You shook me all night long Mish!

di destiel87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Another universe ***
Capitolo 2: *** the kisses of the green fairy ***
Capitolo 3: *** Fire under your skin ***
Capitolo 4: *** Love song ***
Capitolo 5: *** Choices ***
Capitolo 6: *** Unfaithful ***
Capitolo 7: *** Lost in paradise ***



Capitolo 1
*** Another universe ***


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Back in the back
Of a Cadillac
Number one with a bullet, I'm a power pack
Yes, I'm in a bang
With a gang
They've got to catch me if they want me to hang
Cause I'm back on the track
And I'm getting to flac
Nobody's gonna get me on another rap
So look at me now
I'm just makin' my play
Don't try to push your luck, just get out of my way.

Brian cantava dal palco Back in Black e la folla esplodeva sotto di lui, la musica alta copriva a malapena le urla dei fan in delirio, il fumo usciva ai lati del palco dando al concerto quell'aria a metà tra il sogno e l'allucinazione, e li, tra tutte quelle persone urlanti che battevano le mani e si spintonavano a vicenda c'erano Jensen Ackles e Misha Collins.
Misha saltava come un matto dimenandosi senza sosta, mentre Jensen faceva finta di suonare la chiatarra strimpellando gli accordi con le dita, erano totalmente immersi in quella musica, gli entrava dentro l'anima, facendoli sentire come se fossero in un altro mondo, anzi in un altro universo, un universo fatto interamente di istinti, dove la musica ti dominava e ti consumava fino all'ultimo residuo di energia.
Erano ore ormai che cantavano e facevano casino, erano sudati, stremati, ma l'adrelina al massimo gli impediva di avvertire la stanchezza dei loro corpi; le loro menti erano libere, totalmente distaccate dal mondo che esisteva al di fuori di quel concerto, l'unica cosa che importava in quel momento erano quella voce che gli esplodeva nelle orecchie e le chitarre infuocate che governavano i loro cuori.
Si sentivano i padroni del mondo, come se fossero così in alto da non permettere a niente e a nessuno di sfiorargli.
Durante l'assolo di chiatarra in Thunder Struck Misha si lasciò completamente possedere dal suo ritmo: ballava come se nessuno potesse vederlo, come se non ci fosse nessuno a parte lui, ondeggiava i fianchi a destra e a sinistra, con le braccia alzate verso il cielo e le mani unite, gli occhi chiusi, la maglietta degli AC DC sollevata che lasciava scoperti i suoi addominali sudati.
Jensen rimase a fissare quello spettacolo completamente ipnotizzato, non aveva mai visto Misha ballare in quel modo: così disinvolto, così sensuale che  gli faceva venire i brividi, e per un attimo immaginò di poter passare le sue mani sotto quella maglietta bagnata e poter accarezzare quegli addominali  così invitanti, immaginò di stare dietro di lui, baciandogli il collo e risalendo piano sul suo petto sudato e liscio, spingendo il suo corpo contro il proprio, e inavvertitamente si sentì eccitato.
Quell'eccitazione improvvisa lo fece andare su di giri, lo fece sentire vivo, ma qualche minuto dopo l'immagine di sua moglie che abbraciava la loro figlia si sovrappose a quella del amico che ballava, e si sentì subito in colpa, anche solo per averlo pensato.
Ma come era eccitante quel pensiero folle che gli aveva attraversato per un attimo la mente, pensò tra sé e sé.
Durante High Way To Hell ci fù un momento di grande sintonia tra di loro,  avevano  usato quella canzone per alcune scene di Supernatural, e non poterono che fermarsi un attimo a guardarsi e sorridere, ricordando la serie che non solo gli aveva lanciati come attori, ma che aveva segnato anche l'inizio della loro amicizia.
Living easy
Living free
Season ticket on a one way ride
There ain't nothin' that I'd rather do
Going down
Party time
My friends are gonna be there too
I'm on the highway to hell.

"Ho portato un'amica per festeggiare, Jensen! E questo mi sembra il momento migliore per usarla!" Disse Misha estraendo una canna dalla tasca dei jeans.
"Ti presento la mia fatina verde! - Disse scuotendo la canna - Fatina verde, ti presento Jensen!" Gli presentò scherzosamente.
Jensen scoppiò a ridere, scosse la testa e poi aggiunse sorridendo:  
"Era dal liceo che non vedevo una di quelle! Tu sei proprio pazzo amico!"
"Certo che si Mishamigo! Vuoi fare un po' il pazzo con me?" 
"Perchè no! Siamo ad un concerto degli AC DC porca puttana, se non ora quando?" Rispose facendoli l'occhiolino.
Misha sorrise, accese la canna e iniziò a fumare facendo profondi respiri, teneva gli occhi chiusi e continuava a ballare, totalmente incurante delle persone attorno a lui.
Dopo un po' guardo verso Jensen e sorridendo chiese:
"Vuoi fare un gioco con me e la mia amica Mr. Jensen?" 
"Se è un gioco divertente si!" 
Stava iniziando Hell's Bells, Jensen stava cantando con tutta la voce che aveva, adorava quella canzone tanto che ormai la sapeva a memoria:
"I'm a rolling thunder, poutin rain
I'm comin' down like a hurricane
My lightning's flashing across the sky
."
Misha gli dava corda e cantava con lui, usando la canna come finto microfono.
Dopo che Jensen finì di cantare si avvicinò a lui, e restando attaccato al suo corpo disse:
"Iniziamo il gioco?"
Jensen annuì e sorrise.
Misha iniziò a fumare aspirando il fumo senza buttarlo fuori, continuando a scuotere la testa e il corpo al ritmo della canzone, corpo che si sfregava volutamente contro quello di Jensen, che rimase a guardarlo piacevolmente confuso.
Dopo vari tiri  Misha prese il mento del ragazzo con la mano aprendogli leggermente le labbra, poi  appoggiò la bocca a quella di lui e ci soffiò dentro tutto il fumo, rimanendo così per qualche secondo.

