Il mio ultimo crimine perfetto di Gin_15 (/viewuser.php?uid=8725)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione ***
Capitolo 2: *** 1. Joe Carlos ***
Capitolo 3: *** 2. il quarto detective ***
Capitolo 4: *** 3.il Cast ***
Capitolo 5: *** 4.Istinto felino ***
Capitolo 6: *** 5. Confession ***
Capitolo 1 *** introduzione ***
Chiusa fra queste quattro mura, le sbarre come mie uniche compagne…e quella piccola finestrella, larga, forse, 15cm per 20…unica piccola fonte di luce e d’aria
Salve!!! Sono tornata…ah, ah, ah!!! Ho deciso di provare a scrivere una storia un po’ diversa dal solito…spero vi piaccia!!! L’introduzione è molto breve, ma mi serve solo a stuzzicare, spero, la vostra curiosità!!! Baci bacioni
Introduzione:
Chiusa fra queste quattro mura, le sbarre come mie uniche compagne…e quella piccola finestrella, larga, forse, 15cm per 20…unica piccola fonte di luce e d’aria!
Io, qui, vivo i miei ultimi giorni…come una delle peggiori delinquenti della storia di Alchatraz, ma in fondo è quel che sono…in questi ultimi diciotto anni ho ucciso 25 persone…non sono mai stata beccata, mai…eccetto il mese scorso…come è successo vi starete chiedendo?! L’amore…è sempre sua la colpa…è lui la causa di tutto!!!
Aspettando la pena capitale, ho deciso di scrivere un diario per raccontare a tutti come io, Sara Loverson, sia finita qui…dopo la venticinquesima vittima…dopo un altro crimine perfetto!!!
Vi prego di lasciare un piccolo commentino se vi ho incuriosito almeno un po’!!! kiss kiss…J
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Capitolo 2 *** 1. Joe Carlos ***
Eccomi, io, Sara, sono una delle dodici “pantere nere”…la nostra è una setta segreta
Salve salve…inizio con il primo chappy…ringrazio chiunque sia stato attratto dall’introduzione, e voglia provare a leggere la mia storia…è la mia prima volta in quest’ambito…siate clementi!!! Un bacione…inizia la storia!!!
Cap. 1:
Eccomi, io, Sara, sono una delle dodici "pantere nere"…la nostra è una setta segreta, non rimembro come io abbia fatto a prendervi parte…è solo successo! La nostra unione è scritta nelle stelle, il nostro DNA ci guida le une dalle altre…siamo delle killer spietate, professioniste! Ci muoviamo nell’ombra della notte stessa, e con passo felino ci avventiamo sulle prede, e non lasciamo traccia…non è mai stata trovata una nostra impronta neanche quella di uno stivale, poiché siamo così leggere sul terreno…le vittime non si accorgono dei nostri passi assassini alle loro spalle…li seduciamo, con finti nomi e finte promesse…usciamo con loro in posti isolati, lontane da occhi indiscreti…
Ora voglio raccontarvi nel dettaglio la mia ultima impresa…quella per me fatale…
Non prima di due settimane passate ci contattò un grosso cliente…era stato truffato da Joe Carlos, un pusher portoricano che avrebbe dovuto consegnargli 200gr di erba, e invece lo aveva consegnato alla polizia…la sua unica chiamata fu ad un suo collega, e lo incaricò di contattare il mio capo…
Il compito di far fuori Carlos fu affidato a me…la pantera n.2, soprannominata "Sagitta", poiché la mia arma indiscreta è un piccolissimo arco, sta in una borsetta un po’ grande…non da fastidio, e non fa il minimo rumore…colpendo il cuore nessuno urla, un po’ per il colpa secco, e un po’ per il veleno presente sulla punta delle mie frecce…silente ed immediato…
Mi misi una parrucca castana scura, lunga, per coprire i miei corti, lisci capelli biondi…un po’ di trucco…poi cercai il caro Joe! Soggiornava in una squallida roulotte, ai margini del fiume, così noleggiai uno stupido camper e mi accampai lì a fianco…in pochi giorni cadde ai miei piedi…iniziò a farmi regali molto costosi, e, infine arrivò la domanda più attesa:
" dove ti posso portare a cena? Sai…è una settimana che ci vediamo e…la mia roulotte non è più adatta alle nostre cene!"
Quanto era vero…puzzava di topo morto…come il suo alito! Nessuna donna, sana di mente, lo avrebbe preso in considerazione! Ed anche per questo motivo non lo avevo mai baciato…un'altra ragione era quella di non lasciare segni del mio DNA…i medici legali sono diventati così scrupolosi…ma noi siamo più furbe…non l’ho neanche mai toccato, indossavo sempre i miei guanti di pelle nera…
Ovviamente non potevo scegliere un ristorante di classe…troppe telecamere, troppe persone con occhi curiosi…
No! L’ideale era un bel picnic sulla spiaggia…al chiaro di luna…
Così, una sera preparò da mangiare, e, intorno alle nove ci recammo in spiaggia…le circostanze erano perfette! Eravamo soli…e lui non aveva ancora raccontato ai suoi amici di me, per scaramanzia, diceva…quanto sono stupidi gli uomini!
