You make me feel alive

di EllynPhilips
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io sono Sky ***
Capitolo 2: *** Incontri, sorprese e insicurezze ***
Capitolo 3: *** Le persone non cambiano...giusto? ***
Capitolo 4: *** Il concerto ***
Capitolo 5: *** Chiamata ***
Capitolo 6: *** Non l'ho fatto apposta ***
Capitolo 7: *** Piacevoli sorprese ***



Capitolo 1
*** Io sono Sky ***


Mi chiamo Sky. No, non è il mio vero nome. Quello l'ho abbandonato insieme alla mia vecchia vita. Vi chiederete che cos'è successo, e perchè l'abbia fatto. Ma è una storia troppo lunga, e non intendo camminare a ritroso. E' un argomento off limits per me.
La mia filosofia, all'incirca, è sempre stata una cosa come "Il passato è passato. Guardare indietro è una perdita di tempo". Parlarne infatti non servirebbe a cambiarne il corso. Forse un giorno avrò la necessità di dirlo. In quel caso sarete i primi a saperlo.
Ma per adesso...
Ho diciannove anni, e vivo da sola. Il bar in cui lavoro paga davvero bene, e per mia fortuna posso permettermi un bell'appartamento vicino al centro. Non avrei saputo chiedere di meglio. La mia vita non è fantastica ne bellissima, ma mi basta. La cosa bella è che posso fare quello che voglio, tornare a che ora preferisco..
Niente genitori, niente regole. Chi non vorrebbe essere al mio posto?
Apro la porta. Il bar è ancora deserto. Sono appena le otto. I clienti incominceranno ad arrivare tra circa un oretta. Ronnie mi viene incontro sorridendomi. E' la mia migliore amica da circa tre anni. Ci siamo conosciute il primo giorno di lavoro, e mi è sembrata subito una ragazza interessante. E' una forte. Un po pazza, ma mitica. Vivace, carattere aperto..non passa inosservata.
Non solo perchè è molto carina, ma perchè il colore dei suoi capelli spicca. Normalmente castani scuro, Ronnie li ha tinti di un rosa acceso. Non tutti, ovviamente, ma gran parte. Quando gli chiesi il perchè di quel colore, mi disse che lo aveva fatto per convincersi a lasciar andare il passato una volta per tutte.
Mi ricordo che le domandai "Ed è servito tingersi i capelli per dimenticare?" .
Mi sembrava davvero divertente che un taglio di capelli, o un cambio di colore potesse servire a qualcosa. Lo credevo poco probabile. Solo che la sua risposta mi stupì.
"Non per dimenticare" mi corresse "Per andare avanti."
Così provai anche io. Feci quello che non avevo mai osato fare, cambiare radicalmente. Quando mi vidi allo specchio, realizzai che finalmente potevo essere davvero chi volevo, e non far finta di essere chi non ero per far felice qualcuno.
Da quel giorno mi chiamarono tutti Sky, sotto suggerimento di Ronnie. Quando mi vide entrare nel bar con i capelli blu sulla testa, rimase a bocca aperta.
"Non ti facevo così audace." mi disse "Pensavo fossi una perbenino, tranquilla e noiosa...Ma adesso, dopo che hai fatto questo" disse indicando i miei capelli "devo ricredermi. Andremo molto daccordo, io e te." E diventammo inseparabili.
Mi insegnò com'era avere davvero una migliore amica, una sempre disponibile e presente. Una che se la chiamavi alle quattro del mattino si alzava e veniva a vedere di cosa avevi bisogno. E mi insegnò ad essere una buona amica.
Mi aiutò a buttarmi con i ragazzi, dicendomi che, il primo bacio perfetto e magico in cui credevo non esisteva. Il primo faceva sempre schifo. Io non potei non darle ragione.
Il mio primo bacio fu con Lorenzo, il ragazzo che lavora con me al bar. Era accaduto una sera, qualche mese dopo il mio arrivo. Aveva fatto schifo perchè avevamo enentrambi bevuto, e non ci eravamo resi conto di quello che stavamo facendo. Lui aveva appena rotto con la sua ragazza, e io mi ero offerta di fargli compagnia, per non lasciarlo solo. Il punto è che era successo e basta, senza che io lo prevedessi o lo desiderassi in qualche modo. Era stato appiccicaticcio e non molto piacevole. Lorenzo oltre a bere aveva fumato, e io odiava l'odore delle sigarette...figurarsi baciare uno che ne aveva fumata una proprio tre secondi prima.
Da allora non avevo dato troppo valore ai baci. Avevo provato a trovare un ragazzo che mi interessasse, ma non ce n'era stato nessuno che mi avesse colpita fin da subito. Ronnie poteva aver ragione sul primo bacio, ma io avevo sempre creduto nell'amore a prima vista, al colpo di fulmine. E non avrei mai, mai smesso di farlo.
Nel mentre, aspettando il colpo di fulmine, trovavo modi per passare il tempo e divertirmi. E Ronnie ci sapeva fare. Conosceva i miglior posti in assoluto.
- Domani, tu ed io. Città. - dice Ronnie seguendomi a bar.
- Cosa? Vorrai scherzare spero. -
- Affatto. -
- Lo sai che i miei genitori lavorano in città. Non vorrei correre il rischio di vederli. -
- Ti prego! Devo assolutamente andare al duomo! -
- A fare cosa, esattamente? -
Saluto Lorenzo con un cenno. Lui fa altrettanto, senza dire niente, continuando a sistemare le bottiglie e i bicchieri. Ultimamente non andiamo molto daccordo.
L'ultima volta che siamo usciti, mi ha portata a casa sua, e, come capita sempre in certe occasioni, la situazione si era surriscaldata un po...solo che lo avevo fermato. Non volevo farlo con lui, glielo avevo detto seza giri di parole, ma non l'aveva presa bene come io avevo sperato. Per niente. Mi ha dato della troia.
Come se io andassi a sbandierarla ai quattro venti! Non me la presi più di tanto. Ronnie mi aveva detto, già parecchio tempo prima, quando io ero ancora inseperta, che la maggior parte dei ragazzi, se mandati in bianco, avrebbero reagito così, facendo due cose. La prima era chiamarti puttana, e la seconda era andare a dire ai suoi amici che gliel'avevi data comunque.
Credo che l'abbia fatto davvero.
I suoi amici ogni volta che vengono al bar mi guardano in modo strano. Ma non gli do molto peso. Adesso io e lui ci scambiavamo risposte monosillabi. Le nostre miglior conversazioni avvenivano quando, durante il lavoro, gli chiedevo un consiglio su come preparare una bevanda o l'altra.
- Non ci crederai mai. - mi dice sporgendosi dal balcone, per sussurrarmi all'orecchio. - Ma ho saputo che ci sarà qualcuno di famoso. Molto. -
- Si, ne sono sicura. - rispondo poco convinta asciugando un bicchiere.
- Perfavore - sbatte gli occhi, facendo una faccia da cucciolo.
Le riesce troppo bene. Annuisco.
- Ma solo per questa volta. - dico prima che si faccia prendere dalla contentezza. - E se questa persona "famosa" non si fa vedere presto, ti dico già che non aspetterò con te cinque ore come l'ultima volta. -
- Non ti posso assicurare che ci metteremo poco. Nessuno sa che è qui in vacanza, di certo vorrà stare in incognito, quindi non sperare che ci compaia davanti dicendoci "Ehi, eccomi, mi stavate aspettando?" Dobbiamo trovarla noi! -
- Peggio di una caccia al tesoro...- rispondo iroica. - Ma se nessuno sa che è qui, tu come fai a saperlo? -
- Ho le mie fonti. - dice sorridendo.
Per le sue fonti, intende il suo ragazzo Mark. Dire ragazzo è un po un esagerazione. Fanno tira e molla. Ora sono nel periodo "coppietta felice". Si sono rimessi insieme una settimana fa. So già che non mancherà molto alla loro nuova rottura. Non è che voglia portare sfortuna, o fare la pecora nera, è solo la verità.
E Ronnie, come ogni volta, verrà da me alle quattro del mattino per dirmi quanto sia stupida a stargli ancora dietro, dopo tutto quello che le fa. Credo gli piaccia tanto. Non è mai stata con nessuno per così tanto tempo. Quando lei rompe con un ragazzo non ci si rimette mai insieme, invece con Mark è da mesi che va avanti. Non mi piace molto quel ragazzo, perchè lui è davvero uno stronzo, e anche se Ronnie davanti a Mark può far finta di fregarsene, quando ad esempio stà con le altre ragazze ( cosa che succede spesso, dato che è sempre fuori con nuove amiche) o se la chiama un giorno si e tre no, io so che non è così. Spero che un giorno si svegli e lo lasci definitivamente. Sarebbe l'ora.
- Spero che le tue fonti siano attendibili. -
- A-s-s-o-l-u-t-a-m-e-n-t-e! - dice Ronnie con un sorriso a trentadue denti.
Mi stampa un bacio sulla guancia e saltella via. Sparisce dietro le tende del palco, per prepararsi per la serata.
Ronnie è una ballerina, anche molto brava. Lei e le altre ragazze ogni sera ballano per i clienti. Non sono delle spogliarelliste, quello no, però vengono parecchie persone a vederle. Sono davvero brave. Anche a me piacerebbe sapermi muovere come loro, ma purtroppo, non ho il loro talento, e me ne stò dietro un bancone a servire da bere. Non che mi dispiaccia, penso. Quello che nessuno sa, è che sono davvero timida. Può non sembrare, e io posso essere brava a mascherarlo, ma al solo pensiero di dover salire sul palco, come fa la mia migliore amica, mi tremano le gambe!
Io stò al sicuro dietro il mio bel bancone. Grande e rassicurante. Sento Lorenzo sghigniazzare. Mi volto.
- Che c'è da ridere? -
- Il fatto che dia retta a uno come Mark. Crede davvero che una famosa pop star venga qui senza che nessuno lo sappia? -
Alzo gli occhi al cielo, sapendo che ha ragione. Ma mi limito ad alzare le spalle. Non voglio dargli la soddisfazione di dirgli che ha ragione.


Ciao a tutti! Siamo appena all'inizio ma spero davvero che la mia storia vi abbia incuriositi almeno un po. Sarei interessata a sapere il vostro punto di vista, le vostre idee riguardo i fatti e qualsiasi altra cosa vogliate dirmi o chiedermi nel corso del racconto. Non siate timidi e non fatevi problemi a dire quello che pensate, ne sarei davvero felice.
Alla prossima!
Ellyn P.

