato corto e il viso paonazzo per la corsa.
Posò le mani sulle ginocchia e si piegò in avanti cercando di riprendere fiato e sentì i suoi amici sghignazzare.
-C … C’è qualcosa … li dentro.
Riuscì a dire riprendendo fiato.
-Scommetto che è pieno di fantasmi!- Lo prese in giro Connor che insieme a suo fratello Travis se la rideva.
Malcolm gli diede qualche pacca sulla spalla –Dai Will, tranquillo, offri una birra a tutti e ci dimenticheremo di questa storia.
Il ragazzo si passò una mano tra capelli biondi, voleva ribattere ma sapeva che qualunque cosa avesse detto gli si sarebbe ritorta contro e quella storia l’avrebbero ricordata a vita prendendolo in giro per il resto dei suoi giorni.
I suoi tre amici si avviarono e lui li raggiunse, non prima di aver dato un’ultima occhiata alla villa e, Will poteva giurarlo su qualsiasi cosa avesse di più caro, quella figura era li, lo stava fissando da una finestra rotta del terzo piano.
 
Erano seduti al bar, Will comprò una birra a tutti ma la sua era praticamente intatta.
Gli altri stavano parlando della festa a casa di Piper che ci sarebbe stata quella sera ma lui non seguiva completamente la conversazione e afferrava qualche parola sparsa.
Erano seduti praticamente in un angolo, un posto dove potevi vedere tutte le persone che entravano al bar ma che loro ti dovevano cercare per vederti.
Fu in quel momento che alzando gli occhi, Will vide letteralmente un fantasma.
Era sicurissimo che fosse lui.
Lo poté osservare meglio, scarpe nere e pantaloni neri strappati, maglietta nera sotto un giubbotto da aviatore.
Camminava velocemente con lo sguardo basso, i capelli scuri gli coprivano completamente gli occhi e senza una parola si avviò in bagno.
Senza pensarci due volte Will si alzò farfugliando un –Devo andare in bagno.
Lo inseguì e varcando la soglia un secondo dopo di lui lo fermò afferrandogli la mano.
Il ragazzo sussultò e si girò di scatto sottraendo la mano dalla sua.
Quel brevissimo contatto fece capire a Will che aveva davanti un vero ragazzo in carne e ossa e non un fantasma.
Era sempre pallidissimo ed era freddo come un cadavere ma era un ragazzo.
Dal basso il “fantasma” lo fissò per qualche altro secondo poi si mosse velocemente e prese la prima cosa che si trovò sottomano, ovvero un manico di mocio poggiato li accanto che aveva sicuramente lasciato qualcuno delle pulizie, glielo puntò contro e lo minacciò –Prova di nuovo a toccarmi e sei morto.
 
_______________________________________________________________________________________________________________________________________
Eccomi con questo primo capitolo.
Nel prossimo inizierò a spiegare dove ci troviamo e in che periodo dell'anno, a presentare nuova gente e anche a iniziare a raccontare qualcosina sui protagonisti.
Conto di aggiornare in fretta, voi lasciate qualche recensione per favore.
A presto, Deh.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Nico ***


Nico fissava il mare completamente nero seduto sulla spiaggia con la schiena poggiata a una barca un po’ malandata.
Tutto era immerso nell’oscurità così fitta che quando passarono due ragazzine pochi metri dietro di lui neanche lo notarono, non che Nico fosse un ragazzo che la gente notasse di solito.
Si stavano sicuramente avviando alla festa di Piper, la sua casa e soprattutto la sua terrazza, era l’unico punto di luce dell’intera spiaggia e si trovava all’incirca a 200 metri da lui, troppo lontano perché qualcuno potesse, anche mettendoci impegno, vederlo.
Era stato invitato visto che Jason, il ragazzo della proprietaria della casa, era uno due suoi amici più stretti ma, come tutte le altre volte, aveva rifiutato.
Non aveva nulla contro le feste, il problema erano le persone.
Il problema era Percy.
Il vento fresco delle notti di metà giugno gli scompigliò i capelli neri ma Nico non si mosse di un millimetro continuando a fissare davanti a se ripensando a quello che era successo qualche ora prima.
Sapeva che i ragazzi della baia erano fissati con il voler dimostrare il loro coraggio entrando nella “villa infestata” , quando succedeva e lui era li dentro si limitava a nascondersi e ad aspettare che scappassero via a gambe levate urlando dopo pochi minuti.
Qualche volta se non succedeva entro i prima 3 minuti Nico si divertiva a fare in modo che accadesse nel giro dei secondi successivi.
Però non si era mai fatto vedere come aveva fatto con quel ragazzo biondo quel pomeriggio.
Non aveva intenzione di mostrarsi, si trovava semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Dopo aver visto il terrore nei suoi occhi blu e averlo guardato andare via con i suoi amici sperò di non incontrarlo mai più.
Sapeva che era un po’ difficile visto che la spiaggia quella era ma non pensava di doverlo rincontrare proprio qualche minuto dopo.
Dopo che lo seguì in bagno Nico entrò nel panico, era sicuro che adesso il biondino ce l’avesse con lui dopo che gli aveva fatto fare la figura dello stupido davanti i suoi amici.
Così afferrò la prima cosa che trovò (non fu una delle sue idee migliori) e lo minacciò di morte.
Dopo due secondi di assoluto silenzio il ragazzo scoppiò a ridere.
Nico a quel punto, non sapendo più cosa fare fece l’unica cosa che gli veniva assolutamente bene: scomparire.
Naturalmente scappò via dal bagno e dal bar non prima di avergli dato un colpo di manico in fronte.
I suoi pensieri furono interrotti dal cellulare che gli vibrava in tasca.
Lo uscì guardando chi lo stava chiamando, nel display lampeggiava il nome “Hazel”
Era indeciso se rispondere o meno poi, dopo altri due squilli, decise di prenderlo pensando che potesse essere importante.
-Che è successo?
-Che fine hai fatto? Non vieni?
-No Hazel, ti ho già detto che a queste feste non vengo.
-Si certo e io non ti ho ascoltato.
Nico sbuffò alzando gli occhi al cielo pronto a chiudere la chiamata alla sua sorellastra quando lei continuò a parlare cambiando argomento.
-Ma mi devi spiegare una cosa.
-Ovvero?
-Da quando in qua te ne vai in giro a prendere le persone a colpi di bastoni di legno?
Nico sentì le sue guancie andare in fiamme e balbettò qualcosa di incomprensibile tipo –Cosa … com … tu come …
-Io e Frank stavamo parlando con Percy e lui era con Annabeth e per sbaglio un ragazzo di nome Ethan gli è arrivato contro ubriaco e insomma spingendola è andata a sbattere tagliandosi il braccio e così Piper l’ha portata in bagno per disinfettarsi e Will, che era nei paraggi e aveva visto la scena, si è offerto di dare una mano visto che, da quanto ho capito, studia medicina ed è anche molto bravo.
-Hazel… Mi sono perso dopo il “io e Frank”.
-Oh insomma!- Si lamentò la ragazza –Will Solace è il ragazzo a cui hai fatto un bernoccolo in testa, mentre aiutava Annabeth gli ho chiesto cosa gli fosse successo in fronte e lui con una scrollata di spalle mi ha semplicemente risposto che era stato un ragazzo pallidissimo completamente vestito di nero armato di mocio. Dalla descrizione mi sembravi tu così ho provato a chiedere e dal tuo balbettare mi sa che ho indovinato.
-E’ stato … un incidente.- Sospirò infine il ragazzo.
-E lui lo sa? Perché non vieni e glielo dici di persona?
-Hazel ti ho detto che …
-Ti aspettiamo!
Lo interruppe così la sorella e chiuse la chiamata non accettando repliche. 
___________________________________________________________________________________________________
Rieccomi!
I capitoli diventeranno sempre più lunghi promesso, per adesso siamo ancora all'inizio!
Io ho finito la scuola oggi (voi come siete messi?) quindi posso dedicarmi completamente alla scrittura.
Spero che mi facciate sapere che ne pensate, per favoree
A presto, Deh

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Nico ***


Dopo che la sua carissima sorellastra le chiuse la chiamata in faccia Nico rimase un’altra mezz’ora a fissare il mare.
Con tranquillità si fumò una sigaretta e poi, con tutta la calma che aveva, si avviò verso la casa di Piper.
Salì gli scalini bui che portavano alla strada dove c’era l’ingresso della sua casa e rischiò di rompersi il collo almeno due volte ma riuscì ad arrivare vivo fino all’ingresso.
Il cancelletto era aperto e appoggiati a esso c’erano due ragazzi che, a parere di Nico, si stavano mangiando la faccia, inoltre lui stava esplorando l’interno dei pantaloncini di lei.
Entrò dentro e si scontrò con un ragazzo biondo.
-Jason!
-Nico! Wow, che ci fai qui? Credevo di aver capito che non volessi venire!- Rispose l’amico sorpreso dopo qualche secondo capendo chi aveva davanti.
Nico scrollò le spalle – Colpa di Hazel e avevo voglia di una birra.
-Trovi entrambi dentro in soggiorno …- Disse la frase scappando via, stava correndo anche prima di incontrarlo, per questo appunto gli era finito contro.
Il ragazzo seguì il suo consiglio ed entrò dentro.
Come aveva detto l’amico, trovò Hazel vicino al tavolo degli alcolici, che parlava allegramente con Frank.
Si avvicinò salutando entrambi con un cenno del capo e Hazel non credette ai propri occhi – Non pensavo che saresti venuto sul serio.
-Mi spezza il cuore la poca fiducia che hai verso di me sorellina- La prese in giro Nico portandosi ironicamente una mano al cuore.
Si meritò un pizzicotto dalla sorella – Noi andiamo a ballare – e trascinò via Frank, come se quel poverino avesse un qualsiasi diritto se scegliere  o meno quella proposta.
Prese uno dei bicchieri rossi di plastica, leggermente più grandi del normale, che stavano sul tavolo e se lo riempì di birra bevendola poi tutto d’un fiato.
Se lo riempì di nuovo fino all’orlo per poi uscire in terrazza.
Era enorme anche quella, come il resto della casa e aveva una vista pazzesca sul mare.
Sopra, all’ultimo piano, c’era un’altra piccola terrazza e ci si arrivava con delle scale esterne o dalla camera di Piper.
Nico salì, era deserta, si arrampicò sul muretto e salì sopra il tetto, da li ricominciò a sorseggiare la sua birra.
Vedeva entrambe le terrazze sottostanti essendo ampiamente illuminate.
A un certo punto sentì dei passi risalire le scale che aveva percorso qualche minuto prima lui e poi una voce – Malcolm? Sei qui sopra?
Ma nessuno rispose a quella voce, il ragazzo stava per andarsene sbuffando quando Nico, con la mente annebbiata dall’alcool lo riconobbe.
-Guarda che non sono un fantasma.
Will quasi cadde dalle scale per lo spavento e alzò lo sguardo cercando di individuare la fonte di quella voce.
Nico al buio si vedeva veramente poco ma alla fine il biondo riuscì a individuarlo.
-Davvero? Io credo che tu invece abbia voglia di uccidermi. Questa è già la terza volta nelle ultime sei ore.
-Mi chiamo Nico- si presentò il ragazzo.
-Will- rispose l’altro arrampicandosi sul tetto insieme a lui, poi a metà strada ci ripensò e fermandosi di botto puntò lo sguardo sul ragazzo – Non mi butti giù vero?
Come risposta semplicemente Nico alzò gli occhi al cielo.
Mentre il biondo si sistemava al suo fianco Nico buttò giù tutta la birra che aveva ancora nel bicchiere, riflettendo che forse non fu proprio una cosa così saggia aver bevuto così tanto senza avere nulla nello stomaco.
La testa gli si svuotò completamente e solo per questo pronunciò le parole – Mi dispiace.
Will lo fissò alzando un sopracciglio forse non capendo a cosa si riferisse di preciso, così Nico si toccò la fronte e, come riflesso, Will si tastò il suo livido viola.
-E’ una tua abitudine fare questo a sconosciuti incontrati in bagno?
-Hey! Io mi stavo solo difendendo!
-Ma non ti avevo fatto nulla.
-Pensavo … che ti volessi vendicare dopo che ti avevo fatto spaventare in quella villa- disse quell’ultima frase a voce bassissima e poi continuò – Non hai un trauma cranico, questo è l’importante.
Will sorrise continuando a tenere lo sguardo fisso su Nico, poi chiese – Mi spieghi che ci facevi in quella villa?
-Cacciavo i piccioni.
Will lo scrutò per qualche secondo poi, sempre con il suo sorrise, rispose – Qualcosa di più credibile?
-In effetti potrei inventarmi qualcosa di più credibile ma non sarebbe comunque la verità.
Mentre Will continuava a fissare lui, Nico teneva lo sguardo davanti a se, solo così poté notare Percy Jackson e la sua ragazza Annabeth seduti nel dondolo a sbaciucchiarsi.
-Mi sa che andrò a vomitare- annunciò scendendo dal tetto.
Will seguì il suo sguardo cercando di capire che aveva visto ma fu distratto dal ragazzo che una volta sceso nella terrazza per poco non finì a terra.
Lo seguì e vedendolo barcollare nelle scale gli chiese – Hai bevuto forse un po’ troppo?
-Non abbastanza.
Nico cambiò idea, non aveva più voglia di vomitare, il tavolo degli alcolici era più invitante.
Prese una bottiglia mezza piena di vodka alla pesca e iniziò a bere direttamente da quella, senza sprecare tempo e plastica versandola in un bicchiere.
Dopo diversi sorsi, mentre gli scendeva bruciandogli tutta la gola e lo stomaco, qualcuno gliela tolse dalle mani.
-Ridammela!
Nico cercò di riprenderla dalle mani di Will ma al ragazzo bastò allontanarla leggermente per fare quasi cadere Nico in avanti.
-Tienitela pure, non mi va più neanche di bere.
Detto questo andò via e, dopo essere uscito da quella casa senza sbattere troppo contro muri e porte, cerco di avviarsi a casa sua ma non dalla parte della spiaggia, bensì dalle vie interne.
-Che stai facendo? Sei troppo ubriaco per andare via solo.
Will lo costrinse a fermarsi trattenendolo per un polso.
-Ma che cazzo te ne importa e chi ti conosce! Lasciami in pace.
Dall’alto Will lo fissò con uno sguardo duro, aveva perso ogni traccia del sorriso che aveva tenuto per tutta la sera – Sono un medico, non ho nessuna intenzione di farti andare via in questo stato.
Nico lo fissò, per la prima volta lo fissò veramente e constatò che era un ragazzo veramente bello.
Una piccola parte ancora razionale del suo cervello gli fece presente che era l’alcool a parlare e non lui.
Ma questa parte era veramente piccola perché mentre pensava a queste cose dalla sua bocca uscirono ben altre parole – Perché non mi baci?

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Will ***


Will fissò Nico dormire nel suo letto a una piazza e mezza.
Aveva un ragazzo, di cui non conosceva neanche il cognome, che dormiva beatamente nel suo letto.
Lo fissò per qualche secondo, aveva la fronte corrugata anche mentre dormiva.
Si chiese se quel ragazzo avesse mai sorriso in vita sua.
Con questi pensieri e continuando a fissarlo si addormentò a sua volta steso al suo fianco.
Si risvegliò la mattina dopo sentendo un botto.
Si mise a sedere di scatto aprendo gli occhi e rimanendo accecato per qualche secondo dalla luce del sole che entrava dalla finestra.
Poi si ricordò della sera precedente anche perché, alla sua destra coricato a terra, Nico si lamentava, era sicuramente caduto girandosi nel sonno.
Si mise seduto tenendosi la testa tra le mani – Mi sta scoppiando la testa.
-Ci credo visto tutto quello che hai bevuto ieri!- Rispose Will stiracchiandosi.
Sentendo quella voce Nico strabuzzò gli occhi e iniziò a guardarsi intorno.
-Che ci faccio qui? E dove sono? Cosa è successo?
Le sue domande a raffica si fermarono finendo in un flebile lamento solo per un’altra fitta alla testa.
-Non ricordi proprio nulla?
Nico lo scrutò per un po’ poi strizzò gli occhi portando le gambe al petto e poggiando la fronte sulle ginocchia, da li si sentì la sua voce ovattata – Ti chiami Will, vero?
Il biondo annuì poi si ricordò che Nico non lo stava guardando e risposte con un –Mh-mh.
-Eravamo a casa di Piper … sul tetto se non sbaglio, giusto?
-Vero anche questo.
-Poi boh… è tutto così confuso.
-Non so cosa hai visto, ma sei scappato dal tetto e tornando giù ti sei scolato mezza bottiglia di vodka, poi hai deciso di andare via. Non ti potevo lasciare andare via in quello stato, così ti ho inseguito e …
-E?- Lo incitò a continuare Nico.
“Mi hai chiesto di baciarti” avrebbe voluto rispondere Will ma tralasciò questo piccolo particolare e raccontò quello che successe subito dopo.
-E mi hai vomitato addosso.
Nico alzò la testa di scatto fissandolo completamente rosso – Sul serio?
Will rise vedendo la sua faccia completamente imbarazzata e continuò con una scrollata di spalle – Non avevi mangiato, vero? Era tutto molto … liquido. Comunque eri mezzo svenuto alla fine e non avevo idea di chi fossero i tuoi amici, o i tuoi familiari o dove fosse casa tua così, non potendo lasciarti in mezzo a quella stradina ti ho portato qui. Sei crollato come un sasso nel mio letto, sono andato a lavarmi visto che puzzavo terribilmente grazie a te e quando sono tornato dormivi così profondamente che era impossibile svegliarti.
Finito di parlare Will si alzò finendo di stiracchiarsi per bene e si avviò verso la sua piccola cucina – Hai fame?
-Caffè.
-Dovrei averlo da qualche parte … -
Dopo che lo trovò, mentre aspettava che si facesse si girò, poggiandosi all’angolo cucina con le mani incrociate al petto e si mise a fissare il suo ospite che si era seduto in una delle due sedie del tavolo e continuava a stringersi la testa con le mani.
-Ma non hai caldo?- Gli chiese a un certo punto alludendo al suo giubbotto da aviatore.
-In effett … - Stava per toglierselo quando ci ripensò, lasciando la frase a metà e proteggendosi le braccia con le mani – Sto bene così. – Concluse.
Naturalmente Will si incuriosì ancora di più ma aveva ormai capito che per quante domande facesse non avrebbe ricevuto nessuna risposta in cambio, o almeno, non una risposta seria.
Anche Nico capì che era meglio distogliere l’attenzione del biondo su quell’argomento e per farlo se ne uscì con un nuovo argomento completamente innocuo.
-Quanti anni hai?
-19- Rispose Will porgendogli la tazzina di caffè – Tu?
-17
Will aprì bocca per ribattere ma qualsiasi cosa volesse dire non riuscì mai a dirla perché qualcuno iniziò a urlare il suo nome.
Prima però che il ragazzo potesse rispondere anche a quella voce, i suoi amici entrarono in casa senza aver bisogno di bussare.
-Ma dov’eri finito ieri sera? Ti ho cercato per un sacco di tempo e … oh ciao!
Malcolm interruppe tutto quello che stava dicendo notando Nico e lo salutò con un gran sorriso.
Lui, naturalmente, lo salutò con un cenno del capo.
Dietro di Malcolm erano entrati Leo (che stava giocando con un filo metallico), Travis e Connor.
-Ciao Nico!- Lo salutò Leo, forse l’unico che lo conoscesse, poi continuò rivolto a entrambi – Venite in spiaggia per una partita di pallavolo? Dobbiamo ancora andare a chiamare Jason, Percy e qualcun altro, allora?
-Perché no?- Rispose Will.
Mentre quella di Nico fu ben diversa – Io passo. – E prima che qualcuno potesse dire qualsiasi cosa ringraziò Will con un borbottio e fuggì via.
-Non pensavo conoscessi Nico Di Angelo. Come mai era qui?
Domandò Leo, senza neanche essere interessato alla risposta, cercando qualcosa dalle sue tasche mentre Malcolm, con un mezzo sorrisetto in volto, fissava intensamente il suo amico.
Will arrossì leggermente ma riuscì a non farsi notare quasi da nessuno – Infatti non lo conoscevo fino a ieri pomeriggio e se tu ora non mi avessi detto il suo cognome a questo punto non saprei neanche quello.
Ignorò palesemente la seconda domanda e prima che Malcolm riuscì a farglielo notare batté le mani e si avviò alla porta incitando gli altri a uscire da casa sua insieme a lui – Allora? Non ci aspetta una partita?
Dopo qualche secondo si ricordò che non era il caso di andare in giro con gli stessi vestiti con i quali aveva dormito e tornò dentro a cambiarsi.
Dopo che furono in strada Leo e i due gemelli si avviarono a casa di Percy e, visto che Will non l’aveva mai visto, decise che era meglio aspettarli fuori, Malcolm gli fece compagnia.
Non appena i ragazzi rimasero soli subito Will alzò le mani come per proteggersi – Non è come pensi.
-E cosa penso?- Rispose l’amico con un sorriso.
-Davvero, non è successo assolutamente nulla. Adesso smettila di guardarmi con quel sorrisetto da maniaco.
Dopo aver recuperato tutti si avviarono in spiaggia.
______________________________________________________________________________________________________________________________
Rieccomiiii!
Come avete ben potuto constatare ho intenzione di aggiornare ogni giorno, credo di potercela fare, al massimo ogni due se proprio ho troppi impegni.
Che ne pensate fino ad adesso? Fatemi sapere vi pregooo
Ringrazio comunque tutti quelli che sono arrivati fin qui e che continueranno a seguirmi mettendo la storia fra le seguite, le ricrdate e le preferite.
Davvero grazie, a presto, Deh

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Will ***


Malcolm, Frank, Will, Leo, Jason e Luke contro Travis, Connor, Percy, Grover, Chris e Charles.
24 a 23.
Toccava a Charles battere.
Il primo tiro nessuno lo prese, credevano tutti che stesse andando fuori campo la palla ma entrò di qualche millimetro dentro la linea.
Per il secondo si lanciò Jason, la palla la prese solo che andò a sfiorare la rete e, dopo vari minuti di litigi la partita si concluse con la vittoria per la seconda squadra.
Silena, la fidanzata di Charles, gli si lanciò contro con urlando per la vittoria avvenuta grazie a lui e finirono con il rotolarsi nella sabbia.
-Non vi accoppiate qui, siamo in luoghi pubblici.
Gli urlò qualcuno mentre molti iniziarono a  ridere ma i due ragazzi a terra li ignorarono completamente.
La maggior parte di loro si avviò al chiosco e Will li seguì anche se non conosceva i tre quarti di loro.
Era insieme a Malcolm e avevano appena preso da bere, si stavano avviando verso un tavolino libero quando sentì – Ciao Will!
Si girò cercando di associare quella voce a un volto e vide la ragazza con gli occhi grigi e i boccoli biondi che aveva aiutato la sera prima alla festa.
-Ciao! Annabeth giusto?
La ragazza annuì.
-Tutto bene?- Allora domandò lui indicando il braccio.
-Si si. Grazie.
A quel punto la raggiunse un ragazzo e le mise un braccio intorno al fianco, aveva occhi verdi e capelli scuri, aveva giocato nella squadra avversaria.
Se Will si ricordava bene si chiamava Percy.
Lo guardò con uno sguardo duro, cosa pensava che ci stesse provando con la sua ragazza?
-Annabeth andiamo a farci un bagno?
E senza aspettare una risposta se la trascinò via – Solace. – Lo salutò in modo formale mentre lei faceva un cenno con la mano.
Will avrebbe risposto con lo stesso tono se solo avesse saputo il suo nome completo.
Si girò e raggiunse Malcolm che si era andato a sedere in un tavolino con Leo, quest’ultimo stava costruendo qualcosa con i tovagliolini di carta.
-Chi è quel ragazzo?- Domandò Will sedendosi e indicando Percy che insieme ad Annabeth stava uscendo dal chiosco per avviarsi in acqua.
-Percy Jackson.
Rispose distrattamente Leo per poi diventare rosso e incantarsi a fissare una ragazza dai lunghi capelli castani che era appena entrata.
Will stava per domandare come facesse Percy Jackson a conoscerlo quando una ragazza minuta, dalla carnagione scura e dai ricci capelli scuri si avvicinò preoccupata al loro tavolo.
Doveva già averla vista perché aveva una faccia nota.
Era seguita da un enorme ragazzo che aveva giocato nella loro squadra, si doveva chiamare Frank.
Sorrise a tutti loro mentre la ragazza iniziò a parlare preoccupata – Leo, non trovo mio fratello! L’hai visto? Ieri era alla festa, l’ho visto solo qualche minuto e poi l’ho lasciato al tavolo degli alcolici da quel momento non l’ho più rivisto, prima della partita sono passata da casa ma non c’era, aveva anche il letto intatto quindi non avrà dormito li perché nella sua vita non ha mai rifatto il letto! Sono preoccupata e se …
Il suo parlare a macchinetta fu interrotto da Leo che, continuando a tenere lo sguardo fisso su quella ragazza, le rispose – Tranquilla Raggio di sole, è vivo, stamattina era a casa sua.
Con una mano indicò Will che per poco non si strozzò con il the alla pesca che stava bevendo.
-Ti sei innamorato di una nuova ragazza Leo?- Chiese Frank sorridendo alludendo alla ragazza bruna che continuava a fissare.
-Lei me la sposo.- Rispose Leo convinto e alzandosi andò da lei.
La ragazza minuta si sedette al suo posto mentre Frank si avvicinò una sedia per mettersi accanto a lei.
Aspettò che Will si riprendesse dalla sua tosse per poi squadrarlo e chiedergli – Che ci faceva mio fratello da te?
-E’ una lunga storia …  Davvero Nico è tuo fratello? Siete così … diversi.
La ragazza sorrise – Fratellastri – Precisò – Dalla parte di nostro padre.
-Ah okay, ora si spiega tutto- sorrise anche lui.                                    
-Tu sei Will, giusto?
-Perché tutti conoscete il mio nome e io non ho la minima idea di chi siate voi?
La ragazza mise su un accenno di broncio – Ieri alla festa ero con Annabeth e Piper.
Ecco spiegato perché aveva una faccia familiare.
Si toccò la fronte – Mi hai chiesto tu come mi sono fatto questo,  vero?
Lei sorrise, forse felice che si sia ricordato – Esatto! Per la cronaca mi chiamo Hazel, comunque dalla descrizione che mi hai fatto ero certa che ti stessi riferendo a mio fratello così l’ho chiamato e gli ho intimato di venire per chiederti scusa.
-Oh …
-L’ha fatto?
-Si … E poi mi ha vomitato addosso, però si è scusato all’inizio.
Frank e Malcolm si misero a ridere e presto li seguì anche Will, Hazel fu l’ultima a unirsi al gruppo.
 