Lo feci andare avanti per preparare, amorevolmente, il nostro "tavolo", io tornai rapidamente alla macchina, senza mai metter piede sulla sabbia, con la scusa di avervi lasciato una sorpresa…non mi piace dire le bugie…il mio arco era lì, nella mia pochette…
L’ultimo rumore che sentì fu quello della macchina che si chiudeva…poi null’altro…poiché io mi arrampicai sul ramo di un albero, lì vicino…non vide neanche la mia ombra! Non sentì la freccia librata, avvicinarsi a lui…guardò il suo magnifico banchetto…poi più niente…si accasciò a terra, immagino con un lancinante fitta al petto…
Lo salutai, poi mi misi al volante della macchina e guidai sino allo sfascia carrozze più vicino…parcheggiai, tolsi la targa e me ne andai…
Fine cap.1
Questa non è che la prima parte della vicenda…il lato più interessante verrà nei prossimi chappy…leggete e recensite! Bacioni J
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Capitolo 3 *** 2. il quarto detective ***
Eccomi…vorrei ringraziare tantissimo Samantha, ma anche tutte le 60 persone che hanno letto soltanto…so che questa categoria è molto dura…e soprattutto sottovalutata…spero solo di riuscire a scrivere una bella storia
Eccomi…vorrei ringraziare tantissimo Samantha, ma anche tutte le 60 persone che hanno letto soltanto…so che questa categoria è molto dura…e soprattutto sottovalutata…spero solo di riuscire a scrivere una bella storia!!! Bacionissimi J
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Cap.2:
Il mattino seguente, nel mio umile appartamento in centro, a Boston (finalmente non avrei più dovuto sopportare quella assurda vita dentro un camper…vi starete chiedendo cosa ne sia stato di quello e della roulotte del povero Joe…bhè, semplice…prima di partire per la cena avevo "accidentalmente" lasciato cadere una granata lì vicino…che sciocchina…), accesi la televisione e, come previsto, il TG delle 9:30 stava già annunciando l’omicidio di un ragazzo di 25 anni, portoricano…
La giornalista sul posto continuava a ripetere la solita frase… "nessuna traccia"…certo, era un mio lavoro…potevo sentire le urla di disperazione della madre, e potei notare tre brutti ceffi, probabilmente soci in affari illegali…
All’improvviso lo squillare del mio telefono mi destò dalla beatitudine, e dal compiacimento per un lavoro ben riuscito…era il mio capo, la mia regina…
"Ottimo lavoro Sara! I federali non trovano nessuna traccia!!! Il nostro cliente è molto soddisfatto…passerà domani a lasciar giù il contante, alla Live house n.5…incassa tu! Te lo meriti!"
E così, ancora una volta le obbedii, felice per l’esorbitante cifra contenuta in quella busta…
Passarono settimane, e il caso Carlos era sempre in prima pagina…ogni poliziotto che aveva tentato di risolvere il caso si era ritrovato in mano solo un pugno di mosche! Le testate continuavano a riportare, con stupore, l’estrema finezza e cura dei dettagli del più che misterioso killer…era già diventato un mistero, stava per essere archiviato come caso irrisolto, quando ecco che, dopo quindici giorni di attente indagini, Josh Haarlem, il detective numero uno in tutta America, il quarto ad essere intervenuto sull’episodio, trovò, tra le macerie del campo, i resti di un secondo mezzo di trasporto…
Tuttavia non c’era ragione di allarmarsi…non commisi nessun errore, non sarebbe mai potuto arrivare al proprietario dell’auto-caravan…e se fossero riusciti a trovarlo, avrebbero solo scoperto che era stato depredato dell’oggetto in questione!!!
Torniamo però a Josh…bello da mozzare il fiato! Degli articoli che uscirono su di lui tagliai ogni foto, ed ogni informazione…dapprima solo per tenerlo sotto controllo, poi diventò un vero e proprio hobby! Mi piaceva…era affascinante, intelligente ed intuitivo! Ma noi non possiamo desiderare l’amore, esso ci è precluso, poiché quello impedisce la nostra professionalità, la nostra freddezza sul campo, ci mette a rischio! Ma non so che dirvi…quell’uomo mi faceva un effetto davvero strano…alla sua vista sentivo il mio corpo accalorarsi, e il cuore battere più velocemente! Decisi di partire…non sapevo che cosa mi stesse succedendo, sapevo solo che non avrebbe portato a nulla di buono!
Il giorno successivo preparai le valige, e andai a comprare i giornale…lo stelloncino di punta mi fece restare di stucco!
- IL DETECTIVE HAARLEM VITTIMA DI MINACCE: VOCE SOSPETTE LO AVVERTONO…"RISOLVI IL CASO ENTRO UNA SETTIMANA, O PRENDEREMO LA TUA TESTA!"!!! Questo risponde "non ho paura di loro, chiunque siano……"-
Come poteva essere?! Con tutti gli investigatori che lo avevano preceduto, perché proprio lui?! Sapeva chi voleva la sua morte…ma andare alla polizia significava scoprirsi troppo! E per chi avrei dovuto farlo?! Per un uomo che non conosco neanche, e del quale non sarebbe dovuto importarmi niente?! Di sicuro, allora, non avrei confessato!!! Così decisi di tenermi a debita distanza da tutto questo…io me ne sarei andata…e non sarebbe stato un mio problema! Ma il fato mi si mise contro…mentre infilavo la chiave nella toppa, suonò ancora il mio cellulare…
" Sagitta!"
Ancora la mia regina, un atroce dubbio mi divorò…sperai che non mi chiedesse di fare ciò che ero certa avrebbe chiesto…sperai, pregai…ma fu tutto inutile…
" credo tu abbia letto il giornale!"
NON DIRLO!
" Credo che tu sia la più adatta! Se ti si dovesse avvicinare…sai cosa fare; ma dato che non arriverà a te entro una settimana…fa il tuo lavoro, intese?!"
NOOOOOOOOOOOO! NON FARLO…NO!
"sì mia Regina…obbedisco!"
"bene…so che non mi deluderai!!!"
FINE
La storia continua nel prossimo chappy!!! Ci sentiamo presto!!! Bacioni J
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spero vi sia piaciuta!!!
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Capitolo 4 *** 3.il Cast ***
E fu così che mi ritrovai a seguire nell’ombra i suoi passi…divorata dall’angoscia e risaldata da un sentimento che si faceva strada nel mio cuore…che non faceva che alimentare la mia preoccupazione, dal momento che ciò è bandito dal nostro club…avete ca
Ragazzi, sono ancora qui e parto in quarta con il nuovo chappy!!! Bacioni, soprattutto a Samantha J
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Cap.3:
E fu così che mi ritrovai a seguire nell’ombra i suoi passi…divorata dall’angoscia e risaldata da un sentimento che si faceva strada nel mio cuore…che non faceva che alimentare la mia preoccupazione, dal momento che ciò è bandito dal nostro club…avete capito bene, non sto parlando di attrazione, sto parlando di amore!!! Benché non ci avessi mai parlato, sapevo ogni cosa di lui…e tutto questo mi piaceva!!!
