Tutto può cambiare

di labliz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tempo andato ***
Capitolo 2: *** Nuovi inizi ***
Capitolo 3: *** Occhi color cielo ***



Capitolo 1
*** Tempo andato ***


'Liberty finisci di caricare i tuoi scatoloni!' Mi disse mia madre. Il grande giorno era arrivato, stavamo per andare via da GreenVille, in North Carolina per andare nella famigerata New York, dove l'alta società dei Miller attendeva mia madre. Mio nonno, che per altro non avevo mai conosciuto, era morto qualche settimana prima nel suo attico a Manhattan, lasciando a mia madre la catena milionaria degli Hotel Miller, diffusi in tutti gli Stati Uniti. Mia nonna era troppo anziana per occuparsene così decisero di chiamare al comando la loro figlia primogenita Annabelle, mia madre. 'Hai caricato tutto?' disse mia madre. ' Si' Risposi io, con poca enfasi. 'Vedrai che ti divertirai, farai nuove amicizie e potrai comprarti un sacco di cose nuove' esclamò mia madre, senza risponderle allacciai la cintura e guardai fuori dal finestrino. Avevo solo 12 anni, avrei dovuto cambiare scuola, fare nuove amicizie, incontrare nuove persone, e la cosa non mi entusiasmava molto.


2 ANNI PRIMA

' Fermati Ray!!!' urlai ridendo mentre cercavo di correre il più lontano possibile da lui. 'Tanto ti prendo!' Esclamò Ray. Inutile dire che mi raggiunse, avevamo la stessa età ma era più alto di me, abitava nella casa accanto alla mia e passavamo ogni giorno insieme, le mie compagne di classe abitavano lontano e raramente potevamo passare del tempo insieme, ma non mi dispiaceva affatto, mi divertivo con Ray.

' Ragazzi smettetela di tirarvi l'acqua sta calando il sole!' Sentimmo la voce potente di mio padre.

Ci fermammo uno di fronte all'altro, Ray era bagnato a chiazze, i capelli castani gli ricadevano sopra gli occhiali e il sorriso caratterizzato dall'apparecchio non accennava da andarsene, mentre io ero completamente bagnata dalla testa ai piedi, i miei lunghi capelli castano chiaro pendevano dalle spalle, e i miei occhi color ambra non volevano perdere la sfida contro quelli verdi di Ray.

'Liberty vieni subito qua!' urlò mia madre, subito mi raddrizzai e la guardai, aveva uno sguardo severo, lei e mio padre ci fissavano da sotto il portico. 'Ray credo sia ora che tu torni a casa tua' continuò mia madre, lei non aveva mai provato una grande simpatia per i Carter, li considerava una famiglia dei bassi fondi. Mio padre non commentò e rientrò in casa,

' Ci vediamo domani Ray' Gli sussurrai con uno sguardo di scuse.

'A domani Lib' mi sorrise debolmente. Solo lui mi chiamava in quel modo e mi piaceva mi sembrava una cosa.. intima.

 

 

'Ehi papà che facciamo oggi?' dissi, dondolandomi dalla sedia.

'Devo fare dei giri per il lavoro, vieni con me?' Mi sorrise.

'Si!' risposi con sorriso da una guancia all'altra. Mio padre era tutto per me, io e lui eravamo una squadra infallibile, con mia madre non avevo buoni rapporti, essendo lei sempre autoritaria e severa, non mi aspettavo mai troppo affetto. Avendo le amiche a distanza, passavo le mie giornate con Ray o con Papà, mi piaceva andare con lui ovunque il lavoro lo portasse.

La sua ditta di automobili però non andava bene, e mio padre aveva un sogno nel cassetto, la ristorazione, così durante le nostre giornate mi portava a vedere i locali che avrebbe voluto prendere, nonostante mi comprava sempre tutto ciò che volevo, sapevo che non se la cavava bene, avevo 10 anni, ma non ero stupida.

Mamma era del tutto contrariata, e non voleva avere a che fare con i ristoranti, e loro litigavano sempre di più, mio padre si assentava sempre di più..