"Questo è il bacio della fatina verde Mishamigo!" Disse una volta che si fu staccato da lui.

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Capitolo 2
*** the kisses of the green fairy ***


She had the face of an angel
Smilin’ with sin,
The body of Venus with arms
Dealin’ with danger,
Strokin’ my skin,
Like a thunder and lightnin’ storm.

Touch Too Much non era solo il titolo della canzone che Brian stava cantando dal palco, erano anche i pensieri di Jensen in quel momento. 
Sulle labbra aveva ancora il sapore di Misha e della sua fata, i loro corpi erano ancora attaccati, le sue mani erano ancora appoggiate ai fianchi del ragazzo, i loro visi erano ancora vicini mentre Misha aspirava il fumo, guardandolo dritto negli occhi. 
Misha fumava senza buttare fuori il fumo notò Jensen, era chiaro che avrebbe avuto un altro bacio dalla fata verde.
A differenza della prima volta che l'amico l'aveva fatto però ora sapeva a cosa andava incontro, sapeva cosa stava per succedere e poteva fermarlo, ma voleva? Poteva?
Era quello che continuava a chiedersi in quei minuti, ma la vicinanza dei loro corpi e il fatto che fossero continuamente spinti uno contro l'altro dalla folla non aiutava certo a prendere una decisione.
Jensen era bloccato: Era uno di quei momenti in cui devi pensare in fretta, ragionare lucidamente su qualcosa di importante, ma proprio perchè è importante la tua mente si ferma e non riesci a pensare a nulla, rimani lì, come in un limbo a metà tra ciò che vuoi fare e ciò che non vuoi fare.
Sempre se riesci a capire la differenza tra le due cose, perchè a volte inspiegabilmente sembrano coincidere.
Seems like a touch,
A touch too much
Seems like a touch,
A touch too much
Too much for my body,
Too much for my brain.

Jensen aveva l'impressione che i suoi pensieri fossero come tanti uccelli che volavano freneticamente dentro la sua testa, e lui non era in grado di afferrarne neanche uno, li vedeva passare, cercava di prenderli ed erano già spariti.
Proprio mentre cercava di afferrarli vide le labbra di Misha avvicinarsi alle sue, non ebbe il tempo di reagire, si ritrovò avvinghiato in un'altro bacio.
Eccole, di nuovo quelle labbra carnose e umide sfiorare le sue, toccarle, assaporarle.
Ecco di nuovo il sapore del fumo che gli bruciava nella gola.
Ecco di nuovo il cervello che sembrava scoppiargli, quella sensazione di euforia.
Ecco di nuovo quel emozione così viva.

Le loro labbra rimasero incollate, poi il fumo finì, Misha si stacco molto lentamente da lui, ma qualcosa dentro Jensen non voleva lasciarlo andare, non voleva staccarsi da lui, morse il suo labbro inferiore come a volerlo trattenere, un morso leggero, ma che mostrava chiaramente quello che desiderava, sebbene lui sembrasse non capirlo del tutto il suo corpo sapeva quello che voleva.
Misha rimase fermo lasciandosi mordere, poi lentamente tirò indietro la testa, prese la canna in mano e disse:
"Vuoi provare tu stavolta a spassartela con la mia fata?" 

Jensen annuì, giusto o sbagliato in quel momento non aveva importanza, voleva avere di nuovo quelle labbra, e il bacio della fata verde era la scusa perfetta per averle.
Prese la canna in mano e iniziò ad aspirare il fumo, Misha ballava attaccato al suo corpo, appoggiando le mani al suo petto, mentre quella di Jensen era ancora attaccata al fianco del ragazzo e lo accompagnava nei movimenti.
Shake a leg, shake your head
Shake a leg, wake the dead
Shake a leg, get stuck in
Shake a leg, play to win
Shake a leg, shake your head
Shake a leg, wake the dead
Shake a leg, get stuck in
Shake a leg
Shake a leg.

Datti una mossa pensò Jensen ascoltando la canzone, e guardando le labbra dell'amico che sembravano non aspettare altro che lui.
Non le fece aspettare a lungo, fumò velocemente e mentre Misha ballava ad occhi chiusi si sporse verso di lui, alzando la testa sopra la sua, che era inclinata all' indietro nell' enfasi della canzone, e gli diede un bacio sulle labbra chiuse,  aspettando che le aprisse.
Quando Misha si accorse di quello che Jensen gli stava facendo tirò più indietro la testa, alzò le braccia fino a incrociarle dietro il collo del ragazzo, restando appeso a lui mentre apriva le labbra per accogliere il fumo.
Jensen soffiò dentro il fumo, il problema era che non aveva nessuna voglia di ritrarsi.
Restò sulle sue labbra, mentre Misha faceva uscire il fumo dalle narici.

Improvvisamente sentì la lingua dell'amico entragli nella bocca, la accolse e la salutò con la sua, iniziando a far scendere la mano sul culo di Misha.