Passarono due giorni, nei quali continuai a seguire i suoi spostamenti, grazie ai mas media…nel mio solito monolocale, in centro…passò anche il terzo…e, il quarto, ricevetti un’altra chiamata della mia regina che mi ordinava di mobilitarmi…di avvicinarlo e sedurlo…
Quella sera mi preparai…non ero mai stata così bella, non lo dico per narcisismo…ma era così…indossavo la magliettina di pelle aderente nera, con un provocante scollo a V, dei jeans blu scuro a sigaretta, sormontati da stivali con 5cm di tacco, e poi, il cappotto chic, lungo e sobrio…
Così, con il mio fisico asciutto e la camminata felina, mi recai al bar "Cast", il suo preferito…stando ai miei informatori…
Come previsto lo trovai seduto al bancone, con il suo nero impermeabile, impugnando un martini…so per certo che non era lucido…chi lo sarebbe con soli tre giorni di vita davanti?!
Ma era sempre ligio e indiscreto, composto…era così affascinante!
Mi sedetti ad un paio di sgabelli di distanza, ordinai un analcolico della casa, che ovviamente non avrei bevuto…per non lasciare la mia saliva…il tempo che attesi affinché mi servissero lo impiegai a passarmi le dita fra i miei perfetti boccoli castani…e a sbattere le ciglia, come una gattina in cerca d’amore, esaltando il verde smeraldo dei miei occhi…come previsto mi notò…e tutto andò secondo i piani…quando arrivò il mio drink, mi avvicinò, con la scusa che me l’avrebbe offerto…poi si sedette e, da buon ubriaco, mi rivoltò addosso tutte le sue preoccupazioni…
Ma alla fine della serata mi fece una rivelazione che non avrei mai voluto ascoltare…
"sai?! Io ho una figlia!!! Già…sua madre è morta quando aveva 5 anni…ora ne ha 11…è così carina! Fra poco farà la cresima!!! Si chiama Shannon…ed è la bimba più dolce del mondo…chissà a chi verrà affidata…"
Mi venne da piangere! Quell’uomo, così bello, così perfetto, aveva anche la responsabilità di badare ad una figlia…e sarei stata io a rendere orfana quella poveretta?! No…non volevo…
"non dire così…magari risolverai il caso…e andrà tutto bene!"
Ero proprio finita in un bel casino…avrei voluto essere cinica e senza cuore…ma alla vista dell’uomo dei miei sogni, distrutto al bancone di un bar…la mia freddezza svanì…
"non mi illudo…l’assassino è davvero un professionista…questo caso è troppo grande per me! Questa volta ho chiuso!"
" sei ubriaco…ti accompagno a casa!"
E così feci…andammo a piedi, poiché abitava lì vicino…come previsto mi chiese di salire, ma con riluttanza dovetti rifiutare…ero già troppo coinvolta! Allora mi chiese il numero…e glielo diedi, quello della nuova SIM, ovviamente (l’altra l’avevo gettata, nel caso in cui riuscissero a risalire a me, controllando i tabulati telefonici…)…
Andai a letto alle quattro del mattino, minuto più, minuto meno…ma non riuscii a dormire! Continuavo a ripensare a quanto erano belli i suoi occhi verdi, il suo sorriso…e non scorderò mai l’espressione fiera e beata che aveva, mentre parlava della piccola Shannon! Già…povera piccola…orfana di madre!
Come la lancetta dell’orologio arrivò a segnare le nove, squillò il mio telefono…era lui!!!
"pronto"
"ciao, sono Josh…sono ancora un po’ stordito per ieri sera, e non mi ricordo niente, ma di te…di te sì, come scordare il tuo bellissimo viso?!?!"
Anche lui, come un ingenuo, era caduto nella mia trappola…forse mi aspettavo di più da un detective; ma, in fondo, era meglio così!!! Forse…
" ciao!!! Ehm…mi fa piacere sentirti!"
Stupido…avresti dovuto riattaccare…avresti reso tutto più facile…
"ieri non mi hai detto il tuo nome!"
"…Stefany…"
"bene Stefany, credi nel colpo di fulmine?"
"ma se eri ubriaco…"
"non scorderei mai le tue iridi…lucide mentre parlavo di mia figlia…"
Perché?! Perché doveva essere così dolce?! E per quale motivo aveva una voce così sensuale, capace di stregarmi, incantarmi…così come un docile gattino ammaliato dal richiamo del suo padrone…
" Stefany?!"
"…sì?! Scusa devo andare…"
"aspetta! Vuoi uscire con me?"
Avrei volto dirgli di no, proprio perché mi piaceva…ma il lavoro è il lavoro…non potevo deludere la mia regina…la donna che mi ha cresciuta, dopo avermi trovato in mezzo ad una strada, con pochi giorni di vita, come un gattino randagio…lei, che, una volta più grande, mi aveva introdotto in questo giro cruento, per farmi guadagnare da vivere…io non ho un cuore, mi dissi! Lo lasciai in quel vicolo, dopo che la mia madre naturale mi abbandonò…questo mi diceva la mia regina…e io dovevo crederle…volevo pensare fosse vero! Ma in fondo iniziavo a capire…io ne possiedo uno…e in quei giorni sentii i suoi primi battiti!
"va bene…"
"ti passo a prendere?"
"no…vengo io stasera…aspettami!!!"