Una sera mi portò in un ristorante, mi presentò una signora, bionda, bianca come il latte che sembrava fatta di plastica.

'Ciao pulcina, mi chiamo Victoria' io le sorrisi e risposi con un debole 'Ciao.'

Passammo la serata lì, il ristorante era carino e Victoria sembrava simpatica.

Quando tornammo a casa mio padre mi disse ' Ti piace il locale?' e io risposi ' Si! E Victoria e' molto simpatica, mi piace.'

Arrivati a casa, scesi dalla macchina, ma mio padre non lo fece.

Lo guardai perplessa, ' Tu non scendi?'

E lui rispose ' No.'

Un giorno ero in camera mia con Ray, stavamo giocando, fin quando sentimmo un enorme rumore provenire dalla sala, corremmo in quella direzione e trovai mia madre in lacrime con mio padre che scaraventava a terra ogni cosa si trovasse fra le mani.

'Venite qua bambini!' Disse mia madre, con la voce rotta.

Ci precipitammo da lei, non riuscivo a capacitarmi di ciò che stava facendo mio padre.

I giorni passavano, ed io ero sempre in lacrime, fra mio padre e mia madre che si urlavano contro.

Ray era sempre lì, a consolarmi, spesso di notte sgattaiolava da casa sua per venire in camera mia, e dormivamo abbracciati, sperando che le urla smettessero. La mattina presto lo svegliavo e lui tornava a casa sua, Ray era l'unica certezza che avevo.

Andando avanti passavo le giornate divisa fra mio padre e mia madre, generalmente il pomeriggio a casa e la sera al ristorante, chiedevo sempre a mio padre dove dormisse ogni notte, chiedevo se Victoria c'entrava in tutto questo, ma lui negava sempre e trovava altre risposte a cui io credevo, perchè era mio padre, l'uomo che amavo di più a questo mondo, non mi avrebbe mai mentito.

Mia madre mi dava contro, cercando di scoprire informazioni su mio padre, scaricava la sua rabbia su di me perchè sapeva che io difendevo mio padre, ma ero piccola e le cose non le sapevo.

Passato un anno mio padre se n'era andato del tutto da casa, e io cercavo sempre di trovare delle spiegazioni, Ray mi aiutava ad affrontare tutto questo, mi consolava, dormiva con me ormai ogni notte e mio ero abituata ad averlo abbracciato a me, mi faceva sentire amata.

Le serate che passavo al ristorante cercavo di analizzare ogni dettaglio, Victoria era sempre troppo vicina a mio padre e sempre troppo viscida con me.

Una sera mentre mio padre riaccompagnava a casa dissi ' Tu abiti con lei'

Lui vacillò con lo sguardo e poi disse, 'Si'

'Scommetto che le camere non sono separate'

Lui cercò una scusa, mi sentii ferita in un modo che non pensavo possibile, alla fine si arrese 'No'.

Quella notte piansi, tanto, troppo.

Lui era tutto per me, se non potevo fidarmi di mio padre come potevo fidarmi degli altri?

 

 

Fra pochi giorni avrei compiuto 12 anni, e come sempre mio padre non c'era, da qualche mese si era trasferito dall'altra parte dell'America, mi aveva abbandonato del tutto. Mi aveva lasciato con mia madre che mi faceva sentire una patetica ragazzina, l'unico che mi restava era Ray, forse.

Negli ultimi periodi spesso pure lui mi lasciava sola, si era fatto nuove compagnie, e io mi sentivo sempre più sola. Passavo le nottate a piangere, e non è quello che una undicenne dovrebbe fare.

'Lib posso entrare?' sussurrò Ray dalla finestra.

'Sto dormendo' risposi stupidamente.

'Non mi sembra, mi hai risposto.', sentii dei passi avvicinarsi al letto, non dissi nulla.

'Mi dispiace per oggi ma sono dovuto andare a casa di Derek' continuò.

'Non mi interessa' sussurrai.

'Ti prego Lib' rispose.

