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di letz_amnesia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Excuse miss ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2. ***



Capitolo 1
*** Excuse miss ***


CAPITOLO 1 :                       EXCUSE ME, MISS.
Capire come mai quella mattina Ellington, o più comunemente conosciuto come Ratliff, si era svegliato presto di domenica era impossibile.
Lui stesso si era sorpreso di essersi alzato alle 8 di mattina di domenica, l’unico giorno in cui non lavorava nella bruttissima, minuscola e insignificante libreria di Littleton.
Lui Ellington Lee Ratliff il ragazzo dolce quanto stronzo, pigro quanto iperattivo, riservato e buffone.      
Era caduto letteralmente dal suo letto sul quale giacevano i vestiti sporchi del giorno precedente- avrebbero alloggiato li a lungo- svegliato dal suono stridulo della sua insopportabile sveglia, perché la sera prima «non ho voglia» aveva detto riferendosi allo spegnere la sveglia.
Era corso poi in bagno scontrandosi violentemente contro il lavandino, schiando di perdere direttamente la vita.
Non che avesse una vita particolarmente entusiasmante: nessun'amante, un conquilino inutile e un lavoro per niente soddisfacente- ma quest'ultimo era dovuto alla sua scarsa intelligenza- ma lui ci teneva e basta alla sua vita. 
Il suo urlo, dentro la doccia, uscito fuori dopo un getto d'acqua gelida sul corpo assonnato e caldo, aveva svegliato Tristan il suo conquilino.
Che poi chiamarlo conquilino era esagerato. Ellington l'aveva ospitato in casa sua solo perché lui non ne aveva una e perché gli aveva promesso che non avrebbe disturbato. E di certo casino non lo faceva. Passava le giornate sul divano a guardare la tv.

Il tempo di vestirsi e di fare colazione che Ratliff era fuori casa con un giacchetto di pelle e una bandana in testa, indeciso su dove andare e cosa fare della sua domenica.




 

La vita di Rydel Mary Lynch era totalmente differente da quella di Ellington
Lei aveva soldi. 
Lei aveva fan, fotografi. 
Faceva ciò che le piaceva ed era contenta cosi, a volte. Essendo una nota modella e ballerina viveva una vita molto frenetica con orari molto rigidi da rispettare, e cosi ora si ritrovava in vacanza a Littleton alla larga di tutta la gente che la circondava al lavoro. 

Da fuori si poteva anche pensare che fosse davvero felice Rydel, ma il mondo dello spettacolo non sempre era facile. Insomma era bello quanto pericoloso. Rydel aveva sempre camminato sulla diritta via, non beveva, non fumava e neanche praticava il sesso, cosi, tanto per divertimento. Lei aveva iniziato a ballare perché voleva nascondersi dalla realtà della sua vita, voleva nascondere le sue sofferenze e sentimenti. Si sentiva libera e sicura di se quando saliva sul palco. Si perché quando ballava tutto intorno a lei scompariva, tutti i problemi e si esprimeva davvero in quei passi leggeri guidati dalla musica. Avendo iniziato da piccola a ballare, ora veniva chiamata per esibirsi nei più grandi teatri e, addirittura, per recitare nei film.

 Non le era mai piaciuto svegliarsi con la sveglia, specialmente se squillava alle 8 del mattino, di domenica.
Affondò la testa sull enorme cuscino del letto matrimoniale, occupato solo da lei, sperando che la sveglia tacesse velocemente. 
Ma non andò proprio come voleva lei. Mentre cercava di riprendere sonno, senti l unica voce che non avrebbe mai più voluto ascoltare, quella di suo padre.

Cadde dal letto spaventata sbattendo la testa sul computer lasciato a terra la sera prima. Si guardò intorno e non video nessuno, era stata solo la sua immaginazione. 
Decise comunque di alzarsi e farsi una bella doccia, tanto non sarebbe riuscita a prendere più sonno.
Il getto d acqua gelida che le cadde sul corpo accaldato la fece urlare e scivolare nella vasca da bagno.
Rassegnatasi dal potersi fare una doccia tranquilla, svegliarsi normalmente, usci dal doccia, torno in camera e lancio l accappatoio per terra. Si cambio velocemente indossando una salopette di jeans chiari con vari buchi sulle gambe, lasciando slacciata una bretelle mostrando una canottiera nera corta con scritto "96" in bianco. Prese il primo paio di converse nere che trovò per la stanza e corse per le scale rischiando di storgersi una caviglia. Non si preoccupò più di tanto di 'mascherarsi' per evitare di essere riconosciuta. Aveva sempre amato essere naturale e non sembrare una barbie e poi era in vacanza, non doveva apparire perfetta ai fotografi. 

