Nulla et umbris

di Tristano
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** raccolta ***
Capitolo 2: *** CieloMare ***
Capitolo 3: *** Poesia della spossatezza ***
Capitolo 4: *** Incompreso ***
Capitolo 5: *** Tra le mani fiori bianchi ***
Capitolo 6: *** Fiori recisi ***
Capitolo 7: *** Il lupo ***
Capitolo 8: *** MILITE IGNOTO ***
Capitolo 9: *** Memorie ***
Capitolo 10: *** C'era... ***
Capitolo 11: *** Carezze nell'aria ***
Capitolo 12: *** Il mio pessimismo ***
Capitolo 13: *** Frammenti ***
Capitolo 14: *** Porcellana ***
Capitolo 15: *** Epifania e congedo ***
Capitolo 16: *** Sogni nel volo di un gabbiano ***
Capitolo 17: *** Nel camposanto delle parole ***
Capitolo 18: *** Senza titolo ***
Capitolo 19: *** Ricorrenza ***
Capitolo 20: *** 29/11/09 ***
Capitolo 21: *** 30/11/09 ***
Capitolo 22: *** 23/12/09 ***
Capitolo 23: *** Preghiera d'un pescatore nei primi d'inverno ***
Capitolo 24: *** Risveglio al crepuscolo ***



Capitolo 1
*** raccolta ***


Nulla et umbris

 

Ecco, segreta

Piangi ancora triste

Il doloroso parto,

Commiato da l’infinito,

e il tuo infame esilio

nel carcere carnale.

 

Nasci, uomo.

 

Forte sentire

Doni al tuo carceriere

E lo ammali.

Con mielose carezze

Scaldi il suo freddo essere

E con pregia maestria

L’istinto

A ragion rendi eguale.

 

Pensiero.

 

Dispieghi le tue ali,

Vento delle passioni,

così sfidi le sbarre,

ma vinta cadi

ed è l’umana bocca

a sgorgar il tuo sangue.

 

Parole .

 

Nell’aria spargi

I tuoi frammenti

Ma vagan persi

Amor sì tersi

Nell’ombra del Diavolo.

 

Anima.

 

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Capitolo 2
*** CieloMare ***


Cielo mare

 

Canto la lode del vostro connubio

Cielo mare

Chè nel vostro abbraccio pascono inquieti

Miei pensieri

Fino all’orizzonte

Dove fia il gioco di due amanti

E tu cielo,

in luminosi dardi

con un bacio

Schiudi le labbra sul suo seno.

 

Il vostro intreccio

Annulla il mio folle ardire

Affogandomi nell’eterno

E perso

Nell’immenso

In un nuovo letto

Il mio animo dorme

 

Dove non giaccion orme

Dove il tempo... perde le sue forme.

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Capitolo 3
*** Poesia della spossatezza ***


Dedicata ai poeti ed al moderno decadimento dei costumi

 

Poesia della spossatezza

 

Muta, la candida pagina urla

Il nulla, quando amori e tragedie

Ghignando, si trasformano soltanto

In macabri sussulti.

 

Nell’onta che la volontà sconta

Si spengon di fronte alla sera

Il pensiero al nulla eterno

E tramonti e albe, siepi e colline.

 

Non serban più lussuria di un nudo

Che nel suo freddo letto

Il pasto dell’anima tramuta

Nella banalità del sesso.

 

Ricercatori di infinito

Costruttori di storia

 

Che nel martirio della spossatezza

Possan le nostre ossa

Esser più spesso giostra

Dei flussi incostanti del tempo.

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Capitolo 4
*** Incompreso ***


Dedicata a chi so io…

INCOMPRESO

 

Mesci pasti di inferno

Con abiti d’angelo

Pargolo incompreso

Destando a tua fantasia

Ingenua perversione

Con abili parole

Urlando alle vacche

Ai lupi e pecore

Enfasi dell’animo.

