Il principe Caspian.

di BELIEBER_G
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il nuovo erede. ***
Capitolo 2: *** La chiamata. ***
Capitolo 3: *** L'incontro. ***
Capitolo 4: *** L'attacco. ***
Capitolo 5: *** La sfida. ***
Capitolo 6: *** Il combattimento. ***
Capitolo 7: *** La verità. ***



Capitolo 1
*** Il nuovo erede. ***


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Erano passati pochi anni da quando Peter, Susan, Edmund e Lucy non tornavano a Narnia, ma a Narnia ne erano passati ben 1.300. Le cose erano cambiate, gli umani avevano invaso il potere: avevano costruito nuovi armi, nuovi castelli e una nuova dinastia. Si trattava dei Caspian, più specificatamente, del principe Caspian, l’erede al trono. Caspian era orfano: suo padre era morto nel sonno e sua madre dopo averlo partorito. Egli aveva un fratello, Miras. In quella specifica notte, sua moglie stava dando alla luce un maschio, questa voleva dire che il popolo avrebbe avuto un nuovo re. Miras era furbo, cattivo ed astuto, aveva detto al generale del suo esercito di uccidere Caspian nel sonno, così che suo figlio sarebbe diventato re. Caspian, dopo la morte dei genitori, era stato allevato dal suo tutore: un basso uomo con la barba bianca e lo sguardo intelligente. Quella sera, andò in punta di piedi nella stanza del suo figlioccio e lo svegliò rapidamente. “Ancora cinque minuti.” Farfugliò il ragazzo. “Mi dispiace, ma credo che non ci sia proprio tempo.” Sussurrò il vecchio, con un sorriso sarcastico. “Vostra zia ha dato alla luce un maschio.” Continuò poi. Caspian sapeva benissimo cosa voleva dire: si sistemò i suoi capelli neri che gli arrivavano fino alle spalle e si vestì, seguendo il suo tutore nelle stalle. Lo fece salire su un cavallo nero e gli consegnò un corno in pietra bianca. “Vi consegno questo, suonatelo se avete bisogno d’aiuto.” Gli disse. “Voi restate qui?” domandò il ragazzo. “Non vi preoccupate mio re. Alcune cose stanno per cambiare.”
Detto questo, Caspian partì verso la foresta oscura, con dietro il suono di chi avvertiva il popolo dell’avvenimento e alcuni soldati di Miras che lo inseguivano. Anche se superstizioni riguardo il bosco in cui si stavano dirigendo, i soldati stavano sempre dietro di lui, fin che il cavallo non si fermò e spaventò alla vista di un nano abitante di Narnia. L’animale scappò e anche Caspian era sorpreso di vedere davanti a se due nani: uno di questi raccolse la spada e andò verso le guardie per combattere. Caspian invece, non sapeva cosa fare: così prese il corno dalla propria sacca e lo suonò, facendolo rimbombare per tutto il bosco.
***
I quattro fratelli avevano vissuto a Londra da allora. Lucy e Susan stavano assistendo ad una rissa in metro, dove erano coinvolti i loro due fratelli. Peter era stato malmenato, ma non perché non ne aveva la forza, ma perché la sua testa era piena di mille pensieri. La cosa più strana, era che nel suo cervello rimbombava la voce di Emily. Come se gli parlasse, come se gli consigliasse cosa fare. Peter, alla tua età? A quel punto arrivarono dei soldati che separarono i ragazzi. “Alla tua età!” esclamò uno di loro, cacciandolo via. I quattro fratelli si sederono sulla banchina per aspettare il treno. “Che cosa è successo stavolta?” domandò Susan. Cosa vuoi che sia successo? Tuo fratello è orgoglioso come sempre. “Uno spintone.” Rispose Peter, camminando avanti ed indietro nervoso. “Per questo lo hai colpito?” chiese Lucy. “Dopo avermi spinto pretendeva delle scuse.” Rispose l’altro, sedendosi accanto a loro e sbuffando. “Quanto ci farà aspettare ancora? Lei mi manca davvero.” si domandò dopo.
“Forse dovremmo accettare che la nostra vita è questa ormai.” Commentò Susan. “Sono d’accordo con Peter, ma sappi che non sei l’unico a cui manca lei.” Continuò Edmund. Aspetta, cosa?! “Aspetta, cosa?!” disse Peter con una smorfia. Prima che potesse rispondere, arrivò il treno a tutta velocità: una velocità piuttosto insolita. “Sembra magia.” Commentò Lucy. I quattro si tenerono le mani ed improvvisamente la stazione si trasformò in una caverna: il treno e le persone intorno a loro scomparvero. La caverna portava ad una spiaggia sotto il sole. Non ci pensarono due volte a togliersi un paio di strati di uniforme scolastiche e a divertirsi con l’acqua. “Secondo te dove siamo?” domandò Edmund. “Beh, mi pare ovvio.” Rispose Peter, felicissimo di essere tornato. “Non ricordavo rovine a Narnia.”

