A School CRUSH!

di drosmigs_62
(/viewuser.php?uid=738617)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Misteri e battibecchi ***
Capitolo 2: *** La famiglia prima di tutto? ***
Capitolo 3: *** Dolci risvegli ! ***
Capitolo 4: *** La mattina della gita ***
Capitolo 5: *** E' l'aspetto che conta ***
Capitolo 6: *** Vite diverse ***
Capitolo 7: *** Il viaggio ***
Capitolo 8: *** Amori segreti ***
Capitolo 9: *** L'altra faccia della medaglia ***



Capitolo 1
*** Prologo - Misteri e battibecchi ***




Prologo - Misteri e battibecchi

 

DRIIIIINNNNNN….! 

 

 Improvvisamente una folla di studenti, affamati e sudaticci, invase l’atrio della scuola superiore di  Canterolt .  

-Caspita che fame! Voi no ragazze?- Una bionda dal volto ricoperto di lentiggini, camminava in testa al gruppo. -Applejack! Possibile che pensi sempre al mangiare?- Una ragazza molto bella, le si affiancò e la guardò con aria di rimprovero. - Coraggio Rarity, questa volta Aj ha ragione, direi che è meglio mettere qualcosa nello stomaco!- A queste parole Applejack si tolse il capello da cowboy, che porta sempre in testa, e lo levò in aria. - Yeah Hawww !! Così si fa, Twilight! - E così dicendo tirò una pacca sulla spalla all’amica dai capelli blu notte. - Cofff…Gr..grazie!- Rarity alzò lo sguardo al cielo. Aj se ne accorse e sarebbero senz’altro scoppiate in una lite se non fosse stato per l’intervento un po’ fuori luogo di Fluttershy. Aveva il corpo esile, lisci capelli rosa confetto e due enormi occhi color acqua marina. -Scu…scusate…-Iniziò con una dolcissima voce flebile, flebile. - Non vorrei interrompervi, ma credo che oggi non pranzeremo TUTTE insieme…- Una ragazza dai capelli color fuoco, sbucò da dietro Twilight. - Che intendi dire ShyShy, perché pensi questo?- La rosa, che non si sentiva ancora del tutto a suo agio con la nuova amica, indicò timidamente un punto poco distante da loro. Rarity sgranò gli occhi. - Non posso crederci, ma quelle sono PinkiePie…- -…e RainbowDash!- Finì Twilight, con aria altrettanto sbalordita. -Ma non capisco…- Intervenne Applejack. -Perchè sì urlano dietro?-

Una ragazza dai capelli arcobaleno urlava irata con le mani strette in pugno come per colpire; l’altra controbatteva, agitando in aria le braccia e facendo volare di qua e di la i suoi ricci capelli fucsia. - Non si riesce a capire cosa si dicano…- Osservò la ragazza coi capelli di fuoco. Improvvisamente le due si dettero le spalle, proseguendo  una verso il corridoio ormai vuoto, diretta al campo da calcio, l’altra verso il gruppo di amiche. -He..hey Pinkie, tutto bene…?- - Sto bene, Sunset Shimmer, mai stata meglio.- Pinkie aveva lo sguardo basso e i suoi occhi color ghiaccio non erano mai stati così spenti. La ragazza si avviò in silenzio verso la mensa, passando oltre le sue amiche che continuarono a fissarla perplesse. 

-Qui è successo qualcosa, qualcosa di grave!- 

 

Entrarono in mensa. 

Era affollata come sempre, nell’aria aleggiava un odore misto tra polpettone e sudore. Twilight prese il suo vassoio e ispezionò la sala in cerca dell’amica. - Hey, eccola lì. Seduta da sola in quell’anglo…- Le bisbigliò all’orecchio Rarity. - Giusto, grazie Rare!- Con cautela il gruppo di amiche raggiunse la fucsia. - Ciao, Pinkie Pie. Come butta?- Applejack si sedette a cavalcioni sulla sedia accanto a quella di Pinkie e ,sfoderando un caloroso sorriso, attese la sua risposta. - Da quando sei così bugiarda. AJ?- La voce della riccia era gelida e pungente, completamente diversa dal solito. - E’ inutile che fai finta di niente!-  La bionda si trovò spiazzata e si sistemò meglio sulla sedia , cercando con lo sguardo, il sostegno da parte delle amiche. Calò il silenzio nel gruppo, Pinkie mangiava con lo sguardo fisso sul suo piatto, come se non ci fosse nessun altro a parte lei. 

-Mi sento così dispiaciuta…- Sussurrò Rarity. - Bhe io almeno ci ho provato.- Commentò secca Applejack lanciando un’occhiataccia alla viola. - Calme ragazze, non comincerete anche voi!- Twilight si alzò lentamente dalla sedia. - Ho in mente qualcosa, spero funzioni…- Disse facendo l’occhiolino alle altre che rimasero in parte a guardare.  - Hemmm…hey, Pinkie Pie…posso parlarti un attimo?- La riccia non aprì bocca e addentò rumorosamente una mela. - Okay, bene, sai come si dice…chi tace acconsente, no?- Scherzò timidamente. - Comunque, volevo sapere che cosa è successo tra te e RainbowDash, siete sempre state amiche…- Non fece in tempo a finire la frase che Pinkie scattò in piedi, facendo stridere la sedia sul pavimento. - Io…non ho fatto nulla!! Non è colpa mia, hai capito? Lei è la mia migliore amica perché mai avrei dovuto farle qualcosa me lo spieghi?!- Per la prima volta da quando erano in mensa Pinkie aveva alzato lo sguardo e ora fissava Twilight dritta negli occhi. Improvvisamente fu scossa da un fremito incontrollabile e cominciò a piangere a dirotto. - Oh, no,zuccherino, non piangere…coraggio vieni qui…!- Così dicendo AJ le si avvicinò e la strinse forte tra le braccia. In quel momento Twilight la ringraziò : non era brava in queste cose! 

Pinkie continuava a singhiozzare, la faccia nascosta tra le braccia della cowboy. Fluttershy fece un passo in avanti. - Tranquilla Pinkie Pie, nessuno pensa che tu abbia fatto a Rainbow un torto…- Al suono della voce dell’amica, la riccia scattò fuori dall’abbracciò e si buttò a capofitto su Fluttershy. In un primo momento tutte pensarono volesse abbracciarla, ma quando videro le sue mani avvinghiarsi attorno al collo della più timida, subito si lanciarono a placcare l’amica. - C-calmati tesoro…- -Appunto, Pinkie, capisco tutto ma non c’è bisogno di reagire così…- -Gnnn…zuccherino, andiamo, basta!- La riccia continuava a dimenarsi cercando di sfuggire alla presa salda delle tre. - LASCIATEMI!!- Da canto suo, Fluttershy, se ne stava rannicchiata in un angolo, con gli occhi sbarrati a fissare l’amica. - ADESSO BASTA PINKAMENA!!!- La voce di Twilight  echeggiò in tutta la mensa. A sentire il suo nome completo, la fucsia si calmò. AJ e Rarity continuavano a tenerla per le braccia, non ancora del tutto convinte. Pinkie levò il capo, gli occhi gonfi dal pianto. - TU..- Esclamò indicando ShyShy. - Tu guai a te se mi rivolgi ancora la parola! Io mi fidavo di te…- Così si liberò dalla presa delle amiche, raccolse il suo zaino da terra e uscì dalla sala. 

Ci fu una pausa, in cui tutte e quattro rielaborarono ciò che era appena accaduto. 

Twilight fu la prima a parlare.

-Si può sapere di cosa parlava, Fluttershy?- La rosa si rialzò tremante da terra e cercò di mormorare qualcosa con la sua flebile vocina, resa ancor più lieve dalla paura. - Io…credo di aver capito…ma non pensavo…cioè ancora non capisco perchè…- - Arriva al dunque ragazzina!-  SLAM! Improvvisamente Rarity colpì Applejack sulla nuca. - Devi smetterla di rivolgerti alle persone in questo modo! Non ti sembra che sia già turbata abbastanza?- AJ guardò di sbieco la viola. - E dovevi per forza colpirmi?- Bofonchiò massaggiandosi il collo. -No, ma quello era per ciò che mi hai detto sta’ mattina. -  La bionda alzò gli occhi al cielo. Avrebbe voluto spiegarle tutto, ma non era quello il momento migliore. Twilight si grattava  il mento con aria accigliata. - No, ancora non capisco, possibile che fino a ieri andavate tutte d’amore e d'accordo e oggi sembra vi vogliate sbranare a vicenda?- Tutte si guardarono con aria colpevole. Sapevano che l’amica aveva ragione. - Insomma, una gita ad un museo e “puf” niente più amicizia?- AJ si sistemò imbarazzata il colletto della camicia. - Twily, capisco ciò che dici. Ma ti assicuro che non ho intenzione di rovinare la nostra amicizia.- L’altra la guardò torva. - E come mai, allora, tu e Rarity non fate altro che battibeccare come una vecchia coppia sposata?- A queste parole, il volto della bionda divenne scarlatto e si nascose dietro al capello. Calò ancora una volta il silenzio, ma questa volta per davvero. la mensa, infatti si era svuotata ed erano rimaste solamente loro ad occuparla. Fluttershy si guardò intorno, sollevò la sua cartella e se la mise in spalla. - Hemm..meglio che mi avvii in classe. Se ritardo ancora una volta mi becco un richiamo disciplinare. Mi dispiace per tutto, ci si vede dopo…- Era riuscita ad inventarsi una scusa plausibile per andarsene! E così dicendo corse fuori. - Bhe, allora vado pure io. Ho verifica e il mio quattro non può aspettare.- AJ prese da sopra il tavolo un vecchio libro di storia e si avviò lungo i corridoi. - Aspettami! Non penserai di cavartela così.- E anche Rarity sparì dalla vista. -Oh beh, SunsetShimmer,  siamo rimaste solo noi…- Sospirò Twilight. Fu allora che si accorse dell’assenza dell’amica. Ora che ci rifletteva non era entrata con loro. Dove poteva essersene andata? Scosse la testa . - No. Non ha importanza. Ora è meglio che vada anch’io. - 

Camminava, frugando nello zaino alla ricerca del suo telefonino, quando sbattè contro qualcosa. Cadde goffamente a terra e tutto il contenuto del suo zaino si riversò sul pavimento. - Hey, ma guarda un po’ dove …ugh!- Sopra di lei uno splendido ragazzo dai capelli blu elettrico, le porgeva la mano per aiutarla a rialzarsi. - Dovremmo proprio smetterla di incontrarci così. Altrimenti qualcuno potrebbe farsi male. - Scherzò imbarazzato il ragazzo. Non appena la ragazza fu in piedi , lui iniziò. - Ascoltami Twilight, mi dispiace molto per la litigata di ieri. Hai ragione, non prendo troppo sul serio i tuoi problemi e mi dispiace.- La ragazza rimase ammutolita. Lui era chiaramente a disagio, lo sapeva perché aveva iniziato a spostare il suo peso da una gamba all’altra. Che carino che è quando fa così. - Allora, pace? - Disse sfoggiando un radioso sorriso. 

-D’accordo Flash, pace! Ma prima, riordini questo pasticcio.- Disse lei ridacchiando. - Oh,come desidera mia principessa!-  Flash si chinò a terra e con cura iniziò a raccogliere tutti i libri della ragazza. Twilight osservava la scena. Di solito era sempre stata felice di incontrare il suo fidanzato, ma questa volta c’era qualcosa di diverso. La solita emozione, il solito batticuore erano spariti. In compenso un terribile senso si colpa le stringeva lo stomaco. Ora che si era scusato, non si era più fiera di ciò che aveva fatto. - Ecco, fatto!- Flash le apparve davanti agli occhi interrompendo il flusso dei suoi pensieri.- Oh, hemm…grazie.- Senza aspettare, il ragazzo le prese la mano e s’incamminarono insieme verso la classe di biologia. Arrivarono appena in tempo, perché …

 

DRIIIIINNNNNN….!

-------------------------------------------------------------------------

Spazio Autore

Ciao, perchè si comincia tutto con un ciao giusto? Per prima cosa, grazie mille per aver letto questo mio capitoletto, spero che ti sia piaciuto! Ti chiedo solo un piccolo favore, è la prima volta che provo a scrivere una storia a capitoli, perciò i commenti sono molto graditi. Ah e fammi notare subito se c'è qualcosa che non va, errori o incoerenze, te ne sarei davvero grata! Bene visto che ti ho già rotto abbastanza, ti lascia alla tua vita, CIAO! (di nuovo)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La famiglia prima di tutto? ***


 Non doveva andare così (Applejack pv)

 

 

Il sole filtrava appena attraverso le tapparelle. Nella vecchia casa di campagna, aleggiava già un buonissimo odore di frittelle alle mele, mentre tutti gli animali della fattoria cominciavano a svegliarsi. 

 

Il silenzio regnava sovrano.

 

Applejack dormiva pesantemente, i piedi sul cuscino e la mano destra spiaccicata in volto. 

La sera prima era rimasta alzata fino a tardi,cosa che non era per nulla da lei, solo perché Rarity non sapeva cosa mettersi per il giorno dopo. All’inizio la bionda era rimasta piuttosto seccata, ma in fin dei come poteva ignorare il suo “zuccherino personale”?

 

-Applejack!-

 

 

-Applejack!-

 

 

-APPLEJAAACK!!!!-

 

La ragazza saltò giù dal letto, come sull’attenti. I lunghi capelli biondi le coprivano metà visuale.

Cos…chi è?-

In quel momento la porta in legno si aprì lentamente e da dietro sbucò una ragazzina dai lisci cappelli rossi fermati dietro da un fiocco rosa, decisamente troppo grande per lei. 

-Ciao, sorellona. Ben svegliata!-

AJ si lasciò cadere sul letto. Aveva un mal di testa fortissimo e gli occhi le bruciavano per colpa delle ore passate a fissare lo schermo del telefonino. - Heylà, Applebloom. Come mai già in piedi a quest’ora? Tu non inizi scuola più tardi?- Ci fu un minuto di silenzio, poi la rossa entrò nella stanza e si sedette accanto alla sorella. Applejack sorrideva in attesa della risposta, ma sentendo che tardava ad arrivare il suo sorriso beato sparì in un lampo.

-Aspetta, sorellina, toglimi questa curiosità…- Disse la maggiore mettendosi a fissare la più piccola. - Come mai hai già addosso salopette, scarpe e tutto il resto?- Applebloom arrossì un pochino e si grattò nervosamente la nuca. - Ecco…Granny mi ha detto di venire su a svegliarti, perché, sai…sono le sette e mezza, quindi…- Non appena AJ sentì l’ora scattò in piedi come una gazzella, vispa e attiva più che mai. - LE SETTE E MEZZA!!!??? LA CORRIERA PER IL MUSEO PARTE FRA UN QUARTO D’ORA!- Con la velocità della luce sfilò via il suo pigiama a tuta e cominciò a frugare in un cassetto straboccante di vestiti, in cerca di un reggiseno, senza preoccuparsi della presenza della sorellina. - Hey cucciola, secondo te questo può andare?- Ne indossava uno color crema che risaltava ancor di più la sua pelle scura e abbronzata, ma era chiaramente troppo piccolo. - Bhe, non saprei…- Cominciò la più piccola con fare   da intenditrice. - Non è, come dire, troppo stretto?- La bionda aprì l’anta di un vecchio armadio, alla quale era stato agganciato grossolanamente uno specchio. - Ugh! No, non va per nulla bene.- Stava per rimettersi a cercare, quando vide l’ora sulla pendola sistemata in corridoio. - Fa niente non c’è tempo!- Così dicendo si levò il reggiseno, infilò una vecchia camicetta a quadretti bianchi e arancioni e corse giù dalle scale ancora in mutande. 

Alla buon ora, dormigliona!- Gracchiò sua nonna spuntando da dietro i fornelli. 

Applejack le passò oltre. - Ciao GrannySmith…- Si fiondò per terra per infilarsi un paio di lunghi stivali da cowboy. - Heylà BigMac! Dormito bene?- Disse poi al suo fratellone, mentre si metteva una vecchia gonna in jeans. - He già!- Rispose lui porgendole lo zaino. - E tu Applejack?- La bionda afferrò la sacca e vi ci buttò all’interno una quindicina di mele rosso bordò. - Oh, sì…bene,bene.- Applebloom nel frattempo gli aveva raggiunti al pian terreno e ora era seduta a tavola intenta a gustarsi un’enorme frittella alle mele appena sfornata. Granny si tolse i guanti da cucina e osservò mal fidente la nipote, negata nel dire bugie. -Allora come mai è dovuta venire tua sorella a svegliarti?- AJ alzò gli occhi al cielo. - Scusami, Granny, non succederà più.- La nonna però non era ancora soddisfatta. - Si può sapere perché hai l’aria così stanca?- La bionda si sistemò la sacca sulle spalle. - Ieri ho fatto un po’ tardi perché sono rimasta sveglia a chiacchierare con Rare, ma ora recupero subito le forze.- Al solo parlare di Rarity le erano venute le farfalle allo stomaco e sul suo viso si era stampato un sorriso sognante. 

Nella casa, calò una strana atmosfera d’inquietudine. BigMacintosh si voltò a fissare la nonna preoccupato e lei ricambiò il suo sguardo. Solo la più piccola sembrava tranquilla. Applejack guardò torva i due.-Cosa….- Ma non fece a tempo a finire la frase che la nonna aveva già rivolto la sua attenzione da un’altra parte. - Vieni è tardi…- Mugugnò BigMac avviandosi verso un vecchio fuori strada ricoperto di fango. 

 

Erano quasi arrivati e nessuno dei due aveva più aperto bocca da quando avevano lasciato il giardino dolci mele. 

AJ si fece coraggio, anche se aveva il sospetto che non erano di sicuro buone notizie. - He..hey fratellone, qualcosa non va?- Il ragazzo accostò a bordo strada e tirò il freno a mano.- Ascoltami, sorellina…- Questo non era un buon segno. - …io e Granny abbiamo parlato e pensiamo che così non può andare.- La bionda sentì un brivido scorrerle lungo la schiena. Pensava di aver capito a cosa si riferiva, ma era troppo terrorizzata per chiedere. - Rarity…- Ecco ciò che temeva. - Ci siamo accorti tutti di come la guardi e come state assieme. Senza contare le voci che girano a scuola…- Applejack era pietrificata, non riusciva a dire nulla. - Applejack! Lo so che state assieme, ma devi lasciarla!- L’ultima parola fece da sblocco. - COSA!!?? Ma…non capisco, perché? Noi, cioè, io non ho fatto nulla di male…non…- Si zittì allo sguardo gelido che le rivolse il fratello. -Non ti chiedo molto AJ…- La bionda spalancò i suoi splendidi occhi verde smeraldo. - Come sarebbe che non mi chiedi molto?! Mi chiedi di rinunciare alla ragazza che amo.- BigMac si passò una mano sul volto. -Perchè non vuoi capirlo? I nostri genitori non ci sono più, Applebloom ha solo noi due, che esempio le dai?-  La ragazza prese un nastro rosso e si legò i lunghi capelli in una bassa coda, lo sguardo spento. -Allora, mi prometti che non la frequenterai più? - - Sì, te lo prometto BigMac.- Si volse a guardare fuori dal finestrino, gli occhi lucidi e un terribile nodo allo stomaco.

Passò qualche secondo. Il ragazzo sapeva che non lo avrebbe mai perdonato, ma sua sorella era solo confusa, niente di più. 

-Parti subito, o perdo anche la corriera.- 




----------------------------------------------------------------
Heylà, ciao di novo! Innanzi tutto grazie mille a tutti quelli che mi hanno lasciato un comento, davvero vi adoro:3 
Ora un avviso: da queato capitolo in poi, il racconto sarà ambientato durante il giorno precedente agli avvenimenti accaduti nel primo capitolo. Ogni momento della giornata sarà visto dai vari punti di vista, perciò attenzione a non confondervi!
Okay, ora vi saluto e grazie di cuore per aver letto. ;))

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Dolci risvegli ! ***







 
  • Odio la mattina! ( RainbowDash pv)

 

-PINKIEEE PIEEEEE!!!!-

L’urlo di Rainbowdash fece vibrare tutti i muri della casa! La ragazza era in piedi accanto alla porta. Indossava una giacchetta da baseball blu, sopra ad una canottiera bianca con su scritto “ 20% cooler!”. Scarpe da ginnastica con stringhe arcobaleno e pantaloncini corti accompagnavano il tutto. - Adesso arrivo…huff…- Una ragazzina dai ricci capelli fucsia era seduta sul divano, intenta ad allacciarsi le scarpe e a chiudere lo zaino contemporaneamente. Rainbow sbatteva il piede per terra impaziente, le braccia conserte e lo zaino in spalla. - Insomma, PinkiePie, ti muovi o no!- -Ho quasi fatto Dashi, solo un minuto.- Esclamò l’amica alzandosi di scatto e correndo in un’altra stanza. - Lo hai detto anche mezz’ora fa!- La riccia ritornò tutta trafelata, stringendo tra le braccia un cucciolo di coccodrillo. Dash fece un salto all’indietro e per poco non cadde a terra. 

-Diavolo Pinkie, ma che fai con quel coso? - La ragazza fece una smorfia confusa. - Come sarebbe che ci faccio? Gummy non poteva mica starsene a casa da solo! La mia famiglia è via questa settimana non ricordi?- Rainbow scosse la testa. - E’ un coccodrillo! Non sente la tua mancanza! Già fatico a credere che sia innocuo per di più lo porti a casa mia senza nemmeno avvisarmi?- La fucsia fece un passo indietro e aggrottò le sopracciglia. -Come senza avvisarti!? Te l’avevo detto che portavo un amico per Tank!- Rainbow Dash era esasperata. 