Due giorni dopo Will aveva deciso di dare una ripulita alla casa e fu in quel momento che si accorse che sotto il suo letto c’era un mazzo di chiavi.
Non erano sue perché non le aveva mai viste in vita sua, inoltre come portachiavi c’era un piccolo teschio nero.
Nico Di Angelo.
Dovevano essere per forza sue. L’ultima volta che l’aveva visto era stata la mattina di due giorni precedenti quando era scappato via dopo che i suoi amici avevano proposto la partita di pallavolo.
Doveva ammettere che lo attirava quel ragazzo ma non aveva il coraggio di chiedere in giro di lui.
Adesso però, aveva una scusa ben credibile proprio nelle sue mani.
_____________________________________________________________________________________
Capitolo di passaggio per conoscere un pò meglio i personaggi
Fatemi sapere, a presto, Deh

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Nico ***


Nico fu svegliato da un’insistente bussare alla porta.
Lamentandosi si rigirò nel letto, poteva solo essere Hazel.
Da quando lui aveva perso le sue chiavi avevano solo quelle di lei.
Mentre si avviava alla porta cercando di svegliarsi e faceva un mega sbadiglio gli venne in mente una conversazione avvenuta con sua sorella qualche ora prima.
Okay, era mezzo addormentato ma era quasi certo che lei gli avesse detto che stava andando a fare la spesa con Frank e che sarebbe tornata prima di pranzo quindi, visto che lui non si sarebbe mai svegliato prima di quell’ora, si stava portando le chiavi.
Tutto questo gli venne in mente mentre ormai stava aprendo la porta.
Davanti si ritrovò un Will sorridente.
-Ciao!- Lo salutò mentre i suoi occhi azzurri si soffermavano sul suo corpo.
Will aveva delle infradito arancioni in tinta con la maglietta e dei jeans al ginocchio mentre Nico … bè, lui era completamente nudo fatta eccezione per i boxer neri.
Quando se ne rese contò si sentì le guance leggermente più calde anche se comunque non aveva completamente senso visto che si trovavano a mare.
Si fece da parte per farlo entrare abbassando la testa in modo da nascondere le guance con i capelli.
-Come hai fatto a scoprire dove abitavo?
Will scrollò le spalle guardandosi intorno – Ho chiesto in giro, credo che queste ti appartengono.
Gli mostrò il mazzo di chiavi e al più piccolo, mentre chiudeva la porta, quasi brillarono gli occhi.
-Dove le hai trovate?! Mio padre non mi ucciderà più!
Si avvicinò sollevato e gliele prese dalle mani.
-Erano sotto il letto, le ho trovate mentre …
Ma smise di parlare di botto.
Nico alzò lo sguardo cercando di capire cosa fosse successo quando lui gli afferrò i polsi e lo avvicinò a se scrutandogli le braccia, poi sbottò – Che cosa hai fatto?
Nico sbiancò, per quanto il suo volto già pallido lo potesse diventare di più, e si sottrasse dalla sua presa abbracciandosi le braccia e girandosi di spalle, poi sibilò – Fatti i cazzi tuoi.
Aveva le braccia coperte di tagli e lividi, per questo non aveva nessuna intenzione di farsi vedere in giro.
-Guarda che tagliarsi non serve a nulla e …
-Cosa? E’ questo che pensi? Guarda che io non mi taglio mica!
Si rigirò quasi urlandogli queste cose in faccia.
-Non penso che quelli te li abbia fatti il gatto.
-Non ho nessuna intenzione di iniziare a farti pena, perché non lo potrei sopportare. Ma non ho intenzione di raccontarti niente. Quindi pensa pure quello che vuoi, non me ne può importare nulla perché tu non sei nessuno.
Non si rese conto che parlando si era avvicinato sempre di più e guardava dal basso Will, con occhi fiammeggianti, a solo qualche centimetro di distanza dai suoi.
Anche lui lo stava fissando malissimo, la sua bocca ridotta a una linea sottile ma non rispose alle provocazioni del ragazzo.
-Vattene via da casa mia, adesso.
Concluse Nico.
Quando finalmente il ragazzo si decise a parlare furono interrotti dalla porta che si apriva.
Entrarono Hazel e Frank con due enormi buste della spesa che stavano parlando animatamente di qualcosa. Si fermarono non appena videro i due ragazzi.
-Ehm… scusate- fece la ragazza fermandosi sulla porta – Abbiamo interrotto qualcosa?
Nico si allontanò da Will e quest’ultimo tornò a puntare lo sguardo su di lui parlando comunque a Hazel – Tranquilla, me ne stavo giusto andando.
Si voltò e con due larghe falcate andò via, senza salutare nessuno.
Esasperato Nico iniziò a cercare il suo pacchetto di sigarette.
-Si può sapere che è successo?
-Io le attiro le disgrazie! Ma perché non si fa gli affari propri!? Ma no! Andiamo tutti a rompere le scatole a Nico, è divertente tanto! Voleva sapere cosa mi fossi fatto, è normale che non gli avrei detto la verità, crede che sia un autolesionista ora. Come se in ogni caso gliene potesse importare qualcosa.
Quando finalmente trovò il pacchetto insieme al suo accendino si avviò in cucina, fuori, nella grande terrazza che avevano.
Dopo aver posato le buste sul tavolo Hazel e Frank lo seguirono.
-Nico, non è che ti piace?
-Cosa? Assolutamente no.
Solo Hazel, Frank e Jason sapevano del suo orientamento sessuale e sapevano anche di chi aveva una cotta da tempo.
-Meglio, tanto non era neanche così bello.
-Hazel ma l’hai visto bene, okay che sei fidanzata ma hai visto i suoi occhi? E le fossette che gli si formano quando sorride o …
-Non è neanche simpatico!- Continuò allora Frank.
-Ma se non fa altro che sorridere e- Si bloccò di scatto capendo finalmente dove i due ragazzi volevano andare a parare.
-Questo non vale.
Hazel e Frank iniziarono a ridere consapevoli del loro successo.
Se ne tornarono dentro a sistemare la spesa mentre Nico rimase fuori, a fumare e a ripensare al ragazzo dai biondi capelli e dai magnetici occhi blu.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Will ***


Erano passati 6 giorni da quando aveva discusso con Nico e da quella mattina non l’aveva più rivisto.
Non che lo stesse ignorando lui, faceva quello che facevano tutti i ragazzi normali: spiaggia, mare, serate al chiosco.
Era Nico che era completamente scomparso dalla circolazione.
Era sabato sera, infatti il chiosco era abbastanza affollato e Will aveva iniziato a conoscere sempre meglio quei ragazzi più o meno suoi contemporanei.
Quando era arrivato conosceva solo Malcolm, suo migliore amico dai tempi delle elementari.
Leo era molto simpatico anche se aveva la tendenza a far esplodere le cose. Era diventato amico anche di Hazel, Frank, Luke e i due gemelli Stoll.
Jason era il migliore amico di Leo, quindi aveva avuto modo di conoscere bene anche lui, aveva la tendenza però a passare quasi tutto il tempo in disparte con la sua ragazza Piper.
Aveva capito che Percy Jackson era il ragazzo amato un po’ da tutti: bello, brillante e il miglior surfista di sempre.
La sua ragazza, Annabeth, era molto intelligente, tutto il contrario di quello che si potrebbe dire sulle biondine. Si salutavano ma le loro conversazioni erano basate sul minimo indispensabile, in tutto questo Percy continuava a guardarlo malissimo, prima o poi avrebbe dovuto fare una bella chiacchierata con quel ragazzo facendogli capire che non era minimamente attratto dalla sua ragazza.
Poi c’era una ragazza, se non sbagliava si chiamava Drew e non faceva altro che stargli addosso.
In quel momento poteva sentire i suoi sguardi rivolti verso di lui, per questo non aveva nessuna intenzione di guardare nella sua direzione.
Infatti mentre quasi tutte le ragazze erano andate a ballare, Will se ne stava appoggiato a un muretto sorseggiando una birra mentre fissava la partita a biliardo che stavano giocando Jason e Leo contro Frank e Reyna.
Hazel era di fianco a lui, non proprio attaccata ma qualche centimetro più distaccata, anche lei era concentrata sulla partita tifando per il suo ragazzo e per la sua migliore amica quando Will la sentì dire – Ma guarda chi c’è! Chi non muore si rivede.
Will alzò lo sguardo dalla palla che aveva appena messo in buca Jason per capire a chi si stava riferendo e, tutto si poteva aspettare, tranne la comparsa di Nico.
Tranquillamente, con le mani nelle tasche del suo giubbotto nero si stava avvicinando a loro.
Si sistemò nello spazio tra Will e sua sorella e con voce annoiata chiese – Chi sta vincendo?
-Per adesso Leo e Jason ma tanto ora li battono.
Dopo che Hazel ebbe detto quelle parole Frank imbucò una palla e lei fece un mezzo urletto che sembrava molto un “Visto!?” e tutta felice si avvicinò al suo ragazzo.
Nico e Will rimasero li, uno accanto all’altro, entrambi guardavano davanti a se fino a quando, molti minuti dopo il primo parlò a voce bassissima.
-Non sono bravo con le nuove amicizie, non so neanche da dove si inizia.- Si girò a fissarlo – Non ho comunque nessuna intenzione di chiederti scusa.
-Va bene- rispose Will con una scrollata di spalle.
-Va bene? Tutto qui?- Chiese incerto credendo di aver capito male.
-Avevi ragione, non sono nessuno per volermi fare i fatti tuoi. Dovrei chiederti io scusa.
-Oh bé, è stato semplice.- Concluse Nico rubandogli la birra dalle mani e finendola.
Il ragazzo naturalmente protestò ma nessuno lo ascoltò.
-Drew Tanaka si è presa una bella cotta per te.- Constatò Nico poggiando la bottiglia ormai vuota nel muretto, poi continuò – E’ carina, se ti piace quel genere di ragazza.
-No, non mi piace quel genere.
-In effetti è un po’ troietta- concluse Nico con un mezzo ghigno.
Will si mise a fissarla e si, quello che aveva appena detto il moro si poteva benissimo approvare anche solo per com’era vestita.
-Nico!- Una voce fece sobbalzare entrambi distogliendoli dai proprio pensieri – Da quand’è che non ti fai vivo?
Nico alzò le spalle e distolse lo sguardo da Percy che si era appena avvicinato e gli aveva messo un braccio intorno alle spalle – Ho avuto da fare. – rispose senza muovere un muscolo.
Il ragazzo dagli occhi del mare gli sorrise avvicinandosi al suo orecchio anche se Will riuscì a sentire comunque benissimo, aveva una mezza idea che avesse parlato forte proprio per farlo sentire principalmente a lui – Ti devo raccontare di questo inverno con Annabeth! Prendere quell’appartamento insieme è stato grandioso, okay lei studia per la maggior parte del tempo ma è comunque grandioso!
-Fantastico.- Rispose Nico con il tono completamente piatto di uno che non pensa seriamente che quella cosa sia fantastica e uno sguardo gelido.
Percy si perse a guardare la sua ragazza che parlava animatamente con Piper e Silena e con un sospiro disse – No, lei è fantastica …
A quel punto Nico si staccò da lui di scatto, come se avesse preso la scossa e iniziò ad allontanarsi balbettando – Io … ho un impegno ora, ne parliamo qualche altra volta okay?
E senza aspettare una sua risposta andò via, uscendo dall’entrata che portava nella stradina.
Percy quasi non si accorse di lui troppo concentrato a guardare con occhi sognanti la sua ragazza, poi si riscosse e fissò Will.
Quest’ultimo lo anticipò salutandolo – Jackson.
-Solace.
Andò via anche lui lasciandolo solo.
Sentì distrattamente le voci di Frank, Hazel e Reyna che esultavano per aver appena vinto la partita ma lui era concentrato a fissare la bottiglia di birra vuota che Nico aveva lasciato nel muretto. Ripensò a cosa gli aveva detto Nico la sera che si era ubriacato.
Spostò lo sguardo e lo portò su Percy Jackson che proprio in quel momento stava abbracciando Annabeth da dietro. Ripensò a come Nico era appena scappato.
Unì queste due cose e fece 2+2.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Will ***


Scusate per il ritardo, sono stata fuori e ho potuto aggiornare solo ora.
Il capitolo è forse un pò breve ma di sicuro non è un capitolo di passaggio.
Spero mi farete sapere, buona lettura!
Deh

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
 
Dopo che Will arrivò alla sua conclusione si allontanò a grandi falcate dal chiosco ignorando Malcolm che stava per domandargli qualcosa, si sarebbe scusato in seguito.
Uscì dalla stessa uscita che aveva preso Nico e iniziò a cercarlo.
Girò per 20 minuti buoni, a un certo punto fu quasi tentato di andarlo a cercare nella villa abbandonata ma non aveva nessuna intenzione di andare li in piena notte.
Fece un sospiro di sollievo quando lo trovò alla fine della prima strada, seduto nel muretto che divideva la spiaggia con la stradina.
Si avvicinò lentamente e silenziosamente.
Nico stava fissando il mare, non l’aveva visto ma quando Will si trovò a solo qualche metro di distanza chiese – Che cosa vuoi?
Will si avvicinò del tutto e gli si mise davanti.
-Tu sei gay.
Non era una domanda, era semplicemente una constatazione.
Nico non reagì in alcun modo, semplicemente alzò un sopracciglio sorpreso.
Con molta calma poi, spense la sigaretta e si alzò.
Quello sguardo poteva uccidere, i suoi occhi neri lanciavano sguardi d’odio e la sua pelle pallida quasi brillava al buio della notte.
Nonostante Will fosse molto più alto e grande di quel ragazzino per un attimo ne ebbe paura pensando davvero che avrebbe potuto ucciderlo, lì, senza testimoni, solo per la frase che aveva detto.
-Ah si? E tu come sei arrivato a questa grande conclusione?
Will abbozzò un sorriso – Dimmi se sbaglio ma penso che tu prima sia scappato da Jackson perché ne avevi abbastanza di sentirlo parlare della sua ragazza, anche quando hanno proposto la partita di pallavolo sei scappato non appena hai sentito il suo nome. Tu sei geloso di lui.
-E perché invece la tua ingegnosa testolina non ha pensato che fossi geloso di Annabeth invece che di Percy?
-Perché- inizio a bassa voce avvicinandosi di più al volto di Nico – Quando l’altra sera eri ubriaco mi hai chiesto di baciarti.
Riuscì a cogliere Nico impreparato, infatti schiuse leggermente la bocca formando una piccola “o” con quelle sue labbra sottili.
Si riprese quasi subito e rispose – Bene, ma non mi risulta che tu mi abbia assecondato quindi non vedo cosa ti cambia sapere i miei orientamenti sessuali.
Il suo fiato sapeva di fumo, Will odiava il fumo.
Ma per lui poteva anche fare un’eccezione.
-Per tua informazione, hai vomitato un secondo dopo aver detto quella frase e mi hai vomitato sopra tutta la maglietta perché io ero arrivato a due centimetri dalle tue labbra.
A quel punto Will non riuscì più ad attendere e, afferrandolo per la maglietta, lo avvicinò a se per baciarlo.
Le labbra di Nico erano gelide e per i primi secondi rimasero completamente immobili.
Will aveva chiuso gli occhi quindi non aveva idea di come stava reagendo il più piccolo ma sperò con tutto il cuore che non lo mettesse ko sul colpo, già poteva immaginarsi la scena.
Poi Nico lo afferrò per i fianchi e aprì la sua bocca per permettere alle loro lingue di incontrarsi.
Non c’era nulla di dolce o di calmo, era un bacio violento e affamato.
Will lo spinse facendolo sbattere contro il muro che aveva dietro e facendo scontrare i loro bacini, Nico soffocò un mugolio nelle sue labbra anche se il biondo non capì bene per quale delle due sue azioni precedenti era uscito quel rumore dalla sua bocca, se per il dolore o per il piacere.
Il moro fece scorrere le sue mani lungo tutto la schiena per poi immergerle nei suoi lunghi riccioli biondi, li afferrò e senza un minimo accenno di gentilezza tirò per fargli scostare leggermente il viso dal suo.
Lasciò quel tanto di spazio che bastava tra le loro labbra per sussurrargli – Resto comunque innamorato di Percy.
Will lo scrutò per un attimo, Nico pensavo che a quel punto si sarebbe staccato e se ne sarebbe andato.
Non era molto sicuro di volerlo davvero mandare via ma in quel momento gli era sembrato giusto precisare quel piccolo dettaglio.
-Va bene- rispose infine il biondo riprendendo da dove si erano interrotti portando le mani a slacciare i suoi pantaloni.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Will ***


Anche questo è un pò un capitolo di passaggio, spero comunque che non sia venuto troppo male...
Ringrazio sempre tutti, a domani e buona lettura!
Deh

______________________________________________________________________________________________
-Per quanto Jason possa essere bravo è normale che comunque non riuscirà a battere Percy, lo sanno tutti che il mare è il suo elemento naturale.
-Si Luke, ma non dobbiamo scordare che comunque Jason è il migliore in tutti gli sport.
-Travis, per quanto sia bravo in tutti gli sport rimane il fatto che a mare nessuno batte Jackson.- Leo pose fine a quella discussione.
Era domenica, le tre e qualcosa del pomeriggio e stavano aspettando di andare in spiaggia per la competizione amichevole che si erano lanciati Percy e Jason: una gara di surf.
Dovevano farla quella mattina ma c’era stato un problema, potevano rimandarla al giorno dopo ma Percy aveva assicurato a tutti che di pomeriggio sarebbe stato anche meglio e che le previsioni prevedevano onde alte per le quattro/cinque.
Will era con Leo e Malcolm e mentre aspettavano avevano deciso di andarsi a prendere qualcosa di ghiacciato al chiosco sedendosi in un tavolino fuori coperti da un grande ombrellone.
Pian piano si erano aggiunti altri, tutti quanti erano curiosi di vedere come sarebbe finita.
Erano arrivati Travis, Connor, Luke, Drew, Chris, Frank, Hazel e Nico.
Tutti avevano il costume, in alcuni casi, come Leo e Frank, avevano delle magliette sopra mentre le ragazze avevano entrambe un pareo a coprirle.
Solo Nico era vestito, non aveva il giubbotto almeno, visto che erano le 3 del pomeriggio e c’erano circa 40 gradi, aveva però scarpe, pantaloni lunghi e una maglietta larga a maniche corte, tutto rigorosamente nero.
Le sue braccia non erano più così malridotte come aveva visto una settimana prima Will, in ogni caso, se qualcuno notò qualcosa non fece alcuna domanda.
Jason e Percy non si vedevano da nessuna parte.
-Ma quando dovrebbero arrivare?- Chiese appunto Drew molto annoiata.
-E chi lo sa- Rispose Chris – Avranno di meglio da fare, sbaglio e non si vedono in giro neanche Annabeth e Piper?
Will, per riflesso, fissò Nico cercando di capire come il ragazzo avesse preso quel riferimento ad Annabeth e Percy, ma il moro non sembrava per niente concentrato sulla conversazione.
Luke si animò sentendo il nuovo argomento della conversazione e, avvicinandosi di più al tavolo finalmente interessato, disse – Restando in tema! Will, dimmi se sbaglio anche se dubito molto, ma quei graffi che hai sulle spalle e che prima non ho potuto fare a meno di notare anche nella schiena non sono segni di unghie?
A quel punto tutti lo fissavano, Drew non sembrò più così annoiata e Will si maledisse in tutte le lingue che conosceva per non essersi messo anche lui una maglietta.
-Adesso che ci penso ieri te ne sei andato veramente presto dal chiosco e poi non ti ho visto più- continuò allora Malcolm.
Will lanciò uno sguardo assassino al suo amico ma non aveva nessuna intenzione di guardare Nico o anche solo di lanciargli una brevissima occhiata.
Fece un accenno di sorriso a tutti loro e con una scrollata di spalle e una mano tra i capelli rispose – Bé, mi avete scoperto.
-E con chi eri??- Volle sapere Drew con voce tagliente.
Prima che Will potesse risponderle che non erano affari suoi lo anticipò Hazel.
-Lascialo in pace Drew, saranno fatti suoi.
-Nessuno ha chiesto niente a te Levesque. E poi perché lo stai difendendo? Che c’è, eri per caso tu con lui?
-Io?- Sorrise divertita al solo pensiero – Oh no, io ieri notte mi sono divertita con il mio ragazzo – Prese una mano di Frank proprio per ribadire quella sua affermazione e poi buttò la bomba – Sai com’è, alcune di noi riescono ad avere una relazione fissa.
Chris, Luke, i due gemelli e Leo iniziarono a sghignazzare, gli altri erano più preoccupati per la tensione che si era creata.
Visto che il soggetto principale non era più lui e quindi l’attenzione era concentrata su qualcun altro, lanciò uno sguardo a Nico.
Non stava più ignorando la conversazione e con uno sguardo abbastanza tagliente stava fissando Drew, Will avrebbe scommesso che, se solo Nico ne avesse avuto le capacità, avrebbe polverizzato quella ragazza all’istante, solo per prendere le difese di sua sorella.
Ma Drew non sapeva più come rispondere ad Hazel e alzandosi annunciò – Mi sono rotta di aspettare i comodi di quei due solo per vedere una stupida gara.
E ancheggiando andò via.
Leo sbuffò annoiato tornando ad appoggiarsi allo schienale della sua sedia – Peccato, speravo molto che avreste iniziato a picchiarvi.
Si meritò un’occhiata da Frank mentre Hazel alzava gli occhi al cielo.
Luke sospirò guardando il cellulare – Quanto mi manca Thalia.
-Perché non si è trasferita anche quest’anno con suo fratello?- Domandò Malcolm.
-Jason dice che dovrebbe farlo fra qualche settimana, per adesso è troppo impegnata a passare gli ultimi esami e qui si distrarrebbe troppo.
-Capisco, qualcun altro ha qualche storia da raccontare?- Chiese a quel punto Chris.
Anche se tutti decisero di ignorarlo Chris non demorse – Nico?
Il moro lo degnò della sua attenzione lanciandogli un’occhiata che voleva dire “Io? Serio?”, Will non era molto sicuro se avesse risposto o meno in ogni caso Leo lo anticipò.
-Ti ricordò che lui è il ragazzo con la fobia del contatto fisico.
-Odi il contatto fisico? Davvero? Non l’avrei mai detto.- Lo prese in giro Will guardandolo con un mezzo sorrisetto. Alludendo naturalmente alla sera prima.
Nico gli tirò un calcio da sotto il tavolo.
I lamenti di Will furono ignorati da tutti perché proprio in quel momento Hazel annunciò – Guardate finalmente chi hanno deciso di onorarci con la loro presenza!
Tutti si alzarono per andare finalmente in spiaggia.
Nico passò accanto a Will e in sussurrò gli disse – Te la faccio pagare.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Nico ***


-Mi spieghi dove hai buttato il mio costume!?
Will urlò questo dalla stanza di Nico mentre quest’ultimo era in terrazza, in mutande, a fumare.
Sbuffò e si decise a tornare dentro, Hazel non voleva che Nico fumasse in casa ma pensò di aprire qualche finestra prima del suo ritorno e non l’avrebbe mai scoperto.
Tornò in camera sua e si appoggiò tranquillamente allo stipite della porta continuando la sua sigaretta.
Per quanto potesse trovare interessante vedere il biondo girare completamente nudo ed esasperato per la sua stanza alla fine decise di aiutarlo – Hey Solace, prova la su.
Con la sigaretta gli indicò l’armadio dal quale pendeva un lembo arancione del suo costume.
Gliel’aveva fatta pagare per la frecciatina del pomeriggio, eccome se l’aveva fatto.
-Sai com’è, non ho molti indumenti di quell’orrendo colore.
-Però vai a letto con uno che indossa quell’orrendo colore, non mi sembra che di questo tu ti sia lamentato troppo.
Rispose Will con un sorrisetto mentre recuperava il suo costume e se lo rimetteva.
-Fottiti.
-Aspetto che lo faccia tu.
Non si tolse quel suo sorriso mentre si avvicinava a Nico così quest’ultimo gli soffio tutto il fumo del tiro che aveva appena fatto in faccia, poi si girò per tornare in cucina.
-Lo sai che fa male fumare?
Will naturalmente lo seguì entrando nella sua fase “dottore”.
-Ho 17 anni, credo di saper leggere gli avvertimenti scritti nei pacchetti di sigarette.
Il biondo stava migliorando, Nico vedeva che voleva rispondergli per le rime, magari facendogli un’altra ramanzina ma alla fine riuscì a trattenersi e cambiò argomento.
-Hai raccontato qualcosa a tua sorella?
-Perché dovrei? Non stiamo mica insieme.
-Si lo so, ma siccome oggi lei ha cercato di distogliere l’attenzione su di me quando Drew voleva sapere più particolari pensavo l’avesse fatto per te.
-No. Sa solo che mi piace Percy, fine della storia.
Will annuì pensieroso fissando l’orologio al muro, erano le 23.48 – Allora meglio che vada, non vorrei che mi trovi qui.
Nico scrollò le spalle spegnendo la sigaretta ormai finita.
-Dopo che Percy ha vinto lei e Frank hanno deciso che era il caso di festeggiare, da soli, a casa sua. Molto probabilmente sta fuori tutta la notte.
A quel punto Nico rifletté su quello che aveva seriamente detto, con quella frase gli stava praticamente proponendo di dormire da lui e questo non poteva accadere, assolutamente.
Perché Bianca sarebbe tornata nei suoi sogni e non avrebbe permesso a nessuno di vederlo in quello stato. E soprattutto perché quella sera era impegnato.
Così prima che Will potesse rispondere una qualsiasi cosa Nico lo precedette – Si, ma forse hai ragione, è meglio che tu vada.
-Ehm … okay.
Il biondo lo seguì alla porta e si fermò sulla soglia indeciso su come salutarlo.
-Ci vediamo- disse a quel punto Nico togliendolo dal suo impaccio e chiudendogli la porta in faccia.
 
