L'amore cambia vita

di Beauty_93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


CAPITOLO 1

 

- Jessi, svegliati!! Perderai il bus se resti ancora a letto, non aspetta di certo te!! - La voce di mia madre rimbombava nella mia stanza buia, un’altra giornata in cui avevo la sveglia alle sette del mattino, troppo presto per una ragazza pigra come me. Mi tirai su le coperte fino a coprirmi il viso: - Ancora cinque minuti, mamma - le urlai, sperando che mi sentisse, ma fu tutto invano: mia madre accese la luce di camera tutto ad un tratto e mi buttò giù dal letto: - Ahiaaaa, che maleeeee!! Mamma un po’ di delicatezza no eh? Ho pure dato una testata al comodino - le urlai contro, ma lei faceva finta di niente, che mamma malefica che mi sono ritrovata, pensai scherzando. Vidi che arrivò per l’ennesima volta in camera mia, per controllare se mi ero rimessa nel letto: - Stai ancora a massaggiarti la testa? Vedrai che non ti salterà fuori nessun bernoccolo, comunque sbrigati che ti ho preparato la colazione come piace te, con la brioche alla crema -, a quelle parole mi alzai e corsi in cucina, l’adoravo quando preparava una colazione così squisita; diedi un morso alla brioche e mi sporcai il naso di zucchero a velo, iniziai a parlare a bocca piena e le domandai: - Ma papà è già andato a lavorare? -, mia madre scoppiò subito a ridere, non so se era per il fatto che stavo parlando a bocca piena o avevo tutto il naso sporco di bianco: - Tesoro vivi con noi da 21 anni, ormai 22 e non sai ancora che tuo padre si sveglia alle 3:30 per andare a lavorare, ma dove vivi? ahahah E pulisciti il naso, che sembra che hai fatto una tirata di coca ahahah - Sì alzò da tavola e andò a vestirsi, tra poco sarebbe andata anche a lei a lavoro. M iniziai a preparare in tutta fretta, presi la borsa e diedi un bacio sulla guancia a mia madre: - Io vado mamma, ci vediamo stasera -. E mi chiusi la porta alle spalle. Ogni mattina mi toccava andare a prendere il bus a piedi e come sempre lo prendevo a pelo, ma stamattina sentivo che l’avrei perso; così iniziai a correre come una pazza per le vie di Sassuolo, non potevo arrivare in ritardo all’università. Stavo percorrendo una via bruttissima di Sassuolo, che se eri sul marciapiede non vedevi le macchine che stavano uscendo dal garage e proprio quella mattina che avevo la testa altrove andai a sbattere contro un porsche cayenne nero che stava uscendo dal garage e caddi per terra.

 

>>>> La sveglia suonò alle sette come ogni mattina, la spensi e mi tirai su dal letto; anche se ero il proprietario di molte aziende non vuol dire che non dovevo andare a lavoro. Scesi le scale per andare in cucina e ci trovi Olga, la mia cuoca: - Buongiorno signor Emanuele, anche stamattina sveglia preso. Le ho preparato la sua solita colazione - adoravo Olga, nessuna domanda e parlava poco. Finito tutto andai a lavarmi e poi a vestirmi; entrai dentro alla mia stanza armadio e scelsi un completo nero/grigio, con camicia bianca e cravatta con fantasia a scacchi bianca e grigio scuro. Scesi in garage ed entrai nel mio porsche cayenne, aprì il garage, iniziai a uscire lentamente e nel frattempo chiamai il mio manager Francesco: - Francesco sto arrivando, parto ora da casa, appena arrivo in azienda, fatti trovare fuori dall’edificio che vieni con me che andiamo a fare un giro nelle altre mie aziende - a quel punto sentì un ciocco dalla mia parte della portiera, riagganciai il telefono a Francesco e tutto preoccupato aprì la portiera; trovai una ragazza per terra, speriamo che non si sia fatta niente. - Si può sapere dove ha la testa signorina? Non ha visto che stavo uscendo dal garage? - Le domandai furioso, aveva rovinato tutta la mia fiancata, quando smise di massaggiarsi il viso, aprì gli occhi, non avevo mai visto tanta bellezza in vita, era diversa dalle donne che ero abituato a portarmi a letto. - E lei cerca di stare più attento quando esce dal garage, questi uomini non sanno nemo guidare - Si tirò su e si sistemò, poi guardò l’ora e urlò: - E’ tardi, avrò già perso il pullman - e corse via senza cagarmi di striscio. Feci per salire di nuovo sulla mia macchina quando la mia attenzione cadde al suolo, vidi un cartellino, lo tirai su e lessi: “ Jessica Gervasi studentessa presso la facoltà di lettere e filosofia in via università a Modena”, feci un sorriso malizioso, dopotutto le serviva la sua carta studio no? Perchè non consegnarcela.

 

Fortunatamente non persi il bus per colpa di quel cretino, arrivata davanti all’università vidi Gloria che mi stava aspettando: - Gloria sono qui, scusa anche oggi sono arrivata un po in ritardo, ma non sai che mi è successo? Ti racconto tutto quando siamo in aula -, Gloria mi guardava tutta entusiasta e infatti quando ci sedemmo in aula mi tartasso di domande: - Dai Jessi, non tenermi sulle spine, che ti è successo? E come mai hai un grosso bernoccolo sulla fronte? Non mi dire che hai sbattuto contro un palo come l’ultima volta ahahah e il bello che gli hai chiesto pure scusa -, stava ridendo troppo forte per i miei gusti e la zittii con una mano: - Glo vuoi attirare l’attenzione di tutti? Comunque per metà ci hai azzeccato, ma stavolta non ho sbattuto contro un palo, ma a un porsche cayenne che usciva dal garage, accidenti a quello scemo… Mi ha pure lasciato un bernoccolo la sua macchina -, Gloria riniziò a ridere, ultimamente rideva per poco e sta cosa non andava bene, mi faceva sentire una stupida così. -E dai Jessi vedrai che sarà rimasto colpito dalla tua stupidità ahahah comunque torniamo serie, oggi tocca a te offrire il pranzo in mesa, ti sei portata la carta di identità dello studente universitario?- mi domandò tutta seria; iniziai a cercare nella borsa ma non la trovai, iniziai a fare mente locale e tornai a quando andai contro alla macchina, mi dev’essere caduta lì per forza, ed ora che faccio: - Glo mi sa che l’ho persa durante lo scontro con quello scemo, ed ora che faccio, senza quella non posso prendere da mangiare, non posso nemmeno prendere i libri da studiare in biblioteca… Sono morta, se mia madre lo scopre mi farà arrosto; Glo aiutami ti prego -, mi stava guardando con uno sguardo disperato, ma prima che potesse aprire bocca arrivò un bidello e mi chiamò: - Signorina Gervasi Jessica, c’è un signore che ha bisogno di lei all’entrata dell’università, dice che ha la sua carta dello studente -, dopo tutto oggi non era un giorno così sfortunato, appare per quell’incidente. Mi alzai dal mio posto e corsi fuori dall’aula e giù dalle scale seguita da Gloria, forse voleva vedere chi era questo sconosciuto: - Jessi dopo tutto la sfortuna non è dalla tua parte e mi sa che oggi offri te ahahah se quello è colui che ha la tua carta dello studente mi sa che hai buon gusto in fatto di ricercatori, ti aspetto qua ahahah -, mi girai verso di lei e le feci la linguaccia, iniziai a rallentare il passo e quando fui alle spalle dello sconosciuto gli dissi: - Aveva bisogno di me? Mi è stato detto che ha la mia carta. Grazie per avermela portata e scusi per il disturbo arrecato -, ma quando si girò, volevo rimangiarmi tutto quello che avevo appena detto, che ci faceva lo scemo qua. Sì avvicinò a me e mi allungò il tesserino: - Questo è tuo, ti dev’essere caduto quando sei venuta a sbattere contro la mia macchina e comunque mi chiamo Emanuele, ma puoi chiamarmi Manu -, non sapevo che dire, nonostante tutto non era così scemo, ma neanche brutto. Presi il mio tesserino e mi girai per tornarmene in aula ma la sua voce mi fece fermare: - Ho contato i danni della mia macchina che hai causato stamattina e siccome ammonta a circa un migliaio di euro mi dovrai ripagare -, ritirai tutto quello che avevo pensato a un secondo fa, cosa voleva esattamente questo individuo da me?! Mi voltai, mi avvicinai con sguardo serio e lo presi per il colletto: - Cosa ti dovrei pagare? Io non ti pago un bel niente e poi non ho tutti quei soldi -, mi tolse la mano e si aggiustò tutto, dopo di che si avvicinò al mio orecchio e mi disse: - So io come potresti ripagarmi del danno che mi hai arrecato. Sarai la mia fidanzata del mese -.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


CAPITOLO 2

 

>>>>  Vidi che si stava avvicinando sempre di più a me, con sguardo serio, mi prese per il colletto della camicia e mi disse tutta arrabbiata: - Cosa ti dovrei pagare? Io non ti pago un bel niente e poi non ho tutti quei soldi -, le tolsi la mano e mi aggiustai tutto, mi aveva sgualcito la camicia. A quel punto mi venne un idea, adatto che non riuscivo più a trovare una donna adatta ai miei gusti, scelsi lei; mi avvicinai al suo orecchio e le dissi un con un sorriso malizioso: - So io come potresti ripagarmi del danno che mi hai arrecato. Sarai la mia fidanzata del mese -. Stava arrossendo, non so se dal piacere o dalla rabbia, fatto sta l’avevo lasciata senza parole e io questo sono molto bravo; non so quanto tempo passò, ma mi stava facendo aspettare troppo. Alzò la testa e mi guardò e mi tirò un pugno sulla faccia e iniziò ad urlare: - Ma come ti permetti di farmi certe proposte, sei un porco. Vattene e non farti mai più vedere da queste parti, razza di pervertito -, ha un bel gancio sinistro la signorina, mi piace ancora di più e la voglio. Per fortuna che arrivò la sua amica a trattenerla, se no mi avrebbe ucciso a forza di darmi pugni. - Forse è meglio che pensi alla proposta che ti ho fatto, prima che decida di chiamare anche il mio avvocato per il pugno che mi hai dato ora, hai tempo due giorni, scaduti quelli ti ritroverai il mio avvocato a casa tua. Ci vediamo bellezza -. Salì in macchina, la guardai per l’ultima volta dallo specchietto retrovisore e partì a tutto gas: -Allora Francesco che ne pensi? - gli domandai divertito; Francesco si tolse gli occhiali e mi guardò: - Sarà all’altezza delle tue aspettative a letto? Sei sempre stato un ragazzo molto attento in queste cose e ti conosco da troppo tempo, ma quella ragazza credo che non lo sia. L’hai vista bene? -, guardai Francesco e poi la strada per poi riguardare Francesco: - Spero che lo sia, mi fa eccitare un sacco quella ragazza, soprattutto quando mi ha dato un pugno in piena faccia e poi per dirla tutta Francesco, è solo divertimento. Vedrai che si innamorerà di me e mi vorrà fino alla pazzia -. Francesco ed io scoppiammo a ridere, non era solo il mio manager, ma era anche il mio migliore amico da sempre.

Esatto Jess doveva essere mia per un mese.

 

Alla fine persi la pazienza e gli tirai un bel pungo in piena faccia e iniziai a sbroccare: - Ma come ti permetti di farmi certe proposte, sei un porco. Vattene e non farti mai più vedere da queste parti, razza di pervertito - e per fortuna che arrivò Gloria a tenermi stretta se no l’avrei pestato come si deve, ma chi si crede di essere quel pervertito, non ho mai avuto nessuna relazione, figuriamoci se la voglio con quel porco… Vidi che si rialzò massaggiandosi la guancia: -  Forse è meglio che pensi alla proposta che ti ho fatto, prima che decida di chiamare anche il mio avvocato per il pugno che mi hai dato ora, hai tempo due giorni, scaduti quelli ti ritroverai il mio avvocato a casa tua. Ci vediamo bellezza -. E lo vidi andar via sulla sua macchina. A quel punto Gloria mi lasciò andare, mi girai verso di lei e le dissi: - Non fare parola con nessuno per ciò che è successo oggi. Andiamo in classe, ormai la lezione sarà già iniziata -, non mi rispose, annui solo. Per tutta la durata della giornata finchè non tornai a casa, non feci altro che pensare a quel pervertito e alla sua proposta. Chissà se avrebbe mandato davvero il suo avvocato a casa mia o se stava bleffando e se è tutto vero quello che ha detto, che direbbero i miei? Mi uccideranno come minimo!! 

- Jessi finalmente sei tornata a casa, vieni è pronto a tavola - mi disse mia madre con un sorriso sulle labbra. Posai la borsa sulla sedia e mi avviai a tavola, non avevo nemmeno fame e iniziai a giocare con il cibo. Mio padre si accorge subito che c’era qualcosa in me che non andava, ma evitava di fare domande. 

Il mattino seguente mi alzai molto presto, dovevo andare in biblioteca a studiare per un esame che avrei dato molto presto e non volevo che nessuno mi sconcentrasse. Uscì di casa e mi diressi a piedi verso la biblioteca e peccato che bisognava passare davanti casa di quello scemo, speriamo che non ci sia. Arrivai davanti alla biblioteca e la trovai chiusa e anche oggi non era la mia solita fortuna; feci dietro front e mi riavviai a casa, mi chiusi in camera a studiare fino a sera, per non parlare del giorno successivo, casa e studio fino a tarda sera, mi ero completamente dimenticata dell’ultimatum e fu una buona cosa per me. Questi due giorni passati a casa per preparami erano stati un toccasana per me e per la mia mente. Per fortuna quella mattina non dovevo prendere il bus per andare all’università, ma avrei usato macchina di mamma, caricai Gloria a Fiorano e via che si va a Modena all’università.

- Allora Jessi ci sei andata a casa di quel tuo amico? Quello che ha detto che avrebbe mandato l’avvocato a casa tua!!-, mi stava guardando terrorizzata, non perchè stavo facendo i 150 dove c’era il limite dei 90, ma per quello che stavo per dire, accostai in una piazzola di sosta e la guardai: - Beh se devo essere del tutto sincera, non ci sono andata per vari motivi: 1) mi sono dimenticata; in questi due giorni mi sono concentrata nello studio. 2) secondo me stava bleffando, anche perchè non credo per così poco mi manda l’avvocato suo a casa. 3) si sarà già scordato di quello stupido ultimatum - e ripartì sgommando. Arrivate a Modena parcheggiai davanti all’università, scesi e presi a braccetto Gloria, che non la smetteva di ridere da quando eravamo partite dalla nostra breve fermata. Arrivate in aula, ci mettemmo a sedere e tirammo fuori i quaderni che a breve sarebbe iniziata la lezione.