Tank..è..una..tartaruga! Mentre Gummy è un ALLIGATORE!!!- -No, sciocchina…Gummy è un coccodrillo.- Esclamò l’altra allegramente. -Okay ci rinuncio…ma non te lo lasceranno mai portare al museo.- -Lo so!- Rainbow era più confusa che mai. - Ma allora perché lo stringi in braccio?- Pinkie abbassò lo sguardo sull’animale che teneva a penzoloni tra le braccia. - Perché lo devo riportare a casa.- La ragazza dai capelli arcobaleno si morse il labbro per mantenere la calma. Sapeva benissimo come era fatta Pinkie Pie, viveva in un mondo tutto suo, ma a volte faceva discorsi davvero incomprensibili! Ora che ci pensava, però, era proprio questo il motivo per cui lei era la sua migliore amica…-Toc..Toc? Rainbow Dash? Ci sei?…- Pinkie aveva la faccia ad un millimetro da quella dell’amica e i loro nasi quasi si toccavano. Dash riemerse dai suoi pensieri.      - Ma che fai PinkiePie. - Disse ridendo e allontanò delicatamente l’amica. - Comunque come sarebbe a dire, che lo porti a casa? Ma mia appena detto che non può stare da solo?!- la fucsia sbuffò. - Non è da solo! Ci sono i miei genitori e le mie sorelle!- RainbowDash si sentì mancare. 

-Hai detto che sono via questa settimana!!!- - Sì, ma sono tornati questa mattina!- Ci fu un minuto di silenzio. La fucsia le sorrideva felicemente. - Ummm…sì, certo, forse dovevo dire che erano via la scorsa settimana…O beh, fa niente, non è vero Gummy!- Concluse poi, portandosi l’animale davanti al volto e fissandolo negli occhi. 

Rainbow agitò una mano in aria, come per scacciare via un insetto invisibile. - Va bene, ora però andiamo!- Prese un mazzo di chiavi da una bacinella in cristallo e aprì la porta. - NO! ASPETTA!!- La ragazza ebbe un colpo al cuore e si voltò allarmata. - COSA C’E’? Che succede?- Pinkie aveva la faccia più preoccupata del mondo e la guardava con disperazione. - Avanti Pinkie, parla!- Improvvisamente Rainbow si ritrovò il muso del coccodrillo spiaccicato in volto e senti la sua padrona urlare da dietro. - Non ha il casco! Ti rendi conto, noi dobbiamo andare in bici e lui non ha il casco! NON CE L’HAAAA!!!- Ora basta, aveva sopportato tutte le stramberie dell’amica: si era alzata alle cinque, perché Pinkie parlava nel sonno; si era lavata i denti con la schiuma da barba, perché l’altra aveva messo il dentifricio nel posto sbagliato; aveva dovuto aspettare un’ora, perché Pinkie voleva preparare la colazione e un’altra ora per ripulire tutta la cucina. Adesso non ce la faceva davvero più!

-Ascoltami bene Pinkamena! Per colpa delle tue stramberie ho perso sicuramente i posti migliori in pullman, ma non importa, a meno che non perdo anche il pullman! Perciò…ESCI IMMEDIATAMENTE DA QUELLA PORTA E MONTA SULLA MIA BICI!!- Pinkie riavvicinò Gummy stretto a se, abbassò lo sguardo. - Scusami Rainbow, cercavo solo di farti ridere un po’.- Poi le passò accanto senza fiatare e uscì di casa. Ora tutta la sua rabbia era stata sostituita da un immenso senso di colpa. Guardò l’amica. Vide che cercava di agganciare il coccodrillo alla sella e le scappò una risatina. Oooh…Pinkie Pie!

-Eccomi Pinkie, scusami se ti ho urlato dietro…davvero mi spiace. Gummy è a posto?- Disse Dash, chiudendosi la porta alle spalle. -Gummy è prontissimo! Parta capitano degli Wonderbolts!- Esclamò la fucsia facendole il pollice in su e strizzandole un occhiolino. “Meno male, sorride ancora” pensò Rainbow. Dopodiché s’infilò un paio di occhiali da sole e saltò in sella alla sua bici. Nonostante ce l’avesse da anni, sembrava appena comprata: era di un magnifico blu elettrico attraversato da saette gialle. Il colore degli Wonderbolts, la squadra di atleti migliore che si fosse mai vista! - Tieniti forte, ora si infrangerà la barriera del suono!- Scherzò Rainbow cambiando secca la marcia e cominciando a pedalare. In realtà scherzava per metà, infatti sfrecciava sull’asfalto ad una velocità tale che pareva volasse. Le sue gambe si muovevano praticamente da sole, mentre tutta l’adrenalina le invadeva il corpo. Rainbow Dash adorava la velocità, il vento tra i  capelli, gli occhi che lacrimavano. Molti le dicevano di comprarsi una moto, ma la cosa che le piaceva di più al mondo era vincere e non c’era vittoria migliore di quella sudata con le proprie forze. Non le piaceva vincere tramite un mezzo a motore: il motore era lei!

 -Tutto a posto lì dietro?- Urlò senza nemmeno voltarsi. Sentì la voce di Pinkie urlarle qualcosa. Okay era viva e ciò le bastava. 

Inchiodò improvvisamente, lasciando un’enorme sgommata difronte a casa della amica. - Avanti, che sono carica al massimo! Molla l’essere e ripartiamo. - Poi si voltò a guardarla e scoppiò a ridere. - Ommiodio Pinkie Pie…ahahaha…sei una sagoma…ahahaha!- La ragazza si guardò confusa. -Ma che dici, guarda che sono un umano io!- L’atleta scosse il capo. - No intendevo i tuoi capelli. Pinkie aveva tutti i capelli sparati all’indietro e le conferivano una strana aria da strega di zucchero filato o giù di lì. La fucsia però non ne diede peso e saltellò felicemente dentro casa. 

In meno di un minuto erano di nuovo per strada. Rainbow si dovette trattenere dal fare acrobazie particolari, lei sapeva come cadere, ma l’amica si sarebbe senz’altro fatta del male. 

Finalmente raggiunse il luogo del ritrovo. Rallentò e smontò dalla sella, appoggiando entrambi i piedi su un unico pedale e lasciandosi trasportare per l’ultimo tratto. Il pullman era fermo in mezzo al piazzale. 

-Eccoci arrivate! Svelta Pinkie, va a prenderci dei posti…sempre se ce ne sono rimasti.- Finì la frase digrignando i denti, mentre chiudeva a lucchetto il suo bolide a pedali. Era ancora china a terra, quando si sentì picchiettare insistentemente sulla spalla. - Cosa c’è? Ti ho detto di andare.- 

-Veramente non c’è nessuno! Neppure i professori!- Rainbow si alzò di scatto e prese subito in mano il cellulare. - Non…non capisco eppure i luogo è sicuramente questo! Qui c’è scritto di trovarsi alle sette e mezza, ma che la corriera partirà alle meno un quarto alle otto. Sono appena le quaranta quindi…- Pinkie le batté nuovamente sulla spalla. - Em…Dashi veramente sia il mio telefono che il mio orologio segnano le meno dieci alle sette…- La ragazza sbatté le palpebre stordita. - Cos..- Frugò nel suo zaino a tracolla e tirò fuori un lettore MP3. Lo accese e sullo schermo lesse l’ora. - Siamo…arrivate…quasi un’ora in…anticipo??- Le veniva da piangere, tutte quelle corse per nulla. - Bhe, vedi il lato positivo…ora puoi prenderti i posti migliori!- Esclamò ottimista PinkiePie. Rainbow non l’ascoltò e si lasciò cadere sulle  ginocchia. 

-ODIO LA MATTINAAAAAAA!!!!!!-  
 

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • L’organizzazione aiuta! (Twilight pv)


La sveglia suonò precisa alle sette, proprio come aveva programmato. Twilight si alzò dal letto sbadigliando pigramente. Si infilò le pantofole e aprì le finestre. Una folata di fresca aria mattutina le accarezzò il volto. - Aaaahhh….oggi sarà tutto perfetto!- Cinguettò la ragazza e prese in mano un piccolo foglio tutto spiegazzato. - Vediamo cosa ho messo in lista…dunque per prima cosa…CAFFE’!- Scese tranquillamente le scale per raggiungere la sala da pranzo, tutta trionfante della sua precisione. Senza staccare gli occhi dalla lista accese la moca e uscì dalla stanza. - Perfetto, quindi questo è fatto!- Disse spuntando un quadratino accanto alla prima riga. - “Dare da mangiare a Gufolisio”- Lesse e si diresse verso un piccolo studiolo, dal pavimento sommerso di libri e rotoli di carta. In un angolo buio della stanza due enormi occhi gialli la fissavano. - Coraggio dormiglione è l’ora della pappa!- Rimbeccò Twilight aprendo piano le tapparelle. Il gufo si alzò in volo e si appoggiò sopra la sua testa. - Who …Who…- - Ciao anche a te!- Disse ridendo. Lentamente, sempre col gufo in testa, si chinò e prese da un cassetto una ciotola piena di mangime. Gufolisio vi si fiondò all’istante e cominciò a mangiare. Twilight lo osservava fiera. - E anche questo è fatto!- Con tranquillità tornò in cucina e si versò il caffè, prese qualche biscotto e continuò a leggere la lista. - Quindi i primi due punti sono apposto. “Finire colazione”. Beh questo punto mi piace!- Così dicendo tornò in camera sua, facendo attenzione a non svegliare i genitori. Si sedette sul letto e si mise ad osservare il sole che sorgeva. Il caffè caldo era un accompagnamento perfetto all’aria frizzantina che entrava dalla finestra e che faceva ondeggiare le chiome degli alberi. - Chissà se anche Flash sta guardando fuori dalla finestra in questo momento…- Sospirò sognante. Dopodiché si apprestò a finire il resto della lista.

-E questo era il penultimo!- Esclamò soddisfatta la ragazza. Si guardò velocemente allo specchio e finì di chiudersi una graziosissima camicetta celeste. Sedette su una sedia  e infilò un paio di scalda muscoli viola, appena sopra a delle splendide scarpette nere tutte lucidate a nuovo. - Finito! Che ore sono?- Guardò l’orologio appeso al soffitto. “7.15” Puntualissima. - Perfetto ora…- Riportò un’ ultima volta l’attenzione sulla sua preziosissima lista. - …devo ricontrollare tutto!- Si appoggiò al muro, e mise la penna in bocca, concentrandosi sul foglio. - Okay, tutto fatto!- Ripiegò ordinatamente il foglio e lo mise in una tasca dello zaino. Prese da sopra il tavolo le chiavi e il biglietto per l’autobus e uscì in strada. Abitava in un tranquillissimo quartiere, un po’ “vecchio e ricoperto di polvere”, lo descriveva suo fratello, ma a lei piaceva perché era esattamente come i libri che leggeva. Arrivò alla fermata con cinque minuti d’anticipo. Ora che era all’aperto, l’aria del mattino non era più un piacere ed iniziava ad avere i brividi. - Complimenti Twilight Sparkle! Una giacca no vero? Perché non ti organizzi mai!- Esclamò la ragazza, stringendosi lo zaino attorno alla pancia. Per fortuna il mezzo di trasporto arrivò subito e Twilight vi ci si buttò letteralmente dentro. L’autista la guardava perplesso. - Hemm..g..giorno. Freddino oggi, vero?- Sorrise gentilmente, ma l’uomo non parve neanche badarla. “Che maleducato!” Pensò Twilight mentre prendeva posto. 

Più l’autobus correva, però, più sentiva che qualcosa non andava. Dovette aspettare di arrivare a destinazione, prima di capire che quel qualcosa era un terribile mal di stomaco. - Ugh…ci mancava solo questa, sto da cani!- Strinse i denti e si avviò con calma vero il pullman. - Sicuramente dovrò aspettare un po’ prima che arrivi qualcuno, o beh..così ho il tempo per leggere il mio nuovo libro. - Era quasi arrivata quando scoprì di avere torto. In fondo, vicino al palo della luce, c’erano Rainbow Dash e Pinkie Pie. - Wow, mi hanno davvero battuto sul tempo. So quanto a Dash piaccia vincere, ma questa volta ha esagerato!- Scherzò la ragazza, sventolando la mano in direzione delle due amiche. - Twiliiiightt!!!- Un turbine rosa la travolse e per poco non la fece cadere a terra. - Ciao Pinkie Pie!- Sorrise, ricambiandole le stretta. Rainbow era seduta a terra e aveva l’aria piuttosto contrariata. - Ciao, Rainbow Dash, come mai già qui?- La ragazza dai capelli arcobaleno lanciò un’occhiataccia vero Pinkie che saltellava tutta felice dietro Twilight. -Oh…capisco…- Poi si chinò all’altezza dell’amica. - …mi dispiace!- -Fa niente!- Twilight la guardò poco convinta. Anche lei stessa era grande amica di Pinkie, ma non si sarebbe mai sognata di invitarla a passare la notte a casa sua. Twilight guardò la riccia e si sentì male al solo pensiero, o forse era il mal di stomaco?


---------------------------------------
Spazio Autore

Bene, spero che ora abbiate capito un po' come continuerà il racconto. Questa volta ho deciso di caricare due capitoli attaccati, siccome quello di Twilight era cortino. Può essere che mi ricapiterà, o forse no...comunque sia spero che continuiate a leggere e ( inutile dirlo) SONO STRA FELICE CHE VI PIACCIAAAA!!! ::>_<::   *^O^* 

Ciao!! 

P.S. 
Io farò altri disegni riguardo a questa fic, ma non tutti li posterò, quindi se vi va li potrete trovare qui --> http://drosmigs-62.tumblr.com/

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La mattina della gita ***


  • La mattina della gita(Fluttershy pv)

 

-Oh, no, Angel Bunny! Non fare così…su, da bravo, mangia la carotina!- Una ragazza dai lunghi capelli rosa confetto era inginocchiata davanti  ad una piccola palla di pelo bianco, con due enormi orecchie, che tamburellava la zampa sul parquet. - Ti prego, solo un morsettino piccino picciò e poi…- Non fece a tempo a finire la frase che il coniglietto le voltò spalle e scappò in un’altra stanza, indignato dalla richiesta della padroncina. Fluttershy si rialzò, pulendosi con le mani il lungo maglione verde pistacchio e sistemandosi i capelli dietro all’orecchio, cosa del tutto inutile, poiché le ricaddero davanti al volto subito dopo. Provò a chiamare il coniglio, con tutta la dolcezza del mondo, ma l’animaletto non si fece più vedere. Sospirò rassegnata. Ci aveva messo tutta la gentilezza che aveva. - Okay…allora se non la mangi subito, te l’appoggio qui accanto alla cuccia.- Probabilmente, molti penserebbero che parlare con degli animali sia assolutamente inutile, ma lei ci sapeva davvero fare con quelle creaturine! 

Una volta appoggiata la carota prese in spala il suo zaino e si avviò alla porta. Attraversò il salone, stava per uscire di  casa quando…DRiiiinn !

-Emmm…pronto?

-Heylà Fluttershy! Scusa il disturbo, ma sai com’è…il sonno mi annoiava e quindi ti ho chiamato per fare due chiacchiere!

-Oh…ciao, Discord. Ve..veramente..io 

-Sai, stavo giusto pensando…che ne dici se oggi il tè lo prendiamo da me?

-Da..da te?! Ma la tua casa non è un po’…un…caos?

-Certamente, ma sai…ho un debole per tutto ciò che è fuori luogo!

-Sì…questo lo so!

-Fantastico!! Anzi direi favoloso, quindi passerò a prenderti questa mattina verso le cinque del pomeriggio, ti va?

-Certo…cioè volevo dire NO! O santo cielo, non “no” in quel senso…è che non posso proprio oggi…

-Oh…capisco…

-Coraggio non te la prendere..

-E chi se la prende? IO??? E perché mai poi? Per il semplice fatto che la mia UNICA AMICA abbia di meglio da fare che trascorrere un solo pomeriggio con me?? Ma non scherziamo, non me la sono mica PRESA!!!

-Aspetta Discord, mi dispiace! E’ per la …- 

CLUNK!

La ragazza riportò lo sguardo sul telefono. L’amico aveva messo giù. Grandioso ,altri sensi di colpa che si aggiungevano alla lista. La ragazza provò a richiamare, ma lui non rispose mai. Non avrebbe mai pensato di poter fare amicizia con Discord, eppure da quando si era ritrovata in coppia con lui durante un camping, non avevano più smesso di sentirsi. Per lei Discord è uno dei pochi con cui riesce a essere davvero se stessa, ma resta comunque solo un buon amico…anche perché il ragazzo ha sicuramente parecchi anni più di lei. Cinque anni, o almeno così sembrava: non glielo ha mai detto con esattezza. 

-Okay, appena torni dalla gita, lo chiami e uscite fuori…anche perché avrò un bel po’ di cose da dirgli mi sa…dopo oggi…dopo che le avrò detto tutto…- Improvvisamente il cuore le iniziò a tamburellare come impazzito, le gambe a tremare, il fiato le divenne pesante e si sentì mancare. - Oh..no! Non ce la farò mai a dirglielo se al solo pensiero mi comporto così…ma ho troppa paura!- Due enormi lacrime le si formarono ai lati degli occhi. Non poteva perdere già ora il controllo.

Improvvisamente si irrigidì e si asciugò il volto con la manica. - NO Fluttershy! Adesso basta, te lo sei promesso o oggi o mai più! - Così dicendo fece un bel respiro uscì di casa. Era fortunata, perché abitava decisamente vicino al luogo di ritrovo, due passi ed era lì. Con tranquillità, estrasse la cuffiette dallo zaino e iniziò e scorrere tutte le canzoni che aveva, alla ricerca di quella giusta. 

-Troppo allegra…troppo sdolcinata…troppo malinconica…troppo rock…- Mormorava con la sua sottile vocina, scartando canzone dopo canzone.Ormai era quasi alla fine. Possibile che su cinquecento canzoni non gliene andasse bene una??

Sbuffò rassegnata e optò per mandare un messaggino di scuse anticipate a Discord. Aprì con un delicatissimo tocco what’s app. Scrollò con lo sguardo le prime conversazioni. Non aveva ancora trovato l’amico, quando tutta la sua attenzione cadde su di una in particolare e ne rimase ipnotizzata.Il suo cuore le diceva di aprirla e scrivere, ma dentro la testa “NON LO FARE!!”. Rimase immobile ancora per un po’, il vento che le scompigliava i capelli. Deglutì tremante e con un rapido gesto scrollò la pagina e aprì il contatto di Discord. “ Ciao, Dis, volevo davvero scusarmi per prima. Oggi sono in gita per questo non posso venire da te…non volevo dirti di no” Osservò pensierosa il testo. Era buono, ma mancava ancora qualcosa. Stava pensando a cosa poter aggiungere quando qualcuno le sbatté sulla schiena. Fluttershy saltò letteralmente in aria, urlando di terrore! 

-No,no,no,no,no,no…ShyShy…tranquilla, sono io Flash…mi spiace non era mia intenzione spaventarti. - La ragazza riemerse dalla tenda di capelli che le era caduta sul viso. -Ciao, Flash. O cavo…mi hai spaventata!- Il ragazzo scoppiò in una dolce risata. - Mi sa proprio di sì!- Poi smontò agilmente dal suo skateboard e si mise a camminarle a fianco. -Allora…preso tutto per oggi?- La rosa annuì sorridente. - Naturalmente, tu?- Flash dette delle pacche ad una sacca appesa alle spalle. - Tutto pronto!- I due continuarono a camminare in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri, o meglio…solo Fluttershy. -Senti, sai per caso se Twily è già arrivata?- La rosa scosse la testa stordita. - Uh..scusa, non stavo ascoltando!Puoi ripetere?- -Tranquilla, volevo solo sapere se hai notizie di Twilight?- La ragazza riportò lo sguardo sul telefonino, per vedere se l’amica le avesse scritto e si accorse di non aver più spedito il messaggio a Discord. Presse il pulsante “invio” e poi ritornò al ragazzo. -No, mi spiace non so niente, ma penso che sia già lì! Brava e diligente com’è…- Poi Fluttershy guardò l’ora sul suo orologio. - …e mi sa che è anche in ansia.- Flash la guardò confuso. - Ansia? E perché mai?- La ragazza lo guardò sorridendo. - Perché tu non sei ancora arrivato!- Esclamò come se fossa la cosa più ovvia al mondo. - E, per di più, siamo anche un po’ in ritardo. Sono le quaranta e fra cinque minuti part…- Improvvisamente il ragazzo le mise le mani sui fianchi e la sollevò delicatamente da terra, per poi appoggiarla sopra al suo skate. Fluttershy era terrorizzata. - Cos..cosa vuoi fare?? Che idee hai?- Il ragazzo sorrise maliziosamente, poi montò a sua volta. -Reggiti forte!- La ragazza afferrò disperata la sua giacchetta in pelle. Flash appoggiò saldamente un piede a terra, una forte spinta e …via!

