Nulla et umbris
di Tristano (/viewuser.php?uid=63759)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** raccolta ***
Capitolo 2: *** CieloMare ***
Capitolo 3: *** Poesia della spossatezza ***
Capitolo 4: *** Incompreso ***
Capitolo 5: *** Tra le mani fiori bianchi ***
Capitolo 6: *** Fiori recisi ***
Capitolo 7: *** Il lupo ***
Capitolo 8: *** MILITE IGNOTO ***
Capitolo 9: *** Memorie ***
Capitolo 10: *** C'era... ***
Capitolo 11: *** Carezze nell'aria ***
Capitolo 12: *** Il mio pessimismo ***
Capitolo 13: *** Frammenti ***
Capitolo 14: *** Porcellana ***
Capitolo 15: *** Epifania e congedo ***
Capitolo 16: *** Sogni nel volo di un gabbiano ***
Capitolo 17: *** Nel camposanto delle parole ***
Capitolo 18: *** Senza titolo ***
Capitolo 19: *** Ricorrenza ***
Capitolo 20: *** 29/11/09 ***
Capitolo 21: *** 30/11/09 ***
Capitolo 22: *** 23/12/09 ***
Capitolo 23: *** Preghiera d'un pescatore nei primi d'inverno ***
Capitolo 24: *** Risveglio al crepuscolo ***
Capitolo 1 *** raccolta ***
Nulla
et umbris
Ecco, segreta
Piangi ancora triste
Il doloroso parto,
Commiato da l’infinito,
e il tuo infame esilio
nel carcere carnale.
Nasci, uomo.
Forte sentire
Doni al tuo carceriere
E lo ammali.
Con mielose carezze
Scaldi il suo freddo essere
E con pregia maestria
L’istinto
A ragion rendi eguale.
Pensiero.
Dispieghi le tue ali,
Vento delle passioni,
così sfidi le sbarre,
ma vinta cadi
ed è l’umana bocca
a sgorgar il tuo sangue.
Parole .
Nell’aria spargi
I tuoi frammenti
Ma vagan persi
Amor sì tersi
Nell’ombra del Diavolo.
Anima.
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Capitolo 2 *** CieloMare ***
Cielo mare
Canto la
lode del vostro connubio
Cielo mare
Chè nel vostro abbraccio pascono
inquieti
Miei
pensieri
Fino
all’orizzonte
Dove fia il gioco di due amanti
E tu cielo,
in luminosi
dardi
con un
bacio
Schiudi le
labbra sul suo seno.
Il vostro intreccio
Annulla il
mio folle ardire
Affogandomi
nell’eterno
E perso
Nell’immenso
In un nuovo
letto
Il mio
animo dorme
Dove non giaccion orme
Dove il
tempo... perde le sue forme.
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Capitolo 3 *** Poesia della spossatezza ***
Dedicata ai poeti ed al moderno decadimento dei costumi
Poesia della spossatezza
Muta, la
candida pagina urla
Il nulla,
quando amori e tragedie
Ghignando,
si trasformano soltanto
In macabri
sussulti.
Nell’onta
che la volontà sconta
Si spengon
di fronte alla sera
Il pensiero
al nulla eterno
E tramonti
e albe, siepi e colline.
Non serban
più lussuria di un nudo
Che nel suo
freddo letto
Il pasto
dell’anima tramuta
Nella
banalità del sesso.
Ricercatori
di infinito
Costruttori
di storia
Che nel
martirio della spossatezza
Possan le
nostre ossa
Esser più
spesso giostra
Dei flussi
incostanti del tempo.
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Capitolo 4 *** Incompreso ***
Dedicata a chi so io…
INCOMPRESO
Mesci pasti
di inferno
Con abiti
d’angelo
Pargolo
incompreso
Destando a
tua fantasia
Ingenua
perversione
Con abili
parole
Urlando
alle vacche
Ai lupi e
pecore
Enfasi
dell’animo.
Ma come
puoi ardire
Navigatore
insonne
Con quella
testa di spine
Traversare
un mare
Di bolle,
ammassate
Nel pallido
ventre
Di questa
coscienza
Meretrice
lusingata
Dal piacere
di due soldi.