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Capitolo 2
*** La chiamata. ***


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Caspian si era risvegliato su un piccolo letto illuminato da poche candele e con una fascia in testa. Da lì poteva udire le voci del nano e di una ragazza che parlavano di lui. “Dovevamo ucciderlo prima! Fa parte di quello stupido popolo! O ti sei dimenticata che ci ha sterminati tutti?!” Esclamò il nano. “Con calma, quando si alzerà, gli faremo le domande che servono.” Disse la ragazza: era alta e aveva dei lunghi capelli che le andavano sull’abito grigio. Caspian aveva già visto quella ragazza, forse nei libri di cui gli parlava il suo tutore. Ma come uscire da lì? Velocemente prese la prima arma appuntita che trovò e la aizzò contro il nano e si accorse che era presente anche un tasso. Il nano prese la sua spada, ma prima che potesse colpirlo, la ragazza lo bloccò. “Non preoccuparti, va tutto bene.” Gli disse la ragazza. “Voi chi siete?” domandò Caspian, ritirando piano l’arma. “Mi chiamo Emily.” Rispose lei. L’altro socchiuse gli occhi e finalmente si ricordò dove l’aveva vista. “Siete una delle regine di Narnia.” Sussurrò poi. “Si, quasi. Lo stavo per diventare. E tu sei?” Commentò Emily e sospirando si sedette a tavola per continuare a mangiare. “Caspian decimo.” E si sedette vicino a lei.
***
I quattro fratelli salirono in cima alle rovine appena viste. C’erano colonne di pietra distrutte, solo una cantina era rimasta intatta. “Secondo voi chi ci abitava qui?” domandò Edmund, guardandosi attorno. “Noi credo.” Rispose Susan, che da terra raccolse uno scacco d’oro. A Lucy venne un lampo di genio e riconobbe subito il posto. “Non posso crederci. Immaginate un arco di vetro e delle colonne là.” Disse ai fratelli, indicando i posti con le dita. “Cair Pravel.” Esclamò Peter che non riusciva più a sentire la voce di Emily nella sua testa. Poi, si avviò verso la cantina e aprì la porta con forza: c’erano cinque statue, in cui avevano le loro armi. Il baule di Emily era vuoto, ciò voleva dire che era viva. “Credo che sia il momento di scoprire cosa è successo.” Commentò Edmund. “Emily è viva, lo so. La sento nella mia testa.” Esclamò Peter, toccandosi i capelli. “Peter… Sei sicuro di stare bene?” si preoccupò Susan. “Non ti sto dicendo cavolate, è vero!” continuò Peter, per poi soffiare via la polvere dal suo scudo, ricordandosi poi di Aslan. “Quando Aslan fa il suo ruggito, l’inverno è appena finito.” Sussurrò tra se e se Peter, nostalgico. “Quando scuote la sua criniera, torna la primavera.” Disse anche Lucy. “Ma non capite? Tutti i nostri amici, quelli che conoscevamo, non ci sono più: il signor. Tumnus e i castori.” Continuò. I fratelli erano intenzionati a capire cosa era successo e a trovare Emily.
***
Quando si fu fatto giorno, Caspian chiese di voler vedere gli abitanti di Narnia e dirgli che li avrebbe aiutati in qualsiasi modo: non poteva tornare a casa o sarebbe stato ucciso. Uno dei nani era stato rapito da Miras e sarebbe stato giustiziato a momenti. “Tu sai quale significato ha questo corno?” domandò Emily, prendendo l’oggetto in mano ed esaminandolo. “E’ il corno della regina Susan.” Rispose Caspian. “Come sai tutte queste cose di Narnia?” “Me le ha insegnate il mio tutore. Il corno me lo ha consegnato lui.” Fu in quel momento che apparve il centauro, amico di Aslan, insieme ad altri abitanti di Narnia. “Ce lo faccia vedere allora.”