 

-Ciao Flash, ciao …Fluttershy tesoro! Ti, ti senti bene?- Rarity le si parò davanti e la squadrò da capo a piedi. - Hai un’aspetto orribile, sei bianca come un lenzuolo!- Il tragitto era stato terrificante; Fluttershy era quasi svenuta dalla paura e ora sarebbe stata sempre a dovuta distanza da quei trabiccoli a quattro ruote. -Sì, è tutto okay…- Rispose flebile, mentre cercava di riprendere fiato. Improvvisamente l’amica la prese per mano e la trascinò con forza alla corriera. - Le altre sono già arrivate? Sono l’ultima vero?- Chiese dolcemente, mentre si apprestava a salire. Rarity non le rispose, ma aveva la faccia contrariata. - Hemm…tutto apposto?- Odiava farsi gli affari degli altri, ma in questo caso si trattava di preoccuparsi dello stato d’animo di una delle sue amiche, quindi decise di fare una piccolissima eccezione. - AppleJack non è ancora arrivata.- Rispose secca la viola. “Oh…allora è meglio che non chieda altro” pensò ShyShy e sgusciò velocemente a sedere. 
 

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

  • Non sono più un bambino (Spike pv)

 

La stanzetta era ancora avvolta nel buio. Un ragazzino si cucciava beatamente il pollice, quando un fascio di luce improvvisa gli si sparò sul volto. - Coraggio Spike, la colazione è pronta.-   Gli ci volle del tempo per abbandonare il mondo dei sogni e rendersi conto che era già mattina. Goffamente scese dal suo letto a castello e raggiunse la sala da pranzo. - Heylà campione! Dormito bene?- Un uomo vestito di tutto punto gli sorrideva appoggiato allo stipite della porta. - MMM…- Mugugnò Spike, stropicciandosi gli occhi. Era davvero esausto, se fosse stato per lui sarebbe rimasto a dormire tutto il giorno. Non che fosse rimasto sveglio fino a chissà che ora, semplicemente era un pigrone nato. -Ecco qua, amore, il latte è pronto!-  Spike appoggiò sul tavolo il suo piccolo pupazzo di pezza a forma di draghetto viola e versò un’intera confezione di cerali dentro la tazza. - Munch…mamma, a che ora partiamo?-  Disse masticando. La donna volse lo sguardo sull’orologio a cucù appeso sopra ai fornelli. - Fra venti minuti, circa, quindi ti conviene sbrigarti!- Il ragazzino finì di mangiare in un lampo e tornò in camera per prepararsi. -Okay, oggi tutto sarà diverso!- Esclamò deciso, fissando la sua immagine riflessa nello specchio. Con un movimento secco aprì il cassetto del comodino e tirò fuori lacca e pettine. La prima volta che si era sistemato i capelli ci aveva impiegato ore, ma ormai era un esperto! Con destrezza raccolse in un unica ciocca tutti i suoi splendidi capelli verde smeraldo, una pettinata veloce ai restanti più corti, di un verde meno acceso, e via con la lacca a presa rapida. - Ed ecco fatto!- Disse facendo roteare il pettine tra le dita e ammirando la cresta appena fatta. Raccolse lo zaino da terra e vi tirò fuori un bigliettino color rosa confetto, sigillato a dovere, teneva in mano con una cura tale che pareva potesse rompersi al minimo tocco. -Ooooh…povero me…- Sospirò buttandosi sul letto. - Con Rarity stava anche andando bene, c’ero quasi riuscito se non fosse stato per Applejack!- Sbottò seccato. Poi ritornò a fissare il pezzettino di carta, sentendo un piccolo calore allo stomaco. - Ma con lei è tutto diverso! Ci conosciamo fin da quando eravamo piccoli e sono stato il suo primo amico. Tutto questo non è giusto, ma non voglio mentirle…non voglio neppure rovinare la nostra amicizia, però…- Si alzò dal letto e camminò avanti e indietro per la stanza, scavalcando le pile di fumetti e giocattoli sparsi per terra. Raccolse da una pila di vestiti una maglietta verde, pantaloncini e una giacca in pelle viola scuro. Prese lo zaino e raggiunse i suoi sull’uscio di casa. -Fatto tutto piccolo?- Spike sbuffò esasperato. - Sì papà…- -Non avrai freddo vestito così?- La madre fissava incerta il suo abbigliamento. - Non hai preso neppure la sciarpa?-  - MAMMA!! Fa caldo, siamo in Maggio!- La donna scosse fermamente il capo. -Maggio o no, senti che aria tira, se poi ti becchi il raffreddore non venire a lamentarti.- Così dicendo salì in macchina e mise in moto. Spike incrociò le braccia sul petto. - …se ti becchi il raffreddore non venire a lamentarti da me…- Cantilenò il ragazzino. -Coraggio, la mamma vuole solo il tuo bene, non fare così!- -Lo so papà, è che ormai non sono più un bambino e vorrei che lo capisse. - Il padre gli sorrise comprensivo, ma non disse nulla. 

 

La macchina correva e Spike guardava le case scorrere via fuori dal finestrino. Mise la mano in tasca e la strinse attorno al biglietto. Era strano. Non provava le stesse cose che provava con Rarity, c’era una base di paura che gli faceva venir voglia di scappare via, lontano. -Eccoci arrivati…- Il ragazzino si morse la lingua, “ugh come non detto!”. Scese mogio dall’auto e si avvio alla corriera. Tra le tante cose, inoltre, lui era anche più piccolo di un anno. - Buona giornata tesoro e divertiti!- 

Sollevò una mano per salutarli e in un attimo era già dalle sue amiche. -Heylà ragazze! Come state?- Erano quasi tutte lì e provò un forte piacere nel notare che la cowboy non si vedeva ancora. - Bhe non c’è male Spikybù, almeno così credo! Naturalmente se un enorme mostro delle tenebre si stesse nascondendo sotto di noi con la sua armata pronto ad attaccarci, il male allora ci sarebbe! Ma io non potrei saperlo e quindi penso che non vada tutto bene!- Snocciolò Pinkie tutto d’un fiato senza mai togliere lo sguardo dal cellulare. -Ignorala Spike..- Mormorò Rainbow Dash dandogli una pacca sulla spalla. - Tranquilla, ormai conosco anch’io Pinkie!- Esclamò ridendo. Poi una voce alle sue spalle. - Allora, sei emozionato?- Rarity era seduta sulla bici di Rainbow e gli volgeva uno splendido sorriso. -S…sì…cioè, No! Emozionato? E perché mai è solamente una gita ad un noiosissimo museo.- Concluse cercando di apparire il più indifferente possibile. La ragazza gli si avvicinò e si piegò all’altezza del suo orecchio. - Avanti tesorino, ti sei dimenticato che Twilight è anche nostra amica?- Spike sentì il volto andargli a fuoco. Un po’ per la presenza della ragazza così vicino a se e un po’ per il discorso. - Cosa centra Twilight, adesso?!- Esclamò sulla difensiva. -Spike!! Che bello che almeno tu sia qui!- Lui si voltò e vide l’amica dai capelli blu notte corrergli in contro e stringerlo in un forte abbraccio. Un odore di inchiostro e libri antichi lo avvolse e si lasciò sprofondare tra le sue braccia. 

-------------------------------------------------------------------------------
Spazio Autore 

Chiedo scusa se ci sono errori di battitura. In questo periodo sono abbastanza occupata, quindi passerà più tempo tra un capitolo e l'altro e mi dispiace, vi chiedo perciò di avere un po' di pazienza. Ciao e alla prossima! :)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** E' l'aspetto che conta ***


  • E’ l’aspetto che conta (Rarity pv)

 

“ Tutti gli invitati al gran ballo aspettavano con ansia il suo arrivo. La sala era splendida, immense colonne d’avorio salivano su fino all’enorme soffitto a volta, interamente in cristallo. La musica classica risuonava armoniosa nella grande sala, poi ad un tratto si fermò. Una voce potente annunciò il suo ingresso. Indossava un abito favoloso, tutto incastonato di splendidi diamanti. Improvvisamente la folla si diradò, lasciando aperta una strada che conduceva dritta alla pista da ballo. Nel mezzo, una splendida ragazza dai lunghi capelli biondi, raccolti in una graziosa treccia, la aspettava sorridendo. Rarity osservò attentamente lo smoking bianco della ragazza, per poi soffermarsi sugli occhi color smeraldo. La musica ripartì e le due iniziarono a danzare. Esistevano solo loro, tutto si dissolse. I loro occhi erano come attaccati gli uni agli altri. Era perfetto. La bionda le accarezzò dolcemente il volto, per poi appoggiarle la mano sulla nuca e avvicinare lentamente il volto al suo. Rarity socchiuse gli occhi. Sentiva il respiro dell’altra sfiorarle le labbra. Il suo cuore batteva all’impazzata…la baciò! -Rarity, ma che fai? Fermati!- ….-Cos…” 

Improvvisamente tutto svanì e si ritrovò il volto della sorellina davanti agli occhi, che la fissava disgustata. - Sweetie Belle!! COSA CI FAI IN CAMERA MIAAA!!!- Rarity balzò fuori dal letto e osservò rabbiosa la sorellina. -Ti ho portato la colazione, ecco cosa ci faccio!- Rarity nemmeno l’ascoltò. -Non puoi entrare in camera mia SENZA IL MIO PERMESSO!!-  Sweetie lanciò il vassoio che teneva in mano, contro la scrivania della sorella, mandando in frantumi tazza e piatti. -Certo, PERCHE’ COSI’ NESSUNO VEDE QUANTO TU SIA DISGUSTOSA!- Dopodiché corse fuori dalla stanza e fece sbattere violentemente la porta. Rarity si infilò le mani nei capelli arruffati e disordinati. - Non ci credo!- Esclamò. Poi si chinò a terra ed inizio a raccogliere tutti i cocci. -Sweetie…- Vide che la sorellina le aveva preparato la sua colazione preferita e si sentì uno schifo. - …mi dispiace…- Così dicendo si sedette alla scrivania e si guardò allo specchio. - Perché la tratti sempre così?- Chiese alla se stessa riflessa. Rimase a fissarsi per qualche secondo. -Dopo le devi chiedere assolutamente scusa.- Si alzò e raggiunse il cellulare accanto al comodino. Erano le sette in punto. - Okay, innanzi tutto una doccia.- E si diresse al bagno. 

L’acqua fredda le scorreva su tutto il corpo, seguendo dolcemente le sue curve perfette. Teneva gli occhi chiusi, mentre passava il balsamo sui capelli. Continuavano ad apparirle immagini del sogno, inframmezzate  ai ricordi della sera prima. Oh, era stata davvero una bella serata… 

 

“Aveva appena finito di scegliersi i vestiti da mettere per il giorno dopo e ora non sapeva che fare. Vagò per la stanza in cerca di qualcosa che potesse attirare la sua attenzione. Si mise alla scrivania e provò a buttare giù qualche bozzetto per dei nuovi capi, ma erano uno peggiore dell’altro, quindi mise via il tutto. - Forse è ora che vada a dormire…- Tolse le sue morbidissime pantofole e si distese sotto alle coperte, con estrema cura. Niente. Non riusciva a prendere sonno. Decise allora di controllare i messaggi, nella speranza di trovare qualcuno con cui parlare. -Uffa nessun messaggio! - Brontolò e stava per spegnere il cellulare, quando le venne un’idea.

 

[ “Dolce sidro di mele” Ultimo accesso oggi alle ore 18.30]

            -Ciao amore <3

- <3

            -Ho bisogno di aiuto

-Spara!

            -Non so cosa mettermi!! °O°

-…

            -HEY! >=( Non sto scherzando

-Lo so, ormai ho 

kapito csa x te sia fondamtle 

            -Grazie <3 

            -Ma non scrivere così, mi da’ fastidio

-Intendi : csì, snnò nn 

kapisco a ksa ti rfrisca ;) 

            -Non importa lasciamo perdere

-…

-Ti amo <3

 

 

 

Rarity si sentì andare a fuoco. Un enorme sorriso le si stampò in volto e aveva voglia di urlare. Appoggiò il telefono e affondò la faccia nel cuscino, cercando di calmarsi. Lentamente riprese la conversazione.

 

 

 

[ “Dolce sidro di mele” Online ]

 

-…C 6?

            -Mi hai affondata! ^^ <3

-??

            -T_T

-Csa?

             -Ti amo anch’io <33

-:))))) Allora x il vestito?

            - Dimmi quale ti piace di più…

-Sicura? Lo sai ke x me

jeans e maglietta sn la csa 

elegnte ke ci sia!

            - …qualcosa mi dice che questa volta sarà diverso…

-se lo credi…

 

 

La ragazza scattò subito in piedi e corse all’armadio. Iniziò a frugare cercando tra i vestiti più belli che aveva. Poi prese quello che si era già scelta. Glielo aveva regalato l’altra per Natale. 

Si mise in posa davanti allo specchio, come una vera modella, e iniziò a scattarsi foto.

 

[“Dolce sidro di mele” Ultimo accesso ieri alle ore 23.57]

            -immagine

             -immagine

             -immagine

             -Ecco. Cosa pensi?

-ke stavo x addormentarmi

            -Pigrona

-Prova tu ad alzarti

alle 5, lavorare sui cmpi

e a nn esser stanka! >:|

            -tesoro stavo scherzando :*

-Cmq nn male la seconda

stai bene in azzurro

            -E’ la mia camicia da notte…

-Nn è trppo x dormire?O_o

             -Ci avrei giurato che avresti scelto quella LOL

             -Comunque anche quando si dorme si deve essere eleganti!

             -è l’aspetto esteriore che conta!

-Kissà xkè ho sempre 

pensato il contrario…

             -immagine

-QUESTO!!!

-per tutti le mele marce…

sei splendida! <3 <3

             -awww grazie, ma non devi guardare me!

-…emm..sì..intendevo

il vestito…

-il vestito è splendido

            -<3

-E’ quello ke ti ho comprato?

            -Non lo riconosci!?

-no…nn è quello…

            -Sì che è quello!!!

-Insomma sno ttti uguali!!

            -No comment

-Però nn mi convince…

            -!

-Prova ad accorciare la gonna

            -..okay

-E ti suggerisco anche di 

stringere la canottiera

            -…dici?

-Senz’alrto!     

            -Ora provo…

-Sai che ti dico?

            -cosa?

-Togliti il vestito…

e sarai perfetta <3 ;P

            -JACK!!!

-hihihihi

            -immagine

-O_O

-WOW

 

 

La ragazza indossava solo la biancheria intima e guardava compiaciuta la reazione che aveva provocato all’altra. Per un attimo i suoi pensieri vagarono e il volto le si accese di rosso, mentre una forte adrenalina la pervase. Scosse la testa e afferrò la camicia da notte. Si rivestì sorridendo. Più sveglia che mai, saltò sul letto, riprese il cellulare….e continuarono a parlare fino circa alle tre.”

 

 

Stava finendo di mettersi l’ ombretto, color celeste, qualche spruzzata  di profumo ed era pronta per partire. Uscì dal bagno e trovò sua mamma ad aspettarla. Aveva l’aria severa. -Rarity…-      “Sweetie!”pensò pronta la ragazza.

-Sweetie Belle è venuta da noi piangendo. Cosa è successo?- Rarity abbassò il capo. - Le ho urlato dietro senza motivo…mi dispiace.- La madre le appoggiò un dito sotto al mento e la guardò negli occhi. - Lo so che ti dispiace, ma devi dirlo a lei, non a me.- La ragazza sorrise e annuì. - Certo, ora vado.- E scese le scale fino al salotto, dove la sorellina guardava la TV. Con calma le si sedette accanto. - Hey Sweetie…- La piccola finse di non vederla e alzò il volume. -Tesoro, lo so che sono stata cattiva, ma non hai idea di quanto mi dispiaccia! - Lentamente le si avvicinò e fece per abbracciarla, ma l’alta la spinse via imbronciata. -Oh è così dunque?- Scherzò Rarity - Allora subirai la mia vendetta!- Così dicendo le si buttò addosso e cominciò a farle il solletico. Questa era una tattica che aveva imparato da Applejack e funzionava sempre! - Se vuoi che la smetta devi dirmi che mi hai perdonata!- La sorellina era sdraiata a terra e le lacrimavano gli occhi dal ridere. - Ti perdono!- Scopo raggiunto. - Perfetto! Ti voglio bene- Disse alzandosi e passandole una mano sui suoi splendidi capelli boccolati. -Che mi combinate voi due!- Un uomo alto, con una giacca in pelle e un paio di occhiali da sole era apparso alla fine delle scale. -Papà!- Esclamarono all’unisono le due ragazze. - Allora, Rare, prendi il casco. Ora partiamo!- Rarity dette un ultimo saluto alla sorellina e corse fuori di casa. 

Con destrezza salì in sella alla Yamaha rossa fiammante di suo padre e si allacciò un elegantissimo casco bianco e lilla. 

-Sei già pronta tesoro? Hai fretta, dato che non siamo in ritardo!- Rarity sorrise guardando l’uomo baffuto. - Sì; perciò partiamo?- Il padre la scrutò con sguardo attento. - Rivedi Applejack non è così?- La viola non rispose e abbassò lo sguardo sulle sue unghie appena curate. -E allora non possiamo perdere altro tempo!- Esclamò l’uomo balzando in sella al suo bolide! - A proposito di Jecky, quando tornerà a pranzo da noi?- Rarity lo guardò perplessa. - Non lo so, glielo devo chiedere, perché?- -Perchè fa delle frittelle di mele da urlo!!- Rispose il padre con l’acquolina in bocca. - E poi perché siete davvero belle insieme!- La ragazza guardò fiera suo padre. Lo adorava. I suoi avevano accettato subito il loro rapporto e ciò la faceva sentire speciale. Inoltre avevano già accolto Applejack in famiglia e ora era come se fosse una terza figlia. La madre le ha perfino cucito un maglione!

 

Il padre correva come un fulmine, lungo la strada deserta. Il ruggito del motore era l’unica cosa che si riusciva a sentire.

In men che non si dica, difatti, erano già sul luogo del ritrovo. Un ultimo bacio al padre e poi corse dalle sue amiche nella speranza di trovare la cowboy già lì ad aspettarla. - Ciao Rarity! Fighissima la moto di tuo padre. Dici che vorrà fare una gara con me?- La viola guardò perplessa RainbowDash, seduta per terra. - Certo gli farebbe piacere. Da quando hai una moto?- La ragazza arcobaleno scoppiò a ridere. - No, non hai capito! Lui corre in moto ed io col mio bolide. - Disse indicando col pollice la bicicletta alle sue spalle. -Oh…-  Lasciò perdere l’amica e si guardò in torno. C’erano praticamente tutti gli studenti della scuola, ma di Applejack neanche l’ombra. -Hey Rarity, come va?- Twilight le si era avvicinata sorridente. - Bene grazie. Hai visto Applejack?- L’amica assunse una faccia dispiaciuta e scosse il capo. - Mi spiace. Comunque tranquilla…sarà un vizio dei fidanzati, e fidanzate, arrivare tardi…- Aveva la voce bassa e delusa. Rarity guardò meglio in giro. - Come? Nemmeno Flash è qui?- -No…- Le dispiaceva veder l’amica così giù.-Tranquilla, scommetto che è già per strada. Intanto potresti leggerti qualcosa…- -ottima idea!- Esclamò radiosa Twilight. - Meglio che mi ripassi nuovamente il programma della gita, così non rischio di perdermi qualcosa d’ importante!- Fatto, missione compiuta. Rarity andò a sedersi sulla bici di Rainbow e si mise a guardare l’orizzonte. Improvvisamente sbucò la figura di un ragazzino con un alta cresta in testa. Spike. Le fece piacere veder il piccolo amico, ma aspettava ancora la sua ragazza.

Passò il tempo e tutti iniziarono a salire.- Dove diavolo sei, Jack!-  Rarity si spostò accanto al pullman e rimase in attesa. - Tu non vuoi venire, Rarity?- Pinkie era ferma all’entrata e la guardava con malinconia. - Tranquilla, vengo. Sto solo aspettando…anzi, mi tieni due posti liberi dietro di te?- La riccia si portò una mano alla fronte, imitando il saluto da generale. - Signorsì Signora!- E corse dentro.

