Ti Odio

di Sofiotto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***



Capitolo 1
*** Parte 1 ***


ATTENZIONE: Questa storia è il sequel di "Recita Fingendo Che Sia Reale". Non ci sono molti spoiler in questa storia, ma per evitare confusione vi consiglio di leggerlo.
Avviso inoltre di aver diviso il capitolo in due parti, la seconda parte la pubblicherò questa sera subito dopo la revisione del mio personale consigliere, mia sorella! Detto ciò, buona lettura! ^^


Sei mesi.
Erano passati già sei mesi da quando Kibum aveva coronato il suo sogno, conquistando il cuore del suo coinquilino, nonché ex migliore amico e ora fidanzato, Minho.
Ogni mattina si risvegliava fra le sue braccia, al caldo e protetto. Si salutavano con un bacio a fior di labbra e il sorriso dell'uno, diveniva il sorriso dell'altro.
Tutto questo fino a quando...
-SEI IMPAZZITO DI NUOVO, RAZZA DI IDIOTA CHE NON SEI ALTRO?!-
Kibum era scoppiato per l'ennesima volta, lanciando un cuscino in faccia al ragazzo, rosso di rabbia e sì, anche di gelosia.
Quella scena gli sapeva tanto di dejavù. Certe litigate si ripresentavano spesso, per una situazione più stupida dell'altra e in meno di un'ora finivano sempre per fare pace. Ma questa volta Minho l'aveva combinata grossa e aveva cominciato a pensare che non sarebbe riuscito a riappacificarsi con lui tanto facilmente.
-Key hyung, ti prego non arrabbiarti così! L'ho fatto senza pensarci! Mi dispiace!-
-Ti dispiace?! TI DISPIACE?! Non ci crederei neanche entrando nella tua testa, maledetto bastardo!-

Facciamo qualche passo indietro...

Minho aveva ripreso a frequentare l'università dopo la sessione estiva e la breve vacanza, quindi, una volta tornato, tutti i suoi vecchi amici si erano rifatti vivi e tra questi anche una ragazza dolce e carina con cui c'era sempre stato un certo feeling.
Il povero ragazzo, non pensava più a lei in quel modo, ormai, ma la sua ingenuità era tale da fargli accettare l'invito a cena della ragazza.
Quando aveva risposto con un sì deciso, non aveva minimamente pensato che quell'invito fosse come accettare di uscire ufficialmente insieme, cosa che gli fecero notare alcuni dei suoi amici, contenti per lui e ignari della reale situazione.
A quel punto, si era sentito in dovere di avvisare Kibum, giusto per evitare disguidi, cosa che evidentemente aveva portato ugualmente ad un punto di rottura fra di loro.