Quella notte non riuscì a dormire.
Si era puntato la sveglia per le 03.30 ma non riuscì a prendere comunque sonno.
Erano le 03.27 quando lui decise di alzarsi e vestirsi.
Si vestì in fretta, rigorosamente di nero.
Uscì di casa portandosi dietro solo le chiavi e i soldi.
Le strade erano deserte, tutte le luci nelle case spente anche se riusciva benissimo a nascondersi nell’ombra evitando quei pochi lampioni.
Aveva una meta ben precisa e ci si stava avviando a passi lenti ma decisi.
Passò per una strada ancora più deserta perché da un lato c’era la villa che tutti credevano fosse infestata mentre dall’altra un campo incustodito dove l’erba arrivava alla vita chiuso da un cancello arrugginito.
Nessuno metteva piede li dentro da anni e nessuno aveva intenzione di farlo se non voleva essere ucciso da qualche serpente.
Gli mancavano veramente pochi metri per arrivare alla sua meta quando sentì una voce dietro di lui.
-Di Angelo.
Fermandosi Nico si concesse un ghigno.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Will ***


Aggiornamento veloce perchè non sarò a casa fino a domani sera
Ringrazio sempre tutti, aumentate di giorno in giorno
Vorrei sapere di più che ne pensate, lasciate qualche recensione? Per favoree
Bè, che altro dire? Buona lettura e a presto! Un bacio, Deh
___________________________________________________________________________________________________________________
Will stava passeggiando con Malcolm mangiando un gelato.
Doveva ammettere che si stava abituando sempre di più a vivere in quel posto.
Malcolm passava ogni estate in quella baia, quattro anni prima i suoi genitori si erano comprati la casa li.
Anche tutti gli altri ragazzi con cui aveva fatto amicizia passavano quasi tutte li le loro estati, per questo si conoscevano tutti, c’era anche chi aveva dei genitori che possedevano una casa li da prima che loro nascessero.
Malcolm aveva cercato di parlare con Will chiedendogli cosa aveva fatto e soprattutto con chi era stato sabato sera, ma Will era stato molto vago nelle risposte e alla fine il suo amico aveva capito che non avrebbe mai ricevuto una risposta completa quindi lasciò correre, anche se Will era convinto che avrebbe fatto delle ricerche per conto suo.
Will avrebbe voluto parlarne con il suo migliore amico ma non sapeva come cominciare “Hey Malcolm, sai che mi piacciono i ragazzi no? Bé mi scopo quel piccoletto di Nico di Angelo, si, quello inquietante che sembra molto un fantasma, guarda caso la prima volta che l’ho visto mi ha fatto scappare come un’idiota visto che credevo fosse veramente un fantasma! Ma oltre questo non è nulla di serio perché lui è innamorato del ragazzo più figo e popolare della baia.”
No, decisamente no. Era meglio restare in silenzio.
Inoltre non sapeva come Nico avrebbe preso la cosa se si fosse per sbaglio sparsa la voce.
Il suo cervello non aveva nessun problema a immaginarsi il moro con un coltello in mano e Will era affezionato a tutte le parti del suo corpo.
Come seguendo i pensieri di Will passarono davanti la villa abbandonata.
Will si fermò sedendosi su un muretto all’ombre di fronte a essa e si mise a fissarla.
Stava per parlare quando Leo girò dalla parte apposta da dov’erano arrivati loro e per poco non arrivò addosso a Malcolm visto che era tutto concentrato a inviare un messaggio.
-Hey ragazzi non vi avevo visto. Che fate?
Chiese riposando il cellulare in tasca.
Malcolm rispose con una scrollata di spalle mentre Will, con ancora lo sguardo sulla villa, domandò – Mi spiegate perché tutti credono che sia infestata? Insomma deve esserci una storia dietro.
-Certo che dietro c’è una storia, ogni casa degli orrori che si rispetti deve averne una!
Rispose Leo riprendendo in mano il telefono e vedendo cosa gli avevano risposto, fece un sorriso allo schermo poi si andò a sedere accanto a Will e fece un cenno a Malcolm – A te l’onore di raccontarlo.
-Bé- il ragazzo si schiarì la gola –Come puoi ben vedere questa è una villa enorme e ci sei anche entrato, avrai notato come sono costose le cose all’interno, lampadari, marmi … apparteneva a una ricchissima famiglia.
-Di mafiosi- precisò Leo, apparentemente concentrato in tutto e per tutto nel cellulare.
-Si, una ricca famiglia mafiosa. Si pensa che sotto ci sia anche costruito un tunnel per poter scappare in caso di ehm … problemi.
-Ma nessuno l’ha mai trovato perché nessuno ha avuto il coraggio di avventurarsi così in profondità, deve esserci una qualche porta nascosta o cose simili.
-Leo vuoi raccontare tu?- Sbottò Malcolm infastidito.
-No, scusa. Non ti interrompo più.
Sia Malcolm che Will sapevano benissimo che fosse una bugia ma il primo continuò comunque.
-Poi un giorno ci fu un incendio, era pieno inverno, nessuno era alla baia se non questa famiglia e morì una bambina di 5 anni.
-Stiamo comunque parlando di almeno 30 anni fa.
Malcolm guardò male Leo e lui finse di cucirsi la bocca mentre l’amico riprendeva.
-Si dice che il fantasma della bambina non se ne sia mai andato perché a poco a poco ai membri della famiglia iniziarono a succedere cose brutte fino a quando non abbandonarono definitivamente la villa. Dopo diversi anni si provò a sistemarla, ristrutturandola e rimettendola in vendita, non andò mai a buon fine, più di un’estate le famiglie non stavano e anche durante le ristrutturazioni ci furono diversi problemi. Alla fine si arrivò alla conclusione che questa era ormai una villa infestata.
-Naturalmente i vandali l’hanno resa molto più credibile.- Concluse Leo.
Will stese qualche altro secondo in silenzio poi si schiarì la gola –Insomma, sono solo leggende di trent’anni fa! E’ passato un sacco di tempo e non è successo più nulla, perché spaventa ancora tutti quanti?
-C’è sempre la storia di Bianca Di Angelo- buttò li Malcolm.
-Come?- Will conosceva bene il cognome ma non aveva mai sentito quel nome.
-Leo raccontala tu questa, io mi sono trasferito l’anno dopo che è successo, a me l’hanno raccontato mentre tu c’eri.
-Va bene.
Posò il cellulare e si concentrò su Will.
-Bianca Di Angelo era la sorella maggiore di Nico, non sorellastra come Hazel, ma la sua vera sorella. Erano inseparabili e bé, non mi crederesti mai se ti raccontassi com’era Nico in quel periodo.- Abbozzò un sorriso ricordando.
-Bianca faceva parte di un gruppo di ragazze, stavano sempre insieme e pian piano iniziarono a farsi vedere sempre più raramente. Me lo ricordo come se fosse ieri, avevo 12 anni, la stessa età di Nico. Ero insieme a Jason e Percy e stavamo facendo un giro in bici, siamo passati per questa strada e proprio lì li vedemmo.- Indicò un punto a terra qualche metro alla loro destra.
-Bianca era a terra mentre Nico la scuoteva piangendo e strillando il suo nome. Lei era morta. Rimasi sconvolto, sotto shock per qualche minuto mentre Percy e Jason si davano subito da fare. Avevano entrambi 14 anni. Jason prese il cellulare e iniziò subito a comporre numeri parlando in fretta al telefono mentre Percy aveva staccato il piccolo Nico dal corpo di sua sorella e lo stava consolando tenendolo stretto e mormorandogli che ansava tutto bene. Quando mi ripresi risalii in fretta sulla bicicletta e corsi per chiamare qualcuno.
Will era sconvolto, non avrebbe mai pensato niente di tutto quello.
-Come … Com’è morta?- Domandò infine.
-La versione ufficiale è che stava male, stava molto male per questo in giro aveva iniziato a vedersi così di rado, e mentre stava facendo una passeggiata la tosse era tornata, più forte del previsto e non ce l’ha fatta.
La storia doveva essere finita li ma dopo minuti di silenzio Leo continuò – Ma tutti noi siamo certi che sia successo qualcosa li dentro – e con il mento indicò la villa – settimane dopo Luke e Chris c’erano entrati per una scommessa e trovarono un cappello verde. Lo stesso cappello che indossava sempre Bianca Di Angelo.
A quel punto tutti e tre sussultarono perché girò l’angolo Frank comparendo quasi all’improvviso.
-Sei scemo!? Ci hai fatto prendere un colpo!- Gli disse Leo riprendendo poi il telefono in mano – Dove l’hai lasciata la tua bella ragazza?
Frank non reagì in alcun modo alla provocazione, Will lo trovò strano e lo trovò strano anche Leo infatti alzò lo sguardo su di lui – Ma che ti prende?
-Nico.
Rispose allora Frank come se questo potesse spiegare tutto.
A Will si strinse lo stomaco.
-Hazel ha dormito da me, questa mattina siamo passati da casa sua per farle prendere un costume e andare a mare e … ora sta bene, non era nulla di così tanto grave ma abbiamo trovato Nico ricoperto di sangue.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Nico ***


Capitolo corto, mi spiace.
Sono tornata adesso e sono super stanca, ma vi avevo promess il capitolo oggi ed eccolo qui.
Adesso ho proprio bisogno di una doccia, se non annego torno domani pomeriggio per il prossimo aggiornamento ahahah
A presto, Deh
______________________________________________________________________________________________________
-Hazel, basta fissarmi con quello sguardo! Ti ho detto che sto bene.
Nico si rivolse a sua sorella forse con un tono un po’ troppo cattivo ma non ne poteva più.
Erano seduti ai lati opposti del tavolo quadrato che tenevano in cucina e lei lo fissava con quello sguardo di pietà da quando era entrata in casa con Frank.
Nico non aveva pensato di ripulirsi del sangue che gli era colato dalla spalla sporcandogli tutto il braccio destro e dalla fronte sporcandogli mezza faccia.
Quando era tornato a casa la prima cosa che aveva pensato era il ghiaccio.
Ne aveva assolutamente bisogno per il livido che gli stava gonfiando sullo zigomo sinistro.
Stremato poi si era buttato nel divano alternando il ghiaccio anche per il livido nel fianco.
I tagli non erano così gravi ma non si era guardato neanche allo specchio e quindi, non aveva idea che il sangue ormai secco aveva fatto in modo che le sue ferite apparissero molto più gravi di quelle che erano seriamente.
Aveva chiuso gli occhi ed era entrato nel dormiveglia quando l’urlo di sua sorella, che era appena entrata in casa, l’aveva fatto sussultare facendolo mettere seduto di colpo.
C’erano volute un sacco di raccomandazioni e di “sto bene” per fare calmare Hazel.
Le aveva permesso di pulirlo e medicarlo mentre Frank se ne stava con loro, in silenzio e impacciato.
Non che Frank fosse l’unico in silenzio, Hazel ce l’aveva con Nico per rivolgergli la parola mentre lui si limitava a lamentarsi del dolore mentre lo disinfettava, fino a quando lei non sbottò “non sono un dottore!” come scusa lasciando il lavoro a metà.
A quel punto si sedette di fronte a lui e iniziò a fissarlo, Frank decise che era meglio lasciarli soli e li abbandonò con una scusa.
E adesso si trovavano in quella imbarazzante situazione.
Solo Hazel sapeva come Nico si procurava tutti quei lividi, gliel’aveva confessato un giorno lui perché non riusciva a nascondersi da lei visto che vivevano insieme.
Gli aveva pregato di non dirlo a nessuno e lei aveva mantenuto la promessa, non l’aveva detto neanche a Frank.
Nico però non gli aveva detto tutta la verità, ma quel minimo e indispensabile che bastava per farla sembrare una storia vera e plausibile e per tenerla al sicuro.
-Così ti farai uccidere.
-Non ne ho nessuna intenzione, volete capirlo o no che non sono un autolesionista?
Sbottò ormai troppo infuriato, non ce l’aveva con sua sorella, non seriamente ma non ne poteva più di quella situazione.
Si alzò e si precipitò fuori di casa sbattendo la porta.
-Nico!- Sentì sua sorella urlare il suo nome dalla terrazza, esasperata.
Non le rispose e continuò per la sua strada, sapeva che non l’avrebbe seguito perché lo conosceva, lo conosceva così bene da sapere anche che quella sera lui sarebbe tornato e avrebbero fatto pace.
Prese il cellulare e iniziò a cercare un numero in rubrica.
Will rispose con un semplice “Pronto?” non conoscendo il numero di Nico.
-Se sei con qualcuno non provare a nominare il mio nome.
Il ragazzo dall’altra parte del telefono restò in silenzio per qualche secondo, Nico pensò che non avesse capito nulla e stava per ripetere quando il biondo parlò.
-Austin, da quanto tempo che non ti fai sentire.
-Dividiti da loro, con chiunque tu sia, e vai a casa tua. Sto arrivando.
-Certo fratellino, ora controllo se me la sono portata io mettendola per sbaglio in valigia.
Nico riuscì perfino ad abbozzare un sorriso chiudendo la chiamata.
E si dovette ricredere sulla prima impressione che quel ragazzo gli aveva dato.
 
Entrò in casa sua senza neanche bussare e una volta dentro chiuse la porta a chiave.
Will lo stava aspettando con le braccia incrociate appoggiato alla piccola penisola della cucina.
Non appena Nico entrò lui si mise a fissargli ogni più piccolo livido e taglio che i vestiti gli lasciavano scoperti, il moro era certo che gli stesse facendo una scannerizzazione mentale.
Prima che Will potesse dire una qualunque cosa si ritrovò la bocca occupata dalla lingua del moro.
Nico si staccò solo per togliere la maglietta al biondo, nel frattempo gli disse – Non fare domande. Non provare a chiedermi cosa ho combinato e non guardarmi con uno sguardo pietoso. Ho appena litigato con Hazel proprio per questo. Voglio solo scopare.
Will semplicemente annuì mentre la maglietta di Nico raggiungeva la sua sul pavimento.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Will ***


Will si era già trovato in questa situazione.
Aveva Nico addormentato nel suo letto.
Questa volta, però, le circostanze erano molto diverse.
Per prima cosa non era notte, ma primo pomeriggio. Le tre per la precisione, quell’orario di estrema calma dove nessuno sarebbe venuto a disturbarlo almeno per altre due ore.
Nico si era addormentato in una posizione abbastanza scomposta, per quanto lo si poteva definire un nanerottolo era riuscito a occupare praticamente tutto il letto.
Inoltre era completamente nudo, con il lenzuolo verde attorcigliato intorno alle gambe che gli andava a coprire le parti basse.
Infine, Nico era stato pestato a sangue.
Mentre dormiva riuscì a fissarlo per bene: la spalla era tutta graffiata, come se l’avesse violentemente strisciata contro un muro, anche le ginocchia erano nella stessa condizione; un lungo taglio nella fronte che gli divideva in diagonale il sopracciglio sinistro mentre nella parte destra del suo viso, in particolare lo zigomo, prevaleva un violaceo livido; un altro livido di un colore rosso scuro e molto più esteso del precedente lo aveva nel fianco sinistro.
Forse non sarebbero sembrati così gravi se Nico non avesse avuto la carnagione così pallida.
Aveva sempre avuto anche le occhiaie, ma adesso era decisamente molto più marcate e Will poteva scommetterci qualunque cosa, ma era sicuro che Nico non avesse chiuso occhio per tutta la notte precedente.
Quando era entrato in casa la sua mente era subito entrata in fase “dottore” e si sarebbe anche comportato da tale se solo Nico non gli fosse praticamente saltato addosso.
Voleva protestare ma quando il moro gli aveva fatto capire che a una sola domanda sarebbe andato via, bé, aveva decretato che non sarebbe stato così male accontentarlo.
Ed era anche riuscito a farlo addormentare.
Gli scostò delicatamente i capelli scuri dalla fronte chiara e giurò a se stesso che avrebbe scoperto la verità su quel ragazzino e lo avrebbe aiutato, anche a costo di utilizzare tutta l’estate.
Prese un libro e si sedette a terra, accanto alla finestra a leggere.
Aveva letto quei tre righi almeno 15 volte ma comunque non ne capiva il senso perché era troppo concentrato a ripensare a quello che prima gli avevano raccontato Leo e Malcolm.
Soprattutto la storia della sorella di Nico, era a conoscenza di una parte della sua vita, voleva chiedergli molto di più, ma aveva paura di farlo scappare o di litigarci, di nuovo.
Aveva “letto” per un’ora buona quando Nico iniziò ad agitarsi nel sonno.
Non fece in tempo a posare il libro, alzarsi e avvicinarsi per vedere cosa avesse che lui si mise a sedere con un urlo svegliandosi.
Sembrò allarmato per i primi secondi, magari non si ricordava dov’era e cosa ci facesse li, poi mise a fuoco Will, in piedi accanto a se e si rilassò leggermente.
-Hey- iniziò il biondo – Che cosa … ?
Ma Nico non lo lasciò concludere e mormorando la parola “bagno” si alzò per chiudersi dentro quest’ultimo.
Will sospirò sedendosi nel suo letto.
-Dove sono i miei vestiti?- Urlò il moro dal bagno.
Will raccolse da terra le sue mutande e la sua maglietta e non appena lui uscì dal bagno glieli lanciò contro.
Mentre Nico si rivestiva in silenzio, Will, non riuscendo a trattenersi più, domandò – Posso farti una domanda?
-A che serve domandare? Anche se ti rispondessi di no tu la faresti comunque.
Will sorrise, non aveva tutti i torti.
Gli avrebbe voluto chiedere un sacco di cose, perché non dormisse la notte, se gli incubi erano su sua sorella morta, perché si riempiva di lividi e tagli e perché non gli aveva mai raccontato nulla della sua storia.
Ma a tutte queste domande lui non avrebbe risposto perché, come gli aveva ricordato qualche settimana prima, lui non era nessuno.
-Posso sapere come hai fatto ad avere il mio numero di cellulare?
Neanche Nico si aspettava questa domanda e dopo qualche secondo fece un sorriso, il primo che Will gli avesse mai visto, anche se durò veramente poco – Ho molte conoscenze – rispose tranquillamente girando per quella piccolissima casa e recuperando il resto dei vestiti.
-Forse dovresti sapere che gli altri mi hanno raccontato la storia di tua sorella.
Alla fine gli uscì dalla bocca, si sentiva in dovere di dirglielo.
-Quale storia di Hazel?- Domandò annoiato Nico mentre si allacciava le scarpe.
-No Hazel, l’altra tua sorella.
Si fermò un attimo, poi riprese ad allacciarsi le scarpe e quando ebbe finito alzò uno sguardo gelido su di lui.
-E con questo? Tutta la baia conosce quella storia.
-Volevo solo … cioè farti sapere che se ne vuoi parlare …
-Potrai anche conoscere la storia- lo interruppe subito Nico – Ma conosci la loro versione, la versione che conoscono tutti. Non hai la più pallida idea di quello che ho passato io e non ho nessuna intenzione di raccontarti il mio punto di vista per decidere se quella è una casa infestata o meno, non è un gioco.
Le labbra di Will diventarono una linea sottile, non voleva litigare con lui, continuava a ripeterselo, ma Nico non poteva seriamente pensare questo di lui, non poteva.
-Non hai capito nulla.- Era crudele quello che Nico gli aveva detto e fu ancora più crudele quello che Will gli disse dopo, lui ne era consapevole, ma non riuscì a fermare le sue parole.
-Non hai proprio capito nulla perché io non ti chiederei mai di raccontarmi una storia del genere solo per scoprire se quella è una villa infestata o meno, so benissimo che non è un gioco. Dovresti andartene adesso, mi sembra che tu abbia avuto tutto quello che ti serviva, non vedo a cos’altro ti potrei servire adesso. Ah, la prossima volta che il tuo cazzo sente il bisogno di qualcuno perché non te ne vai da Jackson? Sono convinto che sia così stupido da non farti mai domande inopportune.
Will non vide il pugno arrivare, ma sentì il dolore e sentì anche il sangue dentro la sua bocca.
Un secondo dopo aver detto quelle parole si era già pentito, ma dopo avergli caricato un pugno degno di quel nome, Nico era scappato via da casa sua.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Nico ***


Era passata una settimana precisa da quando in un giorno aveva litigato sia con Will che con sua sorella.
Con quest’ultima aveva fatto pace una volta ritornato a casa la sera, non che avessero chiarito in qualche modo, si erano parlati normalmente come se non fosse successo nulla e poi,  prima di andare a dormire, Hazel l’aveva abbracciato.
Qualche volta Will veniva a cercarlo a casa ma fingeva di essere fuori, se sua sorella era in casa con lui la pregava di mentire.
Per una settimana non si era fatto vivo con nessuno, non che questa era una novità per i suoi amici, erano abituati a non vederlo per interi giorni, solo Will non riusciva a farsene una ragione.
 
Nico uscì di casa alle 03.30 di notte.
Sempre il solito orario.
Era praticamente arrivato quando la voce che lo chiamò era diversa e, soprattutto, non lo stava chiamando per cognome.
Si girò sbarrando gli occhi, non poteva seriamente essere la sua voce.
Ma quei capelli biondi erano indistinguibili.
-Dio, Solace, che cosa cazzo ci fai qui!?
-Ti devo parlare. E tu mi ignori da una settimana.- Rispose deciso il ragazzo.
-E quindi hai deciso di pedinarmi in piena notte? Non è seriamente un buon momento, devi andartene, ora.
-No!
Stava per ribattere, poteva essere così esasperante e odioso quel biondino? Quando sentì altri passi in avvicinamento.
Quasi entrò nel panico, prese Will per la maglietta e lo sbatté contro il muretto di una casa, nascondendolo dietro un palo dalla luce e in mezzo a delle piante, poi pregò che riuscissero a non vederlo.
-Non. Ti. Muovere.- Gli intimò – Qualsiasi cosa accada.
Si scostò da lui prima di sentire una sua risposta, o anche solo un cenno, e si avvicinò ai tre ragazzi che si stavano avvicinando sperando che Will seguisse le sue indicazioni.
-Di Angelo.
Lui semplicemente salutò con un cenno del capo.
-Hai portato tutto questa volta?
Lui semplicemente uscì i soldi dalla tasca e glieli porse, si misero a contarli.
-Sono tutti- annunciò quello che non era il capo.
-Bene, vedo che la lezione di l’ultima volta gli ha fatto bene, dategli quello che gli spetta.
Lo pagarono e Nico si concesse un mezzo ghigno.
-Sai dove trovarci se ti serve altro.
Detto questo andarono via.
Nico guardò le loro figure finché non scomparvero nel buio, solo a quel punto fece un sospiro di sollievo e recuperò Will da dove lo aveva nascosto.
Lo prese per un polso e lo trascinò via.
-Ma che cosa …
Provò a iniziare il ragazzo ma Nico lo interruppe subito.
-Zitto. Non qui.
Lo trascinò per un altro po’ fino a quando non si ritrovarono di fronte la villa infestata, solo a quel punto lui gli lasciò il polso e iniziò a scavalcare il muretto.
-Nico?- Domandò incerto Will.
-Non avevi detto che volevi parlarmi?- Domandò il moro innocente, nascondendo un mezzo sorrisetto.
-Li dentro?
-Perché no?
-Ma … ci sono i fantasmi.
Nico atterrò a terra e quasi scoppiò a ridere fissando Will dal’altro lato della ringhiera – Non hai ancora capito Solace? Devi aver paura delle persone, non dei fantasmi.
Si girò e si avviò verso l’interno – Vieni o no?