Assurgi tu
pargolo
La scala
dell’infinito
Zittito
Nella santa
incomprensione
Il resto è
solo
Nulla e
ombre.
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Capitolo 5 *** Tra le mani fiori bianchi ***
Tra le mani fiori bianchi
Ci sono amori con
molte voglie
Ma ci son più
voglie senza amori
Così come l’acqua
al fuoco toglie
Lo scoppiettar della
brace, ai suoi ardori
Polver nella cenere
ardente agonia
Come ferite di
sogni senza allori
Impressi nei fior
della vita mia
Sanguinano a terra
i suoi colori
Non voglio un
giorno esser come quelli
I cui occhi spenti
nel grasso ventre
Sprofondano, un
tempo giovani e belli
Corrotti dalla foga
di chi mente
Ecco, lascio le mie
membra spoglie
Nel vago indignato
mormorio
Tra i cani che
mordono le carogne
Tra i saggi che si
immolano a dio
Così cuor ce ne
andremo, scossi e stanchi
Caricandoci la
nostra lapide
Nelle mani candidi
fiori bianchi
Per la felicità, sposa e mantide.
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Capitolo 6 *** Fiori recisi ***
Mi rendo conto che delle
poesie dedicate a situazioni particolari o a determinate persone, lette così
senza un minimo di presentazione, forse sono e rimarranno sempre incomprese.
Quindi questa poesia voglio presentarvela un po’, non ve la spiegherò passo
passo, perché comunque sono dell’avviso che una lirica deve avere libera
interpretazione. Vi dico solo che è una poesia dedicata a mia madre e a mio
padre, al loro amore finito, alle loro speranze giovanili e a come il tempo e
le incomprensioni hanno consumato i loro sogni. Il resto penso venga da sé.
Buona lettura.
Fiori
recisi
Giocavi
a tessere forme
Come
i pensieri nell’aria
Si
gonfiano in torme
Con
direzione varia
Senza
acuir senso,
Spiando
nella fessura
Di
un futuro immenso
Come
la vita si usura.
Son
solo fiori recisi
I
nostri sorrisi spezzati
Invecchiano
sui visi
Di
gioventù bruciati,
Come
fa un vento
Infestando
le passioni
Lasciando
una coltre di gelo
Ne
appesantisce i soffioni;
Appassiscono
anch’essi
Nel
putrido pantano
Assieme
a sogni inetti
Il
cui ricordo lontano
Pasce
in campi spenti
Dove
né il sole né il grano
Sorgendo
lenti
Fan
vagar mesto il villano.
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Capitolo 7 *** Il lupo ***
A Erin, che
mi ha dato l’ispirazione…
IL LUPO
Come il
lupo, il poeta
Si nasconde
nel branco
Solingo,
ulula alla notte
Gli occhi
chiusi alla luna.
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Capitolo 8 *** MILITE IGNOTO ***
MILITE IGNOTO
Coi vostri
zaini vuoti
di nomi e
memoria
Vedeste la
morte veloce
Strapparvi
il volto alla gloria
E gettati
negli oblii amari
Trovaste
tomba nell’aria
E negli
insaziabili ventri dei mari
O
nell’indistinto ossario
Come se la
malvagia idiozia
Ponendovi
il suo sudario
Fosse mossa
a compassione
Nella
funerea bellicosa stanza
E
nell’atrio della ragione
A cancellar
ogni testimonianza.
Ma le più
gravi tombe
Son quelle
con le croci nei cuori
A spazzar via
più veloci delle bombe
Ciò che
dell’anima sono i fiori.
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Capitolo 9 *** Memorie ***
MEMORIE
Ci sono
rogne che rodendo
Strisciando
Entrano
Nel silenzio.
Sono quelle
immagini
Che
figurano
Quando
tutto tace,
Che sì,
danno piacere come il vino,
Ma ti
ubriacano in fretta
Ti
addormentano
Come il
cibo dalle mani di Circe
Coi
naviganti di Ulisse,
E in quell’ebbrezza
Ti cullano,
Scaldandoti
il cuore,
Ma ti
raffreddano le membra.