Mi girai di scatto, fissandolo in quegli occhi verdi che avevano il potere di calmarmi ogni notte dai miei pianti, mi incantavo sempre a guardarvi la luce della luna riflessa, ma non questa volta.

'Te ne andrai, proprio come ha fatto mio padre, ma questa volta non ci casco, non mi fido di te, non mi fido di nessuno, mi lascerai da sola ed io non voglio stare ancora male quindi sarò io a farla finita prima che possa versare lacrime pure per te, vattene via! Dissi in tono glaciale.

Lui mi fissò, stupito da quella rabbia.

'Lib..'

Fece un passo indietro, vidi una lacrima rigargli la guancia, aprì la finestra e se ne andò.

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Capitolo 2
*** Nuovi inizi ***


'Svegliati! E' il nostro primo giorno al college!' urlò entusiasta Kim. 
D'un tratto ricordai.. IL COLLEGE! Sbarrai gli occhi e mi alzai di corsa.
'Non dirmi che ti eri scordata..' disse Kim
'Nono macchè..' sussurrai piano, mentre cercavo cosa indossare.
Kim scoppiò in una grande risata, 'Non ci posso credere, come cavolo hai fatto a scordarti', si piegò in due dalle risate sul mio letto. 'Smettila Kim!' Le tirai un cuscino ed andai in bagno.
Il mio bagno era spazioso, con una vasca idromassaggio a lato, un enorme specchio che ricopriva mezza parete in cui ogni mattina era impossibile sfuggire all'immagine riflessa. I miei occhi color ambra fissavano una massa di capelli castani chiaro scompigliati, cominciai a prepararmi.
Kim era la mia migliore amica, quando a 12 anni mi ero trasferita a New York, mi ero trovata in classe con lei, e a differenza di tutti gli altri snob lei mi parlò fin da subito, suo padre era un giudice e sua madre un avvocato. I primi tempi a New York furono tutto tranne che facili, la nuova casa era enorme, nonostante fosse all'interno della prima sede degli Hotel Miller, mia madre mi comprava abiti costosissimi e mi imponeva di vestirmi sempre in modo impeccabile, mi mandava nelle scuole più prestigiose, il tutto per dare sempre una buona impressione dei Miller, anche se era il cognome di mia madre e non il mio. Tutta questa serietà ed eleganza non faceva per me, mi piaceva avere le mie libertà e New York me le portava via tutte.
Era stato difficile creare un rapporto pure con Kim, io non mi fidavo di lei,  non mi fidavo di nessuno, sapevo che tutti prima o poi mi avrebbero lasciata sola, ma lei con la sua tenacia, aveva preso posto nella mia vita, ed ora dopo 6 anni che la conoscevo le volevo bene come una sorella, ma una parte di me era pronta sempre al peggio e non si aspettava mai molto.
Viveva a pochi isolati da me e passava le giornate sempre a casa mia dato che mia madre era sempre in giro per il lavoro. 
Uscii dal bagno, pulita e pettinata, misi una gonna di Burberry con una camicetta bianca, presi un cardigan beige e delle scarpe con poco tacco, Kim era impeccabile come sempre, i capelli biondi erano raccolti in una coda di cavallo, la sua gonna a balze nera era accompagnata da una camicetta bianca come la mia e da un paio di stivaletti neri.
'Pronta?' dissi indossando i miei occhiali e prendendo la borsa.
'Certo' rispose Kim prendendo anch'essa la sua borsa.
Una volta scese nella hall del palazzo salutai il guardiano e ci avventurammo fuori, non mancavano i soliti paparazzi...ormai mi veniva automatico vestirmi in modo impeccabile ogni volta che uscivo, frutto di rimproveri e obbligazioni da parte di mia madre quando ero piccola, la ragazzina del North Carolina era solo un vecchio ricordo.
Andavamo ad uno dei college più prestigiosi di New York.
L'autista ci lasciò di fronte al college 'Inizia una nuova era' disse raggiante Kim mettendomi un braccio intorno al collo. 'Ebbene si' risposi.
'Omiodio guarda quello che figo!' esclamò Kim.
'Kim siamo qui da 2 minuti e già hai puntato i ragazzi?' dissi in tono rassegnato.
'Guardalo!' continuò con voce adorante.
Mi girai e vidi un ragazzo alto, muscoloso, biondo con un sorriso mozzafiato.
'Okay...forse hai ragione' dissi.
Suonò la campanella, le lezioni stavano cominciando.
'Oh no Kim siamo in ritardo! Dobbiamo ancora prendere gli armadietti!' La presi per un braccio e la trascinai via. La maggiorparte delle lezioni le avevamo in comune, così come Storia , la prima di quella giornata in cui arrivammo perfettamente in ritardo.
'Scusi tanto..' dissi alla professoressa. 'Scusi' fece eco Kim
'Accomodatevi' replicò severa la professoressa.
Ci sedemmo vicine, la classe era numerosa e potevo sentire che bisbigliavano di noi.
Kim mi si avvicinò, mentre l'insegnante spiegava il programma dell'anno. ' Hai visto chi c'è dietro di te?' Disse quasi non in grado di contenersi.
'No' risposi, guardando fissa la prof.
'hai Sono-figo-biondo-e-muscoloso!' disse in tono un pò troppo alto.
'Silenzio!' richiamò l'insegnante.