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Nico ***


Hey, eccomi qui adesso.
Tutto questo perchè mi sono resa conto che domani sarò fuori tutto il giorno e non avrò modo di aggiornare quindi...
Ecco a voi il capitolo che dovrebbe essere per domani!
Fatemi sapere e buona lettura!
A presto, Deh
__________________________________________________________________________________________________________
Will alla fine lo seguì, di questo Nico ne era abbastanza sicuro.
Entrò dentro a piccoli passi, guardandosi attorno in continuazione e sussultando a ogni minimo rumore, doveva ammetterlo anche Nico, in piena notte era molto più spettrale.
Quando iniziò a salire le scale però, dopo qualche gradino non sentì più nessuna presenza accanto a se e guardò dietro, come aveva immaginato Will non l’aveva seguito, era rimasto fermo al primo scalina e guardava verso di lui.
-Davvero?- sussurrò.
-Si.
Nico tornò indietro e gli prese la mano. Si era già divertito abbastanza.
Lo portò su, in terrazza, aveva molti piani quella villa e quindi aveva la vista più grandiosa fra tutte le altre case di quella baia, non trovandosi comunque proprio in riva al mare.
-Wow.- esclamò sorpreso Will avvicinandosi lentamente al muretto e riempiendosi gli occhi di tutto quello che c’era da vedere, tutta la costa nera puntellata da milioni di luci.
-Allora- Nico si sedette a terra, appoggiato con la schiena a un muro in una posizione dove poteva comunque vedere tutto grazie a una parte di muretto che era crollato nel corso degli anni, o forse durante il primo incendio, non ne era molto sicuro.
-Volevi parlarmi?- Si accese una sigaretta portandola alla bocca.
Will si voltò e torcendosi le mani andò a sedersi accanto a lui.
-Non avevo nessuno diritto di uscire l’argomento di Jackson e rinfacciartelo in quel modo, è stato cattivo, mi dispiace.
-Si, è stato veramente crudele.
-Ce l’hai con me?
Nico sbuffò facendo uscire il fumo dalla sua bocca.
-No- rispose infine – Perché dovrei? Alla fine hai solo detto la verità, quello che pensi.
-Io non …
Ma ormai Nico si era preso l’abitudine di interromperlo sempre quando lui iniziava una conversazione che non gli andava a genio, lo fece anche in quel momento.
-Non avresti dovuto seguirmi oggi, sei fortunato che non ti abbiano visto, non sai in che casino ti sei messo.
-Non ti stavo seguendo, sarebbe stato più semplice fermarti appena tu fossi uscito di casa, però si, ti stavo cercando, non riuscivo a dormire e sapevo delle tue passeggiate notturne.
-Ah si?
-Bè, potevi anche chiedere a tua sorelle di dirmi che non eri in casa quando ti venivo a cercare ma sono comunque irresistibile, non poteva non allearsi con me, mi ha detto qualcosina.
Si meritò un pugno che per poco non lo fece cadere di lato.
Will non reagì e lo fissò mentre faceva un altro tiro alla sua sigaretta ormai a metà, poi chiese – Quella era droga?
Nico semplicemente annuì, dopo aver buttato il fumo rispose – Ma non è per me. Io la spaccio per loro.
-Perché?
-Perché spesso ho bisogno di soldi.
-E perché ti pestano a sangue?
Nico forse se l’era solo immaginato, ma dicendo quella frase il tono gli si era indurito e aveva stretto la mano in un pugno facendo sbiancare le nocche.
Distolse lo sguardo da lui e rispose con una scrollata di spalle – Qualche volta succede qualche incidente.
Finì la sigaretta e la spense a terra.
Poi si girò verso di lui – Will – quando ottenne la sua piena attenzione non poté non notare come i suoi occhi blu brillavano anche al buio.
-Non devi dirlo a nessuno.
-Non lo sa neanche Hazel?
-Soprattutto non ad Hazel, io devo proteggerla. Ti prego.
-Puoi stare tranquillo.
A quel punto Will si era avvicinato pericolosamente alle sue labbra, bastava così poco per poterlo baciare ma Nico si tirò indietro.
-Hai detto che dovrei smetterla di utilizzarti.
-Hai ragione, l’ho detto, ma non penso che il mio amichetto del sud ne sia molto felice.
Nico si permise un ghigno e con un colpo di reni si portò sopra le sue gambe, faccia a faccia, con le ginocchia ai lati dei suoi fianchi.
Senza tanti complimenti gli infilò una mano nei pantaloni – Mi sa che hai ragione, non era molto felice di quella decisione.
Giocò con le sue labbra, sfiorandole solamente, non lo baciò mai.
Riuscì ad aprirgli i jeans liberando i suoi movimenti per poi scendere con il viso.
Si fermò a qualche centimetro dal suo membro soffiando su di esso.
Will fece un mugolio impaziente, iniziò a respirare più velocemente mentre con una mano stringeva i capelli corvini del ragazzo, l’altra invece l’aveva sul pavimento della terrazzo, Nico poté sentire rumore di frammenti di pietre e tegole che si spostavano.
Non che gliene importasse, era tutto concentrato nel suo lavoro di bocca.
Per Nico scomparve tutto, la terrazza, la villa, gli avvenimenti precedenti … esisteva solo la voce del biondo che in una cantilena continuava a ripetere il suo nome.
-Dio, Nico!- Sospirò alla fine Will quando il moro finì il suo lavoro e tornò al livello del suo volto – Sei stato …
-Lo so.
La mano che aveva tra i suoi capelli scuri scese ad ancorargli il fianco mentre l’altra … se la fissò stupito.
Nico seguì il suo sguardo e notò che gli stava colando del sangue dal palmo.
-Sei un’idiota.
Constatò alla fine.
-Neanche me ne sono reso conto!
Se l’era sicuramente fatto stringendo i frammenti che c’erano a terra come, con l’altra mano, stava stringendo i suoi capelli pochi attimi prima.
-Bé- constatò infine Nico rimettendogli a posto i pantaloni – Se qualcuno dovesse chiederti se questa villa è infestata o meno puoi sempre rispondere che i fantasmi cercano di ucciderti senza che tu te ne renda conta- poi si avvicinò al suo orecchio finendo la frase in un sussurro roco -ma in compenso fanno pompini eccezionali.
Non gli lasciò il tempo di risponde che si alzò – Dai, è meglio andare via, sta per spuntare l’alba.
Si avviò verso l’interno iniziando a scendere le scale.
Will non poté far null’altro se non seguirlo.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Nico ***


-Nico!
Il diretto interessato si fermò sulla spiaggia aspettando che chi lo avesse chiamato lo raggiungesse.
-Da quanto tempo non ti fai vivo? Ho assolutamente bisogno di te!
Leo aveva uno sguardo disperato e Nico si preoccupò leggermente.
-Cosa è successo?
-Ti prego, in nome della nostra amicizia, non dire subito di no, ne ho bisogno.
Nico attese che il suo amico riprendesse a parlare, lo fece dopo un grande sospiro giocherellando con qualcosa trovata nella tasca (si, aveva le tasche anche nel costume).
-Calypso. Sono completamente innamorato di lei.
-E’ quella ragazza dai lunghi capelli color caramello?- Domandò Nico incerto, ricordava vagamente della ragazza che Leo fissava in continuazione, ma ormai erano quasi a metà Luglio e se era ancora in fissa con lei da più di un mese, bé, conoscendo Leo magari era veramente una cosa seria.
-Esatto! E’ fantastica e anche molto timida e riservata, per riuscire a farci una conversazione ci ho messo una vita. Stasera ci esco.
-Sono felice per te Leo, ma …- sapeva che c’era un ma e che sarebbe arrivato.
-Ma … mi ha invitato da lei stasera però … c’è anche una sua amica, vuole che io porti un amico, una specie di uscita a quattro.
-Scordatelo.
-Nico … Ti prego.
-Hai un’intera baia di ragazzi da poter portare, perché proprio io?
-Tutti i miei amici o sono fidanzati o si frequentano con qualcuno. Jason, Percy, Luke, Frank … Tutti!
-Travis o Connor?
-Oh andiamo, se portassi uno di loro due a casa di Calypso … bè, farei prima ad annegarmi.
Nico non voleva ammetterlo, ma Leo aveva assolutamente ragione, anche solo uno di loro due avrebbe combinato abbastanza danno da far in modo che quella ragazza non rivolgesse mai più la parola a Leo.
In ogni caso non se la dava vinta, non aveva intenzione di accettare una serata a quattro, in coppia con una persona che non aveva mai visto, soprattutto se questa persona era una ragazza.
-Malcolm?
-Già provato, è diventato tutto rosso iniziando a balbettare, alla fine ha ammesso che gli piace Drew e ci prova con lei da tipo l’anno scorso, non può farsi vedere con qualcu’altra. Avevo anche pensato di chiedere al suo amico Will, quello che è arrivato quest’anno, ma mi sembra un po’ troppo presto per domandargli una cosa del genere, che ne pensi?
-No, Will no.
Cercò qualcun altro ma non gli venne in mente nessuno, era quasi sul punto di dire a Leo di arrangiarsi ma notò la sua faccia, ancora più disperata di prima.
-E va bene.
Leo non riuscì a credere alle sue orecchie, anche Nico non riusciva a credere di aver seriamente risposto in quel modo, ma ormai non si tornava indietro.
-Grazie, grazie, grazie!
Leo lo stritolò in un abbracciò che durò veramente poco perché poi si ricordò chi era il ragazzo che aveva davanti.
-Passo da casa tua fra due ore! Ricorda che ti devo un favore.
Nico continuò a fissarlo mentre andava via correndo e saltando felice.
-Hai appena abbracciato Leo Valdez? Chi sei tu e cosa ne hai fatto di Nico di Angelo?
Nico distolse lo sguardo dal suo amico e si girò verso la voce di Will.
-In realtà ad abbracciarmi è stato … - la frase gli morì in gola quando Will entrò nel suo campo visivo. Era in costume, tutto bagnato, sicuramente era appena uscito dal mare, gli occhi azzurri brillavano colpiti dalla luce del sole, si portò i capelli dorati bagnati all’indietro mentre le gocce d’acqua gli scendevano lungo gli addominali e le gambe toniche. Alla fine riuscì a concludere - … lui.
Will sorrise divertito poi gli si avvicinò un po’ di più.
-Allora, ce ne andiamo da qualche parte?
-Ho un impegno questa sera, devo andarmi a preparare.
-Oh, che peccato.- Mise una finta faccia da cucciolo bastonato per poi concludere – Se dovessi cambiare idea, hai sempre il mio numero.
Nico si sentì la bocca secca, gli annuì per poi dirigersi velocemente verso casa.
Aveva subito bisogno di una doccia, una doccia ghiacciata.
 
Dopo aver passato una buona mezz’ora dentro la doccia, Nico si preparò per quella sera.
Non che avesse molta scelta nel suo guardaroba rigorosamente nero.
La maglietta che scelse però aveva un teschio bianco, quello era il massimo che Nico potesse fare.
Leo arrivò da lui verso le sette e mezza, fissò Nico per qualche secondo e infine se ne uscì con “Carina la maglietta”.
Arrivarono da Calypso dopo aver camminato per 20 minuti, era una villa molto grande anche la sua.
Quando entrarono ci furono le consuete presentazione e Nico conobbe la ragazza che gli avevano trovato: riccia, rossa, occhi curiosi e un sorriso abbastanza bello, Nico pensava che l’avrebbe trovata abbastanza carina se solo gli piacesse quel genere, da quanto aveva capito si chiamava Rachel.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Nico ***


Ciao! Come ve la passate?
Io avevo intenzione di aggiornare questa sera perchè dovevo stare tutto il giorno a mare, di andarci ci sono andata, sono riuscita a fare un solo bagno nell'acqua completamente gelida prima che iniziasse a sdiluviare! Come se oggi non fosse il primo giorno d'estate! T.T
Comunque, adesso eccomi qui ... spero vi piaccia come capitolo, fatemi sapere!
A presto, Deh
______________________________________________________________________________________________________________________________________
La serata si stava svolgendo in modo abbastanza tranquillo.
Per quanto possano essere tranquille le serate che finiscono con un bacio, una scenata di gelosia e una rissa.
Fino a quando rimasero a casa di Calypso andava tutto bene, la ragazza non era molto propensa a rimanere sola con Leo e quindi si ritrovarono sempre tutti e quattro insieme mentre le conversazioni erano tutte per quei tre, Nico si limitava ad annuire e a rispondere qualche volta con dei monosillabi.
La cosa migliore di tutto, però, era il cibo.
Nico non aveva mai assaggiato cose così buone, avrebbe spronato Leo a sposarsi quella ragazza solo per il suo cibo.
Mangiò come non aveva mai mangiato in vita sua e restarono un altro po’ seduti nel grande tavolo in terrazza a chiacchierare.
Più che altro parlava Calypso raccontando la sua vita, Rachel di tanto in tanto si univa con qualche battuta, ma non faceva altro che controllare il cellulare.
Magari si stava annoiando, non è che Nico fosse questa gran cosa, un po’ lui ci sperò, non avrebbe saputo come comportarsi con lei dopo quella sera.
A un certo punto però la rossa, dopo aver controllato per l’ennesima volta il cellulare, si alzò sorridendo e battendo le mani.
-Io propongo di farci una passeggiata!
Nico per curiosità guardò il suo di cellulare, erano le undici in punto, non sembrava che Rachel avesse ricevuto qualche messaggio in particolare, ma sicuramente stava aspettando quell’orario.
Tutti furono d’accordo e così andarono fuori, solo che Leo e Calypso iniziarono ad andare a destra, volendo fare sicuramente una passeggiata tra le stradine mentre Rachel andò a sinistra, verso il mare.
-Perché a mare? Non mi piace camminare nella spiaggia.
Disse Calypso all’amica arricciando il naso.
-Non voglio andare a mare, voglio andare al chiosco e questa è la via più breve.
-Oh bè, non saprei, ci sono sempre così tante persone e …
-Tranquilla- la fermò subito l’amica – io ci vado con Nico, voi andate dove volete.
E senza neanche chiedergli nulla si trascinò il ragazzo con se prendendolo per mano.
Nico staccò in fretta la sua mano da quella di lei, così in fretta che sembrava avesse preso la scossa, ma continuò a seguirla, che altra scelta aveva? Non poteva mica andare con gli altri due rovinando la serata a Leo. Pensò anche di abbandonare Rachel con qualche scusa, ma molto probabilmente lei sarebbe tornata da Calypso e avrebbe in ogni caso rovinato la serata a Leo.
Rachel non era minimamente interessata a Nico, lui lo capiva benissimo da come lei a passo svelto, per quanto potesse andare veloce nella spiaggia, si avviava al chiosco, avendo occhi solo per quell’unica luce che si affacciava nella spiaggia buia.
Appena varcarono la soglia del locale lei gli riprese la mano.
Nico cercò di sottrarsi di nuovo a quel contatto e chiederle che cosa le prendeva quando gli afferrò il viso con le mani e poggiò la bocca sulla sua.
Il moro rimase un secondo sotto shock poi pensò di spintonarla via ma già lei si era staccata con un grande sorriso.
Doveva assolutamente chiarire le cose con quella ragazza.
Poi si rese conto che praticamente metà dei suoi amici era dentro quel chiosco e ognuno di loro aveva visto ogni cosa.
Sua sorella lo stava fissando con uno sguardo abbastanza sorpreso e la bocca leggermente aperta, il suo ragazzo, seduto accanto, aveva più o meno la stessa espressione.
-Will! Non hai mai fatto un tiro così brutto.
Spostò leggermente lo sguardo, alcuni ragazzi stavano facendo una partita a biliardo, tra questi Will, neanche si rese conto di quello che il compagno di squadra gli aveva detto, aveva ancora la stecca in mano ma era troppo concentrato a fissare il moro con sguardo indecifrabile.
Si, doveva decisamente chiarire le cose con quella ragazza.
L’afferrò per un polso e con pochissima gentilezza se la trascinò fuori, non da dove erano entrati ma dall’altro ingresso.
-Si può sapere che stai cercando di fare?- Quasi l’aggredì pentendosene subito.
Lei diventò tutta rossa, in tinta con i capelli e iniziò a balbettare – Ecco … io, volevo solo …
Poi il suo viso si illuminò esclamando – Ottaviano!
Nico si girò, per scoprire che dietro di lui c’era un enorme ragazzo e aveva uno sguardo di chi stava per commettere un omicidio.
Nico ebbe la strana sensazione che la vittima sarebbe stata proprio lui.
-Tu vuoi proprio morire, Di Angelo.
Disse il ragazzo e Nico capì che di fronte aveva quello che gli aveva sempre venduto la droga.
Cercò qualcosa da dire ma Rachel aggiunse benzina sul fuoco circondando le spalle del moro con un braccio e rivolgendosi all’enorme ragazzo biondo.
-Non vedi che sono impegnata con il mio nuovo ragazzo? Che cosa vuoi?
Ottaviano la prese per un braccio e la staccò dal moro – Tu non hai nessun’altro ragazzo, sono stato chiaro? 
Nico capì che quella scenata di gelosia era stata ben architettata e progettata dalla ragazza in ogni minimo particolare, la certezza l’ebbe quando lui smise di fissarla e lei si concesse un sorriso compiaciuto.
A quel punto il ragazzo diede un pugno a Nico.
Se lo doveva aspettare, iniziava sempre così quando il moro sbagliava il suo lavoro, anche se in quei casi erano sempre in tre contro uno.
Sentì il sangue in bocca.
Non aveva fatto poi così tanto male, era abituato a tiri peggiori solo che con il colpo aveva sbattuto la testa nel muretto dietro.
Il ragazzo davanti a lui lo sovrastava.
-Parla di nuovo con la mia ragazza e sei morto. Toccala e sei morto. Prova solo a cercarmi un’altra volta e sei morto.
Alzò di nuovo la mano pronto a colpire, Nico in condizioni normali si sarebbe difeso, ma quella botta in testa lo faceva reggere a stento in piedi.
L’unica cosa che riuscì a fare fu chiudere gli occhi.
Ma il colpo non arrivò.
-Tu prova a toccarlo di nuovo e sei morto.
Ma questa era un’altra voce, una voce che Nico conosceva bene.
Aprì gli occhi, tra lui e Ottaviano, che stava perdendo copiosamente sangue dal naso, si trovava Will, le mani strette in due pugni.
Nico notò che anche altri ragazzi stavano uscendo dal chiosco per accorrere in loro aiuto ma non riuscì a distinguere nessun volto.
Rachel capì che la situazione si stava mettendo veramente male e afferrò il suo ragazzo per un braccio portandoselo via, lui non se lo fece ripetere due volte, naturalmente per battersi doveva essere avvantaggiato di partenza.
Will non staccò il suo sguardo gelido dal ragazzo che si allontanava.
-Will?- Nico lo chiamò in un mormorio, vedeva sempre più sfocato e tutto aveva preso a vorticare più velocemente.
Ma il biondo neanche lo sentì.
-Will!- Lo urlò più forte, questa volta il ragazzo si girò verso di lui e il suo sguardo gelido scomparve subito lasciando il posto a uno allarmato.
Prima di svenire, l’ultima cosa che Nico vide furono i suoi preoccupati occhi azzurri.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Will ***


Will venne svegliato da una leggerissima mano sulla spalla che lo muoveva.
-Hey- disse una voce femminile non appena lui aprì gli occhi.
Assonnato Will ci mise qualche secondo per capire che aveva davanti Hazel.
Si guardò intorno cercando di capire dove si trovasse e a quel punto ricordò tutto.
Anche se i ricordi della sera prima erano così confusi.
Dopo che Nico gli era praticamente svenuto tra le braccia per una botta alla testa, lui non si era fatto prendere dal panico ed era entrato nella sua fase “dottore”.
Hazel e Frank furono subito accanto a lui e lo portarono a casa. La prima sapeva che Will stava studiando per diventare dottore così se lo trascinò dietro.
Will lo controllò, non aveva nulla di grave a prima vista e subito andò ad avvertire sua sorella che ormai era nel panico più assoluto.
Quando lei aveva recepito la notizia si era buttata nel divano stremata con uno sguardo vacuo.
Frank si era subito messo accanto a lei cullandola.
Era notte fonda ormai e in quella casa erano solo loro quattro.
Will annunciò che avrebbe controllato Nico per qualche altro minuto, per vedere se peggiorava, poi se ne sarebbe andato.
Ma alla fine si era addormentato, seduto su una sedia e appoggiato al letto del moro.
E adesso che Hazel l’aveva svegliato si pentì amaramente di quella scelta, aveva dolori ovunque per quella posizione scomoda tenuta l’intera notte.
-Mi dispiace, ci siamo addormentati anche io e Frank nel divano, se no ti avremo chiamato prima.
Will annuì guardandosi intorno, la finestra era leggermente aperta ed entravano pochi raggi di sole, suppose quindi che ormai fosse mattina.
Tornò a posare lo sguardo sulla ragazza che continuava a guardare preoccupatissima il fratello così la prese per le spalle e la girò, in modo che lo guardasse dritto negli occhi – Sta bene. Davvero Hazel, fidati. Deve solo riposare.
La ragazza annuì, stava per parlare quando iniziarono a bussare insistentemente alla porta di casa.
Hazel si girò e uscì di fretta dalla stanza per andare ad aprire.
Will si fermò li dentro qualche altro secondo a fissare il ragazzo steso nel letto, sembrava che dormisse tranquillamente anche se nella mandibola gli era gonfiato un livido violaceo.
Gli scostò leggermente i capelli corvini dalla fronte poi uscì anche lui dalla stanza chiudendosi dietro la porta.
Frank si era appena svegliato grazie ai colpi alla porta, si stiracchiò facendo delle smorfie, sicuramente anche lui era distrutto come Will.
Non appena Hazel aprì la porta si precipitò dentro un Leo abbastanza pentito che continuava a ripetere “Mi dispiace” ed “è colpa mia”.
Subito dietro di lui c’era una ragazza dai lunghi capelli color caramello, Will ricordava vagamente che Leo fosse completamente cotto di lei, però lei si stava trascinando dietro un’altra ragazza, aveva una faccia di chi si sarebbe voluta trovare in qualsiasi altro posto, ma non li.
Era la ragazza rossa della sera prima, Will si irrigidì.
-Dov’è? Come sta?- Domandò Leo sedendosi sul divano.
-Will dice che sta bene, ora sta riposando- rispose in fretta Hazel poi chiese – Mi spigate per bene cosa è successo?
-Forse potrei iniziare io- disse la ragazza con i capelli color caramello, aveva una voce dolcissima.
-Mi chiamo Calypso e ieri ho invitato Leo a casa mia, insieme a Rachel- e indicò la ragazza con i capelli rossi – e Nico. Abbiamo passato una bella serata fino a quando Rachel non ha deciso di fare una passeggiata, a quel punto ci siamo divisi, io non sapevo quel’era il suo piano, ve lo giuro, non avevo idea che fosse ancora innamorata del suo ex e avesse escogitato tutta quella cosa per farlo ingelosire. Vi prego credetemi, non farei mai del male a nessuno.
Parlò tutto il tempo con gli occhi puntati su Leo e alla fine aveva anche gli occhi lucidi, ma non le uscì neanche una lacrima.
-Come ripudi in fretta i tuoi amici schierandoti dalla parte che conviene.
Disse sprezzante la rossa.
-Non sto passando da nessuna parte che conviene, sto solo facendo la cosa giusta, sei cambiata Rachel, non saresti mai arrivata a far pestare a sangue qualcuno solo i per i tuoi scopi.
-Quello è stato un incidente.
-Un incidente!? Hai utilizzato mio fratello per i tuoi sporchi comodi e poi te ne esci dicendo che è stato un incidente!?
Hazel per poco non si lanciò addosso alla rossa ma Frank la tenne circondandole la vita con un braccio.
-Non credermi se vuoi, non mi cambia mica la vita. Per vostra informazione ho usato questa tattica anche altre volte, Ottaviano non ha mai fatto male a nessuno, certo li minacciava, ma finiva li. Non sapevo che Nico lo conoscesse non mi sembrava quel tipo di ragazzo che di solito lo va a cercare.
Nessuno capì cosa Rachel volesse intendere, nessuno tranne Will.
-Mio fratello non lo conosce quel tuo ragazzo. Sei una bugiarda. Cosa dovrebbe volere da lui?
La rossa sorrise divertita – Oh, qui la bugiarda non sono di certo io, credo proprio che tuo fratello non ti abbia raccontato tutta la verità su quello che fa in giro la notte.
Non aggiunse altro, si rivolse alla sua amica chiedendo – Adesso che ho fatto il mio dovere posso andare?
E senza aspettare una risposta lasciò la casa sbattendosi la porta dietro.
-Che cosa stava dicendo su Nico?- Chiese Hazel a nessuno in particolare.
Will fu tentato di rispondere ma rimase in silenzio, l’aveva promesso a Nico.
-Ho bisogno d’aria.
Leo si alzò in fretta dal divano e se ne andò in cucina, verso la terrazza.
Calypso lo rincorse mormorando il suo nome, una lacrima alla fine era riuscita a sfuggirle.
A quel punto entrarono Jason, Percy, Annabeth e Piper.
-Abbiamo saputo quello che è successo!
Disse quest’ultima.
Hazel annuì e iniziò a raccontare la storia a grandi linee.
Dopo di che si trovarono quasi tutti in camera di Nico.
Will era appoggiato allo stipite della porta e li osservava tutti.
Quelli erano i suoi amici, la sua famiglia, persone che magari lo conoscevano da una vita.
E poi c’era lui, che non c’entrava nulla. Non era nessuno per Nico.
Si volto e andò via in fretta da quella casa.
Solo Hazel si accorse che il biondo se n’era appena andato, come fu l’unica ad accorgersi che suo fratello, nel sonno, aveva iniziato a mormorare “Will”.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Nico ***


Nico dormì per tutto il giorno successivo, svegliandosi il mattino dopo verso mezzogiorno.
Si alzò dal letto e stiracchiandosi si avviò in cucina, aveva abbastanza fame.
Sentì delle voci provenienti da quest’ultima stanza e una volta entrato trovò Frank, Jason, Percy, Annabeth e Leo che parlavano.
Quando notarono la sua comparsa quasi lo assalirono.
-Ci hai fatto preoccupare un sacco!- Gli disse Annabeth mentre lui si guardava intorno.
-Cerchi qualcuno?
Domandò Jason scrutandolo.
-Cosa? No io, ehm pensavo che … no, niente.
Frank lo tolse dal suo impaccio annunciandogli che Hazel, Piper e Calypso erano andate a comprare qualcosa da mangiare, Annabeth non era andata insieme alle altre ragazze perché quando lei e Percy li avevano raggiunti a casa di Nico loro erano già andate.
-Calypso?
Chiese Nico scettico.
-Ehm…- Leo parlò per la prima volta da quando Nico era entrato in stanza – Forse dobbiamo parlare …- Non lo guardava negli occhi e disse tutto quello con una mano tra i riccioli scuri.
I due ragazzi andarono in terrazza e Leo iniziò a raccontare a Nico tutto quanto, di quello che gli aveva spiegato Calypso, che lei non c’entrava nulla, di Rachel e tutto il resto.
In tutto questo aggiunse tutta la sua scorta di “mi dispiace” e “chiedimi qualsiasi cosa per farmi perdonare”.
Alla fine Nico non riuscì più a sopportare quella situazione e fermò Leo mettendogli una mano sulla spalla.
-Leo, non ce l’ho con te. Tranquillo.
-Sicuro? Non hai intenzione di uccidermi di notte o qualcosa del genere?
Nico alzò gli occhi al cielo esasperato – Ti sembro così spaventoso?
-Sinceramente? Si.
A quel punto si sentì la porta di casa aprirsi portando con se un fantastico odore di pizza.
Quando Hazel notò il fratello fece un urletto e lasciando a terra l’enorme latta che si stava trascinando gli corse incontro abbracciandolo. Se Nico non l’avesse presa al volo sarebbero rotolati tutti e due a terra.
Hazel iniziò a parlare dicendo cose come “mi hai fatto preoccupare un sacco” e “fallo un’altra volta e ti uccido”, ma Nico non la stava ascoltando concentrato sulla latta che la sorella aveva lasciato a terra.
-Hazel … cos’è quella?- Chiese cauto.
-Mi dispiace Nico, io ho provato a persuaderla a non farlo, ma non ce l’ho fatta- Rispose Piper mentre posava due enormi scatoloni di pizza sul tavolo – Oh ciao Annabeth! Ci siete anche tu e Percy … va bè credo che dovrebbe bastare per tutti la pizza.
-Hazel non dirmi che è quello che penso.- Disse a quel punto Frank.
-Oh si!- Rispose invece la ragazza tutta contenta – Però alla fine ho optato per l’arancione e non per il viola, per una casa a mare ci sta meglio, no?
-Qualcuno mi spiega?- Fece allora esasperato Nico.
Tutti erano già seduti, chi a tavola, chi a terra vicino la porta della terrazza, chi nel divano e avevano già iniziato tutti a mangiare. Nico seguì il loro esempio prendendo una fetta di margherita con le patatine e sedendosi su una sedia di plastica mentre, finalmente, Frank rispondeva alla sua domanda.
-Tua sorella si è messa in testa di pitturare la casa! Non credevo però che facesse sul serio …
-Oh insomma qual è il problema?- Mise su un falso broncio.
-Oh niente tesoro, eccetto il fatto che rimarremo chiusi qui dentro per una settimana a scioglierci dal caldo quando abbiamo il mare a due passi.
-Ma saremo in compagnia! Loro ci aiuteranno tutti! Giusto ragazzi?
-Io e Calypso abbiamo già un altro impegno.
-Io mi devo allenare per le gare di pallavolo.
-Io per la serata di giorno 27.
-Io devo studiare.
-Io ho aderito a un club per salvare le tartarughe marine, sarò molto impegnato.
Subito dopo che Percy se ne uscì con quella scusa scese il silenzio, poi tutti scoppiarono a ridere, anche Nico riuscì ad abbozzare un mezzo sorriso.
Continuarono a mangiare chiacchierando tranquillamente, quando la conversazione si spostò su un argomento che a Nico non andava molto a genio.
-Ti ricordi come ti fissava la scorsa estate? La odio proprio quella Drew.- Disse acida Piper buttando giù un sorso di birra rubata al suo ragazzo, per poi storcere la bocca disgustata.
Jason ridacchiò – Oh si, ricordo perfettamente quando a ferragosto le stavi per staccare tutti i capelli.
-I suoi capelli ringraziano che quest’anno abbia cambiato vittima. Come si chiama quel ragazzo nuovo?
-Will Solace- rispose prontamente Annabeth. Percy le lanciò uno sguardo gelido, lei sembrò non accorgersene.
-Oh si, lui, povero ragazzo, qualcuno dovrebbe avvertirlo di che razza di arpia sia Drew. Non l’ho visto in giro con altre ragazze, magari è seriamente interessato a lei … e sappiamo tutti come tratta le sue conquiste.
-Non è interessato a lei.
Si lasciò sfuggire Nico, molto probabilmente era l’unica frase che avesse detto durante tutto il pranzo.
-E tu che ne sai?- Era stato Percy a parlare.
Per poco Nico non si strozzò con il pezzo di pizza che stava mangiando. Ma perché aveva parlato? E ora cosa rispondeva? “Oh bè, non è il suo genere visto che scopiamo frequentemente”.
Assolutamente no.
Iniziò a balbettare qualcosa quando Leo, involontariamente, venne in suo aiuto.
Se Nico avesse avuto qualcosa da perdonargli per quella frase l’avrebbe fatto sicuramente.
-Malcolm l’altro giorno mi ha fatto intendere che è cotto di Drew, quindi penso che a Will non interessi essendo il suo migliore amico. Qui l’unico da avvertire è proprio Malcolm.
-Esattamente.
A quel punto Nico decise che non avrebbe più aperto bocca.
Quando finirono di mangiare Leo, Calypso, Percy e Annabeth andarono via, Jason, Piper e Frank parlavano animatamente, mezzi sdraiati nel divano, dell’ultima partita che Jason aveva giocato a pallavolo.
Nico stava mettendo via la spazzatura quando Hazel lo raggiunse in cucina portando le posate sporche che avevano utilizzato.
-Allora- iniziò poi con un tono che a Nico non piaceva per nulla.
-Sapevi che Will Solace è rimasto qui a controllarti tutta la notte, dopo che sei svenuto?
Nico non rispose per qualche secondo poi annunciò –Sai Hazel, credo di aver bisogno di una bella passeggiata. Aria fresca, devo sgranchire le gambe visto che dormo da due giorni.
La ragazza sorrise, come se sapesse più cose lei che tutti loro li dentro.
Prima però che il fratello uscisse dalla cucina gli disse tranquillamente – Salutamelo.
 