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Capitolo 3
*** L'incontro. ***


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Sulla loro strada, i quattro fratelli incontrarono due soldati che stavano per uccidere un nano. Susan scoccò  frecce verso tutti e due, mentre Peter recuperò la creatura. “E questi quattro personaggi chi sono?” domandò egli. “Io sono Peter, il magnifico.” Rispose Peter, porgendogli la mano. “Potevi evitare l’ultimo aggettivo.” Commentò Susan, ridacchiando. “Non ci posso credere che siete voi...” esclamò il nano, stupito.
 
Il nano gli promise che li avrebbe condotti dagli abitanti di Narnia. Proseguirono a bordo di una barca di legno, in cui Lucy si accorse che tutto intorno a loro era fin troppo silenzioso: gli alberi erano spenti. “Perché Aslan non è venuto a salvarvi?” chiese Lucy. “Aslan? Ci ha lasciati da soli, come avete fatto voi.” Rispose il nano. “Noi non volevano andarcene…” mormorò Peter, molto dispiaciuto di aver lasciato la sua amata.
Quando il fiume finì, proseguirono a piedi. Peter sapeva benissimo dove stava andando e il nano aveva detto di aver lasciato Caspian nel bosco oscuro. Quando giunsero su un dirupo, Lucy vide qualcosa di strano: “Ehi, è Aslan! C’è Aslan laggiù!” esclamò, indicando il punto ai fratelli. Susan posò lo sguardo su quel punto, ma non vide niente e nemmeno Lucy. “Sicuro di averlo visto?” chiese Susan, stranita. La sorella aveva forse allucinazioni? “Mai…Io l’ho visto, era lì.” Mormorò la bambina, sentendosi pazza. “L’ultima volta che non ho creduto a Lucy, ho fatto la figura dello stupido.” Commentò Edmund. Lucy sapeva di averlo visto e sarebbe rimasta della propria idea.
 
Il sole calò e i cinque accesero un fuoco, stendendosi a dormire sull’erba. Peter si soffermò a guardare le stelle si chiedeva se Emily lo sentisse ancora. “Em?” Si? “Ci sei ancora? Stai vedendo anche tu le stelle?” le chiese. Si, le sto vedendo, sono bellissime. Peter non riusciva a parlare con lei veramente: non sapeva se dirle o no come si sentiva, di chiederle cosa era successo in quei 1.300 anni, perché non era sicuro se era realmente lei. “Em.” La chiamò. Si? Intendeva dirle che le mancava, che l’amava più di qualsiasi altra cosa al mondo. “Buonanotte.” Buonanotte Peter.
***
Quando agli occhi di Lucy apparve il sole, la bambina si sveglio e si alzò guardandosi attorno. Petali di fiori rosa le passarono tra i capelli e improvvisamente gli alberi si aprirono, formando una stradina che portava in un prato. Lì, c’era Aslan. Lucy corse ridendo verso di lui e abbracciò il grande leone. “Lo sapevo che eri tu! Gli altri non volevano credermi!” esclamò. “E perché questo ti ha impedito di venire da me?” domandò Aslan, ma Lucy non seppe come rispondere, dopo l’episodio dell’armadio. “Perché non sei arrivato ruggendo a salvarci?” chiese Lucy.
“Due cose non avvengono mai allo stesso modo.” Rispose il leone. Fu in quel momento che si udì un rumore e gli occhi di Lucy si aprirono veramente. Era ancora un po’ buio, forse l’alba. Si alzò e percorse la stessa strada del sogno appena fatto, ma gli alberi erano ancora addormentati. Più in là, apparve un minotauro armato. Peter le tappò la bocca con una mano, per non farla gridare. Infine prese la spada, non sapendo se era dalla loro parte. Qualcuno arrivò dal nulla e disarmò il ragazzo, iniziando a combattere con lui duramente: era Caspian. Lui e Peter si sfidarono fin che non si udì una voce femminile dal nulla, che comparve in sella ad un cavallo nero: “Fermi!” esclamò ella. Dal puledro scese Emily, che raccolse la spada di Peter e gliela porse. Quest’ultimo sorrise ampiamente come faceva una volta, alla sua vista. Emily invece, non era proprio così contenta di vederlo e gli restituì la spada con freddezza. Al contrario, Edmund andò verso di lei e l’abbracciò. Peter abbassò lo sguardo, forse la voce nella sua testa non era realmente lei e l’aveva immaginata. “Loro sono Edmund, Lucy, Susan e Peter.” Disse Emily. “E voi siete?” chiese Edmund. “Io sono il principe Caspian.” Rispose il ragazzo. “Ma…credevo foste più vecchi.” Continuò. “Se vuoi torniamo fra qualche anno.” Commentò Peter, innervosito dalla reazione di Emily. “Piantala e seguiteci!” esclamò Emily, andando verso il puledro. “Eri davvero tu nella mia testa? Come hai fatto?” domandò ancora Peter. “Magia.” Rispose freddamente l’altra, come se non volesse avere a che fare con lui. “Em, io non capisco…” sussurrò confuso. “Te ne sei voluto andare e queste sono le conseguenze.” Ribatté Emily per ultimo, cominciando a trottare via. 