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Capitolo 2
*** Incontri, sorprese e insicurezze ***


Dobbiamo stare qui ancora per molto? - chiedo a Ronnie.
Mi schermo gli occhi per guardarmi meglio intorno. Sono le sei di sera, e il sole è ancora caldo come se fossero le quattro.
Mi asciugo il sudore dietro il collo, facendomi aria con la scollatura del vestito. Nonostante indossi un vestito blu, leggerissimo, stò morendo di caldo. Spero che Ronnie si rassegni al fatto di non vedere questa sua celebrità, e si dia una mossa.
Non vedo l'ora di tornare a casa a farmi un bel bagno!
- Allora? - ripeto, dato che non mi risponde.
La sento sospirare, pochi metri lontana da me. - Si, andiamo. -
- Lo so che ci speravi tanto, - le dico incamminandomi. - ma dovevi guardare le cose da un punto di vista logico. Quante possibilita c'erano che una famosa pop star, o attrice, o cantante, venisse proprio qui? Ronnie, dai, Pisa è un buco! Poi perchè dovrebbe venire al duomo? Non c'è veramente niente di bello da vedere, per quanto le persone possano dire che la Torre sia bella. -
- Già. - acconsente. - Credo che tu abbia ragione. -
- E ti sorprende? - dico dandole una spinta, ridendo.
Mi fa una linguaccia. Abbasso lo sguardo, maledicendo il momento in cui ho deciso di indossare proprio quelle scarpe. A cosa stavo pensando?
Certo, erano fantastiche, me se avessi saputo che Ronnie aveva intenzione di camminare su e giù per il duomo non le avrei mai messe! Il problema non è tanto quello di camminare. Ci sono abituata a passare ore e ore sui tacchi. E' solo che Ro ha voluto camminare tutto il tempo sul prato e non sulla strada! Da immaginare il tacco delle mie scarpe che affonda un po ad ogni passo che faccio...
Se mi si tronca il tacco, mi dovrà fare un bel regalo, parola mia!
Sbatto contro qualcuno. Alzo lo sguardo. Pochi centimetri davanti a me, Ronnie è immobile. Stà guardando qualcosa. - Ro..? - le chiedo esitante - Perchè ti sei fermata? Non volevi andare? - Le parole mi escono dalla bocca basse, supplicanti.
Dimmi di si, ti prego!
Lei non mi risponde. Le metto una mano sulla spalla e la scuoto.
Niente. Sembra una statua.
Poi apre la bocca e inizia a urlare. Ma è impazzita? Mi copro l'orecchio, prima di diventare sorda. La voce di Ronnie è acuta, e quando urla, soprattutto quando è eccitata per qualcosa, preferiresti ti mozzassero la testa, tanto è fastidiosa. Le voglio bene... ma quando urla la strozzerei... O mi suiciderei.
Seguo il suo sguardo, e resto di stucco. Sbatto più volte gli occhi, credendo di sognare. E' altamente impossibile...
Forse la voce di Ronnie mi ha fatta impazzire, e ora ho le allucinazioni. Vedo cose che non ci sono. E' impossibile. Davanti a me, in tutto il suo splendore, c'è Lady Gaga. E' davvero lei!
Faccio un passo in avanti, prevedendo le mosse della mia amica, solo che è più veloce di me. Fa un salto, e parte alla carica.
La scena che mi si presenta davanti è surreale quanto ironica. Ronnie, con le sue All Star, stà rincorrendo Lady Gaga, che impaurita dalla fan scatenata ( come non capirla!), scappa.
Mi godo pochi attimi la scena, però poi mi rendo conto che è l'ora di intervenire. Vado verso di loro, ma il tacco delle mie favolose scarpe nere si incastra nella terra e inciampo.
Chiudo gli occhi, preparandomi all'immediata botta. Solo che non la sento. Qualcuno mi ha afferrata prima che potessi cadere, facendomi male, rompendomi il tacco, e sporcandomi il vestito di erba.
Dovrei fermarmi a ringraziarlo, o a ringraziarla, ma non ho molto tempo. Dico "sorry" distrattamente. Devo fermare Ronnie. Non può infastidire in questo modo una persona venuta per rilassarsi in santa pace. Anche io, al posto di Lady Gaga, sarei fuggita di fronte a una pazza del genere.
Il ragazzo, capisco che lo è dalla sua voce, mi dice "No problem."
Presa dalla curiosità, mi volto pochi secondi, giusto per vedere due occhi marroni, dei capelli perfettamente pettinati e una faccia niente male.
Bello, ma non abbastanza da distrarmi sul mio compito.
- Accidenti - esclamo rischiando di cadere un altra volta.
Mando al diavolo Ronnie, e il ragazzo che sento sghigniazzare alle mie spalle. Mi tolgo le scarpe e corro con i piedi nudi sull'erba, all'inseguimento di Ro.
Non impiego molto a fermarla. Non è mai stata un ottima atleta, e nella corsa è proprio una frana. Non posso dire la stessa cosa di me. Mi sono impegnata tanto nello sport, e dai risultati non me ne pento per niente. Tra anni fa, lo sport è stata una tappa importante nella mia vita. Mi ha aiutata molto, sia a sentirmi meglio mentalmente, che più a mio agio fisicamente. Non che fossi grassa... ma non ero la ragazza col fisico ideale che tutti adoravano e volevano.
Non ero mai stata una di quelle ragazze per cui ti volti in strada. Di solito ero quella che veniva evitata, o che si mescolava tra la folla.
- Lasciami! - dice Ronnie quando l'abbraccio da dietro, per impedirle di rendersi ancora ridicola.
- Ro..Ro! Smettila! - esclamo cercando di farla ragionare. - Ma che accidenti fai? Non vedi che la stai spaventando? - dico guardando Lady Gaga, che si nasconde dietro al ragazzo che mi aveva aiutata.
- Volevo solo un suo autografo, e magari una foto.. -
La lascio, vedendo che si è tranquillizzata un po. - Lo capisco, ma non è questo il modo. Invece di rincorrerla, potevi chiederglielo e basta. -
Annuisce, abbassando la testa. - Ho un po esagerato. -
- Tu dici?! - esclamo ridendo. - Dai andiamo a scusarci, sempre che non scappi ancora. -
- Tu come fai ad essere così tranquilla difronte a... -
- A chi? -
- A una dea del genere! - esclama come se fosse ovvio.
- Ho un altra concezione di "dio". - Diciamo che i miei idoli erano praticamente quasi tutti morti, quindi non correvo il rischio di andare fuori di testa, urlare e rincorrerne uno come una pazza, come aveva appena fatto lei. E anche se mi fossi trovata in una situazione del genere, non credo mi sarei comportata allo stesso modo.
Sarebbe stato si un sogno, ma infastidire a quel modo qualcuno ... Erano persone famose, abituate a questo genere di cose, ma erano pur sempre persone e anche loro avevano bisogno di un po di spazio. Forse, se al posto di Lady Gaga ci fosse stato Paul McCartney...
Ok. Avrei dato in escandescenze anche io. Vedendoci arrivare, la donna fa un passo indietro, avendo forse paura che Ronnie possa rincorrerla... o mettersi a urlare.
- I'm sorry for.. - inizio tentando di appellarmi al poco inglese che so. Per fortuna, il ragazzo che mi ha salvata, mi interrompe prima che possa dire qualcosa.
- Non preoccuparti, sappiamo parlare italiano. -
- Davvero? - chiedo stupita. - Siamo nati qui. - dice indicando un ragazzo alla sua sinistra.
Mi volto. Accanto a lui, c'è davvero un altro ragazzo, che, stranamente, prima non avevo notato.
Sentendosi interpellato, alza lo sguardo, e mi fissa. I suoi occhi sono di un intenso blu, come il mare profondo, e mi catturano in un solo istante.
Faccio un passo indietro turbata dal suo sguardo. Come può lo sguardo di uno sconosciuto farmi battere tanto il cuore? Il ragazzo misterioso si passa la mano tra i capelli incredibilmente neri. Non posso fare a meno di domandarmi se siano naturali o no. Non ho mai visto un nero così intenso e brillante. Dovrei chiederglielo... ma se lo facessi penserebbe che sono interessata a lui. Sono passati alcuni secondi, e non riesco a non fissarlo.
Una parte di me è convinta che i suoi occhi stiano guardando proprio nella mia direzione. L'altra, quella più insicura, si domanda "perchè dovrebbe guardare proprio te? Alla tua sinistra c'è una ragazza molto più attraente ed estroversa."
E mi stupisco non poco.
Da quando sono Sky, non ho mai avuto problemi di autostima. La mattina mi guardo allo specchio, mi dico che sono bella, e ci credo. Da quando ho cambiato vita, da quando sono cambiata, nessuno mi ha più fatta sentire a disagio in alcun modo.
Perchè questo ragazzo che nemmeno conosco mi fa arrossire? Perchè non riesco a proferire parola? E fatto più importante, perchè sono la prima ad aver abbassato lo sguardo? Di solito sono gli altri a farlo!