Accettando il suo invito, firmai la sua condanna a morte…
FINE
Arrivederci al prossimo chappy!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Chissà se la nostra protagonista deciderà di ucciderlo, oppure no?! Eh, eh…io lo so, e voi potrete scoprirlo leggendo il seguito della storia!!! Eh, eh, eh…sono perfida! Kiss kiss kisssssssssssssssssss J
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Capitolo 5 *** 4.Istinto felino ***
Eccomi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Sono tornataaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!! Finalmente i miei mi hanno accontentata e ora posso proseguire il mio giallo…baci e grazie per la vostra pazienza J
Cap.4:
Come riagganciai mi sentii assalita da una terribile morsa allo stomaco, al momento non capii cosa fosse…rimorso? Compassione?! per quell’uomo così onesto, così ligio al dovere, responsabile di quella tenera creatura…avevo fatto bene quella sera a declinare il suo invito di seguirlo nel suo modesto appartamento, se avessi visto Shannon, ne ero certa, avrei dato subito la mia vita, quella di una spietata sanguinaria, senza cuore, in cambio della loro…
Pochi istanti dopo quel dolore salì al petto, proprio dove le persone comuni hanno quell’organo…quello che consente di far circolare il sangue…subito i miei occhi spietati si addolcirono, e si irrigarono di gocce salate…quelle le ricordavo bene, con tutte quelle che avevo versato in quel vicolo, e il primo mese a casa della mia regina, per colpa di quella stupida donna! Ma queste erano ben diverse…fu allora che capii… il mio era amore, e quel che provavo era dovuto ad una ferita che quella situazione aveva inferto al mio…CUORE! Quel Josh!!! È tutta colpa sua…lui ha risvegliato il mio cuore assopito, da quel buio giorno, di tanti anni fa…
Rimasi seduta sul divano del mio soggiorno, stretta ad un soffice cuscino della NICI… piangendo calde lacrime, che man mano lasciavo scorrere, senza più frenarle…come fossero la liberazione della mia anima…
D’un tratto lo squillo del mio Nokia7210 mi riportò alla realtà, ma non risposi, mi limitai ad asciugare le mie guance ed a schiarirmi la voce…
Allora ci fu una seconda chiamata, da parte della mia regina…questa volta risposi, e non ci voleva un genio per capire il sottile sdegno che scaturiva dalla sua voce, meno morbida del solito…
“Sagitta!!! Dov’eri finita?! Mi hai fatto preoccupare…per quale arcana ragione non hai risposto?”
“Perdonami mia regina…ero sotto la doccia!” per la prima volta in quei trascorsi diciotto anni mentii a colei che, come una madre, mi aveva allevato! A colei che, tutta via, con finto garbo, mi aveva condotto sulla via della perdizione, lei, che mi aveva addestrata come un’assassina!
“bhé, scusa…ma sai quanto si rischi a chiamare due volte una stessa persona, coinvolta nel nostra giro…ormai quei detective, quei profilers e tutti gli altri che gravitano intorno all’investigazione sono diventati così meticolosi!”
“ sì, lo so mia regina! Ma, se non sono indiscreta, posso sapere per quale motivo avete tutto questo riguardo nei miei confronti?”
“ vedi, figliola mia - pessimo segno, quando uno ti adula in questo modo, arriva subito una dolorosa notizia- sappi che l’ho fatto per il tuo bene, perché ti considero sangue del mio sangue… - di male in peggio- devi sapere che, visto che non ti facevi sentire, ho incaricato Cica (colei che uccide con la cicuta) di pedinare te e…quella vittima…”
“come avete potuto?! Non vi fidate di me?! Avete paura che non sia idonea ad adempiere al compito che mi avete affidato? E poi sappiate che quell’uomo si chiama Josh, ed ha una figlia…”
“ ma, bambina… non ti senti?! È questo il problema… per noi non devono esistere uomini, figli, nipoti…per noi sono solo affari! C’è della gente che ci paga per eliminare degli individui…e noi lo facciamo, senza moralità! Tu ti sei lasciata coinvolgere! Quindi Cica continuerà a monitorarti e, se entro due giorni non l’avrai freddato, lei gli servirà il suo ultimo drink! Intese?”
“sì, mia regina!” risposi algida.
Risposi così, ma non ero per niente convinta di quella risposta, data per accondiscendenza! Io lo avevo capito, amavo quel detective… ma concependolo mi sovvenne una seconda certezza, l’unico modo per salvarlo, sarebbe stato quello di dare la mia vita, in cambio della sua! Ma ne sarebbe valsa la pena? Lui me ne sarebbe stato grato? Dopo tutto gli uomini sono tutti uguali… lui mi amava? E avrebbe fatto lo stesso per me? Parole, parole… anche se non ho termini di paragone, so che l’amore non fa domande, non cerca risposte; e se ami qualcuno pensi prima a lui, che a chiunque altro, giusto?! O queste sono solo altre parole, che mi dico per rincuorarmi?!
In un lampo venne la sera, così mi preparai, ma con meno accuratezza della serata scorsa! Misi un maglione aranci, di lana, a collo alto, e dei pantaloni verde militare, non troppo aderenti…per quanto concerne il make-up, mi limitai ad una leggera linea felina, sotto gli occhi, e un po’ di lucidalabbra! Niente di speciale…
Come arrivai sotto casa sua, timorosa, suonai quel campanello, sperando quasi che fosse guasto, e che non avesse avvisato Josh del suo arrivo; ma subito una piccola vocina innocente rispose pimpante al citofono…
“ciao!!! Sei l’amichetta del babbo?!! Come sei bella… ti vedo dal videocitofono!!! Il papà non vuole che ti dica niente, ma ti ha fatto una sorpresa!!! Sali, sali, sali!!! Non vedo l’ora di conoscerti! Il babbo parla continuamente di te…”
Scioccata dall’euforia di quella tenera creatura, sorpresa dal fatto che fosse in quella casa (dopotutto dovevo aspettarmelo), incuriosita dalla sorpresa che mi attendeva in quella dimora, e presa da un’ulteriore, intensa, morsa al cuore, non riuscii a rispondere. Ma, dal momento che poteva vedermi, forzai un sorriso e feci un cenno con il capo….