Era la città dove aveva vissuto da piccola, conosciuta da tutti per quello che era veramente, ed era tornata al look di sempre senza indossare abiti eleganti e troppo trucco.
Fece scendere sul naso gli occhiali da sole e si avviò verso una gelateria.
Guardò i pochi ragazzi della sua età in giro per le strade con il proprio gruppo di amici, e si senti stranamente vuota vuoto. 

Perché non poteva essere come loro? 
Cosa cavolo ci faceva lei a camminare sul Red Carpet accecata da tutti i flash?
 Perché il suo nome e le sue foto erano su troppe riviste? 
Una ragazzina di appena 18 anni come lei, cresciuta troppo in fretta, n
on doveva essere una delle ballerine più ricercate del mondo intero. 
Non voleva stare sola in una casa enorme, con valanghe di soldi e nessuno che l amasse veramente. 
Lei non era felice.

Vedere quei ragazzi ridere e scherzare tra di loro, felici le aveva riempiti la testa di domande. Era buffo, molte persone la invidiavano, per quello che faceva e per la sua vita, ma Rydel se avesse potuto sarebbe tornata ad una vita normale, con dei amici,con una famiglia. 
Gia..la famiglia. Era troppo piccola quando sua madre e i suoi fratelli se ne erano andati, dopo una litigata con suo padre. Non ricordava le facce dei suoi fratelli, perché erano troppo piccoli. Aveva vissuto il resto della sua vita con il padre, che col passare del tempo era diventato dipendente dall'alcol e dal sesso. 
Questo cambiamento aveva fatto scappare Rydel di casa, perché a casa veniva picchiata dal padre,e avviarla al mondo dello spettacolo.



«Cosa caz- o scusami tanto..io non volevo», Ratliff, la finezza in persona. 
Leggere una giornale mentre beveva un caffè e camminava per strada, non era poi tanto semplice. Ellington si scontro niente meno con Rydel, rimasta imbambolata in mezzo al marcia piede, versandole il caffè addosso. 
«uffa» si lamentò semplicemente la ragazza. 
Alzò i suoi grandi occhi castani contornati da una leggera linea di matita nera e definiti da un po di mascara, scontrandoli con quelli verdi di Ratliff. 

Inutile dire che le guance di quest'ultimo si tinsero di un rosso acceso e che morì dalla voglia di sprofondare nel suolo. 
Ma no. 

Non perché l'aveva vista o sapeva che era una star, semplicemente perché aveva versato il caffè addosso ad una ragazza e molto carina. 
« scusami tanto, non volevo» si grattò la testa imbarazzato.
Rydel dal canto suo voleva urlargli contro, ma si limito a un «fa niente». 

Non la conosceva e l'aveva trattata come avrebbe trattato qualsiasi ragazza, e questo le aveva fatto sembrare di essere una persona normale. 
«sono più imbranato del solito, questa mattina» le labbra di Ratliff si curvarono all'insù lasciando spazio ad un bellissimo sorriso con tanto di fossette. «lo vedo» rispose Rydel sorridendo spontaneamente. 
Il bel tempo, il sole, l'essere a casa la faceva essere di buon umore. Non poteva che sorridere alla visione di quel ragazzo impacciato e allegro. 
«Uhm..ehm...be, dovrei andare» 

Rydel sembró tornare alla realta alla frase del ragazzo.
Solo ora si accorse di essere stata ferma in mezzo al marciapiede, per un quarto d ora. 
«oh si certo..è stato un piacere..ehm..» 

« Ellingtole porse la mano senza togliersi il sorriso dal viso.
«Rydel» sorrise a sua volta Rydel, stringendo la mano. Quella stressa provocó una scossa di brividi che le percorse la schiena, facendola sospirare involontariamente. 
«bene...ci si vede» la saluto con un cenno del capo, Ratliff, continuando a camminare diretto verso casa sua.