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Capitolo 3
*** Fire under your skin ***



Shoot to thrill, play to kill
Too many women, too many pills, yeah
Shoot to thrill, play to kill
I got my gun at the ready gonna fire at will
 I’m like evil, I get under your skin
Just like a bomb that’s ready to blow
Cos I’m illegal, I got everything that all
You women might need to know

Misha si sentiva la testa in fiamme, mentre si lasciava trasportare sempre di più in quel bacio così travolgente e appassionato, ma non era solo la testa ad andargli a fuoco notò poco dopo, era tutto il suo corpo che stava bruciando. Non sapeva se fosse per il calore del concerto, per l'effetto dei baci della fatina verde o per la lingua dell'amico che si muoveva sinuosamente nella sua bocca, sapeva solo che stava per esplodere.
Forse erano tutte e tre le cose, pensò mentre stringeva la nuca di Jensen afferrandolo per i capelli, mentre l'altro lo inclinava sempre più all'indietro, ormai era quasi sospeso a mezz'aria.
Gli piaceva quella sensazione, essere completamente sotto il controllo di un'altra persona, lasciare che sia qualcun'altro a dominarlo era una cosa completamente nuova per lui, che come uomo aveva sempre sottomesso le sue donne. E ora era lui quello sottomesso, il che lo eccitava parecchio, facendogli salire i brividi lungo la schiena.

Jensen lo attirò con forza verso di lui, facendogli andare il sangue al cervello e dandogli quella sensazione simile allo svenimento. Gli stringeva forte il culo e mordeva avidamente le sua labbra, come a volergliele staccare.
Stavano perdendo il controllo.
Strano come si potesse provare cosi tante sensazioni in cosi poco tempo, pensò, adesso si sentiva leggero come una piuma, come se fosse fatto d'aria e bastasse un po' di vento per farlo volare via. Si aggrappò ancora di più al collo del ragazzo, quasi dovesse cadere da un momento all'altro.
Jensen si staccò dalla sua bocca e scese lentamente sul suo collo, baciandolo, leccandolo, mordendolo.
Sentiva il calore del corpo dell'amico entrargli sotto la pelle, come l'inchiostro dei tatuaggi: doloroso, intenso, indelebile.
Misha si sentiva intrappolato in una scena da film romantico, quando i due protagonisti si baciando e tutto sembra andare al rallentatore, come se il resto del mondo intorno a loro diventasse sfocato e ogni gesto durasse in eterno. Da quando si stavano baciando? Minuti, ore? Da quanto tempo i loro corpi
erano così fusi insieme? incastrati l'uno con l'altro, dipendenti dai movimenti reciprochi.
Rock you to your knees gonna make your destiny cantava Brian dal palco,
In rock we trust It’s rock or bust urlava sotto la folla isterica.
"Jensen." Sussurrava lui mentre ansimava cercando di riprendere fiato.
Da quanto tempo non veniva baciato cosi? Lo era mai stato? 
Ripercorse rapidamente con la mente tutti i baci che aveva dato nella sua vita, baci teneri, baci romantici, baci rubati e baci sognati, baci pieni di passione, e baci carichi di tristezza ma mai nessun bacio che lo facesse incendiare in quel modo.
Certo quell'estasi temporanea non poteva essere comparata con l'amore, la comprensione e l'intesa che aveva con Vic, ma erano anni ormai che si sentiva spento, e ora senza preavviso si sentiva di nuovo vivo, qualcosa si era acceso dentro di lui, e non aveva alcuna intenzione di spegnerla.
All' improvviso il suo corpo sembrò prendere vita propria, incurante dei suoi se e dei suoi ma, dei suoi dubbi, dei suoi flashback e dei suoi ricordi.
Come sotto un incantesimo prese il controllo sulla sua mente, rialzandosi da quella posizione sottomessa spinse via Jensen facendogli quasi perdere l'equilibrio.
Le sue mani scesero sul suo petto, fino ad arrivare al bordo dei jeans, indugiarono sulla cintura di cuoio, poi trovarono l'orlo della maglietta nera che dal sudore gli si era appiccicata addosso, la oltrepassarono, risalendo sul suo petto bagnato e accarezzando ogni centimetro di pelle. Le mani di Jensen risposero a quel contatto, si aggrapparono alla sua camicia, ci passarono sotto, graffiandogli la schiena.
"Mish mi stai facendo impazzire stasera!" Gli disse lui.
Le loro bocche si cercarono, si trovarono, si incastrarono.
My life
Black ice
My life
Black ice
My life
When the devil come a callin’
I ain’t gonna be around
I’ll kick, I creep crawl down your street
And gouge your eyes out
Black ice

Poi l'acqua scese sul fuoco, letteralmente.
Gli idranti della sala dei concerti si attivarono, grazie al calore estremo che c'era all'interno, spruzzando acqua sulla folla che urlava di gioia, grata di avere un po' di sollievo da quel caldo infernale.
L'acqua scese sul fuoco, ma non lo spense.
I loro corpi si muovevano all'unisono, si scontravano, si sfregavano, avanti e indietro, sembrava non dovessero staccarsi mai. 
L'acqua scivolava sui loro visi, sui loro vestiti, ma questo non sembrava turbargli, anzi il contatto tra di loro era ancora più stimolante.
"Ti voglio Mish" Disse improvvisamente il ragazzo, restando ancora incollato alle sue labbra.
"Prendimi." Nessuna esitazione, nessun dubbio, lo voleva, ad ogni costo.
Jensen gli diede un morso veloce al labbro inferiore, come a voler sottolineare che era suo, almeno in quel momento: il futuro non aveva importanza, era il presente l'unica cosa che contava, e il presente gli apparteneva. 
Si stacco da lui, si guardò intorno cercando la via di fuga più veloce, lo prese per mano e si fece strada a spintoni tra la gente, non era un impresa facile ma un po' con le buone un po' con le cattive riuscirono ad uscire.
Quando riemersero all' aria aperta una folata di aria fresca gli colpì in pieno, alleviando il calore della loro pelle, ma non quello dei loro animi.
Era notte fonda ormai, la luna risplendeva luminosa dietro un cielo terso e nuvoloso, il via vai di macchine sulla strada gli abbagliava con le loro luci, ancora si sentiva il casino provenire dal concerto, Jensen restò un momento immobile con gli occhi chiusi, respirando l'aria pungente.
Dopo qualche minuto riaprì gli occhi e si incamminò verso la macchina, le loro mani ancora unite sembravano voler sfidare il mondo, mentre  camminavano come una normale coppia sulla strada semi deserta.