Will gli venne ad aprire dopo diversi minuti.
Non si aspettava di ritrovarsi davanti Nico, lo si poteva benissimo capire dalla sua espressione.
-Sai Will? Non sono molto bravo in queste cose ma sono abbastanza sicuro che se vuoi avere una carriera come dottore non dovresti andare in giro a spaccare il naso alle persone per poi minacciarle di morte.
Will sorrise, poi circondò le spalle del moro con le braccia stringendolo forte.
Nico restò immobile, pietrificandosi, poi lentamente alzò un braccio e circondò il bacino del biondo.
Alla fine si lasciò andare completamente all’abbraccio del ragazzo, ripetendosi che per una volta poteva anche permetterselo.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Nico ***


Sua sorella iniziò a ridipingere la casa il giorno dopo.
Nico si svegliò dal tremendo rumore di mobili che venivano spostati.
Si lamentò soffocando la testa sotto il cuscino, ma quello non aiutava per niente.
-Hazel!
La ragazza sentì il suo urlo disperato e con un sorriso enorme si precipitò in camera sua.
-Buongiorno!!- Corse alla finestra aprendo tutto e inondando la stanza di luce, poi gli tolse il cuscino dalla testa – Non vedi che giornata bellissima? Dai su che oggi si inizia a lavorare!
Nico riuscì a protestare solo con un leggero mugolio.
-Ti consiglio di alzarti- disse a voce bassa Frank – Quando io mi sono riaddormentato dopo il suo primo richiamo mi ha lanciato contro un secchio d’acqua.
Nico rispose con un mugolio ancora più depresso per poi chiedere con voce impastata dal sonno – Ma che ore sono?
-Ehm … le nove- Nico aprì gli occhi sconvolto – meno venti.
A quel punto si mise seduto di scatto – Io mi trasferisco. Quella ragazza è pazza!
Esasperato si chiuse in bagno.
20 minuti dopo erano tutti lavati e vestiti, pronti per una lunghissima mattinata.
Hazel indossava una vecchia maglietta rubata a Frank così grande che le copriva i pantaloncini di jeans che aveva sotto e una bandana viola in testa. Nico e Frank erano a petto nudo, entrambi con dei vecchi jeans.
Mentre i due ragazzi si tenevano a stento in piedi sbadigliando vistosamente circa ogni due minuti, Hazel era tutta elettrizzata.
La loro casa era composta da quattro camere, più una terrazza.
La camera di Nico, quella di Hazel (che era sempre stata di suo padre), il bagno e la cucina/soggiorno che potevano sembrare divise ma si potevano benissimo considerare come un’unica stanza.
Hazel aveva deciso di pitturare tutte le stanze ma Nico riuscì a farle cambiare idea sulla sua stanza minacciandola che se l’avesse seriamente pitturata di arancione si sarebbe trasferito.
Anche il bagno constatarono che non poteva essere pitturato, visto che era ricoperto di mattonelle. Così rimanevano la stanza di Hazel e la cucina/soggiorno, abbastanza grande da far uscire un nuovo mugolio disperato dalla bocca di Nico.
Fino alle 12 passarono la mattinata a spostare tutti i mobili, metterli al centro delle stanze e ricoprirli di plastica per non farli sporcare, non che ci volesse tutto quel tempo, ma avevano una certa farsa.
Alle 12 e 30 avevano dipinto circa mezza parete della stanza di Hazel quando Nico lasciò cadere il pennello a terra –Pausa.
Mangiarono quello che trovarono nel frigo poi Hazel incitò tutti a rimettersi a lavoro.
-Hazel …- Il suo ragazzo iniziò a parlare lentamente e con calma –Che ne dici di una pausa più lunga? Sono le due e mezza del pomeriggio, c’è troppo caldo per continuare. Se riprendiamo alle cinque?
Hazel non protestò subito così suo fratello vide un barlume di speranza, allora annunciò – Propongo di andare a mare, vado a mettermi il costume!
Che Nico si mettesse il costume era una cosa abbastanza strana, soprattutto di sua spontanea volontà, così Hazel non riuscì a dirgli di no.
Arrivarono in spiaggia e si accamparono sotto l’ombrellone che si erano portati dietro sistemando le tovaglie così bene da prendere tutta l’ombra.
-Okay- disse Nico quando i due ragazzi si stesero nelle loro tovaglie iniziando a sbaciucchiarsi – Io vado a fare un giro.
Hazel si staccò dal suo ragazzo solo per urlargli dietro – Ricorda di essere di nuovo qui alle cinque.
Nico gli fece cenno di “okay” con la mano e, lasciando tutte le sue cose sotto l’ombrellone, andò a passeggiare in riva, lasciando che l’acqua bagnasse i suoi piedi pallidi.
Aveva già percorso un sacco di strada ed era tutto concentrato sulle sue orme quando sentì delle voci davanti a se.
Diversi metri più avanti c’erano tre ragazzi che stavano camminando verso la sua direzione, erano Malcolm, Drew e Will, in quest’ordine.
Will sembrava annoiato e anche lui fissava la spiaggia sotto di se, Drew aveva occhi solo per lui e gli stava raccontando animatamente qualcosa, qualcosa che lui neanche stava ascoltando, infine c’era Malcolm che cercava in tutti i modi di ottenere un po’ di attenzione dalla ragazza.
Nico si fermò aspettando che lo raggiungessero, quando furono solo a un paio di metri di distanza li salutò – Ciao.
Will si illuminò sentendo quella voce e alzando lo sguardo gli fece un sorriso che fece spuntare le sue fossette.
-Nico!- Poi guardò i suoi amici e infine riportò lo sguardo sul moro di fronte a loro – Ragazzi perché voi non andate avanti soli? Vi raggiungo dopo.
Fece un occhiolino a Malcolm che rispose con un grande sorriso grato. Drew non era invece così entusiasta, ma alla fine andò via con Malcolm.
Quando furono abbastanza lontani Will si rivolse al moro – Mi hai appena salvato! Sai quanto è noiosa quella ragazza!?
Nico ghignò – Si, credo di averlo notato dal tuo sguardo, si è illuminato non appena hai visto il tuo salvatore.
-Eh già, Malcolm è completamente cotto di lei. Ma lei non sta con lui se di mezzo non ci sono anche io, sono una povera vittima.
-Se fossi in Malcolm non vorrei stare con una ragazza che ha per la testa un altro ragazzo.
Commentò a quel punto Nico e Will si oscurò.
Il moro cercò di capire cosa avesse detto di male quando il biondo iniziò a ridacchiare.
-Perché hai un intero ciuffo di capelli colorato di arancione? Avevo capito che odiassi questo colore.
-Hazel!- Sospirò frustato Nico.
Doveva farsi un bagno, era l’unico modo per ripulirsi per bene.
Guardò Will di sottecchi – Facciamo una gara a chi nuota più lontano?
-Ci sto! Dai il via.
-Via!- Annunciò allora il ragazzo senza neanche contare.
 
Ormai Nico aveva perso la cognizione del tempo e Hazel gli aveva ordinato di tornare da loro alle cinque.
Guardò il sole e capì che era abbastanza tardi così lo disse a Will e insieme tornarono indietro, cercando l’ombrellone dove erano accampati sua sorella e Frank.
Quando lo trovarono notarono che era completamente deserto, sotto di esso erano rimaste solo le cose di Nico.
Lui prese la sua tovaglia e iniziò ad asciugarsi, soprattutto i capelli che, bagnati, erano molto più lunghi, poi la passò a Will.
Mentre quest’ultimo si asciugava a sua volta il moro si infilò i jeans sopra il costume ancora leggermente umido e recuperò il cellulare dalla tasca.
Erano le 17.37, sua sorella l’avrebbe seriamente ucciso.
Si trovò due messaggi, entrambi suoi.
Il primo era delle 16.44 e diceva “Noi stiamo tornando a casa, cerca di muovere quel culo e sbrigarti a tornare se non vuoi lavorare tutta la notte.”
Il secondo era più recente, delle 17.19 “Sono venuti Percy e Annabeth a dare una mano, se non vuoi stare tutto il resto della giornata in loro compagnia tranquillo, torna pure quando vuoi”
Mentre Nico rifletteva sui messaggi ed esultava interiormente quando il suo cervello capì che sua sorella non l’avrebbe ucciso e, soprattutto, non l’avrebbe trattato da schiavo per il resto della serata, Will si schiarì la gola passandosi l’asciugamano in testa e asciugandosi i capelli.
-Okay, credo che sia il caso che adesso mi vada a nascondere dentro casa prima di rincontrare quei due.
-Ripensandoci- iniziò Nico smontando l’ombrellone, riflettendo sull’ultimo messaggio di Hazel, pensando a Percy – hai qualche dote artistica?

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Nico ***


Prima di andare a casa di Nico passarono però da casa di Will, di certo quel ragazzo non poteva andare a casa loro per aiutarli a dipingere in costume.
Non che a Nico dispiacesse, ma non era proprio il caso.
Non gli permise neanche di farsi una doccia, ma semplicemente di cambiarsi, con la scusa che tanto avrebbero sudato comunque.
Mentre il ragazzo indossava dei jeans chiari e una maglietta verde pastello (in tinta con le mutande) Nico si chiese perché gli avesse chiesto di andare da loro solo quando aveva letto di Percy.
Forse voleva farlo ingelosire? Sapeva che era una cosa stupida visto che Percy era abbastanza etero e non aveva occhi per nessuno al di fuori di Annabeth. Forse voleva semplicemente compagnia e distrazione e Will era il primo che gli era capitato essendo accanto a lui in quel momento.
Nico si sentì uno schifo, perché qualunque fosse stata la risposta si rese conto che stava solo utilizzando quel ragazzo.
-Perché quella faccia? A che stai pensando?
-A niente- rispose in fretta il moro – Sei pronto? Andiamo?
Senza aspettare una risposta era già fuori casa, portandosi dietro l’ombrellone e la tovaglia.
Quando arrivò a casa sua lasciò entrambe le cose a terra davanti la porta d’ingresso, poi entrò dentro senza aver bisogno di bussare visto che la porta era aperta, sicuramente per far circolare meglio l’aria e far asciugare le pareti.
A quel punto riuscì solo a sentire una voce femminile che gli urlava “Attento!” prima di ritrovarsi seduto a terra colpito in fronte da qualcosa di duro e pesante che stava volando a velocità.
Nico si lamentò portandosi una mano nel punto colpito e se lo trovò bagnato.
Okay che gli aveva fatto male, ma non così male da fargli uscire tutto quel sangue, quando ritirò la mano controllando notò che il liquido che adesso gli stava gocciolando sul petto nudo non era rosso, ma arancione.
Qualcuno gli aveva lanciato contro un pennello grondante colore.
Nico alzò uno sguardo assassino su chiunque fosse stato trovandosi Percy dall’altro lato della stanza con un’adorabile faccia innocente – Ops.
-E’ tornato Nico?
Urlò la voce di sua sorella dalla sua stanza.
-Si- rispose Annabeth a metà tra le due stanze – E ha portato un paio di mani in più.
Hazel si affacciò per vedere chi era arrivato insieme a suo fratello mentre Nico si rialzava esasperato – E’ diventato un nuovo sport il lancio dei pennelli e ti stai allenando per le competizioni contro Jason?
-E’ così prevedibile?- Rispose Annabeth sorridendo.
-Io scherzavo …
-Io no- poi si avvicinò al suo ragazzo e se lo portò dentro la stanza dove stavano lavorando Frank e Hazel –Andiamo Testa d’alghe, siamo qui per aiutare, no per fare più casino.
Per poco non si scontrarono con Hazel che uscì da quella stanza per avvicinarsi ai due nuovi arrivati, aveva un pennello in una mano e una latta di colore nell’altra.
Il pennello lo mise in mano a Will senza troppi complimenti, la latta la posò in mezzo a loro due e li incitò a lavorare iniziando l’enorme stanza.
Nico fece una smorfia e sentì il colore che si stava ormai asciugando tirargli la pelle, a quel punto fissò il biondo accanto a lui che aveva iniziato a immergere il pennello nel colore e decise che era fin troppo pulito.
Dopo diversi minuti iniziarono a pitturare seriamente.
Questa serietà durò meno di cinque minuti, infatti Will iniziò a disegnare un sole sorridente nella parete, una volta finito fece un passo indietro, con le mani sporche nei fianchi ammirando il suo capolavoro.
Allora Nico gli si avvicinò e accanto al suo disegnò una nuvola, questa non sorrideva come il sole di Will ma era più triste e arrabbiata contemporaneamente.
Will storse la bocca e corrugò la fronte pensando come poter aggiustare il suo capolavoro.
Un lampo passò nei suoi occhi e fece delle manine in tutti e due i disegnini, la mano destra della nuvola era intrecciata a quella sinistra del sole.
Nico sussultò vedendo quello che aveva appena fatto e subito cancellò tutto ricoprendolo di colore, prima che qualcuno potesse vederlo.
Will stava per protestare ma la voce di Nico sovrastò la sua, cambiando volontariamente argomento.
-Percy, corri a vedere!
Will non capì che intenzioni avesse il ragazzo fino a quando non lo vide immergere il pennello nel colore.
-Cos…?- Iniziò Percy ma Nico era stato così veloce che nessuno aveva visto il pennello volare.
Gli colpì la spalla e il collo inondando la sua maglietta di arancione.
-Ops.
Percy rispose tirando il pennello che teneva ancora in mano ma non prese bene la mira e colpì Will.
Il biondo allora rispose colpendo Hazel che era appena spuntata da dietro Percy per chiedere cosa stesse succedendo.
Fu a quel punto che iniziò la guerra.
__________________________________________________________________________________________________________________________
Capitolo corto lo so, mi spiace ...
Mi farò perdonare domani!
Ringrazio sempre tutti, aumentate di giorno in giorno! *^*
A presto, Deh

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Nico ***


I raggi della luna entravano dalla finestra illuminando i sei ragazzi stesi a terra nella plastica.
C’era più colore addosso a loro che nelle pareti.
 
La scorta di munizioni era nella stanza di Hazel. Occupata in quel momento da Frank e Annabeth. Nico era sicuro che Frank si sarebbe alleato immediatamente con sua sorella, non era molto sicuro però di Annabeth con Percy, quella ragazza era troppo intelligente per volere in squadra uno come il suo ragazzo.
Will e Nico avevano una piccola latta insieme a loro, troppo poca se messa a confronto con le altre scorte.
Si erano rifugiati dietro il divano (rigorosamente ricoperto di plastica), usandolo come scudo.
-Affacciati e controlla la situazione- gli disse Will.
-Cosa!? E perché mai dovrei farlo io?
-Sei più piccolo, un bersaglio meno visibile. Qualcuno deve pur sacrificarsi per la squadra!
Nico strinse gli occhi guardandolo male, molto lentamente immerse il pennello nel colore – Squadra? – Gli prese in pieno la faccia, era quasi sicuro di avergli perfino infilato un’abbondante dose di colore nel naso – Non fidarti di nessuno Solace.
Spinse Will, che ormai barcollava mezzo accecato, facendolo uscire dalla protezione del divano.
Mentre Hazel si avventava su di lui il moro riuscì a fuggire dall’altro lato.
 
La guerra era finita quando tutto il colore era finito.
Alla fine stremati si erano buttati tutti a terra non avendo altri posti dove riposare.
La calma di quel momento fu interrotta dalla voce di Hazel.
-Qualcuno mi dovrà ripagare tutto quel colore. Ho ancora due stanze da pitturare e avevo anche comprato colore in più!
-Sai Hazel, credo che le macchie e le pennellate vadano molto di più quest’anno.
Commentò Will dopo qualche minuto ammirando per bene le pareti.
 
Riuscì a raggiungere la stanza di Hazel piena di scorte.
Rubò il pennello di Frank prima che lui potesse anche solo accorgersi della sua presenza.
Prese due pezze e le immerse completamente nel colore.
Annabeth gli stava venendo contro ma lui riuscì a schizzarle un po’ di colore con la mano occupandola per qualche secondo.
Recuperò le sue armi e tornò nell’altra stanza, si incrociò con sua sorella che stava tornando a rifornirsi e magari a vedere com’era combinato Frank, nessuno dei due però attaccò l’altro, ognuno troppo impegnato nei propri obiettivi.
Will era spalle a muro, le sue armi troppo lontane, Percy gli stava per lanciare contro tutto il colore che c’era nella loro prima piccola latta, o almeno tutto quello che restava.
-Hey! Non ci provare! Will è MIO.
Gli lasciò correre una delle due pezze prendendogli in pieno la faccia.
Riuscì a vedere Will, che con uno scatto rubò in fretta e senza troppi problemi la latta che il moro teneva in mano, ormai troppo impegnato a liberarsi dalla pezza. Quando sentì una voce femminile dietro di lui – E tu non provare a toccare il mio di ragazzo.
Si era preparato a essere inondato di colore da Annabeth ma Will arrivò prima lanciando il colore della latta rubata a Percy, non prese molto bene la mira però e colpì per un quarto anche Nico.
Lo fissò per un attimo con un sorrisetto  poi disse semplicemente – Questo è per avermi tradito.
 
Nico sorrise e notò che anche qualcun altro stava sghignazzando, anche se non riuscì a capire chi visto che non si guardavano in faccia.
-Divertente Will- commentò allora sua sorella – Perché non tu? Se non sbaglio hai iniziato proprio tu questa guerra lanciandomi quel pennello tra i capelli.
-Era legittima difesa! Percy me ne aveva lanciato uno contro.
Nico si stupì nel sentire Will rivolgersi a Percy con il nome e non con il cognome, forse non ci aveva neanche fatto caso.
-Hey, non volevo colpirti, volevo prendere Nico, ha iniziato lui.
-Solo perché tu hai tentato di farmi fuori quando non ero nemmeno entrato per intero in casa mia. Se c’è qualcuno da incolpare qui, sei tu Percy.
-Ha ragione.
Annabeth diede man forte a Nico, il quale si concesse un altro sorriso.
-Perfetto- Hazel riprese a essere tutta felice – Domani allora andiamo a comprare del nuovo colore!
Annabeth iniziò a ridere poi disse – Dai, magari vengo anche io con voi – A quel punto si alzò e porse una mano al suo ragazzo aiutandolo ad alzarsi a sua volta – Però adesso andiamo a casa che sono veramente stanca.
Percy acconsentì subito – Ci vediamo domani ragazzi.
-Ciao.
Li salutarono tutti più o meno in coro.
Dopo che se ne furono andati riscese il silenzio, interrotto nuovamente da Hazel dopo diversi minuti.
-Io non credo di avere le forze per rimontare la mia stanza adesso.
-Andiamo a casa mia.
Concluse allora Frank per lei con voce ancora più stanca di quella della sua ragazza.
Rimasero immobili per altri secondi poi si alzarono, Hazel fece uno sbadiglio enorme e mormorò un “a domani” a cui rispose solo un mugolio indecifrabile proveniente dalla bocca di Will.
Mentre i due ragazzi andavano via chiudendosi la porta alle spalle Nico si mise a sedere, stiracchiandosi si rese conto di tutto il colore, ormai asciutto, che aveva sparso nel torace nudo.
Si girò a fissare il biondo steso accanto a lui nella sua stessa situazione, una mano dietro la testa e gli occhi chiusi, non era molto sicuro se si fosse addormentato così provò a chiamarlo.
-Will?
-Mh?- mormorò il ragazzo in risposta. Almeno era sveglio.
-Sai cosa ci vuole adesso?
-Una doccia?- Rispose il ragazzo continuando a tenere gli occhi chiusi.
-Esattamente, vieni con me?
Nico vide il biondo sorridere, dopo qualche secondo aprì gli occhi e lo scrutò.
Il moro si era già messo in piedi e si stava slacciando i jeans.
-Si, direi che posso fare questo grande sacrificio.
Di arrivarci ci arrivarono dentro la doccia, però dopo diversi minuti e dopo aver sbattuto contro diverse porte e muri.
Tutto questo perché erano troppo impegnati a spogliarsi a vicenda senza staccare le loro labbra.
Quando finalmente furono dentro Nico aprì l’acqua.
Il getto ghiacciato colpì Will in pieno e questo sussultò infilzando le unghie nella schiena pallida del moro.
Quest’ultimo sghignazzò sulle sue labbra per poi staccarsi dal suo viso cercando di regolare l’acqua.
Riuscì a metterla tiepida quando Will si fiondò sul suo collo facendogli perdere la concentrazione, l’acqua diventò abbastanza calda, ma a nessuno sembrò importare.
Nico lo spinse contro le mattonelle fredde e recuperò il bagnoschiuma e la sua spugna – Dobbiamo lavarci.
Iniziò a togliere il colore dal collo di Will per poi scendere sugli addominali accennati, tutto con estrema lentezza.
A un certo punto Will gli rubò la spugna dalle mani e afferrandolo per i fianchi lo fece girare facendo scontrare quasi violentemente il suo membro con il fondoschiena del moro.
Dalle labbra di quest’ultimo uscì un gemito strozzato.
In perfetto contrasto con quell’attimo quasi violento, Will iniziò a passare la spugna nella schiena del ragazzo lentamente e delicatamente.
Quando ormai la tensione era troppa, il biondo si avvicinò all’orecchio del ragazzo e con voce roca, mentre con una mano andava ad esplorare le sue parti intime, gli mormorò all’orecchio – Ha tutto il giorno che voglio scoparti. – E strinse di più la presa.
Nico si lasciò andare a un lungo gemito portando la testa all’indietro e poggiandola sulla spalla del ragazzo.
_______________________________________________________________________________________________________________________________________
Eccomi qui! Come promesso appena mi sono svegliata :3
Allora, ho modificato questo capitolo non so quante volte e questo è il risultato ... spero vi sia piaciuto.
A domani *sventola la mano come saluto*
Deh