 

HOLA BEAUTIFUL PEOPLE!
 

Sono una merda nello spazio autrice, avvertiti.

yeeey. so cui a scassarvi con un altra delle mie ff..forse questa la terminerò.
MA TUTTO DIPENDE DA VOIII.
BENE..devo correre a letto.
sarò breve.
il rating arancione..potrebbe diventare rosso..ma non spaventatevi.
il titolo, introduzione potrebbero cambiare da un momento all'altro..
non so cosa dire.
questo capitolo non è il massimo, ma è solo una specie..di...un prologo(?) sbagliato?
la piantooooo. 
spero di averpostato correttamente e leggibile..ma mi pare di aver gia fatto trenta mila errori, tipo gli sbalsi del carettere delle lettere
spiegherò meglio nei prossimi capitoli ma ora devo sbrigarmii lalala
continuo a 3-4 recensioni, vi aspetto, per favore. mi fareste veramente felice.
baci XOXOX

- lety <3
 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2. ***


                                                              See you again.

 

«ehi...su..devi alzarti»
la voce arrivò dolce alle orecchie di Ratliff, ancora nel mondo dei sogni.
Oh si, stava sognando cose belle, apparentemente.
Un filo di bava che scivolò dalla bocca di Ell, fece ridere e stampare sul viso di Tristan un sorriso perverso.
Si ritrovò a pensare che, nonostante Ell non uscisse con una ragazza da anni e che fosse ormai uscito dall'adolescenza, i sogni perversi non glieli vietava nessuno.
'Ma no, cosa vado a pensare.'
Scrollò le spalle, scuotendo la testa.
Di sicuro Ell non stava pensando alle ragazze, l'unica cosa che riusciva a farlo sbavare erano i pancakes.
«Dio, non cambierai mai» disse più che altro a se stesso.
«Ell...Ell? » tris si avvicinò all'amico e gli tocco la guancia con il dito. Era morbida, almeno.
«Cazzo. Lee. Ascoltami» Inutile.
Spalancò la finestra, inseri il cd dei “AC DC”e partì "Back in black" per tutta la camera e corse in bagno per riempire una bacinella di acqua.

 

«PORCO CANE. TRISTAN!» un Ratliff abbastanza arrabbiato cadde dal letto, strillando.
Certo, le condizioni della sua camera era a dir poco pessime.
Il letto impregnato di acqua, lui tutto bagnato per terra, tutti i vestiti a terra e Tristan che twerkava a ritmo di musica.
Già la musica. Per quanto Ellington potesse amarla, davvero, gli ACCD di prima mattina non gli andavano a genio.
« Non te la prendere..sei in rit-»
«Oh merda, il lavoro!» strillò Rat, cercando per tutta la stanza qualcosa di decente da indossare.
Mentre si vestiva, farfugliò cose comprensibile solo a lui, finché «grazie per avermi svegliato, però la prossima volta sì più delicato» si rivolse all'amico.
Uscì correndo, saltando la colazione. Avrebbe mangiato qualcosa al bar di suo cugino Brad, dopo il turno mattutino.

 

« le prometto Signora, che non sarò più in ritardo» disse Ratliff portando una mano al cuore, con fare solenne, per convincere quella donna davanti a lui.
Ma in risposta ricevette uno sbuffo, e un gesto sbrigativo per farlo uscire dall'ufficio. Non biasimava certo il suo capo. Doveva subirsi ogni giorno le lamentele dei colleghi per i libri che non tornavano, per i bambini e i ragazzini che faceva confusione e puntualmente, i ritardi di Ellington. Arrivava con minimo 15 minuti di ritardo e una scusa diversa.
Sorrise al ricordarsi di tutte le fesserie che le diceva.

"Ho dovuto accompagnare mia sorella all'ospedale" ricevendo un "tu non hai nessuna sorella" da parte della signora McFly.

Attaccò il cartellino plastificato, con scritto nome e cognome, alla maglietta. Sospirò.
Era pronto ad iniziare un'altra noiosa giornata di lavoro, altrettanto noioso, in biblioteca. Doveva assolutamente cambiare lavoro.Non gli piaceva stare tra femmine di 50 anni, in menopausa e che scleravano per ogni minima cosa. Non c'era nessuno ragazzo di 19 anni che lavorava in una stupida biblioteca. Solo lui.
«Ellington si muova a lavorare» sbraitò la McFly.
Ma la verità era che no c'era un cavolo da fare.
I pochi ragazzi presenti, studiavano in gruppo, i bambini insieme alla mamma, sfogliavano libri e poi c'era una fila lunga al banco all'ingresso. Pensò di salire al piano superiore per sistemare le librerie.