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Capitolo 4
*** L'attacco. ***


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Emily e Caspian condussero i quattro fratelli ad un accampamento sotto terra, in cui gli abitanti di Narnia stavano fabbricando armi per combattere Miras, ormai proclamato re dal popolo. Emily condusse i quattro fratelli in una galleria, dove sopra i muri di pietra erano incisi disegni che rappresentavano la loro storia, ad esempio l’incontro con Tumnus. Più in là, c’era una grotta con la tavola di pietra spezzata e un ritratto di Aslan.
Caspian intendeva attaccare Miras quella stessa sera, ma dovevano organizzare prima un piano. Sapeva come era fatto il castello: sapeva delle prigioni ed ogni stanze presenti. “Edmund ucciderà le guardie sulle torri e ci darà il segnale per entrare. Noi arriveremo dal cielo e vi apriremo la grata da dentro.” Spiegò Peter. “A quel punto avrò tempo per liberare il mio tutore ed uccidere Miras.” Intervenne Caspian. “Tu non ucciderai nessuno, non abbiamo tempo.” Continuò Peter. “Ehi, lui gestisce il suo tempo. Se vuole farlo, lo farà, avrà le sue conseguenze.” Commentò Emily. “Davvero credi che si possa fare? Se Miras ci scopre, ci massacra, siamo molto meno di loro!” esclamò il re. “E allora combatteremo fin che non moriremo!” continuò Emily, alzando di più la voce per contrastare la sua. Infine se ne andò dalla stanza, quasi piangendo ed Edmund la seguì fuori. La ragazza si asciugò qualche lacrima prima di voltarsi verso di lui. “Stai bene?” le domandò. “Sto bene. Ho soltanto un piccolo nodo in pancia. Mi viene un po’ da piangere e vorrei gridare che tutto mi ferisce. Ma si. Sto bene.” Rispose ella, con gli occhi ancora lucidi. “Amati. Seriamente, smettila di cercare una scusa per cui tu non sei abbastanza. Tu sei abbastanza.” Le disse invece Edmund, che dopo l’abbracciò. Emily sapeva che aveva lui come supporto.
***
Caspian aveva intenzione di attaccare di sera. Emily ed Edmund andarono per primi e uccisero delle guardie che si trovavano sulle torri. Poi, il ragazzo diede il segnale ai compagni con una torcia e Peter, Susan e Caspian arrivarono dal cielo portati da delle aquile. Entrarono insieme ai due nani e Caspian si diresse subito alla stanza del suo tutore e lo recuperò. Proseguì, poi, nella stanza da letto di Miras e gli puntò la spada contro: era un uomo sulla quarantina, con una media barba di colore scuro. “E così sei vivo.” Disse al nipote, quando intervennero anche Peter e Susan. “Che fai qui? Non hai tempo, devi aprire la grata!” esclamò il ragazzo. “No! Oggi voglio sapere cosa è successo quella sera in cui lui è morto! Hai ucciso mio padre?” esclamò Caspian. “Avevi detto che tuo fratello era morto nel sonno.” Intervenne la moglie, confusa. “E’ più o meno quello che è successo. Si, l’ho ucciso io. Quella stessa sera, tua madre stava dando alla luce un altro bambino, una femmina. I miei uomini l’hanno fatta sparire, sapevo che sarebbe stato un altro pericolo oltre te.” Spiegò Miras. Caspian abbassò la spada, incredulo di quello che era venuto a sapere. “Ho una sorella…” mormorò tra se e se e poi, invaso dalla rabbia, colpì Miras graffiandolo alla guancia. Avendo saputo quello che voleva sapere, Caspian corse fuori insieme ai due fratelli dopo che era stato dato l’allarme. “Peter è troppo tardi! Andiamocene fin che siamo in tempo!” esclamò Susan. Ma il fratello no si abbatté, anzi, andò verso la grata e l’aprì. “Tutto questo per chi lo stai facendo Peter?!” continuò a chiedere l’altra. Peter mise lo sguardo su Emily ed Edmund, in particolare la ragazza, che era sicura di riuscire nel suo intento. Non appena il cancello fu su, gli abitanti di Narnia corsero dentro e combatterono contro i soldati.
***
Dalla sua stanza uscì anche Miras, che con la sua balestra iniziò a puntare e ad uccidere chiunque facesse parte dell’esercito nemico. Uno dei due nani cercò di avanzare verso di lui, ma fu solo scaraventato a terra da una delle sue frecce, che quasi lo uccisero. “Emily, sono troppi! Ritiratevi!” gridò Peter ad Emily, che insieme a Edmund uccidevano le guardie sulle torri. Emily scese dal palazzo e andò ad aiutare gli amici in difficoltà, iniziando a spingerli fuori. Caspian e Susan salirono sopra ad un centauro e uscirono dal castello. Peter ed Emily dopo, ma alcuni del loro esercito rimasero dentro prima che la grata venisse chiusa. “No! No! Torniamo indietro!” urlò più volte Emily, vedendo che alcuni suoi amici non ce l’avevano fatta.