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Capitolo 4
*** Love song ***


Pours my beer, licks my ear
Brings out the devil in me
Hell ain’t a bad place to be
If this is hell then you could say It’s heavenly
Late at night turns down the lights
Closes up on me
Opens my heart, tears it apart
Brings out the devil in me.

La macchina sfrecciava veloce nel silenzio della notte, i suoni della strada erano attuti dai finestrini chiusi che riflettevano le gocce di pioggia che cadevano leggere. Jensen aveva messo su un cd degli AC DC per mantenere accesa l'atmosfera della serata, ed entrambi cantavano a squarcigola come teenager di ritorno da una serata in discoteca.
Non avevano bisogno di parlare, entrambi sapevano cosa stava succedendo e cosa sarebbe successo una volta rientrati nel hotel dove avevano prenotato per la notte, c'era un velo di disagio nei loro sguardi, era strano ritrovarsi vicini come se niente fosse successo, eppure era successo tutto quella notte, tutto quello che non sarebbe dovuto succedere, tutto quello entrambi avevo immaginato nei loro sogni più nascosti e proibiti.

Ed ora era successo. Ma la consapevolezza dei loro gesti era fugace come la loro macchina che correva sul asfalto, c'era, ma non appena te ne rendevi conto era sparita dietro una curva.
Arrivarono al hotel mezz'ora dopo essere partiti, la stanza era lussuosa e ben arredata, con i due letti vicini e distanti allo stesso tempo, come loro.
La chitarra che Jensen aveva portato con se era stesa sul letto, Misha guardò il ragazzo avvicinarsi a lei e sfiorarla con le dita, sapeva quanto gli piacesse suonarla, come si perdesse dietro quelle corde e quelle melodie.
Si era seduto sul letto e passava le dita sulle corde, che emettevano per lui leggere sinfonie.
"Suonami qualcosa." Disse all'improvviso Misha, sedendosi di fronte a lui.
Jensen rimase un attimo a fissarlo, poi senza dire nulla prese in braccio la chitarra e si sistemò meglio sul letto, incrociando le gambe e appoggiandoci sopra la chitarra.
Guardò Misha, fece un profondo respiro e iniziò a suonare, cantando per lui: 

I can tell by the look in your eye
I can tell by the way you sigh
That you know I've been thinking of you
And you know what I want to do
Oh Mish

Le parole esatte sarebbero dovute essere Oh Jean, ma lui le aveva sostituite per personalizzare la canzone.
When you smile I see stars in the sky
When you smile I see sunrise
And I know you've been thinking of me
And I know how you want it to be
Oh Mish

Misha si sentiva una stretta al cuore, ogni parola di quella canzone lo colpiva nel profondo, come tante frecce che gli trafiggevano l'anima.
Sapeva che quella canzone non era un caso, Jensen gli stava aprendo il suo cuore, nel unico modo in cui sapeva farlo: con la musica.

I can tell by the things you say
I can tell that you know the way
And I know what you want me to do
Oh, I've got hearts and flowers for you
If you leave me you'll make me cry
When I think of you saying good bye
Oh the sky turns to a deeper blue
That's - that's how I'd feel if I lost you

Oh Mish...
Misha sentì gli occhi bruciargli e inumidirsi, girò la testa di scatto, non voleva che l'amico lo vedesse così, avrebbe pensato che era stupido, una di quelle ragazzine stupide che si struggono ascoltando una serenata d'amore.
Improvvisamente si rese conto che era proprio quello: una serenata d'amore, nessuno gliene aveva mai fatta una, e Jensen aveva una voce così dolce che lo faceva sciogliere. Non si sarebbe mai detto guardandolo, sembrava così duro, così virile, eppure nascondeva dentro di sè una dolcezza infinita, e in quel momento gliela stava mostrando.
Trattenere le lacrime era sempre più difficile, Misha sentiva che tutte le emozioni che aveva trattenuto in quegli anni stavano straripando dai suoi occhi senza che lui ne avesse il minimo controllo.
Guardò fugacemente verso Jensen, per vedere se si era accorto della sua reazione.
I suoi occhi lucidi gli dicevano di sì.
Era troppo.
Si alzò di scatto e gli corse incontro, buttandosi tra le sue braccia.
Lo riempì di baci, sedendosi sopra di lui e avvolgendogli la testa tra le mani mentre continuava a ripetere il suo nome, quasi fosse una preghiera.
La chiatarra giaceva vicino a loro, quasi sul bordo del letto, Jensen si tirò indietro con la schiena fino a toccare il letto, Misha era sdraiato su di lui e gli stava sfilando la maglietta, mentre l'amico gli sbottonava i jeans.
Niente gli avrebbe più fermati.