« Dio mio, scusami» Ratliff alzò lo sguardo, dopo aver raccolto il telefono fatto cadere alla ragazza con cui si era scontrato.
« Mi pare di capire che quando ci incontriamo, ci scontriamo sempre» ridacchiò Rydel prendendo il suo telefono dalle mani di Ell, rimasto incantanto.
« È solo che non sono in vena per lavorare» si grattò la testa sospirando «la prossima volta ci incontreremo normalmente, lo sento» continuò scrollando le spalle.
« quindi tu lavori qui..» sussurrò Ryd.
«mi aiuti a cercare un libro» la sua voleva essere una domanda, ma alle orecchie di Ell arrivò come un ordine, facendolo ridacchiare.

Entrarono in ascensore, troppo pigri per fare sette scalini.
Ma ehi, l'ascensore serve anche a questo.
«ehm..che libro ti serve?» chiese di punto in bianco Ell, nell'ascensore.
Appena le porte si erano chiuse, lo spazio gli era sembrato troppo piccolo, l'ossigeno mancante e troppo imbarazzo tra loro due. Rydel invece sembrava a suo agio.
« Cercavo..ehm..» La verità è nemmeno lei lo sapeva. La storia del libro era solo una scusa per passare un po' di tempo con Ellington.
«Un libro horror..qualsiasi» disse velocemente per non sembrare una completa idiota. Ma Ratliff che la osservava la metteva in soggezione. Il rossore sulle sue guancie la tradirono,facendo sorridere Ell.
Finalmente le porte si riaprirono. Si diressero nel reparto dei libri fantasy.
Ratliff le mostrò tanti libri, e ryd ogni volta scuoteva la testa. Non le piacevano. Preferiva i romanzi, lei.

« Sai che ti dico?» sbottò dopo il centesimo libro.
« Che in verità non vuoi nessun libro?» chiese Rat sorridendo. La sua domanda la lasciò un po' spaesata.
« N-no...voglio 50 Sfumature di Grigio, ce l'hai?»
Parlare di quel libro era come parlare di sesso, per Ell. Arrosì violentemente, sospirando.
« No. In biblioteca non abbiamo libri del genere» tossì leggermente, per togliere l'imbarazzo
'Strano che un ragazzo legga un libro così.'
Annuì, forse troppo.
«be...allora..vedrò...dove abiti?» chiese Ell.
«ehm...Ryland Street, 156?»
« Se non lo sai tu, tanto meno io» ghignò.
Rydel roteo gli occhi sbuffando.
« ci abitano dei miei amici, li» aggiunse Ell.
Doveva andarli a trovare, era passato tanto tempo dall'ultima volta che li aveva visti.
«uhm...grazie io devo andare. Ciao Ell» concluse velocemente Rydel, per poi uscire dall'edificio.
«Quella ragazza è strana»


“arriviamo. Tienici un tavolo per favore” Ell chiuse la chiamata, riprendendo a sistemarsi i capelli, poco convinto della sua pettinatura.
Come aveva detto a Tristan, per pranzo sarebbe andato al bar di suo cugino Brad. Ma da quando era tornato dal lavoro era in continuo movimento, agitato e stressante.

Non erano state le continue lamentele da parte di Tris
Se ne era accorto lui stesso di essere particolarmente fastidioso. Ma non ne sapeva nemmeno lui il motivo. Forse l'incontro della mattina stessa con Rydel.
Si probabilmente era quello,ma gli costava ammetterlo. Continuava a ripetersi che sentiva che quel pomeriggio sarebbe successo qualcosa di speciale, un incontro al bar. Probabilmente sperava di rivedere Rydel.
«cazzo muovi quel culo Tris» urlò entrando all'improvviso in camera del suo coinquilino.
«eccomi» Tris fu trascinato a forza fuori dall'appartamento.
Sembrava proprio un cane, trascinato dal padrone incazzato.