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Capitolo 5
*** La sfida. ***


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Gli abitanti di Narnia, insieme ai suoi re, tornarono sconfitti al loro accampamento. Lucy si accorse che di tutti quelli che erano partiti, alcuni non erano tornati. “Che cosa è successo?” domandò lei. “Chiedilo a lui.” Rispose Emily, puntando il dito verso Peter. “A me?! Grazie al tuo amico abbiamo perso tempo!” esclamò Peter, riferendosi a Caspian. “Tu potevi tornare indietro! Ad aiutare i tuoi amici! Ad aiutare me!” gridò pesantemente la ragazza, con le lacrime agli occhi. “Credi che non ci abbia provato?! Io non volevo andarmene! E’ successo e basta, l’armadio non si è aperto!” ribatté Peter. A quella sua scusa, Emily rimase senza parole, si limitò a scappare via nella sua camera. Ciò voleva dire che non era mai stata colpa sua, eppure ce l’aveva avuta con lui per tutto questo tempo.
***
Caspian invece, con la sua rabbia, si rifugiò alla tavola di pietra, dove uno dei due nani, il più vecchio e quello con lo sguardo più malvagio, andò verso di lui. “I tuoi re e le tue regine ti hanno deluso, mio re. Tu vuoi il sangue di Miras, lo prendiamo noi per te.” Spiegò egli. Fu in quel momento che apparve dal nulla una strana creatura con in dosso un mantello e il viso di un uccello. “Noi odieremo quel che tu odierai. Nessuno odia meglio di noi.” Disse ella, con voce femminile. Dopo di lei, un lupo mannaro che camminava su due zampe. “Chi siete voi?” chiese Caspian, quasi spaventato. “Io sono la fame, io sono la sete. Posso digiunare per giorni e non morire. Posso stare sotto la neve fredda e non congelare. Mostrami i tuoi nemici!” esclamò il lupo. “Voi garantite la morte di Miras?” domandò il principe, non sapendo cosa fare ne dire. “E anche di più.” Continuò la creatura che assomigliava ad un volatile. “Lasci che si tracci il cerchio.” Il lupo mannaro iniziò a tracciare un cerchio sulla terra intorno a Caspian, con i suoi artigli. Infine, conficcò nel terreno uno scettro, tra i due archi che creò uno specchio di ghiaccio. Da esso, apparve l’ologramma della strega bianca. “Vieni mio re, io ti aiuterò. Del sangue di Adamo basta una goccia.” Spiegò Jedis. “No, aspettate, non era questo che volevo!” esclamò Caspian, che venne intrappolato dal lupo mannaro che gli fece un taglio sulla mano avvicinandolo alla donna. “Fermo!” gridò una voce maschile che apparve dal nulla, era Peter che scansò Caspian dal cerchio. Intervennero anche Edmund ed Emily, che uccisero le due creature. “Peter caro, mi sei mancato. Sai che non ce la farai da solo.” Gli disse Jedis, spingendolo verso di se. Emily sapeva che Peter avrebbe fatto qualche stupidaggine, così prese la propria spada e spezzò ilo specchio di ghiaccio in mille pezzi. “Lo so, era tutto sotto controllo.” Disse lei, per poi dargli una spallata ed andarsene.