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Capitolo 5
*** Choices ***


Taking more than her share, had me fighting for air
She told me to come but I was already there
The walls start shaking, earth was quaking
My mind was aching, we were making it
 And you shook me all night long
Yeah, you shook me all night long.

La pioggia continuava a battere sulle finestre dell'hotel sempre più pensantemente mentre incominciavano a mostrarsi le prime luci dell'alba.
Jensen era seduto nel letto con nient'altro che i boxer e la chitarra e strimpellava qualche malinconica nota, mentre Misha lo guardava sdraiato sulle sue gambe con aria sognante.
Era come essere immerso in un sogno, un bellissimo sogno che avrebbe voluto non finisse mai.
Eppure sapeva che sarebbe finito, sarebbero tornati a casa, e di quella notte di fuoco sarebbero rimasti solo i ricordi.
Misha guardò l'amico che suonava,  guardò quelle labbra che per una notte erano state sue, che aveva baciato e morso, che erano state sul suo corpo e gli avevano lasciato i segni sul petto.
Scese con lo sguardo sul suo collo, lo stesso in cui aveva nascosto il viso la sera prima, poi guardò il suo petto, quel petto che aveva sfregato contro il suo mentre facevano l'amore, lo stesso su cui si era addormentato quella notte.
Guardò le sue mani, quelle mani che avevano toccato tutto di lui, che erano state dentro di lui come mai nessuno prima, che lo avevano stretto e accarezzato, e i ricordi andarano a quando tenendosi per mano erano usciti dal locale e avevano passeggiato nella notte.
Una cosa semplice, che facevano tutte le coppie del mondo, lo aveva fatto spesso con Vic e con le sue ex ragazze, eppure quella volta era stato diverso, era stato come se con quel gesto Jensen gli dicesse che era suo e che non avrebbe mollato la presa.
Misha avvertì una fitta al cuore, si scoprì a desiderare di poter rivivere ancora quelle emozioni, di poter girare con lui mano nella mano come due ragazzini innamorati, poter mangiare qualcosa insieme ed accarezzargli il viso, poter abbracciarlo mentre guardavano un tramonto senza sentirsi addosso lo sguardo di tutti, ma sapeva che non era possibile, la vita non glielo avrebbe permesso.
Guardò i suoi occhi, quei bellissimi occhi verdi in cui si era specchiato cosi tante volte, che lo avevano guardato in così tanti modi, e per la prima volta si sentì geloso, perchè dal giorno dopo quegli occhi sarebbero tornati a guardare solo Danneel.
Con un impeto spostò la chitarra e si andò a sistemare sopra le gambe di Jensen, nascose di nuovo il viso nel suo collo, forse per l'ultima voltà penso tristemente.
"Ehi è tutto ok Mish?" Chiese Jensen abbracciandolo.
"Si..." Mentì Misha, non voleva parlare di quanto si sentisse debole e stupido in quel momento, sapeva che avrebbe reso tutto solo più difficile.
"Te l'ho mai detto che sei un pessimo attore?" Disse lui con voce dolce.
Misha scoppiò a ridere.
"Dai dimmi che cos' hai..." Jensen gli diede un bacio sulla fronte e lo strinse più forte a se.
"Tutto questo finirà..." Riuscì a dire con un filo di voce, mentre chiudeva gli occhi.
Jensen rimase in sienzio e gli diede un bacio sul collo, restando per qualche secondo appoggiato con le labbra sulla sua pelle, gli piaceva il suo sapore semplice come il sapone.
"Non deve finire per forza." 
Misha aprì gli occhi, in tutti i sensi: "Abbiamo delle famiglie, e io non voglio distruggerle."
"E credi che io voglia? Ma forse... Forse potremmo avere entrambe le cose."
"Non è una cosa giusta Jensen..."
"L'amore quasi mai è giusto."
Amore. Aveva detto amore. Il cuore di Misha batteva come un tamburo, la sua mente continuava a ripetere quella parola, quasi non ne capisse il significato.
"Non possiamo scegliere chi amare, possiamo solo scegliere se accettare o negare quell'amore." Aggiunse Jensen accarezzandogli la testa.
Misha rialzò il viso fino ad arrivare a quello del ragazzo, lo guardò negli occhi, e improvvisamente capì cosa doveva fare.
"Sono stanco di negarlo." Disse baciandolo sulle labbra.
Little lover,
I can’t get you off my mind, no
Little lover,
I’ve been trying hard to find
Someone like you
 Oh baby you sure looked sweet
Could have been a nightmare
Could have been a dream.

Sotto la luce arancione dell'alba che filtrava dalle finestre appannate dalla pioggia, due corpi si fondevano insieme, completandosi.
Giusto o sbagliato, normale o diverso, bello o brutto, tutto cambia a seconda degli occhi di chi lo giudica, questo era quello che gli avevano sempre insegnato i suoi genitori, ma quando Misha guardò il ragazzo con cui stava facendo l'amore in quel momento vide solo amore, e l'amore non poteva essere sbagliato, ne era certo.
Restò immerso in quei meravigliosi occhi verdi che nel corso degli anni aveva imparato a conoscere, sentendosi bruciare come il fuoco, e tranquillo come l'acqua.


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Capitolo 6
*** Unfaithful ***


Story of my life, searching for the right but it keeps avoiding me
Sorrow in my soul 'cause it seems that wrong, really loves my company
He's more than a man, and this is more than love, the reason that the sky is blue
The coulds are rollin' in  because I'm gone again, and to him I just can't be true
And I know that he knows i'm unfaithful, and it kills him inside 
To know that i am happy with some other guy I can see him dying..