Salii, incerta, i gradini, poiché ho paura di prendere l’ascensore, e, quando arrivai al terzo piano trovai quella bellissima fanciulla ad attendermi sull’uscio…
La sua pelle era di un bellissimo colore, sembrava porcellana, appena arrossata sugli zigomi, i suoi occhi ricordavano le tonalità del ghiaccio, che sfumano verso il blu del mare, e i suoi capelli erano corvini, leggermente mossi, con una graziosa frangetta! E aveva lineamenti così fini, sicuramente ereditati dalla madre, perché fossero ereditati da Josh, molto quadrato e virile…
Mi venne incontro, e fece ciò che mai mi sarei aspettata da una bambina orfana di madre, con una donna che, in altre circostanze, avrebbe potuto prenderne il posto…mi abbracciò, per pochi, vivi, istanti, poi si staccò, e spalancò quei suoi meravigliosi occhioni…
“sono felice che tu stia rendendo così felice il mio papà!!! - sentivo nuovamente copiose lacrime accumularsi sotto i miei occhi, ma cercai di trattenermi- e non ti preoccupare per stasera! Non starò qui!!! Verrà a prendermi lo zio Bob…”
Non avevo mai visto una tale vitalità e stavo per risponderle, commossa, che non ci sarebbe stato nessun problema, quando arrivò Josh… in una tenuta davvero insolita: jeans, maglia bianca e…un grembiule da cucina! Iniziavo a capire quale fosse la sorpresa!!!
“tesoro…smettila di annoiare Stefany!”
“non ti preoccupare! Mi ha fatto piacere conoscerla! È una bambina adorabile…” e mentre affermavo ciò, i suoi occhi si riempirono di ammirazione, e le guance di lei divennero rosse, mentre espandeva il suo bellissimo sorriso… seguito poi da una linguaccia scherzosa rivolta al padre.
Così, mi invitò a seguirli in casa, dove vidi un bellissimo tavolo, apparecchiato con cura e con, al centro, disposte due candele! Poi lui chiese cortesemente alla piccola Shannon di prendere il mio cappotto, così io, senza obbiettare, glielo porsi!
“bhé -disse lui, abbozzando un inchino- avrai capito dove ti porto a cena stasera!”
A quel punto non riuscii a trattenermi e scoppiai in una sonora, ma sempre contenuta, risata…
“sei anche più bella quando ridi…dovresti sorridere di più!” era vero… ma in tutti quegli anni non era mai successo niente per cui ne sarebbe valsa la pena! Avevo visto solo morte, lacrime e avevo ordito piani per arrecare dolore e fare soldi come pantera nera; ma con lui sentivo la gioia di vivere! Quanto è beffardo il destino…mi aveva fatto trovare una ragione per tornare a vivere, proprio con l’uomo con il quale non potrò mai stare…poiché l’uno non vivrà, se l’altro non passerà all’altro mondo…
All’improvviso il citofono emise uno strano suono, come una gracchiata di corvo, che avvertiva dell’arrivo di un terzo.
“scusa un secondo deve essere Bob! È il mio collega…ma Shannon è convinta che sia suo zio e va bene così! J
-incupendosi- potrebbe prendersi cura di lei”
Quelle ultime parole mi gelarono il sangue! In un secondo momento riaffiorò il mio istinto di sopravvivenza e segretezza, pensando a Bob… dopotutto, visto che avrebbe dovuto badare quella sera alla piccola, avrà pur chiesto il motivo, così mi informai, quando vidi che riagganciava la cornetta del citofono…
“tranquilla! Gli ho detto che ho del pesante lavoro d’ufficio e che la sua “nipotina” aveva voglia di vederlo!”
“e io ho la bocca cucita… -intervenne quella deliziosa ragazzina-”
Così passammo una splendida serata, al lume di candela.. Ci raccontammo della nostra infanzia, delle nostre avventure sentimentali… ed io dovetti ovviamente dare sfogo alla mia immaginazione, ma le menzogne sembravano sempre più delle frecce, che, da sola, scagliavo contro me stessa… ed ogni secondo di più, ero affascinata da quell’uomo, e attratta da quel suo aspetto da Adone, come una qualsiasi gatta è attratta dall’esemplare migliore… e vi faccio ammenda per questo rude paragone, ma l’alchimia tra noi era innegabile, ed ogni parola era come un elettrone che caricava l’atmosfera, e che ci calamitava l’uno verso l’altra! Così, quando parlai del mio reale abbandono in quel vicolo, con gli occhi lucidi, e di una donna che mi trovò, e mi allevò, vidi lui farsi sempre più vicino al mio volto, alle mie labbra, al mio cuore…
Il mio lavoro era stato compromesso, il muro che mi ero costruita intorno, distrutto, fino all’ultimo mattone! Così mi lasciai guidare dalla sua dolcezza, con la sua lingua che accarezzava la mia, con le sue mani che, scansandoci dal tavolo, che ci era d’impiccio, ora stringevano i miei fianchi, come se non volesse lasciarmi andare via… mi stese sul letto, lui sopra, mi baciò il collo, mentre io accarezzavo i suoi setosi capelli bruni. Mi sfilò delicatamente il maglione, accarezzando i suoi addominali, feci lo stesso con la sua maglietta…poi slacciai i suoi jeans, dopo che lui ebbe levato i miei, e sganciato il reggiseno..tutto ciò seguito dalla liberazione dei suoi boxer, e dalle mie mutandine verdi, con dei disegnini di bocche rosa. Così in quel letto si consumò un lungo atto d’amore, tra due fra le più improbabili persone, che vedevano in faccia la morte, e forse per questo non si erano trattenute.. I nostri corpi scorrevano l’uno sull’altro in armonia, così come ora la mia penna scorre su questo foglio…In quell’affanno, mi scivolò qualche lacrima, d’amore ed eccitazione, mentre lui mi sussurrava all’orecchio… “TI AMO”
Il mattino seguente fummo svegliati dal trillo di un cellulare, e controllai timorosa il mio, con il terrore che Cica avesse seguito la mia serata, e avesse riferito tutto alla regina… già! la sera prima mi ero scordata della mia compagna di brigata, forse troppo trascesa da quella passione! Esalai un profondo respiro di sollievo quando constatai che non era il mio…
Con un grugnito Josh si svegliò, e rispose, farfugliando, al suo. Sentii solo parole entusiaste, come. “dici davvero?!” “Sei sicuro?!” “se fossi qui ti bacerei. Mi stai salvando la vita!”; ma quelle frasi, così positive per lui, significavano solo guai ed erano cattivi auspici per me…
Appena riagganciò, mi fissò trasognante, con quegli smeraldi.. E, in piena euforia mi raccontò di quella telefonata, che mi mise davanti ad un bivio..