Kibum sentiva gli occhi pizzicare, ma fece di tutto per non scoppiare a piangere in faccia al più piccolo. Aveva il suo orgoglio lui e la rabbia lo portava ad essere ancor più testardo.
-Come fai a non capire quando una ragazza ti chiede di uscire in QUEL senso?! Non ci credo che sei così ingenuo!- sbottò per l'ennesima volta il più grande, dandogli le spalle, deciso a prendere la porta ed uscire da quella casa che, in quel momento, gli dava solo un senso di soffocamento.
La sua marcia fu interrotta da Minho, che lo afferrò per una spalla e lo tirò a sé, abbracciandolo.
-Hyung... Mi dispiace, davvero... Ti prego, resta qui.-
Kibum avrebbe voluto.
Avrebbe voluto credergli, sarebbe voluto rimanere.
Ma si sentiva svuotato di tutto, il petto continuava a fargli male, ferito com'era.
Dopotutto era lui che ogni volta gli dimostrava il suo affetto, mentre il più piccolo riceveva e imbarazzato, spesso lo scansava.
Sapeva che non lo faceva con cattiveria e aveva sempre sopportato, anche perché la notte, quell'affetto gli veniva dimostrato il triplo.
Eppure in quel momento riusciva solo a pensare a lui con quella ragazza. Minho non era mai stato gay, prima era uscito con diverse ragazze e quel pensiero fece inevitabilmente cadere una lacrima dagli occhi del più grande.
Kibum cominciò a tremare fra le braccia del più piccolo e tentò di scostarsi, mormorando un tremante "lasciami", cosa che comunque Minho non fece.
Al contrario, lo strinse più forte e gli baciò il capo, chiudendo gli occhi. Sapeva che l'altro probabilmente stava pensando a qualcosa di stupido come "non sono abbastanza" oppure "lui non è gay, è ovvio che voglia uscire con delle ragazze", e sapeva anche che tutto ciò era dovuto al fatto che non gli dicesse mai ciò che provava per lui.
Quindi, dopo un respiro profondo, provò ad esprimersi come meglio poteva.
Prese il viso del più grande fra le mani e gli baciò le labbra con estrema dolcezza, prima di scostarsi e guardarlo negli occhi intensamente.
Attese un momento, poi finalmente cominciò a parlare.
-Hyung... Forse non te lo dico o non te lo dimostro spesso... Ma io voglio stare solo con te, sei tu la persona a cui tengo di più. Io ti...- Deglutì e arrossì leggermente. Non era facile dire quella parola, ma negli occhi di Kibum vedeva la speranza di sentirselo dire.
Aprì la bocca cercando di dirglielo, ma niente, la voce gli morì in gola. E la delusione negli occhi del suo ragazzo fu quasi palpabile tra loro due.
A quel punto Kibum si dimenò e, lasciando solo un triste Minho, uscì di casa quasi correndo.

-Piccolo stupido, idiota, cretino, deficiente...- e così via ad insultarlo -Come può non riuscirci neanche in una situazione del genere?!-
Stizzito, Kibum si asciugò le lacrime di rabbia e frustrazione dalle guance, fermandosi finalmente in un parco e sedendosi su una panchina vuota.
"Lo odio quello stupido, lo odio con tutto me stesso!" continuava a pensare con la mente, mentre il cuore gli diceva tutt'altro.
Era ormai un'ora che camminava senza meta, gli bastava solo stare lontano da quella casa e soprattutto da lui. Se lo avesse visto, lo avrebbe picchiato a morte.
Sentì ad un tratto il cellulare vibrare nella tasca e lo prese quasi speranzoso che fosse il ragazzo. Poi si diede dello stupido. Non avrebbe voluto sentire o vedere quell'idiota e si ritrovava a sperare che fosse proprio lui?!
"Odio l'amore" pensò tra sé mentre leggeva il messaggio che si rivelò essere proprio di Minho.
"Key hyung, sei uscito senza la giacca. Torna presto a casa o prenderai freddo. Non far preoccupare il tuo dongsaeng che tiene tanto a te. -Minho"
Leggendo quelle parole, non poté far altro che rabbrividire, rendendosi finalmente conto del freddo che faceva lì fuori.
"Stupido idiota" pensò di nuovo, senza rispondere al messaggio, quindi si alzò in piedi, riprendendo la via di casa.
Anche se era ancora arrabbiato, faceva troppo freddo per rimanere fuori un minuto di più.