 

>>>> Ieri l’ho aspettata tutto il giorno e non si è fatta viva, vuoi vedere che mi ha dimenticato e ha dimenticato quel pugno che mi ha dato?! Erano quasi le 10 e a quest’ora doveva essere all’università, mi misi le prime cose che trovai, ovvero una maglietta bianca con sopra un giubbotto in pelle e un paio di pantaloni neri in tuta con risvoltino sulla caviglia e un paio di scarpe da ginnastica; presi il cellulare e chiamai Francesco: - Fra, la ragazza si è dimenticata del mio ultimatum; questa è la prima volta che accade!! Non ci voleva proprio. Vuoi venire con me? Mi dovrò inventare qualcosa per farmi seguire - gli domandai, magari era curioso di vedere un’altra scena strappa risate, aspettai una risposta dall’altra parte del cellulare e alla fine disse solo: - Ci sto amico mio, ma non essere così crudele eh?! -. Lo passai a prendere e ci dirigemmo a tutta velocità sulla tangenziale Sassuolo-Modena; mentre percorrevamo la tangenziale vedevo Francesco tutto agitato e alla fine gli domandai: - Che hai Francesco? Ti vedo molto agitato -, mi guardò con un sorriso malizioso e mi rispose: - Niente, niente Manu; è solo che non vedo l’ora di sentire cosa ti inventerai sta volta, mi sa che ti darà ancora buca ahahah -, io e Francesco scoppiammo di nuovo a ridere, era proprio uguale  a me, anche lui cambiava donna, ma non una volta al mese, ma ben si dopo una settimana, era proprio peggio di me. Lo guardai e gli dissi: - Non credo. Stavolta ho preparato qualcosa che la farà crollare sia emotivamente che psicologicamente -, si tolse via gli occhiali da sole e mi guardò serio: - Manu starai scherzando spero? Non stai esagerando un po’ troppo? - mi domandò tutto preoccupato, mi tolsi anch’io gli occhiali da sole e lo fissai per un po’, per poi rimettermi gli occhiali e ritornare a guardare la strada: - E’ che deve essere mia, solo mia per un mese. Non ho mai trovato nessuna ragazza con questo carattere così forte; voglio vedere quanto resiste -.

Arrivammo davanti all’università e non potei credere ai miei occhi, stava parlando e ridendo con un ragazzo, questa cosa mi faceva salire ancor di più la rabbia. Francesco si girò verso di me ridendo: - Manu, mi sa che ti ha dimenticato, te l’ho detto che non è come le altre ragazze lei, sarà ancora più divertente vedere come la conquisterai ahahah - lanciai un’occhiataccia a Francesco per farlo tacere. Questa non ci voleva, dovevo sbarazzarmi di quel ragazzino e anche alla svelta.

 

Erano le 10 e mezza quando ci fu una pausa tra una lezione e l’altra, ero davanti al cancello dell’uscita insieme ad Alessandro; era un ragazzo molto simpatico e avevamo tantissime cose in comune. - Jess mi hai promesso che quest’estate te e Gloria venite con me e Giulio in vacanza, sai che le promesse vanno mantenute… E poi manca meno di un mese all’estate -, mi ero completamente dimenticata della promessa fatta ad Alessandro e pensavo che si era dimenticato pure lui. Questa non ci voleva, “Jess inizia a ridere e digli che te l’eri dimenticata no? E’ poi la verità”, presi respiro da una risata e l’altra e gli dissi: - Scusa Alle, ma mi ero completamente dimenticata di questa promessa che ti ho fatto. Ma stai tranquillo ora che me l’hai ricordato, manterrò il mio impegno ahahah -, mi guardava tutto divertito, era davvero bello mentre rideva; suonò la campanella e ci dirigemmo verso l’edificio, ma mi sentì tirare un braccio e appena mi girai vidi Manu incazzato nero e mi disse: - Perché non sei venute ieri? Ti ho aspettato tutto il giorno -, ci teneva così tanto quel donnaiolo che sarei andata da lui?! Presi la sua mano e la staccai dalla mia maglia: - Pensavo di essere stata chiara, non ti voglio vedere mai più, puoi mandare il tuo avvocato, i tuoi scagnozzi qualunque cosa e sappi che non verrò mai da te; nemmeno in punto di morte - e con queste parole mi girai per andarmene insieme ad Alessandro, ma Manu non mollò e mi disturbò ancora una volta: - Vorrà dire che mi incontrerò con il capo di tuo padre per farlo licenziare e se poi te continui a dire no, farò lo stesso anche per tua madre. A te la scelta -, lo odiavo, come poteva essere così crudele nei confronti della mia famiglia e così potente poi, vidi che si stava dirigendo verso la sua macchina, feci due passi in avanti e Alessandro mi fermò abbracciandomi da dietro: - Sei impazzita a seguirlo, starà bleffando. Non credo che sia così crudele. Jess non ci credere -, mi girai verso Alessandro piangendo e lo abbracciai più forte che potei, non sapevo se crederci oppure no, un essere umano poteva essere così crudele?! Strinsi la camicia di Alle e mi immersi nella sua spalla a piangere di nuovo: - Alle perdonami, ma non voglio rischiare che i miei perdano i lavoro per causa mia -, mi staccai da lui e corsi verso Manu che ormai era vicinissimo alla macchina e lo abbracciai da dietro; Si voltò del tutto e sapevo che stava ridendo di me: - Hai fatto la scelta giusta Jess, sappi che l’avrei fatto veramente stavolta e non stavo bleffando. Vieni sali in macchina -, mi aprì la portiera e salì in macchina; mi asciugai le lacrime con la manica del maglione e chissà cosa mi sarebbe successo per i prossimi 31 giorni.

Angolo dell'autrice: Ecco a voi il secondo capitolo. E' proprio uno stronzo Manu, non credete anche voi? Farebbe qualsiasi cosa per avere Jess tutta per se per un mese.
Vorrei ringraziare loveinfinite per aver recensito il primo capitolo, spero che ti piaccia anche questo :) 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


CAPITOLO 3

 

Manu mi aprì lo sportello della macchina dietro e ci salì, ma appena monti su, vidi che al posto del passeggero davanti ci stava un ragazzo, si girò verso di me, mi sorrise e mi allungò una mano: - Sono il migliore amico di Manu e non che il suo manager, mi chiamo  Francesco piacere -, gli allungai la mano per stringerla, ma non dissi nessuna parola, girai la testa verso il finestrino per guardare il panorama. Manu montò su, dopo aversi fumato una bella sigaretta; si girò verso Francesco e gli disse: - Francesco, stasera non posso venire con te a Milano. Come puoi vedere stasera sarò molto occupato - , guardò lo specchietto retrovisore per guardarmi e i nostri sguardi si incrociarono. Arrivati a Sassuolo, Manu scaricò Francesco davanti a casa sua e mi fece venire davanti; mi prese la mano e me la teneva stretta, avevo paura di quello che sarebbe successo quella sera. Mi accompagnò a casa e mentre stavo scendendo dalla macchina, mi tenne stretta la mano: - Jess, stasera ti passo a prendere verso le 20:00, fatti trovare pronta - e con quelle parole mi lasciò la mano. Entrai in casa, per fortuna che i miei non c’erano, corsi in camera mia, mi buttai sul letto e iniziai a piangere. Piansi tutto il pomeriggio, quando mi alzai dal letto erano le 19:30; mi andai a lavare la faccia, mi truccai leggermente e mi misi una maglietta con scollo a V, jeans e tacchi. Alle 20:00 in punto Manu mi mandò un sms con scritto di scendere, mi misi il giacchino in pelle, presi la mia poschette e scesi giù; montai su in macchina e lo vidi, indossava ancora gli abiti da lavoro: - Scusa se non mi sono cambiato, ma ho finito ora di lavorare. Hai per caso pianto? - mi domandò tutto preoccupato, almeno poteva recitare bene; gli tolsi la mano da sotto il mio mente e gli risposi: - Non sono affari che ti riguardano, metti in moto e andiamo -, Manu mise in moto e in dieci minuti eravamo nel suo garage, salimmo in casa e quando la vidi rimasi a bocca aperta, non avevo mai visto una casa così grande, in confronto la mia era un monolocale. Sentì i passi di Manu e mi abbracciò da dietro, con il naso mi scostò i capelli e me li annusò: - Sai Jess, hai un buono odore; ti ritroverei tra mille ragazze -, mi fece girare verso di lui, eravamo faccia a faccia, l’avvicinò sempre di più al mio viso e mi baciò, all’iniziò cercai di respingerlo, ma mi bloccò i polsi dietro la schiena.

 

>>>> Alle 20:00 in punto ero sotto casa sua, ero davvero eccitato all’idea che l’avrei vista tra qualche secondo; ed eccola che arriva, portava una giacca in pelle e si intravedeva un maglioncino bianco, sotto portava dei jeans con qualche buco sparso e che dire dei tacchi, le donavano. Entrò in macchina e quando si mise la cintura le dissi: - - Scusa se non mi sono cambiato, ma ho finito ora di lavorare. Hai per caso pianto? -, le presi il mento, ma lei mi tolse subito la mano e mi rispose: - - Non sono affari che ti riguardano, metti in moto e andiamo -, misi in moto e nell’arco di dieci minuti eravamo nel mio garage. Le feci strada tra le scale ed entrammo nel mio appartamento, entrò per prime e rimase a bocca aperta. Chiusi la porta alle mie spalle e mi avvicinai a lei, abbracciandola da dietro; aveva proprio un buon profumo e mi faceva perdere la testa, le scostai i capelli con il naso: - Sai Jess, hai un buono odore; ti ritroverei tra mille ragazze -, la feci girare e i nostri volti erano molto vicini e la baciai, all’inizio cercava di respingermi, ma alla fine le presi i polsi e li bloccai dietro la schiena; quando vidi che si era calmata glieli lasciai, appoggiai una mano su sul fianco, mentre l’altra le andò a toccare il sedere, glielo strinsi e gemette, dissi tra me “ti piace eh?!”, allora spostai l’altra mano sull’altra parte del sedere e glielo strinsi ancora più forte; era evidente era eccitata; le tolsi la maglietta, il reggiseno e la spinsi sul divano, le sbottonai i jeans, una mia mano si fece largo tra le mutandine e gli infilai dentro un dito, lo iniziai a muovere. Mii staccai da lei per vedere l suo viso, era ad occhi chiusi e stava ansimando, allora la penetrai con con un altro dito e iniziai sempre a muoverlo, vedevo come si stava eccitando, quando sentì che era pronta, le sfilai le mutandine, mi slacciai i pantaloni ed ero pronto per penetrarla, ma a quel punto ritornò in se, mi guardò e dopo aver collegato cosa stava per succedere mi diede uno schiaffo: - Sei un porco -, mi buttò giù da lei e vidi che si stava rivestendo.

 

Sentivo il suo dito muoversi dentro me, ma come potevo permettergli di farmi questo? Io che non avevo mai avuto nessun rapporto!! Sentì che si staccò dalle mie labbra e dopo qualche secondo mi penetrò con un secondo dito, inarcaiai la schiena e sentivo bruciare nel mio basso ventre, mi stavo per caso eccitando? Impossibile. Senti Manu che mi sfilava le mutandine e che si slacciò i pantaloni; solo ad allora collegai quali sarebbero state le conseguenze, ripresi possesso del mio corpo, aprì gli occhi e lo guardai, dopo un secondo gli tirai uno schiaffo: - Sei un porco - gli urlai contro, lo buttai giù dal divano e mi rivestii; quando mi ero completamente rivestita, lo guardai tutta arrabbiata e mi diressi verso la porta, nel chiederla la sbattei.

- Come ho potuto che succedesse tutto questo? E perchè mi sono lasciata andare così? - mi domandai a voce alta, uscì dalla portone e mi misi in strada, guardai la sua finestra e gli urlai: - Sei un’idiota -. mi feci per muovere, che qualcuno mi bloccò il braccio, mi girai e gli tirai un pugno, pensavo che era Manu, invece era Francesco. - Scusa Francesco, pensavo che era Manu che mi aveva seguito -, mi misi in ginocchio per terra, l’avevo proprio steso; si massaggiò la guancia dal dolore: - Cavoli Jessi che gancio che hai… E’ davvero micidiale. Comunque vieni, ti accompagno a casa -. Lo guardai con stupore e lo aiutai  ad alzarsi. 

Arrivata davanti a casa, guardai la guancia e lo zigomo di Francesco, erano veramente gonfi: - Senti Francesco, ti andrebbe di salire? Vorrei metterti del ghiaccio sulla tua guancia e chiederti scusa -, Francesco mi guardò sorpreso, mi sorrise e accettò. Entrati in casa, Francesco si accomodò sul divano, mentre io andai in cucina a prendere un po’ di ghiaccio per lo sfortunato, ma quando mi girai me lo trovai di fronte: - Jessi te e Manu per caso avete fatto -, lo zittì immediatamente con la mano, feci un respiro profondo, lo guardai e gli misi delicatamente il ghiaccio sulla guancia: - No, non abbiamo fatto quello che pensi tu e non lo farò mai con un ragazzo del genere e nemmeno con te -, feci una pausa e ripresi il discorso: - Sei il migliore amico di Manu e scommetto che anche te sei un donnaiolo come lui, basta vedere come ti vesti e come ti atteggi, sei identico a lui, forse anche peggio -, Francesco mi stava guardando sbalordito, non credeva che avrei tirato fuori quelle parole: - Jessi spiegami come hai fatto? Cioè mi conosci da neanche un giorno e sai che non sono una persona tanto affidabile, spiegami come hai fatto, sono curioso -, lo guardai e scoppiai a ridere, non ci voleva un genio per capirlo, iniziai a tamponargli la guancia con il giaccio: - Beh, vi ho osservati oggi, te e Manu andate in sincronia, quello che fa uno, lo fa anche quell’altro -, Francesco si mise a ridere e non so come, ma all’improvviso i nostri volti erano molto vicini, potevo sentire il suo respiro su di me, chiusi gli occhi dalla paura e sentì la sua mano che mi scompigliava la testa, aprì gli occhi e vidi che si stava digerente verso la porta: - Puoi stare tranquilla, non sono così bastardo come Manu; non ti bacerò con la forza. Scusa ma ora devo andare si è fatto molto tardi. Buona notte Jessi e grazie per avermi curato - e uscì da casa mia. Spensi le luci, mi feci una bella doccia e andai a letto, scordandomi il mio cellulare nella borsa e con il vibro, sapendo che a mattina dopo avrei trovato tante chiamate perse di Manu. Beh lasciamolo preoccupare come si deve.