Ma come puoi ardire

Navigatore insonne

Con quella testa di spine

Traversare un mare

Di bolle, ammassate

Nel pallido ventre

Di questa coscienza

Meretrice lusingata

Dal piacere di due soldi.

Assurgi tu pargolo

La scala dell’infinito

Zittito

Nella santa incomprensione

Il resto è solo

Nulla e ombre.

 

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Capitolo 5
*** Tra le mani fiori bianchi ***


Tra le mani fiori bianchi

 

Ci sono amori con molte voglie

Ma ci son più voglie senza amori

Così come l’acqua al fuoco toglie

Lo scoppiettar della brace, ai suoi ardori

 

Polver nella cenere ardente agonia

Come ferite di sogni senza allori

Impressi nei fior della vita mia

Sanguinano a terra i suoi colori

 

Non voglio un giorno esser come quelli

I cui occhi spenti nel grasso ventre

Sprofondano, un tempo giovani e belli

Corrotti dalla foga di chi mente

 

Ecco, lascio le mie membra spoglie

Nel vago indignato mormorio

Tra i cani che mordono le carogne

Tra i saggi che si immolano a dio

 

Così cuor ce ne andremo, scossi e stanchi

Caricandoci la nostra lapide

Nelle mani candidi fiori bianchi

Per la felicità, sposa e mantide.

 

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Capitolo 6
*** Fiori recisi ***


Mi rendo conto che delle poesie dedicate a situazioni particolari o a determinate persone, lette così senza un minimo di presentazione, forse sono e rimarranno sempre incomprese. Quindi questa poesia voglio presentarvela un po’, non ve la spiegherò passo passo, perché comunque sono dell’avviso che una lirica deve avere libera interpretazione. Vi dico solo che è una poesia dedicata a mia madre e a mio padre, al loro amore finito, alle loro speranze giovanili e a come il tempo e le incomprensioni hanno consumato i loro sogni. Il resto penso venga da sé. Buona lettura.

 

Fiori recisi

 

Giocavi a tessere forme

Come i pensieri nell’aria

Si gonfiano in torme

Con direzione varia

Senza acuir senso,

Spiando nella fessura

Di un futuro immenso

Come la vita si usura.

 

Son solo fiori recisi

I nostri sorrisi spezzati

Invecchiano  sui visi

Di gioventù bruciati,

Come fa un vento

Infestando le passioni

Lasciando una coltre di gelo

Ne appesantisce i soffioni;

 

Appassiscono anch’essi

Nel putrido pantano

Assieme a sogni inetti

Il cui ricordo lontano

Pasce in campi spenti

Dove né il sole né il grano

Sorgendo lenti

Fan vagar mesto il villano.

 

 

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Capitolo 7
*** Il lupo ***


A Erin, che mi ha dato l’ispirazione…

 

IL LUPO

 

 

Come il lupo, il poeta

Si nasconde nel branco

Solingo, ulula alla notte

Gli occhi chiusi alla luna.

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Capitolo 8
*** MILITE IGNOTO ***


MILITE IGNOTO

 

Coi vostri zaini vuoti

di nomi e memoria

Vedeste la morte veloce

Strapparvi il volto alla gloria

E gettati negli oblii amari

Trovaste tomba nell’aria

E negli insaziabili ventri dei mari

O nell’indistinto ossario

Come se la malvagia idiozia

Ponendovi il suo sudario

Fosse mossa a compassione

Nella funerea bellicosa stanza

E nell’atrio della ragione

A cancellar ogni testimonianza.

Ma le più gravi tombe

Son quelle con le croci nei cuori

A spazzar via più veloci delle bombe

Ciò che dell’anima sono i fiori.

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Capitolo 9
*** Memorie ***


MEMORIE

 

Ci sono rogne che rodendo

Strisciando

Entrano

Nel silenzio.

Sono quelle immagini

Che figurano

Quando tutto tace,

Che sì, danno piacere come il vino,

Ma ti ubriacano in fretta

Ti addormentano

Come il cibo dalle mani di Circe

Coi naviganti di Ulisse,

E in quell’ebbrezza

Ti cullano,

Scaldandoti il cuore,

Ma ti raffreddano le membra.