“era un mio collega! Forse hanno trovato una pista…pensa! Ci sono altri ventiquattro omicidi commessi con lo stesso modus superandi… cioè è una specie di serial killer! -mentre ascoltavo il mio viso, e il mio animo si facevano sempre più cupi- ora controllava se in uno di quei casi irrisolti avevano trovato qualche indizio, così, se la fortuna ci assiste potremo mettere insieme tutti i pezzi del puzzle!”
Ma la fortuna non esiste, esiste solo il destino, che di continuo sottopone a prove impossibili l’essere umano… io lo avevo capito! Anche lui, presto, lo avrebbe fatto…
Appena notò il mio sguardo truce si allarmò, e mi chiese se tutto andava bene, se ero forse pentita di quella notte…
Era come se stessi guidando un pullman ad altissima velocità, e avessi trovato una biforcazione della strada e dovessi prendere una decisione, lì, in quel momento! Altrimenti mi sarei schiantata nel mezzo!
“Josh… io ti amo! E stanotte è stato… wow!!! Ma devo rivelarti una cosa… e non so se mi guarderai ancora con gli stessi occhi!”
“non temere! Anch’io ti amo! Ti amo dal primo istante che ti ho visto.. Nemmeno l’alcool ha cancellato i lineamenti del tuo viso, e le parole che ci siamo detti da quella sera! Fidati…ciò che provo non cambierà mai!”
Scoppiai ancorai una volta in un pianto sommesso e intravidi la strada che avevo deciso di percorrere, quella che conduceva ad un burrone, quella che segnava la mia fine!
FINE
Allora?! Che ne dite? È valsa la pena aspettare? Spero di sì… comunque il prossimo sarà l’ultimo capitolo, quello decisivo! Almeno credo…
Mille bacioni a tutti quelli che mi seguono! Grazie per il vostro incoraggiamento, anche se mi rincresce il fatto che questa sezione sia così poco frequentata!!! J
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Capitolo 6 *** 5. Confession ***
capitolo5
Grazie infinite per
la vostra pazienza! Non ho scuse, se non il fatto che
l’ispirazione mi aveva completamente abbandonata. Spero che
questo nuovo, smielato capitolo sia di vostro gradimento! Con
affetto…Gin =)
Cap. 5:
E
così, ancora stesi su
quel letto, dove il nostro sentimento reciproco era fluito in una
così grande prova, mi trovavo davanti ad un
bivio…ma fu
allora che mi resi conto che entrambe le sue strade portavano ad un
vicolo cieco.
Avrei
potuto tacere! Avrei
dovuto inventare una qualsiasi scusa e abbandonare l’unico
uomo
che mi abbia fatto sentire…umana, viva…lasciarlo
su quel
talamo intriso della nostra passione, in preda all’ingegno di
Cica…
Ma…come
avrei potuto??
Quell’uomo m’amava, ed io amavo lui! Ha trovato il
mio
cuore! Aveva una figlia meravigliosa che non sarebbe sopravvissuta alla
perdita di un altro genitore! E come avrei potuto determinare un futuro
simile per quella creatura…come potevo lasciare che
diventasse
una persona cinica e spietata? Proprio come me! Se solo quella donna
non mi avesse lasciata in quel vicolo, il destino di queste persone
innocenti, che hanno solo avuto la sventura di trovarsi sul mio
cammino, sarebbe stato differente!
E
a che sarebbe servito
sopravvivere con la consapevolezza di essermi presa la vita del mio
cuore? Se fosse morto lui…io avrei seguito la sua stessa
sorte!
Questa era forse coscienza? Piena consapevolezza che sarebbe stato
possibile fare del bene? Essere clemente con colui che lavorava al
servizio della gente, che aiutava famiglie, soccorreva bimbi
abbandonati e smarriti? Fu nel momento stesso in cui mi resi conto di
tutto questo! Non ci vollero più né giorni
né
ore….bastò un secondo per gridare la mia condanna
a morte
e la nuova morte del mio ritrovato cuore…
“SONO
STATA IO!”
Era
fatta! Non avevo
rimpianti…ero consapevole che benché non mi
sarebbe
rimasto molto da vivere, per un istante avevo vissuto, e se tornassi
indietro, urlerei ancora quella frase, quelle poche parole, che
costituivano un macigno di venticinque persone! La mia mente vagava
così leggera, quasi a redimere tutti i miei
peccati… Ma
bastò un secondo perché il mio cuore sprofondasse
in
fondo all’oceano, trascinato, soffocato, dal peso del suo
sguardo…bastò il tempo di fissare
quelle magnifiche
luci, vedendole prima così confuse, poi così
opache e
sconvolte, per capire che ero già morta! Ora mi guardava con
disgusto…ed io mi sentii come se mi avessero già
sbattuto
in gattabuia da anni, con un pugnale conficcato nel petto ansante! Lo
guardai, lo pregai con gli occhi inondati di rugiada,
affinché
le sue labbra carnose si muovessero, emettendo un soave
suono…
Ma
così non
fu…vidi il suo volto perplesso corrugarsi, poi sentii solo
un
rumore, che ricordava le melodie delle sue corde…ma era solo
la
sua voce spezzata, che cercava la razionalità, in quel
momento
di disillusione!
“ch..che cosa? Cosa hai detto?”
“sono
stata io! Sono solo
un carnefice! Un’assassina”
La
mia voce non era più
mia, la mia mente era separata dal corpo! Era quello il mezzo dei miei
delitti, le mie braccia erano le colpevoli…il mio cuore,
soffocato per anni, aveva solo il desiderio di essere
“altro” rispetto alla sua corazza.