Passata la mattinata, io e Kim ci incontrammo nella mensa, dopo aver fatto la fila ci sedemmo ad un tavolo libero. 'Credo che sto per svenire' scherzò Kim sventolandosi con il tovagliolo, risi continuando a mangiare, 'Dai Liberty guardati intorno, è pieno di bei ragazzi!'
'State parlando di carne fresca?' scherzò una ragazza con i capelli neri vicino a me, accompagnata da un'altra ragazza dai capelli rossi. 'ovviamente!' esclamò Kim. La ragazza mora rise, ' Possiamo sederci qua?' Io guardai entrambe, la ragazza dai capelli rossi non aveva aperto bocca, portava degli occhiali che le rendevano il viso rotondo adorabile. 'Certo' dissi.
'Io sono Samantha Loop, ma potete chiamarmi Sam, e lei è..' disse la mora guardando l'amica palesemente timida ' Oh eh, io sono Polienne Green, più comunemente Polly' disse la rossa aggiustandosi gli occhiali. Mi fecero sorridere, mi sembrava strano come una ragazza sicura di se come Sam potesse essere amica di una ragazza emotivamente instabile come Polly, ma le rendeva interessanti. 'Io sono Liberty O'Cornell' mi presentai ' Ed io Sono Kimberly Roventh, ma gli amici mi chiamano Kim', 
'Tu non hai un diminutivo Liberty?' disse curiosa Samantha.
Mi raggelai, 'No.'
'Oh, okay.. ' cercò di riprendersi, forse avevo esagerato. ' beh stasera c'è una festa a casa di un certo Paul, credo sia nella squadra di football' continuò. Kim iniziò a battere le mani contenta tanto che i ragazzi del tavolo vicino ci osservarono' Oddio andiamoci!'
Kim era entusiasta sempre di tutto.
'Se volete possiamo andarci insieme' disse Samantha, io e Polienne eravamo le più silenziose, forse avevamo caratteri simili e non super esuberanti come le altre due.
'Che ne dici Liberty?' mi disse Kim con un sorriso enorme stampato in faccia, chi l'avrebbe più fermata..
'Per me vabene' decisi di partecipare maggiormente alla conversazione ' Se volete potete venirvi a preparare a casa mia, ci faremo accompagnare dall'autista'
Sam e Polly mi guardarono curiose. 'sarebbe perfetto' esclamò Kim.
'Dove abiti?' chiese Samantha, Polienne mi guardava da dietro l'amica.
'Al Miller Hotel, a Manhattan'.
'Vivi in una stanza d'Hotel?' disse debolmente Pollienne.
Non mi piaceva parlare dell'eredità di mia madre, nonostante qua fossero tutti figli di benestanti.
'Ovviamente no Polly! L'Hotel è suo!' disse Samantha rivolta all'amica. 'E così sei tu la figlia della fortunata Annabelle Miller, ho letto qualcosa sui giornali di Gossip...beh fantastico! Ci vediamo da te.' esclamò e si alzò, Polienne poco dopo la seguì.
'Beh sono simpatiche! Non posso crederci che abbiamo nuove amiche e questa sera andremo ad una festa!' esclamò Kim.
'Dobbiamo ancora conoscerle, non mi fido di loro Kim.'
Mi alzai per uscire dalla mensa, vidi  ''Sono-figo-biondo-e-muscoloso'' fissarmi e sorridermi e le mie gambe divennero gelatina.
'Dimmi che ho visto male' mi sussurrò Kim di fianco a me.
'Assolutamente no' risi
' Certe volte ti odio proprio' Scherzò e mi superò.
'Ci vediamo a casa mia!' Urlai ridendo.