La viola aspettava e aspettava…Arrivarono anche Fluttershy e Flash e a quel punto il macchinista doveva partire. Prese il telefono e fece per chiamare AJ, ma l’altra le mise giù. -Cos…questo è troppo!- Era arrabbiata, ma sapeva che se non faceva qualcosa la bionda avrebbe perso il pullman e addio alla loro giornata assieme. Salì a bordo e si avvicinò sensualmente al macchinista. -Salve…-Mormorò. -…potrei chiederle un piccolissimo favore…- L’anziano signore la guardava senta fiato. - Una mia amica è un po’ in ritardo, può aspettare ancora?- Così dicendo gli si sedette sulle gambe, mettendo in mostra i suoi “lineamenti”. L’uomo tremava dalla testa ai piedi. - C…certamente Signorina…nessun problema!- Disse con voce rauca. Rarity si finse commossa e si rialzò agilmente.- Grazie mille, lei è un vero gentiluomo- Smack Gli dette un bacio sulla guancia. Scese di nuovo a terra e si passò disgustava una mano sulle labbra. -Che schifo! Questa me la pagherai Applejack!!-    

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Spazio Autore

Ciao, ho provato a rendere questo capitolo un po' "interattivo" spero che sia venuto bene...mi piacerebbe sapere che ne pensate e se devo continuare così anche in seguito. ^^
Ora, io non potrò andare avanti con la storia almeno per un mese e mi dispiace tantissimo, anche perchè mi sono davvero affezionata a voi!!! Perciò spero che questo capitoletto vi piaccia!!! Grazie mille a tutti, un abbraccione e alla prossima!!!!! :* 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Vite diverse ***


  • Ridi che è più bello! (Pinkie Pie pv)

 

Rainbowdash russava pesantemente nel suo letto… questo era il momento. Pinkie sguisciò fuori dal suo sacco a pelo, si sporse sul letto per controllare che l’amica non si fosse svegliata ed uscì silenziosamente dalla stanza. Non riusciva a dormire, benché fosse stanca, e il cuore le martellava nel petto. Quella non era la prima volta che veniva invitata ad un pigiama party, certo, ma era il primo che passava a casa di Rainbowdash! E non sapeva perché ma la cosa la metteva in agitazione…In velocità si diresse verso la cucina ed aprì il frigo senza curarsi di far troppo rumore, poiché sapeva che lei e l’amica erano a casa da sole. “vediamo un po’…Dashi deve aver sicuramente qualche dolcetto …” Pinkie ficcò incuriosita la testa dentro al frigorifero e il fresco le pizzicò il volto. Rimase ferma per un po’, ma più cercava più la speranza svaniva. - Okay…niente spuntino, ho capito!- Mormorò richiudendosi il frigo alle spalle. Dette un ultima occhiata alla stanza e spense la luce. Improvvisamente un brivido le corse lungo la schiena. L’oscurità l’avvolgeva dalla testa ai piedi e grandi stanze sconosciute le si paravano davanti. La ragazza deglutì rumorosamente, si fece coraggio e si addentrò a tentoni verso il soggiorno. Fortunatamente per lei non c’era nessuno lì a guardarla, altrimenti avrebbe sicuramente riso a crepapelle poiché la riccia camminava appiccicata al muro, in una posa che ricordava tanto spiderman. Stava quasi per fermarsi quando raggiunse la porta del bagno, senza esitare un attimo vi ci fiondò dentro e richiuse la porta alle spalle. - Huff…meno male..sarei potuta andare a sbat…!- Con il piede urtò l’angolo del tappeto, stava per scivolare e si appoggiò di peso al porta spazzolini che, sotto al suo peso, cedette facendo rovesciare per terra lei e tutti i vari oggetti che vi si appoggiavano sopra provocando un enorme trambusto. Pinkie chiuse stretti gli occhi e sperò con tutta se stessa che l’amica non si fosse svegliata. Attese qualche minuto, che al buio parvero giorni. Nessun rumore dall’esterno, l’amica dormiva ancora. Pinkie Pie si rialzò goffamente massaggiandosi il  fondoschiena, poi spinse l’interruttore e in un istante la luce si sparse per la stanza costringendola a chiudere gli occhi. - forse avrei dovuto accenderla prima di muovermi..- Commentò sottovoce la ragazzina, aprendo lentamente gli occhi che si erano abituati alla luce. Rapidamente si voltò per vedere ciò che aveva combinato e si morse la lingua nel vedere che, spazzolini, dentifrici, saponette e rasoi giacevano sparsi ovunque sul pavimento. Con cura li raccolse e gli appoggiò accanto al lavandino, poi volse l’attenzione alla mensola. Non era rotta, e ciò fece tirare un sospiro di sollievo alla riccia, ma era solamente inclinata verso il basso. - Okay Pinkie…domani dici tutto a Dashi e speriamo che non si infuri troppo…- Prese in mano due spazzolini, stava per metterli nuovamente a posto che si accorse di due bicchieri di plastica rovesciati, su uno vi era scritto RainbowDash e sull’altro i nomi dei genitori. - Ma andiamo!- Pinkie si tappò immediatamente la bocca, non appena si rese conto di aver alzato troppo la voce. Incerta sistemò gli spazzolini e finì di posizionare il resto della roba completamente a caso. - Oki doki loki, speriamo che vada tutto bene così…- Disse Pinkie cercando di autoconvincersi. Poi si avvicinò al lavandino e si lavò energicamente la faccia con acqua gelida. -D’accordo da adesso basta pasticci, o non ti inviterà più da lei!- Disse alla se stessa riflessa nello specchio, che la guardava con aria assonnata. Senza far rumore uscì dalla stanza e ritornò nella camera. 

Per sua fortuna Rainbowdash non dormiva se accanto al comodino non c’era una lucetta a forma di fantasmino che irradiava la stanza di una fioca luce azzurrina, la quale impedì a Pinkie di andare a sbattere contro l’armadio dell’amica. La fucsia si sedette a terra e sentì il corpo rilassarsi. Il silenzio era rotto solamente del russare di Rainbow che continuava a dormire beata. Pinkie alzò la testa verso il letto, incuriosita. Lentamente si alzò, si sedette sul letto della ragazza e si mise a fissarla da vicino. Era strano vedere l’amica dormire, non era più la ragazza tosta e grintosa di sempre, ma si trasformava in una tenera bambina, tranquilla e bellissima. Pinkie storse il naso stranita dai suoi stessi pensieri. E’ vero lei aveva sempre ammirato l’amica, ma c’era qualcosa di più forse, Pinkie era sempre stata la migliore amica di Dash fin da quando si erano conosciute e avevano passato mille avventure assieme. Ora però…ora qualcosa la spingeva ad avvicinarsi di più all’amica, voleva conoscerla meglio? Voleva averla solo per se? Cosa voleva? Nemmeno Pinkie lo sapeva di preciso…sapeva solo che ogni volta che faceva ridere l’amica, ogni volta che l’altra la guardava con orgoglio lei si sentiva speciale, come mai si era sentita. Un turbine di pensieri le offuscava la mente, mentre i suoi occhi rimanevano fissi su Rainbow. Quasi come se fosse stato un segnale, il cellulare di Pinkie prese a squillare e la ragazza riportò la mente alla realtà. Improvvisamente si rese conto di avere la faccia a due millimetri da quella dell’amica e colta dallo spavento ruzzolò giù tirandosi dietro anche le coperte. - Pinkie Pie ma che diavolo combini!- La voce seccata di Rainbowdash riempì la stanza. Pinkie si spostò goffamente i capelli dagli occhi e si mise a fissare imbarazzata l’amica, che la guardava accigliata da sopra il letto. - S..scusami Dashi!- Mormorò con una vocina flebile e sfoderando un enorme sorriso. La ragazza alzò gli occhi al cielo, raccolse le coperte e si rimise a dormire. - Buona notte!- Aggiunse Pinkie , ma non le arrivò nessuna risposta. La riccia attese un minuto e poi si voltò di scatto a cercare il cellulare. “Proprio ora doveva squillare!? Ma dove l’ho messo?”Si mise a frugare nelle tasche della giacca per poi svuotare a terra lo zaino. Calzini, mollette, matite ruzzolarono fuori, poi uno strano verso echeggiò  da dentro l’oggetto. Pinkie vi guardò all’interno incuriosita e sul suo volto apparve un enorme sorriso. - Ma guarda che birbantello!- Canzonò Pinkie infilando le mani nello zaino e tirando fuori un piccolo coccodrillo. - Gummy, quante volte te lo devo ripetere che quello non si mangia?- Ridacchiò la ragazzina togliendogli il cellulare dalla bocca senza denti. Con cura si sedette sul sacco a pelo e si appoggiò l’animale sulle gambe. - Per fortuna che Dash dorme, vero? Prenderà un colpo appena ti vedrà…un po’ mi dispiace, sai?- L’animale aprì lentamente la bocca e vi fece scivolare fuori la lingua che passò sul volto della ragazza. - Hahahaha fermo! Mi fai solletico…ho fatto bene a non lasciarti a casa, mi sarei sentita troppo sola e anche tu! Certo Mamma e papà hanno detto che tornano domani mattina, ma non potevi passare la notte da solo!- Esclamò portandoselo all’altezza della faccia. Il coccodrillo sbatté lentamente prima l’una e poi l’altra palpebra e rimase fermo immobile. Pinkie gli sorrise grata di quel gesto e lo baciò dolcemente sul muso ricoperto di dure scaglie. Poi si sporse e lo adagiò sopra ad un cuscino. -Notte notte Gummy- Disse aprendo la bocca in un enorme sbadiglio. 

Stava per addormentarsi quando le si accese una lampadina in testa. -Aspetta, la sveglia per domani!- Si alzò nuovamente e gattonò fino allo zaino dell’amica in cerca del telefonino. -Sono sicura che Dashi si è dimenticata di metterla e poi so che ci rimane male se arriviamo in ritardo.- Bisbigliò a se stessa e tirò fuori un cellulare con la cover arcobaleno. Si sedette accanto al letto e iniziò a cercare le impostazioni per la sveglia. Era completamente diverso dal suo e non sapeva dove mettere le mani, ma ciò non la fermò. - Ecco qui c’è l’orario, bene cambiamo i numeri e tiriamoli indietro…che sciocchina l’aveva impostata alle nove del mattino!- Finì di sistemare e ritornò a letto, chiuse lentamente gli occhi e un pensiero le attraversò la testa. “ Aspetta p.m. sta per mattina o pomeriggio/sera?” Cercò di darsi una risposta ma il sonno l’avvolse completamente e piombò nel buio della notte. 

 

-Vuoi stare un po’ zittaaa!?- 

La voce di Rainbow le vibrò nelle orecchie e Pinkie fu costretta ad aprire gli occhi. la ragazza era seduta sopra di lei e la guardava accigliata. - Finalmente ti sei svegliata, non la smettevi più di parlare…e per la cronaca, non mi importa niente di tua nonna che non mangia i fagioli!- Pinkie era confusa, si tirò su a fatica strofinandosi le mani sugli occhi ancora assonnati. Si sentiva a dir poco esausta. - Yawn…sai che ore sono?- Rainbow prese il telefono e lo fissò un attimo in più del dovuto, poi ritornò alla ragazzina che la fissava con i suoi enormi occhi ghiaccio. - Le cinque e un quarto!- Pinkie per poco non svenne. - Cooosaaa!! E tu mi svegli a quest’ora!- L’amica incrociò le braccia infastidita. - IO svegliare TE?? Ma se sei tu che non la smetti di parlare del sonno, Dio solo sa da quanto vai avanti!- Pinkie alzò gli occhi al cielo, dopodiché scattò in piedi ed uscì dalla stanza. - Bhe visto che siamo sveglie ci conviene iniziare a prepararci, no?- Sentì l’amica lamentarsi e sprofondare la faccia nel cuscino. -Pinkie Pie….-  Ancora mezza assonnata Dash si alzò e si chiuse in bagno. Pinkie camminò sicura verso il salotto, con la luce che entrava dalle finestre era tutto più facile. Andò in cucina e cominciò a tirare fuori scodelle e terrine, misurini e cucchiai, farina, zucchero e tutto l’occorrente per preparare dei dolci. Era rimasta talmente male, la sera prima, per non aver trovato nulla di buono da mangiare, che aveva deciso di preparare una super colazione! Con la destrezza di un esperto pasticciere ruppe sei uova all’interno di un recipiente, ci verso farina e zucchero…stava per prendere il burro, quando le scivolò di mano andando a ungere tutto il pavimento. - Caspiterina che disastro! Beh prima finisco poi sistemo tutto!- Così dicendo raccolse il panetto lo tagliò e ne mise un pezzo nel preparato. Perse circa cinque minuti nel cercare un frustino, dopodiché iniziò a sbattere bene il tutto fino a farlo diventare una morbida crema. Aveva appena finito di preparare gli altri ingredienti quando un urlo di rabbia vibrò tra le mura della casa. Pinkie si morse la lingua. - Ugh..speriamo che non sia grave…- Stava per appoggiare la mano sulla maniglia che quella si abbassò da sola, spalancando la porta e facendo apparire difronte ai suoi occhi una scena del tutto comica. Rainbowdash era in piedi in mutande e canottiera, asciugamano attorno al collo e ansimava colma di collera. Pinkie Pie scoppiò a ridere indicando la bocca della ragazza. Sembrava proprio un cane con la rabbia: la schiuma da barba le usciva dalla bocca e le colava giù per il mento. -Hahahahahahaha Dashi…ommioddioooo hahahahahahah…sciocchina ma non lo sai che quella roba non si mangia!!???- Pinkie rideva a crepapelle e la pancia le faceva male. Rainbow divenne rossa in volto e sputò tutto per terra. - Finkie Fai!! Ferchè c’era la fchiuma da barba al fosto del dentififooo!!??-  Le parole le uscirono storpiate per via della schiuma che continuava ad uscirle dalla bocca. Pinkie smise lentamente di ridere e si ricordò di ciò che era successo la sera prima, di come lei aveva disposto a caso gli oggetti sulla mensola. - Oups…hehehe…colpa mia!- Si scusò sorridendo imbarazzata la riccia, poi si voltò a prendere un tovagliolo. - Ecco tieni…hihihi..pulisciti la bava!- Scherzò tornando ad una terrina piena di crema al cioccolato. -Che stai facendo qui?- Sentì Rainbow chiedere alle sue spalle. - Bha…nulla di che…pensavo di preparare solo dei pancake, ma siccome fanno rima con cupcake ho dovuto preparare anche quelli. Dunque per farlo mi serviva la crema al cioccolato, visto che so che ti piacciono tanto quelli al cioccolato, poi però ne ho fatta troppa e così ora sto finendo di preparare la torta al cioccolato e fragole.- Snocciolò tutto d’un fiato. Poi, con i guanti da forno ancora addosso spinse fuori l’amica. 

Tutto ciò che aveva preparato era stato buonissimo, l’unico problema è che ci aveva impiegato circa un’ora per finire anche la torta. Pinkie era seduta al tavolo e aspettava che Rainbow finisse l’ultimo boccone di dolce. - Perfetto!- Esclamò non appena l’altra abbe mandato giù. - Ora non ci reste che ripulire!- Disse e con un enorme sorriso aprì la porta della cucina. Sembrava che ci fosse stato dentro un uragano. Il burro era sparso per tutto il pavimento, la farina aleggiava ancora nell’aria rendendola densa e bianca; tutto il bancone era sporco di cioccolata e sui fornelli giacevano cinque pentole colme di olio e zucchero fuso. - Si…bhe…non sono mai stata molto ordinata…- Mormorò Pinkie, cercando di giustificare tutto il disastro. 

Dopo un’altra ora passata a ripulire, finalmente le due andarono a cambiarsi. 

-PINKIE PIEEEE!!!-

L’urlo dell’amica echeggiò in tutta la casa. Pinkie stava finendo di allacciarsi le scarpe e sapeva che prima di partire avrebbe dovuto dire a Rainbow di Gummy. Così senza neppure dare spiegazione corse in camera dell’amica. - Ho…Gummy…dove sei? Non ho voglia di giocare a nascondino ora!- La ragazzina sapeva che l’amica la stava aspettando. Alzò le coperte e guardò sotto al letto, due enormi occhioni la stavano fissando nel buio. - Gotcha!- Esclamò raggiante la ragazzina infilando le mani sotto il letto e afferrando saldamente l’animaletto. Come previsto Rainbow non fu fatto contenta di vederlo, ma riuscirono comunque a fare pace. Anche se l’amica era arrabbiata, Pinkie sapeva che la miglior medicina è la risata e sapeva anche che l’altra non si arrabbierà mai sul serio con lei. Due secondi dopo erano già per strada. la bicicletta di Rainbow sfrecciava sull’asfalto e Pinkie doveva tenersi saldamente all’amica, cosa che non le dispiaceva affatto. Ad un certo punto l’altra si voltò e le urlò qualcosa, Pinkie tese le orecchie ma il rumore del vento che sbatteva sul suo volto le impedì di sentire. - Cosa hai detto!?- Urlò con tutto il fiato che aveva in gola , ma l’amica no rispose. Improvvisamente Rainbow inchiodò lasciando dietro di se una lunga sgommata. -Avanti che sono carica al massimo! Molla l’essere e ripartiamo!- Esclamò l’atleta facendo cenno col capo a Gummy, poi si voltò verso Pinkie e scoppiò a ridere. La riccia sapeva che doveva avere i cappelli terribilmente disastrosi, già lo erano al naturale, figuriamoci dopo una corsa in bici! Ma non volle comunque perdere l’occasione di fare una battuta, prima di correre dentro una casa color salmone. Aprì violentemente la porta che andò a sbattere contro il muro. - Attenta Pinkamena!!- Sua madre sbucò dalla cucina, con un vassoio di biscotti in mano e guardò la figlia minore schizzare in un lampo al piano di sopra. Pinkie entrò in camera tutta trafelata e appoggiò l’animale nella sua teca di vetro. - Stammi bene, pasticcione, ti porterò un souvenir dal museo!- Poi corse in camera delle sue due sorelle maggiori. Non aveva mai avuto un grande rapporto con loro, ma gli voleva ugualmente un mondo di bene. - Ciao, io vado!- Esclamò saltando al collo delle due ragazze, che la guardarono disorientate da quel turbine rosa che era appena entrato. Pinkie scese e salutò anche i genitori. Avrebbe voluto correre ad abbracciare anche sua sorella Maud, ma lei era via per condurre una ricerca su degli strani tipi di rocce di cui Pinkie non capisce proprio niente. Senza esitare ulteriormente corse fuori e ritornò dall’amica. “Penso di non averci messo neanche un minuto!” Pensò tutta soddisfatta mentre l’amica prendeva una curva a tutta velocità. 

Arrivate sul luogo del ritrovo, Rainbow smontò agilmente dalla bici e ordinò a Pinkie di andare a prendere dei posti. La ragazzina si voltò e un’orribile sensazione le attraverso il corpo. Il pullman era fermo nel mezzo ad un piazzale, ma non c’era anima viva. Fu in quel momento che le venne in mente di non aver mai guardato l’ora, se non sul telefonino di Dash, con il quale aveva smanettato la sera prima. Tremante alzò il polso con l’orologio. - Le m..meno dieci alle sette…-Bisbigliò rendendosi conto del pasticcio che aveva combinato. Per un attimo stava per dire tutto all’amica, ma già era arrabbiata con lei per via della colazione, con questa sarebbe stato troppo. Così si voltò e facendo finta di niente picchiettò sulla spalla dell’altra.- Cosa c’è? Ti ho detto di andare.- -Veramente non c’è nessuno! Neppure i professori!- L’amica si alzò di scatto e prese subito in mano il cellulare. - Non…non capisco eppure i luogo è sicuramente questo! Qui c’è scritto di trovarsi alle sette e mezza, ma che la corriera partirà alle meno un quarto alle otto. Sono appena le quaranta quindi…- Pinkie le batté nuovamente sulla spalla, cercando le parole giuste per dirglielo. - Em…Dashi veramente sia il mio telefono che il mio orologio segnano le meno dieci alle sette…- Si morse la lingua in attesa dello scoppio di rabbia da parte dell’altra, ma , per sua fortuna, non arrivò. Rainbow tirò fuori allarmata un Mp3 e sgranò gli occhi quando si rese conto di essere arrivata quasi un’ora in anticipo. Pinkie si spostò a lato e cercò di ignorare le lamentele da parte dell’amica, sentendosi tremendamente in colpa…Pian piano calò il silenzio e le due amiche si ritrovarono a fissarsi. Pinkie non sapeva che fare, l’altra sembrava distrutta e non le veniva in mente nulla che potesse migliorare la situazione. - Forse è meglio così…- Sospirò Dash lasciandosi sedere per terra. -Hemm…Dashi?- Pinkie le si avvicinò cautamente, con il cuore che le batteva in petto.- Hai ancora la faccia sporca di fragola!- Rainbow si passò incuriosita una mano sulla guancia. Pinkie sorrise. - No sciocchina, l’altra guancia..- La riccia allargò un enorme sorriso nel veder l’altra cercare di ripulirsi, senza riuscirsi. - E’ andato via?- Chiese l’amica sbattendo parecchie volte i suoi occhi color magenta. Pinkie non riuscì più a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata, alla quale si unì anche l’altra!

 

    

  • My past does not define me.. (Sunset Shimmer pv)

 

La finestra era spalancata, il sole ancora rosso stava sorgendo ed illuminava la camera di una splendida luce arancione. Sunset teneva gli occhi chiusi, inspirando profondamente l’aria fresca del mattino. Quella sarebbe stata la prima gita che faceva da quando aveva smesso di comportarsi…Il solo ricordo le faceva ancora male. Con calma si allontanò dal davanzale e si sdraiò sul letto disfatto. Improvvisamente nel silenzio della stanza, lo squillo di una notifica la costrinse ad alzare lo sguardo verso il pc. Lentamente inserì la password e le si disegnò uno sguardo di amarezza sul volto. Sullo schermo troneggiava un commento, con immagine allegata. - Perché non la smettono!- Esclamò Sunset chiudendo con un colpo secco il computer. La testa aveva iniziato a batterle. Era da mesi che continuavano ad arrivarle insulti e beffe sul web, nonostante avesse chiesto scusa a tutti, in pochi si erano realmente dimenticati le cattiverie che lei gli aveva fatto passare. Sospirò e si diresse a malincuore verso lo zaino, accatastato in un angolo della stanza accanto ad un enorme poster, raffigurante uno strano tipo dallo sguardo cattivo e la faccia piena di pircing. Aprì lentamente la zip, e tirò fuori un piccolo diario. 