Angolo dell'autrice: Ecco a voi il terzo capitolo. Vorrei ringraziare loveinfinite per aver sempre recensito, spero che ti piaccia anche questo capitolo :) 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


>>>> Sapevo che dovevo aspettare, ma il suo profumo mi ha fatto perdere del tutto la testa. Fuori era buio e lei era appena uscita di casa, speriamo che non le accada niente. Meglio che chiamo Francesco; presi il cellulare e digitai il suo numero: - Francesco mi faresti un favore? Ho combinato un casino, potresti tener d’occhio Jess mentre va a casa? Se sapesse che la sto seguendo si incazzerebbe ancora di più -, speriamo che accetti, non voglio che le accada qualcosa e soprattutto sarebbe solo mia la colpa: - Manu, non ti preoccupare, sto tornando a casa e sto per passare sotto casa tua. A più tardi -, appena riagganciai sentì urlare fuori e potei immaginare di chi si trattava: - Sei un’idiota -, beh questo me lo sono meritato e scoppiai a ridere tra me, è troppo forte quella ragazza. 
Era passata già un'ora e Francesco non si era ancora fatto sentire e nemmeno Jess. Qui la cosa mi puzzava. Presi in mano il cellulare e chiamai Jess: - Dannazione, perché non mi risponde... A meno che non sia andata a letto con Francesco, no questo è impossibile!! Jess non è una ragazza così -, riattaccai... A quel punto chiamai Francesco, se nemmeno lui mi avrebbe risposto, allora il mio dubbio era risolto. Digitai il numero di Francesco e per fortuna mi rispose: - Ti stavo per chiamare e sono appena arrivato a casa... Jess è a casa sana e salva, puoi stare tranquillo -, una bella notizia dopo un'ora di sofferenza, ma da casa mia a casa di Jess ci vogliono dieci minuti, perché è stato via un'ora? Presi coraggio e glielo chiesi: - Ascolta, perché ci hai messo così tanto a tornare a casa? -, sentì Francesco dall'altra parte del cellulare che stava ridendo a crepapelle, quando si calmò mi disse: - Perché è successo un imprevisto ahahah ho fatto come mi hai detto, ma lei mi ha sentito e mi ha tirato un pugno in piena faccia, pensando che fossi te. L'ho accompagnata a casa e per scusarsi mi ha invitato a salire e mi ha curato. Mi sono trattenuto più del previsto perché ci siamo messi a parlare. 
Manu è meglio che la lasci stare Jess. È troppo una brava ragazza -, ero rimasto sbalordito, Francesco che mi diceva quelle parole? Non ci potevo credere: - Senti Francesco non ti immischiare in certe cose. Lei sarà mia per un mese e -, Francesco mi interruppe subito prima che potei finire la frase: - E cosa succede se ti innamori di lei? Perché non è difficile che succeda -, aveva ragione, c'era una piccola probabilità che mi potevo innamorarmi di Jess, alla fine conclusi: - Non succederà mai. Ora riaggancio, ci vediamo domani mattina in ufficio -.
 
 
Il mattino successivo mi svegliai di buon umore, il mio ricordo della sera prima a casa di Manu, era solo un brutto ricordo. 
Arrivata all'università Alessandro mi tartassó di domande su Manu e se stavamo insieme, ma io lo ignorai, non perché volevo ignorarlo apposta, ma perché non volevo ricordarmi di quell'idiota e di cosa stavamo per fare ieri sera.
Il pomeriggio non tardó ad arrivare ed ero stanca morta, avevamo lezione fino alle 19:00 di sera; al cambio d'ora, appoggiai la testa sul banco: - Glo sono stanchissima e sono solo le 16:30... Di questo passo moriró -, Gloria si girò verso di me ridendo, un po' troppo forte per i miei gusti: - Ma se non abbiamo fatto niente, come fai ad essere così stanca? Me lo vuoi spiegare Jessi? Oppure la tua stanchezza si chiama Manu? Dai su racconta che avete fatto ieri sera -, ma cosa si era fumata Gloria? Feci un grosso respirone e le raccontai tutto per filo e per segno, finché non urló ad alta voce e sbattendo la mano sul banco: - Lo sapevo che sarebbe nato del tenero tra voi due e comunque vuoi togliere quella cavolo di vibrazione dal cellulare? È tutt'oggi che vibra ahahah -. Ed era vero, era tutt'oggi che il mio cellulare vibrava e il colpevole era solo lui Manu. Mi venne un idea: presi il mio cellulare e andai fuori al cancello dell'ingresso e lo chiamai: - Hai capito che non mi devi rompere? Sto all'università, non sono a divertirmi come una certa persona -, era proprio incorreggibile quel ragazzo, ma un po' di privacy no eh?! - Scusa Jess se ti ho rotto le scatole, ma volevo sapere se stavi bene -, perché stavo sentendo la sua voce così troppo vicina? Iniziai a tremare dal freddo, oggi c'era brutto tempo e pure freddo. - Manu spiegami una cosa: Ma perché sento la tua voce così vicina? - gli domandai incuriosita, finché non sentì qualcuno che appoggió qualcosa sulle mie spalle: era una giacca elegante, mi girai e vidi Manu dietro di me, ancora con il cellulare all'orecchio. - Molto spiritoso, ti diverti così tanto a darmi sui nervi? Sono il tuo gioco preferito? - gli domandai tutta arrabbiata mentre gli stavo porgendo la giacca; Manu mi guardó per qualche secondo e mi rispose: - Assolutamente no Jess. Tu ora sei la mia donna e non voglio che tu ti ammala. Comunque sono venuto fin qua per dirti che stasera andiamo a mangiare dai miei: ci hanno invitato -.
 
Angolo dell'autrice: ecco a voi il quarto capitolo. Ringrazio come sempre loveinfinite per le sue recensioni e yaya_15 per aver messo la mia storia nelle preferite e aver recensito. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto :) 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


CAPITOLO 5
 

- Molto spiritoso, ti diverti così tanto a darmi sui nervi? Sono il tuo gioco preferito? - gli domandai tutta arrabbiata mentre gli stavo porgendo la giacca; Manu mi guardò per qualche secondo e mi rispose: - Assolutamente no Jess. Tu ora sei la mia donna e non voglio che tu ti ammala. Comunque sono venuto fin qua per dirti che stasera andiamo a mangiare dai miei: ci hanno invitato -. Dovevo andare a mangiare a casa dei genitori di Manu? Qualcosa non mi quadrava: - Perchè mi hanno invitato? Manco mi conoscono!! -, Manu mi prese per mano e mi portò fino alla sua macchina, mi aprì la  portiera e salì sopra al suo Porche: - Manu io ho università ora!! Sai che questo si chiama rapimento? Fammi scendere immediatamente -, mi iniziai ad agitarmi in macchina, fino a quando Manu non mise in moto: - Jess stai calma, ho mandato un messaggio alla tua amica che saresti venuta via con me. Comunque ci hanno visto insieme quella mattina che sono venuto con Francesco alla tua università e hanno visto quando mi abbracciavi da dietro. Sta cosa non ci voleva. Comunque ora andiamo a prenderti qualcosa di adeguato per stasera. I tuoi vestiti non vanno bene -, mi guardai bene, cosa avevano i miei vestiti di strano!! Arrivammo in Via Menotti ed entrammo nel negozio più caro della via, ovvero Dalla Martira. - Salve posso aiutarvi? - ci domandò la commessa dai capelli corti; passavo quasi tutti i giorni in questa via e ogni volta mi fermavo a vedere la vetrina di questo negozio, aveva tantissime cose belle, che ogni ragazza desidera avere, ma ahi me il prezzo è troppo alto. - Buongiorno, vorrei un vestito per la mia fidanzata adatto per una cena, non troppo largo e non troppo lungo -, Manu ci sapeva fare con lo shopping. Seguì la commessa e mi fece  provare centinaia di vestiti, uno più bello dell’altro. Provai il primo: era nero, aveva uno scollo a V dietro alla schiena, era carino, ma non era nel mio stile: - Sto uscendo -, uscì dal camerino e trovai Manu seduto di fronte mentre beveva un drink, mi guardò e mi fece segno di girarmi, mi voltai e dallo specchio vidi la sua espressione: - Non ti piace vero? - gli domandai, mi rivoltai per guardarlo, era troppo serio: - No non mi piace. Non ti si addice, provane un altro -; entrai nel camerino, me lo sfilai, infondo era vero non mi si addiceva. Provai il secondo: era bianco, sul davanti aveva una scollatura a cuore e in mezzo ai seni passava una fascia sottile di brillanti, era carino; uscì dal camerino, mi misi di fronte a Manu e feci un giro per farmi vedere, la sua faccia fu sempre la stessa: - Non va bene, c’è qualcosa che manca -, ritornai dentro al camerino, era incontentabile. Provai il terzo: era nero con pizzo, era a mezza manica e dal seno fino un po giù inizio coscia c’era un tessuto che mi copriva, poi c’erano due dita di pizzo che mi coprivano un po di coscia: l’adoravo. Stavolta mi provai anche le scarpette nere con tacco e brillanti; uscì dal camerino e quando Manu mi vide cambiò subito espressione: - Era questo di cui parlavo, prendiamo tutto: vestito, cappotto, scarpe e anche pochette -, mi guardai allo specchio, ma ero veramente io questa riflessa nello specchio? Guardai Manu pagare, dieci mila euro di tutto, non potevo accettare: - Manu, grazie ma non posso accettare; sono un sacco di soldi -, mi guardò divertito e pagò. Quando uscimmo dal negozio, mi portò dalla parrucchiera: - Mi raccomando, fatele un acconciatura che stia bene con questo abito. Deve essere pronta tra un’ora - e uscì dal negozio, allora è così che si comportano quelli che hanno i soldi. Questo mondo in un senso mi piaceva.

 

 

>>>> Quando uscì dal camerino con quel vestito, cambiai subito espressione: stava divinamente, quello era il suo abito; era davvero bella, troppo bella per un ragazzo come me, forse era meglio se chiudevamo subito la questione. Ma che stavo dicendo, siamo solo all’inizio del mese, ma se continuo così mi sa che mi innamoro di lei senza accorgemene, anzi solo ora me ne rendo conto: un po’ lo sono. - Era questo di cui parlavo, prendiamo tutto: vestito scarpe e anche pochette -, andai a pagare e lei si stava specchiando allo specchio, era davvero incantevole: si mi stavo innamorando. Tirai fuori la carta di credito per pagare, ma Jess richiamò la mia attenzione: - Manu, grazie ma non posso accettare; sono un sacco di soldi -, la guardai divertito e pagai. Quando uscimmo dal negozio, la portai dalla parrucchiera di mia fiducia: - Mi raccomando, fatele un acconciatura che stia bene con questo abito. Deve essere pronta tra un’ora - e uscì, lasciandola nelle loro mani. Girovagavo per il centro in cerca dell’intimo adatto a lei, non sapevo da che parte partire e non era da me in questo settore; tirai fuori il cellulare e chiamai Francesco: 

- Francesco dove sei? -

- All’inizio di via Menotti perchè? -

- Mi serve aiuto, comunque ci sto anch’io, raggiungimi da intimissimi, mi devi aiutare in una questione -

- Ma come Manu, un esperto come te, non sa scegliere l’intimo esatto per Jess? Stai perdendo colpi amico mio -

- Muoviti che ti sto aspettando -

Dopo una ventina di minuti vidi che stava arrivando di tutta corsa, entrammo nel negozio e subìto la commessa ci fu alle costole: - Buonasera avete bisogno d’aiuto? -, Francesco si girò subito e con un suo sorriso killer disse: - In realtà il mio amico qui presente avrebbe bisogno d’aiuto, deve comprare dell’intimo per la sua ragazza, ma è indeciso -, quando la commessa si girò gli diedi uno scopolotto dietro nel collo e gli feci segno di andare avanti. La commessa iniziò a tirare fuori di tutto e di più, era davvero difficile optare. Guardai Francesco e lui stava guardando me: - Manu sopra cosa ha come vestito? - mi domandò tutto curioso, tirai fuori dalla borsa e glielo mostrai a lui e alla commessa. - Io direi senz’altro questo reggiseno senza spalline con l’allacciatura trasparente, mentre per il sotto direi queste mutandine in pizzo ci starebbero bene, lascio a voi ragazzi la scelta. Perdonatemi vado a servire un’atra signora arrivo subito -. La combinazione ci stava, ma non mi convinceva più di tanto, insomma a Jess sarebbe piaciuto poi?

- E dai Manu prendici questo, vedrai che Jess sarà contenta no? -, stavolta Francesco aveva ragione, Jess sarebbe stata contenta. Pagai e uscimmo dal negozio: - Manu io ti saluto, ho un appuntamento con una ragazza in piazza tra qualche minuto, ci vediamo e in bocca al lupo per la cena con i tuoi. Fammi sapere come va -, lo salutai con la mano e andai a vedere a che punto stava Jess.

Entrai dalla parrucchiera e quando la vidi rimasi a bocca aperta: sembrava una dea con quella acconciatura. Aveva i capelli mossi, raccolti dietro con alcune ciocche lasciate libere: - Come sto Manu? - mi domandò tutta contenta e me lo doveva pure domandare: - Stai un incanto, bene è ora che andiamo a prepararci, tra un’ora e mezzo dobbiamo essere dai miei. Mettete tutto sul mio conto -. Uscimmo dalla parrucchiera e la presi per mano e andammo a casa mia. La feci accomodare nella stanza degli ospiti, così si poteva preparare tranquillamente. Era già passata mezz’ora da quando eravamo arrivati e possibile che non era pronta?! Mi affacciai dalla scala, ma non la vidi: - Jess sei pronta, ormai dobbiamo andare!! Se faremo tardi i miei mi uccidono come minimo -, sentì dei passi dietro me e quando la vidi rimasi davvero a bocca aperta: ora avevo la conferma ero cotto di lei.