Tornando a casa ripensai alla mattinata al college, e decisi che era arrivato il momento di lasciarsi andare, di smettere di pensare e perchè no.. incontrare persone nuove.





Ciao a tutti, spero che la storia vi stia piacendo. Per qualsiasi cosa lasciate recensioni :)
Ancora tante cose devono accadere. Baci 

 

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Capitolo 3
*** Occhi color cielo ***


'Questo posto è allucinante' disse Samantha, esplorando casa mia.

'Grazie' risposi debolmente.

'Forza ragazze dobbiamo muoverci! Dobbiamo farci belle!' Urlò Kim andando verso camera mia.

'Aspettatemi!' disse Polienne.

Decisi di mettermi un abito nero stretto che arrivava appena sopra le ginocchia, con dei tacchi anch'essi neri, i miei capelli castani chiari scendevano appena ondulati sulle spalle, con un accenno di rossetto rosso e mascara a completare il tutto.

'Sei perfetta' disse Kim, che aveva optato per un vestito corto, senza spalline, rosso scuro, con tacchi neri e labbra della stessa tonalità del vestito. 'Grazie sei magnifica pure tu' risposi.

Odiavo le smancerie, ma sembrava non potessimo farne a meno.

Sam aveva un abito verde lungo che esaltava la sua altezza, sembrava uscita da una copertina.

Polly.. Polly, dov'era Polly?

'Polly dove sei? Dissi curiosa.

'Io non ci vengo!' Sentimmo provenire dal bagno.

Aprimmo la porta e la trovammo seduta sulla vasca idromassaggio, curva e .. triste.

'Che hai?' Disse Sam.

'Guardatevi! Siete delle meraviglie ed io sono la pecora nera della situazione!' rispose.

Era la prima volta che la sentivo formulare una frase così lunga.

'Oh ma finiscila, ci pensiamo noi a te..' disse Kim con il suo solito sorriso, guardando prima me e poi Sam.

'Ho quello che fa per te' dissi andando verso la cabina armadio, tirai fuori un mini abito verde smeraldo, glie lo porsi ' mettitelo!'

'Cosa? Io no.. non posso! Non mi permetterei mai..' Rispose.

'Polienne Green! Hai accesso all'armadio di Liberty O'Cornell e tu fai tutte queste storie?' Disse Samantha, io risi imbarazzata.

'Intanto togliamo questi..' Kim le si avvicinò e le tolse gli occhiali.

'Ma non ci vedo!' disse Polly.

'Non ci vedi.. da lontano, e noi faremo in modo di non lasciarti da sola' rispose fiera Sam.

Rendemmo i suoi capelli rossi vaporosi, le mettemmo un filo di mascara in modo da accentuare i suoi occhi azzurri, e le prestai un paio di stivaletti neri.

La osservammo' Sei perfetta' Esclamammo tutte e tre, scoppiando poi a ridere.

Mia madre sarebbe tornata fra un mese e fino ad allora non vedevo il motivo per cui dovessi informarla di ciò che facevo.

 

Raggiungemmo l'indirizzo che Samantha era riuscita a scoprire da altre matricole,e la casa appena fuori New York era enorme, decine di macchine erano già parcheggiate nei dintorni.