Minho si era ritrovato a casa da solo, sospirando e passandosi una mano fra i capelli tutto il tempo.
Riflettendo, aveva capito che lo scoppio della lite non era dovuto al fatto che lui avesse accettato di uscire con la ragazza, bensì al fatto che non aveva voluto disdire l'appuntamento con lei. Non che volesse uscire con lei in quel senso, ma gli dispiaceva mancare agli appuntamenti, disdire o comunque deludere le persone.
Kibum gli aveva ripetuto mille volte che era troppo buono, ma in quel momento riusciva solo a sentirsi uno schifo. Se era così buono, perché faceva soffrire la persona che amava?
Si diede una manata sulla fronte e, non appena sentì la porta di casa aprirsi e richiudersi alle spalle del suo hyung, corse dalla camera al salotto.
Si fermarono entrambi non appena si guardarono negli occhi, poi fu Kibum a parlare per primo con voce fredda e piena di risentimento.
-Stanotte dormi sul divano. Prova a venire in camera e ti uccido! Sei in punizione!-
e detto ciò, andò a rintanarsi in camera, passandogli accanto senza neanche sfiorarlo.
Ok, era davvero arrabbiato, ma una parte di Minho sperò che con quella specie di "punizione", come l'aveva chiamata l'altro, gli sarebbe passata.
Non fu così.
Dopo una notte insonne da parte di entrambi, la tensione era aumentata notevolmente.
Kibum non aveva intensione di rivolgere la parola al più giovane e quest'ultimo sarebbe dovuto uscire di lì a poco per il fatidico appuntamento.
Sapeva che la soluzione sarebbe stata semplice, eppure non aveva voglia di far rimanere male l'amica che nonostante tutto trovava simpatica.
-Kibum hyung... Io devo... Cioè, dovrei andare.- disse ad un tratto, resosi conto che si stava facendo tardi. Ma prima di andare voleva almeno sentire la sua voce, solo una volta.
Kibum non rispose, rimase invece voltato di spalle finché non sentì la porta chiudersi dopo che l'altro se ne fu andato.
Sospirò sollevato, quindi prese gli occhiali da sole e un berretto.
-Bene, si dia inizio all'operazione "Tieni giù le mani dal MIO ragazzo!"-

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Capitolo 2
*** Parte 2 ***


PARTE 2

Kibum non si sarebbe lasciato portare via dalle mani il ragazzo che aveva faticato tanto a conquistare, di conseguenza aveva deciso di sabotare quel loro stupidissimo appuntamento a qualsiasi costo.
Avrebbe reso il loro appuntamento impossibile, sì!
Il più piccolo aveva incontrato la ragazza proprio al parco di fronte al centro commerciale, quello del loro primo appuntamento.
In Kibum tornarono alla mente un sacco di bei ricordi. Le mani strette per la prima volta, i giochi, gli scherzi e poi... Il bacio in terrazza.
Si chiese per un momento se anche Minho ricordasse tutto quello ma era evidente di no, visto quello stupido sorriso che aveva in faccia mentre parlava con quella tizia.
E la cosa gli fece tremendamente male.
"Stupido! Ti odio!" pensò per l'ennesima volta, tenendosi una mano sul petto mentre si mordeva il labbro inferiore.
Li vide incominciare a muoversi e, attento a non farsi notare, li seguì a debita distanza, tenendoli sempre d'occhio e senza lasciarsi sfuggire un singolo movimento.
Camminavano spalla a spalla, cosa che diede altamente l'urto al sistema nervoso di Kibum.
Ad un tratto la ragazza afferrò Minho per un braccio, tirandolo verso una sala da thé.
"Perfetto, anche snob ce la scegliamo! Cretino, neanche ti piace il thé!" inveì ancora contro il ragazzo.
Li seguì all'interno del locale e si sedette qualche tavolo più in là.
Velocemente aprì il menù e, facendo finta di leggere, continuò ad osservare quel loro flirtare fastidioso.

Anche se si stava divertendo in compagnia della ragazza, il pensiero non poté che tornare a Kibum, soprattutto in quel luogo pieno di ricordi.
In effetti, nonostante continuasse a sorridere alla ragazza, sentiva un vuoto dentro di sé che lo rendeva immensamente triste.
Quando l'altra lo aveva afferrato per il braccio, aveva sentito l'impulso di svincolarsi in qualche modo e, nonostante ci avesse provato, l'altra aveva continuato a tenerlo stretto, trascinandolo in quella sala da thé. A lui neanche piaceva il thé!
Trattenne uno sbuffo quando si misero seduti e fu in quel momento che gli sembrò di vedere una faccia conosciuta. Che fosse... Nah, impossibile!
"Hyung non farebbe mai una cosa simile, troppo orgoglioso." Scosse il capo e tornò a conversare tranquillamente con la ragazza, come se nulla fosse successo.