 

 

Scesi le scale e me lo ritrovai davanti più bello che mai, forse mi stavo innamorando di Manu, ma non dovevo, mi avrebbe scaricata tra qualche giorno. Arrivata all’ultimo scalino, Manu mi prese per mano e mi accompagnò in garage, come ogni volta mi aprì la portiera e mi aiutò a salire in macchina, iniziavo ad essere agitata e iniziai a tremare: - Jess stai calma, i miei non hanno mai ucciso nessuno. Va bene che siano ricchi più di me, ma stai calma e andrà tutto bene -, questa cosa non mi rassicurava per niente. Arrivammo davanti ad una villa enorme, Manu scese e mi aprì la portiera e mi offrì il suo braccio ed io lo presi stringendoglielo un po troppo forte: - Jess rilassati, noteranno subito che sei tesa. Sorridi e vedrai che andrà tutto bene -, inizia già a sorridere prima di entrare in casa.

- Eccolo il nostro figliolo, ci sei mancato tanto - disse una signora che avrà avuto sulla cinquantina d’anni e che dire che signora. Se lo abbracciò e poi il suo sguardo passò subito su di me: - Te sei Jessica giusto? Fatti abbracciare anche te, come sei bella stasera, ma non dovevi metterti così in tiro per venire a cena da due vecchietti come noi ahahah -, la madre mi sembrava molto simpatica.

- Figliolo fatti abbracciare e così lei è Jessica!! Non me l’aspettavo così bella. Quando l’abbiamo vista l’altro giorno era già bella, ma stasera lo è ancora di più - e mi abbracciò, era davvero una strana famiglia. Il maggiordomo di accompagnò nella sala da pranzo e mi aiutò a mettermi a sedere. La sera passò molto tranquilla, pensavo peggio e che dire mi stavo divertendo, i genitori di Manu sono troppo forti.

- Mamma, papà, ora io e Jess dobbiamo andare, grazie della serata -, Manu si alzò e mi porse la mano, gli salutai abbracciandoli come loro avevano fatto quando ero arrivata: - Grazie della magnifica serata, a presto - e ci dirigemmo verso la macchina. Durante il tragitto nessuno parlò e arrivammo a casa di Manu. Entrammo entrambe, vedevo quanto si stava trattenendo per non saltarmi addosso, poverino, tanto si vive una volta sola no?! Così presi l’iniziativa e lo baciai, lui naturalmente lo ricambiò e lo approfondì subito. Gli iniziai a sbottonare la camicia e gliela levai, lui mi sfilò il vestito dolcemente, eravamo entrambe in intimo; mi prese in braccio e mi portò nella sua camera da letto, arrivati mi sbatte al muro e mi iniziò a baciare, io con la mano aprì la porta della camera ed entrammo, mi sfilò il reggiseno e mi sdraiai sul letto, me li iniziò a baciare fino a quando non scese più giù, tirandomi via il perizoma, toccando con le labbra il mio punto vulnerabile e venni, risalì con la bocca e mi stava baciando da per tutto, io ansimante gli dissi: - Manu… Non riesco… più… fammi…. tua -, sentivo che stava sorridendo e mi penetrò con tre dita, inarcai la schiena e iniziò a muoverle, sentivo troppo calore provenire dal mio basso, tolse via le dita e sentì aprire una busta e capì immediatamente di che si trattava, mi iniziò a baciare di nuovo e quando si staccò mi disse: - Se ti faccio male dimmi qualcosa che mi fermo, okkey? -, io annuì con la testa e mi riniziò a baciare ed entrò in me con un colpo secco, naturalmente urlai dal dolore, Manu scese a baciarmi sul collo e quando sentì che mi ero completamente dimenticata del dolore ed ero perversa dal piacere iniziò a muoversi, prima con spinte deboli, ma piano piano iniziava a darci dentro e vennero insieme, sentì che si accasciò su di me ed io dalla stanchezza chiusi gli occhi e “inizia a dormire”, sentì che mi spostava e mi metteva la testa sul suo braccio rivolto verso il petto, mi iniziò ad accarezzarmi i capelli e baciarmi la fronte: - Jess stai dormendo vero? Certo che domande mi faccio!! Si può sapere che mi stai facendo? Mi stai cambiando e mi stai facendo innamorate di te ogni giorno di più!! Esatto mi sto innamorando di te - e con quelle parole dolci potei finalmente addormentarmi tra le sue braccia.

 

Angolo dell'autrice: ecco a voi il quinto capitolo. Ringrazio come sempre loveinfinite e yaya_15 per le loro recensioni. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto :) 

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


>>>> Mi svegliai alle prime luci dell'alba e vidi Jess ancora dormiente al mio fianco e mezza scoperta, senza fare troppo rumore, la ricoprì e lei senza svegliarsi mi abbracció; era molto buffa mentre dormiva. Ma ad un certo punto mi inizió a squillare il cellulare: - Pronto? -, dall'altra parte del cellulare chi ci poteva essere? Naturalmente quel scassa palle del mio migliore amico, Francesco: - Manu allora com'è andata la serata? Te la sei portata a letto vero? -, ma quante domande mi faceva alle sette del mattino: - La serata è andata bene e comunque si -, vidi Jess che si stava agitando un po troppo, riagganciai la chiamata e cercai di svegliare Jess: - Jess, Jess, JESS -, dopo aver ripetuto molte volte il suo nome ad alta voce, si svegliò di soprassalto, tutta sudata e ansimante di paura, si girò verso di me e mi abbracció: - Jess va tutto bene, ci sono io qua ora e non permetteró a nessuno che ti faccia del male - e le iniziai ad accarezzarle i capelli lunghi. Stava tremando, doveva aver sognato qualcosa di brutto, ma ad un certo punto si allontanó dal mio petto: - Manu che c'è da mangiare? Sto morendo di fame -, un minuto fa stava tremando di paura e ora mi chiede che c'è da mangiare? Questa ragazza è proprio strana, ed è per questo che mi piace. Scendemmo mano nella mano giù in cucina r ci trovai Olga a preparare la colazione: - Buongiorno Olga, stamattina abbiamo un ospite, avanti Jess dille cosa vuoi per colazione e lei te lo preparerà -, mi guardó stranita, mi lasció la mano e vidi che andò ad aprire il frigorifero e versare del latte nel tegamino: - Signorina lasci, ci penso io. Dopo tutto questo è il mio lavoro - e le strappo dalle mani il tegamino: - Olga, non si preoccupi, a casa la colazione me la preparo io e ci sono abituata... Pensi a preparare quella di Manu -. Finito tutto ci sedemmo a tavola e iniziammo a fare colazione insieme, era pure buffa mentre mangiava, ma ad un certo punto controlla l'ora e inizia ad urlare come una matta: - E' tardiiiiiiiii, devo andare all'università e prendere il bus -, è impazzita, mi alzo, la prendo in braccio e la rimetto a sedere: - Finisci di fare colazione -, mi guarda incredula e a bocca aperta: - Ma, ma -, la zittisco dandole un bacio a stampo sulle labbra: - Ti accompagno io all'università, non ti preoccupare -.

Mi prese in braccio e mi rimise sulla sedia: - Finisci di fare colazione -, lo guardo incredula e pure con la bocca aperta, di mattina è così bellissimo: - Ma, ma -, mi zittisce dandomi un bacio a stampo: - Ti accompagno io all'università, non ti preoccupare -. Iniziai di nuovo a mangiare, finito tutto mi andai a lavare. Uscita dal bagno iniziai a cercare gli abiti che avevo ieri all'università ma non li trovai, quindi decidi di mettermi i vestiti che avevo la sera prima, sapevo che non erano adatto per andare all'università, ma almeno non ci andavo nuda no?! Scesi giù e ci trovai solo Olga che mi disse: - Il signor Manu la sta aspettando in macchina, qua ci sono i suoi libri -, me li porse ed io glieli presi pronunciando sottovoce un "grazie" e scappai via. Entrai in macchina e notai subito che Manu era al cellulare con qualcuno ed era molto arrabbiato: - Non me ne frega un cazzo. Dovete scoprire come cazzo sono entrati e li voglio vedere marcire in galera. Scusate ora riaggancio -, si tolse gli occhiali da sole e mi guardò serio: - non vorrai andare all'università vestita in questo modo spero!! -, lo guardo e gli diedi un bacio sulla guancia per farlo un po' sbollire dalla rabbia: - Non ho trovato i miei vestiti che usavo ieri, quindi ho messo questi, tranquilla non mi guarderà nessuno -, si rimise gli occhiali e mise in moto. - Comunque ritornando al discorso di prima, non mi va che vai all'università vestita così e poi ti guarderanno tutti compreso il tuo amico Alessandro -, ma era geloso? Un donnaiolo come lui era geloso? Ora glielo chiedo: - Ma sei geloso? Da te non me lo aspettavo ahahah - e scoppiai a ridere. Arrivata all'università Manu insistette nel accompagnarmi fino in aula e per di più per mano, per far vedere a tutti che stavo con lui, ovvero l'uomo più potente di Sassuolo. Quando Manu se ne andò, Gloria si avvicinò a me: - Ora mi devi raccontare tutto: per filo e per segno. Non ti dimenticare i particolari -, Gloria mi faceva impazzire e le raccontai tutto quello che voleva sapere, anche di quando abbiamo fatto sesso e pure nei minimi particolari: - Okkey Jess devo ammetterlo, te lo sei scelta con cura, dimmi hai programmato tutto vero? Ahahah -, la guardai e scoppiai a ridere, quando mi fui calmata le risposi: - Una scema come me, non riesce nemmeno a programmarsi una giornata, figuriamoci tutto questo - e scoppiammo a ridere. La giornata passó molto piacevole, fu così che arrivarono le 20:00 di sera, mi stavo dirigendo verso l'uscita dell'aula quando mi arrivó una chiamata da numero sconosciuto: - Pronto? -, chissà chi era e ripetei di nuovo pronto: - Ciao Jess sono Francesco, ascolta, Manu oggi non ti riesce a passare a prendere, per dei casini che sono successi a lavoro, ti passo a prendere io -, stavo camminando verso l'uscita: - Grazie Francesco ma non ce n'è bisogno, posso prendere il pullman -, ero arrivata al cancello: - Non se ne parla, non sono così cattivo da farti andare in bus e per di più vestita in quel modo -, iniziai a cercarlo ovunque, ed eccolo che scese dalla sua macchina, mi avvicinai a lui correndo: - Sicuro che non è un disturbo? -, Francesco mi guardó, con sguardo diverso, mi potei rispecchiare nei suoi occhi: - Certo che no Jess, monta - e mi fece salire in macchina. Durante il tragitto nessuno dei due aprì bocca, fino a che Francesco non irruppe il silenzio: - Sai che sei molto bella vestita in questo modo? Faresti impazzire tutti, compreso me -, ma che stava dicendo all'improvviso: - Francesco stai bene? - gli domandai spaventata, tutto ad tratto sterzó bruscamente e ci fermammo in una piazzetta di sosta, Francesco si tolse la cintura e mi bació, rimasi pietrificata, ma quando si staccó gli tirai un bello schiaffo in pieno viso: - Sei un porco. Sono fidanzata con il tuo migliore amico e mi baci? Manu mi ama -, Francesco inizio a ridere a crepapelle: - Ne sei proprio sicura? Scommetto che ti avrà detto mi sto innamorando di te ecc.. Prima di te ci sono state altre a cui l'ha detto - a quelle parole non volevo credere, ma il bello è che ci stavo credendo: - Quindi possiamo riprendere da dove abbiamo interrotto - e mi ribació, stavolta non lo rifiutai, anzi approfondimmo quel bacio interrotto prima e mi fece adagiare sulle sue gambe, mi tolse il perizoma e mi penetró subito con tre dita, le inizió a muovere dentro di me, iniziai ad ansimare: - Ti voglio ora Francesco -, tolse via le dita e passó molto velocemente con la mano in mezzo ai miei seni, gemetti: - Ti voglio anch'io Jess, ma non qui, dove possono vederci -, mi buttó su seggiolino e ripartì dando gas, mi aveva lasciato a metà non ci potevo credere. Arrivammo quella che doveva essere casa sua, apri il garage con il telecomando e la mise dentro, si slacció la cintura e mi riprese di nuovo a cavalcioni: - Bene ora possiamo continuare, da dove avevamo interrotto -, mi tolse il vestito e reggiseno, mi inizió a baciare partendo dal collo fino a che non arrivó ai miei seni duri, gemetti, mi mise quattro dita dentro e urlai di piacere, ma notando che ero già pronta gli estrasse subito, si tirò giù la cerniera dei jeans: - Ti sto per fare mia per sempre Jess - e mi penetró, urlai di nuovo di piacere, inizió a muoversi molto velocemente e arrivammo così al piacere insieme; appoggiai la testa sulla sua spalla, sentivo che mi stava accarezzando la testa, mi tirai su e lo fissai negli occhi, era davvero bello, mi baciò dolcemente: - Sarà meglio che ti accompagni a casa, vita mia -, mi aiutò a rivestirmi e mi accompagnò a casa. Entrai in casa e notai subito il biglietto dei miei appeso al frigo: "tesoro io e papà siamo partiti per rifare il nostro viaggio di nozze, spero che non te la prenderai ti vogliamo bene". Quindi sarei rimasta a casa da sola, dopo tutto quello che avevo fatto? Presi la mia valigia e la preparai, mi feci una doccia, quando uscì dal bagno, mi vestì, presi la valigia e le chiavi della macchina e scappai su in montagna; non volevo più rivedere quei due donnaioli che si divertono tanto a rovinarmi la vita.



Angolo dell'autrice: ecco a voi il sesto capitolo. Ringrazio come sempre loveinfinite e yaya_15 per le loro recensioni. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che non mi ammazzerete per quello che ho scritto :) 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


CAPITOLO 7

 

La mattina mi svegliai per riordinare i miei pensieri; il cellulare non aveva mai smesso di vibrare e poteva essere solo una persona: Manu. Lo presi e avevo più di cento chiamate perse, tutte sue. Spensi il cellulare e scesi giù per la scala a chiocciola per prepararmi la colazione, ma pure la fame mi era passata, dovevo chiudere questa faccenda al più presto, andai in bagno, mi lavai e poi risalì per le scale per andarmi a cambiare. Prese le chiavi della macchina andai in centro a Pavullo nel Frignano per fare la spesa, adatto che a casa non c’era niente da mangiare, solo ora accesi il cellulare e le chiamate da cento erano passate a duecento, stava esagerando, se avrebbe richiamato, gli avrei risposto e non in modo dolce. Entrai nel reparto frutta e verdura, presi dell’insalata, delle mele e in quel momento il mio cellulare squillò; lessi il numero nel display: Manu, feci un grosso respiro e decisi di rispondere: - Pronto? -, speriamo che non sia alquanto alterato, se no riaggancio: - Si può sapere dove sei? E’ da ieri che ti cerco? - è infuriato, Francesco gli avrà raccontato quello che è successo tra di noi? Secondo me si: - Non ti deve interessare dove sono e con chi sono. Sei pregato di lasciarmi in pace e di non cercare mai più. Cosa ho fatto di male per meritarmi questo da voi, se non ti dispiace addio - e gli buttai giù il cellulare.