“ Caro diario…” La ragazza si distese per terra,schiacciando sotto alla testa i suoi splendidi capelli dalle sfumature color fuoco. Continuò a scrivere…” …non ho voglia di uscire! Non ho amici, e non so neppure come dovrei comportarmi…ho commesso tanti errori in passato..tu lo sai bene, vero? Ricordi che te ne ho parlato?” Poi si fermò e rilesse sull’ultima frase. - Ovvio che se ne ricorda, è un pezzo di carta!- Borbottò secca la ragazza, ma continuò ugualmente a scrivere. Nel silenzio del mattino si sentiva appena lo sfregare della biro sulla carta, tutto giaceva immobile…la ragazza si era alzata presto ed era uscita a fare la spesa, dopodiché aveva finito di fare i compiti, si era lavata e preparata e ora non le restava altro da fare che aspettare fino alle sei, a quel punto avrebbe dovuto andare a prendere il treno. “…sai, in tutta franchezza, mi manca mia madre…non è vero che la odiavo e forse avrei dovuto dirglielo più spesso..papà sta sempre peggio e io ho paura!” Alzò la penna dal diario, incapace di andare avanti. Gli occhi le erano diventati lucidi e il suo respiro le usciva rapido ed irregolare. - Coraggio Sun, non fare la bambina!- Si rimproverò, alzandosi rapidamente da terra e accendendo il cellulare per controllare l’orario. - Le cinque e un quarto…manca ancora un bel po’…-  Svogliata ricominciò a scrivere. “ Alla gita spero di far capire a tutti che sono cambiata davvero…Poi c’è  quella ragazzina, Twilight..mi devo ricredere sul suo conto è in gamba e sembra l’unica disposta ad accettarmi,certo anche le sue amiche mi parlano ogni tanto, ma sono ancora molto scettiche…bhe non le biasimo! Okay, ora ti saluto…ti saprò dire poi come è andata. Firmato Sunset Shimmer” Chiuse il libretto e lo appoggiò sul bordo del comodino. Sul telefono altri messaggi e altri post da ignorare e da cancellare. Sunset buttò un’occhio fuori dalla finestra, il sole ormai era sorto del tutto e i primi uccellini avevano iniziato a volteggiare tra le nuvole ancora tinte di rosa. Afferrò il suo zaino in pelle nera e uscì dalla stanza; una lunga scala a chiocciola portava giù fino alla cucina e al piccolo soggiorno. - Ciao papà…come stai?- La voce della ragazza era fredda e distante. Un uomo di mezza età, stempiato e con una bottiglia vuota di whisky in mano, si alzò goffamente dal divano. -Che combini a quest'ora tu?- Sunset chiuse gli occhi e per un attimo sperò davvero che tutto sparisse, ma ovviamente la magia non esisteva. - Devo andare a scuola- Rispose lei, raccogliendo da terra un paio di stivaletti neri con una cinghia all’estremità. - Non vai da nessuna parte! Resti qui a badare alla casa, chiaro!!?- Sunset non rispose neppure all’uomo  e aprì il frigo con l’idea prendersi un bicchiere di latte. - Mi hai sentito!?- La voce dell’uomo tuonò forte intorno a loro, poi cercò di alzarsi dal divano, ma non appena mise un piede a terra cadde rovinosamente sulla moquette ingrigita dal tempo. -Papà!- Esclamò la ragazza correndo nella sua direzione pronta ad aiutarlo. Con destrezza gli passò un braccio attorno alle spalle e cercò di sollevarlo più che riusciva. - Coraggio alzati! Sei di nuovo ubriaco vero!?- Sunset faticava a parlare, schiacciata dal peso del padre che non muoveva un muscolo per tentare di alzarsi. - Devi smetterla! Lo hai promesso anche alla mamma…- A sentire quelle parole, l’uomo parve rinvigorirsi e si alzò di scatto, lasciando la ragazza barcollare disorientata. - Tua..madre..è..MORTA!- Esclamò l’uomo e Sunset riuscì a sentire la puzza fetida del suo alito. Sapeva che non doveva dargli retta, che non era lucido, ma non riusciva ancora a sopportare l’idea che quell’uomo fosse suo padre! Certo anche quando la madre era in vita beveva, ma almeno si era sempre fatto trovare in forma difronte a lei, ora sembrava che non gli importasse più niente e Sunset non lo tollerava. -Lo so!- Rispose, ma subito dopo si morse la lingua e un sapore metallico le si sparse per la bocca. - Ora devo andare.- Mormorò Infilandosi una giacchetta borchiata e aprendo la porta di casa. Stava quasi per uscire quando il padre la bloccò per un braccio e la spinse dentro con violenza. - Credi di svignartela così?- L’uomo era fuori di se e ciò terrorizzava Sunset più di ogni altra cosa. - Ma papà…la..- Non fece a tempo a finire la frase, che subito si dové scostare per schivare la bottiglia d’alcolico lanciata a tutta velocità, che si frantumò a pochi centimetri da lei. Ora non ne poteva davvero più e una tremenda collera le salì da dentro. - Adesso smettila e lasciami uscire! Sei ubriaco e sudicio come un maiale…- Poi si fermò, stava per dirlo, non poteva! Si era promessa che non lo avrebbe mai detto, che era troppo brutto da dire. L’uomo era grande il doppio di lei e la fissava ansimando sbarrandole la strada. Ci fu un minuto di calma; la ragazza cominciò a dirigersi con cautela verso alla porta…c’era quasi…quando..SLAM! Il padre la colpì in volto con tale violenza che la ragazza ruzzolò a terra. - Così impari sgualdrina!- Sibilò il padre chinandosi all’altezza della figlia. Sunset aveva il volto in fiamme, la testa le batteva al punto che sembrava stesse per esplodere; goffamente piantò i gomiti a terra e fece per alzarsi quando un altro colpo le arrivò dritto in pancia. La ragazza si contrasse dal dolore e due enormi lacrime le scivolarono lungo il viso. Teneva la bocca aperta e faticava a respirare…tutto girava e nella testa le passavano davanti le immagini dei compagni che scappano,che la guardano impauriti e per un attimo, solo per quell’attimo le sembrò che ciò che le stava facendo il padre se lo fosse meritato. Improvvisamente si sentì sollevare per la maglietta e si ritrovò faccia a faccia con suo padre. Gli occhietti piccoli dell’uomo la guardavano con un bagliore di follia che incuteva timore, mentre la sua bocca tremava per colpa dell’alcol. - Spero che tu abbia imparato la lezione…- Mormorò e la ragazza storse il naso, cercando di non sentire il fetore che emanava l’uomo. Poi lui la spinse con forza fuori dalla casa e la ragazza dovette appendersi al corrimano, per non ruzzolare giù dagli scalini. NO! Questo era troppo…non poteva stare ferma e subire..subire sempre - Tu sei un mostro! Preferirei morire, spiaccicata sotto un’auto piuttosto che vivere un altro giorno qui con te! Perché non sei morto tu invece che la mamma!!!- Le parole le uscirono maligne cariche di cattiveria, ma al tempo stesso erano tristi e interrotte da lievi singhiozzi. L’aveva fatto, non aveva mantenuto la promessa, aveva detto quelle cose a suo padre nonostante si fosse ripromessa di no, che erano troppo crudeli e neppure lui se le meritava… 

 

Le case scorrevano via veloci, lasciando posto ad enormi campi e radure di campagna. Sunset teneva gli occhi fissi fuori dal finestrino, ma non stava guardando nulla; pensava a ciò che era successo, a cosa succederà…Nella mano destra teneva ancora stretto il biglietto del treno, mezzo stropicciato e umido di sudore. Teneva le gambe incrociate sopra alla cartella e sperava che nessuno notasse il livido che aveva in volto. Le veniva da vomitare al pensiero di andare in mezzo ad un mare di ragazzi che la odiavano e che non vedevano l’ora di giudicarla e prenderla in giro. 

Ora piccole casette avevano rimpiazzato i campi, e mille colori sfrecciavano via in mezzo al vento. Nel treno regnava un atmosfera calda, piena di vita, ma non per questo fastidiosa. Molti ragazzi parlottavano tra loro e c’era sempre un lieve brusio di fondo. Sunset chiuse lentamente gli occhi, il mal di testa le stava passando pian piano, quando una voce metallica risuonò all’interno del vagone. - Capolinea..siamo arrivati a …- La ragazza non aspettò neppure un secondo e saltò giù dal treno insieme ad una marea di ragazzi sudaticci che si apprestavano ad andare a scuola e ad uomini in giacca e cravatta, diretti verso i bar. Si fermò in mezzo all’atrio della stazione, teneva gli occhi fissi sul grande orologio centrale che segnava le sette e un quarto; in quel momento in un televisore accanto a lei passò una nuova pubblicità, c’era una donna splendida, dai bellissimi capelli dorati che reggeva in mano una boccetta di profumo, sotto una frase citava. “Una spruzzata e la tua vita cambierà all’istante” Sunset sorrise amaramente. - Potrei immergermi in quel liquido maleodorante dalla testa ai piedi, ma credetemi, non cambierà nulla…- Poi si mise lo zaino in spalla ed iniziò a camminare. Conosceva quelle strade a memoria, sapeva che scorciatoie prendere e quali erano i quartieri da evitare. Il cielo era tinto di un bell’azzurro acceso attraversato da poche nuvole di cotone. La ragazza si sedette a bordo di un marciapiede e con tranquillità estrasse dallo zaino un paio di grandi cuffie nere, con disegnato ai lati un sole calante. Prese il telefonino, vi attaccò il jack; stava per far partire la musica quando la sua attenzione fu catturata da un messaggio. Non era come gli altri, non la insultava, ne la minacciava, era da parte di Flash e questo  le fece fermare il cuore in gola. 

 

[“Flash Sentry” Online]

-Ciao Sunny!

 

La ragazza si morse il labbro. Erano stati in seme parecchi mesi, quando lei ancora si comportava male, lui le era sempre stato vicino e la faceva sentire speciale…poi era tutto finito! Ora sapeva che il ragazzo stava assieme a Twilight e il fatto che la chiamasse ancora “Sunny” le dette particolarmente fastidio. 

 

[“Flash Sentry” Online]

-Ciao Sunny!

        -Cosa vuoi?

-!

-Niente.

        -Allora non scrivermi!

-Aspetta!

        -No

-Sai se Twily è arrivata?

 

Sunset non rispose nemmeno e chiuse la conversazione. Il telefonino continuò a vibrare, ma lei non volle più guardare. - Sei sempre il solito, non cambierai mai!- Sibilò al vuoto. Poi aprì la playlist e le sue orecchie si riempirono di una melodia dura, e ritmata. Continuò a camminare ascoltando ogni parola della canzone e osservando la strada attorno a se, improvvisamente un autobus le sfrecciò accanto. La rossa alzò lo sguardo, il mezzo era praticamente vuoto ad eccezione di…-Twilight!?- Esclamò la ragazza, con un tono troppo alto per via della musica, ed incominciò a rincorrere l’autobus. Non sapeva neppure lei di preciso perché lo stesse facendo, ma la voglia di vedere una faccia amica che le sorrideva era troppo forte. Corse per parecchi isolati, poi i suoi piedi iniziarono a rallentare e dovette fermarsi vicino ad una casetta color salmone, per riprendere fiato. Alzò sconsolata lo sguardo, il mezzo girò una curva e sparì.

 

Gli studenti erano già tutti lì, appena arrivata si tolse le cuffie e si sedette in un angolo, vicino ad una ringhiera. -Sunset Shimmer!- Una voce autorevole richiamò la sua attenzione. Una donna alta, lunghi capelli dai colori del cielo, la stava fissando con aria severa. - Buon giorno preside Celestia.- Salutò Sunset, con tutta la gentilezza che aveva in corpo. - Sì, è un buon giorno e spero che resti tale. Non ho intenzione di sentire lamentele da parte degli altri studenti per via del tuo comportamento! Sono stata chiara?- La ragazza abbassò lo sguardo a terra, fino a guardarsi la punta delle scarpe. -Certo preside, le prometto che non farò nulla che non va…- Ora il suo tono era cambiato in un misto tra dispiacere e rabbia. Perfino la preside la trattava ancora come una delinquente, non c’era da stupirsi se lo facevano anche i compagni. - Staremo a vedere.- Rispose la donna, così dicendo girò sui tacchi e sparì tra la folla. Sunset sospirò e spostò lo sguardo più in la; in fondo vicino al parcheggio delle biciclette un gruppetto di ragazze chiacchierava felice. Tra loro riuscì a riconoscere senza problemi Twilight, intenta a salutare un ragazzino che era appena arrivato. Seduta su una bici c’era Rarity, quella brava con i vestiti, a terra intravide una chioma arcobaleno, senz’altro si trattava di Rainbowdash, era la ragazza più tosta di tutta la scuola ed era anche il capitano di quasi tutte le squadre sportive, per ultima scorse Pinkie Pie sempre allegra e sorridente, tra tutte era quella che più si era aperta con lei. Sorrise e si alzò per raggiungerle, ma le sue gambe non si mossero di un millimetro. Qualcosa la tratteneva, una strana sensazione allo stomaco, faceva male, poi anche in volto…la ragazza ci impiegò un po’ a ricordarsi del suo aspetto, così decise di non rischiare figuracce e si avviò dentro al pullman, in silenzio, infilandosi nuovamente le cuffie, per isolarsi dal mondo…


---------------------------------------------------------
Spazio Autore

Un enorme ciaoooo a tuttiiii!!!!!Finalmente sono tornata, mi scuso ancora per la lunga attesa, davvero, e spero di farmi perdonare con questi due capitolini...
cooomunque...sono felice che la storia continui a piacervi  e spero di leggere altri commenti. Volevo solo sapere cosa ne pensate riguardo al capitolo su Sunset, devo dire che mi sono trovata un po' in difficoltà anche perchè, a parte gli studi con princess Celestia, di lei si sa ben poco!
Oki, doki, loki...un abbraccione e alla prossima! :3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Il viaggio ***


  •  Fingere?! (Applejack)

 

Il telefono squillò, rompendo il teso silenzio tra i due fratelli.

Big Mac guardò severo la faccia delle sorella, che nonostante il continuo squillare, non si mosse di un millimetro. -Non rispondi?- Applejack si morse il labbro nervosamente. Aveva riconosciuto la suoneria: era Rarity. - Non nessuno di importante…- Borbottò cercando di non far notare al fratello la sua rabbia. Big Mac, però, conosceva la sorelle meglio di chiunque altro e sapeva quanto fosse testarda, specie in cose a lei così care. Non si sarebbe arresa facilmente. - Posso vedere chi è?- Applejack strinse i pugni. Faceva il gioco sporco. -No.- La risposta vibrò nell’aria, ferma nelle orecchie di tutti e due. La macchina sobbalzò per via di una buca, il telefono cadde fuori dalla tasca. La ragazza si fiondò per riprenderlo prima che il fratello potesse sapere a chi appartenesse quella suoneria. -Devi metterle giù all’istante!- Applejack si pietrificò. Troppo tardi. Il fratello tenevo lo sguardo fisso sulla strada, volto più serio che mai. -E’ un ordine! Mettile giù!!- Faceva paura. La bionda inspirò a fondo, era stato chiaro, non valeva nemmeno la pena di discutere. Lentamente fece scivolare il dito sullo schermo del telefono e la musica squillante cessò. 

 

Tutti gli studenti erano già a bordo, tutti eccetto una ragazza dai lunghi capelli viola, con indosso uno splendido abito bordò, fermato in vita da una cintura nera.

Il loro abito!

Applejack scese dal furgone e sbatté con violenza lo sportello. Il fratello non disse una parola e la salutò sorridente, senza ottenere nessuna risposta in cambio. La ragazza si sistemò il cappello in testa, stava per mettersi in spalla la sacca logora e piena di mele, quando un turbine di gioielli e profumo di lavanda la invase. - Applejaaaack !!- Rarity le era saltata in braccio, prima ancora che la bionda potesse elaborare ciò fosse successo. - Oh che bello, non arrivavi più. Fortuna che sono riuscita a convincere l’autista ad aspettare ancora un po’.- Ridacchiò dolcemente, portandosi elegantemente la mano davanti alla bocca. - Sai, credo di piacergli….hihihihi- Poi si avvicinò lentamente all’orecchio della sua ragazza. - Ma il mio cuore è solo tuo…- E le posò delicatamente le morbide labbra sulla guancia ricoperta di lentiggini. AJ rimase immobile. Sentì il volto andarle a fuoco e una terribile fitta le strinse il petto. Con gentilezza l’adagiò tranquillamente a terra e si avviò verso la corriera. - Coraggio ora non penso aspetterà più.- Sentenziò con una voce fredda, distante. Sentì i passi di Rarity dietro di lei. Sapeva che la ragazza c’era rimasta male. -Hai preso i posti vero?- Chiese ferma sull’entrata, dandole le spalle. - Certo tesoro, che domande! C’è giusto Pinkie che li sta tenendo d’occhio.- Applejack annuì fermamente, mordendosi la lingua per resistere alla tentazione di saltare addosso alla sua splendida ragazza….o forse dovrebbe dire ex-ragazza.

Fece un profondo respiro ed entrò finalmente dentro al mezzo. L’interno era già pieno di studenti, attraversò veloce il corridoio centrale, in cerca di Pinkie Pie. Passò accanto a Fluttershy, che era seduta di fianco ad un ragazzetto piccolino, che, se non si sbagliava, si chiamava Spike. Un piccolo sorriso malizioso le spuntò sul volto al pensiero di cosa le aveva detto Rarity tempo fa, riguardo a come quel ragazzino cercasse di fare colpo su di lei. Camminò ancora, quella corriera era davvero lunga! Twilight ovviamente era in coppia con Flash. La ragazza a prima vista non sembrava essere in piena forma, ma lui era intento a conversare con un ragazzo seduto dietro, quindi era tutto a posto. 

-Eccole, eccole!- Una voce squillante le perforò i timpani. - Ma ciao, Pinkie!- La bionda si fermò a lato dei due posti liberi, per permettere a Rarity di passare. Almeno quello poteva farlo… - Oh, ma che gentile…- Cinguettò la viola facendole l’occhiolino. Applejack le sorrise. In fin dei conti, BigMac non le aveva mica detto di essere maleducata. Finalmente si sedette anche lei. Ma fu questione di un secondo che subito si rialzò per riuscire a parlare con la compagna seduta davanti. - Hey, Dash,come ti butta?-La ragazza alzò la testa incuriosita e si tolse pigramente le cuffiette. - EH?-Il volume della musica era talmente  alto che la bionda riuscì perfettamente a sentire le parole di “Io sono fantastica”.

Applejack smorzò a fatica una risatina e alzò gli occhi al cielo  - Sempre modesta!- Disse facendo cenno col capo al suo lettore mp3- Bhe, non è colpa mia se …io sono fantastica!- Disse l’altra mimando un assolo di chitarra elettrica. -Di cosa si parla qui? Di cibo? O state organizzando una festa…sì è così, ma allora perché non mi avete invitata?- Le due fissarono PinkiePie attonite, non sapendo come rispondere. - L’idea di una festa non è male, magari da Applejack che ha tanto spazio…e comunque saresti invitata sicuramente Pinkie!- A queste parole la riccia saltò addosso a RainbowDash e la stritolò in un caloroso abbraccio. La cowboy stava guardando la scena divertita, era assurdo quanto Rainbow odiasse e adorasse Pinkie. Improvvisamente una strana sensazione alle gambe la costrinse ad abbassare lo sguardo, e vide che qualcuno le stava manipolando la gonna. - R..Rare, ma che fai?- Esclamò sentendosi improvvisamente in imbarazzo, per la vicinanza delle mani della ragazza al suo linguine. La viola stringeva tra i denti un puntaspilli, mentre era intenta a ricucirle un buco. - Ma come ti shei veshtita scusha…- Poi tagliò il filo e rimise il tutto in una pochette bianca incastonata di diamanti. Alla vista di quell’accessorio la bionda abbassò lo sguardo: glielo aveva regalato per San Valentino. Aveva usato tutto il ricavato dalla vendita delle mele e non fu affatto facile spiegare a Granny, come mai  fosse tornata a casa senza mele e senza soldi. - Insomma, Applejack! Lo so bene che per te l’eleganza è un optional, ma almeno provaci!- AJ guardò il suo riflesso sul vetro.-Bhe, mi sembra che sia tutto apposto…- Mormorò sistemando meglio la frangia bionda. Fece mente locale di ciò che aveva: cappello, camicia, gonna, stivali, cintura…appunto, tutto apposto! Rarity la guardò dolcemente con i suoi grandi occhi blu, contornati da tutto il trucco esistente sul pianeta. - Sei incorreggibile!- Appuntò Rarity. Applejack si lasciò sprofondare nel sedile. - Che non è altro che il tuo modo per dirmi che sono una stracciona.- Le rimbeccò. Rarity si offese e mise il broncio. - A volte sei davvero immatura Jack!- La bionda strinse i pugni. 

-Non mi piace che mi chiami così, è un nome da maschio.- -Non è colpa mia se è il TUO nome.- Cantilenò l’altra, ma la sua voce si stava addolcendo. “Sì, si è offesa perché non l’hai salutata come al solito.” La cowboy guardò maliziosamente la ragazza, che indignata si voltò a guardare fuori dal finestrino. - Ah…è così dunque!- Improvvisamente AJ la prese in vita e l’avvicinò a sé, poi iniziò a farle il solletico sulla pancia. - Ahahahaha, no , no ti prego ferma…ahahaha, no mi rovini il vestito! Basta …- Ora si sentiva soddisfatta. - Avanti chiedimi scusa, zuccherino…- 

-Scusa,scusa…- E la bionda si sporse a darle un dolce bacio sullo zigomo.  Liberata dalla presa la viola si risistemò l’abito e si ricompose. Era davvero bella, sapeva di essere una ragazza fortunata ad averla tutta per se. In quel momento la faccia severa di BigMac le apparve davanti e le sue parole risuonarono più forti che mai, costringendola ad abbassare lo sguardo. 