«hey ragazzi, da quanto tempo» semi urlò Brad appena vide Ell e Tris entrare nel suo bar.
Se c'era una cosa che a Bradley piaceva del suo lavoro erano le visite da parte di suo cugino e le belle ragazze. Il suo poteva sembrare un lavoro semplice, monotono, ma a lui piaceva molto perché era suo il bar. L'aveva arredato tutto lui, e gli piaceva, tanto.
Si salutarono con varie pacche sulla schiena, solito dei maschi.
«Che vi do?»
«Il solito» risposero in coro Tristan e Ell.
Con "il solito" intendevano ogni tipo di oggetto commestibile: dalle caramelle alla pizza. Presero il loro pranzo nel vassoio e si sedettero al loro tavolo, attaccato alla finestra che dava sulla piccola terrazza del locale.
« Sai Elli» cominciò Tris «Pensavo di fare una festa a sorpresa per Ross»
‘ma è tra tre settimane, coglione’.
Ell alzò gli occhi sbuffando, sapeva come sarebbe andata a finire la 'festa a sorpresa': lui seduto su un comodo divano con un pacchetto di PopCorn mentre urla a tutti cosa fare.
«Allora?» insistette il biondo.
«Bo» rispose semplicemente Ell ,aveva fame.
Fissò il cibo nel piatto a lungo, indeciso su cosa mangiare per primo.
Addentò un'enorme ciambella ricoperta di glassa verde e bevve il caffè insieme. Buffo da vedere, si.
Ancora più divertente la scena seguente.
Bastò spostare lo sguardo altre la finestra, per farlo impuntare, sputare la ciambella e il caffè in faccia a Tris e tossire come una foca strozzata.
Guardò ancora quel tavolino, per assicurarsi di non avere le allucinazioni.
Ma lei era li, con le cuffie nelle orecchie e la sua tazza poggiata sul tavolo.
«Ma che cazzo ti è preso?» un Brad allarmato si avvicinò al loro tavolo «Non ti piacciono le ciambelle? Il caffé è amaro? C'era una moscha nel latte?» continuò a chiedere a raffica Brad.
Ratliff si era dimenticato che suo cugino aveva un difetto: era un emerito stupido. Ed era sicuro che si sarebbe messo a piangere da un momento all'altro se lui gli avrebbe risposto 'si' a tutte le domande che gli stava facendo.
«No Brad, tutto squisito» cercò di calmare suo cugino.
Mentre Tristan continuava ad insultarlo in arabo e brad puliva faccia e maglia di Tris, Ell tornò ad osservare Rydel.
Indossava una semplice canottiera nera e un jeans blu, i capelli raccolti in uno chignon, gli occhiali tirati su e gli auricolari bianchi nelle orecchie.
Sorrise, perché vide le sue mani picchiettare un ritmo tutto suo.
Sorrise perché vide le sue labbra cantare, sbagliò il testo della canzone e rise di se stessa arrossendo leggermente.
Sorrise perché la vide guardare in giro, come ad accettarsi che nessuno l'avesse vista.
Sorrise, la trovò adorabile.