Arrivata a casa, misi via la spesa e iniziai a pulire casa, adatto che la usiamo solo in estate e credo che ci siano più di cinque dita di polvere. Povera me. Accesi il pc e misi su un po di musica kpop e iniziai a pulire, a cantare e a ballare. Sembravo una cretina in quel momento, ma la cosa non mi interessava. Finalmente il pomeriggio arrivo e decisi di andare a fare un giro in centro e a trovare il mio caro amico Davide. Entrai nel bar e quando mi vide sfoderò uno dei suoi sorrisi meravigliosi: - Ciao Jessi, come mai da queste parti? Pensavo che eri occupata con l’università? -, ogni volta che lo vedo diventa sempre più bello: - Ciao Davide, con l’università sono sempre occupata, ma ora non ci voglio pensare adatto che sto scappando dal mio “presunto fidanzato e dal suo migliore amico” -, Davide mi stava guardando con una faccia sbalordita: - Non ti seguo Jessi, è successo qualcosa di grave? -, presi il bicchiere di prosecco che mi aveva versato Davide e gli iniziai a raccontare tutto, saldo i particolari intimi: - Jessi, dai non essere così sconvolta, speriamo che tutto si risolva e quei due ceffi ti lascino in pace. Lo sai per me sei come una figlia e sono disposto a tutto pur di non vederti triste, vieni ti verso un altro poi di prosecco, questo lo offre la casa -, lo guardai e arrossi: - Grazie Davide, sei un caro amico - e con buttai giù il prosecco alla goccia, nel momento che posai il bicchiere, sentì qualcuno tirarmi per un braccio, mi girai e vidi  Manu, come diavolo aveva fatto a trovarmi!!

- Che diavolo ci fai te qua? E come hai fatto a trovarmi? - gli domandai tutta irritata, ma lui lo era più di me: - Ho dovuto chiamare tuo padre e farmi dire dove eri finita, dopo non è stato difficile trovarti. Andiamo ti porto a casa, mi sembri un po brilla -, con un gesto lo scansai: - Tu non mi porti da nessuna parte, razza di cretino . Davide scusa ma ora devo andare, grazie di tutto. Ci vediamo -, presi su la mia borsetta, mi diressi verso la macchina e mi trovai Manu dietro di me: - Jess aspetta, parliamone… Si può sapere che ti è preso? -, mi voltai e lo guardai: - Seguimi che ne parliamo a casa -, montai in macchina e Manu mi seguì con la sua auto. Arrivati, invitai Manu in casa: - Allora mi spieghi che ti è preso e del perchè sei così arrabbiata nei miei confronti? Cosa ti ho fatto? -, mi girai e vidi la sua espressione, triste e amareggiata: - Che  cosa mi hai fatto? Mi hai trasformato in un’altra persona. Astento non mi riconosco quando mi rispecchio. Mi stai cambiando e come se non bastasse ci si mette pure Francesco ora -, oh no, mi era scappato, ora si che sono nei guai: - Cosa c’entra Francesco? Ti ha fatto qualcosa? Dimmelo subito -, iniziai a tremare, lo guardai dritto negli occhi per poi distogliere lo sguardo e guardare altrove: - Siamo andati a letto insieme -, a quelle parole Manu iniziò a buttare tutto ciò che incontrava per terra, era davvero irritato: - Come ha osato toccare ciò che è mio. La pagherà cara -, lo abbracciai da dietro, ma mi scansò come se avevo la lebbra: - Stammi lontana, non ti avvicinare a me, tu sei uguale a tutte quelle troie con cui sono stato, non farti più vedere - e se ne andò tutto irritato, lasciandomi sola più che mai.

 

>>>> - Siamo andati a letto insieme - a quelle parole, il mondo mi crollò addosso, non solo e dalla rabbia tutto ciò che incontravo lo buttai per terra, ero davvero irritato, anzi irritato era ben poco, ero indiavolato: - Come ha osato toccare ciò che è mio. La pagherà cara -, sentì due braccia che mi abbracciarono da dietro, la scansai troppo bruscamente e finì per terra: - - Stammi lontana, non ti avvicinare a me, tu sei uguale a tutte quelle troie con cui sono stato, non farti più vedere - e me ne andai, lasciandola da sola. Entrai in macchina e misi in moto, nel fare retromarcia vidi Jess dietro, tirai giù il finestrino: - Jess levati, non voglio investirti -, non si voleva togliere, era più cocciuta di un asino, forse l’asino avrebbe capito di più: - Io non mi sposto, se vuoi andartene devi passarmi sopra -, era completamente impazzita, non si rendeva conto di quello che diceva, rimisi la prima e cambiai manovra, riuscì a schivarla, la guardai nello specchietto retrovisore e mi stava correndo dietro, finchè non si fermò in mezzo alla strada e accadde tutto in un secondo, mentre mi stavo allontanando la guardavo dallo specchietto retrovisore, era in mezzo alla strada e stava piangendo, una macchina che veniva nel verso opposto del mio, a gran velocità, non riuscì a frenare e la investì. Inchiodai, tirai giù il finestrino urlando il suo nome, feci inversione e andai da lei. Scesi dalla macchina, la presi tra le mie braccia: - Jess, Jess, ti prego svegliati, non mi lasciare così -, ma nulla non si voleva svegliare; la caricare dietro e misi in moto, accelerai e arrivai al pronto soccorso: - Qualcuno mi aiuti, hanno investito la mia ragazza -, un dottore arrivò subito: - Mi dica cosa è successo -, la mise sul lettino e correndo verso la sala operatoria gli iniziai a spiegare: - Avevamo appena litigato, sono salito in macchina e lei mi stava rincorrendo, ad un tratto si è fermata in mezzo alla strada e una macchina che veniva dal verso opposto dal mio l’ha investita. La prego la salvi -, il dottore mi mise una mano sulla spalla e rassicurandomi mi disse: - Stia tranquillo, la salveremo la sua ragazza, così potrete fare pace -, lo guardai allontanarsi ed entrare in sala operatoria; questa era tutta colpa di Francesco, se non l’avesse portata a letto, lei non sarebbe scappata, non mi avrebbe corso dietro e non l’avrebbero investita. Non riuscivo più a stare lì ad aspettare, chiesi se li in ospedale c’era una chiesa e per fortuna c’era, c’entrai e iniziai a pregare, cosa che non avevo mai fatto in tutta la mia vita: - Se esiti, ti prego salvala, so di essere stato un cattivo ragazzo e di averla presa e fatta mia con la forza, ma il fatto è che me ne sono innamorato subito, esatto, sono innamorato di lei, quindi ti prego salvala. Queste parole le avrei dovute dire a lei e non qua inginocchiato davanti a te -.

Passarono cinque interniate ore e finalmente uscì il dottore: - Dottore come sta? - gli domandai tutto preoccupato: - Durante l’operazione abbiamo avuto delle complicazione, ma nulla di grave e per fortuna l’operazione è andata bene. Per fortuna che l’ha portata subito qua, se avrebbe chiamato l’ambulanza non ce l’avrebbe fatta -, queste parole mi rassicurarono, era salva, grazie al cielo: - La posso vedere -, il dottore mi guardò e sorrise: - Certo, ma non  la svegli, sta ancora dormendo -, feci sì con la testa. Entrai in camera e la vidi li, distesa sul letto e dormiente, mi faceva uno strano effetto. Mi sedetti sulla sedia che era di fianco al letto e le tenni la mano.

Il mattino successivo mi trovavo ancora in ospedale, non mi ero separato da lei per tutta la notte, volevo starci vicino, ma ad un tratto, sentii la sua mano che mi strinse forte, la guardai e i suoi occhi erano ancora chiusi; la iniziai ad accarezzare e in quel momento aprì gli occhi piano piano e non potevo farci un sorriso: - Buongiorno, sai che mi hai fatto prendere un bello spavento signorina? -, si stava guardando intorno, si toccò la testa e la flebo: - Dove mi trovo? - mi domandò tutta spaventata, la guardai e le risposi: - Siamo in ospedale, ormai mi lasciavi da solo sai?! -, mi sfiorò guancia con la sua mano e mi sorrise, il sorriso più bello che abbia mai visto in vita mia: - Manu? -, ritornai con i piedi per terra: - Dimmi - ero diventato tutto rosso come un bimbo, forse a stare al suo fianco lo ero diventato: - Ho fame, mi porteresti da mangiare? Il cibo d’ospedale non mi piace -, la guardai e scoppiammo tutte e due a ridere.




Angolo dell'autrice: ecco a voi il settimo capitolo. Ringrazio come sempre loveinfinite e yaya_15 per le loro recensioni. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e spero anche di essermi fatta perdonare :D

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


CAPITOLO 8

>>>> - Manu? -, ritornai con i piedi per terra: - Dimmi - ero diventato tutto rosso come un bimbo, forse a stare al suo fianco lo ero diventato: - Ho fame, mi porteresti da mangiare? Il cibo d’ospedale non mi piace -, la guardai e scoppiammo tutte e due a ridere. Non sembrava che l’avessero investita, aveva tanta energia per scherzare, è proprio da lei: - Jess, dobbiamo parlare di quello che è accaduto!! -, il suo sorriso scomparve dal suo volto, mi lasciò la mano e se l’appoggiò sulle gambe: - Ci siamo già detti tutto prima che mi investissero -, questo era vero, ma volevo sentire da lei le due parole famose: “mi dispiace”. - ho capito, ti vado a prendere da mangiare, se no mi muori di fame da un momento all’altro -, mi feci per alzare, ma mi bloccò il polso, mi girai: - Manu, mi dispiace!! Io non volevo. Ma Francesco mi ha detto delle cose su di te e gli ho creduto, era troppo serio mentre me le diceva. Sono stata una stupida. Scusami -, l’abbracciai e lei fece altrettanto, era stata solo una vittima di Francesco. Le baciai la fronte e sollevato mi diressi verso la porta per portale da mangiare, ma non mi sarei mai aspettato di vedere Francesco qui in ospedale: - Che ci fai tu qua? Vattene!! - lo guardai con uno sguardo minaccioso e lui si mise a ridere: - Manu, Manu. Ancora non hai capito che Jess sarà mia per sempre? Pensa che quando farà l’amore con te, lo farà solamente pesando a me e solamente me -, non potevo più ascoltarlo, lo spinsi dentro alla camera e lo buttai sul tavolo: - Io ti ammazzo, te non toccherai Jess, perchè lei è mia -, vidi Jess che si spaventò, Francesco si rialzò e gli diedi un pugno sulla guancia, così fece altrettanto lui: - E’ qui che ti sbagli Manu, sarà proprio Jess a venire da me!! -, Jess si intromise nella lite: - Ora basta, smettetela!! Siamo in un ospedale… E smettetela di comportarvi come dei bambini!! -, scostai Jess e mi ributtai di nuovo su Francesco picchiandolo, non potevo sopportare che quelle sue mani avessero toccato ciò che era mio.

- Jessi siamo venute a trov… Ma che sta succedendo? -, mi rialzai da sopra Francesco. E loro chi erano? 

 

Dopo che Manu mi aveva tolta di mezzo mi misi buona sul letto, aspettando che smettessero di picchiarsi, ma in quel momento entrarono le mie due migliori amiche: Giulia e Giada. - Jessi siamo venute a trov… Ma che sta succedendo? -, vidi Giulia avvicinarsi a me insieme a Giada: - Ragazze non è nulla di grave, si stavano solo menando!! Come state? - domandai ad entrambe: - Bene, ma appena ci hanno detto che eri in ospedale, siamo subito venute qua!! Ehm Jess chi sono questi due? - mi domandò Giada con il suo solito sorrisetto da furbetta: - Quello a destra è Manu, mentre quello a sinistra è Francesco, sono migliori amici eheh -, Manu e Francesco si guardarono in cagnesco: - Non siamo più migliori amici - dissero in coro e distolsero lo sguardo l’uno dall’altro. - Jess, vieni ti aiuto ad alzarti, andiamo a fare una bella passeggiata all’aria aperta e lasciamo qua questi due imbeccilli che si picchiano. Giada avvicina la sedia a rotelle -, Giada arrivò a gran velocità con la sedia a rotelle, Giulia mi aiutò ad alzarmi e a mettermi seduta: - Giulia la spingo io la sedia a rotelle ahahah -, guardai terrorizzata Giulia, non è che non mi fidavo di Giada, ma essendo che era matta come un banchetto, mi avrebbe mandato già da un precipizio: - E dai Jessi, non ti mando giù da un precipizio, se mai andiamo a sbattere contro un albero ahahah -, ok mi voleva morta come minimo. Giulia mi prese una giacchetta e me la mise sulle spalle. 

Arrivate in giardino mi iniziarono a tartassare di domande: - Jessicaaaa perchè non ci hai raccontato che te la fai con due? Che amica che sei!! -, le guardai divertita, oltre ad essere “arrabbiate” con me perchè non avevo raccontato niente, si stavano pure litigando la sedia a rotelle: - Ragazze calmatevi. Beh non me la sto facendo con due ragazzi, su per giù. Vediamo da dove posso partire. Ho trovato: vi ricordate la sera che siamo andate a prendere un aperitivo al Direzionale? La mattina dopo con la mia sbadataggine sono andata a sbattere contro una macchina, quella di Manu e quella mattina avrei dovuto offrire il pranzo a Gloria e da li è iniziato tutto -, ci eravamo fermate, Giulia e Giada nel frattempo si erano messe a sedere su una panchina ed io ero di fronte a loro: - Jess continua, non ti fermare sul più bello - mi dissero entrambe: - e lì ho perso il mio tesserino universitario. Manu me lo portò, ma aveva un secondo fine voleva che io fossi la sua ragazza per un mese ed io naturalmente non accettati. Più avanti le cose si sono complicate e arrivò addirittura a minacciare i posti di lavoro dei miei genitori e lì fui costretta ad accettare e quel giorno conobbi Francesco. La sera che Manu mi portò a presentare i suoi genitori facemmo l’amore e il giorno dopo all’università mi venne a prendere Francesco e mi iniziò a dire cose spregevoli su Manu tanto che andai a letto anche con lui dalla disperazione -, vidi Giulia e Giada avvicinarsi sempre di più a me: - Eh? Continua non lasciarci sulle spine -, indietreggiai da sola con la sedia a rotelle: - E quando Manu lo scoprì perdette la testa, si mise in macchina, io cercai di inseguirlo, ma quando accelerò mi fermai in mezzo alla strada e mi investirono, mi risvegliai in ospedale e me lo trovai di fianco, ma quando stava uscendo dalla mia camera per andarmi a prendere da mangiare, ha incontrato Francesco e hanno iniziato a menarsi, beh il seguito lo sapete -.