Mi guardo i piedi nervosa, sperando che Ronnie si decida a portarmi via ... perchè in queste condizioni, con le gambe molli, e la testa che mi gira, temo di poter cadere se oso fare un passo.
Ronnie non sembra accorgersi di nulla. Ha puntato i due ragazzi. Sono belli, e se conoscono Lady Gaga devono essere anche importanti.
Vedo già le rotelle del cervello della mia amica girare ininterrottamente. So già come andrà a finire. Se li farà amici senza problemi, come sempre. In questo modo la inviteranno a tutte le feste, incontrerà altra gente famosa e così via. Qualcuno potrebbe credere che lo faccia per convenienza, ma non è così. Per quante persone ricche possa conoscere,e sono davvero tante, disposte a tutto pur di avere un po di attenzione da lei, non ha mai cercato altro oltre l'amicizia.
Parecchi ragazzi le hanno regalato cose costosissime...gioielli, vestiti, scarpe... E si sono visti riarrivare tutti i regali indietro. Ronnie lo fa solo per passare il tempo. Dice sempre che i ricchi sanno come divertirsi" e forse è vero.
Con i soldi si può far tutto. Non ci vuole niente a organizzare una bella festa, e a riempirla di gente.
- Tu... - sento distrattamente la voce di Ronnie accanto a me. - Sei... -
Alzo di scatto la testa. Quello è il tono di voce pre-smattata. Afferro il polso della mia amica per trattenerla, in caso di bisogno...e per sorreggermi. Perchè il ragazzo misterioso ha appena sorriso, e mi sento morire.
Quel ragazzo è pericoloso. Avrebbe potuto coinvolgermi davvero. Mi sarei potuta innamorare del suo sorriso, il che non è un bene... Perchè non so se stà sorridendo a lei o a me.
Sospiro, dandomi della stupida. E' ovvio che non stà sorridendo a me.
- Sei Vincent Reece! - esclama Ronnie, guardando il ragazzo con gli occhi scuri.
- Si, sono io. - risponde sorridendo.
Prego affinchè dica il nome dell'altro ragazzo.
- E tu sei...? -
Il momento in cui avrebbe potuto presentarlo è passato. Non saprò mai il suo nome. Non che importi poi tanto. Molto probabilmente non lo rivedrò più.
- Ronnie. - risponde allungando una mano. Il suo sorriso è bellissimo, e i due ragazzi sembrano guardarla imbambolati. - Ho sentito qualche canzone del tuo gruppo, niente male. -
- Grazie, vieni a vederci, suoniamo qui vicino... -
Improvvisamente sento le note della mia canzone preferita di Elvis, e rimango interdetta.
Solo quando tutti e tre si girano a guardarmi mi rendo conto che è la suoneria del mio cellulare.
Che figura di merda...
Lo prendo velocemente dalla borsa e mi allontano guardando distrattamente il ragazzo misterioso.
Ora anche lui mi stà guardando.
Non posso fare a meno di chiedermi cosa stia pensando. Sicuramente mi crederà una scema che adora ascoltare vecchia musica. Non sarebbe il primo a prendermi in giro.
Mi ritiro nervosamente, rispondendo a quel maledetto telefono. Non m'importa cosa pensa. Elvis è Elvis, e se qualcuno osa dire qualcosa, gli spacco la faccia.
- Pronto? - domando.
All'altro capo del telefono c'è Lorenzo. Allontano l'orecchio dal cellulare prima che la sua voce incavolata possa spaccarmi il timpano. Guardo l'ora e mi rendo conto che fa bene ad arrabbiarsi. Sono le otto e mezzo, e siamo in ritardo per il turno.
Quando torno dai ragazzi, Ronnie stà ancora parlando con loro. Si, anche il ragazzo misterioso sembra partecipare, dato che ha appena riso ad una sua battuta.
Mi sono persa il rumore della sua risata...Chissà com'è...Sicuramente bellissima. - Ronnie... - la interrompo. Si gira, con un sorriso a trentadue denti. - Guarda cosa ci hanno dato! Due biglietti per il concerto! - Guardo i due pezzi di carta per pochi secondi, poi guardo lei.
- Si, ok... senti...-
- Non è fantastico? - continua.
- R..-
- Non vedo l'ora! -
- Ronnie! - esclamo un tantino alterata, senza preoccuparmi dei due ragazzi che molto probabilmente mi stanno fissando come se fossi pazza.
- Non mi interessa dei biglietti, dobbiamo andare. -
- Chi era al telefono? -
- Lorenzo. -
- E cosa voleva? -
- Guarda l'ora, non ti rispondo nemmeno. - dico mettendo il telefono nella borsa. - Saluta i tuoi amici e sbrigati. -
Ronnie mi guarda sorpresa. La capisco, non sono mai così scontrosa.
Mi stupisco io stessa del mio comportamento, ma non posso farci niente. Capisco che il mio comportamento è dovuto solo a una cosa : la gelosia.
Non sono mai stata gelosa di lei, è la mia migliore amica. Sono solo invidiosa del fatto che non l'ho vista mai, mai in imbarazzo con qualcuno.
E' sempre allegra, esuberante... Riesce sempre ad ottenere quello che vuole... come i biglietti che i DUE ragazzi le hanno regalato.
Incontro due pozze azzurre e mi volto, fingendomi distratta e incamminandomi verso il Mc Donald's, dove Ronnie ha parcheggiato la sua macchina.
- Ehi, che ti prende? - mi dice dopo avermi raggiunta.
- Niente. -
- Ci vediamo al concerto! - urla il ragazzo con gli occhi marroni, salutando Ronnie con la mano. - Mi raccomando, venite! -
- Non contarci. - dico forse a voce un po troppo alta.
Ho il sospetto che mi abbiano sentito - Sicuro! - gli dice la mia amica voltandosi per salutarlo ancora. - Perchè non vuoi andarci? - mi chiede.
- Perchè non lo conosco, e sicuramente il suo gruppo farà la solita musica commerciale. -
- Al contrario! Gli ho sentiti parecchie volte, e non sono male. -
- Ma se a malapena lo hai riconosciuto. - dico alzando gli occhi al cielo. Evito di aggiungere che concetto di "musica niente male" mi spaventa un po. La conosco, e so il genere di musica che ascolta. Mi vergogno per lei solo a pensarci..
- Ha cambiato taglio di capelli...- si giustifica. - E poi avevo appena visto Lady Gaga, ero un po stordita! -
Glielo concedo.
- Dai vieni, per favore! Mi hanno pregato molto. -
- Hanno? - domando. - Non è stato il ragazzo con la parlantina a gogo? -
- Si, ma anche l'altro me lo ha chiesto. E' lui che mi ha dato i due biglietti. -
- Gentile...-
- Già. Hai visto com'è carino? -
- Ti ricordo che hai già il ragazzo. -
E lui l'ho visto prima io anche se si è preso una sbandata per te! Alza gli occhi al cielo. - Dai Sky, mica ho detto chissà cosa. Anche io ho gli occhi! -
Annuisco.
- Ha detto che il concerto inizia alle 21.30, tipregotipregotiprego, andiamo! -
- C'è scritto anche sul biglietto a che ora inizia, grazie... - dico ironica.
- Perchè devi fare così l'antipatica? -
- Non faccio l'antipatica. E' evidente che ci stava provando con te. -
- Chi? -
- Il ragazzo. -
- Quale? -
- Quello con cui hai parlato tre minuti fa, ricordi? -
- Ma chi dei due? Vincent? -
- Tutti e due. -
- Naaah! Guarda che mi ha chiesto se venivi anche tu. - dice maliziosa.
- Chi? Vincent? - dico ridendo.
- No, l'altro. -
Il mio cuore inizia a battere forte. Le ha davvero chiesto se ci andavo anche io? - Ti ha per caso detto "Spero che venga anche la tua amica?" -
- No, però si capiva dai suoi occhi. -
Il cuore cade in un baratro, così come le mie speranze. Perse. Andate. E' ovvio che a primo impatto non l'ho colpito. I miei occhi non lo hanno stregato come hanno fatto i suoi con me.
- Ronnie, guardi troppi film. Ti hanno dato un biglietto in più per me solo per cortesia, e per chiamare più gente. -
Questa è la vera ragione, e se anche vorrei che non lo fosse, so che è così.
- Vedremo chi ha ragione quando saremo al concerto. -
- Perchè? Ci saranno tutti e due? -
Cerco di tenere il tono della mia voce neutro. Ma non posso nascondere a me stessa il desiderio di rivederlo, anche se so che non dovrei desideralo così tanto . Magari quando lo rivedrò, quello che è capitato prima non ricapiterà, e non sentirò le stesse cose.
Ci spero davvero, perché perdere la testa per un ragazzo che sa a malapena della mia esistenza, che guarda la mia migliore amica e che, cosa più importante, dopo il concerto non rivedrò, sarebbe davvero una brutta cosa. Dolorosa più che altro.
- Ovvio! -
Non posso impedire al mio cuore di gioire. La mente, al contrario delle altre volte, non riesce a sopraffare quello che provo.
E' estenuante avere così poco controllo su me stessa. Non mi è mai successo.
Mentre Ronnie guida verso il bar, mi ripeto che quello che è appena successo è stato uno scherzo della mia mente, e io ho provato solo indifferenza verso di lui, come faccio sempre verso qualsiasi altro ragazzo.
Quasi me ne convinco. Quasi.