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Will ***


Will constatò che, decisamente, quel risveglio non poteva essere aggiunto nella sua classifica dei “Top 10”.
Fu svegliato da un’imprecazione maschile quasi urlata.
Anche Nico, che dormiva accanto a lui, fu svegliato da questa.
Dallo spavento il ragazzo girò la testa di scatto dandogli una terribile testata.
Will non aveva ancora neanche aperto gli occhi, come riflesso involontario al colpo ricevuto alla fronte si girò dall’altro lato, ma il letto era finito.
Aveva le gambe ingarbugliate in un intreccio con quelle di Nico e con il lenzuolo, perse l’equilibrio e si schiantò a terra, l’unico suono che uscì dalla sua bocca fu un mugolio di dolore soffocato dal pavimento.
Era accaduto tutto in meno di 20 secondi.
Will restò a terra tenendosi la fronte dolorante per via della testata, per non parlare di tutte le altre parti del corpo che aveva sbattuto nel pavimento, senza scordare che era completamente nudo.
-Jason!- Dalla bocca di Nico quel nome uscì proprio come un’imprecazione.
Will lo vide affacciarsi dal letto e fissarlo dall’alto con uno sguardo quasi preoccupato, ma forse se lo stava solo immaginando per via della botta.
-Will, stai bene?
Il biondo provò a rispondere ma dalla sua bocca uscì qualcosa che sembrava molto un altro mugolio di dolore.
Nico riprese a parlare e Will immaginò si stesse rivolgendo a Jason – Che si fa se è il dottore che si fa male??
-Sto bene- riuscì a biascicare Will a quel punto.
Nico lo fissò per qualche altro secondo non proprio convinto poi spostò il suo sguardo sul ragazzo, visibilmente imbarazzato, in piedi davanti la porta della sua stanza.
-Bussare non si usa più?
-Io … ecco, non pensavo che vi avrei trovato insieme, bè in effetti non pensavo neanche di trovarti con qualcuno! E so che non ti svegli neanche con le bombe, non sarebbe servito a nulla bussare e quindi … oddio, mi dispiace così tanto!
-Jason- Nico riuscì a fermare il fiume di scuse del ragazzo – Che ti serve?
-Piper è a casa di Silena per le prove della serata di questa sera così stavo andando da Percy, quando sono arrivato l’ho beccato per un pelo visto che stava uscendo con tua sorella per comprare del nuovo colore per colpa di non so quale guerra abbiate fatto ieri sera. Comunque, pensavo di andare con loro visto che non avevo nulla da fare, ma Hazel mi ha detto che sarei stato più utile se fossi venuto qui a svegliarti, dovrebbero tornare presto. La porta non era chiusa a chiave quindi sono entrato, non pensavo di trovarti in una situazione del genere con il tuo ragazzo e …
-Alt!- Lo fermò subito Nico – Lui non è il mio ragazzo.
Will sentì lo stomaco sprofondare dopo quella precisazione detta in fretta, per un secondo si chiese perché non potesse essere il suo ragazzo, poi ricordò a se stesso che lui non era e non sarebbe mai stato Percy Jackson.
-Penso che sia ora che vada a cercare i miei vestiti.
Annunciò Will, si alzò da terra e uscì da quella stanza cercando di ricordare dove avessero buttato i loro indumenti la sera prima.
Jason si spostò facendolo passare, tornò rosso e distolse subito lo sguardo.
Will trovò la sua maglietta nel bel mezzo del soggiorno, così sporca che era impossibile indossarla.
I jeans e le mutande le trovò in bagno.
Mentre si rivestiva sentì che la conversazione nell’altra stanza stava continuando.
-Se non è il tuo ragazzo cos’è?
-Siamo amici …
Will poté giurare di aver sentito Nico finire quella frase con un accenno di domanda, come se non ne fosse convinto neanche lui.
-Anche io sono tuo amico, non mi sembra però che siamo mai stati a letto.
-Perché vorresti?
Will si sentì geloso verso quel biondino semplicemente immaginandoselo al suo posto con Nico la sera prima.
E questa cosa non andava per niente bene, recuperò al volo la maglietta e tornò di la.
-Io sto andando.
-Will aspetta!
Si girò vedendo che Nico gli stava venendo contro, Jason li fissava appoggiato allo stipite della porta.
Quando lo raggiunse si mise a fissare con le sopracciglia corrugate la sua fronte – Forse dovresti mettere un po’ di ghiaccio.
Will se la tastò, in effetti nel punto dove gli era arrivata la testata si stava gonfiando.
-E tu dovresti mettere qualcosa addosso.
Nico si fissò, forse rendendosi veramente conto solo in quel momento che era completamente nudo.
Will si stava comportando in modo freddo e anche un po’ da stronzo, ne era perfettamente consapevole anche se non era molto sicuro del perché di quel comportamento.
-Comunque scappo, ci manca solo che tua sorella e il resto dei tuoi amici mi trovi qui con gli stessi vestiti di ieri- fece un passo indietro avvicinandosi sempre di più alla porta – Nico, Grace.
Salutò entrambi così poi andò via.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Nico ***


Buona domenica e buona lettura!
A presto, ciaooo
Deh
___________________________________________________________________
Riuscirono a finire di pitturare il resto della casa alle sette di pomeriggio.
Hazel era pronta a uccidere a vista chiunque avesse iniziato una nuova guerra.
Lei, Frank e Nico lavorarono tutto il giorno, altri gli diedero una mano ma restarono solo qualche ora.
Jason era rimasto fino alle 12, ovvero l’orario nel quale Piper finiva di provare, non aveva raccontato a nessuno di Will e Nico.
Alle 11 li aveva raggiunti Leo, all’ora di pranzo era arrivata Calypso a portare qualcosa da mangiare, poi era rimasta a dare una mano fino alle quattro, orario in cui se ne andarono sia lei che Leo.
Erano passati anche Luke e Chris a dare una mano, perfino i due fratelli Stoll, ma Hazel li aveva cacciati in meno di 5 minuti dopo aver capito che erano li solo per fare disegnini osceni nelle pareti.
Una volta finito tutto l’unica cosa che Nico avrebbe voluto fare era quella di buttarsi nel letto e dormire.
Però non poteva, perché tutti e tre avevano promesso a Jason che quella sera sarebbero andati al chiosco a vedere l’esibizione di Piper per la gara.
Così si mise sotto la doccia.
Avrebbe voluto starci un po’ li sotto ma iniziarono a vorticargli in testa le immagini della sera prima con Will e alla fine quella divenne la doccia più breve che si fosse mai fatto.
Ripensando a lui cercò di capire perché si fosse comportato in quel modo quella mattina, certo, gli aveva dato una testata e l’aveva fatto cadere dal letto, ma sicuramente non se l’era presa per quello.
Dopo essersi vestito andò in cucina trovando della pasta fredda messa in un piatto pronta per lui, nel frattempo sentì l’acqua della doccia aperta, c’era sicuramente Hazel li sotto, Nico sperò che Frank fosse tornato a casa sua e che sua sorella si stesse lavando sola.
Non che lui potesse parlare, certo … si mise a mangiare scacciando tutti quei pensieri dalla testa.
Finì di mangiare e finì anche qualche sigaretta prima che sua sorella uscisse dal bagno finalmente pronta.
-Signore grazie!
Senza lasciarle tempo di fare qualsiasi altra cosa l’afferrò per un braccio e la trascinò fuori di casa.
Lei protestò per un po’ ma alla fine dovette seguire il fratello, iniziando ad avviarsi al chiosco.
-Nico?
-Dimmi.
-Come va con la questione Percy?
Nico sospirò fissando davanti a se, ci mise un po’ per rispondere – Come sempre, credo.
-Pensavo che magari … con Will …
-So dove vuoi andare a parare Hazel e no, non ho nessuna intenzione di innamorarmi di quel ragazzo.
-Tralasciando il fatto che non decidi tu se innamorarti o meno di qualcuno ma … Perché no?- Esplose lei ormai esasperata.
-Perché sarebbe come con Percy, Hazel! Non ho nessuna intenzione di innamorarmi di un altro ragazzo con il quale non ho nessuna speranza e starci male. Non voglio stare ancora male!
-Sai meglio di me che quel ragazzo è praticamente l’opposto di Percy.
-Resta il fatto che ci stiamo solo divertendo, io l’ho avvertito che ero ancora innamorato di Percy e lui mi ha risposto che andava bene. Non è una cosa seria, nessuno vorrebbe avere una relazione seria con me.
-Nico …
-No, Hazel.
-Ma, ascoltami!
-L’argomento è chiuso, non ne voglio parlare più.
Sua sorella tacque e dopo qualche metro arrivarono finalmente al chiosco.
Lei si avvicinò a Frank che, insieme a Leo e Calypso erano a chiacchierare vicino al muretto che dava sulla spiaggia, Nico andò verso il biliardo dove aveva adocchiato Jason.
-Ciao, Piper?
Jason era troppo concentrato a imbucare una palla per fissarlo, ma in compenso gli rispose –Si stanno preparando, ballano fra circa 20 minuti.
-Oh, okay.
Adocchiò una birra appoggiata nel muretto vicino a lui, ne mancava solo un sorso.
-Quella è tua?
Jason seguì il suo sguardo solo perché aveva sbagliato il tiro successivo e non toccava più a lui – No, di Will.
Nico neanche si era accorto di lui, in realtà non aveva fatto caso a nessuno.
-Oh, allora okay.
Senza farsi nessun problema la prese e iniziò a berla, nel frattempo capì chi aveva intorno.
Oltre Jason e Will, che a quanto pareva stavano giocando nella stessa squadra, avevano la stecca in mano anche Percy e Luke, Malcolm stava fissando la partita appoggiato a una colonna, anche se era molto più concentrato a guardarsi intorno alla ricerca di qualcuno.
Luke chiese qualcosa a Jason riguardante sua sorella Thalia e, mentre Percy tirava, Will gli si avvicinò.
-Quella era mia- Precisò.
-Lo so- rispose il moro con un’alzata di spalle.
-Potrei iniziare a fare una lista di tutte le birre che mi hai rubato, Di Angelo.
Era così serio, Nico a quel punto pensò che ce l’avesse seriamente con lui anche se non aveva idea per cosa.
Restò in silenzio non sapendo cosa rispondere, forse aveva anche la bocca leggermente aperta per lo stupore del suo comportamento.
Poi Will scoppiò a ridere – Ti sto prendendo in giro! Dovevi vedere la tua faccia!
Nico assottigliò gli occhi e fece diventare la sua bocca una linea sottilissima.
-Fottiti Solace.
Il ragazzo non smise di ridere.
20 minuti dopo si trovarono tutti seduti, chi nel muretto, chi in qualche sedia, chi a terra, per vedere le esibizioni di quella sera, il gruppo vincente avrebbe vinto un buono per una cena a un ristorante.
Fu una serata abbastanza divertente e, naturalmente, fu il gruppo di Piper, Silena e Katie a vincere.
Subito dopo averle annunciate come vincitrici iniziarono i balli di gruppo a cui, come sempre, Nico non partecipò.
Rimase seduto nel muretto a guardare sua sorella ballare, insieme a Piper e Annabeth.
Frank gli era seduto accanto, anche lui non aveva nessuna intenzione di iniziare a ballare.
Jason e Percy stavano ballando insieme al centro della pista, Nico sperò per loro che fossero ubriachi, perché se quello era il loro modo reale di ballare …
Quando iniziò la baciata i due ragazzi si abbracciarono e iniziarono a ondeggiare cercando di tenere un minimo di ritmo, era veramente difficile stabile chi dei due fosse il peggiore.
Piper e Annabeth iniziarono a ballarla insieme, decisamente in modo molto più umano.
Hazel stava venendo verso di loro.
Nico era già scomparso se non fosse stato fermamente convinto che lei si stesse avvicinando per rapire Frank, invece afferrò lui per le mani e lo trascinò in pista.
Gli mise le mani dietro il collo portando le sue ai suoi fianchi, poi iniziò a portare lei, Nico doveva solo assecondarla.
Tre passi a destra, tre a sinistra, tre indietro.
-Hazel, perché mi stai facendo questo?
-Oh sta zitto Nico, nessuno sta facendo caso a te, metà delle persone sono anziane, l’altra metà ha la nostra età ma sono ubriachi. E quelli che non lo sono non riusciranno a staccare gli occhi da Percy e Jason.
Nico dovette ammettere che sua sorella aveva ragione, ma non glielo disse per non darle nessuna soddisfazione.
-Hai abbandonato il tuo ragazzo nel muretto da solo, dovevi rapire lui non me!
Lei ci pensò un attimo su, poi disse – Mi sa che hai ragione.
Nico quasi non credeva alle sue orecchie, era stato davvero così semplice? Si rimangiò tutto quando urlò – Hey Will, cambio di coppia!
Fece fare a Nico una specie di giravolta che venne malissimo e per poco il ragazzo non si schiantò a terra se non ci fossero state le braccia del biondo.
Fortunatamente anche in questo caso era Will a portare, Nico non aveva idea da dove iniziare, poggiò le mani dietro il suo collo e si lasciò guidare.
Verso la fine sentì del ballo sentì la risata divertita del biondo, alzò lo sguardo per incrociare i suoi occhi, il viso molto più vicino del solito, bastava così poco per sporgersi e baciarlo.
-Devo dire che balli egregiamente- Lo prese in giro Will non togliendosi il sorriso dal viso.
-Prova a uscire questo argomento in futuro e sei morto Solace.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Nico ***


Era l’1 Agosto.
Praticamente se n’era già andata mezza estate e Nico non ci aveva neanche fatto caso.
Era in spiaggia, sotto un ombrellone per non scottarsi troppo, infatti per quanto potesse provare ad abbronzarsi restava sempre e comunque pallido, al massimo si prendeva un’ustione che lo faceva diventare un pomodoro per i successivi due giorni.
Stava sonnecchiando seguendo a tratti una partita di pallavolo quando notò sua sorella correre nella sua direzione con il cellulare in mano.
Si mise seduto fissandola con le sopracciglia inarcate.
Lei si inginocchiò di fronte a lui mordendosi un labbro.
-Che è successo?- La incitò Nico.
-Mi ha chiamato papà.
-Che bello! Ti ha forse raccontato di quanto sia bello l’Egitto, Mosca, Londra? Abbiamo una dozzina di nuovi fratelli?
A Nico tutto ciò uscì con un tono abbastanza acido e velenoso.
-In realtà … Ha detto che torna stasera.
-No.
Hazel annuì – Dice che non sta molto, forse un giorno o due, poi deve ripartire.
-No.
Nico si alzò infilandosi in fretta la maglietta che si era tolto, poi fece per andare.
-Nico per favore, è nostro padre, non potrai ignorarlo per sempre, non è così male solo se …
-No Hazel, non è così male con te! Non sono io ad odiarlo, è lui ad odiare me.
Si liberò dalla sua stretta e andò via, quasi correndo.
-Torna a cena, per favore.
Gli urlò dietro Hazel, lui non si girò né le rispose.
Andò sempre più veloce, a un certo punto si mise proprio a correre, non sapeva dove stava andando fino a quando non si ritrovò di fronte la villa infestata.
Era ovvio che fosse andato li, il suo ultimo legame con Bianca.
E lui aveva bisogno di Bianca.
Si nascose tutto il giorno li dentro.
 
Erano le otto di sera quando alla fine decise di andare a casa.
Lo faceva solo per Hazel, solo perché lei l’aveva pregato, per nessun’altro.
Fuori casa sua trovò la macchina di suo padre posteggiata.
Fece un grande respiro e poi entrò dentro, prima di poterci ripensare.
Erano già entrambi seduti a tavola, stavano mangiando un’insalata leggera.
Hazel stava raccontando qualcosa sorridendo, suo padre l’ascoltava, ma lui non sorrideva, non sorrideva mai, questo Nico l’aveva preso da lui.
Hazel s’interruppe facendo un grande sorriso al fratello che si avvicinò al tavolo, prese un piatto e lo riempì d’insalata.
-Padre.
Lo salutò poi sedendosi a tavola.
-Gli stavo raccontando di come ti ho convinto a dipingere la casa, tranne la tua stanza certo.
Spiegò Hazel cercando di unirlo nella conversazione ma lui semplicemente non rispose, infilzando un pomodoro con la forchetta e mettendolo in bocca.
Continuarono a mangiare in silenzio.
Nico aveva ingoiato un pezzo di mozzarella e uno di lattuga quando suo padre prese la parola.
-Allora Hazel, stai ancora con quel ragazzo? Com’è che si chiamava?
-Frank. E si, sto ancora con lui.
-Un bravo ragazzo se non sbaglio, anche se quando me l’hai presentato ricordo che era terrorizzato da me.
Hazel ridacchiò nervosa e Nico borbottò un – Chissà perché.
Naturalmente suo padre lo sentì, si girò a fissarlo.
Nico sostenne il suo sguardo.
-E tu?
-Non penso siano affari che ti riguardano.
-Nico …- lo ammonì Hazel guardandolo male, ma suo padre la zittì con una mano senza staccare gli occhi dal figlio.
-Sbavi ancora dietro qualche cazzo? Non ti è passata questa malattia?
Nico si alzò di scatto dal tavolo facendo strisciare la sedia. Scese un silenzio carico di ostilità.
-Vi prego …
Mormorò Hazel.
Nico non era molto sicuro di quello che avrebbe voluto fare in quel momento, semplicemente fece la cosa che sapeva fare meglio: scappare.
__________________________________________________________
Scusate il capitolo breve, domani mi faccio perdonare, giuro.
Un bacio, Deh

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Will ***


Will era stato al chiosco insieme a Malcolm e Luke che gli aveva presentato Thalia, la sorella di Jason, trasferita solo in quel momento.
Erano le undici  e mezza quando decise di tornare a casa sentendosi abbastanza stanco.
Le strade erano deserte ma, seduto nel muretto di casa sua, trovò una figura completamente nera, le gambe raccolte al petto circondate dalle braccia e la testa fra le ginocchia.
Capì quasi subito chi era.
-Nico?
Il ragazzo alzò la testa tirando su con il naso, aveva gli occhi rossi e gonfi.
Si schiarì la gola e poi mormorò distogliendo lo sguardo da lui – Posso stare qui stanotte?
-Certo- rispose subito Will andando ad aprire la porta.
Nico entrò con lui e si diresse subito nella stanza da letto.
Will lo seguì e si appoggiò allo stipite della porta fissandolo mentre scalciava via le scarpe e si toglieva i pantaloni.
-Che è successo?- Provò a chiedere.
-E’ tornato mio padre.
Come se con quella frase spiegasse tutto, ma Will non sapeva nulla del padre di Nico, non l’aveva neanche mai menzionato.
Pensò che non era decisamente il caso di indagare oltre così annunciò – Io mi vado a fare una doccia.
Nico, ormai rimasto in maglietta e mutande si buttò nel letto, per una volta non occupandolo tutto e annuì impercettibilmente, poi chiuse gli occhi.
Will gli spense la luce e si andò a chiudere in bagno.
Quando 10 minuti dopo tornò in camera sentì che il respiro di Nico si era fatto pesante, si era addormentato a pancia in giù con il viso nascosto tra le braccia.
Si stese accanto a lui e quasi subito si addormentò.
 
Venne risvegliato in piena notte da un calcio.
Si mise a sedere e cercò di capire cosa stesse succedendo.
Erano completamente al buio tranne per la luce di un lampione in lontananza e i raggi della luna piena che entravano dalla finestra, quasi subito si abituò a quel chiarore.
Nico stava ancora dormendo ma si stava agitando troppo.
Le sopracciglia corrugate, tra le ciglia ancora chiuse erano incastrate delle lacrime, dalla bocca uscivano mormorii scomposti che sembravano molto “No” “Ti prego” “Bianca”.
-Nico- Will sussurrò il suo nome scostandogli i capelli sudati dalla fronte.
-Nico svegliati, è tutto okay, va tutto bene, svegliati, è solo un sogno.
Parlò a voce un po’ più alta cercando di scuoterlo per le spalle.
A quel punto Nico si svegliò con un urlo mettendosi seduto di scatto.
Gli occhi pieni di lacrime, dilatati dalla paura, che si guardavano intorno cercando di capire dove fosse, il respiro rotto e veloce.
-Shss … va tutto bene, era solo un sogno- Will gli prese il viso tra le mani facendo incrociare i loro occhi, con il pollice gli asciugò la prima lacrima che riuscì ad uscire.
-Will.
L’unica parola che riuscì a mormorare Nico prima di afferrare la maglietta del biondo e affondare il viso in essa, scoppiando in singhiozzi.
-E’ tutto okay … ci sono io.
Will lo stinse forte a se, accarezzandogli quei capelli sofficissimi fino a quando non si calmò, leggermente.
A quel punto si sdraiò di nuovo portandosi dietro Nico che stringeva ancora la sua maglietta appoggiato al suo petto.
Will stava giocando con i suoi capelli, forse aspettando che il ragazzo si addormentasse di nuovo quando lui iniziò a parlare.
-Se quella è veramente una villa infestata, magari un giorno la rivedrò, il suo fantasma … Per questo passo le mie giornate li dentro, non che fino ad ora abbia avuto molto successo. Non è vero che l’ha uccisa la tosse.
Will si bloccò aspettando che continuasse. Nico lo fece dopo diversi minuti.
-Bianca, lei era … fantastica. Era tutto per me, mi era rimasta solo lei. Poi ci fu quell’estate. Vengo qui da quando ero piccolo, avevo molti amici, anche lei si era fatta delle amicizie, sbagliate naturalmente, non lo capii fino a quando … fino a quando non arrivò l’estate dei miei 12 anni.
Nico non lo guardava in viso mentre raccontava, da quella posizione Will non riusciva neanche a fissare il suo volto. Con la mano, nel frattempo, era sceso dai capelli al fianco dove iniziò a fare dei disegnini astratti.
-Rachel, la ragazza rossa di l’altra sera … Bianca era come lei, entrata in quel giro, dipendente dalla droga, ne voleva uscire ma non ci riusciva, si chiuse sempre più in se stessa, scompariva per interi giorni, la stavo perdendo. Un giorno la seguii, si andava a nascondere nella villa infestata, diceva che era quello l’unico posto dove nessuno l’avrebbe mai cercata, a metà estate divenne tutto troppo per lei e si tagliò le vene.
-Nico …
Ma il ragazzo continuò imperterrito – Non ricordo quasi nulla, è tutto così confuso. Ricordo che ho urlato il suo nome, c’era un sacco di sangue, non so come sono riuscito a trascinarla fuori di li, in strada, avevo bisogno di aiuto, non sapevo a chi chiamare ma lei ormai era morta. Poi sono venuti Percy, Jason e Leo. Percy mi staccò dal colpo di mia sorella mentre gli altri chiamavano aiuto, nessuno di loro si accorse del sangue che mi sporcava la maglietta o dei suoi polsi tagliati, perché nessuno aveva il coraggio di guardarla. Mio padre sparse la notizia che l’aveva uccisa la tosse, che era malata da molto tempo, perché dire la verità era troppo imbarazzante secondo lui. Da quel giorno tutti sono convinti che sia questa la verità, perché le persone non guardano, non veramente, quei tre avevano la realtà sotto il naso e l’hanno ignorata.
-Odi tuo padre per questo? Perché io penso che magari potresti … insomma è sempre …
-E’ sempre mio padre?- finì Nico per lui acido.
Alzò la testa fissandolo dritto negli occhi, li aveva molto più rossi di quando era arrivato da lui quella sera, aveva anche le guancie piene di lacrime secche.
-Sai cosa mi ha detto il giorno dopo la sua morte? Che avrebbe preferito che fossi morto io, non lei. “Quanto valeva tua sorella, tu invece non servi a nulla” queste sono state le sue parole, nessuna di conforto, non un abbraccio, nulla. Quale padre dice queste cose a un bambino di 12 anni, il giorno dopo la morte dell’unica persona che gli sia mai stato accanto? Dimmelo Will.
Ma naturalmente Will non sapeva cosa rispondere, non c’erano parole per rispondere.
-L’avrei fatto, ero completamente solo, lui è ripartito due giorni dopo lasciandomi con una badante. Ho pensato parecchie volte di raggiungere mia sorella, mi fermava solo una cosa.
Will aveva quasi paura di chiedere ma alla fine la curiosità ebbe la meglio – Cosa?
-Non gli avrei mai dato questa soddisfazione.
Si diede una spinta dal basso finendo faccia a faccia con Will, poggiò la fronte sulla sua chiudendo gli occhi, infine sussurrò – Non darò mai a nessuno la soddisfazione di vedermi morto, non sono come Bianca.
A quella frase Will lo strinse di più, quasi con disperazione.
Nico aveva le labbra socchiuse, sfiorò quelle del biondo sotto di lui, stava quasi per baciarlo quando ci ripensò rotolando di lato.
Strinse il fianco di Will con un braccio e sistemò il viso nell’incavo del suo collo.
Non ci mise molto a riaddormentarsi ormai stremato, cullato dalle braccia di Will.