- Jess che storia amorosa. Manu è innamorato pazzamente di te. Dai si vede lontano un miglio, per come ti guarda poi -, guardai Giulia malissimo, non potevo credere alle mie orecchie stava dalla parte di Manu? - Che bel triangolo amoroso, voglio proprio vedere chi sceglierai tra i due contendenti -, ora il mo sguardo si posò su Giada: - Che c’è? Che ho detto? -, le guardai entrambe per l’ennesima volta e scoppiati a ridere: - Dai torniamo dentro, prima che quei due mi smontano la camera -.

Arrivate in camera mia, la trovai disfatta, disfatta non è la parola giusta, la trovai distrutta: - Si può sapere che avete combinato voi due? -.

 

>>>> Vidi Jess uscire dalla camera con le sue amiche, spariamo che la trattino come si deve e che non le facciano del male: - Manu ti sei innamorato veramente di quella ragazza? Non me lo sarei mai aspettato da te -, detestavo Francesco con tutto me stesso, mi stava portando via il mio primo amore: - Sì, mi sono innamorato di lei e prima o poi doveva succedere che m’innamorassi di una ragazza no?! Ed io non mi sarei mai aspettato che te me la volessi portare via, perchè? - gli domandai snervato, mi sedetti sul letto di Jess e inizia a guardare il pavimento, in attesa di una risposta da parte di Francesco: - Te la voglio portare via perchè la voglio anch’io, semplice no?! Dovevi sentire come gemeva, mentre lo facevamo in macchina -, non potei più sentire altro, mi alzai dal letto e mi scagliai nuovamente su di lui, stavolta non c’era nessuno che mi avrebbe fermato. Lo spinsi verso l’armadio e gli diedi un pugno nello stomaco, lo presi per la giacca e lo spinsi verso il comodino facendo cadere a terra le medicine e il cellulare di Jess, lo stavo pesando come si deve: - E dovevi sentire come urlava dal piacere -, lo buttai sul letto e non smisi di picchiarlo, ci stavamo arrotolando, cambiando posizione, finchè non cademmo a terra entrambe, stavo sotto e Francesco era sopra di me, mi stava tenendo per il colletto della camicia: - Levati di dosso a me - e lo buttai giù; in quel momento sentì la voce di Jess: - Si può sapere che avete combinato voi due? -.

 

- Si può sapere che avete combinato voi due? -, vidi Francesco con il naso insanguinante e il volto tutto rosso, le aveva di nuovo prese da Manu: - Siete due coglioni, uno peggio dell’altro. Non pensavo che arrivavate a tanto. Vorrei tanto non avervi conosciuto e non sarei mai dovuta andare a sbattere contro la tua macchina. Vi detesto entrambe!! Mi avete rovinato la vita e non vi voglio più vedere per il resto della mia vita!! -, mi alzai dalla sedia a rotella e zoppicando andai verso l’armadio e tirai fuori la valigia e i pochi aiuti che avevo. Appoggiai tutto sul letto: - Jessi che fai? Lascia fare a me!! Te vatti a cambiare, ti da una mano Giada -, lasciai il resto a Giulia. Andai in bagno insieme a Giada che mi avrebbe dato una mano a cambiarmi. Quando ebbi finito, uscii dalla mia camera e firmai le carte del per uscire dall’ospedale. Da lì in avanti sarebbe ricominciata una nuova vita. 

Angolo dell'autrice: ecco a voi l'ottavo capitolo. Ringrazio come sempre loveinfiniteyaya_15  e Kira Nikolaevic per le loro recensioni. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e mi scuso per la tanta attesa :D Al prossimo capitolo un bacione :* 

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


CAPITOLO 9

>>>> - Siete due coglioni, uno peggio dell’altro. Non pensavo che arrivavate a tanto. Vorrei tanto non avervi conosciuto e non sarei mai dovuta andare a sbattere contro la tua macchina. Vi detesto entrambe!! Mi avete rovinato la vita e non vi voglio più vedere per il resto della mia vita -. Quelle parole mi stavano rimbombando nella testa da molti giorni e mi trovavo anche nei guai per colpa di Jess, senza lei sarei stato rovinato per colpa di questo vecchio decrepito: - Emanuele, hai trovato mia nipote? -, era seduto comodamente sul mio trono (sedia) come se fosse nel suo ufficio e come se non bastasse era circondato dai suoi scagnozzi: - CEO l'ho trovata, ma non mi sarei mai immaginato di innamorarmi di lei... Ecco perché ci ho messo tanto nel farmi sentire -, il vecchio continuava a fissarmi severo: - Non pensavo che fossi così furbo Emanuele, te non sei innamorato di mia nipote, ma delle mie aziende e della mia eredità.... Non sono così imbecille e so anche, che hai letto il mio testamento e sai perfettamente che i miei averi e le mie aziende finirebbero nelle mani del futuro marito di mia nipote -, lo guardai stupito, non pensavo che era così intelligente alla sua età, nessuno si era mai accorto delle mie vere intenzioni, ho mentito a Jess, al mio migliore amico e persino a nostro signore, sono proprio un bravo attore, ma con sto vecchio non riesco a mentirgli: - CEO, io sono veramente innamorato di sua nipote e farei di tutto per lei... La porterei in capo al mondo e le giurerei amore eterno -, il vecchio si alzò finalmente dalla mia sedia, prese il suo bastone e mi disse: - Hai tempo un giorno per portarmela - e con questa ultima frase se ne andò. Odio questo vecchio, lo sempre odiato. Presi il cellulare e provai a chiamare Jess, ma mi dava irraggiungibile; era normale non voleva più sentirmi ne vedermi. Presi la giacca e uscii di corsa dal mio ufficio e dalla mia azienda, montai in macchina e diedi gas, dovevo parlare e raccontarle la verità sulla sua famiglia. Arrivato a casa sua citofonai e qualcuno mi rispose, ma non sembrava affatto la voce di Jess: - Chi è? - mi domandarono, mi tolsi gli occhiali da sole e mi appoggiai con il braccio sul muro: - Sono Manu il fidanzato di Jess -, se mai era meglio dire ex fidanzato, sentii il portone aprirsi: - sesto piano -, mi guardai intorno e trovai l'ascensore, meno male, non volevo farmi tutti quei piani a piedi. Arrivato al sesto piano ad attendermi sulla soglia trovai una signora mora, dai capelli corti: - Buona sera, io sono la madre di Jess, entra pure -, non pensavo che fosse così gentile sua madre, mi aspettavo scontrosa come la figlia: - Mi scusi se sono piombato così a casa vostra, non so nemmeno se sapevate della mia esistenza; comunque sono venuto qua, perché il vero nonno di Jess la vorebbe conoscere -, vidi la madre di Jess appoggiarsi al muro di casa, non sapevo che avrebbe fatto questo effetto alla signora: - Sarà meglio chiamare Jessica... JESSICAAAAAA -, inizió ad urlare, quindi era in casa; dall'altra parte della casa rispondere: - Arrivo mamma -, sentii una porta aprirsi e dei passi che si avvicinarono alla sala: - Mamma cosa c'è, non riesco nemmeno a studiare in santa pace -, appena mi vide cambió subito umore e tono di voce: - Che ci fai te qua? Ti avevo detto che non ti volevo più vedere per il resto della mia vita -, lo sapevo benissimo che non mi voleva vedere, ma qua c'è in gioco la sua eredità ed io la voglio tutta fino all'ultimo centesimo.


Era da quattro giorni che non vedevo ne sentivo Manu, la sua allontananza mi faceva bene ma anche male, perché mi stavo innamorando di lui. I miei pensieri si concentravano unicamente su di lui e non sulla letteratura inglese; presi il cellulare e cominciai a guardale vecchie foto, prima che incontrassi Manu, ero così diversa, così felice e guardandomi non vedevo la mia vera me stessa; una chiamata mi fece ritornare sulla terra, lessi il nome e riattaccai subito, senza nemmeno avere il tempo di pensare: era Manu, chissà cosa voleva quel donnaiolo da quattro soldi. Spensi il cellulare e ritornai allo studio, bensì dopo una mezz'oretta buona, sentii suonare il citofono, chissà chi poteva essere a quest'ora del pomeriggio, fatto sta che non mi interessava, mi riconcentrai di nuovo sullo studio ma mi madre mi chiamó: - JESSICAAAAAA -, scrociai le mie gambe, mi misi le ciabatte e aprii la porta della mia camera: - Mamma cosa c'è, non riesco nemmeno a studiare in santa pace -, appena arrivati in sala, il mio sguardo cadde su Manu, seduto comodamente sul divano di casa mia: - Che ci fai te qua? Ti avevo detto che non ti volevo più vedere per il resto della mia vita -, ed era vero, vidi mia mamma avvicinarsi a me e mettermi una sua mano sulla mia spalla: - Jessica siediti, ti devo raccontare la verità e Manu il tuo ragazzo, la sa -, mi soffermai solo sulla frase "Manu il mio ragazzo?", chissà cosa aveva detto a mia madre quello scemo: - Se mai ex fidanzato e si può sapere di che veritá stai parlando? -, mi sedetti il più lontano possibile da Manu e mia mamma inizió a sputare il rospo: - Jessica tuo nonno si è fatto vivo e ti vuole conoscere -, guardai prima Manu e poi lei sorpresa: - Mamma lo sappiamo entrambe che io non ho i nonni, nè paterni nè materni -, Manu si alzò e inizió a fare avanti e indietro per la sala e mi disse: - Invece ce l'hai. Non è un nonno come tutti gli altri. Lui è l'uomo più ricco d'Europa per il momento -, lo guardai di nuovo sbalordita, ma che stava dicendo, era ubriaco per caso: - Jess te sei stata adottata -.

Angolo dell'autrice: ecco a voi il nono capitolo. Ringrazio come sempre loveinfiniteyaya_15 Kira Nikolaevic, chiedimi quello che vuoi per le loro recensioni. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e mi scuso per la tanta attesa, ma mio padre è stato operato e non ho avuto il tempo di pubblicare il capitolo... Perdono. Al prossimo capitolo miei lettori e lettrici, un bacione :* 

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***


CAPITOLO 10

 

Manu si alzò e inizió a fare avanti e indietro per la sala e mi disse: - Invece ce l'hai. Non è un nonno come tutti gli altri. Lui è l'uomo più ricco d'Europa per il momento -, lo guardai di nuovo sbalordita, ma che stava dicendo, era ubriaco per caso: - Jess te sei stata adottata -, le parole di mia mamma erano come una lama conficcata nel mio cuore: - Come sono stata adottata? Se questo è uno scherzo non è per niente divertente -, Manu si avvicinò a me e mi appoggiò le sue mani sulle mie spalle: - Jess non è uno scherzo, è la pura verità. Tuo nonno ti vuole conoscere e mi ha ordinato di portarti da lui -, scansai le mani di Manu dalle mie spalle: - Quindi è questa la tua missione: avvicinarti a me, portarmi nel tuo letto e quando avevo la tua piena fiducia, mi avresti detto la verità e portata dal mio presunto nonno, ma come vedi hai fatto male i tuoi piani. Io non ci vado, che si arrangi pure quel vecchio. Mi ha dimenticato in questi 22 anni e ora che sta per morire vuole rimediare ai suoi errori? Ma mi faccia il piacere -, ritornai in camera mia, mi misi le scarpe e il giubbotto in pelle: - Dove vai? - mi domandò mia madre preoccupata ed io tutta infuriata le risposi: - A schiarirmi le idee -, uscii dalla porta di casa ed entrai nell’ascensore, ma non mi accorsi che alle mie spalle c’era Manu: - Te dove pensi di andare? -, Manu mi guardò e rise: - Ho una missione, portarti da tuo nonno e lo farò, con le buone o cattive intenzioni -, mi avvicinai a lui e gli tirai uno schiaffo: - Ahia! Perchè l’hai fatto? Non ho fatto niente -, mi avvicinai a lui e gli dissi: - Era per avermi ingannato porco!! -. Arrivati al pian terreno, montai sulla macchina di Manu, mi misi la cintura e partimmo alla “ricerca” di mio nonno. Durante il tragitto nessuno dei due aprii bocca, finchè Manu non truppe il silenzio:- Mi sei mancata Jess in questi giorni -, lo guardai e sbuffai, come poteva essere così falso: - Stai zitto che fai più bella figura. Si può sapere quanto manca? Siamo in macchina da mezz’ora!! - -Siamo arrivati -, era ora, stare in macchina con lui stavo in ansia. Manu parcheggiò di fronte alla struttura fatta di vetro, che dire stupenda. Ad accoglierci c’era una marea di scagnozzi se così si può dire.

- Il signor Caruso la sta aspettando -, ci accompagnarono fino all’ufficio di questo vecchio e quando arrivammo, mi fermai di fronte alla porta: - Non entri Jess? - mi domandò Manu, lo guardai, presi un grosso respiro ed entrai.

- E così Manu me l’hai portata come promesso, ma che bravo ragazzo. Ci puoi lasciare da soli? - -Certo -, Manu chiuse la porta dietro di se, ora ero sola con sto vecchiaccio.

- Siediti pure Jessica, fai come se fossi a casa tua. Allora che mi dici di te?-, mi sedetti composta, non volevo dare brutta impressione.