***
Quando si fu fatto buio, un fauno che era di guardia vide che un soldato di Miras stava facendo la spia e avvertì i sovrani. “Siamo molto più inferiori di loro.” Commentò il nano, sopravvissuto grazie a Lucy. “Possiamo raccogliere delle ghiande e lanciargliele!” esclamò uno scoiattolo. Tutti sorrisero alla battuta, almeno dava un po’ di allegria. “So che come re, Miras deve rispettare tutte le tradizioni del suo popolo.” Disse Caspian. “Che intendi dire?” chiese Edmund, confuso. “Un incontro corpo a corpo.” Intervenne Emily. Peter, ovviamente, si offrì volontario al posto di Caspian. “Avete due scelte, morire qui o morire là.” Commentò Lucy, credendo che non avrebbero avuto speranza senza l’aiuto di Aslan. “Allora credo che tu non abbia capito.” Esclamò Peter. “No,sei tu che non hai capito. O hai dimenticato chi ha ucciso la strega bianca Peter?” continuò la bambina. Peter sapeva che Lucy credeva in Aslan e l’avrebbe mandata a cercarla mentre teneva Miras occupato.
***
Peter non ci pensò due volte ad andare nelle sue stanze ed assemblare la sua armatura. Emily lo seguì di soppiatto. “Sei venuta a darmi il tuo supporto?” chiese Peter con una ridarella sarcastica, dato che lo odiava. “Peter, se solo avessi saputo...” mormorò l’altra. “Se avessi saputo cosa? Avresti dovuto chiedermi subito la verità invece di credere che fossi io il cattivo. Sarei tornato indietro se solo avessi potuto, dovevamo sposarci, stavamo per sposarci ed io non vedevo l’ora Em.” Spiegò Peter. La ragazza si avvicinò piano a lui chiedendo perdono. “Però tu mi amavi, vero?” domandò il ragazzo. Lei strinse le labbra: “Ti amo ancora.” Sussurrò. I due si scambiarono un dolce bacio, prima di passare a baciarsi passionalmente, a pretendersi fisicamente.
Quando fu l’alba del giorno dopo, si svegliarono stretti l’uno all’altro: una delle loro grandi mancanze. “Come hai fatto ad essere nella mia testa per tutto questo tempo?” chiese Peter, annegando nei suoi occhi. “Aslan lo ha fatto per me, così potevo contattarti quando volevo e parlare con te. Sentivo ogni tuo dolore fisico, quello che pensavi, quello che provavi.” Spiegò Emily. Peter fece un piccolo sorriso. “Quindi mi perdoni?” “Ti perdono, ma non farlo mai più.” Rispose la ragazza. “Non lo farò, te lo prometto.” Emily scosse la testa sfoderando un sorriso da ebete. “Ti amo.”

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Capitolo 6
*** Il combattimento. ***