Dissi all'autista che l'avrei richiamato e scendemmo.

'Wow' disse Kim.

Attente a non inciampare, arrivammo alla porta.

'E voi siete?' Disse un ragazzo alto

'Samantha, Kimberly, Liberty e Polienne, e tu sei?' rispose Sam con uno sguardo di sfida.

'Jaxon, piccola' rispose.

'Non chiamarmi piccola' ribattè Sam.

Noi intanto cercavamo di trattenere le risate.

'Che succede qua?' disse..'' Sono-figo-biondo-e-muscoloso''

Kim si aggrappò al mio braccio, a bocca aperta. 'E' lui' sussurrò.

Mi feci avanti cercando di aiutare Sam. ' In realtà vorremmo entrare'

'Le matricole non entrano a queste feste' disse Jaxon

Kim e Polly sembravano aver perso le parole, da Polly c'era da aspettarselo.. ma da Kim..

'Beh Jax credo che ci siano matricole e matricole, non vorrai lasciare fuori queste belle ragazze, vero?' Disse '' Sono-figo-biondo-e-muscoloso''.

Mi guardò e mi sorrise, sorrisi di ricambio, era davvero bello.

 

Jaxon si fece da parte ed entrammo, era vero, la maggior parte erano ragazzi del terzo, quarto anno, eravamo forse le uniche matricole.

'Ehi piccola ti va un drink?' disse Jaxon a Sam

'Prima fai lo sgarbato e poi il carino? Sparisci!' replicò lei.

Non potei trattenere una risata.

'Purtroppo lui non ci sa fare' sentii sussurrarmi all'orecchio, una voce calda mi fece venire i brividi.

Mi girai e lo vidi, era veramente figo, biondo, e muscoloso. Sicuramente faceva parte della squadra di football.

'Piacere sono James' disse sorridendomi e guardandomi con quegli occhi azzurri che mi smossero qualcosa dentro.

Perchè mi faceva quell'effetto? Liberty che domande ti fai, cioè.. guardalo.

'Piacere Liberty' ricambiai il sorriso.

Potevo sentire ancora i battibecchi fra Jaxon e Samantha, ma Polly e Kim non le sentivo, mi girai e le trovai ancora a bocca aperta.

'Ho bisogno di bere' disse Kim 'Polly vieni con me!' la prese per il braccio senza lasciarla rispondere e la portò via.

'Beh che ne dici di andare a prendere un drink pure noi?' Mi disse James.

'Certo, volentieri' lo seguii fino alla cucina, dove veniva servito il da bere.

'Tieni' Mi porse il bicchiere, mi guardava in un modo..magnetico, con un mezzo sorriso.

'Grazie' risposi.

'E' il tuo primo giorno vero?' continuò. 'Sì, tu invece che anno fai?' chiesi curiosa.

'Il terzo anno' rispose. ' E cosa ci fai qui, con una del primo anno? Scherzai.

Lui sorrise, divertito e mi si avvicinò all'orecchio, facendomi bloccare il respiro.

Respira Liberty, respira.

'Non posso farci niente se la ragazza più carina frequenta il primo anno'

Oh madonna, non sapevo come rispondere.

'Oh finalmente eccoti! Ti ho cercata dappertutto!' Disse Sam facendosi spazio fra la gente. Quando notò James, alzò un sopracciglio, la sua bellezza non passava inosservata.

'Le altre ci stanno cercando' continuò.

'Oh okay arrivo' guardai James' Beh ci vediamo James' gli sorrisi, 'A dopo Liberty' rispose lui.

Sam mi prese per mano e facendosi spazio andammo dall'altra parte della sala, dove c'era un altro 'bar' e le ragazze.

'Finalmente! Dov'è '' Sono-figo-biondo-e-muscoloso''? ' Disse Kim, aveva ritrovato la parola.

'James.. è da qualche parte' non potei trattenere un sorriso.

'Sei una bastarda fortunata!' Continuò Kim.

'Basta discutere! Si beve!' esclamò Sam.