- Beh non c’è molto da sapere. Ho 21 anni e frequento il secondo anno di università di letteratura -

- Come mai hai scelto questa facoltà? -

-Beh perchè mi piace molto la letteratura, soprattutto quella inglese -

- Capisco, tra te e Manu c’è qualcosa? Perchè vedo che siete molto uniti -

- C’è stato, ma dopo il mio incidente ci siamo lasciati, ed eccomi qua a parlare con te. Nonno -

- Meglio che non parli con Manu e non lo devi vedere mai più. Non è una persona adatta a te. Conosci Francesco? -

- Si certo che lo conosco, perchè me lo chiedi? -

- Perchè ti dovrai fidanzare con lui E’ un bravo ragazzo ed è sempre pronto a tutto in amore -

- Fidanzarmi con Francesco? Questo è schizzato da paura!! -

- Come? Schizzato da paura? -

- Non credo che lo sposerò. Mi dispiace nonno, ma non starò ai tuoi ordini. Io mi sposerò con la persona che amo -

- Allora permettimi di chiederti se vuoi venire a vivere con me, così ci potremo conoscerci meglio -

- Grazie nonno, ma non credo che accetterò. Sto bene così con la mia vita -

- Ma Jessica mi vuoi così male? Cosa ti ho fatto per meritarmi questo rifiuto? -

- Mi hai abbandonato e tenuto all’oscuro per 21 anni -

- In realtà quando ti hanno adottato avevi dieci anni, durante l’incidente d’auto dei tuoi genitori sei l’unica sopravvissuta ma avevi perso la memoria e non ti ricordavi niente, Manu ti trovò una famiglia a mia insaputa, lontana da questo mondo. Quando l’ho scoperto era troppo tardi, avevi già 20 anni e ho fatto di tutto per trovarti. Ma nulla, nessuna traccia di te. Così decisi di andare da colui che ti aveva sottratto a me, ovvero l’uomo di cui sei innamorata, l’ho minacciato di sottrargli tutta la sua fortuna e di lasciarlo sotto un ponte se non ti avesse portato da me e così fu -.

- Quindi fu Manu a portarmi via da te? -

- Esatto, se starai al mio fianco sarai al sicuro e nessuno potrà farti del male. Quindi ti prego Jessica vieni a vivere con me -

- Va bene nonno. Grazie -

- Giulio ti porterà a casa e ti aiuterà a fare le valige -

- Grazie ancora a più tardi -

- A più tardi nipotina mia -

Mi alzai e uscii dall’ufficio di mio nonno e davanti alla porta ci trovai Manu, gli tirai un altro schiaffo: - Sei uno stronzo, mi hai ingannato per la seconda volta. Mi hai sottratto alla mia famiglia. Ti odio -. Un ragazzo vestito tutto in nero si avvicinò a me e mi allontanò da Manu: - Signorina Caruso, la prego mi segua. La porterò a casa e l’aiuterò a fare le valige come il signor ha chiesto -, lo guardai e dovevo ammettere che mi face un po’ paura: - Grazie -.

 

>>>> Questa conversazione stava durando un po’ troppo a lungo e la cosa non mi piaceva; chissà il vecchiaccio che ha in mente stavolta: di sicuro mi separerà da Jess con tutte le sue forze e poi non so. Quanto vorrei essere una mosca e ascoltare la loro conversazione. Finalmente la porta dell’ufficio si aprì e uscii Jess, ma appena mi vide mi tirò un’altro schiaffo: - Sei uno stronzo, mi hai ingannato per la seconda volta. Mi hai sottratto alla mia famiglia. Ti odio -, per fortuna che intervenne Giulio e l’allontanò da me, ultimamente era divenuta un po’ troppo manesca: - Signorina Caruso, la prego mi segua. La porterò a casa e l’aiuterò a fare le valige come il signor ha chiesto - - Grazie -. Cosa mi sono perso, il vecchio le ha chiesto di andare vivere con lui, molto astuto, ma facendo così non riuscirà a separarmi da lei. La desidero, vorrei portarla di nuovo nel mio letto, ma ora sarà molto più difficile.

Arrivato a casa buttai la giacca e la cravatta per terra e buttai tutto quello che trovavo per terra: - E così vuoi la guerra vecchiaccio, l’avrai. Ti pentirai di avere conosciuto Emanuele Locatelli -.

Angolo della'autrice: Ecco a voi l'attessisimo capitolo dieci. Come vedete Manu è più cattivo di quanto dimostri. Ringrazio loveinfinite, yaya_15 e Kira Nikolaevic. Al prossimo capitolo un grosso bacione :*

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 ***


CAPITOLO 11

 

>>>> Finalmente la porta dell’ufficio si aprì e uscii Jess, ma appena mi vide mi tirò un’altro schiaffo: - Sei uno stronzo, mi hai ingannato per la seconda volta. Mi hai sottratto alla mia famiglia. Ti odio -, per fortuna che intervenne Giulio e l’allontanò da me, ultimamente era divenuta un po’ troppo manesca: - Signorina Caruso, la prego mi segua. La porterò a casa e l’aiuterò a fare le valige come il signor ha chiesto - - Grazie -. Cosa mi sono perso, il vecchio le ha chiesto di andare vivere con lui, molto astuto, ma facendo così non riuscirà a separarmi da lei. La desidero, vorrei portarla di nuovo nel mio letto, ma ora sarà molto più difficile.

Arrivato a casa buttai la giacca e la cravatta per terra e buttai tutto quello che trovavo per terra: - E così vuoi la guerra vecchiaccio, l’avrai. Ti pentirai di avere conosciuto Emanuele Locatelli -.

Dovevo riprendermi Jess, ora era questo il mio obbiettivo e non mi tiro di certo indietro; quando avrò ottenuto lei e il suo denaro, dovrò far fuori quel vecchiaccio che mi ostacola nei miei piani e quel punto Jess non mi servirà più. Dovevo studiare un piano per riacquistare la sua fiducia in me, ovvero comportandomi da ragazzo bravo. Presi il mio cellulare e chiamai il fioraio: - Buona sera, vorrei che mi spedisse delle rose rosa in questa via -, il mio piano per ora stava funzionando. Presi la giacca che avevo buttato un attimo fa, me la misi e uscii di casa per andare alla gioielleria più vicina. Per riconquistare una donna, il gioiello serviva per forza, loro sono pazze di gioielli; preso quello che dovevo prendere uscii dalla gioielleria e andai a prendere la macchina, per dirigermi a casa del vecchiaccio, dove abitava Jess.

 

- Nonno questa è casa tua? E’ davvero enorme e mi piace -, mio nonno fece allontanare le guardie del corpo e si avvicinò a me tutto contento: - Sono felice che ti piaccia questa casa, un giorno diventerà tutta tua, posso mostrarti la tua camera? -, tutta entusiasta lo seguii, chissà com’era la mia camera, ero troppo curiosa, mio nonno si fermò davanti a una porta enorme e l’aprii: - Questa è la tua camera, ti piace? -, quando la vidi sgranai gli occhi, era davvero grande, sembrava una di quelle camere che avevano le principesse: - E’ stupenda, se quello è l’armadio, ho un centro commerciale come camera -, entrai e saltai sul letto, era davvero comodo. Una ragazza si avvicinò a me e ormai mi faceva venire un infarto: - Buona sera, sono la sua nuova cameriera personale, mi chiamo Anna e qualsiasi cosa mi vorrà chiedere, me lo dica senza esitare signorina -, la guardai strana, sembrava un robot da come parlava: - Non mi chiami signorina ma Jess, dammi pure del tu -, la cameriera guardò mio nonno e lui fece di sì con la testa. Ad un certo punto vidi Giulio arrivare di corsa in camera mia e parlare all’orecchio di mio nonno: - Signore, vi devo salutare, Francesco mi sta aspettando nel mio studio -, lo guardai stranita, era lo stesso Francesco che conosco oppure è un altro? Questo dubbio si faceva strada nella mia mente da diversi minuti. Presi il cellulare e chiamai Giulia: - Pronto? -

- Giuli mettiti comoda che ti devo dare una news -

- Spara Jessi -

- Sono stata adottata e mio nonno è straricco, hai presente casa mia? La mia camera è più grande -

- Stai scherzando vero? -

- Vieni qua e vedi con i tuoi occhi se sto dicendo la verità -

- Arrivo subito ahahah -

E riattaccò, poteva almeno salutare. Nel frattempo guardai dentro all’armadio e c’erano tanti completino sexy da notte me ne provai qualcuno e che dire mi stavano bene, mi guardai allo specchio e mi girai diverse volte, finchè non sentii una voce provenire da dietro: - Stai benissimo -, mi girai e vidi Francesco avvicinarsi sempre di più a me: - Fra-Fra-Francesco, che ci fai qua? Non si bussa? -, mi guardò con un sorriso malizioso: - Ho bussato ma non mi hai riposto, quindi sono entrato -, si avvicinò sempre di più a me e mi baciò sulle labbra, quando si staccò mi disse solo: - Sii mia stanotte - e mi ribaciò, mi sbottonò la camicetta da notte e la fece cadere per terra, lasciandomi solo in intimo.

- Che bella scena, mi posso unire? - a quella voce mi staccai da Francesco e mi coprii immediatamente: - Manu che ci fai qua? Non sei il benvenuto -, gli disse Francesco con tono duro. Presi il mio cellulare e corsi in bagno, mandai un messaggio a Giulia con scritto: GIULI CI VEDIAMO DOMANI MATTINA, VIENI PER COLAZIONE, E’ SUCCESSO UN GUAIO. DOMANI TI RACCONTO. Mi vestii e uscii dalla camere e vidi Francesco e Manu litigare spudoratamente, mi misi in mezzo dando le spalle a Manu: - Adesso basta. Siete peggio dei bambini -, ma Manu mi abbracciò da dietro e si avvicinò al mio orecchio, sentivo il suo respiro: - Che ne dici Jess di giocare? Io, te e Francesco? Sarà divertente -. Lo scansai e lo guardai male, stavo dando le spalle a Francesco e stavolta fu lui a prendermi da dietro: - Dai Jess è più eccitante così no? -, mi prese per i fianchi e mi iniziò a baciare il collo e a moderlo. Socchiusi gli occhi e sentii due labbra sulle mie e capii che era Manu, mi scappò un gemito per colpa delle dita di Manu che erano entrate nel mio intimo, mi fece girare e gli stavo dando le spalle. Dovevo fare anch’io la mia parte, slacciai la camicia a Francesco con delicatezza, dopo di che, feci scendere le mie mani sul bottone dei pantaloni, lo slacciai e la infilai dentro nei boxer, Francesco mi baciò in bocca per poi spostarsi verso la clavicola, nel frattempo Manu stava toccando tutto di me e mi sentivo già tutta bagnata, in ogni suo tocco gemetti: - Ti piace eh? Senti anche questo - fece combaciare il suo basso ventre con il mio sedere e sentivo che era molto eccitato, a quel punto iniziai ad aumentare la velocità della mia mano nei boxer di Francesco, facendolo ansimare. Si staccarono da me e si spogliarono, quando ebbero finito, mi tolsero quel poco intimo che avevo addosso. Ci mettemmo in ginocchio e Manu dopo alcuni colpi leggeri mi penetrò facendomi gemere, questa cosa eccitò moltissimo Manu; iniziò ad aumentare il ritmo e la forza delle spinte, mi incominciò a baciare, aro anche eccitata per il fatto che Francesco mi stava mordendo leggermente , cominciai a seguire i movimenti di Manu e così raggiungemmo insieme l’apice. Manu si sdraiò a terra ed io sopra di lui su quattro zampe. Francesco non ci pensò due volte e mi penetrò dal di dietro e iniziò a muoversi dentro di me, nel frattempo la mia mano sul membro di Manu andava allo stesso tempo delle spinte di Francesco. Sentivo che ormai Francesco era arrivato al limite e con una spinta venimmo entrambe.

 

Mi svegliai di soprassalto dal mio letto e trovai Giulia di fianco a me: - Giulia che ci fai qua? -, Giulia mi guardò e scoppiò a ridere: - Mi hai detto te di venire qua, mi volevi far vedere questo castello no? -

- Ma non ti avevo mandato un messaggio di venire domani a colazione? Francesco e Manu dove sono? -

- Francesco è ancora nello studio con tuo nonno, mentre Manu non lo so… Perchè me lo chiedi Jessi? -

- Niente Giuli. Tranquilla è stato solo un sogno -


Angolo della'autrice: Ecco a voi l'undicesimo capitolo. Ringrazio loveinfinite, yaya_15 e Kira Nikolaevic. Al prossimo capitolo un grosso bacione :*

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12 ***


CAPITOLO 12

 

Raccontai a Giulia del mio sogno pervertito e lei scoppiò a ridere come una scema: - Ahahah Jessi e così ti sei innamorata di entrambi eh? Beh se devo essere sincera io preferisco Manu, ma anche Francesco non è da buttar via -, mentre mi stavo cambiando la guardavo sbalordita: - Non mi sono innamorata di Francesco e poi la mia relazione con Manu si può dire conclusa, non provo più niente per quell’individuo usa persone…. -, Giulia si avvicinò a me e mi guardò dritto negli occhi: - Jessi mi stai mentendo un’altra volta…. hai gli occhi che ti brillando quando parli di lui e questo vuol dire che sei innamorata e poi guardati stai diventando rossa come la tua maglietta -, mi guardai allo specchio ed era vero, non volevo ammetterlo con le altre persone, ma ero ancora innamorata di quel donnaiolo, ma tutto ad un tratto bussarono alla porta: - Avanti - risposi, ed entrò Anna con un mazzo di rose rose, la guardai e le domandai: - Anna chi me le manda? -. Anna guardò il biglietto e mi rispose: - Il signor Emanuele, vuole che gliele metto in un vaso? -, la guardai e le accennai di si con la testa; Giulia aveva assisto a tutto e mi iniziò a prendermi di nuovo in giro: - Per fortuna che non ti piace eh? Se una persona non ti piace non accetteresti i suoi fiori o no? -, in quel momento avrei voluto picchiarla ahahah, mi diressi verso le rose e le guardai: - Giuli le ho accettate perchè è il mio fiore preferito e le amo troppo… Ma ora andiamo a fare colazione che ho fame -, Giulia scoppiò a ridere: - Ora sei la Jessi che conosco ahahah -. Scendemmo giù per le scale e trovammo Francesco che stava stringendo la mano a mio nonno: - E’ stato un piacere a fare affari con lei signor Francesco…. Oh ma guardi sta scendendo mia nipote con una sua amica -, salutai mio nonno, dandogli un bacio sulla guancia: - Buongiorno Francesco… Ti ricordi della mia amica Giulia? -, Francesco la guardò e arrossii, questa cosa prometteva bene: - Si si me la ricordo -, guardai Giulia ed era arrossita anche lei, mi avvicinai a lei e la spinsi verso Francesco: - Giuli perchè non fai vedere a Francesco il giardino di questa casa che è solamente favoloso? -, Giulia di girò verso di me e mi guardò stupita, si avvicinò al mio orecchio e sussurrò: - Jessi che sta dicendo, io non conosco il giardino di questa casa, potrei perdermi - scoppiai a ridere e le sussurrai: - E’ questo il mio piano, così state da soli entrambi e potete parlare -, Giulia mi sorrise e si avvicinò a Francesco: - Vieni Francesco facciamo un giro in giardino, mi sa che Jessica e suo nonno devono parlare - e sparirono nel nulla. Mio nonno si avvicinò a me curioso e mi domandò: - Che cosa stai complottando nipotina mia? -, gli sorrisi e lo presi a braccetto: - Vedi nonno, quando due persone si piacciono devono stare da soli, solo così si accorgeranno di piacersi a vicenda, dopo questo nasce l’amore -, mio nonno scoppiò a ridere, era la prima volta che lo vedevo ridere: - Ahahaah per questo gli hai lasciati da soli, così che possano parlare e conoscersi…. Ho proprio una nipotina furba… Ma ora vai a fare colazione che sei l’unica che non l’ha fatta insieme alla tua amica Giuli, ma mi sa che lei ora fame non ne ha…. Quanto riguarda me devo andare in ufficio, ci vediamo stasera - mi salutò con un bacio sulla fronte e si allontanò con le sue guardie del corpo. 