E mentre
giochi con loro
Ti si
stringono
E ti
rallentano.
Ti allontanano
Dal treno
del tempo.
Questa
poesia si riferisce ai ricordi, che per quanto piacevoli, rallentano e
distraggono la mente.
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Capitolo 10 *** C'era... ***
A questo mondo non si diventa ricchi per quello che
si guadagna, ma per quello a cui si rinuncia (Henry Ward
Beecher )
C’era…
C’era
l’acqua
Ed era
acqua
C’era la
terra
E non
mutava
C’era il
cielo
Perfetto
Nel moto
ancestrale
C’era la
vita
Parto
cesareo
C’era la
morte
Solo
silenzio
E c’era
l’uomo
E lui
era un sogno
E come
sogno
Iniziò a sognare
Come essere
uomo.
NOTA:
chiedo scusa per il titolo non molto ricercato, ma non me ne veniva nessuno in
mente.
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Capitolo 11 *** Carezze nell'aria ***
Carezze
nell’aria
Mente, ti
trovo nella mente
Come una
carezza nell’aria, sfuggente.
Ti intrecci
nei capelli di quest’alba
Ferendomi ancora.
Dal letto,
osservo i raggi che colorano
L’aria, mentre
la terra stanca
trattiene
il mio corpo che sprofonda
Ferendomi
ancora.
Fuori, dalla
finestra sento urla
L’alba,
diventa nera come il corvo
Le nuvole, mi
guardano torvo
E ho paura.
Galleggiano
su di me movenze
Ricordi e
voglie s’ancorano
Rimembrano essenze
Ma non c’è
altro.
Intanto è
notte su me
Cerco nella
Luna il tuo sorriso
Ma manca anche
quello sul suo viso
Deriso, mi perdo nell’oscuro che c’è in me.
Quel che
lasci è un brivido
Sul mio
cuore livido
Che attende
un attimo
Prima dello
spasimo
E canta
libero
In un volo
intrepido
Nel cielo
limpido
Ma tu non
ci sei.
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Capitolo 12 *** Il mio pessimismo ***
Il
mio pessimismo
Non è il
sacco
Che si
avvolge alla testa
Di un
condannato
Sul
patibolo
Il mio
pessimismo.
Non è la
statica osservazione
Di una
scialba consunta bugia
Mascherata
con l’effimera
Effigie del
reale.
Non è il
difetto visivo
Di un
vecchio pittore
Che dipinge
l’arcobaleno
Con un solo
colore.
È la ferma
consapevolezza
Della
caducità della bellezza
Della
scissione della vita in stagioni
È la
visione della foglia
Che
ingiallisce e cade
Del fiore
che appassisce
Delle
nuvole tra noi e il sole
Dell’alternanza
tra bene e male
La distanza
tra una carezza
E lo
schiaffo.
Questi sono
gli occhi
che vorrei
tutti avessero:
La ferma
volontà
Di fare
luce
Ovunque vi
sia ombra.
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Capitolo 13 *** Frammenti ***
Scritta qualche tempo fa
Frammenti
Tutto fugge
intorno a noi
Ma siamo
immobili
O siamo noi
che fuggiamo
Mentre
tutto rimane fermo?
E non ci
sono ragioni
Il cuore è
in continuo monologo
Non credo
che ci sarà mai amore nel mondo.
Quando sei
pronto a battezzarlo
Basta un
niente per fargli cambiare nome.
Ma mi basta
conoscere il tuo di nome
Ripeterlo
sempre nella mente
Per
beffarmi delle tenebre e del niente.
Penso che
non si fermerà mai la tempesta
E di
pioggia ne cadrà
Sulle
nostre coscienze
Mentre il
vento ulula soddisfatto
Perché mentre
siamo teneri
Più forte si stringe la paura
E quello a
cui aspiro sempre
Mentre il
rumore imperversa
E le
persone si odiano e si aggrediscono
Di
liquefarmi con la pioggia
O di
sbriciolarmi nell’aria,
In ogni
caso essere diverso e non capire
Nella mia
solitudine
Che
lentamente uccide...