«Ci stai ascoltando?» chiese perplesso Brad, rivolto a Ratliff.
«no»
«ma che hai?»
«no..chi stai fissando piuttosto»
«Perché stai fissando qualcuno?» chiese Brad guardando prima Ratliff poi Tris.
Ell provò a ribattere, perché no, non voleva essere sgamato.
«uuuhhhh. La biondina?» domandò Tris quando guardò fuori dalla finestra, con una faccia al quanto...perversa.
«no..ma c-»
«quale biondina?» chiese Brad preso da un attacco di curiosità.
Basto anche a lui guardare fuori e vedere Rydel.
«OH MIO DIO» urlò, rovesciando la tazza di Ell.
Senza pudore e preoccupazione di essere preso per pazzo, iniziò ad urlare cose tipo «TU SEI COMPLETAMENTE PAZZO», «NON TI ROCONOSCO», «però ammetto che è stupenda», «QUELLA NON È IL TUO TIPO », «MA ALMENO SAI CHI È?», «LEI è RYDEL MARY LYNCH», «potevi scegliertene una più semplice!», «Cioè, lei è una ballerina, famosa. Soldi, fama, fotografi, uomini a palate, falsità, capisci che intendo?».
Tirò fuori dalla tasca del pantalone un fazzoletto, per asciugarsi il sudore.
Ellington lo guardava a dir poco perplesso.
Aveva capito bene?
Sul serio?
Si era impuntato su una ragazzina famosa?
No no no.
Brad lo stava influenzando.
Lui lo sapeva che lei era diversa, lo sentiva, valeva la pena provarci.
«Bella scelta, invece» commentò Tris più a se stesso.
«Senti, seriamente, la conosci almeno?» Brad appoggiò la mano su quella di suo cugino, come se stesse male.
Ell sapeva che lui stava facendo solo il finto serio, era sicuro che gli sarebbe scoppiato a ridere in faccia da un momento all'altro.
È così tonto Bradley, da non accorgersene nemmeno più, ci si era abituato.
«L'ho incontrata già due volte, ci ho parlato» spiegò arrossendo.
«Vieni, vai a salutarla» disse Brad prendendogli la mano e portarlo fuori
' no no, fermo idiota, non sono pronto'.
Comunque non si fermò, prese un bel respiro, facendosi coraggio.
Anche se lui voleva solo uccidere Brad e Tristan, lo stavano confondendo.
Voleva tornare indietro, sapeva che era tutto sbagliato.
Doveva smetterla di pensare continuamente a Rydel.
Sapeva che probabilmente era già un altro ragazzo, meglio di lui sicuramente.
Era certo che quando lei se ne sarebbe andata non si sarebbe ricordata minimamente di lui.
Voleva chiederle di uscire, ma era quasi spaventato.
Non era certo di quello che provava per lei, magari sarebbero diventati solo amici, ma voleva conoscerla.
E avrebbe fatto di tutto pur di averla.
Voleva che quel sorriso che aveva perennemente stampato in faccia fosse rivolto a lui, che fosse lui la ragione del suo sorriso.
Ma no, non era innamorato, semplicemente affezionato ed interessato.

«Fottila, vai» sussurrò Brad risvegliandolo dai sui troppi, inutili e ingombranti pensieri
per poco non cadde a terra da quanto Brad lo imbarazzò.
«Brutto figlio ritardato» borbottò incomprensibile.

Si avvicinò alla ragazza silenziosamente, per osservarla meglio.
Si era appena tolta le cuffie e stava leggendo un articolo di giornale, molto concentrata.
«Lo vuoi ancora il libro?» chiese Ratliff, sedendosi sulla sedia accanto a lei, spaventandola di brutto.
«Vedo come mantieni le tue promesse, Ellington» gli sorrise, ponendo poi il giornale sul tavolo.
Stavano per incominciare una conversazione normale, se lo sentiva, e non poteva esserne più felice.

 

 

 

 

BUONGIORNOOOOOOOOOOOO!!

 

Incredibile ma vero, STO AGGIORNANDOO!
Sono passati tipo due mesi(?) dal primo capitolo e..........scusate il piccolo ritardo u.u
ma ho delle valide scuse:
1-ho passato tutto questo tempo a NONFAREUNCAZZO
2- avevo perso completamente l'ispirazione
3- avevo problemi con le coppie dei personaggi, tempi verbali e crisi di fangirlamento
poi bo.
Semplicemente sono troppo pigra mfl.
Okay aggiorno oggi perché adesso ho gli esami scritti e poi gli orali e sarò più incasinata.
E poi però non aggiornerò per un mese intero perché sono in vacanza in Francia e be.....non mi metto di certo a scrivere.
Se sto postando, tralaltro è SOLO COLPA della signorina che immagino sta leggendo.
Premetto che non mi soddisfa e non mi piace questo capitolo, spero che comunque mi lasciate un piccolo parere *-*
che dire....dal prossimo capitolo entreranno in scena gli altri personaggi
RINGRAZIO le tre ragazze che hanno recensito il primo capitolo, e le due che l'hanno aggionta alle seguite.
Sono di fretta, spero vi piaccia almeno un po', mi scuso per gli eventuali – più che sicuri- errori.
Probabilmente mi sono dimenticata delle milleduecento cose che volevo dirvi, ma ookay.
Continuo a 4-5 recensioni. <3 

Credo sia tutto, percio.
Ciaone xx

 

P.S.: chi di voi va al concerto a Roma dei R5??
io si!!
SCLERO!!

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