Appena i due furono usciti dalla porta, anche Kibum si alzò di scatto, lasciando i soldi del conto sul tavolo e correndo all'esterno per non perderli di vista.
Sospirò vedendoli poco lontani da lui, diretti verso il parco. E LEI GLI STAVA APPICCICATA COME UNA COZZA!
Kibum strinse i pugni cercando di reprimere l'istinto omicida, senza riuscirci poi così bene. Si ripeté di non ucciderla con le sue mani, ma forse farle solo un po' male andava bene.
Si guardò ai piedi alla ricerca di qualcosa che potesse farle davvero male e decise per un rametto spoglio. C'erano molti cani nei dintorni, sarebbe passato come un incidente, ne era certo!
Sorrise tra sé e senza pensarci due volte lanciò il rametto nella direzione della ragazza, ma proprio mentre stava per colpirla, Minho si spostò davanti a lei per fare chissà cosa, ricevendo il colpo al posto di questa.
Sentendo il suo grido di dolore trasalì e si nascose dietro il tronco di un albero nonostante la preoccupazione lo stesse rodendo dall'interno.
Non voleva certo fare del male a lui! E in quel momento si rese conto dell'enorme errore che aveva fatto.
Si piegò sulle gambe e si portò le mani sul capo, stringendo gli occhi e dandosi dell'idiota patentato.
"Lo stupido non sei tu, Minho, ma io... Perché doveva finire così? Non potevo semplicemente perdonarti? Che stupido che sono!"

Dopo essere usciti dal locale, Minho continuava a sentirsi osservato, tant'è che continuava a guardarsi intorno, suscitando anche la preoccupazione della ragazza.
-Tutto bene? Mi sembri distratto...- disse questa, afferrandolo per un braccio e avvinghiandosi a lui.
-Mh? Ah, sì... Scusa ma stare così mi dà fastidio.- disse poi, scostandosi dal suo braccio e spostandosi leggermente dietro di lei.
-Sun Mi, devo dir... AHI!- Aveva sentito solo una forte botta alla testa, poi si era voltato verso la direzione del colpo.
Gli sembrò di vedere lo stesso tizio di poco prima, poi abbassò lo sguardo verso il ramo che lo aveva colpito. Si tenne la mano sul capo a causa del dolore e si morse il labbro inferiore, capendo finalmente tutto quanto.
Quello scemo di Kibum lo aveva pedinato!
Sospirò e, ignorando le grida isteriche della ragazza cominciò a parlarle, dicendole tutto ciò che pensava di lei. Voleva sbrigarsi a tornare dal suo ragazzo per poter finalmente fare pace, dato che tutta quella situazione l'aveva stufato abbastanza.
-Sun Mi, ascoltami! Sto bene, ma ora ascoltami!- E dopo aver guadagnato un cenno d'assenso da parte della ragazza continuò: -So che tu speravi in qualcosa di più ma... C'è un'altra persona nella mia vita a cui tengo molto e che ora mi sta aspettando. E mi dispiace concludere il nostro appuntamento così, ma se non vado ora e subito, rischio di perderla! Quindi perdonami, davvero, ma devo andare!- Non riuscì neanche ad aspettare una risposta che corse nella direzione in cui aveva visto il ragazzo l'ultima volta.
Superò l'albero ma si fermò subito dopo, avendo notato una figura accucciata con la coda dell'occhio.
Si voltò di scatto e sospirò, sorridendo leggermente.
Gli si avvicinò lentamente e si inginocchiò di fronte a lui, prendendogli le mani e portandosele intorno al collo.
E mentre osservava la sua espressione sorpresa e spaurita, si sentì come se lo vedesse per la prima volta dopo tanto tempo. Le lentigini che lo rendevano così carino e gli occhi preoccupati, probabilmente a causa di quel ramo che gli aveva lasciato un bel bernoccolo in testa. Sì, era proprio il ragazzo che amava.
Subito Kibum si buttò fra le sue braccia, stringendolo come se fosse la sua sola ancora di salvezza.
-Mi dispiace... Scusami Min, non avrei dovuto farlo! Ti prego, perdonami, ti prometto che non farò più scenate, che non ti griderò più contro ma ti prego, ti prego, non lasciarmi!- La sua voce arrivava soffocata alle orecchie del più giovane, dato che il suo hyung si ostinava a tenere il viso premuto contro la sua clavicola.
A quelle parole, Minho non poté fare altro che sentirsi grato, ma anche in colpa. Non dicendogli mai cosa provava, probabilmente lo aveva ferito e lo aveva fatto sentire insicuro, come si era sentito lui per tutto il giorno.
Sospirò e gli prese il viso tra le mani, baciandolo con una dolcezza forse mai avuta prima.
Si scostò dopo un minuto buono e lo guardò negli occhi, poi sussurrò a fior di labbra.
-Kibum, ti amo.- Subito dopo tornò a baciarlo, leccando le sue labbra e cercando la sua lingua, ignaro o semplicemente fregandosene degli sguardi delle persone intorno a loro. Nel suo mondo, in quel momento, era presente solo la persona stretta fra le sue braccia.