Buonasera! Ecco il secondo capitolo. Chi l'avrebbe mai detto che Mark, il ragazzo di Ronnie, avesse ragione? E cosa ne pensate dei due ragazzi misteriosi? Sky sembra essere stata colpita dal ragazzo senza nome! Se siete curiosi di sapere come proseguirà la storia, continuate a seguirmi, alla prossima.
Ellyn P.

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Capitolo 3
*** Le persone non cambiano...giusto? ***


- Si può sapere dove sei stata? - mi urla contro Lorenzo, appena mi vede.
- Calma ex ragazzo - lo prende in giro Ronnie - Abbiamo fatto tardi perchè abbiamo incontrato dei ragazzi strafighi, e non abbiamo fatto caso allo scorrere del tempo! -
- Tu va a cambiarti che tra poco tocca a te! - dice Lorenzo senza guardarla.
Ronnie alza le mani in segno di resa e fa quello che le ha detto, senza più protestare. Lorenzo incavolato non è un bel vedere.
- Se fosse stato per me, vi avrei già licenziate. - mi dice.
- Perfortuna non sei il mio capo allora. - ribatto sostenendo il suo sguardo.
- Ma come sei conciata? Vatti a cambiare. - dice guardando il mio vestito blu.
Senti chi parla. Io almeno so vestirmi decentemente. L'unico vestito decente che si è mai messo è la divisa da barman! Quindi, prima che gliene dica quattro, è meglio che si zittisca.
- Stavo per andarci prima che tu mi aggredissi inutilmente! - esclamo andando via.
Non voglio prenderlo a schiaffi. Mi sono rifatta le unghie proprio stamattina.
Sbatto la porta del camerino, soffiando infuriata. Ma che problemi aveva? Non ho mai fatto tardi ne ho mai saltato un giorno di lavoro da quando sono qui. Non dovrebbe urlarmi contro per un leggero ritardo.
- Quel ragazzo ha qualche problema a gestire la rabbia. - la voce di Ronnie, alle mie spalle, è divertita. Non posso che darle ragione.
- Quando stava con te era molto più calmo. - continua.
- Ma sempre uno sciroccato pazzoide. Ecco perchè l'ho lasciato. -
E per altre svariate cose, ma soprattutto per quello...è perchè è un pervertito. Parecchio voglioso, tra l'altro. - Dovremo trovargli una ragazza. -
- Non guardare me. Ho già dato. -
Mi infilo la gonna e la maglietta in fretta e furia. - Mi puoi allacciare la maglietta? -
La maglietta che hanno scelto per me al bar, è divisa in due sulla schiena. Per chiuderla devo allacciare trentamila fiocchi, e da sola non ce la faccio.
Ronnie fa tutto in qualche minuto.
La mia salvatrice!
Ormai, date tutte le volte che lo ha fatto, ci ha preso la mano, e ogni volta ci mette meno tempo.
Il lato positivo è che la mia maglietta è una delle più decenti nel bar. Le altre ragazze hanno parecchia pelle in vista. Direi che, a parte i noiosi lacci, che tra l'altro sono carini, mi è andata parecchio bene in confronto a loro.
- Ce l'hai fatta. - dice ironico Lorenzo, quando mi posiziono dietro il balcone.
- Prova tu ad allacciare questa dannatissima maglietta. -
- Una volta l'ho fatto. - dice distrattamente, accennando a quando stavano insieme.
Il ricordo di quello che era successo, e di quello che avevamo quasi fatto non mi sfiora minimamente. Anzi, più passa il tempo, più sono felice di non aver dato la mia verginità a un individuo del genere! E in un posto insulso come il vicolo dietro il bar. Se solo ci ripenso mi vergogno di me stessa.
Sento i suoi occhi che mi osservano, calcolando la mia reazione.
Quello che ottiene è il nulla più assoluto.
- Si, e se non ricordo male, ci hai messo quasi un quarto d'ora! - dico prendendolo in giro.
- Non esagerare.. -
- Non esagero affatto. - Anzi, sono stata anche troppo buona a diminuire la buona mezz'ora che ha impiegato a riallacciare la maglietta in modo appena decente.
Cala il silenzio mentre serviamo i clienti che, col passare delle ore, non fanno che aumentare.
Il fatto che non ci parliamo non mi turba. Succede sempre così. Mi sono stupita del piccolo (pazzo) dialogo che abbiamo avuto. Quello è stata cosa rara!
Verso le tre e mezza, quando i clienti iniziano ad andare via, Lorenzo mi si avvicina.
Alzo un sopracciglio. Chissà cosa vuole.
- Senti... - inizia esitante.
- Si? - lo incoraggio.
- Mi dispiace per averti urlato contro a quel modo. -
- Tu che ti scusi? Evento più unico che raro! Aspetta, devo andare a segnarlo sul calendario. -
- Dai Sky, non sto scherzando. - dice seriamente.
- Nemmeno io. - ribatto nel suo stesso tono.
- Senti, so che non sono del tutto gentile, ma sto cercando di migliorare. Mi dispiace davvero. Non hai mai ritardato, ne saltato un giorno di lavoro, o preso ferie. Niente. Non so perchè ho smattato così. -
- Tu smatti sempre. -
- Forse...ero solo preoccupato. -
- Preoccupato? - chiedo sgranando gli occhi. - Per cosa? -
- Per te! Non hai mai ritardato. Non hai avvertito ne niente. Dopo un ora sono andato in escandescenze. Pensavo ti fosse successo qualcosa. -
- Grazie. - e sono seria . - Ma non c'è motivo di preoccuparsi per questo. Se qualcuno osa anche solo toccarmi senza il mio consenso, è lui che fa una brutta fine. Non io. Dovresti saperlo. - dico facendogli l'occhiolino e indicando la sua guancia, dopo parecchio tempo prima c'era stampata l'impronta del mio pugno.
Ai suoi amici raccontò di aver fatto a botte, e glielo concessi. Secondo lui, essere picchiato dalla sua ragazza era a dir poco imbarazzante.
Se solo lui avesse messo le mani a posto quando glielo avevo detto una delle quattro volte, non sarebbe successo niente. La sua risposta al mio pugno fu "Ok, me lo sono meritato" fu per quella che non ne prese altre.
Non sono una tipa violenta. Ho solo fatto dei corsi per evitarmi situazioni spiacevoli, ed essere in grado di cavarmela da sola, se necessario.
Accetto le sue scuse, che in apparenza sembrano sincere. Sul fatto che stà provando a cambiare...ci credo poco. Purtroppo so com'è fatto, e difficilmente cambierà. Come si dice sempre "il lupo perde il pelo ma non il vizio" , e per i ragazzi come lui, questo detto vale eccome!
- Cos'hai detto? - chiede con un sorriso furbetto.
Oggi stranamente è di buon umore. Decido di starci. E' raro che mi rivolga la parola, e mi fa abbastanza piacere.
Sempre ammesso che non ricominci a fare lo stronzo.
- Oh, hai capito. Scommetto che ti ricordi bene l'occhio nero che ti ho fatto! -
- Ripetilo se hai il coraggio! - esclama allungando le mani verso di me.
Faccio un passo indietro, riconoscendo le sue intenzioni. Ma non mi arrenderò!
Quindi lo ripeto lentamente. - Ti ho fatto un occhio nero. -
E scappo, correndo tra i tavoli. Per fortuna i clienti sono quasi tutti andati via, altrimenti ci avrebbero pensato due volte a tornare in questo covo di pazzi!
Lorenzo mi corre dietro e mi afferra per i fianchi. Mi issa sulla sua spalla, reggendomi con una mano, e facendomi il solletico con l'altra. Lo prego di smetterla. Odio il solletico, sopratutto perchè lo soffro da morire!
- Voi due, prendetevi una stanza. - dice Ronnie passandoci accanto.
- Ronnie! - la chiamo ridendo. - Ti prego, aiutami! -
E viene in mio soccorso, assalendo Lorenzo, e il povero ragazzo, con due katerpillar addosso, è costretto a lasciarmi andare.
Sorrido trionfante, battendo il cinque a Ronnie.
- Mia salvatrice. - dico mandandole un bacio.
- Quando vuoi. - mi fa l'occhiolino e sparisce a cambiarsi.
Era di questo suo lato giocoso e tenero che inizialmente mi aveva attratta. Il problema era che, nonostante molte volte giocasse, Lorenzo era incredibilmente stronzo.
Era un peccato, perchè se non fosse stato per quello e per il suo ossessivo desiderio di fare sesso, sarebbe stato un ragazzo perfetto. Alto, biondo, occhi azzurri, bel fisico. Molte ragazze avrebbero fatto la fila per stare con uno del genere, e io era stata una di loro. Però poi mi ero accorta che non ne valeva la pena. E per fortuna, non mi aveva mai presa.
Però ammetto che ci eravamo divertiti in parecchi modi diversi.
Lo guardo di sottecchi, chiedendomi quante ragazze, dopo che io ho abbandonato la barca, siano salite al posto mio. Non che mi interessi, ma scommetto tante. Già quando stavamo "insieme", per modo di dire, lo avevo trovato più volte con ragazze diverse. La cosa mi aveva infastidita un po. La nostra non era stata una vera e propria relazione, però non era carino uscire con una ragazza, fare delle cose con lei e, allo stesso tempo, spassarsela con ragazze diverse. Ho lasciato correre qualche volta, perchè aveva detto che non sarebbe più successo, ma il tempo passava, e lui continuava. Così alla fine ho deciso di lasciar perdere.
Potevo trovare altri ragazzi con cui divertirmi e uscire senza che mi tradissero. Solo che, dopo lui, eccetto qualche ragazzo che avevo conosciuto in discoteca e con cui ero andata qualche volta, non ero più stata con nessuno a livello di " vera relazione" (sempre se si può chiamare vera uscire con qualcuno per diverso tempo e non amarlo).
Forse lui era stato uno dei pochi con cui ero uscita per più tempo...gli altri solo un passatempo più passatempo del normale.


Buon pomeriggio a tutti! Questo è solo un capitolo di passaggio, dove possiamo scavare ancora un po nel passato della nostra protagonista. In questo caso, il "rapporto" tra lei e Lorenzo.
Non è niente di speciale, ma spero che vi incuriosisca almeno un po.
Alla prossima!
Ellyn P.

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Capitolo 4
*** Il concerto ***


- Sky, dai! - urla Ronnie nell'altra stanza.
- Sono quasi pronta! -
- Guarda che arriviamo in ritardo! - continua. - Possibile che tu debba sempre fare tardi per le cose importanti? -
La cosa importante, era il concerto del ragazzo che ci aveva regalato i biglietti quel giorno al duomo. E comunque io non faccio mai tardi per le cose veramente importanti. E quel concerto non lo è proprio! Ci vado solo per farle un favore. Quel ragazzo..Com'è che si chiamava? Ronaldo... Giuseppe... Valerio? Si, Valerio.
Non impazzivo dalla gioia di andare a vederlo. Ronnie dice che la sua band è famosa, ma io non l'ho mai sentito questo Giacomo.
- Sky! Non voglio fare brutta figura di fronte a Vincent ed arrivare tardi al suo concerto! -
Ah, Vincent! Vabè. Valerio, Giacomo.. Vincent. La stessa cosa.
- Anzi, non voglio fare brutta figura davanti a nessuno dei due. Sono stati così gentili...-
Smetto di ascoltarla, perchè ha ragione. Ci sarà anche l'altro ragazzo. E al solo pensiero, il mio cuore inizia già a battere. Perchè? Perchè sono impaziente di vederlo?
Mi ha colpito, lo ammetto. Ma è un ragazzo come un altro, non dovrei pensarci troppo. Negli ultimi giorni non è stato così difficile non pensarci. Con il lavoro, e le altre cose, sono stata fin troppo occupata anche solo per pensare.
Ma ora che Ronnie me l'ha ricordato, è difficile non essere nervosa.
Mi chiedo se si ricorderà di me. Cosa poco probabile, dato che quel giorno non mi ha considerata di striscio. Ho paura di rivederlo. Se proverò le stesse cose che ho sentito la prima volta che ho incontrato i suoi occhi? Non so cosa farò. Non andrà affatto bene.
Ma, dentro di me, so che la cosa che mi preoccupa è un altra. Se non le proverò? Potrei sopportarlo?
Devo stare calma. Se non sentirò più le stesse cose, dovrei esserne felice. Infondo io non voglio sentirmi nervosa solo guardando uno sconosciuto.
Non sono mai nervosa con nessun ragazzo, perchè lui dovrebbe essere diverso? Devo essere forte, e trattare lui allo stesso modo in cui tratto tutti gli altri. Non dovrebbe essere poi così difficile, giusto?
Faccio il nodo allo stivaletto ed esco dalla camera.
- Alleluia! -
- Guarda che non siamo in ritardo. - dico alzando gli occhi al cielo.
- Lo so, ma voglio essere in prima fila. - annuncia sorridendo, fiera di se stessa.
Dubito che ci sia la folla per andare a sentirli. La cosa che mi preoccupa, al contrario, è di essere le uniche due sceme li a sentirli. Mi immagino già la scena.
Noi due, in mezzo al prato (o in qualsiasi altro posto si svolga il concerto), a guardarci intorno, chiedendoci se per caso non abbiamo sbagliato posto.
- Non avrai freddo? - mi domanda, guardando i miei pantaloncini corti, a vita alta e la mia maglietta a righe bianche e nere che mi lascia l'ombelico scoperto.
- Piuttosto, non avrai caldo? - ribatto guardando i suoi pantaloni neri. Dall'aspetto sembrano pensanti. - Ti ricordo che è estate e c'è un caldo della madonna! -
Ci riflette su e annuisce. - Mi sa che ha ragione, mi cambio i pantaloni e andiamo! -