Jensen si sentiva una persona orribile, sotto ogni punto di vista: come marito, come padre, come amico, come amante.
Voleva solo essere felice, così come avrebbe voluto che anche le persone che amava lo fossero, ma per quanti sforzi facesse sembrava non fosse mai abbastanza.
Non dedicava abbastanza attenzioni a sua moglie, non passava abbastanza tempo con sua figlia, non poteva essere abbastanza onesto con Jared per dirgli la verità, e non era abbastanza libero per poter vivere la sua relazione con Misha.
Vedeva la delusione nei loro sguardi, e la capiva bene perchè la leggeva anche nei suoi occhi quando si guardava allo specchio, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.
Tra lui e Misha era tutto bellissimo, i baci rubati sul set, le notti passate insieme nella camere degli hotel durante le riprese, le fughe romantiche quando erano a casa, riuscivano sempre a trovare un modo per vedersi e per sentirsi.
No, non voleva rinunciarci, per quanto complicato fosse gestire una doppia vita, per quanto le menzogne e i segreti lo facessero soffrire, aveva sempre lui, poteva contare sul suo appoggio, sulla sua fiducia, sul suo amore.
Quando stava male e pensava di non farcela più lo chiamava e in qualche modo riusciva sempre a tranquillizzarlo, a volte con le parole, a volte sotto le lenzuola.
"Ho sempre pensato che gli adulteri fossero degli stronzi... Non avrei mai pensato che sarei diventato uno stronzo anche io..." Disse una volta mentre facevano colazione.
"La vita adulta è complicata Jensen... A volte rimani intrappolato in delle situazioni che sai essere sbagliate ma che allo stesso tempo ti rendono felice."
"Lo so, ma quando mi sono sposato credevo che le avrei fatte con mia moglie le fughe romantiche, non con te. Credevo che saremmo stati felici e ci saremmo amati fino alla fine."
"Quando ho sposato Vic credevo che l'amore fosse eterno, che i veri amici sarebbero rimasti per sempre, che la mia famiglia mi avrebbe sempre capito, che ci fosse del buono in tutte le persone. Ma mi sono dovuto ricredere, ho smesso di credere alla favole anni fà Jensen, questa è la vita reale, piena di stronzi, traditori e bugiardi, potrà sembrare orribile, ma è l'unica che abbiamo!"
"Quindi mi stai dicendo che visto che il mondo é pieno di stronzi va bene se lo siamo anche noi?"
"No. Quello che stiamo facendo noi é una cosa terribile, sto solo dicendo che a volte devi fare cose terribili per essere felice, é così che funziona il mondo." Disse Misha accarezzandogli il viso e appoggiando la testa sul suo petto.
Erano seduti su quel letto sfatto da ore ormai, guardavano i cartoni mentre facevano colazione e ridevano come bambini, ma non erano più dei bambini, e ogni tanto la loro parte adulta urlava per farsi sentire.
Misha spostó con la mano le tazze e i piatti sporchi ai bordi del letto, andando a raggomitolarsi tra le sue gambe incrociate.
"Sei felice?" Chiese dopo un po' Jensen.
"Si. La maggior parte del tempo lo sono... Tu lo sei?" Rispose Misha preoccupato.
"Quando non mi odio per quello che sto facendo a Danneel si, molto."
"Lo so che non é facile... Ma quando mai la vita lo é?"
Jensen fece un profondo respiro, poi lo bacio sulla guancia e chiuse gli occhi stringendolo più forte.

 
I don't want to do this anymore, i don't want to be the reason why 
Everytime I walk out the door i see him die a little more inside,
I don't want to hurt him anymore i don't want to take away his life
I don't want to be a murderer...
Our love  his trust i might as well take a gun and put it to his head,
Get it over with i don't want to do this anymore.

Erano passati mesi ormai da quella mattina, le giornate trascorrevano tranquille e ripetitive tra riprese, incontri segreti nei camerini, risate con gli amici e sensi di colpa a casa.
Ma ormai era questa la loro vita, la vita che avevano scelto, o che in qualche modo gli aveva scelti.
Un giorno mentre erano in pausa pranzo dalle riprese e si stavano godendo un po' di coccole nascosti dietro il set, Misha tirò fuori una busta bianca con sopra un fiocco azzurro dalla tasca del trench e la porse a Jensen.
"Che cos'è?" Chiese piacevolmente divertito, aveva sempre amato le sorprese.
"Un pezzo di paradiso..." Rispose Misha sorridendo.
Jensen lo guardò confuso e aprì la busta, dentro c'erano due biglietti aerei per il Messico e la prenotazione dell' Hotel. Due settimane. Era impossibile.
"Stai scherzando Mish?" Strinse forte i biglietti, quasi a volerli spezzare.
"Non... Non ti piace come idea Jensen?" Chiese Misha con gli occhi lucidi.
"Certo che mi piace ma... Ma non possiamo, è troppo rischioso!" Disse con la voce spezzata restituendogli la busta. 
Ma Misha non aveva alcuna intenzione di accettare un no come risposta, non quella volta, non dopo tutti i no che si era sentito dire e tutte le rinunce e i sacrifici che aveva dovuto fare per lui. Spinse via le mani di Jensen e gli bloccò le mani sulla busta con le sue.
"Non mi importa! Ne ho bisogno Jensen, ho bisogno di averti tutto per me, e so che anche tu ne hai bisogno... Ti prego, abbiamo rinunciato a così tante cose, almeno per una volta voglio godermi quello che abbiamo senza dovermi rinchiudere in un motel o in un camerino."
"Anche io vorrei ma... Ma se ci vedessero? E poi come facciamo con le riprese, con le famiglie... No è troppo rischioso Mish, mi dispiace davvero, non hai idea di quanto vorrei venire ma...."
"Ma ma ma, c'è sempre un ma tra di noi - lo interruppe bruscamente Misha - Ti prego Jensen almeno per una volta lasciamoci andare... Ho prenotato in un posto dove non ci sono molti turisti, staremo attenti, ma ti prego portami via da qua, portami in un posto dove posso amarti davvero..."
"Questa è una follia..." Jensen aveva paura, paura di essere scoperto e di dover dire addio a tutto ciò che si era faticosamente costruito in quegli anni, una famiglia, una carriera, un pubblico. Ma aveva anche un disperato bisogno di Misha, di poter stare davvero con lui e di poterlo amare e viziare come aveva sempre voluto.
"Noi siamo folli..." rispose Misha.
Aveva ragione, tutto quello che stava accadendo tra di loro era una follia, ma era una bellissima follia, e forse era arrivato il momento di godersela fino in fondo.
Jensen fece un profondo respiro, mise la busta nella tasca interna del giaccone e baciò il ragazzo che aveva di fronte, quel pazzo adorabile ragazzo, il suo ragazzo.
"Va bene piccolo pazzo... Vamonos en Mexico!" 
Il volto di Misha si illuminò e si buttò subito tra le sue braccia, mentre Jensen lo baciava e lo sollevava lievemente in aria, si sentiva così felice che avrebbe voluto urlare
.