E mentre giochi con loro

Ti si stringono

E ti rallentano.

Ti allontanano

Dal treno del tempo.

 

 

Questa poesia si riferisce ai ricordi, che per quanto piacevoli, rallentano e distraggono la mente.

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Capitolo 10
*** C'era... ***


A questo mondo non si diventa ricchi per quello che si guadagna, ma per quello a cui si rinuncia (Henry Ward Beecher)

C’era…

C’era l’acqua

Ed era acqua

C’era la terra

E non mutava

C’era il cielo

Perfetto

Nel moto ancestrale

C’era la vita

Parto cesareo

C’era la morte

Solo silenzio

 

E c’era l’uomo

E lui era  un sogno

E come sogno

Iniziò  a sognare

Come essere uomo.

 

 

NOTA: chiedo scusa per il titolo non molto ricercato, ma non me ne veniva nessuno in mente.

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Capitolo 11
*** Carezze nell'aria ***


Carezze nell’aria

 

Mente, ti trovo nella mente

Come una carezza nell’aria, sfuggente.

Ti intrecci nei capelli di quest’alba

Ferendomi ancora.

 

Dal letto, osservo i raggi che colorano

L’aria, mentre la terra stanca

trattiene il mio corpo che sprofonda

Ferendomi ancora.

 

Fuori, dalla finestra sento urla

L’alba, diventa nera come il corvo

Le nuvole, mi guardano torvo

E ho paura.

 

Galleggiano su di me movenze

Ricordi e voglie s’ancorano

Rimembrano essenze

Ma non c’è altro.

 

Intanto è notte su me

Cerco nella Luna il tuo sorriso

Ma manca anche quello sul suo viso

Deriso,  mi perdo nell’oscuro che c’è in me.

 

Quel che lasci è un brivido

Sul mio cuore livido

Che attende un attimo

Prima dello spasimo

 

E canta libero

In un volo intrepido

Nel cielo limpido

Ma tu non ci sei.

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Capitolo 12
*** Il mio pessimismo ***


Il mio pessimismo

Non è il sacco

Che si avvolge alla testa

Di un condannato

Sul patibolo

Il mio pessimismo.

Non è la statica osservazione

Di una scialba consunta bugia

Mascherata con l’effimera

Effigie del reale.

Non è il difetto visivo

Di un vecchio pittore

Che dipinge l’arcobaleno

Con un solo colore.

È la ferma consapevolezza

Della caducità della bellezza

Della scissione della vita in stagioni

È la visione della foglia

Che ingiallisce e cade

Del fiore che appassisce

Delle nuvole tra noi e il sole

Dell’alternanza tra bene e male

La distanza tra una carezza

E lo schiaffo.

Questi sono gli occhi

che vorrei tutti avessero:

La ferma volontà

Di fare luce

Ovunque vi sia ombra.

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Capitolo 13
*** Frammenti ***


Scritta qualche tempo fa

Frammenti

Tutto fugge intorno a noi

Ma siamo immobili

O siamo noi che fuggiamo

Mentre tutto rimane fermo?

E non ci sono ragioni

Il cuore è in continuo monologo

Non credo che ci sarà mai amore nel mondo.

Quando sei pronto a battezzarlo

Basta un niente per fargli cambiare nome.

Ma mi basta conoscere il tuo di nome

Ripeterlo sempre nella mente

Per beffarmi delle tenebre e del niente.

Penso che non si fermerà mai la tempesta

E di pioggia ne cadrà

Sulle nostre coscienze

Mentre il vento ulula soddisfatto

Perché mentre siamo teneri

 Più forte si stringe la paura

E quello a cui aspiro sempre

Mentre il rumore imperversa

E le persone si odiano e si aggrediscono

Di liquefarmi con la pioggia

O di sbriciolarmi nell’aria,

In ogni caso essere diverso e non capire

Nella mia solitudine

Che lentamente uccide...