 

Ci fu un rombo sordo e il pullman finalmente partì.

 

Applejack si guardò intorno. Tutti erano impegnati in qualcosa: chi leggeva, chi chiacchierava, chi dormiva…Sbuffò rumorosamente, poi si voltò a guardare la sua compagna. Rarity era girata per dietro e chiacchierava di moda con una ragazza di nome Coco Pommel.  Fece per sporgersi per fare due battute con Dash, ma si accorse che l’amica era intenta a bisbigliare qualcosa a  Pinkie. Si sentì un po’ seccata, ma d’altronde PinkiePie era la sua migliore amica. Si lasciò ricadere demoralizzata sul sedile: questa giornata sarà eterna.

Pigramente si piegò per afferrare la sua sacca e tirò fuori un’enorme mela. Alla vista del frutto il suo stomacò brontolò affamato. - E’ un po’ poco, ma meglio di niente!- Così dicendo addentò la mela croccante. - NON..CI..CREDO!- Rarity si era voltata e la guardava con disgusto. - Ma tu mangi sempre?- La bionda mandò giù il boccone e stava per ribattere, quando l’altra le pulì la bocca con un enorme fazzoletto bianco. - Certo che sei proprio rivoltante. - Applejack strinse la mascella, avrebbe voluto continuare a discutere e a prendersi in giro a vicenda, ma non poteva. 

Scansò di lato l’altra ragazza, si infilò un paio di cuffiette, alzò il volume e…ricevette un colpo allo stomaco.

-Ouch! Rarity ma si può sapere che diavolo ti prende!?- Applejack si portò dolorante le mani sulla pancia. La ragazza la fissava severa, dritta negli occhi. - Cosa prende a me!?? Cos’hai tu piuttosto! Fino a ieri eri la fidanzata più dolce e comprensiva del mondo, oggi sei una iena! Scorbutica, antipatica, prepotente e arrogante! Sto cercando di farti sentire a tuo agio ma tu nulla, non vuoi proprio saperne!- Applejack aprì la bocca per ribattere, ma sapeva che l’altra aveva ragione. -Mi dici cosa c’è che non va? E non far finta di niente, perché l’ho capito…- Aggiunse fissandola negli occhi con serietà. La bionda sbuffò, e poi rispose distogliendo lo sguardo. -Ho solo dormito poco…a causa tua, tra l’altro! Dovevi per forza farmi scegliere quell’inutile vestito!?- Odiava mentire, specie alle sue amiche, ma aveva fatto una promessa a suo fratello e la famiglia viene prima di ogni altra cosa. Applejack sentì Rarity sospirare tristemente, ma ancora determinata. -No, Jack. Se  fossi davvero stanca lo riconoscerei. Stiamo assieme da quasi un anno ormai, so tutto di te…- -No, tu non sai proprio un bel niente di me!- Applejack urlò, con gli occhi lucidi dalle lacrime. - E ora smettila e lasciami sola!- La viola non capiva e questo la cowboy lo sapeva benissimo e soffriva nel vedere la persona che ama trattata in quel modo, specie da se stessa. -Tesoro…io voglio solo che questa sia una bella giornata, vorrei che tu fossi felice, che potessimo stare un po’ assieme…chiedo troppo alla mia fidanzata?- La voce di Rarity era morbida e triste. Applejack si voltò a guardarla. Perché? Perché non potevano stare assieme, cosa c’era di tanto tremendo? Non lo capiva…-Vuoi che io sia dolce, che sia il tuo “dolce sidro di mele”? Mi dispiace oggi non sono dell’umore adatto, ma se tanto insisti ti accontento!- Battibeccò secca la bionda, poi, con delicatezza, afferrò il volto dell’altra e lo avvicinò al suo. Sentiva il respiro, il profumo, tutto. Una lacrima le corse lungo la guancia, non appena le sue labbra toccarono quelle di Rarity. La baciò piano, lentamente assaporandosi a pieno il loro ultimo bacio. Così come era iniziato, finì. Applejack si passò una mano sulla bocca per asciugarsi le labbra, poi si rimise le cuffie. -Ecco, sei contenta? Ora lasciami in pace!- Esclamò, senza nemmeno degnare l’altra di uno sguardo, per non farle vedere gli occhi colmi di lacrime. Dopodiché fece partire la musica e lentamente si appisolò. 

 

 

 

  • Cambierà mai? (Twilight pv)

Flash era arrivato poco prima che la corriera partisse, assieme a Fluttershy. Se non sapesse che il ragazzo la ama veramente, si sarebbe sicuramente ingelosita. Twilight sedeva tranquilla battendo ripetutamente la mano sul sedile vuoto accanto al suo. - Flash!Flash! Qui, ti ho tenuto il posto!- Il ragazzo sbucò dal corridoio con uno sguardo brillante. Twily sospirò, perdendosi nel blu di quegli splendidi occhi che brillavano solo per lei e il cuore prese a batterle all’impazzata, riuscendo quasi a farle dimenticare il terribile mal di stomaco.  - Splendore! Sono così felice di vederti!- Esclamò il ragazzo sedendosi e chinandosi a darle un morbido bacio sulle labbra, che fece arrossire la ragazza. - Temevo che non arrivassi più..- Mormorò Twilight, cercando di nascondere la gioia che aveva provato nel vedere i suoi splendidi capelli blu sbucare dall’ingresso. Il ragazzo non rispose ma continuò a fissarla con aria persa. Twily strinse la mascella, il dolore stava aumentano. “No, non posso rovinarmi la gita per via di un po’ di mal di pancia…”
Riportò la sua attenzione al ragazzo. Flash si era girato e chiacchierava con Stuart, un membro della sua band. -Hey, ciao Stuart, non mi ero accorta che c’eri anche tu!- Salutò la ragazza, girandosi a sua volta. Attese qualche istante, ma i due continuarono a discutere senza nemmeno accorgersi che lei avesse parlato. Twilight mise il broncio e stava per controbattere, quando una terribile fitta la costrinse a risedersi velocemente sul sedile. -Aaaahhh che male!- Faticava a respirare e non riusciva a trovare sollievo. -Twily, ti senti bene?- Flash la fissava confuso squadrandola dalla testa ai piedi. La ragazza roteò gli occhi sarcastica. - Tu che dici?- Brontolò, per la perspicacia del suo fidanzato. Lui tuttavia non ci fece troppo caso, si sistemò meglio sul sedile e l’avvicinò a se. -Tranquilla, per qualsiasi cosa sappi che ci sono io.- Twilight sorrise dolcemente, appoggiando il volto sul petto del ragazzo. -Grazie Flash…- Rimase ferma li per qualche secondo, con gli occhi chiusi ad ascoltare il battito cardiaco del suo fidanzato. Era rilassante, voleva che quel momento durasse per sempre.
Improvvisamente un rombo sordo la costrinse ad alzare la testa.
-Tranquilla, Twily, siamo solo partiti…- Scherzò Flash accarezzandole lentamente i lunghi capelli. -Scusami, ma ultimamente sono molto agitata..non so’, sarà  anche colpa di questo mal di pancia.- Flash sbuffò seccato dalle parole della ragazza. -Insomma, Twilight, io ti capisco fino ad un certo punto. Perchè non ti rilassarti un po’ almeno per oggi? Siamo in gita! Scommetto che il mal di pancia nemmeno ce l’hai, si tratterà solo di stress…-  Twily sgranò gli occhi nel sentire queste parole dal ragazzo, dette poi con quella freddezza. Non se lo aspettava, ma non aveva intenzione di litigare, in fondo lui cercava solo di aiutarla….non è forse così? Lei gli si allontanò, muovendo solamente la testa in risposta ed estrasse un enorme libro, dalla copertina nera in cui si intravedeva un volto con tre graffi colorati. Non passò neanche un secondo, che subito la ragazza si era persa nella lettura. Gli occhi scorrevano veloci, divorando pagine su pagine. La sua mente viaggiava, regalandole avventure che non avrebbe mai vissuto ed estraniandola dal modo che la circondava. Per questo amava i libri, amava chiudersi in camera per giorni e giorni e viaggiare oltre le vette più alte o inoltrarsi nell’oceano più profondo. Non si accorse però, che il tempo passava; non si accorse nemmeno che Flash si era alzato e sobbalzò non appena il volto vispo e simpatico di Spike le apparve da dietro il libro. -Hey Twilight! Ritorna sulla terra!- La ragazza sbattè le palpebre confusa, guardandosi intorno e notando che il mezzo era completamente vuoto. -Ma dove sono tutti?- Il ragazzino scoppiò in una risata giocosa. -Sono già scesi Twy, manchi solo tu! Siamo arrivati.- Così dicendo si sistemò il suo zaino sulle spalle e invitò la ragazza ad imitarlo. -Cavolo, mi ero completamente…- -…persa nella lettura. Comprensibile da parte tua!- Continuò l’altro facendole l’occhiolino.
Twilight si portò i cappelli dietro alle orecchie arrossendo un po’. Non sapeva però il motivo…-Grazie Spike. Per avermi chiamato, intendo, sei un vero amico!- Esclamò lei, chinandosi e stringendolo in un caloroso abbraccio. Spike rise, saltando giù dalla corriera. -Twilight!- Flash si voltò raggiante. Corse verso di lei, ignorando completamente il ragazzino che le tendeva la mano per aiutarla a scendere e prese la ragazza tra le sue braccia. -Mi domandavo quando saresti scesa!Non ti trovavo più.- Twilight storse un po’ il naso, mentre il ragazzo le dava un rapido bacio sulla guancia. Era arrabbiata. Se davvero la cercava perché non era venuto lui a chiamarla. -Scusami Flash. Mi ero persa…- Il ragazzo le fece cenno di tacere. -Non importa, ora muoviamoci che stiamo per entrare al museo.- Twilight avrebbe senz’altro ribattuto, se non fosse rimasta a bocca aperta a rimirare quell’immensa struttura. La facciata di ingresso era interamente in vetro,  affiancata da enormi luminari a forma di DNA, l’edificio si stagliava alto rivelando da qualche finestra fantastici ambienti ricchi di installazioni. -Coraggio Spike, andiamo a prendere i biglietti!- Urlò la ragazza correndo a tutta velocità verso l’ingresso, nonostante il mal di pancia. Il ragazzino sobbalzò sorpreso e la seguì a ruota, andando goffamente a sbattere addosso a Flash, il quale era intento a massaggiare sul telefono. -Questo è il posto giusto per te!- Commentò sorridente il ragazzino, all’amica. -Puoi dirlo forte Spike!Puoi dirlo forte!-  


--------------------------------------------------
Spazio Autore 
Rieccomi finalmente! Scusatemi se ci ho impiegato un po' per pubblicare questi due capitoli e mi scuso anche per eventuali errori di ortografia.
Spero comunque che vi piaccciano e carivcherò altri disegni a breve nonappena avrò il tempo...
Grazie ancora per perdere il vostro tempo dietro a questa storiella e a presto!!!  :3 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Amori segreti ***


  • Non è come sembra (Rainbowdash pv) 

 

Era esausta, per colpa di Pinkie ovviamente. -Cosa fai?Cosa ascolti?Perchè non rispondi? Ops…ti disturbo vero? Dimmi se ti disturbo! Ah, mi dai una mano a tenere i posti per Rarity e Applejack? Sai me lo hanno chiesto. Secondo te va bene che si mettano dietro di noi oppure no? E poi…- Rainbow si strappò vie le cuffiette con forza. -BASTAAAA!! Vuoi chiudere la bocca per una volta?-  Pinkie sorrise dispiaciuta verso l’amica. Dash si passò una mano sui cappelli sospirando: perché si era seduta vicino a lei? Poi le ritornò in mente il motivo e arrossì lievemente sulle guance. Già,  le doveva parlare. La ragazza spostò pigramente lo sguardo fuori dal finestrino e intravide Rarity e Applejack parlare. -Che strano…sembra che Aj non sia tanto felice di essere arrivata..- Mormorò, appoggiando le mani sul finestrino per riuscire a vedere meglio. -Rarity le sta parlando…- Pinkie le si avvicinò lentamente. -Cosa dicono?- Rainbow spalancò gli occhi e si voltò verso l’amica. -Sul serio? Non riesco mica a sentirle!- Pinkie la ignorò e si mise ad urlare saltellando su e giù. -Eccole eccole!- Rainbow si infilò svelta le cuffiette e fece partire la prima canzone che le capitò sotto mano. Non poteva far vedere che le stava spiando, altrimenti Applejack se la sarebbe sicuramente presa. 

 

Le due ragazze arrivarono e si sederono dietro di loro sorridenti e Pinkie cominciò subito a chiacchierare. Faticava a sentire ciò che dicevano, solo lievi brontolii, sovrastati dalle note di “Io sono fantastica!”. Dash alzò gli occhi al cielo, proprio questa canzone doveva partire!? Improvvisamente sentì una voce molto vicina, provenire da sopra la sua testa. -Eh?- Chiese con sguardo perso togliendosi una cuffia e lasciandola penzolare dalla mano.  La faccia sorridente di Applejack la stava fissando da sopra il sedile. -Sempre modesta!- Rainbow si morse la lingua, sapeva che la musica era alta ma non così alta. Veloce cercò un modo per svicolare da quella situazione, che la stava mettendo a disagio. -Bhe, non è colpa mia se….io sono fantastica!- Così dicendo mimò un assoldo di chitarra, stando a tempo con la musica. Le due ragazze si misero a ridere, stavano per continuare a parlare quando Pinkie sbucò dal suo sedile vomitando una raffica di domande del tutto fuori contesto. Le due rimasero perplesse per un attimo, poi Dash la tranquillizzò, conosceva bene l’amica e sapeva che l’unica cosa da fare in questi casi era stare al suo gioco. Improvvisamente Pinkie le si fiondò tra le braccia e la ragazza cadde all’indietro sul sedile. -Ouch Pinkie, ma che fa!?- Rainbow fissava accigliata l’amica che le sedeva sulla pancia. -Non lo so..- Dash fece forza sui gomiti e si alzò, costringendo la riccia a spostarsi da sopra di lei. -Comunque Aj…- La ragazza sbatté le palpebre confusa nell’accorgersi che l’amica era scomparsa. Curiosa si morse il labbro e si chinò per spiare attraverso la fessura tra i due sedili. Riusciva ad intravedere la faccia scarlatta di Applejack che cercava in tutti i modi di non fissare la ragazza sedutale accanto. -Perchè fa così…?Dopo le dovrò parlare..- Improvvisamente sentì qualcuno respirare vicino al suo orecchio. Lentamente girò la testa e sobbalzò nel vedere la faccia di Pinkie praticamente appiccicata alla sua. -Diamine Pinkie, ma non riesci proprio a farti gli affari tuoi!?- La fucsia sbuffò seccata. -Disse la ragazza che spiava da dietro al sedile…- Rainbow sospirò rendendosi conto che l’amica aveva pienamente ragione, ma era comunque troppo orgogliosa per ammetterlo. -Pensala come vuoi Pinkie!- La riccia sorrise e si sedette tranquillamente accanto al finestrino.

Rainbow sentì uno strano peso al cuore, non sapeva perché ma si sentiva in colpa verso l’amica. Non aveva fatto nulla, ma sapeva di doverle delle scuse. Esitò un attimo, stava per iniziare a parlare quando qualcosa, o meglio qualcuno le sbatté sulla gamba. -Oh santo cielo Rainbow, scusami, scusami non volevo…io..mi era caduto un orecchino e quindi, mi dispiace davvero!- Rainbow continuava a fissare la ragazza, ignorando quanto lei le stesse dicendo. - Quindi è tutto ok?- Fluttershy la guardava con i suoi enormi occhi verde acqua, in uno sguardo carico di dispiacere. Improvvisamente Dash fu scossa da un tremito e fece mente locale di quanto stesse succedendo. - Hemm..sì, sì certo!- Sorrise sicura di se, incrociando spavaldamente le braccia. La rosa non sembrò del tutto convinta, esitò un istante prima di salutarla e ritornare a sedersi. Rainbow si rilassò sul sedile facendo uscire lentamente tutta l’aria che aveva in corpo. 

Aveva ancora lo stomaco che le brontolava e un sorriso ebete stampato in faccia, persa nei meandri più oscuri della sua mente,a fantasticare. Il tempo sembrò fermarsi per qualche secondo, poi improvvisamente un pacchetto pieno di caramelle le atterrò in grembo e per poco non cadde a terra. -Ma cos…?- -Sono per te!- Pinkie le sorrideva, o almeno Rainbow pensava così, poiché la forte luce proveniente dal finestrino oscurava in parte il volto della ragazza. - Wow…grazie Pinkie. Ma non mi conviene, sai, se voglio essere in forma per…- -Per il campionato… grazie al quale gli Wonderbolts ti noteranno, diventerai la loro punta di diamante, tutti ti acclameranno eccetera eccetera…sì lo so!- Snocciolò Pinkie con voce impassibile e monotona. Rainbow sapeva che Pinkie ci teneva a farle mangiare i suoi dolcetti, ma non poteva davvero rischiare di perdere la linea. Le ci erano voluti anni di duri allenamenti per riuscire ad avere degli addominali “da paura”…ma forse solo una..? Rainbow alzò gli occhi al cielo, prese in mano una caramella lunga e sottile dello stesso colore dei suoi capelli e se la mise in bocca. Da quanto che non mangiava più caramelle, il sapore aspro e dolce assieme le invase la bocca, piccoli granelli di zucchero dolcissimo le si sbriciolarono tra i denti per poi regalarle un dolce calore lungo la gola. Pinkie la guardava sorridendo soddisfatta. Rainbow ricambiò il sorriso.-Hey Finkie gaddà gua!- Esclamò tirando fuori la lingua con sopra la caramella appiccicata. -Ho la ligua acobaeno!!- A quelle parole l’amica scoppiò in una calorosa risata e Dash, soddisfatta, finì di mangiarsi il resto della caramella. 

Improvvisamente un rombo sordo avvisò le due ragazze che il mezzo si era finalmente messo in marcia. 

 

Rainbow si rilassò sul suo sedile, come se tutti i suoi problemi fossero spariti all’istante. Sembrò che anche tutti gli altri studenti provassero la sua stessa sensazione, poiché calò un silenzio improvviso. 

-Siamo partiti!- Annunciò serena l’amica seduta accanto a lei. Rainbow non rispose, ma si limitò a guardarla sorridendo. -Sai oggi sento che sarà una bella giornata.- Pinkie guardava fuori dal finestrino, diverse case scorrevano via veloci. Dash si guardò attorno, vide che Twilight stava litigando con Flash e fece una smorfia annoiata. -Possibile che quei due non sappiano rilassarsi.- Improvvisamente sentì qualcosa sfiorarle la guancia facendole il solletico. - Pinkie, i tuoi capelli…hihihi..mi danno fastidio.- La ragazza, che si era avvicinata per sentire meglio Rainbow, si ritrasse di scatto. Rainbow le sorrise. Sì Pinkie era davvero un’ottima amica. Quindi che aspetti? - Ohi Pinkie, ti posso dire una cosa?-La riccia scosse energicamente la testa. -Perfetto, però avvicinati…- Disse Dash, abbassando gradualmente la voce  e chinandosi verso l’amica. -Uuuuhh un segreto! Forte mi piacciono i segreti!- Rainbow roteò gli occhi, sperando che l’amica la prendesse sul serio. -Okay, prima però mi devi promettere che non lo dirai a nessuno, intesi?- - Pinkie Promessa!- Esclamò l’altra mimando una seria di gesti inutili. -Sì sì…come vuoi!Quindi ecco …sai..io è da un po’ che ci sto pensando…- Rainbow si fermò, il cuore le martellava in petto. Perché? Non era mica chissà che…eppure si sentiva nervosa. Improvvisamente sentì le calde dita di Pinkie incrociarsi con le sue e prenderle la mano. -Tranquilla Dashi, di me ti puoi fidare.- Non sapeva perché, ma questo era proprio ciò che aveva bisogno di sentirsi dire. Fece un profondo sospiro e..-Mi sono innamorata di Fluttershy!- La presa con le mani dell’amica si allentò un attimo e Rainbow giurò di aver visto sparire il sorriso sul volto di Pinkie per qualche secondo, ma in un attimo la ragazza esplose di euforia saltandole al collo. -Oh Dashi sono così contenta per te!- Rainbow per poco non respirava e dovette sforzare per scollarsi Pinkie di dosso. -Davvero? Ne sono felice, e io che non me la sentivo di dirtelo…che stupida!- Velocemente si voltò verso il sedile di Fluttershy per assicurarsi che la ragazza non avesse sentito nulla. Stava guardando con aria persa il suo cellulare, quindi tutto okay. Tornò velocemente da Pinkie che aveva aperto un altro pacco di caramelle e le mangiava allegramente. -Ora resta solo il problema che non so come dirglielo…- Mormorò Rainbow incrociando le braccia. -In tutta franchezza non credo nemmeno che riuscirò a dirglielo…- Improvvisamente si sentì saltare sul sedile, come Pinkie scattò immediatamente in ginocchio. -Ho già un piano! E lo effettueremo oggi!- Rainbow inarcò le sopracciglia scettica. -…non so, sentiamo..- Pinkie sfoderò un enorme sorriso e tutta seria iniziò ad esporre la sua idea. - Durante la visita al museo, manderò un messaggio a Fluttershy dicendole che Gummy si è fatto male e..- Rainbow la fermò con un cenno della mano. -Pinkie, Gummy non è qui con noi…giusto per ricordartelo. - La fucsia sembrò rifletterci un attimo e poi continuò. -Già hai ragione, dunque…la chiamo disperata dicendole che è urgente e che deve raggiungermi subito! Io le dirò di trovarmi vicino all’ascensore e lei correrà lì…ma non troverà mica me! Infatti…- Improvvisamente si fermò. 