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Capitolo 7
*** Lost in paradise ***


It may be wrong but it feels right to be lost in paradise
I’m so lost in paradise
If I open up my eyes
I can see the storm, I can see the sky
I can see the darkness flashing lights
All my fears, won’t deny
Let me stay lost in paradise
.

Il sole era alto nel cielo limpido, un piacevole venticello soffiava dando un po' di tregua dal caldo torrido, la sabbia era bianca e rovente, e l'acqua era cristallina e tiepida.
Misha stava nuotando nella grande spiaggia di Playa del Carmen, poteva vedere tanti piccoli pesci colorati nuotargli intorno, sotto di lui c'erano rocce e piante di ogni tipo e colore, e in alcuni punti si potevano notare anche i coralli.
Sulla spiaggia, all' ombra di alcune palme Jensen stava suonando la sua preziosa chitarra, non c'erano molte persone da quella parte dell'isola e a lui piaceva cantare senza che nessuno lo ascoltasse, nella pace della solitudine.
L'unico che poteva ascoltarlo era Misha, che quando riemergeva dalle sue immersioni restava qualche minuto ad ascoltare il suo compagno cantare, lo rilassava moltissimo e lo riempiva di gioia vederlo così tranquillo e felice.
Dopo averlo ascoltato sulle note di Sweet Home Alabama, si tuffò di nuovo sott' acqua, si divertiva tantissimo ad esplorare il fondale marino, era così ricco e colorato che si perdeva ad ammirarlo in ogni piccolo dettaglio.
Improvvisamente di fronte a lui apparve un enorme tartaruga marina, per poco non gli venne un colpo a trovarsela davanti, era beige e ricoperta di chiazze marroni,  nuotava tranquillamente e non sembrava importagli molto della sua presenza, Mentre per lui era uno spettacolo unico.
Riemerse rapidamente per riprendere fiato dopo lo spavento, cercò all' orizzonte Jensen ed iniziò a chiamarlo, agitando le braccia, era uno spettacolo troppo bello per non renderne partecipe anche lui.
Jensen stava attaccando con una nuova canzone quando iniziò a sentire delle urla provenire dal mare, si accorse che Misha si stava agitando e continuava a chiamarlo, gettò immediatamente la chitarra sulla sabbia e corse verso la riva, si tuffò velocemente e nuotò più forte che poteva fino a raggiungerlo.
Quando finalmente lo raggiunse lo prese subito i fianchi per sorreggerlo.
"Stai bene bene piccolo? Che è successo?" Era così preoccupato che tremava, l'idea che lui potesse stare male lo uccideva.
"Si si sto bene, ma c'è un enorme tartaruga qui sotto che volevo..."
"Una cosa?!" Lo interruppe Jensen.
"Una tartaruga!! E' enorme sai? E' bellissima devi assolutamente..."
"Ma sei impazzito Misha?! Mi hai fatto prendere un colpo! Pensavo che stessi male, che stessi annegando cazzo!" Urlò lui staccandosi bruscamente dal ragazzo.
"Scusami Jensen! - Disse lui precipitandosi ad abbracciarlo - Mi dispiace volevo solo farti vedere una cosa spettacolare..." 
Jensen sbuffò e disse: "Ma quanto sei cretino?" Poi lo strinse a sua volta e lo baciò.
Era così sollevato che stesse bene che la rabbia passò velocemente, lasciando spazio alla gioia.
"Vieni a vederla con me?" Chiese dolcemente Misha.
Jensen annuì e insieme si immersero sott'acqua, Misha lo aveva preso per mano per guidarlo in quei fondali che aveva imparato a conoscere, nuotarono fino a raggiungere la tartaruga, e quando la trovarono rimasero accanto a lei nuotandole intorno.
Jensen sorrideva e le accarezzava il dorso, era davvero una sensazione stranissima ed eccitante.
Dopo un pò la lasciò andare, riprese il compagno per mano e iniziò a nuotare verso la riva, stare sott'acqua era come essere in un altro mondo: non c'erano rumori, non c'erano parole, c'era solo l'acqua che gli avvolgeva facendoli sentire parte di qualcosa molto più grande e profondo di loro.
Quando raggiunsero la riva si buttarono sulla sabbia per riposasi un po' dopo la nuotata, restando con le gambe e la vita ancora immersi nell' acqua. Il cielo sopra di loro era così azzurro che si mischiava con l'azzurro del mare, rendendoli una cosa sola.
Da quando stava con Misha ogni volta che vedeva quel colore pensava ai suoi occhi, gli davano un incredibile senso di pace e di completezza.
Si voltò verso di lui e gli accarezzò il viso, Misha sorrideva e si lasciava accarezzare docilmente, dopo un po' Jensen si chinò a baciarlo, spostando il suo corpo sopra il suo.
Continuò a baciarlo, con le onde che salivano e scendevano dal suo corpo, mentre si sfregava contro il ragazzo sotto di lui.