Ero
così, dilaniata in
mille pezzi, con occhi troppo offuscati per vedere, e la bocca troppo
secca per parlare.
“no…non ci credo!”
Riuscii
a dargli un’unica
risposta…mi alzai, presi la mia borsa e tirai fuori il mio
compagno fedele, l’amico fidato di anni e anni di misfatti.
Glielo porsi, insieme alle frecce…
“ma…p…perché?”
“cosa ti ha fatto quella gente?”
“dovevo essere un’altra tua vittima?”
Perché
anche in questi
momenti doveva essere così maledettamente sagace?!?? E cosa
mai
avrei dovuto dirgli?? La cosa che più mi stupiva era che non
aveva ancora afferrato una maledetta cornetta per denunciarmi, per
risolvere il nostro caso e salvarsi la vita, salvaguardando il futuro
di sua figlia. Riuscii solo a chinare il mio capo, e stringere i miei
pugni, fino a farmi male, fino a graffiare il palmo delle mie mani
aggraziate.
“perché fai tutto questo? Perché?!??
RISPONDIMI!”
“E
perché…perché…”
In
quel momento la sua voce si
abbassò nuovamente, lo sentii bisbigliare il seguito di
quella
frase, che il mio udito affino, percepì, e che
suonò come
una pugnalata dritta al cuore!
…perché
sei
venuta a letto con me? Perché hai FINTO d’amarmi?
Non ti
sarai esposta troppo???
Com’era
possibile che
davvero credesse che io non l’amassi? Come poteva pensare che
avrei confessato se non fosse stato così?!??
Forse
anche il suo cuore era
accecato dal dubbio…però…quel suo
affannoso
sproloquio m’impartì la forza per dare voce al mio
cuore.
“PERCHÈ
IO TI AMO
SCIOCCO! SONO VENUTA A LETTO CON TE, COMPROMETTENDO LA MIA MISSIONE,
PERCHÉ TI AMO! E SONO ORA QUI, AL TUO COSPETTO IN QUESTE
CONDIZIONI, AVVICINANDOMI FIERA VERSO UN DESTINO DI MORTE CERTA, AL
QUALE MI SONO SOTTRATTA PER MOLTO TEMPO…
E
NON CAPISCI CHE NON MI
IMPORTA DI MORIRE?!?? E QUESTO È SOLO PERCHÈ TI
AMO PI
Ù DELLA MIA STESSA VITA! E TI AFFIDO IL MIO
CUORE…TU DEVI
SOLO ALZARE LA CORNETTA E CONSEGNARMI AI TUOI COLLEGHI! POSSO ACCETTARE
DI MORIRE…MA NON POSSO ACCETTARE CHE TU DUBITI DEI MIEI
SENTIMENTI, E NON POTREI MAI SOPPORTARE UN FINALE DIVERSO DA QUESTO,
UNA VITA SENZA DI TE NON SAREBBE VITA!”
Il
fiume delle mie parole fu
interrotto solo dall’esplosione di entrambi in un fragoroso
pianto, e dal suo gesto abile e veloce, che nemmeno io sarei mai
riuscita a schivare: così mi si gettò al collo,
mi
strinse forte a sé…le mie mani sui suoi pettorali
sentivano ogni suo respiro…il mio orecchio sentiva ogni
melodioso battito del suo cuore. Così, immobili ancora su
quel
letto, con i singhiozzi, nostri unici compagni di sventura, avremmo
voluto stare così per sempre! Sentivo il suo respiro fra i
miei
capelli, e le sue dolci lacrime scorrere anche sul mio volto, come se
fossimo una sola persona…i nostri cuori battevano un ritmo
frenetico ma sincrono!
Tuttavia
quel tenero abbraccio
non era altro che un addio! Una volta usciti da quella stanza non
saremmo più stati liberi di essere una cosa
sola…per un
“noi” non c’era speranza!
Ad
un tratto il trillo del
citofono ci riportò alla realtà; ci allontanammo,
ma i
nostri sguardi continuavano a perdersi gli uni nell’anima
dell’altro…
“d…devi
andare….s…sarà Bob! Due piccioni con
una fava!
Potrai consegnarmi direttamente a lui!”
“non dire sciocchezze! Non ti getterò fra le
braccia della
morte!”
A
quella sua affermazione
sentii riaffiorare quella freddezza, quella razionalità del
mio
essere felino, e riuscii solo a stupirmi delle sue parole…
“come
fai?” gli
chiesi.
Mi
guardò con quei suoi
teneri occhi…pieni di curiosità e stupore, e non
servì che parlasse…io capii! Nonostante tutto
amava
ancora me! Nonostante avesse scoperto il mio lato più oscuro
io,
avevo il suo cuore! Mai nella vita avrei sperato un affetto
così
profondo, nato così in fretta…
Bhè,
infondo si vive per
amare! Ed io avevo imparato ad amare tanto da morire!!!
Ma
ora che il momento si
avvicinava, mentre sentivo il campanello suonare e risuonare, sempre
più aggressivo…capii anche che morivo dalla
voglia di
vivere! Di vivere con lui…
Ci
sarà mai una speranza
per le nostre anime?!??
“non credevo che sarei mai più riuscito a trovare
qualcuno
che mi facesse sentire vivo, dopo la madre di Shannon! Ma è
successo…e quel qualcuno è davanti ai miei occhi!
Pensi
che permetterò a me stesso di perdere anche te?!?? Sei
piombata
nella mia vita come una doccia fredda! E non mi interessa
perché
ti sei avvicinata a me! Mi importa solo dei tuoi bellissimi occhi,
della morbidezza delle tue mani, del soffice oro dei tuoi
capelli…”
“ma…se
non
risolverai il caso, domani…”
“non m’importa! Non ti lascerò
morire!”
“no!