Prendemmo due drink a testa, e anche Polly cominciava a sciogliersi.

'Omiodio mi piace questa canzone! Balliamoo!' Urlò

Io guardai Kim ridendo che alzò le spalle . Ci precipitammo nella sala dove tutti ballavano, cominciammo a muoverci a ritmo di musica, l'alcol aveva fatto il suo lavoro e tutte e quattro ci muovevamo senza freni, la gente intorno a noi ci osservava e quelli più sbronzi urlavano e fischiavano per noi, ad un tratto mi sentii tirare per una mano.

'Devo dire che balli divinamente' sentii sussurrarmi, un fiato caldo mi scendeva giù per il collo.

James.

Nel frattempo Kim, Sam e Polly erano salite su un tavolo, dove già altre ragazze stavano ballando, i ragazzi sbavavano sotto di loro. Io guardai James gli sorrisi e continuai a ballare con lui, l'alcol mi rendeva molto più audace del previsto, e le sue mani viaggiavano sul mio corpo, ad un certo punto mi afferrò per la nuca infilando le mani nei miei capelli e mi baciò.

Omiodio. Cosa stavo facendo? Lo conoscevo da quanto? Oh, al diavolo tutto.

Ricambiai il bacio, aprendo le labbra permettendogli di entrare, lasciando che le nostre lingue si intrecciassero.

'Oddio non ci credoooo' sentii urlare, Kim stava sbraitando nella mia direzione.

Mi staccai da James, continuando a guardarlo negli occhi, quell'azzurro così acceso, così irresistibile. Lui sorrise mi fece fare una giravolta e quando tornai fra le sue braccia mi baciò di nuovo.

Cosa stavo facendo? Non potevo, non potevo farlo avvicinare. Se ne sarebbe andato pure lui.

Quella consapevolezza mi fece allontanare.

'Devo andare' dissi.

'Cosa? Dove?' rispose James deluso.

Strisciai fra la gente sudata e raggiunsi le altre, mi tesero un braccio e salii sul tavolo pure io, ballammo fino a notte fonda.

 

Suonò la sveglia

'Che mal di testa..' Si lamentò Kim di fianco a me

'A chi lo dici..'

Era mattina, una volta tornate dalla festa le ragazze si erano fermate da me, Polly e Sam dormivano nella camera degli ospiti,e di loro ancora nessun lamento.

'Beh sono simpatiche no?' disse Kim.

'Si, mi sembrano tipe divertenti' risposi

'Altrimenti non starebbero qua' rise Kim

Risi a mia volta e le tirai un cuscino.

In genere non davo confidenza subito anche se il giorno prima avevo dato prova dell'esatto contrario, avevo conosciuto delle nuove ragazze ed ora erano a dormire da me.. avevo baciato James. Oddio, avevo baciato James!

'Kim ma ho baciato James!' Mi soffocai con il cuscino in faccia.

'Oddio è vero!' Scoppiò in una clamorosa risata.

'Chi ha baciato chi?' Disse Sam entrando in camera mia stropicciandosi gli occhi.

'Liberty ha baciato James, me lo ricordo!!' Puntualizzò Polly entrando anche lei a sua volta in camera.

'E ora?' dissi

'Ora ci vestiamo e affrontiamo il college' Continuò Kim.

 

Arrivammo a scuola e tutti ci osservavano mentre attraversavamo il cortile, due ragazzi ci si affiancarono, uno di loro mise un braccio sulle spalle di Polienne.

'Ehi bellezza ti ricordi di me?' disse lui.

Lei fece una faccia terrorizzata.

'Mio dio no levati!' gli tolse la mano.

Noi ridemmo ' Dai Polly era carino..' disse Kim, lei la fulminò con lo sguardo.

Dopo le lezioni della mattina ci incontrammo a mensa, i ragazzi continuavano a fissarci e le ragazze ci squadravano da capo a piedi. Ci sedemmo ad un tavolo libero.

'Ragazze perchè ci fissano?' disse Polienne aggiustandosi gli occhiali.

'Non ne ho idea.. ' risposi io.. 'oh io si!' Disse una voce dietro di noi, Jaxon.