Iniziò a baciargli il collo, mordendolo di tanto in tanto, Misha gli graffiava la schiena, sapeva che lo eccitava quando faceva così, poi scese con le mani fino al bordo del costume, glielo sfilò fino alle gambe, e subito dopo si tolse anche il suo.
"Sei davvero un piccolo pervertito lo sai?" Gli sussurrò all' orecchio Jensen.
"Il tuo piccolo pervertito?" Chiese lui leccandogli il collo.
"Uhm si... Ma sei stato molto cattivo oggi, mi hai fatto prendere un colpo, quindi dovrai farti perdonare..."
In tutta risposta Misha gli baciò avidamente le labbra, mordendogli il labbro inferiore.
Poi spostò il ragazzo andando a sdraiarsi sopra di lui, si muoveva sopra la sua erezione avanti e indietro provocandolo, gli strizzava i capezzoli continuando a baciarlo, soffocando i suoi gemiti, mentre il ragazzo si aggrappava con forza ai suoi fianchi.
Erano ancora immersi per metà del corpo, il che rendeva più fluidi i loro movimenti, e aumentava il loro desiderio.
Dopo un pò Misha scese con la mano fino a toccare il suo membro, muovendolo velocemente su e giù, Jensen ansimava e spostava le sue mani sul suo fondoschiena, iniziando ad entrare dentro di lui.
Quando finalmente fù pronto lo penetrò con forza, facendolo saltare su di lui.
Misha si muoveva freneticamente, ansimando e gemendo.
"Ti sentiranno tutti se continui così maledizione!" Disse preoccupato Jensen.
"E che sentano! Che sentano tutti come mi stai scopando!" Rispose lui muovendosi con più foga.
"Tu sei pazzo!" Esclamò Jensen, guardandosi intorno preoccupato.
"E tu sei pazzo di me!" Gli disse prima di tornare sulle sue labbra.
L'orgasmo arrivò con violenza prima per uno e poi per l'altro, facendogli tremare e urlare.
Quando ebbero finito si sdraiarono sulla sabbia, boccheggiando per lo sforzo.
-----------------------------------
Il tramonto rendeva il cielo un intreccio di colori: arancione, giallo, rosa, celeste.
Misha era abbracciato a Jensen, erano appoggiati ad un muretto basso sulla stradina che portava alla cittadina, e si erano fermati per ammirare quello spettacolo prima di andare a cenare.
Jensen teneva stretto Misha tra le sue braccia, aveva la faccia premuta sui suoi capelli che odoravano di mare e di shampoo alla frutta, mentre con le braccia gli avvolgeva i fianchi.
Misha gli aveva messo le braccia intorno al collo ed era appoggiato alla sua guancia, mentre guardava le onde infrangersi sulla riva e il sole che lentamente andava a scomparire nel mare.
Accanto a loro c'erano alcuni alberi fioriti, Jensen non sapeva che tipo di fiori fossero, sapeva solo che erano belli e profumati come il suo ragazzo.
Ne prese uno bianco e lo mise con delicatezza dietro il suo orecchio, ridendo dolcemente.
Misha guardò il fiore e poi lui, ridendo a sua volta.
"Come mai sei così carino?" Gli chiese sorridendo e dondolandosi tra le sue braccia.
"Perchè te lo meriti." Rispose lui baciandolo.
Rimasero fusi in quel bacio, finchè in lontananza si iniziò ad udire l'orchestra che incominciava a suonare per i balli serali, i ristoranti gli organizzavano tutte le sere per i turisti che dopo aver cenato si intrattenevano a ballare sulla piazzetta della cittadina.
Misha iniziò a muoversi a tempo, ondeggiando contro il bacino di Jensen, che non aveva smesso di baciarlo, ma iniziava a muoversi seguendo il ritmo latino della musica.
Continuarono a ballare per quasi tutta la sera, lontani dal mondo, lontano dalle loro vite, insieme in quel piccolo pezzo di paradiso, stretti l'uno nelle braccia dell'altro.
"Vorrei restare qui per sempre Jensen... Questo è davvero il paradiso..." Sospirò Misha.
"No... Tu sei il mio paradiso." Replicò Jensen sfregando il naso contro quello del suo ragazzo.
How was I to know that my love was delusional
Somebody told me how to mend a broken heart this old
In love we all we fall but we fell a little harder
What i’m supposed to do with this heart?
It may be wrong but it feels right to be lost in paradise.

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Nota: Dedico questa fic alle mie due grandi amiche, senza le quali non sarei riuscita a realizzarla cosi bene:  Dimea per i preziosi consigli musicali senza i quali non avrei neanche potuto iniziarla e  LoveAlwaysAndForever per avermi spronato a continuarla rendendola quello che è: completa. Thank you bitches, i <3 you!

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