Non devi pensare a
me! Ho commesso molti reati…e se non avessi conosciuto, te
ne
avrei commessi altri in futuro! Sono malvagia, il mio passato lo
testimonia! Mentre tu…tu lotti contro le persone come me! Tu
salvi la gente…e hai una figlia meravigliosa, che non
potrebbe
vivere senza di te! Se non mi consegni tu, dovrò parlare io
con
Bob!”
“ma..possiamo creare una falsa pista! Incolpare qualcuno dei
compari del tizio che Carlos aveva truffato…noi possiamo
risolvere tutto!”
“no,
Josh! Oh Josh quanto
ti amo…ma devi ragionare…stai
delirando!” lo zittii
prontamente con un tenero bacio a fior di labbra; un delicato
strofinio; una piccola promessa di fiducia e affetto
eterni…già…cos’è
però la
promessa di rispetto reciproco, costruito su delle menzogne?!??
All’improvviso
mi resi
conto che lui non conosceva una cosa fondamentale di me, che infondo,
forse non conosco neanch’io! Qualcosa noto solo a Dio, e alla
donna che mi ha generata! Così lo trattenni per un
braccio…pronta a svelare il mio vero io…
“Josh!
Voglio che tu
sappia un’ultima cosa di me! Il…il mio vero
nome…non è Stephany….io fui battezzata
dalla donna
che mi ha allevata: Sara Loverson!”
Mi
baciò di
nuovo….prontamente! teneramente…e mi fece capire
che un
nome, un titolo non contano… laddove l’altra
metà
della mela si chiama solo Amore…
Quel
dolce paradiso fu
interrotto da tre squilli prorompenti e prolungati che imperiosamente
mettevano fine a quegli ultimi momenti insieme.
Così
trascinò
pesantemente i piedi verso il citofono, e, sollevando la cornetta
sussurrò con un alito di voce quelle poche parole che
segnavano
la fine della mia vita, il termine del nostro idillio…
Lo
“zio” Bob e la
piccola Shannon irruppero fragorosamente nella modesta abitazione! Con
un lieve cenno d’irritazione e rimprovero gli chiesero
perché ci aveva messo tanto; lui, con le corde strozzate
riuscì solo a farfugliare qualcosa che assomigliava ad una
scusa…disse che stava ancora
dormendo…perché aveva
lavorato fino a notte fonda.
Fu
la piccolina a spezzarmi il
cuore…venne a cercarmi per tutta la casa! Mi
trovò infine
seduta sul suo delicato lettino rosa, di un bel color pastello, mentre
coccolavo il peluche di gatto che tenevo fra le mani…
“ti piace? Si chiama Mr. Whinkle!”
Che
nome buffo per un gatto
pensai…però in qualche modo sembrava appropriato!
“la mia mamma ha detto che lo ha trovato per strada e
l’ha
portato a casa!”
Il
mio cuore ritrovato non
avrebbe potuto reggere un solo istante davanti a
quell’affermazione! L’unica cosa che mi sovvenne
alla mente
fu il ricordo di una bambina abbandonata per strada…trovata
da
una donna-gatto e allevata come una killer! Se solo avessi trovato
anch’io qualcuno come loro, qualcuno che mi ripulisse e mi
desse
un letto caldo in cui dormire! Qualcuno che nuovamente mi facesse
sentire amata, in armonia con il mondo…quanto vorrei essere
stata quel Mr. Whinkle!!!
Invece
non ero che
un’arma di morte…ma avrei smesso di
esserlo…la mia
nuova vita da Mr. Whinkle iniziava lì, in quella casa, in
quella
stanza…davanti ad una così tenera bambina!
Poi,
il colpo di grazia…
“è tuo se vuoi! Hai reso felice il mio
papà…te lo meriti” lo disse battendo le
sue lunghe
ciglia innocenti, piena d’ammirazione per l’uomo
che
l’ha cresciuta…
Sono
sempre così teneri
i bambini! Ma perché deve influenzarmi così?
Dov’è la mia durezza? La mia
razionalità?!??
L’avete ridotta in mille pezzi…perché?
“a cosa pensi? Sei arrabbiata con papà?”
E
come sono ingenui…non
avrei aspettato un momento in più! Non avrei mai fatto del
male
ad una famiglia così perfetta, così
amabile…
“oh
no tesoro! Non potrei
mai!”
Poi
sentii dei passi sempre
più pesanti, che minacciosi mi si
avvicinavano…per la
prima volta nella mia vita, mi sentivo la preda! Ma non sarei mai e poi
mai scappata dal mio cacciatore, benché lui cercasse di
impedirlo. Io non mi mossi! Stetti in attesa del mio destino, immobile,
senza batter ciglio! Poi accadde l’inevitabile…
Apparve
la figura di
quell’enorme uomo in uniforme, venuto per salutare la sua
nipotina! Di fronte a me, sembrava una montagna invalicabile, un
ostacolo insormontabile….o forse ero io a sentirmi ancora
più piccola… ma quell’eterno attimo
d’angoscia e d’improvviso smarrimento di coraggio,
fu rotto
dalla brusca risata di quel burroso uomo baffuto…
“Josh… chi è questa incantevole
signorina?!??
Potevi dirmi che volevi stare da solo con lei
fratello…ahahah!
Molto piacere…Robert Girard! Francese d’origine,
ma
americano nel cuore…al suo servizio!”
“buonasera
signor Bob! Il
mio nome è Sara e…vorrei parlare in privato con
lei!”
“Sara no…” guardai
teneramente i suoi smeraldi, fissi e offuscati, come mai nella mia vita
avevo saputo fare! Come sua figlia mi aveva insegnato! Da lei avevo
imparato ad accarezzare non con le mani, ma con gli occhi…a
guardare non con gli occhi, ma con l’anima…e ad
amare non
con il corpo, ma con il cuore! Il mio sguardo rassicurante e
determinato gli strappò le parole dalla bocca, e le nascose
alla
sua mente…
Feci
infine un cenno
all’altro uomo, al mio giustiziere, al mio boia…e
lui mi
seguì fino all’intimo tribunale di casa
Harlaam…in
cui l’unico verdetto possibile sarebbe stato
“COLPEVOLE!”.
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