Finito di fare colazione mi ritirai in camera mia e riguardai le rose che mi aveva regalato Manu; dovevo smetterla di pensare a lui, lui mi ha solo usata e lo farebbe all’infinito. Mi alzai dalla sedia e quando mi girai trovai Manu sulla porta che mi guardava: - E tu che ci fai qua? Non ti hanno insegnato a bussare? -, Manu si avvicinò sempre di più a me: - Vedo che le rose ti sono piaciute. Comunque sono qui per parlare -, lo scansai e mi allontanai da lui: - Non ho tempo di parlare con te… Ormai viene Giulia qua. Vattene e non farti più vedere -, si avvicinò ancora una volta a me e mi prese per le spalle: - La tua amica Giulia è salita in macchina con Francesco, quindi possiamo parlare tranquillamente io e te da soli -, ero in trappola non avevo via d’uscita.

- D’accordo parliamo, ma ad una condizione: andiamo a cavallo ora -

- Come vuoi tu -

Andammo nella stalla e feci sellare il mio cavallo, montai sopra e iniziai a galoppare veloce, Manu era dietro di me, ed era pure bravo.

 

>>>> - D’accordo parliamo, ma ad una condizione: andiamo a cavallo ora -

- Come vuoi tu -, era davvero ottusa questa ragazza e aveva iniziato ad avere il carattere di suo nonno. Mi feci sellare il cavallo e ci montai sopra, Jess partii subito di gran spinta e in un baleno le ero già dietro. Galoppammo per chilometri nel bosco e ad un tratto si fermò, scese da cavallo e gli diede da bere, ma quanto era bella? Non era il momento di fare certi pensieri, però è davvero bella e perchè il mio cuore sta battendo così forte? Non posso innamorarmi di lei… Ho una missione da portare termine.

- Che mi dovevi dire? - tornai alla realtà, si era messa seduta su un tronco e mi stava aspettando, scesi da cavallo, lo legai e gli diedi da bere; quando ebbi finito, mi avvicinai a lei e la baciai sulle labbra, ma mi respinse subito: - Che stai facendo? Sei completamente impazzito? -

- Si sono impazzito di te e stavolta non ti sto mentendo, mi sto innamorando di te e questa volta dico sul serio -

- Spiacente ma non ti credo e poi io non ti amo più -

La tirai su per un braccio e credo che le faceti male: - Jess guardami negli occhi e dimmelo che non mi ami più -, distolse lo sguardo e la lasciai andare: - Ho capito, sei ancora innamorata di me, solo che non ti va giù il fatto che ti ho ingannata per bene e per questo fatto di chiedo scusa, non volevo ingannarti così, solo che sono fatto così. Ma ora che mi sto innamorando di te e cercherò di cambiare, devi aiutarmi -

- E che mi dice che è tutto uno stratagemma per prenderti la mia eredità? -

- Jess ti prego credimi… Posso giurarlo sulla tua vita o su quella dei tuoi genitori… E’ tutto vero dannazione - mi misi le mani nei capelli e le diedi le spalle, sentii una mano sulla mia spalla, mi girai e la vidi: - Dimmi che non mi stai mentendo ancora una volta -

- Non ti sto mentendo… Cambierò per te - ed era vero, volevo cambiare per lei, ora i soldi non m’importavano; volevo mettere su famiglia e lo volevo fare con lei.

- Se scopro che mi stai mentendo per te è la fine e dico sul serio -, l’abbracciai più forte che potei, mi era mancata, mi era mancato quel suo profumo. Le tirai su il viso e la baciai, volevo che fosse mia per sempre, ma prima dovevo parlare con suo nonno e sapevo già che sarebbe stata una cosa impossibile.



Angolo della'autrice: Ecco a voi il dodicesimo capitolo. Ringrazio loveinfinite, yaya_15 e Kira Nikolaevic. Spero che vi sia piaciuta e a quanto pare Manu si sta innamorando veramente della nostra protagonista e inoltre volevo scusarmi del ritardo, ma avevo troppe cose da fare e sinceramente non mi ero accorta che senza volere avevo messo la storia completa.... Chiedo perdono... Al prossimo capitolo un grosso bacione :* 
 

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 13 ***


CAPITOLO 13

 

>>>> - Jess, torniamo indietro, ho intenzione di parlare con tuo nonno. Voglio chiederci la tua mano -, mi guardava con una faccia persa, forse non si aspettava di questa mia proposta e poi l’unico modo di farla mia era proprio il matrimonio, stavolta non era per convenienza, ma per amore, così credevo; credevo di amarla, quando non la vedevo, volevo vederla, volevo sentire la sua voce, la sua risata, insomma volevo tutto di lei.

- Manu è meglio che ne parlo io con mio nonno, potrebbe andare in escandescenza e ormai so come prenderlo -, si stava avvicinando al cavallo, finchè non ci montò, feci altrettanto io e ci dirigemmo verso la villa, sperando che una volta per tutte, suo nonno mi accettasse. Arrivati, lasciammo i cavalli nelle scuderie e ci dirigemmo in casa: - Manu vado a cambiarmi e poi possiamo andare in ufficio da mio nonno -, le sorrisi e si allontanò da me; fu in quel momento che vidi Francesco insieme a Giulia, cosa stava complottando quel bastardo, mi avvicinai a loro e non appena si accorsero della mia presenza mi salutarono ed io ricambiai: - Che ci fate voi due insieme? - domandai incuriosito, sapendo che Francesco sbavava da tempo dietro a Jess.

- Non sono affari tuoi Manu e poi che ci fai qua alla villa? Sai che se suo nonno lo viene a sapere, ti sbatte fuori? Comunque stavo dicendo a Giulia, che ho intenzione di sposare io Jess e conoscendo suo nonno me la lascerebbe senza problemi -, non potevo più starlo a sentire, mi scaraventai addosso a lui e iniziai a menarlo, stavamo distruggendo casa; Giulia provò a dividerci ma niente: - Volete smetterla voi due? Siete peggio di due bambini!! Se vi vedesse Jessi, come pensate che ci rimanga? -, e in quel momento sentii la sua voce: - Naturalmente male e per fortuna che mi avevi detto che eri cambiato, ed io che pensavo che fosse vero, ancora una volta mi hai mentito. E in quanto a te Francesco, pensavo che ti interessasse di Giulia, invece la volevi usare per arrivare a me, vergognati. Uscite da casa mia e non fatevi più vedere -, mi avvicinai a Jess per dare spiegazioni: - Jess ascolta, mi ha provocato che potevo fare, dimmelo tu!! -

- Ti entrava in orecchio e usciva dall’altro. Vattene e non farti più vedere davanti ai miei occhi -. Presi su la mia sciarpa che poco prima era caduta e me ne andai, seguito da Francesco. Quello fu l’ultimo giorno che la vidi e che ebbi dei contatti con lei.

 

DUE ANNI DOPO

 

- Jess mettiti vicino a Gloria che vi faccio una bella foto. Dite cheese -

- Cheese -, mia madre ci scattò la foto, mi ero laureata alla facoltà di lettere e filosofia, il mio sogno si era avverato, per metà. Volevo che ci fosse anche mio nonno in questo giorno importante, ma mi lasciò un anno fa e da allora dirigo la sua azienda, anche se non era il mio sogno e in quel momento mi scese una lacrima, mia mamma fu l’unica ad accorgersene.

- Tesoro che hai? -

- Vorrei tanto che il nonno fosse stato qua con me oggi -

- Infatti c’era, ti ha visto da lassù, sarebbe così orgoglioso di te, ne sono sicura-

- Grazie mamma, ma ora devo andare a lavoro, mi sono assentata per poco. Ci vediamo stasera per finire di festeggiare. Ti voglio bene mamma, salutami papà quando lo vedi -

- Ti voglio bene anch’io tesoro -

Mi avviai alla mia macchina e quando fui abbastanza vicina, Giorgio, la mia guardia del corpo e il mio autista, mi aprii lo sportello e montai su: - Dove la porto signorina? - mi domandò con un tono professionale: - A lavoro, ho una riunione tra venti minuti, spero di arrivare in tempo. Possiamo andare -, Giorgio mise in moto e ci dirigemmo verso l’azienda ereditata da mio nonno. Quando arrivai la riunione era già incominciata, entrai e quando tutti mi videro si alzarono in piedi: - Scusate per il ritardo, ma la cerimonia è durata più del previsto. Qualcuno mi può riassumere di quello che stavate discutendo? -, mi stavo per mettere a sedere e iniziai a leggere i fogli davanti a me, quando una voce a me conosciuta iniziò a parlare: - Stavamo parlando della nuova sede appena aperta a Seul e che dire là gli affari stanno andando alla grande, grazie alla sua astuzia signorina Jessica -, posai i fogli e vidi Manu in piedi, non so il perchè, mi spostai con la sedia e accavallai le gambe: - Continua - e continuò per due ore fino alla fine della riunione. Presi su i fogli con sopra i miei appunti e mi diressi verso il mio studio: - Jess, Jess -, mi girai e vidi Manu che mi correva dietro: - Signor Emanuele se vuole parlare con me, deve prendere un appuntamento -, mi girai e tornai sui miei passi; entrai nel mio studio agitata e chiusi la porta alle mie spalle, avevo il cuore che batteva a mille, non poteva essere vero, presi un grosso respirone e tutto tornò alla normalità; mi allontanai dalla porta e mi diressi verso la mia scrivania, mi sedetti e guardai i miei appunti, l’operazione Seul era stato un successone, sperando che continui con questo andamento. Mi girai con la sedia e iniziai a guardare il panorama dietro alle mie spalle, era favoloso e in quel momento il telefonò dell’ufficio mi suonò, interrompendo i miei pensieri.

- Signorina, qua fuori c’è il signor Emanuele e chiede di vedervi -

- Ha un appuntamento? -

- No, ma dice che è una cosa importante e non se ne andrà finchè non parlerà con lei -

- Lo faccia entrare -

Misi giù il telefono e in quel moneto Manu entrò, lo vedevo parecchio agitato, non lo era mai stato da quando lo conosco; si sedette di fronte a me e si allargò la cravatta: - Allora cosa hai da dirmi di così importante? E sappi che non hai tanto tempo a disposizione, tra poco devo andare - si guardò attorno, come un bimbo spaesato, non riuscivo a capire che gli stava succedendo, anche questa è una faccia nuova che non avevo mai visto, ad un tratto si alzò e si inginocchiò davanti a me : - Ti chiedo scusa per tutto quello che ho fatto da quando ti conosco - rimasi pietrificata, il potente Emanuele in ginocchio davanti a me: - Quando mi cacciasti da casa tua, due anni fa, ho avuto molto tempo per riflettere sulle mie azioni -

- Hai riflettuto per un bel po’ a quanto vedo -

- Ti prego fammi finire, mi scuso per tutto il male, di tutte le minacce e di tutte le bugie che ho detto e fatto, ma quando facemmo quella cavalcata e ti dichiarai il mio amore e che per te sarei cambiato, lì stavo dicendo la verità. In questi due anni sono cambiato, puoi chiederlo con chiunque e questo lo fatto solo per te. Perchè io ti amo e voglio passare l’intera vita accanto a te, te mi hai fatto cambiare e l’amore che provo per te mi ha fatto cambiare vita e scusa se ci ho messo così tanto per accorgermene -, stavo piangendo e potevo vederlo dal suo volto il cambiamento, non aveva più l’aria da sbruffone come una volta, ora aveva uno sguardo diverso, da ragazzo innamorato disperato; mi alzai e lo aiutai a tirarlo su.

- Jess mi sei mancata un sacco -, mi abbracciò ed io ricambiai il suo abbraccio e mi accorsi che era anche dimagrito e la causa ero solo io.

- Manu mi stai strozzando così -, si staccò da me e si inginocchiò di nuovo, tirò fuori dalla tasca della giacca una scatola e l’aprii: - Jessica Gervasi, vuoi diventare mia moglie? -, lo guardai pietrificata, non potevo credere ai miei occhi, mi stava facendo una proposta di matrimonio? E senza accorgermene le mie lacrime rigarono il mio volto e iniziai a dire di sì con la testa, fino a quando non le pronunciai: - Sì lo voglio -, Manu si alzò, mi mise l’anello al dito e mi iniziò a baciare, finalmente potevo dirmi contenta, il mi amore per lui non era mai svanito e me l’ero accorta durante la riunione. 

Ed è proprio vero che l’amore può cambiare la vita di ognuno di noi.

Angolo dell'autrice: Ecco a voi l'ultimo capitolo dell'amore cambia vita, alla fine il nostro Manu ce l'ha fatta a cambiare per Jess, anche se ci ha messo ben due anni per capirlo. Spero che la storia vi sia piaciuta e mi scuso per ritardo. Vorrei ringraziare Kira Nikolaevi e loveinfinite per aver recensito.
Un ringraziamento va alle persone che l'hanno messa nelle preferite: 
1 - loveinfinite
2 - eleonora90 
3 - Giffy 
4 - Lalunarossa 
5 - Coccia
6 - Momimomo81 
7 - rossaa93 
8 - the misterious girl
9 - yaya_15 

Un altro ringraziamento va alle persone che l'hanno messa nelle ricordate:
1 - black white angel 
2 - bulghi 
3 - Sasimarti

E l'ultimo ringraziamento va alle persone che l'hanno messa nelle seguite: 
1 - allemari 
2 - Anitadefacci 
3 - cecy_99 
4 - Chiara_86 
5 - chiedimi quello che vuoi 
6 - drago23 
7 - Eleanor_92 
8 - emi2193 
9 - GothicLolita96 
10 - Kira Nikolaevic 
11 - Luceluce 
12 - orny81 
13 - raneshinichi 

Ancora grazie per avermi sostenuto in questa avventura, beh che dire grazie ancora e vi do un gorsso bacione :* 

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