Rainbow si guardò attorno per cercare di capire il perché di quella interruzione, ma non trovò altra scelta se non chiederglielo. -Pinkie perché ti sei fermata, si può sapere?- La ragazzina sbuffò. -Per creare un po’ di suspense!…ha-heam..al posto mio troverà te! Che fingerai di essere confusa e dirai di aver ricevuto una mia chiamata che ti dicevo di venire lì. A quel punto tu le dirai che al piano superiore avevi visto qualcosa che le sarebbe piaciuto e la fai salire in ascensore…una volta dentro io lo bloccherò e sarete completamente sole, così riuscirai a dichiarare il tuo…amore..- Pinkie abbassò lentamente lo sguardo e le sue guance si arrossarono appena. Rainbow la guardò torva. -Sicura di sentirti bene?- L’amica rialzò la testa e le sorrise raggiante. -Allora che ne pensi? E’ un buon piano?- Dash si morse il labbro. A dire il vero lo trovava assurdo e del tutto inutile, sarebbe bastato approfittare della pausa pranzo e chiederle di parlare, ma non voleva deludere l’amica. -Un buon piano? Pinkie questo è un ottimo piano, è geniale!- -Davvero?- Rainbow fece la linguaccia verso la riccia. - Direi che è sicuramente più mitico del 20%!- Pinkie esplose di gioia e tirò fuori dai suoi capelli una macchinetta fotografica. Rainbow sbatté più volte le palpebre confusa. -Ma come hai..?Non importa!- Pinkie le si avvicinò e scattò una foto di loro due. -Un selfie? Perché Pinkie Pie?- Scherzò Rainbow, guardando la terribile fotografia che aveva scattato l’amica. -Sai ho deciso di tenere un album di tutte le nostre foto, così mi ricorderò sempre di questi momenti!- Rainbow sorrise.

 

Certo che Pinkie era davvero unica! 

 

Stavano parlando quando qualcuno le andò a sbattere contro facendole cadere di mano una caramella di Pinkie. -Ancora Fluttershy adesso basta! Si può sapere che…!? Flash?- Il fidanzato di Twilight le sorrideva dispiaciuto porgendole la caramella. -Scusami non volevo sono solo caduto!- Rainbow inclinò il capo. -E perché eri in piedi?- Flash mise una faccia sconsolata e si voltò a guardare Twilight seduta poco più avanti. -Oggi sembra che non ne combini una giusta…- Rainbow si sporse per vedere meglio e scoppiò a ridere nel notare che l’amica era intenta a leggere un albo enorme. -Se si è messa a leggere vuol dire che l’hai fatta grossa!- Flash si massaggiò il collo sconsolato.- Già, …se solo sapessi cosa ho fatto però..- -Bha non ci pensare le passera! Comunque non mi hai ancora detto perché sei in piedi.- Flash parve arrossire leggermente. -Io…niente…mi sgranchivo un po’ le gambe! Beh ci si vede Rainbow Dash!- E il ragazzo si avviò fino la fine del corridoio, per poi sedersi accanto a qualcuno. Rainbow era curiosa, ma non così tanto da alzarsi ed andare a guardare. Si risistemò sul suo sedile e con la coda dell’occhio vide che Applejack si era addormentata. -Psst Pinkie Pie…hai un pennarello?- L’amica la guardò giocosa. -Perchè?- -Applejack dorme!- Ci fu uno sguardo di complicità e la riccia tirò fuori un piccolo pennarello blu dalla tasca. -Io le faccio i baffi!- Ridacchiò girandosi dietro verso l’amica. Rainbow sorrise, guardando la massa di ricci fucsia che ricadeva lungo la schiena di Pinkie. 

-Grazie per esserci sempre, amica mia.-

 


  • 1 a zero per me! (Spike pv)

 

Non era giusto, lui la conosceva da più tempo, lui le ha sempre dato una mano in tutto e lui era arrivato per primo. Eppure le è bastato vedere quegli unti capelli blu per sciogliersi come gelato al sole. Spike guardava fuori dal finestrino imbronciato. Dietro di lui sentiva la voce rauca di Flash borbottare qualcosa a Twilight. Strinse i pugni, doveva trattenersi. -Hemm…scusa questo posto è occupato?- Spike si voltò di scatto. -Oh ciao Fluttershy, no,no è libero siediti pure..- Frettolosamente tolse lo zaino che occupava il sedile accanto a lui e si sistemò meglio gli abiti. Perché poi? La ragazza si sedette con grazia e rimase a fissare davanti a se con sguardo vacuo. -Allooora…Shy, che mi racconti?- Spike sorrise cercando di iniziare una conversazione. Lui conosceva le amiche di Twilight, ma non ci aveva mai parlato direttamente, sì beh….a parte con Rarity. - Non saprei…tu?- Fluttershy iniziò a martellare il pavimento con il piede sinistro, era nervosa. Spike sorrise, anche Twilight lo faceva quando qualcosa l’agitava. -Non credi anche tu che Flash sia un tantino fastidioso?- Argomento azzardato, ma era l’unica cosa che gli ronzava per la testa al momento. Fluttershy si voltò stupita. -Onestamente no. Anzi è così sensibile, dolce, premuroso..- Spike sentì la rabbia crescergli da dentro. -Okay capito è perfetto!- Sbottò incrociando le braccia e voltandosi a guardare il finestrino. -Lo sai, anche lui ha dei difetti. Non solo io!- Spike sentì la ragazza inclinarsi verso di lui e mettergli una mano sulla spalla. -Oh, Spike, ma nessuno pensa che tu sia pieno di difetti. - Spike si voltò a guardare la faccia timida dell’amica. -Davvero?- 

Non sapeva perché ma aveva appena realizzato che dopo aver sentito questo, il suo odio verso Flash era diminuito. Solo di un pochino però. Fluttershy gli sorrise e i due rimasero ognuno con i propri pensieri. Spike si voltò a guardare dietro e vide che Twilight e Flash chiacchieravano allegramente con dei loro amici, subito gli si riaccese quella fiamma di invidia e odio. Di scatto si rivoltò davanti e guardò verso l’amica per fare un commentino sui due ma vide che la ragazza guardava persa verso un punto più indietro. Spike le si affiancò e cercò di intercettare il suo sguardo. -Perchè fissi RainbowDash?- Fluttershy sussultò emettendo uno stridulo. -EEEK!- Spike subito alzò le mani difronte a se in segno di difesa. -Scusa scusa scusa. Non volevo spaventarti!- Fluttershy arrossì lievemente sulle guance.- Non devi scusarti e che non mi ero accorta che eri così vicino a me…scusami tu. - Spike rise giocosamente, e le porse un enorme sorriso. -Tranquilla Shy, siamo amici no? Perché tante preoccupazioni?- L’amica parve sollevata, spontaneamente si portò una mano all’orecchio e sgranò gli occhi. -Il mio orecchino! L’ho perso!- Spike non perse un secondo, si mise in piedi sul sedile e iniziò a scrutare l’interno del mezzo, come un mozzo sull’albero maestro. -Come era fatto?- Domandò. Sentì la voce di Fluttershy rispondergli dal basso. -E’ piccolo a forma di farfalla fatta di diamanti.- Spike sorrise soddisfatto, conosceva tutto suoi diamanti, non sapeva perché ma provava una forte attrattiva verso quelle pietruzze scintillanti. -Eccolo, trovato, proprio vicino al sedile di Applejack!- - Grazie Spike- Il ragazzino si lasciò cadere sul sedile, a volte era felice di essere ancora così piccolo. Guardò Fluttershy alzarsi e gattonare fino all’orecchino. Spike alzò gli occhi al cielo. “Certo che è proprio strana”  

Lentamente si chinò fino al suo zainetto e tirò fuori un vecchio fumetto, tutto arrotolato. Con un sorriso beato stampato in volto si distese sul suo sedile e cominciò la lettura. I suoi occhi si muovevano veloci da una vignetta all’altra, dondolando leggermente la punta del piede. Improvvisamente sentì Fluttershy tornare a sedersi accanto a lui. -Hey Shy, preso l’orecchino?- La ragazza non rispose. Spike si voltò a guardarla, aveva lo sguardo fisso sul pavimento e sembrava decisamente sconvolta. -E’…um..successo qualcosa?- Tentò Spike, ma l’amica era troppo persa nei suoi pensieri e nemmeno rispose.

Il pullman  partì con profondo rombo.

Spike riprese tranquillo la lettura, anche perché tutti si erano stranamente zittiti. -S..Spike..-La tenue vocina di Fluttershy lo distrasse nuovamente dal fumetto. -Sì, dimmi pure.- La ragazza si morse nervosamente il labbro. -Io volevo sapere…- Cominciò ma si zittì subito. Il ragazzino mise il broncio. -Coraggio, hai iniziato e adesso finisci!- Fluttershy esitò un attimo. -..volevo sapere come mai Flash ti infastidisce tanto.- Disse rapida. Spike sbatté le palpebre per un attimo, pensando a cosa rispondere.-Insomma, non saprei precisamente….è solo che non mi sembra giusto che  passi tutto questo tempo con Twilight quando la conosce appena!- Ora la rabbia stava ricrescendo. -Ma Spike, loro sono fidanzati è normale.- A quella parola il ragazzino si accese. -Fidanzati! E’ solo una parola. Lui sa qual è il suo gusto preferito di te? Sa quanto tempo le ci vuole per stilare una lista? Sa cosa la fa ridere fino a farle uscire il latte dal naso? E scommetto che non riuscirebbe a consolarla quando si sente giù! Insomma lui non la capisce!- Spike aveva il respiro affannoso e il viso paonazzo. Fluttershy sorrideva. -Cosa c’è, perché ridi?- La ragazza lo abbraccio stretto stretto. -Ooooh Spike, che carino che sei! Ti sei innamorato di Twily!- Spike sentì lo stomaco chiudersi e il volto incendiarsi! Con furia si liberò dalla presa di Shy. -Non sono

carino! E non mi sono nemmeno innamorato di Twilight!- Il cuore gli martellava in petto. Fluttershy lo guardò con tenerezza. -Spike, guarda che non c’è nulla di male nell’innamorarsi di qualcuno…-  -NON MI SONO INNAMORATO!- Il ragazzino sbottò e urlò con tutto il fiato che aveva, per poi tapparsi velocemente la bocca. -D’accordo…ma non c’era bisogno di urlare- Spike si morse la lingua e cercò di calmarsi.-Scusami Flutters, non volevo…- 

 

Il pullman continuava a correre senza sosta e Spike aveva finito ormai da un po’ il suo fumetto, quando un cigolio sordo lo spinse a voltarsi e a sporgersi dal suo sedile. -Ciao Twilight…cos’è stato?- La ragazza teneva la testa bassa intenta nella lettura di un enorme libro. -Pronto, Twi…uh?Ma che fai?- Solo in quel momento Spike notò che Flash stava frugando nello zaino dell’amica. Il ragazzo sobbalzò e lo guardò spaesato. -Um..niente..stavo solo controllando che si fosse portata tutto l’occorrente per la gita!- Spike inarcò un sopracciglio. -E’ di Twilight che stiamo parlando!Sicuramente avrà anche più  di ciò che serve…-Il ragazzo lasciò cadere lo zaino sotto i piedi della fidanzata e si alzò di scatto, provocando un sonoro cigolio. -Come vuoi Spike…- -Fermo! Non ti puoi alzare mente il mezzo è in corsa.- Spike lo guardava arrabbiato. “Controllava che avesse portato tutto?! Phua! Si vede che non conosce minimamente Twilight!” Flash lo ignorò, uscì nel corridoio centrale e continuò a camminare. -E poi dove pensi di andare!?- Il ragazzo dai capelli blu si voltò per rispondergli ma andò a sbattere contro RainbowDash. Spike subito si rimise a sedere. Non gli andava che l’amica se la prendesse anche con lui. 

Finalmente il pullman frenò e tutti gli studenti si affrettarono a scendere. Spike era rimasto seduto sul suo sedile e salutava tutti quelli che gli passavano davanti. -Ciao Pinkie, Ciao Derpy, Ciao Soarin, Ciao…R..Rarity!…- La ragazza coi capelli viola gli passò accanto sorridete e lo fissò con uno sguardo curioso. -Perchè non scendi SpikyBù?- Spike si passò una mano sulla sua lunga cresta. -Bhe..mi piace essere l’ultimo!- La ragazza alzò le spalle e uscì. Ora la corriera era vuota, eppure Spike era certo di non aver salutato Twilight. Agilmente balzò giù dal sedile e la trovò ancora immersa nella lettura. -Hey Twilight! Ritorna sulla Terra!- Spike le si parò davanti e la ragazza sussultò spaesata. Si guardò un po’ attorno per poi riportare l’attenzione sull’amico. -Ma dove sono tutti?- Spike scoppiò a ridere.-Sono già scesi Twy, manchi solo tu! Siamo arrivati.- Così dicendo si sistemò lo zaino sulle spalle e aiutò la ragazza a scendere. -Grazie Spike….-Sentì la voce di Twilight da dietro e si voltò con le farfalle nello stomaco. -Per avermi chiamato, intendo, sei un vero amico!- Così dicendo lo strinse in un forte abbraccio. L’odore di pergamena si infilò su per le narici del ragazzino che ricambiò l’abbraccio e sorrise soddisfatto. “Uno a zero per me, Flash Sentry!” 
 

-----------------------------------------------------
Spazio Autore

Ciaoooooo a tutti!! Finalmente sono riuscita a pubblicare questi due nuovi capitoletti. Mi voglio scusare tanto per l'attesa, ma trovare del tempo libero (ora che la scuola è ricominciata a pieno regime) è molto più diffficile di quanto mi aspettavo. Vi preavviso già che i prossimi capitoli usciranno fra un po', e mi dispiace tantissimo!
Ora, spero come sempre che questa storia vi piaccia e sono felice che mi lasciate dei commentini. Cercherò di inserire ancora qualche scarabocchio, perciò è probabile che ci saranno delle modifiche.
(Caspita! Questa è la nota più noiosa che abbia mai fatto!) Perciò vi lascio e alla prossima! Xoxo

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** L'altra faccia della medaglia ***



 
  • Una Triste scoperta (Pinkie Pie pv)

 

Non appena la punta di un cappello da cowboy sbucò all’interno del pullman, Pinkie iniziò ad agitarsi e a strillare. - Eccole! Eccole!- Applejack le sorrise e la salutò allegramente. Pinkie guardò Rainbow con la coda dell’occhio. Che strana che era, si era messa ad ascoltare la musica proprio ora che che erano arrivate le loro amiche. - Ciao Rarity!- Esclamò Pinkie, mentre le altre due iniziavano una lenta conversazione. -Ciao, tesoro, come stai?- Rarity le ricambiò il sorriso. -Alla grande direi! Sono così felice per questa gita!- La viola ridacchiò dolcemente. - Oh, Pinkie cara, tu sei felice per ogni cosa!- La riccia sorrise. Già, era proprio vero. Ora che ci pensava, non riusciva a trovare qualcosa che l’avesse mai fatta sentire veramente triste. In quel momento le sue orecchie captarono parte del discorso tra Aj e Dash e prontamente intervenne. - Di cosa si parla qui? Di cibo? O state organizzando una festa…sì è così, ma allora perché non mi avete invitata?- Non aveva riflettuto su niente di ciò che aveva detto, ma sapeva che nessuno le avrebbe mai chiesto il senso logico. Dash fu la prima a risponderle e Pinkie le saltò addosso dalla gioia. Onestamente non aveva fatto nulla di tanto strano, ma le era sembrata la cosa più bella del mondo. - Ouch Pinkie, ma che fai!?- Pinkie guardò Rainbow perplessa e per un attimo si perse nel magenta di quei grandi occhi. -Non lo so…- Ed era la pura verità. 

In quel momento l’amica cercò di alzarsi e lei dovette spostarsi dalla sua pancia, con una strana riluttanza. 

Pinkie rimase ferma per un momento, c’era qualcosa, qualcosa che non riusciva bene a spiegarsi, qualcosa che sentiva solo nel guardare l’amica dai capelli arcobaleno. 

Alzò nuovamente lo sguardo sulla sua vicina e sorrise, nel vederla china sul sedile, intenta a spiare tra le fessure le amiche sedute dietro. Lentamente le si avvicinò,tentando anche lei di guardare. -Diamine Pinkie ma non riesci proprio a farti gli affari tuoi!- Sbottò seccata Dash, voltandosi verso di lei. Pinkie mise il broncio e la guardò dritta negli occhi. - Disse quella che spiava da dietro al sedile…- Rainbow assunse un’aria spavalda e la rimbeccò acerba. Pinkie sorrise: l’amica non dava ragione mai a nessuno e sapeva che non avrebbe cominciato ora. 

Tranquillamente si sistemò sul suo sedile e si mise a guardare fuori dal finestrino.

Il sole ormai era sorto del tutto, le case e gli alberi si erano tinti di un lieve arancione e il cielo era di un blu immenso. 

Improvvisamente sentì l’amica parlare, si voltò e vide Fluttershy china vicina a Dash. Cosa ci faceva lì? Poi notò che Rainbow pareva particolarmente agitata e continuava a passarsi le mani tra i capelli, segno di quando qualcosa non andava. 

Pinkie storse il naso, cercando di capire il perché l’amica fosse tanto agitata, ma non riuscì a darsi una spiegazione.-Però ora vorrei che sia felice…- Sussurrò Pinkie, poi ad un tratto -Trovato!-Si chinò a frugare nel suo piccolo zainetto. Silenziosamente tirò fuori un pacchettino di caramelle dai più svariati colori. Se le era portate per pranzo, ma sapeva che l’amica ne aveva più bisogno di lei. 

Dette un’occhiata rapida a Dash, era ferma sul suo sedile con lo sguardo perso nel vuoto, a dirla tutta sembrava parecchio sconvolta. Con grazia, Pinkie le lanciò il piccolo pacchetto sulla pancia, costringendola a voltarsi. -Sono per te!- Esclamò la riccia, sorridendole. Rainbow sembrò molto incerta. - Wow…grazie Pinkie. Ma non mi conviene sai, se voglio essere in forma per…- La fucsia si morse la lingua, possibile che l’amica debba essere sempre così fissata con gli sport? - Per il campionato….grazie al quale gli Wonderbolts ti noteranno, diventerai la loro punta di diamante, tutti ti acclameranno eccetera eccetera….sì lo so!- Cantilenò Pinkie, con aria mogia. Si voltò nuovamente verso il finestrino, in fin dei conti lo sapeva che a Rainbow le caramelle non piacciono. Dovette ricredersi subito però, sentendo l’amica frugare nel pacchetto e tirare fuori una lunga caramella arcobaleno. 

Era ovvio che avrebbe scelto quella. 

L’amica si voltò e iniziò a dirle qualcosa tirando fuori la lingua e mostrandole la caramella. 

Era davvero buffa! 

 

Un rombo sordo risuonò nelle orecchie di Pinkie e il pullman partì. 

 

-Siamo partiti!- Esclamò lei sedendosi sul sedile. 

Sospirò profondamente, era davvero felice e non sapeva come mai, ma tutto le sembrava perfetto. Riprese a guardare fuori dal finestrino, ora il paesaggio era cambiato e tutto scorreva via veloce. -Sai oggi sento che sarà una bella giornata.- Lo aveva detto più a se stessa che a Rainbow, ma fu felice che l’amica l’avesse sentita. 

Stava ancora guardando il paesaggio, quando le parve di sentire Rainbow mormorarle qualcosa e le si avvicinò curiosa. -Pinkie, i tuoi capelli….hihihi..mi danno fastidio.- A quelle parole Pinkie scattò all’indietro per non infastidire l’amica e cercò inutilmente di sistemarsi delle ciocche fucsia dietro alle orecchie. Lei adorava i suoi capelli, ma a volte erano indomabili! 

Stava per cercare nello zaino un elastico per capelli, quando Dash chiamò la sua attenzione e la riccia lasciò perdere la sua chioma. 

Attese un attimo, in silenzio.

-Ohi Pinkie, ti posso dire una cosa?- Pinkie sentì un calore spuntarle in petto, e un’euforia invaderla. Di solito Dash non si confidava con nessuno. 

Scosse il capo energicamente, facendo sobbalzare ogni singolo riccio.

-Perfetto, però avvicinati…- Pinkie si sporse in avanti sempre più curiosa e, stranamente, sempre più agitata. Il cuore aveva preso a batterle all’impazzata e le gambe le tremavano. 

Portò lo sguardo su Dash e si rese conto che l’amica bisbigliava appena ed era molto preoccupata, quindi spettava a lei tirarle su il morale. -Uuuuuhh un segreto! Mi piacciono i segreti!- Ridacchiò Pinkie, e notò che l’amica si era rilassata.

Perfetto.