Suonano i
tamburi
Veloce è il
loro ritmo
Troppo
veloce per la mia marcia,
rimango
indietro,
forse è
meglio…
non sono ancora pronto per
questa guerra.
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Capitolo 14 *** Porcellana ***
Porcellana
e… e…
e… dove
son qui?
e… e…
e… cosa
son qui?
nei miei
sogni
in volo mi
spezzai
lentamente
nel vortice
di un mai
guai se
ebbi più male
nel mentre di
tutta una vita…
così
questo è il
mio addio…
il mio
addio…
ma…ma…
ma…. Cosa…
un ma…?
qui… qui…
qui… strano…
è qui…
i miei
sogni si curvano
a metà,
dimmi:
nei tuoi
sogni
ancora ti
spezzasti
ti accolsi
nelle mie braccia
le braccia
di un mai…
e… e…
e… ancora,
desidero
e… e…
e… trovo,
una dimora
per me.
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Capitolo 15 *** Epifania e congedo ***
Epifania
e congedo
Sol ora, come gli alti girasoli
Si voltano piano alla luce eterna
Che sale le scale dell’orizzonte
Costringo pur i miei occhi alle
movenze
Tue, che sali le scale del mio sguardo
E ahimè! Quante finestre sopite
Apristi, con la forza dei tuoi lumi
Mio Sole!
Della tua fiamma son ora solo i fumi
Dei miei sogni, vitree schegge
appuntite.
Ancora chiedo al destino un
traguardo
E quali nelle tue mani le essenze
Verso quali libertà tu sei ponte.
Sopra di me un’aquila l’aria sferza,
io, preda, in lei vedo te e invidio
i suoi voli.
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Capitolo 16 *** Sogni nel volo di un gabbiano ***
Sogni
nel volo di un gabbiano
Le ali bianche aperte a forma di
croce
Scivolando ora sul letto del vento
Plani e ti fermi non lontano da me
Uccello dei mari, freccia d’argento.
Immagino solo quali correnti
Che venti, verso altri lontani lidi
Cavalcasti verso l’ignoto per me
Cosa tu scopristi che io mai vidi.
Quel segreto che in quell’attimo
fermo
Feci mio, mentre tu eri immobile
Cavalcando con te, le tue larghe ali
Partì il mio immaginario docile.
Ora mi guardi, capisco l’intesa
E di nuovo ti alzi, le ali a croce
Il diniego di partire insieme con te
Da lontano, sento ancor la tua voce.
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Capitolo 17 *** Nel camposanto delle parole ***
Nel camposanto delle parole
Nel camposanto
delle parole
Sempre si
rimane in lutto
Chè più della follia la prole
Il morir a
stento è brutto.
In questa
egida di matti
Il ragionar
m’è avulso
Ch’a pezzi
e a strappi
Il sento
nudo e convulso.
La spada di
Damocle
perenne sui
capi
attende un
soffio di vento
ma el non sa che i detti mali
son più
atroci di un corpo spento.
In un campo
di grano, una spiga
Cresce in
un fascio di luce
Si alza nel
mondo che spira
È la falce
ad atterrarla truce.
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Capitolo 18 *** Senza titolo ***
Senza titolo
Chissà,
quando la notte
Troverà
riposo negli antri
Delle
spalle dell’orizzonte
Chissà se
allora, quando il cielo
Si coprirà
dei suoi azzurri assi
Chissà,
quando un’epifania
Mi
scrollerà di dosso il torpore
Della noia
e del tempo
Forse potrò
correre di nuovo
Per le
strade e le città
A sparger
le mie parole
Nel vento
Giungendo
alle orecchie
Sole e
chiuse della gente
Dicendo:
“Vai uomo,
avanza
Fino al
perenne tramonto
e nel tuo
cammino
renditi
degno
di un nuovo
mattino
sì che essendo
mai luna
potrai
illuminarti
perché non
son soli
preghier
confuse
di ruvida
pietra
ma opaca
luce.”