Il prato, si verificò essere un locale poco fuori città, e più affollato di quanto mi aspettassi. Il che era notevole, dato che il concerto non era ancora iniziato.
Controllo l'orologio. Sono solo le nove. Il concerto non inizierà prima di trenta minuti. Mi guardo intorno, e individuo un tavolo stranamente libero, così mi ci infilo subito, prima che possa prenderlo qualcun'altro.
Non importa se Ronnie non è d'accordo, perchè non riuscirà a vedere Vincent cantare sul palco, o suonare. La cosa più probabile però, è che lui sia il cantante. Non sembra certo il tipo da lasciare la scena a qualcun'altro.
Comunque, anche se Ro non sarà d'accordo, ho intenzione di rimanere qui, in questa posizione strategica, in modo da vedere tutte le persone presenti nel locale... o meglio, quelle che entrano... nella speranza di vedere lui varcare quella porta.
Passano dieci minuti. Poi venti. Il locale, da quando sono entrata si è riempito così tanto che mi è difficile vedere l'entrate. Se il ragazzo entrasse in questo momento, probabilmente non riuscirei a vederlo.
Sospiro frustrata.
Il telefono mi vibra nella tasca. E' Ro. Mi ha scritto un messaggio, o meglio, due messaggi. Uno cinque minuti fa, e uno proprio adesso.
Il primo messaggio dice  "Che fine hai fatto? Vieni verso il palco prima che inizi il concerto", il secondo "Che stai aspettando?! Corri!!!" con aggiunte di punti esclamativi.
Rimetto il telefono in tasca alzando gli occhi al cielo, e mi alzo dal tavolo per raggiungerla. Con tutto questo trambusto non riuscirei mai a trovarlo, quindi tanto vale andare da Ro prima che si arrabbi.
La intravedo sotto il palco, intenta a parlare con due ragazzi.
Non due semplici ragazzi.
Incrocio i suoi occhi prima ancora di raggiungere la mia amica. Sono gli stessi, identici, occhi blu dell'ultima volta. E, come l'ultima volta, inevitabilmente, mi colpiscono e attraggono in maniera spaventosa.
Sento il cuore aumentare di battiti a ogni passo che faccio. Mi sento così nervosa...come non mi è mai accaduto prima. Avevo sperato che non ricapitasse più una cosa simile. Avevo sperato fosse stata solo una mia impressione, e che quello che avevo sentito fosse stata solo una cosa momentanea...ma più mi avvicino a quegli occhi, più credo di impazzire. Più mi avvicino, più il suo sguardo sembra perforarmi.
Guardo Ro, e guardo lui. Forse mi sta fissando, pregando dentro di se che io me ne vada. Vorrà sicuramente parlare con Ronnie in santa pace, senza che qualcun'altro, oltre già al terzo in comodo di Vincent, si metta in mezzo.
Distolgo lo sguardo da quell'oceano infinito che minaccia di inghiottirmi ogni secondo di più, e torno magicamente a respirare.
Anche il cuore si stabilizza... all'incirca.
Quindi è così? Se non lo guardo sono più calma? Allora farò finta di non vederlo, così andrà tutto bene.
Andrà tutto bene, mi ripeto.
Quasi ci credo.
Quasi.
- Ehi, eccoti finalmente! - esclama Ronnie girandosi verso di me.
- Pensavamo ti fossi persa. - dice Vincent guardandomi.
- Difficile perdersi in un locale come questo. - dico ironica.
Dentro di me, una vocina urla "Mi spiace avervi delusi." Vuole che glielo dica, assolutamente. Ma non lo faccio.
- Sempre simpatica tu! - interviene la mia amica ridendo.
Accenno un sorriso. Non era una battuta.
Chi è l'idiota che si perde in un minilocale...con poche finestre, e due porte per uscire? Mah..
- Vado a prendere da bene, continuate pure. - sorrido voltandomi, ma la SUA voce mi ferma.
- Resta pure...- dice.
Sembra aver lasciato la frase in sospeso, come se volesse aggiungere qualcos'altro. E io voglio saperlo, con tutta me stessa. Vuole dirmi che gli fa piacere se ci sono anche io? Che gli piacerebbe se restassi con lui?
Non lo saprò mai, perchè la voce di Vincent lo sovrasta, costringendolo a interrompersi.
E forse è meglio così, dubito che la frase terminasse con un "con me".
- Non preoccuparti, dobbiamo andare comunque, altrimenti facciamo tardi, non è vero fratellino? -
Lo guardo, cercando di spiccicare parola, di fronte a due nuove scoperte.
- Suoni anche tu? - domando, subito seguito da - siete fratelli? -
Lui sorride. Sorride davvero. Non tira leggermente su le labbra. Non fa un sorriso di cortesia. Sorride davvero, insieme ai suoi occhi, che si illuminano. Ora che ho davvero visto la cosa più bella del mondo, posso anche morire felice.
- Si alla prima domanda...e si alla seconda. - risponde guardandomi.
Per qualche secondo nessuno dice nulla. Rimaniamo a fissarci, come incantati.
Io sicuramente lo sono.
Purtroppo la voce di Ronnie rompe il silenzio, mandando in mille pezzi l'incantesimo che si era creato.
- Allora ci vediamo. - Ro si avvicina ai ragazzi, e li saluta entrambi con un coraggioso bacio sulla guancia.
Quando si avvicina a lui, sento una fitta al petto.
Vorrei poterlo fare anche io. Perchè non lo faccio? In altre circostanze non avrei avuto problemi a fare un gesto del genere. L'avrei fatto meccanicamente, con noncuranza.  Ma non riesco ad avvicinarmi. Desidero ardentemente toccarlo, anche per un solo istante, ma...
- Sky? Andiamo? -
Annuisco. - Ci vediamo. - dico ai due ragazzi. Però stò guardando Vincent.
Non voglio vedere la sua faccia compiaciuta, come quella del fratello, dopo aver ricevuto un bacio da Ronnie. Non voglio vedere il suo sguardo rimirarla da capo a piedi, con approvazione. Non credo di riuscire a reggerlo.
Mentre la raggiungo, sento il mio nome sussurrato da qualcuno...dalla sua voce.
Possibile...? Stupita mi volto nella sua direzione, ma ha le labbra chiuse, e non mi guarda nemmeno.
Era stato solo un gioco della mia mente. Sono una stupida anche solo per averci creduto.
Lui non aveva nessun motivo per chiamarmi.

Image and video hosting by TinyPic Ecco i vestiti che la nostra protagonista indossa al concerto.

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Capitolo 5
*** Chiamata ***


Ronnie parcheggia davanti al bar, e scende dalla macchina. Stamattina si stà d'incanto. Quando mi sono alzata, vedendo un sole splendente, e un cielo senza nuvole ero quasi disperata. Sarebbe stato un altro giorno secco e caldo.
E io odiavo le giornate secche. E calde.
Invece, quando Ro è passata a prendermi, e sono scesa di casa, ho notato con piacere che nonostante il sole, c'era un dolce venticello, che rendeva tutto più sopportabile. Dentro di me ho esultato di gioia.
Queste giornate sono le mie preferite in assoluto. Ovviamente, preferite nell'ambito dell'estate, perché io adoro l'inverno, la neve e tutto ciò che e comporta.
I maglioni, i piumoni pesanti, le cioccolate calde, i camini...Ma soprattutto adoro restare le mattine fredde sotto il piumone bello caldo, riparata dal freddo. E' la cosa più bella del mondo. Certe volte starei la sotto per anni e anni, talmente ci si sta bene.
Ro dice che c'è un altra cosa più piacevole di stare sotto le coperte calde l'inverno, ovvero svegliarsi la mattina in un giorno freddo, sotto le coperte calde, con qualcuno.
Forse ha ragione. O forse no. Non l'ho mai provato. Non ho mai desiderato svegliarmi con qualcun'altro. Diciamo che non ho mai avuto qualcuno con cui svegliarmi. Triste, ma vero.
- Entri tu? - domando, fermandomi poco lontano dall'entrata.
Annuisce. - Un cappuccino senza zucchero, giusto? -
- Esatto. - rispondo tirando fuori una banconota da 5. - Oggi offro io. -
- Che tesoro! - esclama.
Mi da un bacio sulla guancia e, dopo avermi fatto l'occhiolino, spinge la porta di vetro ed entra nel bar.
Mi allontano dal vialetto, camminando su e giù mentre aspetto Ro. Il bar, come ogni mattina, è discretamente affollato. La facciata, completamente fatta di vetro, mi permette di vedere bene al suo interno.
E' proprio grazie a questi che mi accorgo della sua presenza.
Dio..se sapessi che l'avrei incontrato, mi sarei vestita meglio! Indosso degli scialbi pantaloncini neri a vita alta, e una maglietta mezza scolorita che mi copre a malapena lo stomaco.
Si, lo so...anche l'altra sera avevo pantaloncini a vita alta. Che posso farci? Li adoro! Il punto è che quelli erano decenti, e la maglietta era bella. Quello che indosso in questo momento, invece...
Al contrario di Ro, che è impeccabile come sempre. E se ne accorge anche lui, perchè gli spunta un mezzo sorriso sulle labbra, e le si avvicina.
La reazione di Ronnie è, come sempre, prevedibile. Senza pensarci due volte, lo abbraccia come se fossero vecchi amici. Iniziano a parlare per svariati minuti, nei quali ovviamente, muoio di gelosia.
Poi Ronnie mi indica...e lui si gira nella mia direzione! Mi guarda per pochi secondi, poi si volta ancora verso di lei, scuote la testa e dice qualcosa.
Ronnie annuisce e prendendo una penna che il ragazzo le porge, scrive qualcosa sul palmo della sua mano.
Mi volto, dando le spalle al bar. Non ho bisogno di vedere altro. E' tutto chiaro, anche un idiota riuscirebbe a capire cosa gli ha appena scritto sulla mano. Posso ricostruire il dialogo molto facilmente.
"Ehi, ciao!" esclama lui quando la vede, felice di aver incontrato ancora una volta la ragazza dei suoi sogni.
"Tesoro!" Ronnie gli corre incontro, appolpandosi al ragazzo come se avesse qualche diritto su di lui.
"Sei qui da sola? Sono con degli amici, ti va di venire con noi?"
"In realtà sono con la mia amica" e poi mi indica. "Può venire anche lei?"
Qui è il momento in cui lui mi guarda, e poi torna a porgere attenzione a lei.
"Non credo che i ragazzi siano d'accordo. Però puoi sempre darmi il tuo numero, così ci vediamo un altra volta, che ne dici?"
"Con piacere!" e gli scrive il numero sulla mano.
Fine della scena.
Semplice, prevedibile.
La cosa poco prevedibile è la mia reazione. Sto morendo di gelosia, me ne accorgo. Con tutti i ragazzi che può avere, doveva scegliere proprio lui?
Perchè mi sento così...triste?
- Sky! - Ro viene verso di me. - Indovina chi ho incontrato? -
Il tuo futuro ragazzo. - Ho visto. Il mio cappuccino? -
Me lo passa. - Stai bene? -
- Certo. Perchè? - Alzo le spalle, fingendo di non capire il motivo della sua domanda.
Non credo di averla convinta. Durante il tragitto verso casa, mi lancia occhiatine strane.
Mentre bevo il cappuccino a piccoli sorsi, non posso fare a meno di notare che oggi è più amaro del solito...O sono io ad essere di pessimo umore?