-Okay, prima però mi devi promettere che non lo dirai a nessuno, intesi?- Pinkie sorrise.-Pinkie promessa!- L’amica non era il tipo a cui piacevano le promesse…ma che cosa stava succedendo? Ora sentiva anche un terribile nodo alla gola. - Sì, sì… come vuoi! Quindi ecco…sai…io è da un po’ che ci sto pensando…- Rainbow si fermò. Era tutta rossa e aveva il respiro affannoso. Che dolce che era…Pinkie le si avvicinò con cautela e dolcemente le prese la mano. A quel contatto un calore tremendo le crebbe dentro. Perché si sentiva così bene?  -Tranquilla Dashi, di me ti puoi fidare.- Vide l’amica rilassarsi, sapeva che qualsiasi cosa le avesse detto, era importante per lei. -Mi sono innamorata di Fluttershy!- Pinkie sentì qualcosa rompersi dentro di lei. Tutta l’agitazione, l’emozione, che fino a quel momento l’aveva invasa, svanì all’istante. Il fiato le mancò e per un momento, un lievissimo momento, le parve di sentirsi mancare. 

Poi velocemente si riattivò, guardò negli occhi l’amica e le saltò al collo. In fin dei conti sapeva che Dashi aveva bisogno del suo sostegno ora più che mai. -Oh Dashi sono così contenta per te!- Sentì l’amica cedere sotto la sua stretta. - Davvero? Ne sono felice, e io che non me la sentivo di dirtelo…che stupida!- Pinkie chiuse gli occhi, stringendosi di più all’amica arcobaleno e cercando di trattenere le lacrime. 

Già che stupida!

Rainbow si voltò a guardare verso la ragazza in questione. Pinkie si asciugò gli occhi e tirò fuori un altro pacco di caramelle. Almeno quelle erano sempre lì per lei. -Ora resta solo il problema che non so come dirglielo…- Rainbow teneva le braccia incrociate e lo sguardo basso. -In tutta franchezza non credo nemmeno che riuscirò a dirglielo…- Pinkie spalancò gli occhi. Okay, forse quella non era stata la notizia  più bella che avesse mai sentito, ma non per questo non l’avrebbe aiutata. In un lampo scattò in ginocchio sul sedile, come il suo cervello si mise in moto per elaborare un piano perfetto. -Ho già un piano! E lo effettueremo oggi!- Esclamò sicura di se Pinkie, ignorando lo sguardo confuso e le lamentele dell’amica. - Durante la visita al museo, manderò un messaggio a Fluttershy dicendole che Gummy si è fatto male e…- Pinkie si fermò, incrociando gli occhi per guardare la mano di Rainbow spiaccicata contro il suo naso. -Pinkie, Gummy non è qui con noi…giusto per ricordartelo.- Pinkie si morse il labbro. Maledizione, se ne era completamente dimenticata. Era talmente abituata a portarsi dietro l’animaletto ovunque che le faceva strano non avercelo accanto. -Già hai ragione, dunque…la chiamo disperata dicendole che è urgente e che deve raggiungermi subito! Io le dirò di trovarmi vicino all’ascensore e lei correrà lì…ma non troverà mica me! Infatti…- La riccia si fermò all’istante. Non aveva ancora pensato a questa parte, doveva trovare il modo per farle restare da sole… Rainbow si schiarì la gola. -Pinkie perché ti sei fermata, si può sapere?- Pinkie la guardò. Già, doveva continuare.Svelta pensò ad una scusa plausibile per quel silenzio. -Per creare un po’ di suspense!…ha -heam…al posto mio troverà te! Che fingerai di essere confusa…- E in un lampo snocciolò un piano perfetto, almeno secondo lei. Solo una cosa la rattristava in tutto ciò, ovvero che Dashi, la SUA Dashi, avrebbe detto a Fluttershy del suo amore. 

“Ma dovresti essere felice, no? In fin dei conti è solo la tua migliore amica..”

-Sicura di sentirti bene?- Pinkie sobbalzò per la sorpresa e fissò l’amica cercando di sorridere. - Allora che ne pensi? E’ un buon piano?- Si morse il labbro, nella speranza di cambiare discorso al più presto. -Un buon piano? Pinkie questo è un ottimo piano, è geniale!- La fucsia sbatté più volte le palpebre, lievemente sorpresa da tanta euforia. - Davvero?- Rainbow sorrise ancor più raggiante e tirò fuori la lingua giocosamente. -Direi che è sicuramente più mitico del 20%!- A quelle parole Pinkie esplose di gioia. Non sapeva bene il perché, ma l’amica misurava tutto in base ad una scala in cui più di 20%, significava pazzesco, mentre meno era uno schifo. 

Svelta si ricordò di essersi portata dietro anche la macchina fotografica e a giudicare dalla faccia serena dell’amica, quello era un momento perfetto per un selfie. In un lampo sfilò la macchinetta dai suoi capelli e scattò una foto di lei e Dash. -Un selfie?? Perché Pinkie Pie?- Domando Rainbow, sorgendo il naso alla vista della fotografia. Pinkie abbassò lo sguardo. Era una cosa che faceva da sempre, appendeva le fotografie di tutte le sue amiche sulla parete di camera sua, ma non lo aveva mai detto a nessuno. -Sai.. ho deciso di tenere un album con tutte le nostre foto, così mi ricorderò sempre di questi momenti!- 

La riccia fissò l’amica negli occhi, aspettandosi una rispostaccia o di essere presa in giro, ma non accadde. 

Rainbow Dash si limitò a sorriderle, con uno dei più dolci sorrisi del mondo. 

Ed in quel momento, in quel breve istante, Pinkie trovò qualcosa che la facesse sentire triste come mai in tutta la sua vita.  

 

 

 

 

 

 

  • Ora Mi Manchi Ancora di Più (Rarity pv)

 

Il rombo di un furgone rosso fiammante la fece saltare dalla gioia.

“Finalmente!”

Riconobbe immediatamente la silhouette della sua ragazza e le corse velocemente in braccio. Era così felice che fosse arrivata, forse fin troppo felice. Ma stava rischiando di impazzire senza quello sgradevole aroma di paglia e fieno che ormai era diventato il contorno delle sue giornate. 

-Oh che bello, non arrivavi più. Fortuna che sono riuscita a convincere l’autista ad aspettare ancora un po’.- Il pensiero della faccia attonita di quell’uomo la fece sorridere. - Sai, credo di piacergli…hihihihi- Finì di ridere e con sensualità si sporse fino all’orecchio della bionda, inebriandosi ancora di più di quel profumo campagnolo. -Ma il mio cuore è solo tuo…- Poi dolcemente le appoggiò le labbra sulla guancia, rossa e ricoperta di quelle adorabili lentiggini, e la baciò. Aspettò un attimo, in attesa di una risposta da parte della cowgirl, ma la ragazza non si mosse. Rarity fece per aprire bocca, quando si sentì stringere in vita e adagiarsi al suolo. 

Fu attraversata da una lieve delusione, sperava davvero che l’amica ricambiasse il bacio, magari anche meglio. 

-Coraggio ora non penso che aspetterà più!- Applejack teneva lo sguardo fisso difronte a lei e la sua voce pareva ghiaccio. La viola prese a maneggiare nervosamente un piccolo braccialetto d’argento, sentendosi improvvisamente a disagio. Poi l’altra si avviò a passo spedito verso il pullman e Rarity dovette affrettarsi a seguirla.  

-Hai preso i posti vero?- Rarity alzò speranzosa lo sguardo, forse l’amica aveva solo fretta di partire.

 -Certo tesoro, che domande! C’è giusto Pinkie che li sta tenendo d’occhio.- Rarity aveva usato il tono più dolce e gentile che avesse, ma la ragazza continuò per la sua strada senza degnarla di uno sguardo. 

 

Una volta salite, Pinkie iniziò ad agitarsi prima ancora che si sedessero. La viola alzò lo sguardo e con sua grande sorpresa notò che Aj era ferma accanto ai due posti e la guardava sorridente. Rarity ricambiò il sorriso e le passò davanti. -Oh, ma che gentile…- Disse facendole l’occhiolino. Si era appena seduta quando l’amica si mise subito a parlare con Dash, ignorandola nuovamente. Rarity alzò gli occhi al cielo, incredula che la bionda preferisse parlare con l’altra piuttosto che con lei. Certo, Rainbow era anche sua amica, ma quella ragazza rasentava il minimo che potesse esserci riguardo eleganza e femminilità. Per fino Applejack con tutta la sua rozzaggine, era più femminile di lei. 

La viola spostò lentamente lo sguardo fuori dal finestrino. -Chissà se oggi sarà proprio come ho sognat…ho?!- La ragazza avvicinò le mani al volto per guardare meglio fuori dal vetro. 

Lì, in mezzo al piazzale dove si erano radunati, c’era ancora il vecchio furgone degli Apple. - Come mai è ancora qui? E quello non è Big Mac?- Il ragazzo stava camminando avanti e indietro guardando con attenzione dentro il pullman, probabilmente in cerca della sorella. -Che strano…- La giovane stilista si allontanò dal finestrino e fece per chiamare l’amica quando…

-Oddio!- 

Svelta si chinò e prese la sua pochette bianca dallo zaino. 

Un lieve sorriso malinconico le si formò in volto alla vista di quella piccola borsetta. Applejack gliela aveva regalata al loro primo San Valentino, lei la desiderava tanto, ma era davvero troppo costosa e ancora oggi non sapeva spiegarsi come avesse fatto la campagnola a trovare tutti quei soldi. 

Cacciati via quei pensieri, riportò l’attenzione al buco sulle gonne della sua ragazza. 

Le sembrava fin incredibile che l’altra continuasse ad usarle nonostante stessero ormai cadendo a pezzi! Con destrezza infilò il filo in un ago, mise in bocca il puntaspilli per avere entrambe le mani libere e cominciò a cucire. 

Non appena infilò l’ago però, il suo volto divenne immediatamente rosso: fino a prima non si era resa conto di quanto il buco fosse vicino al linguine della ragazza! La viola fece un profondo sospiro, cercando di ignorare ciò, e andò avanti con il rattoppo. -R…Rare ma che fai?- Applejack si era voltata di scatto e la fissava con gli occhi sgranati. Rarity la ignorò e riportò la sua attenzione sul lavoro. -Ma come ti sei veshtita scusha…- Bofonchiò con il puntaspilli ancora tra i denti. Dopo di che tagliò il filo e la gonna pareva come nuova, o quasi…-Insomma Applejack! Lo so bene che per te l’eleganza è un optional, ma almeno provaci!- Sentenziò la viola, rimettendo via il tutto nella pochette. Applejack si portò una mano sul cappello. -Bhe, mi sembra che sia tutto apposto…- Rarity alzò incredula lo sguardo sulla cowgirl. Cappello fuori moda, camicia vecchia e stropicciata, gonna di secoli fa, stivali da lavoro incrostati di fango, cintura mangiata dalle tarme…non c’era nulla di apposto! 

-Sei incorreggibile!- Sospirò la viola, guardando la bionda con affetto. “Ed è proprio questo che mi piace di te, tesoro”. -Che non è altro che il tuo modo per dirmi che sono una stracciona!- Lamentò Applejack buttandosi sul sedile. Ora basta! Rarity schioccò la lingua seccata dalla cocciutaggine della bionda. -A volte sei davvero immatura Jack!- Sibilò, marcando il suo nome. Sapeva quanto l’altra odiasse essere chiamata così, anche se lei trovava la cosa molto attraente. Come previsto l’altra andò su tutte le furie. -Non è colpa mia se è il TUO nome.- Cantilenò Rarity, voltandosi a guardare fuori dal finestrino e notando che Big Mac era tornato dentro al furgone. Stava cercando di capire cosa il ragazzo avesse intenzione di fare, quando sentì la salda presa di Applejack sul suo corpo e in un lampo era distesa tra le braccia della bionda. Improvvisamente l’altra iniziò a farle il solletico sottoponendola, ironia della sorte, allo stesso trattamento che quella mattina lei aveva fatto a Sweetie. Con le lacrime agli occhi la viola accettò la sconfitta e per la prima volta in quel giorno sentì le morbide labbra di Applejack baciarle lo zigomo. 

Rarity non poté fare a meno di sorridere mentre, con cura, si risistemava l’abito e i capelli; ma quando riportò lo sguardo sulla sua ragazza, notò che era nuovamente cupa e imbronciata.

 

Stava ancora cercando di capire il perché di quel comportamento, quando un rombo improvviso la spinse a guardare fuori dal finestrino. Big Mac era ancora lì in macchina e lo osservò divenire sempre più piccolo, man mano che il pullman si allontanava.

 

-Hey Rarity!- La viola drizzò le orecchie. Quella era la voce di…

-…Coco Pommel!!-

La viola si voltò di scatto sorridendo raggiante alla sua amica stilista. -Oh tesoro, sono così contenta di vederti, allora come va?- L’altra ragazza aveva corti capelli celesti, tenuti fermi dietro l’orecchio da un amabile fermaglio ricamato. Indossava una splendida camicetta da marinaretta viola, e una gonna a tubino nera. -Ciao Rarity, sono felice anch’io di rivederti! Ai saputo della sfilata organizzata da Hoity Toity?- Esclamò Coco con il suo immancabile accendo francese. La viola aggrottò le sopracciglia, incuriosita da questa notizia. -Sfilata? Assolutamente no, cara, dimmi tutto!- Coco parve sorpresa nel trovare la collega e amica ignara di una notizia così importante nel mondo della moda. -Bhe, pare che Hoity, abbia organizzato una delle più grandi sfilate mai viste, proprio a due passi da qui. Ma non è questa la cosa più sconvolgente…ha immesso un bando di concorso e colui che realizzerà la collezione di abiti più innovativa avrà l’onore di esibire i suoi lavori nella sua prossima sfilata, che si terrà nel cuore di Manehattan!- Rarity stentò a crede a quelle parole, questa poteva essere la sua occasione per sfondare nel mondo della moda. -Una notizia così favolosa da farmi venire le vertigini! Devo subito mettermi all’opera non posso perdere un’occasione come questa!- L’altra ragazza rise elegantemente. -Già fai bene, anche perché sei davvero bravissima! Mi domando però come tu abbia fatto a non sentire prima di questa notizia!?- Rarity sospirò amareggiata, sapendo benissimo il perché. - Credo che sia per colpa sua…- Scherzò puntando la testa nella direzione di Applejack. - Sai ultimamente passo molto tempo in campagna ed è una splendida cosa, ma mi manca la frenesia della città! - Coco sorrise serena, per poi scoppiare a ridere. Rarity scosse la testa, -Si può sapere cosa c’è?- L’altra indicò rapidamente la bionda, costringendo Rarity a voltarsi. -NON…CI…CREDO!- Applejack aveva la bocca piena di polpa di mela e il succo le stava colando lungo il mento e sui vestiti. -Ma tu mangi sempre?- Così dicendo si voltò per afferrare un fazzoletto e in un lampo le ripulì la faccia. - Certo che sei proprio rivoltante!- 

Applejack la guardava imbronciata e sembrò che stesse per dirle qualcosa, ma si voltò rapida e infilò su un paio di cuffiette.

Rarity sentì una fitta terribile al cuore. Come poteva comportarsi così? Perché continuava ad ignorarla? Ora non ne poteva davvero più. 

Con le lacrime agli occhi e il volto rosso dalla collera, raccolse tutte le sue forze e assestò un bel destro dritto nello stomaco della bionda, che si piegò dal dolore. -Ouch! Rarity ma si può sapere cosa diavolo ti prende!?- Rarity fissò la ragazza dritta negli occhi, non aveva intenzione di dimostrare pietà.  - Cosa prende a me?? Cos’hai tu piuttosto! Fino a ieri eri la fidanzata più dolce e gentile del mondo, oggi sei una iena! Scorbutica, antipatica, prepotente e arrogante! Sto cercando di farti sentire a tuo agio ma tu nulla, non vuoi proprio saperne!- La bionda aprì la bocca, ma Rarity non aveva ancora finito. -Mi dici cosa c’è che non va? E non far finta di niente, perché l’ho capito…- Era ancora arrabbiata, ma qualcosa dentro di lei si stava addolcendo. Forse avevano avuto dei litigi in famiglia o qualcosa di triste, cosa che spiegherebbe il perché suo fratello fosse rimasto fermo lì tanto a lungo. 

-Ho solo dormito poco….a causa tua, tra l’altro! Dovevi per forza farmi scegliere quell’inutile vestito!?- Rarity cercò di rimanere impassibile, ma le parole della bionda l’avevano ferita più di quanto non pensasse. In fondo sapeva che stava mentendo, non ne è mai stata capace, ma comunque si sentiva malissimo. Fece un profondo respiro, cercando di non cedere ai sentimenti. - No, Jack. Se fossi stanca lo riconoscerei, stiamo assieme da quasi un anno ormai, so tutto di te…- Non fece neppure a tempo a finire la frase che Applejack saltò su tutte le furie, le guance scarlatte. -No, tu non sai proprio un bel niente di me! E ora smettila e lasciami sola!- Rarity si morse la lingua per trattenere le lacrime. L’amica stava peggio di quanto avesse immaginato. Applejack non è una che piange facilmente, e averla vista con le lacrime agli occhi era stata una scena straziante. -Tesoro…- Cominciò parlando quasi sottovoce.- …io voglio solo che questa sia una bella giornata, vorrei solo che tu sia felice, che potessimo stare un po’ assieme…chiedo troppo dalla mia fidanzata?-  Rarity attese un attimo, poi Applejack si voltò di scatto, gli occhi attraversati da un velo di collera. 

-Vuoi che io sia dolce, che sia il tuo “dolce sidro di mele”? Mi dispiace oggi non sono dell’umore adatto, ma se tanto insisti ti accontento!- La viola sbatté le palpebre confusa, non capiva il perché di tutto questo, il perché del suo comportamento, poi, come d’incanto, le mani della bionda le presero dolcemente il volto e le loro labbra si toccarono. Il suo cuore prese a battere all’impazzata, sentiva la dolcezza che l’altra metteva in quel bacio, sentiva l’odore di paglia pungerle nel naso. Aveva appena appoggiato le mani sui fianchi dell’altra quando tutto finì. -Ecco, sei contenta? Ora lasciami in pace!- Sbottò Aj, pulendosi la bocca con le maniche. I suoi occhi erano rossi e Rarity giurò perfino di vedere una lacrima lungo la sua guancia. Poi la bionda si coprì il volto col cappello e si addormentò.   

 

 

-Oh, Applejack…ma perché ti comporti in questo modo?-

Rarity scavalcò la ragazza addormentata e si spostò, in cerca di qualcuno con cui fare un po’ di conversazione.

-Hey, Rarity, come mai tutta sola?- Si senti canzonare da dietro.

-Cerchi nuovi clienti?- - Dai vieni qui, ti divertirai…- Un gruppo di ragazzi si era sporto dall’ultima fila. La ragazza sospirò e portò lo sguardo da un altra parte, ignorandoli. In quel momento fu felice che Applejack stesse dormendo altrimenti…

-Non farci caso!- Una ragazza era seduta da sola accanto al finestrino. Indossava una giacchetta in pelle nera, degli anfibi e al polso portava un bracciale borchiato. - Ah…ciao Sunset Shimmer!- La viola si sedette allegramente accanto all’amica, che ricambiò il sorriso. - Sono felice che almeno ci sia tu, Rarity! Fin ora le altre non le ho ancora viste.- Rarity sventolò il braccio verso la parte anteriore del pullman. 

-Uh Phh..Perdonale, tesoro, sono sparse un po’ ovunque! Ma a pranzo ci si rincontra. - La rossa sorrise. - Sicuro!- 

-Allora Sunset, che mi racconti?- La viola era veramente lieta di aver trovato qualcuno con cui parlare. -Niente di che, solite cose..- Rispose Sunset, facendo spallucce.  - Tu piuttosto? Novità con Applejack?- Rarity si morse il labbro prima di rispondere. -Novità sicuro, belle proprio no!- Doveva aver usato un tono un po’ più triste di quello che voleva, poiché Sunset le prese dolcemente la mano. -Mi dispiace davvero, ma sono sicura che si risolverà tutto!- La ragazza dai capelli di fuoco le sorrideva comprensiva. Non sapeva perché ma questo la rincuorò moltissimo. -Sì, mi sa che hai ragione- Le due amiche si sorrisero e presero a chiacchierare del più e del meno.

-…ti giuro, mi ha detto così!- Rarity rideva a crepapelle. Assurdo. Non aveva mai pensato che Sunset Shimmer, la peggior persona che avesse mai conosciuto, prepotente e a caccia di potere, potesse essere così simpatica e gentile. 

- Hemmm… disturbo?- La viola si voltò, sorpresa nel vedere Flash in piedi accanto al loro sedile. -Ciao Flash. Cosa ci fai qui?- Il ragazzo si passò una mano sulla nuca, sorridendo nervoso. -Nulla..cioè..volevo solo parlare con qualcuno, Twily si è nuovamente messa a leggere e sai com’è quando legge, non c’è nulla che la distragga!- Rarity storse il naso, c’era qualcosa in quel discorso che non la convinceva affatto. - E quindi sei venuto fin qui per parlare con “QUALCUNO”?- Il ragazzo sbuffò seccato. -Perchè non posso?!- La viola sospirò e si alzò diretta al suo posto. -Aspetta Rarity, non devi andare per forza!- Sunset si era sporta dal sedile e la fissava con gentilezza. La viola le sorrise, nonostante tutto l’amica era ancora molto ingenua. -Tranquilla Sun, vado a vedere come sta Aj. Ci vediamo dopo!- E così dicendo ritornò al suo posto.


-----------------------------------
Spazio Autore
Heylà, finalmente sono tronata! Mi dispiace moltissimo per averci messo tutto questo tempo ad aggiornare, la scuola mi sta impegnando più del previsto. Comunque, spero che questo capitolo vi paccia e ne aprofitto anche per augurare a tutti voi un felice anno nuovo!! Oki doki loki, alla prossima! 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3155903