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Capitolo 19 *** Ricorrenza ***
Ricorrenza
Ricorrenza
Si
agita il ratto
Tra
le sghembe spire
Più
stride
S’ingrossa
d’appetito
La
serpe.
Pagherò
tutto questo.
Starà
a soffrire
Il
mio cuore
Cintomi
di segreto.
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Capitolo 20 *** 29/11/09 ***
Quand’anche in nuce
Quand’anche in nuce
Di una passione
estrema
Che una secca o una
tempesta
Danneggiano l’andare
Sempre mi sento
Un novello
navigante
Impegnato col
timone
A drizzar la prua
E scrutar tra gli
scogli
Ch’arginano il suo
mare
Per scoprire a
tratti
Spiragli d’un
oceano.
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Capitolo 21 *** 30/11/09 ***
30/11/09
Essenzialmente
io ho due facce:
una datami
da Dio,
l’altra me
la posero gli uomini,
per vivere
con loro.
Essenzialmente
le devo curare entrambe:
se curassi
solo quella datami da Dio
gli uomini
mi isolerebbero,
se curassi
solo quella datami dagli uomini
perderei me
stesso.
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Capitolo 22 *** 23/12/09 ***
Il grappolo
pesa sul suo ramo
Nell’intermezzo
del canto della vita
Quando la
terra lo chiama a sé
E il sole
riempie i suoi semi.
Questa nostra
esistenza
Nasconde ombre
Che son
scure come i cocci
Che sovente
aiutano a maturar
Delle cantine
questo dolce vino
All’imbrunire.
P.S.:
approfitto per augurare a tutti un buon Natale e un felice inizio di anno nuovo.
Spero che possiate passare delle bellissime vacanze natalizie almeno voi, o
meglio voi che ancora non siete ingabbiati dagli obblighi universitari o di
lavoro (sigh !). Ringrazio, infine, poiché mi rendo
conto di non averlo ancora fatto, tutti quelli che leggono queste poesiole e
che mi incoraggiano e lusingano continuamente affinché continui ad impegnarmi
in quella che secondo me è la più nobile attività di pensiero.
Grazie ancora
e tanti sentiti auguri
Tristano
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Capitolo 23 *** Preghiera d'un pescatore nei primi d'inverno ***
Preghiera d'un pescatore
nei primi d'inverno
Ho poche monete muse del
mare,
le rive si sono allontanate
da me.
Ho poche monete per te, mano
lesta
nulla troverai nella mia
borsa.
Ho poca forza contro la
tempesta
ho pers'anche la bussola in
alto mare.
In questa distesa di sale il
vento increspa
in guizzi che salgono a
spirale.
Grazie, padre, grazie dei
fiori di maggio
avrei voluto mostrar più
coraggio
in anfratti verso un nuovo
passaggio
ahimè intelligenza,
che godi a scappare.
Grazie, padre, dell'ultima
goccia
che tant'ubriachezza m'ha
fatto smarrir le stelle.
Leggera ora, è la mia
immagine sull'acqua.
Osserva: follia! Leggeri
sono anche i pesi della rete
a pescare.
Questa, non più sotto
l'acqua ma in aria!
Libera i pesci e gioca a
catturar le nuvole
nelle correnti del vento.
Con quale arido sguardo mi
vede morir la fame.
Grazie, padre, grazie dei
venti marini
perchè son marinaio e
mi piace navigare
e sull'acqua e sulla terra
tutto è mare
ch'io mi sento vivo sol
quando
nel petto, si gonfian le
vele al tuo soffiare.
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Capitolo 24 *** Risveglio al crepuscolo ***
Risveglio al crepuscolo
Il pensiero ha ali maestose e artigli terribili:
così come eleva lo spirito, in cielo lo dilania.
La gravità insegna: i nostri piedi
sono ancore al suolo.
Tu guardi in alto il Sole le nuvole e l'azzurro
e credi nel Regno dei Cieli,
solo un giorno esso resta.
La Notte è già sparito.
Il Firmamento questo insegna:
il giorno mente
chè il Sole abbaglia,
la Verità è Notte.
Di queste terre sono arrivato fino alla spiaggia.
L'oceano è ancora mistero.
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