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Will ***


Quando Will si svegliò ci mise un po’ per ricordare tutto quello che era successo quella notte.
Si stupì nel constatare che era una tranquillissima mattinata.
Nico era addormentato profondamente praticamente su di lui, iniziò a fissarlo in ogni suo piccolo particolare.
Le gambe nude erano intrecciate con le sue, i suoi boxer e la sua maglietta nera facevano sembrare la sua carnagione pallidissima, la maglietta gli si era alzata lasciando scoperta parte della schiena. La sua mano artigliava la maglietta di Will e il suo viso era vicinissimo al suo.
Aveva i capelli sempre più lunghi, notò anche come le sue ciglia erano veramente lunghe, molte ragazze l’avrebbero invidiato, questo era sicuramente un fattore che contribuiva a far sembrare i suoi occhi sempre così grandi e neri, aiutati naturalmente dalle sue occhiaie persistenti.
Le labbra sottili e rosee, unico colore in un quel viso cereo, erano socchiuse.
Will avrebbe voluto così tanto baciarle, scacciare per sempre tutto il dolore che gli aveva confidato la notte prima, se solo Nico glielo avrebbe permesso.
Non seppe quanto tempo Will rimase sdraiato in quel letto a fissare il più piccolo, completamente in pace, quando a un certo punto qualcuno venne a bussare alla porta d’ingresso.
Will sospirò poi cercò di alzarsi senza svegliare il moro, impresa alquanto difficile visto che era completamente steso su di lui.
Alla fine ci riuscì, Nico si lamentò nel sonno, cambiò completamente posizione e lo rimpiazzò con il cuscino.
Will si guardò allo specchio, aveva la maglietta arancione completamente spiegazzata dopo che il più piccolo aveva deciso di piangere li tutte le sue lacrime e usarla poi come cuscino e dei boxer celesti, decise che era il caso di mettere anche dei pantaloni.
Dopo aver infilato dei jeans chiari al ginocchio andò finalmente ad aprire.
Davanti si trovò Hazel, la faccia stanca e i capelli più scompigliati del solito – Ti prego dimmi che è qui.
Will annuì facendole spazio – Sta dormendo, vuoi entrare?
La ragazza annuì seguendo il biondo in cucina, li si sedette su una sedia mentre il biondo cercava qualcosa in frigo.
-Succo?- gli domandò alla fine uscendo un cartone di succo all’ananas. Non aveva nient’altro, doveva decisamente andare a fare la spesa.
-Si grazie.
Mentre Will riempiva due bicchieri di vetro con quel succo giallo porgendogliene uno lei domandò in un sussurro senza fissarlo – Come sta?
-Penso che abbia passato notti migliori.
Lei fece un sorriso ironico ma allo stesso tempo triste – Quante volte si è svegliato urlando?
-Come?
-Bè, se la risposta è meno di due, fidati che è una delle sue notti migliori.
Will rimase con il bicchiere a mezz’aria – Succede così spesso?
-Sei tu il dottore, dovresti sapere che questi tipi di traumi non si superano mai, soprattutto quando hai solo 12 anni e- si bloccò di scatto riflettendo, poi con cautela chiese – Tu sai di questa cosa vero?
-Si, è tutto okay, so tutto di Bianca.
Lei annuì pensierosa, rimasero in silenzio per un po’ di tempo, ognuno nei propri pensieri, poi Hazel ruppe il silenzio.
-Will posso farti una domanda?
Il ragazzo come risposta scrollò le spalle, ma non riuscì a scoprire cosa gli volesse chiedere la ragazza perché a loro si unì una terza voce.
-Credo che questo sia il primo risveglio dove nessuno dei due finisce schiantato sul pavimento o qualcosa del genere, sono veramente dei passi … Hazel! Che ci fai qui?
Nico si interruppe subito vedendo sua sorella una volta entrato in cucina.
Lei si alzò in fretta e pronunciando il suo nome gli si gettò al collo.
-Mi dispiace così tanto per quello che è successo ieri a cena, io non pensavo … è stato così crudele dirti quelle cose e … è tutta colpa mia, non avrei mai dovuto chiederti di venire, dovevo pensare che sarebbe finita così, scusa, non avercela con me.
Nico se la staccò di dosso – Hazel, non ce l’ho assolutamente con te, tranquilla.
A quel punto Nico notò come Will li stava fissando con uno sguardo che era un misto tra il curioso e l’accigliato.
-Non te l’ho detto?- Iniziò allora Nico – Mio padre è convinto che sia malato, com’è carino che si preoccupi così tanto per me, non trovi?
Will continuava a non seguire quella conversazione – Sei malato? – Azzardò infine.
-Si a sentire lui, sai com’è, i ragazzi normali- e mimò delle virgolette in aria per quella parola – non vanno dietro ad altri ragazzi.
Hazel sorrise – Quando sei andato via gliene ho detto quattro.
-Non l’avrà presa bene- commentò allora Nico.
-Oh no, rinfacciargli che almeno tu non hai sparso il tuo sperma per il mondo facendo figli ogni due giorni non è stata una cosa molto carina, ma ne è valsa la pena.
Nico riuscì anche a sorridere dando un buffetto alla sorella – Sei adorabile.
-Resterà qui solo fino a stasera, io penso che andrò a rifugiarmi tutto il giorno a casa di Frank, tu stai bene, si?
Nico con il mento indicò Will – Non dovrebbe uccidermi.
Hazel corrugò la fronte guardando male il biondo – Vorrei ricordarti che mi ha lanciato un pennello in testa.
Will alzò gli occhi al cielo esasperato – Me lo rinfaccerai a vita, vero? Quante volte devo dirti che è stato un incidente? Volevo prendere Jackson!
Hazel lo fissò male per un altro po’, poi scoppiò a ridere, diede un bacio a suo fratello e salutò Will sventolando la mano, per poi andarsene via.
-Aspetta, quanti altri fratelli hai?
-Oh, mio padre si diverte molto a non sposarsi ma a fare figli in quantità con donne sempre diverse, di diverse etnie e di diversi paesi, una specie di collezione.
-I francobolli erano troppo comuni?
-Per un uomo così importante come lui? Ovvio che si. Potrei raccontarti di tutti quelli che finora ho conosciuto ma è una storia veramente noiosa, mi sa che adesso andrò a consumarti tutta l’acqua calda.
Senza aspettare una risposta si andò a chiudere in bagno.
Will sospirò. Con quel ragazzo facevi un passo avanti e tre indietro.
Perché si comportava in quel modo?
La notte prima gli aveva raccontato il suo più grande segreto, aveva abbattuto tutte le sue barriere e adesso era tornato il solito e scontroso Nico, come se non fosse mai successo nulla, come se non avesse pianto tutta la notte abbracciato a lui.
Magari se ne stava pentendo, se fosse stato così Nico sarebbe scomparso, ne era certo, si comportava così dall’inizio dell’estate, ma non poteva farlo ancora, perché Will non l’avrebbe sopportato.
Lo sapeva da un pezzo, ma l’aveva sempre represso e accantonato in una piccola parte del suo cervello, ma adesso era troppo evidente: si era innamorato di Nico Di Angelo.

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Nico ***


Ciao! Come va?
Già siamo al capitolo 29, è così strano, sembra ieri che ho pubblicato il prologo!
Volevo dirvi che questa storia dovrebbe avere 35 capitoli totali, più l'epilogo, quindi 36. Se non ci sono cambiamenti dovrebbe rimanere così.
Inoltre conto di pubblicare qualcos'altro sempre sulla Solangelo, forse OS oppure Mini Long, o magari anche un'altra storia a più capitoli come questa.
Okay vi ho trattenuto già abbastanza, vi lascio al capitolo, a presto e buona lettura!
Deh
_______________________________________________________________________________________________________________________________
-Ti ho detto di prendere l’altra scatola di cereali!
Will ormai era esasperato, disse quelle parole togliendo dal carrello la scatola che aveva appena preso il ragazzo più piccolo accanto a se, che naturalmente protestò.
-Ma questa è una marca mille volte migliore!
Rimise la scatola dentro il carrello.
-Punto primo: questa marca costa il doppio dell’altra e qui la spesa è mia, ovvero la devo pagare con i miei soldi. Punto secondo: li devo comunque mangiare io, non tu!
Rimise la scatola nel proprio scaffale.
In fretta afferrò il carrello e si allontanò, ignorando il broncio adorabile che aveva messo Nico incrociando anche le braccia al petto.
Naturalmente il moro non se la diede vinta e riuscì a nascondere la scatola di cereali che piacevano a lui dentro il carrello senza farsi vedere, sorrise compiaciuto.
 
Dopo che Nico era uscito dalla doccia quella mattina aveva chiesto a Will che cosa volesse fare, chiarendo da subito che lui non aveva nessuna intenzione di scendere in spiaggia.
Così Will gli aveva proposto di fargli compagnia al supermercato visto che aveva quasi le ragnatele nel frigo.
Nico aveva accettato di buon grado, più era lontano dalla baia, più era lontano da suo padre.
Avevano parlato di tutto, ma non di quello che era successo la notte precedente, Will aveva paura che Nico si sarebbe chiuso di nuovo in se, pensando che magari aveva fatto male a confidarsi con lui e magari l’avrebbe allontanato, così non uscì l’argomento.
A Nico tutto ciò andava più che bene.
E adesso si trovavano li, in un enorme centro commerciale a litigare su cosa dovesse o non dovesse comprare Will.
-Mi spieghi che ci devo fare con 4 kili di patatine?
Will strabuzzò gli occhi quando il moro gli riempì metà carrello solo con quelle.
-Non so cosa tu ci faccia di solito, ma si mangiano, sai? Sono buone.
Alla fine alla cassa ci arrivarono con due carrelli strapieni più qualche cestino.
Il vero problema fu trasportare e soprattutto far entrare tutte le buste in macchina, impresa che riuscì dopo circa mezz’ora.
-Togli i piedi dal cruscotto.
Nico alzò gli occhi al cielo, naturalmente non ascoltandolo – Come sei permaloso.
Prima che il biondo potesse replicare lui cambiò subito argomento – Penso che potresti tranquillamente fare pranzi e cene invitando mezza baia e avresti comunque scorte di cibo fino a fine agosto.
Will gli lanciò un’occhiata degna proprio del ragazzo che aveva al fianco.
 
Quando tornarono alla baia era all’incirca l’ora di pranzo.
-Posiamo tutto e mangiamo, sto morendo di fame.
Will disse questo mentre apriva il cofano per recuperare tutte le buste, a quel punto Nico notò suo padre, era qualche metro più in la, sicuramente stava andando al chiosco per prendere qualcosa da mangiare, lui da solo non sapeva farsi neanche un panino e li non c’erano cameriere.
Quando vide Nico si fermò a fissarlo.
Il ragazzo fece un ghigno, si alzò in punta di piedi e baciò Will.
Il bacio durò qualche secondo, aveva colto il biondo abbastanza di sorpresa, si staccò leggermente – Che stai facendo?
-Zitto e baciami.- Ordinò tornando sulle sue labbra e intrecciando le mani fra i suoi soffici capelli biondi.
Gli mordicchiò il labbro inferiore e aprì gli occhi, come aveva immaginato suo padre si stava avvicinando a loro con sguardo furente.
Nico si staccò di colpo da Will e lo afferrò per una mano portandoselo dietro, quasi come a volergli fare da scudo.
-Buongiorno padre. Hai dormito bene questa notte?
Sentì Will trattenere il fiato dietro di lui.
-Stai giocando con il fuoco, Nico.
-Io non sto giocando.
-Guarda che se continui così ragazzino io …
-Tu cosa?- Esplose allora Nico – Con cosa mi puoi minacciare quando non mi hai mai dato niente? Per tua informazione fra qualche mese faccio 18 anni e appena finisco anche quest’ultimo anno di liceo ho intenzione di andarmene da qui, non mi rivedrai mai più, puoi stare tranquillo.
-Bene. Bianca era mille volte migliore di te.
-Bianca è morta! Morta! Fattene una fottuta ragione, lei non c’è più, ci sono io. Quindi o ti fai star bene questo o te ne puoi anche andare per quello che m’importa.
Suo padre lo guardò con quella faccia impassibile per altri interminabili secondi, poi si girò e andò via senza dire una parola.
-Nico …
Era Will.
Si girò di scatto verso di lui, aveva gli occhi lucidi, ma non gli era uscita una lacrima e si impose di non farne uscire nessuna, aveva già dato abbastanza la notte prima.
-Non ci provare Will!- Gli urlò contro – Non voglio la tua fottutissima pietà.
Will alzò un sopracciglio scettico – Pietà?
Velocemente richiuse il cofano della macchina lasciando tutta la spesa li dentro, lo afferrò per un polso e lo portò dentro casa, chiuse la porta e ce lo sbatté contro.
-Tu non capisci niente, Di Angelo.
Lo baciò soffocando ogni sua protesta.

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Nico ***


Nico si aspettava che dopo aver raccontato tutta la sua storia a Will lui cambiasse.
Non sapeva dire proprio in che modo, ma non si aspettava che sarebbe rimasto lo stesso.
Magari si aspettava una reazione come quella di tutti gli altri, come sua sorella, che lo trattava come se fosse fatto di porcellana, sempre preoccupata.
Si aspettava che lui iniziasse a stare con lui solo per pietà, fissandolo perennemente con uno sguardo pietoso, magari quando pensava che non stesse guardando.
Aveva già deciso di allontanarlo, per quanto ogni volta che ci pensava sentiva un vuoto strano nello stomaco. Pensava anche che sarebbe stato proprio il biondo ad allontanarsi, per la figura che gli aveva fatto fare davanti suo padre, per averlo baciato davanti a qualcuno senza il suo permesso, magari non voleva.
Ma Will non si comportò in quel modo, rimase lo stesso, Nico gliene sarebbe stato per sempre grato.
Era un giorno settimanale di inizio Agosto e fuori infuriava un temporale.
Quando aveva iniziato a piovere si trovavano al chiosco insieme a qualche altro ragazzo, di corsa ognuno era scappato a casa propria e Nico era finito da Will, il biondo non l’aveva invitato e il moro non aveva chiesto, ma nessuno dei due fece commenti, come se fosse assolutamente normale. Nico continuava a ripetersi che era andato da lui solo perché casa sua era molto più lontana dal chiosco e non aveva nessuna voglia di bagnarsi.
Ora erano nella sua camera, Will seduto nel letto con le spalle al muro, Nico seduto nel davanzale della finestra, poteva sembrare benissimo un gatto. Stavano giocando a battaglia navale, un gioco che Will aveva trovato in quella casa quando l’aveva affittata, sicuramente i precedenti proprietari l’avevano dimenticato oppure l’avevano abbandonato di proposito. In ogni caso Will e Nico avevano trovato un qualcosa per passare il tempo.
-F,9.
Nico distolse lo sguardo dalle gocce che scendevano sul vetro della finestra chiusa e controllò se il biondo avesse colpito qualche sua nave.
-Acqua totale. B,6?
Will controllò e fece una smorfia – Non vale, secondo me tu stai imbrogliando in qualche modo!
-Tutta fortuna Solace.
-Si, si, come no. A,10. Comunque, che fai a ferragosto?
-Con A,10 sei completamente in alto mare, a ferragosto dovrei essere con Jason, Hazel e compagnia bella. B,5?
-No, non continua li la mia barca. Con compagnia bella intendi anche Jackson?
Nico lo guardò di sottecchi – Può essere … Non capisco che problemi hai verso di lui, li conosci tutti da un sacco di tempo e lui è l’unico che chiami ancora per cognome.
-Anche tu chiami me per cognome.
-E’ diverso Solace, lo sai benissimo. Perché lo odi tanto?
Le guance di Will si imporporarono, anche se Nico non era molto sicuro visto la poca luce che entrava dalla finestra, poteva anche essersi sbagliato.
-Bè … io … ecco …- Balbettò altre frasi incomprensibili poi sbottò alla fine – Non sono io che lo odio! E’ lui che odia me!
-Will Solace, il ragazzo sempre allegro e solare che si fa odiare da uno come Percy Jackson? Impossibile, cosa gli avrai mai fatto di così grave?
-Suppongo che sia per Annabeth, pensa che gli voglia rubare la ragazza da quando quella sera alla festa di Piper l’ho aiutata con il braccio.
-Oh si, quanto ho bevuto a quella festa! Ancora non mi ricordo nulla, penso proprio che il 15 mi ridurrò nello stesso stato.
-Perché no? Così questa volta non sbagli persona e magari chiedi proprio al tuo amichetto Percy di baciarti.
Nico non poté non notare come in quel nome gli avesse caricato un dose massiccia di acidità, qual’era il suo problema?
Stava per rispondere per le rime quando il biondo riprese a parlare.
-Toglimi una curiosità, perché sei così innamorato di lui?
Si mise a gambe incrociate mettendo da parte il gioco, a quel punto allora anche Nico posò il suo vicino ai piedi sempre nel davanzale.
-Perché dovrei dirtelo?
-Per quanto ne so ogni volta che stai con me potresti chiudere gli occhi e immaginare lui al mio posto, credo di meritarmelo.
Era davvero questo il suo problema? Nico avrebbe potuto benissimo rispondergli con la verità, ovvero che non gli era mai passato neanche per l’anticamera del cervello di immaginare Percy al suo posto, ma optò di rispondere con un’altra domanda.
-E tu? Tu di chi sei innamorato Will?
Lui strabuzzò gli occhi, non si aspettava quella domanda, non se l’aspettava affatto.
-Sai com’è- continuò il più piccolo – Per quanto ne so ogni volta che stai con me potresti chiudere gli occhi e immaginare lui o lei, chiunque sia, al mio posto.
-Okay- disse alzandosi esasperato – hai vinto tu, non mi raccontare nulla. Tieniti pure i tuoi segreti.
Si avviò in cucina, Nico lo seguì fissandolo armeggiare con uno dei tanti pacchi di patatine che proprio il più piccolo gli aveva fatto comprare.
-Solace?
-Che c’è?- Sbottò irritato girandosi a fissarlo.
Nico in risposta fece un sorrisetto divertito – Per la cronaca, sei una schiappa a quel gioco e la partita l’ho vinta io.

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Will ***


Erano le due e mezza del pomeriggio quando qualcuno iniziò a bussare violentemente alla sua porta.
Will, quella mattina, era stato a mare con Malcolm, i fratelli Stoll, Leo e Calypso, era tornato a casa 15 minuti prima, si era fatto una doccia e adesso stava mangiando qualcosa.
Si precipitò ad aprire prima che chiunque fosse dietro la sua porta gliela scardinasse pur di entrare.
Quando aprì si ritrovò di fronte Nico, con la faccia ricoperta di sangue. Poteva essere sempre ricoperto di sangue?
Il moro lo scrutò da cima a fondo poi fece un sospiro di sollievo – Stai bene!
-Non sono io quello ricoperto di sangue- gli fece notare Will facendosi da parte per farlo entrare.
-Oh si- Nico si ricordò solo in quel momento dello stato della sua faccia portandosi una mano al naso e sporcando anche quest’ultima del sangue che gli continuava a uscire.
-Credo che mi abbaiano quasi spaccato il naso così tante volte che ormai non sento più nulla.
Ma si contraddisse con la smorfia di dolore che aveva in viso da quando aveva alzato la mano per tastarselo.
Will gli intimò di sedersi in una sedia e non muoversi mentre lui scompariva in bagno a prendere tutto l’occorrente per disinfettarlo.
-Tieni la testa leggermente inclinata indietro- comandò mentre iniziava a pulirlo dal sangue.
-Penso che dovresti fare un corso base a mia sorella, lei ogni volta per disinfettarlo mi fa sentire il doppio del dolore di quando mi danno il pugno.
Will si limitò ad alzare gli occhi al cielo – Che è successo?
Soprattutto voleva capire perché Nico era così preoccupato che non stesse bene lui.
-Ottaviano, Rachel e i suoi scagnozzi se ne stanno andando, credo che per quest’anno si siano stufati di stare qui, li ho incontrati per puro caso mentre portavano le valigie in macchina. Quando Ottaviano mi ha visto ha sorriso dicendomi che il suo naso stava benissimo e che te l’aveva fatta pagare per quello che gli avevi fatto. A quel punto credo di essergli saltato addosso, certo, eravamo tre contro uno quindi questo è il risultato.
Will si bloccò, fissando il ragazzo che aveva seduto di fronte, si era ridotto in quello stato per lui?
Nico lo riscosse dai suoi pensieri – Hai finito?
-Oh, ehm … no.
E scuotendo leggermente la testa riprese a occuparsi del suo naso.
Will pensò che la storia fosse finita, ma Nico continuò – Prima che andassero via ho avuto modo di parlare con Rachel, o meglio, lei ha parlato con me, ha avuto pochi secondi a disposizione e all’inizio non avevo capito quasi nulla ma adesso che ti guardo credo di esserci arrivato. Mi ha detto “quella sera non era nei miei piani farti pestare, l’ho convinto che adesso siamo pari, spero che un giorno potrai perdonarmi” era più o meno così la frase. Tu sei illeso no?
Will annuì – Non vedo quei due da quel giorno.
-Penso che Rachel abbia convinto Ottaviano a non toccarti, penso che volesse solo far ingelosire il suo ragazzo e tornare da lui, non aveva messo in conto la rissa che è poi scoppiata, credo che gli abbia messo in testa che il pugno che tu gli hai dato era una specie di riscatto per quello che lui aveva dato a me, quindi siamo pari.
-Tu perdi comunque sangue dal naso.
-A questo punto credo che sia colpa mia, lui mi ha semplicemente provocato e io gli sono saltato addosso.
Scese il silenzio mentre Will finiva il suo lavoro. Quando gli mise sopra il disinfettante Nico non poté non reprimere una smorfia di dolore.
-Perché andarsene adesso?- Chiese Will dando voce ai pensieri che gli frullavano in testa.
Nico scrollò le spalle – Siamo già a metà agosto, le persone iniziano ad andarsene per tornare alla vita reale e prepararsi a tutto quello che ricomincia a settembre. Vedrai che dopo ferragosto la sera al chiosco inizieranno a esserci sempre molto meno ragazzi.
Will sentì lo stomaco stringersi, mancavano due giorni a ferragosto.
-E tu? Quando te ne vai?- Riuscì a domandare.
Nico scrollò di nuovo le spalle – Quando mio padre avrà deciso che la nostra cameriera ha pulito perfettamente la nostra villa da cima a fondo, ci chiamerà dicendoci che il giorno dopo dobbiamo essere a casa.
Will aveva paura di scoprire quanti giorni gli rimanevano con quel ragazzo ma non saperlo era anche peggio.
________________________________________________________________________
Lo so, lo so. Anche questo capitolo è corto, mi spiace.
In questi giorni sono stata molto impegnata, questa è un capitolo che vale sia per sabato sia per domenica perchè domani (o oggi) non ci sarò tutto il giorno, quindi a lunedì!
Come sempre ringrazio tutti, anche quelli che continuano a seguirmi in silenzio.
Un bacio, Deh

P.s. Tempo fa ho scritto questa OS e due giorni fa l'ho pubblicata, so che molti di voi l'hanno già letta, ma chi non l'avesse fatto e volesse, bè ecco il link (è sempre Solangelo):

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3177769&i=1

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Will ***


La mattina di ferragosto, già alle 11 del mattino, la spiaggia era piena di tende.
Will stava cercando quella che aveva montato insieme a Malcolm in quell’enorme labirinto, con scarsi risultati, quando intravide Nico che se la rideva sotto i baffi insieme ad Annabeth.
Si avvicinò a loro da dietro – Perché ridete?
Entrambi sussultarono girandosi a guardarlo malissimo.
Will alzò le mani in segno di scusa, aveva come la sensazione che senza problemi Nico l’avrebbe potuto uccidere e Annabeth occultare il cadavere.
La ragazza poi tornò a sorridere e a girarsi tornando a guardare quello che stavano guardando in precedenza – Guardali e dimmi se non ti fanno ridere!
Will seguì il loro sguardo.
Davanti a loro c’erano Leo, Jason, Percy e Piper.
La ragazza era seduta su un telo a terra a leggere delle istruzioni, gli altri tre stavano cercando di mettere su una tenda da campeggio.
Erano imbranati, troppo.
Quando finalmente Jason riuscì a mettere una cosa nel verso giusto, Leo ci inciampò l’attimo dopo, Percy inciampò a sua volta sul ragazzo e dovettero ricominciare da capo.
-Ci rinuncio! Le avrete imparate a memoria quelle maledette istruzioni da quante volte le ho ripetute!- Una stressata Piper gli lanciò contro il libriccino e alzandosi si avvicinò ad Annabeth che l’abbracciò sconsolata dandogli pacche nella spalla “lo so, lo so”.
-Da quand’è che ci provano?- Domandò cauto Will controllando il suo orologio da polso, faceva le undici e un quarto.
-Alle 10 siamo usciti da casa.
-Oh.
-Hanno vent’anni a testa e non riescono a montare una tenda. In tre.
-Hey!- Si lamentò Leo che la sentì – Io ne ho 17.
-Io 19- si intromise Jason.
-Ancora per poco- commentò a quel punto la sua ragazza.
-Scusate- si intromise Will – da quanto ho capito passate qui ogni estate, come avete fatto gli scorsi anni?
-Frank.
Risposero in coro Annabeth, Nico e Piper.
A quel punto Will si rese conto che mancavano all’appello sia lui che la sorella di Nico.
-Dove sono lui e Hazel?
-Suppongo siano imboscati da qualche parte, peggio dei conigli- rispose Piper mentre Nico faceva una faccia disgustata.
-Non ci credo che mi sono veramente innamorata di quel ragazzo.
Tutti e quattro sussultarono per la voce proveniente dietro le loro spalle.
-La smettete tutti quanti di spuntare così alle spalle?- Sbottò Annabeth.
Ma Calypso non parve nemmeno sentirla. Lasciò la sua borsa del mare a terra e chiese gentilmente a Nico di reggerle gli occhiali da sole rigorosamente rosa fluorescente.
Poi si avviò a passo di marcia verso quei ragazzi, Leo fu la prima a notarla e fece un sorriso incerto abbozzando un “Hey” non molto convinto.
-Mi spieghi come fa a costruire un aereo o una radio con quello che ti trovi in tasca e poi non riesci a montare una stupida tenda?
-Non è colpa mia! Potrei costruirla una tenda, ma montarla seguendo le istruzioni … è diverso! Non si capisce nulla di questi disegnini.
-Tesoro- disse Calypso calma prendendogli il libretto delle istruzioni dalle mani – lo stai tenendo al contrario.
A quel punto glielo lasciò correre in testa.
-Toglietevi tutti.- Annunciò con voce autoritaria, si mise a terra e iniziò ad armeggiare con i pezzi sparsi per la spiaggia.
In cinque minuti l’aveva montata perfettamente. Leo la guardava con gli occhi che gli brillavano mentre la ragazza si asciugava il sudore dalla fronte con il suo sottilissimo braccio.
Gli altri due la stavano guardando a bocca aperta, vagamente imbarazzati.
Nico fece un ghigno – Non penso che farò dimenticare questa cosa a nessuno dei tre tanto facilmente.
Poi abbassò lo sguardo sugli occhiali che aveva in mano, come se si fosse accorto solo in quel momento di loro.
Will glieli prese dalle mani e glieli mise ammirando poi la sua opera – Si, così hai un certo fascino.
Il moro stava per strapparseli di dosso quando Jason lo chiamò con voce allarmata, naturalmente lui si girò di scatto e questo … gli fece una foto.
A quel punto Nico se li tolse, subito Leo glieli tolse dalle mani prima che rompesse gli occhiali alla sua ragazza.
Nico si lanciò addosso a Jason inchiodandolo nella sabbia con le ginocchia.
-Cancellala. Ora.
-Ma perché è così …
-Ti sputo in faccia- lo minacciò il più piccolo chinandosi di più per non sbagliare il bersaglio.
-Va bene, va bene! Hai vinto.
Nico non tolse gli occhi dallo schermo fino a quando l’amico non cancellò la foto sotto i suoi occhi.
Will non era sicuro di come stesse fissando entrambi i ragazzi a terra, ma si sentiva osservato, quando voltò lo sguardo notò che Annabeth lo stava fissando con sorrisetto in volto.
-Che c’è?- Domandò arrossendo, sapeva benissimo anche lui cosa lei aveva visto.
-Oh, nulla. Stavo però pensando, che fai stasera? Perché non ti unisci a noi?
-Oh, insomma, non saprei ecco … Credo di essere con Malcolm e Drew e …
Annabeth alzò un sopracciglio scettica – E vuoi passare la serata a fare il terzo incomodo?
-No, ecco … mi piacerebbe stare con voi ma … non ho una tenda, divido quella con Malcolm quindi …
-Nella tenda di Nico c’è abbastanza spazio per due, giusto?
Si rivolse al moro che si era riavvicinato, Will neanche si era accorto della sua presenza.
Questo abbassò la testa nascondendo il volto con i capelli – Ehm … e Jason?
-Come se Jason passasse una notte di ferragosto in una tenda senza Piper. E’ deciso, ci sarà tanto di quell’alcool per tutti, tranquilli.
Nico aprì bocca per protestare ma venne interrotto da sua sorella che si stava avvicinando insieme a Frank, entrambi guardavano il cellulare ridendo.
-Nico, devo ammetterlo, sei veramente adorabile con questi occhiali.
A quel punto il moro si girò lentamente, molto lentamente, verso Jason, in un sussurro gelido disse solo tre parole.
-Inizia a correre.