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Proprio all’alba, Edmund andò con una pergamena scritta da Peter all’accampamento di Miras, per sfidare il re. “…Per evitare altri spargimenti di sangue, io, Peter, re di Narnia, propongo un corpo a corpo e per il perdente sarà la resa totale.” Lesse Edmund. Miras lo guardò abbastanza confuso: “Dimmi… Principe Edmund...” “Re, sono re Edmund in effetti, Peter è il grande sovrano.” Lo corresse. “Perdonatemi. Ma come pretende il tuo re di essere alla pari con me?” domandò l’uomo. “Quindi avete paura di confrontarvi con chi ha la metà dei vostri anni.” Commentò l’altro. Miras si alzò in piedi, sentendosi offeso e afferrò la sua spada. “Tu devi sperare che la spada di tuo fratello sia più affilata della sua penna.” Gli disse.
 ***
Peter si mise l’armatura e scese sul campo di battaglia, dove il suo esercito era pronto a sostenerlo. Lucy e Susan invece, erano saltati sul cavallo di Caspian in cerca di Aslan. “E’ molto più grosso di te, come intendi fare?” chiese Edmund al fratello. “Me la caverò.” Rispose Peter, mettendosi l’elmo dopo aver ricevuto un bacio dalla sua fidanzata, afferrò la spada e andò contro Miras ad elmo aperto. “C’è ancora tempo per ritirarsi.” Commentò Miras. “Fate pure.” Continuò Peter. “Quanti altri dovranno morire per questa impresa?” chiese l’altro. “Soltanto uno.” Peter si chiuse l’elmo e la sfida iniziò. Entrambi ebbero un vantaggio sull’altro per alcuni minuti, fin che Miras non colpì duramente Peter alla spalla. “Serve una pausa?” gli chiese Miras, col fiatone. “5 minuti?” rispose l’altro a fatica. Peter si tolse l’elmo e si sedette con stanchezza sulla sedia lì vicino. Emily sapeva il dolore che stava provando, aveva una spalla lussata. “Secondo te cosa succede a casa, se si muore qui?” chiese ad Edmund. “Tu non morirai.” Esclamò Edmund, mentre gli aggiustava la spalla. “Per la tua famiglia, per il tuo popolo e soprattutto per quella favolosa ragazza che ti sta guardando.” Continuò poi. Peter aveva sempre notato di come parlava di Emily, ma non ci aveva mai pensato davvero su.
***
 Intanto, Lucy era stata costretta a cercare Aslan da sola, dopo che Susan era rimasta indietro a combattere contro alcune guardie che le avevano seguite. Improvvisamente, il cavallo si spaventò al ruggito di un leone possente, che fece cadere Lucy. Ne era valsa la pena perché la bambina potette rivedere il suo amato Aslan. “Sapevo che eri tu! Io l’ho sempre saputo!” esclamò Lucy felice. “Sei più grande.” Commentò poi. “Come cresci tu, cresco anche io.” Continuò il leone, con voce più profonda dell’ultima volta. “Vorrei essere più coraggiosa.” Disse Lucy. “Se tu fossi più coraggiosa, saresti una leonessa. Vieni, andiamo ad aiutare i tuoi amici.”
***
Peter e Miras avevano ripreso a combattere e il ragazzo aveva un vantaggio, dato che lo aveva colpito alla gamba.
Dopo alcuni minuti, diede un calcio a quella ferita e l’uomo si piegò in ginocchio, non riuscendo a trovare più la forza. “Avanti, uccidimi. O non hai il coraggi?” Gli disse Miras, con un sussurro. “Non sta a me ucciderti.” Commentò Peter, per poi passare la spada a Caspian. Il ragazzo la prese lentamente e tutti stettero ad aspettare che mossa avrebbe fatto. “Forse avevo torto, forse hai il coraggio di regnare,dopotutto.” Commentò Miras, abbassando la testa e aspettando la morte. Caspian gridò di rabbia, ma conficcò la lama nella terra. “Non mi importa della tua vita,  tornatene anche a casa. Ma io restituisco agli abitanti di Narnia ciò che è loro.” Disse Caspian, con il sottofondo delle urla di incitamento. Quando il ragazzo si allontanò e Miras tornò al proprio posto, il generale si avvicinò a lui con una freccia e gliela conficcò nel cuore. “Tradimento! Hanno assassinato il nostro re!” gridò poi. Gli arcieri sapevano che non avevano scoccato alcuna freccia e si prepararono alla battaglia. Caspian salì sopra un cavallo e tornò dentro la galleria, pronto ad attuare il piano fatto con Peter. Sottoterra, aumentò verso l’esercito nemico e spezzò le colonne che dividevano il sotto con il sopra: perciò i soldati sprofondarono nel terreno. Peter, Susan, Edmund ed Emily, corsero contro i soldati rimasti,pronti a combattere.
***
Emily e Caspian combattevano fianco a fianco, come se si stessero proteggendo l’un l’altro. Il generale di Miras combatté contro di lei duramente, fin che non la disarmò e le puntò la propria spada alla gola. Emily si ritrovò in uno strano deja-vu. Ma l’uomo la guardò strano, come se l’avesse già vista. “Tu.” Disse egli. “Mi ricordo di te. Ti ho portata via, quella notte, dopo aver ucciso il re. Sei sua figlia.” Spiegò. Emily non seppe cosa fare, mise lo sguardo sorpreso su Caspian, che infine, tagliò la gola all’uomo senza farsi vedere ne sentire. Purtroppo i due non ebbero tempo di parlarne, ma da lontano arrivò un aiuto speciale: gli alberi.