- Sky...? Sky, ci sei? -
Alzo la testa dai bicchieri che stavo asciugando.
- Si? -
- Ti sto chiamando da dieci minuti, ma che hai in testa? - dice Lorenzo, scompigliandomi i capelli.
- Niente. Mi sono distratta per un attimo. -
In realtà stavo ancora pensando a lui. Strano, no? Di solito, quando vedo che un ragazzo è interessato a Ronnie lascio perdere, ma non riesco a smettere di domandarmi : Perchè lei e non io?.
E' vero, è più bella, più estroversa, più simpatica... Ma anche io sono oggetto di occhiate da parte di svariati ragazzi, quando passo. Perchè lui sembra non accorgersi di me? Dovrei davvero lasciar perdere... posso trovarmi facilmente un altro ragazzo. Non ho mai avuto problemi in questo... solo che non voglio.
Certe volte, quando vedo Ronnie conversare con le persone, non posso fare a meno di notare come tutti la guardino e stiano attenti a quello che dice. I ragazzi la guardano rapiti. Ogni volta li ha impugno, come se quello che dicesse fosse sempre tremendamente interessante e intelligente. Non chiedo di essere estroversa come lei, di saper rivolgermi agli altri con no chance, che le persone, quando parlo, stiano attente temendo di perdersi anche solo una parola, o mi guardino adoranti.
Non chiedo che le persone facciano la fila per stare con me, o si interessino a ogni minima cosa che faccio.
Vorrei solo che, almeno una volta, da quando la conosco, qualcuno scelga me invece di lei.
Perché nessuno ha mai scelto prima me, nemmeno prima di aver conosciuto Ro. Ma ormai ci ho fatto l'abitudine.
Il punto è che io, tra le due, sono la ragazza di riserva. "Ronnie non può, allora chiamiamo Sky. Ronnie ha già un ragazzo, chiederò a Sky di uscire, tanto è carina, non quanto lei, ma va bene comunque."
Le voglio bene, ma certe volte questa cosa mi fa impazzire.
Ma non è colpa sua. Sono io che non sono mai stata abbastanza per nessuno.
- Puoi andare a prendere il liquore in magazzino? E' finito. -
Quando torno, il mio telefono, posato sul balcone, stà squillando. E, a giudicare dal punto a cui è arrivata la canzone di Elvis, squilla da svariati secondi.
- Si? - domando all'interlocutore.
- Chi sei? - mi domanda una voce maschile.
E' familiare, mi ricorda qualcosa, ma non capisco chi possa essere.
- Come chi sono? Sei tu ad aver chiamato me, sono io a doverti fare questa domanda. -
- Volevo essere sicuro di avere il numero giusto...-
- In che senso? -
- Sei Sky, vero? -
- Si. -
- La tua amica Ronnie mi ha dato il tuo numero, volevo essere sicuro fosse vero. -
- E lo è! - rido. - Ci conosciamo? -
- In realtà si, ma non so se ti ricordi di me. Sono Jamie. -
Quel nome non mi dice niente.
- Mi spiace, sono quasi sicura di non conoscere nessun Jamie. -
- Sono... il fratello di Vincent. Non ci siamo mai presentati in reltà, però...-
La mia bocca si apre, senza che possa impedirlo. Sono impietrita. Devo metabolizzare tutto.
Jamie. Il fratello di Vincent.
Ha il mio numero.
Mi ha chiamata.
- Sky...? Ci sei ancora? -
- Sisi! Scusami. -
- Ti ricordi di me? - Sento dall'altro lato la sua voce esitante.
- ..Si. -
Mi hai perseguitata per giorni! Magari ti avessi dimenticato!
- Mi stavo chiedendo, se per caso... ti andasse di uscire con me. -
- Uscire con te? - Ok, deve essere uno scherzo. Jamie non può voler uscire con me. A lui interessa Ronnie... - Fai sul serio? - domando stupita.
Non faccio in tempo a sentire la sua risposta, perchè Lorenzo mi viene addosso, e il telefono mi sfugge di mano... Cascando in un bicchiere... pieno di birra.
- No! - esclamo tirandolo il più in fretta possibile fuori dal bicchiere. - Ti prego, ti prego. Accenditi! -
Qualcuno lassù deve odiarmi davvero. Perchè? Perchè, in tanti anni in cui lavoro in questo posto, deve cadermi il telefono in un bicchiere pieno proprio mentre stò parlando con Jamie?!?!
- Sky mi dispiace tanto! -
Non lo ascolto. Rimango a fissare il telefono per interi minuti. Penserà che ho buttato giù di proposito perchè non volevo uscirci, mentre è la cosa che più desidero da quando l'ho visto! Come faccio a contattarlo? Come faccio a rivederlo? Ronnie. Ronnie deve sapere dove abita, o avere il suo numero.
Corro nei camerini. Sento dei passi che mi vengono dietro, ma non ci faccio troppo caso.
- Ronnie! - è seduta davanti a uno specchio, e quando la chiamo si gira con uno sguardo interrogativo.
- Sky? Tutto bene? -
- No affatto! Dimmi che hai il suo numero, ti prego. Dimmi che ce l'hai! - senza rendermene conto ho messo le mani sulle sue spalle.
Forse è una reazione un tantino esagerata. Ma devo richiamarlo!
- Sky calma! Il numero di chi? -
- Come di chi? Quello di Jamie! Mi ha chiamata dicendo che gli hai dato tu il mio numero. Mi ha chiesto di uscire, ma la chiamata si è interrotta bruscamente. Devi avere il suo numero. Dimmi che ce l'hai. -
- No, non ce l'ho. - dice titubante.
- Devo richiamarlo! -
- Non puoi semplicemente guardare nelle chiamate ricevute? -
- Il telefono si è fulminato cascando in un bicchiere di birra. -
- Sky.. mi spiace. Non posso aiutarti. -
- Sono perduta. Adesso che faccio? -
- A me non sembra tutto questo dramma. E' un ragazzo qualunque.. Ne troverai un altro, che problema c'è? -
- Non è la stessa cosa! - esclamo girandomi verso Lorenzo, che ha ascoltato tutto.
E' tutta colpa sua. Se non mi fosse venuto addosso a quest'ora starei fantasticando sul nostro appuntamento.
- Perchè no? Non ti è mai importato dei ragazzi con cui uscivi. Se non potevi averne uno, ne trovavi un altro. -
- Perchè voglio lui, ok? Non c'è un motivo. Voglio uscire con lui e nessun altro. -
- E' così bello che vuoi portartelo a letto? - dice Lorenzo ironico.
- Cazzo, se lo è! - esclama Ronnie saltando su dalla sedia.
- La bellezza non centra niente. -
E' lui in se per se. E' colpa dei suoi occhi se non faccio altro che immaginarlo. E' colpa loro se mi fa sentire nervosa. Ci deve essere un motivo se con gli altri non è mai successo niente. Perchè i suoi occhi...mi fanno sentire qualcosa?
- E allora cos'è? -
Lo guardo. - Non lo so, ma comunque non sono affari tuoi. -
Ed esco dalla stanza. Non ha nessun diritto di dirmi che sono una che si accontenta di poco e che un ragazzo per me vale l'altro. Mi fa apparire come una troia, mentre non lo sono affatto. Non vado con ragazzi fidanzati. Non mi struscio addosso al primo che passa. Non ho neanche mai fatto sesso, accidenti!


Ecco quello che indossava Sky la mattina.
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Capitolo 6
*** Non l'ho fatto apposta ***