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** Will ***


Will passò un po’ di tempo con Malcolm, Drew e i due fratelli Stoll.
Quando gli ultimi due andarono via perché dovevano sistemare i fuochi d’artificio che avevano preparato, anche Will si congedò dal suo migliore amico.
Andò alla ricerca dei suoi amici ma non fu molto difficile trovarli perché avevano acceso  un fuoco e loro erano seduti tutti in cerchio attorno ad esso.
C’erano Nico, Hazel, Frank, Leo, Jason, Percy, Annabeth, Luke, Thalia, Calypso e Piper.
-Ciao.
Li salutò trovando un posto tra Nico e Leo.
-Giusto in tempo! Stiamo per iniziare il gioco del “Non ho mai”- disse felice Jason dando a ciascuno di loro un bicchiere di plastica.
-Di che si tratta?- Domandò accettando il bicchiere vuoto che gli veniva offerto.
Fu Piper a rispondere.
-Riempiamo i bicchieri di alcool e a giro ognuno di noi dichiara qualcosa che non ha mai fatto, iniziando appunto la frase con “non ho mai” e tutti gli altri del gruppo che invece hanno fatto quella determinata azione bevono. Più il gioco va avanti e più diventa interessante visto che alla fine praticamente tutti sono ubriachi.
-Inizio io- annunciò Thalia quando ognuno dei bicchieri fu pieno.
-Non ho mai bevuto così tanto da vomitare e scordarmi tutto il giorno dopo. Anche se intendo farlo questa sera.
Si alzarono Nico, con uno sbuffo, Percy, Leo, Piper e Luke.
Era il turno di Frank – Non ho mai iniziato una rissa con spargimento di sangue.
Questa volta Will si alzò, insieme a Nico, Luke, Jason, Percy e Annabeth.
Quest’ultima fu guardata con la bocca aperta anche dal suo ragazzo.
-Chiudi quella bocca Testa D’alghe, magari un giorno te lo racconto.
Stavano quasi concludendo solo il primo giro che Will si sentiva la testa già parecchio leggera, anche se Nico aveva bevuto molto più di lui.
Fu il turno di Annabeth, guardò verso Will e gli fece un sorrisetto, ma durò così poco che il ragazzo pensò anche di esserselo immaginato, si ricredette subito quando parlò.
-Non ho mai baciato qualcuno del mio stesso sesso.
Ci fu un secondo di pausa dove nessuno si mosse, alla fine Will si alzò e bevve, lo seguì a ruota Piper.
Nico e Percy si alzarono in contemporanea.
Will si girò di scatto verso Nico, possibile che tra i due ci fosse stato qualcosa e lui non gli avesse mai raccontato nulla? Ma il moro lo guardava con occhi spalancati, segno che non ne sapeva nulla, poi chiese incredulo – Percy?
-Ho perso una scommessa.
Rispose semplicemente lui con un’alzata di spalle.
Il giro continuò e Will fissò Annabeth, lei gli sorrise alzando il bicchiere nella sua direzione.
 
5 minuti prima la mezzanotte tutti si alzarono per cercare il posto migliore per ammirare i fuochi.
C’è chi si avvicinò a riva per avere una visuale migliore, chi andò a sedersi nei muretti bassi delle stradine che si affacciavano in strada.
Nico barcollava, così trovò uno spazio fra due tende deserte, buio, dove poteva benissimo appoggiarsi al muro alto di una villa.
Will lo seguì, si appoggiò anche lui al muro e non smise un secondo di fissarlo.
Anche quando iniziarono i fuochi non gli tolse gli occhi di dosso, li vedeva riflessi nei suoi occhi scuri e lucidi per l’alcool.
Naturalmente si accorse che il biondo non gli staccava gli occhi di dosso.
Continuando a fissare il cielo gli disse – Solace, non credo di essere così ubriaco da baciarti qui, davanti a tutti.
-Ma se non c’è nessuno!- Commentò Will guardandosi intorno, proprio vicino a loro non c’era veramente nessuno. Altri, gente che comunque non conosceva o aveva visto di sfuggita, erano troppo concentrati ai fuochi d’artificio per notare loro, che erano comunque abbastanza in ombra.
Ma poi anche se li avesse visti qualcuno, qual’era il suo problema? Will non capiva …
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dalle labbra di Nico premute sulle sue.
Era talmente concentrato a lamentarsi con il suo cervello che neanche si era accorto che il moro si era spinto in avanti fino a toccare le sue labbra in un bacio lungo.
Will chiuse gli occhi godendosi ogni singolo momento di quell’istante.
Quando Nico si staccò lo fissò con uno strano luccichio negli occhi poi semplicemente gli disse – Stavi pensando troppo.
Tornò a guardare in alto, come se non fosse successo nulla.
-Finalmente vi ho trovati!
Disse Leo correndogli incontro quando la maggior parte dei fuochi erano finiti, li prese per mano entrambi e li trascinò di nuovo attorno al fuoco – Percy vuole che ci siano tutti i suoi amici quando lo dirà.
Entrambi i ragazzi non sapevano di cosa stesse parlando, ma non riuscirono a chiedere nulla perché li lasciò subito andare per andare ad abbracciare Calypso.
Will notò come c’erano di nuovo tutti li aspettando qualsiasi cosa dovesse succedere, alcuni ne erano al corrente, altri no, lo si poteva vedere benissimo dalle loro espressioni.
A quel punto Percy si schiarì la voce.
-Spero sia importante Testa d’Alghe, mi stai facendo saltare il bagno di mezzanotte.
Disse Annabeth fissando il suo ragazzo con le braccia incrociate al petto.
Lui le sorrise, gli si mise davanti e si inginocchio. Prese una scatolina dalla tasca e aprendola le chiese di sposarla.
Il primo pensiero di Will fu più o meno quello di tutti “ow, che carini” il secondo pensiero, che arrivò subito dopo come un fulmine a ciel sereno, fu “Nico”.
Si girò di scatto a fissare il moro accanto a lui.
Stava fissando la scena con occhi vacui e la bocca leggermente aperta.
Provò a prendergli una mano ma lui si scostò di scatto, come se avesse preso la scossa facendo un passo indietro.
Quando Annabeth rispose “Si” con un sussurro emozionato Nico si girò e schizzo via.
Nessuno lo notò perché a quel punto tutti si alzarono in piedi esultando, battendo le mani e congratulandosi.
Qualcuno gli afferrò il braccio facendogli quasi male, abbassò lo sguardo, era Hazel che con uno sguardo preoccupato gli chiese – Dov’è andato?
Will gli indicò la direzione e lei corse dietro il fratello.
Avrebbe voluto seguirlo anche Will, ma che senso avrebbe avuto?
Un secondo prima lo baciava e lo illudeva che potesse provare qualcosa per lui e il secondo dopo scappava via perché il ragazzo del quale era sempre stato innamorato chiedeva a un’altra se lo voleva sposare.
Lui, Will Solace non era Percy Jackson.
Nico Di Angelo non avrebbe mai potuto provare nulla per lui, di questo adesso, ne era assolutamente convinto.

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** Nico ***


Nico era già alla terza sigaretta quando Hazel lo raggiunse.
Era seduto nel muretto di casa loro, voleva andare alla casa infestata ma poi si era ricordato che era la serata di ferragosto e quindi sarebbe stata piena di ragazzi che facevano scommesse entrando li dentro.
-Nico … Non ne sapevo nulla, in caso ti avrei avvertito prima per non fartelo sapere così, ma non puoi passar-
-Hazel- Nico disse il suo nome in sussurro interrompendola, buttando fuori tutto il fumo del tiro che aveva fatto – Non ho provato nulla.
La ragazza strabuzzò gli occhi – Cosa?
-Non ho provato nulla- ripeté alzando il volto e fissandola negli occhi.
-Allora perché …
-Non ho sentito nulla quando lui si è inginocchiato davanti a lei, le farfalle nello stomaco- fece una smorfia pronunciando quelle tre parole –le avevo qualche secondo prima, quando stavo baciando Will. Quando Percy ha fatto la domanda Will mi ha afferrato il braccio e io ho sentito quella cosa che sentivo quando il braccio me lo afferrava Percy.
Hazel stava sorridendo, ma Nico era veramente allarmato.
-Perché Hazel? Perché ora succede con Wil?? Sono terrorizzato da tutto ciò- ammise abbassando di nuovo lo sguardo per poi finire in un sussurro – Per questo sono scappato via.
Sua sorella gli si avvicinò continuando a sorridere – Ti sei innamorato di Will, Nico.
-No!- Quasi urlò il ragazzo – Non posso! Non devo …
Hazel gli si avvicinò accarezzandogli una guancia – E’ una cosa bella, Nico. Will non è Percy, non sarà come con lui.
-Come lo sai?- Domandò freddo il ragazzo.
-Non lo so, ma non lo sai neanche tu. Devi solo provarci.
-Non ho mai detto nulla a Percy, perché con lui dovrei?
Hazel fece un sorrisetto – Non mi sembra neanche che tu sia mai stato a letto con Percy, o sbaglio?
Nico sbuffò, su questo sua sorella aveva ragione.
-Quindi adesso che faccio? Vado da lui e gli dico tutto?
-E’ un’idea. Dai, torniamo in spiaggia, ho abbandonato Frank per correrti dietro senza neanche avvertirlo.
Quando tornarono li trovarono tutti attorno al fuoco per come li avevano lasciati.
Tutti tranne Will.
Li trovarono anche tutti molto, molto, molto più ubriachi, tranne Frank e Calypso.
Hazel corse subito dal suo ragazzo e gli sussurrò qualcosa all’orecchio.
Nico però non era molto concentrato su di loro, si guardava intorno pensando di non averlo visto, ma era inutile, Will se n’era andato da li.
Si avvicinò a Calypso, l’unica che sembrava ancora distinguere una formica da un elefante e gli domandò – Sai dov’è Will?
-Ha detto che se ne tornava nella sua tenda, quella che divideva con Malcolm, però non so dove si trovi.
-Grazie.
 
Passò due ore con la torcia del cellulare a cercare fra le tende, magari non era dentro e riusciva a vederlo. Nulla da fare, riuscì anche a scaricare del tutto la batteria.
Erano le due e mezza di notte quando rinunciò, andò al chiosco, deciso a bere così tanto da dimenticarsi tutto.
Non sa per quale assurdo miracolo riuscì a trovare Malcolm, seduto in un muretto mezzo nascosto da dei cespugli, si stava baciando con Drew, seduta su di lui.
Naturalmente l’ultima cosa che voleva era che qualcuno li andasse a disturbare. Cosa fece Nico? Ci andò quasi correndo senza pensarci due volte.
-Malcolm. Mi devi portare nella tenda tua e di Will.
-Sono un po’ occupato ora.- Il ragazzo gli rispose quasi senza staccarsi dalla bocca di Drew.
-Non mi muovo da qui fino a quando non mi ci porti.
-Se vuoi guardare per me non c’è nessun problema.
Era stata Drew a parlare ma Malcolm non era d’accordo, infatti si alzò sospirando e quasi di corsa si avviò alla spiaggia.
-Muoviti.
In meno di tre minuti erano arrivati, gliela indicò da lontano, Nico non riuscì neanche a ringraziarlo che già erano scomparsi.
Si avviò a passo svelto alla tenda e aprì la cerniera senza tante cerimonie, aveva paura di poterci ripensare.
Will non stava dormendo, stava ascoltando della musica con le cuffie attaccate al suo mp3, Nico l’avrebbe preso a calci se quelle cuffie fossero state attaccate al suo cellulare e lui avesse volontariamente ignorato tutte le sue chiamate.
Quando Will lo vide strabuzzò gli occhi strappandosi gli auricolari dalle orecchie.
-Come facevi a sapere qual’era la tenda?
-Penso di essermi appena fatto odiare a morte dal tuo migliore amico- poi notò i suoi occhi rossi – Hai pianto?
-L’alcool- chiuse il discorso -Che cosa vuoi?
-Devo parlarti.
-Perfetto, anche io.
Nico corrugò la fronte – Sentiamo allora.
-Non mi va più di continuare, è stata un’estate grandiosa devo ammetterlo, ma ora mi sono stufato. Poi l’hai detto tu stesso che dopo ferragosto tutti iniziano ad andarsene, molto probabilmente non ci vedremo mai più, quindi meglio finirla adesso, no?
Nico era gelato sul posto, Will prese il suo silenzio per un consenso così continuò – Che volevi dirmi tu?
-Guarda che coincidenza, volevo dirti la stessa identica cosa. Si, ho passato due ore in piena notte a vagare per la spiaggia cercando la tua fottuta tenda, con la torcia del cellulare, per dirti proprio queste cose- disse tutto con voce gelida, velenosa e abbondanza di sarcasmo.
Si alzò e fece un passo indietro –Addio Solace.
Nico tornò a casa sua, sapeva che avrebbe trovato dentro Hazel e Frank, loro non si erano montati la tenda, lui si per lasciargli casa libera.
Non appena entrò sentì dei mormorii dalla terrazza.
Si affacciò trovandoli abbracciati dentro un fortino fatto di coperte e cuscini che guardavano il cielo.
Il primo a notarlo fu Frank, lo salutò con un sorriso – Hey.
Hazel si girò di scatto con un sorriso ancora più grande – Allora? Com’è andata??
Nico quasi non provava più nulla, rispose con voce spenta – Mi spiace sorellina, ma questa volta avevo ragione io.

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** Will ***


Non ci credo che siamo già all'ultimo capitolo... T.T
Non mi dilungo troppo, lo farò domani dopo l'epilogo.
Quindi buona lettura e a domani, Deh
____________________________________________

La mattina dopo si svegliò molto tardi, cosa abbastanza strana per lui.
Certo, la notte prima si era addormentato quasi all’alba, le ultime parole di Nico che ancora gli ronzavano in testa “Addio Solace”.
Aveva un leggero mal di testa, uscì dalla tenda e si avviò al chiosco per prendersi un lungo caffè.
Di facce note vide solo Jason e Piper, seduti in un tavolino mezzi addormentati.
Decise di non disturbarli e di andarsi a sedere in un tavolino da solo, stava bevendo il suo caffè molto lentamente quando la sedie di fronte a lui venne scostata e si sedette Hazel.
-Sei un grandissimo idiota, Will Solace.
Lo guardava con occhi fiammeggianti, Will si chiese se non fosse una dote di famiglia quella di terrorizzare le persone con un semplice sguardo.
Neanche perse tempo a chiedere il perché di quell’affermazione, tanto la ragazza continuò.
-L’ultima volta che sono stata a casa tua mi avevi promesso che ti potevo fare una domanda ma poi mio fratello ci ha interrotti.
Will non precisò che lui non gli aveva promesso nulla, stavano solo parlando e basta, neanche si ricordava di quel piccolo particolare.
-Lo sai che ti volevo domandare?
-Sentiamo.
-Se tu fossi innamorato di mio fratello.
-Che cosa!? Perché mai dovrei risponderti a una domanda del genere!
-Perché sei uno stronzo! Suppongo che tu sappia tutto quello che ha passato Nico e che cosa fai? Lo illudi.
A quel punto, infuriata, si alzò e andò via.
Will rimase un secondo immobile, cercando di metabolizzare quello che la ragazza gli aveva appena detto, poi si alzò e la inseguì.
Era andata via dal chiosco, era anche  abbastanza veloce visto che si trovava quasi a metà della stradina, stava parlando a telefono.
-Io l’avrei illuso!?- Gli urlò Will.
Lei si fermò girandosi e abbassando il telefono dall’orecchio, lui gli andò contro continuando a parlare.
-Io!? Per tua informazione è stato tuo fratello a chiedermi di baciarlo la prima volta e mentre lui stava con me era innamorato di un altro. Era lui a chiarire ogni singola volta che noi non stavamo insieme, che eravamo solo amici. Lui mi ha persino detto che non sarebbe mai andato dietro a qualcuno che aveva già per la testa un altro. Mi ha detto questo mentre io ero totalmente preso da lui che, guarda un po’, va dietro a quell’idiota di Jackson da non so quanto tempo. Ieri notte mi ha baciato, pensavo che forse potesse iniziare a dimenticarlo. 30 secondi dopo Annabeth ha risposto di si e lui è scappato via. Volevi sapere se sono innamorato di Nico? Si, mi sono innamorato di un ragazzo che mi utilizza dall’inizio dell’estate. Mi vedi? Io non sono Percy Jackson e mai lo sarò, questo lo sai benissimo tu, lo so benissimo io e lo sa benissimo Nico. Adesso dimmi Hazel, chi ha illuso chi?
Il ragazzo non aspettò neanche una risposta e se ne tornò al chiosco, più infuriato di prima.
Il suo tavolino però lo trovò occupato da una famiglia così rimase in piedi, appoggiato alla ringhiera a finire il suo caffè.
A un certo punto fecero il loro ingresso Annabeth e Percy, mano nella mano.
Avevano entrambi dei sorrisi smaglianti, il primo che videro fu proprio Will così si avvicinarono.
Qualche secondo dopo fece il suo ingresso Nico, si guardò intorno e si avvicinò in fretta verso di loro – Vi stavo cercando.
Addio Solace” – Pensavo ci fossimo detti tutto quello che c’era da dire ieri not-
Fu subito interrotto – Non tu. Loro.
Will chiuse la bocca come se avesse appena ricevuto un pugno allo stomaco, il moro non gli aveva ancora rivolto neanche uno sguardo.
-Sentite, mi dispiace se ieri poi sono andato via, sono veramente felice per voi, siete una coppia fantastica insieme- a quel punto si rivolse solo a Percy – devi sapere che ho una cotta per te da quando avevo 12 anni, credo dal momento che mi hai staccato dal corpo di Bianca.
Percy aprì la bocca sorpreso – Ma quindi …
-Esatto. Ma sta tranquillo, è passata, era solo una cotta.
Percy voleva di nuovo parlare ma il moro lo interruppe rivolgendosi questa volta ad Annabeth – Ho provato ad odiarti, ma era impossibile, sei perfetta per lui e sarai bellissima quel giorno, dico sul serio, penso comunque che tu l’abbia sempre saputo.
Lei sorrise e lo abbracciò – Certo che l’ho sempre saputo, sai, è molto semplice per noi ragazze arrivare alle cose prima di voi maschi.
A quel punto fece un occhiolino a Will.
Si staccò da Nico e prese per mano il suo (ancora scioccato per la dichiarazione) fidanzato – Lasciamoli soli Testa d’Alghe, ti spiego tutto dopo.
Will a quel punto pensò che il moro scappasse via, ma non lo fece.
Gli rivolse persino la parola per quanto continuasse a non guardarlo negli occhi – Per la cronaca, Hazel era a telefono con me.
Will a primo impattò non capì cosa stesse dicendo il ragazzo poi si ricordò di Hazel, quando l’aveva rincorsa lei era al cellulare, quando lui aveva iniziato a parlare lei aveva abbassato il telefono … ma non aveva chiuso la chiamata.
Si sentì le guancie in fiamme – Fantastico – mormorò notando come le sue infradito fossero diventate così interessanti.
Si sentì prendere per la maglietta e sbattere contro la ringhiera dietro, nonostante fosse più basso di lui aveva uno sguardo gelido e una presa ferrea – Pensi davvero che ti avrei raccontato di Bianca, di mio padre, di tutto quello che ho passato se ti stessi solo usando per i miei bisogni? Pensi che sarei rimasto dopo un incubo? Scappo anche da Hazel quando succede, sono sempre scappato da tutti, tranne da te. Hai ragione, all’inizio provavo ancora qualcosa per Percy, ma non stavo con te per sostituire lui, io non voglio che tu sia una sua copia!
Will non poté non notare come gli occhi del più piccolo erano pieni di lacrime.
-Adesso ti odio Solace. Ti odio perché hai fatto in modo che io mi innamorarsi di te e non sono assolutamente pronto a tutto questo. Sei un grandissimo stronzo.
Alzò la mano per colpirlo ma Will era già pronto e gli bloccò subito il polso, gli bloccò anche l’altro senza mollarlo, per quanto Nico cercasse di liberarsi.
-A cosa non sei pronto? Cazzo Nico, possibile che tu ancora non abbia capito che non ho nessuna intenzione di lasciarti andare, non dopo quello che hai appena detto.
Nico si spinse in avanti.
Will per un attimo fu certo che gli stesse dando una testata avendo entrambe le mani bloccate, ma il moro si era solo sporto per baciarlo.
Un misto di quei baci che erano tra il violento, il dolce, il furore e la delicatezza.
Quando Will gli liberò i polsi, il moro si aggrappò alla sua maglietta mentre lui gli afferrava il viso con le mani, trovò le sue guancie bagnate, alla fine quelle poche lacrime erano riuscite a uscire dai suoi occhi.
Si staccò quel tanto che bastava per riprendere fiato e per un secondo si diede uno sguardo intorno.
-Ci stanno guardando un po’ tutti- annunciò il biondo – Penso che Jason stia alzando i pollici per noi, ma non ne sono molto sicuro, sembra ancora mezzo ubriaco.
Nico sorrise, non un vero e proprio sorriso, ma Will pensò che ci avrebbe lavorato.
-Lasciali guardare, tu non hai ancora capito che effetto fai sulle persone.
-Io?
-Tu. Mi sto già pentendo di tutto, è stressante occultare tutti quei cadaveri. Spero per Drew che abbia iniziato a trovare il tuo amico abbastanza interessante per i suoi gusti, non mi dispiacerebbe iniziare con lei.
Will sorrise tornando sulle labbra del suo ragazzo.

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** Epilogo ***


Will uscì dall’università che già era buio.
Odiava le giornate invernali, così corte e fredde.
Soprattutto fredde.
Si infilò le mani nelle tasche del giubbotto cercando di riscaldarle, con scarsi risultati.
Si era dimenticato i guanti quel giorno.
Solo respirare gli faceva uscire le nuvolette dalla bocca così si alzò per bene la sciarpa coprendosi anche il naso.
Non fece molti passi prima di notare una figura completamente nera che lo fissava da sotto un lampione mal funzionante.
Chiunque avrebbe avuto paura e avrebbe cambiato strada velocemente, ma non Will che sorrise e si avvicinò ancora più velocemente.
Si ricordava ancora ogni minimo dettaglio del loro primo incontro, nella villa infestata, quando l’aveva scambiato per un fantasma. Ricordava ancora il terrore che aveva provato, naturalmente Nico non faceva altro che ricordarglielo prendendolo in giro ogni volta che ne aveva la possibilità.
Il giorno peggiore era stato quando tranquillamente lui l’aveva raccontato a tutta la sua famiglia, così adesso anche suo fratello Austin non faceva altro che ricordarglielo. In quel momento avrebbe voluto solo che il terreno si fosse aperto per inghiottirlo.
Anche Nico sorrise vedendolo avvicinarsi, ma non si mosse aspettando che fosse lui a raggiungerlo.
Will notò che aveva una busta in mano.
-Che ci fai qui?- Chiese visibilmente felice.
-Sono uscito da scuola prima, ho trovato un autobus e domani ho assemblea, quindi direi che non hai nessun motivo per rimproverarmi.
Erano stati insieme per tutto il resto di Agosto, si erano ritrasferiti dalla baia i primi giorni di Settembre. Il vero problema era che abitavano a più di due ore di strada.
Will aveva l’università, Nico stava facendo l’ultimo anno del liceo. Si vedevano praticamente ogni fine settimana, per questo il biondo era così sorpreso di vederlo a metà settimana.
Ma ce la stavano facendo, già erano alla fine di Gennaio, se c’erano riusciti per mezzo anno perché non resistere altri cinque mesi? Non appena Nico si fosse diplomato si sarebbe trasferito da Will trovandosi un lavoro.
-Ti ho portato una cosa- disse il moro porgendogli la busta.
-Un regalo?
-Diciamo che è più un riscatto … per tutte quelle che ti ho rubato quest’estate.
Quando Will notò che la busta era piena di birre sorrise alzando gli occhi al cielo – Sei un’idiota.
-Un’idiota molto affascinante- precisò Nico con un sorrisetto.
-Andiamo Mr. Affascinante, non vorrei mai che la tua bellezza venga scalfita da questo freddo.
Gli mise un braccio intorno alle spalle avviandosi verso casa sua.
-Will.
Nico si fermò, facendo fermare a sua volta Will. Alzò lo sguardo per poterlo guardare dritto negli occhi.
Will si rese conto di quanto era bello. Il suo volto pallido con le guancie rosse per il freddo, gli enormi occhi scuri e luminosi, i capelli corvini più lunghi dalla prima volta che l’aveva visto, uscivano a ciuffi disordinati dal berretto di lana grigio che portava, le labbra sottili increspate in un principio di sorriso.
-Ti amo- sussurrò infine.
-Ti amo anche io- rispose Will prima di baciarlo.
Fine

_____________________________________________________________________________________________________
E siamo alla fine.

Mi ricordo ancora quando ho pubblicato il prologo e adesso siamo già all'epilogo... non potevano naturalmente mancare le birre di Will ahahah
Voglio ringraziare di cuore veramente tutti, con l'aumentare dei capitoli siete aumentati anche voi, sempre di più, così tanti a recensire, o a metterla semplicemente fra le seguite, le preferite e le ricordate.
Davvero, grazie.
Vorrei aggiungere che ho intenzione di scrivere molto altro, non un continuo di questa storia, perchè non mi sono mai piaciuti i sequel.
Per adesso sto scrivendo una raccolta di One-Shot ambientata a Hogwarts, dove naturalmente ci sarà anche la Solangelo.
Questa la potete già trovare nella mia pagina se vi va di fare un salto, inoltre ho qualche idea su una nuova long sempre su Will e Nico, spero di poterla pubblicare presto.
Non vi libererete presto di me! *risata malefica*
Okay, la smetto. Grazie di nuovo a tutti quelli che sono arrivati fino a qui.
Un bacio, Deh

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3144456