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Capitolo 7
*** La verità. ***


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“Attiriamoli sul fiume!” gridò uno degli altri uomini dell’esercito: avevano costruito un ponte sotto un fiume di cui l’acqua era limpida e immersi c’erano alcuni soldati che sarebbero venuti fuori a sorpresa. Mentre tutti si dirigevano verso di essi, videro arrivare Aslan insieme a Lucy, che estrasse tranquilla il suo pugnale. Gli abitanti dell’esercito nemico si misero a ridere, ma il leone,in cambio, gli fece uno dei suoi possenti ruggiti. Presto il fiume iniziò a muoversi e ad innalzarsi formando la figura di un uomo, che con le braccia scaraventò via il ponte di legno, facendo spaventare tutti i soldati. Quando gli ultimi rimasti si fecero indietro per la paura, il fiume tornò normale e continuò il suo solito corso. Caspian ordinò di raggruppare tutte le loro armi per formare un mucchio e nel frattempo poté riabbracciare quella che era diventata sua sorella. Emily e Caspian si riabbracciarono, essendosi trovati. Peter vedendoli si schiarì la voce geloso. “Peter, lui è mio fratello.” Spiegò Emily, con un ampio sorriso. “Ah, ma guarda un pò cosa si va a scoprire.” Esclamò Peter ridendo e stringendo la mano a Caspian. “Quindi sei davvero una regina di qualcosa.” Commentò Edmund. “Credo proprio di si.”
***
Caspian aveva riunito tutti gli abitanti del popolo davanti ai sovrani di Narnia, Aslan ed una quercia, che aperta in due, aveva formato una specie di arco. “D’ora in poi ci sarà solo pace in questo regno, parola mia.” Disse Caspian, che aveva assunto la corona.
“Chi oltrepasserà quella quercia, arriverà in un posto di serenità e felicità. Chi vuole provare?” intervenne Aslan. La moglie di Miras e zia dei due fratelli si offrì volontaria insieme al suo bambino. Emily si avvicinò e diede un bacio sulla testolina del bimbo. “Buona fortuna cugino.” Sussurrò poi. La donna attraversò l’arco e sparì nel nulla. “Come facciamo a sapere che non ci sta conducendo alla morte?!” urlò uno dei cittadini. Caspian non seppe come rispondere, era sorpreso anche lui. “Beh, credo che tocchi a noi adesso.” Intervenne Peter, guardando i fratelli. “Di già? Ma torneremo vero?” chiese Lucy, guardando Aslan. “Noi no,credo.” Rispose Peter, guardando Susan. “Perché? Loro hanno fatto qualcosa di male?” domandò Emily, preoccupata. “Al contrario, ma loro hanno imparato tutto ciò che serviva in questo modo, ora è tempo che tornino nel loro.” Spiegò il leone. “Vieni con noi.” Disse Peter, afferrandole la mano. Emily non seppe cosa fare, aveva scoperto di essere la regina di un popolo. “Va pure, ci penserò io qui.” Commentò Caspian. I due fratelli si abbracciarono, mentre i fratelli salutarono chi gli era stato sempre a fianco. I cinque si afferrarono la mano e dopo aver salutato anche Aslan, attraversarono l’arco e si ritrovarono alla stazione, vestiti di nuovo delle loro uniformi. Emily si guardò attorno, un pò disorientata. Peter le baciò la mano per rassicurarla e poi entrarono nella metro. “Credete ci sia modo di tornare?” chiese Edmund, rovistando nella sua cartella. “Ho dimenticato la mia torcia a Narnia.”
 
CONTINUA…

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