Suonano i tamburi

Veloce è il loro ritmo

Troppo veloce per la mia marcia,

rimango indietro,

forse è meglio…

                                                                                                                   non sono ancora pronto per questa guerra.

 

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Capitolo 14
*** Porcellana ***


Porcellana

e… e…

e… dove

son qui?

e… e…

e… cosa

son qui?

nei miei sogni

in volo mi spezzai

lentamente

nel vortice di un mai

guai se ebbi più male

nel mentre di tutta una vita…

così

questo è il mio addio…

il mio addio…

ma…ma…

ma…. Cosa…

un ma…?

qui… qui…

qui… strano… è qui…

i miei sogni si curvano

a metà,

dimmi:

nei tuoi sogni

ancora ti spezzasti

ti accolsi nelle mie braccia

le braccia di un mai…

e… e…

e… ancora,

desidero

e… e…

e… trovo,

 una dimora

per me.

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Capitolo 15
*** Epifania e congedo ***


Epifania e congedo

 

Sol ora, come gli alti girasoli

Si voltano piano alla luce eterna

Che sale le scale dell’orizzonte

Costringo pur i miei occhi alle movenze

Tue, che sali le scale del mio sguardo

E ahimè! Quante finestre sopite

Apristi, con la forza dei tuoi lumi

Mio Sole!

Della tua fiamma son ora solo i fumi

Dei miei sogni, vitree schegge appuntite.

Ancora chiedo al destino un traguardo

E quali nelle tue mani le essenze

Verso quali libertà tu sei ponte.

Sopra di me un’aquila l’aria sferza,

io, preda, in lei vedo te e invidio i suoi voli.

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Capitolo 16
*** Sogni nel volo di un gabbiano ***


Sogni nel volo di un gabbiano

 

Le ali bianche aperte a forma di croce

Scivolando ora sul letto del vento

Plani e ti fermi non lontano da me

Uccello dei mari, freccia d’argento.

Immagino solo quali correnti

Che venti, verso altri lontani lidi

Cavalcasti verso l’ignoto per me

Cosa tu scopristi che io mai vidi.

Quel segreto che in quell’attimo fermo

Feci mio, mentre tu eri immobile

Cavalcando con te, le tue larghe ali

Partì il mio immaginario docile.

Ora mi guardi, capisco l’intesa

E di nuovo ti alzi, le ali a croce

Il diniego di partire insieme con te

Da lontano, sento ancor la tua voce.

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Capitolo 17
*** Nel camposanto delle parole ***


 

Nel camposanto delle parole

 

Nel camposanto delle parole

Sempre si rimane in lutto

Chè più della follia la prole

Il morir a stento è brutto.

In questa egida di matti

Il ragionar m’è avulso

Ch’a pezzi e a strappi

Il sento nudo e convulso.

La spada di Damocle

perenne sui capi

attende un soffio di vento

ma el non sa che i detti mali

son più atroci di un corpo spento.

 

In un campo di grano, una spiga

Cresce in un fascio di luce

Si alza nel mondo che spira

È la falce ad atterrarla truce.

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Capitolo 18
*** Senza titolo ***


Senza titolo

Chissà, quando la notte                                                     

Troverà riposo negli antri

Delle spalle dell’orizzonte

Chissà se allora, quando il cielo

Si coprirà dei suoi azzurri assi

Chissà, quando un’epifania

Mi scrollerà di dosso il torpore

Della noia e del tempo

Forse potrò correre di nuovo

Per le strade e le città

A sparger le mie parole

Nel vento

Giungendo alle orecchie

Sole e chiuse della gente

Dicendo:

“Vai uomo, avanza

Fino al perenne tramonto

e nel tuo cammino

renditi degno

di un nuovo mattino

sì che essendo mai luna

potrai illuminarti

perché non son soli

preghier confuse

di ruvida pietra

ma opaca luce.”