Erano tornati a casa, avevano fatto l'amore, si erano stretti l'uno all'altro per tutta la notte e in quel momento Minho pensò che nonostante tutto, litigare non era così male, se fare la pace diventava così bello.
Le labbra di Kibum si posarono nuovamente sul collo del più piccolo, lasciandogli un altro segno rosso.
-Hyung, se continui così, dovrò coprirmi da capo a piedi per non far notare i segni- Rise quindi Minho, passando le mani lungo il corpo del ragazzo, soffermandosi sui suoi fianchi che sopra di sé continuavano a muoversi, facendo strusciare i membri eccitati.
-Meglio così, almeno non può vedere nessuno quanto sei bello.- Soffiò Kibum sulle labbra del minore, sorridendo e baciandolo con desiderio mentre si posizionava sopra di lui, pronto a farsi penetrare.
Un gemito di piacere uscì dalle labbra di entrambi appena il più grande si abbassò sull'altro ragazzo, lasciandolo entrare.
Cominciò a muoversi velocemente mentre le mani del più piccolo continuavano a percorrere la sua pelle lattea, facendolo rabbrividire.
Le mani dell'uno, raggiunsero quelle dell'altro, intrecciando le dita e stringendole insieme mentre i gemiti e il piacere si facevano strada fra di loro.
-Hyung.. Ti amo.- Sussurrò Minho ad un orecchio di Kibum, dopo averlo spostato sotto di sé, tornando a spingere con più vigore dentro di lui, sentendo quasi giungere l'orgasmo.
Il più grande sorrise e sospirò il nome del fidanzato, graffiandogli la schiena mentre a sua volta si sentiva sempre più accaldato e prossimo al piacere.
Con un grido trattenuto fra le labbra l'uno dell'altro, vennero insieme, baciandosi e stringendosi a lungo.
-Ti amo anche io, Minho.- Sussurrò quindi sulle sue labbra, stringendolo a sé.

TRE SETTIMANE DOPO

-SEI PROPRIO UN PEZZO DI CRETINO, MINHO!- Sbraitò il più grande, lanciando una ciabatta addosso al ragazzo, nascosto dietro il divano.
-KEY HYUNG! POSSO SPIEGARE, TE LO GIURO! NON E' COME CREDI!-
Evidentemente le cose tra loro non potevano andare meglio di così e, nonostante tutto, nessuno dei due aveva intenzione di cambiare le cose.
-Ahi! Hyung, mi hai fatto male!- sbottò Minho, tenendosi il capo colpito dalla seconda ciabatta.
-Così impari!- sbottò Kibum, un po' meno furioso rispetto a prima.
Beh, forse Minho avrebbe voluto cambiare volentieri qualcosina.


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Angolo autrice:
Ok, non credo tornerò a scrivere di questa coppia così... "violenta"? XD
Ringrazio tantissimissimo chi mi ha spinto a scrivere questo sequel, alla fine sono soddisfatta di come sia uscita fuori la storia... Quindi un grazie ENORME rispettivamente a
WINTERSEA_ (NESSA X) E FRAMAR.
Un ringraziamento speciale va sempre a mia sorella, Dinda91. Senza lei che legge i miei scritti e mi dà "il permesso" di pubblicare, non penso che oggi sarei qui a ricevere tante belle recensioni.
E a proposito, grazie a tutti quelli che hanno recensito e che recensiranno in futuro, siete anche voi che mi ridate la voglia di scrivere ^^

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