Ho portato il telefono a riparare, ma il tecnico mi ha detto che non c'è più niente da fare. Il mio telefono è ufficialmente morto, e la scheda sim pure. Non ho modo di recuperare i numeri al suo interno, ne i numeri delle chiamate ricevute. L'unica cosa che posso avere indietro è una nuova sim con il mio numero di telefono.
Quindi si, sono ufficialmente fregata, e stasera, dopo giorni che non lo vedo, accompagnerò Ronnie in discoteca ad ubriacarsi, perchè il suo ragazzo l'ha lasciata un altra volta.
Magari berrò qualcosa anche io, giusto per evitare di pensare. Per svagarmi.
O magari mi ubriacherò, e andrò con uno che nemmeno ricorderò. Tanto non lo rivedrò più. Molto probabilmente lui e la band sono pure partiti, per andare a suonare in un altra città. Non serve a niente stare a casa e deprimersi. Non sono il tipo, soprattutto per un ragazzo che ho visto solo un paio di volte.
Ronnie si è messa un vestito rosso, parecchio bello. Il che mi suggerisce che, oltre a voler farsi notare, vuole anche divertirsi. Quindi mi toccherà fare la sobria ed evitare che finisca nel letto di uno sconosciuto. E non rischiare che un giorno venga a dirmi "Sono incinta di non so chi!" . Meglio evitare.
Prenderò qualcosa di leggero.
Dopo quattro bicchieri di non so quale schifezza, è ufficialmente andata. Mi allontano dai ragazzi con cui stavo ballando, e la porto via, tra le proteste dei suoi spasimanti. Mi spiace avervi rovinato la serata...No per niente.
Trovo le chiavi della macchina nella sua borsetta e, a fatica, riesco a farla salire in macchina. Per sua fortuna, vomita prima di entrare. Se non fosse andata così, il giorno dopo si sarebbe arrabbiata parecchio, trovando una macchia di vomito sui suoi bellissimi sedili.
Trovo sorprendente il fatto che, nelle condizioni in cui si trova, non abbia perso la sua borsetta. Perde tutto, ma mai le sue adorate borse, nemmeno quando non ci stà con la testa!
- Dai Ro, andiamo. Svegliati. - sussurro scuotendola. - E' l'ora di andare a letto. -
- Di già? Buoi bortami a letto così bresto come hai batto con quella buttana, Bark? - dice.
- No Ro. Non sono Mark, sono Sky. E si, voglio portarti a letto in modo che ti passi la sbornia e tu non svenga qui sul marciapiede! -
- Bi hai bradito ancoba una bolta..berchè? Non sono abbastanza ber te? -
- Quando ti deciderai a lasciarlo perdere, sarà sempre troppo tardi. - dico spalancando la porta di casa.
Il suo appartamento è più in disordine del solito. Non che sia una novità. Diciamo che è  sempre un caos totale, e lei non riesce mai a trovare nulla.
La porto con fatica nel salotto, dove cade a peso morto sul divano. Recupero un cuscino dalla camera da letto e glielo metto sotto la testa, cercando di non svegliarla. Il che è facile. Non la sveglierebbe nemmeno un trattore ora che è crollata. Domattina avrà un bel mal di testa...Buona fortuna Ro.
Scendo dal palazzo e mi incammino verso casa. Sono circa le tre e mezzo del mattino, e non c'è anima viva.
L'aria è più umida del solito. Mi accorgo solo adesso che, mentre eravamo in discoteca, deve aver piovuto. Era l'ora, faceva un caldo della madonna già da troppi giorni. I piedi mi fanno un male della madonna dentro le scarpe, così mi fermo per toglierle. Meglio camminare a piedi nudi. Non faccio in tempo a levarmele, che una macchina mi sfreccia accanto a tutta velocità...bagnandomi.
- Idiota! - urlo al conducente dell auto.
Possibile? Piove una volta in tre mesi d'estate e io mi fermo proprio davanti all'unica pozzanghera che c'è? Nemmeno a farlo apposta, passa casualmente un imbecille e mi bagna. Non potrebbe andare meglio.
Mi strizzo i capelli, e guardo il vestito. E' da buttare. Il lato positivo è che non era uno dei miei preferiti.
- Oddio, scusami, non l'ho fatto apposta! - esclama una voce familiare.
Alzo la testa, e rimango sorpresa nel vedere che Vincent è quell'idiota che mi ha bagnata tutta.
Sospiro. In effetti come avrebbe potuto? E' strano che ci sia una pozzanghera con questo caldo.
- Non importa. - E riprendo a camminare.
- Come mai tutta sola? -
Mi stà seguendo. Perchè non va via e basta? I tipi come lui non li sopporto.
- Tu che dici? Stò tornando a casa. -
- Non importa fare la acida, ti ho solo fatto una domanda. -
- E io ti ho risposto. -
- Senti, non è colpa mia se hai avuto una giornata di merda, quindi non prendertela con me. -
- Non me la prendo affatto con te. - Forse un pochino. Dopotutto mi ha rovinato pure le scarpe, che cavolo. - Sei tu che mi stai seguendo. -
- Vero. - ammette. - Dai, per farmi perdonare ti porto a casa mia e ti do dei vestiti puliti. -
- Non accetto passaggi da sconosciuti. Sopratutto non vado a casa loro. -
- Non sono uno sconosciuto. -
- In realtà si. Ti ho visto solo un paio di volte, non sei certo uno dei miei più cari amici.  -
- Ok, d'accordo. Ti do solo un passaggio a casa. -
- Non ne ho bisogno. -
- Insisto. Mi sentirei in colpa se tu venissi rapita da dei malintenzionati. O se ti si rompesse un tacco. -
Accetto il passaggio. - Diritto a casa mia. -
Annuisce.


Ovviamente non mi ha dato retta. Si ferma davanti a un grosso cancello, che si apre per farci entrare. Sono troppo occupata ad osservare l'enorme giardino e la grossa fontana davanti a un enorme villa, anche per emettere parola, figurarsi a protestare. Sembra quasi la villa del personaggio che interpreta Liam Hemswort in "The Last Song" . Mi domando se per caso abbiano girato li le scene della casa, da quanto sono simili, anche se so che è impossibile.
- Dai vieni, ti faccio pulire i vestiti e poi ti porto a casa. -
Annuisco a bocca aperta, mentre mi lascio condurre su per una scalinata, fino al portone d'ingresso. Cos'è questa? Una reggia? E perchè non sapevo ci fosse un posto del genere poco lontano da casa mia?
Attraversiamo un enorme ingresso, e mi porta in un grande salotto.
- Spogliati pure, li sul divano ho fatto preparare dei vestiti per te. Chiamo una domestica che venga a prendere i tuoi per pulirli. -
- Ok.. -
Sto per dirgli di uscire, ma lui mi da le spalle, camminando fino a metà stanza...e poi si chiude una porta scorrevole alle spalle.
Non mi spoglio perchè..ho visto qualcuno seduto su un altro divano, prima che lui chiudesse la porta.
Doveva essere Jamie.
Mi avvicino alla porta per ascoltarli.
- Ehi fratello. - dice Vincent
- Che ci fa lei qui? -
Questo è Jamie. Da quello che intravedo dalla porta semichiusa, sembra che si sia alzato.
- Per sbaglio l'ho bagnata passando un po troppo velocemente sopra una pozzanghera... -
- Altro che per sbaglio... L'hai fatto apposta! -
- Mi conosci troppo bene! -
Spalanco la bocca. Quindi quello stronzo l'ha fatto davvero di proposito!
- Sei un idiota. - Jamie da voce ai miei pensieri.
Mi piace sempre di più.
- Scusa se volevo farti un favore. Sbaglio o è la stronza che ti ha attaccato il telefono in faccia quando le stavi chiedendo di uscire? Nessuno dice di no al mio fratellino. -
Stringo i pugni. Ma come si permette? Ho sentito abbastanza. Apro la porta, irrompendo nella stanza.
- Qui l'unico stronzo sei tu. Se reagisci in questo modo quando una ragazza attacca il telefono in faccia a tuo fratello solo perchè le è cascato in un bicchiere e le si è fulminato, non oso immaginare cosa fai quando le ragazze ti lasciano! - esclamo arrabbiata.
Si girano entrambi, sorpresi di vedermi li. Vincent si riprende subito.
-  Le ragazze non mi lasciano. - risponde sorridendo.
- Evidentemente si accontentano di poco. -
Il sorriso gli abbandona le labbra, e io dentro di me grido di trionfo. Ben ti sta!
Prima di uscire mi concedo un occhiata veloce a Jamie. Ha un viso inespressivo, e non riesco a capire quello che provi. E' d'accordo col fratello? Mi crede davvero una stronza? O gli dispiace per quello che mi ha fatto? Conoscendo il genere maschile, e dato che sono fratelli, probabilmente è contento che me l'abbia fatta pagare.
Scuoto la testa e me ne vado. Sono contenta che mi si sia fulminato il telefono. Grazie Lorenzo. Almeno ho capito che razza di persone sono entrambi.
- Ehi, aspetta! - è Jamie, e mi ha seguito. Perchè?
Mi fermo con una mano sul portone.
- Se devi insultarmi puoi anche evitare, l'ha già fatto abbastanza tuo fratello. La stronza si è stufata. -
- Mi dispiace... Non sapevo che avesse in mente una cosa del genere! -
- Ah - dico voltandomi - quindi mi ha cercata di proposito per farmi una cosa del genere? -
- No,no! Ha solo visto che... - esita.
- Che...? -
- Che mi è dispiaciuto quando è caduta la linea e non mi hai nemmeno scritto. - ammise abbassando la testa. - Gli avevo solo chiesto di farmi sapere se per caso ti vedesse in giro... -
Accenno un sorriso, sistemandomi i capelli dietro l'orecchio. Gli era dispiaciuto che non l'avessi più chiamato!
- Non importa. -
- Quindi ... ci perdoni? - chiede guardandomi.
- Ti perdono. - rispondo calcando l'accento sulla prima parola.
- E mio fratello? -
- Non m'importa di lui. - dico solo.
- Posso richiamarti? -
Sorrido ancora.  - Non lo so... Prova. - lo prendo in giro.
Certo che puoi! Devi farlo. Fallo, ti prego. Chiamami.
Si, dentro di me stavo impazzendo di felicità. Non è come suo fratello. Gli piaccio. E vuole rivedermi.
- A che numero? -
- Il solito. -
Apro la porta.
- Ti chiamerò. - promette.
Esco dalla casa con un sorriso ebete sulle labbra, che per fortuna non può vedere.
A metà del vialetto, dei fari mi illuminano, e una macchina mi si affianca, un altra volta.
Solo che questa volta è Jamie, e mi lancia una maglietta blu...come i miei capelli.
- Mettiti questa e levati il vestito bagnato. -
- Di chi è? - Spero non di Vincent.
- Mia, ovvio! Dai, mettila che ti accompagno a casa. -
Non immagina nemmeno quanto mi fa piacere che si sia preoccupato di accompagnarmi...e che mi abbia dato la sua maglietta. Spero sappia che non la riavrà mai indietro..
- Ok. Però spengi i fari e girati. -
Quando si volta, gli do la schiena e mi sfilo il vestito. L'aria notturna mi procura i brividi alla pelle. Mi infilo velocemente la sua maglietta e salgo in macchina.
Ha un buon odore, e mi copre, per fortuna, il sedere. Non che ci siano problemi se lo vede...indosso delle mutando di pizzo davvero carine. Ma non sarebbe proprio il massimo. Non voglio che mi creda quel genere di ragazza..che si scopre di proposito.
- Ti ridarò il vestito quando sarà pulito. -
- Non disturbarti. Credo sia da buttare. -
- Allora le scarpe. - tenta.
- Tranquillo, non c'è problema. Troverò un modo per sistemarle.-
- In realtà era una scusa per rivederti. - dice ridendo.
Ok. Uccidetemi. Non ho mai sentito una cosa così bella.
- Allora fammi sapere quando sono pronte. - rispondo sorridendogli, e passandogli le scarpe.
- Sarà fatto. Ma sono sicuro che tra qualche giorno, forse anche meno, saranno in perfette condizioni. -
Lo guido fino a casa mia, e si ferma proprio davanti all'entrata.
Spenge il motore, e, d'un tratto, c'è un silenzio imbarazzante.
- ...Scommetto che questa era una scusa per vedere dove abito. - dico rompendo il silenzio.
- Ah. Beccato. -  mi risponde.
Mi giro verso di lui, e noto con piacere che mi stà già guardando.
- Grazie ancora per il passaggio. -
- Figurati. Mi ha fatto piacere. - sorride - Ti chiamo. -
Sembra pazzesco, ma sto morendo dalla voglia di baciarlo e sentire quanto sono morbide le sue labbra...solo che non è il momento giusto per fare questo. Non ancora... Vero? E' troppo presto.
Però voglio toccarlo, dannazione. Sentire il suo profumo. Ronnie l'avrebbe fatto al mio posto, ce la posso fare anche io.
Mi avvicino lentamente a lui, senza smettere di guardarlo negli occhi. Mi fissa, e resta fermo dov'è, aspettando. Gli poso una mano sulla spalla, e gli do un bacio sulla guancia, inspirando il suo profumo, che mi da alla testa. Così fresco, così intenso. Perfetto per lui.
- Non vedo l'ora. - sussurro vicino al suo orecchio, prima di aprire la portiera e uscire dalla macchina.
Vado a dormire più felice di quanto non lo sia mai stata, fiera di me stessa per averlo fatto. Ammetto di aver fatto un'uscita niente male.