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Capitolo 19
*** Ricorrenza ***


Ricorrenza

Ricorrenza

 

Si agita il ratto

Tra le sghembe spire

Più stride

S’ingrossa d’appetito

La serpe.

 

Pagherò tutto questo.

 

Starà a soffrire

Il mio cuore

Cintomi di segreto.

 

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Capitolo 20
*** 29/11/09 ***


Quand’anche in nuce

Quand’anche in nuce

Di una passione estrema

Che una secca o una tempesta

Danneggiano l’andare

Sempre mi sento

Un novello navigante

Impegnato col timone

A drizzar la prua

E scrutar tra gli scogli

Ch’arginano il suo mare

Per scoprire a tratti

Spiragli d’un oceano.

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Capitolo 21
*** 30/11/09 ***


30/11/09

 

Essenzialmente io ho due facce:

una datami da Dio,

l’altra me la posero gli uomini,

per vivere con loro.

Essenzialmente le devo curare entrambe:                               

se curassi solo quella datami da Dio

gli uomini mi isolerebbero,

se curassi solo quella datami dagli uomini

perderei me stesso.

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Capitolo 22
*** 23/12/09 ***


Il grappolo pesa sul suo ramo

Nell’intermezzo del canto della vita

Quando la terra lo chiama a sé

E il sole riempie i suoi semi.

 

Questa nostra esistenza

Nasconde ombre

Che son scure come i cocci

Che sovente aiutano a maturar

Delle cantine questo dolce vino

All’imbrunire.

 

P.S.: approfitto per augurare a tutti un buon Natale e un felice inizio di anno nuovo. Spero che possiate passare delle bellissime vacanze natalizie almeno voi, o meglio voi che ancora non siete ingabbiati dagli obblighi universitari o di lavoro (sigh!). Ringrazio, infine, poiché mi rendo conto di non averlo ancora fatto, tutti quelli che leggono queste poesiole e che mi incoraggiano e lusingano continuamente affinché continui ad impegnarmi in quella che secondo me è la più nobile attività di pensiero.

Grazie ancora e tanti sentiti auguri

Tristano

 

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Capitolo 23
*** Preghiera d'un pescatore nei primi d'inverno ***


Preghiera d'un pescatore nei primi d'inverno


Ho poche monete muse del mare,

le rive si sono allontanate da me.

Ho poche monete per te, mano lesta

nulla troverai nella mia borsa.

Ho poca forza contro la tempesta

ho pers'anche la bussola in alto mare.

In questa distesa di sale il vento increspa

in guizzi che salgono a spirale.


Grazie, padre, grazie dei fiori di maggio

avrei voluto mostrar più coraggio

in anfratti verso un nuovo passaggio

ahimè intelligenza, che godi a scappare.


Grazie, padre, dell'ultima goccia

che tant'ubriachezza m'ha fatto smarrir le stelle.

Leggera ora, è la mia immagine sull'acqua.

Osserva: follia! Leggeri sono anche i pesi della rete

a pescare.

Questa, non più sotto l'acqua ma in aria!

Libera i pesci e gioca a catturar le nuvole

nelle correnti del vento.

Con quale arido sguardo mi vede morir la fame.


Grazie, padre, grazie dei venti marini

perchè son marinaio e mi piace navigare

e sull'acqua e sulla terra tutto è mare

ch'io mi sento vivo sol quando

nel petto, si gonfian le vele al tuo soffiare.

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Capitolo 24
*** Risveglio al crepuscolo ***


Risveglio al crepuscolo

 

Il pensiero ha ali maestose e artigli terribili:

così come eleva lo spirito, in cielo lo dilania.

La gravità insegna: i nostri piedi

sono ancore al suolo.

 

Tu guardi in alto il Sole le nuvole e l'azzurro

e credi nel Regno dei Cieli,

solo un giorno esso resta.

La Notte è già sparito.

 

Il Firmamento questo insegna:

il giorno mente

chè il Sole abbaglia,

la Verità è Notte.

 

Di queste terre sono arrivato fino alla spiaggia.

L'oceano è ancora mistero.

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