Si mise seduto vicino a Sam ' Ciao amore..' La guardò con uno sguardo sornione.

'Ancora tu?' Alzò gli occhi al cielo Sam.

'Beh sputa il rospo Jax' disse Kim.

Lui rise poi ci guardò, ' E' molto semplice, siete diventate le ragazze più popolari e desiderate della scuola..' spalancammo gli occhi, credo che Polienne quasi si strozzasse. 'C-Cosa??' disse lei.

'Cosa vi aspettavate ragazze? Ieri sera ci avete dato dentro..ma non ti preoccupare piccola' disse rivolgendosi poi a Sam ' Tutti sanno che sei già mia' si alzò e se ne andò.

'Sua? Quello sta fuori!'

Ci guardammo intorno, qualcuno ci sorrideva, qualcuno faceva occhiolini.

Perfetto, tutto ciò di cui avevo bisogno, Kim e Sam sembravano quasi esaltate alla notizia, io e Polly volevamo nasconderci.

'Liberty' sentii chiamarmi all'uscita da scuola, quella voce calda, la riconobbi subito. Mi girai.

'Ehi James' dissi.

'Sembra che tu voglia evitarmi' continuò

'No, che dici? Sono solo stata impegnata questa mattina' Sorrisi, lui si avvicinò e mi guardò con quegli occhi così azzurri che mi sembrava di toccare il cielo.

'Allora vieni a cena con me, questa sera.' sorrise.

'Io.. emh' balbettai.

Come potevo tirarmi fuori da quella situazione? Lui mi piaceva, Dio se mi piaceva. Ma non potevo permettergli di avvicinarsi a me, mi avrebbe ferita come tutti, come mio padre come.. Ray.

Ray, non avevo più parlato con lui, ero partita senza salutarlo, chissà se sapeva dov'ero. Mille volte avevo ripensato a quella notte quando eravamo piccoli, e mi sentivo ogni volta ingenua e stupida per ciò che gli avevo detto. Mi ripresi dai miei pensieri, e come al solito pensai ' Al diavolo tutto'

'Vabene, dimmi dove andiamo e mi troverai lì' dissi a James.

Lui sorrise con quella bocca perfetta che mi faceva venir voglia di... Liberty!

'Ti mando l'indirizzo, a proposito devi darmi il tuo numero' disse senza mai smettere di sorridere.

Ci scambiammo i numeri poi andai a casa.

 

Nel pomeriggio mentre studiavo scrissi a Kim i miei programmi per la serata, e lei disse la solita raffica di imprecazioni. Il mio telefono squillò. 'Pronto?Mamma?' dissi

'Ehi Liberty, come sta andando il college?' disse lei. Strano che si interessasse.

'Tutto apposto, te il lavoro?' Chiesi, e cominciò ad elencare ogni singolo problema che riguardava lei e il lavoro.

'Tornerò tra un mese, puoi cavartela no?' disse facendomi sentire una bambina patetica.

'Si mamma' dissi.

'Ah un ultima cosa Liberty, stavo sfogliando il giornale nella parte gossip ed ho visto delle foto di te mentre uscivi dall'hotel con.. altre tre ragazze..chi sono?' chiese sospettosa.

'Sono delle compagne del college' dissi alzando lo sguardo sapendo dove voleva andare a parare.

'Ah ehm...'continuò. ' Tranquilla mamma hanno delle buone famiglie alle loro spalle!' dissi stanca di dover discutere di queste cose.

'Mica volevo dire questo.. beh ora devo andare ciao a presto tesoro' disse infine.

'Ciao mamma'. Riattaccai, delusa dal suo comportamento.

James mi mandò l'indirizzo ed io cominciai a prepararmi per la serata.

Optai per un vestito rosso casual e dei stivaletti.

L'ansia cominciava a divorarmi, stavo per andare a cena con.. il più figo, biondo, muscoloso della scuola.




L'amore sta arrivando per Liberty, ma.. di quale amore si tratta?
Lasciate pure recensioni, baci.

 

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