Buon pomeriggio lettori! Finalmente Sky ha avuto modo di ritrovare Jamie, anche se in un modo poco consono. Ammettiamo che Vincent non è stato molto carino, ma è proprio grazie a lui se i due si sono ritrovati...quindi che dite, possiamo perdonargli il gesto un po da stronzo? Sky sembra non averlo fatto, o semplicemente, come ha fatto notare a Jamie, non gli importa di suo fratello.
Alla prossima!
Un bacio,
Ellyn P.
P.S. mi piacerebbe foste più partecipi, recensendo la mia storia e facendomi sapere cosa ne pensate dei capitoli e dei personaggi. Ne sarei davvero felice.
P.P.S. Ringrazio quei pochi che per adesso mi hanno lasciato un gradito commento. :)


Image and video hosting by TinyPic Ecco quello che indossavano le nostre ragazze.

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Capitolo 7
*** Piacevoli sorprese ***


- Quindi mi stai dicendo che Vincent l'ha fatto di proposito? - domanda Ronnie, sporgendosi sul balcone per ascoltare meglio.
- Si. E non era nemmeno dispiaciuto! - esclamo.
- Che stronzo...- commenta - Mi piace. -
La picchio con uno strofinaccio ridendo con lei. - Però qualcosa di buono l'ha fatto. E' grazie a lui se ho avuto l'opportunità di chiarire con Jamie. -
- In effetti... -
- Perchè non mi hai mai detto il suo nome? - chiedo curiosa.
Quando ho cercato di farglielo dire indirettamente, non l'ha mai detto, mentre il nome di Vincent usciva ogni secondo.
- Perchè così sarebbe stato meno importante. -
- Cioè? -
- Sky, lo so come sei fatta. Sei la mia migliore amica. Ho notato fin da subito che quel ragazzo ti aveva colpita. Eri diffidente, silenziosa e un po scorbutica, cosa mai successa. Devo anche dirti come evitavi i suoi occhi? Di solito non ti fai problemi a guardare la gente in faccia, mentre con lui non riuscivi nemmeno a parlarci. -
Ero colpita. Avevo pensato che non si fosse accorta di niente, mentre in realtà mi ha osservato bene... e mi conosce meglio di quanto io pensi. Ma ancora non capisco cosa centri il suo nome con tutto questo, infatti glielo chiedo.
- Ma è ovvio. Scommetto che ogni giorno ti domandavi quale fosse il suo nome e se io lo sapessi. Se te lo avessi detto io, ti avrei tolto un peso, ma non sarebbe stato niente di speciale. O vuoi dirmi che sentire il suo nome pronunciato dalle sue labbra è stato indifferente per te? - mi chiede guardandomi negli occhi.
Sorrido. Non posso darle torto.
L'attesa ne è valsa la pena.
- Ro, devo ammettere che sei sempre un passo avanti. -
- Dubitavi? -
- Avete finito con le vostre chiacchere da donne? - interviene Lorenzo.
- Lore, pensavo che ormai ci avessi fatto l'abitudine. - gli dice Ro.
Smetto di ascoltare i loro battibecchi (cosa all'ordine del giorno) quando il telefono suona. Vado a recuperarlo sul retro. Il numero non è segnato in rubrica, e, prima di rispondere esito qualche secondo.
Poi faccio scorrere il dito sullo schermo, e mi porto il cellulare all'orecchio.
- Si? - domando.
- Ehi, sono io, Jamie. -
Spalanco la bocca. Non mi aspettavo una sua chiamata così presto. Di solito i ragazzi aspettano diversi giorni, se non una settimana, per farci i preziosi.
- Sky? Tutto bene? - faccio un gesto a Ro, chiedendole si stare zitta.
- Ciao - sono fiera di com'è uscita la mia voce. Più sicura di quanto non sia io dentro di me.
- Ciao. - ripete.
Sono felice che in questo momento non possa vedermi. Sono sicura di aver stampato in faccia un sorriso da ebete.
- Come stai? - domando per rompere il silenzio.
- Rispetto a dieci minuti fa, molto più sollevato. Temevo non mi rispondessi. -
- Non correrai mai il pericolo. - dico ridendo.
- Menomale. E tu? Tutto bene? -
- Ora che mi hai chiamata si. -
ammetto. Lui è stato carino e sincero a dirlo, non posso non ripagarlo con la stessa moneta.
- Mi stavo chiedendo se ti andasse ancora di.. -
- Si. - rispondo prima che finisca la frase. - Mi piacerebbe molto. -
- Bene.- sento il suo sospiro dall'altro capo del telefono.
Temeva davvero che avrei rifiutato l'invito? Non aspettavo altro dal giorno in cui l'ho visto.
- Però, - dico - esco con te solo se mi prometti che se arrivo tardi o non posso venire per un imprevisto tuo fratello non mi fa arrotare da un cambion! -
- Non arriverebbe mai a tanto.. Al massimo una piccola macchina. -
- Ehi! - esclamo, fingendomi offesa.
- ...Un motorino? - tenta.
- Jamie! - dico ridendo.
- Stò scherzando! - lo sento esclamare dall'altro capo del telefono.
- Ti conviene. -
- Allora? -
- Mi prometti che non mi accadrà nulla? -
- Ti proteggerò io. -
- Devo fidarmi? -
- Hai la mia parola. -
- Ok, affare fatto. -


Mi guardo allo specchio, ancora indecisa sul vestito da indossare per l'appuntamento con Jamie. E' tutto il pomeriggio che rovisto tra i vestiti e ancora non ne ho trovato uno adatto.
- Se almeno sapessi dove andiamo. - dico a Ronnie, seduta sul letto alle mie spalle - potrei regolarmi meglio sul vestito da indossare! Se fossi troppo elegante? Se non lo fossi abbastanza? Se non lo fossi abbastanza penserebbe che non prendo sul serio la nostra uscita, se invece lo sono troppo crederà che la prenda troppo sul serio. - sbuffo, guardando il vestito nero che indosso.
Ancora non mi sembra adatto.
- Tesoro non ti ho mai vista tanto preoccupata per un appuntamento. Di solito non ci metti niente a trovare un vestito. Non ti crei mai il dubbio di essere troppo, o troppo poco elegante. Ti vesti come vuoi.-
- Si ma è diverso. - dico semplicemente. - Non so perchè mi fa agitare così...ma voglio davvero essere perfetta. -
E il vestito che indosso non lo è di certo. Troppo semplice, troppo corto, non abbastanza carino.
- Sky... E' solo un vestito. - puntualizza Ro come se fosse ovvio.
- Non è mai SOLO un vestito. -
Ma so che ha ragione. E' solo un vestito. E' solo un appuntamento.
- E questo non va bene. Lo sento. -
- Allora chiediglielo, no? Basta che tu gli scriva un messaggi. -
- Non vorrei disturbarlo... -
Ronnie alza gli occhi al cielo, afferrando il mio telefono.
- O lo fai tu, - dice sbloccando lo schermo - o lo faccio io. -
- Okok. Lo faccio io. -
Afferro il mio samsung e inizio a digitare lentamente sulla tastiera.
"Mi daresti un idea su dove andremo stasera? Non vorrei indossare qualcosa di inappropriato. Elegante o casual? Sky." - Appena inviato. Magari non risponderà nemm.. -
Non faccio in tempo a finire la frase che la suoneria del telefono mi informa che mi è appena arrivato un messaggio.
La mia amica alza un sopracciglio Visto?
"Mmm...elegante ma non troppo. Jamie"
- Allora? - salta Ronnie. - Che ha detto? -
- Elegante ma non troppo. Che vorrebbe dire?! - esclamo confusa. - O è elegante, o non lo è. -
- Secondo me ti porterà in un ristorante. -
- Elegante ma non troppo ... - ripeto pensando a cosa mettere.
All'improvviso mi viene un lampo di genio e corro nell'armadio.
- Che ne dici di questo? - sorrido mostrando a Ronnie la mia scelta.
Lei annuisce. - Mi sembra perfetto. -

Puntuale come un orologio, alle 20 Jamie mi passa a prendere. Mando un messaggio a Ronnie, andata via qualche ora prima, ringraziandola per l'aiuto e promettendole di raccontarle com'è andata la serata. Poi, facendo un respiro profondo, chiudo la porta e scendo in strada.
Jamie è appoggiato alla sua moto nera, bello da far male. Mi accoglie con un magnifico sorriso.
- Ehi. -
- Ehi. -
I suoi occhi mi guardano da capo a piedi. Normalmente questa cosa mi avrebbe infastidita, ma non c'è malizia nel suo sguardo. So che sta osservando i miei vestiti.
- Vedo che alla fine hai trovato i vestiti perfetti. -
- Non ci ho messo più di tanto. - dico alzando le spalle, per non fargli credere di essere stata tutto il pomeriggio a provare abiti su abiti.
Sorriso e si avvicina a me.
- Questo è per te. - dice porgendomi un casco nero, come la sua moto.
- Grazie. -
Tiro indietro i capelli e me lo infilo. Sto per agganciarlo, ma sentendomi osservata alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi azzurri, che mi destabilizzano per un momento. Poi lui si avvicina, posando le mani sulle mie.
Accenna un sorriso. - Faccio io. - E mi aggancia il casco.
Prima di salire dietro di lui faccio un respiro cercando di calmare i battiti del mio cuore.
- Mi raccomando, non farmi cadere. - dico ridendo. - Allora reggiti forte. -
Non me lo faccio ripetere due volte, e mentre il vento mi sferza il viso, gli passo le braccia intorno alla vita, e mi stringo a lui, pensando che meglio di così non potrebbe andare.

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